L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLV - n. 12 dicembre 2020 - Parrocchia di Verolanuova
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In copertina: sommario Pinacoteca Tosio - Martinengo Brescia. Lorenzo Lotto - Prese- pe 1527. Particolare. La parola del Prevosto (don Lucio) 3 Piccolo calendario Giornata del Seminario 9 10 L’Angelo Miracoli eucaristici 11 Dall’Oratorio Ti attendiamo Gesù 13 Non c’è virus che tenga! 14 Dalla Parrocchia di Cadignano Beata Clelia Merloni 18 Arte & cultura Piccolo ripasso... 65. (S. Amighetti) La nostra Basilica compie 50 anni 20 22 12 Mensile di vita Parrocchiale anno XLV - n. 12 dicembre 2020 La peste del 1630 a Verolanuova 23 Le poesie dèi méss 28 Redattori: Le nostre rubriche Sac. Lucio Sala Verola missionaria (P. Sala) 30 Sac. Sergio Mariotti L’evangelizzazione (don Sergio) 32 Sac. Michele Bodei Scritti di don Mazzolari: lo sconosciuto 34 Sac. Alessandro Savio I Profeti: Naum 1a parte (F. Checchi) 35 Tiziano Cervati (Capo redattore) Vita e cammino di San Francesco 37 Telefoni utili Varie – Cronaca 030 931210 (Ufficio parrocchiale) Open Day Ist. Pascal-Mazzolari 38 331 9996919 (Oratorio) Avis 39 030 932998 (don Sergio) GVVS 40 030 931475 (don Michele) Radio Basilica: un logo per RBV 42 RBV: gli speciali di dicembre 44 Dalla Casa di Riposo Gambara-Tavelli 45 Stampa Anelli Maria: 100 anni 46 Bressanelli srl - Manerbio Giulia Fruschera Raggi: 100 anni 46 Tel. 030 938 02 01 Complesso Bandistico “Stella Polare” 47 serena@bressanelli.eu Coro “Virola Anghise” 47 In memoria di Suor Pierina Valzelli 48 Grafica Offerte 50 Serena Bressanelli Associazione don Luigi Bracchi 51 Rendiconto economico Ass. don Luigi Bracchi 52 Caro lettore... 54 2 l’angelo12
IL MIRABILE SEGNO LA PAROLA DEL PREVOSTO DEL PRESEPE C arissimi, sostituisco con la lettera di papa Francesco il mio articolo di fondo. Vi invito a leggerla con calma, per dare valore a quella bellissima abitudine di collocare nelle nostre case il Presepe e far si che non si spenga questa tradizione. Formulo volentieri in questi giorni i miei migliori auguri di buon Natale, sperando, anche, in un nuovo anno più tranquillo rispetto a quello che abbiamo appena trascorso. Don Lucio ADMIRABILE SIGNUM dine, che racchiude in sé una ricca 1. Il mirabile segno del presepe, così spiritualità popolare. Mi auguro che caro al popolo cristiano, susci- questa pratica non venga mai meno; ta sempre stupore e meraviglia. anzi, spero che, là dove fosse caduta Rappresentare l’evento della na- in disuso, possa essere riscoperta e scita di Gesù equivale ad annun- rivitalizzata. ciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e 2. L’origine del presepe trova ri- gioia. Il presepe, infatti, è come un scontro anzitutto in alcuni dettagli Vangelo vivo, che trabocca dalle evangelici della nascita di Gesù a pagine della Sacra Scrittura. Men- Betlemme. L’Evangelista Luca dice tre contempliamo la scena del semplicemente che Maria «diede Natale, siamo invitati a metterci alla luce il suo figlio primogenito, spiritualmente in cammino, attratti lo avvolse in fasce e lo pose in una dall’umiltà di Colui che si è fatto mangiatoia, perché per loro non uomo per incontrare ogni uomo. c’era posto nell’alloggio» (2,7). E scopriamo che Egli ci ama a tal Gesù viene deposto in una man- punto da unirsi a noi, perché an- giatoia, che in latino si dice prae- che noi possiamo unirci a Lui. sepium, da cui presepe. Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze... È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bel- lezza. Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitu- Greccio. La grotta del primo Presepe l’angelo12 3
la parola del prevosto Entrando in questo mondo, il Figlio luogo designato tutto il necessario, di Dio trova posto dove gli animali secondo il desiderio del Santo. Il 25 vanno a mangiare. Il fieno diventa il dicembre giunsero a Greccio molti primo giaciglio per Colui che si rive- frati da varie parti e arrivarono an- lerà come «il pane disceso dal cielo». che uomini e donne dai casolari del- Una simbologia che già Sant’Agosti- la zona, portando fiori e fiaccole per no, insieme ad altri Padri, aveva colto illuminare quella santa notte. Arriva- quando scriveva: «Adagiato in una to Francesco, trovò la greppia con il mangiatoia, divenne nostro cibo». In fieno, il bue e l’asinello. La gente ac- realtà, il presepe contiene diversi mi- corsa manifestò una gioia indicibile, steri della vita di Gesù e li fa sentire mai assaporata prima, davanti alla vicini alla nostra vita quotidiana. scena del Natale. Poi il sacerdote, sul- Ma veniamo subito all’origine del la mangiatoia, celebrò solennemente presepe come noi lo intendiamo. Ci l’Eucaristia, mostrando il legame tra rechiamo con la mente a Greccio, l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eu- nella Valle Reatina, dove San France- caristia. In quella circostanza, a Grec- sco si fermò venendo probabilmente cio, non c’erano statuine: il presepe da Roma, dove il 29 novembre 1223 fu realizzato e vissuto da quanti erano aveva ricevuto dal Papa Onorio III la presenti. È così che nasce la nostra conferma della sua Regola. Dopo tradizione: tutti attorno alla grotta e il suo viaggio in Terra Santa, quelle ricolmi di gioia, senza più alcuna di- grotte gli ricordavano in modo par- stanza tra l’evento che si compie e ticolare il paesaggio di Betlemme. quanti diventano partecipi del miste- Ed è possibile che il Poverello fosse ro. rimasto colpito, a Roma, nella Basilica Il primo biografo di San Francesco, di Santa Maria Maggiore, dai mosaici Tommaso da Celano, ricorda che con la rappresentazione della nasci- quella notte, alla scena semplice e ta di Gesù, proprio accanto al luo- toccante s’aggiunse anche il dono go dove si conservavano, secondo di una visione meravigliosa: uno dei un’antica tradizione, le tavole della presenti vide giacere nella mangia- mangiatoia. toia Gesù Bambino stesso. Da quel Le Fonti Francescane raccontano nei presepe del Natale 1223, «ciascuno particolari cosa avvenne a Greccio. se ne tornò a casa sua pieno di inef- Quindici giorni prima di Natale, Fran- fabile gioia». cesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo 3. San Francesco, con la semplicità nell’attuare un desiderio: «Vorrei rap- di quel segno, realizzò una gran- presentare il Bambino nato a Betlem- de opera di evangelizzazione. Il me, e in qualche modo vedere con suo insegnamento è penetrato nel gli occhi del corpo i disagi in cui si è cuore dei cristiani e permane fino trovato per la mancanza delle cose ai nostri giorni come una genuina necessarie a un neonato, come fu forma per riproporre la bellezza adagiato in una greppia e come gia- della nostra fede con semplicità. ceva sul fieno tra il bue e l’asinello». D’altronde, il luogo stesso dove si Appena l’ebbe ascoltato, il fedele realizzò il primo presepe esprime amico andò subito ad approntare sul e suscita questi sentimenti. Grec- 4 l’angelo12
cio diventa un rifugio per l’anima gliere il senso che portano in sé. LA PAROLA DEL PREVOSTO che si nasconde sulla roccia per In primo luogo, rappresentiamo il lasciarsi avvolgere nel silenzio. contesto del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte. Non è Perché il presepe suscita tanto stupo- solo per fedeltà ai racconti evan- re e ci commuove? Anzitutto perché gelici che lo facciamo così, ma an- manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il che per il significato che possiede. Creatore dell’universo, si abbassa alla Pensiamo a quante volte la notte nostra piccolezza. Il dono della vita, circonda la nostra vita. Ebbene, già misterioso ogni volta per noi, ci anche in quei momenti, Dio non affascina ancora di più vedendo che ci lascia soli, ma si fa presente per Colui che è nato da Maria è la fonte rispondere alle domande decisi- e il sostegno di ogni vita. In Gesù, il ve che riguardano il senso della Padre ci ha dato un fratello che viene nostra esistenza: chi sono io? Da a cercarci quando siamo disorientati dove vengo? Perché sono nato e perdiamo la direzione; un amico in questo tempo? Perché amo? fedele che ci sta sempre vicino; ci ha Perché soffro? Perché morirò? Per dato il suo Figlio che ci perdona e ci dare una risposta a questi interro- risolleva dal peccato. gativi Dio si è fatto uomo. La sua Comporre il presepe nelle nostre vicinanza porta luce dove c’è il case ci aiuta a rivivere la storia che si buio e rischiara quanti attraversa- è vissuta a Betlemme. Naturalmente, no le tenebre della sofferenza. i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e medita- Una parola meritano anche i pae- re quell’Avvenimento; tuttavia, la sua saggi che fanno parte del presepe e rappresentazione nel presepe aiuta che spesso rappresentano le rovine ad immaginare le scene, stimola gli di case e palazzi antichi, che in alcu- affetti, invita a sentirsi coinvolti nella ni casi sostituiscono la grotta di Bet- storia della salvezza, contemporanei lemme e diventano l’abitazione della dell’evento che è vivo e attuale nei Santa Famiglia. Queste rovine sem- più diversi contesti storici e culturali. bra che si ispirino alla Legenda Aurea In modo particolare, fin dall’origine del domenicano Jacopo da Varazze francescana il presepe è un invito a (secolo XIII), dove si legge di una cre- “sentire”, a “toccare” la povertà che denza pagana secondo cui il tempio il Figlio di Dio ha scelto per sé nella della Pace a Roma sarebbe crollato sua Incarnazione. E così, implicita- quando una Vergine avesse partori- mente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. È un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi. 4. Mi piace ora passare in rassegna i vari segni del presepe per co- l’angelo12 5
la parola del prevosto to. Quelle rovine sono soprattutto il segno visibile dell’umanità decadu- ta, di tutto ciò che va in rovina, che è corrotto e intristito. Questo scenario dice che Gesù è la novità in mezzo a un mondo vecchio, ed è venuto a guarire e ricostruire, a riportare la no- stra vita e il mondo al loro splendore originario. 5. Quanta emozione dovrebbe ac- compagnarci mentre collochiamo nel presepe le montagne, i ruscel- li, le pecore e i pastori! In questo modo ricordiamo, come avevano preannunciato i profeti, che tutto il creato partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metter- ci in cammino per raggiungere la Omaggio a medici e infermieri grotta e adorare il Signore. nel presepe napoletano «Andiamo fino a Betlemme, vediamo 6. Nei nostri presepi siamo soliti questo avvenimento che il Signore ci mettere tante statuine simboli- ha fatto conoscere»: così dicono i pa- che. Anzitutto, quelle di mendi- stori dopo l’annuncio fatto dagli an- canti e di gente che non conosce geli. È un insegnamento molto bello altra abbondanza se non quella che ci proviene nella semplicità del- del cuore. Anche loro stanno vici- la descrizione. A differenza di tanta ne a Gesù Bambino a pieno titolo, gente intenta a fare mille altre cose, senza che nessuno possa sfrattarle i pastori diventano i primi testimoni o allontanarle da una culla talmen- dell’essenziale, cioè della salvezza te improvvisata che i poveri attor- che viene donata. Sono i più umili e i no ad essa non stonano affatto. I più poveri che sanno accogliere l’av- poveri, anzi, sono i privilegiati di venimento dell’Incarnazione. A Dio questo mistero e, spesso, colo- che ci viene incontro nel Bambino ro che maggiormente riescono a Gesù, i pastori rispondono metten- riconoscere la presenza di Dio in dosi in cammino verso di Lui, per un mezzo a noi. incontro di amore e di grato stupore. È proprio questo incontro tra Dio e i I poveri e i semplici nel presepe ricor- suoi figli, grazie a Gesù, a dar vita alla dano che Dio si fa uomo per quelli nostra religione, a costituire la sua che più sentono il bisogno del suo singolare bellezza, che traspare in amore e chiedono la sua vicinanza. modo particolare nel presepe. Gesù, «mite e umile di cuore», è nato povero, ha condotto una vita sempli- 6 l’angelo12
ce per insegnarci a cogliere l’essen- chiedeva di diventare la madre di LA PAROLA DEL PREVOSTO ziale e vivere di esso. Dal presepe Dio, Maria rispose con obbedien- emerge chiaro il messaggio che non za piena e totale. Le sue parole: possiamo lasciarci illudere dalla ric- «Ecco la serva del Signore: avven- chezza e da tante proposte effimere ga per me secondo la tua parola», di felicità. Il palazzo di Erode è sullo sono per tutti noi la testimonianza sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di come abbandonarsi nella fede di gioia. Nascendo nel presepe, Dio alla volontà di Dio. Con quel “sì” stesso inizia l’unica vera rivoluzione Maria diventava madre del Figlio che dà speranza e dignità ai disere- di Dio senza perdere, anzi consa- dati, agli emarginati: la rivoluzione crando grazie a Lui la sua verginità. dell’amore, la rivoluzione della tene- Vediamo in lei la Madre di Dio che rezza. Dal presepe, Gesù proclama, non tiene il suo Figlio solo per sé, con mite potenza, l’appello alla con- ma a tutti chiede di obbedire alla divisione con gli ultimi quale strada sua parola e metterla in pratica. verso un mondo più umano e fra- terno, dove nessuno sia escluso ed Accanto a Maria, in atteggiamento di emarginato. proteggere il Bambino e la sua mam- Spesso i bambini – ma anche gli adul- ma, c’è San Giuseppe. In genere è ti! – amano aggiungere al presepe al- raffigurato con il bastone in mano, e tre statuine che sembrano non avere a volte anche mentre regge una lam- alcuna relazione con i racconti evan- pada. San Giuseppe svolge un ruolo gelici. Eppure, questa immaginazio- molto importante nella vita di Gesù ne intende esprimere che in questo e di Maria. Lui è il custode che non nuovo mondo inaugurato da Gesù si stanca mai di proteggere la sua fa- c’è spazio per tutto ciò che è umano miglia. Quando Dio lo avvertirà della e per ogni creatura. Dal pastore al minaccia di Erode, non esiterà a met- fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle tersi in viaggio ed emigrare in Egitto. donne che portano le brocche d’ac- E una volta passato il pericolo, ripor- qua ai bambini che giocano…: tutto terà la famiglia a Nazareth, dove sarà ciò rappresenta la santità quotidiana, il primo educatore di Gesù fanciullo la gioia di fare in modo straordinario e adolescente. Giuseppe portava nel le cose di tutti i giorni, quando Gesù cuore il grande mistero che avvolge- condivide con noi la sua vita divina. va Gesù e Maria sua sposa, e da uomo giusto si è sempre affidato alla volon- 7. Poco alla volta il presepe ci con- tà di Dio e l’ha messa in pratica. duce alla grotta, dove troviamo le statuine di Maria e di Giuseppe. 8. Il cuore del presepe comincia Maria è una mamma che contem- a palpitare quando, a Natale, vi pla il suo bambino e lo mostra a deponiamo la statuina di Gesù quanti vengono a visitarlo. La sua Bambino. Dio si presenta così, in statuetta fa pensare al grande mi- un bambino, per farsi accogliere stero che ha coinvolto questa ra- tra le nostre braccia. Nella debo- gazza quando Dio ha bussato alla lezza e nella fragilità nasconde la porta del suo cuore immacolato. sua potenza che tutto crea e tra- All’annuncio dell’angelo che le sforma. Sembra impossibile, ep- l’angelo12 7
la parola del prevosto pure è così: in Gesù Dio è stato signori dell’Oriente si erano mes- bambino e in questa condizione si in cammino verso Betlemme ha voluto rivelare la grandezza del per conoscere Gesù, e offrirgli in suo amore, che si manifesta in un dono oro, incenso e mirra. Anche sorriso e nel tendere le sue mani questi regali hanno un significato verso chiunque. allegorico: l’oro onora la regalità di Gesù; l’incenso la sua divinità; La nascita di un bambino suscita gio- la mirra la sua santa umanità che ia e stupore, perché pone dinanzi al conoscerà la morte e la sepoltura. grande mistero della vita. Vedendo brillare gli occhi dei giovani sposi da- Guardando questa scena nel prese- vanti al loro figlio appena nato, com- pe siamo chiamati a riflettere sulla prendiamo i sentimenti di Maria e responsabilità che ogni cristiano ha Giuseppe che guardando il bambino di essere evangelizzatore. Ognuno di Gesù percepivano la presenza di Dio noi si fa portatore della Bella Notizia nella loro vita. presso quanti incontra, testimonian- «La vita infatti si manifestò»: così l’a- do la gioia di aver incontrato Gesù e postolo Giovanni riassume il miste- il suo amore con concrete azioni di ro dell’Incarnazione. Il presepe ci fa misericordia. vedere, ci fa toccare questo evento I Magi insegnano che si può partire unico e straordinario che ha cambia- da molto lontano per raggiungere to il corso della storia, e a partire dal Cristo. Sono uomini ricchi, stranieri quale anche si ordina la numerazione sapienti, assetati d’infinito, che parto- degli anni, prima e dopo la nascita di no per un lungo e pericoloso viaggio Cristo. che li porta fino a Betlemme. Davanti Il modo di agire di Dio quasi tramor- al Re Bambino li pervade una gioia tisce, perché sembra impossibile grande. Non si lasciano scandalizza- che Egli rinunci alla sua gloria per re dalla povertà dell’ambiente; non farsi uomo come noi. Che sorpresa esitano a mettersi in ginocchio e ad vedere Dio che assume i nostri stes- adorarlo. Davanti a Lui comprendo- si comportamenti: dorme, prende il no che Dio, come regola con sovrana latte dalla mamma, piange e gioca sapienza il corso degli astri, così gui- come tutti i bambini! Come sempre, da il corso della storia, abbassando i Dio sconcerta, è imprevedibile, con- potenti ed esaltando gli umili. E certa- tinuamente fuori dai nostri schemi. mente, tornati nel loro Paese, avranno Dunque, il presepe, mentre ci mostra raccontato questo incontro sorpren- Dio così come è entrato nel mondo, dente con il Messia, inaugurando il ci provoca a pensare alla nostra vita viaggio del Vangelo tra le genti. inserita in quella di Dio; invita a di- ventare suoi discepoli se si vuole rag- 10. Davanti al presepe, la mente va giungere il senso ultimo della vita. volentieri a quando si era bambi- ni e con impazienza si aspettava 9. Quando si avvicina la festa dell’Epi- il tempo per iniziare a costruirlo. fania, si collocano nel presepe le Questi ricordi ci inducono a pren- tre statuine dei Re Magi. Osser- dere sempre nuovamente co- vando la stella, quei saggi e ricchi scienza del grande dono che ci è 8 l’angelo12
Appuntamenti stato fatto trasmettendoci la fede; LA PAROLA DEL PREVOSTO e al tempo stesso ci fanno sentire dicembre il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa espe- rienza. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere • Preghiera nelle famiglie: sempre uguale o modificarsi ogni Ogni domenica sera, ore 20.30, anno; ciò che conta, è che esso via Radio Basilica; parli alla nostra vita. Dovunque e • Preghiera dell’Avvento: in qualsiasi forma, il presepe rac- Ogni sera alle 20.30, via Radio Ba- conta l’amore di Dio, il Dio che si silica è fatto bambino per dirci quanto • Catechesi sulla liturgia: con don Sergio Lunedì 7 - 14 - 21, è vicino ad ogni essere umano, in ore 9.30, via Radio Basilica; qualunque condizione si trovi. • Santo Rosario senza Messa: Il mercoledì mattina; Cari fratelli e sorelle, il presepe fa • Adorazione Eucaristica: parte del dolce ed esigente processo tutti i giovedì dalla Messa del mat- di trasmissione della fede. A partire tino fino alla Messa della sera; dall’infanzia e poi in ogni età della • Santa Lucia alla Radio: vita, ci educa a contemplare Gesù, a domenica 6 dicembre dalle 12.15 sentire l’amore di Dio per noi, a sen- alle 13.30; tire e credere che Dio è con noi e • 8 dicembre, noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli solennità dell’Immacolata: grazie a quel Bambino Figlio di Dio ore 10,30, Santa Messa con Ricor- do degli anniversari di matrimo- e della Vergine Maria. E a sentire che nio: (altre Messe: 8,00 - 18,00); in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a • Messa della notte del 24 Dicem- bre (verrà comunicato l’orario); questa grazia semplice, lasciamo che • Messe di Natale: dallo stupore nasca una preghiera ore 8,00 - 9,30 - 11,00 - 18,00 umile: il nostro “grazie” a Dio che ha • Messe festive da Santo Stefano voluto condividere con noi tutto per fino all’Epifania compresa: non lasciarci mai soli. 8,00 - 10,30 - 18,00 Francesco • Te Deum di ringraziamento: (Greccio, 1 dicembre 2019) 31 dicembre ore 18.00 • Confessioni: durante la Messa delle 8.30 e il sabato dalle 10 alle 11 e dalle 16 alle 17. Gli orari delle Sante Messe feriali sono invariati. Gli orari delle confessioni natalizie verranno comunicati quanto prima. Nel tempo dell’attesa del Signore che viene ricordiamoci reciprocamente nella preghiera. Buon cammino di Avvento. l’angelo12 9
GIORNATA DEL SEMINARIO 22 NOVEMBRE 2020 D omenica 22 novembre, Solenni- tà di Cristo Re, abbiamo pregato per il Seminario e perché il Signore che tutta la vita di una persona e di ogni persona, davanti a Dio diventa vocazione. continui a far nascere vocazioni al sa- Io ho incontrato Cristo in parrocchia, cerdozio. a scuola e nella musica. Spesso le persone mi chiedono come A Verola, fin da quando ero un pic- ho “sentito la chiamata” e perché ab- colo chierichetto, avevo il desiderio bia deciso di entrare in Seminario. di stare vicino a Gesù nel servizio Rispondo subito, o meglio, faccio un all’altare. Poi ho trovato alcuni preti, tentativo, perché mi chiedo se la sco- che mi hanno parlato della bellezza perta di una vocazione si possa dav- di Gesù e mi hanno mostrato che era vero raccontare. Se è vero che la vo- la sua presenza a nutrire il loro entu- cazione ha a che fare con un cambio siasmo, in particolare don Giuseppe di prospettiva sul mondo e sulla vita, Lama. Sapete quanto fossi legato a con un incontro, con la scoperta del lui. Da qui mi sono appassionato, ho progetto di Dio sulla nostra vita, allo- scoperto quanto era bello parlare del ra la vocazione è ultimamente incom- Signore e quanto “gusto” c’era nel prensibile. Ci sono però dei segni, donare energie e tempo ai fratelli, in che nella fede diventano semi desti- oratorio e in parrocchia. Ho iniziato nati a fecondare e a far comprendere a chiedere: “Signore, dimmi quello che vuoi per la mia vita”. Ho sempre sentito l’importanza della scuola nella mia crescita, perché è negli anni del liceo che ho iniziato a pormi le gran- di domande, è a scuola che mi sono allenato alla continua ricerca, grazie alla testimonianza di un’insegnante, per poi capire che le persone umane da sole non possono darsi tutte le ri- sposte. Forse qualcuno di voi mi ricorda or- ganista nella chiesa di S. Rocco. La passione per la musica mi ha sempre aiutato a coltivare il desiderio di bel- lezza, che apre a un “oltre” nel quoti- diano, per non chiudersi mai di fronte all’ineffabile. Ci ho messo un po’ di tempo a deci- I nostri seminaristi Filippo Zacchi e Mi- dere, ma continuavo a chiedermi se chele Dosselli con il vescovo Tremolada c’era un modo di donare tutto, e un 10 l’angelo12
anno dopo la maturità, ho comunica- RIMINI 1227 MIRACOLI EUCARISTICI to in famiglia e ai miei amici la deci- sione di entrare in Seminario. Anche in questi straordinari anni di Semina- rio, la pianta della mia vocazione si è irrobustita nei momenti di bellezza autentica e nella fatica del discerni- mento più profondo, e qualche volta Q uesto Miracolo Eucaristico fu operato direttamente da Sant’Antonio dopo essere stato sfi- è stata anche potata; mi ha aiutato dato da un certo Bonovillo a dimo- molto la vicinanza dei fratelli che con strare la verità circa la reale presenza me condividono questo cammino di Gesù nell’Eucaristia. La più antica e delle persone che nelle comunità biografia di Sant’Antonio, “L’Assidua”, mi hanno accolto come seminarista. riporta le esatte parole con cui Bono- Ho sentito anche la vicinanza di tan- villo gli si rivolse contro: «Frate! Te lo te persone della comunità di Verola- dico davanti a tutti: crederò nell’Euca- nuova, che non mi hanno mai lasciato ristia se la mia mula, che terrò digiu- solo nel cammino nonostante fossi na per tre giorni, mangerà l’Ostia che lontano. gli offrirai tu piuttosto che la biada La vita del seminarista è un mistero che gli darò io». La mula, nonostante di comunione, generato dalla vita dei fosse stremata dal digiuno, s’inchinò cristiani che costruiscono la Chiesa davanti all’Ostia consacrata e rifiutò e che si lasciano guidare dello Spi- la biada. rito Santo. Da questa comunione deve continuare la preghiera di tutti, Nella città di Rimini, ancora oggi è perché la nostra comunità rimanga possibile visitare la chiesa eretta in sempre feconda, capace sempre di onore del Miracolo Eucaristico ope- far nascere vocazione. È al servizio di rato da Sant’Antonio da Padova nel questa stessa comunione che oggi 1227. Questo episodio è citato an- sono diacono nella parrocchia di S. che nella “Benignita”, opera conside- Angela Merici in città. Nonostante rata tra le fonti più antiche sulla vita la fatica di questo periodo inatteso di Sant’Antonio. «Questo Sant’uomo vedo che il Signore continua a par- discuteva con un eretico cataro che larci e a donarci il conforto della sua era contro il Sacramento dell’Eucari- presenza, perché quando chiama stia e il Santo l’aveva quasi condotto non ci lascia mai soli. alla Fede Cattolica. Ma questo ereti- co, dopo i vari e numerosi argomenti don Filippo Zacchi dichiarò: “Se tu, Antonio, riesci con un prodigio a dimostrarmi che nella Comunione vi è realmente il Corpo di Cristo, allora io, dopo aver abiura- to totalmente l’eresia, mi convertirò subito alla Fede Cattolica”. “Perché non facciamo una sfida? Terrò rin- chiusa per tre giorni una delle mie bestie e le farò sentire i tormenti del- la fame. Dopo tre giorni la porterò l’angelo12 11
miracoli eucaristici fuori in pubblico e mostrerò ad essa coli, dopo aver chiesto ed ottenu- il cibo preparato. Tu starai di fron- to il silenzio, si rivolse alla mula con te con quello che ritieni sia il Corpo queste parole: «In virtù e in nome del di Cristo. Se la bestia, trascurando il tuo Creatore, che io per quanto ne foraggio, si affretta ad adorare il suo sia indegno, tengo nelle mie mani, ti Dio, io condividerò la fede della tua dico e ti ordino: avanza prontamen- Chiesa”». te e rendi omaggio al Signore con il rispetto dovuto, affinché i malvagi e Sant’Antonio, illuminato e ispirato gli eretici comprendano che tutte le dall’alto, accettò la sfida. L’appunta- creature devono umiliarsi dinanzi al mento fu fissato in Piazza Grande (l’at- loro Creatore che i sacerdoti tengono tuale piazza Tre Martiri), richiamando nelle mani sull’altare». una immensa folla di curiosi. Il giorno fissato, all’ora convenuta, i protago- E subito l’animale, rifiutando il nutri- nisti della inconsueta sfida fecero la mento del padrone, si avvicinò doci- loro apparizione sulla piazza, seguiti le verso il religioso: piegò le zampe dai loro simpatizzanti. Sant’Antonio anteriori davanti all’Ostia e vi sostò in dai fedeli cattolici, Bonovillo (questo modo reverente. era il nome dell’eretico cataro) dai suoi alleati nella miscredenza. Antonio non si era ingannato nel giu- dicare la lealtà del suo avversario che II Santo si presentò tenendo tra le si gettò ai suoi piedi e abiurò pubbli- mani l’Ostia consacrata chiusa nell’O- camente i suoi errori, divenendo da stensorio, l’eretico tenendo per mano quel giorno uno dei più zelanti coo- la mula affamata. II Santo dei Mira- peratori del Santo taumaturgo. Antonio e il miracolo della mula 12 l’angelo12
TI ATTENDIAMO GESÙ! DALL’ ORATORIO H ai mai provato a dormire in ten- da? oppure un’immagine di Maria, oppu- re il presepe che farai potrà diventare l’angolo della preghiera. Non dimen- È un’esperienza molto particolare: ticarti una candela … Gesù sarà lui la trovare un posto accogliente, immer- luce del mondo, quella che illumina so nella natura, dormire pensando ogni uomo. alle stelle che vegliano su di te. E poi? E poi ci incontreremo la do- Così ha fatto Gesù nella notte di Na- menica sera, alle 20:30, alla radio, tale: ha messo la sua tenda a Betlem- per la preghiera di tutta la famiglia. Lì me. Ha trovato una mangiatoia che lo ci impegneremo a rendere la nostra potesse accogliere e da quel giorno tenda capace di allargarsi fino a farci in poi le stelle disegnano le strade entrare Gesù e tutte le persone che che ci portano a Lui, ad incontrarlo, con noi camminano verso l’incontro ad amarlo. con lui. Sarà così il tuo avvento: impegnati a Vi auguro un Avvento pieno di gioia. costruire una tenda. Cioè? Sarà molto semplice … crea a casa il tuo angolo Ti attendiamo Gesù, con la tua tenda, della preghiera. Basterà un crocifisso, nella nostra tenda. l’angelo12 13
oratorio NON C’È VIRUS CHE TENGA! A bbiamo sospeso gli incontri di catechismo – e speriamo di poterli riprende- re presto –, ma il cammino di fede è più grande. C’è la celebrazione della Messa, alla radio o in Basilica; c’è la preghiera individuale. E poi c’è quell’espe- rienza bellissima della “catechesi in famiglia”. Di cosa si tratta? È molto sempli- ce: i catechisti inviano una scheda e i ragazzi, con papà e mamma, riflettono e pregano insieme sul Vangelo della domenica. Condividiamo i lavori che i ragazzi hanno spedito … OLIO DELLE NOSTRE LAMPADE O ccorre essere saggi, come le cinque ragazze della parabola, e riempire le nostre lampade, che sono le nostre vite, di olio. Ma da cosa è fatto questo olio? Di tutte le piccole obbedienze di ogni giorno, di tutti i piccoli impegni che svolgiamo bene ogni giorno, di tutti gli incontri che facciamo, … Prova a scrive- re, sotto l’immagine, cosa metteresti tu nelle lampade per riuscire ad incontrare Gesù. “Nella lampada metterei la buona volontà di far sempre il bene, di far sempre la cosa giusta, senza essere tentato dall’illusione del “semplice”, perché amare è bello, anche se difficile in certi casi”. (Stefano, 1ª media) “Nella lampada metto amore, rispetto, amicizia, impegno, preghiera”. (Oscar, 1ª media) “Nella lampada ci metto tanto olio”. (Diego, 2ª elementare) “Nella lampada ci metto una preghiera: chiediamo di poter abbracciare di nuovo i nostri amici”. (Yara e Nicole, 4ª elementare) “Riempio la lampada quando vado a Messa, quando dico le preghiere a Gesù e quando faccio il bravo”. (Lorenzo, 4ª elementare) “Nella lampada ci metto la gentilezza e l’amore”. (Clara, 2ª elementare) 14 l’angelo12
TU SEI UN TALENTO DALL’ ORATORIO T u hai talento! Anzi, no, tu sei un talento! Devi crederci, non per diventare superbo, ma per credere in quel Dio che per primo ha creduto in te. Certo, posso capire che tu abbia paura di sbagliare, di essere giudicato, di non essere all’altezza di quanto ti chiedono, di trovare qualcuno migliore di te. Se ti lasci vincere dalla paura, il tuo talento finirà in buca, sotto terra e non servirà a nes- suno. Se invece fai fruttare quello che sei, cioè se inizi ad amare, sarai libero e felice. Certo dovrai sudare, ma sarà un gusto farlo! Oggi diciamo no alla paura e sì ai talenti impiegati al 100%. Nella prossima settimana, cerca i talenti – ciò che vale – nelle tue giornate e fai una foto. Ed ecco qui alcune foto di “talenti”: Andrea, 2ª elementare Eleonora, 4ª elementare l’angelo12 15
dall’oratorio Maria Pia, 4ª elementare Giada, 3ª elementare Alessandro, 1ª media 16 l’angelo12
DALL’ ORATORIO Lorenzo, 4ª elementare Matteo, 1ª media Angela, 1ª media Diego, 2ª elementare l’angelo12 17
dalla parrocchia di Cadignano BEATA CLELIA MERLONI E LE SUORE APOSTOLE DEL SACRO CUORE L iturgia ricca sicuramente di significati e di spunti di riflessione quella cele- brata venerdì 20 novembre in memoria mena, suor Tarcisia, suor Brigida, suor Piermaria, suor Giovanna e suor Loren- zina. della Beata Clelia Merloni, fondatrice Ripercorriamo insieme alcuni momenti dell’Ordine delle Suore Apostole del della vita di Clelia Merloni e gli inse- Sacro Cuore di Gesù, a cui appartene- gnamenti che ha voluto lasciarci in ere- vano le suore che hanno prestato servi- dità attraverso l’operato e la missione zio nella nostra comunità. delle sue suore tra noi. L’Eucarestia è stata celebrata presso Una donna di preghiera e fede che l’altare del Sacro Cuore, impreziosito amava profondamente il sacro cuore dal bellissimo mosaico, opera dell’ar- di Gesù! tista bresciano Giacomo Trombini, Madre Clelia nacque a Forlì nel 1861. realizzato nel 1994 per il centenario Crescendo, si sentì sempre più attratta della fondazione delle suore Apostole dalla preghiera, rispetto alla vita dell’al- e l’ottantacinquesimo anno della loro ta società e alla gestione del patrimo- presenza nella comunità parrocchiale nio familiare, come suo padre avrebbe di Cadignano. desiderato per lei. Clelia comprese Ogni volta che entriamo nella nostra ben presto che, se avesse seguito le chiesa lo sguardo viene attratto dalla orme del padre in una carriera brillan- luce dorata del mosaico, come se no- te, non avrebbe realizzato pienamente stalgicamente fosse ancora presente il la sua vita. forte legame affettivo e riconoscente a Era una donna entusiasta della vita, tutte le suore che sono state presenti e umile, intraprendente e servizievole. che abbiamo conosciuto. Intelligente, di grande ingegno, donna I ricordi si mescolano alle preghiere di di preghiera e di fede che amava pro- ringraziamento per tutti i momenti di fondamente il Sacro Cuore di Gesù. conforto, accompagnamento, interces- Rispose generosamente alla chiamata sione, formazione, testimonianza che di Dio e scelse la vita consacrata. hanno donato con tanta generosità. Nel 1894 fondò l’Istituto delle Apostole La Messa ha assunto così una duplice del Sacro Cuore di Gesù, utilizzando la valenza: commemorare Clelia Merlo- grande energia del suo zelo carismati- ni a due anni dalla sua beatificazione co e il notevole patrimonio lasciatole in e ricordare con affetto e riconoscenza eredità dal padre, per servire i più po- tutte le Suore Apostole del Sacro Cuo- veri e gli emarginati. re che ci hanno accompagnato nella fede, nella vita e nella preghiera. “Le Suore appartenenti a questa Con- gregazione si chiameranno APOSTOLE In particolare abbiamo pregato in suf- DEL SACRO CUORE DI GESÙ essendo fragio delle suore decedute in questi esse chiamate a ricopiare, nel limite ultimi anni: suor Bernardetta, suor Filo- delle proprie forze e in spirito di obbe- 18 l’angelo12
dienza ai legittimi Superiori, l’esempio degli Apostoli che si sparsero nel mon- do per far conoscere il divin Maestro ed attirargli l’amore degli uomini”. (dal manoscritto, articolo 1) Nella scelta del titolo di Apostola, Ma- dre Clelia voleva che le sue figlie, ani- mate dallo stesso ardore, imparassero ad essere Apostole non solo di nome, ma secondo lo spirito degli Apostoli: √ Apostola come gli Apostoli, che si sparsero in tutto il mondo, perché Madre Clelia morì a Roma nel 1930 e il PARROCCHIA DI CADIGNANO il Cuore di Gesù fosse sempre più suo corpo fu seppellito nel cimitero del conosciuto e amato, fedeli al Suo Campo Verano. mandato: “Sarete miei testimoni fino agli estremi confini della terra”. Nel 1945 fu riesumato e trovato intat- L’Apostola del Sacro Cuore di Gesù to; venne collocato nella cappella della è chiamata ad essere nel mondo e Casa Generalizia. per il mondo la presenza del Cuore Il processo di beatificazione di Madre misericordioso di Gesù, che ama, Clelia si aprì nel 1988. accoglie e si pone a servizio di co- Nel 2018 il Santo Padre ha firmato il de- loro che soffrono. creto di riconoscimento del miracolo √ Apostola dell’amore, che mani- completando il processo di Beatifica- zione. Il rito della Beatificazione è sta- festa e testimonia la tenerezza Dio nei confronti di coloro che soffrono; to celebrato il 3 novembre 2018 nella essere Apostola dell’amore signi- Basilica di San Giovanni in Laterano a fica essere disposta a testimoniare Roma. l’amore del Cuore di Gesù, sempre I campi di missione sviluppati dalle e dovunque, con la parola e con la Suore Apostole sono diversi: esse ope- vita. rano nell’ambito dell’educazione a tut- All’inizio del 1900 Madre Clelia inviò ti i livelli e con i portatori di disabilità, alcune suore nelle Americhe e l’Istituto nel lavoro ospedaliero e clinico, nelle cominciò a fiorire anche all’estero, ma, attività parrocchiali, nei servizi sociali e nello stesso tempo, anche i problemi e legali, nel servizio ai sacerdoti e ai se- le difficoltà non si fecero attendere. Per minaristi, nelle missioni straniere, nella compiere la volontà di Dio e per guidare cura alle persone anziane, con gli im- le suore, Madre Clelia dovette affrontare migrati e minorenni abbandonati, car- prove difficili, subire profonde umiliazio- cerati, tossicodipendenti, vittime del ni e sopportare dolori indicibili per mol- traffico di esseri umani. ti anni. Ella visse la sua vita con bontà e In questo momento storico così difficile umiltà, accettando i sacrifici quotidiani e delicato chiediamo alla Beata Clelia e perdonando coloro che erano stati per Merloni che continui a intercedere per lei causa di sofferenze. Le suore Aposto- noi, per la nostra comunità di Cadigna- le, guidate dalla fede, giunsero anche no e per il mondo intero. in Brasile e negli Stati Uniti. F.B. l’angelo12 19
arte & cultura PICCOLO RIPASSO DI STORIA DEL CRISTIANESIMO 65. LA RESTAURAZIONE: I CATTOLICI NELLA PRIMA METÀ DEL 1800 A ppena rientrato a Roma, il Pon- tefice reintegrò il e rivelatisi vani i tentativi di sostituire la religione cristiana con surrogati lai- ci, ritornarono di attualità alcuni valori cardinale Consalvi tradizionali e, con essi, l’esaltazione nelle sue funzioni di delle glorie religiose e civili del pas- Segretario di Stato. sato. Tra la letteratura preferita dal Questi si mise subi- pubblico vi furono opere come Le to al lavoro per ot- génie du Christianisme di François- tenere assicurazioni René de Chateaubriand, dove veni- sul riconoscimento vano prese le difese della religione dello Stato della cristiana attaccata dalla filosofia dei Chiesa che l’Austria, Lumi, o Du Pape di Joseph de Mai- dopo averlo occu- stre, dove l’autore sosteneva la neces- pato parzialmente a sità di un ritorno alla universalità del seguito della scon- cristianesimo e al riconoscimento del Federico Ozanam fitta di Napoleone, primato papale, messo in discussione non voleva restitu- dalla Riforma protestante. Altri auto- ire. L’attività diplomatica continuò ri, come Charles de Montalembert, fino al Congresso di Vienna, dove Antoine-Frédéric Ozanam e Josep il Cardinale, che dovette scontrarsi von Goerres, attraverso studi sul me- anche con la parte più retriva del- dioevo e sulla storia del monachesi- la Curia, ribadì le proprie richieste. mo, seppero mettere in evidenza gli Dopo i Cento giorni e la definitiva influssi positivi del cristianesimo sulla sconfitta dell’imperatore francese (e vita civile, contribuendo così anche la conseguente caduta in disgrazia alla conversione di molti protestanti. di Gioacchino Murat, suo cognato e re di Napoli), si riuscì ad arrivare ad Dopo i moti del 1830-1831 che die- una conclusione accettabile: Pio VII dero origine alla Rivoluzione di Lu- ritornò in possesso dei suoi Stati, ad glio, intellettuali e religiosi tra i quali esclusione dell’Oltrepo e di Avigno- Lamennais, Montalembert, Gerbet e ne, e gli venne riconosciuto il posto Lacordaire diedero vita a un nuovo d’onore nelle riunioni dei corpi diplo- movimento politico-sociale di ispi- matici, mentre dovette riconoscere razione cattolico-liberale. La Chiesa all’Austria una forte somma di denaro francese, ancora imbevuta di Gallica- come rimborso delle spese di guerra. nismo, doveva, secondo questi intel- lettuali, ritornare a un cattolicesimo La caduta di Napoleone e le idee autentico. Il Papa non doveva accet- romantiche favorirono un rinnovato tare favori dai governanti e veniva spirito religioso. Superati gli entusia- auspicata la separazione fra Chiesa e smi verso le ideologie rivoluzionarie Stato, unitamente alla libertà di stam- 20 l’angelo12
pa e di associazione, all’estensione punto di visto della critica storiografi- ARTE & CULTURA del diritto di voto e al consolidamen- ca, ma che rappresentava un sicuro ri- to delle libertà comunali. Venne fon- ferimento culturale per quel periodo. dato anche un giornale, L’Avenir, che pur avendo avuta vita breve, fu tenu- Ai nomi già citati, dobbiamo aggiun- to in grande considerazione anche in gere anche gli italiani Antonio Ro- ambienti non cattolici. smini e Vincenzo Gioberti. Il primo, sacerdote pio e mistico, fu autore di Le idee dei promotori erano ricche numerosi scritti nel campo della filo- di proposte e di fermenti, ma il mo- sofia teoretica e morale; il secondo fu mento politico non era ancora pronto filosofo ed esponente di primo piano ad accoglierle. Alcuni di loro, inoltre, del nostro Risorgimento. In Germania sostenevano errori di principio (come vanno ricordati Johann Adam Möhler, ad esempio il Lamennais, che pro- sacerdote ed esponente della scuola poneva il tradizionalismo filosofico, teologica di Tubinga, Michele Sailer, negando al singolo la possibilità di vescovo di Ratisbona e Johann Hir- raggiungere la verità, ritenendo che scher, che lasciarono studi di teologia appartenesse solo al senso comune morale. dei popoli) che portarono Papa Gre- gorio XVI a promulgare, nel 1832, Tutte le elaborazioni teologiche e l’enciclica Mirari vos che, nella sostan- filosofiche si proponevano di affron- za, condannava l’eccessiva libertà di tare e risolvere alcuni dei maggiori pensiero, l’indifferentismo in materia problemi dell’epoca, come il rappor- religiosa e il tentativo di separare la to fra scienza e fede, una migliore co- Chiesa dallo Stato. noscenza della storia, una maggiore attenzione nella cura pastorale e nel- La Chiesa stessa, però, non poteva ri- la direzione spirituale dei fedeli oltre manere insensibile di fronte ai grandi all’utilizzo delle nuove metodologie mutamenti in atto nella società, con suggerite dalla cultura moderna. il rischio di venir meno alla propria missione e di perdere il contatto con Come detto, i tempi non erano anco- il popolo. Se la rivendicazione dei di- ra sufficientemente maturi, così che ritti individuali aveva offuscato le virtù ci furono scontri e resistenze ma, do- e l’idealità, diffondendo un dannoso vendo tirare le somme, sicuramente scetticismo, ecco che la risposta cat- gli aspetti positivi furono maggiori di tolica doveva consistere nel ridare un quelli negativi. Il livello culturale del fondamento religioso al vivere civile clero crebbe sensibilmente e, quel e nell’instillare nell’uomo alcuni prin- che è più importante, nelle popola- cipi in grado di indirizzare al meglio zioni si diffuse un senso comune che la sua vita. Il Cattolicesimo doveva auspicava una maggiore compren- uscire dallo stato di passività in cui si sione fra i popoli, e questo era sicu- trovava da secoli e ritornare ad esse- ramente favorito dal rinnovamento re un elemento fondamentale della della religione. storia d’Europa. Ecco da dove veni- va l’esaltazione del Medio Evo, che Sergio Amighetti poteva essere poco significativa dal (… continua…) l’angelo12 21
arte & cultura LA NOSTRA BASILICA COMPIE 50 ANNI! (...ma la Chiesa parrocchiale ne compie 374) Il prossimo anno festeggeremo una ricorrenza importante: il cinquan- tesimo anniversario dell’elevazione della chiesa parrocchiale a Basilica Romana Minore. Il 26 gennaio 1971, infatti, san Paolo VI riconosceva l’im- portanza della storia e della bellezza della nostra chiesa e le conferiva que- sto prestigioso titolo. Un regalo è già in arrivo! Una guida speciale della basilica, pensata per i più piccoli, ma adatta a tutti: “Alla scoperta della Basilica Roma- na Minore di San Lorenzo Martire” Lo spirito di questa iniziativa è per- fettamente spiegato da don Lucio nel suo discorso introduttivo: «Noi vogliamo ricordare questo avveni- mento dandovi la possibilità di co- troverete alcune notizie importanti, noscerla meglio: ecco perché abbia- delle curiosità, dei disegni che facil- mo pensato a una guida per voi. Qui mente potrete riconoscere apparte- nenti alle opere della nostra chiesa. Mi auguro che la riscoperta della no- stra chiesa sia un aiuto in più a vivere meglio la vita della nostra comunità, soprattutto nell’avere a cuore questo luogo dove possiamo incontrarci con il Signore Gesù presente nell’Eucare- stia nel tabernacolo». Accompagnati dall’Angelo di Verola, potrete ripercorrere le tappe storiche più importanti, visitare gli altari e le opere che essi conservano, scoprire aneddoti curiosi e appuntarvi ciò che più vi ha colpito di questo intrigante viaggio! 22 l’angelo12
LA PESTE A VEROLANUOVA ARTE & CULTURA A bbiamo iniziato a scrivere questo articolo durante il primo lockdown, ma è rimasto per mesi sul desktop del computer perché non riuscivamo a trovare una conclusione adatta. Non ci è mai piaciuta l’espressione “andrà tutto bene”, perché sapevamo che le cose non sarebbero andate bene per tutti. Volevamo semplicemente dare un messaggio di speranza, di una possibile rinascita anche dopo un momento così terribile, consapevoli che i tempi sono profondamente cambiati e rispettosi del dolore altrui. Ma ciò che è successo negli scorsi mesi ci ha completamente tolto le parole di bocca e ci è mancato il coraggio di rivedere l’articolo per poi pubblicarlo. Scegliamo ora di farlo, mantenendolo così com’è, privo di conclusione, e portando ancora nel cuore il dolore per le tante perdite, ma fiduciosi che coloro che ci hanno lasciato ci accompagneranno sempre da lassù e ci daranno la forza di cui tanto, in questo momento, sentiamo il bisogno. VEROLANUOVA, 1630: PESTE E RINASCITA Quante volte, sui banchi di scuola, spaventosamente avvicinata, regi- abbiamo studiato I promessi sposi di strando il primo caso a Milzano. Alessandro Manzoni? E quante volte In proposito, riproponiamo parte di abbiamo sentito parlare delle epide- un articolo che Renato Savaresi scris- mie di peste che nel corso dei secoli se su L’Angelo di Verola nell’ottobre hanno colpito l’umanità? del 1992: Chi di noi avrebbe mai pensato, un giorno, di vivere un’esperienza simile, «Vengono chiusi tutti i mercati e sbar- di ritrovarsi nel bel mezzo di una vera rati gli ingressi dei paesi; si passa e propria pandemia? solo se muniti della “fede di sanità”. Eppure il periodo che abbiamo vis- Si improvvisano lazzaretti – specie di suto, e che stiamo ancora vivendo, tendopoli in aperta campagna – per presenta molte analogie con quegli isolare gli appestati. I sospetti di pe- anni bui. ste sono segregati in casa. Il contagio La peste manzoniana scoppiò nel infuria in luglio e agosto, favorito dal bresciano nel marzo del 1630. Portata caldo torrido. Nell’opera di soccorso in Italia dai lanzichenecchi, pare che si distinguono il clero secolare e gli si diffuse nel nostro territorio a partire ordini religiosi. La confusione e il ter- da Palazzolo. Per tentare di arginare rore sono tali, e la mortalità è così ele- l’epidemia, un primo Proclama or- vata che i registri delle anagrafi par- dinò la chiusura del paese e vietò agli rocchiali, salvo rari casi, non vengono abitanti ogni contatto o spostamen- più aggiornati. Scarseggiano i notai, to con i paesi circostanti1. Le misure, falcidiati dalla peste, o mancano del però, non si rivelarono efficaci: se in tutto. In alternativa, per fare testa- aprile aveva già raggiunto la città di mento si ricorre al clero o ci si sposta Brescia, nel maggio la peste si era in altri comuni. Alcuni esempi. l’angelo12 23
arte & cultura anno, si porta a Manerbio e fa testa- mento “in strada publica apresso al rastello”, dove d’urgenza viene con- vocato il notaio locale Lelio Botti. Lo stesso fa, un mese dopo, un altro di Bassano, certo Gianantonio Mo- scolina. I notai rimasti, per timore del conta- gio, se ne stanno a debita distanza dai testatori. In taluni casi, tale distan- za è precisata. Il notaio Camillo Preti di Milzano, il 18 agosto 1630, osserva una distanza di “brachia octo” – circa quattro metri – per stendere il testamento di Martino Bianzani. La distanza sale a 10 braccia (metri 5), il 13 settembre successivo, allorché lo stesso notaio redige le ultime volontà di Giambattista Bonaventura. Più prudente, il notaio di S. Gerva- sio Giambattista Piovanelli, il 6 luglio 1631, scrive il testamento di Virginia Zanca, affetta da “mal contagioso... Giulio Cirello - Le Sante Lucia Apollonia e Agata stando lontano circa trei cavezzi”. Tre cavezzi corrispondono a quasi nove Il 31 agosto 1630, nella sagrestia metri. della chiesa di Bettegno, Don Pietro Si verificano situazioni curiose. Lizzari annota le ultime volontà di Isabella Bocca, vedova del nobile Pa- Giampaolo Rossi “per essere tempo olo Manerba di Pralboino, il 12 otto- di peste et non ritrovandosi nodaro”. bre 1630, fa testamento “stando ad Il 14 ottobre 1630, Domenica Olivet- una finestra della casa della sua ha- ti di Milzano ricorre al suo prevosto bitatione, li testimoni et un nodaro (il “per non essersi ritrovati nodari per già citato Camillo Preti) stando nella causa del mal contagioso”. strada per il sospetto del mal conta- Il 27 ottobre seguente, nel convento gioso”. agostiniano di Pontevico, fra Anselmo Caso analogo con lo stesso notaio, da Manerbio “ocasione pestis” scrive tre giorni dopo, per Andrea Faustini il testamento dettatogli da Lorenzo di Milzano “giacendo in letto posto Bianchini. nel portico della sua habitatione, e Don Biagio Poletti, cappellano a Bas- me nodaro con li testimoni sopra la sano, il primo ottobre dello stesso strada per il sospetto del contagioso 1 P. GUERRINI, I diari dei Bianchi (1600-1741), in Fonti per la storia bresciana, Vol. IV, Brescia, Edizioni del Moretto, 1930, p. 402. 24 l’angelo12
suo male”. nocchio un’economia già in crisi. Oc- ARTE & CULTURA Lo stesso avviene a Verolanuova, nel correranno quasi tre secoli, per torna- settembre del 1630: al notaio Gabrie- re ai valori demografici dell’inizio del le Leonini dettano il loro testamen- Seicento. Nella memoria collettiva, il to Lorenzo Cremona, Paola Busi e 1630 resterà per antonomasia “l’anno Giambattista Girelli, rispettivamente del contagio”»2. “posando sopra il balcone della sua camera”, “alla finestra della camera”, Alcune situazioni qui descritte, che “stando in piedi ad un balconcello”. fino a pochi mesi fa ci avrebbero Le autorità locali invano tentano di ar- quasi fatto sorridere, sono le stesse ginare il contagio. che stiamo vivendo oggi: la paura, la Il 15 aprile 1631, il comune di Maner- chiusura di tutte le attività, il distan- bio assume il chirurgo Gianantonio ziamento sociale, il divieto di spo- Ponzoni di Dello “che si obliga et ac- stamento tra i paesi, la quarantena cetta il carico di medicare, salazare et domiciliare obbligatoria per i casi far altre fatture a detti infetti de con- sospetti e il ricovero degli ammala- tagio et ogni altra sorta di infirmità”. ti in strutture appositamente create Il 22 aprile 1631, Pontevico stabilisce e a volte improvvisate. Non sappia- “i capitoli da osservarsi in occasione mo con certezza dove fosse collo- del contagio... debba esser provisto cato il lazzaretto a Verolanuova, ma di un bon lazaretto per benefficio del- nella tradizione orale del paese la li amalati del contagio... santella ‘della Motta’ è ancora oggi - si debba provvedere di boni huo- conosciuta anche come santella ‘dei mini che debbano havere cura delli morti della peste’. La toponomastica amalati che saranno condutti al detto potrebbe dunque ricordare il luogo lazaretto... dove i contagiati furono seppelliti: - si debba constituire una persona già nella prima mappa catastale del qual habi carico di provedere a ciò 1805, infatti, il piccolo edificio veniva che farà bisogno alle persone che sa- segnalato come «Capeletta de Morti ranno sequestrate (in casa) per occa- alle Motte»3. sione del contagio... Come annotava Savaresi, nel 1610 - si debba provedere di un buon bar- Verolanuova contava circa 4000 abi- biero, qual habbi di andar a veder li tanti, mentre a Cadignano vivevano amalati che si amaleranno se saranno circa 500 persone; nel 1637, invece, amalati di contaggio si o no et il tutto la popolazione verolese si aggira- rifferire alli Deputati alla Sanità...”. […] va intorno alle 2191 unità, mentre a La peste mise definitivamente in gi- Cadignano le anime presenti erano 2 R. SAVARESI, La peste del 1630 a Verolanuova e dintorni, in «L’Angelo di Verola», anno XVII (1992), n. 10, pp. 42-44; il testo è riproposto anche in A. FAPPANI – R. SAVARESI, Verolanuova nei secoli, Roccafranca, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, 2008, pp. 108- 110. 3 Archivio di Stato di Milano, Catasto Lombardo Veneto. Censo stabile. Mappe originali di pri- mo rilievo, f. 2042: mappa originale del comune censuario di Verolanuova, con Breda Libera Gambara, 1805 (la mappa è consultabile anche online: www.asmilano.it/Divenire; Catasto, b. 20019. l’angelo12 25
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