Giornata missionaria - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano

Pagina creata da Mattia Monti
 
CONTINUA A LEGGERE
Giornata missionaria - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
L’Osservatore
 il Settimanale
                Romano
 Città del Vaticano, giovedì 24 ottobre 2019
 anno LXXII, numero 43 (4.016)

Giornata
missionaria
Giornata missionaria - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
il Settimanale                                                                         L’Osservatore Romano
                                                                                                giovedì 24 ottobre 2019

#editoriale                                                                                                               2

                                                                                                                          Il triste episodio
                                                                                                                          del furto
                                                                                                                          e della distruzione
                                                                                                                          delle immagini
                                                                                                                          amazzoniche

San Newman e le statuette
gettate nel Tevere
                                                                                                                           L’OSSERVATORE ROMANO

          di ANDREA TORNIELLI                                                                                              Unicuique suum                Non praevalebunt

                                                                                                                           Edizione settimanale in lingua italiana

                                                                                                                                      Città del Vaticano
                                                                                                                                      ornet@ossrom.va

   I
          l furto e il successivo lancio nel Tevere delle     utile rileggere quanto affermato da uno dei                          www.osservatoreromano.va

          tre statuette di legno della tradizione amazzo-     nuovi santi canonizzati pochi giorni fa, il car-                        ANDREA MONDA
          nica raffiguranti una giovane donna incinta         dinale John Henry Newman. Nel suo Essay on                                    D irettore

          costituiscono un episodio triste che si com-        the Development of Christian Doctrine, pubblica-                       GIANLUCA BICCINI
          menta da sé. Colpiscono alcune delle reazioni       to nel 1878, a proposito dell’adozione da parte                             Coordinatore

          a un gesto violento e intollerante: “giustizia è    della Chiesa di elementi pagani, Newman scri-                   PIERO DI D OMENICANTONIO
          fatta” ha titolato entusiasticamente un sito web    veva: «L’uso dei templi, e di quelli dedicati a                           Progetto grafico

          italiano, dopo che le immagini della “bravata”      santi particolari, e decorati a volte con rami di
                                                                                                                                           Redazione
          erano state divulgate nel circuito dei social       alberi, incenso, lampade e candele; le offerte               via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano

          media. In nome della tradizione e della dottri-     ex voto in caso di guarigione dalle malattie;                            fax +39 06 6988 3675

          na si è buttata via, con disprezzo, un’effigie      l’acqua santa, l’asilo; le festività e le stagioni li-
                                                                                                                                     Servizio fotografico
                                                              turgiche, l’uso dei calendari, le processioni, le
          della maternità e della sacralità della vita. Un                                                                  telefono 06 6988 4797    fax 06 6988 4998
                                                              benedizioni sui campi, i paramenti sacerdotali,                  photo@ossrom.va        www.photo.va
          simbolo tradizionale per i popoli indigeni che
                                                              la tonsura, l’anello usato nel matrimonio, il ri-
          rappresenta il legame con la nostra “madre ter-     volgersi ad est, e in un momento successivo
                                                                                                                               TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE
                                                                                                                                  L’OSSERVATORE ROMANO
          ra”, definita così da san Francesco d’Assisi nel    anche le immagini, forse pure il canto ecclesia-
          suo Cantico delle Creature.                         stico e il Kyrie Eleison: tutti sono di origine
                                                                                                                                          Abbonamenti
                                                                                                                            Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00).

             Ai nuovi iconoclasti, passati dall’odio attra-   pagana, e sono stati santificati dalla loro ado-                       telefono 06 6989 9480
                                                                                                                                        fax 06 6988 5164
          verso i social media all’azione, potrebbe essere    zione nella Chiesa».                                                       info@ossrom.va
il Settimanale                                                                           L’Osservatore Romano
                                                                                                               giovedì 24 ottobre 2019

  #il libro                                                                                                                              3

La vita nuova
                        Pubblichiamo stralci di un testo inedito
                        del Pontefice contenuto nel volume «La preghiera.
                        Il respiro della vita nuova» (Libreria Editrice
                        Vaticana 2019, euro 15), seconda opera
                        della collana «scambio dei doni» presentata
                        il 16 ottobre alla Fiera Internazionale del Libro
                        di Francoforte. La pubblicazione si apre con una
                        prefazione di Kirill, patriarca di Mosca e di tutte
                        le Russie, di cui riportiamo alcuni stralci insieme
                        con quelli tratti dalla prefazione scritta dal
                        Patriarca Ecumenico Bartolomeo al primo volume
                        della collana, intitolato «Nostra Madre Terra».
                        Entrambi i libri sono usciti in contemporanea
                        in Italia e in Francia il 24 ottobre.

          I
                        l battesimo è l’inizio della vita nuova. Ma cosa          La preghiera è il nostro dire sì al Signore, al        Spagnoletto, «Sogno
                        vuol dire vita nuova? La vita nuova del battesi-       suo amore che ci raggiunge; è accogliere lo               di Giacobbe» (1639, particolare)
                        mo non è nuova come quando cambiamo la-                Spirito Santo che, senza mai stancarsi, riversa
                        voro o ci trasferiamo in un’altra città e dicia-       amore e vita su tutti.
                        mo: ho cominciato una nuova vita. In questi ca-           Diceva san Serafino di Sarov, un grande
                        si, certo, la vita cambia, magari anche molto, è       maestro spirituale della Chiesa russa: «Acqui-
                        diversa da quella precedente: migliore o peg-          sire lo Spirito di Dio è dunque il vero fine del-
                        giore, più interessante o faticosa, a seconda dei      la nostra vita cristiana, al punto che la pre-
                        casi. Le condizioni, il contesto, i colleghi, le       ghiera, le veglie, il digiuno, l’elemosina e le al-
                        conoscenze, forse perfino le amicizie, la casa,        tre azioni virtuose fatte in Nome di Cristo non
                        lo stipendio sono diversi. Ma non è una vita           sono che dei mezzi per questo fine». Non
                        nuova, è la stessa la vita che continua.               sempre si è coscienti di respirare, ma non si
                           La vita nuova del battesimo è diversa anche         può smettere di respirare.
                        dal vivere un cambiamento radicale dei nostri
                        sentimenti per un innamoramento o una delu-
                        sione, una malattia, un imprevisto importante.
                           Cose del genere possono accaderci come un
                                                                               La preghiera e le preghiere
                        terremoto, interiore ed esteriore: possono cam-           Il respiro, poi, non è sempre uguale: a volte
                        biare i valori, le scelte di fondo: affetti, lavoro,   è calmo, a volte affannoso, a volte accelerato,
                        salute, servizio agli altri... Prima magari si         a volte perfino ci manca il respiro; a volte in-
                        pensava alla carriera e poi si comincia a fare         vece — soprattutto in luoghi incontaminati di
                        del volontariato, anzi perfino a fare della pro-       montagna o di mare — respirare è proprio un
                        pria vita un dono per gli altri! Prima non si          piacere. Quante volte un po’ di aria pulita ci
                        pensava a costruire una famiglia, poi si speri-        rimette in sesto, da tanti punti di vista!
                        menta la bellezza dell’amore coniugale e fami-            In ogni caso, la cosa più importante è che
                        liare.                                                 noi non respiriamo ogni tanto, una volta a set-
                           Anche questi, che sono cambiamenti grandi,          timana o alcune ore al giorno, ma sempre! E
                        straordinari, sono ancora “solo” delle trasfor-        questa costanza del respiro mi ricorda quanto
                        mazioni. Sono modifiche che ci portano a una           ci dice san Paolo: «Pregate ininterrottamente»
                        vita più bella e dinamica, o più difficile e fati-     (1 Tessalonicesi, 5, 17). Nella storia si è cercato
                        cosa. Non è un caso che — quando li raccon-            di mettere in pratica questa indicazione di san
         Il percorso    tiamo — usiamo sempre il più e il meno. Di-            Paolo in vari modi: c’erano alcune comunità
                        ciamo che hanno reso la nostra esistenza più
           cristiano    bella, più gioiosa, appassionante. È perché
                                                                               monastiche in cui si facevano i turni, affinché
                                                                               giorno e notte, senza interruzione, salisse la lo-
      dal battesimo     stiamo facendo ancora paragoni tra cose più o
                        meno simili. È come se misurassimo le cose su
                                                                               de a Dio dai monasteri. I grandi maestri della
                                                                               preghiera cristiana, tuttavia, sia in Oriente che
         alla morte     una scala di valori. La vita prima era gioia 5,        in Occidente, ci hanno insegnato che la pre-
                        ora è gioia 7; la salute prima era 9, ora è 4.         ghiera incessante è un invito a vivere sempre
                        Cambiano i numeri, ma non la sostanza della            alla presenza del Signore, in dialogo con Lui
                        vita!                                                  nel proprio cuore, nella propria mente. «Pre-
                           Ma la vita nuova del battesimo non è nuova          ghiera incessante vuol dire avere la mente ri-
                        solo rispetto al passato, alla vita precedente,        volta a Dio con grande fervore e amore, rima-
                        alla vita di prima. Nuova non vuol dire recente,       nere sempre sospesi alla speranza che abbiamo
                        non vuole significare che c’è stata una modifi-        in Lui, qualunque cosa facciamo e qualunque
                        ca, un cambiamento. (...)                              cosa accada».
                                                                                  È chiaro: come nel caso del respiro, in alcu-
                                                                               ni momenti siamo ben coscienti di questo dia-
                        Il simbolo del corpo                                   logo — sono i momenti di preghiera: liturgica,
                                                                               comunitaria o personale nel segreto della pro-
di FRANCESCO               Ci sono nel corpo umano alcune funzioni             pria stanza (cfr. Matteo 6, 6). Eppure questi
                        essenziali come il battito del cuore e il respiro.     momenti non sono la preghiera, ma delle oc-
                           Mi piace immaginare che la preghiera per-           casioni speciali nelle 24 ore con il Signore,
                        sonale e comunitaria di noi cristiani sia il re-       perché sempre respiriamo. In fondo, come di-
                        spiro, il battito cardiaco della Chiesa, che in-       ce sempre san Paolo, il paradiso è essere per
                        fonde la propria forza nel servizio di chi lavo-       sempre con il Signore (cfr. 1 Tessalonicesi 4, 17).
                        ra, di chi studia, di chi insegna; che rende fe-       E, con la risurrezione di Gesù e il nostro bat-
                        conda la conoscenza delle persone istruite e           tesimo, nel Paradiso ci siamo già entrati, per-
                        l’umiltà delle persone semplici; che dà speran-
                        za alla tenacia di chi combatte l’ingiustizia.                                          CONTINUA A PAGINA 4
il Settimanale                                                                            L’Osservatore Romano
                                                                                                                             giovedì 24 ottobre 2019

   #il libro                                                                                                                                           4

                                      CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 3                           per un dubbio e per un’incertezza, a volte per-
                                                                                             severanza nelle difficoltà.
                                      ché siamo i figli del Padre: sempre davanti a             Come nelle relazioni tra le persone, la pre-
                                      Lui, perché Lui mai si allontana da noi: il suo        ghiera non è sempre fatta di parole, ma è sem-
                                      amore è grande e fedele!                               pre un vero incontro, in cui stiamo alla presen-
                                                                                             za del Signore, che è sempre con noi (cfr.
                                                                                             Matteo 28, 20) e ci dona sempre amore, miseri-
                                      Non sempre con parole                                  cordia, speranza, anche quando ci rimprovera
                                                                                             e fa rimordere la nostra coscienza per stimolar-
                                      ma sempre un incontro                                  ci alla conversione. Anche il Suo silenzio è
                                         Pregare sempre non vuol dire dunque recita-         prezioso, perché anche qui c’è sempre un do-
                                      re in continuazione preghiere, giaculatorie, in-       no, una grazia — magari nascosta — dello Spi-
                                      vocazioni per vivere alla presenza del Signore.        rito, che ci unisce a Lui e agli altri. L’amore si
                                      A volte ci mancano le parole e le nostre pre-          esprime anche nel silenzio. L’amore riempie il
                                      ghiere diventano come «gemiti inesprimibili»           silenzio. L’amore ha bisogno di momenti di si-
                                      (Romani 8, 26) suscitati dallo Spirito Santo,          lenzio.
                                      che è il Maestro della preghiera. Pregando, a
                                      volte piangiamo, a volte sorridiamo. Qualche
                                      volta la preghiera è una lode, a volte una sup-
                                      plica; a volte è un ringraziamento, a volte una        Nel ritmo della Pasqua di Gesù
                                      richiesta di perdono: a volte chiediamo luce              Quando la preghiera è il respiro della vita
                                                                                             nuova, ci mette in relazione con il Padre.
                                                                                             Quando la preghiera è vera, diventiamo più
                                                                                             disponibili allo Spirito Santo che, come un
                                                                                             grande artista, restaura in ciascuno di noi la
                   La malattia                                                               somiglianza con Gesù, nostro Fratello universa-
                                                                                             le — come diceva il beato Charles de Fou-
                                                                                             cauld.
               dell’individualismo                                                              Ovviamente lo Spirito Santo non ci fa so-
                                                                                             migliare fisicamente a Gesù, ma — come dice
                                                                                             ancora san Paolo — fa maturare in noi «gli
                                                                                             stessi sentimenti» (Filippesi 2, 5), la mentalità e
di KIRILL                                         Nelle sue riflessioni Papa Francesco       lo sguardo di Gesù.
                                               sottolinea un altro aspetto importante
La preghiera unisce l’uomo con gli al-         della preghiera autentica. «La preghie-
tri, con i suoi fratelli e sorelle nella fe-   ra — afferma — è un lavoro: un lavoro
de, per i quali innalza al cielo le sue        che ci chiede volontà, ci chiede costan-
suppliche. Ciò si manifesta in un mo-          za, ci chiede di essere determinati».
do particolarmente chiaro durante gli          Infatti, a causa dei nostri limiti e della
uffici liturgici, che sono la preghiera di     nostra peccaminosità non siamo sem-
tutta la Chiesa, nel corso della quale il      pre disposti alla preghiera. Ma se l’uo-
Salvatore stesso, secondo la Sua pro-          mo si supera grazie alla preghiera, è
messa, è presente tra coloro che si ra-        perché essa naturalmente richiede sem-
dunano nel Suo nome (Matteo 18, 20).           pre un certo sforzo.
Questa presenza divina può essere sen-            I santi padri della Chiesa indivisa,
tita da ciascuno di noi tramite una            basandosi sulla propria esperienza
particolare esperienza della grazia che        ascetica, ci insegnano in che modo de-
ci avvolge nella casa del Signore.             ve essere praticata la preghiera affinché
   Papa Francesco sottolinea che nella         essa sia gradita a Dio. «Che ognuno
preghiera del Padre nostro, insegnata a        preghi con attenzione e in buona co-
noi da Gesù, non viene usato il prono-         scienza, non lasciando vagare arbitra-
me io, poiché ognuno di noi presenta           riamente il pensiero e non percependo
questa preghiera al nostro Padre cele-         la preghiera come un debito necessa-
ste a nome dell’umanità intera. Mi             rio, ma riempendola dell’amore e del
                                               desiderio dell’anima» dice san Grego-
sembra molto attuale e importante
                                               rio di Nissa (secolo IV).
mettere in rilievo proprio questo aspet-
to della preghiera in un’epoca segnata            La fatica della preghiera richiede da
dalla crisi della comunicazione. Grazie        noi perseveranza e costanza. Secondo
alla globalizzazione il mondo sta di-          Papa Francesco, «la preghiera cambia
ventando sempre più aperto e unito,            la realtà... o cambia le cose o cambia il
                                               nostro cuore». Sicuramente la preghie-
ma questo non significa che gli uomini                                                          Per Gesù la vita è un dono accolto e dona-             Icona raffigurante il beato
                                               ra, praticata con fede e costanza, non
diventino più vicini gli uni agli altri.                                                     to: questo è il senso della sua Pasqua di pas-            Charles de Foucauld
                                               può che essere efficace e trasfigurare
L’individualismo è una malattia del                                                          sione e morte che — per la fedeltà del Padre —
                                               noi stessi e la nostra realtà, secondo le
nostro tempo, segnato dal desiderio            parole del Signore: «chiunque chiede          si è compiuta nella risurrezione.
dell’uomo di concentrarsi soltanto sui         riceve, e chi cerca trova e a chi bussa          La preghiera alimenta in noi la vocazione a
propri desideri e necessità e dall’indif-      sarà aperto» (Matteo 7, 8).                   seguire Gesù Cristo in questo cammino pa-
ferenza nei confronti dei problemi al-                                                       squale: consegnarsi e affidarsi totalmente sono
                                                  Il nostro mondo, lacerato da conflit-
trui. La mancanza della capacità di                                                          sempre una morte, ma insieme a Gesù diven-
                                               ti e dissidi, ha tanto bisogno della pre-
sentire l’altro, di andare incontro ai                                                       tano il penultimo passo verso la risurrezione,
                                               ghiera cristiana. È necessario che noi,
suoi bisogni, porta sia a vari disordini       seguaci di Gesù, preghiamo «per la            verso la vita.
nelle relazioni sociali che alla disinte-      pace del mondo intero, per la prospe-            Per vedere se la nostra preghiera ci unisce al
grazione delle famiglie, anche di quelle       rità delle Sante Chiese di Dio e per          Signore, come ci insegna sant’Ignazio di Lo-
cristiane. Tutto ciò è in gran parte una       l’unione di tutti» (cfr la Grande inter-      yola negli Esercizi Spirituali, bisogna verificare
conseguenza dell’indebolimento della           cessione del rito bizantino). Durante         se in noi sta crescendo questa mentalità pa-
fede, dell’oblio della preghiera o della       l’incontro con Sua Santità Papa Fran-         squale. Se la Pasqua di Gesù per noi non è
sua sbagliata percezione, alla stregua         cesco all’Avana nel 2016 abbiamo              più soltanto un fatto che Gli è capitato, ma
di una forma di terapia psicologica o          espresso la speranza che questo evento        diventa il nostro modo di guardare a noi stes-
di autorilassamento. Ma in realtà tra-         storico possa «ispirare i cristiani di tut-   si, alle persone che ci circondano e al mondo
mite la preghiera l’uomo riceve la gra-        to il mondo a pregare il Signore con          in cui viviamo, allora con l’aiuto dello Spirito
zia divina che lo aiuta a superare il          rinnovato fervore per la piena unità di       Santo possiamo dire insieme al Signore: La vi-
proprio egoismo e a crescere nell’amo-         tutti i suoi discepoli» (Dichiarazione        ta «nessuno me la toglie: io la do da me stes-
re verso il suo prossimo. (...)                congiunta, 6).                                so. Ho il potere di darla e il potere di ripren-
il Settimanale                                                                           L’Osservatore Romano
                                                                                                    giovedì 24 ottobre 2019

#il libro                                                                                                                       5

             derla di nuovo» (Giovanni 10, 18). Questa è la           E l’Eucaristia è davvero il sacramento della
             mentalità della Chiesa, del santo Popolo fede-        Chiesa, la rivelazione che siamo già una cosa
             le di Dio, questa la logica dei santi, anche di       sola nel Signore. Lo diceva già sant’Agostino:
             quelli «della porta accanto» (cfr. Gaudete et         «Se voi dunque siete il corpo e le membra di
             exsultate, 6-9).                                      Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il
                La vita nuova diventa concreta in noi quan-        mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò
             do cominciamo a vivere come Dio, donando              che siete rispondete: “Amen” e rispondendo lo
             noi stessi. E questo non è frutto delle nostre        sottoscrivete. Ti si dice infatti: “Il Corpo di
             virtù o qualità (perché le nostre virtù sono          Cristo”, e tu rispondi: “Amen”. Sii membro
             sempre poche e instabili) ma del fatto che pia-       del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo
             no piano accogliamo il Suo amore. Si tratta di        “Amen” ».
             un amore attivo, potente, che dall’interno ci            Nulla di noi si perde, nulla è indifferente o
             rinnova, ci unisce a Cristo e così gli assomi-        insignificante. Al contrario tutto di noi (storia,
             gliamo sempre più: nei pensieri, nei sentimen-        gesti, sogni, affetti, difetti, doni...) entrando
             ti, negli ideali, nell’amore!                         nell’amore, passa per la strada della Pasqua di
                Questo cammino di coinvolgimento con il            Gesù, oltrepassa la morte ed entra nella risur-
             Signore a volte ci porta anche alla rinuncia a        rezione della comunione: e questa è davvero
             noi stessi: ecco la nostra morte diluita nei gesti    vita nuova!
             di attenzione agli altri, di rinuncia alle nostre
             pretese, al nostro egoismo nascosto dietro tanti
             bei pensieri e belle intenzioni. E nell’ultimo
             respiro nella fede vivremo l’ultima consegna al
             Padre!
                                                                                  Riconoscenti
             Un dono che ci è affidato
                Queste piccole/grandi morti all’affermazione
                                                                             per il dono del creato
             di noi stessi sono il nostro allenamento per far
             crescere la vita nuova, che ci è veramente do-        di BARTOLOMEO                                  mondiale sta diventando semplicemen-
             nata ma è anche affidata alla nostra cura. Pia-                                                      te troppo grande per la capacità che il
             no piano facciamo esperienza nella Chiesa,               Negli ultimi anni molto è avvenuto          nostro pianeta ha di mantenerla e so-
             nella comunione con i pastori e i fratelli, che       all’interno delle nostre Chiese così co-       stenerla.
             grazie a Gesù morto e risorto le morti e la           me anche a livello bilaterale tra la
                                                                   Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattoli-             Inoltre, gli atteggiamenti e i com-
             morte sono proprio l’opportunità per fare un
                                                                   ca romana. Così abbiamo imparato               portamenti che abbiamo verso la crea-
             dono di noi stessi, per vivere nella comunione
                                                                   che c’è uno stretto legame tra il dialo-       zione influiscono direttamente e si ri-
             e nell’unità, non perché siamo bravi, ma per-
                                                                   go ecumenico e la cura per l’ambiente.         flettono nei nostri atteggiamenti e
             ché siamo le membra di un Corpo che è Cri-
                                                                   Siamo giunti a renderci conto che, ac-         comportamenti verso le altre persone.
             sto e la Chiesa. Questa vita è davvero nuova,
                                                                   canto all’ecumenismo del dialogo tra           In effetti, il nostro operato nel campo
             perché anche la morte nella Pasqua è nuova, è
                                                                   le varie confessioni cristiane e all’ecu-      dell’ecologia si misura in fin dei conti
             un’altra cosa. Non è più la fine, ma il momen-
                                                                   menismo del martirio condiviso dalle           dal suo effetto sulla gente, specialmen-
             to decisivo della fiducia nel Padre che ha cura
                                                                   vittime della discriminazione e della          te sui poveri. E una Chiesa che dimen-
             di noi (cfr. 1 Pietro 5, 7). Anche se non capia-
                                                                   violenza religiose, c’è anche un ecume-        tica di pregare per l’ambiente naturale
             mo sempre, Lui ci guida al suo Regno, alla
                                                                   nismo dell’ambiente di fronte al cam-          è una Chiesa che rifiuta di offrire cibo
             comunione, servendosi spesso delle mani di
             chi ci è accanto. E non sempre sono mani              biamento climatico globale che porta           e bevanda all’umanità sofferente. Allo
             d’oro, come neanche le nostre mani lo sono,           con sé implicazioni e conseguenze di           stesso tempo una società che ignora il
             nei loro confronti: siamo tutti un po’ santi e        vasta portata per tutto il nostro piane-       mandato di aver cura per tutti gli uo-
             un po’ peccatori, un po’ generosi e un po’            ta e i suoi abitanti.                          mini è una società che maltratta l’au-
             egoisti.                                                                                             tentica creazione di Dio, della quale fa
                                                                      Ciò significa che non possiamo mai
                                                                                                                  parte la natura. Dopo tutto, la preoc-
                                                                   ridurre la vita cristiana e il servizio cri-
                                                                                                                  cupazione per l’ambiente implica an-
                                                                   stiano ai nostri piccoli interessi o
                                                                                                                  che la preoccupazione per i problemi
                                                                   preoccupazioni spirituali. Non possia-
             Tutto è rinnovato                                     mo trascurare il nostro compito e la
                                                                                                                  umani della povertà, della fame e della
                Mi viene un’ultima immagine. La nostra vi-                                                        sete. Questo legame è fortemente mes-
                                                                   nostra responsabilità di trasformare la
             ta assomiglia a una clessidra. Nella parte in al-                                                    so in evidenza nella parabola del Giu-
                                                                   creazione mettendo in discussione e
             to c’è la nostra vita di ogni giorno: quando                                                         dizio Finale, quando il Signore affer-
                                                                   trasformando i nostri stili di vita egoi-
             facciamo un atto di amore o quando rinuncia-                                                         ma: «Ho avuto fame e mi avete dato
                                                                   stici e il nostro avido consumo delle ri-
             mo per amore alle nostre pretese un granello                                                         da mangiare, ho avuto sete e mi avete
                                                                   sorse mondiali. Il modo in cui ci rela-
             della nostra vita si sposta nella parte inferiore                                                    dato da bere» (Matteo 25, 35).
                                                                   zioniamo con le cose materiali rispec-
             della clessidra, che è la vita eterna, l’unità con    chia direttamente il modo in cui ci re-           La sorgente del nostro ottimismo
             il Signore e i fratelli. Un po’ alla volta, allora,   lazioniamo a Dio. E l’attenzione con           consiste tuttavia nel fatto che non sia-
             tutto ciò che noi siamo può passare dall’altra        cui trattiamo le cose della terra mostra       mo soli nella nostra risposta e nella
             parte. Gli anni passano, tante cose cambiano,         chiaramente la sacralità che riconoscia-       nostra responsabilità in favore della tu-
             fisicamente ci consumiamo, eppure il nostro           mo alle realtà celesti. Non si tratta di       tela della dignità umana e della prote-
             spenderci per amore, non è svanito nel nulla,         una questione che ci riguarda solo in          zione della creazione di Dio. Non c’è
             ma si è come trasferito nel Signore. Infatti, ciò     quanto singoli, ma anche in quanto             solo la certezza della grazia del Signo-
             che passa attraverso la strettoia della morte —       comunità e società tutta nel suo com-          re, ma abbiamo anche la solidarietà
             come attraverso la strettoia della clessidra — in     plesso.                                        dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.
             unione con Cristo non sparisce, non è annulla-           La verità è che dobbiamo trattare la        È ciò che abbiamo imparato dalla no-
             to, ma è accolto, rinnovato e vivo nel Signore.       natura con la stessa deferenza e con la        stra relazione con l’amato Papa Fran-
                Ma attenzione: il Signore non è un banchie-        stessa ammirazione che mostriamo nei           cesco, insieme al quale condividiamo
             re a cui affidiamo le cose preziose per ridarcele     confronti degli esseri umani. Per rime-        l’impegno per la speranza di tutti i po-
             con gli interessi nell’altro mondo. La nostra vita    diare a questa situazione, siamo chia-         poli e una gioia per la guarigione del
             vissuta nell’amore il Signore non la trattiene        mati a tornare a uno stile di vita asce-       nostro pianeta.
             per sé, ma ce la riconsegna in ogni santa Mes-        tico ed eucaristico, cioè a essere rico-          Come servi del Dio dell’amore, con-
             sa, che è la nostra massima partecipazione alla       noscenti rendendo gloria a Dio per il          sideriamo che uno dei nostri obblighi
             Pasqua di Gesù. Sperimentiamo infatti che la          dono del creato e allo stesso tempo ri-        fondamentali e dei nostri doveri morali
             parte più vera di noi, quella che ha vissuto          spettosi nell’esercizio della propria re-      sia rispondere alla sofferenza globale e
             nell’amore e nel perdono, «è nascosta con Cri-        sponsabilità personale all’interno e in        lasciare in eredità alle generazioni fu-
             sto in Dio» (Colossesi 3, 3), perché la legge         favore della rete di relazioni della crea-     ture un mondo sostenibile, come crea-
             dell’amicizia è proprio il cammino della              zione. Siamo chiamati a ricordare co-          to e voluto dal nostro Creatore pieno
             Chiesa.                                               stantemente che la nostra economia             di amore.
il Settimanale                                                                       L’Osservatore Romano
                                                                                               giovedì 24 ottobre 2019

#sinodo                                                                                                                  6

 N
           el pomeriggio di giovedì 17 ottobre, alle 15.30,     culturarsi, perché «i popoli ricevono l’annun-
           Papa Francesco ha incontrato un gruppo di            cio di Gesù con la loro propria cultura».
           una quarantina di indigeni — partecipanti al            Successivamente si è svolta in aula la tredi-
           Sinodo per la regione Panamazzonica o alle           cesima congregazione generale, durante la
           altre iniziative in corso a Roma in questi gior-     quale sono state presentate al Papa e ai padri
           ni — che erano accompagnati dal cardinale            sinodali le dodici relazioni dei circoli minori.
           Cláudio Hummes, relatore generale dell’as-           Il Sinodo è un dono prezioso dello Spirito per
           semblea speciale, e da monsignor Roque Palo-         la regione Panamazzonica e per tutta la Chie-
           schi, arcivescovo di Porto Velho, in Brasile.        sa, sia sotto l’aspetto teologico pastorale, sia
              All’inizio dell’incontro, svoltosi in una delle   per l’ineludibile compito della cura della casa
           aule dei circoli minori, sono intervenuti una        comune. È un kairós, tempo di grazia, occa-
           donna e un uomo, in rappresentanza dei po-           sione propizia per la Chiesa di riconciliarsi
           poli indigeni, che a due voci hanno espresso a       con l’Amazzonia: questo il filo rosso che acco-
           nome di tutti gratitudine al Pontefice per la        muna tutti i testi, nei quali si esprime la spe-
           convocazione del Sinodo e hanno chiesto aiu-         ranza che nella vasta realtà amazzonica si svi-
           to per attuare il loro desiderio di garantire una    luppi un nuovo cammino sinodale e che                    Presentate in Aula
           vita serena e felice agli abitanti dell’Amazzo-      dall’assemblea dei vescovi si riparta con un’ar-
           nia, prendendosi cura della terra, proteggendo       dente passione missionaria propria di una vera           le relazioni
           le acque, affinché ne possano godere anche le        Chiesa in uscita. L’augurio è che il “buon vi-
           generazioni future.                                  vere” amazzonico si incontri con l’esperienza
                                                                                                                         dei dodici
              Da parte sua Papa Francesco ha rivolto ai         delle beatitudini: infatti alla luce della Parola
                                                                di Dio, esso raggiunge la sua piena realizza-
                                                                                                                         circoli minori
           presenti alcune parole, paragonando il Vange-
           lo a un seme: esso cade nella terra che trova e      zione.
           cresce con le caratteristiche di questa. Con ri-        Tante e variegate le proposte concrete parti-
           ferimento alla regione Amazzonica, il Santo          te dai diversi circoli nei quali è stato comun-
           Padre ha rilevato i pericoli di nuove forme di       que ribadito che quello in corso non è solo un
           colonizzazione. E infine, facendo riferimento        Sinodo regionale, ma universale, perché quan-
           alle origini del cristianesimo — nato nel mon-       to accade in Amazzonia riguarda tutto il mon-
           do ebraico, sviluppatosi in quello greco-latino      do. Con la presentazione delle relazioni e la
           per poi raggiungere altre terre, come quelle         consegna in segreteria generale di tutti i con-
           slave, quelle orientali, quelle americane — il       tributi si avviano così alla conclusione i lavori
           Pontefice ha ribadito che il Vangelo deve in-        del Sinodo.

L’incontro
del Papa
con i popoli
indigeni
il Settimanale                                                                          L’Osservatore Romano
                                                                                                 giovedì 24 ottobre 2019

#sinodo                                                                                                                    7

La bellezza, un argine
contro rancore e nazionalismi

           «La bellezza ci unisce. Ci invita a vivere            stessa passione che si riserva ai capolavori del
           la fratellanza umana, contrastando la cultura         Rinascimento o alle immortali sculture greche
           del rancore, del razzismo, del nazionalismo», che     e romane, che richiamano ogni anno milioni
           «sono culture selettive, culture di numeri chiusi».   di persone. Qui troverà uno spazio speciale: lo
           Lo ha sottolineato il Papa inaugurando venerdì        spazio del dialogo, dell’apertura all’altro,
           pomeriggio, 18 ottobre, il nuovo allestimento         dell’incontro.
           del Museo etnologico «Anima mundi» e                     Apprezzo che l’allestimento realizzato, e per
           una mostra sull’Amazzonia nei Musei vaticani.         il quale ringrazio quanti vi hanno lavorato —
                                                                 curatori, architetti, ingegneri e operai, tutti! —,
                                                                 sia nel segno della trasparenza. È un valore im-

 C
                                                                 portante la trasparenza, soprattutto in una isti-
           ari amici,
                                                                 tuzione ecclesiale. Ne abbiamo sempre biso-               Il Pontefice
           saluto cordialmente tutti voi e ringrazio il Car-     gno! In queste vetrine troveranno spazio, nel
           dinale Bertello per le sue parole.                    corso del tempo, migliaia di opere provenienti            all’inaugurazione
              Mi piace pensare che quello che oggi inau-         da ogni parte del mondo, e questo tipo di al-
           guriamo non sia semplicemente un Museo,               lestimento intende metterle quasi in dialogo
                                                                                                                           in Vaticano
           nella sua concezione tradizionale. Infatti ho
           trovato opportuno il nome che è stato scelto
                                                                 tra di loro. E siccome le opere d’arte sono
                                                                 l’espressione dello spirito dei popoli, il mes-
                                                                                                                           del nuovo museo
           per questa raccolta, così evocativo: Anima
           mundi. L’anima del mondo.
                                                                 saggio che si riceve è che bisogna sempre                 etnologico
                                                                 guardare ad ogni cultura, all’altro, con apertu-
              Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a        ra di animo e con benevolenza.                            e di una mostra
           diventare sempre più una “casa” viva, abitata e          La bellezza ci unisce. Ci invita a vivere la
           aperta a tutti, con le porte spalancate ai popo-      fratellanza umana, contrastando la cultura del            sull’Amazzonia
           li del mondo intero. Musei Vaticani aperti, a         rancore, del razzismo, del nazionalismo, che è
           tutti, senza chiusura. Un posto dove tutti pos-       sempre in agguato. Queste sono culture selet-
           sano sentirsi rappresentati; dove percepire con-      tive, culture di numeri chiusi.
           cretamente che lo sguardo della Chiesa non               Pochi mesi fa, da questo Museo, sono parti-
           conosce preclusioni.                                  te alla volta di Pechino alcune opere di arte ci-
              Chi entra qui dovrebbe sentire che in questa       nese. E prima altre avevano raggiunto alcuni
           casa c’è spazio anche per lui, per il suo popo-       Paesi islamici… Quante buone iniziative si
           lo, la sua tradizione, la sua cultura: l’europeo      possono fare grazie all’arte, riuscendo a supe-
           come l’indiano, il cinese come il nativo della        rare anche le barriere e le distanze.
           foresta amazzonica o congolese, dell’Alaska o            Vorrei oggi ringraziare coloro che ogni gior-
           dei deserti australiani o delle isole del Pacifico.   no si prendono cura di queste opere così pre-
           Tutti i popoli sono qui, all’ombra della cupola       ziose: il Curatore del Museo Anima Mundi,
           di San Pietro, vicini al cuore della Chiesa e         padre Nicola Mapelli, che è un missionario
           del Papa. E questo perché l’arte non è una co-        del PIME — e questo è molto coerente! —; le
           sa sradicata: l’arte nasce dal cuore dei popoli.      restauratrici del Laboratorio Polimaterico, e
           È un messaggio: dal cuore dei popoli al cuore         tutti quanti collaborano a questo lavoro. Gra-
           dei popoli.                                           zie a tutti!
              Qui dovrà anche sentire che la “sua” arte ha
           lo stesso valore ed è curata e custodita con la                                        CONTINUA A PAGINA 8
il Settimanale                                                                             L’Osservatore Romano
                                                                                                                            giovedì 24 ottobre 2019

   #sinodo                                                                                                                                            8

                                    CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7                            Cappuccini, i Saveriani: diversi carismi che si
                                                                                            sono incontrati in nome dell’Amazzonia.
                                      E grazie anche per aver voluto inaugurare                Possa questo Museo Etnologico custodire
                                    questo nuovo allestimento con una mostra                nel tempo la sua identità specifica e ricordare
                                    speciale dedicata all’Amazzonia, proprio nei            a tutti il valore dell’armonia e della pace tra i
                                    giorni in cui stiamo vivendo il Sinodo dedica-          popoli e le nazioni. E possa l’arte qui raccolta
                                    to a questa regione. E per questo ringrazio an-         far risuonare la voce di Dio in quanti visite-
                                    che i Missionari della Consolata, i Salesiani, i        ranno questa collezione. Grazie tante.

                                                      Mosaico
                                                 di forme e colori
di FRANCESCO MARIA VALIANTE                         «Il Pontefice è rimasto colpito — ci rac-    zione vaticana voluta da Papa Ratti pro-
                                                 conta padre Mapelli — dall’attenzione ri-       prio nel 1925. Da quell’avvenimento ebbe
   Nel cuore del Vaticano c’è un angolo di       servata alle popolazioni che abitano la pe-     origine quattro anni dopo il museo mis-
Amazzonia dove lo spirito della terra e dei      riferia del mondo. Questo fa sì che, nello      sionario etnologico, inizialmente ospitato
popoli della regione prende vita attraverso      stesso spazio dove è possibile ammirare i       nel palazzo del Laterano e poi, dagli inizi
oggetti, utensili, ornamenti, strumenti mu-      capolavori di Michelangelo e Raffaello, ci      degli anni Settanta, trasferito nell’attuale
sicali. Un mosaico smagliante di forme e         sia posto anche per le testimonianze arti-      sede dei Musei Vaticani. Nel sottolineare
di colori in cui si intrecciano cultura e re-    stiche e spirituali degli indigeni». Al Papa    il valore della mostra il porporato ha an-
ligione, quotidianità e ritualità. Chi visita    non è sfuggito poi il senso dell’opera di       che ricordato il contributo dei reperti of-
la mostra «Mater Amazonia - The deep             “riconnessione” compiuta dai promotori          ferti dal museo etnografico e di scienze
breath of the world» — che Papa Francesco        della mostra. «Qui non ci sono oggetti          naturali dei missionari della Consolata di
ha potuto ammirare in anteprima nel po-          morti, perché ciascuno di loro racconta la      Torino e dal museo etnologico missionario
meriggio di venerdì 18 ottobre — si trova        storia di persone vive» spiega ancora il        dei salesiani di Colle Don Bosco. “E devo
proiettato di colpo in un microcosmo in-         missionario del Pime, rivelando che dietro      dirLe Santintà — ha confidato il porporato
contaminato nel quale è la natura a mo-          molti dei reperti esposti c’è un lavoro di      piemontese — che mi sono commosso un
dellare i volti e la storia delle persone:       ricerca dei luoghi da cui essi provengono:      po’ perché ho visto tra i reperti che hanno
uno spazio senza tempo e senza confini,          «Una ricerca — sottolinea — a cui spesso        portato i salesiani l’amaca dove dormiva
dove non si fa fatica ad avvertire realmen-      segue un viaggio che ci consente di pren-       un sacerdote a me molto caro: don Luigi
                                                 dere contatto diretto con i discendenti di      Cocco che è stato tanti anni in Amazzonia
te l’eco del «respiro profondo del mon-
                                                 coloro che li hanno donati ai Pontefici nel
do».                                                                                             venezuelana e che ha fatto tanto bene al
                                                 corso degli anni».
   Curata dal missionario del Pime padre                                                         mio paese».
                                                    Francesco ha anche visitato il primo
Nicola Mapelli — il quale ha fatto da “ci-                                                          Dopo aver pronunciato il suo discorso,
                                                 spazio rinnovato del museo etnologico,
cerone” al Pontefice illustrandogli il per-                                                      il Papa ha salutato alcuni dei presenti,
                                                 dedicato all’Australia e all’Oceania, com-
corso espositivo — la mostra si inserisce        piacendosi per la filosofia della “trasparen-   in particolare un gruppo di operai che
nel contesto del nuovo allestimento del          za” che caratterizza la concezione dei nuo-     hanno lavorato al nuovo allestimento mu-
museo etnologico «Anima mundi» dei               vi allestimenti, delimitati da ampie vetrate    seale e le restauratrici del laboratorio poli-
Musei Vaticani, che custodisce significati-      che hanno consentito di non utilizzare          materico.
ve testimonianze delle tradizioni culturali      muri o barriere. Con curiosità e interesse         Prima del congedo, un piccolo fuori
e spirituali dei popoli non europei. Ed          il Papa ha osservato, in particolare, un        programma. Francesco si fermato qualche
esattamente dieci giorni prima dell’inau-        meraviglioso copricapo proveniente da Pa-       istante sorridendo dinanzi a una vetrina
gurazione ufficiale, prevista il 28 ottobre,     pua Nuova Guinea, lo stesso dinanzi al          nell’atrio, dove sono esposti palloni, ma-
è stata aperta a un ospite d’eccezione, Pa-      quale Pio XII rimase ammirato nel 1925.         glie e trofei calcistici donati ai Musei: tra
pa Francesco, e ai padri sinodali che par-          Prima di concludere la visita, il Pontefi-   questi, alcuni cimeli riguardanti la squadra
tecipano all’assemblea speciale sull’Amaz-       ce ha ascoltato un indirizzo di saluto del      del cuore di Bergoglio, il San Lorenzo de
zonia.                                           cardinale Bertello, che — alla presenza del     Almagro, e il suo bomber René Alejandro
   Giunto poco prima delle 16, il Pontefice      cardinale Baldisseri, segretario generale       Pontoni, che insieme a Rinaldo Martino e
è stato accolto all’ingresso del Cortile del-    del Sinodo dei vescovi, con il vescovo sot-     Armando Farro — raffigurati sulla coperti-
le Carrozze, adiacente al Cortile Quadra-        tosegretario Fabene, e dell’arcivescovo         na della rivista del periodico sportivo «El
to, dal cardinale Giuseppe Bertello e dal        Gallagher, segretario per i Rapporti con        Gráfico» — negli anni Quaranta faceva
vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispetti-        gli stati — ha ripercorso brevemente la sto-    parte del cosiddetto terceto de oro del
vamente presidente e segretario generale         ria del museo etnologico, legata all’esposi-    club argentino.
del Governatorato, dal direttore dei Mu-
sei, Barbara Jatta, e dal delegato per i set-
tori amministrativo-gestionali, monsignor
Paolo Nicolini. Con loro era il reggente
della Prefettura della Casa pontificia,
monsignor Leonardo Sapienza.
   Accompagnato da padre Mapelli, Fran-
cesco si è soffermato a osservare con at-
tenzione il materiale in mostra, manife-
stando apprezzamento soprattutto per la
possibilità di accostarsi alle espressioni più
autentiche della cultura e della spiritualità
dei popoli originari radicate nello specifi-
co contesto amazzonico. Particolare inte-
resse il Papa ha mostrato per le vetrine e i
pannelli che illustrano il lavoro di incultu-
razione svolto dai missionari, alcuni dei
quali — tra loro anche due gesuiti — raffi-
gurati su grandi foto in bianco e nero col-
locate lungo un intero angolo della sala.
il Settimanale                                                                       L’Osservatore Romano
                                                                                                       giovedì 24 ottobre 2019

  #sinodo                                                                                                                        9

L’anima
del mondo

      U
                    n museo forse ancora poco conosciuto, ma tra
                    i più interessanti nel suo genere per la docu-
                    mentazione delle culture religiose di tutti i
                    continenti. Un museo che, oggi come nel pas-
                    sato, vuole creare ponti con terre lontane e
                    con culture diverse. Un museo che mostra co-
                    me in Vaticano sia sempre stata riservata un’at-
                    tenzione particolare verso le civiltà “diverse”.
                       Nato al termine dell’Esposizione universale
                    missionaria svoltasi in occasione dell’Anno
                    santo del 1925, il Museo missionario etnologi-
                    co vaticano venne istituito il 12 novembre di
                    quell’anno da Pio XI con Motu proprio Quo-
                    niam tam preclara. La primitiva sede fu nel Pa-
                    lazzo del Laterano, che accolse una cospicua
                    selezione delle opere provenienti dall’Esposi-
                    zione missionaria permettendo — secondo la           Rinascimento, le migliaia di visitatori e pelle-
                    specifica volontà di Papa Achille Ratti — di as-     grini che vengono quotidianamente nei Musei
                    sicurare la continuità nel tempo di quelle im-       del Papa.
                    portanti testimonianze di popolazioni lontane           Si è scelta la settimana conclusiva del Sino-
                    e terre di missione.                                 do sull’Amazzonia per aprire dopo un lungo
                       Il primo curatore del museo fu padre Wi-          lavoro di restauro il Museo etnologico vatica-
                    lhelm Schmidt, il più noto etnologo cattolico        no «Anima Mundi». È stato Papa Francesco a
                    del XX secolo. Fu lui a guidare la commissione       inaugurarlo insieme a una mostra dedicata
                    che scelse, tra le 100.000 opere inviate per         all’Amazzonia: Mater Amazonia. The deep brea-
                    l’Esposizione missionaria, le 40.000 che rima-       th of the world, voluta dal Governatorato dello
                    sero come dono fatto dai popoli del mondo ai         Stato della Città del Vaticano in collaborazio-
                    Pontefici.                                           ne con l’Istituto missioni Consolata, che ha
                       A questo nucleo iniziale vennero aggiunte         coinvolto altri padri missionari come i salesia-
                                                                         ni, i cappuccini e i saveriani, e che verrà aper-
                    alcune preziose opere fino ad allora custodite
                                                                         ta al pubblico a partire dal 25 ottobre prossi-
                    nel Museo Borgiano di Propaganda fide, testi-
                                                                         mo.
                    monianza dell’incontro del mondo occidentale
                    con le altre culture a partire dal XVI secolo.          Un allestimento nel segno della trasparenza
                    Quel Museo raccolse anche parte della colle-         e della condivisione che ha creato uno spazio
                    zione del cardinale Stefano Borgia (1731-1804),      di incontro di culture diverse e dove ogni visi-
                    appassionato cultore di “curiosità esotiche”.        tatore potrà trovare le sue radici. Un lavoro
                    Tra queste, alcune opere precolombiane inviate       corale che ha coinvolto il curatore del Museo,
                    in dono a Papa Innocenzo XII nel 1692, data          padre Nicola Mapelli e i suoi collaboratori, in
                    con la quale si fa iniziare la storia del Museo      particolare il gruppo del Laboratorio di restau-
                    etnologico vaticano.                                 ro polimaterico, ma anche tutti i Musei vatica-
                                                                         ni e la Direzione delle infrastrutture Scv, con
                       Nella sede del Laterano il Museo rimase fi-       un risultato di grande impatto visivo ed emoti-
                    no al 1963 per poi essere trasferito nella sua at-   vo.
                    tuale collocazione per volontà di Giovanni
                                                                            La missione principale dei Musei vaticani è
                    XXIII, in quel “Museo Paolino” dei Musei vati-
                                                                         quella di preservare e condividere il patrimo-
                    cani progettato in chiave moderna dallo Stu-
                                                                         nio di storia, di arte e di fede che i Pontefici
                    dio Passarelli e inaugurato nel 1973 da Paolo
                                                                         del passato hanno raccolto e custodito per se-
                    VI.
                                                                         coli. Preservare è quello che le eccellenze dei
                       Tanti i Pontefici quindi che intuirono l’im-      nostri Laboratori di restauro fanno, con alta
                    portanza di queste collezioni extraeuropee, ai       professionalità, competenza, rigore e passione.
                    quali si aggiunge ai nostri giorni Papa France-         I sette Laboratori di restauro specialistici —
                    sco con la sua attenzione allo spirito dei popo-     circa un centinaio di restauratori — quotidiana-
                    li e con la sua visione aperta verso ogni forma      mente svolgono gli importanti lavori di inda-
di BARBARA JATTA    di cultura.                                          gine, tutela, restauro e conservazione. Il Labo-
                       Oggi il Museo etnologico, recentemente de-        ratorio di restauro polimaterico, istituito nel
                    nominato in maniera evocativa «Anima mun-            2001 e quasi esclusivamente a servizio delle
                    di», possiede circa 80.000 opere, il più cospi-      80.000 opere del Museo etnologico vaticano
                    cuo dei Musei del Papa, e questi manufatti,          «Anima mundi», con i suoi restauratori spe-
                    provenienti dai diversi continenti Oceania,          cializzati in diverse classi di materiali — orga-
                    Americhe, Asia e Africa, sono nuovamente a           nici e inorganici, prevalentemente di origine
                    disposizione dopo due anni di temporanea             extraeuropea — ha preservato e continuerà a
                    chiusura, per accogliere e stupire, insieme alle     preservare questo importante nucleo delle col-
                    sculture greche e romane e ai capolavori del         lezioni papali.
il Settimanale                                                                        L’Osservatore Romano
                                                                                                           giovedì 24 ottobre 2019

#sinodo                                                                                                                              10

«B
                                enedite il Signore, voi tutte              ne Sommo nella natura, san Francesco segue
                                opere sue» (Salmo 103, 22).                ovunque l’Amato e fa di ogni cosa una scala
                                                                           per giungere al suo trono. Abbraccia tutti gli
                      Papa Francesco sceglie come inizio della sua         esseri creati con un amore e una devozione
                      enciclica Laudato si’ la poesia del Cantico di       mai uditi prima, parlando loro del Signore ed
                      frate sole. E il Papa ha anche affidato a san        esortandoli alla sua lode. Così Francesco di-
                      Francesco questo sinodo, nei giardini vaticani,      venta l’inventore del sentimento medievale ver-
                      il 4 ottobre.                                        so la natura.
                         Perciò mi permetto d’invitarvi a percorrere          Avendo riconosciuto Dio in tutte le cose,
                      un tratto del cammino spirituale di san Fran-        Francesco si sente portato alla restituzione. Al
                      cesco.                                               Creatore si dà la gloria che gli corrisponde
                                                                           quale artefice della bellezza. La lode rappre-
                         San Francesco compone il Cantico dopo una         senta così il movimento di restituzione.
                      notte trascorsa tra gli spasmi, provocati da un
                      lato da un cancro alle ossa, che in pochi mesi          Se per san Francesco il peccato è appropria-
                      lo porterà alla morte, dall’altro dalla sofferen-    zione non solo della volontà ma anche delle
                      za che alcuni dei fratelli che Dio gli ha dato       cose buone che il Signore opera nell’essere
                      gli hanno causato.                                   umano, la lode, al contrario, è restituzione.
                                                                           L’essere umano non può lodare Dio come si
                         Nasce allora dal suo cuore l’altra grande         conviene, dato che con il peccato ha ferito la
                      preghiera di lode: Tu sei tenerezza, Tu sei          sua filiazione.
                      bontà, Tu sei tutta la nostra gioia, Ammirevo-
                      le, Altissimo Buon Signore...                           La lode a Dio, colui al quale veramente cor-
                                                                           risponde, non potrebbe essere elevata in modo
                         Francesco sostituisce la bellezza medievale,      adeguato dall’uomo se le creature non venisse-
                      riservata solo ai potenti, con la bellezza degli     ro in suo soccorso, poiché l’essere umano, a
                      ultimi, nel toccare e baciare il lebbroso. Que-      causa del peccato, non è degno di nominarlo.
                      sta preghiera, composta sul monte della Verna,
                                                                              San Francesco chiarisce dicendo che le crea-
                      ci dice che il Dio di Francesco non è più un
                                                                           ture, che sono sue sorelle, «servono, conosco-
                      Dio guerriero, ma il Dio sofferente, il Dio che                                                                Il progetto del documento
                                                                           no e obbediscono al loro Creatore meglio di
                      patisce e compatisce il dolore dell’essere uma-                                                                finale del Sinodo dei
                                                                           te», perché sono le uniche ad avere eloquenza,            vescovi per l’Amazzonia è
                      no, ferito dalla mortalità.
                                                                           autenticità di parola e bellezza di espressione:          stato presentato durante la
                         Inebriato dall’incontro con il Dio della tene-    l’essere umano è tale solo se riconosce la pro-           quattordicesima
                      rezza, Francesco è pronto a lodare il Signore        pria semplicità. Se nella Regola di san France-           congregazione generale,
   Una riflessione    in ogni tempo. Non ci sono nubi che possano          sco l’indegnità dell’essere umano peccatore è             svoltasi nella mattina di
                      oscurare la dignità della persona, prodigio di       soccorsa dal Figlio di Dio, nel Cantico le crea-          lunedì 21 ottobre, alla
      sul Cantico     Dio; non ci sono nubi che offuschino il valore       ture svolgono il ruolo di mediazione per loda-            presenza del Papa. Dopo la
                      della vita, meraviglia di Dio; o nubi che mi-        re Dio. Così le creature dell’universo riempio-           recita dell’ora terza —
 di san Francesco     naccino il dono dei fratelli, che il perdono può     no il vuoto di un essere umano sprovvisto, a              durante la quale
                      far risplendere. Sì, perché per Francesco la                                                                   l’arcivescovo peruviano di
                                                                           causa del peccato, di una voce degna di lodare            Trujillo, monsignor Héctor
                      bellezza non è una questione di estetica, ma di      il Creatore «come a lui piace».                           Miguel Cabrejos Vidarte, ha
                      amore, di fraternità a ogni costo, di grazie a          Francesco allude al Salmo 103, 22: «Benedite           tenuto l’omelia che
                      ogni costo. «Laudato si’, mi’ Signore, per frate     il Signore, voi tutte opere sue», a Daniele 3, 57         pubblichiamo in questa
                      vento et per aere et nubilo et sereno et onne        e al Salmo 19, 1: «I cieli raccontano la gloria di        pagina in una traduzione
                      tempo». Tu sei bellezza!                             Dio». Anche gli aggettivi — bello, raggiante,             dallo spagnolo — il
                         Conoscere il Bene Sommo, riconoscerne i                                                                     cardinale Cláudio Hummes,
                                                                           chiaro, prezioso — esprimono le qualità divine
                                                                                                                                     relatore generale, ha
                      benefici e restituire al Bene Sommo la lode          che fanno sì che le creature siano atte ad aiu-           illustrato all’assemblea
                      (conoscere, riconoscere e restituire) sono i ver-    tare l’uomo che, avendo peccato, è incapace di            riunita nell’Aula del Sinodo
                      bi che marcano il ritmo del cammino spirituale       una lode degna.                                           il testo del progetto,
                      di san Francesco d’Assisi. Il Dio conosciuto da         Le lodi del Signore fatte da San Francesco e           leggendone alcuni passaggi.
                      Francesco è il tutto: Dio mio e mio tutto.           che cominciano con «Altissimo Onnipotente,                Subito dopo ha preso la
                      Deus et Omnia, viene ripetuto da Francesco           Buon Signore», le ha intitolate Cantico di Frate          parola uno degli invitati
                      nelle Lodi di Dio Altissimo, Dio «tutto in tutti»                                                              speciali (che nei giorni
                                                                           Sole, che è la creatura più bella. Al mattino,            scorsi non aveva potuto
                      (1 Corinzi 15, 28).                                  quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe lo-              pronunciare il suo
                         L’esperienza della totalità di Dio, della sua     dare Dio, che ha creato quell’astro, attraverso           intervento) per ribadire
                      bontà in tutto, in tutte le cose, rappresenta        il quale i nostri occhi sono illuminati durante           l’importanza dell’ecologia
                      l’ampiezza e l’estensione della sua visione della    il giorno. E la sera, quando scende la notte,             integrale e l’urgenza di
                      realtà, che non può che includere tutto in Dio       ogni uomo dovrebbe lodare Dio per quell’altra             preservare la foresta
                      e Dio in tutte le creature: in ogni opera loda il    creatura: frate Focu, attraverso il quale i nostri        amazzonica per
                                                                                  occhi sono illuminati durante la notte.            salvaguardare la vita
                                                                                                                                     dell’intero pianeta.
                                                                                     Dice ancora: «Siamo tutti come ciechi,          Successivamente i padri
                                                                                  e il Signore c’illumina gli occhi per mez-         sono tornati a riunirsi nei

La lode restituisce                                                               zo di queste due creature. Per esse e per
                                                                                  le altre creature di cui ogni giorno ci ser-
                                                                                  viamo, dobbiamo sempre lodare il Crea-
                                                                                  tore glorioso».
                                                                                                                                     circoli minori per
                                                                                                                                     l’elaborazione dei modi
                                                                                                                                     collettivi, ossia degli
                                                                                                                                     emendamenti alla bozza del
                                                                                                                                     documento, che sono stati

a Dio la creazione
                                                                                     San Francesco scopre in Dio il posto            poi presentati alla Segreteria
                                                                                  della Creazione, restituisce la Creazione          del Sinodo martedì sera. Da
                                                                                  a Dio, vede Dio in tutte le cose e per             mercoledì il relatore
                                                                                  questo osa chiamarle sorelle. Lui è il fra-        generale e i segretari
                                                                                                                                     speciali, con l’aiuto degli
                                                                                  tello universale (cfr. Laudato si’, n. 11)         esperti, li hanno inseriti nel
                                                                                  perché vede in Dio non solo il Padre di            testo, che è stato rivisto e
                                                                                  tutti, ma anche il Padre di tutte le cose.         approvato dalla
                      Creatore. Tutto ciò che trova nelle creature lo         Perciò canta: «Tu sei santo, Signore solo              Commissione per la
                      riferisce al Creatore. Esulta di gioia in tutte le   Dio, che compi meraviglie. / Tu sei forte, Tu             redazione del documento
                      opere uscite dalle mani del Signore e, attraver-     sei grande, Tu sei altissimo, / Tu sei onnipo-            finale giovedì 24.
                      so questa visione gioiosa, intuisce la causa e la    tente, Tu, Padre santo, re del cielo e della ter-
                      ragione che le vivifica.                             ra. / Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli
                         Nelle cose belle riconosce la Bellezza Som-       dèi, / Tu sei il bene, ogni bene, il sommo be-
                      ma, e da tutto ciò che per Francesco è buono         ne, / Signore Dio vivo e vero. / Tu sei amore e
                      sale il grido: «Chi ci ha creati è infinitamente     carità, Tu sei sapienza, / Tu sei umiltà, Tu sei
                      buono!». Attraverso le orme impresse dal Be-         pazienza, / Tu sei bellezza».
il Settimanale                                                                            L’Osservatore Romano
                                                                                                giovedì 24 ottobre 2019

#apostolatodelmare                                                                                                        11

Forme sempre più efficaci
di assistenza
alle famiglie dei pescatori

        Pubblichiamo il testo del messaggio inviato dal Papa per l’apertura, lunedì 21 ottobre a Kaohsiung
        (Taiwan), dell’undicesima Conferenza mondiale dell’International Christian Maritime Association. Nella
        ricorrenza del cinquantenario della fondazione dell’associazione, i lavori — che si concludono venerdì 25 —
        hanno per tema «50 anni di lavoro insieme per i marittimi, i pescatori e le loro famiglie».

 R
        ivolgo un saluto di pace e bene a tutti voi, cari       familiari, come pure di quanti viaggiano per
        Delegati dell’International Christian Maritime          mare. In quel documento, il mio Predecessore
        Association.                                            invitava ad adoperarsi «affinché la gente del
           Vi siete riuniti a Kaohsiung, Taiwan, per            mare abbia abbondantemente i mezzi necessari
        l’undicesima Conferenza Mondiale, nella quale           per condurre una vita santa» (II § 2).
        ricordate il cinquantesimo anniversario di fon-            Questo invito lo rinnovo anch’io a tutti voi           Messaggio
        dazione della vostra benemerita Associazione.           che rappresentate diverse tradizioni cristiane:
        Questa ricorrenza mi offre l’opportunità di             possiate aiutare la gente di mare a conoscere             di Francesco
        esortarvi a continuare, con rinnovato spirito           Gesù Cristo e a vivere secondo i suoi insegna-
        ecumenico, il vostro servizio alla gente del ma-        menti, nel rispetto e nell’accoglienza reciproca.         nel cinquantesimo
        re.                                                        Vi incoraggio a superare le difficoltà che a           anniversario
           In questi giorni di incontri e di riflessione,       volte si possono incontrare nella vostra missio-
        vi auguro di individuare forme sempre più ef-           ne, promuovendo con convinzione lo spirito                di fondazione
        ficaci di assistenza ai marittimi, ai pescatori e       ecumenico. Vi accompagno con la mia pre-
        alle loro famiglie. È ancora carica di attualità        ghiera e con la benedizione che volentieri in-
        la Lettera apostolica Stella maris del 1997, con        voco su di voi, sui vostri lavori di questi giorni
        la quale San Giovanni Paolo II delineava le li-         e su quanti sono affidati al vostro servizio pa-
        nee fondamentali per la cura pastorale delle            storale. Che il Signore vi benedica e, per favo-
        tante persone che lavorano sul mare e dei loro          re, pregate per me. Grazie.
il Settimanale                                                                                                                                                                                                                              L’Osservatore Romano
                                                                                                                                                                                                                                                                  giovedì 24 ottobre 2019

#copertina                                                                                                                                                                                                                                                                                  12/13

                            Vai con amore verso tutti, perché
                        la tua vita è una missione preziosa:
                                    non è un peso da subire,
                                      ma un dono da offrire
                                                                                                                                                                                                                                                                                            Nel centenario
                                     (@Pontifex_it, 20 ottobre)
                                                                                                                                                                                                                                                                                            della «Maximum
                                                                                                                                                                                                                                                                                            illud»

                                                                                                                                                                                                                                                                                            Catechisti, consacrati, preti
                                                                                                                                                                                                                                                                                            di varie nazioni, provenienti
                                                                                                                                                                                                                                                                                            soprattutto dai territori di
                                                                                                                                                                                                                                                                                            missione e appartenenti a
                                                                                                                                                                                                                                                                                            popoli e culture differenti
                                                                                                                                                                                                                                                                                            hanno partecipato alla
                                                                                                                                                                                                                                                                                            liturgia presieduta da Papa
                                                                                                                                                                                                                                                                                            Francesco della basilica
                                                                                                                                                                                                                                                                                            vaticana, domenica mattina,
                                                                                                                                                                                                                                                                                            20 ottobre. Nella 93a

     D
                        alle Letture ascoltate vorrei cogliere tre parole:                                                                                                                                                                                                                  Giornata missionaria
                        un sostantivo, un verbo e un aggettivo. Il so-                                                                                                                                                                                                                      mondiale, che quest’anno
                        stantivo è il monte: ne parla Isaia, profetizzan-                                                                                                                                                                                                                   cadeva proprio nel cuore del
                        do di un monte del Signore, alto sopra i colli,                                                                                                                                                                                                                     mese straordinario indetto
                        a cui affluiranno tutte le genti (cfr. Is 2, 2). Il                                                                                                                                                                                                                 dal Pontefice nel centenario
                        monte ritorna nel Vangelo, dato che Gesù, do-                                                                                                                                                                                                                       della Maximum illud e in
                        po la sua risurrezione, indica ai discepoli come                                                                                                                                                                                                                    concomitanza con il Sinodo
                        luogo di ritrovo un monte della Galilea, pro-                                                                                                                                                                                                                       dei vescovi sulla Regione
                        prio quella Galilea popolata da molte genti di-                                                                                                                                                                                                                     Pan-Amazzonica, il
                                                                                                                                                                                                                                                                                            Pontefice ha celebrato
                        verse, la «Galilea delle genti» (cfr. Mt 4, 15).
                                                                                                                                                                                                                                                                                            all’altare della Confessione

                                                                                                       Missionari per donare aria pura
                        Sembra, insomma, che il monte sia il luogo                                                                                                                                                                                                                          la messa per
                        dove Dio ami dare appuntamento all’umanità                                                                                                                                                                                                                          l’evangelizzazione dei
                        intera. È il luogo dell’incontro con noi, come                                                                                                                                                                                                                      popoli. Alla preghiera dei
                        mostra la Bibbia dal Sinai al Carmelo fino a                                                                                                                                                                                                                        fedeli sono state elevate
                        Gesù, che proclamò le Beatitudini sulla mon-                                                                                                                                                                                                                        intenzioni in hindi, per il
                        tagna, si trasfigurò sul monte Tabor, diede la                                                                                                                                                                                                                      Papa, i vescovi e i presbiteri;

                                                                                                           a un mondo inquinato
                        vita sul Calvario e ascese al cielo dal Monte                                                                                                                                                                                                                       in spagnolo, per le autorità
                        degli Ulivi. Il monte, luogo dei grandi incon-                                                                                                                                                                                                                      politiche e civili; in yoruba,
                        tri tra Dio e l’uomo, è anche il posto dove Ge-                                                                                                                                                                                                                     lingua dell’Africa
                        sù trascorse ore e ore in preghiera (cfr. Mc 6,                                                                                                                                                                                                                     occidentale, per i missionari;
                                                                                                                                                                                                                                                                                            in portoghese, per i poveri e
                        46), a unire terra e Cielo, noi suoi fratelli al
                                                                                                                                                                                                                                                                                            i sofferenti; e in cinese, per
                        Padre.                                                                                                                                                                                                                                                              le famiglie. Gli studenti del
                           Che cosa dice a noi il monte? Che siamo                                                                                                                                                                                                                          Collegio Urbano di
                        chiamati ad avvicinarci a Dio e agli altri: a                                                                                                                                                                                                                       Propaganda Fide hanno
                        Dio, l’Altissimo, nel silenzio, nella preghiera,                                                                                                                                                                                                                    prestato il servizio liturgico.
                                                                              e si capisce che non lo si poteva conquistare se                                                 “tutti”. Tutti, perché nessuno è escluso dal suo        Quali istruzioni ci dà il Signore per andare         Al momento della
                        prendendo le distanze dalle chiacchiere e dai
                                                                              non per quel sentiero sempre in salita.                                                          cuore, dalla sua salvezza; tutti, perché il nostro   verso tutti? Una sola, molto semplice: fate di-         consacrazione sono saliti
                        pettegolezzi che inquinano. Ma anche agli al-                                                                                                          cuore vada oltre le dogane umane, oltre i par-       scepoli. Ma, attenzione: discepoli suoi, non no-
                        tri, che dal monte si vedono in un’altra pro-            E come in montagna non si può salire bene                                                                                                                                                                  all’altare insieme con il Papa
                                                                              se si è appesantiti di cose, così nella vita biso-                                               ticolarismi fondati sugli egoismi che non piac-      stri. La Chiesa annuncia bene solo se vive da           — che portava una croce
                        spettiva, quella di Dio che chiama tutte le                                                                                                            ciono a Dio. Tutti, perché ciascuno è un teso-       discepola. E il discepolo segue ogni giorno il
                                                                              gna alleggerirsi di ciò che non serve. È anche                                                                                                                                                                pastorale in legno di ulivo
                        genti: dall’alto gli altri si vedono nell’insieme e                                                                                                    ro prezioso e il senso della vita è donare agli      Maestro e condivide con gli altri la gioia del          realizzata in Terra Santa — il
                        si scopre che l’armonia della bellezza è data         il segreto della missione: per partire bisogna
                                                                              lasciare, per annunciare bisogna rinunciare.                                                     altri questo tesoro. Ecco la missione: salire sul    discepolato. Non conquistando, obbligando,              cardinale Fernando Filoni e
                        solo dall’insieme. Il monte ci ricorda che i fra-
          La messa      telli e le sorelle non vanno selezionati, ma ab-
                                                                              L’annuncio credibile non è fatto di belle paro-                                                  monte a pregare per tutti e scendere dal monte       facendo proseliti, ma testimoniando, mettendosi         gli arcivescovi Protase
                                                                                                                                                                                                                                                                                            Rugambwa e Giampietro
                                                                              le, ma di vita buona: una vita di servizio, che                                                  per farsi dono a tutti.                              allo stesso livello, discepoli coi discepoli, of-
                 per    bracciati, con lo sguardo e soprattutto con la
                        vita. Il monte lega Dio e i fratelli in un unico
                                                                              sa rinunciare a tante cose materiali che rimpic-                                                    Salire e scendere: il cristiano, dunque, è        frendo con amore quell’amore che abbiamo ri-            Dal Toso, rispettivamente
                                                                                                                                                                                                                                                                                            prefetto, segretario e
                                                                              cioliscono il cuore, rendono indifferenti e chiu-                                                sempre in movimento, in uscita. Andate è in-         cevuto. Questa è la missione: donare aria pura,
 l’evangelizzazione     abbraccio, quello della preghiera. Il monte ci
                                                                              dono in sé stessi; una vita che si stacca dalle                                                  fatti l’imperativo di Gesù nel Vangelo. Tutti i      di alta quota, a chi vive immerso nell’inquina-         segretario aggiunto della
                                                                                                                                                                                                                                                                                            Congregazione per
                        porta in alto, lontano da tante cose materiali        inutilità che ingolfano il cuore e trova tempo                                                                                                        mento del mondo; portare in terra quella pace
                                                                                                                                                                               giorni incrociamo tante persone, ma — possia-
          dei popoli    che passano; ci invita a riscoprire l’essenziale,     per Dio e per gli altri. Possiamo chiederci: co-                                                 mo chiederci — andiamo incontro alle persone         che ci riempie di gioia ogni volta che incon-
                                                                                                                                                                                                                                                                                            l’evangelizzazione dei
                                                                                                                                                                                                                                                                                            popoli. Ventuno i porporati
                        ciò che rimane: Dio e i fratelli. La missione         me va la mia salita? So rinunciare ai bagagli                                                                                                         triamo Gesù sul monte, nella preghiera; mo-
           celebrata    inizia sul monte: lì si scopre ciò che conta. Al      pesanti e inutili delle mondanità per salire sul
                                                                                                                                                                               che troviamo? Facciamo nostro l’invito di Ge-
                                                                                                                                                                               sù o ce ne stiamo per i fatti nostri? Tutti si       strare con la vita e persino a parole che Dio
                                                                                                                                                                                                                                                                                            che hanno concelebrato, e
                                                                                                                                                                                                                                                                                            oltre duecento i presuli, tra i
                        cuore di questo mese missionario chiediamoci:                                                                                                                                                               ama tutti e non si stanca mai di nessuno.
      dal Pontefice     che cosa conta per me nella vita? Quali sono
                                                                              monte del Signore? La mia strada è in salita o
                                                                              in “arrampicamento”?
                                                                                                                                                                               aspettano cose dagli altri, il cristiano va verso                                                            quali i padri sinodali. Erano
                                                                                                                                                                               gli altri. Il testimone di Gesù non è mai in            Cari fratelli e sorelle, ciascuno di noi ha,         presenti anche l’arcivescovo
                        le vette a cui punto?
nel cuore del mese                                                               Se il monte ci ricorda ciò che conta — Dio e                                                  credito di riconoscimento dagli altri, ma in de-     ciascuno di noi “è una missione su questa ter-          Gänswein, prefetto della
                           Un verbo accompagna il sostantivo monte:           i fratelli —, e il verbo salire come arrivarci, una                                              bito di amore verso chi non conosce il Signo-        ra” (cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 273).           Casa Pontificia, e
      straordinario     salire. Isaia ci esorta: «Venite, saliamo sul mon-    terza parola risuona oggi come la più forte. È                                                   re. Il testimone di Gesù va incontro a tutti,        Siamo qui per testimoniare, benedire, consola-          monsignor Sapienza,
                        te del Signore» (2, 3). Non siamo nati per sta-                                                                                                        non solo ai suoi, nel suo gruppetto. Gesù dice       re, rialzare, trasmettere la bellezza di Gesù.          reggente della Prefettura
                                                                              l’aggettivo tutti, che prevale nelle Letture:
                        re a terra, per accontentarci di cose piatte, sia-                                                                                                     anche a te: “Va’, non perdere l’occasione di te-     Coraggio, Lui si aspetta tanto da te! Il Signo-         della Casa Pontificia; e il
                                                                              «tutte le genti», diceva Isaia (2, 2); «tutti i po-
                        mo nati per raggiungere le altezze, per incon-                                                                                                                                                                                                                      Corpo Diplomatico
                                                                              poli», abbiamo ripetuto nel Salmo; Dio vuole                                                     stimoniare!”. Fratello, sorella, il Signore si       re ha una sorta di ansia per quelli che non
                                                                                                                                                                                                                                                                                            accreditato prese la Santa
                        trare Dio e i fratelli. Ma per questo bisogna         «che tutti gli uomini siano salvati», scrive Pao-                                                aspetta da te quella testimonianza che nessuno       sanno ancora di essere figli amati dal Padre,           Sede. I canti sono stati
                        salire: bisogna lasciare una vita orizzontale,        lo (1 Tm 2, 4); «andate e fate discepoli tutti i                                                 può donare al tuo posto. «Voglia il Cielo che        fratelli per i quali ha dato la vita e lo Spirito       eseguiti oltre che dalla
                        lottare contro la forza di gravità dell’egoismo,      popoli», chiede Gesù nel Vangelo (Mt 28, 19).                                                    tu possa riconoscere qual è quella parola, quel      Santo. Vuoi placare l’ansia di Gesù? Vai con            Cappella Sistina e dal coro
                        compiere un esodo dal proprio io. Salire, per-        Il Signore è ostinato nel ripetere questo tutti.                                                 messaggio di Gesù che Dio desidera dire al           amore verso tutti, perché la tua vita è una mis-        guida Mater Ecclesiae anche
                        ciò, costa fatica, ma è l’unico modo per vedere       Sa che noi siamo testardi nel ripetere “mio” e                                                   mondo con la tua vita, […] così la tua prezio-       sione preziosa: non è un peso da subire, ma             da una corale boliviana
                        tutto meglio, come quando si va in montagna           “nostro”: le mie cose, la nostra gente, la nostra     Suor Maria Carla, «Insegnamento di Gesù»   sa missione non andrà perduta» (Esort. ap.           un dono da offrire. Coraggio, senza paura: an-          diretta da padre Piotr
                        e solo in cima si scorge il panorama più bello        comunità…, e Lui non si stanca di ripetere:                 (icona ispirata all’arte copta)      Gaudete et exsultate, 24).                           diamo verso tutti!                                      Nawrot.
Puoi anche leggere