COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016

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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
COMUNE DI ANZOLA
  Lunedì, 24 ottobre 2016
COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
COMUNE DI ANZOLA
                                                           Lunedì, 24 ottobre 2016

Sport
 24/10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 13
 ANZOLAVINO...                                                                                                       1
 24/10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 6
 I colpi dei 'Bonnie e Clyde' con le carte Postepay                                                                  2
 24/10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 13                                        GIORGIO ANTONELLI
 Il Persiceto scivola, nonostante El Madi                                                                            3
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 2
 BONUS PER LA MESSA IN SICUREZZA ANTISISMICA                                                                         4
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 2
 DETRAZIONE SUL RECUPERO EDILIZIO                                                                                    5
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 2                                                                 GIORGIO COSTA
 Un «pacchetto sgravi» da 700 milioni                                                                                6
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                               MASSIMO GHILONI
 Dall' attività libera alle opere «in Scia»                                                                          8
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 7
 Flop della mediazione sui tributi locali                                                                            10
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 7
 Nei piccoli centri l' ufficio ad hoc è un miraggio                                                                  12
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 9                                                                  CHIARA BUSSI
 Fondi Ue, le Regioni recuperano terreno: già avviati 400 bandi                                                      14
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 19
 Raccolta e riuso: Mezzogiorno ancora in ritardo                                                                     16
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                 PAGINA A CURA DIDARIO AQUARO
 Riciclo dei rifiuti, Italia avanti                                                                                  18
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 30                                                                GIANNI TROVATI
 Preventivi al 28 febbraio per legge                                                                                 20
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 Programmi in bilico fra regole in vigore e novità in arrivo                                                         22
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 30                                                            ALBERTO BARBIERO
 Appalti, nelle gare telematiche niente deroghe alle procedure                                                       24
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 30                                                 ANNA GUIDUCCIPATRIZIA RUFFINI
 Recuperi triennali per gli sforamenti                                                                               26
 24/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 30                                                              STEFANO POZZOLI
 Società, governance «blindata» dagli statuti                                                                        28
 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 16                                                            DARIO FERRARA
 Appalti senza discriminazioni                                                                                       30
 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 28
 Occupazioni d' urgenza, Ici dovuta al comune                                                                        32
 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 35
 Distacchi ai morosi. Non a tutti                                                                                    34
COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
24 ottobre 2016
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                                        Bologna)
                                                           Sport

  ANZOLAVINO BEFFATA
  Portuense 1 Anzolavino 0 PORTUENSE: Cattozzo,
  Buttini, Bernardi (19'st Fanigliulo), Telloli, Tonazzi,
  Braiati, Liri (41'st Barone), Gennari, Buoso, Russo (36'st
  Ceregatti), Brunelli. A disposizione Rapini, Dajia, Pariali,
  Fratti. Allenatore Buriani. ANZOLAVINO: Galletti, Sabbi,
  Ferrarese, Bernardi, Bonetti, Gilli, Luppi, Sanso,
  Fantasia, Cavallaro, Vergnani (41'st Magnani), D'
  Alessandro (24'st Cavallaro). A disposizione Vecchietti,
  Pascerini, Guerra, D' Arrigo, Stefani. Allenatore
  Marrese. Arbitro: Alfieri di Treviso. Retei: 47'st (rig.)
  Fanigliulo. Note: ammoniti Braiati, Fanigliulo, Gilli, Luppi
  Portomaggiore (Ferrara) È STATA una partita
  equilibrata, quella tra Anzolavino e Portuense, con i
  padroni di casa che hanno mantenuto l' iniziativa, ma
  costruendo poche occasioni da gol.
  Primo squillo al 6', un tiro a giro di Russo, Galletti para
  in due tempi. La risposta degli uomoni di Marrese (Nella
  foto Schicchi) non si fa attendere: cross dalla trequarti
  sul secondo palo, dove è appostato Magnani, tiro al volo
  e Cattozzo respinge con un bel riflesso.
  Al 18' un errore di Tonazzi apre la strada a Fantasia, che si presenta in area, ma strozza il tiro. Al 35'
  Ferrarese salta Bernardi, dal fondo retropassaggio per Fantasia, Cattozzo respinge di piede. Allo
  scadere altra prodezza balistica di Russo, che scartavetra il palo.
  IL SECONDO tempo si apre con un gran tiro di Sanso dalla distanza, Cattozzo vola all' incrocio e
  sventa, seguito da una bella punizione di Vergnani che centra la traversa e un rasoterra di Buoso che
  accarezza il palo. Al 21' combinazione in velocità Fanigliulo­Gennari, Galletti in uscita gli dice di no. Al
  34' altra iniziativa di Gennari, il portiere para ma non trattiene, Buoso scivola al momento del tiro
  ravvicinato. Al 90' un errore in disimpegno di Gennari innesca il contropiede di Cavallaro, dal limite
  diagonale rasoterra angolato, Cattozzo ci arriva con la punta delle dita. Sul rovesciamento di fronte
  Buoso scappa al suo controllore, che lo stende: rigore. Sul dischetto va il nuovo entrato Fanigliulo, che
  spiazza il portiere.

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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
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  SAN GIOVANNI IN PERSICETO

  I colpi dei 'Bonnie e Clyde' con le carte Postepay
  DUE truffatori si presentano dal tabaccaio di
  turno come una coppia di fidanzati con alcune
  carte Postepay, di solito una da ricaricare con i
  soldi contenuti nell' altra. Pochi istanti e il
  negoziante, dopo aver riempito la tessera
  vuota con un centinaio di euro, si accorge che
  l' altra, quella che in teoria dovrebbe essere
  piena, in realtà è priva di contanti. La coppia si
  scusa e con le due carte si precipita in auto
  per andare a prendere il denaro e pagare così
  il debito al tabaccaio. Peccato che una volta
  saliti in auto ripartano a tutta velocità senza
  lasciare traccia.
  I 'Bonnie e Clyde' della carta Postepay, così
  sono stati ribattezzati dagli inquirenti, sono
  stati denunciati dai carabinieri della caserma
  di Persiceto dopo aver truffato una decina di
  negozianti alcuni dei quali della nostra
  pianura.
  Lui 35enne di San Giovanni in Persiceto e lei
  28enne di Sala Bolognese, sono noti alle forze
  dell' ordine per avere alle spalle una lunga
  serie di reati. Ad incastrare i truffatori, un
  numero di targa annotato da una dei titolari di
  attività finito nella trappola della Postepay 'scarica'.
  SECONDO i negozianti raggirati i due non entravano mai insieme: prima lui con fare disinvolto e
  educato, poi lei in un secondo momento, spiegando di aver parcheggiato l' auto.
  I due, inoltre, quasi sempre, acquistavano un pacchetto di chewingum per far capire di essere clienti
  'normali'. E, invece, dopo aver comprato le gomme da masticare, inziava la truffa: «Scusi, lei può
  ricaricarmi questa carta?» e, dopo la risposta affermativa del commerciante, era inevitabile la solita
  messa in scena.
  Gli uomini dell' Arma stanno continuando a indagare: gli inquirenti cercano di capire quante possano
  essere le truffe messe a segno dalla coppia. Probabilmente, i raggiri si sono verificati in altre province,
  anche nel sud Italia. La coppia, infatti, viaggiava parecchio alla ricerca di commercianti da truffare.
  Forse per evitare che si spargesse troppo la voce su i 'Bonnie e Clyde' della Postepay e diventasse
  facile identificarli.

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  Il Persiceto scivola, nonostante El Madi
  Solierese 3 Persiceto 85 2 SOLIERESE: Neri,
  Agazzani, Gantier, Montorsi E., Caselli,
  Mustafaj, Macchi, Rebecchi, Belluzzi, Montorsi
  M., (37' st Ascari), Boccher (15' st Jabeur). All.
  Maestroni. PERSICETO: Baattout, Novelli,
  Cattabriga, Compagnucci, Comani G., Dalrio,
  Limongelli (40' st Trombetta), Cavicchioli, El
  Madi, Aning (35' st Cumani F.), Veronesi (18'
  st Verza). All. Fancelli. Arbitro: Gambuzzi di
  Reggio Emilia. Reti: 32' pt rig. El Madi, 18' st
  Jabeur, 20' st Belluzzi, 25' st El Madi, 41' st
  Belluzzi. Note: ammoniti: Novelli, Montorsi M.,
  Neri, Aning e Mustafaj. Soliera PRONTI via e
  subito fallo su Boccher e calcio di rigore, fallito
  da Belluzzi. Al 32' è Aning a essere messo giù,
  di nuovo rigore ma dall' altra parte: stavolta El
  Madi trasforma. Seconda frazione di gioco: la
  riscossa gialloblu arriva con la rete di Jabeur
  al 18', entrato da soli 3 minuti. Bomber
  Belluzzi, pochi minuti dopo, si fa perdonare
  con uno slalom pregevole e la rete del
  vantaggio. Replicano gli ospiti mai domi al 25'
  ancora con El Madi, che fulmina Neri.
  Continua a crescere, però, la Solierese, e
  raccoglie i frutti di nuovo con un fulmine di Belluzzi, lanciato a rete dal diagonale perfetto di Ascari,
  entrato solamente da 4 minuti.
  Giorgio Antonelli.

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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
24 ottobre 2016
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  BONUS PER LA MESSA IN SICUREZZA
  ANTISISMICA
  01 LE REGOLE ATTUALI Sono due i bonus
  antisismici oggi in vigore. La prima è la
  detrazione del 50% "ordinaria", che segue le
  sorti del bonus per le ristrutturazioni edilizie
  generale (si veda la prima scheda) per
  interventi di messa in sicurezza su qualsiasi
  immobile Il bonus potenziato La seconda
  detrazione, maggiorata, è pari al 65% e vale
  per le abitazioni principali e i capannoni situati
  nelle zone a più alto rischio sismico
  (classificati in aree 1 e 2 su una scala di 4). Si
  trova in queste zone circa il 30% dei Comuni
  italiani. Anche questa è in scadenza il 31
  dicembre di quest' anno. Una limitazione
  riguarda i centri storici: qui gli interventi
  devono riguardare progetti unitari e non
  singole unità immobiliari.
  Le opere ammesse sono tutte quelle per la
  messa in sicurezza statica degli edifici,
  comprese le spese per i documenti obbligatori
  (verifiche dei professionisti). Il limite massimo
  di spesa agevolata è di 96mila euro per unità
  immobiliare, recuperabili attraverso detrazioni
  Irpef in dieci anni 02 IL PROGETTO PER IL
  2017 Nel Documento programmatico di
  bilancio (Dpb) si proroga fino al 31 dicembre
  2021 della detrazione "ordinaria" per interventi antisismici fissando l' asticella al 50% in zona 1 e 2 (che
  quest' anno è al 65%).
  In più il bonus avrà un perimetro più ampio: sarà infatti esteso ai lavori nei Comuni a rischio sismico più
  basso (in zona 3, in cui si trovano circa 3mila Comuni, compresi Milano e parte di Roma) e qui si potrà
  arrivare ai bonus extra Le maggiorazioni Resta da confermare il meccanismo attraverso cui il sisma
  bonus sarà potenziato: il progetto circolato nei giorni scorsi parte da una nuova classificazione delle
  costruzioni in classi di rischio sismico.
  Compito che spetterebbe al ministero delle Infrastrutture La detrazione potrebbe articolarsi a fasce, con
  un sistema premiale per chi riesce con i lavori a migliorare di una o due classi di rischio sismico il
  posizionamento del proprio immobile. Il bonus potrebbe arrivare anche al 70­80% con un ulteriore
  incremento (75­85%) se si interviene sui condomini 03 Attenti A... Per chi vuole usufruire della
  percentuale più alta (65%) anche per lavori di adeguamento "minori" è opportuno procedere a pagare i
  lavori entro quest' anno.

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  DETRAZIONE SUL RECUPERO EDILIZIO
  01 Le regole attuali La detrazione Irpef per il
  recupero edilizio è p a r i a l 5 0 p e r c e n t o ,
  calcolato su una spesa massima di 96mila
  euro per ogni unità immobiliare. E spalmata su
  dieci quote annuali di pari importo. Un regime
  scattato il 26 giugno 2012 e prorogato dalle
  leggi di Stabilità degli ultimi tre anni fino al 31
  dicembre 2016. La detrazione spetta anche
  per spese di progettazione e per le prestazioni
  professionali connesse alle opere edilizie e per
  la messa a norma degli edifici Le opere
  edilizie agevolate Gli interventi per cui si può
  beneficiare del bonus sono elencati al comma
  1 dell' articolo 16­bis del Tuir (Dpr 917/1986):
  gli interventi di manutenzione straordinaria,
  restauro e risanamento conservativo e
  ristrutturazione edilizia per le unità residenziali
  e le loro pertinenze; lavori di manutenzione
  ordinaria, solo sulle parti comuni di edifici
  condominiali Le altre opere agevolate Altri
  lavori sono agevolati a prescindere dalla
  categoria edilizia: ricostruzione o il ripristino di
  immobili danneggiati a seguito di eventi
  calamitosi, a patto che sia stato dichiarato lo
  stato di emergenza; realizzazione di
  autorimesse o di posti auto pertinenziali;
  eliminazione di barriere architettoniche; prevenzione del rischio di atti illeciti da parte di terzi (es.
  installazione inferriate, porte blindate); cablatura degli edifici e contenimento dell' inquinamento
  acustico; interventi di risparmio energetico (ad esempio installazione di panelli fotovoltaici); adozione di
  misure antisismiche (si veda anche la scheda a destra); bonifica dall' amianto e opere volte ad evitare
  gli infortuni domestici 02 Il progetto per il 2017 Per le ristrutturazioni ­ come si legge nel Documento
  programmatico di bilancio inviato a Bruxelles ­ si prevede la proroga delle regole attuali fino al 31
  dicembre 2017. Salvo altre proroghe, dal 1° gennaio 2018 si tornerà al bonus 36% con tetto di spesa di
  48mila euro 03 Attenti A .... Possono godere del bonus anche le spese per gli oneri di urbanizzazione,
  oltre a tasse e diritti di segreteria su pratiche edilizie. In questo caso non è necessario il pagamento
  tramite bonifico: basta il bollettino postale.

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  Tassazione. Le misure chieste da Confedilizia: cedolare anche per i negozi, tetto all' Imu per gli
  affitti calmierati

  Un «pacchetto sgravi» da 700 milioni
  Dalla cedolare secca anche sulle locazioni
  commerciali per i negozi di vicinato all'
  esenzione fiscali sui canoni di locazione
  abitativa non percepiti. Vorrebbe dire togliere
  700 milioni di prelievo fiscale da un settore che
  "versa" al fisco 50,8 miliardi l' anno; di fatto la
  sola tassazione patrimoniale vale il 150% in
  più (nonostante l' eliminazione dell' Imu sulla
  prima casa) rispetto a quel che accadeva nel
  2011 quando sulla casa pesava l' Ici.
  La proposta è stata presentata da Confedilizia,
  che mette in campo idee concrete per dare
  u n a b o c c a t a d i o s s i g e n o a l settore
  immobiliare, ad un tempo pesantemente
  toccato dalla crisi e sempre più gravato dal
  fisco.
  Nel 2016, il gettito dei tributi proveienti dal
  comparto immobiliare è stato stimato dalla
  Confedilizia in 50,8 miliardi di cui: 9,2 di tributi
  reddituali (Irpef, Ires, cedolare secca); 22 di
  tributi patrimoniali (Imu, Tasi) ; 9 d i tributi
  indiretti sui trasferimenti (Iva, imposta d i
  registro, imposta di bollo, imposte ipotecarie e
  catastali, imposta s u l l e s u c c e s s i o n i e
  donazioni); un miliardo di tributi indiretti sulle
  locazioni (imposta d i r e g i s t r o , imposta d i
  bollo); 9,6 di altri tributi (Tari, tributo provinciale per l' ambiente, contributi ai consorzi di bonifica).
  «Il settore immobiliare ­ spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa ­ è gravato da un
  macigno fiscale, soprattutto di tipo patrimoniale, che colpisce tutte le tipologie di immobili: quelli locati
  (abitazioni, negozi, uffici, sia che gli inquilini paghino sia che siano morosi), quelli che non si riescono
  neppure ad affittare, le case di villeggiatura, quelle ereditate e lasciate deperire per mancanza di
  risorse. Si tratta di un macigno che continua a impoverire le famiglie, comprimendo i consumi».
  Gli interventi proposti da Confedilizia, se messi in atto, avrebbero un costo per l' Erario di circa 700
  milioni di euro (poco più dell' 1% del gettito totale dei tributi gravanti sugli immobili).
  Le misure proposte vanno dall' introduzione di una cedolare secca per le locazioni commerciali (con
  sperimentazione per nuove attività aperte in locali sfitti o per i "negozi di vicinato") all' equiparazione del
  trattamento fiscale dei canoni di locazione abitativi e non abitativi non percepiti, dalla previsione di un
  limite del 4 per mille alla somma delle aliquote Imu ­Tasi per i contratti di locazione a canone calmierato
  ("concordati" e per studenti universitari); alla proroga per un quadriennio della cedolare secca al 10%
  per i contratti di locazione a canone calmierato. Infine, ripristino della deduzione Irpef del 15% per i
  redditi da locazione e soppressione dell' Irpef sugli immobili non locati.

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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
24 ottobre 2016
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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016
24 ottobre 2016
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  In Comune. Le comunicazioni all' ente locale

  Dall' attività libera alle opere «in Scia»
  l' ampliamento degli interventi rientranti nella
  categoria della manutenzione straordinaria,
  che ora comprende anche il frazionamento o l'
  accorpamento di unità immobiliari, prima
  riconducibili alla categoria della
  ristrutturazione edilizia, costituisce una delle
  principali novità nell' ambito a cui fa riferimento
  il lettore. In precedenza, vi era già stato un
  primo ampliamento della manutenzione
  straordinaria, facendovi rientrare l' apertura di
  porte interne o lo spostamento di pareti
  interne, nonché l' accorpamento di vani.
  Per eseguire questi interventi è sufficiente
  presentare una comunicazione inizio lavori
  asseverata (Cila) e le opere possono essere
  avviate subito dopo la trasmissione della
  stessa al Comune da parte dell' interessato. La
  comunicazione v a a c c o m p a g n a t a d a u n
  elaborato progettuale e asseverata da un
  tecnico abilitato, che ­ tramite appunto l'
  asseverazione ­ attesti sotto la propria
  responsabilità il rispetto degli obblighi di
  legge.Devono essere altresì riportati i dati
  identificativi dell' impresa affidataria dell'
  esecuzione dei lavori.
  La legge pone, però, alcuni limiti espressi per
  gli interventi: non può essere alterata la
  volumetria complessiva dell' edificio e va
  mantenuta l' originaria destinazione d' uso. Se, poi, l' intervento riguarda le parti strutturali, dev' essere
  presentata la segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
  La Cila è onerosa solo nel caso che la manutenzione straordinaria comporti aumento del carico
  urbanistico, purché ne derivi un aumento della superficie calpestabile, come nel caso della
  realizzazione di soppalchi abitabili.Le nuove unità immobiliari derivanti dal frazionamento dovranno
  rispettare le condizioni di agibilità, quali superfici minime, altezze, illuminazione.
  Nella manutenzione straordinaria rientrano, in generale, le opere per sostituire parti strutturali dell'
  edificio e per integrare i servizi igienico­sanitari e tecnologici, senza alterazione dei volumi e delle
  superfici delle singole unità immobiliari e della destinazione d' uso. A titolo esemplificativo si possono
  individuare i seguenti interventi: rifacimento totale del manto di copertura con modifica del tipo di
  materiali; adeguamento, rinnovo e sostituzione dei servizi igienico­sanitari e degli impianti tecnologici;
  eliminazione materiali inquinanti; nuove canne fumarie; ripostigli soppalcati; apertura di porte esterne;
  scale interne; consolidamento strutture.
  Le opere elencate sono soggette a Cila, mentre serve una comunicazione inizio lavori (Cil), senza

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24 ottobre 2016
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  Flop della mediazione sui tributi locali
  Poche le istanze presentate e nel 69% dei casi il Comune respinge la proposta

  La mediazione tributaria nei Comuni resta
  confinata a numeri da prefisso telefonico.
  Pochi contribuenti scelgono di inserire una
  "proposta di accordo" nei reclami riguardanti l'
  Imu, la Tari e le altre imposte locali. E quelli
  che lo fanno si vedono respingere l' istanza nel
  69% dei casi.
  Il monitoraggio del Sole 24 Ore su oltre 30
  Comuni capoluogo evidenzia lo scarso impatto
  di questa procedura, che dal 1° gennaio di
  quest' anno prevede anche per i tributi locali l'
  obbligo del reclamo, con la possibilità di
  accompagnarlo con una proposta di
  mediazione. Per avere un termine di
  paragone, nelle mediazioni davanti alle Entrate
  la percentuale di mancato accordo si ferma al
  45,2% (si veda l' articolo a fianco).
  Prima ancora dello scarso successo delle
  mediazioni, però, ciò che colpisce è il numero
  limitato di istanze. Ad esempio, a Cagliari le
  proposte «di rideterminazione della pretesa» ­
  come le chiama l' articolo 17­bis del Dlgs
  546/1992 ­ sono state 11 su 143 ricorsi
  proposti nei primi nove mesi di quest' anno. A
  Reggio Emilia, invece, neppure una su 11
  ricorsi.
  E anche a Vercelli, Rovigo e Savona si resta a zero.
  Un istituto poco usato Come si spiegano questi numeri?
  Da un lato, i contribuenti sembrano credere ancora poco alla possibilità di evitare il processo trovando
  un' intesa con il Comune. Dall' altro, sembra essere la stessa natura dei tributi locali a non offrire grandi
  margini per trovarsi a metà strada.
  Sulla scarsa fiducia dei contribuenti possono influire anche considerazioni organizzative.
  Meno del 6% dei Comuni interpellati ha delegato le mediazioni all' ufficio legale. Negli altri casi, la
  pratica finisce all' interno della direzione entrate, la stessa da cui è partito l' accertamento.
  Accanto a esempi come quello di Rimini ­ dove c' è un ufficio mediazione con funzionari «diversi dagli
  istruttori dell' ufficio accertamenti» ­ nel 45,7% dei Comuni non c' è una struttura dedicata. Il che non
  viola la legge, ma almeno a prima vista non garantisce la totale indipendenza dell' arbitro.
  A offrire un' altra chiave di lettura sono i funzionari degli uffici di Milano ­ che pure non hanno fornito dati
  puntuali ­ secondo cui i contribuenti preferiscono altri «strumenti deflattivi del contenzioso utilizzabili in
  modo più efficace, come ravvedimento operoso, autotutela, definizione agevolata». In particolare, è più
  frequente che i contribuenti presentino istanza di riesame dell' atto o di revisione in autotutela «sulla
  base di nuovi elementi oggettivi forniti e non conoscibili dall' ente, come ad esempio planimetrie in scala

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24 ottobre 2016
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  Funzionari tuttofare. Dalla Sicilia all' Umbria chi effettua le contestazioni è poi lo stesso soggetto
  che accoglie i reclami

  Nei piccoli centri l' ufficio ad hoc è un miraggio
  Nei piccoli Comuni, di uffici dedicati alla
  mediazione tributaria ne sono nati molto pochi.
  Colpa delle limitate risorse a disposizione(sia
  umane che finanziarie) , ma anche del ridotto
  numero di istanze. E c' è persino chi una
  struttura ad hoc l' ha creata ma non vi ha
  "trasferito" alcun funzionario.
  Succede ad esempio a Piedimonte Etneo,
  Comune siciliano di 4mila abitanti alle pendici
  dell' Etna, in cui ­ da gennaio ­ sono arrivati
  circa 80 ricorsi che, nel 90% dei casi,
  chiedevano l' avvio della procedura di
  mediazione tributaria. «C' è stata un' attività di
  accertamento piuttosto sostenuta soprattutto
  su Tari e Tarsu», spiega Carmelina Zappalà,
  responsabile e unico componente sia della
  nuova struttura di mediazione che dell' ufficio
  contenzioso in cui è collocata.
  «La proposta di mediazione ­ continua
  Zappalà, che è anche responsabile della
  biblioteca e dell' archivio comunale ­ viene
  mandata a quasi tutti coloro che hanno
  presentato reclamo e non solo a chi lo ha
  espressamente richiesto. Nel 60­70% dei casi
  i contribuenti l' hanno accettata o hanno
  dichiarato l' intenzione di accettarla».
  L' elevato numero di ricorsi a Piedimonte è abbastanza raro: nei centri con meno di 15mila abitanti l'
  impressione è, infatti, che la mediazione sia poco usata.
  Vuoi perché la macchina amministrativa è più semplice e consente ai cittadini di rivolgersi direttamente
  all' ufficio competente. Vuoi perché la determinazione dei tributi locali (errori a parte) si basa spesso su
  parametri fissi che non si prestano a interpretazioni.
  A Spello (poco più di 8.700 abitanti in provincia di Perugia) nel 2016 non c' è stato nessun ricorso.
  Stessa situazione a Feletto, piccolo Comune piemontese di 2.329 abitanti . Anche a Montepulciano
  (poco più di 14mila abitanti vicino Siena), che ha affidato la gestione dei tributi a una società in house
  controllata al 100%, di proposte di mediazione non ne sono arrivate.
  In Puglia, a Turi (13mila abitanti, in provincia di Bari) dal 1° gennaio è arrivato solo un ricorso che non
  conteneva la proposta di mediazione. «Il contribuente viene direttamente in ufficio o chiede la revisione
  degli avvisi di accertamento in autotutela così come succedeva in passato quando la mediazione non c'
  era», spiega Maurizio Frugis, funzionario responsabile dell' ufficio tributi. «Eccezion fatta per il valore
  dei terreni edificabili ­ aggiunge Frugis ­ su Imu e Tari, di solito, c' è poco da discutere. Oltre al fatto
  che, qui, i professionisti ancora non conoscono bene la procedura».

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24 ottobre 2016
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  Finanziamenti 2014­2020. Le risorse prenotate però sono solo il 10%

  Fondi Ue, le Regioni recuperano terreno: già avviati
  400 bandi
  Focus su innovazione e competitività delle Pmi

  È partita con un po' di ritardo, ma è finalmente decollata,
  la programmazione dei fondi Ue per il periodo 2014­
  2020. A 33 mesi dal fischio d' inizio sono stati pubblicati
  397 bandi da parte delle Regioni rispetto ai 96 di un
  anno fa. Tutte hanno pubblicato bandi e su 39
  Programmi operativi regionali (Por) ben 36 hanno già
  emesso avvisi. I tre che mancano all' appello entreranno
  invece nel vivo entro la fine del mese. Lo rivela la
  fotografia con il fermo immagine al 30 settembre
  scattata dall' Osservatorio Il Sole 24 Ore­Gruppo Clas
  che ha passato in rassegna i bandi per il Fondo europeo
  di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo
  (Fse) pubblicati online dalle Regioni in nome della
  trasparenza caldeggiata dal governo e dalla
  Commissione Ue. Per un avviso su tre le graduatorie
  sono già state pubblicate, per poco più della metà l'
  istruttoria è ancora in corso, mentre per il 13% è
  possibile presentare una domanda di finanziamento. I
  margini d' azione sono però ancora ampi, se si pensa
  che finora sono stati messi sul piatto 3,4 miliardi, pari a
  circa il 10% della dotazione totale fino al 2020, con
  differenze significative tra le regioni.
  In testa per dotazione finanziaria figura la Lombardia, che ha messo in campo 729 milioni per un totale
  di 33 bandi complessivi. Per il Fesr la regione ha già destinato il 34% delle risorse previste per i sette
  anni, mentre per il Fse la quota arriva al 40% del totale. Nella classifica della dotazione seguono Sicilia,
  Lazio, Veneto e Piemonte. La Toscana primeggia invece per numero di avvisi (58), seguita da Friuli
  Venezia Giulia (48)e Veneto (35). «La macchina è in movimento ­ sottolinea l' economista di Gruppo
  Clas, Chiara Sumiraschi ­ e la ricognizione mette in luce come in questa programmazione non sono
  solo i soliti noti ad attrezzarsi. Va detto inoltre che la performance dipende anche dalle tempistiche
  diverse di approvazione dei programmi da parte della Commissione Ue».
  Dal punto di vista dei contenuti spiccano in particolare i bandi dell' obiettivo tematico dedicato a ricerca,
  sviluppo e innovazione finanziato con i fondi Fesr. Qui due terzi delle risorse sono state attivate da
  Emilia Romagna, Lombardia e Fesr Piemonte. In oltre due bandi su tre i beneficiari sono le imprese,
  mentre in un caso su dieci l' avviso è rivolto direttamente a organismi di ricerca, enti pubblici o poli di
  innovazione. Tra gli interventi finanziati sono in pole position gli interventi di sperimentazione e adozione
  di soluzioni innovative in processi, prodotti e formule organizzative, ma anche voucher per la creazione
  di impresa e start up innovative. Grande attenzione tra i bandi pubblicati va anche alla competitività e
  all' internazionalizzazione, dove in oltre tre casi su quattro i beneficiari sono le imprese.
  I programmi Fse Bolzano e quelli Fesr di Trento e Abruzzo non hanno finora pubblicato avvisi. A
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24 ottobre 2016
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  Gli obiettivi Ue. Pochi casi virtuosi

  Raccolta e riuso: Mezzogiorno ancora in ritardo
  Il rapporto Anci­Conai su raccolta differenziata
  e r i c i c l o d e i rifiuti nel 2015 restituisce l'
  immagine di un Paese a due velocità. «Direi,
  meglio, a tre velocità ­ precisa il diretto
  generale Conai, Walter Facciotto ­, dal
  momento che, se il Nord corre e il Sud è
  complessivamente molto indietro, nel Centro si
  è abbastanza vicini agli obiettivi europei sul
  riciclo».
  La regola degli estremi ­ Nord e Sud ­ viene
  confermata dalle eccezioni. Mentre la Liguria è
  al 37,82% di avvio al riciclo (pur con un dato in
  crescita dell' 8,6% negli ultimi due anni), va
  oltre il 50% la Sardegna (51,58%, anche se in
  lieve calo dal 52,4% del 2014) e la Campania
  vede la soglia quasi prossima, con l' attuale
  42,54% (+8,6% rispetto a un anno fa). La
  regione campana registra anche un buon
  risultato ­ sebbene ancora insufficiente ­ sul
  fronte della differenziata, «dove oggi almeno la
  metà dei Comuni ha una raccolta superiore al
  50 per cento. Un dato importante ­ spiega
  Facciotto ­, se consideriamo che in Italia il
  traguardo del 65% richiesto dalla legge è stato
  raggiunto da poche municipalità e nessuna
  città metropolitana».
  Il modello Conai, grazie all' accordo con l' Anci, consente ai Comuni di avviare a riciclo i rifiuti d i
  imballaggi (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) attraverso i consorzi di filiera.
  «Nel 2015, per l' ambito domestico, sono stati conferiti circa 3,8 milioni di tonnellate, con un
  riconoscimento di 438 milioni di euro ai Comuni convenzionati.
  Gli amministratori del Mezzogiorno sanno dunque che conferendo i rifiuti al consorzio possono ricevere
  un ritorno economico, con un corrispettivo differenziato per materiale e che aumenta in funzione della
  qualità. Il problema ­ chiosa Facciotto ­ è porre il tema al centro dell' agenda e impegnarsi a organizzare
  il servizio di raccolta».
  È vero che al Sud si scorge qualche segnale incoraggiante e che, per esempio, sull' intercettazione pro
  capite di raccolta la Calabria ha fatto segnare un +54% e la Puglia un +11%; ma i valori percentuali di
  differenziata in queste Regioni ­ così come in Molise e Basilicata ­, nonostante la presenza di singole
  realtà virtuose, si mantengono bassi, e ancor più lo sono quelli dell' avvio a riciclo. Per tacere del
  fanalino di coda della Sicilia, dove la raccolta differenziata staziona all' 11% e la capacità di riciclo al
  10,81%: preso atto delle inefficienze, sia a livello organizzativo che impiantistico, Anci e Conai
  sembrano concordi nell' ipotizzare la necessità di provvedimenti straordinari per risollevare la
  situazione dell' isola.

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24 ottobre 2016
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  Riciclo dei rifiuti, Italia avanti piano
  Solo nove regioni superano la soglia del 50% fissata dall' Unione europea ­ Sicilia
  maglia nera

  Il mese scorso alcuni delegati dell'
  amministrazione di New York sono venuti a
  "studiare" Milano e il suo modello di gestione
  dei rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata.
  Il capoluogo lombardo spicca nelle cronache
  in quanto grande città virtuosa, ma i numeri
  raccontano che il sistema della differenziata
  cresce in media in tutta Italia, insieme alla
  capacità di avvio al riciclo: passaggio
  necessario a quell' economia circolare che
  punta a trasformare i rifiuti in risorse.
  Nel complesso, a fine 2015, il Paese ha
  raggiunto quasi il 46% di avvio al riciclo dei
  rifiuti (con il 49,3% di raccolta differenziata).
  E ad aver già valicato l' obiettivo Ue del 50% ­
  fissato al 2020 ­ sono ora nove Regioni (una in
  più dell' anno scorso, la Valle d' Aosta) e 3.549
  Comuni, in crescita del 13% rispetto al 2014 (e
  del 58% sul 2013). Quanto alle città
  metropolitane, il traguardo stabilito dalla
  direttiva 98/2008/Ce è stato superato, oltre che
  a Milano, a Torino e Venezia (new entry),
  località dove anche i livelli di differenziata sono
  oltre la soglia del 50 per cento.
  I numeri ­ che verranno presentati oggi a
  Roma nella sede dell' Anci ­ emergono dal VI
  Rapporto banca dati di Anci e Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e sono stati trasmessi dai gestori
  dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani o dai Comuni stessi convenzionati con i consorzi di filiera e dalle
  Regioni, arrivando a coprire quasi il 95% della popolazione totale.
  Nel 2015 si sono evidenziati, dunque, una lieve salita della produzione di rifiuti urbani (+0,78%) e un
  aumento della raccolta differenziata (+3,32%) più marcato di quello dell' avvio a riciclo (+1,77%). Sono
  soprattutto le Regioni del Nord ­ esclusa la Liguria ­ a superare la quota di intercettazione media
  nazionale di raccolta differenziata, pari a 253,2 kg per abitante (+7,9%). L' intercettazione corre più del
  totale dei rifiuti prodotti.
  «Ma se la raccolta viene eseguita male, si traduce in un valore puramente nominale. Il fine ultimo ­
  commenta Fabrizio Bernocchi, delegato Anci alle politiche energetiche e ai rifiuti ­ è infatti quello del
  riciclo effettivo, ecco perché è fondamentale guardare alla qualità della raccolta: un miglior livello
  consente di evitare emissioni inquinanti e di ridurre le tariffe al cittadino. Si ottiene cioè un minor
  conferimento in discarica, abbassando i costi ambientali».
  Se tutto il materiale risultasse nella prima fascia di qualità, si avrebbe insomma un allineamento tra i
  due valori di raccolta differenziata e riciclo, con evidenti ritorni.
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  Legge di bilancio. Possibilità di trasferire sul 2017 una quota di fondo pluriennale per chi chiude
  i conti a gennaio

  Preventivi al 28 febbraio per legge
  Nella manovra l' ipotesi di «blindare» la scadenza per il prossimo anno

  La scadenza per la chiusura dei preventivi
  2017 dei Comuni potrebbe essere fissata per
  legge al 28 febbraio. Se l' ipotesi sarà
  confermata dal testo definitivo della manovra e
  dall' esame del Parlamento, renderebbe molto
  più difficile tradurre in fatti la consueta spinta
  alla proroga che da sempre accompagna il
  calendario dei bilanci comunali.
  Il tema è ancora aperto, anche perché la legge
  d i bilancio deve superare prima di tutto la
  nuova griglia che non permette di inserire
  norme «ordinamentali», e quindi occorrerà
  aspettare le valutazioni della commissione
  Bilancio della Camera. In ogni caso, la regola
  entrata nel cantiere della manovra conferma l'
  indirizzo politico del governo di portare le
  scadenze dei documenti contabili locali al loro
  ritmo fisiologico, cioè alla data del 31
  dicembre dell' anno precedente scritta nel Tuel
  ma mai rispettata. Nella stessa linea si colloca
  un' altra misura ipotizzata in questi giorni, che
  riserverebbe a chi approva il preventivo entro
  il 31 gennaio la possibilità di far transitare nel
  fondo pluriennale vincolato del prossimo anno
  le risorse già stanziate nel 2016 e collegate a
  progetti esecutivi anche se non ancora arrivati
  alla gara (si veda Il Sole 24 Ore del 16 ottobre).
  Per centrare l' obiettivo occorre però una doppia accelerazione. La prima riguarda la definizione del
  quadro strutturale delle regole, ed è stata avviata con la ridefinizione dei fabbisogni standard e delle
  capacità fiscali approvate giovedì scorso dalla Conferenza unificata. In quella sede l' Anci ha chiesto di
  arricchire il nuovo sistema con una serie di clausole per evitare «distorsioni» e scostamenti di risorse
  troppo bruschi da un anno all' altro. Sul punto, alla Ragioneria si lavora su un' ipotesi di «deviazione
  standard», che fissi un tetto massimo alle variazioni annuali, e anche questo aspetto potrebbe essere
  definito in manovra.
  Proprio sulle novità della manovra serve la seconda accelerazione, per evitare i complicati confronti
  attuativi che hanno caratterizzato tante leggi di stabilità.
  Il capitolo più delicato in arrivo è quello relativo agli investimenti, che poggia su un doppio intervento. Il
  primo è la replica del «bonus» sul fondo pluriennale, cioè della possibilità di calcolarne una quota nelle
  entrate utili per raggiungere il pareggio di bilancio. Nel 2016 la somma è stata di 660 milioni, ma tra
  verifiche dell' Economia sull' effettivo collegamento di queste somme agli investimenti e problemi
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  Dup. La nota di aggiornamento

  Programmi in bilico fra regole in vigore e novità in
  arrivo
  Tempi stretti per i servizi finanziari degli enti,
  impegnati nel chiudere la programmazione
  politica e operativa per il prossimo triennio, nel
  rispetto della legislazione vigente. Lo schema
  di documento unico di programmazione,
  presentato dalla giunta a l consiglio entro lo
  scorso 31 luglio, può essere modificato e
  integrato entro il 15 novembre con la nota di
  aggiornamento, da redigere in caso di
  modifiche normative o di variazioni del
  contesto economico e sociale. Entro il 15
  novembre, contestualmente all' eventuale nota
  di aggiornamento al Dup, la giunta d e v e
  presentare anche lo schema di bilancio d i
  previsione per il prossimo triennio, completo di
  allegati (alcuni dei quali nuovi come il piano
  degli indicatori e dei risultati attesi) per la
  definitiva approvazione da parte del consiglio
  entro il 31 dicembre. Il parere dell' organo di
  revisione, dopo le novità apportate dal Dl
  113/2016, deve essere acquisito dopo l'
  approvazione dei documenti in giunta.
  Sul fronte delle entrate tributarie, sembra
  scontata la proroga del blocco delle aliquote;
  si discute di una possibile "liberazione" dell'
  imposta di soggiorno, almeno per i Comuni
  che non l' hanno ancora istituita, ma la partita è aperta e non può influire sulla programmazione. Fuori
  dal blocco rimangono la Tari e gli aumenti disposti dagli enti locali in stato di dissesto o predissesto,
  oltre alle tariffe di natura patrimoniale come il canone di occupazione spazi ed aree pubbliche.
  Sul fronte delle risorse trasferite dallo Stato non sono previsti ad oggi tagli strutturali ai fondi assegnati
  ai Comuni. Va ricordato comunque che le risorse che saranno attribuite ad ogni ente nel prossimo
  triennio cambieranno rispetto all' anno precedente a causa delle modifiche al meccanismo
  redistributivo, per il quale è maggiore la quota attribuita sulla base della differenza fra capacità fiscali e
  fabbisogni standard (40% nel 2017 e 55% nel 2018, contro il 30% del 2016). Per questa ragione, il
  governo punta ad accelerare con la pubblicazione dei dati definitivi, con l' obiettivo di renderli disponibili
  entro fine anno in vista del termine per i preventivi che sarà fissato al 28 febbraio.
  Ancora in discussione il contributo ai Comuni di 390 milioni a titolo di ristoro del minor gettito Imu/Tasi.
  In base all' articolo 9­ter del Dl 113/2016, per gli anni 2017 e 2018 potrà essere previsto in bilancio il
  contributo relativo alle penali sostenute a seguito dell' estinzione anticipata, totale o anche parziale, dei
  mutui e dei prestiti obbligazionari. Inoltre, solo per il 2017 si potrà prevedere il 100% delle entrate

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  Consiglio di Stato. Firma elettronica da fissare prima dei termini per la partecipazione

  Appalti, nelle gare telematiche niente deroghe alle
  procedure
  La firma digitale rappresenta l' elemento di
  certezza del firmatario dell' offerta nelle gare
  interamente gestite telematicamente, che
  prevedono una serie di attività in sequenza
  volte a garantire la sicurezza delle fasi di invio
  e di ricezione dei documenti.
  Con la sentenza 4050/2016 il Consiglio di
  Stato evidenzia l' importanza delle operazioni
  che devono essere sviluppare dagli operatori
  economici nelle procedure nei mercati
  elettronici e su altre piattaforme informatiche.
  La pronuncia evidenzia come ciò che
  caratterizza le gare telematiche rispetto a una
  tradizionale gara d' appalto sia l' utilizzo di una
  piattaforma on­line di e­procurement e di
  s t r u m e n t i d i comunicazione digitali (firma
  digitale e Pec), che di fatto rendono l' iter più
  efficiente, veloce e sicuro rispetto a quello
  tradizionale, basato sull' invio cartaceo della
  documentazione e delle offerte.
  Le fasi di gara seguono una successione
  temporale che offre garanzia di corretta
  partecipazione, inviolabilità e segretezza delle
  offerte: la firma digitale garantisce infatti la
  certezza del firmatario dell' offerta e la
  marcatura temporale (prevista in varie
  piattaforme telematiche) ne garantisce la data certa di firma e l' univocità della stessa.
  Il Consiglio di Stato rileva che attraverso l' apposizione della firma, da effettuare inderogabilmente prima
  del termine fissato per la partecipazione, e la trasmissione delle offerte esclusivamente durante la
  successiva fase di finestra temporale, si garantisce la corretta partecipazione e inviolabilità delle offerte.
  I sistemi provvedono, infatti, alla verifica della validità dei certificati e della data e ora di marcatura: l'
  affidabilità degli algoritmi di firma digitale garantiscono la sicurezza delle fasi di invio e di ricezione delle
  offerte in busta chiusa.
  Nella sentenza si pone in rilievo un aspetto peculiare: nella gara telematica la conservazione dell' offerta
  è affidata allo stesso concorrente, garantendo che questa non venga, nelle more, modificata proprio
  attraverso l' imposizione dell' obbligo di firma nel termine fissato per la presentazione delle offerte.
  La firma digitale (e l' eventuale marcatura temporale) corrispondono quindi alla chiusura della busta
  nella procedura tradizionale, mentre Alla chiusura del periodo di upload, le offerte sono disponibili nel
  sistema in forma "chiusa": al momento della loro apertura mediante le funzionalità del sistema, lo stesso
  redige in automatico la graduatoria, tenendo conto anche dei punteggi tecnici attribuiti dalla

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  I vincoli. In arrivo sanzioni proporzionali alla differenza fra l' obiettivo del pareggio di bilancio e il
  saldo effettivamente realizzato

  Recuperi triennali per gli sforamenti
  Le incertezze maggiori nella predisposizione
  del bilancio 2017­2019 sono quelle collegate al
  rispetto del pareggio di bilancio ed alle spese
  finanziate con il ricorso al debito e all' utilizzo
  dell' avanzo di amministrazione, dopo le novità
  definite con la legge 164/2016 che ha riformato
  la 243 del 2012.
  Ai fini del rispetto del pareggio di bilancio per
  gli anni 2017/2019, il fondo pluriennale
  vincolato di entrata e di uscita potrà essere
  conteggiato nel saldo rilevante
  compatibilmente con gli obiettivi di finanza
  pubblica su base triennale. Nel 2016, l'
  inclusione del Fondo pluriennale vincolato nei
  saldi di finanza pubblica ha comportato un
  finanziamento di 660 milioni di euro. Per il
  prossimo triennio si prospetta una ripetizione
  del meccanismo, ma la cifra in discussione è
  più ridotta e comunque destinata a rimanere
  incerta fino all' approvazione definitiva della
  l e g g e d i bilancio. Solo dal 2020 il Fondo
  pluriennale vincolato entrerà a regime tra le
  voci rilevanti concorrendo definitivamente al
  rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, a
  condizione però che derivi da entrate finali
  (eccetto quindi quelle le entrate che derivano
  da indebitamento e l' avanzo di amministrazione).
  Di rilievo anche il nuovo meccanismo di premi e sanzioni che poggia sul recupero triennale a quote
  costanti dell' eventuale sforamento e sull' incentivo premiale per gli enti che rispettano i vincoli. La
  legislazione statale che disciplinerà premi e sanzioni dovrà seguire criteri di proporzionalità tra premi e
  sanzioni e tra sanzioni e sforamenti, e dovrà distribuire gli effetti finanziari all' interno dello stesso
  comparto di riferimento.
  Dopo le modifiche introdotte dalla legge 164/2016 gli enti potranno da subito preventivare le operazioni
  di indebitamento e gli importi di investimenti finanziati con l' utilizzo dei risultati di amministrazione nei
  limiti consentiti dal proprio saldo di finanza pubblica. Le spese legate a mutui e applicazione di avanzo i
  cui importi eccedono il saldo del singolo ente potranno essere invece effettuate sulla base di intese
  regionali o, in subordine, dei patti di solidarietà nazionali. Con le intese regionali gli enti avranno la
  possibilità durante l' esercizio 2017 di rendere flessibili i vincoli, nel rispetto del saldo complessivo degli
  enti territoriali e della regione.
  Secondo le prime anticipazioni delle regole in corso di definizione (per i contenuti del decreto attuativo
  in corso di predisposizione si veda Il Sole 24 Ore di giovedì scorso, 20 ottobre), l' assegnazione degli

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  Entro dicembre

  Società, governance «blindata» dagli statuti
  È tempo di modifiche statutarie per le società
  controllo pubblico. In base all' articolo 26,
  comma 1 del nuovo testo unico (Dlgs
  175/2016) gli statuti dovranno essere adeguati
  alle disposizioni della riforma entro il 31
  dicembre 2016. L' unica eccezione (articolo
  17) è per le società miste, che avranno tempo
  fino al 31 dicembre 2017, anche se questo non
  le esime dal dover introdurre le altre previsioni
  di legge, ove siano controllate da pubbliche
  amministrazioni.
  Si deve notare che il legislatore, in molti casi,
  usa la via dell' adeguamento statutario non per
  dare alla società la possibilità di scegliere tra
  più opzioni ma solo per sottolineare l'
  importanza di alcune disposizioni di legge e
  rendendo, per questa via, lo statuto lo
  strumento di una "specialità" della società
  pubblica.
  Molte modifiche, in particolare, riguardano la
  regolamentazione dell' organo amministrativo.
  Visti i termini di emanazione del Dpcm su
  compensi e governance (previsto dall' articolo
  11, comma 3) sarà opportuno prevedere sia la
  possibilità di un organo monocratico sia di un
  Cda. Nello statuto, inoltre, occorre precisare
  che il Cda può attribuire deleghe di gestione a un solo amministratore, a meno che l' assemblea non
  autorizzi il conferimento di deleghe anche al presidente, e che la figura del vice presidente può essere
  prevista solo per il ruolo di sostituto del presidente in caso di assenza o impedimento e senza
  riconoscimento di compensi aggiuntivi (articolo 11, comma 9). Lo statuto deve poi specificare che è
  vietato corrispondere gettoni di presenza o premi di risultato deliberati dopo lo svolgimento dell' attività
  e corrispondere trattamenti di fine mandato ai componenti degli organi sociali (comma 9). Si vietano,
  per i dirigenti, indennità o trattamenti di fine mandato ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge o dalla
  contrattazione collettiva e di stipulare patti o accordi di non concorrenza (comma 10).
  Per quanto riguarda l' organo di controllo nelle Spa occorre tenere distinta la figura del collegio
  sindacale da quella incaricata della revisione legale. Nelle Srl si dovrà in ogni caso prevedere la
  presenza di un organo di controllo (articolo 3, comma 2).
  Rivedere l' oggetto sociale non è un obbligo, ma la riforma abroga l' articolo 13 del decreto Bersani (Dl
  233/2006) e, con esso, l' esclusività per quanto riguarda i servizi strumentali, che potranno essere forniti
  anche da aziende di servizi pubblici locali.
  Per le società in house, la norma offre alcune opzioni, la più interessante delle quali è la possibilità di
  stipulare patti parasociali ultraquinquennali. Soprattutto, lo statuto deve «prevedere che oltre l' 80% del

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  Sentenza del Tar Lazio che ha annullato una gara Consip per i servizi di vigilanza

  Appalti senza discriminazioni
  No ai bandi che avvantaggiano sono i grandi gruppi

  Stop alle gare d' appalto solo per i grandi
  gruppi grazie al nuovo codice dei contratti
  pubblici. Con l' entrata in vigore del decreto
  legislativo 50/2016, infatti, la necessità di
  garantire la libera concorrenza fra le imprese è
  divenuta il «baricentro del sistema» delle
  procedure a evidenza pubblica.
  E la regola vale anche per la centrale di
  committenza che pure ha il compito di
  garantire economie di scala negli acquisti della
  p u b b l i c a amministrazione. D e v e d u n q u e
  essere annullato il bando della Consip per la
  vigilanza negli edifici pubblici che suddivide il
  territorio nazionale in tredici lotti, che non si
  rivelano ambiti ottimali: in base ai requisiti di
  fatturato richiesti, infatti, possono candidarsi
  a l l ' affidamento d e l servizio s o l t a n t o
  ventiquattro imprese per lotto, mentre restano
  escluse tutte le altre piccole e medie imprese.
  È quanto emerge dalla sentenza 9441/16,
  pubblicata dalla seconda sezione del Tar
  Lazio.
  Accolto il ricorso l' istituto di vigilanza che
  rischia di trovarsi fuori da un appalto d i
  fondamentale importanza strategica per il
  settore: v a l e 5 4 0 m i l i o n i d i e u r o e p u ò
  condizionare il mercato dei servizi di sicurezza
  per i prossimi tre anni. A dire della Consip, la
  gara è stata indetta rispettando i dettami della legge 488/99 che impone tagli alla spesa pubblica
  evitando negli acquisti della pubblica amministrazione i costi che derivano da procedure parcellizzate.
  È vero, nel bando per i servizi di sorveglianza degli immobili pubblici le imprese possono associarsi in
  raggruppamenti temporanei senza che l' impresa mandante debba essere in possesso di percentuali
  minime del requisito di fatturato specifico. Ma l' ingresso in una Rti o il ricorso all' avvalimento sono
  frutto di scelte discrezionali delle imprese interessate e non basta l' astratta possibilità di queste opzioni
  per garantire la partecipazione al bando anche dei più piccoli. Il punto della controversia, poi, non è
  tanto la soglia richiesta per partecipare alla gara, che di per sé non può ritenersi irragionevole: risulta
  pari al valore annualizzato del massimale del lotto per il quale si presenta l' offerta.
  Il fatto è, invece, che così come sono strutturati i lotti l' offerta può essere presentata soltanto dai big
  player del mercato e ciò impedisce alle imprese più piccole di incrementare le proprie qualificazioni e
  professionalità; il tutto mentre con l' entrata in vigore del nuovo codice degli appalti la funzione pro­
  concorrenziale delle regole di evidenza pubblica ha assunto ancora maggiore rilievo, senza in alcun
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  Occupazioni d' urgenza, Ici dovuta al comune
  Se il comune occupa un terreno, con decreto
  di occupazione d' urgenza, lo stesso comune è
  legittimato a richiedere al proprietario il
  p a g a m e n t o d e l l ' imposta comunale. L '
  occupazione, infatti, ha carattere coattivo e non
  priva il proprietario del possesso dell'
  immobile poiché il bene, sino a esproprio o
  ablazione, continua ad appartenere a costui,
  qualificandosi l' occupante quale un mero
  detentore. L' imposta, dunque, continua a
  gravare sul proprietario. È quanto si legge nell'
  ordinanza n. 19041/16 della Corte di
  cassazione, con cui è stato rigettato il ricorso
  proposto dal contribuente contro una sentenza
  della Ctr di Napoli, favorevole all'
  amministrazione comunale.
  Un comune della provincia campana aveva
  emesso un provvedimento di occupazione d'
  urgenza, in relazione a un terreno soggetto
  successivamente a procedura d' esproprio. L'
  occupazione d' urgenza è l' istituto in base a
  c u i l ' amministrazione ha la possibilità di
  anticipare gli effetti di un procedimento d'
  espropriazione per pubblica utilità: ciò allo
  scopo di ottenere subito la disponibilità dell'
  area, senza attendere i tempi, di solito
  abbastanza lunghi, della procedura di
  espropriazione.
  In relazione a quello stesso terreno occupato, il comune (occupante) richiedeva il pagamento dell' Ici
  per gli anni dal 2005 al 2008. Contro tale provvedimento, il contribuente proponeva ricorso in
  Commissione tributaria, ma gli esiti dei giudizi di merito lo vedevano soccombente sia in primo che in
  secondo grado. La decisione è stata confermata dalla Cassazione, a cui si era rivolto, in ultima istanza,
  il contribuente. L' occupazione d' urgenza, per il suo carattere coattivo, non priva il proprietario del
  possesso dell' immobile in quanto il bene, finché non interviene il decreto di esproprio o comunque l'
  ablazione, continua ad appartenere a lui, tanto che per tal motivo gli si riconosce un' indennità per l'
  occupazione, mentre nell' occupante, che riconosce la proprietà in capo all' espropriando, manca «l'
  animus rem sibi habendi», onde lo stesso è un mero detentore In definitiva, il proprietario (rimasto
  possessore) è da ritenersi soggetto passivo dell' Ici, anche se l' immobile è detenuto da terzi.
  Oltre all' occupazione del terreno e al pagamento dell' Ici, il contribuente è stato anche condannato al
  versamento dell' ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello dovuto per il ricorso, ai
  sensi dell' articolo 13 del dpr 115/2002.
  Nicola Fuoco () Con il primo motivo si deduce, ex art. 360, I comma, n. 3 c.p.c. la violazione dell' art. del
  dlgs 504 del 1992, dell' art. 1140 c.c. nonché dell' art. 22­bis del dpr n. 327/2001, laddove la
  Commissione regionale aveva ritenuto il contribuente tenuto alla dichiarazione Ici, malgrado lo stesso
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