AMMINISTRAZIONE DIGITALE - GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF - Ernesto Belisario Francesca Ricciulli Stelio Pagnotta - Comune di Rimini

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE - GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF - Ernesto Belisario Francesca Ricciulli Stelio Pagnotta - Comune di Rimini
Ernesto Belisario Francesca Ricciulli Stelio Pagnotta

 
AMMINISTRAZIONE
DIGITALE
GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF
AMMINISTRAZIONE DIGITALE - GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF - Ernesto Belisario Francesca Ricciulli Stelio Pagnotta - Comune di Rimini
Ernesto Belisario Francesca Ricciulli Stelio Pagnotta

AMMINISTRAZIONE
DIGITALE
GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF
ERNESTO BELISARIO
Avvocato cassazionista, è specializzato in diritto amministrativo e scienza dell’amministrazione.
Si occupa da anni di diritto delle tecnologie e innovazione nel settore pubblico, assistendo imprese e
pubbliche amministrazioni in questioni relative al diritto delle tecnologie e del diritto amministrativo in am-
bito stragiudiziale e giudiziale.
È stato Consigliere del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e componente del
Tavolo permanente per l’innovazione e l’Agenda digitale italiana.
È il curatore di lapadigitale.it, progetto di informazione e formazione di Maggioli Editore.

                                            FRANCESCA RICCIULLI
Avvocato. Assiste pubbliche amministrazioni, imprese e società pubbliche in questioni relative al diritto
amministrativo e al diritto delle tecnologie, con particolare riferimento alla trasparenza dell’attività ammi-
nistrativa, ai contratti pubblici e alle varie implicazioni del processo di digitalizzazione delle pubbliche am-
ministrazioni.

                                             STELIO PAGNOTTA
ICT e communication consultant. Si occupa di comunicazione istituzionale, con particolare riferimento al
settore della digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Giornalista pubblicista, è autore di articoli e pubblicazioni in materia di diritto delle nuove tecnologie e in-
novazione nella PA.

                                            ISBN: 978.88.916.4955.3

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Indice

Introduzione...........................................................................................................................................................   Pag. 5
1. Il processo di trasformazione digitale della PA italiana ...............................................................................                                »    7
     1.1. Il quadro normativo: dal CAD al Decreto “Semplificazioni”.........................................................................                               »    7
     1.2. La strategia nazionale...............................................................................................................................            »    9
2. Obblighi e diritti in materia di trasformazione digitale................................................................................                                »   14
   2.1. L’organizzazione.......................................................................................................................................            »   14
        2.1.1. Il responsabile per la transizione al digitale (RTD) ..........................................................................                             »   15
        2.1.2. Gap analysis e pianificazione.........................................................................................................                      »   17
   2.2. Il procedimento amministrativo informatico..............................................................................................                           »   18
   2.3. I servizi online...........................................................................................................................................        »   19
   2.4. I diritti digitali............................................................................................................................................     »   20
3. Gli switch off..................................................................................................................................................        »   25
   3.1. SPID e CIE: lo switch off delle identità digitali ...........................................................................................                      »   25
        3.1.1. SPID – Il Sistema pubblico di identità digitale.................................................................................                            »   27
        3.1.2. CIE – La carta d’identità elettronica ...............................................................................................                       »   29
   3.2. PagoPA: lo switch off dei pagamenti informatici .......................................................................................                            »   31
   3.3. AppIO: lo switch off dei servizi online .......................................................................................................                    »   33
4. Sanzioni e responsabilità .............................................................................................................................                 »   36
   4.1. La responsabilità dell’amministrazione nei confronti degli utenti...............................................................                                   »   36
   4.2. Le forme di tutela dei diritti digitali ...........................................................................................................                »   36
   4.3. Le sanzioni...............................................................................................................................................         »   38
Schede operative per gli switch off....................................................................................................................                    » 40
La PA Digitale........................................................................................................................................................     » 43

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Dopo aver fatto sempre la stessa cosa nello stesso modo per due anni,
                                           inizia a guardarla con attenzione.
                                 Dopo cinque anni, guardala con sospetto.
                   E dopo dieci anni, gettala via e ricomincia di nuovo tutto.

                                                     (Alfred Edward Perlman)

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Introduzione

   Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione ha avuto di recente una brusca accelera-
zione a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

   Dopo una prima fase di digitalizzazione forzata di alcune attività amministrative – che si è resa necessaria
in seguito all’adozione da parte del Governo italiano di misure di contenimento della pandemia – nel corso
dei mesi è emersa con evidenza l’esigenza di giungere, in prospettiva futura, alla conclusione del percorso
di trasformazione digitale avviato oltre quindici anni fa ma ancora, in larga parte, incompiuto.

    Il Decreto Legge “Semplificazioni” (D.l. n. 76/2020) contiene alcune disposizioni molto rilevanti in mate-
ria di digitalizzazione dell’attività amministrativa: si tratta di uno dei provvedimenti normativi più importan-
ti degli ultimi anni.

    La parola chiave è “switch off”, cioè “spegnere”, ovvero abbandonare le modalità di lavoro ed erogazio-
ne dei servizi diverse da quelle indicate dal Legislatore. Dopo una lunga convivenza forzata con la carta, la
modalità digitale diventa (obbligatoriamente) l’unica modalità di gestione dei procedimenti amministrativi e
di erogazione di servizi pubblici a cittadini e imprese. Gli utenti, ormai, sono sempre più abituati a informar-
si, comunicare, comprare e lavorare online. È però ancora troppo basso il numero degli italiani che usufru-
isce dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni. Colpa di sistemi e piattaforme spesso molto di-
versi tra di loro, scarsamente usabili e progettati senza mettere al centro le esigenze degli utenti.

   Per questo motivo, il Decreto “Semplificazioni” – dando per ormai acquisiti vari obblighi tra cui, ad esem-
pio, quelli sulla gestione dei documenti e degli archivi – si è focalizzato sulle attività della PA necessarie per
consentire la facile fruizione dei servizi online.

  Due le novità rispetto al passato. Da un lato il termine assai breve dato alle amministrazioni per organiz-
zarsi e una scadenza ravvicinatissima: il 28 febbraio 2021. Dall’altro, l’obbligo di ricorrere a soluzioni, siste-
mi e piattaforme unici per tutte le amministrazioni (SPID, CIE, pagoPA, appIO).

  Il segnale è chiaro: non ci sono più scuse per rimandare la trasformazione digitale che diventa, quindi,
una vera e propria urgenza per tutte le amministrazioni.

     Finita l’era delle soluzioni autarchiche, la scelta del Legislatore è quella di imporre l’adozione e l’uso di
infrastrutture (materiali e immateriali) condivise tra tutte le amministrazioni. L’obiettivo è quello di ridurre i co-
sti, accrescendo contestualmente la qualità dei servizi.

     La presente analisi si propone di mettere in fila le prossime scadenze per provare a stimolare un approc-
cio alla trasformazione digitale in cui i singoli adempimenti, non più trattati come monadi, siano considera-
ti, in una prospettiva unitaria, come una parte di una strategia complessiva.

  La scelta di realizzare una guida agli switch off trova ragion d’essere proprio nella necessità per le ammi-

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

    nistrazioni di avere, alla luce dei recenti interventi legislativi, un quadro sistematico e aggiornato delle nor-
    me vigenti.

      Questo testo – almeno nelle intenzioni e anche attraverso il tono discorsivo dell’esposizione – vuole es-
    sere utile non solo alle amministrazioni, ma anche ai loro fornitori e consulenti che vogliano approfondire in
    modo agevole le attività da porre in essere per concludere il processo di trasformazione digitale.

       La trattazione, che non ha pretesa di esaustività, mira a fornire una sintetica ma puntuale guida alle prin-
    cipali scadenze che vengono analizzate criticamente con l’indicazione di tutte le risorse utili per un ulterio-
    re approfondimento.

       Siamo sempre più convinti, infatti, che la crescente complessità delle regole dell’amministrazione digita-
    le sia una delle ragioni della loro scarsa attuazione.

      Il primo capitolo è dedicato all’introduzione alla normativa e alla strategia nazionale sulla trasformazio-
    ne digitale.

      Il secondo capitolo contiene una ricostruzione complessiva degli obblighi in capo alle amministrazioni e
    dei diritti digitali di cittadini e imprese.

      Il terzo capitolo approfondisce gli switch off del 28 febbraio 2021 e le attività da effettuare entro tale data.

      Il quarto capitolo, infine, ricostruisce le sanzioni e le responsabilità per gli Enti che non ottemperano al
    dettato normativo.

      L’obiettivo, ambizioso, è quello di aiutare le amministrazioni in questo delicato passaggio, fondamentale
    per renderle sempre meno distanti dai cittadini e sempre più orientate al servizio della comunità.

      Roma, febbraio 2021

                                                                                                            Gli Autori

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1. Il processo di trasformazione digitale della PA italiana

1.1. Il quadro normativo: dal CAD al Decreto “Semplificazioni”

   Per comprendere il ruolo e la rilevanza delle novità da ultimo introdotte dal Legislatore e oggetto della
presente analisi occorre prendere le mosse da una breve ricostruzione del contesto e delle principali tappe
dell’evoluzione della normativa in materia di amministrazione digitale. La diffusione delle tecnologie dell’in-
formazione e della comunicazione (ICT), l’innovazione e l’evoluzione normativa sono legate da un rapporto
molto stretto di reciproca influenza. Se accelerazione tecnologica e produzione normativa, infatti, non pro-
cedono di pari passo, le norme rischiano di diventare un ostacolo allo sviluppo o troppo obsolete rispetto
alla realtà che ambiscono a disciplinare.

   È a partire dai primi anni ‘90 che il Legislatore nazionale ha iniziato a porre sempre maggiore attenzio-
ne alla modernizzazione e alla digitalizzazione dell’azione amministrativa del settore pubblico. Si è così pro-
gressivamente iniziato a disciplinare l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in am-
bito pubblico.

   Tuttavia, almeno all’inizio, si è trattato di un percorso che si è sviluppato con una serie di interventi non
omogenei che hanno disciplinato singoli segmenti dell’azione amministrativa, non collegati tra loro in ma-
niera sistematica.

  Tra questi provvedimenti è possibile richiamare:

– il decreto legislativo n. 39 del 1993 che ha dettato le prime disposizioni organizzative in materia di siste-
  mi informativi pubblici;
– la legge n. 59 del 1997 (c.d. Legge “Bassanini”), il decreto del Presidente della Repubblica n. 513 del
  1997 che conteneva il regolamento con criteri e modalità per la formazione, l’archiviazione e la trasmis-
  sione di documenti con strumenti informatici e telematici;
– la legge n. 4 del 2004 sull’accessibilità degli strumenti informatici (c.d. Legge “Stanca”);
– il decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 2005 che ha istituito e regolato le modalità di utiliz-
  zo della posta elettronica certificata.

   Tappa fondamentale del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana è stata però
l’adozione del D.lgs. n. 82 del 2005, recante “Codice dell’amministrazione digitale”, noto anche co-
me “CAD”.

   Il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 è stato adottato in modo da definire il quadro normativo in ma-
teria di informatizzazione della pubblica amministrazione, dettando un triplice ordine di norme:

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

    a) disposizioni sul valore giuridico-probatorio del documento informatico;
    b) obblighi a contenuto informatico per le pubbliche amministrazioni;
    c) diritti digitali degli utenti.

       La struttura del Codice è articolata in una prima parte (Capo I, artt. 3-19) nella quale sono disciplinati i
    principi generali e le norme di carattere organizzativo, seguita da una serie di sezioni dedicate a specifici
    ambiti dell’informatizzazione della pubblica amministrazione.

       All’interno del Capo I si rinviene anche la “Carta della cittadinanza digitale” (artt. 3-9) che contiene il nu-
    cleo minimo dei diritti di cittadinanza digitale di cittadini e imprese.

       I Capi II, III e IV (artt. 20-49) disciplinano le modalità di formazione di un documento informatico, di fir-
    ma e di protocollazione, per poi passare alle altre fasi del ciclo di vita del documento informatico: gestio-
    ne, trasmissione e conservazione nel tempo. È stato inoltre necessario disciplinare ulteriori aspetti fonda-
    mentali per il corretto funzionamento del sistema: regolare le modalità attraverso le quali le amministrazio-
    ni possono scambiare e utilizzare i dati in proprio possesso (artt. 50-62); prevedere la possibilità per citta-
    dini e imprese di accedere ai servizi erogati in rete dalle amministrazioni (art. 63-66 sistemi di accesso on
    line); dettare regole per le pubbliche amministrazioni per lo sviluppo, acquisizione e riuso dei sistemi infor-
    matici (artt. 68-69).

        Con il CAD, quindi, il Legislatore italiano ha inteso riunire, riordinare e integrare le norme esistenti, con
    l’obiettivo di racchiudere in un’unica fonte i principi, le regole e gli istituti fondamentali nel percorso di digi-
    talizzazione e semplificazione dell’azione amministrativa.

       Il Codice è entrato in vigore il 1° gennaio 2006 ed è stato oggetto di ripetuti interventi di riforma da par-
    te del Legislatore. Proprio per la peculiarità della materia, esposta a mutamenti ed evoluzioni molto rapide,
    si è reso infatti più volte necessario intervenire sul testo originario.

       I diversi interventi di modifica hanno riguardato – oltre alle singole previsioni – lo stesso impianto del te-
    sto normativo, con specifico riferimento ai soggetti destinatari delle previsioni (e quindi degli obblighi) in es-
    so contenuti.

      Se la versione originaria del CAD, infatti, prevedeva che lo stesso fosse destinato solo alle pubbliche am-
    ministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, D.lgs. n. 165/2001 e alle società ed enti inseriti nel conto economico
    consolidato dello stato (redatto da Istat), a seguito del D.lgs. n. 179/2016 e del D.lgs. n. 217/2017, è stato
    novellato l’art. 2, comma 2 del Codice prevedendo che le disposizioni in esso contenute si applichino anche:

    • ai gestori di servizi pubblici, ivi comprese le società quotate, in relazione ai servizi di pubblico interesse;
    • alle società a controllo pubblico così come individuate in base al D.lgs. n. 175/2016.

      Il comma 3 e il comma 4 dell’art. 2 specificano, inoltre, rispettivamente che:

    • con riferimento al documento informatico, alle firme elettroniche e ai servizi fiduciari di cui al Capo II, al-
      la riproduzione e conservazione dei documenti di cui agli articoli 43 e 44, al domicilio digitale e alle co-
      municazioni elettroniche di cui all’articolo 3-bis e al Capo IV, all’identità digitale di cui agli articoli 3-bis e
      64, le disposizioni del Codice e le relative Linee guida concernenti si applicano anche ai privati, ove non
      diversamente previsto;
    • con riferimento alle disposizioni di cui al Capo V, concernenti l’accesso ai documenti informatici e la fru-
      ibilità delle informazioni digitali, si applicano anche agli organismi di diritto pubblico.

       Per quando riguarda, invece, l’ambito oggettivo di applicazione del Codice, le materie escluse sono di-
    sciplinate sempre dall’art. 2 ai commi 6 e 6-bis.

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE – GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF

   In particolare, l’art. 2 comma 6 prevede che

                  “Le disposizioni del presente Codice non si applicano limitatamente all’esercizio delle attività e
               funzioni di ordine e sicurezza pubblica, difesa e sicurezza nazionale, polizia giudiziaria e polizia eco-
               nomico-finanziaria e consultazioni elettorali, nonché alle comunicazioni di emergenza e di allerta in
               ambito di protezione civile. Le disposizioni del presente Codice si applicano al processo civile, pe-
               nale, amministrativo, contabile e tributario, in quanto compatibili e salvo che non sia diversamente
               disposto dalle disposizioni in materia di processo telematico”.

   Mentre il comma 6-bis prevede che

                    “Ferma restando l’applicabilità delle disposizioni del presente decreto agli atti di liquidazione, ret-
               tifica, accertamento e di irrogazione delle sanzioni di natura tributaria, con decreto del Presidente
               del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato, adottato su proposta del Ministro dell’economia e
               delle finanze, sono stabiliti le modalità e i termini di applicazione delle disposizioni del presente Co-
               dice alle attività e funzioni ispettive e di controllo fiscale”.

  La normativa contenuta nel CAD è spesso integrata da regole tecniche contenute in specifiche linee gui-
da tematiche adottate dall’Agenzia per l’Italia digitale.

   Il processo di progressiva attuazione del principio del “digital first” ha trovato compimento da ultimo con
l’adozione del decreto legge 16 luglio 2020, n. 76, recante “Misure urgenti per la semplificazione e l’innova-
zione digitale”, Decreto c.d. “Semplificazioni”, convertito con modificazioni dalla L. 11 settembre 2020,
n. 120, entrata in vigore dal 15 settembre 2020. Il provvedimento è stato adottato dal Governo con l’obiet-
tivo di completare il processo di innovazione e semplificazione del settore pubblico italiano, incompiuto da
troppi anni e reso ancora più urgente a seguito della pandemia.

    Con specifico riferimento alla trasformazione digitale, il decreto reca un corposo numero di norme volte,
in particolare, ad accelerare il processo di digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministra-
zione, a rendere effettivo il diritto di accedere ai servizi in rete mediante le identità digitali, a privilegiare l’uti-
lizzo della comunicazione telematica, anche nella prospettiva di superamento del digital divide. Sono intro-
dotte, inoltre, disposizioni che ridisegnano la governance del digitale e danno impulso ai processi di razio-
nalizzazione delle infrastrutture, condivisione del patrimonio informativo pubblico e messa in sicurezza dei
sistemi informativi.

    Il Decreto “Semplificazioni” apporta rilevanti modifiche al Codice dell’amministrazione digitale: tra tutte le
novità, particolare rilevanza assumono gli switch off previsti per il 28 febbraio 2021 in tema di identità digi-
tali, pagamenti informatici e appIO.

1.2. La strategia nazionale

    La trasformazione digitale della pubblica amministrazione non è solo oggetto di provvedimenti normati-
vi, ma è anche obiettivo di numerosi documenti strategici nazionali ed europei.

  Già nel marzo 2010 la Commissione europea ha presentato “Europa 2020 – Una strategia per una
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” con l’intento di preparare l’UE per le sfide del decennio.

   Tra le sette iniziative faro della strategia Europa 2020 c’era l’Agenda digitale europea il cui scopo
era fare leva sul potenziale delle tecnologie ICT per favorire innovazione, progresso e crescita economica,
avendo come obiettivo principale lo sviluppo del mercato unico digitale. La Strategia Europa 2020 si pone-
va obiettivi ambiziosi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/ener-

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

     gia e individuava, all’interno di un mercato digitale unico europeo, gli obiettivi per sviluppare l’economia e
     la cultura digitale in Europa, lasciando a tutti gli Stati membri il compito di definire le proprie priorità e stra-
     tegie nazionali.

          In particolare, l’Agenda digitale europea individuava 8 azioni fondamentali (chiamate pilar o pilastri):

     1.   un mercato digitale unico e dinamico;
     2.   interoperabilità e standard;
     3.   fiducia e sicurezza informatica;
     4.   accesso ad internet veloce e superveloce;
     5.   ricerca e innovazione;
     6.   miglioramento dell’alfabetizzazione, delle competenze e dell’inclusione nel mondo digitale;
     7.   servizi digitali;
     8.   internazionalizzazione.

        In questo quadro, la possibilità di utilizzare strumenti telematici nei rapporti con la pubblica amministra-
     zione è diventato un elemento essenziale per migliorare l’efficienza in termini di costi e la qualità dei servi-
     zi offerti ai cittadini e alle imprese. A tal fine, la Commissione europea ha definito anche un piano d’azione
     per l’e-Government 2016-2020.

         Sulla base delle indicazioni fornite a livello europeo, il 1° marzo 2012 è stata istituita l’Agenda digitale
     italiana. L’Italia ha elaborato una propria strategia, che enfatizza la complementarietà tra il livello naziona-
     le, regionale e locale e che individuava priorità e azioni da compiere e da misurare sulla base di specifici in-
     dicatori, in linea con quelli dell’Agenda digitale europea.

          Il Governo italiano, nel 2015, ha quindi approvato due programmi strategici per il Paese:

     • il Piano nazionale Banda Ultra Larga, che ha l’obiettivo di contribuire a ridurre il gap infrastrutturale
       esistente nel Paese attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infra-
       strutture di telecomunicazione fisse e mobili e rappresenta il quadro nazionale di riferimento per le inizia-
       tive pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga in Italia;
     • la Strategia per la crescita digitale 2014-2020, che individua una serie di azioni e progetti strategici
       per la digitalizzazione delle amministrazioni.

       In questo contesto la Commissione europea ha proposto di istituire all’interno della programmazione
     2021-2027 il programma “Europa digitale”, un nuovo programma volto ad accrescere e massimizzare i
     vantaggi della trasformazione digitale per tutti i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese europee.

         All’attuazione dell’Agenda digitale italiana partecipano diversi soggetti e attori istituzionali. Innanzitutto,
     in base a quanto previsto dall’articolo 14-bis del Codice dell’amministrazione digitale, l’Agenzia per l’Ita-
     lia digitale è preposta alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana, in coerenza con gli indi-
     rizzi dettati dal Presidente del Consiglio dei ministri o dal Ministro delegato. In particolare, l’AgID promuove
     l’innovazione digitale nel Paese e l’utilizzo delle tecnologie digitali nell’organizzazione della pubblica ammi-
     nistrazione e nel rapporto tra questa, i cittadini e le imprese.

        Insieme all’Agenzia per l’Italia digitale, a partire dal 2020, operano il Dipartimento per la trasformazione
     digitale istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e la società PagoPA S.p.A, nata per ef-
     fetto del decreto legge n. 135/2018, c.d. “Semplificazioni”.

        Il Dipartimento per la trasformazione digitale è la struttura di supporto alla Presidenza del Consiglio dei
     Ministri per la promozione e il coordinamento delle azioni del Governo finalizzate alla definizione di una stra-
     tegia unitaria in materia di trasformazione digitale e di modernizzazione del Paese attraverso le tecnologie

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE – GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF

digitali. PagoPA S.p.A., invece, è una società partecipata dallo Stato, il cui obiettivo è la diffusione del siste-
ma di pagamenti e servizi digitali nel Paese, attraverso la gestione della piattaforma pagoPA e di progetti in-
novativi legati ai servizi pubblici come IO, l’app per i servizi pubblici.

    La declinazione della strategia in materia di digitalizzazione avviene attraverso il Piano triennale per
l’informatica nella pubblica amministrazione. Il Piano triennale è il documento di indirizzo strategico
ed economico che guida operativamente la trasformazione digitale della pubblica amministrazione fornen-
do indicazioni sulle attività, sui progetti e sulle azioni che le amministrazioni devono intraprendere.

   Il Codice dell’amministrazione digitale, all’articolo 14-bis, lettera b), prevede che Il Piano triennale sia re-
datto dall’Agenzia per l’Italia digitale e adottato entro il 30 settembre di ogni anno dal Presidente del Consi-
glio dei ministri o dal ministro delegato. L’articolo, nel dettaglio, specifica che AgID svolge

                  “funzioni di programmazione e coordinamento delle attività delle amministrazioni per l’uso del-
              le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, mediante la redazione e la successiva verifi-
              ca dell’attuazione del Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione contenente la
              fissazione degli obiettivi e l’individuazione dei principali interventi di sviluppo e gestione dei sistemi
              informativi delle amministrazioni pubbliche. Il predetto Piano è elaborato dall’AgID, anche sulla ba-
              se dei dati e delle informazioni acquisiti dai soggetti di cui all’articolo 2, comma 2, ed è approvato
              dal Presidente del Consiglio dei ministri o dal Ministro delegato entro il 30 settembre di ogni anno”.

   Nel maggio del 2017, l’Agenzia per l’Italia digitale ha pubblicato il primo Piano triennale per l’informatica
nella pubblica amministrazione, per il triennio 2017-2019. Il documento, sin dalla sua prima edizione, pre-
vedeva oltre alle indicazioni strategiche, una serie di azioni a carico delle amministrazioni necessarie ad av-
viare ed implementare i processi di trasformazione digitale.

   Un primo aggiornamento del Piano 2017-2019 è stato pubblicato nel 2019, con la previsione di 90 linee
di azione – alcune a carico di AgID o della Presidenza del Consiglio, altre a carico delle amministrazioni –
per la digitalizzazione della pubblica amministrazione.

    Da ultimo, nell’agosto del 2020 è stato pubblicato un ulteriore aggiornamento del Piano triennale che
copre il triennio 2020-2022. Pur rappresentando un’evoluzione delle precedenti edizioni e pur ponendo-
si in continuità con le stesse, l’approccio alla stesura del nuovo Piano risulta in parte rivoluzionato con l’in-
troduzione – per ciascun capitolo – di specifici obiettivi e risultati attesi da raggiungere attraverso specifi-
che azioni.

    Il Piano 2020 si compone di tre parti, articolate in capitoli tematici: la prima parte fornisce un quadro di
riferimento e indica i principi e gli obiettivi strategici del Piano; la seconda è dedicata alle componenti tec-
nologiche: servizi, dati, piattaforme, infrastrutture, interoperabilità, sicurezza informatica; nella terza parte
sono riportati gli strumenti di governance della trasformazione digitale. Sono nove, invece, capitoli tematici,
di cui sei sullo sviluppo delle componenti tecnologiche dell’amministrazione digitale e tre relativi alla gover-
nance del processo di trasformazione.

  Alla base del Piano triennale 2020-2022 ci sono dieci principi in relazione ai quali vengono declinati gli
obiettivi da raggiungere:

              • digital first (digitale come prima opzione): le pubbliche amministrazioni devono realizzare ser-
                vizi primariamente digitali;
              • digital identity only (accesso esclusivo mediante identità digitale): le PA devono adottare in
                via esclusiva sistemi di identità digitale definiti dalla normativa;
              • cloud first (cloud come prima opzione): le pubbliche amministrazioni, in fase di definizione di
                un nuovo progetto e di sviluppo di nuovi servizi, adottano primariamente il paradigma cloud, te-
                nendo conto della necessità di prevenire il rischio di lock-in;

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

                   • servizi inclusivi e accessibili: le pubbliche amministrazioni devono progettare servizi pubbli-
                     ci digitali che siano inclusivi e che vengano incontro alle diverse esigenze delle persone e dei
                     singoli territori;
                   • dati pubblici un bene comune: il patrimonio informativo della pubblica amministrazione è un
                     bene fondamentale per lo sviluppo del Paese e deve essere valorizzato e reso disponibile ai cit-
                     tadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile;
                   • interoperabile by design: i servizi pubblici devono essere progettati in modo da funzionare
                     in modalità integrata e senza interruzioni in tutto il mercato unico esponendo le opportune API;
                   • sicurezza e privacy by design: i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo
                     sicuro e garantire la protezione dei dati personali;
                   • user-centric, data driven e agile: le amministrazioni sviluppano i servizi digitali, prevedendo
                     modalità agili di miglioramento continuo, partendo dall’esperienza dell’utente e basandosi sulla
                     continua misurazione di prestazioni e utilizzo.
                   • once only: le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese
                     informazioni già fornite;
                   • transfrontaliero by design (transfrontaliero per costruzione): le pubbliche amministrazioni de-
                     vono rendere disponibili a livello transfrontaliero i servizi pubblici digitali rilevanti.

        Il Piano triennale è basato sul “Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della
     Pubblica amministrazione” (“Modello strategico”), nell’ambito del quale sono inquadrati i progetti, le ini-
     ziative e i programmi per la trasformazione digitale della PA.

     Figura 1. Piano triennale ICT 2020-2022 – Rappresentazione del modello strategico di evoluzione del sistema infor-
     mativo della pubblica amministrazione

         Innanzitutto, il modello pone particolare attenzione al tema dei servizi digitali. La strategia compren-
     de una serie di azioni finalizzate a favorire il progressivo sviluppo e la diffusione di servizi digitali accessibi-
     li e usabili, attraverso la diffusione del paradigma open source e la realizzazione di strumenti che agevolino
     e rendano più fruibile l’accesso e l’utilizzo dei servizi.

       Con riferimento al tema dei dati, la strategia prevede una serie di azioni per la valorizzazione del patri-
     monio informativo pubblico attraverso lo sviluppo delle le basi di dati di interesse nazionale e del paradig-
     ma dei dati aperti.

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE – GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF

   Le piattaforme comprendono tutti i servizi infrastrutturali (piattaforme abilitanti come SPID, pagoPA,
ANPR, IO, ecc.) e tutte le soluzioni applicative sufficientemente generiche (ad es. NoiPA) che agevolano e
riducono i costi per la realizzazione di nuovi servizi e uniformano gli strumenti utilizzati dagli utenti finali du-
rante la loro interazione con la pubblica amministrazione.

   La strategia legata alle infrastrutture IT nazionali ha l’obiettivo di aumentare la sicurezza, ridurre il co-
sto delle infrastrutture tecnologiche e migliorare la qualità dei servizi della PA.

  Con riferimento alle componenti trasversali:

• il modello di interoperabilità definisce i meccanismi che facilitano e garantiscono la corretta interazio-
  ne tra gli attori del sistema (cittadini, imprese, PA), favorendo la condivisione trasparente dei dati, infor-
  mazioni, piattaforme e servizi. La pubblica amministrazione dovrà seguire linee guida e standard per ga-
  rantire lo scambio di dati e servizi con altri sistemi;
• la sicurezza comprende le attività per la regolazione e regolamentazione della cybersecurity nella PA.
  Sono inoltre identificati tutti gli altri aspetti che concorrono a rendere sicuri e affidabili i sistemi informa-
  tici, nonché le attività di indirizzo e la strumentazione correlata agli adempimenti per il rispetto della ri-
  servatezza.

   Per attuare la strategia nazionale, come previsto dal Piano triennale per l’informatica nella PA e ribadito
dalla circolare del Ministero della pubblica amministrazione n. 3 del 2018, ogni amministrazione deve predi-
sporre un proprio documento strategico: il Piano triennale ICT. Oltre ad essere un obbligo, la redazione del
piano triennale per l’informatica dell’ente è fondamentale per organizzare tutte le attività relative all’attua-
zione della transizione digitale dell’ente che richiedono programmazione (adempimenti, acquisti informatici,
migrazione dei servizi, formazione del personale, ecc.).

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2. Obblighi e diritti in materia di trasformazione digitale

     2.1. L’organizzazione

        Costituisce principio ormai generalmente acquisito che l’uso dell’informatica e delle tecnologie dell’infor-
     mazione e della comunicazione (ICT – Information & Communication Technologies) sia una delle principali
     soluzioni per uscire dalla grave crisi di risultati (e di credibilità) in cui versa l’amministrazione italiana.

        Per questo, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla diffusione sempre più capillare, delle tecnologie in-
     formatiche e telematiche negli uffici pubblici e nei processi di lavoro delle amministrazioni. In questa prima
     fase del processo di digitalizzazione dell’azione amministrativa sono stati privilegiati lo sviluppo delle infra-
     strutture base e l’introduzione delle nuove tecnologie è stata limitata alla mera riproduzione di processi e
     modelli burocratici già esistenti.

         Spesso, inoltre, è stato commesso l’errore di ritenere che l’introduzione materiale delle tecnologie negli
     uffici potesse migliorare di per sé l’efficacia e l’efficienza del settore pubblico.

        L’esperienza della digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana ha dimostrato, invece, che ta-
     le approccio riduttivo ha limitato fortemente i benefici conseguibili con l’uso dell’informatica, determinando
     spesso il fallimento di ambiziosi programmi e progetti.

        Gli obiettivi della trasformazione digitale sono sempre più complessi e per il raggiungimento degli stessi
     le pubbliche amministrazioni hanno bisogno, prima di tutto e ancor prima rispetto all’approvvigionamento
     di tecnologie, di un’adeguata organizzazione.

        Partendo da tale convinzione, il presente capitolo si propone di definire e riportare a sistema alcuni ob-
     blighi da anni posti in capo alle pubbliche amministrazioni. Il corretto adempimento di questi ultimi costitu-
     isce il presupposto fondamentale per avviare il processo di piena digitalizzazione a cui ambiscono gli swi-
     tch off approfonditi nel capitolo seguente.

        L’organizzazione della trasformazione si sostanzia da una parte nella definizione dei ruoli e delle respon-
     sabilità di coloro che lavoreranno alla stessa, dall’altra nella pianificazione degli aspetti organizzativi, ammi-
     nistrativi e tecnologici necessari per perseguirla.

        Risulta fondamentale la consapevolezza del fatto che le scadenze e gli obblighi fissati dalla normativa e
     dalla strategia non sono autodeterminati e, di conseguenza, non possono essere posticipati ad un momen-
     to in cui la singola organizzazione sarà pronta o li riterrà finalmente prioritari. È vero altresì, però, che ogni
     ente, come il contesto in cui opera, è diverso e che, dunque, nell’ambito di quanto disposto dalla strategia
     nazionale, definisce propri obiettivi e priorità.

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE – GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF

   Proprio per questo motivo, la normativa vigente impone alle pubbliche amministrazioni di nominare ap-
posite figure a cui affidare le attività di adeguamento tecnologico e organizzativo indispensabili per assicu-
rare il pieno adempimento degli obblighi previsti dal Legislatore (come il responsabile per la transizione al
digitale, il responsabile della gestione documentale e il responsabile della conservazione).

2.1.1. Il responsabile per la transizione al digitale (RTD)

   Come anticipato, prima di tutto devono essere definiti i ruoli e le responsabilità dei processi di trasfor-
mazione digitale. Per consentire una più efficace e organica applicazione della normativa, il CAD impone a
ciascuna pubblica amministrazione di dotarsi di un’adeguata organizzazione, nominando un Responsa-
bile per la transizione alla modalità digitale la cui figura è descritta nell’art. 17 del D.lgs. n. 82/2005.

   L’art. 17, comma 1 del CAD, infatti, prevede che all’ufficio a cui è preposto un soggetto – che può es-
sere un dirigente o una posizione apicale – debba essere affidata “la transizione alla modalità operativa di-
gitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digita-
le e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità”.

  L’articolo 17 del CAD attribuisce all’Ufficio RTD i compiti relativi a:

a) coordinamento strategico dello sviluppo dei sistemi informativi, di telecomunicazione e fonia, in modo
    da assicurare anche la coerenza con gli standard tecnici e organizzativi comuni;
b) indirizzo e coordinamento dello sviluppo dei servizi, sia interni che esterni, forniti dai sistemi informativi
    di telecomunicazione e fonia dell’amministrazione;
c) indirizzo, pianificazione, coordinamento e monitoraggio della sicurezza informatica relativamente ai dati,
    ai sistemi e alle infrastrutture anche in relazione al sistema pubblico di connettività, nel rispetto delle re-
    gole tecniche di cui all’articolo 51, comma 1;
d) accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici e promozione dell’accessibilità anche in attuazio-
    ne di quanto previsto dalla legge 9 gennaio 2004, n. 4;
e) analisi periodica della coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie
    dell’informazione e della comunicazione, al fine di migliorare la soddisfazione dell’utenza e la qualità dei
    servizi nonché di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa;
f) cooperazione alla revisione della riorganizzazione dell’amministrazione ai fini di cui alla lettera e);
g) indirizzo, coordinamento e monitoraggio della pianificazione prevista per lo sviluppo e la gestione dei si-
    stemi informativi di telecomunicazione e fonia;
h) progettazione e coordinamento delle iniziative rilevanti ai fini di una più efficace erogazione di servizi in
    rete a cittadini e imprese mediante gli strumenti della cooperazione applicativa tra pubbliche ammini-
    strazioni, ivi inclusa la predisposizione e l’attuazione di accordi di servizio tra amministrazioni per la rea-
    lizzazione e compartecipazione dei sistemi informativi cooperativi;
i) promozione delle iniziative attinenti l’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei
    ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie;
j) pianificazione e coordinamento del processo di diffusione, all’interno dell’amministrazione, dei sistemi
    di identità e domicilio digitale, posta elettronica, protocollo informatico, firma digitale o firma elettronica
    qualificata e mandato informatico, e delle norme in materia di accessibilità e fruibilità, nonché del pro-
    cesso di integrazione e interoperabilità tra i sistemi e servizi dell’amministrazione e quello di cui all’art.
    64-bis;
j-bis) pianificazione e coordinamento degli acquisti di soluzioni e sistemi informatici, telematici e di teleco-
    municazione al fine di garantirne la compatibilità con gli obiettivi di attuazione dell’agenda digitale e, in
    particolare, con quelli stabiliti nel piano triennale di cui all’articolo 16, comma 1, lettera b).

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

          È espressamente previsto, inoltre, che il responsabile “è dotato di adeguate competenze tecnologiche,
     di informatica giuridica e manageriali e risponde, con riferimento ai compiti relativi alla transizione, alla mo-
     dalità digitale direttamente all’organo di vertice politico” (art. 17, comma 1-ter). In assenza del vertice po-
     litico, il Responsabile dell’Ufficio per il digitale è nominato dal vertice amministrativo al quale poi risponde
     (art. 17, comma 1-sexies).

        Una volta nominato, spetta al responsabile per la transizione digitale l’impulso e il coordinamento di tut-
     te le attività legate al rispetto delle norme in materia di digitalizzazione.

         La scadenza per la nomina del RTD da parte delle amministrazioni e per l’inserimento dei suoi riferimen-
     ti nell’Indice delle pubbliche amministrazioni (IPA) era fissata al 31 dicembre 2017. Tuttavia, a seguito della
     presa d’atto del fatto che soltanto un numero limitato di amministrazioni aveva provveduto ad individuare il
     proprio RTD, il Ministero per la pubblica amministrazione ha adottato la circolare n. 3/2018 con l’obiettivo
     di sollecitare, con urgenza, le pubbliche amministrazioni a provvedere alla nomina dello stesso.

        All’interno della circolare viene evidenziato come l’urgenza di provvedere alla nomina sia data dalla cen-
     tralità del ruolo del Responsabile per la transizione al digitale ai fini della trasformazione digitale dell’ammi-
     nistrazione e dalla necessità di garantire il pieno adempimento delle norme in materia di innovazione della
     pubblica amministrazione.

        La circolare specifica, inoltre, che oltre ai compiti espressamente previsti dal CAD, possono essere pre-
     viste anche una serie di altre funzioni per il RTD in ragione della trasversalità della figura.

       In particolare, prevede che il Responsabile per la transizione al digitale:

     A. ha il potere di costituire tavoli di coordinamento con gli altri dirigenti dell’amministrazione e/o referenti
        nominati da questi ultimi;
     B. ha il potere di costituire gruppi tematici per singole attività e/o adempimenti (ad esempio: pagamenti in-
        formatici, piena implementazione di SPID, gestione documentale, apertura e pubblicazione dei dati, ac-
        cessibilità, sicurezza, ecc.);
     C. ha il potere di proporre l’adozione di circolari e atti di indirizzo sulle materie di propria competenza (ad
        esempio, in materia di approvvigionamento di beni e servizi ICT);
     D. ha il potere di adottare i più opportuni strumenti di raccordo e consultazione con le altre figure coinvolte
        nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione (responsabili per la gestione, responsa-
        bile per la conservazione documentale, responsabile per la prevenzione della corruzione e della traspa-
        renza, responsabile per la protezione dei dati personali);
     E. predispone il Piano triennale per l’informatica della singola amministrazione, nelle forme e secondo le
        modalità definite dall’Agenzia per l’Italia digitale;
     F. predispone una relazione annuale sull’attività svolta dall’Ufficio da trasmettere al vertice politico o ammi-
        nistrativo che lo ha nominato.

         Ulteriori funzioni, poi, sono attribuite al Responsabile per la transizione al digitale dalla circolare n. 1 del
     2019 recante “Attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato (c.d. FOIA)” che, all’articolo 3, spe-
     cifica che le indicazioni relative all’utilizzo di soluzioni tecnologiche per la gestione delle istanze FOIA atten-
     gono ai compiti del responsabile della transizione digitale, individuati dall’art. 17 del D.lgs. 7 marzo 2005, n.
     82 (Codice per l’amministrazione digitale).

       L’Ufficio per la transizione al digitale svolge, infine, il ruolo di punto di contatto sia all’interno che all’esterno
     dell’amministrazione di appartenenza, relazionandosi e confrontandosi con vari soggetti quali, ad esempio:

     • gli organi di governo coinvolti nell’attuazione dell’Agenda digitale italiana, tra cui l’Agenzia per l’Italia digi-
       tale e il Dipartimento per la trasformazione digitale, in particolare per le attività di attuazione della Strategia

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AMMINISTRAZIONE DIGITALE – GUIDA RAGIONATA AGLI SWITCH OFF

  per la crescita digitale, del Piano triennale e della governance dei processi di cooperazione istituzionale;
• l’Ufficio del difensore civico per il digitale relativamente alle segnalazioni di cui sarà destinataria l’ammi-
  nistrazione coinvolta;
• il Data Protection Officer (DPO) di riferimento per l’amministrazione, previsto dal GDPR;
• altre pubbliche amministrazioni, società partecipate e concessionari di servizi pubblici, con specifico ri-
  guardo all’interoperabilità e all’integrazione di sistemi e servizi;
• cittadini, imprese e stakeholder rispetto ai servizi online e agli altri temi di sua competenza.

   Le pubbliche amministrazioni devono prevedere, dunque, l’adozione dei più opportuni strumenti di rac-
cordo e consultazione del Responsabile per la transizione al digitale con le altre figure coinvolte nel proces-
so di trasformazione digitale dell’ente (responsabile per la gestione documentale, responsabile per la con-
servazione documentale, responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, responsabi-
le per la protezione dei dati personali).

   Tutti gli attori coinvolti opereranno sotto la guida dall’Ufficio per la transizione al digitale che, come espo-
sto, ha per lo più compiti strategici e di coordinamento.

2.1.2. Gap analysis e pianificazione

   Dopo aver provveduto a strutturare l’organizzazione, risulta prioritario condurre una analisi comples-
siva circa lo stato di digitalizzazione dell’Ente. Gli adempimenti imposti dalla normativa e dalla strate-
gia, infatti, riguardano molti ambiti diversi che vanno dalla gestione documentale, all’accessibilità, fino alla
sicurezza informatica.

  L’analisi dello stato dell’arte di tutti i settori coinvolti è fondamentale per comprendere il livello di adem-
pimento agli obblighi della digitalizzazione e per avere contezza delle tecnologie in uso. Ciò servirà al RTD
per elaborare un piano di azione.

   Per attuare la strategia nazionale, infatti, come previsto dal Piano triennale per l’informatica nella PA e ri-
badito dalla circolare del Ministro per la pubblica amministrazione n. 3 del 2018, ogni amministrazione de-
ve predisporre un proprio documento strategico: il Piano triennale ICT.

    Il paradigma scelto dal Legislatore, in cui i singoli enti declinano a livello decentrato la strategia delineata
a livello centrale, è evidentemente mutuato dal sistema adottato nel nostro ordinamento per la prevenzione
della corruzione e della trasparenza a partire dalla L. n. 190/2012.

   L’Ufficio RTD di ogni ente, dunque, alla luce della struttura del Piano triennale per l’informatica nella PA
dell’Agenzia per l’Italia digitale e dello stato di digitalizzazione evinto dalla rilevazione condotta per effettua-
re la gap analysis, deve provvedere alla redazione del documento. A tale fine, deve definire prima di tutto
una metodologia di lavoro, individuando un gruppo di lavoro e valutando l’opportunità di coinvolgere an-
che tutti gli altri uffici.

  È molto importante, come per il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza
(PTPC), declinare il Piano nazionale nella specifica realtà dell’ente, evitando di appiattirsi sui contenuti ela-
borati dall’AgID a livello nazionale e di realizzare un documento che rappresenti esclusivamente un adem-
pimento formale, privo di reale utilità.

   Come anticipato, nella programmazione dovranno essere tenute in considerazione le scadenze fissate
per i vari adempimenti ma anche le priorità derivanti dalla specifica situazione dell’ente, pianificando anche
l’eventuale modifica di atti organizzativi e procedure interne.

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ERNESTO BELISARIO – FRANCESCA RICCIULLI – STELIO PAGNOTTA

        Il Piano ICT dell’ente, a partire da una ricognizione dei processi interni, deve individuare su base triennale
     le possibili azioni di reingegnerizzazione volte all’automazione e all’aggregazione degli stessi, al fine di ren-
     derli nativamente digitali, di favorire il lavoro agile, nonché di realizzare l’incremento dei livelli di servizio ga-
     rantiti agli utenti e la riduzione costi di gestione. A tal fine, il piano dovrà essere coordinato con il Piano del-
     la performance e, in particolare, con il POLA, Piano organizzativo per il lavoro agile.

        Il Piano ICT, inoltre, individua su base triennale i fabbisogni informatici e tecnologici dell’ente e indica il
     programma degli acquisiti, in linea con la programmazione prevista dal Codice dei contratti pubblici e con
     le valutazioni comparative svolte ai sensi dell’art. 68 CAD. In sede di programmazione, il RTD deve consi-
     derare il principio del “cloud first”, del ciclo di vita dei prodotti, del costo complessivo e la necessità di evi-
     tare il rischio di lock-in con i fornitori.

        Il Piano triennale dell’amministrazione è adottato dall’organo di vertice dell’ente su proposta del dirigen-
     te dell’Ufficio responsabile per la transizione al digitale.

       Il Piano rappresenta un documento in continua evoluzione e che va tenuto costantemente aggiornato.
     Con riferimento ai servizi, ad esempio, sarà importante valutare l’attualità di alcune analisi effettuate, co-
     me quelle relative ai rischi legati alla protezione dei dati personali posti dalla gestione telematica dei servizi.

     2.2. Il procedimento amministrativo informatico

        Il Codice dell’amministrazione digitale prevede che le amministrazioni sono tenute a gestire i procedi-
     menti di propria competenza attraverso le tecnologie info-telematiche. Alla luce dell’evoluzione normativa –
     e fatte salve specifiche e tassative eccezioni – è possibile affermare che la modalità informatica rappresen-
     ta la regola per tutti i procedimenti amministrativi, mentre quella cartacea diventa l’eccezione, cui ricor-
     rere solo nel caso in cui l’amministrazione sia – in modo incolpevole – nell’impossibilità di utilizzare le nuove
     tecnologie. Ignorare queste prescrizioni non è possibile dal momento che le disposizioni normative preve-
     dono termini stringenti per l’adeguamento e importanti sanzioni per gli enti inadempienti.

         Il procedimento amministrativo è l’insieme di una pluralità di atti e di operazioni funzionalmente collegati e
     preordinati al perseguimento del medesimo fine, consistente nell’adozione, da parte dell’ente, di un atto per-
     fetto ed efficace. Le pubbliche amministrazioni agiscono per procedimenti e, di conseguenza, la digitalizzazio-
     ne degli stessi non può limitarsi alla mera informatizzazione degli atti. In principio è stata la legge n. 241/1990,
     all’art. 3-bis, a prevedere che, per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbli-
     che dovessero incentivare l’uso della telematica, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra que-
     ste e i privati. Successivamente, il Codice dell’amministrazione digitale, con l’art. 2, ha disposto che lo Stato,
     le Regioni e le Autonomie locali dovessero assicurare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione,
     la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale e che, per far ciò, si dovessero organizzare
     utilizzando, con le modalità più appropriate, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

        Da ultimo il Decreto “Semplificazioni” è intervenuto proprio sulla L. n. 241 del 1990 per affermare, con sem-
     pre maggiore vigore, il principio generale secondo il quale le pubbliche amministrazioni agiscono mediante
     strumenti informatici e telematici sia nei rapporti interni che nei rapporti con i privati. All’interno dell’art. 3-bis,
     quindi, la locuzione “incentivano l’uso della telematica” è stata sostituita da quella “agiscono mediante stru-
     menti informatici e telematici nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati”.

        All’articolo 5, comma 3, tra le informazioni da comunicare ai soggetti di cui all’articolo 7 della medesima
     legge è stato aggiunto anche il domicilio digitale. Sono state introdotte, poi, delle semplificazioni con rife-
     rimento alla comunicazione di avvio del procedimento, l’atto che segna l’inizio del percorso partecipativo

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