Brutta avventura per Rino Alfano che ha inciso il brano "La mia città". "Hai cantato con un napoletano una canzone dedicata a Salerno: e lo ...

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Brutta avventura per Rino
Alfano che ha inciso il brano
“La mia città”. “Hai cantato
con un napoletano una canzone
dedicata a Salerno: e lo
aggrediscono”
Una brutta avventura per l’artista e cantante salernitano Rino
Alfano aggredito perchè ha inciso una canzone dedicata a
Salerno con un artista napoletano. “Questa sera (ieri per chi
legge ndr) mi trovavo in zona Mariconda a Salerno – racconta
Rino – dopo aver
fatto visita a un amico mi sono recato presso la Farmacia
Comunale sita in via Tusciano. All’uscita del punto vendita,
si sono avvicinate
a me due ragazzine, credo avessero intorno ai 15 anni, una
delle due mi chiede se fossi il cantante dei 2088, le rispondo
di sì, chiarendo in modo scherzoso che il gruppo si chiama
2080 e che doveva sottrarre soltanto 8 cifre per pronunciare
il nome in maniera esatta. Al ché l’altra ragazzina mi fa i
complimenti per la canzone “La mia città” che abbiamo dedicato
a Salerno, dichiarando di guardare in
continuazione il video. Dopo averle ringraziate, mentre mi
avviavo verso la mia auto, alcuni ragazzi poco distanti, hanno
iniziato ad offendermi in maniera molto pesante, accusandomi
del fatto che avevo collaborato con un artista napoletano
(Anthony Ilardo) in un brano dedicato a Salerno e che questa
cosa era inaccettabile. Inizialmente ho cercato di farli
ragionare dicendo loro che nella musica e nell’arte in genere
non ci dovrebbero essere discriminazioni ma uno di loro mi ma
minacciato di sfondarmi la macchina. Nonostante avessi grande
rabbia dentro, sono andato via incurante ma dopo alcuni
chilometri ho notato una macchina che mi seguiva che ha
iniziato a suonare invitandomi ad accostare. In zona Fuorni
all’altezza della Centrale del Latte. Appena fermo con l’auto,
mi è venuto incontro uno degli energumeni incontrato poco
prima a Mariconda che ha tentato di colpirmi con un pugno, al
ché ho perso
il senno della ragione, reagendo in maniera molto decisa, ne é
nata una colluttazione terminata con l’intervento di altre due
persone che mi hanno aggredito per poi dileguarsi in auto.
Sono rimasto veramente molto scosso – scrive Rino a Cronache –
da questa vicenda e non mi sarei mai aspettato un cosa del
genere. Spero che qualcuno possa far ritrovare il lume della
ragione a questi individui”.

Il dolore dell’invidia

Rino Mele
Tutto è già presente nel buio che s’apre senza riparo,
difficile, della nascita. Poi, succhiando il seno, inizia
questo duello in cui il piccolo è destinato a utilizzare armi
improprie, di predazione, elaborate secondo fantasie inconsce,
e distruttrici, rispetto al seno cui risponde – quando sembra
non assecondare la sua avidità – con meccanismi riconoscibili
come una sorta d’invidia. Catturando il seno, “il bambino, un
tempo parte della madre, ora ha la madre dentro di sé”: chi ha
detto questa frase fulminante per troppa luce? Un’acutissima
psicoanalista, dopo Freud e prima di Lacan: Melanie Klein, e
l’ha scritto in un libro che possiamo considerare conclusivo
della sua lunga ricerca, “Invidia e gratitudine”, 1957. La
nascita (che noi stoltamente idealizziamo, con moine e apine
che facciamo girare sulla giostra della culla) è un trauma
inimmaginabile, più violento dello squassarsi di un terremoto.
Dall’essere staccati dal se stesso confusivo col corpo materno
s’innescano tensioni distruttive, che accompagneranno per
sempre il piccolo dell’uomo. Il rapporto col seno si presenta
subito come inadeguata sostituzione al rapporto pieno e
unitario della condizione prenatale, mostrando i terribili
effetti della lacerante separazione dallo stato precedente, e
della confusa percezione di discontinuità nel nuovo.
All’inizio il seno è tutta la madre, per il piccolo astronauta
all’esterno dell’astronave. Melanie Klein si pone subito un
problema essenziale e difficile: come progressivamente
l’infante risolverà il rapporto tra il seno e le altre parti
del corpo della madre? Una sorta d’ineliminabile scissione,
sull’orlo di un delirante aggregarsi di parti tra loro
distanti, un rapporto che la Klein prudentemente definisce
“non ben definito”. In questo duello, in questo furioso corpo
a corpo, l’invidia è una reazione primaria: essa è duale, si
consuma tra loro due, il piccolo corpo nato e la madre. Ben
presto l’infante – c’insegna la Klein – sdoppia il seno in
buono e cattivo. Dall’aggressività al seno buono deriveranno
innumerevoli il senso di colpa, e la necessità di
ricostruzione di ciò che l’infante continua a distruggere. La
gelosia, che deriverà dall’invidia, avrà bisogno di altri
soggetti sulla scena. Nell’introduzione all’edizione italiana
di “Invidia e gratitudine”, Anteo Saraval scrive: “La Klein
non solo ci dice – e questo in una certa misura lo sapevamo –
che la distruttività è un nostro potente impulso, ma che essa
ci minaccia fin dalla nascita allorché si presenta nella sua
prima veste: l’invidia”. Per gli antichi era una dea minore,
faceva parte di quel pulviscolo di presenze divine che
accompagna il pantheon delle religioni politeistiche: la
ritroviamo ne “Le metamorfosi” di Ovidio (8 dopo Cristo) dove
c’è un continuo inseguirsi e fuggire tra dei e uomini, e gli
dei, stanchi della propria stucchevole perfezione, forse
desiderando per sé la mortalità degli uomini, li spiano, li
cercano, facendo ad essi continua violenza. Nel secondo libro,
Ovidio ha dato una descrizione analitica, fotografica,
dell’Invidia: Mercurio (mezzano di Giove, e figlio suo)
volando vede dall’alto Erse bellissima – che nel suo desiderio
paragona alla luna tra le stelle – se ne innamora e chiede,
per più facilmente sedurla, la complicità della sorella di
Erse, Aglàuro, un’impicciona che ha dato già gravi problemi a
Minerva, violandone un segreto di cui la dea era gelosa.
Minerva coglie quest’ultima occasione per punire Aglàuro e ne
dà incarico alla terribile Invidia: “Infettala col tuo
veleno”, infice tabe tua, le ordina. Ecco, nella traduzione di
Mario Ramous, la descrizione che Ovidio fa delI’Invidia: “Il
pallore le segna il viso, la magrezza tutto il corpo; / mai
dritto lo sguardo, ha denti lividi e guasti, / il cuore verde
di bile, la lingua tinta di veleno. / Senza un’ombra di
sorriso, se non mosso dalla sventura altrui, / non gode del
sonno, agitata com’è dall’assillo dei suoi crucci; / con astio
apprende i successi degli uomini e quando li apprende / si
strugge; strazia ed è straziata al tempo stesso”. Infine,
Dante. Pone gli invidiosi nella seconda cornice del Purgatorio
e la pena a cui li condanna è aspra: essi – che non hanno mai
saputo vedere se non rovesciando lo sguardo perché torni verso
se stessi (“invidère”, che secondo San Bonaventura significa
“non vedere”) – dovranno sopportare la condanna di tenere le
palpebre cucite con un filo di ferro: ben più violento di ciò
che si faceva ai falconi, durante l’addestramento: “ché a
tutti un fil di ferro i cigli fóra / e cusce sì, come a
sparvier selvaggio / si fa però che queto non dimora”. La
cucitura delle palpebre ai falconi, e agli sparvieri in
particolare, era detta “ciliatura”. Ma veniva fatta con molta
attenzione, quasi amorevolmente, come la descrive l’imperatore
Federico II, nel suo “De arte venandi cum avibus, un manuale,
che si legge – e non si smette di leggere – come un romanzo:
Et sit filum in acu “nell’ago sia preparato il filo”.
Percorsi per le bici e più
corse dei mezzi pubblici. La
commissione:   «Ora   è   il
momento di cambiare»
di Andrea Pellegrino

Un cambio di passo nella mobilità urbana dopo l’emergenza
Coronavirus. «Ora è il momento di cambiare», il messaggio che
lancia la commissione mobilità del Comune di Salerno,
presieduta dal consigliere comunale Mimmo Ventura, che ha
messo sul tavolo diverse iniziative. La prima e fondamentale
riguarda l’utilizzo delle biciclette in città. Ieri mattina in
commissione hanno preso parte anche Elisa Macciocchi,
presidente del circolo di Legambiente Salerno e Paolo Longo,
presidente della Fiab Salerno che hanno avanzato le loro
proposte, gran parte delle quali in linea con le indicazioni
formulate dalla stessa commissione. Agevolare l’utilizzo delle
biciclette attraverso percorsi appositi su alcune arterie
principali della città. Questa la prima proposta elaborata
dalla commissione e più volte sollecitata dal consigliere
comunale Rosa Scannapieco, la più assidua «ciclista» di
Palazzo di Città. Percorsi ma anche una riduzione dei limiti
di velocità, soprattutto sull’arteria del Lungomare, e una più
visibile segnaletica stradale. Naturalmente, emerge dalla
commissione: «Mantenendo, nel contempo, in piedi i vari
progetti che riguardano piste ciclabili o altri interventi
legati alla viabilità e alla mobilità urbana». Idee queste
sostenute e condivise anche dal presidente della Fiab Longo.
Al vaglio anche ulteriori proposte: come l’incremento delle
rastrelliere in città, così come sollecitato anche nei giorni
scorsi dal consigliere comunale dei “Davvero Verdi”, Peppe
Ventura. Ancora si valuta un possibile accordo con i taxi, con
tariffe agevolate per gli spostamenti urbani, sempre
mantenendo tutti i dispositivi di sicurezza individuali. Anche
sui mezzi pubblici non mancano correttivi e iniziative, con
l’incremento delle corse, così come richiesto dal consigliere
comunale Gianpaolo Lambiase, o il ripristino di apposite
corsie per consentire una più rapida circolazione dei mezzi
pubblici. Insomma una nuova mobilità incentrata sul «green»,
fortemente condivida dalla presidente del circolo Legambiente
di Salerno.

Voto estivo: Conte apre a
metà C’è il muro dei Cinque
Stelle
di Andrea Pellegrino

Il premier Conte lascia mezza porta aperta, il Movimento 5
Stelle, però, sbarra il portone. Il voto di luglio agita la
maggioranza. Diverse le posizioni interne al governo, con
l’apertura del Pd, la chiusura del Movimento 5 Stelle e
l’imparzialità apparente del premier Conte. «La palla è al
Parlamento. Come Consiglio dei ministri lo avevamo escluso
perché ci pareva prematuro, ma se il Parlamento dovesse
valutare, alla luce dei dati attuali, la possibilità, io non
mi opporrei», spiega Giuseppe Conte che sul referendum,
invece, chiarisce: «Concorderemo con le forze politiche il
periodo migliore. Ma, visto che si tratta di votazioni su
tutto il territorio nazionale, ritengo che la finestra
elettorale più adatta rimanga quella autunnale». Secco no alle
elezioni estive ma anche all’ipotesi del listino bloccato, dal
Movimento 5 Stelle: «La nostra linea sui listini bloccati alle
regionali è chiara: siamo storicamente contrari a qualsiasi
ipotesi di nominati non eletti direttamente dal popolo. Dunque
per quanto ci riguarda è un’idea che respingiamo nettamente»,
dice il capogruppo M5s alla Camera, Davide Crippa. «Per quanto
riguarda i tempi – prosegue – la valutazione della data deve
tenere conto non solo delle condizioni di sicurezza il giorno
del voto, ma anche del pieno esercizio delle libertà politiche
e civili durante la campagna elettorale. Ragioni per le quali
luglio non rappresenta una scelta praticabile. Abbiamo chiesto
agli italiani una ripresa lenta e alcune attività ancora non
hanno una previsione di riapertura. Proprio per il rispetto
che dobbiamo avere per i sacrifici che stiamo chiedendo ai
cittadini credo sia opportuno, valutare anche il fattore
economico e pensare a un election day che preveda referendum
costituzionale, elezioni regionali e amministrative». Rincara
il deputato pentastellato Luigi Iovino: «Come Movimento 5
Stelle non consentiremo mai che si metta a repentaglio la
salute di tutti per l’opportunismo di pochi». «Andare al voto
in estate – sottolinea Iovino – vuol dire non solo non tener
conto dei rischi legati al contagio che, nel migliore degli
auspici, non sarà debellato per quella data. Ma significa
anche ledere i principi di democrazia, non dando ai cittadini
la possibilità di scegliere liberamente chi votare attraverso
un’approfondita conoscenza dei candidati e dei loro programmi,
tenuto conto delle difficoltà e delle limitazioni della
campagna elettorale. Quanto ai listini bloccati, non
consentiremo mai che i cittadini siano rappresentati da un
nugolo di nominati dalle sezioni di partito, a scapito degli
eletti dal popolo». Critica anche Valeria Ciarambino,
capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle: « Pretendere il
voto in estate solo per capitalizzare quel bacino di consensi
lievitato grazie alla vetrina dell’emergenza sanitaria, così
come vorrebbero De Luca e il partito dei governatori, equivale
a impedire quel processo che passa attraverso una campagna
elettorale che è un momento di confronto fondamentale tra i
cittadini e chi si candida a rappresentarli nelle istituzioni.
Processo che non può essere garantito in un momento di
restrizioni e limitazioni tese al contenimento del contagio.
Sorprende che tra quanti invocano le elezioni in estate ci sia
il governatore della Campania, che con una mano continua a
brandire la minaccia di chiudere tutto e segregare tutti, ma
con un’altra spinge perché si aprano seggi e sezioni
elettorali, si approntino banchetti per la raccolta firme e si
organizzino iniziative che darebbero inevitabilmente vita a
quelle stesse aggregazioni che si dovrebbero contrastare». No
ai listini bloccati per Italia Viva di Matteo Renzi: «Togliere
agli elettori la possibilità di scegliere direttamente i loro
rappresentanti in Regione sarebbe un segnale decisamente
negativo», dicono Michela Rostan e Catello Vitiello, deputati
campani di Italia Viva. «Non vorremmo mai che qualcuno
utilizzasse biecamente l’emergenza coronavirus per trovare
corsie preferenziali per accedere a scranni che spettano a chi
sa conquistarseli con il consenso reale e non con quello
millantato – proseguono Rostan e Vitiello – e auspichiamo che
in Consiglio regionale un’eventuale discussione sul cambio del
sistema elettorale venga fatta alla luce del sole, senza
ordini del giorno o proposte di modifiche presentate
all’ultimo momento».

Slittamento   dei   tributi,
sospensione   dei   restanti
trimestri della tassa di
soggiorno a Salerno
di Andrea Pellegrino

Slittamento dei tributi, sospensione dei restanti trimestri
della tassa di soggiorno e esonero dei canoni concessori per i
gestori degli impianti sportivi di proprietà comunale. Sono i
primi provvedimenti della giunta Napoli, nell’ambito
dell’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica. Per
la tassa di soggiorno si pagherà solo il primo trimestre, la
cui scadenza è prorogata al 31 luglio, senza naturalmente
applicazione di sanzioni. Per la sospensione la proposta è
avanzata al Consiglio comunale che dovrà approvarla alla prima
convocazione. Niente canoni, invece, per i gestori degli
impianti sportivi di proprietà del Comune di Salerno. In
particolare il provvedimento della giunta è rivolto ai
rappresentati di società sportive dilettantistiche e agli enti
di promozione sportiva. Cambia il calendario, invece, delle
scadenze dei tributi comunali. La Tari si potrà pagare, in via
eccezionale, entro il 31 luglio 2020 (anziché entro il
30.04.2020) in una unica soluzione, mentre il pagamento in tre
rate, seguirà questo calendario: al 31 luglio (anziché
30.04.2020); 30 settembre (anziché 31.07.2020); al 30 novembre
(anziché 31.10.2020). Differiti anche i pagamenti per
l’imposta comunale sulla pubblicità (Icp): al 31 luglio
(anziché il 30 aprile 2020); al 30 settembre (anziché il 30
giugno 2020); al 30 novembre (anziché il 30 settembre 2020).
Infine, si valuta la sospensione della Tosap – tassa per
l’occupazione di suolo pubblico, per gli eserciti colpiti
dall’emergenza.

Lettera al padre in forma di
sonetto
Papà ci ripensavo in questi giorni

da bambino alle lacrime che ho spese
ferite antiche sono aperte e accese

anche se in arte le sublimi e adorni

dì sado e masochista quando torni

a replicare tue paterne imprese

io ti ho sognato con le mani tese

per uccidermi e tu non te ne scorni

dalla tua morte è già passato un anno

della mia vita mi soggioga il giogo

di padre amante e odiante feroce

viva e morta tua voce reca affanno

all’io precario mio in ogni luogo sono figlio di Kafka messo
in croce

Federico Pier Maria Sanguineti

De Luca virale sui social,
show con “fratacchione” e
Fazio messo all’angolo
E’ da subito divenuto virale sui social. Il governatore della
Campania De Luca nel suo intervento a “Che Tempo che fa” ha
subito catalizzato l’attenzione su di sè, ponendo in un
angolo, quasi in castigo, l’esplosivo conduttore storico Fabio
Fazio. Virale la frase in cui ammutolisce il popolare
conduttore, tanto da far esplodere il popolo del web. “Anche
lei, con la sua immagine da fratacchione, credo abbia tanti
affetti stabili in giro per l’Italia”, quando si è parlato dei
congiunti. Un termine che forse Fabio Fazio ha compreso poco,
nonostante la fragorosa risata, vista la risposta al
governatore campano. “Sì, domani torno da mia moglie e dai
miei figli, che non vedo da due mesi”, ha detto Fazio. Peccato
che De Luca intendesse ben altro…

Delivery food con prodotti
dop   campani   marchio   di
fabbrica di “Anima Verace”
Sarà un delivery food con prodotti dop campani. Una pizza di
qualità, con prodotti tipici delle nostre terre. Il marchio di
fabbrica della Pizzeria Anima Verace di Piazza Portanova a
Salerno. Fedele al clichè della pizzeria, che avvierà il
servizio a partire da domani sera, il marchio di fabbrica di
Angelo Attianese e della sua squadra sarà trasportato nelle
case dei salernitani. “E’ un’esperienza tutta nuova,
nonostante come nostra scelta questo tipo di servizio, come
anche quello di asporto, non lo avevamo preso in
considerazione. – afferma Angelo Attianese – Ma è un modo come
un altro per far ripartire la nostra economia, fermo restando
che ci cimenteremo anche con la pizza d’asporto, quando ci
sarà data l’autorizzazione. Non abbandoneremo questo servizio,
quando si ritornerà, spero, presto, alla normalità. Fermo
restando che favoriremo la nostra scelta primaria, quella di
servire i clienti ai tavoli». Angelo Attianese ha sempre
preferito il contatto diretto con la propria clientela.
Sovente, sia lui che i suoi collaboratori, si soffermano con i
commensali spiegando le origini dei prodotti usati nella pizza
classica napoletana. Prodotti tutti di origine dop, con
Attianese che ha saputo sposare le tradizioni dell’Agro,
originario di Sant’Egidio, con quelle del Cilento di cui è
originaria la moglie. Tanto che la pizza cilentana nello
scorso mese di novembre si è piazzata al terzo posto assoluto
nel 3° Campionato Nazionale Pizza doc, svoltosi a Nocera
Inferiore. «Una soddisfazione non di poco. – afferma Attianese
– Contando anche che i partecipanti erano oltre seicento. Ora
pensiamo a questa sfida del delivery food. Partiamo con
qualche giorno di ritardo ma è stato necessario per
ottemperare a tutte le normative». Una pizza di qualità, una
classica napoletana con prodotti tipici della Campania che
vanno dal pomodoro San Marzano fino alla mozzarella di
Agerola. Un percorso del gusto tutto campano con Attianese che
fiero delle sue origini ha coniugato nel forno una pizza da
podio. «Sono fiero delle mie origini. – riprende – Sant’Egidio
patria dell’arte bianca della farina. Terra di maestri
nell’arte del pane e della pizza. Non sono affiliato a
circuiti di recensioni ma mi affido completamente al cliente
per le recensioni». Resta la sfida che parte domani sera.
«Preferisco fare poche consegne ma fatte bene. – chiosa
Attianese – E’ un segnale di rinascita, la nostra dopo questa
avventura contro un nemico invisibile e traditore».

Delivery food, il ristorante
Dimora Nannina di Filetta
punta alla riapertura del
locale
Il delivery food come esperienza nuova, anche per restare
ancor più in contatto con la propria clientela. Il ristorante
Dimora Nannina di Filetta di San Cipriano anche in questa
esperienza del tutto nuova ha deciso di mantenere il proprio
target di piatti da soffrire alla clientela. Certo non al
tavolo, visto che è impossibile vista la rigida normativa
dettata dall’emergenza covid. «E’ una esperienza tutta nuova e
che manterremo anche successivamente, quando sarà possibile
ricevere i nostri clienti. – afferma il titolare Gianpaolo
Zoccola – Una esperienza che continueremo perché fra i nostri
obiettivi è mantenere il contatto diretto con la nostra
clientela». Un contatto che non si è perso nemmeno durante i
giorni duri del lockdown. «Tramite dirette dalla nostra pagina
face book abbiamo continuato a dialogare con la nostra
clientela. – riprende – Facendo vedere anche la preparazione
di qualche piatto, delle modalità di preparazione». La
tradizione del ristorante Dimora Nannina è presentare un menù
con piatti a base di mare. Il pescato viene scelto
direttamente dallo chef ogni giorno, recandosi personalmente
al mercato per quelle che saranno le prelibatezze marinare da
proporre alla propria clientela. «La varietà del menù la
presenteremo anche in questo esperimento di delivery food che
stiamo facendo da lunedì scorso. I nostri piatti sono a base
di pietanze “povere”, tipiche del nostro mare. Come
dimenticare le nostre alici, che prepariamo nelle svariate
modalità. Ma vorrei anche dire che il nostro ristorante è
quello delle 3 P: Pane, Pasta e Pasticceria, che sono tutte di
nostra produzione. Ma vorrei anche ricordare che nella
proposta presentiamo anche frutta, ortaggi, verdura e olio che
sono della nostra produzione personale». Chi chiama il
ristorante Domina Nannina, ha la possibilità di una scelta
ampia, oltre a ricevere un saporito cadeau. «Regaliamo a tutti
quelli che ci chiamano, il pane con lievito madre di nostra
produzione con 36 ore di lievitazione. – aggiunge Gianpaolo
Zoccola – A questo c’è un menù che presenta due primi piatti,
di cui uno che si può facilmente rigenerare al forno o nel
microonde in pochi minuti. L’altro è di assemblaggio, con
tutte il materiale che lo forniamo noi, in pratiche e
sterilizzate buste monouso e sottovuoto. A questo ci sono le
nostre spiegazioni dettagliate per cucinarlo. Tra l’altro il
cliente, può anche seguire il tutorial sulla nostra pagina
social».

Quale   I   Maggio?    “Sogna
ragazzo sogna ti ho lasciato
un foglio sulla scrivania”
Di OLGA CHIEFFI

Oggi I Maggio, per la prima volta, dopo il ventennio fascista,
non si scenderà in strada a festeggiare, non lo si potrà fare
perché un nemico sconosciuto e letale non consente di riunire
le forze del lavoro, nel suo giorno d’elezione. “Oggi, solo
oggi – scrivono in una lettera comune le tre massime sigle
sindacali – è evidente a tutti l’importanza del lavoro, di
quel mondo che non vive di rendita, non alimenta la bolla
finanziaria, ma viceversa crea la ricchezza che rende grande
un’economia reale e non fittizia; un mondo che consente,
attraverso il lavoro, la realizzazione e la crescita
democratica delle donne e degli uomini”. Cosa succederà? Non è
possibile prevederlo esattamente. Sicuramente, come dicono
molti, il mondo economico, come lo conoscevamo prima di questo
febbraio, non sarà lo stesso quando finalmente usciremo da
questa tragedia sanitaria e umana. La pandemia Covid-19 è la
discontinuità che segna un passaggio di epoca e, se i numeri
che ci arrivano dall’Asia sono veritieri, è chiaro che nella
nuova fase le potenze economiche dominanti non saranno quelle
occidentali. Mentre si attende di capire quali mosse
metteranno in campo le istituzioni europee, non è possibile
immaginare che l’Italia, ad oggi la più colpita dallo shock
sanitario e gravata da uno dei debiti più insostenibili
dell’eurozona, non predisponga strategie di risposta autonome.
Due approcci possibili ci spingono in direzioni diverse. Una
strategia consiste nello scommettere sul fatto che sia
immaginabile riavvolgere il nastro. Ripartire da dove ci siamo
fermati. Quindi, nel lungo periodo fare tesoro degli errori
fatti e aggiustare il tiro. La seconda strategia consiste,
invece, nell’accettare una buona parte degli effetti della
crisi in arrivo e provare a governarne soltanto alcuni
aspetti. Errori che non commetteranno in futuro, i giovani
studenti del Liceo Scientifico “Renato Caccioppoli”    di
Scafati che, stavolta ritroviamo sulle colonne del nostro
quotidiano, insieme a qualche docente, nonché uniti anche ad
espressioni di diverse generazioni di lavoratori. L’essenza
storica ed emozionale di questa festa ci viene descritta,
invece, dall’economista Alessia Potecchi, Responsabile
Dipartimento Banche,     Fisco   e   Finanza   del   PD   Milano
Metropolitana.

         Non c’è festa senza musica e la colonna sonora che
accompagnerà i contributi di questo speciale I Maggio, sarà
composta dall’ “Inno dei lavoratori” di Filippo Turati e
musicato da   Zenone Mattei, in cui l’idea dell’unione a
resistere, quella che muove materialmente dalle fabbriche e
dalle campagne i lavoratori, convinti di poter superare le
ingiustizie e quindi le disuguaglianze tra classi, solo
annullando le discordie interne, con un mondo del lavoro così
diviso, frammentato in tante schegge, che sembrava fino a
gennaio davvero non aver niente da condividere e oggi, invece,
è accomunato da una crisi economica globale che va
dall’operaio, al muratore, all’artista e da quel “Sogna
ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni, che ha impreziosito la
nostra traccia, lanciata attraverso la docente Patrizia
Polverino, ai tanti allievi che hanno intrapreso questo non
semplice esercizio di scrittura, che, di “stanza” in “stanza”,
li porterà dal 25 aprile al 2 giugno, poichè, queste sono le
feste di cui i giovani, in primo luogo, devono avere piena
consapevolezza. “ Sogna, ragazzo, sogna. Ti ho lasciato un
foglio sulla scrivania. Manca solo un verso a quella poesia,
puoi finirla tu”.
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