Breda: "Sblocco Tirrenica, primo passo positivo"

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Breda: "Sblocco Tirrenica, primo passo positivo"
26 Marzo 2020 -

Breda: “Sblocco Tirrenica, primo passo
positivo”

SCARLINO – La notizia della votazione dell’emendamento al Milleproroghe che,
come sembra, consente lo sblocco per il completamento del Corridoio
Tirrenico, è arrivata pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro dei due
Tavoli per lo sviluppo nati a Grosseto e Livorno proprio per sostenere le
richieste dei territori e di cui la realizzazione delle infrastrutture

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costituiscono l’argomento principale.

Il mondo economico e dei lavoratori delle due città, presente all’evento, ha
dunque espresso apprezzamento: “Si tratta di una novità che arriva con un
ottimo tempismo” è stato il commento del presidente della Camera di commercio
della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda.

Un momento storico, quello vissuto ieri, in cui le due province si sono
alleate e unite per rivendicare il diritto allo sviluppo. Nonostante le
manifestazioni dei mesi scorsi infatti, c’era preoccupazione nel mondo
economico che non aveva avuto risposte concrete dalle istituzioni, se non
rassicurazioni.

“Questo è un primo passo positivo -ha proseguito Breda- a cui devono però
seguire altre azioni concrete. È importante non perdere di vista il percorso,
che è lungo e complesso, senza facili entusiasmi. Continueremo a seguire
l’evoluzione di questa vicenda dello sblocco, fondamentale con la massima
attenzione. Saremo presenti a Roma nei futuri incontri con il Ministero
insieme all’assessore Ceccarelli proprio per questo e i componenti del Tavolo
saranno puntualmente informati”.

I due Tavoli per lo sviluppo proseguiranno inoltre tutte le attività avviate
per coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni, come i Comuni, e i
cittadini, sulle azioni da avviare per sostenere la competitività dei
territori.

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Scarlet Lady: prima di Fincantieri per
Virgin Voyages

TRIESTE – Presentazione nello stabilimento di Sestri Ponente di Scarlet Lady,
prima di quattro navi da crociera commissionate a Fincantieri da Virgin
Voyages, nuovo operatore del comparto crocieristico e brand del Gruppo Virgin
di Sir Richard Branson.

Alla cerimonia sono intervenuti, fra gli altri, il presidente e
amministratore delegato di Virgin Voyages Tom McAlpin, il presidente della
Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova, Marco Bucci, accolti dal

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presidente di Fincantieri Giampiero Massolo e dall’ad Giuseppe Bono.

Scarlet Lady ha una stazza lorda di circa 110.000 tonnellate, è lunga 278
metri e larga 38. La sua gemella, Valiant Lady, attualmente in costruzione
presso lo stesso cantiere, verrà consegnata nel 2021, mentre la terza e la
quarta unità, ancora senza nome, prenderanno il mare rispettivamente nel 2022
e 2023. Saranno tutte dotate di oltre 1.400 cabine in grado di ospitare a
bordo più di 2.770 passeggeri, assistiti da un equipaggio di 1.160 persone
per garantire lo stile distintivo di Virgin. La qualità della vita a bordo è
garantita dalla certificazione “comfort class”, che attesta livelli minimi di
rumore e vibrazione percepiti, e da un utilizzo estensivo della domotica,
grazie alla quale gli ospiti sono in grado di gestire un’ampia serie di
funzioni della cabina (condizionamento, illuminazione, apertura e chiusura
delle tende, musica e televisione) attraverso una app da installare sul
proprio smartphone.

La nuova unità si caratterizza per il design originale e per la particolare
attenzione prestata al recupero energetico grazie all’utilizzo di tecnologie
alternative e all’avanguardia nel settore capaci di ridurre l’impatto
ambientale complessivo. Scarlet Lady è infatti dotata di un sistema di
produzione di energia elettrica da circa 1 MW che utilizza il calore di
scarto dei motori diesel. È inoltre installata, oltre ad un sistema di
scrubber per lo smaltimento degli ossidi di zolfo, anche una marmitta
catalitica capace di abbattere anche gli ossidi di azoto. La nave è
interamente allestita con luci led per la riduzione del consumo energetico,
mentre il design idrodinamico dello scafo può assicurare performance
eccellenti, con un conseguente risparmio di carburante.

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Trieste primo porto italiano per
tonnellaggio totale

TRIESTE – Trieste si conferma nel 2019 primo porto d’Italia con 62 milioni di
tonnellate movimentate, a cui si aggiungono 4 milioni di Monfalcone.

L’anno appena concluso ha messo a segno due importanti traguardi. Da un lato
il traffico container ha registrato lo sviluppo più dinamico, toccando i
790.000 teu con un incremento del +9% sul 2018. Si tratta del record storico
per il porto, oltre che dell’aumento più alto fra tutti i settori
merceologici.

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Dall’altro il traffico ferroviario, già fortemente irrobustito negli ultimi
anni, porta al consolidamento dei dati raggiunti nel 2018, arrivando al
traguardo di 10.000 treni e 210.000 camion tolti dalla strada.

“Per quanto riguarda i treni – conclude D’Agostino – i risultati raggiunti in
questi anni sono stati estremamente incoraggianti, sia dal punto di vista
della performance che ha portato al raddoppio dei numeri dal 2014 ad oggi da
5.000 a 10.000 treni, sia per quanto riguarda il percorso di investimenti
futuri nel settore ferroviario che ammontano a 200 milioni di euro. Ora si
aprono nuove sfide. Già nel 2019 sono partiti i cantieri di Campo Marzio. Ma
il 2020 sarà l’anno dell’avvio dei lavori più importanti”.

Va rilevato che nel settore dei container, il 56% del traffico sbarcato o
imbarcato a Trieste nel 2019, ha usato la ferrovia. Questa quota è in
continua crescita e già oggi supera la quota che l’Ue ha posto come obiettivo
del traffico ferroviario europeo di merci per il 2050 (che è del 50%). Anche
nel settore delle autostrade del mare, nonostante la contrazione dei
traffici, la ferrovia sta acquisendo un valore rilevante: il 29% di tutti i
camion imbarcati o sbarcati a Trieste (principalmente da/verso Turchia)
nell’anno appena concluso, sono stati trasferiti su treno.

Per quanto riguarda i singoli settori merceologici, stabili le rinfuse
liquide che si attestano sopra a 43 milioni di tonnellate movimentate
(+0,30%). In crescita il settore delle rinfuse solide che registra un
incremento del +3% con 1.700.000 tonnellate movimentate.

Rallentano invece le merci varie (-5%), in discesa a causa del risultato
negativo del comparto ro-ro (-24%) che passa da 299.000 unità transitate nel
2018 a 228.000 nel 2019. Tale risultato ha portato alla lieve flessione (-1%)
dei volumi totali del porto da 62.600.000 a 62.000.000.

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Il futuro di Venezia e Chioggia passa
dal porto

VENEZIA – “Il futuro della Città-porto passa inevitabilmente per lo sviluppo
delle attività degli scali di Venezia e di Chioggia”. Così ha esordito il
presidente della AdSp del mare Adriatico settentrionale Pino Musolino
intervenendo al convegno ”E se rovesciamo Venezia?”.

Il ripristino dei pescaggi dei canali portuali, come da Piano regolatore
portuale vigente, tema sul quale peraltro l’attenzione dell’AdSp è stata
massima fin dal 2017, è un elemento necessario ma non sufficiente a garantire

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il futuro di Venezia e dei veneziani. Occorre dare seguito ai progetti già
approvati per individuare e poter usare i siti di conferimento e sbloccare il
nuovo Protocollo Fanghi, consentendo così all’AdSp di utilizzare le ingenti
risorse già accantonate per procedere con i necessari dragaggi, va inteso
come un primo passo verso la costruzione del porto del futuro.

E’ un primo passo per sostenere un tessuto produttivo, economico e
occupazionale che può già contare su 1.260 aziende a Porto Marghera e 322
aziende a Chioggia, 21.175 addetti e un valore annuo di 6.6 miliardi di euro
pari al 27% della ricchezza prodotta nel comune di Venezia e al 13%
nell’ambito metropolitano.

Un impatto che, se valutato su scala nazionale, aumenta enormemente, dato che
il sistema portuale veneto produce, in modo diretto, indiretto e attraverso
l’indotto, 21 miliardi di euro all’anno e sostiene 92.284 posti di lavoro.

Andando oltre la fotografia attuale, ha continuato Musolino, è necessario
tenere presente che il nuovo ruolo dei sistemi portuali è quello di hub
territoriale primario, a condizione che vi si riscontrino almeno quattro
elementi: l’integrazione di tutte le modalità di trasporto (terra, ferro,
mare, fiume), la presenza di un complesso produttivo – industriale che
soddisfi i bisogni di materie prime delle aree circostanti e in grado di
avere infrastrutture capaci di attrarre traffici internazionali, la presenza
di un centro logistico che offra servizi a valore aggiunto per e sulla merce
e la presenza di attività turistiche e di intrattenimento che siano anche
inserite in contesti che forniscano servizi di terziario avanzato.

Sono tutti elementi nella piena disponibilità del sistema portuale Veneto. E’
necessario dunque dare concretezza alle nostre potenzialità, inserendo
nell’equazione Porto-Sviluppo l’elemento fondamentale dell’innovazione.
Quell’innovazione che vede oggi l’Autorità di Sistema portuale del mare
Adriatico settentrionale tra le più dinamiche realtà nazionali per l’impiego
e i volumi di finanziamenti europei e che si esplica nella costante
collaborazione con i centri del sapere locali e internazionali.

Ed è sempre l’accelerazione su questo fronte che porterà alla realizzazione,
proprio a Porto Marghera, di uno dei principali hub di stoccaggio e
rifornimento di Lng, il carburante “verde” del prossimo futuro, con un
esempio vincente di collaborazione pubblico-privato al servizio della

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sostenibilità.

Siamo convinti che, ha proseguito il presidente, al netto della necessità di
garantire nel breve-medio termine al porto di Venezia l’accessibilità nautica
mantenendo i canali di grande navigazione a quota PRP (ovvero -12 metri), si
debba considerare nel lungo periodo anche l’ipotesi di traguardare il sistema
portuale veneto su soluzioni innovative già delineate nel Piano operativo
triennale 2018-2021.

Soluzioni in grado di reggersi sul mercato, funzionali alla creazione di
posti di lavoro, ispirate, com’è nell’approccio storico della Serenissima,
alla modernità, anche a idee e a progetti già realizzati in altre parti del
mondo, che possono essere accolti e migliorati.

Peter De Langen – uno dei massimi esperti mondiali dello sviluppo strategico
dei porti – definisce gli scali del futuro come “driver principali del
cambiamento del modello economico rispetto alle possibilità di molte città
portuali. I porti, ha concluso Musolino, parteciperanno in maniera crescente
in tutti i settori alla vita economica dei propri territori e saranno sempre
più coinvolti nella transizione alla economia circolare e indirizzati verso
la crescita sostenibile. Liberare le energie per accompagnare questa
transizione è nelle nostre possibilità e per farlo dobbiamo poter contare sul
sostegno, ciascuno per propria competenza, di tutti gli attori, pubblici e
privati, dal livello locale a quello regionale, nazionale ed europeo”.

Anche il vicepresidente nazionale di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo
Uggè, ha appoggiato l’iniziativa: “Fa piacere vedere che tutte le categorie
economiche, non solo quelle che agiscono direttamente nello scalo veneziano,
sono finalmente coinvolte in un grande progetto di rilancio della città, con
la volontà di tracciare tutte assieme la rotta per una crescita complessiva
non solo del capoluogo lagunare e del suo scalo portuale, ma di tutta
l’economia, a partire da quella del mare”.

All’evento era presente una nutrita delegazione di Confetra con i suoi
vertici: Nicolini, Moretto, Savaro (presidente di Confetra Nord Ovest).

A margine dell’incontro il presidente Guido Nicolini ha detto al nostro
quotidiano che “il Governo dovrebbe preoccuparsi meno dei risultati delle
elezioni regionali ed in generale di dibattiti politici per prendere a cuore

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i problemi del Paese sopra tutto quelli che riguardano infrastrutture,
trasporti e logistica”.

Nuove bitte nel porto di Livorno

LIVORNO – Nuove bitte e parabordi per le banchine del porto di
Livorno. Arrivano dalla Fonderia Galliatese, le prime nove bitte di ormeggio
che l’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale sta

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provvedendo a far installare lungo la sponda est della Darsena Toscana e
altre 14 verranno presto acquistate e posate per adeguare diverse banchine
del porto all’aumento dimensionale delle navi.

L’Adsp, inoltre, informa che gli interventi, il cui costo complessivo ammonta
ad oltre 600 mila euro, si rendono necessari anche per aumentare la sicurezza
degli accosti e delle operazioni di ormeggio, che risultano critiche in
diversi ambiti portuali. Le nuove strutture rispondono ad esigenze operative
diverse e sono disposte per ottimizzare l’operatività degli attracchi.

È stata anche completata la progettazione esecutiva della fornitura e posa in
opera di circa 150 parabordi cilindrici da destinare alla completa
ristrutturazione dei sistemi di difesa degli accosti pubblici del porto
labronico.

Nell’ambito della stessa progettazione è stata prevista la realizzazione di
undici nuove difese angolari che andranno ad interessare altrettanti spigoli
di banchina ad oggi privi di un’adeguata difesa, assicurando così una
maggiore sicurezza della navigazione all’interno dello scalo toscano.

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Brava ministra, scrive Mino Giachino

GENOVA – ”Cara ministra, brava”, scrive Mino Giachino, presidente di Saimare
a Paola De Micheli.

“Rinviare alla Riforma il tema del comma 7 dell’articolo 18 della Legge.
84/94 è senz’altro la strada migliore, come in molti sosteniamo. I porti
italiani – si legge ancora nella missiva indirizzata alla ministra – hanno
bisogno di una Riforma che li renda più competitivi per rilanciare economia e
lavoro. La prima cosa da fare è istituire lo sportello unico dei controlli
nei porti. Con zero costi daresti un grande contributo alla nostra
competitività, poi occorre pensare seriamente alle infrastrutture, a
cominciare dalla nuova diga nel porto di Genova che sottrarrà traffici e
lavoro agli scali nordeuropei”.

“Appena puoi – conclude Giachino – apri un dibattito pubblico con gli

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operatori e ne avrai un grande beneficio in idee e proposte. Una Riforma dei
porti firmata da una donna mai nessuno, credo, lo aveva immaginato. Te lo
auguro. Buon lavoro”.

Sconto sui collegamenti Grimaldi Lines

NAPOLI – Prosegue anche nel 2020 la collaborazione tra l’organizzazione
firmata Automobile Club d’Italia e Grimaldi Lines in occasione del Rally
Italia Sardegna, l’appuntamento italiano del FIA World Rally Championship, in
programma dal 4 al 7 Giugno prossimi tra Olbia e Alghero.

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L’obiettivo della partnership è quello di favorire il trasferimento via mare
di pubblico e concorrenti, che potranno viaggiare a bordo delle moderne e
confortevoli navi della flotta Grimaldi Lines a prezzi fortemente vantaggiosi
grazie allo sconto del 30% (diritti fissi esclusi).

Ad accompagnare spettatori e concorrenti della manifestazione nel cuore della
Sardegna sarà infatti la compagnia di navigazione, che garantisce ben tre
collegamenti marittimi per l’Isola dall’Italia continentale (Livorno-Olbia,
Civitavecchia-Porto Torres, Civitavecchia-Olbia e viceversa) e uno dalla
Spagna (Barcellona-Porto Torres).
A tutti coloro che desiderano assistere alla manifestazione è garantito uno
sconto speciale del 30% (diritti fissi esclusi). La promozione è valida su
tutti i collegamenti marittimi Grimaldi Lines per/dalla Sardegna,
esclusivamente per prenotazioni effettuate a partire da oggi, giovedì 13
Febbraio, a sabato 6 Giugno 2020, con partenze dal 2 al 14 Giugno 2020.
La promozione si applica al passaggio nave e ai supplementi per la
sistemazione a bordo e i veicoli al seguito. È cumulabile con altre eventuali
offerte attive al momento della prenotazione, ma non con le tariffe dedicate
ai passeggeri nativi e/o residenti sull’isola, con le tariffe speciali per i
passeggeri senior e con le convenzioni.
È possibile effettuare la prenotazione sul sito www.grimaldi-lines.com,
inserendo il codice RIS 2020. Oppure contattare il call center (081 496444 –
info@grimaldi-lines.com) o recarsi di persona presso i punti vendita di Roma,
Napoli, Palermo e Cagliari e presso le biglietterie Grimaldi Lines nei porti
di Civitavecchia, Livorno, Olbia e Porto Torres.
Tariffe agevolate sono riservate anche ai team e ai concorrenti. Le
indicazioni necessarie per accedere alla procedura di acquisto sono
disponibili nella Rally Guide 1 sul sito www.rallyitaliasardegna.com.

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26 Marzo 2020 -

La Fortezza vecchia di Livorno non
chiuderà

LIVORNO – La Fortezza Vecchia di Livorno, uno degli elementi simbolo della
città e se si vuole del suo porto, non chiuderà almeno per tutto il 2020.
Porta di accesso per i turisti che arrivano sulle navi da crociera, è gestita
dal 2013, dalla stessa Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno
settentrionale.

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La notizia della scadenza dell’accordo, concesso dall’Ufficio del Demanio,
aveva scatenato diverse perplessità anche fra i cittadini che già in passato
avevano dovuto rinunciare a poter fruire di questo monumento storico.

Per discutere del suo futuro, questa mattina incontro informale proprio tra
Demanio, AdSp, Amministrazione comunale, Camera di Commercio della Maremma e
del Tirreno e Regione Toscana.

L’esito è stato positivo, come spiega anche il sindaco della città Luca
Salvetti, perchè, l’Authority sarebbe pronta, ha affermato il presidente
Stefano Corsini, a continuare il proprio impegno, ma non da sola.
L’idea dell’amministrazione e della Ccaa è allora quella di creare un
progetto più ampio in questi 10 mesi, per giungere al termine del 2020 con
una prospettiva comune che porti a poter gestire la Fortezza vecchia di
Livorno nel migliore dei modi.

È stata preparata una prima bozza del protocollo di intesa con il quale
vengono definite le linee procedurali da seguire ai fini del trasferimento
della proprietà del monumento dall’Agenzia del Demanio a Regione Toscana e
Comune di Livorno. L’AdSp manterrà comunque una partecipazione attiva
all’interno della struttura attraverso il proprio Livorno Port Center.

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Turismo, accordo Regione-CNIT per
statistiche in tempo reale

FIRENZE – Firmato un protocollo tra Regione Toscana e CNIT a vantaggio del
turismo. Progettare un sistema innovativo di rilevazione e analisi dei dati
digitali di interesse turistico per facilitare la conoscenza del fenomeno e
sostenere i processi decisionali. E’ l’obiettivo del protocollo firmato tra
Regione Toscana e CNIT che punta a costruire un sistema in grado di mettere a
disposizione dati e informazioni di livello qualitativo elevato in tempi
rapidi. La collaborazione con il Consorzio Nazionale Interuniversitario per
le Telecomunicazioni (CNIT, www.cnit.it), realizzata nell’ambito
dell’Osservatorio Turistico Digitale, nasce per superare i limiti
dell’attuale sistema di rilevazione statistica, relativamente al tipo di dato
e all’arco temporale di riferimento, abbattere i tempi eccessivi di raccolta
e conoscere, in anticipo, flussi in arrivo in Toscana.

Le attuali tecnologie, e in particolare i big data e l’Internet of Things,

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permettono di avere accesso a un patrimonio informativo di fondamentale
importanza per l’impostazione di politiche e strategie per il turismo.
Tecnologie in grado di rendere disponibili informazioni rilevanti non solo
sui comportamenti collettivi delle persone, ma anche sul rapporto tra luoghi,
cose e persone. Attualmente, oltre ad un aumento considerevole di dati,
esiste un’ampia varietà di fonti: telefoni cellulari, carte di credito,
infrastrutture intelligenti delle città, fino ai sensori montati su edifici,
mezzi di trasporto pubblici e privati. Non solo, quindi, i pernottamenti. Si
tratta quindi di capire come queste fonti siano utilizzabili nel rispetto
della normativa vigente, quali dati siano di interesse e come possano essere
resi interoperabili a livello di sistema regionale.

“L’accordo – commenta l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo – si inserisce
nell’ambito delle attività che la Regione sta portando avanti per la nascita
di un Osservatorio digitale che superi la logica dell’utilizzo di meri dati
statistici e si apra a soluzioni che prevedano l’utilizzo di tecnologie
innovative e di nuove fonti dati. Con l’obiettivo quindi di proporre un
modello che consenta il miglioramento delle basi statistiche attuali e la
loro ottimizzazione con l’introduzione di dati più allargati e di big data.
Alcune di queste informazioni sono già disponibili, si tratta solo di
metterle a sistema”. “L’idea della collaborazione con CNIT – aggiunge Ciuoffo
– nasce proprio dalla necessità di dare un taglio molto operativo
all’attività di ricerca. In particolare, nell’ambito delle attività del
Laboratorio congiunto tra CNIT e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar
Tirreno Settentrionale (AdSP), sono stati implementati alcuni progetti di
ricerca che potrebbero rivelarsi interessanti anche per gli operatori del
sistema turistico regionale, che rilevano e mettono a sistema dati sulla
mobilità e danno accesso a fonti informative di assoluto rilievo per
tracciare e profilare i flussi sul territorio. CNIT possiede competenze e
strumenti per affrontare in maniera scientificamente fondata e
metodologicamente adeguata questa ricerca e ciò ci consente di prevedere il
giusto grado di analisi su un fenomeno così rilevante per la Toscana.
Un’attività che si affianca ad altre che stiamo portando avanti: ad esempio
il rafforzamento in chiave turistica del sistema di CRM (customer
relationship management system) di Regione Toscana e la sperimentazione su
alcune iniziative in ambito europeo quali il progetto SMART Destination e la
partnership europea per la digitalizzazione del settore turismo”.

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“L’impegno del CNIT – dichiara il direttore generale del CNIT Nicola Blefari
Melazzi – è progettare una piattaforma digitale per il turismo aperta ed
accessibile, evitando fenomeni di lock-in tecnologico e dipendenze di tipo
commerciale. Seguendo l’esempio del Porto di Livorno, l’effetto di questa
progettazione sarà quello di abilitare una pluralità di soggetti
istituzionali ed industriali a realizzare servizi ICT. Al netto dei necessari
sviluppi tecnologici, questa iniziativa della Regione investe sull’economia
digitale ed in particolare nel settore turismo dove l’offerta attuale
(specialmente in Italia) non si basa ancora su Open Data e non realizza
alcune funzionalità avanzate previste, per esempio, dai modelli Mobility as a
Service. Il CNIT vuole progettare strumenti di monitoraggio del fenomeno,
previsione dei flussi, rilevamento di eventi anomali e pianificazione
dell’offerta”.

CNIT è una realtà all’avanguardia per le attività di ricerca, innovazione e
formazione avanzata nel settore dell’ICT: il Consorzio Nazionale
Interuniversitario per le Telecomunicazioni, ente non-profit riconosciuto dal
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), è composto
da trentasette sedi universitarie e gestisce in proprio sei Laboratori
Nazionali, otto unità di ricerca presso il CNR, ed il laboratorio presso il
Porto di Livorno istituito congiuntamente con l’Autorità di Sistema Portuale
del Mar Tirreno Settentrionale.

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Quarrata: contributo per togliere
mezzi pesanti dal centro

FIRENZE – Via libera dalla Giunta regionale toscana all’Accordo di programma
tra la Regione Toscana e il Comune di Quarrata per la realizzazione di un
raccordo stradale fra via Firenze (SP44) e via Piero della Francesca, nel
Comune di Quarrata. Per l’opera, che prevede la realizzazione di due grandi
rotatorie e l’adeguamento del tratto di strada che le collega, la Regione è
pronta a stanziare un milione di euro, di cui 500.000 euro nel 2020 e 500.000
nel 2021.

“Si tratta di un intervento ritenuto strategico e da tempo previsto negli
strumenti urbanistici del Comune di Quarrata”, ha spiegato l’assessore
regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli. “Con ‘articolo 35 della
legge 65/2014 – aggiunge l’assessore – la Regione Toscana si era impegnata a
sostenere quest’opera, che permetterà di togliere il flusso di mezzi pesanti

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26 Marzo 2020 -

dal centro abitato di Quarrata e favorirà il collegamento diretto tra la rete
viaria e l’autostrada. E’ evidente che tutto questo migliorerà la sicurezza
stradale ed aiuterà a fluidificare il traffico. Risultati importanti che
porteranno indubbi benefici alla popolazione residente”.

Concorde anche l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, che
sottolinea l’importanza dell’intervento per l’abbattimento delle emissioni
inquinanti. “La funzionalità delle infrastrutture – spiega – è condizione
necessaria sia per la sicurezza stradale che per il contenimento delle
emissioni di biossido di azoto in una zona che tra l’altro presenta alcune
criticità. Come Regione Toscana siamo felici di contribuire ad un importante
intervento che porterà un sensibile miglioramento alla qualità della vita dei
cittadini”.

L’Accordo di programma approvato oggi sarà a breve sottoscritto da Regione e
Comune. Seguirà una gara per l’assegnazione dei lavori. Dal momento della
consegna del cantiere la ditta vincitrice dell’appalto avrà 196 giorni per
ultimare l’opera.

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https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/19/ | 26 Marzo 2020
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