Storie di un piccolo mondo fantastico - ICS Zona Leda Aprilia
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Storie di un piccolo mondo fantastico Classi terze A-C Scuola Primaria “B. Lanza” DOCENTI : Borriello - Di Cunto - Di Santo - Pezzella - Tratto dal libro “L’alfabeto della Travaglione - Treglia. saggezza” A.S. 2020-2021 IC. “ G. ORZINI” PLESSO B. LANZA
PROGETTO LIBRANDOCI 2.0 STORIE SCRITTE ED ILLUSTRATE COLLETTIVAMENTE DAGLI A come amore – Racconto realistico: “Un’occasione ina- ALUNNI DELLE CLASSI : spettata” III C III A III B B come buona sorte - Mito: “Simonarca e Vandel” IIIC Battaglia Francesco Ahmetovic Marilena C come caleidoscopio – Favola: “Una rana troppo agile” Carpino Flavio Caissutti Martina III C = CARTELLONE DELLA RANA AGILE Compagnucci Daniel Cuclar Manuel Sahbaj Singh De Michele Desiree D come desiderio – Racconto fantastico: “Il virus fa una Galatanu Gabriele Di Marzo Michelle brutta fine” III C Leone Fabrizio Fasolilli Giulia E come esclusione – Racconto realistico: “Il falegname ac- Maira Alessio Gurgevic Gabriel cogliente” III C Mastrantonio Zoe Halilovic Beatrice Matei Adelina Halilovic Riccardo F come fedeltà – Favola: “La fedeltà premia sempre” III C Mendoza Ortega Agatha Martelli Manuel G come gratitudine - Racconto realistico: “Regalare e rin- Mori Carlotta Mazzoni Roberto graziare” III C Nardi Manolo Moscatelli Aurora Piva Noemi Pagnotta Gabriel H come hoplà – Fiaba: “Il gigante e la principessa” III C Poafa Raul Panepinto Adriano I come indecisione – Racconto realistico: “Che fatica sce- Portolano Ilenia Pavan Matilde gliere!” III C Puddu Anna Piras Giada L come libertà – Filastrocca: “Il gabbiano e i quattro ra- Rosca Giulia Rani Diya gazzi” III C Sgarra Francesco Serra Diego Singh Sandro Singh Ekampreet M come mira – Haiku: “Un mondo pulito” III C = CAR- Spagnolello Davide Singh Manvir TELLONE DEL MARE Spagnolello Giorgia Singh Ramandeep N come non violenza – Favola: “Miele, Castagna e Ciccio” Trilli Noemi Soleo Valentino III A Volpicelli Giorgia
Z come zelo P come perdono – Fiaba: “Il re pasticcione” III A Primavera in fiore Q come qui e ora – Racconto realistico: “Cosa farò da Testo poetico (Haiku) grande?” IIIA L’albero di mele si specchia R come riflessione – Racconto fantastico: “Il piccolo sag- gio” III A Nel sole lucente. Il cuore si è riempito di emozione. S come silenzio – Racconto fantastico: “La pizza chiac- chierona” III A La natura è in fiore, T come tolleranza – Racconto realistico: “Le tre sorelle Il sole riscalda con zelo le foglie. dispettose” III A Gioia e felicità mi dipingono il volto. U come unità – Filastrocca: “Insieme siamo felici” III A = V come verità – Leggenda: “La viola mammola” III A Z come zelo – Haiku: “Primavera in fiore” III A = CAR- TELLONE DI PIXEL ART SULLA PRIMAVERA
A come amore Cominciò a fare marachelle, a negare e ad accusare qual- Racconto realistico: Un’occasione inaspettata cun altro, che puntualmente veniva punito al posto suo. Tuttavia, presto gli amici fiori si accorsero del suo mo- do di fare e cominciarono a prendere le distanze. La maestra Carmelina vuole sempre aiutare i bambini in difficoltà come le sue adorate alunne Sara e Ambra. Un Nessuno voleva più esserle amico. Così, Lilly si ritrovò so- giorno Carmelina non va a scuola, perché ha preso un la. Quando se ne rese conto, ne parlò con la sua mamma e brutto raffreddore. Ma Ambra e Sara non la prendono be- le raccontò tutta la verità. La mamma le disse: - Non ave- ne: Ambra ha bisogno di aiuto perché è ipovedente e an- re paura di dire la verità, sempre, anche quando temi che che Sara sente di essere parecchio in svantaggio perché è io possa arrabbiarmi o rimproverarti. Sii coraggiosa, chie- ipoacustica. I compagni della classe II C cercano di aiuta- di scusa. Vedrai che nessuno più ti metterà da parte e tut- re le amichette, tentando di farle sentire a loro agio e ti torneranno ad esserti amici. spiegando loro gli argomenti di studio. Adottano delle Allora Lilly obbedì alla sua mamma. Ritrovò la serenità e strategie insolite, come ad esempio un innovativo e fu di nuovo serena con sé stessa. Ma, nel frattempo, era strambo linguaggio dei segni. Quando la loro insegnante diventata viola per la vergogna di aver commesso quelle rientra dalla settimana di malattia, tutti gli alunni la ve- malefatte e di non essere stata onesta, leale e sincera con dono entrare con due borse enormi piene di libri, quader- chi le voleva bene. Quel colore non le piaceva proprio e si ni e tutto il materiale destinato al recupero delle lezioni, rammaricava notte e dì del suo nuovo aspetto. ma Carmelina ignora il grande contributo della classe intera nell’aiutare Sara e Ambra. Fu allora che accadde qualcosa di meraviglioso: le sue so- relle e i suoi fratelli, avendo apprezzato il coraggio di Lilly L’insegnante affannata esclama: - Per tutte le mele fritte, nel rivelare anche i suoi aspetti meno piacevoli, decisero di dobbiamo sbrigarci! Abbiamo tanto da fare! premiarla e di tingersi del colore violaceo. Anche le altre viole fecero lo stesso e iniziarono a germogliare insieme in primavera affinché Lilly non si sentisse più un fiore triste e abbandonato. Lilly allora comprese che la verità ha una forza superiore a qualsiasi menzogna: è capace di far rifio- rire tutto ciò che la menzogna devasta.
U come Unità Testo poetico (filastrocca): Insieme siamo felici Se tu dai una mano a me, io ne darò una a te. Senza me e senza se Io diventerò parte di te. Per ottenere l’unità Bisogna essere la metà, ragionare con bontà e in cambio avremo la felicità. Insieme siamo felici E se vuoi, diventeremo amici! A questo punto, Sara e Ambra si alzano per abbracciarla V di verità dicendole con un tenero sorriso: - Sai maestra noi abbia- mo studiato già tutte le discipline in questi giorni, grazie Leggenda: La viola mammola. al sostegno dei nostri favolosi compagni, che non ci hanno Tanto tempo fa le viole non erano tutte dello stesso colore fatto percepire la tua mancanza anche se noi ti vogliamo e non fiorivano tutte in primavera. In quegli anni nacque un gran bene e per le tue piccoline sarai sempre insosti- una viola di nome Lilly, un fiore bellissimo, bianco, ma tuibile! Alla maestra brillano gli occhi, ma non vuole dar- tanto bugiardo. Un giorno, per caso aveva scoperto che lo a vedere. Commossa, sorride e piena di entusiasmo di- dicendo le bugie, poteva allontanare rimproveri e puni- stribuisce delle caramelle a tutti i bambini della II C. zioni, scaricandoli su qualcun altro, per esempio, su suo fratello Lilù.
B come Buona sorte. T di tolleranza Mito: Simonarca e Vandel Racconto realistico: “Le tre sorelle dispettose” All'origine dei tempi sulla Terra vivevano solo orchi e creature mostruose. Il re degli orchi, Simonarca, un orco generoso e compassionevole, si preoccupava del benesse- In un paesino di provincia viveva una bambina brunetta re di tutto il suo regno. Ma un giorno, suo fratello Van- di dieci anni, di nome Alessia, che aveva due sorelle ge- del, invidioso del suo trono e della sua popolarità, si recò melle: una che si chiamava Carlotta e l’altra di nome dal drago Malevolus, una creatura spaventosa a tre teste, Zoe. per chiedergli di bruciare tutto il paese, addossando la Vicino alla loro casa abitava il cugino più piccolo delle tre colpa a Simonarca e scatenando, in questo modo, l'ira de- sorelline, Fabio, che adorava la compagnia delle cuginette gli orchi alleati degli altri paesi. Quando Vandel incontrò grandi, ma che purtroppo non era ricambiato. Malevolus, il drago si meravigliò della sua richiesta e gli chiese immediatamente: - Perché vuoi rovinare la vita di Infatti, Alessia, Carlotta e Zoe lo prendevano sempre in tuo fratello, il tuo regno e anche una generazione di or- giro perché era il più piccino della compagnia di gioco ed chi, così prestigiosa? era anche il più basso. Quando lo chiamavano E aggiunse: - Rifletti: hai una moglie stupenda! È enor- “nanerottolo” e gli facevano tanti dispetti, Fabio sentiva me, verde e riccamente adornata da foruncoli. E non solo, molta amarezza nel suo cuore. Allora, un giorno, il picco- lei ti ama tanto! Vivi in agiatezza in un castello meravi- lo di famiglia smise di essere così tollerante e iniziò a di- glioso e tutta la tua famiglia si fida di te. Cosa vuoi di fendersi e a ribellarsi alle loro richieste e alle loro mara- più? chelle. Di fronte a quel nuovo atteggiamento sfidante, le Ma Vandel continuava disperatamente a chiedere il suo tre ragazzine si resero conto che non avevano avuto un intervento e ripeteva di continuo la parola VOGLIO e an- buon comportamento con Fabio, si scusarono e gli promi- che la parola ASSOLUTAMENTE. sero che non lo avrebbero chiamato mai più "nanerottolo". I quattro bambini capirono l’importanza del rispetto e dell’affetto reci- proco
S come silenzio Racconto fantastico: LA PIZZA CHIACCHIERONA Così il drago, indispettito e rammaricato per il suo com- Due fratelli pizzaioli, Ciap e Ciop, un giorno, mentre in- portamento, lanciò le sue lingue di fuoco su di lui e men- fornavano una gustosa pizza Capricciosa, chiacchierava- tre Vandel si lamentava per il dolore della sua punizione, no così tanto, che, quando la tirarono fuori dal forno, la lui disse: - Tu non hai meritato le gioie che la vita ti ha pizza era troppo cotta, ma era anche diventata “umana” regalato e per questo adesso ti brucerò! con due mani e con due piedi! Fu così, che da quel momento, i draghi divennero i fedeli A dir la verità, sembrava anche parecchio infastidita! Ap- alleati degli orchi buoni e li aiutarono nelle loro battaglie pena fu messa sul bancone, la pizza, davanti agli occhi contro qualsiasi nemico. sbalorditi dei pizzaioli disse: - E voi che cosa pensate di fare? - Mentre i due fratelli cercavano una risposta ragionevole in quella situazione che sembrava così assurda assurda, in un batter baleno la pizza scappò via e si nascose in un cespuglio nel giardino all’esterno della pizzeria. Lì fuori i tavoli erano pieni di persone che conversavano tra di loro e il continuo ciarlare portò una talpa di nome Benjamin ad uscir fuori dalla sua tana. Benjamin, disturbato dal suo sonno profondo, saltò fuori dal cespuglio e sentendo l’odore della pizza, se la mangiò in un sol boccone. La piz- za era distratta da tutti quei suoni e non ebbe il tempo di rendersi conto del pericolo. Meglio parlare quando serve che parlare sempre.
C come caleidoscopio. R come riflessione Favola: “Una rana troppo agile” Il piccolo saggio. Racconto fantastico In uno stagno, la rana Sofia si esercitava di giorno e di notte per una gara di “corsa con salto”, che voleva assolu- Alex è un bimbo di cinque anni con i capelli tamente vincere. Di notte faceva centinaia di flessioni rossi e gli occhi blu come il mare. Ha sem- sulle ninfee, infastidendo le sue amiche rane che voleva- pre voglia di giocare ed è dolce ed intelligen- no dormire. Un giorno, le rane dello stagno si riunirono e te, ma la mamma lo rimprovera spesso, di- decisero di costringere Sofia a trovarsi una nuova casa, cendogli che ha difficoltà ad ascoltare ciò una nuova foglia su cui abitare, in un altro bacino d’ac- che gli adulti cercano di insegnargli. qua. Sofia, quando seppe della decisione delle sue compa- gne, accettò tutto e aggiunse: - Andrò via per non infasti- Il piccolo giocherellone non sopporta più le ramanzine e dirvi più, ma voi non sapete che io sto cercando di portare vuole sentirsi libero di esplorare quello che vede intorno avanti il buon nome delle rane nella competizione contro a sé e fare delle nuove esperienze. Così, allontanandosi di i rospi, per questo m’impegno tanto e mi esercito anche di nascosto dal suo paesino, si ritrova in un bosco di canne notte! di bambù. Ad un tratto, tra il fogliame, vede muoversi mamma panda e il suo cuccioletto Mirko. È irretito da Il giorno della gara di corsa, la rana Sofia, dopo tutte quello che vede: Mirko è libero di arrampicarsi e la madre quelle notti insonni, non si manteneva in piedi, ma incre- lo guarda con amore e fiducia. Vorrebbe sentire la stessa dibilmente vide in lontananza tutte le sue compagne rane approvazione in casa sua e inizia a provare nostalgia. Tra che facevano il tifo per lei e riuscì a riprendere la forza le lacrime dice: - Perché con lei non è così? Perché per lei per vincere il trofeo. non sono bravo? A queste parole, mamma panda con dol- Le sue amiche, infatti, avevano capito il motivo profondo cezza risponde: - Forse dovresti ascoltare le sue parole e che spingeva Sofia verso tutti quegli allenamenti este- dimostrarle che può aver fiducia in te perchè sei in grado nuanti. Esse avevano finalmente compreso gli ideali che di riflettere su ciò che è giusto fare. si celavano dietro i sacrifici di quella rana determinata e Alex finalmente ha capito come comportarsi e, con grande avevano deciso di sostenerla e di essere tollerante con lei, entusiasmo, torna a casa e dice alla sua mamma: - Mi sei accogliendola di nuovo nello stagno. mancata, ho sbagliato ad allontanarmi, ma ho fatto un'e- È sempre opportuno osservare e comprendere con atten- sperienza fantastica e voglio raccontartela! La mamma zione gli eventi che accadono intorno a noi. lo abbraccia ed è fiera di lui.
Q come qui e ora Racconto realistico: “Cosa farò da grande?” Un giorno Mario e Luca s’incontrano in palestra e inizia- no a parlare della giornata trascorsa a scuola. Mario è convinto che avrà la pagella migliore di Luca con tutti dieci, ma Luca afferma: - Tu non puoi sapere già cosa ac- cadrà, magari prenderai qualche insufficienza! – Non è possibile! - Grida Mario, attirando l’attenzione dell’inse- gnante di Karate. Il maestro Giovanni li osserva pensie- roso e poi spiega loro che è impossibile fare delle previ- sioni certe per il futuro e che non è giusto litigare per qualcosa che non è ancora avvenuto. Ma i due impuniti, dopo pochi minuti, cominciano di nuo- vo a battibeccare sulle loro aspettative. Questa volta è Mario a dare il via alla discussione, dicendo: - Allora se siamo a questo punto, io ti dico che sono convinto di di- ventare il miglior Karateka al mondo! Luca riflette un attimino e poi scoppia a ridere, facendo arrabbiare ancora di più Mario. Così tra una risata e un gesto di stizza, i due si sono iso- lati dal gruppo e non stanno eseguendo gli esercizi di al- lenamento. Il maestro Giovanni arriva infuriato e gli di- ce: - Dal momento che ho sentito parlare di campioni in- discussi, vi farò fare tanti esercizi fino a sera per ottene- re i vostri risultati futuri! Quando giunge la sera, Luca e Mario sono stanchissimi e si sono pentiti dei loro discorsi in- concludenti; hanno imparato la lezione e pensando a godersi il presente, decidono di andare a mangiare una buona pizza insie- me
D come desiderio Il mago spiegò a tutti la vicenda e fu allora che capitò un Il virus fa una brutta fine! qualcosa di insolito: un corteo lunghissimo, costituito da Racconto fantastico tutti gli abitanti del suo regno si mosse verso il suo palaz- zo e lo acclamò così dicendo: - Sire, noi siamo orgogliosi di averla come nostro regnante e la perdoniamo per questo Nell'anno 2020 un virus molto cattivo di nome Covid 19 episodio. Piuttosto lei dovrebbe perdonarsi per qualche infestava il pianeta Terra. Il virus era così malvagio da piccolo errore e considerare tutto il suo valore al di là di impedire ai bambini di uscire all'aria aperta e di stare qualsiasi rigida etichetta di palazzo. Da quel momento il tutti insieme. Essi infatti erano costretti a starsene tut- re divenne sicuro delle proprie capacità e felice di riceve- to il tempo con le mascherine e con i guanti per proteg- re l’approvazione dal suo popolo. Decise quindi anche di gersi ed evitare il contagio. Non potevano abbracciarsi, rivedere le regole di corte e di dare più spazio alla sua farsi il solletico e neanche scambiarsi le figurine. Un bel spontaneità. giorno però arrivò il signor Mondo a salvare i piccini. Stanco di vedere tristi i suoi amati pupilli, fece una ma- gia chiamata il Miracolo del Sorriso: da quel momento i bambini che si contagiavano, non smettevano più di sor- ridere, anche i più musoni! Nei casi più gravi si amma- lavano di risate a crepapelle e l'unico modo per farli smettere era di offrire loro un ottimo gelato al cioccolato e fiordilatte. Il signor Mondo divenne molto soddisfatto del suo ope- rato e finalmente rivide i volti sereni e gioiosi dei suoi piccoli amici.
P come perdono - IIIA Fiaba: Il re pasticcione C’era una volta un re pasticcione che viveva in un palazzo enorme, ricco e sontuoso. Sua maestà era ammirato da tutti i re dei villaggi vicini. Il re Alfonso, però, non si sen- tiva all’altezza del suo ruolo: aveva continuamente la sen- sazione di essere messo in discussione da tutti gli abitanti del palazzo, da chiunque, finanche dai suoi servi! Infatti nella sua dimora c’era un rigido elenco di norme di com- portamento, che re Alfonso puntualmente dimenticava e non riusciva a rispettare. Dopo un inverno particolarmente rigido, nella stagione successiva erano previste una serie di occasioni pubbli- che, durante le quali tutti gli abitanti del villaggio avreb- bero avuto gli occhi puntati su di lui e il monarca iniziava a vivere questa fase con molta ansia ed apprensione. Così decise di interpellare il mago di palazzo per avere una po- zione in grado di poter fargli aumentare la memoria. Ma il mago non possedeva la capacità di creare questa pozio- ne e allora gli propose un altro incantesimo: lo avrebbe tramutato in un’altra persona, un altro re impeccabile e osservante di tutti i dettami dell’etichetta di palazzo. Il giorno in cui presero avvio le gare di atletica del villag- gio, il re Alfonso tenne un discorso intenso e commovente, sorprese chiunque per la sua spigliatezza e per la sua ca- pacità di essere al centro dell’attenzione con garbo e natu- ralezza. Eppure tutti i cittadini del suo Paese si resero conto che qualcosa non quadrava. I loro sospetti furono avvalorati dopo poche ore, quando improvvisamente l’in- cantesimo si esaurì e re Alfonso tornò quello di sempre, un uomo pasticcione e imbranato. Resosi conto della brut- ta figura, il re scappò immediatamente e si rinchiuse nel- la sua stanza privata.
E come esclusione Nel frattempo, nella piazza del paese, Alfredo si vantava del suo bestiame e della bravura con cui era riuscito ad Racconto realistico: “Un falegname accogliente” allevarlo. Quando si diffusero le chiacchiere tra le comari, Ernesto, essendo venuto a conoscenza dell’accaduto e so- spettando di Alfredo, decise di affrontarlo e di incolparlo Tanto tempo fa, in un piccolo borgo arroccato su di un’al- pubblicamente del furto delle sue pecore. Ma Alfredo si tura, viveva un falegname di nome Ambrogio, un uomo finse una brava persona e si difese dicendo: - Sei soltanto coraggioso ed accogliente. Il vecchio artigiano viveva in un imbroglione! Mi accusi di fatti che non sono mai acca- cima ad una montagna bellissima e le sue giornate passa- duti perché speri di ottenere i miei animali. vano lente tra il lavoro di taglialegna nel bosco e la co- struzione di oggetti e mobili creati con amore, nella sua Ad un certo punto, per effetto di un incantesimo magico, piccola bottega. le pecore iniziarono a parlare e raccontarono a tutti i pre- senti la verità, smascherando l’impostore. Ma com’era po- Un bel giorno di primavera fu chiamato da un nobile si- tuto accadere? gnore a recarsi in città per un lavoro importante. Mentre si affrettava per giungere alla stazione e dare inizio al Il vecchio saggio del paese, Don Alfio, altri non era che il suo lungo viaggio in treno, incontrò un bambino di nome Mago della Verità, che da parecchio tempo assisteva alle Giacomo che gli raccontò di aver perduto i suoi genitori in malefatte di Alfredo e finalmente aveva deciso di punirlo. un tragico incidente e di essere rimasto solo e povero, poi- Quando finalmente la verità e la giustizia trionfarono, ché i suoi amici e parenti non volevano né adottarlo e né Ernesto, il pastore più onesto del paese, fu ricompensato aiutarlo in alcun modo. dal mago con altre trenta pecore giovani e sane, mentre Alfredo fu bandito dal villaggio. Il falegname, che era un uomo molto generoso e acco- gliente, pensò tra sé e sé: - Povero fanciullo, come potrà mai sopravvivere in queste condizioni, se non me ne prenderò cura? - Allora, durante il tragitto verso la città, prima che Giacomo scendesse dal treno e che fosse troppo tardi, decise di aiutarlo e di offrirgli un lavoro. Nonostante fosse consapevole del fatto che il bambino non avesse alcuna esperienza, né come taglialegna, né come falegname, decise di portarlo con sé e di adottarlo, offrendogli una vita piena di affetto. Giacomo accettò su- bito e tra i due nacque fin da subito un legame speciale.
O come onestà Racconto fantastico: Ernesto il pastore onesto C’era una volta un povero pastore di nome Ernesto, che aveva soltanto cinque pecore. Tuttavia, poiché le pecore erano giovani e in salute, Ernesto era molto invidiato da- gli altri pastori del paese. Una notte, mentre le sue peco- re ancora dormivano, Alfredo, uno fra questi uomini gelo- si, scambiò le sue pecore anziane con quelle giovani di Er- nesto. Al risveglio, andando nell’ovile, il pastore si accor- se che quelle che vedeva non erano le sue pecore e iniziò a disperarsi.
Lettera F Fu così che Miele si fermò per un momento, ma poi, con- siderando le piccole dimensioni dell’animale, decise di Favola: La fedeltà premia sempre addentarlo. Fortunatamente Ciccio rotolò via, ma un at- timo dopo, i due cani iniziarono ad inseguirlo. Dopo un po’ arrivarono tutti e tre in prossimità di un albero cadu- La civetta Lena viveva in un albero capitozzato, in un to e Ciccio era in trappola. Così, prese coraggio e disse nido costruito con qualche morbido fiore per accogliere i loro: - Perché vi ostinate nel volermi fare del male? Io suoi pulcini. Quando si schiusero le uova, i quattro picco- non vi ho fatto niente! Ho mostrato i miei aculei perché li appena nati avevano tanta fame. Purtroppo però, in ero impaurito. Gli aculei sono solo un avvertimento e una quell’anno, anche durante la stagione primaverile le forma di difesa, non volevo pungervi. piogge abbondavano sia di giorno, che di notte e Lena provava fatica a proteggere i suoi cuccioletti dall'acqua I cuccioli allora capirono di aver commesso un errore nel scrosciante e a trovare qualche piccolo insetto per nutrir- considerare un pericolo quel grazioso animaletto e si scu- li. Un giorno arrivò sul suo ramo un cuculo di nome Ger- sarono con Ciccio. Dopodiché iniziarono a giocare spesso mano, che disse a Lena: - Ma chi te lo fa fare di restare insieme e a creare una bellissima amicizia. qui impalata a prendere pioggia e a morire di fame? La non violenza porta sempre alla pace e all’armonia. - A me dispiace di vederti denutrita e disperata. Se tu mi lasci il tuo nido, ti offro un paio di topolini e ti prometto di occuparmi dei tuoi cuccioli. Quando Lena sentì parlare di topolini, le venne un bron- tolio nello stomaco e l'acquolina in bocca, ma aveva a cuore di più il bene della sua famiglia, non si fidava del cuculo e decise di restare ferma lì. Passarono i giorni e al termine delle piogge la situazione fortunatamente cam- biò. Il sacrificio di mamma civetta fu impegnativo, ma diede i suoi frutti: gli uccellini crebbero forti e in salute e dopo una sola settimana, la primavera ritornò ai suoi splendori e riscaldò i loro cuori pieni d'amore. La fedeltà premia sempre.
M come Mira Testo poetico (Haiku): “Un mondo pulito” Il mondo che ho in- torno: plastica, cemento e rifiuti. Come posso rimedia- re? Collaboro e creo Il mondo che vorrei: pulito, sano, colorato e felice. N come non violenza Favola: Miele, Castagna e Ciccio Un giorno , in un bosco pieno di alberi e di piante di tante specie, due cagnolini di nome Miele e Castagna incontra- rono Ciccio, un riccio simpatico e disponibile. Inizialmen- te ne ebbero timore, perché Ciccio, spaventato anch’esso, mostrò immediatamente gli aculei. Allora Miele, da cane lupo e da buon guardiano quale era, mostrò a sua volta i suoi dentoni. Ma Castagna lo ammonì dicendo: - Miele fermati! Non pensare di mordere questa palla di spine perché potresti farti molto male!
G come gratitudine L come libertà Racconto realistico: Regalare e ringraziare Testo poetico (filastrocca): “Il gabbiano e i quattro ragazzi” Negli Stati Uniti d’America, tanti anni fa, il milionario Simon O’Neil, un uomo anziano, generoso e molto prodigo In una città quattro ragazzi e un gabbiano nei confronti della sua comunità cittadina era il perso- naggio più in vista del suo tempo. Era divenuto ricco gra- Parlavano felici e lui volava piano. zie alle industrie e ai patrimoni famigliari e aveva l’abi- Di tanti palazzi c’era varietà, tudine di donare mensilmente tanti soldi alle persone più bisognose della sua città. ma il gabbiano White non aveva la felicità. Il giorno di Natale dell’anno 1997, Simon ricevette gli au- guri del Presidente americano e ne fu onorato, ma non Voleva il mare, voleva viaggiare, ebbe neanche un biglietto di auguri o di ringraziamento ma in città era costretto a stare. da parte dei cittadini di New York. Non poteva credere che nessuno della sua città avesse avuto un pensiero di riconoscenza nei suoi confronti. Allora i ragazzi lo lasciarono andare Fu così che diventò molto triste e decise di smettere di E su nel cielo cominciò a volare. regalare i suoi averi al prossimo. Allora, tutti gli abitanti Capirono che il bene più bello che c’è si accorsero del suo cambiamento e vollero scrivergli una lettera di ringraziamento, accompagnata da un colorato e È la libertà di essere quello che si è. gustoso cesto ricco di ogni bendidio. Quando Simon rice- vette i doni dei suoi amati concittadini, pensò di aver sba- Voleva il mare, voleva viaggiare gliato a pensar male di loro e riprese a fare delle generose offerte ai più indigenti, perché regalare e ringraziare so- E nel cielo, felice, si librò a volare. no le caratteristiche principali di un cuore puro.
I come indecisione Che fatica scegliere! Racconto realistico In una piccola campagna del sud del nostro Paese vivono due fratelli di nome Aurora e Stefano. I due bambini van- no molto d'accordo e trascorrono insieme tante ore gio- cando. Ma, essendo entrambi tanto indecisi su tutto, pas- sano la maggior parte del tempo a pensare se è più o me- no divertente fare un gioco anziché un altro. Sono sempre in dubbio se fare il gioco del nascondino, dell'acchiappa- rella, il gioco della campana oppure quello della palla av- velenata. Un giorno mamma Francesca e papà Federico propongono ai due ragazzini di visitare la città, dicendo- gli che avrebbero potuto scegliere loro dove recarsi. I due fratelli iniziano a valutare quali posti avrebbero voluto visionare per primi. Aurora vuole andare al parco-giochi, al Luna park e ai negozi di giocattoli, invece Stefano vuo- le visitare lo stadio e vuole andare al cinema e al parco commerciale. Intanto le ore passano e non riescono ad ac- cordarsi. Improvvisamente la mamma viene a chiamarli per il pranzo e i due fratelli si rendono conto che hanno sprecato mezza giornata inutilmente a causa della loro indecisione.
H come Hoplà Ma Colossal, creatura molto astuta oltre che grandiosa, mangiando una caramella magica riuscì a conquistare Fiaba: Historia e il gigante Colossal anche le sembianze di un bellissimo principe e, pieno d’orgoglio, si mostrò a Historia, la quale gli disse: - Caris- simo mio principe ti avrei sposato comunque, perché tu C’era una volta una meravigliosa principessa di nome Hi- per me ci sei sempre stato, mi hai aiutato nei momenti storia, che viveva in un villaggio molto piccolo. La giova- più difficili e hai superato per me ardue imprese. Tu sei il ne ragazza dai capelli rossi temeva tantissimo il gigante mio gigante buono e voglio stare con te tutto il resto della Colossal, che abitava in una radura al di là delle monta- mia vita!. gne. Un giorno Colossal oltrepassò la catena di monti e invase il paese della futura regina. Historia non avrebbe mai creduto ai suoi occhi, se le orecchie non le avessero confermato quanto segue: quando l’omone si presentò di- nanzi a lei, tutta tremante, le chiese semplicemente: - Principessa avresti qualcosa da farmi fare? Mi sento mol- to solo laggiù in disparte e vorrei esserti utile! -La principessa pensò subito alla brutta malattia del suo amato padre e al modo con cui guarirlo. Infatti ordinò al gigante di andare nella Foresta della Disperazione a cer- care le caramelle magiche, che lo avrebbero salvato. Le caramelle erano custodite da un clan di giganti nemici che Colossal avrebbe dovuto affrontare. L’enorme uomo accettò la sfida pur di essere ammesso a far parte della corte reale e partì all’avventura. Sebbene i suoi avversari fossero il doppio dei suoi cinquanta metri, per fortuna era molto agile nel combattimento e dopo un’intera settimana di feroci battaglie, ritornò al castello con mille caramelle magiche. Con quel lauto bottino, il padre di Historia gua- rì e come ricompensa la principessa decise di sposarlo, nonostante il suo aspetto poco gradevole e maestoso.
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