Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...

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Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
Bollettino interparrocchiale   della Vallemaggia
Settembre - Ottobre - Novembre 2018
Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
Orario S. Messe festive
                                     •
                              Avegno - Gordevio
                       Settembre - Ottobre - Novembre 2018

Orari S. Messe

Lunedì        ore 08.00     Cottolengo
Martedì       ore 08.00     Cottolengo
              ore 18.00     GORDEVIO
Mercoledì     ore 15.30     Cottolengo
              ore 18.00     AVEGNO
Giovedì       ore 08.00     Cottolengo
              ore 18.00     GORDEVIO
Venerdì       ore 08.00     Cottolengo
              ore 18.00     AVEGNO
Sabato        ore 08.00     Cottolengo
              ore 18.00     GORDEVIO
Domenica      ore 10.00 Cottolengo
              ore 10.00	AVEGNO

COMUNIONE AI MALATI E AGLI ANZIANI
Rimango a disposizione, in particolare nei giorni feriali, per portare la comunione
ai malati e agli anziani che non possono partecipare alla S. Messa festiva.
Tutti coloro che lo desiderano o fossero a conoscenza di persone che lo volessero,
sono invitati a farmelo presente, tramite telefono o di persona.

CONFESSIONI
Sono sempre a disposizione per le confessioni, soprattutto dopo le S. Messe feriali.

   Offerte per il Bollettino Gordevio:            Offerte per il Bollettino Avegno:
   CCP 65-6427-7 / Banca Raiffeisen Vallemaggia   CCP 65-802-8
   6675 Cevio                                     Parrocchia di Avegno
   A favore di CH78 8033 5000 0001 9947 2         Per Bollettino
   Consiglio Parrocchiale Gordevio
   BOLLETTINO PARROCCHIALE, 6672 Gordevio

   don Fabrizio Sgariglia                     In copertina:
   Caraa dal Prevat 8, 6673 Maggia            Cascata del Botto a Rovio
   Telefono 091 753 25 59                     Dettaglio foto gentilmente offerta
   Cellulare 077 999 47 46                    dal fotografo Diego Pianarosa.
   fabrizio.72s72@gmail.com               2
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La parola del parroco
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Le opere di Misericordia                              ciale attenzione per i malati?
                                                      In primo luogo perché lo comanda il Van-
Visitare gli ammalati                                 gelo. Gesù si identifica nei fratelli amma-
                                                      lati e dice senza tanti giri di parole che

C
         i sono molti Santi che dicono: il let-       quello che facciamo a tali fratelli piccoli
         to di un ammalato è un altare; lì,           viene fatto a Lui.
         accanto a chi soffre, c'è la presenza        In secondo luogo occorre ricordare che
del Signore. Cosa per la quale altri Santi            la malattia costituisce una speciale con-
aggiungono: non sederti davanti ad un                 dizione di debolezza, fisica e spirituale.
ammalato grave, per il rispetto che devi              Il malato si trova come spossessato di sé
alla presenza di Dio che sta accanto a lui.           dalla malattia e consegnato nelle mani di
I cristiani hanno inventato, da subito,               altri: parenti o medici che siano.
gli ospedali, convinti che nell'ammalato              Quando ti trovi a dover dipendere così
si nasconde “Domine Iddio”. Dicevano                  radicalmente dagli altri, la debolezza av-
proprio così.                                         vertita è grande. Si tratta di uno smotta-
Durante tutto il Medio Evo principi e car-            mento che si subisce nelle relazioni, nei
dinali dedicavano almeno qualche giorno               ritmi, nei piani della vita. La quale resta
durante la quaresima a fare gli infermieri            percossa e a volte tramortita.
negli ospedali, con lo scopo di mettersi a            Durante la malattia molte cose cambia-
servire Domine Iddio. Che la misericordia             no, perché cambia la percezione di tutto.
si rendesse visibile, vera ed efficace, nel-          È il momento nel quale ci sentiamo forse
la visita agli ammalati lo si vide durante            per la prima volta creature finite, biso-
le pestilenze, quando moltissimi Santi                gnose, vacillanti nelle mutevoli insinua-
mobilitarono le loro città per soccorre-              zioni del cuore.
re ammalati non di rado lasciati soli dai             Disporre, proprio in questi momenti, di
propri stessi familiari causa il terrore              persone amiche è di enorme importanza.
del contagio.                                         S. Camillo lo comprese e vestì i propri di-
Sarebbe interessante rivedere qui la vita             scepoli con la croce rossa dei crociati. Es-
di S. Camillo, di S. Luigi Gonzaga che di             si sarebbero stati infatti i nuovi crociati,
contagio morì, di S. Carlo Borromeo... su             mandati non a liberare il Santo Sepolcro
su fino a Cafasso, al Cottolengo, a Fran-
cesca Cabrini, a Madre Teresa.
Migliaia di cappuccini durante i secoli
morirono nell'assistere i malati, non sol-
tanto nei lazzaretti, ma anche nelle case,
al fine che gli appestati morissero da uo-
mini, da cristiani, assistiti e benvoluti.
I frati sono ancora oggi molto amati e pre-
feriti ai preti anche per questa ragione.
È rimasta nella memoria collettiva del
popolo la gratitudine per il loro eroico
servizio.
Poniamoci adesso la domanda: come mai
i cristiani ebbero, da subito, questa spe-

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di pietra, ma l'anima dei malati dalla ten-          I frati Domenicani, ad esempio, riempio-
tazione della sfiducia e dell'abbattimento.          no l'Europa del 1200 e 1300 di ospedali,
La cura e la visita al malato nella Chiesa           nei quali il malato trovava le lenzuola, il
ha questa radice. Il malato è un fratello            pollo e perfino il vino... tutte attenzioni
che deve combattere una battaglia dura e             dovute al fratello e alla sorella che in quel
speciale, in condizioni di debolezza a vol-          momento rappresenta dal vivo il Signore.
te estrema. Va curato, allora, e visitato!           E si parla di lenzuola e di pollo in secoli
                                                     nei quali interi ceti neppure l'avevano
Questa necessaria visita ai malati la Chie-          queste cose durante tutta la loro vita.
sa non soltanto la predica e la incoraggia,          Chi visita l'ammalato deve conoscere la
ma l'organizza.                                      battaglia interiore che il fratello affron-
Di qui le confraternite, le Misericordie             ta in tali condizioni: è la battaglia della
laicali; ma poi non si contano i Santi e             speranza, della fiducia nel Signore; è la
Beati che, come sottolineato, fondano o              battaglia nella quale il demonio vuol farci
riorganizzano ospedali, lazzaretti, centri           dubitare dell'amore di Dio per noi.
di primo soccorso o di lunga degenza.                Il segreto della pace, quella vera e pro-
Il precetto di visitare gli ammalati nella           fonda e durevole, non sta nell'assicurarci
storia della Chiesa comincia subito; na-             una guarigione, ma piuttosto nel nostro
sce insieme alla Chiesa stessa.                      filiale arrenderci alla volontà di Dio.
Se ricordate sono le donne, le vere di-              “Il mio cuore non ha più pretese – canta a
scepole che seguono Gesù dalla Galilea               proposito il salmista -; è come un bimbo
a Gerusalemme, che soccorrono Gesù                   svezzato in braccio alla sua madre”. Così
nella sua Via Crucis, nella morte e nella            sono il cuore e l'anima di chi s'arrende
sepoltura. Esse fanno a Gesù quanto Egli             alla volontà di Dio.
fece per tutta la vita ai ciechi, ai paraliti-       Visitando i malati si porta una presenza
ci, ai lebbrosi, ai sordomuti.                       consolatrice, cordiale, fraterna, discreta.
I Santi scrivono e ripetono che occorre              La discrezione ci suggerisce quali parole
trattare gli ammalati come la mamma                  usare. A volte basta un cenno, che l'ani-
tratta il figlio piccolo. Lo dicono e lo fan-        ma del malato, resa più sensibile dalla
no S. Francesco, S. Camillo, S. Giovanni             sofferenza, coglie al volo.
di Dio, e moltissimi altri.                          Altre volte ci è consentito allargarci. Di-
                                                               pende. Occorre tatto. Il malato è
                                                               un fratello in difficoltà, non è una
                                                               preda, non è terreno di conqui-
                                                               sta. Ci permettiamo di aggiunge-
                                                               re qui una nota: il biasimo severo
                                                               verso quei parenti che crudel-
                                                               mente impediscono la visita, so-
                                                               prattutto dei sacerdoti, al loro
                                                               familiare ammalato.
                                                               Un tale divieto non è un segno di
                                                               protezione del malato, ma spia di
                                                               paure profonde, irrazionali e non
                                                               controllate. Si tratta di mancanza
                                                               grave, di grave offesa alla carità
                                                               e per chi di queste persone va
                                                               in chiesa è il caso di un esame
                                                               di coscienza altrettanto severo.

                                                                                    don Fabrizio

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Pagina della Spiritualità
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Catechesi sui Santi e dottori                      messaggio del Crocifisso nella chiesetta
della Chiesa di Benedetto XVI                      di San Damiano. Per tre volte il Cristo
(Joseph Ratzinger)                                 in croce si animò, e gli disse: “Va’, Fran-
                                                   cesco, e ripara la mia Chiesa in rovina”.
                                                   Questo semplice avvenimento della pa-
Udienza generale                                   rola del Signore udita nella chiesa di S.
Aula Paolo Vi                                      Damiano nasconde un simbolismo pro-
Mercoledì, 27 Gennaio 2010                         fondo. Immediatamente san Francesco
San Francesco D'assisi                             è chiamato a riparare questa chiesetta,
                                                   ma lo stato rovinoso di questo edificio
Cari fratelli e sorelle,                           è simbolo della situazione drammatica

I
   n una recente catechesi, ho già illu-           e inquietante della Chiesa stessa in quel
   strato il ruolo provvidenziale che l’Or-        tempo, con una fede superficiale che non
   dine dei Frati Minori e l’Ordine dei            forma e non trasforma la vita, con un
Frati Predicatori, fondati rispettivamen-          clero poco zelante, con il raffreddarsi
te da san Francesco d’Assisi e da san Do-          dell’amore; una distruzione interiore del-
menico da Guzman, ebbero nel rinnova-              la Chiesa che comporta anche una de-
mento della Chiesa del loro tempo. Oggi            composizione dell’unità, con la nascita di
vorrei presentarvi la figura di Francesco,         movimenti ereticali. Tuttavia, in questa
un autentico “gigante” della santità, che          Chiesa in rovina sta nel centro il Croci-
continua ad affascinare moltissime per-            fisso e parla: chiama al rinnovamento,
sone di ogni età e di ogni religione.              chiama Francesco ad un lavoro manuale
                                                   per riparare concretamente la chiesetta
“Nacque al mondo un sole”. Con queste              di san Damiano, simbolo della chiamata
parole, nella Divina Commedia (Paradiso,           più profonda a rinnovare la Chiesa stes-
Canto XI), il sommo poeta italiano Dante           sa di Cristo, con la sua radicalità di fede
Alighieri allude alla nascita di Francesco,        e con il suo entusiasmo di amore per
avvenuta alla fine del 1181 o agli inizi del       Cristo. Questo avvenimento, accaduto
1182, ad Assisi. Appartenente a una ric-           probabilmente nel 1205, fa pensare ad
ca famiglia – il padre era commerciante            un altro avvenimento simile verificato-
di stoffe –, Francesco trascorse un’ado-           si nel 1207: il sogno del Papa Innocenzo
lescenza e una giovinezza spensierate,             III. Questi vede in sogno che la Basilica
coltivando gli ideali cavallereschi del            di San Giovanni in Laterano, la chiesa
tempo. A vent’anni prese parte ad una              madre di tutte le chiese, sta crollando
campagna militare, e fu fatto prigionie-           e un religioso piccolo e insignificante
ro. Si ammalò e fu liberato. Dopo il ri-           puntella con le sue spalle la chiesa af-
torno ad Assisi, cominciò in lui un lento          finché non cada. E’ interessante notare,
processo di conversione spirituale, che            da una parte, che non è il Papa che dà
lo portò ad abbandonare gradualmente               l’aiuto affinché la chiesa non crolli, ma
lo stile di vita mondano, che aveva pra-           un piccolo e insignificante religioso, che
ticato fino ad allora. Risalgono a questo          il Papa riconosce in Francesco che Gli fa
periodo i celebri episodi dell’incontro            visita. Innocenzo III era un Papa potente,
con il lebbroso, a cui Francesco, sceso            di grande cultura teologica, come pure
da cavallo, donò il bacio della pace, e del        di grande potere politico, tuttavia non è

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lui a rinnovare la Chiesa, ma il piccolo e        di creare dietro il Francesco della tra-
insignificante religioso: è san Francesco,        dizione, un cosiddetto Francesco stori-
chiamato da Dio. Dall’altra parte, però,          co, così come si cerca di creare dietro
è importante notare che san Francesco             il Gesù dei Vangeli, un cosiddetto Gesù
non rinnova la Chiesa senza o contro il           storico. Tale Francesco storico non sa-
Papa, ma solo in comunione con lui. Le            rebbe stato un uomo di Chiesa, ma un
due realtà vanno insieme: il Successore           uomo collegato immediatamente solo
di Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata           a Cristo, un uomo che voleva creare un
sulla successione degli Apostoli e il ca-         rinnovamento del popolo di Dio, senza
risma nuovo che lo Spirito Santo crea in          forme canoniche e senza gerarchia. La
questo momento per rinnovare la Chie-             verità è che san Francesco ha avuto real-
sa. Insieme cresce il vero rinnovamento.          mente una relazione immediatissima con
Ritorniamo alla vita di san Francesco.            Gesù e con la parola di Dio, che voleva
Poiché il padre Bernardone gli rimpro-            seguire sine glossa, così com’è, in tutta
verava troppa generosità verso i poveri,          la sua radicalità e verità. È anche vero
Francesco, dinanzi al Vescovo di Assisi,          che inizialmente non aveva l’intenzione
con un gesto simbolico si spogliò dei             di creare un Ordine con le forme cano-
suoi abiti, intendendo così rinunciare            niche necessarie, ma, semplicemente,
all’eredità paterna: come nel momento             con la parola di Dio e la presenza del Si-
della creazione, Francesco non ha nien-           gnore, egli voleva rinnovare il popolo di
te, ma solo la vita che gli ha donato Dio,        Dio, convocarlo di nuovo all’ascolto della
alle cui mani egli si consegna. Poi vis-          parola e all’obbedienza verbale con Cri-
se come un eremita, fino a quando, nel            sto. Inoltre, sapeva che Cristo non è mai
1208, ebbe luogo un altro avvenimento             “mio”, ma è sempre “nostro”, che il Cristo
fondamentale nell’itinerario della sua            non posso averlo “io” e ricostruire “io”
conversione. Ascoltando un brano del              contro la Chiesa, la sua volontà e il suo
Vangelo di Matteo – il discorso di Gesù           insegnamento, ma solo nella comunione
agli apostoli inviati in missione –, Fran-        della Chiesa costruita sulla successione
cesco si sentì chiamato a vivere nella            degli Apostoli si rinnova anche l’obbe-
povertà e a dedicarsi alla predicazione.          dienza alla parola di Dio.
Altri compagni si associarono a lui, e            È anche vero che non aveva intenzione
nel 1209 si recò a Roma, per sottoporre           di creare un nuovo ordine, ma solamente
al Papa Innocenzo III il progetto di una          rinnovare il popolo di Dio per il Signore
nuova forma di vita cristiana. Ricevet-           che viene. Ma capì con sofferenza e con
te un’accoglienza paterna da quel gran-           dolore che tutto deve avere il suo ordine,
de Pontefice, che, illuminato dal Signo-          che anche il diritto della Chiesa è neces-
re, intuì l’origine divina del movimento          sario per dar forma al rinnovamento e co-
suscitato da Francesco. Il Poverello di           sì realmente si inserì in modo totale, col
Assisi aveva compreso che ogni cari-              cuore, nella comunione della Chiesa, con
sma donato dallo Spirito Santo va po-             il Papa e con i Vescovi. Sapeva sempre
sto a servizio del Corpo di Cristo, che è         che il centro della Chiesa è l'Eucaristia,
la Chiesa; pertanto agì sempre in piena           dove il Corpo di Cristo e il suo Sangue di-
comunione con l’autorità ecclesiastica.           ventano presenti. Tramite il Sacerdozio,
Nella vita dei santi non c’è contrasto tra        l'Eucaristia è la Chiesa. Dove Sacerdozio
carisma profetico e carisma di governo            e Cristo e comunione della Chiesa vanno
e, se qualche tensione viene a crearsi, es-       insieme, solo qui abita anche la parola di
si sanno attendere con pazienza i tempi           Dio. Il vero Francesco storico è il France-
dello Spirito Santo.                              sco della Chiesa e proprio in questo modo
In realtà, alcuni storici nell’Ottocento e        parla anche ai non credenti, ai credenti
anche nel secolo scorso hanno cercato             di altre confessioni e religioni.

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Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
dialogo nella verità, nel rispetto recipro-
                                                   co e nella mutua comprensione (cfr No-
                                                   stra Aetate, 3). Sembra poi che nel 1220
                                                   Francesco abbia visitato la Terra San-
                                                   ta, gettando così un seme, che avrebbe
                                                   portato molto frutto: i suoi figli spiritua-
                                                   li, infatti, fecero dei Luoghi in cui visse
                                                   Gesù un ambito privilegiato della loro
                                                   missione. Con gratitudine penso oggi ai
                                                   grandi meriti della Custodia francescana
                                                   di Terra Santa.
                                                   Rientrato in Italia, Francesco consegnò
                                                   il governo dell’Ordine al suo vicario, fra
                                                   Pietro Cattani, mentre il Papa affidò alla
                                                   protezione del Cardinal Ugolino, il futuro
                                                   Sommo Pontefice Gregorio IX, l’Ordine,
                                                   che raccoglieva sempre più aderenti. Da
Francesco e i suoi frati, sempre più nu-           parte sua il Fondatore, tutto dedito alla
merosi, si stabilirono alla Porziuncola, o         predicazione che svolgeva con grande
chiesa di Santa Maria degli Angeli, luogo          successo, redasse una Regola, poi ap-
sacro per eccellenza della spiritualità            provata dal Papa.
francescana. Anche Chiara, una giova-              Nel 1224, nell’eremo della Verna, France-
ne donna di Assisi, di nobile famiglia, si         sco vede il Crocifisso nella forma di un
mise alla scuola di Francesco. Ebbe così           serafino e dall’incontro con il serafino
origine il Secondo Ordine francescano,             crocifisso, ricevette le stimmate; egli di-
quello delle Clarisse, un’altra esperien-          venta così uno col Cristo crocifisso: un
za destinata a produrre frutti insigni di          dono, quindi, che esprime la sua intima
santità nella Chiesa.                              identificazione col Signore.
Anche il successore di Innocenzo III, il           La morte di Francesco – il suo transitus
Papa Onorio III, con la sua bolla Cum di-          - avvenne la sera del 3 ottobre 1226, alla
lecti del 1218 sostenne il singolare svilup-       Porziuncola. Dopo aver benedetto i suoi
po dei primi Frati Minori, che andavano            figli spirituali, egli morì, disteso sulla nu-
aprendo le loro missioni in diversi paesi          da terra. Due anni più tardi il Papa Gre-
dell’Europa, e persino in Marocco. Nel             gorio IX lo iscrisse nell’albo dei santi.
1219 Francesco ottenne il permesso di              Poco tempo dopo, una grande basilica
recarsi a parlare, in Egitto, con il sultano       in suo onore veniva innalzata ad Assisi,
musulmano Melek-el-Kâmel, per predi-               meta ancor oggi di moltissimi pellegrini,
care anche lì il Vangelo di Gesù. Desi-            che possono venerare la tomba del san-
dero sottolineare questo episodio della            to e godere la visione degli affreschi di
vita di san Francesco, che ha una grande           Giotto, pittore che ha illustrato in modo
attualità. In un’epoca in cui era in atto          magnifico la vita di Francesco.
uno scontro tra il Cristianesimo e l’Islam,        È stato detto che Francesco rappresenta
Francesco, armato volutamente solo del-            un alter Christus, era veramente un’icona
la sua fede e della sua mitezza personale,         viva di Cristo. Egli fu chiamato anche “il
percorse con efficacia la via del dialogo.         fratello di Gesù”. In effetti, questo era il
Le cronache ci parlano di un’accoglienza           suo ideale: essere come Gesù; contem-
benevola e cordiale ricevuta dal sultano           plare il Cristo del Vangelo, amarlo inten-
musulmano. È un modello al quale anche             samente, imitarne le virtù. In particolare,
oggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra           egli ha voluto dare un valore fondamen-
cristiani e musulmani: promuovere un               tale alla povertà interiore ed esteriore,

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Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
insegnandola anche ai suoi figli spirituali.         santità dell’Eucaristia ci chiede di essere
La prima beatitudine del Discorso della              puri, di vivere in modo coerente con il
Montagna - Beati i poveri in spirito per-            Mistero che celebriamo.
ché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3) - ha       Dall’amore per Cristo nasce l’amore ver-
trovato una luminosa realizzazione nella             so le persone e anche verso tutte le crea-
vita e nelle parole di san Francesco. Dav-           ture di Dio. Ecco un altro tratto caratte-
vero, cari amici, i santi sono i migliori            ristico della spiritualità di Francesco: il
interpreti della Bibbia; essi, incarnando            senso della fraternità universale e l’amo-
nella loro vita la Parola di Dio, la rendo-          re per il creato, che gli ispirò il celebre
no più che mai attraente, così che parla             Cantico delle creature. È un messaggio
realmente con noi. La testimonianza di               molto attuale. Come ho ricordato nella
Francesco, che ha amato la povertà per               mia recente Enciclica Caritas in veritate,
seguire Cristo con dedizione e libertà               è sostenibile solo uno sviluppo che ri-
totali, continua ad essere anche per noi             spetti la creazione e che non danneggi
un invito a coltivare la povertà interiore           l’ambiente (cfr nn. 48-52), e nel Messag-
per crescere nella fiducia in Dio, unendo            gio per la Giornata Mondiale della Pace
anche uno stile di vita sobrio e un distac-          di quest’anno ho sottolineato che anche
co dai beni materiali.                               la costruzione di una pace solida è lega-
In Francesco l’amore per Cristo si espres-           ta al rispetto del creato. Francesco ci ri-
se in modo speciale nell’adorazione del              corda che nella creazione si dispiega la
Santissimo Sacramento dell’Eucari-                   sapienza e la benevolenza del Creatore.
stia. Nelle Fonti francescane si leggono             La natura è da lui intesa proprio come un
espressioni commoventi, come questa:                 linguaggio nel quale Dio parla con noi,
“Tutta l’umanità tema, l’universo intero             nel quale la realtà diventa trasparente e
tremi e il cielo esulti, quando sull’altare,         possiamo noi parlare di Dio e con Dio.
nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il            Cari amici, Francesco è stato un grande
Figlio del Dio vivente. O favore stupendo!           santo e un uomo gioioso. La sua sem-
O sublimità umile, che il Signore dell’uni-          plicità, la sua umiltà, la sua fede, il suo
verso, Dio e Figlio di Dio, così si umili da         amore per Cristo, la sua bontà verso ogni
nascondersi per la nostra salvezza, sotto            uomo e ogni donna l’hanno reso lieto in
una modica forma di pane” (Francesco                 ogni situazione. Infatti, tra la santità e la
di Assisi, Scritti, Editrici Francescane,            gioia sussiste un intimo e indissolubile
Padova 2002, 401).                                   rapporto. Uno scrittore francese ha det-
In quest’anno sacerdotale, mi piace pure             to che al mondo vi è una sola tristezza:
ricordare una raccomandazione rivolta                quella di non essere santi, cioè di non es-
da Francesco ai sacerdoti: “Quando vor-              sere vicini a Dio. Guardando alla testimo-
ranno celebrare la Messa, puri in modo               nianza di san Francesco, comprendiamo
puro, facciano con riverenza il vero sa-             che è questo il segreto della vera felicità:
crificio del santissimo Corpo e Sangue               diventare santi, vicini a Dio!
del Signore nostro Gesù Cristo” (Fran-               Ci ottenga la Vergine, teneramente amata
cesco di Assisi, Scritti, 399). Francesco            da Francesco, questo dono. Ci affidiamo
mostrava sempre una grande deferenza                 a Lei con le parole stesse del Poverello
verso i sacerdoti, e raccomandava di ri-             di Assisi: “Santa Maria Vergine, non vi è
spettarli sempre, anche nel caso in cui              alcuna simile a te nata nel mondo tra le
fossero personalmente poco degni. Por-               donne, figlia e ancella dell’altissimo Re e
tava come motivazione di questo profon-              Padre celeste, Madre del santissimo Si-
do rispetto il fatto che essi hanno rice-            gnor nostro Gesù Cristo, sposa dello Spi-
vuto il dono di consacrare l’Eucaristia.             rito Santo: prega per noi... presso il tuo
Cari fratelli nel sacerdozio, non dimen-             santissimo diletto Figlio, Signore e Mae-
tichiamo mai questo insegnamento: la                 stro” (Francesco di Assisi, Scritti, 163).

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Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
Agenda
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Venerdì 7 Settembre
Sala parrocchiale Avegno ore 19.00: secondo incontro con i genitori dei cresimandi

    Mercoledì 12 Settembre
    Ore 13.30-14.30 Avegno sala parrocchiale, catechismo per cresimandi: riprendono gli incontri
    di preparazione al Sacramento della Confermazione. Il luogo e le date degli incontri successivi
    verranno comunicati direttamente ai genitori dei cresimandi (incontro riservato per loro, ve-
    nerdì 7 Settembre).

Settembre-Ottobre
Incontro con i collaboratori per stabilire le nuove date delle S. Messe animate (2018/2019): la data dell’in-
contro verrà comunicata in seguito

Novembre - Corso di preparazione al Sacramento dell’Eucarestia
Nel mese di novembre inizierà il corso di preparazione alla prima comunione 2018-2019 per la zona
della bassa-media Vallemaggia. I genitori dei bambini interessati saranno invitati ad una serata infor-
mativa. Il luogo e il giorno dell’incontro verranno comunicati più avanti.
▪ Le iscrizioni sono aperte ai bambini che frequentano la classe terza elementare in settembre o che
    l’hanno già frequentata
▪ La partecipazione all’ora scolastica di religione è richiesta quale completamento indispensabile
▪ Il modulo dell’iscrizione verrà consegnato la sera stessa dell’incontro; tra le informazioni importan-
    ti sono richiesti il luogo e la data del battesimo.
▪ Vi invitiamo gentilmente ad informare anche eventuali genitori che potrebbero essere interessati
    e che non abbiano l’occasione di leggere questo avviso.
▪ Saranno gradite segnalazioni di genitori che si offrano di collaborare con noi (presbiteri) durante i
    vari incontri formativi.

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Bollettino interparrocchiale Settembre - Ottobre - Novembre 2018 della Vallemaggia - Parrocchie del ...
Calendario Liturgico
Settembre 2018
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Domenica 2         S. Messa animata di inizio anno scolastico
                   ore 10.45    Moghegno

Domenica 16        Festa Federale di Ringraziamento
Nelle Sante Messe Festive di Sabato 15 Settembre ore 18.00 a Gordevio e
di Domenica 16 Settembre ore 10.00 ad Avegno: canto del Salmo Svizzero

Ottobre 2018

Domenica 14        Festa Parrocchiale Beata Vergine Maria del Rosario
S. Messa           ore 10.00     Gordevio
                   Banco del dolce al termine della Messa

Sabato 20
  Cresima per la Media-Bassa Vallemaggia
  ore 17.00   Gordevio
		            Chiesa Parrocchiale Ss. Filippo e Giacomo

Domenica 21        Festa Patronale S. Luca Evangelista
S. Messa           ore 10.00       AVEGNO
                   Banco del dolce al termine della Messa:
                   il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle missioni.

Novembre 2018

Giovedì 1          Solennità di tutti i Santi
S. Messa           ore 09.30      AVEGNO
                   ore 10.45      GORDEVIO

  ore 14.00                       AVEGNO-CIMITERO: visita e preghiera in suffragio
		                                di tutti i fedeli defunti
  ore 15.00                       GORDEVIO-CIMITERO: visita e preghiera in suffragio
		                                di tutti i fedeli defunti

Venerdì 2          Commemorazione di tutti i fedeli defunti
S. Messa           ore 18.00 AVEGNO

Dicembre 2018

Sabato 1           1a Domenica di Avvento anno C
S. Messa Festiva   ore 18.00   AVEGNO

Domenica 2         1a Domenica di Avvento anno C
S. Messa Festiva   ore 10.00   GORDEVIO

                                           10
IMPORTANTE
Ricordo a tutti i fedeli, che con la 1a Domenica di Avvento (2 Dicembre), e dunque, con
l’inizio del nuovo Anno Liturgico, avverrà la rotazione annuale delle Sante Messe fra Gor-
devio e Avegno. La S. Messa festiva della Domenica ritorna a Gordevio, mentre la S. Mes-
sa vigilare festiva del Sabato alle ore 18.00 passa ad Avegno. Si invertono anche i giorni
delle S. Messe feriali: martedì e giovedì ad Avegno, mercoledì e venerdì a Gordevio.

Eventuali cambiamenti di orario saranno comunicati a mezzo di avvisi
nell’albo parrocchiale

                   Vita sacramentale
                                       •
BATTESIMI
Novalee Horvat-Serravalle		               Avegno, 26 Maggio 2018
Elodie Zanini		                           Gordevio, 09 Giugno 2018
Amya Lavigna		                            Gordevio, 10 Giugno 2018
Sheryl Lavigna		                          Gordevio, 10 Giugno 2018

SONO TORNATI ALLA CASA DEL PADRE
Noemi Bianchi		                           Avegno, 02 Luglio 2018

                    Ricordo di Aldo Lafranchi
                    Il 9 luglio, nel suo ottantaduesimo anno di vita, ci ha lasciati Aldo
                    Lafranchi. Aldo e la moglie Anna avevano costruito la loro casa e
                    formato la loro famiglia ad Avegno, allietata dalla nascita dei figli
                    Silvia, Filippo, Lucia e poi da Nguyên, un bambino fuggito dall’allo-
                    ra tormentato Vietnam e che loro avevano accolto come figlio.
                    Aldo era un uomo dinamico e pieno di energia capace di difendere
con determinazione i propri principi e le proprie idee; dotato di grande spirito umani-
tario, valori che, assieme alla moglie Anna, ha saputo trasmettere ai propri figli. Si è
subito inserito nel tessuto sociale di Avegno e ha ricoperto per diversi anni la carica
di Municipale. Ha fatto pure parte del nostro Consiglio parrocchiale dal 1982 al 1989 e
dal 1984 ne è stato il presidente. Appassionato di musica ha avuto il merito, nel perio-
do della sua presidenza, di far dotare la nostra Chiesa parrocchiale di un imponente
organo, che lui ha sempre suonato con grande entusiasmo e passione, accompagnan-
do le varie funzioni. Anche quando ha lasciato con la famiglia il nostro Comune è sem-
pre ritornato volentieri ad Avegno per allietare la Santa Messa con la musica del “suo”
organo. Grazie mille, grazie di cuore Aldo per quanto hai fatto per la nostra comunità
parrocchiale. Avegno, agosto 2018. Il Consiglio parrocchiale di Avegno

                                           11
Avegno, domenica 27 maggio 2018
    Solennità della Santissima Trinità
                                    •
H   anno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia 27 bambini della
    media-bassa Vallemaggia

AVEGNO-GORDEVIO:
Terzi Lisa			                  Patocchi Rebecca		             Mordasini Pauline
Maggioni Mattia		              Lancetti Celine			             Fenner Gioele
Codiga Sebastian		             Cervetti Ellis-Sara		          Picoco Samuele
Seravalle-Horvat Novalee
Maggia, Lodano, Giumaglio, Aurigeno, Coglio, Moghegno, Someo:

Sartori Sabrina; Arbisi Emily; Bazzana Chantal; Campana Nora; Forini Mochelle; Fran-
zoni Lisa; Hohl Luna; Inselmini Lia; Lucca Mattia; Lucca Nora; Mossi Vittoria; Mulat-
tieri Elia; Pedrotti Greta; Pelloni Celeste; Rianda Aileen; Rima Matilde; Vigani Milo.

                                         13
Momenti di vita comunitaria
                                      •
   Festa del Patriziato di Avegno all’alpe Vegnasca domenica 8 Luglio 2018

D
       omenica 8 luglio ha avuto luogo             L'Amministrazione patriziale di Avegno
       la tradizionale festa del Patriziato        coglie l'occasione per ringraziare tutti
       di Avegno presso l'Alpe Vegnasca            i partecipanti, l'AFOR Avegno che si è
alla quale sono invitati a partecipare i           messa a disposizione per la preparazio-
patrizi di Avegno e la popolazione di Ave-         ne dell'alpe ed il trasporto del materiale,
gno Gordevio.                                      Don Fabrizio, la famiglia Tomasetti, lo Sci
Grazie ad una meteo splendida le circa             Club Avegno e si augura di rivedere tutti
250 persone che sono saliti all'alpe per-          a Vegnasca il prossimo anno.
correndo i sentieri montani, utilizzando
gli impianti di risalita della Cardada Im-
pianti Turistici o transitando sulla strada
forestale, hanno potuto godere di una
splendida giornata.
A fine mattinata il parroco Don Fabrizio
ha celebrato la Santa Messa davanti alla
Cappella votiva costruita più di 30 anni
orsono dalla famiglia Tomasetti.
Il pranzo preparato dalla squadra di cu-
cina dello Sci Club Avegno è stato molto
apprezzato da tutti i presenti e la festa è
continuata in allegria fino a sera.

                                              14
Avegno, 25 novembre 2018 ore 17.00
Chiesa parrocchiale: concerto gospel
                                       •
D
        omenica 25 novembre 2018 alle 17.00, nella chiesa parrocchiale di Avegno, il
        Coro Gospel dell’Accademia di Musica Moderna di Locarno, che ringraziamo
        per la gentile e gratuita disponibilità, terrà il suo tradizionale concerto nata-
lizio. Ringraziamo pure il Patriziato di Avegno per l’importante sostegno finanziario
che, assieme al ricavato delle offerte volontarie di questa serata, andrà a favore del
Centro di Integrazione Comunitario della Pro Senegal ed in particolare per le attività
dei bambini di Mboro e del Litoral.
                                                   Elisa Stoira per il comitato Pro Senegal

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Orario delle Celebrazioni
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Aurigeno, Coglio, Giumaglio, Lodano, Maggia, Moghegno, Someo
Settembre – Ottobre – Novembre 2018

Sabato        ore 16.45 / 17.00           S. Messa a Someo (Casa Anziani) / Lodano
              ore 18.00		                 S. Messa a Giumaglio / Coglio

Domenica      ore 09.30		                 S. Messa a Moghegno
              ore 10.15		                 S. Messa a Maggia (casa don Guanella)
              ore 10.45		                 S. Messa a Maggia
              ore 18.00		                 S. Messa a Aurigeno

Martedì       ore 19.30		                 S. Messa al Carmelo, Maggia*

Mercoledì     ore 18:00		                 S. Messa a Giumaglio

Giovedì       ore 18.00		                 S. Messa a Moghegno**

Venerdì       ore 16.45		                 S. Messa a Someo (Casa Anziani)

La S. Messa alla Casa Anziani di Someo alle ore 16.45 verrà celebrata alternativamente una
settimana al venerdì e una al sabato.
* A partire da martedì 25 settembre alle ore 18.00.
** A partire da giovedì 8 novembre alle ore 17.00.

Eventuali cambiamenti di orario saranno comunicati a mezzo di avvisi nell’albo parroc-
chiale o attraverso il sito www.parrocchiemaggia.ch

Casa don Guanella
Da lunedì a sabato S. Rosario alle ore 16.30 e S. Messa alle ore 17.00.
Ogni domenica esposizione e adorazione del Santissimo Sacramento, dalle 16.30 alle 17.00.

Comunione ai malati
Siamo disponibili per portare la comunione ai malati. Chi lo desidera o fosse a conoscenza
di persone che lo vorrebbero, si può annunciare presso la casa parrocchiale di Maggia.

Confessioni
Siamo disponibili su richiesta o dopo le messe feriali.

                       Parrocchia di Maggia
                       Don Luca Mancuso
                       Telefono		       091 753 25 59
                       Natel		          079 533 80 87

                       Don Dieudonné Diama
                       Casa don Guanella 091 756 59 59
                       Natel		           076 679 65 10

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Il senso della vita
                                         •
Catechesi del Cardinale Giacomo Biffi                Purtroppo però bisogna dire che il XX
(† 2015), Arcivescovo di Bologna, sul                secolo, almeno nelle culture dominanti,
“Senso della vita”                                   non ha raccolto questa esplicita provo-
                                                     cazione di questi due pensatori, non ha

I
    o ho cercato di raccogliere alcuni pen-          posto il problema del senso. Alle gene-
    sieri e li offro con molta semplicità            razioni che si sono succedute negli an-
    ma è chiaro che poi, ciascuno di voi,            ni del ‘900, invece che dei significati,
dovrà un poco approfondire il problema,              sono stati proposti dei miti ideologici:
che è il problema centrale, a me pare,               il progresso, il nazionalismo, la lotta di
cioè quello del significato.                         classe e il sol dell’avvenire, la superiori-
Negli ultimi anni dell’800 sono usciti due           tà della razza, lo scientismo che poteva
libri fondamentali di filosofia cristiana            avventurarsi in ricerche e imprese sen-
e sono usciti in contesti geografici, so-            za regole e senza limiti, il libertarismo
ciali e culturali molto diversi che, cu-             morale, ecc. E da tutti questi miti sono
riosamente, cominciavano con le stes-                derivate all’umanità delle stragi senza
se parole, anche se i due autori non si              paragone nella storia, non c’è stato un
conoscevano affatto: in Francia è uscito             secolo più insanguinato del nostro (XX
“L’Action” di Blondel nel 1893 e in Russia           sec.): le guerre totali, gli eccidi di popo-
“La giustificazione del bene” di Soloviev            lazioni innocenti per il trionfo di un si-
nel 1897, che poi fu conosciuto in occi-             stema, come è avvenuto per i contadini
dente nella traduzione francese.                     russi, il genocidio, come è avvenuto per
“L’Action” di Blondel comincia con que-              gli ebrei in Germania, l’aborto legalizza-
ste parole: “Sì o no? La vita umana ha               to e propagandato, la catastrofe ecolo-
un senso?”. E l’opera di Soloviev comin-             gica. E sempre censurando la questione
ciava: “La vita ha un senso?”. Ecco, in              del senso, sempre proponendo dei miti
mezzo a molti discorsi, a molte filosofie,           e mai chiedendosi il significato.
alle molte proposte culturali dell’epoca,            Io sono stato molto impressionato, l’an-
questi due pensatori, che erano molto                no scorso, dalla notizia di un ragazzo di
originali, avevano centrato il problema,             Cesenatico, nel novembre del ’91, che si
perché il nocciolo della questione uma-              è ucciso e nel biglietto che ha lasciato
na, mi pare, è quello del senso.                     c’era scritto: “Ho avuto tutto dalla vita”.
E questo particolarmente i giovani lo in-            Sì, gli era stato dato tutto, le vitamine
tuiscono, perché non sono ancora stati               - anche a voi son state date tante vita-
del tutto resi ottusi dalle preoccupazioni           mine, mentre a noi è stato dato soltanto
esteriori dell’esistenza, che sono i gua-            l’olio di fegato di merluzzo che ancora
dagni, la carriera, le comodità: quan-               mi da le allucinazioni di notte -, le protei-
do si diventa adulti, fatalmente, si resta           ne, svaghi, agi, piaceri, gli era stato dato
impigliati in queste cose. Io avevo un               “tutto”, tranne il significato della vita. Ma
professore molto intelligente che diceva             senza il significato non si riesce a vivere
che le epoche della vita son queste: fino            se non stordendosi e alienandosi.
a vent’anni si fa la poesia, dai 20 ai 30 si         Il significato è dato dal possesso simul-
fa la filosofia, dai 30 ai 40 si fa la socio-        taneo, mi pare, di tre elementi: intanto
logia e dopo i 40 si fanno i soldi e questa          la conoscenza delle cose come stanno,
è come una progressiva “incarnazione”.               della verità delle cose, delle cose che

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contano, però: il nostro essere, la nostra     arrivata in questi anni a registrare fino
origine, il bene e il male, la nostra morte,   al doppio dei suicidi della media nazio-
il nostro destino.                             nale e al triplo dei tentati suicidi; eppu-
Poi la coscienza di avere un traguardo,        re siamo tra le regioni più agiate, in cui
uno scopo adeguato, che sia valido fino        si vive meglio. Questi fatti ci danno una
alla fine dei giorni. Perché di scopi ne       grande pena, ci tormentano, ci invitano
abbiamo: voi ad un certo punto studiate        tutti a meditare su quali deserti di solitu-
per passare alla classe successiva, poi        dine e di incomunicabilità si nascondano
si studia per un diploma e poi per avere       dietro la facciata chiassosa e scintillante
un posto di lavoro migliore, ecc. Però         del mondo di oggi. Probabilmente questi
arriva un momento della vita in cui que-       giovani hanno cercato un’amicizia vera,
sti traguardi sono raggiunti e bruciati,       una ragione di speranza, una comunione
mentre c’è bisogno di un fine che duri         fraterna, e non l’hanno trovata. Questo
sino all’ultima ora.                           ci dice quanto ancora ci resta da fare
E poi anche il senso di un’appartenenza,       per umanizzare una società sempre più
che ci consenta di oltrepassare la prigio-     tecnicamente dotata e sempre più pri-
nia dell’individualismo, della solitudine.     va di anima, ci dice quanto sia urgente
Il problema del significato è il proble-       far arrivare a tutti, ma in modo concre-
ma del “Perché”. Vedete: quando si sa il       to, efficace, la buona notizia, il Vangelo:
“Perché” si può superare tutto. Anche il       la Buona Notizia che l’amore autentico
dolore, che pure è un grosso problema          esiste, che tutti noi già siamo stati ama-
umano, in realtà può essere superato           ti e messi in salvo; ci dice quanto sia
se se ne conosce il senso, lo scopo. L’e-      necessario ridare a questo mondo, che
sempio più chiaro è quello del dolore          si crede senza condizionamenti e si im-
del parto. Il dolore del parto non è uno       magina di essere razionale, la verità che
scherzo però una donna lo sopporta be-         davvero ci fa liberi. Bisogna andare oltre
ne; perché? Perché ne percepisce im-           questo sentimento di amarezza e quasi
mediatamente la finalizzazione, sa per         di rimorso che proviamo di fronte alle
che cosa deve soffrire, conosce il sen-        notizie dei suicidi per cogliere davvero
so. Quando non si sa il perché, a lungo        in profondità la questione.
andare, diventa insopportabile anche il        Il fenomeno del suicidio in queste pro-
piacere e così si spiegano molti suicidi       porzioni, come già dicevo, non nasce
della nostra epoca.                            dalla povertà, dalla fame, dalle difficili
E sui suicidi io vorrei dire qualche cosa,     condizioni economiche. Al contrario, è
perché, specialmente i suicidi dei gio-        il fenomeno tipico di una società che
vani sono davvero una questione su cui         non deve più lottare fino allo spasmo
dobbiamo riflettere, specialmente nella        per procurarsi il pane, anzi è tipico di
nostra regione (Emilia Romagna) che è          un’umanità che non sa cosa farsene del
                                                         pane, di un’umanità che, avendo
                                                         risolto i problemi della soprav-
                                                         vivenza non può più eludere il
                                                         problema più sostanziale, che è
                                                         quello di sapere a che cosa ser-
                                                         ve la vita.
                                                         La scienza non può darci queste
                                                         risposte. La scienza ha consenti-
                                                         to all’uomo di andare sulla Luna,
                                                         di raccogliere sassi sulla Luna
                                                         ma non gli ha mica detto cosa è
                                                         venuto a fare lui sulla Terra, che,
tutto sommato, è più interessante anco-             fra le brave persone (Ah! Gesù Cristo è
ra che raccogliere i sassi della Luna. Noi          un bel tipo, un brav’uomo!) oppure tra i
sappiamo che, in fondo, questo mondo è              protagonisti defunti della storia, tra i ma-
una equazione, anche complicata e diffi-            estri più o meno inascoltati del pensiero
cile da risolvere, che ammette una sola             umano, tra i predicatori della filantropia
soluzione: la soluzione dell’incognita, noi         e del pacifismo: sono tutti tentativi di
lo sappiamo, è Gesù Cristo col suo avve-            classificarlo, perché una volta classifi-
nimento, col suo Vangelo e si sa che la             cato non da più fastidio. Ma Gesù Cristo
cultura dominante che respinge quest’u-             non si riesce a metterlo in un cassetto
nica soluzione ha come alternativa l’ir-            perché se uno lo conosce e lo prende per
ragionevolezza, l’assurdo. Ma l’assurdità           quello che è, cioè “il Figlio di Dio fatto
è insopportabile, una vita irragionevole            uomo” nel quale “tutte le cose sono state
non val la pena di essere vissuta e allo-           create”, il Signore della storia e dei cuori,
ra il suicidio diventa il corollario logico,        l’archetipo di tutta l’umanità, colui che
coerente, del rifiuto deliberato di entrare         è “il primo e l’ultimo e il vivente” come
nel disegno di Dio.                                 dice l’Apocalisse, allora si capisce che
Quindi bisogna trovare il significato.              non si può far senza di lui per niente.
Ma… dove lo troviamo? Dov’è il signi-               Non c’è ideale di giovinezza che, consa-
ficato?                                             pevolmente o inconsapevolmente, non
Wittgenstein, questo grande matemati-               lo chiami in causa, non c’è impegno di
co e filosofo della scuola di Vienna, ha            vita che lo possa collocare ai margini,
scritto una frase breve e lucidissima: “Il          non c’è decisione esistenziale che, qual-
significato dell’universo non sta nell’uni-         che volta senza che ci se ne accorga, in
verso”. Il che vuol dire che chi non vuol           ultima analisi non si riferisca a lui. Allora
spingere lo sguardo oltre i confini del             ogni amore umano è inveramento o tra-
mondo si costringe a vivere senza signi-            dimento dell’amore per lui. Ogni elabo-
ficato, si costringe a vivere nell’assurdo.         razione di pensiero è un avvicinamento
E allora ci spieghiamo perché così spes-            o un allontanamento nei confronti della
so oggi, nei discorsi, negli spettacoli, si         sua verità. Ogni gioia è autentica ed in-
fa spazio al non senso e si canta l’as-             contestabile se è inquadrabile nella sua
surdo. In fondo la frase di Wittgenstein            promessa di gioia senza limiti e senza
può essere anche parafrasata così: “Il              fine. Solo che Gesù è sempre oggetto di
significato dell’uomo non sta nell’uomo”.           una scelta drammatica e decisiva (è tut-
Perciò, o non c’è significato o il signifi-         to il contrario di una brava persona che
cato dell’uomo è dato da un altro. Non              va d’accordo con tutti) e questo è stato
da un’altra cosa, perché il significato di          detto fin dall’inizio: l’episodio della pre-
una persona non può essere dato da una              sentazione al tempio di Gesù ci ha fatto
cosa. Deve essere dato da un altro. Un              registrare quello che ha detto Simeone.
altro che sta prima, che sta sopra. Ed è            Questo uomo di Dio che nel bambino ha
a questo punto che si pone la questione             visto un segno di contraddizione, perché
di Gesù Cristo. Perché è inutile girarci            siano rivelati i pensieri di molti cuori. E
in giro, alla fine questo è il nocciolo del         del resto lui stesso, Gesù, dice di sè: “io
problema. Molte volte ci sentiamo fare              sono venuto come una spada, sono ve-
questa domanda: “Ma che cosa centra                 nuto a dividere”, in qualche modo a far
Gesù Cristo? Cosa centra con me Gesù                decidere.
Cristo?”.                                           A questo punto si capisce subito una
Gesù Cristo non centra niente se noi lo             cosa: che la conoscenza di Gesù Cristo
cerchiamo dove non c’è, cioè con una                è molto diversa dalla conoscenza di tut-
precomprensione che ci mette su una                 to ciò che abbiamo imparato a scuola,
pista falsa. Per esempio: se lo cerchiamo           perché coinvolge, chiama in causa non

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solo la nostra mente, ma tutto il nostro             come tutte le parole troppo ripetute, cor-
essere.                                              re il pericolo di essere banalizzata e di
Uno può capire il teorema di Pitagora                essere usata impropriamente. Questa
senza appassionarsi di Pitagora, può                 parola esprime l’avvenimento primor-
persuadersi che il quadrato costruito                diale della nostra esistenza, che consiste
sull’ipotenusa è equivalente alla somma              nel fatto che Dio ci ha invitati alla sua
dei quadrati costruiti sui cateti, senza             festa, ci ha invitati alla festa della vita,
innamorarsi dell’ipotenusa e senza ave-              noi che per nostro conto non esisterem-
re una passione travolgente per i cate-              mo perché non c’è nessuna ragione al
ti, ma non può capire Cristo adeguata-               mondo che io debba necessariamente
mente se non comincia ad aprire a lui la             esistere. Ci ha invitati alla festa di po-
sua vita. E qui c’è un salto: è un tipo di           ter avere un destino, noi che per nostro
conoscenza completamente diverso. Si                 conto non avremmo altro destino che la
può capire il teorema di Pitagora senza              morte, vanificatrice di tutto. Ci ha invi-
giocarsi la propria vita per Pitagora, ma            tati alla festa di conoscenza, d’amore, di
non si conosce davvero Gesù Cristo se                gioia che è propria della Trinità. Questo
non nell’atto in cui ci si gioca in qualche          è il punto su cui dovremmo riflettere a
modo per lui.                                        lungo: se esistiamo, se io esisto, questo
A questo punto uno resta anche un po’                significa che sono stato voluto, che sono
spaventato e dice: “Ma com’è questa sto-             stato scelto, questo è – in sostanza – il
ria?”. Qui c’è la ritrosia dell’uomo che             nucleo dell’annuncio cristiano. Quando
fa fatica ad uscire da se stesso e non               voi vedete un bambino per la strada,
vuol mai rischiare, difatti sarebbe quasi            che è uno spettacolo che si vede sempre
impossibile una cosa del genere se toc-              meno, arriverà il momento che quando
casse a noi cominciare per primi, ma                 incontreremo un bambino per strada
per fortuna ha cominciato lui, Cristo ci             diremo: “ehi, guarda, c’è un bambino!”,
ha amati per primo ed allora il nostro               come se vedessimo un elefante. Quando
amore per lui è una risposta, noi non                vediamo un bambino per la strada siamo
potremmo mai sperare di trovare Colui                sicuri che c’è stato almeno un momento
che è il centro della nostra vita se lui             in cui due persone si sono amate, c’è un
non ci avesse mai cercato, anzi se non               atto d’amore alle spalle ma, più profon-
fosse sempre in atto di cercarci. “Io sto            damente, quando noi incontriamo un
alla porta e busso”, questa bellissima               essere sappiamo che c’è un atto d’amore
parola dell’Apocalisse credo che Gesù                eterno di Dio alle spalle. Se io esisto è
la ripeta continuamente per ciascuno                 perché sono stato amato, voluto, e que-
di noi e poi continua nello stesso testo             sto è la sostanza dell’annuncio cristia-
“ se qualcuno ascolta la mia voce e mi               no. Bisogna capirlo bene, sentirsi scelti
apre la porta io verrò da lui, cenerò con            è una delle esperienze umane più liete
lui ed egli con me” o, come traduce feli-            e gratificanti, come sentirsi trascurati e
cemente Clemente Rebora: “a tu per tu                disattesi è spesso la vera segreta delle
noi ceneremo insieme”.                               nostre tristezze.
Cercati, noi siamo cercati dall’eternità,            Pensate ad un giovane che ha fatto cen-
siamo stati chiamati. Questo vuol dire               tinaia di domande di assunzione e si ve-
che lui è il primo e questa è la vocazio-            de passare davanti tutti ma lui non lo
ne. La vocazione evoca subito chiostri               chiamano mai, se però arriva una rispo-
monastici e corridoi di seminario ma, in             sta positiva gli ritorna la gioia di vivere,
realtà, nella parola di Dio c’è un significa-        perché è stato scelto. Pensate ad una
to previo a ciò - c’è anche quello, perché           ragazza che ad una festa da ballo tradi-
c’è la vocazione degli apostoli - ma è una           zionale – non so se esistono ancora que-
parola chiave dell’annuncio cristiano e              ste feste - non viene invitata da nessuno,

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deve far da “tappezzeria”, è malinconica,             viene dall’alto. E’ proprio questa indole
depressa, per lei la vita è tutta triste, l’u-        di risposta che ci spiega ciò che di più
niverso è tutto sbagliato, ma basta che               profondo c’è in noi.
un ragazzo l’avvicina e la invita ed ecco             Noi, per esempio, aspiriamo alla verità,
che il suo volto si illumina perché è sta-            a conoscere la verità, perché in partenza
ta scelta, sia pure per un giro di danza.             siamo stati conosciuti. Noi amiamo – e
Ebbene noi siamo stati scelti, Dio ci ha              non possiamo vivere senza amore – per-
scelti, ci ha voluti, nessun pensiero è più           ché in partenza siamo stati amati. Noi
inebriante di questo e, a capirlo bene,               cerchiamo Dio - talvolta anche senza sa-
ci fa superare ogni motivo di amarezza,               perlo - e il nostro cuore è inquieto finché
di scoraggiamento che ci può capitare.                non lo trova, perché Dio per primo ha
Non c’è alcun motivo al mondo che do-                 cercato noi e ci ha scovati tra gli infiniti
vessi venire io all’esistenza piuttosto che           possibili con la sua azione creatrice. La
uno dei molti esseri possibili, il Padre è            cultura oggi dominante non solo ignora
venuto a prendere me nell’infinita folla              ma, direi, censura questi tratti essenziali
delle creature possibili, il perché non               del mistero umano, non vuol riconoscere
lo so, perché non c’è una spiegazione                 la nostra natura di risposta ed allora è
che non sia il mistero del Suo amore. Mi              una cultura riduttiva, deformante, l’uo-
ha chiamato ad esistere, ma anche ad                  mo che se ne lascia costringere e ma-
esistere come suo figlio, somigliante a               nipolare alla fine non è più un uomo, è
lui, partecipe della sua eternità. A ben              una contraddizione, è un assurdo. Perciò
pensare questa è la felicità. Il rendermi             l’incomunicabilità, l’amarezza sono gli
conto della mia vocazione vuol dire vi-               argomenti abituali di molta letteratura,
vere già, adesso, nella gioia, anche se mi            di molti spettacoli, di molte canzoni del
tocca camminare in mezzo alle tristezze               nostro tempo. Ma badate che, alla fine,
della terra.                                          il nostro essere è più forte delle ideolo-
In questa luce si capisce, allora, che co-            gie che ci dominano. Perciò l’apostolo di
sa è in se stessa – e quindi come deve                Cristo ha sempre degli alleati nel cuore
essere nelle decisioni - la nostra vita. La           di tutte le persone che incontra, perché è
nostra vita è essenzialmente una rispo-               il nostro essere che dice questa risposta
sta, una risposta alla chiamata. Sembra               alla chiamata e nessuno può strapparci
un pensiero semplice, però l’uomo ten-                davvero da noi stessi. Anche se lo fanno,
de a pensare alla sua vita come ad una                cercano di farlo magari con la scusa di
domanda, un interrogativo che troppe                  farci galoppare per i prati dell’esistenza
volte sembra risuonare nel vuoto. Invece              senza nessun divieto, senza nessun limi-
il cristiano sa che la sua vita è una rispo-          te, quindi sembra una cosa moto bella,
sta, perché la domanda è la vocazione                 no? Ma in realtà non è bella, perché ci
che Dio ha avuto per lui dall’eternità.
Siamo stati chiamati, non siamo venuti
al mondo per caso, siamo stati presi dal
nulla e posti nell’esistenza per un atto di
predilezione da parte di Dio. E badate
che questo è dentro nella struttura fon-
damentale del nostro essere. L’indole
di essere una risposta è qualcosa che
è inscritto dentro di noi, noi siamo co-
stitutivamente una risposta a Colui che
ci ha convocati. Siamo un “SI”, qualche
volta stentato, qualche volta volubile, ma
sempre un “SI” detto ad un invito che ci

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libera da noi, crede di liberarci da qual-           guardo è la Pasqua. Certo, a noi secca
che schiavitù e ci libera da quello che              un po’ passare da questa strada, passa-
noi, più profondamente, siamo. Liberar-              re attraverso il Venerdì Santo ci da un
ci da ciò che costituisce la nostra na-              po’ fastidio, noi butteremmo volentieri
tura più intima, quindi liberarci dalla              due pagine del Vangelo, passando dalla
nostra vocazione, dal nostro essere un               sera del giovedì alla mattina di Pasqua,
“SI”, liberarci dal nostro significato, non          ma no, il Signore ha stabilito tutto que-
vuol dire liberarci, significa sopprimer-            sto progetto, ma il traguardo è la vita
ci o amputarci nella nostra vera realtà.             di gioia che è già data adesso, perché
Come dice Chesterton, che amava sem-                 il Signore dice beati quelli che piango-
pre i paradossi: “Non vi venga in mente              no adesso, ma dice già beati, beati già
di liberare un cammello dal peso della               adesso quelli che piangono. Quando uno
sua gobba”, povero cammello che deve                 è convinto che Dio esiste ed è padre, ed
portare tutto ‘sto peso, togliamogli la              è l’approdo di tutti gli esseri, che Gesù
gobba, perché lo liberereste dall’essere             Cristo è risorto, primizia della nostra
un cammello e, poi, ancora peggio dice:              vittoria, non può non essere allegro nel
“Non andate demagogicamente a sobil-                 profondo del suo essere, per quanto ma-
lare i triangoli perché vadano dai loro              le vadano le cose e per quanto deludente
tre lati”. Se un triangolo vi da retta, la           possa sembrargli la cristianità. E’ vero
sua lamentevole fine come triangolo è                che qualcuno ha osservato che a guarda-
segnata. Ecco, io credo che questo valga             re in faccia quelli che escono dalla Messa
profondamente anche per questa nostra                domenicale non si ha l’impressione che
intima natura di gente che è stata chia-             sia della gente molto contenta, ma, forse
mata e che è una risposta.                           perché sono poco credenti, perché una
                                                     fede viva è sempre premessa e ragione
Una parola sola sulla gioia, perché è un             di gioia. Hilaire Belloc, questo scrittore
problema questo, come conseguenza del                e poeta inglese che si era convertito dal
rispondere a Cristo. Ma rispondere a Cri-            protestantesimo, ed era passato dalla
sto ci impegna a soffrire o a stare allegri?         tristezza del puritanesimo protestan-
Perché ci sono delle voci diverse, no? Si            te al cattolicesimo, lui ha fatto proprio
va un giorno a sentir la predica e si parla          questa esperienza, che canta in questi
di gioia, si va un altro giorno e si parla           versi: “Che regni tra i cattolici il buon
di croce, com’è ‘sta storia? Beh, bisogna            vino e l’allegria questo, posso giurarlo,
dire che Gesù parla di gioia quanto di tri-          è l’esperienza mia”. Credo che non dob-
stezza: “Voi piangerete, vi rattristerete, il        biamo cambiare questa situazione, no?
mondo invece si rallegrerà”, “voi sarete             Noi ci dimentichiamo troppo le nostre
afflitti ma la vostra tristezza si cambierà          fortune. Come si fa a non essere felici
in gioia”. San Paolo parla di una tristez-           quando si ha un Padre nel cielo che non
za secondo Dio che porta alla salvezza,              muore mai? Quando si ha un Salvatore
contrapposta ad una tristezza del mondo              che, alla fine, ci salva da ogni guaio, al-
che conduce alla morte. Allora significa             la fine, però … comunque, poi, ci salva!
che il messaggio cristiano è travisato sia           Quando nella Chiesa abbiamo un’appar-
quando si censura il discorso della cro-             tenenza che non viene mai meno? Quan-
ce, e quindi quello della sofferenza, della          do si ha la possibilità di cominciare sem-
sconfitta, dell’umiliazione, sia quando ci           pre da capo, dopo ogni sbaglio, anche il
si dimentica che è un “evangelo”, cioè un            più grave? Quando si è in cammino verso
annuncio di gioia. Resta il fatto, però,             la vita eterna? Perciò, credo che posso
che noi siamo fatti per la gioia non per             lasciarvi come ultima parola quella di
la tristezza. La croce è solo la strada,             S. Paolo: “State allegri e, possibilmente,
anche se è una strada obbligata, il tra-             siate seminatori di gioia”.

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