Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
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Orario S. Messe festive • Avegno - Gordevio Settembre - Ottobre - Novembre 2018 Orari S. Messe Lunedì ore 08.00 Cottolengo Martedì ore 08.00 Cottolengo ore 18.00 GORDEVIO Mercoledì ore 15.30 Cottolengo ore 18.00 AVEGNO Giovedì ore 08.00 Cottolengo ore 18.00 GORDEVIO Venerdì ore 08.00 Cottolengo ore 18.00 AVEGNO Sabato ore 08.00 Cottolengo ore 18.00 GORDEVIO Domenica ore 10.00 Cottolengo ore 10.00 AVEGNO COMUNIONE AI MALATI E AGLI ANZIANI Rimango a disposizione, in particolare nei giorni feriali, per portare la comunione ai malati e agli anziani che non possono partecipare alla S. Messa festiva. Tutti coloro che lo desiderano o fossero a conoscenza di persone che lo volessero, sono invitati a farmelo presente, tramite telefono o di persona. CONFESSIONI Sono sempre a disposizione per le confessioni, soprattutto dopo le S. Messe feriali. Offerte per il Bollettino Gordevio: Offerte per il Bollettino Avegno: CCP 65-6427-7 / Banca Raiffeisen Vallemaggia CCP 65-802-8 6675 Cevio Parrocchia di Avegno A favore di CH78 8033 5000 0001 9947 2 Per Bollettino Consiglio Parrocchiale Gordevio BOLLETTINO PARROCCHIALE, 6672 Gordevio don Fabrizio Sgariglia In copertina: Caraa dal Prevat 8, 6673 Maggia Cascata del Botto a Rovio Telefono 091 753 25 59 Dettaglio foto gentilmente offerta Cellulare 077 999 47 46 dal fotografo Diego Pianarosa. fabrizio.72s72@gmail.com 2
La parola del parroco • Le opere di Misericordia ciale attenzione per i malati? In primo luogo perché lo comanda il Van- Visitare gli ammalati gelo. Gesù si identifica nei fratelli amma- lati e dice senza tanti giri di parole che C i sono molti Santi che dicono: il let- quello che facciamo a tali fratelli piccoli to di un ammalato è un altare; lì, viene fatto a Lui. accanto a chi soffre, c'è la presenza In secondo luogo occorre ricordare che del Signore. Cosa per la quale altri Santi la malattia costituisce una speciale con- aggiungono: non sederti davanti ad un dizione di debolezza, fisica e spirituale. ammalato grave, per il rispetto che devi Il malato si trova come spossessato di sé alla presenza di Dio che sta accanto a lui. dalla malattia e consegnato nelle mani di I cristiani hanno inventato, da subito, altri: parenti o medici che siano. gli ospedali, convinti che nell'ammalato Quando ti trovi a dover dipendere così si nasconde “Domine Iddio”. Dicevano radicalmente dagli altri, la debolezza av- proprio così. vertita è grande. Si tratta di uno smotta- Durante tutto il Medio Evo principi e car- mento che si subisce nelle relazioni, nei dinali dedicavano almeno qualche giorno ritmi, nei piani della vita. La quale resta durante la quaresima a fare gli infermieri percossa e a volte tramortita. negli ospedali, con lo scopo di mettersi a Durante la malattia molte cose cambia- servire Domine Iddio. Che la misericordia no, perché cambia la percezione di tutto. si rendesse visibile, vera ed efficace, nel- È il momento nel quale ci sentiamo forse la visita agli ammalati lo si vide durante per la prima volta creature finite, biso- le pestilenze, quando moltissimi Santi gnose, vacillanti nelle mutevoli insinua- mobilitarono le loro città per soccorre- zioni del cuore. re ammalati non di rado lasciati soli dai Disporre, proprio in questi momenti, di propri stessi familiari causa il terrore persone amiche è di enorme importanza. del contagio. S. Camillo lo comprese e vestì i propri di- Sarebbe interessante rivedere qui la vita scepoli con la croce rossa dei crociati. Es- di S. Camillo, di S. Luigi Gonzaga che di si sarebbero stati infatti i nuovi crociati, contagio morì, di S. Carlo Borromeo... su mandati non a liberare il Santo Sepolcro su fino a Cafasso, al Cottolengo, a Fran- cesca Cabrini, a Madre Teresa. Migliaia di cappuccini durante i secoli morirono nell'assistere i malati, non sol- tanto nei lazzaretti, ma anche nelle case, al fine che gli appestati morissero da uo- mini, da cristiani, assistiti e benvoluti. I frati sono ancora oggi molto amati e pre- feriti ai preti anche per questa ragione. È rimasta nella memoria collettiva del popolo la gratitudine per il loro eroico servizio. Poniamoci adesso la domanda: come mai i cristiani ebbero, da subito, questa spe- 3
di pietra, ma l'anima dei malati dalla ten- I frati Domenicani, ad esempio, riempio- tazione della sfiducia e dell'abbattimento. no l'Europa del 1200 e 1300 di ospedali, La cura e la visita al malato nella Chiesa nei quali il malato trovava le lenzuola, il ha questa radice. Il malato è un fratello pollo e perfino il vino... tutte attenzioni che deve combattere una battaglia dura e dovute al fratello e alla sorella che in quel speciale, in condizioni di debolezza a vol- momento rappresenta dal vivo il Signore. te estrema. Va curato, allora, e visitato! E si parla di lenzuola e di pollo in secoli nei quali interi ceti neppure l'avevano Questa necessaria visita ai malati la Chie- queste cose durante tutta la loro vita. sa non soltanto la predica e la incoraggia, Chi visita l'ammalato deve conoscere la ma l'organizza. battaglia interiore che il fratello affron- Di qui le confraternite, le Misericordie ta in tali condizioni: è la battaglia della laicali; ma poi non si contano i Santi e speranza, della fiducia nel Signore; è la Beati che, come sottolineato, fondano o battaglia nella quale il demonio vuol farci riorganizzano ospedali, lazzaretti, centri dubitare dell'amore di Dio per noi. di primo soccorso o di lunga degenza. Il segreto della pace, quella vera e pro- Il precetto di visitare gli ammalati nella fonda e durevole, non sta nell'assicurarci storia della Chiesa comincia subito; na- una guarigione, ma piuttosto nel nostro sce insieme alla Chiesa stessa. filiale arrenderci alla volontà di Dio. Se ricordate sono le donne, le vere di- “Il mio cuore non ha più pretese – canta a scepole che seguono Gesù dalla Galilea proposito il salmista -; è come un bimbo a Gerusalemme, che soccorrono Gesù svezzato in braccio alla sua madre”. Così nella sua Via Crucis, nella morte e nella sono il cuore e l'anima di chi s'arrende sepoltura. Esse fanno a Gesù quanto Egli alla volontà di Dio. fece per tutta la vita ai ciechi, ai paraliti- Visitando i malati si porta una presenza ci, ai lebbrosi, ai sordomuti. consolatrice, cordiale, fraterna, discreta. I Santi scrivono e ripetono che occorre La discrezione ci suggerisce quali parole trattare gli ammalati come la mamma usare. A volte basta un cenno, che l'ani- tratta il figlio piccolo. Lo dicono e lo fan- ma del malato, resa più sensibile dalla no S. Francesco, S. Camillo, S. Giovanni sofferenza, coglie al volo. di Dio, e moltissimi altri. Altre volte ci è consentito allargarci. Di- pende. Occorre tatto. Il malato è un fratello in difficoltà, non è una preda, non è terreno di conqui- sta. Ci permettiamo di aggiunge- re qui una nota: il biasimo severo verso quei parenti che crudel- mente impediscono la visita, so- prattutto dei sacerdoti, al loro familiare ammalato. Un tale divieto non è un segno di protezione del malato, ma spia di paure profonde, irrazionali e non controllate. Si tratta di mancanza grave, di grave offesa alla carità e per chi di queste persone va in chiesa è il caso di un esame di coscienza altrettanto severo. don Fabrizio 4
Pagina della Spiritualità • Catechesi sui Santi e dottori messaggio del Crocifisso nella chiesetta della Chiesa di Benedetto XVI di San Damiano. Per tre volte il Cristo (Joseph Ratzinger) in croce si animò, e gli disse: “Va’, Fran- cesco, e ripara la mia Chiesa in rovina”. Questo semplice avvenimento della pa- Udienza generale rola del Signore udita nella chiesa di S. Aula Paolo Vi Damiano nasconde un simbolismo pro- Mercoledì, 27 Gennaio 2010 fondo. Immediatamente san Francesco San Francesco D'assisi è chiamato a riparare questa chiesetta, ma lo stato rovinoso di questo edificio Cari fratelli e sorelle, è simbolo della situazione drammatica I n una recente catechesi, ho già illu- e inquietante della Chiesa stessa in quel strato il ruolo provvidenziale che l’Or- tempo, con una fede superficiale che non dine dei Frati Minori e l’Ordine dei forma e non trasforma la vita, con un Frati Predicatori, fondati rispettivamen- clero poco zelante, con il raffreddarsi te da san Francesco d’Assisi e da san Do- dell’amore; una distruzione interiore del- menico da Guzman, ebbero nel rinnova- la Chiesa che comporta anche una de- mento della Chiesa del loro tempo. Oggi composizione dell’unità, con la nascita di vorrei presentarvi la figura di Francesco, movimenti ereticali. Tuttavia, in questa un autentico “gigante” della santità, che Chiesa in rovina sta nel centro il Croci- continua ad affascinare moltissime per- fisso e parla: chiama al rinnovamento, sone di ogni età e di ogni religione. chiama Francesco ad un lavoro manuale per riparare concretamente la chiesetta “Nacque al mondo un sole”. Con queste di san Damiano, simbolo della chiamata parole, nella Divina Commedia (Paradiso, più profonda a rinnovare la Chiesa stes- Canto XI), il sommo poeta italiano Dante sa di Cristo, con la sua radicalità di fede Alighieri allude alla nascita di Francesco, e con il suo entusiasmo di amore per avvenuta alla fine del 1181 o agli inizi del Cristo. Questo avvenimento, accaduto 1182, ad Assisi. Appartenente a una ric- probabilmente nel 1205, fa pensare ad ca famiglia – il padre era commerciante un altro avvenimento simile verificato- di stoffe –, Francesco trascorse un’ado- si nel 1207: il sogno del Papa Innocenzo lescenza e una giovinezza spensierate, III. Questi vede in sogno che la Basilica coltivando gli ideali cavallereschi del di San Giovanni in Laterano, la chiesa tempo. A vent’anni prese parte ad una madre di tutte le chiese, sta crollando campagna militare, e fu fatto prigionie- e un religioso piccolo e insignificante ro. Si ammalò e fu liberato. Dopo il ri- puntella con le sue spalle la chiesa af- torno ad Assisi, cominciò in lui un lento finché non cada. E’ interessante notare, processo di conversione spirituale, che da una parte, che non è il Papa che dà lo portò ad abbandonare gradualmente l’aiuto affinché la chiesa non crolli, ma lo stile di vita mondano, che aveva pra- un piccolo e insignificante religioso, che ticato fino ad allora. Risalgono a questo il Papa riconosce in Francesco che Gli fa periodo i celebri episodi dell’incontro visita. Innocenzo III era un Papa potente, con il lebbroso, a cui Francesco, sceso di grande cultura teologica, come pure da cavallo, donò il bacio della pace, e del di grande potere politico, tuttavia non è 5
lui a rinnovare la Chiesa, ma il piccolo e di creare dietro il Francesco della tra- insignificante religioso: è san Francesco, dizione, un cosiddetto Francesco stori- chiamato da Dio. Dall’altra parte, però, co, così come si cerca di creare dietro è importante notare che san Francesco il Gesù dei Vangeli, un cosiddetto Gesù non rinnova la Chiesa senza o contro il storico. Tale Francesco storico non sa- Papa, ma solo in comunione con lui. Le rebbe stato un uomo di Chiesa, ma un due realtà vanno insieme: il Successore uomo collegato immediatamente solo di Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata a Cristo, un uomo che voleva creare un sulla successione degli Apostoli e il ca- rinnovamento del popolo di Dio, senza risma nuovo che lo Spirito Santo crea in forme canoniche e senza gerarchia. La questo momento per rinnovare la Chie- verità è che san Francesco ha avuto real- sa. Insieme cresce il vero rinnovamento. mente una relazione immediatissima con Ritorniamo alla vita di san Francesco. Gesù e con la parola di Dio, che voleva Poiché il padre Bernardone gli rimpro- seguire sine glossa, così com’è, in tutta verava troppa generosità verso i poveri, la sua radicalità e verità. È anche vero Francesco, dinanzi al Vescovo di Assisi, che inizialmente non aveva l’intenzione con un gesto simbolico si spogliò dei di creare un Ordine con le forme cano- suoi abiti, intendendo così rinunciare niche necessarie, ma, semplicemente, all’eredità paterna: come nel momento con la parola di Dio e la presenza del Si- della creazione, Francesco non ha nien- gnore, egli voleva rinnovare il popolo di te, ma solo la vita che gli ha donato Dio, Dio, convocarlo di nuovo all’ascolto della alle cui mani egli si consegna. Poi vis- parola e all’obbedienza verbale con Cri- se come un eremita, fino a quando, nel sto. Inoltre, sapeva che Cristo non è mai 1208, ebbe luogo un altro avvenimento “mio”, ma è sempre “nostro”, che il Cristo fondamentale nell’itinerario della sua non posso averlo “io” e ricostruire “io” conversione. Ascoltando un brano del contro la Chiesa, la sua volontà e il suo Vangelo di Matteo – il discorso di Gesù insegnamento, ma solo nella comunione agli apostoli inviati in missione –, Fran- della Chiesa costruita sulla successione cesco si sentì chiamato a vivere nella degli Apostoli si rinnova anche l’obbe- povertà e a dedicarsi alla predicazione. dienza alla parola di Dio. Altri compagni si associarono a lui, e È anche vero che non aveva intenzione nel 1209 si recò a Roma, per sottoporre di creare un nuovo ordine, ma solamente al Papa Innocenzo III il progetto di una rinnovare il popolo di Dio per il Signore nuova forma di vita cristiana. Ricevet- che viene. Ma capì con sofferenza e con te un’accoglienza paterna da quel gran- dolore che tutto deve avere il suo ordine, de Pontefice, che, illuminato dal Signo- che anche il diritto della Chiesa è neces- re, intuì l’origine divina del movimento sario per dar forma al rinnovamento e co- suscitato da Francesco. Il Poverello di sì realmente si inserì in modo totale, col Assisi aveva compreso che ogni cari- cuore, nella comunione della Chiesa, con sma donato dallo Spirito Santo va po- il Papa e con i Vescovi. Sapeva sempre sto a servizio del Corpo di Cristo, che è che il centro della Chiesa è l'Eucaristia, la Chiesa; pertanto agì sempre in piena dove il Corpo di Cristo e il suo Sangue di- comunione con l’autorità ecclesiastica. ventano presenti. Tramite il Sacerdozio, Nella vita dei santi non c’è contrasto tra l'Eucaristia è la Chiesa. Dove Sacerdozio carisma profetico e carisma di governo e Cristo e comunione della Chiesa vanno e, se qualche tensione viene a crearsi, es- insieme, solo qui abita anche la parola di si sanno attendere con pazienza i tempi Dio. Il vero Francesco storico è il France- dello Spirito Santo. sco della Chiesa e proprio in questo modo In realtà, alcuni storici nell’Ottocento e parla anche ai non credenti, ai credenti anche nel secolo scorso hanno cercato di altre confessioni e religioni. 6
dialogo nella verità, nel rispetto recipro- co e nella mutua comprensione (cfr No- stra Aetate, 3). Sembra poi che nel 1220 Francesco abbia visitato la Terra San- ta, gettando così un seme, che avrebbe portato molto frutto: i suoi figli spiritua- li, infatti, fecero dei Luoghi in cui visse Gesù un ambito privilegiato della loro missione. Con gratitudine penso oggi ai grandi meriti della Custodia francescana di Terra Santa. Rientrato in Italia, Francesco consegnò il governo dell’Ordine al suo vicario, fra Pietro Cattani, mentre il Papa affidò alla protezione del Cardinal Ugolino, il futuro Sommo Pontefice Gregorio IX, l’Ordine, che raccoglieva sempre più aderenti. Da Francesco e i suoi frati, sempre più nu- parte sua il Fondatore, tutto dedito alla merosi, si stabilirono alla Porziuncola, o predicazione che svolgeva con grande chiesa di Santa Maria degli Angeli, luogo successo, redasse una Regola, poi ap- sacro per eccellenza della spiritualità provata dal Papa. francescana. Anche Chiara, una giova- Nel 1224, nell’eremo della Verna, France- ne donna di Assisi, di nobile famiglia, si sco vede il Crocifisso nella forma di un mise alla scuola di Francesco. Ebbe così serafino e dall’incontro con il serafino origine il Secondo Ordine francescano, crocifisso, ricevette le stimmate; egli di- quello delle Clarisse, un’altra esperien- venta così uno col Cristo crocifisso: un za destinata a produrre frutti insigni di dono, quindi, che esprime la sua intima santità nella Chiesa. identificazione col Signore. Anche il successore di Innocenzo III, il La morte di Francesco – il suo transitus Papa Onorio III, con la sua bolla Cum di- - avvenne la sera del 3 ottobre 1226, alla lecti del 1218 sostenne il singolare svilup- Porziuncola. Dopo aver benedetto i suoi po dei primi Frati Minori, che andavano figli spirituali, egli morì, disteso sulla nu- aprendo le loro missioni in diversi paesi da terra. Due anni più tardi il Papa Gre- dell’Europa, e persino in Marocco. Nel gorio IX lo iscrisse nell’albo dei santi. 1219 Francesco ottenne il permesso di Poco tempo dopo, una grande basilica recarsi a parlare, in Egitto, con il sultano in suo onore veniva innalzata ad Assisi, musulmano Melek-el-Kâmel, per predi- meta ancor oggi di moltissimi pellegrini, care anche lì il Vangelo di Gesù. Desi- che possono venerare la tomba del san- dero sottolineare questo episodio della to e godere la visione degli affreschi di vita di san Francesco, che ha una grande Giotto, pittore che ha illustrato in modo attualità. In un’epoca in cui era in atto magnifico la vita di Francesco. uno scontro tra il Cristianesimo e l’Islam, È stato detto che Francesco rappresenta Francesco, armato volutamente solo del- un alter Christus, era veramente un’icona la sua fede e della sua mitezza personale, viva di Cristo. Egli fu chiamato anche “il percorse con efficacia la via del dialogo. fratello di Gesù”. In effetti, questo era il Le cronache ci parlano di un’accoglienza suo ideale: essere come Gesù; contem- benevola e cordiale ricevuta dal sultano plare il Cristo del Vangelo, amarlo inten- musulmano. È un modello al quale anche samente, imitarne le virtù. In particolare, oggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra egli ha voluto dare un valore fondamen- cristiani e musulmani: promuovere un tale alla povertà interiore ed esteriore, 7
insegnandola anche ai suoi figli spirituali. santità dell’Eucaristia ci chiede di essere La prima beatitudine del Discorso della puri, di vivere in modo coerente con il Montagna - Beati i poveri in spirito per- Mistero che celebriamo. ché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3) - ha Dall’amore per Cristo nasce l’amore ver- trovato una luminosa realizzazione nella so le persone e anche verso tutte le crea- vita e nelle parole di san Francesco. Dav- ture di Dio. Ecco un altro tratto caratte- vero, cari amici, i santi sono i migliori ristico della spiritualità di Francesco: il interpreti della Bibbia; essi, incarnando senso della fraternità universale e l’amo- nella loro vita la Parola di Dio, la rendo- re per il creato, che gli ispirò il celebre no più che mai attraente, così che parla Cantico delle creature. È un messaggio realmente con noi. La testimonianza di molto attuale. Come ho ricordato nella Francesco, che ha amato la povertà per mia recente Enciclica Caritas in veritate, seguire Cristo con dedizione e libertà è sostenibile solo uno sviluppo che ri- totali, continua ad essere anche per noi spetti la creazione e che non danneggi un invito a coltivare la povertà interiore l’ambiente (cfr nn. 48-52), e nel Messag- per crescere nella fiducia in Dio, unendo gio per la Giornata Mondiale della Pace anche uno stile di vita sobrio e un distac- di quest’anno ho sottolineato che anche co dai beni materiali. la costruzione di una pace solida è lega- In Francesco l’amore per Cristo si espres- ta al rispetto del creato. Francesco ci ri- se in modo speciale nell’adorazione del corda che nella creazione si dispiega la Santissimo Sacramento dell’Eucari- sapienza e la benevolenza del Creatore. stia. Nelle Fonti francescane si leggono La natura è da lui intesa proprio come un espressioni commoventi, come questa: linguaggio nel quale Dio parla con noi, “Tutta l’umanità tema, l’universo intero nel quale la realtà diventa trasparente e tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, possiamo noi parlare di Dio e con Dio. nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il Cari amici, Francesco è stato un grande Figlio del Dio vivente. O favore stupendo! santo e un uomo gioioso. La sua sem- O sublimità umile, che il Signore dell’uni- plicità, la sua umiltà, la sua fede, il suo verso, Dio e Figlio di Dio, così si umili da amore per Cristo, la sua bontà verso ogni nascondersi per la nostra salvezza, sotto uomo e ogni donna l’hanno reso lieto in una modica forma di pane” (Francesco ogni situazione. Infatti, tra la santità e la di Assisi, Scritti, Editrici Francescane, gioia sussiste un intimo e indissolubile Padova 2002, 401). rapporto. Uno scrittore francese ha det- In quest’anno sacerdotale, mi piace pure to che al mondo vi è una sola tristezza: ricordare una raccomandazione rivolta quella di non essere santi, cioè di non es- da Francesco ai sacerdoti: “Quando vor- sere vicini a Dio. Guardando alla testimo- ranno celebrare la Messa, puri in modo nianza di san Francesco, comprendiamo puro, facciano con riverenza il vero sa- che è questo il segreto della vera felicità: crificio del santissimo Corpo e Sangue diventare santi, vicini a Dio! del Signore nostro Gesù Cristo” (Fran- Ci ottenga la Vergine, teneramente amata cesco di Assisi, Scritti, 399). Francesco da Francesco, questo dono. Ci affidiamo mostrava sempre una grande deferenza a Lei con le parole stesse del Poverello verso i sacerdoti, e raccomandava di ri- di Assisi: “Santa Maria Vergine, non vi è spettarli sempre, anche nel caso in cui alcuna simile a te nata nel mondo tra le fossero personalmente poco degni. Por- donne, figlia e ancella dell’altissimo Re e tava come motivazione di questo profon- Padre celeste, Madre del santissimo Si- do rispetto il fatto che essi hanno rice- gnor nostro Gesù Cristo, sposa dello Spi- vuto il dono di consacrare l’Eucaristia. rito Santo: prega per noi... presso il tuo Cari fratelli nel sacerdozio, non dimen- santissimo diletto Figlio, Signore e Mae- tichiamo mai questo insegnamento: la stro” (Francesco di Assisi, Scritti, 163). 8
Agenda • Venerdì 7 Settembre Sala parrocchiale Avegno ore 19.00: secondo incontro con i genitori dei cresimandi Mercoledì 12 Settembre Ore 13.30-14.30 Avegno sala parrocchiale, catechismo per cresimandi: riprendono gli incontri di preparazione al Sacramento della Confermazione. Il luogo e le date degli incontri successivi verranno comunicati direttamente ai genitori dei cresimandi (incontro riservato per loro, ve- nerdì 7 Settembre). Settembre-Ottobre Incontro con i collaboratori per stabilire le nuove date delle S. Messe animate (2018/2019): la data dell’in- contro verrà comunicata in seguito Novembre - Corso di preparazione al Sacramento dell’Eucarestia Nel mese di novembre inizierà il corso di preparazione alla prima comunione 2018-2019 per la zona della bassa-media Vallemaggia. I genitori dei bambini interessati saranno invitati ad una serata infor- mativa. Il luogo e il giorno dell’incontro verranno comunicati più avanti. ▪ Le iscrizioni sono aperte ai bambini che frequentano la classe terza elementare in settembre o che l’hanno già frequentata ▪ La partecipazione all’ora scolastica di religione è richiesta quale completamento indispensabile ▪ Il modulo dell’iscrizione verrà consegnato la sera stessa dell’incontro; tra le informazioni importan- ti sono richiesti il luogo e la data del battesimo. ▪ Vi invitiamo gentilmente ad informare anche eventuali genitori che potrebbero essere interessati e che non abbiano l’occasione di leggere questo avviso. ▪ Saranno gradite segnalazioni di genitori che si offrano di collaborare con noi (presbiteri) durante i vari incontri formativi. 9
Calendario Liturgico Settembre 2018 • Domenica 2 S. Messa animata di inizio anno scolastico ore 10.45 Moghegno Domenica 16 Festa Federale di Ringraziamento Nelle Sante Messe Festive di Sabato 15 Settembre ore 18.00 a Gordevio e di Domenica 16 Settembre ore 10.00 ad Avegno: canto del Salmo Svizzero Ottobre 2018 Domenica 14 Festa Parrocchiale Beata Vergine Maria del Rosario S. Messa ore 10.00 Gordevio Banco del dolce al termine della Messa Sabato 20 Cresima per la Media-Bassa Vallemaggia ore 17.00 Gordevio Chiesa Parrocchiale Ss. Filippo e Giacomo Domenica 21 Festa Patronale S. Luca Evangelista S. Messa ore 10.00 AVEGNO Banco del dolce al termine della Messa: il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle missioni. Novembre 2018 Giovedì 1 Solennità di tutti i Santi S. Messa ore 09.30 AVEGNO ore 10.45 GORDEVIO ore 14.00 AVEGNO-CIMITERO: visita e preghiera in suffragio di tutti i fedeli defunti ore 15.00 GORDEVIO-CIMITERO: visita e preghiera in suffragio di tutti i fedeli defunti Venerdì 2 Commemorazione di tutti i fedeli defunti S. Messa ore 18.00 AVEGNO Dicembre 2018 Sabato 1 1a Domenica di Avvento anno C S. Messa Festiva ore 18.00 AVEGNO Domenica 2 1a Domenica di Avvento anno C S. Messa Festiva ore 10.00 GORDEVIO 10
IMPORTANTE Ricordo a tutti i fedeli, che con la 1a Domenica di Avvento (2 Dicembre), e dunque, con l’inizio del nuovo Anno Liturgico, avverrà la rotazione annuale delle Sante Messe fra Gor- devio e Avegno. La S. Messa festiva della Domenica ritorna a Gordevio, mentre la S. Mes- sa vigilare festiva del Sabato alle ore 18.00 passa ad Avegno. Si invertono anche i giorni delle S. Messe feriali: martedì e giovedì ad Avegno, mercoledì e venerdì a Gordevio. Eventuali cambiamenti di orario saranno comunicati a mezzo di avvisi nell’albo parrocchiale Vita sacramentale • BATTESIMI Novalee Horvat-Serravalle Avegno, 26 Maggio 2018 Elodie Zanini Gordevio, 09 Giugno 2018 Amya Lavigna Gordevio, 10 Giugno 2018 Sheryl Lavigna Gordevio, 10 Giugno 2018 SONO TORNATI ALLA CASA DEL PADRE Noemi Bianchi Avegno, 02 Luglio 2018 Ricordo di Aldo Lafranchi Il 9 luglio, nel suo ottantaduesimo anno di vita, ci ha lasciati Aldo Lafranchi. Aldo e la moglie Anna avevano costruito la loro casa e formato la loro famiglia ad Avegno, allietata dalla nascita dei figli Silvia, Filippo, Lucia e poi da Nguyên, un bambino fuggito dall’allo- ra tormentato Vietnam e che loro avevano accolto come figlio. Aldo era un uomo dinamico e pieno di energia capace di difendere con determinazione i propri principi e le proprie idee; dotato di grande spirito umani- tario, valori che, assieme alla moglie Anna, ha saputo trasmettere ai propri figli. Si è subito inserito nel tessuto sociale di Avegno e ha ricoperto per diversi anni la carica di Municipale. Ha fatto pure parte del nostro Consiglio parrocchiale dal 1982 al 1989 e dal 1984 ne è stato il presidente. Appassionato di musica ha avuto il merito, nel perio- do della sua presidenza, di far dotare la nostra Chiesa parrocchiale di un imponente organo, che lui ha sempre suonato con grande entusiasmo e passione, accompagnan- do le varie funzioni. Anche quando ha lasciato con la famiglia il nostro Comune è sem- pre ritornato volentieri ad Avegno per allietare la Santa Messa con la musica del “suo” organo. Grazie mille, grazie di cuore Aldo per quanto hai fatto per la nostra comunità parrocchiale. Avegno, agosto 2018. Il Consiglio parrocchiale di Avegno 11
Avegno, domenica 27 maggio 2018 Solennità della Santissima Trinità • H anno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia 27 bambini della media-bassa Vallemaggia AVEGNO-GORDEVIO: Terzi Lisa Patocchi Rebecca Mordasini Pauline Maggioni Mattia Lancetti Celine Fenner Gioele Codiga Sebastian Cervetti Ellis-Sara Picoco Samuele Seravalle-Horvat Novalee
Maggia, Lodano, Giumaglio, Aurigeno, Coglio, Moghegno, Someo: Sartori Sabrina; Arbisi Emily; Bazzana Chantal; Campana Nora; Forini Mochelle; Fran- zoni Lisa; Hohl Luna; Inselmini Lia; Lucca Mattia; Lucca Nora; Mossi Vittoria; Mulat- tieri Elia; Pedrotti Greta; Pelloni Celeste; Rianda Aileen; Rima Matilde; Vigani Milo. 13
Momenti di vita comunitaria • Festa del Patriziato di Avegno all’alpe Vegnasca domenica 8 Luglio 2018 D omenica 8 luglio ha avuto luogo L'Amministrazione patriziale di Avegno la tradizionale festa del Patriziato coglie l'occasione per ringraziare tutti di Avegno presso l'Alpe Vegnasca i partecipanti, l'AFOR Avegno che si è alla quale sono invitati a partecipare i messa a disposizione per la preparazio- patrizi di Avegno e la popolazione di Ave- ne dell'alpe ed il trasporto del materiale, gno Gordevio. Don Fabrizio, la famiglia Tomasetti, lo Sci Grazie ad una meteo splendida le circa Club Avegno e si augura di rivedere tutti 250 persone che sono saliti all'alpe per- a Vegnasca il prossimo anno. correndo i sentieri montani, utilizzando gli impianti di risalita della Cardada Im- pianti Turistici o transitando sulla strada forestale, hanno potuto godere di una splendida giornata. A fine mattinata il parroco Don Fabrizio ha celebrato la Santa Messa davanti alla Cappella votiva costruita più di 30 anni orsono dalla famiglia Tomasetti. Il pranzo preparato dalla squadra di cu- cina dello Sci Club Avegno è stato molto apprezzato da tutti i presenti e la festa è continuata in allegria fino a sera. 14
Avegno, 25 novembre 2018 ore 17.00 Chiesa parrocchiale: concerto gospel • D omenica 25 novembre 2018 alle 17.00, nella chiesa parrocchiale di Avegno, il Coro Gospel dell’Accademia di Musica Moderna di Locarno, che ringraziamo per la gentile e gratuita disponibilità, terrà il suo tradizionale concerto nata- lizio. Ringraziamo pure il Patriziato di Avegno per l’importante sostegno finanziario che, assieme al ricavato delle offerte volontarie di questa serata, andrà a favore del Centro di Integrazione Comunitario della Pro Senegal ed in particolare per le attività dei bambini di Mboro e del Litoral. Elisa Stoira per il comitato Pro Senegal 15
Orario delle Celebrazioni • Aurigeno, Coglio, Giumaglio, Lodano, Maggia, Moghegno, Someo Settembre – Ottobre – Novembre 2018 Sabato ore 16.45 / 17.00 S. Messa a Someo (Casa Anziani) / Lodano ore 18.00 S. Messa a Giumaglio / Coglio Domenica ore 09.30 S. Messa a Moghegno ore 10.15 S. Messa a Maggia (casa don Guanella) ore 10.45 S. Messa a Maggia ore 18.00 S. Messa a Aurigeno Martedì ore 19.30 S. Messa al Carmelo, Maggia* Mercoledì ore 18:00 S. Messa a Giumaglio Giovedì ore 18.00 S. Messa a Moghegno** Venerdì ore 16.45 S. Messa a Someo (Casa Anziani) La S. Messa alla Casa Anziani di Someo alle ore 16.45 verrà celebrata alternativamente una settimana al venerdì e una al sabato. * A partire da martedì 25 settembre alle ore 18.00. ** A partire da giovedì 8 novembre alle ore 17.00. Eventuali cambiamenti di orario saranno comunicati a mezzo di avvisi nell’albo parroc- chiale o attraverso il sito www.parrocchiemaggia.ch Casa don Guanella Da lunedì a sabato S. Rosario alle ore 16.30 e S. Messa alle ore 17.00. Ogni domenica esposizione e adorazione del Santissimo Sacramento, dalle 16.30 alle 17.00. Comunione ai malati Siamo disponibili per portare la comunione ai malati. Chi lo desidera o fosse a conoscenza di persone che lo vorrebbero, si può annunciare presso la casa parrocchiale di Maggia. Confessioni Siamo disponibili su richiesta o dopo le messe feriali. Parrocchia di Maggia Don Luca Mancuso Telefono 091 753 25 59 Natel 079 533 80 87 Don Dieudonné Diama Casa don Guanella 091 756 59 59 Natel 076 679 65 10 16
Il senso della vita • Catechesi del Cardinale Giacomo Biffi Purtroppo però bisogna dire che il XX († 2015), Arcivescovo di Bologna, sul secolo, almeno nelle culture dominanti, “Senso della vita” non ha raccolto questa esplicita provo- cazione di questi due pensatori, non ha I o ho cercato di raccogliere alcuni pen- posto il problema del senso. Alle gene- sieri e li offro con molta semplicità razioni che si sono succedute negli an- ma è chiaro che poi, ciascuno di voi, ni del ‘900, invece che dei significati, dovrà un poco approfondire il problema, sono stati proposti dei miti ideologici: che è il problema centrale, a me pare, il progresso, il nazionalismo, la lotta di cioè quello del significato. classe e il sol dell’avvenire, la superiori- Negli ultimi anni dell’800 sono usciti due tà della razza, lo scientismo che poteva libri fondamentali di filosofia cristiana avventurarsi in ricerche e imprese sen- e sono usciti in contesti geografici, so- za regole e senza limiti, il libertarismo ciali e culturali molto diversi che, cu- morale, ecc. E da tutti questi miti sono riosamente, cominciavano con le stes- derivate all’umanità delle stragi senza se parole, anche se i due autori non si paragone nella storia, non c’è stato un conoscevano affatto: in Francia è uscito secolo più insanguinato del nostro (XX “L’Action” di Blondel nel 1893 e in Russia sec.): le guerre totali, gli eccidi di popo- “La giustificazione del bene” di Soloviev lazioni innocenti per il trionfo di un si- nel 1897, che poi fu conosciuto in occi- stema, come è avvenuto per i contadini dente nella traduzione francese. russi, il genocidio, come è avvenuto per “L’Action” di Blondel comincia con que- gli ebrei in Germania, l’aborto legalizza- ste parole: “Sì o no? La vita umana ha to e propagandato, la catastrofe ecolo- un senso?”. E l’opera di Soloviev comin- gica. E sempre censurando la questione ciava: “La vita ha un senso?”. Ecco, in del senso, sempre proponendo dei miti mezzo a molti discorsi, a molte filosofie, e mai chiedendosi il significato. alle molte proposte culturali dell’epoca, Io sono stato molto impressionato, l’an- questi due pensatori, che erano molto no scorso, dalla notizia di un ragazzo di originali, avevano centrato il problema, Cesenatico, nel novembre del ’91, che si perché il nocciolo della questione uma- è ucciso e nel biglietto che ha lasciato na, mi pare, è quello del senso. c’era scritto: “Ho avuto tutto dalla vita”. E questo particolarmente i giovani lo in- Sì, gli era stato dato tutto, le vitamine tuiscono, perché non sono ancora stati - anche a voi son state date tante vita- del tutto resi ottusi dalle preoccupazioni mine, mentre a noi è stato dato soltanto esteriori dell’esistenza, che sono i gua- l’olio di fegato di merluzzo che ancora dagni, la carriera, le comodità: quan- mi da le allucinazioni di notte -, le protei- do si diventa adulti, fatalmente, si resta ne, svaghi, agi, piaceri, gli era stato dato impigliati in queste cose. Io avevo un “tutto”, tranne il significato della vita. Ma professore molto intelligente che diceva senza il significato non si riesce a vivere che le epoche della vita son queste: fino se non stordendosi e alienandosi. a vent’anni si fa la poesia, dai 20 ai 30 si Il significato è dato dal possesso simul- fa la filosofia, dai 30 ai 40 si fa la socio- taneo, mi pare, di tre elementi: intanto logia e dopo i 40 si fanno i soldi e questa la conoscenza delle cose come stanno, è come una progressiva “incarnazione”. della verità delle cose, delle cose che 17
contano, però: il nostro essere, la nostra arrivata in questi anni a registrare fino origine, il bene e il male, la nostra morte, al doppio dei suicidi della media nazio- il nostro destino. nale e al triplo dei tentati suicidi; eppu- Poi la coscienza di avere un traguardo, re siamo tra le regioni più agiate, in cui uno scopo adeguato, che sia valido fino si vive meglio. Questi fatti ci danno una alla fine dei giorni. Perché di scopi ne grande pena, ci tormentano, ci invitano abbiamo: voi ad un certo punto studiate tutti a meditare su quali deserti di solitu- per passare alla classe successiva, poi dine e di incomunicabilità si nascondano si studia per un diploma e poi per avere dietro la facciata chiassosa e scintillante un posto di lavoro migliore, ecc. Però del mondo di oggi. Probabilmente questi arriva un momento della vita in cui que- giovani hanno cercato un’amicizia vera, sti traguardi sono raggiunti e bruciati, una ragione di speranza, una comunione mentre c’è bisogno di un fine che duri fraterna, e non l’hanno trovata. Questo sino all’ultima ora. ci dice quanto ancora ci resta da fare E poi anche il senso di un’appartenenza, per umanizzare una società sempre più che ci consenta di oltrepassare la prigio- tecnicamente dotata e sempre più pri- nia dell’individualismo, della solitudine. va di anima, ci dice quanto sia urgente Il problema del significato è il proble- far arrivare a tutti, ma in modo concre- ma del “Perché”. Vedete: quando si sa il to, efficace, la buona notizia, il Vangelo: “Perché” si può superare tutto. Anche il la Buona Notizia che l’amore autentico dolore, che pure è un grosso problema esiste, che tutti noi già siamo stati ama- umano, in realtà può essere superato ti e messi in salvo; ci dice quanto sia se se ne conosce il senso, lo scopo. L’e- necessario ridare a questo mondo, che sempio più chiaro è quello del dolore si crede senza condizionamenti e si im- del parto. Il dolore del parto non è uno magina di essere razionale, la verità che scherzo però una donna lo sopporta be- davvero ci fa liberi. Bisogna andare oltre ne; perché? Perché ne percepisce im- questo sentimento di amarezza e quasi mediatamente la finalizzazione, sa per di rimorso che proviamo di fronte alle che cosa deve soffrire, conosce il sen- notizie dei suicidi per cogliere davvero so. Quando non si sa il perché, a lungo in profondità la questione. andare, diventa insopportabile anche il Il fenomeno del suicidio in queste pro- piacere e così si spiegano molti suicidi porzioni, come già dicevo, non nasce della nostra epoca. dalla povertà, dalla fame, dalle difficili E sui suicidi io vorrei dire qualche cosa, condizioni economiche. Al contrario, è perché, specialmente i suicidi dei gio- il fenomeno tipico di una società che vani sono davvero una questione su cui non deve più lottare fino allo spasmo dobbiamo riflettere, specialmente nella per procurarsi il pane, anzi è tipico di nostra regione (Emilia Romagna) che è un’umanità che non sa cosa farsene del pane, di un’umanità che, avendo risolto i problemi della soprav- vivenza non può più eludere il problema più sostanziale, che è quello di sapere a che cosa ser- ve la vita. La scienza non può darci queste risposte. La scienza ha consenti- to all’uomo di andare sulla Luna, di raccogliere sassi sulla Luna ma non gli ha mica detto cosa è venuto a fare lui sulla Terra, che,
tutto sommato, è più interessante anco- fra le brave persone (Ah! Gesù Cristo è ra che raccogliere i sassi della Luna. Noi un bel tipo, un brav’uomo!) oppure tra i sappiamo che, in fondo, questo mondo è protagonisti defunti della storia, tra i ma- una equazione, anche complicata e diffi- estri più o meno inascoltati del pensiero cile da risolvere, che ammette una sola umano, tra i predicatori della filantropia soluzione: la soluzione dell’incognita, noi e del pacifismo: sono tutti tentativi di lo sappiamo, è Gesù Cristo col suo avve- classificarlo, perché una volta classifi- nimento, col suo Vangelo e si sa che la cato non da più fastidio. Ma Gesù Cristo cultura dominante che respinge quest’u- non si riesce a metterlo in un cassetto nica soluzione ha come alternativa l’ir- perché se uno lo conosce e lo prende per ragionevolezza, l’assurdo. Ma l’assurdità quello che è, cioè “il Figlio di Dio fatto è insopportabile, una vita irragionevole uomo” nel quale “tutte le cose sono state non val la pena di essere vissuta e allo- create”, il Signore della storia e dei cuori, ra il suicidio diventa il corollario logico, l’archetipo di tutta l’umanità, colui che coerente, del rifiuto deliberato di entrare è “il primo e l’ultimo e il vivente” come nel disegno di Dio. dice l’Apocalisse, allora si capisce che Quindi bisogna trovare il significato. non si può far senza di lui per niente. Ma… dove lo troviamo? Dov’è il signi- Non c’è ideale di giovinezza che, consa- ficato? pevolmente o inconsapevolmente, non Wittgenstein, questo grande matemati- lo chiami in causa, non c’è impegno di co e filosofo della scuola di Vienna, ha vita che lo possa collocare ai margini, scritto una frase breve e lucidissima: “Il non c’è decisione esistenziale che, qual- significato dell’universo non sta nell’uni- che volta senza che ci se ne accorga, in verso”. Il che vuol dire che chi non vuol ultima analisi non si riferisca a lui. Allora spingere lo sguardo oltre i confini del ogni amore umano è inveramento o tra- mondo si costringe a vivere senza signi- dimento dell’amore per lui. Ogni elabo- ficato, si costringe a vivere nell’assurdo. razione di pensiero è un avvicinamento E allora ci spieghiamo perché così spes- o un allontanamento nei confronti della so oggi, nei discorsi, negli spettacoli, si sua verità. Ogni gioia è autentica ed in- fa spazio al non senso e si canta l’as- contestabile se è inquadrabile nella sua surdo. In fondo la frase di Wittgenstein promessa di gioia senza limiti e senza può essere anche parafrasata così: “Il fine. Solo che Gesù è sempre oggetto di significato dell’uomo non sta nell’uomo”. una scelta drammatica e decisiva (è tut- Perciò, o non c’è significato o il signifi- to il contrario di una brava persona che cato dell’uomo è dato da un altro. Non va d’accordo con tutti) e questo è stato da un’altra cosa, perché il significato di detto fin dall’inizio: l’episodio della pre- una persona non può essere dato da una sentazione al tempio di Gesù ci ha fatto cosa. Deve essere dato da un altro. Un registrare quello che ha detto Simeone. altro che sta prima, che sta sopra. Ed è Questo uomo di Dio che nel bambino ha a questo punto che si pone la questione visto un segno di contraddizione, perché di Gesù Cristo. Perché è inutile girarci siano rivelati i pensieri di molti cuori. E in giro, alla fine questo è il nocciolo del del resto lui stesso, Gesù, dice di sè: “io problema. Molte volte ci sentiamo fare sono venuto come una spada, sono ve- questa domanda: “Ma che cosa centra nuto a dividere”, in qualche modo a far Gesù Cristo? Cosa centra con me Gesù decidere. Cristo?”. A questo punto si capisce subito una Gesù Cristo non centra niente se noi lo cosa: che la conoscenza di Gesù Cristo cerchiamo dove non c’è, cioè con una è molto diversa dalla conoscenza di tut- precomprensione che ci mette su una to ciò che abbiamo imparato a scuola, pista falsa. Per esempio: se lo cerchiamo perché coinvolge, chiama in causa non 19
solo la nostra mente, ma tutto il nostro come tutte le parole troppo ripetute, cor- essere. re il pericolo di essere banalizzata e di Uno può capire il teorema di Pitagora essere usata impropriamente. Questa senza appassionarsi di Pitagora, può parola esprime l’avvenimento primor- persuadersi che il quadrato costruito diale della nostra esistenza, che consiste sull’ipotenusa è equivalente alla somma nel fatto che Dio ci ha invitati alla sua dei quadrati costruiti sui cateti, senza festa, ci ha invitati alla festa della vita, innamorarsi dell’ipotenusa e senza ave- noi che per nostro conto non esisterem- re una passione travolgente per i cate- mo perché non c’è nessuna ragione al ti, ma non può capire Cristo adeguata- mondo che io debba necessariamente mente se non comincia ad aprire a lui la esistere. Ci ha invitati alla festa di po- sua vita. E qui c’è un salto: è un tipo di ter avere un destino, noi che per nostro conoscenza completamente diverso. Si conto non avremmo altro destino che la può capire il teorema di Pitagora senza morte, vanificatrice di tutto. Ci ha invi- giocarsi la propria vita per Pitagora, ma tati alla festa di conoscenza, d’amore, di non si conosce davvero Gesù Cristo se gioia che è propria della Trinità. Questo non nell’atto in cui ci si gioca in qualche è il punto su cui dovremmo riflettere a modo per lui. lungo: se esistiamo, se io esisto, questo A questo punto uno resta anche un po’ significa che sono stato voluto, che sono spaventato e dice: “Ma com’è questa sto- stato scelto, questo è – in sostanza – il ria?”. Qui c’è la ritrosia dell’uomo che nucleo dell’annuncio cristiano. Quando fa fatica ad uscire da se stesso e non voi vedete un bambino per la strada, vuol mai rischiare, difatti sarebbe quasi che è uno spettacolo che si vede sempre impossibile una cosa del genere se toc- meno, arriverà il momento che quando casse a noi cominciare per primi, ma incontreremo un bambino per strada per fortuna ha cominciato lui, Cristo ci diremo: “ehi, guarda, c’è un bambino!”, ha amati per primo ed allora il nostro come se vedessimo un elefante. Quando amore per lui è una risposta, noi non vediamo un bambino per la strada siamo potremmo mai sperare di trovare Colui sicuri che c’è stato almeno un momento che è il centro della nostra vita se lui in cui due persone si sono amate, c’è un non ci avesse mai cercato, anzi se non atto d’amore alle spalle ma, più profon- fosse sempre in atto di cercarci. “Io sto damente, quando noi incontriamo un alla porta e busso”, questa bellissima essere sappiamo che c’è un atto d’amore parola dell’Apocalisse credo che Gesù eterno di Dio alle spalle. Se io esisto è la ripeta continuamente per ciascuno perché sono stato amato, voluto, e que- di noi e poi continua nello stesso testo sto è la sostanza dell’annuncio cristia- “ se qualcuno ascolta la mia voce e mi no. Bisogna capirlo bene, sentirsi scelti apre la porta io verrò da lui, cenerò con è una delle esperienze umane più liete lui ed egli con me” o, come traduce feli- e gratificanti, come sentirsi trascurati e cemente Clemente Rebora: “a tu per tu disattesi è spesso la vera segreta delle noi ceneremo insieme”. nostre tristezze. Cercati, noi siamo cercati dall’eternità, Pensate ad un giovane che ha fatto cen- siamo stati chiamati. Questo vuol dire tinaia di domande di assunzione e si ve- che lui è il primo e questa è la vocazio- de passare davanti tutti ma lui non lo ne. La vocazione evoca subito chiostri chiamano mai, se però arriva una rispo- monastici e corridoi di seminario ma, in sta positiva gli ritorna la gioia di vivere, realtà, nella parola di Dio c’è un significa- perché è stato scelto. Pensate ad una to previo a ciò - c’è anche quello, perché ragazza che ad una festa da ballo tradi- c’è la vocazione degli apostoli - ma è una zionale – non so se esistono ancora que- parola chiave dell’annuncio cristiano e ste feste - non viene invitata da nessuno, 20
deve far da “tappezzeria”, è malinconica, viene dall’alto. E’ proprio questa indole depressa, per lei la vita è tutta triste, l’u- di risposta che ci spiega ciò che di più niverso è tutto sbagliato, ma basta che profondo c’è in noi. un ragazzo l’avvicina e la invita ed ecco Noi, per esempio, aspiriamo alla verità, che il suo volto si illumina perché è sta- a conoscere la verità, perché in partenza ta scelta, sia pure per un giro di danza. siamo stati conosciuti. Noi amiamo – e Ebbene noi siamo stati scelti, Dio ci ha non possiamo vivere senza amore – per- scelti, ci ha voluti, nessun pensiero è più ché in partenza siamo stati amati. Noi inebriante di questo e, a capirlo bene, cerchiamo Dio - talvolta anche senza sa- ci fa superare ogni motivo di amarezza, perlo - e il nostro cuore è inquieto finché di scoraggiamento che ci può capitare. non lo trova, perché Dio per primo ha Non c’è alcun motivo al mondo che do- cercato noi e ci ha scovati tra gli infiniti vessi venire io all’esistenza piuttosto che possibili con la sua azione creatrice. La uno dei molti esseri possibili, il Padre è cultura oggi dominante non solo ignora venuto a prendere me nell’infinita folla ma, direi, censura questi tratti essenziali delle creature possibili, il perché non del mistero umano, non vuol riconoscere lo so, perché non c’è una spiegazione la nostra natura di risposta ed allora è che non sia il mistero del Suo amore. Mi una cultura riduttiva, deformante, l’uo- ha chiamato ad esistere, ma anche ad mo che se ne lascia costringere e ma- esistere come suo figlio, somigliante a nipolare alla fine non è più un uomo, è lui, partecipe della sua eternità. A ben una contraddizione, è un assurdo. Perciò pensare questa è la felicità. Il rendermi l’incomunicabilità, l’amarezza sono gli conto della mia vocazione vuol dire vi- argomenti abituali di molta letteratura, vere già, adesso, nella gioia, anche se mi di molti spettacoli, di molte canzoni del tocca camminare in mezzo alle tristezze nostro tempo. Ma badate che, alla fine, della terra. il nostro essere è più forte delle ideolo- In questa luce si capisce, allora, che co- gie che ci dominano. Perciò l’apostolo di sa è in se stessa – e quindi come deve Cristo ha sempre degli alleati nel cuore essere nelle decisioni - la nostra vita. La di tutte le persone che incontra, perché è nostra vita è essenzialmente una rispo- il nostro essere che dice questa risposta sta, una risposta alla chiamata. Sembra alla chiamata e nessuno può strapparci un pensiero semplice, però l’uomo ten- davvero da noi stessi. Anche se lo fanno, de a pensare alla sua vita come ad una cercano di farlo magari con la scusa di domanda, un interrogativo che troppe farci galoppare per i prati dell’esistenza volte sembra risuonare nel vuoto. Invece senza nessun divieto, senza nessun limi- il cristiano sa che la sua vita è una rispo- te, quindi sembra una cosa moto bella, sta, perché la domanda è la vocazione no? Ma in realtà non è bella, perché ci che Dio ha avuto per lui dall’eternità. Siamo stati chiamati, non siamo venuti al mondo per caso, siamo stati presi dal nulla e posti nell’esistenza per un atto di predilezione da parte di Dio. E badate che questo è dentro nella struttura fon- damentale del nostro essere. L’indole di essere una risposta è qualcosa che è inscritto dentro di noi, noi siamo co- stitutivamente una risposta a Colui che ci ha convocati. Siamo un “SI”, qualche volta stentato, qualche volta volubile, ma sempre un “SI” detto ad un invito che ci 21
libera da noi, crede di liberarci da qual- guardo è la Pasqua. Certo, a noi secca che schiavitù e ci libera da quello che un po’ passare da questa strada, passa- noi, più profondamente, siamo. Liberar- re attraverso il Venerdì Santo ci da un ci da ciò che costituisce la nostra na- po’ fastidio, noi butteremmo volentieri tura più intima, quindi liberarci dalla due pagine del Vangelo, passando dalla nostra vocazione, dal nostro essere un sera del giovedì alla mattina di Pasqua, “SI”, liberarci dal nostro significato, non ma no, il Signore ha stabilito tutto que- vuol dire liberarci, significa sopprimer- sto progetto, ma il traguardo è la vita ci o amputarci nella nostra vera realtà. di gioia che è già data adesso, perché Come dice Chesterton, che amava sem- il Signore dice beati quelli che piango- pre i paradossi: “Non vi venga in mente no adesso, ma dice già beati, beati già di liberare un cammello dal peso della adesso quelli che piangono. Quando uno sua gobba”, povero cammello che deve è convinto che Dio esiste ed è padre, ed portare tutto ‘sto peso, togliamogli la è l’approdo di tutti gli esseri, che Gesù gobba, perché lo liberereste dall’essere Cristo è risorto, primizia della nostra un cammello e, poi, ancora peggio dice: vittoria, non può non essere allegro nel “Non andate demagogicamente a sobil- profondo del suo essere, per quanto ma- lare i triangoli perché vadano dai loro le vadano le cose e per quanto deludente tre lati”. Se un triangolo vi da retta, la possa sembrargli la cristianità. E’ vero sua lamentevole fine come triangolo è che qualcuno ha osservato che a guarda- segnata. Ecco, io credo che questo valga re in faccia quelli che escono dalla Messa profondamente anche per questa nostra domenicale non si ha l’impressione che intima natura di gente che è stata chia- sia della gente molto contenta, ma, forse mata e che è una risposta. perché sono poco credenti, perché una fede viva è sempre premessa e ragione Una parola sola sulla gioia, perché è un di gioia. Hilaire Belloc, questo scrittore problema questo, come conseguenza del e poeta inglese che si era convertito dal rispondere a Cristo. Ma rispondere a Cri- protestantesimo, ed era passato dalla sto ci impegna a soffrire o a stare allegri? tristezza del puritanesimo protestan- Perché ci sono delle voci diverse, no? Si te al cattolicesimo, lui ha fatto proprio va un giorno a sentir la predica e si parla questa esperienza, che canta in questi di gioia, si va un altro giorno e si parla versi: “Che regni tra i cattolici il buon di croce, com’è ‘sta storia? Beh, bisogna vino e l’allegria questo, posso giurarlo, dire che Gesù parla di gioia quanto di tri- è l’esperienza mia”. Credo che non dob- stezza: “Voi piangerete, vi rattristerete, il biamo cambiare questa situazione, no? mondo invece si rallegrerà”, “voi sarete Noi ci dimentichiamo troppo le nostre afflitti ma la vostra tristezza si cambierà fortune. Come si fa a non essere felici in gioia”. San Paolo parla di una tristez- quando si ha un Padre nel cielo che non za secondo Dio che porta alla salvezza, muore mai? Quando si ha un Salvatore contrapposta ad una tristezza del mondo che, alla fine, ci salva da ogni guaio, al- che conduce alla morte. Allora significa la fine, però … comunque, poi, ci salva! che il messaggio cristiano è travisato sia Quando nella Chiesa abbiamo un’appar- quando si censura il discorso della cro- tenenza che non viene mai meno? Quan- ce, e quindi quello della sofferenza, della do si ha la possibilità di cominciare sem- sconfitta, dell’umiliazione, sia quando ci pre da capo, dopo ogni sbaglio, anche il si dimentica che è un “evangelo”, cioè un più grave? Quando si è in cammino verso annuncio di gioia. Resta il fatto, però, la vita eterna? Perciò, credo che posso che noi siamo fatti per la gioia non per lasciarvi come ultima parola quella di la tristezza. La croce è solo la strada, S. Paolo: “State allegri e, possibilmente, anche se è una strada obbligata, il tra- siate seminatori di gioia”. 22
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