Audi TT: restyling ancora più sportivo

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Audi TT: restyling ancora più sportivo
Audi TT: restyling ancora più
sportivo
Coupé e spider sono l’essenza della sportività. Quando
parliamo di auto sportive di alto livello pensate soprattutto
per il divertimento alla guida, Audi TT è una delle scelte
d’obbligo. Ora arriva il restyling, sia della coupé che della
spider TT Roadster. Aggiornamenti tecnici, una leggera
rinfrescata al design, tanti accessori in più, per godersi le
emozioni che un’auto come questa sa regalare. Appuntamento nei
concessionari alla fine del 2018.

LA NUOVA AUDI TT, LE NOVITÀ

Il design della Audi TT restyling punta sulla calandra
tridimensionale e le ampie prese d’aria laterali che
enfatizzano l’impronta a terra della vettura. Optional i
proiettori a LED o a matrice di LED. Chi sceglie il pacchetto
S Line exterior trova lo splitter anteriore, le prese d’aria
verticale e la griglia del radiatore in nero titanio, oltre ad
un estrattore posteriore ampliato e agli sfoghi d’aria sui
Audi TT: restyling ancora più sportivo
passaruota.

Gli interni hanno una plancia ispirata all’ala di un
aeroplano, mentre le bocchette di ventilazione con comandi
integrati s’ispirano ai motori di un jet. Di serie ci sono i
sedili sportivi con poggiatesta integrati. Esordisce il quadro
strumenti digitale Audi Virtual Cockpit, con schermo da 12,3
pollici. L’apparato multimediale MMI riduce i tasti
all’essenziale, solo 6, il resto viene comandato dal
touchscreen.

La Audi TT Roadster (e la variante top TTS Roadster) ha la
tradizionale capote in tessuto, può essere nero o grigio,
molto leggera (39 Kg) e curata nell’insonorizzazione.
L’azionamento elettrico permette di aprire e chiudere in dieci
secondi ad auto in movimento, fino a 50 Km/h.

Sono tre le motorizzazioni disponibili per il nuovo modello,
tutte a quattro cilindri, 2.0 a benzina, ad iniezione diretta
e turbocompresse. Si parte dalla versione con 197 cavalli, poi
si sale a quella da 245 cavalli. La nuova Audi TTS è il top di
gamma con potenza di 306 cavalli: accelerazione 0-100 in 4,5
secondi per la coupé e 4,8 secondi per la Roadster. Tutti i
Audi TT: restyling ancora più sportivo
motori montano il filtro antiparticolato.

Cambio manuale a sei marce oppure automatico S tronic a doppia
frizione e sette marce. La trasmissione si completa con la
scelta fra trazione anteriore o integrale permanente quattro.
Sulla TTS invece è di serie la quattro, insieme alle
sospensioni magnetiche e al controllo dinamico della marcia
Audi Drive Select.

DUE SERIE SPECIALI PER I 20 ANNI
Audi TT: restyling ancora più sportivo
Audi TT compie 20 anni. La prima generazione è infatti uscita
nel 1998, ritagliandosi presto una consistente posizione nel
mercato. Per celebrare questo importante traguardo, Audi
produrrà una serie limitata in 999 esemplari chiamata TT 20
years, in arrivo in Italia a fine anno. Lo stile prende spunto
dal concept originale del 1995. Gli interni saranno in pelle
nappa in marrone mocassino con cuciture a contrasto, come la
prima TT. Sulla plancia ci sarà una targhetta con la
numerazione progressiva dell’esemplare, oltre al logo TT 20
years su volantee pomello del cambio. Completano il tutto gli
scarichi in acciaio dal nuovo design, i fanali posteriori OLED
a matrice e gli anelli Audi opachi al di sopra dei listelli
sottoporta.

Verrà prodotta una serie speciale anche della TTS, chiamata
TTS Competition. Spiccano l’alettone posteriore fisso, le
pinze dei freni verniciate in rosso, i cerchi in lega da 20
pollici in nero lucido e i rivestimenti interni in pelle
bicolore.
Audi TT: restyling ancora più sportivo
70 anni della Lotus: omaggio
ai campioni del mondo
Non è italiana bensì inglese ma per gli appassionati autentici
ciò non importa: i 70 anni della Lotus sono sempre un
avvenimento degno di nota. La casa britannica celebra in
questi giorni la ricorrenza presentando due modelli speciali,
“one-off” come si dice in gergo, pezzi unici. Due varianti
della Exige, Type 49 e Type 79. L’omaggio è alle monoposto di
Formula 1 che portarono quel codice e vinsero il campionato
del mondo. La Lotus 49 trionfò nel mondiale del 1968 con
Graham Hill, 50 anni fa; la Lotus 79 fu la dominatrice del
campionato 1978, 40 anni fa, vinto da Mario Andretti,
rivoluzionando il mondo delle corse grazie all’introduzione
dell’effetto suolo.

I 70 ANNI DELLA LOTUS: UNA STORIA DI SUCCESSI

Formalmente l’azienda Lotus Cars venne fondata nel 1952. Ma fu
nel 1948 che Colin Chapman portò in gara la prima vettura da
lui costruita, la Lotus Mark 1 (mark è il termine inglese per
Audi TT: restyling ancora più sportivo
assegnare un numero di versione). Era una Austin 7 modificata.
Il nome Lotus deriverebbe dal soprannome che Colin diede alla
fidanzata Hazel, in seguito diventata sua moglie: “bocciolo di
loto”. Tuttavia non si hanno certezze su questa
interpretazione.

Chapman fece progredire la sua organizzazione rapidamente a
livello tecnico e finanziario, così nel 1958 sbarcò in Formula
1, al Gran Premio di Monaco. Il resto è storia, sintetizzata
dai numeri: 489 corse disputate nella massima serie, 6 titoli
mondiali piloti e 7 costruttori, 79 gran premi vinti.

La caratteristica principale di Colin Chapman come costruttore
fu l’abilità nel trovare sempre soluzioni tecniche non
convenzionali. Abbiamo già parlato dell’effetto suolo (le
prime minigonne), ma le innovazioni furono parecchie; una
delle prime e più importanti fu l’adozione su un’auto da corsa
del telaio in monoscocca, nel 1962. Esso forniva diversi
vantaggi, soprattutto quello della leggerezza. Tema che guidò
la filosofia di Chapman per tutta la sua vita. Famosa ed
esemplare la seguente frase: “Un’auto potente sarà veloce in
Audi TT: restyling ancora più sportivo
rettilineo; una leggera sarà veloce ovunque”.

LOTUS EXIGE TYPE 49 ED EXIGE TYPE 79, OMAGGIO ALLA LEGGENDA

La leggerezza è diventata un marchio di fabbrica anche e
soprattutto nelle Lotus stradali. Come appunto le due
fuoriserie di cui stiamo parlando oggi. Entrambe derivano
dalla Exige Cup 430; sono tecnicamente identiche, differiscono
solo dal punto di vista estetico. Leggere sì, solo 1.056 Kg,
 ma anche strapotenti. Il motore V6 3.5, sovralimentato sia da
un compressore volumetrico che da un turbo, ha 436 cavalli e
440 Newton metri di coppia a 4.000 giri. L’accelerazione 0-100
è devastante: 3,3 secondi. Velocità massima 290 Km/h. Record
sul giro nella pista di casa, quella di Hethel: 1’24″8.
Audi TT: restyling ancora più sportivo
La livrea dei due esemplari è ovviamente anch’essa ispirata
alle rispettive monoposto. La Lotus Exige Type 49 è quindi
rossa, formalmente Solid Red, con finiture dorate a contrasto,
chiamate Championship Gold. La Lotus Exige Type 79 è
naturalmente nera, anzi Motorsport Black, anch’essa con
finiture dorate. Combinazione bicolore anche per gli interni
di entrambe le vetture, coordinata con quella della
carrozzeria. Rivestimenti in Alcantara con finiture in
alluminio e fibra di carbonio.

Nissan GT-R50 by Italdesign:
Made in Italy
Una volta c’era la Nissan GT-R. C’è ancora, viva, vegeta e
cattiva. Ora si aggiunge una sorellona speciale,
specialissima. Un’edizione limitata, molto limitata, che
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arriva dove nessuna GT-R è giunta prima, a cura di un’azienda
italiana che tutti gli appassionati conoscono bene. Ecco
allora la Nissan GT-R50 by Italdesign, quando le eccellenze
del Made in Italy incontrano i loro pari.

NISSAN GT-R50 BY ITALDESIGN: GODZILLA AL QUADRATO

Da   Moncalieri   al   Giappone,   passando   per   Goodwood.   La
Italdesign è la celebre azienda di progettazione fondata da
Giorgetto Giugiaro nel 1968, oggi di proprietà del gruppo
Volkswagen. Compie quindi 50 anni. Ma anche la Nissan GT-R si
appresta a tagliare questo traguardo, nel 2019. Da questo
doppio compleanno ravvicinato è nata l’idea di un’auto che
celebrasse il raggiungimento di queste due importanti pietre
miliari.

Per serie limitata intendiamo estremamente rara. Infatti la
Nissan GT-R50 by Italdesign verrà prodotta in soli 50
esemplari, progettati, sviluppati e costruiti a mano dalla
Italdesign su misura per ciascun cliente. Del resto, quando il
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prezzo stimato è di ben 900.000 euro, chi li sborsa avrà pur
diritto a qualche soddisfazione.

Abbiamo quindi l’unione tra potenza esplosiva giapponese
(Godzilla è il soprannome storico della GT-R) e alta maestria
artigianale italiana. Questa serie speciale è basata
sull’ultima evoluzione della GT-R Nismo. Il motore V6 3.8
guadagna altri 120 cavalli e raggiunge così la potenza massima
di 720 cavalli, insieme a 780 Newton metri di coppia. Senza
parole.

Adeguate alle maggiori prestazioni le sospensioni sportive
Bilstein a smorzamento continuo, oltre all’impianto frenante
Brembo, ancora una sezione del Made in Italy di alta classe.

Dal punto di vista estetico lo stile è a cura dei team di
design Nissan in Europa e America. Le differenze più visibili
sono la pronunciata nervatura sul cofano motore, i fari a LED
dalla forma allungata, le grandi prese d’aria dietro alle
ruote anteriori e la linea del tetto ribassata. In coda domina
come sempre l’esteso alettore regolabile. I colori della
livrea sono un misto di grigio e oro, anzi di Liquid Kinetic
Gray ed Energetic Sigma Gold.

Anche gli interni sono in tema. Spiccano le due diverse
finiture in fibra di carbonio per consolle, quatro strumenti e
rivestimenti portiere. I sedili invece tornano ad esprimere
l’Italia, grazie all’Alcantara nero e alla pelle pregiata
nazionale. Diversi accenti dorati fanno pendant con la
carrozzeria.

La prima occasione, una delle poche, per vedere dal vivo la
Nissan GT-R50 by Italdesign è il 12 luglio, in Inghilterra, al
Festival of Speed di Goodwood.

Aston       Martin       DBS
Superleggera: la Super GT
D’accordo, è per pochissimi, però lasciateci il piacere di
ammirarla. La fantastica Aston Martin DBS Superleggera scuote
il mondo delle supercar gran turismo e si mette in scia
all’altrettanto sbalorditiva Ferrari 812 Superfast. Potenza
esagerata, prestazioni da panico e tanto lusso. Per weekend
inarrivabili.

ASTON MARTIN DBS SUPERLEGGERA, POTENZA E BELLEZZA

Il nome di questo nuovo modello della casa di Gaydon richiama
un passato recente e uno abbastanza lontano, in cui c’è un
diretto omaggio all’Italia. La sigla DBS infatti non si vedeva
dal 2012, tuttavia la sua origine risale al lontano 1967.
Invece l’appellativo Superleggera ci proietta nel pieno della
migliore tradizione dei carrozzeri italiani, quelli che hanno
disegnato le auto più belle del mondo.

Touring Superleggera, la celebre azienda milanese che negli
anni Trenta inventò un procedimento produttivo che attingeva a
piene mani all’aeronautica, il quale permise di costruire
carrozzerie leggerissime, ideali per le competizioni e le
vetture sportive stradali. La collaborazione tra Aston e
Touring cominciò nei primi anni Sessanta con la DB4, per
proseguire con DB5 (sì, quella del primo James Bond) e altri
modelli eccezionali.

La nuova Aston Martin DBS Superleggera sostituisce la Vanquish
S. Viene definita dai suoi creatori come una “Super GT”. La
leggerezza non è solo nel nome, perché qui la carrozzeria è
quasi tutta in fibra di carbonio. Il motore è lo stesso della
DB11 ma sottoposto a decise manovre d’irrobustimento. Così il
V12 5.2 biturbo (Aston, non Mercedes-AMG) passa da 608 a 725
cavalli, senza contare la coppia massima di 900 Newton metri.

PRESTAZIONI DA SUPERCAR DI RAZZA
Le prestazioni sono altrettanto spaventose. Nonostante la
massa imponente di 1.693 Kg a secco, l’accelerazione da 0 a
100 Km/h scatta in soli 3,4 secondi. Trovando una pista con un
rettilineo abbastanza lungo, si potrebbe provare l’ebbrezza di
raggiungere la velocità massima di 340 Km/h.

Per scaricare a terra tutta questa potenza viene impiegata una
trasmissione a trazione posteriore con cambio automatico ZF ad
otto rapporti; tra l’altro, l’albero di trasmissione è in
fibra di carbonio. Ruote da 21 pollici con pneumatici Pirelli
P Zero. Le sospensioni comprendono ammortizzatori adattivi con
tre modalità di guida. Dal punto di vista del design, la DBS
Superleggera è ispirata alla Vulcan. La tipica griglia
centrale a nido d’ape ha dimensioni abbondanti. Le prese
d’aria sul cofano accentuano l’idea di potenza (e fanno
respirare meglio il V12).
L’aerodinamica è stata studiata per ottenere un elevato carico
verticale ottimizzando il passaggio dei flussi d’aria sotto la
vettura. Fanno tutto lo splitter anteriore e il grande
estrattore posteriore, al punto che lo spoiler è di minime
dimensioni. Il risultato è un carico verticale di ben 180 Kg
alla velocità massima. E c’è anche un piccolo bagagliaio.

Mercedes-AMG C 43: la stella
sportiva
La Mercedes-AMG C 43 è una vera auto sportiva, in tutto e per
tutto. In più mantiene il comfort della berlina da cui deriva;
e si può scegliere anche nella versione station wagon, coupé e
cabriolet. Il modello 2019 è ancora più potente e scattante,
il design evoca sensazioni       grintose ma senza rinunciare
all’eleganza propria di ogni     Mercedes. Con questa vettura i
weekend ad alte prestazioni si    fondono perfettamente col lusso
di un viaggio assolutamente di   vertice.

MERCEDES-AMG C 43 2019, SEMPRE PIU’ SPORTIVA

E’ un restyling, quello della Mercedes-AMG C 43, però di
sostanza. Intanto il poderoso motore V6 3.0 biturbo guadagna
23 cavalli, raggiungendo quota 390 con una coppia massima di
520 Newton metri, disponibile fra 2.500 e 5.000 giri.
Riferendoci     alla   berlina,    le   prestazioni     danno
un’accelerazione 0-100 in 4,7 secondi (la velocità massima,
come sempre nelle auto tedesche, è limitata elettronicamente a
250 Km/h).

Il cambio automatico qui non è il solito 9G-Tronic, il quale
funziona è composto da un convertitore di coppia; si tratta
invece di un doppia frizione, nome formale Speedshift TCT AMG,
sempre 9 le marce. Perché la velocità in questo caso è tutto;
esso consente anche di scalare più marce contemporaneamente;
inoltre i programmi di marcia Sport e Sport+ permettono la
doppietta automatica. C’è anche la modalità Manuale, dove
viene mantenuta la marcia selezionata (senza cambiare
automaticamente) anche quando il motore raggiunge il
limitatore.

L’esuberante potenza è trasferita a terra dall’affidabile
trazione integrale 4Matic, dove la ripartizione della coppia
privilegia l’asse posteriore (69%), spostandosi parzialmente
verso l’anteriore quando il fondo è viscido o c’è un imminente
slittamento delle ruote. I programmi di marcia si completano
con Comfort, Individual e il nuovo Slippery, specifico per
neve e fondi altrimenti viscidi. Le sofisticate sospensioni
meccaniche a regolazione elettronica Ride Control AMG
garantiscono sportività e comfort.

I ritocchi al design riguardano i paraurti e i fari, i quali
ora dispongono della tecnologia a matrice di LED: 84 diodi
gestiti singolarmente da un sistema di sensori e centralina
che indirizzano con precisione il fascio di luce senza
abbagliare gli altri utenti della strada. Il disegno dei
cerchi in lega è stato ottimizzato in funzione aerodinamica,
così come le varie prese d’aria. Chi poi sceglie l’optional
del kit aerodinamico AMG si ritrova con un pacchetto veramente
“cattivo”, in senso buono.

Gli interni esaltano come sempre la sportività, fra cuciture
rosse, pelle ecologica e microfibra, poi pelle pregiata,
alluminio o look carbonio. Il cruscotto ora può essere
completamente digitale, come sulla Classe E; aggiunge tre
stili specifici AMG. Il menu speciale può richiamare molte
funzioni legate alla guida sportiva: assetto, scarico,
trazione, forza G, temperature olio motore e cambio, pressione
turbo, dati di potenza e coppia, cronometro tempo sul giro.
Nuovo anche il volante AMG, offerto di serie con rivestimento
in pelle nappa. Infine, sono stati aggiornati tutti i sistemi
di assistenza alla guida.
Mazda MX-5 2019: sempre più
sportiva
Mancano   pochi   mesi   al   lancio   della   Mazda   MX-5   2019,
aggiornamento della spider più venduta al mondo. La
commercializzazione sul mercato italiano comincerà ad ottobre
2018. Quest’auto ha sempre catturato i suoi fedelissimi
appassionati soprattutto grazie alle doti di guidabilità che
ne fanno una sportiva autentica. L’ultima versione regala più
potenza.

MAZDA MX-5 2019, INIEZIONE DI POTENZA

I motori a benzina a quattro cilindri Skyactiv 1.5 e 2.0 della
Mazda MX-5 2019 sono stati rivisti nella combustione per
adeguarli alle nuove norme sulle emissioni Euro 6d-temp. Ne
guadagnano però anche le prestazioni, secondo uno stile caro
ai guidatori: giri più alti e migliore sonorità. La potenza
dell’unità 2.0 è passata da 160 a 184 cavalli a 7.000 giri;
leggero aumento per la coppia massima, ora di 205 Newton metri
contro 200, sempre a 4.000 giri. E’ migliorata anche la
precisione tra azione sull’acceleratore e risposta della
vettura, riducendo al minimo il ritardo.

Ma anche la sicurezza della Mazda MX-5 2019 ha fatto dei passi
avanti, sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche. Il
pacchetto i-Activsense dispone del supporto intelligente
avanzato alla frenata in città, comprendendo il rilevamento
pedoni; si trova anche il supporto alla frenata in
retromarcia, il quale rileva veicoli e altri ostacoli dietro
la vettura. Completano il panorama i sistemi di avviso
stanchezza conducente, riconoscomento segnali stradali e
telecamera posteriore.

Per quanto riguarda il design di questa nuova Mazda, ora i
cerchi in lega da 16 e 17 pollici hanno una vernice più scura;
per i modelli a tetto morbido è disponibile una nuova capote
in tela marrone.

Subaru WRX STI Legendary
Edition: regalo d’addio
Già nella sua serie normale è un’auto molto speciale ma questa
edizione super limitata la rende assolutamente esclusiva. La
Subaru WRX STI Legendary Edition è un regalo d’addio della
sportivissima berlina giapponese, la cui generazione è
arrivata a fine vita in Europa. Ne saranno disponibili per il
mercato italiano solamente 55 esemplari numerati. Per weekend
all’insegna delle sensazioni da mondiale rally.

SUBARU WRX STI LEGENDARY EDITION, NELLA SCIA DEI CAMPIONI DEL
RALLY

Da Colin McRae a Richard Burns e Petter Solberg, il periodo
1995-2003 vide svolgersi l’epopea della Subaru Impreza, di cui
la WRX STI è legittima erede, nel campionato mondiale rally,
in cui questi protagonisti vinsero tre titoli iridati piloti e
la casa delle Pleiadi altrettanti campionati costruttori.
Anche il palmarès sportivo diretto della WRX STI è di tutto
rispetto, perché vede cinque vittorie negli ultimi otto anni
nella classe SP3T alla 24 ore del Nürburgring in categoria
Super GT.
Ma ogni bella storia giunge sempre al termine, anche se in
questo caso si tratta di un arrivederci. Le nuove rigidissime
normative europee sulle emissioni rendono impossibile
proseguire l’avventura di questa splendida vettura così com’è
oggi. La nuova WRX STI è attesa probabilmente per il 2021 e
dovrebbe avere con altrettante probabilità un powertrain
ibrido. Le sue fattezze sono state anticipate in larga parte
all’inizio di quest’anno dal concept Viziv Performance STI,
mostrato dalla Subaru a Tokyo.
Il concept Subaru Viziv Performance STI, da cui deriverà la
prossima WRX STI

Nel frattempo gustiamoci la serie ultra-limitata Subaru WRX
STI Legendary Edition. La meccanica è la stessa della STI
regolare, quindi lo stupendo motore a quattro cilindri boxer
2.5 turbo da 300 cavalli e 407 Newton metri, abbinato alla
canonica trazione integrale permanente con differenziale
centrale regolabile dal pilota. La trasmissione è abbinata al
cambio manuale (da intenditori) a sei rapporti con innesti
rapidi. L’impianto frenante Brembo con pinze a 6 pistoni
davanti e 2 dietro pensa a fermare il bolide al punto giusto.
Pinze che nella Legendary Edition sono verniciate in argento.
Petter Solberg al Rally dell’Acropoli 2003 sulla Subaru
Impreza

Gli altri segni distintivi sono i cerchi da 19 verniciati ni
oro, il kit spoiler originale STI, le targhette sulle
fiancate, i sedili sportivi Recaro, il volante sportivo in
Alcantara, poi pomello leva cambio, pulsante accensione e
tappetini marchiati STI. Alla base della leva del cambio è
applicata la targhetta numerata che personalizza questa serie
speciale. La carrozzeria è disponibile nell’unico colore WR
Blue Pearl, ma del resto chi vorrebbe una tinta diversa? Il
prezzo di listino della Subaru WRX STI Legendary Edition, per
chi fosse così fortunato da trovarne una, è di 53.990 euro.

Ford Fiesta ST: ancora più
sportiva
L’eterno confronto fra le hot hatch, le piccole berline
sportive spinte, vede il turno della Ford Fiesta ST, ora
allineata alla versione 2018 corrispondente alla nuova
generazione del modello, la settima. Le novità non sono
appariscenti ma la sostanza è ben concreta. Per weekend ancora
più pepati.

FORD FIESTA ST 2018, TANTE NOVITA’

Il design della Ford Fiesta ST 2018 non è esageratamente
diverso da quello della serie regolare. Minigonne, cerchi da
17 o 18 pollici, spoiler posteriore e doppio terminale di
scarico sono i dettagli più evidenti. Per quanto riguarda gli
interni, spiccano i sedili sportivi Recaro. Questo non vuol
dire che non ci siano novità, tutt’altro. Gli ingegneri della
Ford hanno badato alla concretezza. Partendo dal motore
EcoBoost, tutto nuovo. La potenza è invariata rispetto alla
serie precedente, 200 cavalli. Però ora sono ottenuti con un
propulsore più piccolo e meno frazionato.

Tradotto, significa un volume di 1.5 litri invece di 1.6 e tre
cilindri invece di quattro. Inoltre anche il turbocompressore
è stato riprogettato nel disegno della turbina per ottimizzare
i tempi di risposta. La coppia massima di 290 Newton metri
(tra 1.600 e 4.000 giri) e il peso contenuto in 1.262 Kg per
la versione a tre porte e in 1.283 per quella a cinque,
permettono un’accelerazione da 0 a 100 Km/h in 6,5 secondi,
nonché una velocità massima di 232 Km/h. Pensiamo che bastino.

GUIDA ANCORA PIU’ SPORTIVA
Ma non è tutto. La trasmissione sulla trazione anteriore,
basata su un cambio manuale a sei rapporti, si completa con un
differenziale meccanico a slittamento limitato, vero marchio
di fabbrica di un’auto sportiva. E’ optional ma va
assolutamente inserito nella lista: la motricità in curva
viene trasformata. A ciò si aggiungono sospensioni con molle
dotate di un particolare sistema di bilanciamento delle forze,
per una migliore reattività. Inoltre gli ammortizzatori
Tenneco consentono un preciso smorzamento progressivo.

Tutto questo, insieme ad un’elevata rigidità del retrotreno,
permette un migliore controllo generale della vettura.
L’elettronica fa entrare per la prima volta in una Fiesta ST
la modalità Launch Control, quando si vogliono ottenere
partenze da gran premio. Il selettore delle modalità di guida
comprende anche un’impostazione Track per chi vuole cimentarsi
in pista.

E quando si procede ad andatura tranquilla? In questo caso i
consumi (come le emissioni) sono decisamente contenuti. E’
merito soprattutto del sistema di disattivazione parziale di
un cilindro; il dispositivo è comunque velocissimo, perché si
attiva e disattiva automaticamente in soli 14 millisecondi,
cioè 20 volte più rapidamente di un battito di ciglia. Questo
motore è il primo al mondo ad usare la tecnologia di
disattivazione avendo solo tre cilindri. I consumi di benzina
nei test sul ciclo combinato misurano 6 litri per 100 Km. La
Ford Fiesta ST è nei concessionari. Il prezzo di listino
chiavi in mano è di 23.500 euro per la versione a tre porte e
di 24.250 euro per la carrozzeria a cinque porte.

Volkswagen Golf GTI                                 TCR:
sempre più veloce
La Volkswagen Golf è come tu la vuoi. Dalle versioni più
risparmiose a metano alle ambientalmente amichevoli
motorizzazioni ibrida ed elettrica, passando dalle diesel
macinatrici di chilometri. Poi c’è la GTI. Un’icona per la
Germania ma anche per il resto d’Europa. Eravamo rimasti alla
Clubsport ed ora ecco la sua erede, la Volkswagen Golf GTI
TCR. Per sentirsi veri piloti al volante di una gran turismo
compatta e furiosa come poche.

VOLKSWAGEN GOLF GTI TCR, DALLE CORSE ALLA STRADA
La Golf GTI è il simbolo della sportività tedesca accessibile.
Dal 1976, anno in cui venne presentata la prima versione
sportiva basata sulla berlina disegnata da Giorgetto Giugiaro,
ne sono stati venduti ben 2,2 milioni di esemplari nel mondo,
un successo straordinario per un prodotto di nicchia. Ora
siamo arrivati al momento di vedere il nuovo modello che si
collocherà al vertice di questa gamma così prestigiosa. Il
nome non lascia spazio a dubbi. La Volkswagen Golf GTI TCR
infatti deriva direttamente dall’omonima vettura da corsa,
vincitrice di due edizioni del campionato TCT International
Series.

Con un’auto come questa si fa turismo nel senso più dinamico
della parola. Trovata la strada adatta, è la guida per la
guida, il puro piacere di sentirsi tra le mani una vettura
dalle prestazioni entusiasmanti. Vediamo in queste foto le sue
fattezze, subito dopo la presentazione avvenuta al festival di
Wörthersee, in Austria, il tradizionale raduno degli
appassionati di Golf GTI. E’ cattivissima come una GTI deve
sempre apparire.

Riepiloghiamone le principali caratteristiche tecniche. Il
motore a benzina a quattro cilindri 2.0 turbo che il gruppo
Volkswagen usa per le sue sportive medie eroga qui la bellezza
di 290 cavalli. Una potenza che per una trazione anteriore
stradale si avvicina ai limiti di quanto è possibile gestire
senza troppe complicazioni. Il regime di potenza massima viene
raggiunto tra 5.000 e 6.800 giri. Abbondante anche la coppia
massima, 370 Newton metri disponibili da 1.600 a 4.300 giri,
per una spinta poderosa molto lunga.

Poiché i cavalli sono tantissimi e tutti davanti, la
trasmissione gioca un ruolo cruciale. Il cambio è il solido,
affidabile e veloce automatico DSG a doppia frizione e sette
rapporti. Per assicurare una trazione eccellente in ogni
condizione, viene in aiuto il blocco al differenziale
anteriore. La velocità massima è limitata elettronicamente a
250 Km/h. Ma come optional è possibile la rimozione del
limitatore, potendo così raggiugnere 264 Km/h. Possono anche
bastare.

Nuova Opel Corsa GSi: il
perfetto   compromesso tra
cuore e portafogli
Opel Corsa GSi – Sono passati ormai trent’anni dalle
spettacolari versioni “GSi” delle storiche Opel anni ’80 e
inizio ’90. Allora erano Kadett e Manta GSi, con le appendici
e i passaruote allargati nel pieno dello spirito dell’epoca.

Oggi riprende appieno quello spirito Opel Corsa GSi, una
versione “sportiveggiante” della normale auto di serie. Una
giusta via di mezzo tra auto di tutti i giorni e il diavolo
scatentao da 207 Cv e differenziale autobloccante anteriore,
rappresentato dalla Corsa OPC. Insomma una piccola GT
(interessante paragonarla alla DS3 Performance) con spirito
divertito        e       che      faccia        divertire.

Anche il colore giallo di lancio è la perfetta combinazione
tra sport e disimpegno. Esteticamente questa Opel Corsa Gsi è
dinamica, ma non mancano proprio le accezzioni sportive. Di
certo non è estrema nel look, ma è molto aggraziata, e i
dettagli non mancano. Dettagli come le abbondanti prese d’aria
sul cofano, lo scarico cromato e l’importante alettone. Le
motorizzazioni ancora non le conosciamo, ma è probabile che la
potenza si aggiri tra i 150 e i 180 Cv, probabilmente erogati
da un 4 cilindri.

Inoltre molto inportante sono assetto e telaio direttamente
derivati dalla versione OPC, il che dovrebbe offrire feeling e
postura da vera sportiva. Insomma una macchina dal perfetto
equilibrio tra divertimento e attenzione al portafogli.
Suzuki SWIFT Sport BeeRacing:
la prima “puntura” è solo on-
line
Suzuki SWIFT Sport BeeRacing – Già presentata al Salone di
Francoforte e ‘presentissima’ al Salone di Ginevra, Suzuki
SWIFT Sport si affaccia sul mercato con una versione speciale
e acquistabile esclusivamente on-line. Chiamata ‘BeeRacing’
questa bombetta si presenta verniciata di Giallo Champion e
tetto, montanti e calotte specchio in Nero Dubai metallizzato.
Le prestazioni non cambiano dalla SWIFT Sport di serie,
 Suzuki ha solo voluto rendere speciale la versione di lancio
definendone il carattere. Piccola, cattiva e velenosa (semi-
cit.) l’ “ape” di casa Suzuki è perfetta per un weekend fuori
porta, ma non troppo, senza autostrade e con molte curve, dove
possa volare liberamente (con un occhio ai limiti).

Ha quindi anima sportiva, giovane e coinvolgente questa
nuova Suzuki SWIFT Sport, dinamica alla guida come nel design.
All’esterno è compatta, sportiva ma non troppo aggressiva e si
distingue grazie alla presa d’aria maggiorata, le minigonne e
l’estrattore con doppio terminale. All’interno niente ci
lascia gridare al miracolo, ma tutto è al suo posto. Il design
è semplice e senza spicchi di stile, tante le plastiche dure
(chiaramente). Bello sia esteticamente che da impugnare il
volante profilato e i dettagli in Rosso Lava “a sfumare”,
presenti su plancia, tunnel e pannelli porta. Rosso che
ritroviamo nelle impunture dei sedili sportivi, con poggia-
testa     integrato      e    fianchetti      sporgenti.

Questi sedili sono disegnati specificatamente per le curve,
per voi e il vostro disgraziato passeggero. Con
un’accelerazione ai 100 in 8,1 secondi non brilla nei
rettilinei, ma con un peso di 975 Kg a vuoto e un assetto ben
studiato e tarato, questa “piccola apina” ha tutte le carte in
tavola per brillare tra i tornanti. La leggerezza è infatti un
concetto molto sentito in Suzuki, così come l’handling. Il
propulsore è il quattro cilindri 1.4 BOOSTERJET da 140 CV e
230 Nm, in sostituzione allo scorso 1.6 aspirato.
Non mancano gli ausili alla guida e la tecnologia, come
lo schermo touch da 7” con MirrorLink, i fari full LED con
sensore crepuscolare e il cruise control adattivo. Inoltre
sono di serie il climatizzatore automatico e la retro-camera.
Innovativo il sistema “guidadritto”, che non solo mantiene la
corsia, ma permette in una situazione al limita di riportare
sulla giusta traiettoria un pilota che esagera.

Il prezzo di lancio sarà di 18.000 euro ed è disponibile fino
al 18 aprile esclusivamente online. Quindi se siete amanti
della guida pura tra le curve e della sportività in quanto
leggerezza e maneggevolezza…. affrettatevi!
Peugeot 308 GTI: il Leone si
cheta davanti alle meraviglie
di Chiaravalle
Peugeot 308 GTI – GTI. Sigla storica, sigla emozionante,
importante. Non a caso è il nome della nostra rubrica.
Sportività, coinvolgimento e sensazioni forti. A noi tutto
questo piace fonderlo al viaggio, alla cultura ed al turismo.

La Peugeot 308 GTI si sposa più che perfettamente alla nostra
filosofia, perfetta compagna di avventura, dove importante non
è l’obbiettivo, ma come lo si raggiunge. In questi giorni di
inverno a Marzo abbiamo deciso di restare vicino casa, la
nostra Milano. Cercando un luogo suggestivo dove arrivare ,
non ci può rimanere indifferente il Monastero di Chiaravalle.
Fondato nel 1135 in un’area originariamente paludosa e incolta
a pochi chilometri a sud delle mura di Milano, è una tappa
obbligatoria se si passa per la città meneghina. Quindi
entriamo in macchina e accendiamo il capolavoro sotto il
cofano. A spingere (forte!) la “nostra” GTI è un 1.6 quattro
cilindri     turbocompresso       con     ben    272     Cv.

All’esterno la 308 GTI è poco appariscente, si fonde tra le
auto comuni, non incute timore nè suggestione. Certo è più
bassa, più larga e piena di particolari che ad un appassionato
fanno drizzare le orecchie. La storica sigla a tre lettere la
troviamo sul posteriore e sui parafanghi anteriori. Per quanto
riguarda il muso la griglia viene aumentata ed i fari sono
full-LED. I paraurti sono più bombati, per ospitare
carreggiate più larghe (157 cm davanti e 155 dietro) e i
meravigliosi cerchi bruniti da 19′ gommati Pirelli SottoZero.
Inoltre si nota il bellissimo impianto frenante by Peugeot
Sport con pinze rosse e dischi-freno veramente generosi. Al
posteriore rubano tutta la scena i grandi terminali di scarico
che si integrano perfettamente con l’estrattore (che in questo
caso ha esclusivamente funzione estetica). Quando comincia a
calare il sole si notano anche i meravigliosi fari con strisce
a    LED    posteriori…      i    “graffi     del     leone”.
Appena entrati nella Peugeot 308 GTI ci sentiamo avvolti dagli
imponenti sedili sportivi by Peugeot Sport in pelle e
alcantara. Il loro dovere lo compiono egregiamente, dando un
ottimo sostegno in curva e disponendo anche della possibilità
di controllare la fascia lombare. Il cruscotto non cambia dal
modello base, se non per le impunture rosse ed alcune
rifiniture. La posizione di guida non è molto intuitiva per la
verità, così come il volante che è tanto bello da impugnare
quanto difficile da posizionare. Il volante ha infatti una
corona molto ridotta: questo permette di rendere ancora più
diretto il feeling, ma è difficile da posizionare rispetto le
informazioni                   dei                quadranti.
Ma senza ulteriori indugi partiamo. Il rombo del 1.6 non è
molto presente…ma che sensazioni!. La spinta è poderosa fin
dai bassi regimi. Aotto i 3.000 giri però il motore rimane
placido, per permetterne un uso quotidiano oseremmo dire
perfetto. Superata quella soglia il Turbo arriva a dare il
meglio di se’, incollando guidatore e passeggeri al sedile,
staccando “lo zero-cento” in 6 secondi netti. Questo per non
parlare della modalità “sport”. Qui la spinta è molto più
lineare ed aggressiva: questo motore è avido di giri, con
moltissima coppia spalmata tra i 1500 e i 4.800 giri. Insomma,
una                                                 goduria.
La Pianura Padana inoltre si rende bella per noi, con
un’atmosfera invernale veramente suggestiva. L’aria è fredda,
il cielo è grigio-blu, e arrivati all’Abbazia ci sembra di
essere in un film. La struttura all’interno è meravigliosa,
con dipinti del Bramante e di Bernardino Luini. Per quanto
riguarda l’architettura parliamo di uno dei primi esempi di
stile Gotico in Italia, quindi un piccolo tesoro sconosciuto o
meglio non abbastanza appofondito dai milanesi e non.
Volkswagen Up! GTI: weekend
tra curve strette, rievocando
un mito
Up! GTI – Rivivere un mito è sempre emozionante. Era il 1976
quando nacque per la prima volta il segmento delle compatte
sportive. Una rivoluzione: motori brillanti e prestazioni
degne di nota su piccole scatole di lamiera. Tutti se ne
innamorarono: la prima Golf GTI era appena nata e aveva già
uno stormo di ammiratori che la bramavano. Ed oggi riviviamo
quel momento. Oggi che le compatte sportive arrivano a numeri
che fino a quindici anni fa erano solo nel cerchio ristretto
delle super-car. Oggi che le dimensioni sono aumentate, il
peso   è   aumentato   e   l’anima   un   po   si   è   persa.

Parliamo di dimensioni e peso perché la nuova Up! GTI, auto
del segmento A è paragonabile come prestazioni e dimensioni
alla prima storica Golf GTI mk1. Incredibile ma vero.
L’accelerazione da zero a cento è sostanzialmente identica 8,8
sec per la Up GTI contro i 9 secchi della vecchia GTI.
Su strada ancora non le abbiamo provate, non sappiamo quindi
se si eguagliano a coinvolgimento, prontezza, anche solo stile
di guida…. Ciò che sappiamo per certo è che la piccola Up! GTI
ha un piccolo 1.0 tre cilindri turbo. Motore leggerissimo e
moderno ma che, paragonato al glorioso 1.6 aspirato del ’76,
costruito quasi di nascosto (togliamo il quasi) da una squadra
di appassionati visionari di una Volkswagen in fallimento
(ricordiamo i difficilissimi anno’ 70), perde leggermente di
fascino.
In ogni caso nulla è stato lasciato al caso e tutto ricorda il
passato. I riferimenti sono infiniti, a partire dalla
celeberrima fantasia che ricopre i sedili, fino
all’immancabile pomello del cambio a forma di pallina da golf.
All’esterno non poteva mancare la sigla argentata sul
posteriore, così come diverse placche marchiate disseminate un
po’                                                 ovunque.
E’ chiara la veste nostalgica ed emozionale, ma questa piccola
peste non è tutto fumo. L’assetto è stato rivisto ed abbassato
di 15 mm, i cerchi sono da 17′ e l’impianto frenante (dichi
anteriori e tamburi posteriori) è stato maggiorato. Lo sterzo
deriva dalla sorella maggiore Polo, con particolare attenzione
alla sensibilità. Insomma non vediamo l’ora di guidarla e
dirvi cosa si prova a rivivere un mito.
Toyota    Yaris   GRMN:   350
esemplari di pepe giapponese
Toyota Yaris GRMN – Per la nostra rubrica “Weekend Car Sport
GTI” arriva un’ennesima speranza direttamente dal motorsport.
La nuova Toyota Yaris GRMN è la celebrazione di Toyota
rispetto il suo ritorno nei rally. Livrea, cerchi, ma
sopratutto tecnica, sostanza studio e la precisione del sol
nascente. Esteticamente acquista il carattere che la sua
versione “civile” non ha neanche lontanamente. I dettagli
esterni sono maniacali, dagli sticker al meraviglioso scarico
centrale. Di fatto la vettura non cambia di molto, ma le
quattro lettere cromate vicino la targa la rendono
improvvisamente più interessante. 212 cv sputati da un 1.8
Dual VVT-i sovralimentato, ri-progettato più che
minuziosamente                per              l’occasione.

Le quattro lettere che citavamo prima stanno per “Gazoo Racing
Meister of Nurburgring” e sono la sintesi del lavoro con
spirito tipicamente giapponese che accompagnano la nascita di
questa versione super-limitata della Toyota Yaris. Sono 350
le Toyota Yaris GRMN prodotte per i paesi europei, ormai già
tutte vendute nelle prime 24 ore tramite la prenotazione on-
line. Gli appassionati non si sono fatti scappare questa
cattivella che ha ricevuto il servizio completo. Miglior peso-
potenza della categoria, con 1135 kg e 5,35 kg per cavallo.
Nuovo assetto, più basso di 30mm e più rigido, differenziale
anti-slittamento Torsen e telaio rinforzato da barre
stabilizzatrici nella “pancia” della “piccola” Yaris.

Il cuore della Toyota Yaris GRMN come abbiamo detto è un 1.8
quattro cilindri sovralimentato con la storica tecnologia VVT-
i. Alleggerito e con un nuovo sistema di raffreddamento. I 212
CV consentono un’accelerazione 0-100 km/h in soli 6.4 sec.
L’allestimento è unico, con un’unica combinazione di colori:
bianco il corpo e il tetto nero metallizzato. Chiaramente con
la livrea bianca nera e rossa ripresa da quella utilizzata nei
rally. Sul tetto è infine presente la ‘shark fin’ antenna, che
regala ulteriore aggressività al tutto. In linea con la
sportività della vettura, sono stati previsti cerchi sportivi
BBS da 17” con pinze freno GRMN.
Il prezzo era di 29.900 euro a partire dalle ore 18:00 del 27
luglio 2017, in concomitanza con l’inizio del Rally di

Finlandia.

Hyundai i30 N: per un viaggio
“tutto chicane”
Hyundai i30 N – Finalmente anche Hyndai ha deciso di darci
dentro. Curve, curve e ancora curve, con uno sviluppo della
vettura come si deve. Autenticità, velocità e sostanza, senza
dimenticare il progresso e le esigenze del mercato
contemporaneo.

Solo la lettera che la contraddistingue è sintomo di
intenzioni serie. N è l’iniziale del famigerato circuito sul
quale è stata sviluppata la messa a punto: il Nurburgring. N è
anche il simbolo di una “chicane”, che chiarisce
immediatamente il tipo di strada sulla quale questa Hyundai
i30 N eccelle. Le strade tortuose, con cambi di direzione
veloce, cullati esclusivamente dalla dinamica di guida e dal
sound                       del                       motore.

Le forme, con prese d’aria, estrattore e splitter anteriore
prendono ispirazione dalla forma del metallo fuso, schiacciato
e proteso verso il basso. Certo non mancano gli stilemi
tipicamente rallystici, panorama nel quale Hyndai compete da
anni.
All’esterno è aggressiva e si fa notare, con inserti rossi che
si sposano molto bene con il colore azzurro della
presentazione. In ogni caso le forme sono azzeccate e
relativamente pulite (nonostante il posteriore sia un pò
carico di linee). L’anteriore è basso ed aggressivo, merito
del bellissimo disegno della griglia (in nero lucido) e delle
“pinne”               del             paraurti.
La trazione è anteriore, il cuore è un 2.0 4 cilindri Turbo
che arriva fino a 275 Cv e 253 Nm di coppia. Il Differenziale
Elettronico a slittamento limitato (specifico Hyundai), il
controllo di trazione intelligente e il controllo elettronico
delle sospensioni (ECS) permettono alla Hyundai i30 N di
sfruttare fino all’ultimo cavallo. Sistemi elettronici che,
finalmente in questo segmento, fanno la differenza. Ciò che ci
fa gridare al miracolo è anche il cambio, manuale a 6 rapporti
con       “rev       matching”               disattivabile.
Sono addirittura cinque le possibili impostazioni di settaggio
di guida. Cinque “caratteri” della vettura, che tiene molto in
conto anche la fruibilità quotidiana di una normale Hachback.
Il settaggio più sportivo è “N plus”, che disattiva tutti i
controlli elettronici, per la pista o se ci si vuole
divertire. Tra i cinque è presente anche un profilo
completamente personalizzabile: ad ogni elemento della vettura
è possibile fare assumere un diverso carattere (da N a
comfort). Quindi potrete tranquillamente avere un settaggio
delle sospensioni morbido, con le valvole dello scarico aperte
(che “scoppiettiano” allegramente), per godere del sound senza
tralasciare                    la                  comodità.
Comodità che è molto considerata negli interni, con sedili
sportivi ma comodissimi. Il disegno di quest’ultimi è molto
azzeccato, ma sedendovici dentro si capisce quanto siano
studiati. I “fianchetti” sono abbondanti ma non intralciano
l’ingresso, inoltre l’imbottitura è molto morbida ed
avvolgente. Se siete alti 1,75 circa, la posizione di guida si
rivela quasi perfetta. I comandi sono intuitivi , si respira
qualità, ma sopratutto sportività.

Insomma questa Hyndai i30 N ci ha colpiti positivamente.
Speriamo che il mercato reagisca di conseguenza, anche dato il
prezzo più che competitivo di        32.350 euro. Inoltre è
possibile avere un modello depotenziato a 250 Cv, così da non
sottostare alle dementi tassazioni italiane del super-bollo.
La versione depotenziata costa esattamente 28.650 euro.
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