Giorno del Ricordo VITTIME DELLE FOIBE E DELL'ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO
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IL 10 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA SI CELEBRA IL Giorno del Ricordo PER CONSERVARE LA MEMORIA DELLA TRAGEDIA DEGLI ITALIANI, VITTIME DELLE FOIBE E DELL’ESODO. IN 350MILA, TRA GIULIANI, ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, SONO FUGGITI CON OGNI MEZZO DALLA FURIA IDEOLOGICA E SANGUINARIA DEI PARTIGIANI DI TITO A ncor prima della conclusione terrotto, con picchi più o meno alti nei della guerra Tito aveva mani- diversi periodi, sin oltre il Memoran- festato il suo pensiero sui con- dum di Londra (5 ottobre 1954) che fini orientali della nuova Jugoslavia. restituirà definitivamente Trieste e la Sono gli anni del terrore anti-italia- Zona A del T.L.T. all’Italia. no in tutti i territori “liberati” dai par- Dopo la firma del trattato di pace tigiani slavo-comunisti, ed il mare- gli italiani dei territori orientali occu- sciallo non faceva mistero delle pro- pati, ceduti o assegnati alla Jugosla- prie mire anche sulla Venezia Giulia via di Tito si trovano isolati e costretti e sull’Istria, al punto da arrivare ad ad accettare, per poter rimanere nella occupare Trieste (prima di liberare propria terra fino a quel momento ita- Lubiana) per i tristemente noti qua- liana, la cittadinanza jugoslava oppu- ranta giorni e parlare apertamente di re optare per quella italiana e sceglie- annessione alla “Settima Repubblica re la via dell’esodo. In 350mila scel- Socialista Federativa di Jugoslavia”. gono l’esodo, ma sono anche “aiuta- Il 10 febbraio 1947 a Parigi, l’Ita- ti” a farlo con le violenze ed il terrore, lia firma il trattato di pace che, a con- le deportazioni e l’orrore delle foibe. clusione della Seconda guerra mon- Il potere jugoslavo, occorre riba- diale, istituisce il cosiddetto Territo- dirlo, vede negli italiani della Vene- rio Libero di Trieste (T.L.T.) suddivi- zia Giulia, dell’Istria e della Dal- so nelle due aree di influenza (Zona mazia non solo i nemici secolari da A affidata all’amministrazione mili- annientare, ma anche i rappresentanti tare alleata, e Zona B, da Capodi- di una classe sociale borghese nemi- stria fino alla valle del Quieto, affi- ca delle conquiste del “popolo socia- data all’amministrazione jugosla- lista”, che deve essere punita e ridi- va), e le toglie definitivamente gran mensionata con la confisca dei beni parte della Venezia Giulia, l’Istria, e molte, troppe volte, con la priva- Fiume e la Dalmazia, isole compre- zione della stessa vita. La seconda e se. Il trattato di pace è l’atto che san- definitiva ondata di violenza, senza cisce ufficialmente l’inizio dell’eso- dubbio più grave di quella degli ulti- do epocale di centinaia di migliaia di mi mesi del 1943, si verifica alla fine italiani, in realtà iniziato già alla fine del conflitto e nei mesi successivi. L’1 del 1943, dopo la firma dell’armisti- maggio 1945 (Mussolini è già stato zio con gli Alleati l’8 settembre. Lo catturato, fucilato a Giulino di Mez- sbandamento dell’esercito italiano nei zegra e impiccato in piazzale Lore- territori orientali del Regno, lasciato to a Milano, e i tedeschi hanno fir- senza ordini e senza direttive, aveva mato la resa incondizionata) le for- lasciato il campo libero ai partigiani mazioni partigiane di Tito occupano slavi di Tito che, coadiuvati da gruppi Trieste e Pola, e il 3 maggio Fiume. di comunisti italiani, irruppero nella Con la piena soddisfazione del segre- Venezia Giulia e, col pretesto di libe- tario del Partito comunista italiano rare la regione dal fascismo, diede- Palmiro Togliatti che nell’ottobre del ro inizio al loro piano di slavizzazio- 1944, in una circolare segreta, aveva ne, da attuare attraverso una puli- chiarito definitivamente la posizione zia etnica contro tutto ciò che era o del PCI sull’espansionismo iugosla- sapeva di italiano. Questa invasione vo: «Noi consideriamo come un fatto aveva causato la prima feroce onda- positivo di cui dobbiamo rallegrarci ta di violenze e di infoibamenti com- e che in tutti i modi dobbiamo favo- Qui sopra: manifesto realizzato piuti dai titini ai danni della compo- rire, l’occupazione della regione giu- per la celebrazione del “Giorno nente italiana. Nell’ottobre del 1943 i del Ricordo”. Nella foto, al molo liana da parte delle truppe del Mare- tedeschi occuparono la Venezia Giulia Carbon del porto di Pola gli e l’Istria, cacciarono i partigiani titini sciallo Tito. Questo, infatti, significa esuli si imbarcano sul piroscafo e istituirono l’Adriatisches Künsten- che in questa regione non vi sarà né Toscana. Dai primi giorni di un’occupazione inglese, né una restau- febbraio del 1947 al 20 marzo, land (Litorale adriatico), affidandolo la motonave del Lloyd Triestino al gauleiter Friedrich Rainer (l’occu- razione dell’amministrazione reazio- compie ben dodici viaggi, pazione, durata fino al 1945, non fu naria italiana.» trasportando il suo “carico di umanità dolente” a Venezia comunque un’annessione). Fu allora e ad Ancona. che venne scoperta la terribile veri- Le radici dell’esodo A destra: francobollo emesso da tà di quanto era accaduto durante il Le violenze ed i soprusi degli jugosla- Poste Italiane nel 2005 dedicato al mese di occupazione titina. Dal 1943, vi, le deportazioni e gli infoibamen- “Giorno del ricordo e dell’esodo l’esodo degli italiani proseguirà inin- ti nei confronti degli italiani, dettati dall’Istria Fiume e Dalmazia”. 166 PAGINE DI STORIA
www.storiadetrieste.it www.ilmercatino.it L’esodo degli italiani da Pola, i carri degli esuli sfilano sotto le mura dell’arena e l’arco dei Sergi mute testimoni del loro dramma. Ben 30mila polesani su 32mila abitanti abbandoneranno la città che il 15 settembre 1947 verrà assegnata alla nuova Jugoslavia di Tito. A sinistra: i primi reparti della IV Armata sia da motivi di vendetta sia e soprat- jugoslava entrano a Trieste (1 maggio 1945). tutto da fortissime motivazioni ideo- Sotto: francobollo emesso da Poste Italiane logiche, creano il clima per l’abban- nel 1997 dedicato all’esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia. dono delle terre adriatiche di centina- ia di migliaia di connazionali. L’ec- cezionale fenomeno migratorio dalla Venezia Giulia, dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, non ufficializzato da un preciso decreto di espulsione, è un vero e proprio “esodo” che coinvolge un intero popolo, quello degli italia- ni adriatici, che non può essere spie- gato adducendo prevalentemente que- stioni di carattere economico – come invece buona parte della storiografia jugoslava di allora fece – svilendolo quindi ad un semplice fenomeno di no i polsi fissati con del filo di ferro, tare via da Pisino gli italiani prove- con le macabre descrizioni delle rie- migrazione di popoli. stretto fino a spezzare il polso. Molti nienti da Parenzo, dei quali si erano sumazioni dei giorni successivi, anche Basovizza, Monrupino (dichiarate cadaveri erano legati in coppia ai due perse sul momento le tracce, ma che attraverso i racconti dei pochi soprav- entrambe “Monumento nazionale” nel avambracci; solo uno, solitamente, poi vennero ritrovati nelle foibe. vissuti. Le notizie del ritrovamento di 1992), Opicina, Prosecco, Villa Sura- presentava segni di colpi d’arma da Il “Corriere Istriano” il 19 otto- nuove fosse comuni continuarono fino ni, Gallignana, Villa Pucicchi, Villa fuoco, il che fa supporre che la vitti- bre 1943 dedicava un’intera pagina alla fine dell’anno, documentate non Orlizzi, Vines, Grobnico, Montene- ma, cadendo, trascinasse nell’abisso al “modus agendi” dei partigiani al solo dalla stampa locale, ma anche da ro, Voci, Prestrane, Sissak, Kocevje, anche il compagno vivo. momento di gettare gli italiani den- quella nazionale. Il “Giornale d’Italia” tanto per citarne alcuni, sono i nomi di Nella relazione di un tenente di tro le voragini carsiche: “... Sui sassi di Roma continuò per tutto il 1946 alcune delle foibe utilizzate dai titini vascello si legge che vicino al paese di intorno all’orifizio della foiba che si a parlare dei fatti istriani, non trala- per attuare la loro pulizia etnico-ideo- Basovizza, anni prima, era stato sca- trova in una località isolata, contrad- sciando truci descrizioni: “ ... nessuno logica. «Le foibe - sintetizza lo storico vato un pozzo, detto “della miniera”, distinto dalla macchia carsica tutta poteva risalire dall’abisso senza l’aiu- triestino Roberto Spazzali - furono il da una società in cerca di carbone: un doline e rilievi, si scorgevano tracce to dei carnefici che li avevano buttati prodotto di odii diversi: etnico, nazio- buco verticale profondo 249 metri, la di sangue e bossoli vuoti di fucile e nella voragine oscura, dopo averli spo- nale e ideologico. Furono la risoluzio- cui apertura ne misurava 36. Dal 3 al 7 di pistola. Lungo una specie di piano gliati degli abiti e delle scarpe, ancora ne brutale di un tentativo rivoluziona- maggio 1945 il pozzo fu utilizzato per inclinato che porta all’orlo del pre- utilizzabili, e dopo avere bruciato ai rio di annessione territoriale. Chi non uccidere prigionieri o celare cadaveri. cipizio, nel fango rossastro vi erano margini della fossa tutti i documenti ci stava, veniva eliminato.» Quando si scavò, poco tempo dopo, delle impronte, come di corpi iner- di riconoscimento.” «L’uso delle foibe – scrive Fede- le salme recuperate furono 600, fra ti che fossero scivolati lungo il decli- La quantificazione del fenome- rica Saini Fasanotti in “La gioia vio- cui anche quelle di 23 neozelandesi vio. Non poteva esservi alcun dubbio no degli infoibamenti non è tuttora lata. Crimini contro gli italiani 1940- in divisa. Testimoni oculari raccon- anche perché l’atroce odore dei corpi giunta a dati definitivi. Stime recenti 1946” (Ares, Milano 2006) – come tarono di gruppi compatti, che anda- in decomposizione ammorbava l’aria.” danno una cifra di circa diecimila per- luogo nascosto in cui furono fatti spa- vano dalle 100 alle 500 persone, pre- L’articolo continuava descrivendo sone eliminate nelle foibe o nei campi rire dai partigiani titini centinaia di cipitati nella voragine. le operazioni di recupero dei cadaveri di concentramento.» Fin qui Federica cadaveri o persone ancora in vita, rite- Il 28 marzo del 1946 il quotidiano dalle fosse comuni, come ad esempio Saini Fasanotti. nute o solamente sospettate di esse- “Grido dell’Istria” denunciò in prima da quella della foiba di Vines: “Con re oppositori al nuovo corso politico pagina Tito come criminale di guerra, l’ausilio di tecnici minerari che pre- della Jugoslavia è ormai noto e ben in virtù delle atrocità e delle infrazioni pararono l’impalcatura, e dei vigili del Il martirio delle foibe documentato. Nuove fondamenta- commesse contro le norme codifica- fuoco del corpo di Pola che si calaro- La caratteristica comune di tutte le li testimonianze sono emerse dagli te nella IV Convenzione dell’Aja, nel no animosamente nella voragine, si uccisioni fu l’assenza pressoché totale archivi militari come, ad esempio, la 1907. Denunce analoghe si erano già poterono recuperare l’altro giorno due di notizie sulla sparizione di miglia- pubblicazione del “Trattamento degli levate negli anni precedenti: nell’ot- salme giacenti su una specie di gradi- ia di persone. Un mistero che ali- italiani da parte jugoslava dopo l’8 set- tobre 1943 “Il Piccolo” di Trieste inti- no a circa settanta metri di profondità, mentò notevolmente il clima di ter- tembre 1943” compilata dal Gruppo tolava un articolo su quelle tragiche mentre altre risultano trovarsi molto rore nel quale viveva la popolazione. Ricerche del Servizio Informazioni giornate in Istria: “La corriera della più in basso. L’estrazione dei cada- Una morte oscura, segno di una volon- Militare nell’immediato dopoguerra. morte”. In esso si parlava dei partigia- veri è stata quanto mai laboriosa… I tà di cancellazione totale, resa ancor Il numero delle foibe utilizzate ni come di rappresentanti dell’anar- due disgraziati avevano le mani lega- più aspra dalla negazione della pietà. allora rimane tutt’oggi imprecisato, chia, del loro governo come di un’oc- te con del filo di ferro, i cui due capi Tra gli arresti compiuti dai partigia- ma alcune di esse sono tristemente cupazione brigantesca che aveva por- erano stati attorcigliati e stretti con le ni di Tito vi furono numerosi casi di passate alla storia, come ad esempio la tato alla disorganizzazione, soprat- pinze in modo da segare la pelle dei vendette personali, vittime di delato- foiba di Vines. Tra il 6 e il 25 ottobre tutto nel campo dell’alimentazione; polsi. Presentavano ferite d’arma da ri che sfruttarono il cambiamento di 1943 dalle sue viscere furono estrat- oltre a ciò vennero denunciati i casi fuoco ai due lati del torace.” bandiera per risolvere ogni divergen- ti 84 cadaveri di militari e civili ita- di detenzioni di innocenti e di nume- “Il Piccolo” definiva i massa- za con le proprie vittime. liani, situati a una profondità di 66 e rose fucilazioni. Ma perché la “cor- cratori di Vines peggiori di quelli di Sulla sorte degli arrestati non tra- 146 metri. Tutte le salme presentava- riera della morte”? Essa servì a por- Katyn in Russia, per proseguire poi pelarono notizie, soprattutto per la fer- PAGINE DI STORIA 167
Nelle foto di questa pagina, i dolorosi drammatici momenti del recupero di alcune salme dalle foibe carsiche: un vigile del fuoco si è calato sul fondo della foiba; i corpi recuperati vengono portati in superficie, sistemati sull’erba, e quindi in qualche modo ricomposti in semplici casse di legno. Talvolta, quando possibile, le salme venivano poste direttamente nella bare e quindi issate in superficie. ti la pena capitale. ro, nemmeno in casa propria: chiun- ne nei territori occupati dall’esercito Le modalità di uccisione e di eli- que poteva accusare ma anche essere di liberazione di Tito erano tali che il minazione fisica dei condannati furo- accusato di tradimento, di spionaggio, 10 giugno 1945, all’indomani del riti- no molteplici, a seconda sia del luogo di essere “nemico del popolo”, con ro delle truppe di occupazione jugo- geografico sia delle particolari condi- totale assoluta discrezionalità. slave da Trieste, mons. Antonio San- zioni del momento. Sovente gli arre- Tra gli scomparsi e le vittime tin, vescovo di Trieste e Capodistria, stati prima di morire dovettero spo- nella Venezia Giulia e in Dalmazia, affidò a Pio XII una lettera per l’am- gliarsi di tutti i loro vestiti e delle loro vanno annoverati non solo coloro che basciatore americano Myron Taylor calzature, ambite dai sicari che poi le finirono nelle foibe, ma anche quel- in cui scrive: «E’ certo che anche le indossavano. Molte persone furono li che vennero annegati, fucilati o popolazioni slave della Venezia Giu- rea osservanza del silenzio da parte fucilate, o comunque uccise in modo lasciati morire di stenti lungo la stra- lia, nauseate dal regime di oppressione dei funzionari dell’OZNA, la polizia violento, ed i loro corpi vennero sepol- da della deportazione, nelle carceri o instaurato da Tito, desiderano l’occu- segreta jugoslava, e per la totale man- ti nelle fosse comuni, nelle cave e nei nei campi di concentramento. Le foibe pazione alleata. La parte italiana (cioè canza di verbali d’arresto o di atti pro- pozzi artesiani e minerari. Altre furo- colpirono infatti solo una parte dei tutta la zona occidentale, comprende cessuali che avrebbero dovuto docu- no gettate in mare. prelevati e furono la tomba di miglia- la costa ed alcune cittadine nell’im- mentare la sorte di tante migliaia di In Istria e nel Carso triestino e ia di italiani, ma molti altri finirono in mediato retroterra occidentale), deve disgraziati scomparsi. La procedura goriziano, invece, la maggior parte dei campi di sterminio ed in fosse comu- cadere sotto il governo alleato di Trie- era sempre la medesima: sconosciuti prigionieri subì il martirio della foiba. ni. Il numero delle vittime, a seconda ste, Pola e Gorizia, se si vuole impe- bussavano alla porta di casa, anche in Dopo la sentenza di morte le vittime delle fonti, è molto discordante. Non dire l’annientamento, già incomincia- piena notte, e invitavano, più o meno venivano portate sul luogo dell’ese- esistono dati precisi, in quanto nelle to, di quella povera popolazione. Molti gentilmente, la persona indicata a cuzione, con i polsi legati dietro la località cedute alla Jugoslavia buona italiani (Fiume, Lussino, Cherso, alcu- seguirli per un controllo al Coman- schiena con filo di ferro. Il trasporto parte dei registri anagrafici furono ne cittadine istriane) rimangono alla do partigiano… Talvolta la scusa era avveniva a bordo di autocarri chiu- dati alle fiamme per nascondere sco- mercé di Tito e dell’OZNA. Fin da ora quella di dover firmare un documen- si o corriere con i vetri oscurati da mode verità. La difficoltà nel recupe- si desidera prospettare anche quella to. Il tempo passava e ai familiari del vernice bianca, divenuti tristemen- rare i corpi da una parte e la distru- che, secondo giustizia, dovrà essere “fermato” veniva detto di aver pazien- te famosi in Istria come le “corriere zione degli archivi municipali dall’al- la soluzione definitiva. Tutta la terra za, che si sarebbe dovuto aspettare della morte”. Dove la strada finiva i tra rese e rende tuttora estremamen- abitata dagli slavi agli slavi, tutta la qualche giorno per le indispensabili prigionieri continuavano a piedi fino te difficile, se non impossibile, sta- terra abitata dagli italiani agli italia- questioni procedurali… alla foiba. Giunti sull’orlo dell’abisso, bilire con certezza il numero esatto ni. Certo vi rimarrà qualche minoran- Gli arrestati dell’Istria vennero i carnefici davano inizio all’esecuzio- delle vittime. za da una parte o dall’altra. La classi- concentrati nel castello Montecucco- ne sparando un colpo di pistola o di Secondo Roberto Spazzali, que- ca linea Wilson, rettificata alquanto li di Pisino, a Pinguente e a Barbana. fucile alla testa della prima vittima sto numero si aggirerebbe intorno alle a favore degli slavi, potrebbe rispon- I Tribunali del Popolo istituirono un facendola precipitare all’interno della 4.500-5.000 persone. Su queste cifre dere allo scopo e diventare il nuovo gran numero di processi, con proce- voragine nella quale, cadendo, trasci- concorda Raul Pupo, secondo il quale confine d’Italia. Bisognerebbe assi- dure spicce e particolari. Agli imputa- nava anche il compagno, o i compagni ammonterebbero a 4.000-5.000. Per curare a Fiume una larga autonomia.» ti non venne concessa alcuna garanzia ancora vivi a cui era legata. Dopo le Luigi Papo, il numero complessivo di tutela dei propri diritti, non furo- esecuzioni, talvolta i partigiani lancia- delle vittime non sarebbe inferiore Il trattato di pace no nominati avvocati difensori, né si vano nel baratro anche delle bombe a a 16.500, mentre secondo altre fonti In un primo momento, le popolazio- poterono chiamare testimoni a proprio mano per eliminare ogni possibilità di sarebbero state addirittura 20-30mila. ni istriane esodate si rifugiano nelle favore per cui, dopo brevi istruttorie, sopravvivenza degli infoibati. L’ago- Un’indagine minuziosa del Centro città più vicine quali Venezia e Udine, gli accusati venivano portati al cospet- nia di questi sventurati poteva dura- Studi Adriatici pubblicata nel 1989 dove vengono istituiti i primi Uffici to dei giudici che, con qualche par- re giorni interi e le loro grida ed invo- parla di 10.137 vittime: 994 infoiba- di assistenza post-bellica per assicu- venza di legalità, emettevano imme- cazioni di aiuto venivano udite dagli te, di cui 326 accertate ma non recu- rare loro un tetto ed un pasto caldo. diatamente le sentenze, in pratica già abitanti della zona, ma la paura che perate dalle profondità carsiche; 5.643 Tuttavia le condizioni degli sfollati è determinate. Tali sentenze, quasi sem- regnava ovunque impediva di avvi- vittime presunte sulla base di segnala- miserevole perché, come d’altronde pre di colpevolezza, erano senza pos- cinarsi alle foibe. zioni locali; 3.174 decedute nei campi altrove in Italia, mancano il combu- sibilità di appello e nella gran parte In questo clima violento di ter- di concentramento jugoslavi. stibile per il riscaldamento e il vetto- dei casi prevedevano per i malcapita- rore, nessuno si sentiva più al sicu- Il clima di terrore e l’oppressio- vagliamento. Nelle province di Udine, 168 PAGINE DI STORIA
www.storiadetrieste.it www.ilmercatino.it Nelle foto, da sinistra: il cippo sistemato presso la foiba di Basovizza, con lo schema del pozzo della miniera; la foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 e assurta a simbolo di tutte le foibe; la foiba di Monrupino, anch’essa monumento nazionale. Qui sotto: la gente attorno ai corpi recuperati da una foiba in cerca dei propri cari. Venezia e Padova nel luglio-agosto zione esistente in Istria e in tutti i ter- avvalso dell’opzione si trasferisca in 1945 il numero ufficiale dei profu- ritori occupati dall’esercito di Tito. Italia entro un anno dalla data in cui ghi raggiunge le 100mila persone, ma Alla conferenza di Parigi comun- l’opzione è stata esercitata. Inseren- lo stesso ministero degli Esteri è ben que, già all’inizio dell’estate 1946 do nel trattato la clausola delle opzio- consapevole che tale cifra rappresenta appare chiaro che alla fine il compro- ni, è intenzione degli Alleati offrire per difetto una realtà assai più grave. messo avrebbe consegnato l’Istria e garanzie agli italiani, di cui prevedo- In questo scenario, addirittu- Pola alla Jugoslavia, Gorizia e Mon- no un massiccio esodo. ra De Gasperi pensa di agevolare il falcone all’Italia, mentre Trieste con Occorre tuttavia ricordare ancora ritorno in Istria di 120mila uomini una fascia di territorio limitrofo sareb- che l’esodo dall’Istria era iniziato ben fra deportati politici, soldati origina- be divenuta uno Stato indipendente prima dell’entrata in vigore del tratta- ri della Venezia Giulia detenuti nei posto sotto amministrazione allea- to di pace, fin dal 1943. In un primo te, con ogni mezzo: vecchi pirosca- campi di concentramento in Germa- ta. Il 4 giugno il ministro degli Esteri momento, gli abitanti delle campa- fi, bragozzi, treni, camion milita- nia, e gli stessi profughi fuggiti dalle britannico lord Bevin conferma l’in- gne trovarono rifugio nelle città per ri, carri… La diaspora è l’unica via persecuzioni dei titini. Per questo, il tenzione degli Alleati di adottare la sfuggire ai rastrellamenti ed ai reclu- possibile per 350mila italiani che tali ministro degli Esteri Carlo Sforza ipo- linea di demarcazione francese e la tamenti dei tedeschi, ed al pericolo vogliono restare e che così sfuggono tizza che il Governo stanzi dei fondi popolazione italiana della Zona B, in di infoibamenti e ritorsioni da parte alla dittatura comunista di Tito. Solo a favore del C.L.N. per convogliare preda al panico, cerca rifugio ovun- delle formazioni slavo-comuniste di l’esodo da Pola avviene sotto la pro- queste persone verso la Venezia Giu- que possibile, in particolare a Pola, Tito, azioni che andavano facendosi tezione degli Alleati e con navi italia- lia e per creare un Ufficio che conce- l’unica enclave rimasta in mano agli via via sempre più temerarie e intra- ne, per cui i polesani possono spesso da sussidi straordinari ai reduci affin- anglo-americani in una regione ormai prendenti. Inoltre, è necessario anche portare con sé qualche mobile e parte ché non si sentano abbandonati. Peral- completamente sottoposta al controllo tenere presente che, in seguito all’ac- dei loro averi. Ben diverso il destino tro, il Governo italiano è anche con- jugoslavo. I polesani sono increduli e cordo Tito-Alexander del 9 giugno di tutti gli altri giuliano-dalmati, che sapevole di essere impreparato a dare divisi tra pessimisti, per i quali ormai 1945, vi fu un’ondata di profughi che fuggono incalzati dalle persecuzio- assistenza ai profughi istriani, giulia- tutto è perduto, e ottimisti, che non dalla Zona B, occupata dagli slavi, si ni dei partigiani slavi, abbandonan- ni e dalmati. Infatti, nel marzo 1946 vedono come, dopo due anni di tutela riversò nella Zona A. Secondo i dati do tutto. Molti scappano su carrette viene creato un nucleo di collegamen- anglo-americana, la città possa esse- diffusi dal C.L.N. dell’Istria, l’esodo del mare che non giungeranno mai to presso il quartier generale del XIII re di nuovo abbandonata agli slavi. raggiunse percentuali sempre superio- a destinazione (l’Adriatico restituirà Corpo d’Armata alleato di stanza a Se il trattato di pace di Parigi ri al 90% con punte anche del 99%, spesso salme di fuggiaschi), altri con Udine con l’ordine di rilasciare il per- viene definito l’“epilogo di una tra- come ad esempio a Grisignana, Porto- qualunque mezzo disponibile e addi- messo ai cittadini italiani che dalla gedia”, in realtà per la popolazione le, Montona, Gallesano, Sissano, Pin- rittura a piedi: molti vengono cattu- Venezia Giulia vogliono recarsi nelle giuliana è l’inizio della catastrofe in guente. Infine, bisogna distinguere rati dalle vedette, o dalle sentinelle, altre province italiane, solo in caso di quanto contiene normative che riguar- l’esodo da Pola organizzato dalle auto- oppure dalle pattuglie slave che pre- comprovata necessità ed urgenza del dano specificamente la popolazione di rità italiane al momento dell’entrata in sidiano e controllano tutta la linea di viaggio. A questa decisione si oppo- nazionalità italiana residente nei ter- vigore del trattato di pace che sanciva demarcazione, e condotti nei campi ne il segretario della Commissione ritori ceduti alla Jugoslavia. L’art. 19, il trasferimento della sovranità della di concentramento o avviati ai lavo- confini, Alberico Casari, che racco- in particolare, sancisce che i cittadi- città agli jugoslavi (esodo che tratte- ri forzati. E in Italia nasce il proble- manda invece una maggiore elasticità ni italiani, i quali al 10 giugno 1940 remo in modo più esteso nelle “Pagi- ma dell’accoglienza, tanto che alcu- per i cittadini giuliani, affinché que- risiedevano nei territori ceduti, diven- ne di Storia” di sabato prossimo, 12 ne amministrazioni comunali giun- sti non abbiano la sensazione che sia teranno cittadini jugoslavi, godendo febbraio, nel servizio dal titolo emble- gono a rifiutare aiuto e solidarietà ai stata eretta “una barriera tra la Vene- dei diritti politici e civili del nuovo matico “Pola addio!”). disgraziati profughi. zia Giulia ed il resto d’Italia”. Stato. La Jugoslavia, però, è tenuta Nell’attesa di una difficile nor- Anche la Jugoslavia d’altro canto entro tre mesi dall’entrata in vigore Il grande esodo malizzazione si allestiscono in tutto è contraria all’esodo, che avrebbe con- del trattato, a disporre una legislazio- Non rimaneva che l’esodo. La fuga. il Paese oltre un centinaio di campi di fermato il carattere conflittuale del ne che consenta ai cittadini la “cui In cerca di salvezza. Per restare ita- raccolta, chiamati “campi profughi”: rapporto tra la popolazione autocto- lingua usuale è l’italiano” di optare liani, così come erano nati. Per resta- baracche o spazi ricavati in caserme na e le autorità comuniste contraddi- per la conservazione della cittadinan- re vivi. Per restare liberi. I profughi o scuole o altri edifici dismessi, molto cendo in tal modo l’immagine positi- za italiana entro un anno. Tuttavia, la istriani, fiumani, giuliani e dalmati spesso privi di servizi, dove le fami- va fornita dagli jugoslavi della situa- Jugoslavia potrà esigere che chi si sia si riversano nel resto d’Italia a onda- glie convivono in promiscuità in pochi PAGINE DI STORIA 169
A sinistra: Josip Broz Tito, comandante dei partigiani jugoslavi. Al centro: il dramma dell’esodo da Pola. Una mamma con i suoi bambini attende l’imbarco sul piroscafo Toscana. Qui sopra: Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano. Nelle foto sotto: alcune immagini dell’esodo. metri quadri, tra fatiscenti divisori di dissuasione all’esodo: lentezza nelle sulle riparazioni dei danni di guerra. 1975 il ministro degli Esteri Mariano costituiti da coperte o lenzuola appe- pratiche burocratiche, contestazioni Dopo l’entrata in vigore del trat- Rumor firma il trattato con cui l’Ita- se a corde, e porte di cartone. La gente sulla lingua d’uso, mancata istituzio- tato di pace, che assegna definitiva- lia cede, senza contropartita, la parte partendo sa bene a cosa va incontro, ne degli uffici per le opzioni nei centri mente Pola, Fiume e Zara alla Jugosla- settentrionale dell’Istria ancora con- ma sceglie comunque l’esodo, senza minori, e laddove gli uffici esistono via, l’Istria si trasforma in una peniso- tesa, la cosiddetta Zona B del Terri- esitazioni. Con uno straziante dolore questi vengono spostati ogni giorno la quasi disabitata. Il 20 marzo, quan- torio Libero di Trieste, e stabilisce nel cuore. In quelle baracche rimarrà in diversi edifici pubblici. Agli optan- do il piroscafo Toscana effettua il suo nuovi aggiustamenti territoriali ancora per mesi, a volte per anni. ti vengono ritirate le carte annonarie dodicesimo drammatico viaggio tra- a favore della Jugoslavia, portando il Così, in pochi mesi vengono sra- che garantiscono la distribuzione dei sportando gli ultimi esuli da Pola, la confine più a ridosso di Muggia, Trie- dicate tradizioni secolari che avevano viveri di prima necessità, gli uomini città rimane praticamente deserta: ste e Gorizia. Un trattato assurdo, ini- resistito a cambiamenti anche epocali, sono costretti a partecipare alle eser- 30.000 abitanti, su 32.000 residenti, quo, che suscita feroci polemiche, da e viene stravolta la complessa identi- citazioni paramilitari e molti vengono hanno abbandonato la città. La dia- molti letto come un vero e proprio tra- tà di un territorio di quasi 8 mila chi- addirittura chiamati alle armi. Le dif- spora dei polesani – come di tutti i dimento delle sofferenze e dei sacri- lometri quadrati con una popolazio- ficoltà per le famiglie miste sembra- giuliano-dalmati – si disperde in tutta fici degli esuli e degli stessi interes- ne di quasi 500mila persone. no insormontabili perché i Comitati la Penisola. si nazionali, e che scatena, non solo a L’arrivo degli esuli è denso di pro- popolari riconoscono la lingua d’uso Il governo italiano, non rendendo- Trieste ma in tutta Italia e nelle tante blemi, e anche di tante umiliazioni. al marito e non alla moglie e vicever- si conto o non volendo capire perché comunità e associazioni degli esuli Non soltanto, infatti, la popolazio- sa. A nulla però valgono questi espe- tanta gente si rifiutava di restare sotto sparse nel mondo, una rabbia sorda e ne istriana ha perso tutto ma, giunta dienti dal momento che la popolazio- un’amministrazione jugoslava vinci- feroce, favorendo nel capoluogo giu- in Italia, trova un ambiente ostile ed ne italiana non intende rimanere sotto trice preferendo un’Italia sconfitta e liano la nascita della Lista per Trieste impreparato ad accoglierla. Un caso l’occupazione slava. distrutta, organizza la sistemazione (quella “del melon”, tanto per inten- per tutti: al treno diretto a La Spe- Con l’intensificarsi dell’esodo, il dei 350mila che vengono smistati nei derci, che porterà Manlio Cecovini zia non viene permesso di fermarsi a governo jugoslavo prende ancor più 109 campi di raccolta disseminati in alla carica di sindaco della città). Bologna, dove la Pontificia opera di severi provvedimenti: l’esule non può varie regioni. In seguito circa 80mila Per i lutti e le violenze subite, per assistenza aveva preparato un pasto portare con sé più di 5 chilogrammi di di questi disgraziati, che erano fuggi- le ingiustizie e per i beni confisca- caldo per i profughi, perché i comu- indumenti e 5mila lire. Tutto il resto – ti per restare italiani, prendono la via ti dagli jugoslavi, gli esuli giuliani, nisti bolognesi avevano minacciato di case, terreni, mobili, conti in banca, dell’esilio per la seconda volta verso istriani, fiumani e dalmati – che hanno indire uno sciopero. oro – viene sequestrato e gli italiani Australia, Brasile, Argentina, Suda- pagato con le loro sofferenze, le loro Tra l’altro, sotto il profilo socio- sono costretti, prima di lasciare la loro frica, Canada, Francia, Germania e case e le loro terre i danni di guerra economico l’esodo di massa degli terra, a lunghe e minuziose perquisi- Stati Uniti. E quelli che rimangono dell’Italia uscita sconfitta dal secondo italiani implica un grave problema zioni, che li costringono a rimanere in cominciano faticosamente a ricostru- conflitto mondiale – attendono ancora di ripopolamento dei centri urbani, fila per lunghe ore al freddo e sotto la irsi una nuova vita, con tenacia silen- giustizia ed equi indennizzi. ■ soprattutto quelli della costa, dove pioggia. Tra l’altro, gli slavi iniziano ziosa, difendendo, conservando e col- artigiani, operai, commercianti, con- a requisire i beni mobili ed immobi- tivando con orgoglio le loro tradizioni. tadini e pescatori sono difficilmente li considerandoli come riparazioni di Dei 50 mila rimasti in tutta la Se vuoi, puoi mandarci i tuoi com- menti, pareri, approfondimenti e sostituibili da croati, serbi e bosnia- guerra senza che il governo italiano Zona B, molti fuggiranno dopo la contributi (notizie, informazioni, ci, tradizionalmente legati ad attivi- sia in grado di contrastare – o cerchi, firma del Memorandum di Londra foto e documenti) inviando il tut- tà agricole su terreni ben più favore- oppure lo voglia fare – simili abusi del 1954 ed altri successivamente, in to a www.storiadetrieste.it. Grazie voli delle terre calcaree istriane. Le visto che non sono state ancora defi- seguito agli accordi di Osimo. Nella per la tua partecipazione. autorità slave predispongono misure nite le disposizioni del trattato di pace cittadina marchigiana il 10 novembre QUALCHE CIFRA SULL’ESODO DEGLI ITALIANI CITTÀ ABITANTI PROFUGHI CAPODISTRIA 15.000 14.000 CITTANOVA 2.515 2.025 ROVIGNO 10.020 8.000 POLA 32.000 30.000 FIUME 60.000 54.000 CHERSO 7.570 6.000 LUSSINGRANDE 1.992 1.500 LUSSINPICCOLO 6.856 5.850 ZARA 20.055 18.000 170 PAGINE DI STORIA
www.storiadetrieste.it www.ilmercatino.it Gli esuli se ne vanno dalla Venezia Giulia, dall’Istria, da Fiume, dalla Dalmazia. Intimiditi, minacciati, percossi ed umiliati, quelli che sono sopravvissuti ai rastrellamenti dei partigiani titini ed alle foibe decidono di abbandonano la loro terra e le loro case, caricando le poche cose che riescono a portarsi via su ogni mezzo disponibile, dai camion ai carri. Alla fine saranno in 350mila a scegliere la via dell’esodo. Il 10 febbraio è il «Giorno del ricordo» «Fu una barbarie basata su un disegno annessionistico slavo che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica.» (Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana) D opo la “Giornata della memoria” territorio nazionale abitato in massima per le vittime della Shoah (che parte da genti di tradizioni e cultura ita- si celebra il 27 gennaio di ogni liane, con le città di Pola, Fiume e Zara. anno), con la legge n. 92 del 30 mar- Su 500 mila abitanti, 350.000 preferisco- zo 2004, la Repubblica italiana ha ri- no la via dell’esilio. Al loro arrivo, stremati conosciuto il 10 febbraio quale “Giorno e dilaniati dal dolore dell’abbandono, ven- del ricordo”, che si celebra per non di- gono minacciati e vigliaccamente insulta- menticare le decine di migliaia di italia- ti dai comunisti italiani ad Ancona, Bolo- ni massacrati in Istria, Dalmazia e Vene- gna, Venezia, Milano. Incontro dei due ex-partigiani: il zia Giulia tra il 1943 e il 1945, ed anche Nel testo della legge si leggono le presidente della Repubblica italiana successivamente. Uccisi dai partigiani di motivazioni dell’importante riconoscimen- Sandro Pertini ed il maresciallo Tito, Tito solo perché erano italiani: una “puli- to, giunto a sessant’anni da quel dram- capo della resistenza jugoslava e poi zia” politica ed etnica in piena regola, ma- presidente della Repubblica socialista matico periodo: federativa di Jugoslavia. Nel 1980, scherata come azione di guerra o ven- detta contro i fascisti. In realtà nelle foibe ai funerali di Tito, Pertini baciò la La Repubblica riconosce il 10 feb- bandiera posta sulla bara: un gesto vennero gettati spesso ancora vivi, l’uno che era solito fare, ma che in questo braio quale «Giorno del ricordo» al fine di legato all’altro col fil di ferro, uomini, don- caso venne ritenuto offensivo nei ne, anziani e bambini che in quel perio- conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime confronti della comunità giuliano- do di grande confusione bellica si erano dalmata poiché il regime di Tito ritrovati in balìa dei partigiani comunisti delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli perpetrò i massacri delle foibe e jugoslavi. Il “Giorno del ricordo” non è istriani, fiumani e dalmati nel secondo do- provocò l’esodo degli italiani. solo dedicato alle migliaia di vittime delle poguerra e della più complessa vicenda A sinistra: ancora un manifesto del foibe, ma anche alla grande tragedia dei del confine orientale. Nella giornata (...) “Giorno del Ricordo”. profughi giuliani, istriani, fiumani e dalma- sono previste iniziative per diffondere la Sotto: la vita in uno dei numerosi ti: 350 mila costretti all’esodo per fuggire conoscenza dei tragici eventi presso i gio- campi profughi allestiti, oltre che a dalla furia e dalla vendetta di Tito e cer- vani delle scuole di ogni ordine e grado. Trieste, anche in diverse altre parti care rifugio in Italia, dove furono mala- È altresì favorita, da parte di istituzioni ed d’Italia. mente accolti. In gran parte finirono nei campi profughi e ci rimasero per anni. A tutt’oggi, non ci sono ancora cifre Fini e poi dal presidente della Repubbli- L’esodo è la ribellione degli italiani ufficiali relative ai deportati, agli italiani ca Ciampi. Ed è un altro ex comunista, delle terre orientali contro infoibamen- uccisi durante la prigionia e, soprattut- il capo dello Stato Giorgio Napolitano, ti, epurazioni, saccheggi, violenze e ra- to, agli infoibati. Non sono, però, gli zeri a firmare la legge con cui nel marzo del strellamenti compiuti dalle formazioni in più o in meno a determinare o a po- 2004 il parlamento italiano istituisce la partigiane di Tito e dall’OZNA, la sua po- ter ridurre la portata di questa immane giornata commemorativa per le vittime lizia segreta; contro l’imposizione di una tragedia, di cui è importante conosce- dei titini, allo stesso modo delle celebra- lingua straniera, le scritte provocatorie re le cause e le dinamiche per evitare zioni per l’Olocausto degli ebrei. e le stelle rosse affisse in ogni luogo. A che in futuro qualunque essere umano Perché il 10 febbraio? E’ una data migliaia le persone vengono deporta- si possa ritrovare protagonista, vittima o simbolica che si riferisce al 1947, anno in te e barbaramente uccise dai “liberato- carnefice, di una storia di persecuzione. cui – il 10 di febbraio, appunto – a Parigi ri” slavo-comunisti di Tito. L’esodo è il Per oltre mezzo secolo sulle stragi venne firmato il trattato di pace con cui dramma dei 350 mila che abbandonano delle foibe e sul biblico esodo dei giulia- le province di Pola, Fiume, Zara, e par- tutto pur di restare italiani e che in Italia ni, istriani e dalmati viene steso un pe- te delle zone di Gorizia e Trieste, pas- continuano a soffrire per l’indifferenza enti, la realizzazione di studi, convegni, sante impenetrabile silenzio. Ragioni ed sarono definitivamente alla Jugoslavia di di una politica miope, pavida e vile, ri- incontri e dibattiti in modo da conserva- opportunità politiche, e la cattiva coscien- Tito. Le prime stragi avvennero già all’in- cattata dal Partito comunista di Togliat- re la memoria di quelle vicende. Tali ini- za dei comunisti italiani, avevano porta- domani dell’armistizio dell’8 settembre ti che li considera degli ingrati, dei tra- ziative sono, inoltre, volte a valorizzare il to a nascondere una realtà storica che 1943 quando si scatenò l’offensiva dei ditori perché non avevano dimostrato il patrimonio culturale, storico, letterario e nessuno poteva negare di fronte ai do- partigiani comunisti contro nazisti e fa- loro entusiastico apprezzamento verso artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume cumenti, alle immagini dei resti strazia- scisti. Nel mezzo furono colpiti indiscri- la nuova Jugoslavia di Tito. e delle coste dalmate, in particolare po- ti recuperati dalle foibe ed alle testimo- minatamente tutti gli italiani. Ma il mas- Con la firma a Parigi del trattato di nendo in rilievo il contributo degli stessi, nianze dei pochi sopravvissuti. Nel 1996 sacro più vasto fu messo in atto a guerra pace il 10 febbraio 1947 l’Italia, uscita negli anni trascorsi e negli anni presenti, è un politico di sinistra, Luciano Violan- finita, nel maggio del 1945, per costrin- sconfitta dalla Seconda guerra mondiale allo sviluppo sociale e culturale del terri- te, all’epoca presidente della Camera, gere gli italiani a fuggire dalle province (nonostante l’armistizio, la dichiarazio- torio della costa nord-orientale adriatica ad infrangere il muro del silenzio e ad istriane, dalmate e della Venezia Giulia. ne di guerra all’ex alleata Germania e ed altresì a preservare le tradizioni delle invitare a una rilettura storica degli av- Secondo le fonti più accreditate le vitti- la lotta di resistenza), deve cedere alla comunità istriano-dalmate residenti nel venimenti. Appello ripreso sul fronte op- me furono non meno di 5mila, ma di- Jugoslavia 7.800 chilometri quadrati di territorio nazionale e all’estero. posto dal leader della destra Gianfranco versi storici parlano di 10mila e più. ■ PAGINE DI STORIA 171
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