Esame di Stato Avvocato: la prova scritta superata dal 35 per cento dei corsisti Aiga - Le Cronache Salerno

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Esame di Stato Avvocato: la prova scritta superata dal 35 per cento dei corsisti Aiga - Le Cronache Salerno
Esame di Stato Avvocato: la
prova scritta superata dal 35
per cento dei corsisti Aiga
Sono stati pubblicati, il 22 giugno 2016, i nominativi dei
candidati aspiranti avvocati che hanno superato le prove
scritte dell’esame di Stato della sessione 2015.

Gli elaborati dei candidati della Corte d’Appello di Salerno
sono stati corretti dalla commissione della Corte d’appello di
Brescia e su circa 800 candidati i promossi sono stati 210.

I corsisti dell’”Esame simulato” organizzato dall’AIGA Sezione
di Salerno che hanno superato con successo la prova scritta
sono stati in percentuale il 34%. “Un grande successo che ci
inorgoglisce molto. E’ stato utile aver fatto esercitare i
nostri corsisti su una traccia che è poi stata proposta
proprio all’esame” ricorda l’avv. Giovanni Balbi, Presidente
dell’AIGA Salerno.

I 4 avvocati, associati Aiga, che hanno contribuito a
realizzare il corso sono Gianfranco Manzo, Barbara Lapenta,
Anna Allegro e Alfonso Troisi il quale precisa “abbiamo
cercato sicuramente di proporre tracce papabili e infatti ci
siamo riusciti ma soprattutto abbiamo cercato di insegnare il
metodo con cui redigere il parere e leggere il codice in
aula”.

Quest’anno l’Aiga replica il corso “Esame simulato” con un
gruppo di lavoro stavolta capitanato dall’avv. Anna Allegro e
che avrà inizio già l’8 luglio.

“Ovviamente dispiace per chi non ce l’ha fatta. Speriamo che,
grazie all’impegno e alle esercitazioni, nonché con un po’ di
fortuna in più che non guasta mai, andrà ancora meglio l’anno
prossimo. Per ora possiamo dirci soddisfatti così” conclude il
Presidente Balbi.

La prima Giunta guidata dal
Sindaco Napoli
Si è riunita la prima Giunta Comunale della nuova
amministrazione guidata dal Sindaco Vincenzo Napoli. Dopo la
proclamazione e la nomina degli Assessori, il primo cittadino
e gli 8 componenti della squadra di Governo si sono
immediatamente tuffati nel pacchetto di decisioni da prendere
nell’immediato. Un programma operativo serrato con in testa la
rivisitazione del Piano Urbanistico Comunale, vecchio ormai di
10 anni che va rivisto alla luce dei cambiamenti intercorsi in
un lasso di tempo nel quale la città oltre a cambiare ‘faccia’
ha anche trasformato la sua vocazione. Nella prima giunta
odierna anche il cronoprogramma delle opere di manutenzione,
ordinaria e straordinaria, da predisporre in ogni quartiere di
Salerno ma anche le questioni legate alla mobilità ed al
controllo del territorio; alcune premesse strategiche per i
finanziamenti di iniziative estive ed autunnali e la
definizione degli obiettivi da raggiungere nel corso dei primi
100 giorni della nuova Amministrazione.

Nocera Inferiore. La sfortuna
di essere nato in Campania.
La storia di Carmine Giordano
NOCERA INFERIORE. Affetto da un malattia rara genetica ed
invalidante e beffato dalle istituzioni. Continua, ormai da
tre anni, la battaglia, anzi il calvario di Carmine Giordano,
46enne nocerino, ex ristoratore ed ex commerciante.
Attualmente, Giordano è discoccupato da oltre 70 mesi e non
riceve alcun indennizzo. Per lui, lo Stato è fantasma. «Sono
affetto da Pseudoxantoma elastico, malattia che mineralizza e
frammenta le arterie, causando ripercursioni sui principali
organi vitali -ricorda Giordano-. Sono a rischio di diventare
cieco, ho problemi cardiovascolari con zoppicamento dovuto
all’occlusione delle aorte femorali. La mia vita è orami
condannata all’inferno. Senza soldi, senza lavoro, senza un
aiuto economico da parte delle istituzioni. Sono costretto a
migrare al Nord per curarmi, in quanto al Sud gli ospedali
sono carenti di macchinari all’avanguardia, a partire dalla
diagnostica di questa malattia. In Italia ci sono circa 300
casi del genere. Dovevo essere fortunato, nella sfortuna, a
nascere in Toscana o in Emilia Romagna o al massimo al in
Lombardia. Sono campano e quindi condannato a prescindere».
Giordano si rivolge direttamente al govertarore della
Camp’ania, Vincenzo De Luca:: «De Luca aveva promesso di
battersi per una sanità in Campania che fosse all’altezza
delle altre regioni. Finora non abbiamo visto niente, specie
per noi ammalati di una patologia rara. Per ora, non c’è cura
per questa malattia. La Regione, però, dovrebbe garantire
almeno una diagnostica moderna ed efficiente. I macchinari di
cui necessitano le persone come me sono quelle che si
utilizzano in oculistica e in cardiologia, quindi, la spesa
per il loro acquisto sarebbe utile ad una vastissima platea di
pazienti e non solo a quelli come me».
Giordano, però, non vuole vivere di elemosina ma vuole un
lavoro compatibile con la sua disabilità.
E’ così difficle, ad esempio, trovare un posto a Pompei, come
anche custode o portinaio negli scavi? Bidello in una scuola?
Usciere in qualche struttura pubblica o privata? Eppure
esistono i posti assegnati alle categorie protette a cui
Giordano può ambire con il 46% di invalidità.

Marsia:    reinventare                                   la
bottega ceramica
Venerdì 24 giugno, alle ore 19, sarà inaugurata nei locali di
Chiaroscuro, la collettiva degli allievi di Mariella Siano

Di OLGA CHIEFFI

Riappropriarsi di una manualità originaria, fatta di ritmi
lenti e misurati e di una saggezza rituale che dona linfa alla
sperimentazione contemporanea. Assaporare il delicato fruscio
dei pennelli, recuperare la materia ceramica come strumento di
espressione creativa. È questa la filosofia che ha dato vita
al corso di ceramica tenuto da Mariella Siano nel suo showroom
di via Duomo: un laboratorio di idee e di talenti, uno spazio
dedicato alla ricerca, nato dall’incontro della ceramica con
l’arte e il design, per offrire al mondo del progetto oggetti
artistici e d’arredo. Gli allievi di Mariella Siano saranno
ospiti, con le loro produzioni, dei locali di Antonia Rinaldi,
Chiaroscuro Illuminazione, in corso Garibaldi 139, da venerdì
24 giugno, con opening fissato per le 19, sino a fine mese.
Quattro gli “iniziati” all’arte ceramica i cui pezzi verranno
esposti, Arianna Bagnati, Marzia De Rosa, Francesco Di Lisa e
Yana Zatvarnytska, opere attraverso cui si potrà toccare con
mano il loro percorso, dall’avvicinamento alla materia per
iniziare a capire cos’è l’argilla, fino ad arrivare ad una
fase avanzata, più progettuale, nel quale affinare le tecniche
apprese, “un processo del poièo che produce conoscenze da
trasferire in altro, anche da far fruttare nella vita – ci
rivela Mariella- come è avvenuto per la prima delle mie
allieve, Loredana Salzano, oggi artista e designer, creativa
che si è trasferita a Lipari, in una vera e propria fucina
creativa, un antro della maga ai piedi del vulcano, dove
realizza ceramiche artistiche, pitture informali, sculture,
installazioni e gioielli”. Esiste un legame stretto tra il
pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il
sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e
fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine
ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso
Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della
materia e quindi quale medium del movimento, del tendere
avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Marsia nome
antico e materico, cantiere, progetto in costruzione, diviene,
aprendosi a tutti con i suoi corsi, il tòpos, il dove, che,
localizzando, determina una cosa come cosa-per-l’uomo, che
diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento
dell’esperienza, che consente la progettualità e l’attuazione,
l’esistenza razionale, aprendo all’arte, e quindi assumendo la
caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”,
mentre la familiarità del luogo assumerà il tratto di
condizione necessaria di ogni progettualità, non solo civile.
L’arte ceramica, come la musica o la pittura e la danza, è
esperienza, è sempre prima “come” e poi “perché”: solo grazie
a un dove che stabilizzando, normalizza, è possibile rendere
comune l’esperienza, familiarizzarla, nel senso di
comunicarla, dando vita a questo progetto che inaugura una
nuova fase artistica del laboratorio ove le forme e le
decorazioni degli oggetti diventano il risultato di un
sofisticato esperimento, che si svolge in maniera dinamica,
dando vita a creazioni originali, antiche, dalle linee
estremamente contemporanee.
L’Antico “Portosalvo”                                  tra
scavi e ricerche
L’eco della memoria: Un appello per il 2020: “Restauriamo S.
Anna al Porto” Un patrimonio culturale da tutelare, conservare
e valorizzare per la pubblica fruizione.

Di AMBRA DE CLEMENTE

Svoltiamo l’angolo dietro il Teatro Verdi, in via S. Teresa n.
6, per ammirare un monumento che cade in pezzi:
“Un’associazione pubblica di fedeli, una confraternita per
santificare i confratelli , officiare culto pubblico e
promuovere opere di carità fraterna, come recita lo statuto :
S. Anna al Porto. La chiusura della chiesa dopo i recenti
scavi archeologi secondo alcune indiscrezioni sono stati
condotti condotti con il contributo della Fondazione della
Comunità Salernitana onlus, una cooperativa privata e la
supervisione della giovane archeologa Maria Petrone del Gruppo
Archeologico Salernitano ha portato alla luce ossa e materiali
antichi. La catalogazione dei reperti è da poco iniziata,
attenderemo un analisi di laboratorio ed una datazione.
Intanto ricostruiamo le fonti d’archivio per i ricordi della
memoria dei salernitani. L’eco della memoria ricorda una
chiesa extramoenia di XIII secolo, secondo la datazione
dell’ing. De Angelis parla di una colonnina binata: sorta
vicino la più antica chiesa di S. Giovanni De Busanola (1183),
conserva l’immagine della Vergine SS. di Portosalvo, venerata
come S. Anna al Porto, cuore di una processione che unisce la
memoria dei cittadini. La congrega è piena di verità sepolte
che vi svelerò a breve.In archivio si conserva la memoria del
convento dei carmelitani scalzi di S. Teresa ristrutturato per
2000 ducati (1679, San Giovanni a mare, di proprietà
dell’Ordine di Malta dopo il trasferimento da Napoli, colpito
da due terremoti: 1688-1693 e da alcune burrasche di mare,
concesso al Priorato di Capua nel 1698), edito da Monsignor
Crisci nell’edizione di De Simone: “Salerno Sacra”. La
pergamena del XVIII secolo è in corso di studio da parte di
funzionari dell’Archivio diocesano di Salerno.Vogliamo una
città che comunichi per immagini e leghi la memoria dei santi
e patroni alle antiche processioni di S. Gregorio, S. Matteo e
S. Anna. Una santa legata alla memoria culturale dell’ipogeo
di S. Pietro a Corte, a nord del quale sorgeva la piccola
cappella della Madonna delle Grazie inglobata nella cappella
dedicata a S. Anna e prima sede della Confraternita. Lotte
giudiziarie, rivalità tra Curia e gestioni private e
ministeriali impediscono una stretegia efficace per tutelare,
conservare i beni culturali. Le strategie menageriali si
applicano con lentezza senza l’appoggio della classe dirigente
politica che è concentrata sulle luminarie invece che
sull”Arte” del passato. L’archeologia è la comunicazione
dell’antico che dialoga con l’attuale e diventa storia,
contesto, sistema, rete per veicolare messaggi culturali ed
orientare i giovani al rispetto della città e della propria
identità culturale. Dal XIX secolo la chiesa è in custodia del
parroco di SS. Trofimena nell’Annunziata, che conserverà il
mandato fino a dicembre.

Parlamentarie   Pd  c’è   la
corruzione tra le ipotesi di
reato
Esposito si sarebbe interessato alle parlamentarie del Pd,
favorendo Fulvio Bonavitacola, per ottenere da quest’ultimo
piaceri al Comune di Salerno riguardanti l’appalto di Piazza
della Libertà. Questo, secondo indiscrezioni, il teorema della
Procura di Salerno che indaga sulle parlamentarie del Pd
dell’anno 2012, collegate all’inchiesta sulla variante ai
lavori di piazza della Libertà. I fatti emergono dalle
intercettazioni che sono a supporto dell’inchiesta che vede
coinvolto tra l’altro l’attuale governatore della Campania
Vincenzo De Luca. Ma il filone sulle parlamentarie del Pd (che
sono servite per la scelta delle posizioni dei candidati a
Camera e Senato nella lista dem) potrebbe coinvolgere altri
personaggi e l’ipotesi di reato potrebbe essere più pesante.
Se confermato il teorema dei pubblici ministeri titolari
dell’inchiesta, si ipotizzerebbe il reato di corruzione. I
fatti raccontati portano al seggio di Nocera Inferiore
“controllato” da Enrico Esposito, titolare della Esa
Costruzioni, impresa aggiudicataria (fino all’interdizione
antimafia disposta dalla Prefettura) dell’appalto della
variante di piazza della Libertà. Tra Esposito e quell’appalto
c’è il Partito Democratico della provincia di Salerno.
L’imprenditore nocerino – in quell’occasione con il placet
dell’allora capo dell’organizzazione del partito Nello
Mastursi – puntò tutto su Fulvio Bonavitacola imbucando circa
200 schede già compilate all’interno dell’urna e investendo il
contributo di 400 euro, che si fece consegnare in monete da 2
euro dal cassiere della sala Bingo di sua proprietà. Fulvio
Bonavitacola, all’epoca dei fatti parlamentare del Pd e oggi
vice di De Luca, oltre ad essere beneficiario “dell’operazione
Esposito”, è una figura che compare spesso nelle
intercettazioni acquisite durante le indagini condotte dalla
Procura di Salerno. In più di un’informativa, i pm si
interrogano sul ruolo di Bonavitacola a Palazzo di Città e del
suo interessamento alle faccende di Esposito ed in particolare
ai mandati di pagamento, nei confronti dell’impresa nocerina.
Ed è proprio il collegamento tra l’imprenditore e il deputato
che fa entrare a pieno titolo le parlamentarie del Pd
all’interno dei faldoni giudiziari. Tra l’altro quelle famose
consultazioni tenutesi a dicembre all’interno del Pd furono
già oggetto di esposti e contestazioni da parte degli esclusi,
con tanto di denuncia di brogli fatta dall’allora senatore
uscente Alfonso Andria. Sempre in casa Pd resta in piedi
l’inchiesta sul tesseramento ma quest’ultima è condotta dal pm
Vincenzo Montemurro. Ma questa è un’altra storia.

Ruggi, ecco chi è accusato di
concorso ed associazione
Divisi in venti gruppi si scambiavano favori alla macchinetta
marcatempo de “Ruggi d’Aragona”. C’è chi, ad esempio, si è
fatto marcare quasi cento volte il suo badge al suo posto. Una
prassi consolidata almeno fino allo scorso anno quando sono
state accertate le irregolarità. Così la Procura ha contestato
ad alcuni infermieri, sindacalisti, ausiliari, amministrativi
e medici, anche l’associazione a delinquere, oltre il reato di
truffa. E’ l’ennesimo nuovo faldone della Procura della
Repubblica che nasce all’indomani dei primi provvedimenti che
portano pure alle richieste d’arresto (poi respinte dal Gip)
nei confronti di sette infermieri e personale del Ruggi che
venne colpito dai provvedimenti più duri, come l’interdizione
dai pubblici uffici ed il successivo licenziamento da parte
dell’azienda ospedaliera. Dagli ottocento indagati, il cui
elenco è comparso ieri su queste colonne, c’è chi rischia
l’imputazione anche per associazione. Per ora, per loro, però,
contrariamente al primo caso, non c’è stato al momento nessun
provvedimento restrittivo. Secondo il sistema si erano
organizzati scientificamente per coprirsi a vicenda alla
marcatura del badge. Sotto la lente d’ingrandimento della
Procura della Repubblica con l’accusa di associazione e truffa
ci sono: Antonio Aliberti, Ciro Sorgente, Biagio Gizzi,
Vincenzo Siniscalchi, Antonio Amoroso, Guglielmo Venosa,
Matteo Quaranta, Salvatore Della Femmina, Lucia Caserta,
Alfonso Apicella, Francesco De Martino, Roberto Tozzi, Carlo
Sabatino, Vito Esposito, Renato Nicoletti, Alfonso Marramao,
Vincenzo Califano (compariva già in precedenza), Gugliemo Tura
De Marco, Francesco Fasano (era stato revocato
l’interdizione), Antonio Criscuolo, Carmine Strollo, Antonio
Panariello, Francesco Califano, Saverio Cavallo, Pasquale
Dello Schiavo, Cesare Rocco, Gennaro Salernitano, Vincenzo
Carratù, Vincenzo Pagano, Antonio Izzo, Matteo Giannettini,
Giuseppina Casella (deceduta già da qualche anno), Carmela
Finizio, Annunziata Cirino, Carmela Procida, Maria Rosaria
Caserta, Margherita Oliva, Rosa Aliberti, Guglielmo Crucito,
Mario Picariello, Mario Giuseppe Di Lieto, Bonaventura Di
Lieto, Alberto Damiano (medico), Raffaele Viceconte,
Ferdinando De Rosa, Ciro De Pasquale, Luisa Ragone, Carlo
Pero, Erasmo Spacagna, Emiddio Falcone, Francesco Di Palma,
Luigi Padolfo, Luciano Perrotta, Domenico Sofia (medio
rianimatore), Carmine Iannone, Maria Fortunato, Lucia Rallo.
Per altri cinquanta, invece, è toccato l’avviso di conclusione
delle indagini a firma del pm Francesco Rotondo che ha
contestato il reato di concorso, oltre che la truffa. L’avviso
riguarda: Mario Di Mauro, Gaetano Coppola, Domenico Ricca,
Elio Scariati, Vincenzo Siniscalco, Enrico Severino, Rosanna
Paloscia, Domenico Volpe, Pietro Santoro, Vincenzo Caputo,
Rosa Izzo, Raffaele Caputo, Francesca Astarita, Vincenzo
Casola, Massimo Zoccola, Teresa Granato, Marianna Cammarano,
Matteo Quaranta, Onofrio Musone, Giovanni Di Mauro, Vincenzo
Argento, Elena Popa, Ciro Melchiorre, Francesco Visciani,
Andrea Esposito, Luisa Ragone, Domenico Tagliaferro, Fabrizio
Santoriello, Carlo Pero, Valentina Mariella, Pasquale
Ascolese, Maria Rosaria Landi, Lucia Rallo, Antonio
Cuciniello, Ciro Cuciniello, Dunia Rizzo, Angela Barretta,
Lucio Iovine, Antonio Paciello, Rosaria D’Aniello, Maria
Garibaldi, Patrizia Clausi, Anna De Vivo, Margaret Cittadino,
Dionigi Ferrara, Anna Capaldo, Francesco Memoli, Amilcare
Fianore, Carmela Maiorano e Sandro Fierro.
Scafati. Rimpasto di giunta,
i primi scenari. E sull’Acse…
Di Adriano Falanga

Primo giro di consultazioni terminato, comincia a delinearsi
un primo scenario possibile per la nuova giunta. A Pasquale
Aliberti sono arrivate diverse richieste per un posto
nell’esecutivo. Alfonso Carotenuto sponsorizza Antonio
Mariniello (attualmente presidente del cda della Scafati
Sviluppo) e Mimmo Casciello se stesso. Secondo il “Cencelli”
alibertiano, alla coppia Raviotta-Quartucci spetta un posto
nell’esecutivo, affinché possano a pieno titolo entrare nella
fase gestionale. L’ingresso di Raviotta in giunta aprirebbe le
porte del consiglio comunale alla giovane avvocato Sabrina
Vitiello, già a capo del Cotucit Giovani e già in organico
allo staff dell’ufficio Più Europa nel 2015. La Vitiello
potrebbe dividersi il mandato (o rinunciare a suo favore) con
Carmine Sorrentino, braccio destro di Raviotta. Spunta anche
l’ipotesi Annamaria Federico, moglie di Quartucci e prima non
eletta in lista Adesso Scafati con Nicola Pesce. Quanto alla
posizione di Casciello, lo scoglio rappresentato dal subentro
di Giacinto Grandito pare essere superato. L’ex vicesindaco
nel primo sindacato Aliberti avrebbe infatti “benedetto”
l’ingresso del collega di lista in giunta, facendo sapere di
non essere interessato ad entrare in consiglio comunale.
Questo porterebbe in aula l’attuale amministratore delegato
della Scafati Sviluppo Mario Ametrano, fedelissimo del primo
cittadino. Uno scenario difficile per Aliberti, perché si
ritroverebbe ad avere il vertice della Stu scoperto, mancante
proprio degli uomini che più di altri hanno concretizzato una
fetta del progetto Ex Copmes.
C’è poi l’incognita “fedelissimi”,
                      Brigida Marra, Teresa Formisano, Diego
                      Del Regno e Carmela Berritto sono coloro
                      che   più    degli   altri    si   sono
                      costantemente spesi a favore del
                      sindaco, la Formisano è indagata per
                      aver convocato il consiglio comunale del
                      27 novembre scorso, definito illegittimo
                      dal Vice Prefetto Forlenza. I 4,
                      supportati da Francesco Vitiello e
Alfonso Pisacane, avrebbero chiesto la presidenza dell’Acse,
oltre che sponsorizzare Formisano e lo stesso Casciello.
Pasquale De Quattro è oramai in dirittura di arrivo per una
poltrona nel cda del Consorzio Farmaceutico Interprovinciale,
guidato da Andrea Inserra, ex vicepresidente del consiglio. De
Quattro andrebbe a rilevare il posto di Filippo Accardi, ex
assessore alla Pubblica Istruzione, lasciando il posto in
Assise a Dalila Borriello, giovane alibertiana già in carico
al Servizio Civile. Manovre che porterebbero persone più
“affidabili” in consiglio comunale, soprattutto in
considerazione del pareggio maggioranza opposizione in 12-12.
Aliberti però tira dritto, ascolta tutti, ma come sempre
accade, sarà lui a decidere. Perché poi ci sarebbe anche
un’altra riflessione da fare: Non votare il Bilancio equivale
a non dare fiducia al sindaco, ma chi tra i 12 consiglieri
considerati “opposizione” sono disposti a votare poi una
mozione di sfiducia, quella vera, al primo cittadino?
Considerato che lo stesso non vota per se stesso, teoricamente
ci sarebbero i numeri per consegnare davvero la città al voto.
Ma Aliberti lo sa, in quei 12 non votanti il bilancio non c’è
(non in tutti) volontà di tornare a casa. Ecco perché alla
fine deciderà tutto lui. Come da copione.
Scafati. “Occhio ai cinesi,
rubano cani e gatti per
cibarsene”. Bufala o realtà?
Di Adriano Falanga

“Attenzione, c’è un’auto bianca con dentro tre cinesi che si
aggira per Scafati. Rubano cani randagi ma anche a guinzaglio,
sembra per scopi alimentari”. Non è chiaro se la notizia possa
essere vera, o se siamo di fronte a una semplice bufala
metropolita, una delle tante, spacciata per vera. In tempi di
internet basta poco a divulgare un’informazione, e anche una
semplice voce di quartiere diventa “fonte verificata”. Che la
cucina cinese preveda nel suo menù cani e gatti è cosa nota,
così come è chiaro anche che non è possibile farlo in Italia,
vietato dalla legge. Non è la prima volta che una simile voce
gira in rete, ma questa volta è molto insistente e sono
numerosi gli allarmi lanciati attraverso social network. Si
tratterebbe di una grossa auto bianca con dentro non meno di
tre persone orientali, c’è anche chi spiega di esserne certa
perché il furto del suo pechinese sia stato ripreso dalla
videocamera di sorveglianza. Basta poco però che la presunta
bufala acquisti credibilità, perché c’è chi poi aggiunge ai
commenti: “ecco perché a Scafati non si vedono più in giro
cani randagi” o anche chi osserva che: “volevo dire io che
erano giorni di non aver più visto una colonia di gatti
randagi che da tempo scorrazzava per la zona – e senza
pensarci due volte azzarda – a pensarci bene, tutto ciò accade
da quando a pochi metri ha aperto il nuovo discount cinese”.
Ed è forse qui la chiave di tutto, i negozi cinesi. A Scafati,
secondo i dati Istat (1 gennaio 2016) vive la prima comunità
cinese della provincia di Salerno, ufficialmente sono 141 (70
maschi e 71 femmine), a seguire la città di Salerno con 113,
terza Sarno con 67. Da comunisti ad abili ed esperti
affaristi, i cinesi acquistano vecchi attività dismesse, di
medio-grandi dimensioni per farne negozi di oggettistica,
tutto rigorosamente made in China. Dall’elettronica alle cover
per cellulari, agli elettrodomestici alla cartoleria. Aperti
24 ore su 24. Negli ultimi anni sono moltiplicate questo
genere di attività, e questo, secondo gli internauti,
confermerebbe la tesi dei cani e gatti “scomparsi”. In realtà
non c’è nulla di ufficiale, anche se c’è chi giura di “averli
visti”. E le zone sono molto variegate. Si parte da via Roma
al corso Nazionale, passando per via Martiri D’Ungheria, San
Pietro e Bagni, guarda caso tutte zone dove esiste un’attività
commerciale cinese. A Scafati esiste il canile municipale e le
numerose associazioni di volontariato presenti sul territorio
provvedono a dare loro un tetto, cure e molte volte una
sterilizzazione. Questa dovrebbe essere la spiegazione più
plausibile per motivare il calo del randagismo sul territorio.
Tornando ai post in rete, il più simpatico è quello di Giulia,
poco più che adolescente: “adesso mi spiego perché la mia
Kelly, pincher di due anni, abbaia nervosamente quando
incontra la coppia di cinesi che abita nel mio palazzo. E i
cani non sbagliano mai”. Sarà pure, ma il pincher è una razza
nana, c’è poca carne. Un pastore tedesco, ad esempio, avrebbe
maggior ragione ad essere nervoso.

Nocera. La sfortuna di essere
nato in Campania. La storia
del nocerino Carmine Giordano
NOCERA INFERIORE. Affetto da un malattia rara genetica ed
invalidante e beffato dalle istituzioni. Continua, ormai da
tre anni, la battaglia, anzi il calvario di Carmine Giordano,
46enne nocerino, ex ristoratore ed ex commerciante.
Attualmente, Giordano è discoccupato da oltre 70 mesi e non
riceve alcun indennizzo. Per lui, lo Stato è fantasma. «Sono
affetto da Pseudoxantoma elastico, malattia che mineralizza e
frammenta le arterie, causando ripercursioni sui principali
organi vitali -ricorda Giordano-. Sono a rischio di diventare
cieco, ho problemi cardiovascolari con zoppicamento dovuto
all’occlusione delle aorte femorali. La mia vita è orami
condannata all’inferno. Senza soldi, senza lavoro, senza un
aiuto economico da parte delle istituzioni. Sono costretto a
migrare al Nord per curarmi, in quanto al Sud gli ospedali
sono carenti di macchinari all’avanguardia, a partire dalla
diagnostica di questa malattia. In Italia ci sono circa 300
casi del genere. Dovevo essere fortunato, nella sfortuna, a
nascere in Toscana o in Emilia Romagna o al massimo al in
Lombardia. Sono campano e quindi condannato a prescindere».
Giordano si rivolge direttamente al govertarore della
Camp’ania, Vincenzo De Luca:: «De Luca aveva promesso di
battersi per una sanità in Campania che fosse all’altezza
delle altre regioni. Finora non abbiamo visto niente, specie
per noi ammalati di una patologia rara. Per ora, non c’è cura
per questa malattia. La Regione, però, dovrebbe garantire
almeno una diagnostica moderna ed efficiente. I macchinari di
cui necessitano le persone come me sono quelle che si
utilizzano in oculistica e in cardiologia, quindi, la spesa
per il loro acquisto sarebbe utile ad una vastissima platea di
pazienti e non solo a quelli come me».
Giordano, però, non vuole vivere di elemosina ma vuole un
lavoro compatibile con la sua disabilità.
E’ così difficle, ad esempio, trovare un posto a Pompei, come
anche custode o portinaio negli scavi? Bidello in una scuola?
Usciere in qualche struttura pubblica o privata? Eppure
esistono i posti assegnati alle categorie protette a cui
Giordano può ambire con il 46% di invalidità.
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