Brutta avventura per Rino Alfano che ha inciso il brano "La mia città". "Hai cantato con un napoletano una canzone dedicata a Salerno: e lo ...
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Brutta avventura per Rino Alfano che ha inciso il brano “La mia città”. “Hai cantato con un napoletano una canzone dedicata a Salerno: e lo aggrediscono” Una brutta avventura per l’artista e cantante salernitano Rino Alfano aggredito perchè ha inciso una canzone dedicata a Salerno con un artista napoletano. “Questa sera (ieri per chi legge ndr) mi trovavo in zona Mariconda a Salerno – racconta Rino – dopo aver fatto visita a un amico mi sono recato presso la Farmacia Comunale sita in via Tusciano. All’uscita del punto vendita, si sono avvicinate a me due ragazzine, credo avessero intorno ai 15 anni, una delle due mi chiede se fossi il cantante dei 2088, le rispondo di sì, chiarendo in modo scherzoso che il gruppo si chiama 2080 e che doveva sottrarre soltanto 8 cifre per pronunciare il nome in maniera esatta. Al ché l’altra ragazzina mi fa i complimenti per la canzone “La mia città” che abbiamo dedicato a Salerno, dichiarando di guardare in continuazione il video. Dopo averle ringraziate, mentre mi avviavo verso la mia auto, alcuni ragazzi poco distanti, hanno iniziato ad offendermi in maniera molto pesante, accusandomi del fatto che avevo collaborato con un artista napoletano (Anthony Ilardo) in un brano dedicato a Salerno e che questa cosa era inaccettabile. Inizialmente ho cercato di farli ragionare dicendo loro che nella musica e nell’arte in genere non ci dovrebbero essere discriminazioni ma uno di loro mi ma minacciato di sfondarmi la macchina. Nonostante avessi grande rabbia dentro, sono andato via incurante ma dopo alcuni
chilometri ho notato una macchina che mi seguiva che ha iniziato a suonare invitandomi ad accostare. In zona Fuorni all’altezza della Centrale del Latte. Appena fermo con l’auto, mi è venuto incontro uno degli energumeni incontrato poco prima a Mariconda che ha tentato di colpirmi con un pugno, al ché ho perso il senno della ragione, reagendo in maniera molto decisa, ne é nata una colluttazione terminata con l’intervento di altre due persone che mi hanno aggredito per poi dileguarsi in auto. Sono rimasto veramente molto scosso – scrive Rino a Cronache – da questa vicenda e non mi sarei mai aspettato un cosa del genere. Spero che qualcuno possa far ritrovare il lume della ragione a questi individui”. Il dolore dell’invidia Rino Mele Tutto è già presente nel buio che s’apre senza riparo, difficile, della nascita. Poi, succhiando il seno, inizia questo duello in cui il piccolo è destinato a utilizzare armi improprie, di predazione, elaborate secondo fantasie inconsce, e distruttrici, rispetto al seno cui risponde – quando sembra non assecondare la sua avidità – con meccanismi riconoscibili come una sorta d’invidia. Catturando il seno, “il bambino, un tempo parte della madre, ora ha la madre dentro di sé”: chi ha detto questa frase fulminante per troppa luce? Un’acutissima psicoanalista, dopo Freud e prima di Lacan: Melanie Klein, e l’ha scritto in un libro che possiamo considerare conclusivo della sua lunga ricerca, “Invidia e gratitudine”, 1957. La nascita (che noi stoltamente idealizziamo, con moine e apine che facciamo girare sulla giostra della culla) è un trauma
inimmaginabile, più violento dello squassarsi di un terremoto. Dall’essere staccati dal se stesso confusivo col corpo materno s’innescano tensioni distruttive, che accompagneranno per sempre il piccolo dell’uomo. Il rapporto col seno si presenta subito come inadeguata sostituzione al rapporto pieno e unitario della condizione prenatale, mostrando i terribili effetti della lacerante separazione dallo stato precedente, e della confusa percezione di discontinuità nel nuovo. All’inizio il seno è tutta la madre, per il piccolo astronauta all’esterno dell’astronave. Melanie Klein si pone subito un problema essenziale e difficile: come progressivamente l’infante risolverà il rapporto tra il seno e le altre parti del corpo della madre? Una sorta d’ineliminabile scissione, sull’orlo di un delirante aggregarsi di parti tra loro distanti, un rapporto che la Klein prudentemente definisce “non ben definito”. In questo duello, in questo furioso corpo a corpo, l’invidia è una reazione primaria: essa è duale, si consuma tra loro due, il piccolo corpo nato e la madre. Ben presto l’infante – c’insegna la Klein – sdoppia il seno in buono e cattivo. Dall’aggressività al seno buono deriveranno innumerevoli il senso di colpa, e la necessità di ricostruzione di ciò che l’infante continua a distruggere. La gelosia, che deriverà dall’invidia, avrà bisogno di altri soggetti sulla scena. Nell’introduzione all’edizione italiana di “Invidia e gratitudine”, Anteo Saraval scrive: “La Klein non solo ci dice – e questo in una certa misura lo sapevamo – che la distruttività è un nostro potente impulso, ma che essa ci minaccia fin dalla nascita allorché si presenta nella sua prima veste: l’invidia”. Per gli antichi era una dea minore, faceva parte di quel pulviscolo di presenze divine che accompagna il pantheon delle religioni politeistiche: la ritroviamo ne “Le metamorfosi” di Ovidio (8 dopo Cristo) dove c’è un continuo inseguirsi e fuggire tra dei e uomini, e gli dei, stanchi della propria stucchevole perfezione, forse desiderando per sé la mortalità degli uomini, li spiano, li cercano, facendo ad essi continua violenza. Nel secondo libro, Ovidio ha dato una descrizione analitica, fotografica,
dell’Invidia: Mercurio (mezzano di Giove, e figlio suo) volando vede dall’alto Erse bellissima – che nel suo desiderio paragona alla luna tra le stelle – se ne innamora e chiede, per più facilmente sedurla, la complicità della sorella di Erse, Aglàuro, un’impicciona che ha dato già gravi problemi a Minerva, violandone un segreto di cui la dea era gelosa. Minerva coglie quest’ultima occasione per punire Aglàuro e ne dà incarico alla terribile Invidia: “Infettala col tuo veleno”, infice tabe tua, le ordina. Ecco, nella traduzione di Mario Ramous, la descrizione che Ovidio fa delI’Invidia: “Il pallore le segna il viso, la magrezza tutto il corpo; / mai dritto lo sguardo, ha denti lividi e guasti, / il cuore verde di bile, la lingua tinta di veleno. / Senza un’ombra di sorriso, se non mosso dalla sventura altrui, / non gode del sonno, agitata com’è dall’assillo dei suoi crucci; / con astio apprende i successi degli uomini e quando li apprende / si strugge; strazia ed è straziata al tempo stesso”. Infine, Dante. Pone gli invidiosi nella seconda cornice del Purgatorio e la pena a cui li condanna è aspra: essi – che non hanno mai saputo vedere se non rovesciando lo sguardo perché torni verso se stessi (“invidère”, che secondo San Bonaventura significa “non vedere”) – dovranno sopportare la condanna di tenere le palpebre cucite con un filo di ferro: ben più violento di ciò che si faceva ai falconi, durante l’addestramento: “ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra / e cusce sì, come a sparvier selvaggio / si fa però che queto non dimora”. La cucitura delle palpebre ai falconi, e agli sparvieri in particolare, era detta “ciliatura”. Ma veniva fatta con molta attenzione, quasi amorevolmente, come la descrive l’imperatore Federico II, nel suo “De arte venandi cum avibus, un manuale, che si legge – e non si smette di leggere – come un romanzo: Et sit filum in acu “nell’ago sia preparato il filo”.
Percorsi per le bici e più corse dei mezzi pubblici. La commissione: «Ora è il momento di cambiare» di Andrea Pellegrino Un cambio di passo nella mobilità urbana dopo l’emergenza Coronavirus. «Ora è il momento di cambiare», il messaggio che lancia la commissione mobilità del Comune di Salerno, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Ventura, che ha messo sul tavolo diverse iniziative. La prima e fondamentale riguarda l’utilizzo delle biciclette in città. Ieri mattina in commissione hanno preso parte anche Elisa Macciocchi, presidente del circolo di Legambiente Salerno e Paolo Longo, presidente della Fiab Salerno che hanno avanzato le loro proposte, gran parte delle quali in linea con le indicazioni formulate dalla stessa commissione. Agevolare l’utilizzo delle biciclette attraverso percorsi appositi su alcune arterie principali della città. Questa la prima proposta elaborata dalla commissione e più volte sollecitata dal consigliere comunale Rosa Scannapieco, la più assidua «ciclista» di Palazzo di Città. Percorsi ma anche una riduzione dei limiti di velocità, soprattutto sull’arteria del Lungomare, e una più visibile segnaletica stradale. Naturalmente, emerge dalla commissione: «Mantenendo, nel contempo, in piedi i vari progetti che riguardano piste ciclabili o altri interventi legati alla viabilità e alla mobilità urbana». Idee queste sostenute e condivise anche dal presidente della Fiab Longo. Al vaglio anche ulteriori proposte: come l’incremento delle rastrelliere in città, così come sollecitato anche nei giorni scorsi dal consigliere comunale dei “Davvero Verdi”, Peppe Ventura. Ancora si valuta un possibile accordo con i taxi, con tariffe agevolate per gli spostamenti urbani, sempre
mantenendo tutti i dispositivi di sicurezza individuali. Anche sui mezzi pubblici non mancano correttivi e iniziative, con l’incremento delle corse, così come richiesto dal consigliere comunale Gianpaolo Lambiase, o il ripristino di apposite corsie per consentire una più rapida circolazione dei mezzi pubblici. Insomma una nuova mobilità incentrata sul «green», fortemente condivida dalla presidente del circolo Legambiente di Salerno. Voto estivo: Conte apre a metà C’è il muro dei Cinque Stelle di Andrea Pellegrino Il premier Conte lascia mezza porta aperta, il Movimento 5 Stelle, però, sbarra il portone. Il voto di luglio agita la maggioranza. Diverse le posizioni interne al governo, con l’apertura del Pd, la chiusura del Movimento 5 Stelle e l’imparzialità apparente del premier Conte. «La palla è al Parlamento. Come Consiglio dei ministri lo avevamo escluso perché ci pareva prematuro, ma se il Parlamento dovesse valutare, alla luce dei dati attuali, la possibilità, io non mi opporrei», spiega Giuseppe Conte che sul referendum, invece, chiarisce: «Concorderemo con le forze politiche il periodo migliore. Ma, visto che si tratta di votazioni su tutto il territorio nazionale, ritengo che la finestra elettorale più adatta rimanga quella autunnale». Secco no alle elezioni estive ma anche all’ipotesi del listino bloccato, dal Movimento 5 Stelle: «La nostra linea sui listini bloccati alle regionali è chiara: siamo storicamente contrari a qualsiasi
ipotesi di nominati non eletti direttamente dal popolo. Dunque per quanto ci riguarda è un’idea che respingiamo nettamente», dice il capogruppo M5s alla Camera, Davide Crippa. «Per quanto riguarda i tempi – prosegue – la valutazione della data deve tenere conto non solo delle condizioni di sicurezza il giorno del voto, ma anche del pieno esercizio delle libertà politiche e civili durante la campagna elettorale. Ragioni per le quali luglio non rappresenta una scelta praticabile. Abbiamo chiesto agli italiani una ripresa lenta e alcune attività ancora non hanno una previsione di riapertura. Proprio per il rispetto che dobbiamo avere per i sacrifici che stiamo chiedendo ai cittadini credo sia opportuno, valutare anche il fattore economico e pensare a un election day che preveda referendum costituzionale, elezioni regionali e amministrative». Rincara il deputato pentastellato Luigi Iovino: «Come Movimento 5 Stelle non consentiremo mai che si metta a repentaglio la salute di tutti per l’opportunismo di pochi». «Andare al voto in estate – sottolinea Iovino – vuol dire non solo non tener conto dei rischi legati al contagio che, nel migliore degli auspici, non sarà debellato per quella data. Ma significa anche ledere i principi di democrazia, non dando ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente chi votare attraverso un’approfondita conoscenza dei candidati e dei loro programmi, tenuto conto delle difficoltà e delle limitazioni della campagna elettorale. Quanto ai listini bloccati, non consentiremo mai che i cittadini siano rappresentati da un nugolo di nominati dalle sezioni di partito, a scapito degli eletti dal popolo». Critica anche Valeria Ciarambino, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle: « Pretendere il voto in estate solo per capitalizzare quel bacino di consensi lievitato grazie alla vetrina dell’emergenza sanitaria, così come vorrebbero De Luca e il partito dei governatori, equivale a impedire quel processo che passa attraverso una campagna elettorale che è un momento di confronto fondamentale tra i cittadini e chi si candida a rappresentarli nelle istituzioni. Processo che non può essere garantito in un momento di restrizioni e limitazioni tese al contenimento del contagio.
Sorprende che tra quanti invocano le elezioni in estate ci sia il governatore della Campania, che con una mano continua a brandire la minaccia di chiudere tutto e segregare tutti, ma con un’altra spinge perché si aprano seggi e sezioni elettorali, si approntino banchetti per la raccolta firme e si organizzino iniziative che darebbero inevitabilmente vita a quelle stesse aggregazioni che si dovrebbero contrastare». No ai listini bloccati per Italia Viva di Matteo Renzi: «Togliere agli elettori la possibilità di scegliere direttamente i loro rappresentanti in Regione sarebbe un segnale decisamente negativo», dicono Michela Rostan e Catello Vitiello, deputati campani di Italia Viva. «Non vorremmo mai che qualcuno utilizzasse biecamente l’emergenza coronavirus per trovare corsie preferenziali per accedere a scranni che spettano a chi sa conquistarseli con il consenso reale e non con quello millantato – proseguono Rostan e Vitiello – e auspichiamo che in Consiglio regionale un’eventuale discussione sul cambio del sistema elettorale venga fatta alla luce del sole, senza ordini del giorno o proposte di modifiche presentate all’ultimo momento». Slittamento dei tributi, sospensione dei restanti trimestri della tassa di soggiorno a Salerno di Andrea Pellegrino Slittamento dei tributi, sospensione dei restanti trimestri della tassa di soggiorno e esonero dei canoni concessori per i
gestori degli impianti sportivi di proprietà comunale. Sono i primi provvedimenti della giunta Napoli, nell’ambito dell’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica. Per la tassa di soggiorno si pagherà solo il primo trimestre, la cui scadenza è prorogata al 31 luglio, senza naturalmente applicazione di sanzioni. Per la sospensione la proposta è avanzata al Consiglio comunale che dovrà approvarla alla prima convocazione. Niente canoni, invece, per i gestori degli impianti sportivi di proprietà del Comune di Salerno. In particolare il provvedimento della giunta è rivolto ai rappresentati di società sportive dilettantistiche e agli enti di promozione sportiva. Cambia il calendario, invece, delle scadenze dei tributi comunali. La Tari si potrà pagare, in via eccezionale, entro il 31 luglio 2020 (anziché entro il 30.04.2020) in una unica soluzione, mentre il pagamento in tre rate, seguirà questo calendario: al 31 luglio (anziché 30.04.2020); 30 settembre (anziché 31.07.2020); al 30 novembre (anziché 31.10.2020). Differiti anche i pagamenti per l’imposta comunale sulla pubblicità (Icp): al 31 luglio (anziché il 30 aprile 2020); al 30 settembre (anziché il 30 giugno 2020); al 30 novembre (anziché il 30 settembre 2020). Infine, si valuta la sospensione della Tosap – tassa per l’occupazione di suolo pubblico, per gli eserciti colpiti dall’emergenza. Lettera al padre in forma di sonetto Papà ci ripensavo in questi giorni da bambino alle lacrime che ho spese
ferite antiche sono aperte e accese anche se in arte le sublimi e adorni dì sado e masochista quando torni a replicare tue paterne imprese io ti ho sognato con le mani tese per uccidermi e tu non te ne scorni dalla tua morte è già passato un anno della mia vita mi soggioga il giogo di padre amante e odiante feroce viva e morta tua voce reca affanno all’io precario mio in ogni luogo sono figlio di Kafka messo in croce Federico Pier Maria Sanguineti De Luca virale sui social, show con “fratacchione” e Fazio messo all’angolo E’ da subito divenuto virale sui social. Il governatore della Campania De Luca nel suo intervento a “Che Tempo che fa” ha subito catalizzato l’attenzione su di sè, ponendo in un angolo, quasi in castigo, l’esplosivo conduttore storico Fabio
Fazio. Virale la frase in cui ammutolisce il popolare conduttore, tanto da far esplodere il popolo del web. “Anche lei, con la sua immagine da fratacchione, credo abbia tanti affetti stabili in giro per l’Italia”, quando si è parlato dei congiunti. Un termine che forse Fabio Fazio ha compreso poco, nonostante la fragorosa risata, vista la risposta al governatore campano. “Sì, domani torno da mia moglie e dai miei figli, che non vedo da due mesi”, ha detto Fazio. Peccato che De Luca intendesse ben altro… Delivery food con prodotti dop campani marchio di fabbrica di “Anima Verace” Sarà un delivery food con prodotti dop campani. Una pizza di qualità, con prodotti tipici delle nostre terre. Il marchio di fabbrica della Pizzeria Anima Verace di Piazza Portanova a Salerno. Fedele al clichè della pizzeria, che avvierà il servizio a partire da domani sera, il marchio di fabbrica di Angelo Attianese e della sua squadra sarà trasportato nelle case dei salernitani. “E’ un’esperienza tutta nuova, nonostante come nostra scelta questo tipo di servizio, come anche quello di asporto, non lo avevamo preso in considerazione. – afferma Angelo Attianese – Ma è un modo come un altro per far ripartire la nostra economia, fermo restando che ci cimenteremo anche con la pizza d’asporto, quando ci sarà data l’autorizzazione. Non abbandoneremo questo servizio, quando si ritornerà, spero, presto, alla normalità. Fermo restando che favoriremo la nostra scelta primaria, quella di
servire i clienti ai tavoli». Angelo Attianese ha sempre preferito il contatto diretto con la propria clientela. Sovente, sia lui che i suoi collaboratori, si soffermano con i commensali spiegando le origini dei prodotti usati nella pizza classica napoletana. Prodotti tutti di origine dop, con Attianese che ha saputo sposare le tradizioni dell’Agro, originario di Sant’Egidio, con quelle del Cilento di cui è originaria la moglie. Tanto che la pizza cilentana nello scorso mese di novembre si è piazzata al terzo posto assoluto nel 3° Campionato Nazionale Pizza doc, svoltosi a Nocera Inferiore. «Una soddisfazione non di poco. – afferma Attianese – Contando anche che i partecipanti erano oltre seicento. Ora pensiamo a questa sfida del delivery food. Partiamo con qualche giorno di ritardo ma è stato necessario per ottemperare a tutte le normative». Una pizza di qualità, una classica napoletana con prodotti tipici della Campania che vanno dal pomodoro San Marzano fino alla mozzarella di Agerola. Un percorso del gusto tutto campano con Attianese che fiero delle sue origini ha coniugato nel forno una pizza da podio. «Sono fiero delle mie origini. – riprende – Sant’Egidio patria dell’arte bianca della farina. Terra di maestri nell’arte del pane e della pizza. Non sono affiliato a circuiti di recensioni ma mi affido completamente al cliente per le recensioni». Resta la sfida che parte domani sera. «Preferisco fare poche consegne ma fatte bene. – chiosa Attianese – E’ un segnale di rinascita, la nostra dopo questa avventura contro un nemico invisibile e traditore». Delivery food, il ristorante
Dimora Nannina di Filetta punta alla riapertura del locale Il delivery food come esperienza nuova, anche per restare ancor più in contatto con la propria clientela. Il ristorante Dimora Nannina di Filetta di San Cipriano anche in questa esperienza del tutto nuova ha deciso di mantenere il proprio target di piatti da soffrire alla clientela. Certo non al tavolo, visto che è impossibile vista la rigida normativa dettata dall’emergenza covid. «E’ una esperienza tutta nuova e che manterremo anche successivamente, quando sarà possibile ricevere i nostri clienti. – afferma il titolare Gianpaolo Zoccola – Una esperienza che continueremo perché fra i nostri obiettivi è mantenere il contatto diretto con la nostra clientela». Un contatto che non si è perso nemmeno durante i giorni duri del lockdown. «Tramite dirette dalla nostra pagina face book abbiamo continuato a dialogare con la nostra clientela. – riprende – Facendo vedere anche la preparazione di qualche piatto, delle modalità di preparazione». La tradizione del ristorante Dimora Nannina è presentare un menù con piatti a base di mare. Il pescato viene scelto direttamente dallo chef ogni giorno, recandosi personalmente al mercato per quelle che saranno le prelibatezze marinare da proporre alla propria clientela. «La varietà del menù la presenteremo anche in questo esperimento di delivery food che stiamo facendo da lunedì scorso. I nostri piatti sono a base di pietanze “povere”, tipiche del nostro mare. Come dimenticare le nostre alici, che prepariamo nelle svariate modalità. Ma vorrei anche dire che il nostro ristorante è quello delle 3 P: Pane, Pasta e Pasticceria, che sono tutte di nostra produzione. Ma vorrei anche ricordare che nella proposta presentiamo anche frutta, ortaggi, verdura e olio che sono della nostra produzione personale». Chi chiama il
ristorante Domina Nannina, ha la possibilità di una scelta ampia, oltre a ricevere un saporito cadeau. «Regaliamo a tutti quelli che ci chiamano, il pane con lievito madre di nostra produzione con 36 ore di lievitazione. – aggiunge Gianpaolo Zoccola – A questo c’è un menù che presenta due primi piatti, di cui uno che si può facilmente rigenerare al forno o nel microonde in pochi minuti. L’altro è di assemblaggio, con tutte il materiale che lo forniamo noi, in pratiche e sterilizzate buste monouso e sottovuoto. A questo ci sono le nostre spiegazioni dettagliate per cucinarlo. Tra l’altro il cliente, può anche seguire il tutorial sulla nostra pagina social». Quale I Maggio? “Sogna ragazzo sogna ti ho lasciato un foglio sulla scrivania” Di OLGA CHIEFFI Oggi I Maggio, per la prima volta, dopo il ventennio fascista, non si scenderà in strada a festeggiare, non lo si potrà fare perché un nemico sconosciuto e letale non consente di riunire le forze del lavoro, nel suo giorno d’elezione. “Oggi, solo oggi – scrivono in una lettera comune le tre massime sigle sindacali – è evidente a tutti l’importanza del lavoro, di quel mondo che non vive di rendita, non alimenta la bolla finanziaria, ma viceversa crea la ricchezza che rende grande un’economia reale e non fittizia; un mondo che consente, attraverso il lavoro, la realizzazione e la crescita democratica delle donne e degli uomini”. Cosa succederà? Non è possibile prevederlo esattamente. Sicuramente, come dicono
molti, il mondo economico, come lo conoscevamo prima di questo febbraio, non sarà lo stesso quando finalmente usciremo da questa tragedia sanitaria e umana. La pandemia Covid-19 è la discontinuità che segna un passaggio di epoca e, se i numeri che ci arrivano dall’Asia sono veritieri, è chiaro che nella nuova fase le potenze economiche dominanti non saranno quelle occidentali. Mentre si attende di capire quali mosse metteranno in campo le istituzioni europee, non è possibile immaginare che l’Italia, ad oggi la più colpita dallo shock sanitario e gravata da uno dei debiti più insostenibili dell’eurozona, non predisponga strategie di risposta autonome. Due approcci possibili ci spingono in direzioni diverse. Una strategia consiste nello scommettere sul fatto che sia immaginabile riavvolgere il nastro. Ripartire da dove ci siamo fermati. Quindi, nel lungo periodo fare tesoro degli errori fatti e aggiustare il tiro. La seconda strategia consiste, invece, nell’accettare una buona parte degli effetti della crisi in arrivo e provare a governarne soltanto alcuni aspetti. Errori che non commetteranno in futuro, i giovani studenti del Liceo Scientifico “Renato Caccioppoli” di Scafati che, stavolta ritroviamo sulle colonne del nostro quotidiano, insieme a qualche docente, nonché uniti anche ad espressioni di diverse generazioni di lavoratori. L’essenza storica ed emozionale di questa festa ci viene descritta, invece, dall’economista Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD Milano Metropolitana. Non c’è festa senza musica e la colonna sonora che accompagnerà i contributi di questo speciale I Maggio, sarà composta dall’ “Inno dei lavoratori” di Filippo Turati e musicato da Zenone Mattei, in cui l’idea dell’unione a resistere, quella che muove materialmente dalle fabbriche e dalle campagne i lavoratori, convinti di poter superare le
ingiustizie e quindi le disuguaglianze tra classi, solo annullando le discordie interne, con un mondo del lavoro così diviso, frammentato in tante schegge, che sembrava fino a gennaio davvero non aver niente da condividere e oggi, invece, è accomunato da una crisi economica globale che va dall’operaio, al muratore, all’artista e da quel “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni, che ha impreziosito la nostra traccia, lanciata attraverso la docente Patrizia Polverino, ai tanti allievi che hanno intrapreso questo non semplice esercizio di scrittura, che, di “stanza” in “stanza”, li porterà dal 25 aprile al 2 giugno, poichè, queste sono le feste di cui i giovani, in primo luogo, devono avere piena consapevolezza. “ Sogna, ragazzo, sogna. Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania. Manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”.
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