Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO

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Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
IL 10 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA SI CELEBRA IL

                 Giorno del Ricordo
              PER CONSERVARE LA MEMORIA DELLA TRAGEDIA DEGLI ITALIANI,
               VITTIME DELLE FOIBE E DELL’ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI,
                ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
              DALLA FURIA IDEOLOGICA E SANGUINARIA DEI PARTIGIANI DI TITO

A
         ncor prima della conclusione         terrotto, con picchi più o meno alti nei
         della guerra Tito aveva mani-        diversi periodi, sin oltre il Memoran-
         festato il suo pensiero sui con-     dum di Londra (5 ottobre 1954) che
fini orientali della nuova Jugoslavia.        restituirà definitivamente Trieste e la
Sono gli anni del terrore anti-italia-        Zona A del T.L.T. all’Italia.
no in tutti i territori “liberati” dai par-        Dopo la firma del trattato di pace
tigiani slavo-comunisti, ed il mare-          gli italiani dei territori orientali occu-
sciallo non faceva mistero delle pro-         pati, ceduti o assegnati alla Jugosla-
prie mire anche sulla Venezia Giulia          via di Tito si trovano isolati e costretti
e sull’Istria, al punto da arrivare ad        ad accettare, per poter rimanere nella
occupare Trieste (prima di liberare           propria terra fino a quel momento ita-
Lubiana) per i tristemente noti qua-          liana, la cittadinanza jugoslava oppu-
ranta giorni e parlare apertamente di         re optare per quella italiana e sceglie-
annessione alla “Settima Repubblica           re la via dell’esodo. In 350mila scel-
Socialista Federativa di Jugoslavia”.         gono l’esodo, ma sono anche “aiuta-
     Il 10 febbraio 1947 a Parigi, l’Ita-     ti” a farlo con le violenze ed il terrore,
lia firma il trattato di pace che, a con-     le deportazioni e l’orrore delle foibe.
clusione della Seconda guerra mon-                 Il potere jugoslavo, occorre riba-
diale, istituisce il cosiddetto Territo-      dirlo, vede negli italiani della Vene-
rio Libero di Trieste (T.L.T.) suddivi-       zia Giulia, dell’Istria e della Dal-
so nelle due aree di influenza (Zona          mazia non solo i nemici secolari da
A affidata all’amministrazione mili-          annientare, ma anche i rappresentanti
tare alleata, e Zona B, da Capodi-            di una classe sociale borghese nemi-
stria fino alla valle del Quieto, affi-       ca delle conquiste del “popolo socia-
data all’amministrazione jugosla-             lista”, che deve essere punita e ridi-
va), e le toglie definitivamente gran         mensionata con la confisca dei beni
parte della Venezia Giulia, l’Istria,         e molte, troppe volte, con la priva-
Fiume e la Dalmazia, isole compre-            zione della stessa vita. La seconda e
se. Il trattato di pace è l’atto che san-     definitiva ondata di violenza, senza
cisce ufficialmente l’inizio dell’eso-        dubbio più grave di quella degli ulti-
do epocale di centinaia di migliaia di        mi mesi del 1943, si verifica alla fine
italiani, in realtà iniziato già alla fine    del conflitto e nei mesi successivi. L’1
del 1943, dopo la firma dell’armisti-         maggio 1945 (Mussolini è già stato
zio con gli Alleati l’8 settembre. Lo         catturato, fucilato a Giulino di Mez-
sbandamento dell’esercito italiano nei        zegra e impiccato in piazzale Lore-
territori orientali del Regno, lasciato       to a Milano, e i tedeschi hanno fir-
senza ordini e senza direttive, aveva         mato la resa incondizionata) le for-
lasciato il campo libero ai partigiani        mazioni partigiane di Tito occupano
slavi di Tito che, coadiuvati da gruppi       Trieste e Pola, e il 3 maggio Fiume.
di comunisti italiani, irruppero nella        Con la piena soddisfazione del segre-
Venezia Giulia e, col pretesto di libe-       tario del Partito comunista italiano
rare la regione dal fascismo, diede-          Palmiro Togliatti che nell’ottobre del
ro inizio al loro piano di slavizzazio-       1944, in una circolare segreta, aveva
ne, da attuare attraverso una puli-           chiarito definitivamente la posizione
zia etnica contro tutto ciò che era o         del PCI sull’espansionismo iugosla-
sapeva di italiano. Questa invasione
                                              vo: «Noi consideriamo come un fatto
aveva causato la prima feroce onda-
                                              positivo di cui dobbiamo rallegrarci
ta di violenze e di infoibamenti com-
                                              e che in tutti i modi dobbiamo favo-         Qui sopra: manifesto realizzato
piuti dai titini ai danni della compo-
                                              rire, l’occupazione della regione giu-       per la celebrazione del “Giorno
nente italiana. Nell’ottobre del 1943 i                                                    del Ricordo”. Nella foto, al molo
                                              liana da parte delle truppe del Mare-
tedeschi occuparono la Venezia Giulia                                                      Carbon del porto di Pola gli
e l’Istria, cacciarono i partigiani titini    sciallo Tito. Questo, infatti, significa     esuli si imbarcano sul piroscafo
e istituirono l’Adriatisches Künsten-         che in questa regione non vi sarà né         Toscana. Dai primi giorni di
                                              un’occupazione inglese, né una restau-       febbraio del 1947 al 20 marzo,
land (Litorale adriatico), affidandolo                                                     la motonave del Lloyd Triestino
al gauleiter Friedrich Rainer (l’occu-        razione dell’amministrazione reazio-         compie ben dodici viaggi,
pazione, durata fino al 1945, non fu          naria italiana.»                             trasportando il suo “carico di
                                                                                           umanità dolente” a Venezia
comunque un’annessione). Fu allora                                                         e ad Ancona.
che venne scoperta la terribile veri-         Le radici dell’esodo                         A destra: francobollo emesso da
tà di quanto era accaduto durante il          Le violenze ed i soprusi degli jugosla-      Poste Italiane nel 2005 dedicato al
mese di occupazione titina. Dal 1943,         vi, le deportazioni e gli infoibamen-        “Giorno del ricordo e dell’esodo
l’esodo degli italiani proseguirà inin-       ti nei confronti degli italiani, dettati     dall’Istria Fiume e Dalmazia”.

166 PAGINE DI STORIA
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www.storiadetrieste.it
                                                                                                                                               www.ilmercatino.it

                                                                                                                                      L’esodo degli italiani da Pola, i carri degli
                                                                                                                                      esuli sfilano sotto le mura dell’arena e l’arco
                                                                                                                                      dei Sergi mute testimoni del loro dramma.
                                                                                                                                      Ben 30mila polesani su 32mila abitanti
                                                                                                                                      abbandoneranno la città che il 15 settembre
                                                                                                                                      1947 verrà assegnata alla nuova Jugoslavia
                                                                                                                                      di Tito.
                                                                                                                                      A sinistra: i primi reparti della IV Armata
sia da motivi di vendetta sia e soprat-                                                                                               jugoslava entrano a Trieste (1 maggio 1945).
tutto da fortissime motivazioni ideo-                                                                                                 Sotto: francobollo emesso da Poste Italiane
logiche, creano il clima per l’abban-                                                                                                 nel 1997 dedicato all’esodo degli italiani
                                                                                                                                      dall’Istria, Fiume e Dalmazia.
dono delle terre adriatiche di centina-
ia di migliaia di connazionali. L’ec-
cezionale fenomeno migratorio dalla
Venezia Giulia, dall’Istria, da Fiume e
dalla Dalmazia, non ufficializzato da
un preciso decreto di espulsione, è un
vero e proprio “esodo” che coinvolge
un intero popolo, quello degli italia-
ni adriatici, che non può essere spie-
gato adducendo prevalentemente que-
stioni di carattere economico – come
invece buona parte della storiografia
jugoslava di allora fece – svilendolo
quindi ad un semplice fenomeno di           no i polsi fissati con del filo di ferro,    tare via da Pisino gli italiani prove-       con le macabre descrizioni delle rie-
migrazione di popoli.                       stretto fino a spezzare il polso. Molti      nienti da Parenzo, dei quali si erano        sumazioni dei giorni successivi, anche
     Basovizza, Monrupino (dichiarate       cadaveri erano legati in coppia ai due       perse sul momento le tracce, ma che          attraverso i racconti dei pochi soprav-
entrambe “Monumento nazionale” nel          avambracci; solo uno, solitamente,           poi vennero ritrovati nelle foibe.           vissuti. Le notizie del ritrovamento di
1992), Opicina, Prosecco, Villa Sura-       presentava segni di colpi d’arma da               Il “Corriere Istriano” il 19 otto-      nuove fosse comuni continuarono fino
ni, Gallignana, Villa Pucicchi, Villa       fuoco, il che fa supporre che la vitti-      bre 1943 dedicava un’intera pagina           alla fine dell’anno, documentate non
Orlizzi, Vines, Grobnico, Montene-          ma, cadendo, trascinasse nell’abisso         al “modus agendi” dei partigiani al          solo dalla stampa locale, ma anche da
ro, Voci, Prestrane, Sissak, Kocevje,       anche il compagno vivo.                      momento di gettare gli italiani den-         quella nazionale. Il “Giornale d’Italia”
tanto per citarne alcuni, sono i nomi di         Nella relazione di un tenente di        tro le voragini carsiche: “... Sui sassi     di Roma continuò per tutto il 1946
alcune delle foibe utilizzate dai titini    vascello si legge che vicino al paese di     intorno all’orifizio della foiba che si      a parlare dei fatti istriani, non trala-
per attuare la loro pulizia etnico-ideo-    Basovizza, anni prima, era stato sca-        trova in una località isolata, contrad-      sciando truci descrizioni: “ ... nessuno
logica. «Le foibe - sintetizza lo storico   vato un pozzo, detto “della miniera”,        distinto dalla macchia carsica tutta         poteva risalire dall’abisso senza l’aiu-
triestino Roberto Spazzali - furono il      da una società in cerca di carbone: un       doline e rilievi, si scorgevano tracce       to dei carnefici che li avevano buttati
prodotto di odii diversi: etnico, nazio-    buco verticale profondo 249 metri, la        di sangue e bossoli vuoti di fucile e        nella voragine oscura, dopo averli spo-
nale e ideologico. Furono la risoluzio-     cui apertura ne misurava 36. Dal 3 al 7      di pistola. Lungo una specie di piano        gliati degli abiti e delle scarpe, ancora
ne brutale di un tentativo rivoluziona-     maggio 1945 il pozzo fu utilizzato per       inclinato che porta all’orlo del pre-        utilizzabili, e dopo avere bruciato ai
rio di annessione territoriale. Chi non     uccidere prigionieri o celare cadaveri.      cipizio, nel fango rossastro vi erano        margini della fossa tutti i documenti
ci stava, veniva eliminato.»                Quando si scavò, poco tempo dopo,            delle impronte, come di corpi iner-          di riconoscimento.”
     «L’uso delle foibe – scrive Fede-      le salme recuperate furono 600, fra          ti che fossero scivolati lungo il decli-          La quantificazione del fenome-
rica Saini Fasanotti in “La gioia vio-      cui anche quelle di 23 neozelandesi          vio. Non poteva esservi alcun dubbio         no degli infoibamenti non è tuttora
lata. Crimini contro gli italiani 1940-     in divisa. Testimoni oculari raccon-         anche perché l’atroce odore dei corpi        giunta a dati definitivi. Stime recenti
1946” (Ares, Milano 2006) – come            tarono di gruppi compatti, che anda-         in decomposizione ammorbava l’aria.”         danno una cifra di circa diecimila per-
luogo nascosto in cui furono fatti spa-     vano dalle 100 alle 500 persone, pre-             L’articolo continuava descrivendo       sone eliminate nelle foibe o nei campi
rire dai partigiani titini centinaia di     cipitati nella voragine.                     le operazioni di recupero dei cadaveri       di concentramento.» Fin qui Federica
cadaveri o persone ancora in vita, rite-         Il 28 marzo del 1946 il quotidiano      dalle fosse comuni, come ad esempio          Saini Fasanotti.
nute o solamente sospettate di esse-        “Grido dell’Istria” denunciò in prima        da quella della foiba di Vines: “Con
re oppositori al nuovo corso politico       pagina Tito come criminale di guerra,        l’ausilio di tecnici minerari che pre-
della Jugoslavia è ormai noto e ben         in virtù delle atrocità e delle infrazioni   pararono l’impalcatura, e dei vigili del     Il martirio delle foibe
documentato. Nuove fondamenta-              commesse contro le norme codifica-           fuoco del corpo di Pola che si calaro-       La caratteristica comune di tutte le
li testimonianze sono emerse dagli          te nella IV Convenzione dell’Aja, nel        no animosamente nella voragine, si           uccisioni fu l’assenza pressoché totale
archivi militari come, ad esempio, la       1907. Denunce analoghe si erano già          poterono recuperare l’altro giorno due       di notizie sulla sparizione di miglia-
pubblicazione del “Trattamento degli        levate negli anni precedenti: nell’ot-       salme giacenti su una specie di gradi-       ia di persone. Un mistero che ali-
italiani da parte jugoslava dopo l’8 set-   tobre 1943 “Il Piccolo” di Trieste inti-     no a circa settanta metri di profondità,     mentò notevolmente il clima di ter-
tembre 1943” compilata dal Gruppo           tolava un articolo su quelle tragiche        mentre altre risultano trovarsi molto        rore nel quale viveva la popolazione.
Ricerche del Servizio Informazioni          giornate in Istria: “La corriera della       più in basso. L’estrazione dei cada-         Una morte oscura, segno di una volon-
Militare nell’immediato dopoguerra.         morte”. In esso si parlava dei partigia-     veri è stata quanto mai laboriosa… I         tà di cancellazione totale, resa ancor
     Il numero delle foibe utilizzate       ni come di rappresentanti dell’anar-         due disgraziati avevano le mani lega-        più aspra dalla negazione della pietà.
allora rimane tutt’oggi imprecisato,        chia, del loro governo come di un’oc-        te con del filo di ferro, i cui due capi     Tra gli arresti compiuti dai partigia-
ma alcune di esse sono tristemente          cupazione brigantesca che aveva por-         erano stati attorcigliati e stretti con le   ni di Tito vi furono numerosi casi di
passate alla storia, come ad esempio la     tato alla disorganizzazione, soprat-         pinze in modo da segare la pelle dei         vendette personali, vittime di delato-
foiba di Vines. Tra il 6 e il 25 ottobre    tutto nel campo dell’alimentazione;          polsi. Presentavano ferite d’arma da         ri che sfruttarono il cambiamento di
1943 dalle sue viscere furono estrat-       oltre a ciò vennero denunciati i casi        fuoco ai due lati del torace.”               bandiera per risolvere ogni divergen-
ti 84 cadaveri di militari e civili ita-    di detenzioni di innocenti e di nume-             “Il Piccolo” definiva i massa-          za con le proprie vittime.
liani, situati a una profondità di 66 e     rose fucilazioni. Ma perché la “cor-         cratori di Vines peggiori di quelli di            Sulla sorte degli arrestati non tra-
146 metri. Tutte le salme presentava-       riera della morte”? Essa servì a por-        Katyn in Russia, per proseguire poi          pelarono notizie, soprattutto per la fer-

                                                                                                                                                 PAGINE DI STORIA 167
Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
Nelle foto di questa pagina, i dolorosi
drammatici momenti del recupero di
alcune salme dalle foibe carsiche: un
vigile del fuoco si è calato sul fondo della
foiba; i corpi recuperati vengono portati in
superficie, sistemati sull’erba, e quindi in
qualche modo ricomposti in semplici casse
di legno. Talvolta, quando possibile, le salme
venivano poste direttamente nella bare e
quindi issate in superficie.

                                                 ti la pena capitale.                           ro, nemmeno in casa propria: chiun-          ne nei territori occupati dall’esercito
                                                      Le modalità di uccisione e di eli-        que poteva accusare ma anche essere          di liberazione di Tito erano tali che il
                                                 minazione fisica dei condannati furo-          accusato di tradimento, di spionaggio,       10 giugno 1945, all’indomani del riti-
                                                 no molteplici, a seconda sia del luogo         di essere “nemico del popolo”, con           ro delle truppe di occupazione jugo-
                                                 geografico sia delle particolari condi-        totale assoluta discrezionalità.             slave da Trieste, mons. Antonio San-
                                                 zioni del momento. Sovente gli arre-                Tra gli scomparsi e le vittime          tin, vescovo di Trieste e Capodistria,
                                                 stati prima di morire dovettero spo-           nella Venezia Giulia e in Dalmazia,          affidò a Pio XII una lettera per l’am-
                                                 gliarsi di tutti i loro vestiti e delle loro   vanno annoverati non solo coloro che         basciatore americano Myron Taylor
                                                 calzature, ambite dai sicari che poi le        finirono nelle foibe, ma anche quel-         in cui scrive: «E’ certo che anche le
                                                 indossavano. Molte persone furono              li che vennero annegati, fucilati o          popolazioni slave della Venezia Giu-
rea osservanza del silenzio da parte             fucilate, o comunque uccise in modo            lasciati morire di stenti lungo la stra-     lia, nauseate dal regime di oppressione
dei funzionari dell’OZNA, la polizia             violento, ed i loro corpi vennero sepol-       da della deportazione, nelle carceri o       instaurato da Tito, desiderano l’occu-
segreta jugoslava, e per la totale man-          ti nelle fosse comuni, nelle cave e nei        nei campi di concentramento. Le foibe        pazione alleata. La parte italiana (cioè
canza di verbali d’arresto o di atti pro-        pozzi artesiani e minerari. Altre furo-        colpirono infatti solo una parte dei         tutta la zona occidentale, comprende
cessuali che avrebbero dovuto docu-              no gettate in mare.                            prelevati e furono la tomba di miglia-       la costa ed alcune cittadine nell’im-
mentare la sorte di tante migliaia di                 In Istria e nel Carso triestino e         ia di italiani, ma molti altri finirono in   mediato retroterra occidentale), deve
disgraziati scomparsi. La procedura              goriziano, invece, la maggior parte dei        campi di sterminio ed in fosse comu-         cadere sotto il governo alleato di Trie-
era sempre la medesima: sconosciuti              prigionieri subì il martirio della foiba.      ni. Il numero delle vittime, a seconda       ste, Pola e Gorizia, se si vuole impe-
bussavano alla porta di casa, anche in           Dopo la sentenza di morte le vittime           delle fonti, è molto discordante. Non        dire l’annientamento, già incomincia-
piena notte, e invitavano, più o meno            venivano portate sul luogo dell’ese-           esistono dati precisi, in quanto nelle       to, di quella povera popolazione. Molti
gentilmente, la persona indicata a               cuzione, con i polsi legati dietro la          località cedute alla Jugoslavia buona        italiani (Fiume, Lussino, Cherso, alcu-
seguirli per un controllo al Coman-              schiena con filo di ferro. Il trasporto        parte dei registri anagrafici furono         ne cittadine istriane) rimangono alla
do partigiano… Talvolta la scusa era             avveniva a bordo di autocarri chiu-            dati alle fiamme per nascondere sco-         mercé di Tito e dell’OZNA. Fin da ora
quella di dover firmare un documen-              si o corriere con i vetri oscurati da          mode verità. La difficoltà nel recupe-       si desidera prospettare anche quella
to. Il tempo passava e ai familiari del          vernice bianca, divenuti tristemen-            rare i corpi da una parte e la distru-       che, secondo giustizia, dovrà essere
“fermato” veniva detto di aver pazien-           te famosi in Istria come le “corriere          zione degli archivi municipali dall’al-      la soluzione definitiva. Tutta la terra
za, che si sarebbe dovuto aspettare              della morte”. Dove la strada finiva i          tra rese e rende tuttora estremamen-         abitata dagli slavi agli slavi, tutta la
qualche giorno per le indispensabili             prigionieri continuavano a piedi fino          te difficile, se non impossibile, sta-       terra abitata dagli italiani agli italia-
questioni procedurali…                           alla foiba. Giunti sull’orlo dell’abisso,      bilire con certezza il numero esatto         ni. Certo vi rimarrà qualche minoran-
     Gli arrestati dell’Istria vennero           i carnefici davano inizio all’esecuzio-        delle vittime.                               za da una parte o dall’altra. La classi-
concentrati nel castello Montecucco-             ne sparando un colpo di pistola o di                Secondo Roberto Spazzali, que-          ca linea Wilson, rettificata alquanto
li di Pisino, a Pinguente e a Barbana.           fucile alla testa della prima vittima          sto numero si aggirerebbe intorno alle       a favore degli slavi, potrebbe rispon-
I Tribunali del Popolo istituirono un            facendola precipitare all’interno della        4.500-5.000 persone. Su queste cifre         dere allo scopo e diventare il nuovo
gran numero di processi, con proce-              voragine nella quale, cadendo, trasci-         concorda Raul Pupo, secondo il quale         confine d’Italia. Bisognerebbe assi-
dure spicce e particolari. Agli imputa-          nava anche il compagno, o i compagni           ammonterebbero a 4.000-5.000. Per            curare a Fiume una larga autonomia.»
ti non venne concessa alcuna garanzia            ancora vivi a cui era legata. Dopo le          Luigi Papo, il numero complessivo
di tutela dei propri diritti, non furo-          esecuzioni, talvolta i partigiani lancia-      delle vittime non sarebbe inferiore          Il trattato di pace
no nominati avvocati difensori, né si            vano nel baratro anche delle bombe a           a 16.500, mentre secondo altre fonti         In un primo momento, le popolazio-
poterono chiamare testimoni a proprio            mano per eliminare ogni possibilità di         sarebbero state addirittura 20-30mila.       ni istriane esodate si rifugiano nelle
favore per cui, dopo brevi istruttorie,          sopravvivenza degli infoibati. L’ago-          Un’indagine minuziosa del Centro             città più vicine quali Venezia e Udine,
gli accusati venivano portati al cospet-         nia di questi sventurati poteva dura-          Studi Adriatici pubblicata nel 1989          dove vengono istituiti i primi Uffici
to dei giudici che, con qualche par-             re giorni interi e le loro grida ed invo-      parla di 10.137 vittime: 994 infoiba-        di assistenza post-bellica per assicu-
venza di legalità, emettevano imme-              cazioni di aiuto venivano udite dagli          te, di cui 326 accertate ma non recu-        rare loro un tetto ed un pasto caldo.
diatamente le sentenze, in pratica già           abitanti della zona, ma la paura che           perate dalle profondità carsiche; 5.643      Tuttavia le condizioni degli sfollati è
determinate. Tali sentenze, quasi sem-           regnava ovunque impediva di avvi-              vittime presunte sulla base di segnala-      miserevole perché, come d’altronde
pre di colpevolezza, erano senza pos-            cinarsi alle foibe.                            zioni locali; 3.174 decedute nei campi       altrove in Italia, mancano il combu-
sibilità di appello e nella gran parte                In questo clima violento di ter-          di concentramento jugoslavi.                 stibile per il riscaldamento e il vetto-
dei casi prevedevano per i malcapita-            rore, nessuno si sentiva più al sicu-               Il clima di terrore e l’oppressio-      vagliamento. Nelle province di Udine,

168 PAGINE DI STORIA
Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
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                                                                                                                                    presso la foiba di Basovizza, con lo
                                                                                                                                    schema del pozzo della miniera; la foiba di
                                                                                                                                    Basovizza, dichiarata monumento nazionale
                                                                                                                                    nel 1992 e assurta a simbolo di tutte le
                                                                                                                                    foibe; la foiba di Monrupino, anch’essa
                                                                                                                                    monumento nazionale.

                                                                                                                                    Qui sotto: la gente attorno ai corpi recuperati
                                                                                                                                    da una foiba in cerca dei propri cari.

Venezia e Padova nel luglio-agosto         zione esistente in Istria e in tutti i ter-   avvalso dell’opzione si trasferisca in
1945 il numero ufficiale dei profu-        ritori occupati dall’esercito di Tito.        Italia entro un anno dalla data in cui
ghi raggiunge le 100mila persone, ma            Alla conferenza di Parigi comun-         l’opzione è stata esercitata. Inseren-
lo stesso ministero degli Esteri è ben     que, già all’inizio dell’estate 1946          do nel trattato la clausola delle opzio-
consapevole che tale cifra rappresenta     appare chiaro che alla fine il compro-        ni, è intenzione degli Alleati offrire
per difetto una realtà assai più grave.    messo avrebbe consegnato l’Istria e           garanzie agli italiani, di cui prevedo-
     In questo scenario, addirittu-        Pola alla Jugoslavia, Gorizia e Mon-          no un massiccio esodo.
ra De Gasperi pensa di agevolare il        falcone all’Italia, mentre Trieste con             Occorre tuttavia ricordare ancora
ritorno in Istria di 120mila uomini        una fascia di territorio limitrofo sareb-     che l’esodo dall’Istria era iniziato ben
fra deportati politici, soldati origina-   be divenuta uno Stato indipendente            prima dell’entrata in vigore del tratta-
ri della Venezia Giulia detenuti nei       posto sotto amministrazione allea-            to di pace, fin dal 1943. In un primo      te, con ogni mezzo: vecchi pirosca-
campi di concentramento in Germa-          ta. Il 4 giugno il ministro degli Esteri      momento, gli abitanti delle campa-         fi, bragozzi, treni, camion milita-
nia, e gli stessi profughi fuggiti dalle   britannico lord Bevin conferma l’in-          gne trovarono rifugio nelle città per      ri, carri… La diaspora è l’unica via
persecuzioni dei titini. Per questo, il    tenzione degli Alleati di adottare la         sfuggire ai rastrellamenti ed ai reclu-    possibile per 350mila italiani che tali
ministro degli Esteri Carlo Sforza ipo-    linea di demarcazione francese e la           tamenti dei tedeschi, ed al pericolo       vogliono restare e che così sfuggono
tizza che il Governo stanzi dei fondi      popolazione italiana della Zona B, in         di infoibamenti e ritorsioni da parte      alla dittatura comunista di Tito. Solo
a favore del C.L.N. per convogliare        preda al panico, cerca rifugio ovun-          delle formazioni slavo-comuniste di        l’esodo da Pola avviene sotto la pro-
queste persone verso la Venezia Giu-       que possibile, in particolare a Pola,         Tito, azioni che andavano facendosi        tezione degli Alleati e con navi italia-
lia e per creare un Ufficio che conce-     l’unica enclave rimasta in mano agli          via via sempre più temerarie e intra-      ne, per cui i polesani possono spesso
da sussidi straordinari ai reduci affin-   anglo-americani in una regione ormai          prendenti. Inoltre, è necessario anche     portare con sé qualche mobile e parte
ché non si sentano abbandonati. Peral-     completamente sottoposta al controllo         tenere presente che, in seguito all’ac-    dei loro averi. Ben diverso il destino
tro, il Governo italiano è anche con-      jugoslavo. I polesani sono increduli e        cordo Tito-Alexander del 9 giugno          di tutti gli altri giuliano-dalmati, che
sapevole di essere impreparato a dare      divisi tra pessimisti, per i quali ormai      1945, vi fu un’ondata di profughi che      fuggono incalzati dalle persecuzio-
assistenza ai profughi istriani, giulia-   tutto è perduto, e ottimisti, che non         dalla Zona B, occupata dagli slavi, si     ni dei partigiani slavi, abbandonan-
ni e dalmati. Infatti, nel marzo 1946      vedono come, dopo due anni di tutela          riversò nella Zona A. Secondo i dati       do tutto. Molti scappano su carrette
viene creato un nucleo di collegamen-      anglo-americana, la città possa esse-         diffusi dal C.L.N. dell’Istria, l’esodo    del mare che non giungeranno mai
to presso il quartier generale del XIII    re di nuovo abbandonata agli slavi.           raggiunse percentuali sempre superio-      a destinazione (l’Adriatico restituirà
Corpo d’Armata alleato di stanza a              Se il trattato di pace di Parigi         ri al 90% con punte anche del 99%,         spesso salme di fuggiaschi), altri con
Udine con l’ordine di rilasciare il per-   viene definito l’“epilogo di una tra-         come ad esempio a Grisignana, Porto-       qualunque mezzo disponibile e addi-
messo ai cittadini italiani che dalla      gedia”, in realtà per la popolazione          le, Montona, Gallesano, Sissano, Pin-      rittura a piedi: molti vengono cattu-
Venezia Giulia vogliono recarsi nelle      giuliana è l’inizio della catastrofe in       guente. Infine, bisogna distinguere        rati dalle vedette, o dalle sentinelle,
altre province italiane, solo in caso di   quanto contiene normative che riguar-         l’esodo da Pola organizzato dalle auto-    oppure dalle pattuglie slave che pre-
comprovata necessità ed urgenza del        dano specificamente la popolazione di         rità italiane al momento dell’entrata in   sidiano e controllano tutta la linea di
viaggio. A questa decisione si oppo-       nazionalità italiana residente nei ter-       vigore del trattato di pace che sanciva    demarcazione, e condotti nei campi
ne il segretario della Commissione         ritori ceduti alla Jugoslavia. L’art. 19,     il trasferimento della sovranità della     di concentramento o avviati ai lavo-
confini, Alberico Casari, che racco-       in particolare, sancisce che i cittadi-       città agli jugoslavi (esodo che tratte-    ri forzati. E in Italia nasce il proble-
manda invece una maggiore elasticità       ni italiani, i quali al 10 giugno 1940        remo in modo più esteso nelle “Pagi-       ma dell’accoglienza, tanto che alcu-
per i cittadini giuliani, affinché que-    risiedevano nei territori ceduti, diven-      ne di Storia” di sabato prossimo, 12       ne amministrazioni comunali giun-
sti non abbiano la sensazione che sia      teranno cittadini jugoslavi, godendo          febbraio, nel servizio dal titolo emble-   gono a rifiutare aiuto e solidarietà ai
stata eretta “una barriera tra la Vene-    dei diritti politici e civili del nuovo       matico “Pola addio!”).                     disgraziati profughi.
zia Giulia ed il resto d’Italia”.          Stato. La Jugoslavia, però, è tenuta                                                          Nell’attesa di una difficile nor-
     Anche la Jugoslavia d’altro canto     entro tre mesi dall’entrata in vigore         Il grande esodo                            malizzazione si allestiscono in tutto
è contraria all’esodo, che avrebbe con-    del trattato, a disporre una legislazio-      Non rimaneva che l’esodo. La fuga.         il Paese oltre un centinaio di campi di
fermato il carattere conflittuale del      ne che consenta ai cittadini la “cui          In cerca di salvezza. Per restare ita-     raccolta, chiamati “campi profughi”:
rapporto tra la popolazione autocto-       lingua usuale è l’italiano” di optare         liani, così come erano nati. Per resta-    baracche o spazi ricavati in caserme
na e le autorità comuniste contraddi-      per la conservazione della cittadinan-        re vivi. Per restare liberi. I profughi    o scuole o altri edifici dismessi, molto
cendo in tal modo l’immagine positi-       za italiana entro un anno. Tuttavia, la       istriani, fiumani, giuliani e dalmati      spesso privi di servizi, dove le fami-
va fornita dagli jugoslavi della situa-    Jugoslavia potrà esigere che chi si sia       si riversano nel resto d’Italia a onda-    glie convivono in promiscuità in pochi

                                                                                                                                              PAGINE DI STORIA 169
Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
A sinistra: Josip Broz Tito, comandante dei
                                                                                                                                      partigiani jugoslavi.

                                                                                                                                      Al centro: il dramma dell’esodo da Pola.
                                                                                                                                      Una mamma con i suoi bambini attende
                                                                                                                                      l’imbarco sul piroscafo Toscana.

                                                                                                                                      Qui sopra: Palmiro Togliatti, segretario del
                                                                                                                                      Partito comunista italiano.
                                                                                                                                      Nelle foto sotto: alcune immagini dell’esodo.

metri quadri, tra fatiscenti divisori       di dissuasione all’esodo: lentezza nelle      sulle riparazioni dei danni di guerra.      1975 il ministro degli Esteri Mariano
costituiti da coperte o lenzuola appe-      pratiche burocratiche, contestazioni               Dopo l’entrata in vigore del trat-     Rumor firma il trattato con cui l’Ita-
se a corde, e porte di cartone. La gente    sulla lingua d’uso, mancata istituzio-        tato di pace, che assegna definitiva-       lia cede, senza contropartita, la parte
partendo sa bene a cosa va incontro,        ne degli uffici per le opzioni nei centri     mente Pola, Fiume e Zara alla Jugosla-      settentrionale dell’Istria ancora con-
ma sceglie comunque l’esodo, senza          minori, e laddove gli uffici esistono         via, l’Istria si trasforma in una peniso-   tesa, la cosiddetta Zona B del Terri-
esitazioni. Con uno straziante dolore       questi vengono spostati ogni giorno           la quasi disabitata. Il 20 marzo, quan-     torio Libero di Trieste, e stabilisce
nel cuore. In quelle baracche rimarrà       in diversi edifici pubblici. Agli optan-      do il piroscafo Toscana effettua il suo     nuovi aggiustamenti territoriali ancora
per mesi, a volte per anni.                 ti vengono ritirate le carte annonarie        dodicesimo drammatico viaggio tra-          a favore della Jugoslavia, portando il
     Così, in pochi mesi vengono sra-       che garantiscono la distribuzione dei         sportando gli ultimi esuli da Pola, la      confine più a ridosso di Muggia, Trie-
dicate tradizioni secolari che avevano      viveri di prima necessità, gli uomini         città rimane praticamente deserta:          ste e Gorizia. Un trattato assurdo, ini-
resistito a cambiamenti anche epocali,      sono costretti a partecipare alle eser-       30.000 abitanti, su 32.000 residenti,       quo, che suscita feroci polemiche, da
e viene stravolta la complessa identi-      citazioni paramilitari e molti vengono        hanno abbandonato la città. La dia-         molti letto come un vero e proprio tra-
tà di un territorio di quasi 8 mila chi-    addirittura chiamati alle armi. Le dif-       spora dei polesani – come di tutti i        dimento delle sofferenze e dei sacri-
lometri quadrati con una popolazio-         ficoltà per le famiglie miste sembra-         giuliano-dalmati – si disperde in tutta     fici degli esuli e degli stessi interes-
ne di quasi 500mila persone.                no insormontabili perché i Comitati           la Penisola.                                si nazionali, e che scatena, non solo a
     L’arrivo degli esuli è denso di pro-   popolari riconoscono la lingua d’uso               Il governo italiano, non rendendo-     Trieste ma in tutta Italia e nelle tante
blemi, e anche di tante umiliazioni.        al marito e non alla moglie e vicever-        si conto o non volendo capire perché        comunità e associazioni degli esuli
Non soltanto, infatti, la popolazio-        sa. A nulla però valgono questi espe-         tanta gente si rifiutava di restare sotto   sparse nel mondo, una rabbia sorda e
ne istriana ha perso tutto ma, giunta       dienti dal momento che la popolazio-          un’amministrazione jugoslava vinci-         feroce, favorendo nel capoluogo giu-
in Italia, trova un ambiente ostile ed      ne italiana non intende rimanere sotto        trice preferendo un’Italia sconfitta e      liano la nascita della Lista per Trieste
impreparato ad accoglierla. Un caso         l’occupazione slava.                          distrutta, organizza la sistemazione        (quella “del melon”, tanto per inten-
per tutti: al treno diretto a La Spe-            Con l’intensificarsi dell’esodo, il      dei 350mila che vengono smistati nei        derci, che porterà Manlio Cecovini
zia non viene permesso di fermarsi a        governo jugoslavo prende ancor più            109 campi di raccolta disseminati in        alla carica di sindaco della città).
Bologna, dove la Pontificia opera di        severi provvedimenti: l’esule non può         varie regioni. In seguito circa 80mila           Per i lutti e le violenze subite, per
assistenza aveva preparato un pasto         portare con sé più di 5 chilogrammi di        di questi disgraziati, che erano fuggi-     le ingiustizie e per i beni confisca-
caldo per i profughi, perché i comu-        indumenti e 5mila lire. Tutto il resto –      ti per restare italiani, prendono la via    ti dagli jugoslavi, gli esuli giuliani,
nisti bolognesi avevano minacciato di       case, terreni, mobili, conti in banca,        dell’esilio per la seconda volta verso      istriani, fiumani e dalmati – che hanno
indire uno sciopero.                        oro – viene sequestrato e gli italiani        Australia, Brasile, Argentina, Suda-        pagato con le loro sofferenze, le loro
     Tra l’altro, sotto il profilo socio-   sono costretti, prima di lasciare la loro     frica, Canada, Francia, Germania e          case e le loro terre i danni di guerra
economico l’esodo di massa degli            terra, a lunghe e minuziose perquisi-         Stati Uniti. E quelli che rimangono         dell’Italia uscita sconfitta dal secondo
italiani implica un grave problema          zioni, che li costringono a rimanere in       cominciano faticosamente a ricostru-        conflitto mondiale – attendono ancora
di ripopolamento dei centri urbani,         fila per lunghe ore al freddo e sotto la      irsi una nuova vita, con tenacia silen-     giustizia ed equi indennizzi.           ■
soprattutto quelli della costa, dove        pioggia. Tra l’altro, gli slavi iniziano      ziosa, difendendo, conservando e col-
artigiani, operai, commercianti, con-       a requisire i beni mobili ed immobi-          tivando con orgoglio le loro tradizioni.
tadini e pescatori sono difficilmente       li considerandoli come riparazioni di              Dei 50 mila rimasti in tutta la          Se vuoi, puoi mandarci i tuoi com-
                                                                                                                                        menti, pareri, approfondimenti e
sostituibili da croati, serbi e bosnia-     guerra senza che il governo italiano          Zona B, molti fuggiranno dopo la
                                                                                                                                        contributi (notizie, informazioni,
ci, tradizionalmente legati ad attivi-      sia in grado di contrastare – o cerchi,       firma del Memorandum di Londra                foto e documenti) inviando il tut-
tà agricole su terreni ben più favore-      oppure lo voglia fare – simili abusi          del 1954 ed altri successivamente, in         to a www.storiadetrieste.it. Grazie
voli delle terre calcaree istriane. Le      visto che non sono state ancora defi-         seguito agli accordi di Osimo. Nella          per la tua partecipazione.
autorità slave predispongono misure         nite le disposizioni del trattato di pace     cittadina marchigiana il 10 novembre

                                       QUALCHE CIFRA SULL’ESODO DEGLI ITALIANI
                                       CITTÀ                   ABITANTI           PROFUGHI
                                       CAPODISTRIA               15.000                 14.000
                                       CITTANOVA                 2.515                  2.025
                                       ROVIGNO                   10.020                 8.000
                                       POLA                      32.000                 30.000
                                       FIUME                     60.000                 54.000
                                       CHERSO                     7.570                 6.000
                                       LUSSINGRANDE               1.992                 1.500
                                       LUSSINPICCOLO             6.856                  5.850
                                       ZARA                      20.055                 18.000

170 PAGINE DI STORIA
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                                                                                                                                                              www.ilmercatino.it

                                                                                                                                                     Gli esuli se ne vanno dalla Venezia Giulia,
                                                                                                                                                     dall’Istria, da Fiume, dalla Dalmazia.
                                                                                                                                                     Intimiditi, minacciati, percossi ed umiliati,
                                                                                                                                                     quelli che sono sopravvissuti ai rastrellamenti
                                                                                                                                                     dei partigiani titini ed alle foibe decidono
                                                                                                                                                     di abbandonano la loro terra e le loro case,
                                                                                                                                                     caricando le poche cose che riescono a
                                                                                                                                                     portarsi via su ogni mezzo disponibile, dai
                                                                                                                                                     camion ai carri. Alla fine saranno in 350mila
                                                                                                                                                     a scegliere la via dell’esodo.

Il 10 febbraio è il «Giorno del ricordo»
«Fu una barbarie basata su un disegno annessionistico slavo
che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica.»
                                                                          (Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana)

D
        opo la “Giornata della memoria”           territorio nazionale abitato in massima
        per le vittime della Shoah (che           parte da genti di tradizioni e cultura ita-
        si celebra il 27 gennaio di ogni          liane, con le città di Pola, Fiume e Zara.
anno), con la legge n. 92 del 30 mar-             Su 500 mila abitanti, 350.000 preferisco-
zo 2004, la Repubblica italiana ha ri-            no la via dell’esilio. Al loro arrivo, stremati
conosciuto il 10 febbraio quale “Giorno           e dilaniati dal dolore dell’abbandono, ven-
del ricordo”, che si celebra per non di-          gono minacciati e vigliaccamente insulta-
menticare le decine di migliaia di italia-        ti dai comunisti italiani ad Ancona, Bolo-
ni massacrati in Istria, Dalmazia e Vene-         gna, Venezia, Milano.                                                                                  Incontro dei due ex-partigiani: il
zia Giulia tra il 1943 e il 1945, ed anche              Nel testo della legge si leggono le                                                              presidente della Repubblica italiana
successivamente. Uccisi dai partigiani di         motivazioni dell’importante riconoscimen-                                                              Sandro Pertini ed il maresciallo Tito,
Tito solo perché erano italiani: una “puli-       to, giunto a sessant’anni da quel dram-                                                                capo della resistenza jugoslava e poi
zia” politica ed etnica in piena regola, ma-                                                                                                             presidente della Repubblica socialista
                                                  matico periodo:                                                                                        federativa di Jugoslavia. Nel 1980,
scherata come azione di guerra o ven-
detta contro i fascisti. In realtà nelle foibe                                                                                                           ai funerali di Tito, Pertini baciò la
                                                        La Repubblica riconosce il 10 feb-                                                               bandiera posta sulla bara: un gesto
vennero gettati spesso ancora vivi, l’uno                                                                                                                che era solito fare, ma che in questo
                                                  braio quale «Giorno del ricordo» al fine di
legato all’altro col fil di ferro, uomini, don-                                                                                                          caso venne ritenuto offensivo nei
ne, anziani e bambini che in quel perio-          conservare e rinnovare la memoria della
                                                  tragedia degli italiani e di tutte le vittime                                                          confronti della comunità giuliano-
do di grande confusione bellica si erano                                                                                                                 dalmata poiché il regime di Tito
ritrovati in balìa dei partigiani comunisti       delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli                                                         perpetrò i massacri delle foibe e
jugoslavi. Il “Giorno del ricordo” non è          istriani, fiumani e dalmati nel secondo do-                                                            provocò l’esodo degli italiani.
solo dedicato alle migliaia di vittime delle      poguerra e della più complessa vicenda                                                                 A sinistra: ancora un manifesto del
foibe, ma anche alla grande tragedia dei          del confine orientale. Nella giornata (...)                                                            “Giorno del Ricordo”.
profughi giuliani, istriani, fiumani e dalma-     sono previste iniziative per diffondere la                                                             Sotto: la vita in uno dei numerosi
ti: 350 mila costretti all’esodo per fuggire      conoscenza dei tragici eventi presso i gio-                                                            campi profughi allestiti, oltre che a
dalla furia e dalla vendetta di Tito e cer-       vani delle scuole di ogni ordine e grado.                                                              Trieste, anche in diverse altre parti
care rifugio in Italia, dove furono mala-         È altresì favorita, da parte di istituzioni ed                                                         d’Italia.
mente accolti. In gran parte finirono nei
campi profughi e ci rimasero per anni.                                                                    A tutt’oggi, non ci sono ancora cifre      Fini e poi dal presidente della Repubbli-
      L’esodo è la ribellione degli italiani                                                        ufficiali relative ai deportati, agli italiani   ca Ciampi. Ed è un altro ex comunista,
delle terre orientali contro infoibamen-                                                            uccisi durante la prigionia e, soprattut-        il capo dello Stato Giorgio Napolitano,
ti, epurazioni, saccheggi, violenze e ra-                                                           to, agli infoibati. Non sono, però, gli zeri     a firmare la legge con cui nel marzo del
strellamenti compiuti dalle formazioni                                                              in più o in meno a determinare o a po-           2004 il parlamento italiano istituisce la
partigiane di Tito e dall’OZNA, la sua po-                                                          ter ridurre la portata di questa immane          giornata commemorativa per le vittime
lizia segreta; contro l’imposizione di una                                                          tragedia, di cui è importante conosce-           dei titini, allo stesso modo delle celebra-
lingua straniera, le scritte provocatorie                                                           re le cause e le dinamiche per evitare           zioni per l’Olocausto degli ebrei.
e le stelle rosse affisse in ogni luogo. A                                                          che in futuro qualunque essere umano                   Perché il 10 febbraio? E’ una data
migliaia le persone vengono deporta-                                                                si possa ritrovare protagonista, vittima o       simbolica che si riferisce al 1947, anno in
te e barbaramente uccise dai “liberato-                                                             carnefice, di una storia di persecuzione.        cui – il 10 di febbraio, appunto – a Parigi
ri” slavo-comunisti di Tito. L’esodo è il                                                                 Per oltre mezzo secolo sulle stragi        venne firmato il trattato di pace con cui
dramma dei 350 mila che abbandonano                                                                 delle foibe e sul biblico esodo dei giulia-      le province di Pola, Fiume, Zara, e par-
tutto pur di restare italiani e che in Italia                                                       ni, istriani e dalmati viene steso un pe-        te delle zone di Gorizia e Trieste, pas-
continuano a soffrire per l’indifferenza          enti, la realizzazione di studi, convegni,        sante impenetrabile silenzio. Ragioni ed         sarono definitivamente alla Jugoslavia di
di una politica miope, pavida e vile, ri-         incontri e dibattiti in modo da conserva-         opportunità politiche, e la cattiva coscien-     Tito. Le prime stragi avvennero già all’in-
cattata dal Partito comunista di Togliat-         re la memoria di quelle vicende. Tali ini-        za dei comunisti italiani, avevano porta-        domani dell’armistizio dell’8 settembre
ti che li considera degli ingrati, dei tra-       ziative sono, inoltre, volte a valorizzare il     to a nascondere una realtà storica che           1943 quando si scatenò l’offensiva dei
ditori perché non avevano dimostrato il           patrimonio culturale, storico, letterario e       nessuno poteva negare di fronte ai do-           partigiani comunisti contro nazisti e fa-
loro entusiastico apprezzamento verso             artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume    cumenti, alle immagini dei resti strazia-        scisti. Nel mezzo furono colpiti indiscri-
la nuova Jugoslavia di Tito.                      e delle coste dalmate, in particolare po-         ti recuperati dalle foibe ed alle testimo-       minatamente tutti gli italiani. Ma il mas-
      Con la firma a Parigi del trattato di       nendo in rilievo il contributo degli stessi,      nianze dei pochi sopravvissuti. Nel 1996         sacro più vasto fu messo in atto a guerra
pace il 10 febbraio 1947 l’Italia, uscita         negli anni trascorsi e negli anni presenti,       è un politico di sinistra, Luciano Violan-       finita, nel maggio del 1945, per costrin-
sconfitta dalla Seconda guerra mondiale           allo sviluppo sociale e culturale del terri-      te, all’epoca presidente della Camera,           gere gli italiani a fuggire dalle province
(nonostante l’armistizio, la dichiarazio-         torio della costa nord-orientale adriatica        ad infrangere il muro del silenzio e ad          istriane, dalmate e della Venezia Giulia.
ne di guerra all’ex alleata Germania e            ed altresì a preservare le tradizioni delle       invitare a una rilettura storica degli av-       Secondo le fonti più accreditate le vitti-
la lotta di resistenza), deve cedere alla         comunità istriano-dalmate residenti nel           venimenti. Appello ripreso sul fronte op-        me furono non meno di 5mila, ma di-
Jugoslavia 7.800 chilometri quadrati di           territorio nazionale e all’estero.                posto dal leader della destra Gianfranco         versi storici parlano di 10mila e più. ■

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