Esame di Stato Avvocato: la prova scritta superata dal 35 per cento dei corsisti Aiga - Le Cronache Salerno
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Esame di Stato Avvocato: la prova scritta superata dal 35 per cento dei corsisti Aiga Sono stati pubblicati, il 22 giugno 2016, i nominativi dei candidati aspiranti avvocati che hanno superato le prove scritte dell’esame di Stato della sessione 2015. Gli elaborati dei candidati della Corte d’Appello di Salerno sono stati corretti dalla commissione della Corte d’appello di Brescia e su circa 800 candidati i promossi sono stati 210. I corsisti dell’”Esame simulato” organizzato dall’AIGA Sezione di Salerno che hanno superato con successo la prova scritta sono stati in percentuale il 34%. “Un grande successo che ci inorgoglisce molto. E’ stato utile aver fatto esercitare i nostri corsisti su una traccia che è poi stata proposta proprio all’esame” ricorda l’avv. Giovanni Balbi, Presidente dell’AIGA Salerno. I 4 avvocati, associati Aiga, che hanno contribuito a realizzare il corso sono Gianfranco Manzo, Barbara Lapenta, Anna Allegro e Alfonso Troisi il quale precisa “abbiamo cercato sicuramente di proporre tracce papabili e infatti ci siamo riusciti ma soprattutto abbiamo cercato di insegnare il metodo con cui redigere il parere e leggere il codice in aula”. Quest’anno l’Aiga replica il corso “Esame simulato” con un gruppo di lavoro stavolta capitanato dall’avv. Anna Allegro e che avrà inizio già l’8 luglio. “Ovviamente dispiace per chi non ce l’ha fatta. Speriamo che, grazie all’impegno e alle esercitazioni, nonché con un po’ di fortuna in più che non guasta mai, andrà ancora meglio l’anno prossimo. Per ora possiamo dirci soddisfatti così” conclude il
Presidente Balbi. La prima Giunta guidata dal Sindaco Napoli Si è riunita la prima Giunta Comunale della nuova amministrazione guidata dal Sindaco Vincenzo Napoli. Dopo la proclamazione e la nomina degli Assessori, il primo cittadino e gli 8 componenti della squadra di Governo si sono immediatamente tuffati nel pacchetto di decisioni da prendere nell’immediato. Un programma operativo serrato con in testa la rivisitazione del Piano Urbanistico Comunale, vecchio ormai di 10 anni che va rivisto alla luce dei cambiamenti intercorsi in un lasso di tempo nel quale la città oltre a cambiare ‘faccia’ ha anche trasformato la sua vocazione. Nella prima giunta odierna anche il cronoprogramma delle opere di manutenzione, ordinaria e straordinaria, da predisporre in ogni quartiere di Salerno ma anche le questioni legate alla mobilità ed al controllo del territorio; alcune premesse strategiche per i finanziamenti di iniziative estive ed autunnali e la definizione degli obiettivi da raggiungere nel corso dei primi 100 giorni della nuova Amministrazione. Nocera Inferiore. La sfortuna
di essere nato in Campania. La storia di Carmine Giordano NOCERA INFERIORE. Affetto da un malattia rara genetica ed invalidante e beffato dalle istituzioni. Continua, ormai da tre anni, la battaglia, anzi il calvario di Carmine Giordano, 46enne nocerino, ex ristoratore ed ex commerciante. Attualmente, Giordano è discoccupato da oltre 70 mesi e non riceve alcun indennizzo. Per lui, lo Stato è fantasma. «Sono affetto da Pseudoxantoma elastico, malattia che mineralizza e frammenta le arterie, causando ripercursioni sui principali organi vitali -ricorda Giordano-. Sono a rischio di diventare cieco, ho problemi cardiovascolari con zoppicamento dovuto all’occlusione delle aorte femorali. La mia vita è orami condannata all’inferno. Senza soldi, senza lavoro, senza un aiuto economico da parte delle istituzioni. Sono costretto a migrare al Nord per curarmi, in quanto al Sud gli ospedali sono carenti di macchinari all’avanguardia, a partire dalla diagnostica di questa malattia. In Italia ci sono circa 300 casi del genere. Dovevo essere fortunato, nella sfortuna, a nascere in Toscana o in Emilia Romagna o al massimo al in Lombardia. Sono campano e quindi condannato a prescindere». Giordano si rivolge direttamente al govertarore della Camp’ania, Vincenzo De Luca:: «De Luca aveva promesso di battersi per una sanità in Campania che fosse all’altezza delle altre regioni. Finora non abbiamo visto niente, specie per noi ammalati di una patologia rara. Per ora, non c’è cura per questa malattia. La Regione, però, dovrebbe garantire almeno una diagnostica moderna ed efficiente. I macchinari di cui necessitano le persone come me sono quelle che si utilizzano in oculistica e in cardiologia, quindi, la spesa per il loro acquisto sarebbe utile ad una vastissima platea di pazienti e non solo a quelli come me». Giordano, però, non vuole vivere di elemosina ma vuole un lavoro compatibile con la sua disabilità.
E’ così difficle, ad esempio, trovare un posto a Pompei, come anche custode o portinaio negli scavi? Bidello in una scuola? Usciere in qualche struttura pubblica o privata? Eppure esistono i posti assegnati alle categorie protette a cui Giordano può ambire con il 46% di invalidità. Marsia: reinventare la bottega ceramica Venerdì 24 giugno, alle ore 19, sarà inaugurata nei locali di Chiaroscuro, la collettiva degli allievi di Mariella Siano Di OLGA CHIEFFI Riappropriarsi di una manualità originaria, fatta di ritmi lenti e misurati e di una saggezza rituale che dona linfa alla sperimentazione contemporanea. Assaporare il delicato fruscio dei pennelli, recuperare la materia ceramica come strumento di espressione creativa. È questa la filosofia che ha dato vita al corso di ceramica tenuto da Mariella Siano nel suo showroom di via Duomo: un laboratorio di idee e di talenti, uno spazio dedicato alla ricerca, nato dall’incontro della ceramica con l’arte e il design, per offrire al mondo del progetto oggetti artistici e d’arredo. Gli allievi di Mariella Siano saranno ospiti, con le loro produzioni, dei locali di Antonia Rinaldi, Chiaroscuro Illuminazione, in corso Garibaldi 139, da venerdì 24 giugno, con opening fissato per le 19, sino a fine mese. Quattro gli “iniziati” all’arte ceramica i cui pezzi verranno esposti, Arianna Bagnati, Marzia De Rosa, Francesco Di Lisa e Yana Zatvarnytska, opere attraverso cui si potrà toccare con mano il loro percorso, dall’avvicinamento alla materia per iniziare a capire cos’è l’argilla, fino ad arrivare ad una
fase avanzata, più progettuale, nel quale affinare le tecniche apprese, “un processo del poièo che produce conoscenze da trasferire in altro, anche da far fruttare nella vita – ci rivela Mariella- come è avvenuto per la prima delle mie allieve, Loredana Salzano, oggi artista e designer, creativa che si è trasferita a Lipari, in una vera e propria fucina creativa, un antro della maga ai piedi del vulcano, dove realizza ceramiche artistiche, pitture informali, sculture, installazioni e gioielli”. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e quindi quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Marsia nome antico e materico, cantiere, progetto in costruzione, diviene, aprendosi a tutti con i suoi corsi, il tòpos, il dove, che, localizzando, determina una cosa come cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, che consente la progettualità e l’attuazione, l’esistenza razionale, aprendo all’arte, e quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”, mentre la familiarità del luogo assumerà il tratto di condizione necessaria di ogni progettualità, non solo civile. L’arte ceramica, come la musica o la pittura e la danza, è esperienza, è sempre prima “come” e poi “perché”: solo grazie a un dove che stabilizzando, normalizza, è possibile rendere comune l’esperienza, familiarizzarla, nel senso di comunicarla, dando vita a questo progetto che inaugura una nuova fase artistica del laboratorio ove le forme e le decorazioni degli oggetti diventano il risultato di un sofisticato esperimento, che si svolge in maniera dinamica, dando vita a creazioni originali, antiche, dalle linee estremamente contemporanee.
L’Antico “Portosalvo” tra scavi e ricerche L’eco della memoria: Un appello per il 2020: “Restauriamo S. Anna al Porto” Un patrimonio culturale da tutelare, conservare e valorizzare per la pubblica fruizione. Di AMBRA DE CLEMENTE Svoltiamo l’angolo dietro il Teatro Verdi, in via S. Teresa n. 6, per ammirare un monumento che cade in pezzi: “Un’associazione pubblica di fedeli, una confraternita per santificare i confratelli , officiare culto pubblico e promuovere opere di carità fraterna, come recita lo statuto : S. Anna al Porto. La chiusura della chiesa dopo i recenti scavi archeologi secondo alcune indiscrezioni sono stati condotti condotti con il contributo della Fondazione della Comunità Salernitana onlus, una cooperativa privata e la supervisione della giovane archeologa Maria Petrone del Gruppo Archeologico Salernitano ha portato alla luce ossa e materiali antichi. La catalogazione dei reperti è da poco iniziata, attenderemo un analisi di laboratorio ed una datazione. Intanto ricostruiamo le fonti d’archivio per i ricordi della memoria dei salernitani. L’eco della memoria ricorda una chiesa extramoenia di XIII secolo, secondo la datazione dell’ing. De Angelis parla di una colonnina binata: sorta vicino la più antica chiesa di S. Giovanni De Busanola (1183), conserva l’immagine della Vergine SS. di Portosalvo, venerata come S. Anna al Porto, cuore di una processione che unisce la memoria dei cittadini. La congrega è piena di verità sepolte che vi svelerò a breve.In archivio si conserva la memoria del convento dei carmelitani scalzi di S. Teresa ristrutturato per 2000 ducati (1679, San Giovanni a mare, di proprietà
dell’Ordine di Malta dopo il trasferimento da Napoli, colpito da due terremoti: 1688-1693 e da alcune burrasche di mare, concesso al Priorato di Capua nel 1698), edito da Monsignor Crisci nell’edizione di De Simone: “Salerno Sacra”. La pergamena del XVIII secolo è in corso di studio da parte di funzionari dell’Archivio diocesano di Salerno.Vogliamo una città che comunichi per immagini e leghi la memoria dei santi e patroni alle antiche processioni di S. Gregorio, S. Matteo e S. Anna. Una santa legata alla memoria culturale dell’ipogeo di S. Pietro a Corte, a nord del quale sorgeva la piccola cappella della Madonna delle Grazie inglobata nella cappella dedicata a S. Anna e prima sede della Confraternita. Lotte giudiziarie, rivalità tra Curia e gestioni private e ministeriali impediscono una stretegia efficace per tutelare, conservare i beni culturali. Le strategie menageriali si applicano con lentezza senza l’appoggio della classe dirigente politica che è concentrata sulle luminarie invece che sull”Arte” del passato. L’archeologia è la comunicazione dell’antico che dialoga con l’attuale e diventa storia, contesto, sistema, rete per veicolare messaggi culturali ed orientare i giovani al rispetto della città e della propria identità culturale. Dal XIX secolo la chiesa è in custodia del parroco di SS. Trofimena nell’Annunziata, che conserverà il mandato fino a dicembre. Parlamentarie Pd c’è la corruzione tra le ipotesi di reato Esposito si sarebbe interessato alle parlamentarie del Pd, favorendo Fulvio Bonavitacola, per ottenere da quest’ultimo
piaceri al Comune di Salerno riguardanti l’appalto di Piazza della Libertà. Questo, secondo indiscrezioni, il teorema della Procura di Salerno che indaga sulle parlamentarie del Pd dell’anno 2012, collegate all’inchiesta sulla variante ai lavori di piazza della Libertà. I fatti emergono dalle intercettazioni che sono a supporto dell’inchiesta che vede coinvolto tra l’altro l’attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca. Ma il filone sulle parlamentarie del Pd (che sono servite per la scelta delle posizioni dei candidati a Camera e Senato nella lista dem) potrebbe coinvolgere altri personaggi e l’ipotesi di reato potrebbe essere più pesante. Se confermato il teorema dei pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, si ipotizzerebbe il reato di corruzione. I fatti raccontati portano al seggio di Nocera Inferiore “controllato” da Enrico Esposito, titolare della Esa Costruzioni, impresa aggiudicataria (fino all’interdizione antimafia disposta dalla Prefettura) dell’appalto della variante di piazza della Libertà. Tra Esposito e quell’appalto c’è il Partito Democratico della provincia di Salerno. L’imprenditore nocerino – in quell’occasione con il placet dell’allora capo dell’organizzazione del partito Nello Mastursi – puntò tutto su Fulvio Bonavitacola imbucando circa 200 schede già compilate all’interno dell’urna e investendo il contributo di 400 euro, che si fece consegnare in monete da 2 euro dal cassiere della sala Bingo di sua proprietà. Fulvio Bonavitacola, all’epoca dei fatti parlamentare del Pd e oggi vice di De Luca, oltre ad essere beneficiario “dell’operazione Esposito”, è una figura che compare spesso nelle intercettazioni acquisite durante le indagini condotte dalla Procura di Salerno. In più di un’informativa, i pm si interrogano sul ruolo di Bonavitacola a Palazzo di Città e del suo interessamento alle faccende di Esposito ed in particolare ai mandati di pagamento, nei confronti dell’impresa nocerina. Ed è proprio il collegamento tra l’imprenditore e il deputato che fa entrare a pieno titolo le parlamentarie del Pd all’interno dei faldoni giudiziari. Tra l’altro quelle famose consultazioni tenutesi a dicembre all’interno del Pd furono
già oggetto di esposti e contestazioni da parte degli esclusi, con tanto di denuncia di brogli fatta dall’allora senatore uscente Alfonso Andria. Sempre in casa Pd resta in piedi l’inchiesta sul tesseramento ma quest’ultima è condotta dal pm Vincenzo Montemurro. Ma questa è un’altra storia. Ruggi, ecco chi è accusato di concorso ed associazione Divisi in venti gruppi si scambiavano favori alla macchinetta marcatempo de “Ruggi d’Aragona”. C’è chi, ad esempio, si è fatto marcare quasi cento volte il suo badge al suo posto. Una prassi consolidata almeno fino allo scorso anno quando sono state accertate le irregolarità. Così la Procura ha contestato ad alcuni infermieri, sindacalisti, ausiliari, amministrativi e medici, anche l’associazione a delinquere, oltre il reato di truffa. E’ l’ennesimo nuovo faldone della Procura della Repubblica che nasce all’indomani dei primi provvedimenti che portano pure alle richieste d’arresto (poi respinte dal Gip) nei confronti di sette infermieri e personale del Ruggi che venne colpito dai provvedimenti più duri, come l’interdizione dai pubblici uffici ed il successivo licenziamento da parte dell’azienda ospedaliera. Dagli ottocento indagati, il cui elenco è comparso ieri su queste colonne, c’è chi rischia l’imputazione anche per associazione. Per ora, per loro, però, contrariamente al primo caso, non c’è stato al momento nessun provvedimento restrittivo. Secondo il sistema si erano organizzati scientificamente per coprirsi a vicenda alla marcatura del badge. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica con l’accusa di associazione e truffa ci sono: Antonio Aliberti, Ciro Sorgente, Biagio Gizzi, Vincenzo Siniscalchi, Antonio Amoroso, Guglielmo Venosa,
Matteo Quaranta, Salvatore Della Femmina, Lucia Caserta, Alfonso Apicella, Francesco De Martino, Roberto Tozzi, Carlo Sabatino, Vito Esposito, Renato Nicoletti, Alfonso Marramao, Vincenzo Califano (compariva già in precedenza), Gugliemo Tura De Marco, Francesco Fasano (era stato revocato l’interdizione), Antonio Criscuolo, Carmine Strollo, Antonio Panariello, Francesco Califano, Saverio Cavallo, Pasquale Dello Schiavo, Cesare Rocco, Gennaro Salernitano, Vincenzo Carratù, Vincenzo Pagano, Antonio Izzo, Matteo Giannettini, Giuseppina Casella (deceduta già da qualche anno), Carmela Finizio, Annunziata Cirino, Carmela Procida, Maria Rosaria Caserta, Margherita Oliva, Rosa Aliberti, Guglielmo Crucito, Mario Picariello, Mario Giuseppe Di Lieto, Bonaventura Di Lieto, Alberto Damiano (medico), Raffaele Viceconte, Ferdinando De Rosa, Ciro De Pasquale, Luisa Ragone, Carlo Pero, Erasmo Spacagna, Emiddio Falcone, Francesco Di Palma, Luigi Padolfo, Luciano Perrotta, Domenico Sofia (medio rianimatore), Carmine Iannone, Maria Fortunato, Lucia Rallo. Per altri cinquanta, invece, è toccato l’avviso di conclusione delle indagini a firma del pm Francesco Rotondo che ha contestato il reato di concorso, oltre che la truffa. L’avviso riguarda: Mario Di Mauro, Gaetano Coppola, Domenico Ricca, Elio Scariati, Vincenzo Siniscalco, Enrico Severino, Rosanna Paloscia, Domenico Volpe, Pietro Santoro, Vincenzo Caputo, Rosa Izzo, Raffaele Caputo, Francesca Astarita, Vincenzo Casola, Massimo Zoccola, Teresa Granato, Marianna Cammarano, Matteo Quaranta, Onofrio Musone, Giovanni Di Mauro, Vincenzo Argento, Elena Popa, Ciro Melchiorre, Francesco Visciani, Andrea Esposito, Luisa Ragone, Domenico Tagliaferro, Fabrizio Santoriello, Carlo Pero, Valentina Mariella, Pasquale Ascolese, Maria Rosaria Landi, Lucia Rallo, Antonio Cuciniello, Ciro Cuciniello, Dunia Rizzo, Angela Barretta, Lucio Iovine, Antonio Paciello, Rosaria D’Aniello, Maria Garibaldi, Patrizia Clausi, Anna De Vivo, Margaret Cittadino, Dionigi Ferrara, Anna Capaldo, Francesco Memoli, Amilcare Fianore, Carmela Maiorano e Sandro Fierro.
Scafati. Rimpasto di giunta, i primi scenari. E sull’Acse… Di Adriano Falanga Primo giro di consultazioni terminato, comincia a delinearsi un primo scenario possibile per la nuova giunta. A Pasquale Aliberti sono arrivate diverse richieste per un posto nell’esecutivo. Alfonso Carotenuto sponsorizza Antonio Mariniello (attualmente presidente del cda della Scafati Sviluppo) e Mimmo Casciello se stesso. Secondo il “Cencelli” alibertiano, alla coppia Raviotta-Quartucci spetta un posto nell’esecutivo, affinché possano a pieno titolo entrare nella fase gestionale. L’ingresso di Raviotta in giunta aprirebbe le porte del consiglio comunale alla giovane avvocato Sabrina Vitiello, già a capo del Cotucit Giovani e già in organico allo staff dell’ufficio Più Europa nel 2015. La Vitiello potrebbe dividersi il mandato (o rinunciare a suo favore) con Carmine Sorrentino, braccio destro di Raviotta. Spunta anche l’ipotesi Annamaria Federico, moglie di Quartucci e prima non eletta in lista Adesso Scafati con Nicola Pesce. Quanto alla posizione di Casciello, lo scoglio rappresentato dal subentro di Giacinto Grandito pare essere superato. L’ex vicesindaco nel primo sindacato Aliberti avrebbe infatti “benedetto” l’ingresso del collega di lista in giunta, facendo sapere di non essere interessato ad entrare in consiglio comunale. Questo porterebbe in aula l’attuale amministratore delegato della Scafati Sviluppo Mario Ametrano, fedelissimo del primo cittadino. Uno scenario difficile per Aliberti, perché si ritroverebbe ad avere il vertice della Stu scoperto, mancante proprio degli uomini che più di altri hanno concretizzato una fetta del progetto Ex Copmes.
C’è poi l’incognita “fedelissimi”, Brigida Marra, Teresa Formisano, Diego Del Regno e Carmela Berritto sono coloro che più degli altri si sono costantemente spesi a favore del sindaco, la Formisano è indagata per aver convocato il consiglio comunale del 27 novembre scorso, definito illegittimo dal Vice Prefetto Forlenza. I 4, supportati da Francesco Vitiello e Alfonso Pisacane, avrebbero chiesto la presidenza dell’Acse, oltre che sponsorizzare Formisano e lo stesso Casciello. Pasquale De Quattro è oramai in dirittura di arrivo per una poltrona nel cda del Consorzio Farmaceutico Interprovinciale, guidato da Andrea Inserra, ex vicepresidente del consiglio. De Quattro andrebbe a rilevare il posto di Filippo Accardi, ex assessore alla Pubblica Istruzione, lasciando il posto in Assise a Dalila Borriello, giovane alibertiana già in carico al Servizio Civile. Manovre che porterebbero persone più “affidabili” in consiglio comunale, soprattutto in considerazione del pareggio maggioranza opposizione in 12-12. Aliberti però tira dritto, ascolta tutti, ma come sempre accade, sarà lui a decidere. Perché poi ci sarebbe anche un’altra riflessione da fare: Non votare il Bilancio equivale a non dare fiducia al sindaco, ma chi tra i 12 consiglieri considerati “opposizione” sono disposti a votare poi una mozione di sfiducia, quella vera, al primo cittadino? Considerato che lo stesso non vota per se stesso, teoricamente ci sarebbero i numeri per consegnare davvero la città al voto. Ma Aliberti lo sa, in quei 12 non votanti il bilancio non c’è (non in tutti) volontà di tornare a casa. Ecco perché alla fine deciderà tutto lui. Come da copione.
Scafati. “Occhio ai cinesi, rubano cani e gatti per cibarsene”. Bufala o realtà? Di Adriano Falanga “Attenzione, c’è un’auto bianca con dentro tre cinesi che si aggira per Scafati. Rubano cani randagi ma anche a guinzaglio, sembra per scopi alimentari”. Non è chiaro se la notizia possa essere vera, o se siamo di fronte a una semplice bufala metropolita, una delle tante, spacciata per vera. In tempi di internet basta poco a divulgare un’informazione, e anche una semplice voce di quartiere diventa “fonte verificata”. Che la cucina cinese preveda nel suo menù cani e gatti è cosa nota, così come è chiaro anche che non è possibile farlo in Italia, vietato dalla legge. Non è la prima volta che una simile voce gira in rete, ma questa volta è molto insistente e sono numerosi gli allarmi lanciati attraverso social network. Si tratterebbe di una grossa auto bianca con dentro non meno di tre persone orientali, c’è anche chi spiega di esserne certa perché il furto del suo pechinese sia stato ripreso dalla videocamera di sorveglianza. Basta poco però che la presunta bufala acquisti credibilità, perché c’è chi poi aggiunge ai commenti: “ecco perché a Scafati non si vedono più in giro cani randagi” o anche chi osserva che: “volevo dire io che erano giorni di non aver più visto una colonia di gatti randagi che da tempo scorrazzava per la zona – e senza pensarci due volte azzarda – a pensarci bene, tutto ciò accade da quando a pochi metri ha aperto il nuovo discount cinese”. Ed è forse qui la chiave di tutto, i negozi cinesi. A Scafati, secondo i dati Istat (1 gennaio 2016) vive la prima comunità cinese della provincia di Salerno, ufficialmente sono 141 (70 maschi e 71 femmine), a seguire la città di Salerno con 113, terza Sarno con 67. Da comunisti ad abili ed esperti affaristi, i cinesi acquistano vecchi attività dismesse, di
medio-grandi dimensioni per farne negozi di oggettistica, tutto rigorosamente made in China. Dall’elettronica alle cover per cellulari, agli elettrodomestici alla cartoleria. Aperti 24 ore su 24. Negli ultimi anni sono moltiplicate questo genere di attività, e questo, secondo gli internauti, confermerebbe la tesi dei cani e gatti “scomparsi”. In realtà non c’è nulla di ufficiale, anche se c’è chi giura di “averli visti”. E le zone sono molto variegate. Si parte da via Roma al corso Nazionale, passando per via Martiri D’Ungheria, San Pietro e Bagni, guarda caso tutte zone dove esiste un’attività commerciale cinese. A Scafati esiste il canile municipale e le numerose associazioni di volontariato presenti sul territorio provvedono a dare loro un tetto, cure e molte volte una sterilizzazione. Questa dovrebbe essere la spiegazione più plausibile per motivare il calo del randagismo sul territorio. Tornando ai post in rete, il più simpatico è quello di Giulia, poco più che adolescente: “adesso mi spiego perché la mia Kelly, pincher di due anni, abbaia nervosamente quando incontra la coppia di cinesi che abita nel mio palazzo. E i cani non sbagliano mai”. Sarà pure, ma il pincher è una razza nana, c’è poca carne. Un pastore tedesco, ad esempio, avrebbe maggior ragione ad essere nervoso. Nocera. La sfortuna di essere nato in Campania. La storia del nocerino Carmine Giordano NOCERA INFERIORE. Affetto da un malattia rara genetica ed invalidante e beffato dalle istituzioni. Continua, ormai da
tre anni, la battaglia, anzi il calvario di Carmine Giordano, 46enne nocerino, ex ristoratore ed ex commerciante. Attualmente, Giordano è discoccupato da oltre 70 mesi e non riceve alcun indennizzo. Per lui, lo Stato è fantasma. «Sono affetto da Pseudoxantoma elastico, malattia che mineralizza e frammenta le arterie, causando ripercursioni sui principali organi vitali -ricorda Giordano-. Sono a rischio di diventare cieco, ho problemi cardiovascolari con zoppicamento dovuto all’occlusione delle aorte femorali. La mia vita è orami condannata all’inferno. Senza soldi, senza lavoro, senza un aiuto economico da parte delle istituzioni. Sono costretto a migrare al Nord per curarmi, in quanto al Sud gli ospedali sono carenti di macchinari all’avanguardia, a partire dalla diagnostica di questa malattia. In Italia ci sono circa 300 casi del genere. Dovevo essere fortunato, nella sfortuna, a nascere in Toscana o in Emilia Romagna o al massimo al in Lombardia. Sono campano e quindi condannato a prescindere». Giordano si rivolge direttamente al govertarore della Camp’ania, Vincenzo De Luca:: «De Luca aveva promesso di battersi per una sanità in Campania che fosse all’altezza delle altre regioni. Finora non abbiamo visto niente, specie per noi ammalati di una patologia rara. Per ora, non c’è cura per questa malattia. La Regione, però, dovrebbe garantire almeno una diagnostica moderna ed efficiente. I macchinari di cui necessitano le persone come me sono quelle che si utilizzano in oculistica e in cardiologia, quindi, la spesa per il loro acquisto sarebbe utile ad una vastissima platea di pazienti e non solo a quelli come me». Giordano, però, non vuole vivere di elemosina ma vuole un lavoro compatibile con la sua disabilità. E’ così difficle, ad esempio, trovare un posto a Pompei, come anche custode o portinaio negli scavi? Bidello in una scuola? Usciere in qualche struttura pubblica o privata? Eppure esistono i posti assegnati alle categorie protette a cui Giordano può ambire con il 46% di invalidità.
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