L'ultimatum di Gravina: "C'è tempo fino a venerdì"
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L’ultimatum di Gravina: «C’è tempo fino a venerdì» di Davide Villa SALERNO – “Sto lavorando pure la notte alla cessione della Salernitana. Non è facile in pochi giorni ottenere il trust con una persona giuridica, ma ce la farò anche stavolta”: parole e musica di Claudio Lotito in un virgolettato citato dal quotidianop romano Il Messaggero che fanno il punto della situazione a tre giorni dalla deadline fissata dalla Figc. La sabbia nella clessidra è sempre più poca e la soluzione, sebbene fonti vicine alla società ostentino ancora ottimismo, non è stata ancora trovata. La giornata di eiri è stata convulsa ma non ha portato i frutti sperati. Nel primo pomeriggio si è diffusa la voce della cessione, da parte di Claudio Lotito, della Salernitana ad un gruppo romano (capeggiato dall’imrenditore di origini salernitane Andrea Lombardi?) per una cifra vicina ai 70 milioni di euro. Una voce non confermata che comunque potrebbe far saltare il banco in queste ore di grandissima incertezza. Dalla Figc non arrivano ancora notizie rassicuranti, anzi il presidente federale Gravina sembra irremovibile: “O Lotito cede entro venerdì oppure la Salernitana non verrà iscritta”. Un avviso, l’ennesimo, più che una minaccia per il co-patron che ormai ha le spalle al muro. O accetta i paletti fissati dalla Figc per il blind trust (Persona giuridica a fare da trustee, cessione entro e non oltre i sei mesi e costo della società abbassato quasi della metà rispetto alle pretese iniziali) oppure la Salernitana, ed a questo punto anche la Lazio, rischieranno di non partecipare al prossimo campionato di serie Aò. Ormai il tempo è sempre più poco ed anche l’offerta concreta da parte di Radrizzani sembra ormai vacillare. Lotito è ad un bivio e con lui la Salernitana: o cede oppure davvero tutto verrà vanificato.
Il Collegio di Garazia del Coni accoglie il ricorso dell’Agropoli: cilentani ai play off ROMA – La Prima Sezione del Collegio di Garanzia, al termine dell’udienza tenutasi oggi, presieduta dal prof. Sanino, ha accolto il ricorso presentato dalla ASD U.S. Agropoli avverso alla sconfitta a tavolino contro il Buccino. Per l’effetto il Collegio di garanzia del Coni annullando ogni precedente decisione degli Organi di Giustizia Federale, ha convalidato il risultato di 1-0 in favore dell’ASD Agropoli, così come conseguito sul campo nella gara contro il Buccino Volcei del 2 maggio 2021, valevole per il Campionato di Eccellenza del CR Campania FIGC – LND ss. 2020/2021. Ha, altresì, condannato la resistente ASD Buccino Volcei Calcio alla rifusione delle spese di lite in favore della ASD U.S. Agropoli nella misura di € 1.500,00, oltre accessori di legge, nonché delle spese come sostenute per l’accesso al Collegio di Garanzia. Cambia così anche la griglia dei play off con l’ìAgropoli che si qualifica eil Buccino clamorosamente estrmonesso. Il caso La vicenda nasce in relazione a gara disputata lo scorso 2 maggio, e vinta dai delfini per 1-0, vedeva la posizione irregolare in campo del portiere dei cilentani Filippo Manzi. Il calciatore squalificato non era sceso in campo nella gara precedente contro il Faiano, ma la squalifica non sarebbe stata scontata visto il risultato inizialmente non omologato nel match contro i bianco-verdi. Si è chiusa mercoledì 2 giugno la fase a gironi del torneo d’Eccellenza, pronta da calendario ad aprire le danze per i play-off. Dopo una lunga battaglia quindi i cilentani vedono accolte le proprie ragioni
e ora ai play off sfideranno il Cervinara in trasferta. Cambia l’avversario anche per le altre squadre salernitana qualificate ai play off. La Virtus Cilento giocherà in casa contro l’Albanova mentre la Scafatese farà visita al San Giorgio. Impegno in trasferta anche per l’Angri che sarà di scena sul campo del Pianura. Si va in campo già domani, mentre sabato ci saranno le semifinali e il 29 le due finali che mettono in palio due posti per il prossimo campionato di Serie D. Sfuma in finale il sogno dell’under 19 dell’Alma, Peluso: «Oroglioso di questi ragazzi» SALERNO – A testa altissima. L’Alma Salerno è vicecampione d’Italia a seguito della sconfitta contro il Regalbuto nella finale di Pesaro. Gli uomini di De Riggi lasciano il passo agli avversari, perdono sei a due ma tornano in città consapevoli di aver fatto un percorso estremamente straordinario. Il primo tempo in sordina, complice l’emozione, ha dato forza agli avversari, che nella prima frazione vanno sul tre a zero. Nei secondi venti minuti i granata si scrollano da dosso l’ansia e si riportano sotto prima con Giaquinto poi con Galluccio, che rendono meno amaro il passivo. La cronaca. La gara si sblocca al 5’: perfetto schema su calcio d’angolo degli uomini di Paniccia che arrivano alla conclusione con Palmegiani che beffa l’incolpevole Bianchini. Pochi istanti più tardi il Regalbuto raddoppia sempre con Palmegiani. Prima dell’intervallo c’è gioia anche per
Giampaolo, che con un tacco delizioso mette l’ipoteca sulla prima frazione di gioco. Non cambia il refrain nei secondi venti minuti, con il Regalbuto in possesso del gioco. Al 2’ Palmegiani segna ancora. Al 7’ l’Alma accorcia con Giaquinto, che sfrutta l’unica disattenzione della difesa siciliana per punire Fichera e rendere meno sonoro il passivo. Il protagonista di giornata è però Palmegiani, che ribadisce la superiorità isolana: il bomber dei Leoni riceve da Fichera e al volo in acrobazia punisce Guariglia. Galluccio che in diagonale riporta l’Alma sotto di tre. L’uomo di giornata è Palmegiani, che mette la parola fine alla sfida con il pokerissimo. “Nulla da rimproverare – ha dicharato il dg dell’Alma Salerno Antonio Peluso – ai ragazzi: sapevamo di affrontare una squadra molto forte. In alcuni momenti siamo anche riusciti a metterli in difficoltà ma alla lunga il valore degli avversari è venuto fuori. Non portiamo lo scudetto a Salerno ma l’impresa, frutto di un cammino straordinario, resta. Personalmente sono orgoglioso di questo gruppo. Ci riproveremo”. Il Napoli su Tavares: offerti 12 milioni al Benfica di Giuseppe Vitolo NAPOLI – Giuntoli continua a lavorare per regalare a Spalletti un Napoli all’altezza. Sono tanti i nomi in lista, da Emerson Palmieri e Gabriel Gudmundsson a Kostas Tsimikas e il terzino sinistro dell’Ucraina Mykolenko. Ma non è finita qui, perchè secondo i media portoghesi il Napoli avrebbe presentato un’offerta formale al Benfica per il difensore classe 2000 Nuno Tavares. Gli azzurri avrebbero messo sul piatto una cifra
che dovrebbe aggirarsi intorno ai 12 milioni di euro. Tavares, 184 cm per 77 kg, si è messo in mostra con il Portogallo Under 21 agli Europei di categoria, arrendendosi solo in finale di fronte alla Germania. Dopo aver mosso i primi passi nello Sporting Lisbona, si è trasferito prima al Casa Pia e poi al Benfica. Dopo aver militato nelle giovanili ha collezionato 19 presenze nella formazione B prima di approdare in prima squadra nel 2019. Con le Aquile portoghesi ha messo insieme 41 presenze, impreziosite da una rete e 7 assist. Terzino sinistro di grande forza, veloce e con una buona tecnica di base, Tavares, in progressione, è difficile da contrastare. Viene, infatti, paragonato a un pari ruolo molto simile per caratteristiche: Benjamin Mendy, difensore del Manchester City. Tra le frecce nella faretra, anche il cross; tuttavia, pecca nel proteggere palla. Rientra tra gli obiettivi di mercato del Napoli. La squadra portoghese chiede una cifra intorno ai 12 milioni, ma occhio: anche la Lazio si è inserita nella corsa. Tavares rappresenta un obiettivo concreto, anche se il Napoli ha un’idea fatta e finita sull’uomo al quale andrebbe affidata la spinta a sinistra: Emerson Palmieri, che è ancora calcisticamente un giovanotto (27 ad agosto), contiene in sé le caratteristiche tecniche ideali per ripartire da Spalletti, il maestro di Roma. Il problema è di carattere economico. Un club fuori dalla Champions, senza quindi quei cinquanta milioni di diritti tv che ti cambiano la vita, con un monte-ingaggi intorno ai cento milioni e la necessità di intervenire sul bilancio con qualche taglio, alcune domande se le pone. Emerson Palmieri guadagna quattro milioni di euro, va in scadenza tra un anno e però non può permettersi di starsene in ghiacciaia dopo essere rimasto già ai margini del Chelsea per un anno: il prestito, in casi del genere, diventa un esercizio impraticabile, a meno che non ci sia un rinnovo, ma la soluzione diventerebbe comunque complessa. Solo una ragionevole richiesta del Chelsea riuscirebbe a rendere praticabile l’affare, che rimarrebbe però comunque ostaggio dell’ingaggio.
Compleanno Salernitana, prima la messa in ricordo dei tifosi e poi la festa al Vestuti di Gianluca Amodio SALERNO – Si è tenuta, in occasione del 102° compleanno della Salernitana, la Messa al Duomo di Salerno in onore di tutti i tifosi granata scomparsi. La cerimonia, presenziata da Don Michele Pecoraro, ha visto partecipi gruppi di tifosi e cittadini che non volevano far mancare il loro supporto, queste le parole di alcuni dei presenti: “In un anno così importante per la città di Salerno ci sentivamo in dovere di celebrare e ricordare chi non c’è più, chi ci ha lasciato con la maglia granata cucita sul cuore, questa giornata è per loro.” Commovente l’omelia di Don Michele che ha voluto omaggiare i defunti nominandoli direttamente all’ interno delle sue preghiere: “In questo giorno di festa della nostra città , Signore, ti chiediamo di prendere fra le braccia i nostri amici Loris, Alfonso, Antonio e Fulvio, come già facesti con i giovani Vincenzo, Ciro, Giuseppe e Simone. Che possano godere nel tuo regno di luce la gioia che manca sulla terra.” La messa si conclude con l’omaggio da parte del sacerdote all’ organizzazione Generazione Vestuti, organizzatrice dell’evento, di un’ immagine del patrono cittadino (foto Guglielmo Gambardella).
Alle 19 poi i tifosi si sono ritrovati davanti allo Stadio Vestuti per festeggiare tutti insieme Salernitana, Ferrero corre in
aiuto di Lotito di Fabio Setta SALERNO – Contatti continui ma fumata bianca ancora lontana. Lotito da una parte, la Figc dall’altra, il futuro della Salernitana nel mezzo. le prime proposte riguardo al trust portate in federazione dalla proprietà granata non sono state ritenute soddisfacenti. Così Lotito è pronto a riformularle, con un rinforzo che arriva dalla Sampdoria. Infatti Ferrero ha “prestato” al collega biancoceleste il commercialista Vidal che ha già guidato l’operazione del trust della Sampdoria, diventandone poi il trustee. La situazione tra i due club, va ricordato, è diversa considerato che Ferrero al momento della creazione del trust non era certo proprietario di un altro club, ma per Lotito Vidal può rappresentare un’arma in più per risolvere le divergenze. I punti di divisione sono i soliti tre. La Figc chiede che il trustee sia una persona giuridica, una società ad esempio come Kpmg o Deloitte, mentre la Salernitana vorrebbe affidarsi a una persona fisica, come avvenuto nella prima proposta quando Lotito ha fatto il nome di un ex prefetto di Roma. L’altro punto è quello relativo alla durata. La distanza qui non è poi così lontana: due mesi non fanno certo la differenza e la Figc è pronta a concedere otto mesi al posto di sei anche al fine di scongiurare una clamorosa esclusione a campionato in corso della Salernitana, nel caso in cui non si concretizzasse la vendita. Il terzo punto poi è quello riguardante la valutazione economica. Lotito e Mezzaroma, fin qui, sono partiti da una base di 80 milioni. Secondo spifferi in federazione, considerato il parco giocatori di proprietà e la proprietà di impianti o immobili, la valutazione federale sarebbe di gran lunga inferiore, ovvero circa sui 40 milioni. Una cifra che sicuramente non soddisferebbe Lotito e Mezzaroma che a questo punto stanno valutando di riaprire quelle trattative per il momento congelate per la vendita del 100% delle azioni senza passare
per il trust. Le offerte di Lombardi ma soprattutto di Radrizzani sono sempre lì sul tavolo. Il tempo scorre e inizia a stringere: la deadline è il 25 e su questo la Figc non vuole fare marcia indietro. Lotito lo sa e tra oggi e domani è pronto a fare la mossa decisiva. Gelbison: vittoria, record e terzo posto di Omar Domingo Manganelli VALLO DELLA LUCANIA – In attesa di conoscere chi tra le due messinesi sarà promossa direttamente in serie C e se i playoff verranno disputati o meno (a proposito la Gelbison giocherebbe la semi-finale contro il San Luca in casa) i ragazzi cari al Presidente Puglisi chiudono la loro stagione regolare con una convincente vittoria e soprattutto con il record di punti in 10 anni di serie D, ben 66. Gli allenatori danno spazio al turnover. Tra i padroni di casa, Ferazzoli lancia dal primo minuto il match winner contro il Dattilo, il giovane talento di casa Di Fiore. In porta D’Agostino, difesa con Iasevoli, Bonfini e Mautone. A centrocampo Di Fiore, Graziani, Uliano, Maiorano e Ziroli. In attacco tandem “pesante” composto da Mesina e Sparacello. Tra le fila degli ospiti nell’undici iniziale di mister Catalano in porta Maugeri, difesa a tre con Mazzotti, Maiorano e Klepo. A centrocampo Zappalà e De Marco esterni, centrali Coniglione, Mascari e Camacho. Coppia d’attacco formata da Guillari e Pardo. Al 7′ Gelbison pericolosa su calcio piazzato ma la difesa rossazzurra salva. Al 19′ Graziani ci prova dal limite, comodo per Maugeri. Al 24′ primo squillo da parte del Paternò, Zappalà riceve palla sulla destra, si accentra e calcia di sinistro ma la sua
conclusione termina fuori. Al 26′ Maiorano su punizione per la testa di Bonfini che non arriva di un soffio sul pallone. Sul finale di tempo, la partita si sblocca: al 44′ Maiorano ancora su punizione trova Bonfini che, questa volta indirizza bene verso la porta di Maugeri il quale, goffamente non arriva sul pallone che si stampa sulla traversa, per poi terminare sui piedi di Di Fiore che con un tap-in al volo sigla la sua seconda rete di fila e porta in vantaggio i cilentani. Dopo 2′ di recupero, durante i quali il Paternò spreca un calcio piazzato con Zappalà, si va negli spogliatoi con il vantaggio meritato per i cilentani. La ripresa parte subito con una pericolosissima Gelbison che, sfiora il raddoppio con Graziani, tiro di poco al lato. Ferazzoli inizia a dare spazio anche a chi il campo lo ha visto poco e niente, così al 50′ con una grande standing ovation D’Agostino protagonista dell’ennesimo campipnato straordinario, lascia il posto all’argentino Gesualdi tra i pali. Al 56′ dopo una stratosferica incursione di De Marco, Guillari tenta il tiro che viene parato da Gesualdi. Al 63′ torna a farsi vedere la Gelbison con Mesina che non riesce a trovare il raddoppio: l’attaccante solo davanti a Maugeri fallisce una grande occasione. Al 72′ cambio per il Paternò. Zappalà lascia il posto a Pappalardo classe 2004 al suo esordio in D. Ancora pericolosa la Gelbison all’80’ con Sparacello che non riesce ad indirizzare bene la palla. All’82’ i siciliani vanno vicini al pari con una giocata di Pardo, ma il tiro viene parato da Gesualdi, e all’87’ la Gelbison raddoppia con un bel gol di Mesina su calcio di punizione. Finisce qui, la Gelbison vince e convince, e lancia un chiaro messaggio alle avversarie: qualora i play off dovessero disputarsi in tante dovranno fare i conti con la squadra di Ferazzoli.
Salernitana, un compleanno in chiaroscuro di Fabio Setta SALERNO – Si è stati “zitt” per troppo tempo che si attendeva davvero questa data per poter sprigionare ulteriormente quella gioia e quell’amore che solo i salernitani sanno dare. Dopo i festeggiamenti, intensi ma brevi e macchiati dal dolore e rallentati dalla paura per il Covid, il 19 giugno, giorno in cui si celebra la fondazione del club granata, doveva essere il giorno ideale per festeggiare. Anche per questo motivo dallo storico 10 maggio in poi la città e la provincia si sono colorati di granata, piano piano, giorno dopo giorno. bandiere sui balconi, fili granata per la città, striscioni e testi di canzoni: tutto in attesa della grande festa. Invece, questo sarà inevitabilmente un compleanno dal retrogusto amaro. la voglia di festeggiare, la gioia di essere tornati in Serie A è stata inevitabilmente offuscata dalla vicenda societaria. E’ così, è una realtà che non può essere assolutamente confutata. A pochi giorni dalla scadenza del tempo concesso dalla Figc per mettersi in regola ai fini dell’iscrizione, la Salernitana resta ancora nel limbo tra incertezze, voci e battaglie legali in vista. I tifosi granata, già costretti a vivere un campionato trionfale davanti alla televisione, avrebbero meritato ben altro 19 giugno. Va detto che qualcosa è stato in ogni caso organizzato per celebrare il compleanno di sua maestà. Giovedì la prima festa è partita a Vietri con una spettacolare torciata. Ieri sera alcuni ultras si sono radunati dinanzi all’Arechi per preparare una sorpresa per oggi mentre in costiera amalfitana a Maiori ieri sera c’è stata una torciata al porto turistico così come si sono colorate di granata anche Pontecagnano e San Cipriano Picentino. Sempre a Maiori oggi dalle ore 19:19 su un maxischermo saranno proiettate immagini sulla storia della
Salernitana fino alle ore 24.Sarà festa ma anche ricordo. Il compleanno della Salernitana è un motivo per festeggiare ma sarà, come da diversi anni, anche un’occasione per ricordare i tifosi granata scomparsi che continuano a tifare da lassù. Alle 10:45 sarà per questo motivo celebrata una Messa di suffragio presso il Duomo di Salerno, organizzata dal club Generazione Donato Vestuti. La funzione sarà aperta a tutta la tifoseria, nel rispetto delle norme anti Covid. Nel pomeriggio il raduno è fissato alle 19 a Piazza Casalbore, cuore del tifo salernitano, dinanzi alla tribuna del vecchio Vestuti. Previsto un corteo che si snoderà per le vie del centro e tanti gadgets in regalo per i tifosi più piccoli. A Baronissi l’organizzazione dei festeggiamenti è toccato al club Peppino Soglia. Festa anche a Fratte organizzata dal Club Mai Sola del presidente Antonio Carmando. Appuntamento dalle ore 20:30 in Piazza Matteo Galdi alla presenza di rappresentanza, della società Salernitana, del Comune di Salerno, e della popolazione si festeggerà non solo la promozione ma anche il 102° compleanno di Sua Maestà. Resta l’incognita fuochi. Anche ieri c’è stato un tentativo provando a cambiare l’orario di accensione, posticipandolo o magari cambiando location e non è escluso che in extremis possa arrivare il clamoroso ok. La risposta della tifoseria sicuramente sarà partecipata come al solito, anche se quell’amarezza e quella preoccupazione per il futuro non potranno che aleggiare sulla festa dei tifosi granata. Salernitana-Figc, tutto ruota attorno al trustee di Marco De Martino
SALERNO – Giornata interlocutoria, quella appena trascorsa, per la Salernitana. Dopo il summit di giovedì pomeriggio nel quale sono emerse diverse divergenze, i legali della società granata e della Figc hanno deciso di rinviare la discussione e, quasi certamente, la decisione definitiva, a lunedì prossimo. Un week end a disposizione per ragionare sulle rispettive proposte e per maturare, finalmente, il verdetto finale. Al momento il nodo più intricato da sciogliere è quello relativo alla persona che dovrà assumere il ruolo (ingrato) di trustee. Claudio Lotito avrebbe voluto porre a capo del trust e, dunque, a gestire la Salernitana una persona vicina all’attuale dirigenza. Una presa di posizione che, naturalmente, non è piaciuta alla Figc che invece avrebbe indicato una società esterna, molto conosciuta nell’ambito contabile. E’ questo il paletto più arduo da superare per Lotito e Mezzaroma che dovranno cercare un’alternativa alla figura da loro proposta oppure, più semplicemente, avallare la proposta formulata dalla Federazione. Non c’è accordo, al momento, neppure sulle tempistiche di risoluzione del trust. Lotito vuole almeno otto mesi di tempo, la Figc non vuole concedere più di sei mesi. Sullo sfondo restano in attesa di conoscere l’esito della querelle Andrea Radrizzani ed Andrea Lombardi, i due imprenditori che hanno, più di tutti, mostrato interesse per la Salernitana. Non è detto, però, che nelle prossime ore possano tornare alla carica anche altri personaggi accostati in passato, più o meno insistentemente, alla società granata (per lunedì potrebbero esserci incontri in tal senso). Difficile, ma non impossibile, che oggi, giorno del 102esimo compleanno della Salernitana, possano esserci novità importanti circa il futuro del club granata. Ed intanto il 25 si avvicina…
Gerardo Soglia ricorda la figura di suo padre: «La Salernitana, il suo amore più grande» di Enzo Sica SALERNO – E’ stato il presidente della Salernitana tra i più amati della lunga storia granata. E oggi che questa società spegne le sue 102 candeline la figura di Peppino Soglia è rimasta nel cuore di quella generazione dei tifosi del caro, vecchio in piazza Casalbore affezionati a quel calcio antico ma pur sempre bello e soprattutto vero. Parlare oggi di Giuseppe Soglia ci si emoziona ancora visto che si parla di 34 anni fa ma la spontaneità di don Peppino, il suo modo di fare sempre garbato, la sua passione per il granata, quel colore che ha portato sempre nel cuore, ci rendono felici e consapevoli che il suo ricordo, in questa giornata di festeggiamenti per la beneamata farà piacere a tanti, a tutti forse ed a quelli che amano svisceratamente la loro squadra del cuore. Presidente per cinque anni dal 1987 al 1991 Giuseppe Soglia, don Peppino come veniva chiamato dai i tanti amici e tifosi granata che lo hanno sempre amato ed osannato, ha scritto quella pagina importante ed esaltante nella decennale storia della squadra granata. Una pagina bellissima con quella passione che non gli è mai mancata che fin dal 1946, come ci dice oggi il figlio Gerardo lo ha contagiato quando all’età di soli sei anni seguiva già la squadra granata, in serie A, con Gipo Viani. “Mi raccontava papà che la domenica da Castel San Giorgio, dove era nato, raggiungeva il Vestuti con i suoi familiari e tanti amici per seguire le gesta dei granata. Erano altri tempi, è vero, ma quel suo amore non gli è mancato mai. Anzi. Si è rafforzato poi nel corso degli anni” In che senso, Gerardo? “Vedeva sempre in
quei colori, in quella squadra qualcosa che lo esaltava. E ci sono stati anche momenti bui nel prosieguo di un cammino della società ma lui stravedeva sempre per quei colori e pensava, magari, di arrivare un giorno ad arrivare al vertice della società” Come è poi capitato nel 1987 dopo aver rilevato la Fisa che faceva capo ad Augusto Strianese “Si papà faceva parte della società e c’erano tante difficoltà per portare avanti la società in quel periodo. Ma lui quando si prospettò l’idea di acquisire le azioni della Fisa parlò con il cavaliere Amato, che era in quel tempo lo sponsor della Salernitana e con gli altri componenti il consiglio direttivo per acquisire tutte le quote” Dunque arrivò ad essere il presidente della squadra del cuore? “Fu un primo grande traguardo anche gratificante per lui. Si era avverato un sogno e lui voleva portare avanti quel discorso per cercare di fare uscire la Salernitana dall’inferno della terza serie meridionale. I primi anni furono difficili per tutti. Anche per noi familiari visto che quando le cose non andavano per il verso giusto l’umore di papà cambiava notevolmente. Soprattutto dopo le sconfitte che lo facevano sprofondare in una malinconia che terminava, magari, solo la domenica successiva quando la squadra vinceva” Poi ci fu l’intuizione di acquistare un calciatore come Agostino di Bartolomei, grande calciatore della Roma, che cambiò le cose? “Beh, si. Il colpo di portare un grande come Agostino a Salerno fu proprio di papà. Voleva far lottare la Salernitana per un traguardo importante. La serie B non arrivava da ben 25 anni ed anche gli allenatori importanti che si erano succeduti in panchina non portarono benefici. Dunque avere a Salerno un grande come Di Bartolomei, che era stato la storia della Roma, gratifica tutti” Ed anche il tecnico Ansaloni che papà propose fu l’allenatore vincente “Diciamo che si costruì un bel gruppo, in ogni reparto. E con Agostino che era un grande maestro d’orchestra il risultato importante finale non poteva non arrivare” Serie B dopo anni di sofferenze, papà portato in trionfo dai tifosi granata. Tutti tasselli che tornarono ai loro posti? “Diciamo che la sua felicità, che aveva sempre
voluto condividere con tutti i tifosi della Salernitana fu il giusto arrivo di un percorso iniziato tra mille perplessità ma che diedero l’esatta dimensione di quella società che papà aveva portato avanti proprio per ridare un sorriso a tutti i salernitani amanti del calcio. Peccato che la squadra rimase un solo anno in serie B ma papà voleva portare a Salerno Ravanelli e Benarrivo, due calciatori che erano tra i migliori per quell’epoca, ma non riuscì nel suo intento. Poi nell’anno 11991 ci fu la trattativa con il gruppo Casillo e papà lasciò la società” Oggi siamo in un’epoca diversa, Gerardo. La Salernitana è stata promossa in serie A da qualche settimana ma essendo la società attuale una multiproprietà Lotito deve lasciare “Conosco le regole del gioco. E’ vero, Gli articoli della Figc in merito sono chiari. Permettimi di dire, però, che ammiro tanto il presidente Lotito. Ha fatto fatto qualcosa di eccezionale a Salerno, ha fatto rinascere il calcio dopo il fallimento. Lo vedo un pò come il mio papà. E’ un presidente sanguigno anche se ha altri interessi da anni con la Lazio” Secondo te come finirà questa querelle della multiproprietà “Guarda leggevo del che potrebbe essere la soluzione temporanea in attesa della vendita della società. Vedi che anche in America succede sempre quando si hanno interessi che possono coincidere. Soprattutto nel caso dei presidenti quando sono eletti. Si crea un < blind-trust> che poi viene sciolto quando finiscono il mandato. Dunque nel caso della Salernitana la soluzione in questo modo è possibile” Per quel che riguarda la squadra, invece, come credi che si comporterà in serie A? “Guarda sono rimasto sempre tifoso della Salernitana. Questa me l’ha trasmessa mio padre. Sono sicuro che sarà allestita una buona squadra, rafforzata in ogni reparto e con un allenatore come Castori che dall’alto della sua esperienza è una garanzia per la permanenza in serie A” Fin qui Gerardo Soglia, figlio del “presidente” come veniva affettuosamente chiamato don Peppino. Che ha dato tanto al calcio salernitano e un tifoso storico come Salvatore Orilia, che lo ricorda ancora con tanto affetto, lo ha voluto così ricordare anche oggi in questa giornata del compleanno n.102 della
Salernitana.”Don Peppino è stato un grande presidente, uno dei migliori che questa società ha avuto nel corso della sua lunga storia calcistica. Lo ricorderò sempre per quello che ha fatto per Salerno. La sua grande passione e il suo grande attaccamento ai colori granata resteranno sempre nella mente di tutti i tifosi che amano la Salernitana”
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