ANIEM Rassegna Stampa del 21/09/2017

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   Rassegna Stampa del 21/09/2017

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INDICE

ANIEM
   21/09/2017 Primo Piano Molise                                       6
   Concorso d'idee per le scuole, l'Acem si rivolge all'Anac

   21/09/2017 Quotidiano del Molise                                    8
   Concorso di idee del Comune Atti inviati all'Anticorruzione

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  Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO EDILIZIA
   21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                           10
   Il legno conquista anche l'edilizia urbana

   21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                           12
   Bologna: al via rilancio del polo fieristico

   21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                           13
   L'edificio green vale fino al 10% in più

   21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                           14
   Bene le esportazioni in Europa e nel Sudest asiatico

   21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                           16
   Trattamento edile esteso al primo semestre 2017

   21/09/2017 La Repubblica - Nazionale                                17
   Architettando con la ceramica

   21/09/2017 ItaliaOggi                                               18
   Torna il trattamento speciale di disoccupazione edile

   21/09/2017 QN - Il Giorno - Sondrio                                 19
   «Tirano non garantirà tutto il lavoro di Morbegno»

   20/09/2017 QN - La Nazione - Arezzo                                 20
   Alloggi popolari, si ribalta il trend: il 70% vanno agli italiani

SCENARIO ECONOMIA
21/09/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                       22
  I record negativi di un Paese che è malato di gioco d'azzardo

  21/09/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                       24
  INDUSTRIA 4.0 LE AZIENDE INVESTONO LA BUROCRAZIA FRENA

  21/09/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                       25
  Il peso rilevante delle aziende pubbliche

  21/09/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                       26
  «Un progetto Paese per gli statali»

  21/09/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                       27
  «Centralità ai giovani nella manovra» Ma i sindacati insistono sulle pensioni

  21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                                        29
  Simioni (Atac): «Conti e bus drammatici, ma il concordato ci salverà»

  21/09/2017 La Repubblica - Nazionale                                             32
  Bce e il dilemma dei prezzi fermi Gli economisti: "Alziamo i salari"

  21/09/2017 La Repubblica - Nazionale                                             34
  Padoan cerca 4 miliardi Dalle entrate arriverà un terzo della manovra

  21/09/2017 La Stampa - Nazionale                                                 35
  "Coop, ora una legge per rafforzare controlli e garanzie del prestito sociale"

  21/09/2017 Il Messaggero - Nazionale                                             37
  Unicredit fredda su Mediobanca-Generali Con Commerzbank niente bis in
  Germania

SCENARIO PMI
  21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                                        39
  Mille studenti in apprendistato

  21/09/2017 Il Sole 24 Ore                                                        40
  Mediobanca, il piano holding supera il primo test del mercato

  21/09/2017 La Stampa - Biella                                                    44
  Artigiani Le previsioni sono positive

  21/09/2017 MF - Nazionale                                                        45
  Illumia va allo shopping, intesa per acquisire Electra

  21/09/2017 MF - Nazionale                                                        46
  White prepara un'edizione da record
21/09/2017 Il Fatto Quotidiano                48
I Cinque stelle spaventano i vecchi partiti
ANIEM

2 articoli
21/09/2017
Pag. 6                                     Primo Piano Molise

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 Concorso d'idee per le scuole, l' Acem si rivolge all'Anac
 Dubbi sul protocollo firmato tra Comune, Ance e Ordine degli architetti, Di Niro avvisa: «Andremo avanti in
 ogni sede»

 CAMPOBASSO. Nuova possibile 'grana' all'orizzonte per il Comune di Campobasso sul fronte scuole.
 Anche se l'aria di tempesta si respirava già all'indomani della sottoscrizione - lo scorso 26 luglio - del
 protocollo firmato tra il Comune di Campobasso, l'Ance e l'Ordine degli architetti per il concorso di idee per
 la progettazione di tre poli scolastici che sorgeranno nei quartieri di Vazzieri e del Cep e nell'area dei plessi
 didattici Crispi, Colozza e D'Amato. 60mila euro il costo complessivo dell'operazione, 20mila dalle casse di
 Palazzo San Giorgio e gli altri 40mila divisi tra l'associazione dei costruttori e l'ordine degli architetti.
 Qualche giorno dopo arrivò la dura presa di posizione dell'Acem con la richiesta formale di annullamento
 del protocollo. Ieri l'associazione 'guidata' da Corrado Di Niro, visto il mancato annullamento, è passata ai
 fatti ed ha trasmesso all'Autorità Nazionale Anticorruzione gli atti inerenti il concorso di idee. L'Acem ha
 sempre lamentato il suo mancato coinvolgimento nell'iniziativa, denunciando come il protocollo firmato
 «preveda che la commissione giudicatrice che selezionerà il vincitore del concorso di idee sarà nominata
 solo formalmente dal Comune di Campobasso (ente pubblico), ma "conformemente alle indicazioni ricevute
 in merito dal comitato paritetico" (non è spiegato cosa si intende per conforme indicazione e lo si lascia alla
 libera interpretazione) previsto nel protocollo stesso; comitato che è formato per due terzi da soggetti privati
 in potenziale conflitto di interesse e per un terzo da soggetto pubblico, ovvero formato oltre che da un
 rappresentante del Comune capoluogo (soggetto pubblico) anche da un rappresentante dell'Ordine degli
 Architetti (soggetto privato) e uno dell'Ance (soggetto privato). In poche parole - sostiene l'Acem -, una
 commissione che gestirà un affidamento pubblico sarà nominata su conforme indicazione di una
 maggioranza di soggetti privati aventi un potenziale interesse nella procedura e potrebbe non offrire le
 giuste garanzie di indipendenza ed imparzialità. L'Acem ha inoltre sottolineato che la questione è tanto più
 grave se solo si considera che la commissione non si limiterà ad individuare il vincitore del concorso ma
 che a quest'ultimo, secondo quanto previsto dal protocollo, saranno affidati anche i successivi livelli di
 progettazione: praticamente l'affidatario o gli affidatari della progettazione delle tre scuole di Campobasso
 saranno selezionati da una commissione nominata su indicazione di un organismo formato per due terzi da
 privati in potenziale conflitto di interesse ed un terzo pubblico e che, quindi, potrebbe risentire di influenze a
 discapito dei principi della trasparenza, dell'obiettività e dell'indipendenza. Non solo, ma l'associazione ha
 lamentato anche che nel protocollo visionato appare di tutta evidenza che l'intera procedura del concorso si
 svolgerà sotto la "regia" e "l'influenza" del suddetto Comitato paritetico: ad esso è attributo il compito di
 predisporre il documento programmatico preliminare al bando da sottoporre alla giunta comunale per
 l'approvazione; alla sua attenzione sarà posta la stessa bozza del bando da pubblicare, peraltro da
 redigere a cura dell'Ordine degli Architetti, il tutto con un ruolo meramente residuale per l'ente pubblico».
 «Ribadisco che nessuno intende mettere in discussione l'importanza del tema della sicurezza nelle scuole
 in questo momento particolare in cui il tema è prioritario - ha rimarcato il presidente dell'Acem Corrado Di
 Niro - tuttavia andremo avanti in ogni sede e vigileremo sugli sviluppi dell'iniziativa in quanto riteniamo che
 l'intera fase pubblicistica antecedente la scelta del contraente debba essere svolta esclusivamente dal
 Comune di Campobasso, senza ingerenze di terzi, conformemente a quanto stabilito dalla normativa
 vigente, anche perché non si tratta solo di selezionare il vincitore del concorso di idee, ma di conferire a
 quest'ultimo l'incarico dei successivi livelli di progettazione». Ora la palla passa all'Autorità di Cantone, che
 dovrà valutare la correttezza del concorso, che per la verità, è stato sonoramente bocciato anche
 dall'ordine degli ingegneri e da quello dei geologi. Insomma, l'edilizia scolastica continua ad essere la spina

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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

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   Primo Piano Molise

                           nel fianco dell'amministrazione comunale.

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21/09/2017
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 Concorso di idee del Comune Atti inviati all'Anticorruzione
 Lo comunica il presidente dell' Acem , Di Niro

 Dopo la richiesta di annullamento inoltrata al Comune di Campobasso, in assenza di un provvedimento di
 accoglimento, l'Acem ha trasmesso ieri mattina all'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) gli atti inerenti il
 Concorso di Idee per l'acquisizione di proposte progettuali per la realizzazione di tre edifici scolastici nel
 territorio del capoluogo. Ragione della segnalazione l'attribuzione mediante protocollo d'intesa di compiti e
 funzioni a soggetti in potenziale conflitto di interesse nella procedura di affidamento, che invece dovrebbe
 essere svolta esclusivamente dal Comune di Campobasso quale amministrazione aggiudicatrice.
 "Ribadisco che nessuno intende mettere in discussione l'importanza del tema della sicurezza nelle scuole
 in questo momento particolare in cui il tema è prioritario - dichiara il presidente dell'Acem Corrado Di Niro -
 tuttavia andremo avanti in ogni sede e vigileremo sugli sviluppi dell'iniziativa in quanto riteniamo che l'intera
 fase pubblicistica antecedente la scelta del contraente debba essere svolta esclusivamente dal Comune di
 Campobasso, senza ingerenze di terzi, conformemente a quanto stabilito dalla normativa vigente, anche
 perché non si tratta solo di selezionare il vincitore del concorso di idee, ma di conferire a quest'ultimo
 l'incarico dei successivi livelli di progettazione".
 Foto: Corrado Di Niro

ANIEM - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                                   8
SCENARIO EDILIZIA

9 articoli
21/09/2017                                                                                            diffusione:97980
Pag. 27                                                                                                tiratura:140038
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 Progettazione
 Il legno conquista anche l'edilizia urbana
 maria chiara voci

 pag. 29 Da Parigia Londra, passando per Stoccolma o scendendo a Bordeaux, c'è chi è pronto a
 scommettere che se l'acciaio, il vetro e il cemento sono stati i protagonisti dell'architettura nei due secoli
 scorsi, la vera innovazione del 21esimo secolo saranno le costruzioni in legno. Edifici multipiano,
 soprelevazioni e anche torri e grattacieli, che si inseriscono nel contesto urbano e si integrano
 perfettamente con il tessuto consolidato, anche nelle più moderne città. In Italia, la mini-rivoluzione del
 legno - come alternativa al cemento o all'acciaio per immobili multipiano - è partita da Nord. Fra i casi che
 fanno scuola, spiccano alcuni sviluppi di immobili di residenza pubblica e housing sociale. A partire da
 Milano, dove Cenni di cambiamento - complesso di 124 alloggi in classe A finanziato dal Fondo immobiliare
 di Lombardia - mantiene il primato di più grande progetto residenziale realizzato in Europa con un sistema
 di strutture portanti in legno e 6.100 metri cubi di pannelli impiegati. «Una scelta - racconta il progettista
 Fabrizio Rossi Prodi - che sta pagando. Perché a raccontare il comfort ambientale ed energetico di un
 fabbricato in legno sono, oggi e per primi, gli abitanti del nuovo insediamento». O da Firenze, dove nell'area
 ex Longinotti (demolite le preesistenze e bonificato il terreno) sono state costruite due palazzine di 4 e 6
 piani in legno massiccio, a strati incrociati, per un totale di 45 appartamenti che si inseriscono, come segno
 moderno e contemporaneo, nel quartiere circostante. «Quando abbiamo iniziato - racconta Vincenzo
 Esposito, direttore di CasaSpa, la società di realizzazione e gestione del patrimonio Erp dell'area fiorentina
 - non esisteva ancora in Italia una norma specifica per le costruzioni di legno e il progetto ha dovuto
 passare al vaglio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per ottenere il via libera». La progettazione
 delle strutture di legno lamellare è infatti entrata a far parte delle Norme tecniche per le Costruzioni solo dal
 1 luglio 2009, con l'entrata in vigore del Dm del 14 gennaio 2008. «Sull'area Longinotti è stato necessario
 un lungo lavoro di bonifica - prosegue Esposito -. Finita questa fase, il cantiere è andato avanti in modo
 rapido. Una delle caratteristiche del legno è proprio la rapidità di montaggio. Basti pensare che per l'edificio
 di sei piani sono stati necessari appena 17 giorni di effettivo montaggio, mentre per quello di sei piani ce ne
 sono voluti 71». Una delle caratteristiche delle due palazzine (rastremate, con spessori diversi a seconda
 delle altezze e contraddistinte da una forma architettonica a sbalzo, per risponderea una precisa
 disposizione del Comune di Firenze, che chiedeva la realizzazione di un camminamento pubblico al piano
 terra) è l'aver integrato una tecnologia in arrivo dal Nord Europa con l'esperienza della tradizione costruttiva
 mediterranea. «Abbiamo lavorato - spiega ancora Esposito- per ventilare in modo naturale gli edifici e
 utilizzare al massimo le possibilità della geotermia. L'esperienza nell'uso del legnoè stata così positiva che
 la stiamo ripetendo per la realizzazione, sempre a Firenze, in via Torre degli Agli, di un complesso di 88
 alloggi. Qui, per ospitare gli abitanti di un edificio preesistente che stiamo sostituendo, abbiamo anche
 montato 18 alloggi in legno completamente prefabbricati, pensati per un'accoglienza temporanea». A
 cambiare marcia sul mercato del legno è stata soprattutto la tecnologia. Che oggi consente di costruire
 palazzi ben lontani dallo stereotipo della baita in legno o della tipica casa mono o bifamiliare prefabbricata.
 «Soprattutto l'x-Lam - spiega l'imprenditore Roberto Fava di Skywall, partner tecnico del gruppo Hasslacher
 - ha permesso l'ingresso delle strutture in legno nei cantieri tradizionali. Perché se è vero che i pannelli
 vengono progettati e tagliati in laboratorio, la prefabbricazione riguarda solo le parti strutturali.
 L'innovazione si abbina così con la tecnica tradizionale. Un passo in avanti, che ha allargato molto il
 mercato». L'aspetto delle case in legno (sia x-Lam che telaio) è sempre più mimetizzato nel contesto
 urbano. Le strutture, coperte da intonaci e cappotti, non si differenziano da una qualsiasi palazzo in
 mattonio cemento. Per proposte che si rivolgono a tutti i target di mercato. Come a Trieste, dove Rubner

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                     10
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 Holzbau ha da poco terminato il complesso residenziale di lusso Panorama Giustinelli, in corso di
 certificazione CasaClima A: rispettando le rigide norme di legge dell'Eurocode 5, l'azienda è riuscita a
 ridurre in modo considerevole lo spazio occupato dalla struttura a vantaggio dei dispositivi di isolamento
 termico e acustico. Mentre Rubner Haus a Rimini, nel cuore del contesto urbano, ha realizzato una casaa
 tre piani con mansarda interamente in legno.
 Foto: Da primato. Cenni di cambiamento (sopra), un complesso di 124 alloggi in classe A a Milano, è il più
 grande progetto residenziale realizzato in Europa con un sistema di strutture portanti in legno; a destra, le
 residenze Panorama Giustinelli di Trieste, realizzate da Rubner Holzbau

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 Rassegne
 Bologna: al via rilancio del polo fieristico
 Ilaria Vesentini

 BOLOGNA L'inaugurazione del nuovo Europauditorium di Bologna sancisce il via ufficiale al grande
 cantiere per la riqualificazione del polo congressuale e fieristico bolognese. «Un cantiere da oltre 100
 milioni di euro che porterà la nostra struttura nel giro di sei anni a 140mila mq di superficie espositiva
 netta», ricorda Gianpiero Calzolari, neopresidente di BolognaFiere, precisando che è lo spazio adeguato a
 ospitare Eima (l'esposizione mondiale delle macchine agricole) e Cosmoprof (il salone internazionale della
 cosmetica). Con il primo stralcio di lavori sul Palazzo dei Congressiè stata aumentata del 33% la capienza
 della sala, ottimizzata l'acustica, migliorata l'efficienza energetica degli impianti nonché rinnovati i camerini.
 «I lavori sono costati 1,5 milioni di euro, su circa 15 milioni di intervento sulla parte congressuale (in tutto 4
 sale e fino a 11mila sedute)», precisa Calzolari. Tutto pronto quindi per ospitare lunedì il convegno
 inaugurale del 35° Cersaie, il Salone della ceramica che scandirà anche i tempi dei successivi step dei
 cantieri nel quartiere Michelino. «A fine settembre- partirà il piano ampliamento e ammodernamento dei
 padiglioni, che dovrebbero essere pronti per il prossimo anno. Dal 2022 Bologna avrà la più bella struttura
 fieristica in Italia. In una posizione strategica dal punto di vista logistico, crocevia d'Europa e a pochi minuti
 dalla stazione ferroviaria AV, dall'aeroporto e dal centro storico e con un'uscita autostradale dedicata».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                      12
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CASA 24 PLUS

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 analisi johnson controls
 L'edificio green vale fino al 10% in più
 P. Pie.

 Gli edifici "green" valgono il 2-10% in più e rendono canoni maggiori del 2-8%. Questi sono i dati del primo
 osservatorio sulla sostenibilità in edilizia presentato da Johnson Controls. «Abbiamo consultato la filiera del
 costruito e verificato qual è il percorso e i risultati raggiunti in termini di efficienza energetica e sicurezza in
 questi anni. Le informazioni sul comfort in edilizia sono state messe a sistema - spiega Francesco Giaccio,
 presidente e a.d della Building technologies & solutions di Johnson Controls - auspicando di riuscire a
 ottimizzare il processo, dalla fase di progettazione a quella di manutenzione». Dati e considerazioni volte a
 incentivare politiche e azioni mirate, da parte del pubblico e del privato. Efficienza dei processi e
 ottimizzazione delle risorse sono temi che da sempre guidano i progressi in qualsiasi tipo di industria,
 eppure negli ultimi anni i grandi investitori in tema di risparmio, sicurezza e sostenibilità del costruito sono
 state soprattutto le famiglie. Sul patrimonio residenziale, in particolare, si sono concentrati la maggior parte
 degli interventi. E ciò è avvenuto anche grazie al sostegno delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa
 italiana, in risposta alle direttive europee finalizzate a facilitare gli interventi di riqualificazione energetica
 degli edifici. «Nel caso di una ristrutturazione- dichiara Francesca Zirnstein, direttore generale Scenari
 Immobiliari - il costo degli interventi green è mediamente di 40 euro al mq. Nelle sole città italiane, con un
 patrimonio costruito dopo il 1946 di circa 18 milioni di abitazioni, ciò comporterebbe un investimento
 aggiuntivo di 40 miliardi di euro e un incremento del valore non inferiore a 100 miliardi». Dall'Osservatorio si
 deduce che gli edifici sono i driver della domanda di energia e in Italia, quelli con oltre 40 anni di vita che
 necessitano di interventi di manutenzione straordinaria rappresentano il 70% del totale. «Un investimento in
 un'operazione immobiliare sostenibile - si legge nell'Osservatorio - comporta costi iniziali maggiori rispetto a
 uno sviluppo tradizionale, ma i ritorni per un operatore che investe in edifici green, in termini di valore,
 canoni, tempi di assorbimento e immagine sono notevoli. La sequenza virtuosa investe poi ogni fase del
 ciclo di vita del dell'immobile. Investire in edifici efficienti, prima ancora che sostenibili, consente di liberare
 risorse da destinare all'implementazione di soluzioni per il miglioramento del benessere all'interno degli
 edifici, offrendo ai propri tenant soluzioni più competitive». Il nostro Paese è solo all'inizio del percorso: se
 all'estero sono ormai numerosi gli sviluppatori che optano per certificare Leed i propri edifici, in Italia sono
 poche decine gli immobili certificati dall'ente americano, gran parte nel Nord Italia. - © RIPRODUZIONE
 RISERVATA

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FOCUS INDUSTRIA NAUTICA

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 Cantieri.
 Bene le esportazioni in Europa e nel Sudest asiatico
 Matteo Zaccagnino

 Bene le esportazioni in Europa e nel Sudest asiatico pagina 23 L'Europa, con l'Italia in testa, è tornata a
 farsi sentire; i clienti russi hanno ricominciato a frasi vivi e il Sudest asiatico rappresenta la novità; ma non
 la Cina, che continua a rimanere l'eterna promessa ancora non mantenuta. Oltre l'oceano Atlantico, gli Stati
 Uniti continuano a rappresentare un punto di riferimento importante, al quale si aggiungono alcune aree del
 Centro e Sud America fatta eccezione per il Brasile, il cui mercato domestico è fermo per la recessione in
 atto. A livello geografico, sono questi i confini che disegnano la mappa del mercato nautico nel medio
 termine. Uno scenario nel quale l'industria nautica italiana sta facendo sentire la sua voce, al punto che, in
 alcuni casi, le performance maturate sul campo stanno facendo dimenticare i tempi bui della crisi. «Con il
 mercato cinese ancora fermo al palo - commenta Massimo Perotti, presidente di Sanlorenzo l'area Asia
 Pacific quest'anno è cresciuta del 5% in termini di fatturato, passando dal4 al 9%. Crediamo molto in quel
 mercato e i risultati ci stanno dando ragione, soprattutto in Paesi quali Indonesia, Tailandia e Malesia».
 Nello scacchiere di Sanlorenzo, il cui fatturato ha toccato quo- ta 314 milioni, cresce anche l'Emea (Europe,
 Middle East, Africa) che oggi vale il 14% del fatturato contro l'11 dell'esercizio precedente. E c'è un ritorno
 della Russia, tornataa farsi sentire. «Le buone notizie, dal mio punto di vista- aggiunge Perottigiungono
 soprattutto dal mercato italiano, salito dal 14 al 23%; questo conferma, ancora una volta, il salone di
 Genova nel ruolo di vetrina ideale per il settore (e l'ammiraglia del 57° Nautico è un Sanlorenzo di 38 metri:
 l'Sd 126, ndr )». Proprio l'Italia, sommata al resto dell'Europa continentale, ancora adesso fa la parte de
 leone per Sanlorenzo, assorbendo il 57% dei ricavi. E per il futuro? Naturalmente pesano anche le
 oscillazioni legate a un euro forte, che non riesce ad essere la leva ideale per l'export del made in Italy, in
 un'area soprattutto strategica come quella rappresentata dal mercato statunitense, tuttora caratterizzato dal
 segno più. Thom Dammrich, presidente della statunitense Nmma ( National marine manufacturers
 association ), ha dichiarato che nel 2016 la crescita è stata del 6% con un fatturato totale che ha raggiunto i
 36 miliardi di dollari, il più alto nella storia del settore. E le previsioni, sempre secondo Dammrich,
 confermano un trend positivo anche per i prossimi tre anni. Una carta importante in mano ad Azimut Yachts
 da sempre protagonista sulla scena americana. «L'aspetto positivo - commenta Giovanna Vitelli
 vicepresidente del gruppo Azimut-Benetti - è il ritorno di un lavoro a pieno regime della divisione brasiliana di
 Azimut, diventata per noi strategica, in quanto hub per la produzione di modelli destinati ai mercati dell'area
 americana, Stati Uniti inclusi». E anche per Azimut buone notizie arrivano dall'Europa, che oggi pesa per il
 30%. «Abbiamo notato con grande piacere il ritorno della clientela italiana - aggiunge la Vitelli-e questo ci ha
 spintia tornarea esporrea Genova, con una gamma di prodotto fino a 70 piedi che riteniamo essere idonea
 per questo mercato, comprese due novità importanti quali Azimut S7 e Azimut 60». Anche per Amer Yachts
 il mercato italiano è tornato a far sentire la sua voce. Il cantiere, dopo il successo registrato nel 2016 con il
 100 piedi, è al centro della scena con il nuovo 110 Unique, modello presentea Genova. Il grande assente al
 Nautico continua a essere il gruppo Ferretti, benché abbia un'offerta che contempla modelli in linea con le
 esigenze del mercato italiano. «I primi otto mesi del 2017, sono caratterizzati da una raccolta ordini in linea
 coi nostri obiettivi e da dati finanziari molto positivi», ha spiegato l'ad, Alberto Galassi. Quello che si è
 appena concluso è stato un anno buono anche per Overmarine che costruisce i celebri Mangusta. «In
 termini di fatturato - commenta il ceo, Maurizio Balducci - siamo tornati ai livelli precedenti la crisi del 2008.
 Ragionando in termini di aree, ultimamente l'Europa e il ritorno della Russia, ci stanno dando grandi
 soddisfazioni. A questo si aggiungono gli Usa, da sempre un mercato di riferimento per noi». Il Nord
 America gioca sempre più un ruolo centrale anche nelle strategie del Gruppo Baglietto, presente al salone
 di Genova con il nuovo Mv 19 e col marchio Usa Bertram.

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FOCUS INDUSTRIA NAUTICA

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 314 milioni Tra i protagonisti I ricavi di Sanlorenzo, uno dei principali cantieri italiani
 I NUMERI CHIAVE +15% I super-yacht La produzione nazionale di superyacht (soprai 24 metri), ha
 registrato nel 2016 una crescita del fatturato del 15% rispetto all'anno precedente. Inoltre, analizzando la
 ripartizione del fatturato per mercato di sbocco si vede che il 95%è andato in exporte il 5% in Italia. Nel
 2015 l'export era al 97%e nel 2014 al 99%. C'è dunque una ripresa del mercato nazionale +1,9% Gli
 addetti Nel settore della nautica da diporto hanno lavorato, nel 2016, 18.480 persone, che derivano dalla
 somma di 17.040 dipendentie 1.440 addetti equivalenti, che risultano dalla conversione dei volumi di lavoro
 degli addetti esterni (numero dei lavoratorie durata, in mesi, dei rispettivi contratti) in impieghia tempo
 pieno. Oltre l'80% degli occupatiè impiegato in due comparti: la costruzione di nuove unità (9.290 addetti)e
 gli accessori (5.720 addetti)
 Foto: Superyacht Il Sanlorenzo Sx88 (in alto) , l'Amer 110 (al centro) e l'Azimut S7 (in basso) hanno tutti
 vinto premi, a diverso titolo, durante l'ultimo Cannes yachting festival , appena concluso

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 Disoccupazione
 Trattamento edile esteso al primo semestre 2017
 M.Pri.

 pIl trattamento speciale di disoccupazione per il settore edile, originariamente previsto dalla legge 223/1991
 e abrogato con effetto dal 1° gennaio 2017, viene riconosciuto anche ai licenziamenti che si sono verificati
 nei primi sei mesi di quest'anno. La precisazione è stata fornita dall'Inps con il messaggio 3616/2017 a
 seguito di provvedimenti e chiarimenti forniti dal ministero del Lavoro. Infatti, nonostante non si possa più
 far ricorso al trattamento speciale di disoccupazione per l'edilizia dopo il 2016, il dicastero ha emanato
 decreti di approvazione dell'intervento riferiti al 2017. A fronte di tale situazione il ministero ha comunicato
 all'Inps che la data del 31 dicembre 2016 è il termine entro cui deve essere stata perfezionata la procedura
 sindacale e deve essere stata presentata la domanda per il trattamento. Tuttavia, una volta raggiunti i
 requisiti entro la fine dell'anno scorso, il diritto alla concessione del trattamento si estende ai lavoratori,
 impegnati nelle stesse opere, licenzianti entro il semestre successivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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 la città nuova / R Casa & DESIGN
 Architettando con la ceramica
 Aeroporti, aziende, palazzi e centri commerciali costruiti con questo materiale raffinato versatile e resistente
 all'usura. Eco-progetti per l'ambiente
 RITA CAMPANA

 Tecnologia e funzionalità, efficienza ed estetica, innovazione e creatività, l'incontro, sempre più ricercato,
 tra grandi opere di architettura e ceramica esplora e sperimenta il dialogo tra materia e progetto. Il
 materiale ceramico, versatile e resistente, caratterizza gli spazi ampi e articolati divenendo non solo
 componente costruttivo, ma anche espressivo della progettualità dell'opera.
  Aeroporti, negozi, centri commerciali e grandi aziende, vedono l'applicazione del materiale ceramico per la
 creazione di raffinati ambienti dotati di una forte matericità, con il vantaggio della facilità di manutenzione.
 Progettati appositamente per spazi caratterizzati da un elevato calpestio, questi prodotti sono infatti
 resistenti all'usura e agli agenti atmosferici.
  Grandi formati e texture che spaziano dall'esplorazione di nuove connotazioni estetiche alla riproduzione
 fedele o inaspettata di materiali naturali, consentono ai progettisti di vestire gli immobili coniugando le
 necessità architettoniche con le esigenze tecniche ed igieniche per ambienti aperti al pubblico. Pensiamo
 inoltre all'utilizzo delle lastre ceramiche in facciata. Questo tipo di applicazione, oltre a fornire una forte
 connotazione espressiva all'edificio, contribuisce a migliorarne l'efficienza energetica e, in caso di edifici
 esistenti, attuarne la riqualificazione. Per le grandi opere di architettura il materiale ceramico viene
 progettato e realizzato tramite una stretta collaborazione tra progettista e azienda, per creare un prodotto
 ad alto livello tecnologico e di elevato pregio estetico.Un perfetto esempio di questa sinergia è il complesso
 residenziale Sapphire, situato nel cuore di Berlino e firmato dallo studio di Daniel Libeskind. Un'architettura
 dinamica, asimmetrica e dalla complessa volumetria che ha visto l'applicazione di lastre ceramiche di gres
 porcellanato con pattern tridimensionale Fractile Bios Self-Cleaning prodotte da Casalgrande Padana su
 progetto dello stesso Libeskind. La facciata ventilata ha richiesto l'impiego di un numero elevato di pezzi
 speciali, tagliati e numerati secondo il dettagliato progetto esecutivo dello studio Libeskind. Oltre all'aspetto
 estetico, l'involucro in ceramica svolge anche un'azione positiva sull'ambiente. La speciale tecnologia di
 questo prodotto, non solo lo rende autopulente, ma anche in grado di produrre ossigeno dalla
 trasformazione dell'anidride carbonica.
 SENZA CONFINI A fianco, le due torri del Bosco Verticale a Milano progettate da Stefano Boeri,
 Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, un esempio di sostenibilità ambientale rivestito con lastre di
 Cotto d'Este.
  A sinistra, in alto, il nuovo terminal dell'aeroporto di Zagabria, progettato dagli architetti Neidhardt & Kincl,
 che ha richiesto 30mila mq di gres porcellanato fornito da Cooperativa Ceramica d'Imola.
  E in basso, piastrelle su misura di Cercom per la sede storica dell'azienda agricola Ca' de Frati a Sirmione
 (Brescia) AL CERSAIE L'architetto Rita Campana sarà al Cersaie (Bologna, dal 25 al 29 settembre) presso
 lo stand di Repubblica per rispondere alle domande dei visitatori
 IMPATTO MATERICO Al centro, il complesso residenziale Sapphire, a Berlino, progettato dallo studio di
 Daniel Libeskind.
  È rivestito con lastre ceramiche fornite da Casalgrande Padana.
  Accanto, il negozio Mariapaola G a Scandiano (Reggio Emilia), con pavimentazione modulare di Cir
 Ceramiche

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 Torna il trattamento speciale di disoccupazione edile
 Daniele Cirioli

 Resuscita il trattamento speciale di disoccupazione edile. Nonostante la sua abrogazione dal 1° gennaio
 scorso per mano dalla legge Fornero (n. 92/2012), potrà essere ancora richiesto dai lavoratori licenziati
 entro il 30 giugno 2017. Il salvacondotto è riconosciuto solo nel caso in cui la crisi aziendale, dalla quale
 discende il licenziamento e di conseguenza la richiesta dello speciale trattamento di disoccupazione, si sia
 perfezionata al 31 dicembre 2016. A precisarlo è l'Inps che, con messaggio n. 3616 di ieri, corregge le
 proprie istruzioni (circolare n. 2/2013) in base alle indicazioni del ministero del lavoro (nota prot. n.
 10141/2017). Disoccupati dell'edilizia. La «disoccupazione speciale edile» è la prestazione riservata ai
 dipendenti occupati nel settore dell'edilizia (appunto), compresi i soci lavoratori dipendenti di cooperative
 edili licenziati per grave crisi. La riforma del lavoro Fornero (legge n. 92/2012) ne ha fissato l'abrogazione
 dal 1° gennaio 2017, tanto che l'Inps (circolare n. 2/2013) aveva stabilito il suo riconoscimento solo alle
 domande relative agli eventi di licenziamento intervenuti entro il 30 dicembre 2016. Ancora sei mesi.
 Tuttavia, spiega l'Inps nel messaggio di ieri, in seguito dell'emanazione di alcuni decreti per la concessione
 del trattamento riferiti a periodi successivi al 31 dicembre 2016, sono stati chiesti chiarimenti al ministero
 del lavoro. Il ministero ha spiegato (nota prot. n. 10141/2017) che, in considerazione del fatto che dal 1°
 gennaio 2017 è abrogato l'art. 11 della legge n. 223/1991 (l'articolo che disciplina il trattamento speciale di
 disoccupazione in edilizia), deve ritenersi che condizioni e requisiti per l'accesso al trattamento debbano
 essere perfezionati entro il 31 dicembre 2016. In particolare, entro tale data deve risultare raggiunto il
 numero minimo di licenziamenti fissato dalla delibera Cipi del 19 ottobre 1993; occorre che sia stata
 conclusa la procedura sindacale e che sia stata presentata istanza per l'accertamento dello stato di grave
 crisi d'occupazione. Raggiunti i requisiti, ha precisato ancora il ministero, la conseguente corresponsione
 del trattamento speciale di disoccupazione edile, con decorrenza nell'anno 2016, per un periodo di 27 o 18
 mesi, va estesa anche ai lavoratori licenziati entro il semestre successivo, impegnati nelle stesse opere. In
 altre parole, dunque, precisa l'Inps, la speciale indennità spetta anche se il licenziamento avviene dopo il
 31 dicembre 2016. Di conseguenza, l'Inps corregge le proprie istrtuzioni (paragrafo 3.3. della circolare n.
 2/2013): «Pertanto, le domande della prestazione in parola, identificate nella procedura di pagamento con
 la numerazione domanda di tipo "7", con codice "motivo cessazione 80", potranno essere validamente
 presentate per gli eventi di licenziamento intervenuti entro sei mesi dal raggiungimento dei requisiti
 necessari all'accertamento dello stato di grave crisi dell'occupazione, raggiungimento che deve intervenire
 entro il 31 dicembre 2016».

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Pag. 2 Ed. Sondrio                                                                                          tiratura:72018

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  SINDACATI EDILI DOPO LE BRUTTE NOTIZIE DALLA COSSI SI GUARDA ALLA NUOVA
  TANGENZIALE
  «Tirano non garantirà tutto il lavoro di Morbegno»

  - SONDRIO - LE NOTIZIE POCO rassicuranti che giungono dalla Cossi avranno gravi ripercussioni
  sull'intero comparto edile valtellinese. È questa l'unanime diagnosi dei sindacati di categoria dopo
  l'annuncio della società edile di una drastica riduzione dell'organico, che passerà entro la fine dell'anno
  dalle attuali 234 a circa 50-70 unità. A incidere negativamente non solo la fisiologica chiusura dei cantieri di
  Morbegno, ma anche il trasferimento della sede legale Cossi a Roma e il parallelo ridimensionamento degli
  uffici di Piazza Garibaldi a Sondrio. «Eravamo già preparati all'esubero per la conclusione dell'opera
  morbegnese e anche alla scadenza dei contratti a termine, ma le ultime notizie destano altre grosse
  preoccupazioni, anche per l'inevitabile impatto sull'indotto. E conseguenze vi saranno ovviamente su tutto il
  territorio: basti pensare che è grazie a questo cantiere Cossi che si è potuto arrestare, in termini
  occupazionali e di massa salariale, il trend discensionale degli ultimi dieci anni per il comparto» spiega
  Gianluca Callina, Feneal Uil Sondrio. L'AUSPICIO quindi è quello di nuove opere pubbliche per ridare
  ossigeno ad un settore in sofferenza - dall'inizio crisi nel 2008 ad oggi infatti l'edilizia in provincia è passata
  dai 5.000 ai 2.000 addetti - a partire dai lavori di realizzazione della tangenziale di Tirano. «Un appalto
  sicuramente favorevole, sebbene il numero di maestranze coinvolte sarà di certo inferiore rispetto a
  Morbegno, dove molti lavori si sono svolti in galleria, con un conseguente maggior impegno. Ma per dare
  seguito ad altre opere pubbliche è necessario porre fine ai vincoli imposti dal patto di stabilità che
  impediscono anche ai Comuni con disponibilità di investire per messa in sicurezza e manutenzione.
  Auspicabile poi anche una riconferma nella prossima finanziaria degli incentivi per le ristrutturazioni e gli
  investimenti per il risparmio energetico, con il recupero fiscale del 50-65%» sottolinea Rossano Ricchini,
  Filca Cisl. È chiaro dunque che l'affaire Cossi non fa che esacerbare uno stato già preoccupante del
  settore, come sintetizza Roberto Caruso, Fillea Cigl: «In provincia la situazione è piuttosto estraniante, con
  tantissime nostre imprese costrette a lavorare fuori dal territorio. Un quadro reso ancora più precario
  dall'assenza sia di un contratto nazionale, scaduto da un anno, sia di un contratto provinciale, scaduto da 3
  anni, per il quale siamo in fase di discussione». Emmanuela Tubelli

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                         19
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Pag. 10 Ed. Arezzo                                                                                          tiratura:101009

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  MONTEVARCHI SECONDO L'ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI TASSI, SIAMO DIFRONTE A
  UN'INVERSIONE «CASUALE» DELLA TENDENZA
  Alloggi popolari, si ribalta il trend: il 70% vanno agli italiani

  NUOVE graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare di Montevarchi. Nei giorni scorsi la
  pubblicazione e, scorrendo l'elenco dei beneficiari, salta agli occhi il ribaltamento delle percentuali degli
  aventi diritto: circa il 70 per cento è formato da italiani e comunitari (nella graduatoria 2013 la percentuale si
  fermava al 45). Conseguenza naturale della recente normativa regionale, in vigore dal 2015, che ha
  introdotto per gli stranieri il requisito del limite di residenza e prescritto verifiche più stringenti sulle istanze
  presentate in modo da venire incontro a bisogni reali di disagio abitativo. Secondo l'assessore alle Politiche
  Sociali montevarchino, Stefano Tassi, tuttavia, non siamo di fronte a «un'inversione di tendenza frutto della
  casualità, ma - rivendica - di indirizzi precisi della Giunta affinché fossero applicate alla lettera le norme
  previste dalle leggi in materia di edilizia residenziale pubblica e di presentazione della documentazione
  amministrativa». IN PARTICOLARE, oltre ai criteri legati alla situazione familiare o di reddito di chi aspira
  all'assegnazione degli appartamenti, «sono stati richiesti la residenza anagrafica o un'attività lavorativa
  stabile nell'ambito toscano da almeno cinque anni« e di non vantare diritti di proprietà, usufrutto, o uso di
  case in territorio italiano o all'estero . Tassi aggiunge che «nel bando è stata inserita la facoltà del municipio
  di svolgere ogni accertamento necessario sugli incartamenti presentati in autocertificazione, promuovendo
  controlli, anche a campione, con la conseguente decadenza del beneficio in caso di dichiarazioni non
  veritiere«. Segue il commento politico dell'amministratore: «Questi dati dimostrano quanto l'attuale
  amministrazione comunale, avendo ricevuto un chiaro mandato dai montevarchini, continui a
  contraddistinguersi in molti settori nell'applicazione degli strumenti che le normative vigenti consentono e
  molte delle quali sono state già recepite dai nostri regolamenti comunali. Regole - polemizza -
  probabilmente disattese nel passato, com'è avvenuto per il rispetto del decoro e della sicurezza urbana e
  per la riscossione delle rette di mensa e del trasporto scolastico dove si erano accumulati 530 mila euro di
  mancate entrate per le enormi insolvenze. Perciò, in un ambito delicato come l'edilizia popolare abbiamo
  agito nell'interesse del cittadino».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                          20
SCENARIO ECONOMIA

10 articoli
21/09/2017                                                                                             diffusione:231083
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 i dati, la riflessione
 I record negativi di un Paese che è malato di gioco d'azzardo
 Gian Antonio Stella

 «N onna slot», l'ha
 ribattezzata un
 giornale locale. E buttato lì così pare un allegro
 nomignolo alla Jacovitti
  come Cocco Bill o Gionni Galassia. La tragedia della vecchietta trevisana che ha perso 200 mila euro alle
 macchinette, dove i
 premurosi «Lucignoli» delle sale-slot la portavano in
  auto andando a prenderla
  al ricovero, è solo l'ultima di un «Paese dei balocchi» infernale. Al quale è
  dedicato un dossier
 presentato oggi al Senato .
 S i intitola «Lose for life», cioè «perdi per la vita», un gioco di parole che stravolge il nome, «Win for Life!»
 («vinci per la vita») di uno dei «gratta e vinci» più noti ai giocatori incalliti. È stato curato da Claudio Forleo
 e Giulia Migneco, è promosso dall'associazione «Avviso pubblico» che rappresenta oggi 370 soci tra
 Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni, e ha un sottotitolo che dice tutto: «Come salvare un
 Paese in overdose da gioco d'azzardo».
 Che sia in overdose è fuori discussione. Come spiegano i curatori, il nostro è un Paese che ha sempre
 giocato d'azzardo. Basti ricordare Charles Dickens che in Impressioni d'Italia racconta d'un invasato
 spettatore che urlava a un poveretto morente dopo una caduta da cavallo: «Se ancora ti rimane un soffio,
 dimmi quanti anni hai, fammeli giocare al lotto, per amore del Cielo!». Ma «l'indiscriminato aumento
 dell'offerta di gioco lecito, iniziato nel 1997 con l'introduzione di Superenalotto, sale bingo e scommesse, è
 piombata su una società impreparata a reggerne l'urto».
 Pochi numeri dicono tutto. Nel 1998 gli italiani giocarono 12,5 miliardi di euro attuali, nel 2016 ben 96,1.
 Con una impennata mostruosa del 668%. In pratica ogni italiano, dal neonato al centenario in coma,
 scommette oggi 1.587 euro l'anno. Vale a dire «132 euro al mese, all'incirca il costo di una spesa
 settimanale di generi essenziali per una famiglia media». Se «prendiamo in considerazione solo i
 contribuenti, però (meno di 41 milioni di persone) la media sale a 2.357 euro pro capite, pari a 196 euro al
 mese». Il che significa che, avendo gli italiani dichiarato in media nel 2016 un reddito di 1.724 euro al mese,
 ne buttano in scommesse varie l'11%.
 Dicono i sostenitori della «filiera dell'azzardo»: tanta parte dei soldi torna indietro con le vincite. Ovvio: se
 non capitasse mai nessuno giocherebbe più. L'ammontare delle perdite è comunque di 19,5 miliardi. Il 54%
 va allo Stato? Certo, ma qual è il rapporto costi-benefici? «Guardando solo ai costi monetari», rispondono
 Leonardo Becchetti e Gabriele Mandolesi, «è evidente che i soldi spesi in azzardo sono sottratti ad altre
 destinazioni». Quei circa 20 miliardi sarebbero spesi infatti «in consumi che hanno un prelievo, fatta la
 media, superiore». Per non dire dei costi sociali. Non solo quelli delle cure mediche per le ludopatie ma
 anche quelli del «crollo della capacità lavorativa» di chi finisce dentro la «spirale di sovra-indebitamento e
 usura». Insomma, «nell'insieme le voci dei costi dell'azzardo vengono stimati in 5-6 miliardi di euro».
 Vale la pena, per ciò che resta poi nelle casse dello Stato, di detenere in proporzione al Pil il record del
 Paese che perde più soldi nell'azzardo davanti agli Stati Uniti, al Regno Unito, alla Spagna, alla Francia e
 alla Germania dove i tedeschi superano appena appena un terzo della quota di perdite italiane? Se uno
 studio del Cnr «ci ricorda che il 42% dei giovani tra i 15 e i 19 anni nel 2015 ha giocato d'azzardo» vale la

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                        22
21/09/2017                                                                                            diffusione:231083
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 pena di mettere a rischio i nostri ragazzi? C'è chi pensa che lo scioglilingua
 («Ilgiocoèvietatoaiminoriepuòcausaredipendenzapatologica») o l'invito al «gioco consapevole» possano
 servire davvero? Hanno già risposto non solo Maurizio Crozza (è come dire «annega con cautela, sparati
 con prudenza, buttati dalla finestra ma copriti per il freddo») ma pure, ricorda lo psicologo Mauro Croce, il
 prestigioso Institute National de Santé et de la Recherche Médical francese. Secondo il quale «il gioco
 responsabile è una ovvietà per tutte le persone che non giocano ma un paradosso per il giocatore, come
 dire "una baldoria ragionevole", "una ubriacatura moderata", "un eccesso calcolato"».
 Per non dire, prosegue il dossier, del rapporto con le mafie: «Nel corso degli anni gli interessi delle
 organizzazioni criminali sul gioco si sono evoluti e l'ampliamento del gioco d'azzardo legale si è trasformato
 in una risorsa per le mafie, anziché in un freno agli affari» come teorizzarono, puntando sullo Stato
 biscazziere, vari governi di sinistra e di destra.
 «L'elevato volume di danaro che ruota attorno a tale settore», accusa Giovanni Russo, Procuratore
 nazionale antimafia, «ha da sempre contribuito ad attirare le mire "imprenditoriali" delle organizzazioni
 mafiose, con pesanti ricadute non solo in termini di mancati incassi da parte dell'Erario dello Stato - sottratti
 dal gioco illegale - ma anche sul più ampio piano della sicurezza generale dell'ordinamento e
 dell'inquinamento del sistema economico nel suo complesso».
 Non mancano, nel dossier, le posizioni delle imprese del settore (Stefano Zapponini, presidente di Sistema
 Gioco Italia, giura che «i veri nemici del gioco sono gli operatori illegali» e che «nel Dna degli operatori del
 settore non c'è mai stato, né mai ci sarà, la volontà o il disegno perverso di procurare danni a chi decide di
 divertirsi attraverso i diversi prodotti presenti nel panorama italiano del gioco») o del governo. Che per
 bocca del sottosegretario Pier Paolo Baretta spiega che «il punto di partenza è stato il contrasto al gioco
 illegale», riconosce come alcuni calcoli iniziali fossero errati rispetto all'esplosione del fenomeno e che il
 freno agli spot televisivi «non è ancora sufficiente» ma rivendica anche gli sforzi per una mediazione e il
 tentativo di ridurre l'offerta «perché la parte patologica e compulsiva ha creato delle condizioni sociali che
 sono sbagliate in sé».
  Né mancano le posizioni dei Comuni, delle Regioni, delle associazioni, di esperti come Maurizio Fiasco. La
 più toccante però (insieme con la storia raccontata da Toni Mira di Domenico Martimucci, il giovane
 calciatore ammazzato da una bomba nella guerra per il mercato delle slot) è forse la testimonianza di un
 giocatore pentito: «Mi sono giocato la casa, ho dovuto cambiare più volte posizione lavorativa per colpa
 della mia dipendenza. I miei datori di lavoro, sapendo che avevo due figlie, non mi denunciavano per
 evitare che fosse la mia famiglia a pagarne le conseguenze. Io approfittavo di quella che ritenevo essere
 una debolezza e continuavo a succhiargli l'anima». Finché finalmente capì che l'azzardo stava succhiando
 l'anima a lui .
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
   Idati CdS L'EVOLUZIONEDELLARACCOLTA Puntateregistratesututteletipologiedigiocolecito
 Datiinmiliardidieuro 20162015201420132012201120102009200820072006 34,7 41,9 47,3 54,0 61,1 79,6
 87,5 84,6 84,4 88,2 96,1 LAFILIERA Dati2016,inmiliardidieuro 76,6 Payout (vincite) 19,5 Spesa (perdite)
 Ricaviaziende 9 Introitifiscali 10,5 96,1 Raccolta (giocate) DOVESIGIOCA Dati2016 78% (74,8miliardi)
 Retefisica 22% (21,3miliardi) Reteonline LASPESA Leperditedeigiocatorisututteletipologiedigioco Dati2015
 279,46 401,96 283,23 173,15 153,39 133,70Germania Francia Spagna Gran Bretagna StatiUniti Italia
 Spesaazzardo/ Pil Spesaazzardo/ abitanti(ineuro)

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 21/09/2017                                                                       23
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 Il corsivo del giorno
 INDUSTRIA 4.0 LE AZIENDE INVESTONO LA BUROCRAZIA FRENA
 Dario Di Vico

 G li imprenditori stanno facendo il loro dovere. I dati forniti ieri dal ministero dello Sviluppo economico ci
 dicono che gli investimenti sono ripresi dopo una lunga pausa che aveva visto invecchiare il parco-
 macchine. C'è voluto un Piano ambizioso come quello denominato Industria 4.0 per smuovere le acque ma
 comunque il dado è tratto. Non sappiamo ancora dai dati forniti la «qualità» degli investimenti effettuati,
 quanti siano di mera sostituzione di macchinari obsoleti e quanti invece sono veramente 4.0 ovvero
 contengono tecnologie di connessione. Qualche tempo fa da un rilievo a campione fonte Ucimu sugli ordini
 arrivati ai costruttori di beni strumentali emergeva come due terzi fossero catalogabili nel 4.0. Aspettiamo
 conferme. Nel frattempo però è scoppiato il caso dei competence center . Al di là della denominazione i
 centri - nella visione originaria del ministro Carlo Calenda - avevano un doppio e ambizioso obiettivo:
 stringere come mai è stato fatto finora i rapporti tra università e imprese e varare una sorta di via italiana al
 Fraunhofer. Il modello è quello dell'omonimo istituto tedesco che rende possibile il trasferimento continuo di
 tecnologie dai centri di eccellenza fino addirittura alle pmi. Per una querelle di ordine amministrativo prima
 sembrava che non ci fosse la necessità di un bando, poi si è saputo che non se ne poteva fare a meno. A
 quel punto è partita la tradizionale «navetta dei testi scritti» e il decreto lancia-bando ha viaggiato per mesi
 tra Consiglio di Stato, Corte dei conti e ministeri competenti. Il viaggio non sembra essere arrivato
 nemmeno adesso alla stazione di fine corsa, bisognerà aspettare tutto novembre. Ben undici mesi dopo
 l'approvazione del Piano. Chi conosce la macchina burocratica sostiene che non c'è da meravigliarsi, noi
 invece continuiamo cocciutamente a stupirci.
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 Più o meno
 Il peso rilevante delle aziende pubbliche
 Danilo Taino Statistics editor

 C hi ritiene che i decenni passati siano stati quelli del «neoliberismo» delle privatizzazioni nel mondo può
 avere modo di ripensarci grazie a uno studio appena pubblicato dall'Ocse. Vi si spiega che il peso delle
 imprese pubbliche (Soe, State owned enterprises) è ancora massiccio. Innanzitutto nell'economia
 emergente e più aggressiva, quella cinese, dove le aziende possedute o controllate dallo Stato sono di
 gran lunga più di quelle del resto del mondo: 51.341 valutate 20.200 miliardi di dollari con 20,2 milioni di
 dipendenti. Un settore enorme tendenzialmente guidato dalla politica industriale dettata dal partito
 comunista di Pechino e delle provincie: sia all'interno sia nella loro espansione internazionale. L'analisi
 dell'Ocse - il centro studi delle economie più avanzate - si concentra però sui 40 maggiori Paesi del mondo
 Cina esclusa, i quali assieme contano 2.467 aziende valutate più di 2.400 miliardi di dollari, con una
 manodopera di oltre 9,2 milioni . Per quel che riguarda la tendenza, vi si nota che dal 2012 a oggi ci sono
 state alcune dismissioni e privatizzazioni ma che «i governi centrali di numerosi Paesi, in particolare in
 Europa, hanno acquistato quote di minoranza in un numero di aziende quotate in Borsa». Il che «può
 segnalare sforzi da parte dello Stato di aiutare imprese in difficoltà o di mantenere certi livelli di proprietà in
 aziende o settori strategicamente importanti». In termini di semplice numero, i Paesi che hanno più Soes,
 sempre esclusa la Cina, sono l'Ungheria ( 370 ), l'India ( 270 ), il Brasile ( 134 ), la Repubblica Ceca ( 133 ),
 la Lituania ( 128 ), la Polonia ( 126 ), la Slovacchia ( 113 ). In termini di valore e di numero di dipendenti,
 invece, un ruolo significativo lo gioca l'Italia. Le nostre aziende pubbliche valgono 207,5 miliardi di dollari:
 un valore superiore lo hanno solo quelle di India ( 338,5 ) e della Corea del Sud ( 217,8 ). In termini di
 occupati, le aziende controllate dallo Stato italiano hanno poco meno di 500 mila dipendenti, un numero
 non molto inferiore a quelle delle aziende pubbliche degli Stati Uniti. In Italia, il 3,1% dei lavoratori è
 impiegato in imprese di Stato: nono Paese al mondo superato solo da altre Nazioni europee, dalla Norvegia
 ( 9,6% ) alla Francia ( 3,5% ). Interessante che in Europa le imprese di Stato abbiano ancora un peso così
 rilevante
 e che in questa realtà l'Italia abbia una posizione d'avanguardia.
  @ danilotaino
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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