COAST TO COAST Laboratorio di critica teatrale tra levante e ponente ligure - Stratagemmi
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Stagione Fuori Luogo KronoStagione Albenga e La Spezia distano meno di duecento 2019-2020 2019-2020 chilometri. La strada che le separa, per chi la Percoroso critico attraverso gli Percoroso critico attraverso gli percorre in macchina, non è rapida: tra strade spettacoli: spettacoli: costiere e snodi cittadini, si ha la sensazione di un piccolo-grande viaggio, un vero e proprio “coast ABRACADABRA OVERLOAD to coast” tra ponente e levante. Ma al centro di di Irene Serini di Sotterraneo queste due città liguri, due stagioni teatrali parlano 10.01.2020 25.01.2020 la stessa lingua: Fuori Luogo e Kronostagione SANTA RITA AND THE SPIDERS DOCILE amano, ospitano e promuovono i più vivaci FROM MARS di Menoventi esperimenti performativi del contemporaneo, e di Marco Cavalcoli ANNULLATO cercano di promuovere il dialogo tra gli artisti e il 24.01.2020 pubblico del proprio territorio. Per queste e altre affinità, per quest’anno DIARIO DI UN DOLORE (prova aperta) (2019/2020) abbiamo immaginato un laboratorio di Francesco Alberici di critica itinerante per mettere in connessione i ANNULLATO pensieri e le riflessioni sul teatro degli spettatori di La Spezia e quelli di Albenga. L’emergenza In redazione: In redazione: Covid19 ha sparigliato i nostri piani: abbiamo, Noemi Arcidiacono, Tiziano Augenti, Flavio Mangini, naturalmente, smesso di vedere spettacoli insieme Sante Bandini, Alessio Bonamino, Giulia Richeri, e abbiamo dovuto rinunciare agli incontri plenari Giorgia Calzetta, Beatrice Cargioli, Marta Mingione, che avevamo programmato per la primavera. Ludovica D’Amato, Marco Dattolico, Sara Hunda, Viola Lo Gioco Quello che leggerete è dunque il racconto di un Daniele Di Cristina, Federica Di Maria, Laura D’Asaro, Francesca Gobesso, percorso non concluso, e molti sono “i vuoti” Sara Greco, Alessia Maiocchi, che questo 2020 ha lasciato nel teatro. Abbiamo Luca Manuguerra, Dermelis Marizan, tuttavia deciso di non rinunciare a condividere Anna Pedri, Virginia Rinaldi Lorenzini, i materiali di lavoro, e le impressioni di visione Alessio Ripamonti, Sara Sturlese, dalla nostra giovane redazione. Nella speranza Elena Tronfi, Chiara Villa che tra ponente e levante il fermento possa presto Coordinamento didattico Barbara Steri riaccendersi. Osservatorio critico a cura di Maddalena Giovannelli, Stratagemmi Francesca Serrazanetti (Stratagemmi) Nell’ambito del progetto Re-Clip
ABRACADABRA moderna sia un po' ossesionata dal tema sentimenti, un altro è vivere in una società che parlato di una mancan- za di libertà: secondo intervista a Irene Serini dell'identità. Ma se per sfrutta i tuoi desideri in te, sarà possibile in esempio dovessimo tro- termini commerciali. futuro raggiungere varci da soli su un’isola Eppure, nonostante la realmente questa tanto Il titolo Abracadabra, co: ho voluto conservare vita e mi ha permesso di deserta scopriremmo sua negatività Mario agognata libertà? incantesimi di Mario questo concetto all’in- cambiare lo sguardo con che, in realtà, non ci Mieli è sempre stato Mario Mieli era convin- Mieli è molto curioso: terno del titolo. In più, cui osservo il mondo. serve: scopriamo quindi positivo nel pensare che to che la libertà fosse perché l’hai scelto? per me leggere il suo Leggendo Mario Mieli che l’identità non è altro l’uomo può evolversi: raggiungibile: nelle sue Inizio dicendo che è libro è stato un incante- ho imparato che qua- che uno strumento. lui ha sempre creduto pagine ricorre spesso sempre molto difficile simo, un vero e proprio lunque cosa ci riguardi In termini culturali, sia- fino alla morte che noi la ricerca di un “regno trovare un titolo, per atto magico. è contemporaneamente mo abituati a essere de- esseri umani possiamo della libertà”. Lui era per qualsiasi genere di la cosa che noi riuscia- finiti soltanto per pochi migliorare. una rivoluzione imme- opera, perché, a di- Cosa rappresenta per mo a rintracciare e il centimetri del nostro diata, ma io non credo spetto di quanto molti te il personaggio di suo opposto. Noi siamo corpo. Dal momento in Secondo te, l’orienta- che sia possibile diven- pensino, non è solo una Mario Mieli e il suo te- stati educati a dividere cui nasciamo al mo- mento sessuale esiste? tare liberi dal giorno questione squisitamente sto? E cosa ti ha colpito e quindi categorizzare mento in cui muoriamo Credo che l’orientamen- alla notte: sono convinta artistica. Dovete sapere maggiormente? ogni cosa, ma in realtà, siamo accompagnati da to sessuale esista. Può che sia piuttosto un che Mario Mieli cono- Essendo Mario Mieli se si sposta lo sguardo una vocale finale: che essere paragonato a una processo lento, e che sceva un’immensità di una personalità calei- un po’ più in là, ci si nel caso di un maschio bussola, che si sposta sia necessario lavorare cose nonostante fosse doscopica ovunque ti accorge che non esiste sarà una “o” e nel caso di e indica più o meno molto per avvicinarci a molto giovane quando volti c’è qualcosa in lui una divisione netta tra una femmina sarà una dov’è il nord. Ma dob- questo cambiamento. è morto. Egli si definiva di assurdo e interessante due estremi. “a”. Sembra una cosa da biamo renderci conto Penso che la libertà non un alchimista, perché allo stesso tempo. La poco, ma questo fa una che molto spesso con sia un’anarchia priva di era convinto che il suo lettura del suo libro ha Cos’è per te l’identità? differenza nel nostro orientamento sessuale controllo: non deve es- fosse un pensiero magi- davvero stravolto la mia Credo che la società cervello, perché porta intendiamo invece ti- sere primitiva e brutale. a pensarsi e definirsi in rannia sessuale: venia- In questo momento, la modo binario: questa è mo educati a essere solo cosa più fattibile (pia- ABRACADABRA, INCANTESIMI una tirannia spietata. eterosessuali, oltre che a no piano, s’intende) è DI MARIO MIELI di e con Irene Serini rispettare il nostro sesso cambiare e ampliare la Dal tuo punto di vista, di appartenenza. L’edu- prospettiva del nostro come si posizionerebbe cazione è una parte del sguardo sulle cose; Mario Mieli nel dibat- problema, ma in realità insinuarsi all’interno del tito contemporaneo? il problema principale disumanizzante sistema Credo che Mario Mieli sono le poche possibilità attuale, che ci considera non sarebbe per nulla che ci vengono date di come merce, è il primo contento di come si essere anche altro. passo per la rivoluzione. sono evolute le cose. Un conto è vivere esprimen- Un’ultima domanda: Beatrice Cargioli, do sé stessi e i propri precedentemente hai Marco Dattolico @Emanuele Basile
ABRACADABRA recensioni 1 Abracadabra è il titolo dello spetta- colo di Irene Serini, che come in un incantesimo, riesce a far rivivere la figura di Mauro Mieli. “30 anni di magia, un anno di Mieli valeva dieci dei nostri”. In poco più di un’ora, Irene niamo colpiti da una sedia capovolta, appesa sulla scena, vicina a un libro e a un microfono: sono gli oggetti con i quali l’attrice interagisce, servendosi anche dell’aiuto della luce che diventa un vero e proprio elemento scenico. Serini, triestina di nascita e milanese È uno spettacolo in cui “capire è un per scelta artistica, introduce così limite, vedere è importante” come 2 questo caleidoscopico personaggio: afferma Serini e che alla fine ci lascia un alchimista, poliedrico e creati- con delle riflessioni aperte. A soste- Chi Siamo veramente ? Irene Serini, lucida allucinazione. Unici elementi vo, un innovatore, impegnato nella gno della complessità della rappre- nel suo spettacolo Abracadabra. di scena una sedia capovolta, un difesa della libertà sessuale negli anni sentazione c’è la fenomenale capacità Incantesimi di Mario Mieli, cerca di libro e un microfono, sospesi sopra ’60. L’attrice riesce, sin dall’inizio, tecnica e interpretativa dell’attrice. dare una risposta a questo quesito. al cerchio, aiutano a distogliere ad attrarre l’attenzione dello spetta- “Vai e sbaglia, sbaglia tutto!”, “Sbaglia- temi tuttora attuali come identità e l'attenzione dall'attrice. Un'atmosfera tore. Infatti appena entrati al teatro re è bellissimo” e “Fare schifo è nella fluidità di genere vengono affrontati sognante si crea nel monologo finale Dialma Ruggiero, siamo incuriositi nostra natura”; queste affermazioni, nello spettacolo attraverso momenti quando, immersa in un fascio di luce, dalla posizione delle sedie, che sono frutto della mente di quel meraviglio- di ironia, drammaticità e pazzia Irene Serini con voce flebile recita disposte in maniera circolare intorno so e controverso personaggio che è delirante. Riprende così vita la frasi di personaggi famosi e frasi di al vuoto della scena, creando un’at- Mieli, sono quelle che più intaccano personalità complessa e spesso Mario Mieli sopra le melodie rarefatte mosfera quasi intima. Il dialogo con la nostra mente e ci aprono a nuove contraddittoria di Mario Mieli grazie di Music for airports di Brian Eno. gli spettatori è particolarmente vivace. riflessioni, che ci fanno capire che alla figura androgina e libera da Uno spettacolo di forte intensità Irene Serini all’inizio ci confonde, possiamo sempre e comunque evol- costrizioni interpretata dall'attrice . emotiva che ha smosso (speriamo) le giocando sull'ambiguità del teatro, verci e migliorare. È questo il terzo di una serie di studi coscienze degli spettatori e ha aperto per poi svelarci nel finale che in realtà dedicati alla figura ormai dimenticata la strada per la riscoperta di Mario “tutto è finto e niente è falso”. Rima- Anna Pedri, Virgina Rinaldi di Mario Mieli in cui Irene Serini dà Mieli e della sua lotta per la libertà, “ ampio spazio alla sperimentazione. non solo degli omosessuali, ma di nello spazio circolare della scena tutti. tutto è finto l'attrice si muove focalizzando Dopo l'esibizione, cala il silenzio. l'attenzione del pubblico, disposto Nessun applauso. e niente è attorno al cerchio, su se stessa: corre Si riaccendono le luci. falso. a fianco degli spettatori, canta e parla, farneticando come in preda ad una Noemi Arcidiacono, Daniele Di Cristina
IDENTIKIT Irene Serini / Mario Mieli Nome Nome MARIO IRENE Cognome Cognome MIELI SERINI Momento storico Momento storico 1952-1983 NATA NEL 1975 Caratteristica significativa Caratteristica significativa APERTURA MENTALE ENERGIA Qualcosa da dichiarare? Qualcosa da dichiarare? NESSUN RIMPIANTO Compagno di viaggio? Compagno di viaggio? PAOLA MIELI MARIO MIELI Disegno di Tiziano Augenti, Giorgia Calzetta, Alessia Maiocchi
SANTA RITA E SPIDERS FROM MARS SANTA RITA E SPIDERS FROM MARS — reading tra Paolo Poli e David Bowie con e a cura di Marco Cavalcoli intervista a Marco Cavalcoli Che tipo di tecnica Perché ha scelto questi cosa in cui mi identifico hai usato per questo due personaggi? è l’idea di cambiamen- spettacolo? Non è stata una mia to e di libertà, il senso Utilizziamo l’eterodi- idea, mi è stata proposta di gioco nella vita e il rezione, che consiste da Rodolfo Di Giam- senso della fine,che i semplicemente in una marco, giornalista, cri- due artisti riescono a traccia audio che io sen- tico teatrale e studioso, trasmettere. to tramite un auricolare, che ha pensato di mette- che trasmette le voci re insieme due impor- Come si sente pensan- dei protagonisti che poi tanti figure,David Bowie do alla morte? ripeto sulla scena. È una e Paolo Poli, legandole Mi piacerebbe essere tecnica che utilizziamo, al tema dell’identità e pronto alla fine ma per declinandola in varie della trasformazione. adesso credo d’avere forme, da 10 anni. Per Ho accettato questa pro- ancora molte cose in utilizzarla c’è bisogno di posta in maniera un po’ sospeso. un esercizio di ascolto incosciente e mi sono Pur non avendo cono- ma anche di concen- trovato nei guai quando sciuto personalmente trazione: ad esempio ho cominciato: dovevo questi due artisti,credo nel caso di Santa Rita lavorare a un reading e che,una delle grandezze e Spiders from Mars è non sapevo come com- del loro lavoro,venga come se ci fosse una portarmi. proprio da questa loro terza persona oltre ai piena accettazione della due personaggi che Si ritrova in questi due vita. stavo portando in scena. personaggi? Io invece, a differenza Io sono l’interprete di No purtroppo, mi pia- loro, non ho un rappor- questa “terza persona” e cerebbe molto ritrovar- to risolto con questa grazie a questa media- mici, ma credo di essere faccenda e quindi se zione rievoco il modo di soltanto il rappresen- domani dovesse finire fare e le personalità dei tante ufficiale di un rito la mia vita,io non mi personaggi che voglio d’evocazione. L’unica sentirei ancora a posto. raccontare. Federica Di Maria @MassimilianoFusco
SANTA RITA E SPIDERS FROM MARS recensioni 1 Due celebrità, un volto. Marco Cavalcoli, pur con grande versatilità interpretativa e una forte presenza scenica, fatica a far coesistere sulla scena due diverse identità. Ma cosa intendiamo con 'identità'? Santa Rita se sono Poli e Bowie, ma vengono interpretati e commentati dall’attore in scena. Lo spettacolo mette in luce il modo in cui entrambi i personaggi hanno lottato, seppur in modo diverso, per 2 Santa Rita and the Spiders from Mars, uno spettacolo di Marco Cavalcoli, è un’intervista impossibile tra Paolo Poli, attore italiano, e David Bowie, rockstar internazionale. Cavalcoli si fa da tramite tra i due personaggi, spettatori si concentri sull’attore. Paolo Poli compare in un video con immagini di repertorio, che ricordano allo spettatore l’estro dell’attore. Al termine della proiezione parte la vera e propria intervista “live” e Spiders from Mars è uno spettacolo un loro diritto. interpretando alla perfezione queste di Paolo Poli e David Bowie, che che accenna in modo sottile al tema La vocalità di Cavalcoli colpisce per due personalità, differenziandole culmina con un lungo elenco di dell’omosessualità, come fecero Paolo la sua efficacia, nonostante la forma con l’imitazione del loro modo di aggettivi, in ordine alfabetico, (unica Poli e David Bowie. I due protagoni- della lettura scenica imponga una pre- parlare e alternando il fiorentino di parte dello spettacolo letta senza sti, come due arlecchini, sono riusciti senza fortemente statica. La versatilità Poli con l’inglese di Bowie.Il titolo l’eterodirezione) usati dalla critica ad esprimere se stessi e le loro idee interpretativa, dovuta anche all’uti- dello spettacolo fonde due aspetti per descrivere Paolo Poli, ai quali con leggerezza e in modo scherzoso, lizzo dell’eterodirezione, non basta di questi personaggi: Santa Rita era sono stati aggiunti alcuni riferiti ma con un fondo di verità. a rendere la performance dell’attore un personaggio di Poli, mentre The a Bowie. La lunghezza dell’elenco Uno schermo, un leggio e un micro- dinamica e coinvolgente. Spiders from Mars era un gruppo sfida la monotonia e, nonostante fono: sono solo questi gli elementi che Paolo Poli e David Bowie non sono musicale fondato da Bowie.In l’importanza del significato, mette alla la scena offre alo sguardo del pubbli- sulla scena, ma il loro carisma resta questo spettacolo viene utilizzata la prova l’attenzione dello spettatore. Il co. Sullo schermo vengono proiettati nel cuore degli spettatori. tecnica dell’eterodirezione: le parole fatto che soltanto una persona, seppur svariati video di interviste o video e le azioni dell’attore in scena sono molto brava, incarni due figure musicali: i protagonisti delle ripre- Elena Tronfi guidate da una voce in auricolare che diverse causa inevitabili problemi di “ viene trasmessa nel momento stesso comprensione. Ma la confusione tra in cui lui agisce. Il palcoscenico è le due personalità è forse il messaggio Non ho mai voluto apparire come me stes- spoglio: al centro si trova soltanto dello spettacolo: Bowie e Cavalcoli un leggio con dei fogli (illuminati si fondono in un’unica figura dai so in scena, mai fino a poco tempo fa. contorni misteriosi. da una fioca luce proiettata dall’alto) Tratteggiavo figure di personaggi e vole- che Cavalcoli fingerà di leggere. vo riprodurli in scena. L'esperienza diretta L’ambientazione priva di dettagli Beatrice Cargioli, non può mai bastare, Flaubert non provò fa in modo che l’attenzione degli Marco Dattolico i dolori del parto, né i dolori dell'arseni- co, eppure era giusto e vero quando disse “sono io la signora Bovary” dalle note di regia
OVERLOAD OVERLOAD concept e regia Sotterraneo in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini scrittura Daniele Villa recensioni 1 Quante cose intorno a noi attirano la nostra attenzione? E per quanto tempo riusciamo a focalizzarci su qualcosa? Per nove secondi, secondo uno studio recente, contro gli otto secondi di un E se nessuno si alza in piedi? Impos- sibile, alla fine qualcuno, in preda alla curiosità, attiverà il nuovo contenu- to; del resto, in una società avida di informazioni come la nostra, siamo tutti abituati a cliccare i link che com- pesce rosso. Una notizia allarmante, paiono sullo schermo del computer anche se probabilmente è una fake o dello smartphone, aprendo nuove news. finestre, preoccupati di lasciarci sfug- Ed è proprio l’attenzione il tema dello gire qualcosa di importante. spettacolo Overload della compagnia Così si assiste al monologo di Wal- Sotterraneo: nell’era del digitale, sia- lace che viene disturbato da infiniti mo sottoposti quotidianamente a un episodi che hanno come protagonisti sovraccarico di informazioni che ci giocatrici di tennis, nuotatori, Miss distraggono dal reale. Universo, Babbo Natale, due polli che Sulla scena è presente solo un acqua- combattono, dei ballerini e persino rio con al suo interno dei pesci rossi un esemplare di uomo-pesce, fino al meccanici, che si muovono incessan- drammatico finale: gli attori, finito lo temente producendo un ticchettio spettacolo, si mettono in viaggio per metallico, quasi sinistro. Compare un personaggio: lo scrittore David Foster tornare a casa e sono vittime di un Wallace, morto suicida nel 2008, che incidente stradale — causato proprio racconta l’ultima giornata della sua dalla disattenzione — e descrivono la vita. O almeno, tenta di raccontarla, propria morte al rallentatore, soffer- perché è continuamente interrotto mandosi con tono paradossale sui da “contenuti extra” che vengono dettagli. attivati direttamente dagli spettatori, Uno spettacolo grottesco, ironico, ma che si alzano in piedi ogni qualvolta allo stesso tempo serio, che ci chiama un attore mostra l’apposita “icona”. a riflettere su un rischio molto con- L’interazione con il pubblico riveste creto: quello di affannarsi in una corsa così un ruolo chiave nello spettacolo continua per arrivare dappertutto che e lo spettatore viene coinvolto in un alla fine ci lascia a mani vuote. gioco incalzante. Giulia Richeri @Filipe Ferreira
2 3 Sovraccarico, eccesso. si contendono la nostra attenzione. si confonde, rimbalzata da uno sti- Surreale ma molto realistico, È questa la traduzione del termine Noi però siamo lì e lo sappiamo, lo molo all’altro. L’ecosistema è in tilt, lo spettacolo Overload è un connubio inglese overload ed è proprio quello sentiamo. È lo spettacolo che ce lo deve ritrovare il suo equilibrio, deve di elementi onirici, accompagnati che la compagnia Sotterraneo vive e richiede: siamo noi spettatori infatti a rallentare. T-shirt, jeans e sneakers. dalla banalità della realtà. fa vivere con l’omonimo spettacolo, decidere quali contenuti nascosti ve- Tutti uguali. Ora siamo di fronte alla Sul palco il monologo di uno scrittore vincitore del Premio Ubu nel 2018. dere. I cinque attori sono così in balia compagnia che recita se stessa alla tormentato, David Foster Wallace, che Un acquario con due pesci rossi finti della partecipazione attiva del pubbli- fine di uno spettacolo. Ognuno di loro propone una riflessione sull’incapa- a sinistra del palco, un microfono al co, che sceglie quando interromperli, ci dice didascalicamente cosa pensa, cità di mantenere la concentrazione centro e un giovane uomo che di- quando chiamarli, quando sovrappor- cosa sta per dire e cosa farà. Si met- durante la vita quotidiana. chiara di essere David Foster Wallace, li. Mille storie si intrecciano intorno tono in viaggio, rientrano a casa. È La tecnica per tenere sempre viva scrittore e studioso americano suici- a un tema costante: l’alienazione che notte e ciascuno parla e si fa distrarre l’attenzione del pubblico è quella di datosi nel 2008. provoca il prestare attenzione e la continuamente da cose diverse. Poi il fornire “contenuti multimediali”, atti- Così inizia il nostro viaggio in un difficoltà a mantenerla in un ambiente dramma. Tutto rallenta. Siamo davan- vabili a discrezione degli spettatori nel conturbante accavallarsi di situazioni mediatico sempre più saturo, che ci fa ti a una scena in rallenty, dettagliata momento in cui decidano di alzarsi diverse tra loro, confusionarie, ap- perdere la cognizione del mondo in e precisa. La nostra attenzione è solo fisicamente in piedi, che mostrano parentemente scollegate ma in realtà cui viviamo proprio come i pesci rossi lì, non ha scampo. E gli attori ora “scene extra” dai tratti demenziali e semanticamente e tematicamente nell’acqua. E noi siamo lì, intrappola- non hanno più avversari: le loro voci, goliardici. connesse l’una con l’altra. ti, abbandonati, alla mercé di questo i loro gesti, tutto ci porta a fissarli. Osservando il susseguirsi delle scene Un overload di immagini che si insi- eccesso. Ormai siamo solo spettatori di una viene da pensare a un videogame, nuano e si mescolano, interrompen- Overload ci porta anche in un siste- tragedia e non possiamo più inter- analogo a quelli nati nei primi anni dosi a vicenda, confondendosi e tra- ma informatico dove siamo guidati venire. Una bulimia ammaestrata di 2000, basati sull’esplorazione e su sportandoci nel sistema mediatico di da contenuti consigliati, simili, fatti informazioni che però possono solo percorsi a bivi, che permettono di oggi sovraccarico di informazioni che “apposta per noi”. Ma l’attenzione implodere. E noi con lei. modificare la trama, pur mantenendo Viola Lo Gioco la linearità del filo logico. Quello che si prova “vivendo” questo spettacolo (lo si vive anche tirando lattuga e ballando sul palco), è la sensazione di cambiar costantemente canale come facciamo quotidiana- mente a casa nostra. “ Riferendoci a questa quotidianità è il caso di far cadere l’occhio sul tema di Nell’ epoca fondo della messa in scena, ovvero la del rumore riflessione sul nostro tempo di atten- zione, che è ben riassunto da questa totale, citazione: “Nell’epoca del rumore tota- l’attenzione le, l’attenzione è la materia più rara”. è la materia Proprio questo lasso di attenzione vie- più rara. ne messo in discussione dalla costante @Filipe Ferreira presenza “on stage” di un acquario
4 @Filipe Ferreira Distrarsi, distrarsi sem- stano dalla narrazione, si tenta di riproporre pre. Perché la linearità spinto dall’ansia del alla fine, è il resoconto di un discorso ci annoia “non voglio perdermi di una giornata qua- e ci intimorisce il finale, nulla.” Dal tono comico lunque, o di una vita il resoconto, la soluzio- e sagace delle brevi gag, qualunque. Di un lasso ne. Questo il tema che arricchite da elementi temporale intervallato indaga la compagnia della cultura pop, si pas- costantemente da conte- teatrale Sotterraneo con sa a incursioni sempre nuti casuali che sceglia- Overload, spettacolo più sconnesse, irrazio- mo se seguire o meno, comico e tragicomico nali, assurde, che, come secondo la nostra volon- e, soprattutto, pauro- un turbine, determina- tà o indipendentemente samente realistico, che no un sovraccarico. So- dalla nostra volontà. riflette sulla nostra vrapposte l’una all’altra, La paura di rimanere capacità di mantenere le interruzioni, perdono “esclusi” se ci sconnet- l’attenzione. Il filo narra- progressivamente senso, tiamo si contrappone con due pesci rossi meccanici, i quali Wallace durante il suo monologo ha tivo viene arricchito stordendo il pubblico alla vita reale: il timore producono con il loro movimento un attirato la mia attenzione: “pensare e con contenuti speciali con la continua molti- di restare soli e riflettere costante e fastidioso suono di fondo. non smettere mai di farlo”. In que- che il pubblico sceglie plicazione dei contenuti. sulla nostra realtà ci I protagonisti sono principalmen- sta condizione mentale mi rivedo attivamente se vedere o Pur non palensando porta a cercare costan- te tre, i pesci sopra citati, il celebre tantissimo, è estenuante pensare di meno. Il pubblico, come esplicitamente nessun temente la distrazione e David Foster Wallace, ed il pubblico continuo a molte cose diverse, e, un ci si potrebbe aspettare, rapporto con la realtà, lo straniamento, senza stesso. po’ come nello spettacolo stesso, nella usufruisce sempre degli lo spettacolo ci risulta giungere a soluzioni Ed è proprio con lo scrittore in scena, mia mente si aprono in successione “extra”, bramoso di apri- estremamente familiare concrete, ma esaurendo che si arriva a un punto in cui l’in- “finestre” (si sa che bisogna farli arieg- re le porte del possibile e quotidiano, e stabilisce lentamente il tempo a terazione con gli astanti viene estre- giare gli spazi piccoli) che verranno per accedere ad altri un ponte più surreale nostra disposizione. mizzata; dopo averlo avuto davanti magari chiuse dopo una settimana. contenuti che si disco- che fantasioso. Ciò che Sara Hunda gli occhi per metà spettacolo, con lui Secondo Wallace “la scrittura è uno fuori scena vengono chiesti i dettagli svuotamento per ridurre la pres- “ di riconoscimento visivo del perso- sione”: anche per me è un beneficio naggio, il quale subito dopo come mentale e una valvola di sfogo, così gesto di sfida viene ributtato sul palco come accade al protagonista per la pensare e sostituito da un altro attore! scrittura dei suoi libri. non smettere Altre note di riflessione sul tema Il consiglio migliore che possa dare mai di farlo. dell’attenzione vengono fornite per a chi non ha ancora visto Overload ogni segmento della rappresentazio- è quello di non perdere il primo ne, in modo più o meno marcato, appuntamento possibile per godersi muovendosi sempre sulla linea emo- uno spettacolo eccentrico e denso tiva tra sconforto, divertimento, gioia di assurdità convenzionalmente non e tristezza. convenzionali. Uno degli incisi di David Foster Flavio Mangini @Carolina Farina
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