Giornata missionaria - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 24 ottobre 2019 anno LXXII, numero 43 (4.016) Giornata missionaria
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #editoriale 2 Il triste episodio del furto e della distruzione delle immagini amazzoniche San Newman e le statuette gettate nel Tevere L’OSSERVATORE ROMANO di ANDREA TORNIELLI Unicuique suum Non praevalebunt Edizione settimanale in lingua italiana Città del Vaticano ornet@ossrom.va I l furto e il successivo lancio nel Tevere delle utile rileggere quanto affermato da uno dei www.osservatoreromano.va tre statuette di legno della tradizione amazzo- nuovi santi canonizzati pochi giorni fa, il car- ANDREA MONDA nica raffiguranti una giovane donna incinta dinale John Henry Newman. Nel suo Essay on D irettore costituiscono un episodio triste che si com- the Development of Christian Doctrine, pubblica- GIANLUCA BICCINI menta da sé. Colpiscono alcune delle reazioni to nel 1878, a proposito dell’adozione da parte Coordinatore a un gesto violento e intollerante: “giustizia è della Chiesa di elementi pagani, Newman scri- PIERO DI D OMENICANTONIO fatta” ha titolato entusiasticamente un sito web veva: «L’uso dei templi, e di quelli dedicati a Progetto grafico italiano, dopo che le immagini della “bravata” santi particolari, e decorati a volte con rami di Redazione erano state divulgate nel circuito dei social alberi, incenso, lampade e candele; le offerte via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano media. In nome della tradizione e della dottri- ex voto in caso di guarigione dalle malattie; fax +39 06 6988 3675 na si è buttata via, con disprezzo, un’effigie l’acqua santa, l’asilo; le festività e le stagioni li- Servizio fotografico turgiche, l’uso dei calendari, le processioni, le della maternità e della sacralità della vita. Un telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 benedizioni sui campi, i paramenti sacerdotali, photo@ossrom.va www.photo.va simbolo tradizionale per i popoli indigeni che la tonsura, l’anello usato nel matrimonio, il ri- rappresenta il legame con la nostra “madre ter- volgersi ad est, e in un momento successivo TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO ra”, definita così da san Francesco d’Assisi nel anche le immagini, forse pure il canto ecclesia- suo Cantico delle Creature. stico e il Kyrie Eleison: tutti sono di origine Abbonamenti Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). Ai nuovi iconoclasti, passati dall’odio attra- pagana, e sono stati santificati dalla loro ado- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 verso i social media all’azione, potrebbe essere zione nella Chiesa». info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #il libro 3 La vita nuova Pubblichiamo stralci di un testo inedito del Pontefice contenuto nel volume «La preghiera. Il respiro della vita nuova» (Libreria Editrice Vaticana 2019, euro 15), seconda opera della collana «scambio dei doni» presentata il 16 ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte. La pubblicazione si apre con una prefazione di Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, di cui riportiamo alcuni stralci insieme con quelli tratti dalla prefazione scritta dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo al primo volume della collana, intitolato «Nostra Madre Terra». Entrambi i libri sono usciti in contemporanea in Italia e in Francia il 24 ottobre. I l battesimo è l’inizio della vita nuova. Ma cosa La preghiera è il nostro dire sì al Signore, al Spagnoletto, «Sogno vuol dire vita nuova? La vita nuova del battesi- suo amore che ci raggiunge; è accogliere lo di Giacobbe» (1639, particolare) mo non è nuova come quando cambiamo la- Spirito Santo che, senza mai stancarsi, riversa voro o ci trasferiamo in un’altra città e dicia- amore e vita su tutti. mo: ho cominciato una nuova vita. In questi ca- Diceva san Serafino di Sarov, un grande si, certo, la vita cambia, magari anche molto, è maestro spirituale della Chiesa russa: «Acqui- diversa da quella precedente: migliore o peg- sire lo Spirito di Dio è dunque il vero fine del- giore, più interessante o faticosa, a seconda dei la nostra vita cristiana, al punto che la pre- casi. Le condizioni, il contesto, i colleghi, le ghiera, le veglie, il digiuno, l’elemosina e le al- conoscenze, forse perfino le amicizie, la casa, tre azioni virtuose fatte in Nome di Cristo non lo stipendio sono diversi. Ma non è una vita sono che dei mezzi per questo fine». Non nuova, è la stessa la vita che continua. sempre si è coscienti di respirare, ma non si La vita nuova del battesimo è diversa anche può smettere di respirare. dal vivere un cambiamento radicale dei nostri sentimenti per un innamoramento o una delu- sione, una malattia, un imprevisto importante. Cose del genere possono accaderci come un La preghiera e le preghiere terremoto, interiore ed esteriore: possono cam- Il respiro, poi, non è sempre uguale: a volte biare i valori, le scelte di fondo: affetti, lavoro, è calmo, a volte affannoso, a volte accelerato, salute, servizio agli altri... Prima magari si a volte perfino ci manca il respiro; a volte in- pensava alla carriera e poi si comincia a fare vece — soprattutto in luoghi incontaminati di del volontariato, anzi perfino a fare della pro- montagna o di mare — respirare è proprio un pria vita un dono per gli altri! Prima non si piacere. Quante volte un po’ di aria pulita ci pensava a costruire una famiglia, poi si speri- rimette in sesto, da tanti punti di vista! menta la bellezza dell’amore coniugale e fami- In ogni caso, la cosa più importante è che liare. noi non respiriamo ogni tanto, una volta a set- Anche questi, che sono cambiamenti grandi, timana o alcune ore al giorno, ma sempre! E straordinari, sono ancora “solo” delle trasfor- questa costanza del respiro mi ricorda quanto mazioni. Sono modifiche che ci portano a una ci dice san Paolo: «Pregate ininterrottamente» vita più bella e dinamica, o più difficile e fati- (1 Tessalonicesi, 5, 17). Nella storia si è cercato cosa. Non è un caso che — quando li raccon- di mettere in pratica questa indicazione di san Il percorso tiamo — usiamo sempre il più e il meno. Di- Paolo in vari modi: c’erano alcune comunità ciamo che hanno reso la nostra esistenza più cristiano bella, più gioiosa, appassionante. È perché monastiche in cui si facevano i turni, affinché giorno e notte, senza interruzione, salisse la lo- dal battesimo stiamo facendo ancora paragoni tra cose più o meno simili. È come se misurassimo le cose su de a Dio dai monasteri. I grandi maestri della preghiera cristiana, tuttavia, sia in Oriente che alla morte una scala di valori. La vita prima era gioia 5, in Occidente, ci hanno insegnato che la pre- ora è gioia 7; la salute prima era 9, ora è 4. ghiera incessante è un invito a vivere sempre Cambiano i numeri, ma non la sostanza della alla presenza del Signore, in dialogo con Lui vita! nel proprio cuore, nella propria mente. «Pre- Ma la vita nuova del battesimo non è nuova ghiera incessante vuol dire avere la mente ri- solo rispetto al passato, alla vita precedente, volta a Dio con grande fervore e amore, rima- alla vita di prima. Nuova non vuol dire recente, nere sempre sospesi alla speranza che abbiamo non vuole significare che c’è stata una modifi- in Lui, qualunque cosa facciamo e qualunque ca, un cambiamento. (...) cosa accada». È chiaro: come nel caso del respiro, in alcu- ni momenti siamo ben coscienti di questo dia- Il simbolo del corpo logo — sono i momenti di preghiera: liturgica, comunitaria o personale nel segreto della pro- di FRANCESCO Ci sono nel corpo umano alcune funzioni pria stanza (cfr. Matteo 6, 6). Eppure questi essenziali come il battito del cuore e il respiro. momenti non sono la preghiera, ma delle oc- Mi piace immaginare che la preghiera per- casioni speciali nelle 24 ore con il Signore, sonale e comunitaria di noi cristiani sia il re- perché sempre respiriamo. In fondo, come di- spiro, il battito cardiaco della Chiesa, che in- ce sempre san Paolo, il paradiso è essere per fonde la propria forza nel servizio di chi lavo- sempre con il Signore (cfr. 1 Tessalonicesi 4, 17). ra, di chi studia, di chi insegna; che rende fe- E, con la risurrezione di Gesù e il nostro bat- conda la conoscenza delle persone istruite e tesimo, nel Paradiso ci siamo già entrati, per- l’umiltà delle persone semplici; che dà speran- za alla tenacia di chi combatte l’ingiustizia. CONTINUA A PAGINA 4
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #il libro 4 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 3 per un dubbio e per un’incertezza, a volte per- severanza nelle difficoltà. ché siamo i figli del Padre: sempre davanti a Come nelle relazioni tra le persone, la pre- Lui, perché Lui mai si allontana da noi: il suo ghiera non è sempre fatta di parole, ma è sem- amore è grande e fedele! pre un vero incontro, in cui stiamo alla presen- za del Signore, che è sempre con noi (cfr. Matteo 28, 20) e ci dona sempre amore, miseri- Non sempre con parole cordia, speranza, anche quando ci rimprovera e fa rimordere la nostra coscienza per stimolar- ma sempre un incontro ci alla conversione. Anche il Suo silenzio è Pregare sempre non vuol dire dunque recita- prezioso, perché anche qui c’è sempre un do- re in continuazione preghiere, giaculatorie, in- no, una grazia — magari nascosta — dello Spi- vocazioni per vivere alla presenza del Signore. rito, che ci unisce a Lui e agli altri. L’amore si A volte ci mancano le parole e le nostre pre- esprime anche nel silenzio. L’amore riempie il ghiere diventano come «gemiti inesprimibili» silenzio. L’amore ha bisogno di momenti di si- (Romani 8, 26) suscitati dallo Spirito Santo, lenzio. che è il Maestro della preghiera. Pregando, a volte piangiamo, a volte sorridiamo. Qualche volta la preghiera è una lode, a volte una sup- plica; a volte è un ringraziamento, a volte una Nel ritmo della Pasqua di Gesù richiesta di perdono: a volte chiediamo luce Quando la preghiera è il respiro della vita nuova, ci mette in relazione con il Padre. Quando la preghiera è vera, diventiamo più disponibili allo Spirito Santo che, come un grande artista, restaura in ciascuno di noi la La malattia somiglianza con Gesù, nostro Fratello universa- le — come diceva il beato Charles de Fou- cauld. dell’individualismo Ovviamente lo Spirito Santo non ci fa so- migliare fisicamente a Gesù, ma — come dice ancora san Paolo — fa maturare in noi «gli stessi sentimenti» (Filippesi 2, 5), la mentalità e di KIRILL Nelle sue riflessioni Papa Francesco lo sguardo di Gesù. sottolinea un altro aspetto importante La preghiera unisce l’uomo con gli al- della preghiera autentica. «La preghie- tri, con i suoi fratelli e sorelle nella fe- ra — afferma — è un lavoro: un lavoro de, per i quali innalza al cielo le sue che ci chiede volontà, ci chiede costan- suppliche. Ciò si manifesta in un mo- za, ci chiede di essere determinati». do particolarmente chiaro durante gli Infatti, a causa dei nostri limiti e della uffici liturgici, che sono la preghiera di nostra peccaminosità non siamo sem- tutta la Chiesa, nel corso della quale il pre disposti alla preghiera. Ma se l’uo- Salvatore stesso, secondo la Sua pro- mo si supera grazie alla preghiera, è messa, è presente tra coloro che si ra- perché essa naturalmente richiede sem- dunano nel Suo nome (Matteo 18, 20). pre un certo sforzo. Questa presenza divina può essere sen- I santi padri della Chiesa indivisa, tita da ciascuno di noi tramite una basandosi sulla propria esperienza particolare esperienza della grazia che ascetica, ci insegnano in che modo de- ci avvolge nella casa del Signore. ve essere praticata la preghiera affinché Papa Francesco sottolinea che nella essa sia gradita a Dio. «Che ognuno preghiera del Padre nostro, insegnata a preghi con attenzione e in buona co- noi da Gesù, non viene usato il prono- scienza, non lasciando vagare arbitra- me io, poiché ognuno di noi presenta riamente il pensiero e non percependo questa preghiera al nostro Padre cele- la preghiera come un debito necessa- ste a nome dell’umanità intera. Mi rio, ma riempendola dell’amore e del desiderio dell’anima» dice san Grego- sembra molto attuale e importante rio di Nissa (secolo IV). mettere in rilievo proprio questo aspet- to della preghiera in un’epoca segnata La fatica della preghiera richiede da dalla crisi della comunicazione. Grazie noi perseveranza e costanza. Secondo alla globalizzazione il mondo sta di- Papa Francesco, «la preghiera cambia ventando sempre più aperto e unito, la realtà... o cambia le cose o cambia il nostro cuore». Sicuramente la preghie- ma questo non significa che gli uomini Per Gesù la vita è un dono accolto e dona- Icona raffigurante il beato ra, praticata con fede e costanza, non diventino più vicini gli uni agli altri. to: questo è il senso della sua Pasqua di pas- Charles de Foucauld può che essere efficace e trasfigurare L’individualismo è una malattia del sione e morte che — per la fedeltà del Padre — noi stessi e la nostra realtà, secondo le nostro tempo, segnato dal desiderio parole del Signore: «chiunque chiede si è compiuta nella risurrezione. dell’uomo di concentrarsi soltanto sui riceve, e chi cerca trova e a chi bussa La preghiera alimenta in noi la vocazione a propri desideri e necessità e dall’indif- sarà aperto» (Matteo 7, 8). seguire Gesù Cristo in questo cammino pa- ferenza nei confronti dei problemi al- squale: consegnarsi e affidarsi totalmente sono Il nostro mondo, lacerato da conflit- trui. La mancanza della capacità di sempre una morte, ma insieme a Gesù diven- ti e dissidi, ha tanto bisogno della pre- sentire l’altro, di andare incontro ai tano il penultimo passo verso la risurrezione, ghiera cristiana. È necessario che noi, suoi bisogni, porta sia a vari disordini seguaci di Gesù, preghiamo «per la verso la vita. nelle relazioni sociali che alla disinte- pace del mondo intero, per la prospe- Per vedere se la nostra preghiera ci unisce al grazione delle famiglie, anche di quelle rità delle Sante Chiese di Dio e per Signore, come ci insegna sant’Ignazio di Lo- cristiane. Tutto ciò è in gran parte una l’unione di tutti» (cfr la Grande inter- yola negli Esercizi Spirituali, bisogna verificare conseguenza dell’indebolimento della cessione del rito bizantino). Durante se in noi sta crescendo questa mentalità pa- fede, dell’oblio della preghiera o della l’incontro con Sua Santità Papa Fran- squale. Se la Pasqua di Gesù per noi non è sua sbagliata percezione, alla stregua cesco all’Avana nel 2016 abbiamo più soltanto un fatto che Gli è capitato, ma di una forma di terapia psicologica o espresso la speranza che questo evento diventa il nostro modo di guardare a noi stes- di autorilassamento. Ma in realtà tra- storico possa «ispirare i cristiani di tut- si, alle persone che ci circondano e al mondo mite la preghiera l’uomo riceve la gra- to il mondo a pregare il Signore con in cui viviamo, allora con l’aiuto dello Spirito zia divina che lo aiuta a superare il rinnovato fervore per la piena unità di Santo possiamo dire insieme al Signore: La vi- proprio egoismo e a crescere nell’amo- tutti i suoi discepoli» (Dichiarazione ta «nessuno me la toglie: io la do da me stes- re verso il suo prossimo. (...) congiunta, 6). so. Ho il potere di darla e il potere di ripren-
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #il libro 5 derla di nuovo» (Giovanni 10, 18). Questa è la E l’Eucaristia è davvero il sacramento della mentalità della Chiesa, del santo Popolo fede- Chiesa, la rivelazione che siamo già una cosa le di Dio, questa la logica dei santi, anche di sola nel Signore. Lo diceva già sant’Agostino: quelli «della porta accanto» (cfr. Gaudete et «Se voi dunque siete il corpo e le membra di exsultate, 6-9). Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il La vita nuova diventa concreta in noi quan- mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò do cominciamo a vivere come Dio, donando che siete rispondete: “Amen” e rispondendo lo noi stessi. E questo non è frutto delle nostre sottoscrivete. Ti si dice infatti: “Il Corpo di virtù o qualità (perché le nostre virtù sono Cristo”, e tu rispondi: “Amen”. Sii membro sempre poche e instabili) ma del fatto che pia- del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo no piano accogliamo il Suo amore. Si tratta di “Amen” ». un amore attivo, potente, che dall’interno ci Nulla di noi si perde, nulla è indifferente o rinnova, ci unisce a Cristo e così gli assomi- insignificante. Al contrario tutto di noi (storia, gliamo sempre più: nei pensieri, nei sentimen- gesti, sogni, affetti, difetti, doni...) entrando ti, negli ideali, nell’amore! nell’amore, passa per la strada della Pasqua di Questo cammino di coinvolgimento con il Gesù, oltrepassa la morte ed entra nella risur- Signore a volte ci porta anche alla rinuncia a rezione della comunione: e questa è davvero noi stessi: ecco la nostra morte diluita nei gesti vita nuova! di attenzione agli altri, di rinuncia alle nostre pretese, al nostro egoismo nascosto dietro tanti bei pensieri e belle intenzioni. E nell’ultimo respiro nella fede vivremo l’ultima consegna al Padre! Riconoscenti Un dono che ci è affidato Queste piccole/grandi morti all’affermazione per il dono del creato di noi stessi sono il nostro allenamento per far crescere la vita nuova, che ci è veramente do- di BARTOLOMEO mondiale sta diventando semplicemen- nata ma è anche affidata alla nostra cura. Pia- te troppo grande per la capacità che il no piano facciamo esperienza nella Chiesa, Negli ultimi anni molto è avvenuto nostro pianeta ha di mantenerla e so- nella comunione con i pastori e i fratelli, che all’interno delle nostre Chiese così co- stenerla. grazie a Gesù morto e risorto le morti e la me anche a livello bilaterale tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattoli- Inoltre, gli atteggiamenti e i com- morte sono proprio l’opportunità per fare un ca romana. Così abbiamo imparato portamenti che abbiamo verso la crea- dono di noi stessi, per vivere nella comunione che c’è uno stretto legame tra il dialo- zione influiscono direttamente e si ri- e nell’unità, non perché siamo bravi, ma per- go ecumenico e la cura per l’ambiente. flettono nei nostri atteggiamenti e ché siamo le membra di un Corpo che è Cri- Siamo giunti a renderci conto che, ac- comportamenti verso le altre persone. sto e la Chiesa. Questa vita è davvero nuova, canto all’ecumenismo del dialogo tra In effetti, il nostro operato nel campo perché anche la morte nella Pasqua è nuova, è le varie confessioni cristiane e all’ecu- dell’ecologia si misura in fin dei conti un’altra cosa. Non è più la fine, ma il momen- menismo del martirio condiviso dalle dal suo effetto sulla gente, specialmen- to decisivo della fiducia nel Padre che ha cura vittime della discriminazione e della te sui poveri. E una Chiesa che dimen- di noi (cfr. 1 Pietro 5, 7). Anche se non capia- violenza religiose, c’è anche un ecume- tica di pregare per l’ambiente naturale mo sempre, Lui ci guida al suo Regno, alla nismo dell’ambiente di fronte al cam- è una Chiesa che rifiuta di offrire cibo comunione, servendosi spesso delle mani di chi ci è accanto. E non sempre sono mani biamento climatico globale che porta e bevanda all’umanità sofferente. Allo d’oro, come neanche le nostre mani lo sono, con sé implicazioni e conseguenze di stesso tempo una società che ignora il nei loro confronti: siamo tutti un po’ santi e vasta portata per tutto il nostro piane- mandato di aver cura per tutti gli uo- un po’ peccatori, un po’ generosi e un po’ ta e i suoi abitanti. mini è una società che maltratta l’au- egoisti. tentica creazione di Dio, della quale fa Ciò significa che non possiamo mai parte la natura. Dopo tutto, la preoc- ridurre la vita cristiana e il servizio cri- cupazione per l’ambiente implica an- stiano ai nostri piccoli interessi o che la preoccupazione per i problemi preoccupazioni spirituali. Non possia- Tutto è rinnovato mo trascurare il nostro compito e la umani della povertà, della fame e della Mi viene un’ultima immagine. La nostra vi- sete. Questo legame è fortemente mes- nostra responsabilità di trasformare la ta assomiglia a una clessidra. Nella parte in al- so in evidenza nella parabola del Giu- creazione mettendo in discussione e to c’è la nostra vita di ogni giorno: quando dizio Finale, quando il Signore affer- trasformando i nostri stili di vita egoi- facciamo un atto di amore o quando rinuncia- ma: «Ho avuto fame e mi avete dato stici e il nostro avido consumo delle ri- mo per amore alle nostre pretese un granello da mangiare, ho avuto sete e mi avete sorse mondiali. Il modo in cui ci rela- della nostra vita si sposta nella parte inferiore dato da bere» (Matteo 25, 35). zioniamo con le cose materiali rispec- della clessidra, che è la vita eterna, l’unità con chia direttamente il modo in cui ci re- La sorgente del nostro ottimismo il Signore e i fratelli. Un po’ alla volta, allora, lazioniamo a Dio. E l’attenzione con consiste tuttavia nel fatto che non sia- tutto ciò che noi siamo può passare dall’altra cui trattiamo le cose della terra mostra mo soli nella nostra risposta e nella parte. Gli anni passano, tante cose cambiano, chiaramente la sacralità che riconoscia- nostra responsabilità in favore della tu- fisicamente ci consumiamo, eppure il nostro mo alle realtà celesti. Non si tratta di tela della dignità umana e della prote- spenderci per amore, non è svanito nel nulla, una questione che ci riguarda solo in zione della creazione di Dio. Non c’è ma si è come trasferito nel Signore. Infatti, ciò quanto singoli, ma anche in quanto solo la certezza della grazia del Signo- che passa attraverso la strettoia della morte — comunità e società tutta nel suo com- re, ma abbiamo anche la solidarietà come attraverso la strettoia della clessidra — in plesso. dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. unione con Cristo non sparisce, non è annulla- La verità è che dobbiamo trattare la È ciò che abbiamo imparato dalla no- to, ma è accolto, rinnovato e vivo nel Signore. natura con la stessa deferenza e con la stra relazione con l’amato Papa Fran- Ma attenzione: il Signore non è un banchie- stessa ammirazione che mostriamo nei cesco, insieme al quale condividiamo re a cui affidiamo le cose preziose per ridarcele confronti degli esseri umani. Per rime- l’impegno per la speranza di tutti i po- con gli interessi nell’altro mondo. La nostra vita diare a questa situazione, siamo chia- poli e una gioia per la guarigione del vissuta nell’amore il Signore non la trattiene mati a tornare a uno stile di vita asce- nostro pianeta. per sé, ma ce la riconsegna in ogni santa Mes- tico ed eucaristico, cioè a essere rico- Come servi del Dio dell’amore, con- sa, che è la nostra massima partecipazione alla noscenti rendendo gloria a Dio per il sideriamo che uno dei nostri obblighi Pasqua di Gesù. Sperimentiamo infatti che la dono del creato e allo stesso tempo ri- fondamentali e dei nostri doveri morali parte più vera di noi, quella che ha vissuto spettosi nell’esercizio della propria re- sia rispondere alla sofferenza globale e nell’amore e nel perdono, «è nascosta con Cri- sponsabilità personale all’interno e in lasciare in eredità alle generazioni fu- sto in Dio» (Colossesi 3, 3), perché la legge favore della rete di relazioni della crea- ture un mondo sostenibile, come crea- dell’amicizia è proprio il cammino della zione. Siamo chiamati a ricordare co- to e voluto dal nostro Creatore pieno Chiesa. stantemente che la nostra economia di amore.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #sinodo 6 N el pomeriggio di giovedì 17 ottobre, alle 15.30, culturarsi, perché «i popoli ricevono l’annun- Papa Francesco ha incontrato un gruppo di cio di Gesù con la loro propria cultura». una quarantina di indigeni — partecipanti al Successivamente si è svolta in aula la tredi- Sinodo per la regione Panamazzonica o alle cesima congregazione generale, durante la altre iniziative in corso a Roma in questi gior- quale sono state presentate al Papa e ai padri ni — che erano accompagnati dal cardinale sinodali le dodici relazioni dei circoli minori. Cláudio Hummes, relatore generale dell’as- Il Sinodo è un dono prezioso dello Spirito per semblea speciale, e da monsignor Roque Palo- la regione Panamazzonica e per tutta la Chie- schi, arcivescovo di Porto Velho, in Brasile. sa, sia sotto l’aspetto teologico pastorale, sia All’inizio dell’incontro, svoltosi in una delle per l’ineludibile compito della cura della casa aule dei circoli minori, sono intervenuti una comune. È un kairós, tempo di grazia, occa- donna e un uomo, in rappresentanza dei po- sione propizia per la Chiesa di riconciliarsi poli indigeni, che a due voci hanno espresso a con l’Amazzonia: questo il filo rosso che acco- nome di tutti gratitudine al Pontefice per la muna tutti i testi, nei quali si esprime la spe- convocazione del Sinodo e hanno chiesto aiu- ranza che nella vasta realtà amazzonica si svi- to per attuare il loro desiderio di garantire una luppi un nuovo cammino sinodale e che Presentate in Aula vita serena e felice agli abitanti dell’Amazzo- dall’assemblea dei vescovi si riparta con un’ar- nia, prendendosi cura della terra, proteggendo dente passione missionaria propria di una vera le relazioni le acque, affinché ne possano godere anche le Chiesa in uscita. L’augurio è che il “buon vi- generazioni future. vere” amazzonico si incontri con l’esperienza dei dodici Da parte sua Papa Francesco ha rivolto ai delle beatitudini: infatti alla luce della Parola di Dio, esso raggiunge la sua piena realizza- circoli minori presenti alcune parole, paragonando il Vange- lo a un seme: esso cade nella terra che trova e zione. cresce con le caratteristiche di questa. Con ri- Tante e variegate le proposte concrete parti- ferimento alla regione Amazzonica, il Santo te dai diversi circoli nei quali è stato comun- Padre ha rilevato i pericoli di nuove forme di que ribadito che quello in corso non è solo un colonizzazione. E infine, facendo riferimento Sinodo regionale, ma universale, perché quan- alle origini del cristianesimo — nato nel mon- to accade in Amazzonia riguarda tutto il mon- do ebraico, sviluppatosi in quello greco-latino do. Con la presentazione delle relazioni e la per poi raggiungere altre terre, come quelle consegna in segreteria generale di tutti i con- slave, quelle orientali, quelle americane — il tributi si avviano così alla conclusione i lavori Pontefice ha ribadito che il Vangelo deve in- del Sinodo. L’incontro del Papa con i popoli indigeni
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #sinodo 7 La bellezza, un argine contro rancore e nazionalismi «La bellezza ci unisce. Ci invita a vivere stessa passione che si riserva ai capolavori del la fratellanza umana, contrastando la cultura Rinascimento o alle immortali sculture greche del rancore, del razzismo, del nazionalismo», che e romane, che richiamano ogni anno milioni «sono culture selettive, culture di numeri chiusi». di persone. Qui troverà uno spazio speciale: lo Lo ha sottolineato il Papa inaugurando venerdì spazio del dialogo, dell’apertura all’altro, pomeriggio, 18 ottobre, il nuovo allestimento dell’incontro. del Museo etnologico «Anima mundi» e Apprezzo che l’allestimento realizzato, e per una mostra sull’Amazzonia nei Musei vaticani. il quale ringrazio quanti vi hanno lavorato — curatori, architetti, ingegneri e operai, tutti! —, sia nel segno della trasparenza. È un valore im- C portante la trasparenza, soprattutto in una isti- ari amici, tuzione ecclesiale. Ne abbiamo sempre biso- Il Pontefice saluto cordialmente tutti voi e ringrazio il Car- gno! In queste vetrine troveranno spazio, nel dinale Bertello per le sue parole. corso del tempo, migliaia di opere provenienti all’inaugurazione Mi piace pensare che quello che oggi inau- da ogni parte del mondo, e questo tipo di al- guriamo non sia semplicemente un Museo, lestimento intende metterle quasi in dialogo in Vaticano nella sua concezione tradizionale. Infatti ho trovato opportuno il nome che è stato scelto tra di loro. E siccome le opere d’arte sono l’espressione dello spirito dei popoli, il mes- del nuovo museo per questa raccolta, così evocativo: Anima mundi. L’anima del mondo. saggio che si riceve è che bisogna sempre etnologico guardare ad ogni cultura, all’altro, con apertu- Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a ra di animo e con benevolenza. e di una mostra diventare sempre più una “casa” viva, abitata e La bellezza ci unisce. Ci invita a vivere la aperta a tutti, con le porte spalancate ai popo- fratellanza umana, contrastando la cultura del sull’Amazzonia li del mondo intero. Musei Vaticani aperti, a rancore, del razzismo, del nazionalismo, che è tutti, senza chiusura. Un posto dove tutti pos- sempre in agguato. Queste sono culture selet- sano sentirsi rappresentati; dove percepire con- tive, culture di numeri chiusi. cretamente che lo sguardo della Chiesa non Pochi mesi fa, da questo Museo, sono parti- conosce preclusioni. te alla volta di Pechino alcune opere di arte ci- Chi entra qui dovrebbe sentire che in questa nese. E prima altre avevano raggiunto alcuni casa c’è spazio anche per lui, per il suo popo- Paesi islamici… Quante buone iniziative si lo, la sua tradizione, la sua cultura: l’europeo possono fare grazie all’arte, riuscendo a supe- come l’indiano, il cinese come il nativo della rare anche le barriere e le distanze. foresta amazzonica o congolese, dell’Alaska o Vorrei oggi ringraziare coloro che ogni gior- dei deserti australiani o delle isole del Pacifico. no si prendono cura di queste opere così pre- Tutti i popoli sono qui, all’ombra della cupola ziose: il Curatore del Museo Anima Mundi, di San Pietro, vicini al cuore della Chiesa e padre Nicola Mapelli, che è un missionario del Papa. E questo perché l’arte non è una co- del PIME — e questo è molto coerente! —; le sa sradicata: l’arte nasce dal cuore dei popoli. restauratrici del Laboratorio Polimaterico, e È un messaggio: dal cuore dei popoli al cuore tutti quanti collaborano a questo lavoro. Gra- dei popoli. zie a tutti! Qui dovrà anche sentire che la “sua” arte ha lo stesso valore ed è curata e custodita con la CONTINUA A PAGINA 8
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #sinodo 8 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 Cappuccini, i Saveriani: diversi carismi che si sono incontrati in nome dell’Amazzonia. E grazie anche per aver voluto inaugurare Possa questo Museo Etnologico custodire questo nuovo allestimento con una mostra nel tempo la sua identità specifica e ricordare speciale dedicata all’Amazzonia, proprio nei a tutti il valore dell’armonia e della pace tra i giorni in cui stiamo vivendo il Sinodo dedica- popoli e le nazioni. E possa l’arte qui raccolta to a questa regione. E per questo ringrazio an- far risuonare la voce di Dio in quanti visite- che i Missionari della Consolata, i Salesiani, i ranno questa collezione. Grazie tante. Mosaico di forme e colori di FRANCESCO MARIA VALIANTE «Il Pontefice è rimasto colpito — ci rac- zione vaticana voluta da Papa Ratti pro- conta padre Mapelli — dall’attenzione ri- prio nel 1925. Da quell’avvenimento ebbe Nel cuore del Vaticano c’è un angolo di servata alle popolazioni che abitano la pe- origine quattro anni dopo il museo mis- Amazzonia dove lo spirito della terra e dei riferia del mondo. Questo fa sì che, nello sionario etnologico, inizialmente ospitato popoli della regione prende vita attraverso stesso spazio dove è possibile ammirare i nel palazzo del Laterano e poi, dagli inizi oggetti, utensili, ornamenti, strumenti mu- capolavori di Michelangelo e Raffaello, ci degli anni Settanta, trasferito nell’attuale sicali. Un mosaico smagliante di forme e sia posto anche per le testimonianze arti- sede dei Musei Vaticani. Nel sottolineare di colori in cui si intrecciano cultura e re- stiche e spirituali degli indigeni». Al Papa il valore della mostra il porporato ha an- ligione, quotidianità e ritualità. Chi visita non è sfuggito poi il senso dell’opera di che ricordato il contributo dei reperti of- la mostra «Mater Amazonia - The deep “riconnessione” compiuta dai promotori ferti dal museo etnografico e di scienze breath of the world» — che Papa Francesco della mostra. «Qui non ci sono oggetti naturali dei missionari della Consolata di ha potuto ammirare in anteprima nel po- morti, perché ciascuno di loro racconta la Torino e dal museo etnologico missionario meriggio di venerdì 18 ottobre — si trova storia di persone vive» spiega ancora il dei salesiani di Colle Don Bosco. “E devo proiettato di colpo in un microcosmo in- missionario del Pime, rivelando che dietro dirLe Santintà — ha confidato il porporato contaminato nel quale è la natura a mo- molti dei reperti esposti c’è un lavoro di piemontese — che mi sono commosso un dellare i volti e la storia delle persone: ricerca dei luoghi da cui essi provengono: po’ perché ho visto tra i reperti che hanno uno spazio senza tempo e senza confini, «Una ricerca — sottolinea — a cui spesso portato i salesiani l’amaca dove dormiva dove non si fa fatica ad avvertire realmen- segue un viaggio che ci consente di pren- un sacerdote a me molto caro: don Luigi dere contatto diretto con i discendenti di Cocco che è stato tanti anni in Amazzonia te l’eco del «respiro profondo del mon- coloro che li hanno donati ai Pontefici nel do». venezuelana e che ha fatto tanto bene al corso degli anni». Curata dal missionario del Pime padre mio paese». Francesco ha anche visitato il primo Nicola Mapelli — il quale ha fatto da “ci- Dopo aver pronunciato il suo discorso, spazio rinnovato del museo etnologico, cerone” al Pontefice illustrandogli il per- il Papa ha salutato alcuni dei presenti, dedicato all’Australia e all’Oceania, com- corso espositivo — la mostra si inserisce piacendosi per la filosofia della “trasparen- in particolare un gruppo di operai che nel contesto del nuovo allestimento del za” che caratterizza la concezione dei nuo- hanno lavorato al nuovo allestimento mu- museo etnologico «Anima mundi» dei vi allestimenti, delimitati da ampie vetrate seale e le restauratrici del laboratorio poli- Musei Vaticani, che custodisce significati- che hanno consentito di non utilizzare materico. ve testimonianze delle tradizioni culturali muri o barriere. Con curiosità e interesse Prima del congedo, un piccolo fuori e spirituali dei popoli non europei. Ed il Papa ha osservato, in particolare, un programma. Francesco si fermato qualche esattamente dieci giorni prima dell’inau- meraviglioso copricapo proveniente da Pa- istante sorridendo dinanzi a una vetrina gurazione ufficiale, prevista il 28 ottobre, pua Nuova Guinea, lo stesso dinanzi al nell’atrio, dove sono esposti palloni, ma- è stata aperta a un ospite d’eccezione, Pa- quale Pio XII rimase ammirato nel 1925. glie e trofei calcistici donati ai Musei: tra pa Francesco, e ai padri sinodali che par- Prima di concludere la visita, il Pontefi- questi, alcuni cimeli riguardanti la squadra tecipano all’assemblea speciale sull’Amaz- ce ha ascoltato un indirizzo di saluto del del cuore di Bergoglio, il San Lorenzo de zonia. cardinale Bertello, che — alla presenza del Almagro, e il suo bomber René Alejandro Giunto poco prima delle 16, il Pontefice cardinale Baldisseri, segretario generale Pontoni, che insieme a Rinaldo Martino e è stato accolto all’ingresso del Cortile del- del Sinodo dei vescovi, con il vescovo sot- Armando Farro — raffigurati sulla coperti- le Carrozze, adiacente al Cortile Quadra- tosegretario Fabene, e dell’arcivescovo na della rivista del periodico sportivo «El to, dal cardinale Giuseppe Bertello e dal Gallagher, segretario per i Rapporti con Gráfico» — negli anni Quaranta faceva vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispetti- gli stati — ha ripercorso brevemente la sto- parte del cosiddetto terceto de oro del vamente presidente e segretario generale ria del museo etnologico, legata all’esposi- club argentino. del Governatorato, dal direttore dei Mu- sei, Barbara Jatta, e dal delegato per i set- tori amministrativo-gestionali, monsignor Paolo Nicolini. Con loro era il reggente della Prefettura della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza. Accompagnato da padre Mapelli, Fran- cesco si è soffermato a osservare con at- tenzione il materiale in mostra, manife- stando apprezzamento soprattutto per la possibilità di accostarsi alle espressioni più autentiche della cultura e della spiritualità dei popoli originari radicate nello specifi- co contesto amazzonico. Particolare inte- resse il Papa ha mostrato per le vetrine e i pannelli che illustrano il lavoro di incultu- razione svolto dai missionari, alcuni dei quali — tra loro anche due gesuiti — raffi- gurati su grandi foto in bianco e nero col- locate lungo un intero angolo della sala.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #sinodo 9 L’anima del mondo U n museo forse ancora poco conosciuto, ma tra i più interessanti nel suo genere per la docu- mentazione delle culture religiose di tutti i continenti. Un museo che, oggi come nel pas- sato, vuole creare ponti con terre lontane e con culture diverse. Un museo che mostra co- me in Vaticano sia sempre stata riservata un’at- tenzione particolare verso le civiltà “diverse”. Nato al termine dell’Esposizione universale missionaria svoltasi in occasione dell’Anno santo del 1925, il Museo missionario etnologi- co vaticano venne istituito il 12 novembre di quell’anno da Pio XI con Motu proprio Quo- niam tam preclara. La primitiva sede fu nel Pa- lazzo del Laterano, che accolse una cospicua selezione delle opere provenienti dall’Esposi- zione missionaria permettendo — secondo la Rinascimento, le migliaia di visitatori e pelle- specifica volontà di Papa Achille Ratti — di as- grini che vengono quotidianamente nei Musei sicurare la continuità nel tempo di quelle im- del Papa. portanti testimonianze di popolazioni lontane Si è scelta la settimana conclusiva del Sino- e terre di missione. do sull’Amazzonia per aprire dopo un lungo Il primo curatore del museo fu padre Wi- lavoro di restauro il Museo etnologico vatica- lhelm Schmidt, il più noto etnologo cattolico no «Anima Mundi». È stato Papa Francesco a del XX secolo. Fu lui a guidare la commissione inaugurarlo insieme a una mostra dedicata che scelse, tra le 100.000 opere inviate per all’Amazzonia: Mater Amazonia. The deep brea- l’Esposizione missionaria, le 40.000 che rima- th of the world, voluta dal Governatorato dello sero come dono fatto dai popoli del mondo ai Stato della Città del Vaticano in collaborazio- Pontefici. ne con l’Istituto missioni Consolata, che ha A questo nucleo iniziale vennero aggiunte coinvolto altri padri missionari come i salesia- ni, i cappuccini e i saveriani, e che verrà aper- alcune preziose opere fino ad allora custodite ta al pubblico a partire dal 25 ottobre prossi- nel Museo Borgiano di Propaganda fide, testi- mo. monianza dell’incontro del mondo occidentale con le altre culture a partire dal XVI secolo. Un allestimento nel segno della trasparenza Quel Museo raccolse anche parte della colle- e della condivisione che ha creato uno spazio zione del cardinale Stefano Borgia (1731-1804), di incontro di culture diverse e dove ogni visi- appassionato cultore di “curiosità esotiche”. tatore potrà trovare le sue radici. Un lavoro Tra queste, alcune opere precolombiane inviate corale che ha coinvolto il curatore del Museo, in dono a Papa Innocenzo XII nel 1692, data padre Nicola Mapelli e i suoi collaboratori, in con la quale si fa iniziare la storia del Museo particolare il gruppo del Laboratorio di restau- etnologico vaticano. ro polimaterico, ma anche tutti i Musei vatica- ni e la Direzione delle infrastrutture Scv, con Nella sede del Laterano il Museo rimase fi- un risultato di grande impatto visivo ed emoti- no al 1963 per poi essere trasferito nella sua at- vo. tuale collocazione per volontà di Giovanni La missione principale dei Musei vaticani è XXIII, in quel “Museo Paolino” dei Musei vati- quella di preservare e condividere il patrimo- cani progettato in chiave moderna dallo Stu- nio di storia, di arte e di fede che i Pontefici dio Passarelli e inaugurato nel 1973 da Paolo del passato hanno raccolto e custodito per se- VI. coli. Preservare è quello che le eccellenze dei Tanti i Pontefici quindi che intuirono l’im- nostri Laboratori di restauro fanno, con alta portanza di queste collezioni extraeuropee, ai professionalità, competenza, rigore e passione. quali si aggiunge ai nostri giorni Papa France- I sette Laboratori di restauro specialistici — sco con la sua attenzione allo spirito dei popo- circa un centinaio di restauratori — quotidiana- li e con la sua visione aperta verso ogni forma mente svolgono gli importanti lavori di inda- di BARBARA JATTA di cultura. gine, tutela, restauro e conservazione. Il Labo- Oggi il Museo etnologico, recentemente de- ratorio di restauro polimaterico, istituito nel nominato in maniera evocativa «Anima mun- 2001 e quasi esclusivamente a servizio delle di», possiede circa 80.000 opere, il più cospi- 80.000 opere del Museo etnologico vaticano cuo dei Musei del Papa, e questi manufatti, «Anima mundi», con i suoi restauratori spe- provenienti dai diversi continenti Oceania, cializzati in diverse classi di materiali — orga- Americhe, Asia e Africa, sono nuovamente a nici e inorganici, prevalentemente di origine disposizione dopo due anni di temporanea extraeuropea — ha preservato e continuerà a chiusura, per accogliere e stupire, insieme alle preservare questo importante nucleo delle col- sculture greche e romane e ai capolavori del lezioni papali.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #sinodo 10 «B enedite il Signore, voi tutte ne Sommo nella natura, san Francesco segue opere sue» (Salmo 103, 22). ovunque l’Amato e fa di ogni cosa una scala per giungere al suo trono. Abbraccia tutti gli Papa Francesco sceglie come inizio della sua esseri creati con un amore e una devozione enciclica Laudato si’ la poesia del Cantico di mai uditi prima, parlando loro del Signore ed frate sole. E il Papa ha anche affidato a san esortandoli alla sua lode. Così Francesco di- Francesco questo sinodo, nei giardini vaticani, venta l’inventore del sentimento medievale ver- il 4 ottobre. so la natura. Perciò mi permetto d’invitarvi a percorrere Avendo riconosciuto Dio in tutte le cose, un tratto del cammino spirituale di san Fran- Francesco si sente portato alla restituzione. Al cesco. Creatore si dà la gloria che gli corrisponde quale artefice della bellezza. La lode rappre- San Francesco compone il Cantico dopo una senta così il movimento di restituzione. notte trascorsa tra gli spasmi, provocati da un lato da un cancro alle ossa, che in pochi mesi Se per san Francesco il peccato è appropria- lo porterà alla morte, dall’altro dalla sofferen- zione non solo della volontà ma anche delle za che alcuni dei fratelli che Dio gli ha dato cose buone che il Signore opera nell’essere gli hanno causato. umano, la lode, al contrario, è restituzione. L’essere umano non può lodare Dio come si Nasce allora dal suo cuore l’altra grande conviene, dato che con il peccato ha ferito la preghiera di lode: Tu sei tenerezza, Tu sei sua filiazione. bontà, Tu sei tutta la nostra gioia, Ammirevo- le, Altissimo Buon Signore... La lode a Dio, colui al quale veramente cor- risponde, non potrebbe essere elevata in modo Francesco sostituisce la bellezza medievale, adeguato dall’uomo se le creature non venisse- riservata solo ai potenti, con la bellezza degli ro in suo soccorso, poiché l’essere umano, a ultimi, nel toccare e baciare il lebbroso. Que- causa del peccato, non è degno di nominarlo. sta preghiera, composta sul monte della Verna, San Francesco chiarisce dicendo che le crea- ci dice che il Dio di Francesco non è più un ture, che sono sue sorelle, «servono, conosco- Dio guerriero, ma il Dio sofferente, il Dio che Il progetto del documento no e obbediscono al loro Creatore meglio di patisce e compatisce il dolore dell’essere uma- finale del Sinodo dei te», perché sono le uniche ad avere eloquenza, vescovi per l’Amazzonia è no, ferito dalla mortalità. autenticità di parola e bellezza di espressione: stato presentato durante la Inebriato dall’incontro con il Dio della tene- l’essere umano è tale solo se riconosce la pro- quattordicesima rezza, Francesco è pronto a lodare il Signore pria semplicità. Se nella Regola di san France- congregazione generale, Una riflessione in ogni tempo. Non ci sono nubi che possano sco l’indegnità dell’essere umano peccatore è svoltasi nella mattina di oscurare la dignità della persona, prodigio di soccorsa dal Figlio di Dio, nel Cantico le crea- lunedì 21 ottobre, alla sul Cantico Dio; non ci sono nubi che offuschino il valore ture svolgono il ruolo di mediazione per loda- presenza del Papa. Dopo la della vita, meraviglia di Dio; o nubi che mi- re Dio. Così le creature dell’universo riempio- recita dell’ora terza — di san Francesco naccino il dono dei fratelli, che il perdono può no il vuoto di un essere umano sprovvisto, a durante la quale far risplendere. Sì, perché per Francesco la l’arcivescovo peruviano di causa del peccato, di una voce degna di lodare Trujillo, monsignor Héctor bellezza non è una questione di estetica, ma di il Creatore «come a lui piace». Miguel Cabrejos Vidarte, ha amore, di fraternità a ogni costo, di grazie a Francesco allude al Salmo 103, 22: «Benedite tenuto l’omelia che ogni costo. «Laudato si’, mi’ Signore, per frate il Signore, voi tutte opere sue», a Daniele 3, 57 pubblichiamo in questa vento et per aere et nubilo et sereno et onne e al Salmo 19, 1: «I cieli raccontano la gloria di pagina in una traduzione tempo». Tu sei bellezza! Dio». Anche gli aggettivi — bello, raggiante, dallo spagnolo — il Conoscere il Bene Sommo, riconoscerne i cardinale Cláudio Hummes, chiaro, prezioso — esprimono le qualità divine relatore generale, ha benefici e restituire al Bene Sommo la lode che fanno sì che le creature siano atte ad aiu- illustrato all’assemblea (conoscere, riconoscere e restituire) sono i ver- tare l’uomo che, avendo peccato, è incapace di riunita nell’Aula del Sinodo bi che marcano il ritmo del cammino spirituale una lode degna. il testo del progetto, di san Francesco d’Assisi. Il Dio conosciuto da Le lodi del Signore fatte da San Francesco e leggendone alcuni passaggi. Francesco è il tutto: Dio mio e mio tutto. che cominciano con «Altissimo Onnipotente, Subito dopo ha preso la Deus et Omnia, viene ripetuto da Francesco Buon Signore», le ha intitolate Cantico di Frate parola uno degli invitati nelle Lodi di Dio Altissimo, Dio «tutto in tutti» speciali (che nei giorni Sole, che è la creatura più bella. Al mattino, scorsi non aveva potuto (1 Corinzi 15, 28). quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe lo- pronunciare il suo L’esperienza della totalità di Dio, della sua dare Dio, che ha creato quell’astro, attraverso intervento) per ribadire bontà in tutto, in tutte le cose, rappresenta il quale i nostri occhi sono illuminati durante l’importanza dell’ecologia l’ampiezza e l’estensione della sua visione della il giorno. E la sera, quando scende la notte, integrale e l’urgenza di realtà, che non può che includere tutto in Dio ogni uomo dovrebbe lodare Dio per quell’altra preservare la foresta e Dio in tutte le creature: in ogni opera loda il creatura: frate Focu, attraverso il quale i nostri amazzonica per occhi sono illuminati durante la notte. salvaguardare la vita dell’intero pianeta. Dice ancora: «Siamo tutti come ciechi, Successivamente i padri e il Signore c’illumina gli occhi per mez- sono tornati a riunirsi nei La lode restituisce zo di queste due creature. Per esse e per le altre creature di cui ogni giorno ci ser- viamo, dobbiamo sempre lodare il Crea- tore glorioso». circoli minori per l’elaborazione dei modi collettivi, ossia degli emendamenti alla bozza del documento, che sono stati a Dio la creazione San Francesco scopre in Dio il posto poi presentati alla Segreteria della Creazione, restituisce la Creazione del Sinodo martedì sera. Da a Dio, vede Dio in tutte le cose e per mercoledì il relatore questo osa chiamarle sorelle. Lui è il fra- generale e i segretari speciali, con l’aiuto degli tello universale (cfr. Laudato si’, n. 11) esperti, li hanno inseriti nel perché vede in Dio non solo il Padre di testo, che è stato rivisto e tutti, ma anche il Padre di tutte le cose. approvato dalla Creatore. Tutto ciò che trova nelle creature lo Perciò canta: «Tu sei santo, Signore solo Commissione per la riferisce al Creatore. Esulta di gioia in tutte le Dio, che compi meraviglie. / Tu sei forte, Tu redazione del documento opere uscite dalle mani del Signore e, attraver- sei grande, Tu sei altissimo, / Tu sei onnipo- finale giovedì 24. so questa visione gioiosa, intuisce la causa e la tente, Tu, Padre santo, re del cielo e della ter- ragione che le vivifica. ra. / Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli Nelle cose belle riconosce la Bellezza Som- dèi, / Tu sei il bene, ogni bene, il sommo be- ma, e da tutto ciò che per Francesco è buono ne, / Signore Dio vivo e vero. / Tu sei amore e sale il grido: «Chi ci ha creati è infinitamente carità, Tu sei sapienza, / Tu sei umiltà, Tu sei buono!». Attraverso le orme impresse dal Be- pazienza, / Tu sei bellezza».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #apostolatodelmare 11 Forme sempre più efficaci di assistenza alle famiglie dei pescatori Pubblichiamo il testo del messaggio inviato dal Papa per l’apertura, lunedì 21 ottobre a Kaohsiung (Taiwan), dell’undicesima Conferenza mondiale dell’International Christian Maritime Association. Nella ricorrenza del cinquantenario della fondazione dell’associazione, i lavori — che si concludono venerdì 25 — hanno per tema «50 anni di lavoro insieme per i marittimi, i pescatori e le loro famiglie». R ivolgo un saluto di pace e bene a tutti voi, cari familiari, come pure di quanti viaggiano per Delegati dell’International Christian Maritime mare. In quel documento, il mio Predecessore Association. invitava ad adoperarsi «affinché la gente del Vi siete riuniti a Kaohsiung, Taiwan, per mare abbia abbondantemente i mezzi necessari l’undicesima Conferenza Mondiale, nella quale per condurre una vita santa» (II § 2). ricordate il cinquantesimo anniversario di fon- Questo invito lo rinnovo anch’io a tutti voi Messaggio dazione della vostra benemerita Associazione. che rappresentate diverse tradizioni cristiane: Questa ricorrenza mi offre l’opportunità di possiate aiutare la gente di mare a conoscere di Francesco esortarvi a continuare, con rinnovato spirito Gesù Cristo e a vivere secondo i suoi insegna- ecumenico, il vostro servizio alla gente del ma- menti, nel rispetto e nell’accoglienza reciproca. nel cinquantesimo re. Vi incoraggio a superare le difficoltà che a anniversario In questi giorni di incontri e di riflessione, volte si possono incontrare nella vostra missio- vi auguro di individuare forme sempre più ef- ne, promuovendo con convinzione lo spirito di fondazione ficaci di assistenza ai marittimi, ai pescatori e ecumenico. Vi accompagno con la mia pre- alle loro famiglie. È ancora carica di attualità ghiera e con la benedizione che volentieri in- la Lettera apostolica Stella maris del 1997, con voco su di voi, sui vostri lavori di questi giorni la quale San Giovanni Paolo II delineava le li- e su quanti sono affidati al vostro servizio pa- nee fondamentali per la cura pastorale delle storale. Che il Signore vi benedica e, per favo- tante persone che lavorano sul mare e dei loro re, pregate per me. Grazie.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 24 ottobre 2019 #copertina 12/13 Vai con amore verso tutti, perché la tua vita è una missione preziosa: non è un peso da subire, ma un dono da offrire Nel centenario (@Pontifex_it, 20 ottobre) della «Maximum illud» Catechisti, consacrati, preti di varie nazioni, provenienti soprattutto dai territori di missione e appartenenti a popoli e culture differenti hanno partecipato alla liturgia presieduta da Papa Francesco della basilica vaticana, domenica mattina, 20 ottobre. Nella 93a D alle Letture ascoltate vorrei cogliere tre parole: Giornata missionaria un sostantivo, un verbo e un aggettivo. Il so- mondiale, che quest’anno stantivo è il monte: ne parla Isaia, profetizzan- cadeva proprio nel cuore del do di un monte del Signore, alto sopra i colli, mese straordinario indetto a cui affluiranno tutte le genti (cfr. Is 2, 2). Il dal Pontefice nel centenario monte ritorna nel Vangelo, dato che Gesù, do- della Maximum illud e in po la sua risurrezione, indica ai discepoli come concomitanza con il Sinodo luogo di ritrovo un monte della Galilea, pro- dei vescovi sulla Regione prio quella Galilea popolata da molte genti di- Pan-Amazzonica, il Pontefice ha celebrato verse, la «Galilea delle genti» (cfr. Mt 4, 15). all’altare della Confessione Missionari per donare aria pura Sembra, insomma, che il monte sia il luogo la messa per dove Dio ami dare appuntamento all’umanità l’evangelizzazione dei intera. È il luogo dell’incontro con noi, come popoli. Alla preghiera dei mostra la Bibbia dal Sinai al Carmelo fino a fedeli sono state elevate Gesù, che proclamò le Beatitudini sulla mon- intenzioni in hindi, per il tagna, si trasfigurò sul monte Tabor, diede la Papa, i vescovi e i presbiteri; a un mondo inquinato vita sul Calvario e ascese al cielo dal Monte in spagnolo, per le autorità degli Ulivi. Il monte, luogo dei grandi incon- politiche e civili; in yoruba, tri tra Dio e l’uomo, è anche il posto dove Ge- lingua dell’Africa sù trascorse ore e ore in preghiera (cfr. Mc 6, occidentale, per i missionari; in portoghese, per i poveri e 46), a unire terra e Cielo, noi suoi fratelli al i sofferenti; e in cinese, per Padre. le famiglie. Gli studenti del Che cosa dice a noi il monte? Che siamo Collegio Urbano di chiamati ad avvicinarci a Dio e agli altri: a Propaganda Fide hanno Dio, l’Altissimo, nel silenzio, nella preghiera, prestato il servizio liturgico. e si capisce che non lo si poteva conquistare se “tutti”. Tutti, perché nessuno è escluso dal suo Quali istruzioni ci dà il Signore per andare Al momento della prendendo le distanze dalle chiacchiere e dai non per quel sentiero sempre in salita. cuore, dalla sua salvezza; tutti, perché il nostro verso tutti? Una sola, molto semplice: fate di- consacrazione sono saliti pettegolezzi che inquinano. Ma anche agli al- cuore vada oltre le dogane umane, oltre i par- scepoli. Ma, attenzione: discepoli suoi, non no- tri, che dal monte si vedono in un’altra pro- E come in montagna non si può salire bene all’altare insieme con il Papa se si è appesantiti di cose, così nella vita biso- ticolarismi fondati sugli egoismi che non piac- stri. La Chiesa annuncia bene solo se vive da — che portava una croce spettiva, quella di Dio che chiama tutte le ciono a Dio. Tutti, perché ciascuno è un teso- discepola. E il discepolo segue ogni giorno il gna alleggerirsi di ciò che non serve. È anche pastorale in legno di ulivo genti: dall’alto gli altri si vedono nell’insieme e ro prezioso e il senso della vita è donare agli Maestro e condivide con gli altri la gioia del realizzata in Terra Santa — il si scopre che l’armonia della bellezza è data il segreto della missione: per partire bisogna lasciare, per annunciare bisogna rinunciare. altri questo tesoro. Ecco la missione: salire sul discepolato. Non conquistando, obbligando, cardinale Fernando Filoni e solo dall’insieme. Il monte ci ricorda che i fra- La messa telli e le sorelle non vanno selezionati, ma ab- L’annuncio credibile non è fatto di belle paro- monte a pregare per tutti e scendere dal monte facendo proseliti, ma testimoniando, mettendosi gli arcivescovi Protase Rugambwa e Giampietro le, ma di vita buona: una vita di servizio, che per farsi dono a tutti. allo stesso livello, discepoli coi discepoli, of- per bracciati, con lo sguardo e soprattutto con la vita. Il monte lega Dio e i fratelli in un unico sa rinunciare a tante cose materiali che rimpic- Salire e scendere: il cristiano, dunque, è frendo con amore quell’amore che abbiamo ri- Dal Toso, rispettivamente prefetto, segretario e cioliscono il cuore, rendono indifferenti e chiu- sempre in movimento, in uscita. Andate è in- cevuto. Questa è la missione: donare aria pura, l’evangelizzazione abbraccio, quello della preghiera. Il monte ci dono in sé stessi; una vita che si stacca dalle fatti l’imperativo di Gesù nel Vangelo. Tutti i di alta quota, a chi vive immerso nell’inquina- segretario aggiunto della Congregazione per porta in alto, lontano da tante cose materiali inutilità che ingolfano il cuore e trova tempo mento del mondo; portare in terra quella pace giorni incrociamo tante persone, ma — possia- dei popoli che passano; ci invita a riscoprire l’essenziale, per Dio e per gli altri. Possiamo chiederci: co- mo chiederci — andiamo incontro alle persone che ci riempie di gioia ogni volta che incon- l’evangelizzazione dei popoli. Ventuno i porporati ciò che rimane: Dio e i fratelli. La missione me va la mia salita? So rinunciare ai bagagli triamo Gesù sul monte, nella preghiera; mo- celebrata inizia sul monte: lì si scopre ciò che conta. Al pesanti e inutili delle mondanità per salire sul che troviamo? Facciamo nostro l’invito di Ge- sù o ce ne stiamo per i fatti nostri? Tutti si strare con la vita e persino a parole che Dio che hanno concelebrato, e oltre duecento i presuli, tra i cuore di questo mese missionario chiediamoci: ama tutti e non si stanca mai di nessuno. dal Pontefice che cosa conta per me nella vita? Quali sono monte del Signore? La mia strada è in salita o in “arrampicamento”? aspettano cose dagli altri, il cristiano va verso quali i padri sinodali. Erano gli altri. Il testimone di Gesù non è mai in Cari fratelli e sorelle, ciascuno di noi ha, presenti anche l’arcivescovo le vette a cui punto? nel cuore del mese Se il monte ci ricorda ciò che conta — Dio e credito di riconoscimento dagli altri, ma in de- ciascuno di noi “è una missione su questa ter- Gänswein, prefetto della Un verbo accompagna il sostantivo monte: i fratelli —, e il verbo salire come arrivarci, una bito di amore verso chi non conosce il Signo- ra” (cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 273). Casa Pontificia, e straordinario salire. Isaia ci esorta: «Venite, saliamo sul mon- terza parola risuona oggi come la più forte. È re. Il testimone di Gesù va incontro a tutti, Siamo qui per testimoniare, benedire, consola- monsignor Sapienza, te del Signore» (2, 3). Non siamo nati per sta- non solo ai suoi, nel suo gruppetto. Gesù dice re, rialzare, trasmettere la bellezza di Gesù. reggente della Prefettura l’aggettivo tutti, che prevale nelle Letture: re a terra, per accontentarci di cose piatte, sia- anche a te: “Va’, non perdere l’occasione di te- Coraggio, Lui si aspetta tanto da te! Il Signo- della Casa Pontificia; e il «tutte le genti», diceva Isaia (2, 2); «tutti i po- mo nati per raggiungere le altezze, per incon- Corpo Diplomatico poli», abbiamo ripetuto nel Salmo; Dio vuole stimoniare!”. Fratello, sorella, il Signore si re ha una sorta di ansia per quelli che non accreditato prese la Santa trare Dio e i fratelli. Ma per questo bisogna «che tutti gli uomini siano salvati», scrive Pao- aspetta da te quella testimonianza che nessuno sanno ancora di essere figli amati dal Padre, Sede. I canti sono stati salire: bisogna lasciare una vita orizzontale, lo (1 Tm 2, 4); «andate e fate discepoli tutti i può donare al tuo posto. «Voglia il Cielo che fratelli per i quali ha dato la vita e lo Spirito eseguiti oltre che dalla lottare contro la forza di gravità dell’egoismo, popoli», chiede Gesù nel Vangelo (Mt 28, 19). tu possa riconoscere qual è quella parola, quel Santo. Vuoi placare l’ansia di Gesù? Vai con Cappella Sistina e dal coro compiere un esodo dal proprio io. Salire, per- Il Signore è ostinato nel ripetere questo tutti. messaggio di Gesù che Dio desidera dire al amore verso tutti, perché la tua vita è una mis- guida Mater Ecclesiae anche ciò, costa fatica, ma è l’unico modo per vedere Sa che noi siamo testardi nel ripetere “mio” e mondo con la tua vita, […] così la tua prezio- sione preziosa: non è un peso da subire, ma da una corale boliviana tutto meglio, come quando si va in montagna “nostro”: le mie cose, la nostra gente, la nostra Suor Maria Carla, «Insegnamento di Gesù» sa missione non andrà perduta» (Esort. ap. un dono da offrire. Coraggio, senza paura: an- diretta da padre Piotr e solo in cima si scorge il panorama più bello comunità…, e Lui non si stanca di ripetere: (icona ispirata all’arte copta) Gaudete et exsultate, 24). diamo verso tutti! Nawrot.
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