COMUNE DI ANZOLA Giovedì, 01 ottobre 2015
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COMUNE DI ANZOLA Giovedì, 01 ottobre 2015 Cronaca 01/10/2015 Corriere di Bologna Pagina 2 Cento minori all' ex Telecom occupata Tutti i nodi dell' operazioneGalaxy 1 01/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 21 La piccola Angela uccisa da una miocardite acuta 3 01/10/2015 larepubblica.it (Bologna) Il New York Times a Bologna, trentasei ore da turisti entusiasti 4 Politica locale 01/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 21 «Il Comune ha subìto danni per 1,3 milioni» 6 Sport 01/10/2015 Il Resto del Carlino Pagina 9 Persiceto avanti con Cumani e Mari, Anzolavino di rigore 7 Pubblica Amministrazione 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 DAVIDE COLOMBO «Pronti a cambiare sulle cure» 8 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 «Strutture commerciali della Chiesa pagheranno l' Imu» 10 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 In 45 anni 30 miliardi di risparmi 11 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Tagli, i ministeri frenano «Dote» inferiore al miliardo 13 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 18 Apprendistato, via al decreto 15 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Riforma partita ma il tempo è un' incognita 17 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 29 ROBERTO GALULLO Un tesoro disperso tra troppe mani 19 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 43 Voluntary, no a verifiche parziali 22 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 47 GIANNI TROVATI Province, mobilità con corsie preferenziali 24 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 49 FRANCESCO CLEMENTE Limiti agli appalti diretti nelle Asl 26 01/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 49 ANGELO BUSANI Pa, aumenti di capitale «scritti» 28 01/10/2015 Italia Oggi Pagina 1 La nuova funzione, «Fattura PA», facilita il rapporto tra i... 30 01/10/2015 Italia Oggi Pagina 30 VALERIO STROPPA Voluntary multisegnalazioni 31 01/10/2015 Italia Oggi Pagina 36 Imposte locali, proposta Anutel 33 01/10/2015 Italia Oggi Pagina 36 MATTEO BARBERO Soldi ai comuni penalizzati 34 01/10/2015 Italia Oggi Pagina 36 Undici fari italiani arrivano sul mercato 36
1 ottobre 2015 Pagina 2 Corriere di Bologna Cronaca Cento minori all' ex Telecom occupata Tutti i nodi dell' operazioneGalaxy I risultati del censimento dei servizi sociali in via Fioravanti. Merola: «Non ci sarà la sanatoria degli abusivi» Il Galaxy non sarà un residence per gli occupanti, sostiene il sindaco Virginio Merola. Lo ha detto ieri, all' indomani di un summit con il Pd e con i sindaci dell' hinterland dove si è parlato proprio di occupazioni. In quella sede è stato anche diffuso un monitoraggio sulle presenze nell' ex Telecom di via Fioravanti. Dentro ci vivono 97 minorenni, un occupante su tre. Madri e bimbi, ha sempre spiegato Merola, sarebbero stati presi in carico dai servizi sociali del Comune. E ora che a breve si apriranno le porte dell' ex residence dell' Inail, pare difficile che buona parte dei quei mini appartamenti possano essere riservati ad altri e non a loro. Ma ieri Merola ha voluto lanciare due messaggi. Il primo ai residenti di via Fantin, dove si trova il Galaxy, per tranquillizzarli in vista dell' imminente arrivo di nuove famiglie, non occupanti, che presto andranno a vivere lì. «Sarà nostra premura evitare che questa situazione possa ricadere sull' equilibrio sociale dell' area interessata, con adeguata gestione e informazione», spiega il sindaco. Il secondo messaggio riguarda l' uso del Galaxy, che non è destinato «agli occupanti, ma a quelle persone che i servizi sociali certificheranno come persone bisognose. Chi non ha diritto di entrare non entrerà, come chi ha occupato abusivamente senza averne titolo. Non è una sanatoria». Avrà un alloggio, sottolinea Merola, «solo chi ha bisogno, rispettando le graduatorie esistenti per l' emergenza abitativa». In questa lista ci sono già 30 famiglie che troveranno di sicuro alloggio in altrettanti mini appartamenti in via Fantin ( su un totale di 95). Lo stabile dell' Inail tra l' altro è già pronto e potrebbe ospitare i nuovi inquilini già da lunedì. E gli occupanti dei cinque immobili sotto le Torri? Dalle parole del sindaco si capisce che per loro potrebbero non aprirsi le porte del residence. A partire da quelli che saranno coinvolti nel futuro sgombero all' ex Telecom, dove pende un sequestro dell' autorità giudiziaria che prima o poi dovrà essere eseguito. Sotto quale tetto andranno a stare queste persone resta un rebus. Complessivamente, parliamo di 150 tra mamme e minori. E al Galaxy il posto per loro c' è, dato che resterebbero ancora liberi una sessantina di mini appartamenti. Non solo, questi nuclei, sebbene siano occupanti, rientrerebbero nelle categorie di cui il Comune deve farsi carico. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1
1 ottobre 2015 Pagina 21 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca ANZOLA OGGI L' ULTIMO SALUTO La piccola Angela uccisa da una miocardite acuta ANZOLA UN ARRESTO cardiaco causato da una «probabile miocardite acuta». E' questo il responso, ancora non definitivo, del medico legale Emanuela Segreto, che ha eseguito l' autopsia sulla piccola Angela Calin, la bimba di un anno morta al Maggiore di Bologna il 20 settembre. I genitori, Sergiu e Viorela, rumeni residenti ad Anzola, hanno presentato denuncia tramite l' avvocato Gennaro Lupo e la Procura ha indagato tre medici per omicidio colposo. Alla luce dell' autopsia, però, la loro posizione potrebbe alleggerirsi. Fin dall' inizio, infatti, dal Maggiore avevano respinto le accuse sostenendo che la bimba era morta per una patologia imprevedibile e fulminante, cioè appunto una miocardite. Ma l' avvocato Lupo non ci sta e chiederà al medico legale, che eseguirà gli esami istologici, «di capire se, qualora i medici avessero individuato fin da subito l' infezione, sarebbe stato possibile intervenire tempestivamente per salvare la piccola». E ancora: «Furono sottovalutati parametri che potevano permettere di individuare la miocardite?». Parola al medico legale. Oggi infine si terranno i funerali di Angela: partenza alle 11 dall' obitorio della Certosa con destinazione Borgo Panigale, a Bologna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3
1 ottobre 2015 larepubblica.it (Bologna) Cronaca Il New York Times a Bologna, trentasei ore da turisti entusiasti Tornare sui propri passi può esporre a delusioni, ma non è stato così per Evan Rail, giornalista del New York Times, che ha dedicato a Bologna la rubrica settimanale di v i a g g i , " 3 6 H o u r s " (http://www.nytimes.com/2015/10/04/travel/whattodoin36hoursinbolognaitaly.html). L' aveva già fatto, nel 2011. Ma a distanza di quattro anni non c' è nulla di Bologna che deluda il quotidiano americano. E non è solo questione di un glorioso passato, della sua antica Università, di una gastronomia a suo modo leggendaria tortellini, tagliatelle e mortadella, elenca il NYT ma anche del suo contario, il Nuovo. Nuovi modi di mangiare, nuovi musei, nuovi locali. E anzi, non c' è proprio, in questo itinerario, un luogo di pura tradizione. In realtà soltanto uno, la Torre degli Asinelli. La prima serata è dedicata alla pizza di via Ranzani 13 e il dopo cena alla degustazione di birre artigianali, in varie tappe. L' indomani mattina, un paio d' ore vanno dedicate alla Motor Valley e a Pavarotti, ma a mezzodì si è di nuovo in città per il pranzo da Eataly, una sosta al Mercato di Mezzo, e poi shopping, meglio se vintage: le penne Omas, gli abiti di seconda mano delle Leonarda, gli accessori dei Fratelli Broche, l' antiquariato di Freak Andò. Un unico appunto, la difficoltà per un turista straniero a raggiungere il Museo del Gelato Carpigiani, ad Anzola, con i mezzi publici. Meglio, o comunque più facile, ristorarsi da Stefino. E ai tortellini, forse troppo scontati, qui si preferisce una tappa al Red Brick, tempio della carne e, nel dopocena, lo spettacolo delle 22 alla Cineteca, un luogo, un quartiere dove può capitare di sentirsi immersi in . La visita al Mast vale la domenica mattina, e tra i ristoranti, il NYT si è scovato il Sette Tavoli, "il locale più piccolo di Bologna per numero di coperti". E' tutto? no, non Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4
1 ottobre 2015 Pagina 21 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale «Il Comune ha subìto danni per 1,3 milioni» Anzola La minoranza attacca di PIER LUIGI TROMBETTA ANZOLA IL CONSIGLIERE regionale Galeazzo Bignami (Forza Italia) e il consigliere comunale di Anzola, Gabriele Gallerani, della lista civica Uniti per Anzola', hanno presentato alla Corte dei Conti di Bologna, un esposto riguardo il danno di 1.350.000 euro subito dal Comune di Anzola in conseguenza del fallimento dell' impresa di costruzioni Icea. «L' esposto spiega Gallerani si è reso necessario dopo che il gruppo 'Uniti per Anzola' aveva presentato nel luglio dell' anno scorso una mozione di censura al comportamento del sindaco Loris Ropa e della giunta in carica fino al 25 maggio 2014. Ropa aveva sottoscritto la permuta di un terreno comunale fabbricabile a Icea in cambio di 8 alloggi di edilizia residenziale pubblica senza che gli obblighi assunti dall' Icea fossero coperti da garanzie reali fino al temine dei lavori». La polizza fideiussoria sottoscritta da Icea e accettata dal Comune, garantiva quest' ultimo dal dicembre 2009 al dicembre del 2011. Vale a dire sei mesi prima della consegna degli 8 alloggi pattuiti. Alla scadenza della fidejussione, che non fu rinnovata, la costruzione degli alloggi pubblici non era nemmeno iniziata, e il fallimento dell' Icea lasciò il Comune senza appartamenti e senza copertura fideiussoria. «Solo quando fu evidente il dissesto dell' Icea aggiungono Bignami e Gallerani il sindaco e la giunta intrapresero le azioni tendenti a salvare il salvabile del credito stimato in circa 1.350.000 euro. A fronte di tutto ciò, il sindaco attuale di Anzola, Giampiero Veronesi, presentò nel luglio dello scorso anno un brevissimo esposto alla Corte dei Conti segnalando la vicenda. Ma non allegò alcun documento a supporto della sua breve segnalazione. Quindi, abbiamo provveduto noi adesso a fornire le opportune documentazioni, presentando un esposto completo». «NON ESITO a definire risibili replica Veronesi le affermazioni di Gallerani. In primo luogo, le istruzioni su come fare un esposto alla Corte dei conti, ritengo siano ben più necessarie a lui che a me. Immediatamente dopo la mia elezione, con grande senso di responsabilità, ho segnalato ciò che ritenevo potesse essere passibile di censura: Gallerani, invece è stato semplicemente a guardare. Ma è corso ai ripari con un secondo esposto del quale non c' era alcun bisogno». Infine sulla questione l' ex sindaco Loris Ropa al momento preferisce non pronunciarsi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6
1 ottobre 2015 Pagina 9 Il Resto del Carlino Sport Persiceto avanti con Cumani e Mari, Anzolavino di rigore Zola Predosa 0 Anzolavino 1 ZOLA PREDOSA: Farnè, Gombia, Paone (31' st Puopolo), Tavolari, Fiammati, Guiduzzi (15' st Soffritti), Simonaci, Zaza, Cini (15' st Ben Bahri O.), Suma, Quarantotto. A disp.Gerardi, Rossi, Barbieri, Lambertini. All. Colantuomo. ANZOLAVINO: Menarini, Sabbi, Ferrarese, Magnani M., Bonetti, Luppi, Pascerini, Sanso (45' st Fantasia), Andrean (42' st Bernardi), Perrotta (40' st Bosso), Vergnani. A disp.Galletti, Testi, Magnani G., Basyia. All. Marrese. Arbitro: Finchi di Ferrara. Rete: 13' pt Vergnani (rig). Note: espulso Zaza. Ammoniti Farnè, Tavolari. Simonaci, Sabbi, Ferrarese, Luppi, Sanso. Passa l' Anzolavino. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione «Pronti a cambiare sulle cure» Renzi: nessun taglio alla sanità «Italia fuori dalle sabbie mobili, missione compiuta» roma Nel primo anno e mezzo di Governo la priorità è stata il salvataggio dell' industria manifatturiera e il lavoro dice Matteo Renzi alla Camera in apertura del "premier time", l' appuntamento per le risposte immediate in Aula ai quesiti di maggioranza e opposizione. «L' Italia scandisce è fuori dalle sabbie mobili e ora possiamo dire: missione compiuta». I numeri dell' economia sono voltati in positivo, i segnali di fiducia aumentano e la percezione del nostro Paese all' estero è cambiata: adesso non ci si chiede più come un anno fa se faremo o meno la fine della Grecia ma che ruolo avremo nel Mediterraneo. Di ritorno dalla missione newyorkese il premier non vuole lasciare il campo a dubbi o retropensieri: la prossima legge di Stabilità, che sarà espansiva con un effetto lordo di 27 miliardi, servirà per segnare la «svolta definitiva». Nella parte del suo intervento dedicato alla politica economica, il premier è tornato ad enumerare le misure principali che entreranno in manovra rassicurando i deputati su un fatto: la politica fiscale si decide a Roma, non a Bruxelles. «Dobbiamo uscire da questa dinamica per cui ogni battito d' ali di una farfalla bruxellese costituisce elemento di preoccupazione». Renzi conferma che nel 2016 ci sarà il taglio di Imu e Tasi per le abitazioni principali e che verrà indicato il livello che avrà l' Ires nel 2017 «vogliamo migliorare rispetto a Germania, Francia e Spagna». Infine nel 2018 l' intervento sull' Irpef. «L' Italia ha insistito Renzi è una delle poche che va in Europa con le carte in regola: la Spagna ha fatto sul deficit, nell' ultimo triennio, una media tra il 5,5% e il 6%; il Regno Unito finanzia la riduzione fiscale portando il deficit al 5% e la Francia avrà ragionevolmente un deficit tra il 3,5 e il 4%. A noi viene chiesto che l' Italia si rimetta in moto. Lo faremo rispettando le regole». Tra le novità allo studio, spiega il premier nel corso del domandaerisposta, c' è una misura per far figurare che gli 80 euro riconosciuti in busta paga un anno fa ai lavoratori con redditi fino a 26mila euro lordi non risultino come un sussidio, ma come una riduzione fiscale. E ci sara una misura contro la povertà, in particolare quella infantile, cosa diversa dal reddito di cittadinanza: «In Italia la povertà si può combattere, si deve combattere, tornando alla crescita. Prima ancora di immaginare sussidi o interventi» ha spiegato Renzi poco dopo aver difeso l' Isee, indicatore della situazione economica dei nulei familiari, introdotto dai Governi passati: «Sicuramente siamo pronti ad una verifica, a discutere se qualcosa non funziona» ma secondo i «dati a disposizione c' è soddisfazione da parte degli utenti». In particolare, risulta che per circa l' 80% dei nuclei le nuove modalità di definizione dell' Isee per persone con disabilità sono più favorevoli o indifferenti (11,7%), «ma c' è stata anche un' attenzione diversa dove Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione BAGNASCO «Strutture commerciali della Chiesa pagheranno l' Imu» La Conferenza Episcopale assicura: la Chiesa rispetta la legge e quando lo prevede paga le tasse sui propri immobili ormai adibiti a uso commerciale, quindi l' Imu. Nella prolusione al Consiglio permanente d' autunno che si tiene eccezionalmente a Firenze, in vista del Convegno Ecclesiale decennale del prossimo novembre il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, interviene con un breve passaggio su una materia tuttora controversa, specie dopo la sentenza della Cassazione che ha dato ragione al Comune di Livorno che aveva richiesto il pagamento della tassa sugli immobili di una scuola cattolica. «Non è inutile riaffermare anche che le strutture che sono riconducibili a realtà ecclesiastiche e che svolgono attività di natura commerciale, rispettano gli impegni a cui per legge sono tenute» ha detto il porporato. Su questo fronte la linea del Vaticano è ormai netta: due settimane fa il Papa in un' intervista aveva detto chiaramente che se un convento si trasforma in un hotel «è giusto che paghi le imposte». (Ca.Mar. ) © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Acquisti Pa. L' obiettivo del nuovo sistema a 34 centrali, 15 miliardi solo da Consip In 45 anni 30 miliardi di risparmi MARCO ROGARI Con il nuovo sistema semplificato di 34 centrali di acquisto in 45 cinque anni l' asticella "dell' intermediato" per le forniture della Pa, da cui si generano i risparmi veri e propri, si potrà posizionare attorno a quota 30 miliardi. Circa la metà di questa "dote" sarebbe garantita direttamente da Consip che già nel triennio 20162018 punta a far salire l' intermediato realizzato con i suoi strumenti (gare, mercato elettronico e via dicendo) dagli attuali 6,5 miliardi a 1012 miliardi, con "risparmi" di circa un paio di miliardi già dal prossimo anno. Questo obiettivo sarebbe perseguibile facendo rapidamente salire la quota di spesa per acquisti di beni e servizi presidiata da Consip ad almeno circa 50 miliardi rispetto ai circa 40 miliardi aggrediti fino ad oggi. Un' operazione possibile grazie all' ampliamento del suo raggio d' azione e andando a incidere maggiormente su aree su cui già interviene la centralizzazione degli acquisti, come la sanità, e toccandone di nuove come ad esempio le mense scolastiche, le manutenzioni (comprese quelle stradali ad esempio a carico dei comuni) e i servizi di vigilanza anche armata. Il tutto grazie al nuovo meccanismo centralizzato che rappresenta uno dei pilastri della spending review 2.0 targata Yoram Gutgeld. Che il Governo sta affinando in vista del varo della prossima manovra. Cifre e obiettivi potranno essere limati con la definizione del nuovo piano di spending da parte del Governo e la presentazione a metà ottobre del piano industriale di Consip in versione definitiva. Ma le coordinate e il punto di approdo della rotta su cui si svilupperà il nuovo dispositivo di centralizzazione degli acquisti sono ormai stati individuati. «Siamo al servizio degli obiettivi del Governo», dice con chiarezza l' ad di Consip, Luigi Marroni. Che aggiunge: «Stiamo migliorando la nostra attività sia sotto il profilo della qualità che della quantità in funzione del miglioramento dei conti dello Stato ma prestando anche molta attenzione all' innovazione e alle esigenze del mondo delle imprese, soprattutto delle Pmi». Una mission rivista, insomma, quella di Consip anche tenendo conto delle altre centrali prevalentemente regionali che viene sviluppata sottolinea Marroni «con l' indirizzo del nostro azionista che è il ministero dell' Economia e in totale sintonia con il lavoro del commissario per la spending Gutgeld». L' operazione per centrare l' obiettivo dei 30 miliardi entro il 20192020 con il nuovo sistema semplificato a 34 stazioni appaltanti non appare però del tutto in discesa. Anzitutto perché le centrali regionali non si presentano tutte allo stesso livello: quelle di Toscana, Emilia Romagna, Campania e Veneto sembrano essere meglio attrezzate delle altre. Resta poi tutta da giocare la partita con i Comuni che di fatto non sono vincolati in toto al nuovo meccanismo centralizzato. E proprio per i Comuni passa una fetta Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Verso la legge di stabilità. Il governo valuta se inserire in manovra parte della riforma Pa Tagli, i ministeri frenano «Dote» inferiore al miliardo ROMA La partita sui tagli ai ministeri è entrata nel vivo. Con i dicasteri che, anche se non in toto, frenano di fronte alle nuove ipotesi di spending review. Dati ufficiali non ne circolano. Ma al momento i tagli a carico delle amministrazioni centrali non raggiungerebbero quota 1 miliardo. Anche se il commissario per la spending review, Yoram Gutgeld, continua nel suo pressing. Anche perché l' obiettivo resta quello di non allontanarsi troppo da quell' obiettivo dei 10 miliardi complessivi per il 2016 dalla revisione della spesa indicato per il 2016 dal Def di aprile. Un obiettivo rivisto al ribasso perché come si afferma nella recente Nota di aggiornamento del Def la nuova spending sarà più graduale rispetto a quanto immaginato originariamente anche per evitare il rischio di ricadute recessive. Ma se il contributo dei ministeri si rivelerà limitato diventerà difficile allestire una revisione della spesa complessiva da almeno 78 miliardi visto che anche l' intervento sulle tax expenditures è destinato ad assumere proporzioni contenute se non addirittura ad essere rinviato. Lo scorso anno fu Matteo Renzi in persona a imporre la regola del 3% per obbligare ogni ministro a fare la sua parte. Una regola che qualcuno vorrebbe che venisse rispolverata anche quest' anno. Ma, almeno a tutt' oggi, la rotta resta quella di un' operazione da realizzare agendo su tre leve: potatura delle cosiddette spese per missioni, individuazione delle autorizzazioni di spesa anche micro da considerare superflue, ricaduta del processo di centralizzazione degli acquisti. Proprio il nuovo meccanismo di centralizzazione degli acquisti modellato su sole 34 stazioni appaltanti con Consip perno centrale, dovrebbe garantire direttamente per il 2016 risparmi per 22,5 miliardi. Altri 22,5 miliardi dovrebbero arrivare dalla sanità. In tutto da 4 ai 5 miliardi, ai quali si dovrebbero aggiungere minori spese per almeno altri 1,52 miliardi dai ministeri (per ora sotto quota 1 miliardo) e revisione tax expenditures. Che però potrebbe essere congelata o limitata a un intervento da poche centinaia di milioni. Fino ad ora la dote garantita dalla nuova revisione della spesa oscillerebbe attorno ai 6 miliardi ma con buone possibilità di arrivare a 78 miliardi. Alcune risorse, ma non particolarmente significative, dovrebbero arrivare dal piano di razionalizzazione degli immobili pubblici e dal nuovo intervento su invalidità e interventi di tipo assistenziale. C' è poi tutto il capitolo dell' attuazione della riforma Pa. Il Governo sta ancora valutando se inserire direttamente nella legge di stabilità alcune delle misure su partecipate, enti inutili e servizi pubblici locali che dovrebbero diventare operative con i decreti attuativi della legge Madia. Sulle partecipate scatterà per le amministrazioni pubbliche l' obbligo di compiere una ricognizione entro tre mesi dall' entrata in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13
1 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Formazione. Dopo l' intesa tra Regioni, Welfare e Istruzione arriva il documento interministeriale Apprendistato, via al decreto Tetto massimo fino al 70% per le ore di apprendimento in azienda CLAUDIO TUCCI I percorsi didattici dovranno essere coprogettati: l' alunno che entra in azienda con il nuovo contratto di apprendistato "formativo" avrà diritto a un "piano individuale", concordato tra istituzione scolastica e impresa, in cui dovrà essere dettagliato il programma di studio e di lavoro (compresi, livello di inquadramento e retribuzione). Aumentano, poi, le ore di formazione "on the job": oggi la quota di flessibilità curriculare è del 2025%, adesso può salire fino al 3035% (ma può crescere ancora di più, visto che per le ore di formazione in classe viene indicato solo un "tetto massimo" del 70% in seconda superiore, e del 65% in terza, quarta e quinta). Si irrigidiscono, invece, i requisiti richiesti alle imprese chiamate ad assumere gli studenti apprendisti: oltre al possesso di parametri strutturali e tecnici, peseranno pure le capacità "organizzative" e "formative" dell' azienda (cioè il datore dovrà dimostrare di possedere mezzi e personale adeguati a svolgere i compiti di tutor per il giovane c' è, ancora una volta, una eccessiva regolamentazione burocratica). I ministeri del Lavoro e dell' Istruzione hanno ultimato il decreto interministeriale che, sulla scia della sperimentazione Enel iniziata lo scorso anno, dettaglia, su tutto il territorio nazionale, gli standard formativi e i diritti e doveri degli studentiapprendisti alla luce delle novità introdotte da Jobs act e riforma RenziGiannini. Il provvedimento è atteso oggi in Conferenza StatoRegioni per il via libera definitivo. Le nuove regole aprono pure alla possibilità di utilizzare il nuovo apprendistato "formativo" anche per il praticantato per l' accesso alle professioni ordinistiche (purché in coerenza con i rispettivi ordinamenti professionali e i ccnl). E viene chiarito che l' apprendistato di alta specializzazione varrà pure per le attività di ricerca: il rapporto, però, non potrà durare più di tre anni e mansioni e piano formativo individuale dovranno essere calibrate in base allo specifico progetto di studio. Per il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, »il decreto interministeriale rappresenta un altro tassello per avvicinare scuola e imprese»; e ciò «permetterà di dare ai ragazzi le competenze che il mondo produttivo richiede», aggiunge il collega, sottosegretario all' Istruzione, Gabriele Toccafondi. Rispetto alla sperimentazione Enel (che ha assunto circa 150 studentiapprendisti di sette istituti tecnici sparsi in tutt' Italia), le nuove regole danno più autonomia ai presidi: per attivare contratti d i apprendistato è sufficiente un protocollo tra istituzione formativa e azienda (non serve più la previa convenzione quadro generale con ministero del Lavoro e Miur). In caso di studenti universitari, poi, l' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15
1 ottobre 2015 Pagina 18 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Disegno di legge delega. Per il relatore Davide Mattiello (ex dirigente di Libera) al nuovo ente deve essere assegnata «una potenza di fuoco» come quella dell' Autorità anticorruzione Riforma partita ma il tempo è un' incognita «Bindi ed altri»: il Parlamento chiama così, senza tanti fronzoli, l' atto della Camera 2786 con il quale il presidente della Commissione bicamerale antimafia Rosy Bindi (Pd) il 18 dicembre 2014 ha presentato il ddl che delega il Governo «in materia di misure per il sostegno in favore delle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria e dei lavoratori da esse dipendenti, nonché di organizzazione dell' Agenzia nazionale per l' amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata». Dal 17 settembre è in corso di esame alla Commissione Giustizia e a questo progetto si legano le speranze di un cambio di rotta nelle gestione dei beni sottratti alle mafie. Relatori sono Claudio Fava (Psi/Pli) e Davide Mattiello (indipendente Pd). Mattiello, dal 2002 al 2010 è stato referente regionale di Libera Piemonte e dal 2009 a luglio 2012 è stato membro dell' Ufficio di presidenza di Libera che promuove in collaborazione con l' Agenzia, le Prefetture e i Comuni i percorsi di riutilizzo dei beni con responsabilità sull' organizzazione territoriale nazionale. Dall' associazione fondata da don Luigi Ciotti passa la supervisione della gran parte dei beni sequestrai e confoiscati. Sarà proprio Mattiello che fino al 4 marzo 2013 era il braccio destro di don Ciotti a spiegare iin Aula il senso di una riforma per la quale, il 31 agosto, si è speso così con l' Ansa: «l' Agenzia per i beni sequestrati e confiscati deve avere una potenza di fuoco pari almeno a quella dell' Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone». Obiettivi della riforma sono rendere più veloce, tutelante ed efficace il procedimento che conduce dal sequestro alla confisca definitiva dei beni; potenziare l' Agenzia in modo tale che questa possa procedere con maggior efficienza alle destinazioni dei beni definitivamente confiscati; predisporre strumenti di sostegno economico dedicati alle aziende, a tutela di lavoratori, fornitori e clienti. Soddisfatta la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi: «La riforma del sistema dei beni confiscati è stata fin dall' inizio della legislatura un nostro obiettivo e abbiamo dato un contributo importante. Il testo base all' esame della Commissione è in sostanza il risultato dell' abbinamento tra una proposta di legge di iniziativa popolare e la proposta di legge elaborata dalla Commissione antimafia, che aveva svolto un approfondito lavoro d' indagine e presentato la prima relazione proprio sulle lacune normative e le carenze organizzative che frenavano una buona gestione dei beni sottratti alle mafie. Siamo soddisfatti, il lavoro che si sta facendo in Commissione può dare nuovo slancio e nuova forza a un settore strategico della lotta alle mafie, in cui tra l' altro si gioca buona parte della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17
1 ottobre 2015 Pagina 29 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Un tesoro disperso tra troppe mani Sul patrimonio tolto alla mafia regna l' incertezza: la posta in gioco sono beni per 25 miliardi Il monito «conoscere per deliberare» lanciato nel 1955 al Paese da Luigi Einaudi ben si adatta anche alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Si aggiunga che l' ex presidente della Repubblica lo lanciò attraverso il volume «Le prediche inutili» e si capisce ancora meglio che il paragone non è poi così azzardato, visto che sono anni che esperti e analisti si sperticano per dire che così com è, proprio non va. Poco o nulla possono i direttori dell' Agenzia nazionale (Anbsc) che per ultimi si sono alternati alla guida di questo (otto)volante, se non denunciare le mille storture e i molti scandali (come è accaduto al prefetto Giuseppe Caruso) o tentare di indirizzare una macchina statale complessa (come fa il prefetto Umberto Postiglione dal 13 giugno 2014). Come possa conoscere e dunque gestire al meglio il tesoro miliardario sottratto alle mafie, deve essere un rovello della stessa Agenzia, se è vero che alla voce "statistiche", fino a qualche ora fa si leggeva: «In aggiornamento. Riallineamento in corso con dati del ministero della Giustizia». Buio fitto I dati, già. Buio (spesso) fitto. E dire che la legge 109/96 nacque solo con lo scopo di creare una banca dati per governare il patrimonio sottratto alle mafie. Il ministero della Giustizia, a pagina 3 della relazione consegnata a febbraio di quest' anno al Parlamento su "Consistenza, destinazione ed utilizzo dei beni sequestrati o confiscati Stato dei procedimenti di sequestro o confisca", scrive che l' esigenza della banca dati «derivava anche dal fatto che, sino a quel momento, la raccolta dei dati era stata rimessa all' iniziativa delle amministrazioni a vario titolo interessate, le quali, senza alcun raccordo tra loro, avevano provveduto a creare autonomi sistemi di rilevazione, talvolta privi di precisi criteri procedurali». I milioni di euro spesi in questi anni (compreso un bando da sette milioni per l' informatizzazione) devono però aver fruttato poco se è vero che, paradossalmente, i dati tra Agenzia e ministero sono «in corso di riallineamento». Numeri e pallottoliere. C' è da perdersi tra le pieghe ma come dato di partenza fissiamo ciò che sottoscrive lo stesso ministero: i beni inseriti nella banca dati sono, a fine febbraio 2015, 139.187. Dopo una crescita continua fino al 2013, nel 2014 si è registrata una certa flessione, con gli uffici giudiziari che hanno posto la loro attenzione su 16.701 beni (circa 1.400 al mese). I beni sequestrati sono 17.973 (la stragrande maggioranza in Sicilia) e quelli confiscati sono 46.799 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19
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1 ottobre 2015 Pagina 43 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Rientro dei capitali. Il decreto legge di proroga, pubblicato ieri sulla «Gazzetta Ufficiale», rivede anche il calendario dei controlli Voluntary, no a verifiche parziali Le Entrate dovranno notificare entro il 31 dicembre 2016 gli anni non in scadenza nel 2015 GIOVANNI IASELLI, ANTONIO TOMASSINI La proroga "vera", decisa con il decreto legge approvato due giorni fa dal Governo e senza sanzioni o aggravi aggiuntivi, cancella quella tecnica e sposta tutto al 30 novembre, nuovo termine finale per presentare le istanze, aumentate esponenzialmente negli ultimi giorni, e unifica il termine di conclusione delle procedure di rientro dei capitali, per tutti gli anni coinvolti, al 31 dicembre 2016. Il decreto di proroga (decreto legge 153 del 30 settembre 2015, con le «Misure urgenti per la finanza pubblica» , pubblicato i e r i s u l l a «Gazzetta Ufficiale» 227) prevede, inoltre, l' inapplicabilità delle sanzioni in materia di antiriciclaggio previste dalla legge 231/2007 per le violazioni del divieto di utilizzo in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri. Ciò evidentemente per incentivare il più possibile le operazioni di rientro. La riscrittura dei termini significa che i contribuenti che non hanno ancora fatto nulla avranno due mesi per la presentazione dell' istanza, anche se bisogna prestare attenzione alle cause ostative, che ovviamente non sono sospese dalla proroga. Quindi si potrà procedere con più calma ma sempre nella consapevolezza che al momento di presentazione non vi devono essere condizioni di inammissibilità (tipo controlli fiscali in corso o procedimenti penali avviati sull' ambito applicativo della procedura). Interessante la situazione anche per chi ha già presentato l' istanza, che avrà tempo sino al 30 dicembre per correggere la stessa e presentare la relazione e anche per chi ha presentato sia istanza che relazione che comunque potrà integrare l' una e l' altra (forse addirittura se la procedura si è già conclusa con il pagamento del dovuto, a questo punto ritenuto erroneo). Unificato al 31 dicembre 2016 il termine di conclusione. Si scongiura così il rischio di accertamenti parziali (la norma sulla voluntary disclosure rinvia agli accertamenti parziali) notificati anno per anno a seconda della scadenza del periodo di imposta. Sotto questo profilo, la proroga fornisce il giusto lasso di tempo per analizzare e valutare le singole posizioni nel più ampio spirito di reciproca collaborazione. L' unificazione del termine proroga di un anno il potere di accertamento in favore dell' Agenzia, che avrà tempo sino al 31 dicembre 2016 per notificare: gli atti relativi al 2004, in caso di raddoppio dei termini, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22
1 ottobre 2015 Pagina 43 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 47 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Pubblico impiego. Precedenze in base a vicinanza e presenza di handicap Per i sindacati «rischio caos» Province, mobilità con corsie preferenziali MILANO Mobilità sì, ma con giudizio. Per non mettere a rischio il limite dei 50 chilometri fissato lo scorso anno (articolo 4, comma 2 del Dl 90/2014), il decreto sui «criteri generali» per la mobilità, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, apre una fitta rete di "corsie preferenziali", destinate a tutelare le categorie deboli e, più in generale, la vicinanza territoriale fra il vecchio e il nuovo posto. Prima di tutto, ovviamente, la questione riguarda gli " e s u b e r i " d e l l e Province, p e r c h é i l provvedimento rappresenta l' ultimo (e più importante) tassello per provare ad attuare la riforma. Più scoperto è il versante regionale, perché 9 Regioni su 15 a Statuto ordinario non hanno ancora approvato il riordino delle funzioni. I n o g n i c a s o , i l d e c r e t o d e l l a Funzione pubblica fissa una doppia griglia di "priorità", individuali e generali. Prima di tutto, chi oggi lavora nelle Città metropolitane capoluogo di Regione hanno la preferenza nei posti collocati nella stessa città. Un' altra precedenza è riconosciuta ai portatori di handicap grave (lo impone del resto l' articolo 21 della legge 104/1992) e ai lavoratori che assistono parenti portatori di handicap, mentre una quarta riguarda chi ha figli con meno di tre anni. Il Portale nazionale della mobilità tratterà queste precedenze in ordine di priorità (la più importante, quindi, è quella territoriale), e a parità di condizioni saranno determinanti il numero di famigliari a carico e l' età anagrafica. Tra i criteri generali, invece, il primo parametro è quello del personale in distacco o in comando, chiamato a dire «sì» al trasferimento definitivo, e due corsie ad hoc sono previste per la Polizia provinciale (destinata in parte a essere assorbita negli organici comunali, previa espressione della preferenza per il mantenimento della funzione) e per i dipendenti impegnati nella gestione dell' Albo degli autotrasportatori, che dovrebbero essere indirizzati al ministero delle Infrastrutture (sul passaggio dei centri per l' impiego, invece, si farà il punto oggi in StatoRegioni). Per il resto del personale si guarderà all' inquadramento, alla categoria e, «possibilmente», alle funzioni svolte. Funzionerà tutto l' impianto? Forti dubbi sono stati espressi ieri dai sindacati, che parlano di «rischio caos». Forte preoccupazione si respira anche negli stessi enti di area vasta, alle prese con bilanci all' osso e una spesa di personale che, se tutto andasse per il meglio, comincerebbe a ridursi solo dalla prossima primavera. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24
1 ottobre 2015 Pagina 47 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Consiglio di Stato. Stop alle corsie preferenziali in caso di bandi per servizi estranei al core business Limiti agli appalti diretti nelle Asl Anche se le norme sui risparmi dispesa in sanità consentono di affidare senza gara pubblica la stessa fornitura all' impresa che ha già contratti con la Pa, quest' ultima non può abusare di questa deroga affidando in via diretta servizi diversi. È di fatto un richiamo al corretto uso e risparmio dei fondi per beni e servizi quanto precisato dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 4133 depositata dalla terza sezione il 7 settembre, che ha annullato un affidamento disposto da un' azienda sanitaria locale con le norme speciali per la sanità del decreto "spending reviewbis" (lettera b e d, comma 13, articolo 15, Dl n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012) In base a tali disposizioni, le Asl «che abbiano proceduto alla rescissione del contratto, nelle more () delle gare indette in sede centralizzata o aziendale, possono, al fine di assicurare comunque la disponibilità dei beni e servizi indispensabili (), stipulare nuovi contratti accedendo a convenzioni q u a d r o a n c h e d i a l t r e regioni, o t r a m i t e affidamento diretto a condizioni più convenienti in ampliamento di contratto stipulato da altre aziende sanitarie mediante gare di appalto o forniture». Nel caso di specie, come contestato da un' impresa di strumenti medici, l' Asl nata dalla fusione di due ex aziende anziché indire una nuova gara per la vicina scadenza degli appalti di due ditte fornitrici di dispositivi diagnostici, aveva assegnato in via diretta a quest' ultime anche un distinto contratto per uniformare il sistema informatico radiologico dei vecchi enti. Per la Pa, la deroga era giustificata da un appalto già bandito per tali sistemi, ma in realtà per il globale riordino della tecnologia il servizio in esame non vi era alcuna delle prescritte convenzioni Consip o regionali. Per i giudici, la deroga ammette «l' utilizzo di altre convenzioni () sempre che tale utilizzo risulti più conveniente sotto il profilo economico (richiesto risparmio superiore al 20%, ndr) comparazione questa che presuppone logicamente la sostanziale omogeneità delle prestazioni richieste dall' amministrazione in entrambi i contratti». In particolare, essa «va applicata nei limiti ristretti indicati dal legislatore senza possibilità di interpretazioni estensive che sarebbero in contrasto con la portata precettiva della normativa comunitaria che obbliga l' affidamento degli appalti solo a mezzo di apposite gare a procedura aperta». Nel caso in esame, si è accertato che «non vi è identità di prestazioni» poiché oltre alla «gestione ordinaria del servizio» si bandiva anche un «servizio () più complesso di quello che era stato affidato da altre stazioni appaltanti». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26
1 ottobre 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Tribunale di Roma. La delibera non basta: è necessaria la dichiarazione di adesione dei «partecipanti» Pa, aumenti di capitale «scritti» Il negozio di sottoscrizione si perfeziona con lo scambio del consenso Q u a n d o u n a p u b b l i c a amministrazione sottoscrive un aumento di capitale sociale occorre derogare al principio secondo il quale il contratto di sottoscrizione è un contratto a forma libera, in quanto deve essere rispettata la regola della necessaria forma scritta, a pena di nullità, dei contratti nei quali sia parte una pubblica amministrazione; e ciò in quanto l' assunzione, da parte dello Stato o di enti pubblici, di partecipazioni in società di capitali implica che tali partecipazioni comportano l' assunzione di impegni verso la società. È quanto stabilito dal Tribunale di Roma nella sentenza n. 16930 del 31 luglio 2015, in una fattispecie in cui la Regione Lazio aveva sottoscritto un aumento di capitale sociale deliberato dalla società per azioni che gestisce l' aeroporto di Frosinone. Secondo il Tribunale di Roma, quando una società delibera l' aumento del suo capitale sociale, l' effetto modificativo del contratto sociale non si produce automaticamente con la deliberazione di aumento del capitale, ma per effetto del concorso della volontà della società emittente (espressa con la deliberazione d i aumento del capitale e con la conseguente offerta di sottoscrizione) con la volontà dei sottoscrittori del nuovo capitale deliberato e quindi, in una fase successiva e diversa da quella in cui la deliberazione di aumento del capitale sociale è stata assunta dall' assemblea dei soci della società emittente. Pertanto, ai fini del perfezionamento dell' operazione di aumento di capitale, la deliberazione assembleare, con la quale è stato approvato l' incremento quantitativo del capitale, è sicuramente necessaria, ma non sufficiente, in quanto è pur sempre necessaria la dichiarazione di adesione dei soci ovvero, se prevista, anche dei terzi; detta dichiarazione si manifesta appunto con la sottoscrizione di una quota dell' aumento deliberato. A sua volta, il negozio di sottoscrizione (con il quale il socio o il terzo aderiscono all' emissione delle nuove azioni) ha natura consensuale e si perfeziona con lo scambio del consenso fra il socio sottoscrittore o il terzo, da un lato, e la società emittente, dall' altro, per il tramite dell' organo amministrativo; pertanto, la deliberazione di aumento di capitale ben può configurarsi come una proposta contrattuale e la sottoscrizione del socio o del terzo come una accettazione di detta proposta, secondo il classico schema del contratto di natura consensuale. A tale riguardo, il Tribunale rammenta che il contratto di sottoscrizione di nuove azioni, emesse in sede Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28
1 ottobre 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore
1 ottobre 2015 Pagina 1 Italia Oggi Pubblica Amministrazione La nuova funzione, «Fattura PA», facilita il rapporto tra i rapporti dei consorziati e l' Agenzia delle Entrate Il 2 settembre scorso è entrato in vigore il dlgs sulla fattura elettronica tra privati: dal 1° luglio 2 0 1 6 l ' A g e n z i a d e l l e Entrate m e t t e r à a d i s p o s i z i o n e i l servizio g r a t u i t o p e r l a preparazione e l' invio dei documenti. Dal 2017 prenderà il via il regime opzionale con vantaggi fiscali per gli aderenti. I n t e m a d i fattura elettronica l ' i n d u s t r i a bancaria è all' avanguardia, e in particolare il Consorzio CBI, ha sviluppato una nuova funzione CBI "Fattura PA", attiva dal 6 dicembre 2013, che consente ad un Consorziato di interfacciarsi con il Sistema di Interscambio dell' Agenzia delle Entrate gestito da Sogei per l' invio di Fatture Elettroniche per conto dei propri clienti aziende creditrici o per la ricezione di fatture elettroniche per conto delle proprie clienti Pubbliche Amministrazioni debitrici. Il valore del servizio di fatturazione elettronica offerto dagli intermediari sulla rete CBI sia nella tratta B2B che nella tratta B2G, consiste nel supportare l' integrazione completa dell' intera financial value chain. L' efficienza derivante dalla dematerializzazione si ripercuote positivamente sull' intera collettività: Se si considera che con ogni fattura ricevuta in formato digitale si risparmiano circa 17 euro, 14 euro per il minor impiego di manodopera e 3 euro per la riduzione dei materiali e dello spazio utilizzato, il passaggio progressivo al formato digitale avrà un beneficio potenziale per la pubblica amministrazione di circa 1 miliardo di euro l' anno, grazie alla riduzione dei costi legati alle attività svolte, alla migliore accuratezza del processo, alla riduzione degli archivi e all' abbattimento dei tempi di esecuzione dei processi e quindi anche di pagamento. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 30
1 ottobre 2015 Pagina 30 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Chiarimenti della Direzione regionale Lombardia ai quesiti dei professionisti Voluntary multisegnalazioni L' Agenzia trasmetterà in procura due comunicazioni Doppia segnalazione in Procura per chi aderisce alla voluntary disclosure. Ma nulla da temere per il contribuente che non ha niente da nascondere oltre a quanto già raccontato al fisco in sede di collaborazione volontaria: la prima comunicazione effettuata dall' Agenzia delle entrate alla Procura della Repubblica serve per accertarsi che non vi siano cause ostative all' attivazione della procedura (indagini penali, rinvii a giudizio ecc.). La seconda comunicazione, invece, avverrà entro 30 giorni dalla data di versamento del quantum dovuto all' erario, al fine di escludere la punibilità per i reati individuati dalla norma. È quanto evidenzia la Direzione regionale Lombardia delle Entrate, che ha emanato ulteriori risposte ai quesiti trattati nell' ambito dell' osservatorio sulla voluntary disclosure costituito dagli ordini dei commercialisti della Lombardia (Codis). Una delle domande poste era volta a conoscere la portata operativa dell' obbligo di comunicazione al pm introdotta dalla legge n. 186/2014 per chi aderisce alla disclosure. La Direzione regionale ricorda che la presentazione dell' istanza «avvia, in modo naturale, una rete di rapporti molto stretta tra l' Agenzia delle entrate e l' autorità giudiziaria». Vi sono poi altre tipologie di comunicazioni che, invece, comportano effetti ben diversi per il contribuente. Una è la «ordinaria» trasmissione della notitia criminis ex articolo 331 cpp, da effettuare qualora la disclosure metta in luce illeciti penali non coperti dalla regolarizzazione. Da ultimo, laddove il contribuente abbia esibito atti o documenti falsi all' ufficio, sarà data apposita evidenza di tale circostanza, per l' eventuale configurabilità dello specifico reato introdotto dalla legge n. 186/2014. Revoca fiduciaria. Un altro quesito posto durante i lavori dell' osservatorio riguardava il caso di un contribuente che aveva già presentato e definito la voluntary disclosure. Il patrimonio detenuto in Svizzera era stato oggetto di rimpatrio giuridico, con mandato di gestione a una fiduciaria italiana in regime di risparmio amministrato. Ciò ha consentito quindi di beneficiare delle sanzioni ridotte a 1/6 del minimo. Tuttavia, nonostante i molti mesi trascorsi dal momento della chiusura della pratica, l' intestazione alla società fiduciaria risulta ancora in corso di perfezionamento, a causa di lungaggini di natura burocratica. Da qui la richiesta se fosse possibile revocare il mandato fiduciario e produrre il «lasciapassare fiscale» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 31
1 ottobre 2015 Pagina 30 Italia Oggi
1 ottobre 2015 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Imposte locali, proposta Anutel L' imposta patrimoniale locale proposta da chi l a v o r a n e g l i u f f i c i tributi. L ' A n u t e l , l ' Associazione nazionale uffici tributi degli enti locali, ha elaborato e messo a disposizione dei 4.300 uffici iscritti una proposta normativa di una nuova imposta patrimoniale locale, inviata anche alle massime cariche dello Stato, a tutti i p a r l a m e n t a r i e a l l ' Anci, l' Associazione nazionale dei comuni italiani. La proposta normativa si articola in due titoli e pone le basi per un Testo unico della finanza locale, « a f f i n c h é » , s p i e g a i l p r e s i d e n t e Francesco Tuccio, «si faccia finalmente ordine rispetto all' attuale puzzle di norme tributarie e offrendo al contempo la possibilità di integrare e armonizzare il testo con ulteriori titoli riferiti alle altre entrate comunali (tassa s u i rifiuti, tributi minori)». Il primo titolo contiene le disposizioni generali, trattando ad ampio raggio la gestione dei tributi locali e le regole generali comuni a più tributi; il secondo titolo entra nel merito della struttura di una ipotetica «imposta patrimoniale locale», analizzando nel dettaglio le criticità emerse in più di 20 anni d' imposizione locale ( t r a Ici, Imu e Tasi), cercando di fornire una soluzione normativa che tenga altresì in considerazione la giurisprudenza formatasi in questi anni sulle diverse tematiche. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33
1 ottobre 2015 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Oggi il via libera in Conferenza statocittà e autonomie. Premi agli enti in regola Soldi ai comuni penalizzati Trasferimenti compensativi per chi ha avuto più tagli Sono in arrivo i trasferimenti compensativi destinati ai comuni maggiormente penalizzati dal riparto del fondo di solidarietà 2015. La Conferenza statocittà e autonomie locali, infatti, dovrebbe dare oggi il via libera alla distribuzione dei 29,2 milioni messi a disposizione dall' art. 3, comma 4bis, del dl 78/2015 per ristorare parzialmente gli enti che hanno subito tagli più elevati a causa dell' applicazione del criterio dei fabbisogni standard. Quest' anno, per la prima volta, il fondo destinato ai sindaci (ormai alimentato interamente da risorse comunali) è s t a t o assegnato tenendo conto anche del parametro (introdotto dalla normativa sul federalismo fiscale) che misura il «costo giusto» dei servizi. Anzi, più esattamente, si è considerata la differenza fra le capacità fiscali dei singoli comuni (che indica il livello standard delle entrate su cui si può fare conto) e i fabbisogni standard. Tale criterio, decisamente innovativo, è stato applicato a una quota del fondo pari al 20%. Questa metodologia, tuttavia, ha amplificato l' impatto del riparto con effetti di riduzione di risorse particolarmente incisivi su numerosi comuni, per lo più di minore dimensione demografica. A fronte di un ammontare oggetto di riparto pari a 740 milioni di euro (il 4,8% circa delle risorse complessive di riferimento dei comuni delle regioni a statuto ordinario), l' effetto del riparto (in positivo e in negativo) arriva a superare il doppio di tale percentuale. Al fine di contenere tale effetto, in sede di conversione del dl 78, è stata prevista la messa a disposizione delle economie residue sul fondo 2014, pari a 29,2 milioni di euro. Secondo Ifel, l' intervento coinvolge oltre 2.600 comuni, di cui quasi 2.400 al di sotto dei 10 mila. Gli enti più significativamente beneficiati saranno quelli che registrano una riduzione di risorse da perequazione maggiore del 3% delle risorse di riferimento. Si tratta di sono oltre 1.200 comuni, di cui circa 1.150 inferiori ai 10 mila abitanti. Il beneficio approssimativamente stimabile per questa fascia di enti ammonta, sulla base delle risorse rese disponibili, intorno al 35% del maggior taglio subito. Le somme assegnate ai beneficiari non saranno inglobate nel fondo, ma erogate come trasferimento erariale una tantum, da contabilizzare a titolo II (mentre il fondo va a titolo I). Esse saranno valide ai fini del Patto di stabilità interno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34
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