SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014

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SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
LA GRANDE BELLEZZA

                          SARAH LAWRENCE COLLEGE
                               FIRENZE 2014

SLC • FIRENZE • 2014
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
In copertina: Lauren Beyda, tempera   Quinn Darrow
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Che cosa posso dire della mia esperienza a Firenze?

Primo, devo dire che i fiorentini sono molto bravi con la bici! Una volta, ho visto una mamma che
guidava la sua bici con tre bambini. Un altro giorno, ho visto un papà che con una mano sosteneva il
viso di suo figlio che dormiva e sedeva nel seggiolino di fronte al manubrio. Ricordati, fanno tutto
questo mentre guidano sulle strade fatte di pietre.

Secondo, ho visto più città di quelle che posso ricordare.
Durante le gite, ho visto il famoso disegno di Leonardo da Vinci “le proporzioni del corpo umano
secondo Vitruvio” e “La Biennale” a Venezia. Siamo andati alla Cappella Sistina e al Colosseo a Roma, e
abbiamo visto molti altri monumenti iconici che mi sono piaciuti molto! Prima di venire in Italia, sapevo
che c’è un “amore” del mondo per l’Italia. Questo programma è stato molto buono per capire questa
idea: ci hanno mostrato gli elementi e i luoghi che spiegano, per me, la sostanza dell’Italia. Per
esempio, per una gita, siamo andati a Barga, dove abbiamo visto lo studio del nostro professore. Anche
a Barga, siamo saliti su una montagna per vedere un bel panorama, per comprare un espresso, e per
trovare le castagne. Non c’erano i turisti, solo noi e gli italiani di quel paese.

Quando il primo semestre è finito, ho deciso di andare a Napoli per tutte le vacanze invernali. Ho
incontrato la mia famiglia lì per la prima volta, a eccezione di zia Carmela che avevo incontrato in
America quando ero piccola. Sono restata a Napoli con zia Carmela, la zia del mio papà. Quando ho
visto i visi di zia Carmela e zio Paolo alla stazione, li ho riconosciuti subito! Tutt’e due sono uguali a mio
nonno Giovanni.
Mentre ero a Napoli, ho trovato che due stereotipi sono veri: non ci sono regole per il traffico, allora
quando attraversiamo la strada è molto pericoloso. Secondo, a Napoli c’è la più buona mozzarella e
pomodori! Dovreste andare e provare.
Anche, a Napoli la mia famiglia era molto simpatica –qualche volta, troppo simpatica. Per esempio, una
volta, zia Carmelina mi ha lavato i capelli nel lavello. Poi, mi ha pettinato e ha asciugato con il phon. Mi
ha fatto male! Ma dopo, i miei capelli erano pulitissimi! Ma allo stesso tempo, sembravo un
barboncino. Per questa ragione, ho imparato la frase, “non ti preoccupare; sono sicuro” e questo
evento buffo è successo solo una volta.
Le scogliere di Napoli, nel Parco Virgilio, mi hanno tolto il respiro, e anche, ogni campanile su cui sono
salita –probabilmente perché sono claustrofobica.

In questa esperienza ho trovato che posso provare un senso di comunità e di famiglia con degli
sconosciuti in una una città nuova. Questa è una cosa che succede senza pensare quando siamo
disattenti in una nuova vita. Ero davvero sola in Italia quando pensavo a cosa mi mancava, che non era
qui, non era in questa città. Secondo me, io posso restare qui, in Italia il resto della mia vita, ma prima,
devo portare i pochi a cui voglio bene e la persona che amo. Nondimeno, la mia esperienza qui a
Firenze da settembre fino a maggio, è stata bellissima. Tante volte, mi sono detta, “Che bella questa
vita, sono veramente benedetta.”

                                                                                              Elena Asperti
                                                                                                                 Elena Asperti
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Torno a casa a piedi, e mentre cammino calco il marciapiede così forte che il suono echeggia dall'altra
parte della strada, mentre vado. Rallento il passo e mi concentro sul ricordare ogni aspetto del mio
ambiente. Io noto come il mio ritmo accelera naturalmente, e ancora io consapevolmente rallento il
passo.
Sono da sola sulla strada. Ma non solo ora. Sono sempre da sola qui. Sono venuta in cerca di
indipendenza e solitudine, e ho trovato proprio questo. Sto imparando molto di me stessa e il mondo
intorno a me, ed è terrificante e rinfrescante tutto in una volta. La solitudine è una grande bellezza.

                                                                                            Lauren Beyda

                                                                                    Stefanie Bigornia

                                                                                                           Michelle Nigro
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Firenze è una bellissima città. C'è tantissimo da vedere e da fare. La città sembra quasi perfetta. A
eccezione della cacca di cane. Non dovrei lamentarmi, lo so. Firenze ha tantissimo da offrirmi. Perché
io dovrei lamentarmi?
Ma a volte la cacca di cane rovina la mia giornata. Quando giro dietro l'angolo del mio appartamento,
eccola! Quando vado a scuola, eccola! Quando vado a pranzo, eccola! Quando vado a casa di amici,
eccola! Oh mio Dio! Non posso mai scappare! Ho bisogno di concentrare la mia attenzione a terra
invece di guardare il bel paesaggio. Mi piacerebbe vedere le strade pulite invece della cacca.
Ma, va bene. Anche se i cani fanno la cacca ovunque, la bellezza della città non può mai essere persa.
È nel mio bell’appartamento. È sugli alberi che mi salutano sulla strada per la scuola. È la bella
architettura che sperimento tutti i giorni. È nel cibo che mangio e mi piace. È nella gente che incontro e
con cui divento amica. È nell’arte, sia nel museo che nella strada - anche se differenti, tutt’ e due sono
belle. È nei vestiti che vorrei avere. È nella magica esperienza che ho tutti i giorni.
A volte ci sono giorni terribili (di solito perché ho dimenticato di fare i compiti o il lavoro di conference).
Ci sono giorni dove vorrei gettare il cane nell’ Arno quando fa la cacca nella strada. Ma non vorrei mai
dimenticare le avventure e la gente a Firenze. Questi ricordi saranno sempre nel mio cuore.

                                                                                       Stefanie Bigornia

                                                                                       Sarah Janosky              Elena Asperti
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Malinconica

              Il tempo passa in fretta sul tuo viso,
              In un batter d’occhio i minuti sembrano diventare giorni,
              Mesi,
              Secoli,
              Le memorie si mostrano come linee che giocano lungo la tua guancia,
              Intensificate dal blu avidamente sbafato intorno al tuo sguardo penetrante,
              Esigendo qualcosa da me,
              Che non posso dare o che ancora semplicemente non conosco,
              Colpetti impazienti del tuo stiletto rosa echeggiano nelle mie orecchie,
              Sembra una canzone italiana triste che non ho ancora sentito.
              Eppure tu sei in questa piazza, in lontananza
              Inghiottita dalle ombre di una città che è sopravvissuta alla prova del tempo.
              Secoli trasformati in anni
              In mesi
              In semplici puntini sulla linea della storia.
              In un batter d’occhio il tempo accelera di nuovo.
              Come il ritmo dell’umanità
              Salire e scendere,
              Salire e scendere.

                                                                                         Alexis Chapman

Jenny Sharp
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
La Città

Le crepe sono sottili e strisciano da parte a parte della città
Un sussurro nel vento chiede alla polvere di ballare
Un profumo fresco di pietra antica viene con il respiro del sole del mattino
Un basso rombo picchia dalle pareti di marmo e canta il silenzio
Chi amerà con il bisbiglio, e per essere amato, affonderà con la luce della sera
Le campane colpiscono la terra
E lingue lontane rotolano dalle colline
dove si trova questa città ma all’interno del cuore
Il telaio di un altro tempo e di grondaie fantasma
Baci e storia riposano sul selciato
La Primavera si annida nella città dei fiori
Dove nascono mille vite, ce ne sono milioni in più che sono state e saranno

                                                                                   Quinn Darrow

                                                                                                   Quinn Darrow

                                                                                   Adriana Lucci
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
In ritardo per la cena

             Nella mia vita, ogni volta che dovevo andare da qualche parte, desideravo stabilirmici. Eppure,
             passando molto tempo nello stesso posto, piano piano mi sentivo costretto e volevo andare via, da
             qualsiasi parte. Forse è il risultato della mia giovinezza, imperniata sia sul desiderio di acclimatarmi sia
             su quello di esplorare. E’ come un ciclo costante nella mia vita fino ad ora. In ogni caso,
             l’acclimatazione è una gran parte di questo processo…
             Ogni giorno ritornando a casa da scuola, prima passeggio nel centro storico dove ogni volta faccio lo
             stesso percorso. Comincio la passeggiata con le cuffie agli orecchi, ma rapidamente me le tolgo perché
             qualcuno mi fa “Ciao! Come va?”. Subito dopo aver visto una persona che conosco, mi accorgo che non
             posso più arrivare a casa in tempo per la cena. Di solito al mercato delle pulci termino prematuramente
             il mio cammino. Le pulci mi tentano, dunque la gente forse è solo una scusa per vederle di nuovo, per
             la terza volta questa settimana.
             In qualche modo, riesco a scappare dal mercato senza un altro portafoglio antico. Con i soldi rimasti
             nelle tasche, vado avanti e mi dico “La strada diretta! Altrimenti la cena inizia senza di te… La pasta non
             aspetta nessuno!”. Siccome la pasta mi piace tanto, recupero la motivazione e la concentrazione per
             arrivare finalmente a casa. Tuttavia, quando mi imbatto nel grande arco di Piazza Beccaria, nuovi
             ostacoli mi aspettano ancora sulla strada, tutti i piccoli negozi che affollano il mio quartiere. Il diavolo
             sulla mia spalla sinistra mi bisbiglia “Maurizio, non c’è più speranza. Arrenditi, adesso!”. Ma no!
             “Smamma!” dico ai pensieri dubbiosi. Mentre vado avanti, ora più velocemente, sono ancora tentato
             di fermarmi per parlare con qualcuno nei tanti meravigliosi negozi di abbigliamento che incontro sulla
             strada. Per fortuna riesco ancora a esercitare un po’ di autocontrollo, così quando mi capita di vedere
             qualcun’ altro che conosco, gli faccio semplicemente un piccolo saluto e basta. Con poco tempo da
             perdere, alle 7:28 arrivo di fronte a casa e, alle 7:30, mi siedo a tavola per mangiare la pasta che non
             aspetta nessuno.
             Pare veramente che quest’esperienza ricorrente mi faccia sentire più casalingo, l’esperienza quotidiana
             di salutare o parlare o passare il tempo con qualcuno senza preavviso. Nonostante mi abitui facilmente
             a un posto, finora non sono voluto partire da Firenze, e anzi quando partirò, ci sarà una parte di me che
             non partirà mai. Nel senso più sdolcinato, Firenze mi mancherà tantissimo.

                                                                                                      Maurice Dawkins

Jen Patten
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Bloccata in Mezzo alla Folla
L’altro giorno stavo correndo per fare un po’ d’esercizio fisico. Fare jogging per me è molto rilassante.
Si sente il vento e la potenza dei muscoli e ci si sente in buona salute. Il mio momento preferito per
correre è la sera. Circa alle sei della sera (specialmente in primavera), il sole sta appena cominciando a
tramontare. L’aria sembra fresca e frizzante e c’è qualcosa in quest’ora che mi fa sentire in pace. Di
solito. Ma questa volta era un giorno di marzo e i turisti erano dappertutto. Brulicanti come formiche.
Correre in mezzo ai turisti è come nuotare attraverso un mare di meduse. Orribile!
La corsa era cominciata abbastanza bene. In Piazza Santa Croce avevo potuto trovare un po’ di spazio
per riscaldarmi. Sono andata lungo il mio percorso abituale, svoltando a sinistra verso l’Arno. Ancora
bene. Al lungarno, ho continuato a correre svoltando a destra sul Ponte San Niccolò. Ancora bene.
Ancora a destra lungo l’Arno per molti ponti. Vicino al Ponte Vecchio, la situazione è iniziata a
peggiorare. Alcuni turisti erano fermi sul marciapiede e sulla strada. Ho cominciato a serpeggiare. Un
po’ difficile ma non troppo… ancora.
Sono venuta fuori da questa folla. Phew! Ho continuato a correre. Alla fine, ho raggiunto il Ponte
Amerigo Vespucci e ho svoltato a destra e poi a diritto lungo l’Arno, di nuovo verso il Ponte Vecchio. E
qui sono cominciati i problemi. Avvicinandomi al ponte, il numero dei turisti è cresciuto come una
nuvola di moscerini. Ho provato a colpire ogni moscerino. Come alla separazione del Mar Rosso,
potevo correre nello spazio libero mentre i turisti cadevano nell’Arno, le loro macchine fotografiche in
volo dappertutto!
Ma no, questo era solo nella mia mente. Nella mia fantasia. In realtà, ero completamente ferma,
aspettando che l’area si sgombrasse. Ero stata un corridore e adesso ero solo un altro moscerino nella
folla.
Aspettando in mezzo alla folla, incapace di muovermi, ho fatto un respiro. Ho aperto gli occhi e ho visto
il sole che tramontava sull’Arno. Faceva scintille sulle increspature dell’acqua, trasformando l’azzurro
del fiume nel giallo della luce toscana, pareggiando le case. Per un momento tutto era tranquillo. Era
come se tutto avesse smesso di muoversi mentre il sole tramontava. Forse basterebbe solo ricordarsi
come il tempo sia fugace. È venuto buio e il percorso era sgombro. Ho ripreso a correre verso casa,
l’acqua ancora scintillava dei riflessi della luna.
                                                                                               Julia Eisen
                                                                                                             Jen Patten
SARAH LAWRENCE COLLEGE - LA GRANDE BELLEZZA - SLC FIRENZE 2014
Dicono che c’é grande bellezza nella salvezza
quando dio intraprende un'azione
quando il suo angelo ha fermato Abramo
la mano pronta a uccidere la sua progenie

Dicono che c’è grande bellezza nelle parole
che Mosé parlava con dio mentre
la gente stava adorando le ricchezze
accendendo un fuoco nel suo cuore

Dicono che c’è grande bellezza nella collera divina
epidemie volano giù e
agnelli silenziosi da massacrare
vergini che commettono uccisione

Però dove è la bellezza nel massacro degli innocenti
o il sangue di Cristo
poiché tutti noi non possiamo diventare prodighi figli
cercando il perdono, indebito e falso

Dicono che la bellezza è nel sangue
sacrifici fatti, dolore inflitto
ma la bellezza vera non è un palo su una croce
o un regnante nel paradiso

la vera grande bellezza si trova all’interno
la speranza, la fede, per l’amore che aspetteremo

                                                         Rachael Frank   Rachael Frank
Riflessione
Alla mia università negli Stati Uniti, c’è una frase che usiamo alcune volte: “Un attimo di bellezza
indicibile”; la usiamo quando un tramonto è brillante oppure quando la neve è appena caduta.
A Firenze, ho vissuto alcuni attimi come questi, ma non nel senso che mi aspettavo. Non penso a
questo quando vedo la chiesa di Santa Croce o quando sono sulla cupola del Duomo. Se volevo che
queste cose m’impressionassero, sarei stata a Firenze per tre giorni come tutti i turisti. Ma non sono
venuta qua per essere una turista americana, volevo stare qui per qualche mese e lasciare la mia “zona
di comodità” negli Stati Uniti. Volevo sentirmi inquieta in un paese straniero e superare questa
emozione. Invece, i miei attimi di bellezza indicibile sono successi quando il mio babbo italiano ha
lodato il mio livello di lingua italiana alla mia mamma. E ogni volta che sono tornata a Firenze dopo un
viaggio ho pensato, “È molto bello essere di nuovo a casa.”
Quando sono arrivata a Firenze, mi sentivo sempre persa, pensavo che avrei potuto parlare solo del
mio nome e di dov’è il bagno, e oltretutto non mi piaceva “la città”; inoltre, mi sono resa conto che il
programma della scuola era piccolo piccolo e che praticamente TUTTI gli studenti erano di Sarah
Lawrence. Forse, ho pensato, mi sarei sentita sola. Che strano! Quante belle cose: gli studenti, la gente.
Immediatamente, gli studenti del programma mi hanno dato il benvenuto e mi hanno aiutato a trovare
la mia strada (specialmente da Quelo, e da Pino). Quando, una notte, mi sono persa, ho chiesto aiuto a
una ragazza (in italiano) e lei ha camminato con me a casa. E quando ho provato a giocare per una
squadra di frisbee, una cosa che mi manca moltissimo dagli Stati Uniti, gli italiani mi hanno dato il
benvenuto con emozione e mi hanno invitato a ritornare ogni volta che volevo. Mi sono sentita a casa.
Sempre, la gente di Firenze e del programma mi ha dato una ragione per amare questo posto. Per me,
questo sentimento di essere benvenuta a Firenze è un attimo di bellezza indicibile.

                                                                                           Kerri Grimaldi
                                                                                                             Kerri Grimaldi
Io stavo pensando e mi hai fatto sorridere. Tante cose da dire e mettere in una lettera - ho pensato che
potrebbe essere più facile; le parole potrebbero venire fuori meglio. Vorrei poter premere rewind. Non
vorrei riscrivere ogni riga, vorrei farlo di nuovo. Ho cercato di farti uscire dalla mia mente. Ma non c'è
niente di meglio ogni giorno che passa. Non ho avuto niente da perdere; spero di sentirti presto - p.s. Io
non sono ancora su di te. Scusami, io non volevo divagare, ma c'è un sacco di sentimenti che
rimangono da quando sei andato. Credo che tu pensavi che avrei messo tutto dietro di me, ma sembra
che c'è sempre qualcosa lì per ricordare a me, quando sento quella canzone ho la stessa vecchia
sensazione. Lo sapevi che ho continuato con tutte le immagini da cui non ho la forza di separarmi,
ancora. Alcune cose che una ragazza non può mai dimenticare; spero di sentirti presto - p.s. Io non
sono ancora su di te. Sempre Italia…la mia grande bellezza.
                                                                                          Sarah Janosky

                                                                                          Sarah Janosky      Grace Kenny
È un dato di fatto nella cultura moderna che, a seguito della tradizione dei filosofi come Thoreau, la
                natura è una delle più grandi bellezze al mondo. La maggior parte delle persone sono inclini a
                condividere questo punto di vista, soprattutto durante la primavera, quando sono molto contente di
                dimenticare gli eventi dei mesi scorsi– gli sguardi torvi e le parolacce borbottate contro il freddo
                pungente e la pioggia uggiosa d’inverno– e dichiarano volentieri di amare la natura, di aver sempre
                amato la natura e di non aver mai visto una bellezza uguale.
                Per il povero Giacomo, comunque, la situazione è esattamente l’opposto. La primavera ha sostituito
                l’inverno, e mentre gli altri pedoni sulla strada stanno meravigliandosi della bellezza della stagione,
                Giacomo è colpito dalla sua brutalità. Per lui, invece di essere una grande bellezza, la natura è ora il
                suo più grande avversario; la gola è infiammata, gli occhi lacrimano, il petto pulsa e la sua andatura
                viene interrotta dopo ogni paio di passi da uno starnuto vibrante.
                Guardando i turisti lungo l’Arno scattare allegramente le foto di amici sorridenti sullo sfondo del Ponte
                Vecchio, con un’aria di divertimento serena e leggera rispetto alla sua miseria pesante e soffocante,
                Giacomo si chiede per l’ennesima volta, “Che cosa ho fatto io per meritarmi questo?” Ma lui sa già la
                risposta: assolutamente niente. Dopo un passo breve in strada per superare ancora un altro gruppo di
                studenti chiacchieroni che procedono a passo lento– malgrado le proteste impazienti dei loro
                accompagnatori– Giacomo si permette di immaginare una fine al suo dolore, una fine alle sue allergie,
                e lui diventa geloso di quelli, come gli studenti ormai lontano dietro lui, che possono uscire durante la
                primavera e apprezzare la natura.
                Poi, all’improvviso, qualcosa cambia. Dapprima Giacomo riconosce la sua gratitudine per il silenzio; il
                chiacchiericcio incessante dei venditori e turisti davanti agli Uffizi gli avevano aggravato il mal di testa
                sinusale, ma ci sono molto meno pedoni sul Ponte alla Grazie dove ora lui sta camminando. Nessun
                rumore di persone, televisori, o musica. Poi si accorge che non è il silenzio che sta godendo, ma
                piuttosto i suoni rilassanti della natura: la corsa dell’Arno, il tubare degli uccelli e il sussurrio del vento
                attraverso gli alberi. In quel momento, però, Giacomo è interrotto da un altro starnuto terribile e il
                momento perfetto viene distrutto.
                Ritornando alla realtà, Giacomo si affretta per tornare a casa, dove lui è ricevuto dalla sua nonna, che
                gli offre una tazza di té, degli antidolorifici e della medicina anti-allergica. Beve con gratitudine un
                sorso della bevanda calda e lascia che il vapore scaldi e sgombri il suo petto. Poi Giacomo comincia a
                pensare. Si era reso conto come la grande bellezza dei fiori e del sole potrebbe fare piacere a qualcuno
                senza allergie ai pollini, ma si rende conto che lui dovrà aspettare la fine della stagione dei pollini prima
                di potersi riconnettere con la natura. Nel frattempo, Giacomo sorseggia il tè e si meraviglia alla grande
                bellezza della medicina moderna.

                                                                                                              Maggie Kandel

Maggie Kandel
L’ironia della grande bellezza è che è in realtà non è una gran cosa; la grande bellezza sono tante
piccole bellezze insieme.

La grande bellezza è il bucato che si increspa alle finestre.

La grande bellezza è il bambino che non lo sa che ha la faccia piena di gelato.

La grande bellezza è la cameriera che sa i nomi di tutti i suoi clienti.

La grande bellezza sono gli anziani seduti nel parco e guardano i bambini alla giostra.

La grande bellezza è il colore delle sedie nel cinema Odeon.

La grande bellezza è la scatola delle carte geografiche antiche, nascosta nell’angolo remoto di un
mercatino.

La grande bellezza è la ribollita d’inverno.

La grande bellezza sono le biciclette sulla strada coi fiori nel cestino.

La grande bellezza è vivere a Firenze e fondersi giorno dopo giorno con le grandi bellezze di questo
immenso museo a cielo aperto. E sembra normale, quando in realtà non è normale, ed è effimero.

La grande bellezza è la cupola, vista da lontano.
                                                                            Grace Kenny

                                                                            Adriana Lucci              Grace Kenny
Se mi conosceste bene, sapreste che sono vegana.                                                              Ma soprattutto, ho imparato che il veganesimo è veramente una pratica che ti fa sentire meglio ogni
                                                                                                              giorno. Per esempio il semestre scorso, mangiavo un sacco di panini da “All’Antico Vinaio”, quella
Quindi, quando ho solennemente annunziato che avrei vissuto in Italia il mio anno all’estero, alcuni dei      piccola osteria in Via dei Neri famosa tra i turisti e gli italiani per i panini giganti e buonissimi. Pensavo
miei amici e famiglia hanno commentato cosi:                                                                  che, chiedendo solo verdure nei miei panini, questi sarebbero stati sicuramente vegani. Fino a quando
                                                                                                              ho scoperto che quel buon pane, la schiacciata, forse contiene strutto. Sì, c’è una buona probabilità che
“Sei sicura che non vuoi essere vegetariana, almeno?”                                                         stessi mangiando lo strutto senza saperlo per cinque mesi. Invece di fare un grande casino, l’ho presa
“Ma… il formaggio! Il gelato! Come puoi sopravvivere?!”                                                       bene: ho smesso di mangiare quei panini e ho cominciato a ordinare il pane senza strutto. Ho imparato
“Sai che Firenze è famosa per le sue bistecche…”                                                              la mia lezione.
“La pizza è vegana??”
                                                                                                              A causa della mia pratica vegana, ho imparato a concentrarmi sugli aspetti positivi, invece di
(Sì, sono sicura. Sì, posso sopravvivere molto bene senza formaggio e gelato. Si, so delle famose             concentrarmi sugli aspetti negativi, e come conseguenza ho fatto esperienze memorabili e pasti
bistecche Fiorentine. E sicuramente si, la pizza può essere vegana. Ci sono altre domandine?)                 deliziosi. Non si può avere paura di seguire le nostre passioni. Ne vale la pena, ve lo garantisco.

Però a essere onesta, pensavo che sarebbe stato più facile. Gli aeroporti in particolare sono un incubo       Ho imparato a ridere dei miei errori. Ho trovato una grande gioia nell’insegnare agli altri che non è
per un vegano. Avevo pianto tanto nei ristoranti, negli alberghi, e certamente negli aeroporti all’inizio     impossibile essere vegani. Anzi, è molto divertente! Ho sviluppato il coraggio e la conoscenza di abitare
di quest’anno perché era cosi difficile trovare qualcosa da mangiare. Ma ero determinata a rimanere           in Italia nel modo in cui volevo.
vegana a qualsiasi costo. Una volta in particolare, nell’aeroporto di Catania, non ho potuto trovare
niente da mangiare con l’eccezione di un tubo di Pringles e una coppetta di frutta schifosa. Non avevo        Questa, per me, è la grande bellezza di quest’anno all’estero.
mangiato bene quel giorno e mi sentivo molto arrabbiata (in inglese diciamo “hangry”, una parola che                                                                                                        Katie Lee
significa “fame” e “arrabbiata” tempo stesso). So che il cibo degli aeroporti non è così buono in
generale ma a quel punto ero schiacciata e hangry, quindi ho cominciato a piangere istericamente sulle
scale dell’aeroporto. Il problema era il principio— volevo essere come il resto del gruppo e mangiare
con comodo. Ero veramente stufa. Per almeno dieci minuti mi sono seduta sulle scale dell’aeroporto
con Grace (nei nostri golfini “medusa” coordinati!) e ho pianto fino a quando non mi sono sentita
meglio. Poi un cinese in lacrime ci ha rubato la ribalta; era lui la persona più strana nell’aeroporto … ma
questo momento è importante per me perché era la prima volta in cui ho realizzato che i miei amici mi
rispettavano per la mia passione. Questa situazione mi ha dato la forza di continuare.

Durante il mio passaggio vegano-italiano, ci sono state volte quando mi sono ritrovata nel piatto della
triste lattuga per cena—come quella volta a Vallombrosa, dove ho mangiato una piccola insalata e una
ciotola (veramente) di frutta per pranzo, ma più spesso la maggior parte dei commensali sono stati
gelosi del mio cibo. Comunque poi mi sono annoiata con la pasta e la pizza (lo so, sono pazza). Dopo
due o tre mesi ho cominciato a sentire la mancanza della diversità alimentare di New York. Mi
mancavano le piccole cose che davo per scontate in America. Mi chiedevo perché non puoi comprare
l’hummus nei supermercati. (Dai, gli italiani mangiano un sacco di ceci… il perché non si usa l’hummus
più spesso in Italia è veramente un mistero per me. Ma è una divagazione, lo so.)

Poi ho scoperto che c’è buon cibo vegano ovunque… se cerchi. Ci sono tanti piatti italiani che sono
vegani, anche se loro non lo sanno: ribollita, pappa al pomodoro, panzanella, spaghetti all’aglio e olio,
pizza marinara, e tanti altri. E’ una fortuna arrivare in Italia da vegana; mi porterò in America un sacco
di ricette nuove! Voglio dimostrare che il cibo italiano può essere vegano e buono.

Amo imparare dalle cucine tradizionali dei paesi che ho visitato quest’anno, perché mi pare che sia il                                                                                                  Elena Asperti
miglior modo per conoscere il mondo, se tu sia vegano o no. Tutti amano il buon cibo.
If, then, I were asked for the most important advice I could give, that which I considered to be the most
useful to the men of our century, I should simply say: in the name of God, stop a moment, cease your
work, look around you.
Leo Tolstoj

“Se, allora, mi fosse stato chiesto il consiglio più importante che potrei dare, quello che ritenevo essere
il più utile per gli uomini del nostro secolo, avrei semplicemente detto: nel nome di Dio, fermati un
attimo, cessa il lavoro, guardati intorno.”

(fermarsi un attimo, cessare il lavoro, guardarsi intorno?)
(fermatevi un attimo, cessate il lavoro, guardatevi intorno?)

Leo Tolstoj

Osservazioni:
Qua ci sono
-L’albero vecchio e forte, alto più di tre piani alti, nel cortile, al centro di tutto.
-Sedie in metallo e resina con colori vividi sul pavimento di un monastero riciclato.
-La sicurezza che danno i triangoli di legno a sostegno del soffitto.
-La mancanza di graffiti sui muri di malta e di sigarette sulle mattonelle di terracotta.
-La gente che ride, beve, e chiacchiera un piano più in alto assorbita dal lavoro. L’edificio dà la giusta
priorità.
-La vista del duomo e i miei compiti che magari non saranno mai finiti.
In uno spazio aperto a tutti.
Se questa non è la grande bellezza, cosa volete?
                                                                                           Adriana Lucci

                                                                                                              Adriana Lucci
                                                                                           Adriana Lucci
L’aroma delle sigarette si mescola con il suo profumo preferito
Essere intorno a lei è una sensazione strana e inebriante
Conduce ogni movimento con una grazia
La sinfonia di un centinaio di braccialetti
Ciascuno un regalo dimostrando che è amata da tutti
Tutto tace anche se solo per un secondo
Fino a quando lei parla con l’eleganza della sua età
Lei appare sempre forte e piena di luce
Ma dentro questa facciata è morbida e delicata
E’ dolce come il fiore che usa come nome
Ma proprio come un poppy lei è come una bella droga
Non si può mai averne abbastanza se ne avrà sempre più brama
                                                                  Alexandra Martone

                                                                     Grace Kenny      Alexandra Martone
Vivendo in una città dove non riesco a vedere gli edifici del passato, Firenze mi ha colto di sorpresa.
Mentre penso che New York è bella, non è lo stesso di Firenze. Gli edifici di Firenze e le strade hanno
storie, pensare che sto camminando lungo la stessa strada, mentre vengo a scuola, dove la gente
centinaia di anni fa camminava su e giù, mi stupisce.

Vivendo a Firenze ho pensato che mi sarei abituata a camminare attraverso belle e storiche piazze e
davanti a edifici antichi, ma non mi sono abituata. Ogni giorno sono sorpresa di vivere in quella che
penso sia una delle più belle e interessanti città. Attraversare Santa Croce sulla mia strada per la scuola
ogni mattina e vedere i turisti scattare foto con i loro iPhones mi lascia pensare a come 50 anni fa le
persone che la visitavano potevano avere vestiti diversi, ma Santa Croce era ancora la stessa. E pensare
che lo era 100 anni fa, 500 anni fa, è davvero incredibile.

Io mi chiedo sempre se quando hanno costruito questi edifici abbiano mai immaginato di persone che
avrebbero preso le immagini sui telefoni portatili da inviare subito ai loro amici, che sono a miglia di
distanza.

Vivendo a Firenze ora penso sempre al passato e come si inserisce nel nostro presente e si è inserito
nel presente per tanti anni. Studiando qui ho imparato molto sulla storia fiorentina nelle mie classi, ma
ho anche imparato a conoscerla solo dalle mie passeggiate per la città tutti i giorni. Sarò sempre stupita
dalla bellezza e dalla ricca storia di Firenze.

                                                                                           Michelle Nigro

                                                                                                              Lauren Beyda
Abitare a Firenze da studentessa americana è molto strano perché non sei un turista o un locale- c’è
una separazione. Non è male o bene, solo è così. Quando cammino nel centro, mi sento impacciata
perché ai turisti sembro un locale e al locale sembro un turista- tutt’e due mi trattano come
“differente” e non so quale preferisco.
Oggi era il giorno- la prima volta di prova in pubblico. Il mio cervello mi ha svegliato un'ora in anticipo
(ero così eccitata.) Non sono un’esibizionista… ok, sono un’esibizionista, ma c’è qualcosa di particolare
in questa situazione, beata e surreale.
Questo pomeriggio ho camminato fino al Duomo nei miei nuovi lederhosen e birkenstocks. Da qualche
parte all’ombra di Via Dante, ho deciso di presentarli alla luce toscana. Mi sono tolta la maglia e ho
continuato ad andare avanti nella folla di turisti con abbastanza confidenza da non dover fare
attenzione alla cacca di cane. Qualcuno mi ha visto, probabilmente hanno immaginato che ero un’altra
turista eccentrica, e forse ho visto una persona che faceva una foto. Era favoloso. Ero favolosa.
Fin dalla mia prima visita in Germania, in autunno, ho avuto un incanto con i lederhosen. Da imbranato,
ma così confortevoli. Gli uomini sembrano fantastici quando li portano, ma tutti nella versione per
donne, sembrano stupidi. Certo, c’è una versione sexy, shorts corti di pelle rossa con ricamo nero- ma
no. Non è per me. Certo, questa era una fantasia che avevo. Non volevo pagare 150 euro per dei
pantaloni di pelle che probabilmente non metterò quando ritorno negli Stati Uniti.
Questo era prima di provarli. Sono stata a Regensburg, la citta più “Italiana” in Germania. I Romani ci
avevano costruito una fortezza e c’erano commerci- quindi le strade sono piccole e fatte di
acciottolato. Mi sentivo bene passando il tempo da sola. Ho basato la mia passeggiata del centro
turistico secondo il wi-fi gratuito. (Qual è il problema in Germania con il wi-fi gratuito? Ci vuole molto
                                                                                                               Kerri Grimaldi
tempo per iscriversi e si deve scambiare l'anima del tuo primogenito per leggere la tua e-mail.) Così mi
sono soffermata in centro per scrivere un messaggio alla mia amica e ho visto il negozio di moda
bavarese. Avevo tre ore prima di prendere il bus per la casa di mio zio. Perché no?
Provare il mio primo paio di lederhosen è stata un'esperienza religiosa. Per la prima volta nella mia vita,
il primo paio che ho provato mi stava perfettamente. Perfettamente come "Oh Dio-no devo toglierlo?"
Le mie gambe sembravano incredibili, il mio culo ci entrava meravigliosamente, e sembravo
tremendamente goffa. Mi sono innamorata.
C'è qualcosa che si libera quando si indossano i lederhosen, che non è la fantastica opportunità di
essere la più strana nella stanza. Non sono le bretelle con fibbie decorate in ferro e pelle ricamata, che
urlano la loro resistenza e la voglia di arrampicarsi, e gli yodel, perché – dannazione - con questi
pantaloni si può ottenere qualsiasi cosa. Ci sono lacci nella parte posteriore da slegare quando si
mangia troppo, e la pelle ha passato il test secolare di resistenza alla birra. Sei un dio quando il bottone
si aggancia.
Comunque, mi sono preparata per la stagione turistica. Io sorpasso i turisti, non sembro americana o
italiana, e nemmeno tedesca, di fatto. Mi basta sembrare strana. E questo è perfetto-perché nessuno si
sbaglierà con la ragazza in lederhosen che prende selfies di fronte al Ponte Vecchio.

Forse questa è non una “grande bellezza” secondo l’esperienza tipica italiana, ma momenti come
questi: il “grande strano,” o il “grande surreale,” sono perfetti per me. Perché no?

                                                                                           Jennifer Patten
                                                                                                               Jenny Sharp
C'è un labirinto di fieno in Piazza Santa Croce stasera. C'è anche un festival del gelato e molti altri
                    eventi perché è la Notte Bianca, una cosa che non riesco a spiegarmi. Eppure ho cercato anche su
                    internet. È una celebrazione? È una festa? Mah...
                    Il bello a Firenze è che ai fiorentini piacciono le feste, che spuntano dappertutto quando meno te lo
                    aspetti. Per esempio, durante una delle mie prime settimane qua ho avuto una visita didattica con la
                    classe di storia dell’arte. Siamo andati alla Basilica di Santa Maria Novella, e dopo il giro stavamo
                    camminando verso la scuola quando abbiamo visto un festival del cioccolato, apparso dal nulla a
                    tradimento, totalmente a sorpresa. Abbiamo passeggiato rapidamente per il festival e abbiamo
                    assaggiato alcuni campioni gratuiti, e dopo la scuola sono tornata per analizzare attentamente la
                    situazione... Quel giorno non mi aspettavo di mangiare tantissimo cioccolato, ma come si dice: “a caval
                    donato...” ecc. Non potevo rifiutare questo regalo!
                    E mi è capitato spesso a Firenze. Il bello spunta dovunque, inaspettato, inatteso.
                    Quando sono andata a Greve, la mia amica e io eravamo in ritardo tornando all'autobus e durante il
                    periodo di attesa abbiamo trovato un mercato all'aperto, ma dov’era prima?
                    Ho scoperto un mercato dell’antiquariato vicino a casa mia, ma non posso portarmi un mobile negli
                    USA, come fosse la statuetta del David che diventa rosa e azzurra per dirti se piove o c’è il sole!
                    Una volta ero in Piazza Santa Croce la notte prima della Pasqua quando qualcuno mi ha chiesto, “Vai
                    alla messa di mezzanotte?” La messa?! Perché alla messa?!
                    Alla fine ho deciso di andarci, alla messa, e che ti scopro? Una delle chiese più belle d’Italia,
                    un'esperienza nuova, magnifica. L’ennesimo regalo che mi ha fatto Firenze.
                    Forse questa città mi ha viziata.
                    Ma mi piace così!
                                                                                                         Allison Rosenthal

Allison Rosenthal
Una bella giornata                                                                                            Sono una ragazza fortunata ad avere tutte queste famiglie e tutti questi pasti. Secondo me, la grande
                                                                                                              bellezza di viaggiare non è nei monumenti o nei negozi o nei ristoranti, la grande bellezza sono le
Mi alzo dal mio letto nel mio seminterrato di Firenze. La luce che filtra dalle piccole finestre dipinge il   persone. I paesi non sono semplicemente contenitori di cose antiche, lunapark di monumenti e musei
mio letto e il mio corpo come una coperta di sole. E’ caldo e confortevole ma mi alzo senza esitazione        che presentano il passato, ma culture piene di persone. Ho vissuto con famiglie in Italia, in Germania e
perché c’è una cosa ancora più meravigliosa che mi attende, la colazione. Salgo le scale come una             in Irlanda. Ho mamme in ogni paese che mi nutrono e mi insegnano. Ho mangiato pasti incredibili e
bambina che in cima si aspetta un regalo, piena di energia e entusiasmo. Il mio regalo è un caffè             sono diventata una parte della loro vita che è differente dalla mia. E ogni sera quando mi addormento
italiano e tutti i biscotti del mondo. Quando entro in cucina, la mia mamma Italiana mi dà il caffè e il      nella mia stanza, la luce dei lampioni filtra attraverso le finestre con la promessa dei biscotti della
suo sorriso più luminoso nel suo pigiama giallo. Amo questo posto dove ci sono biscotti per colazione,        mattina.
mamme in giallo e una grande cupola che mi riempie la vista dalla finestra. Sembra che la finestra sia                                                                                                  Jenny Sharp
come un dipinto sul muro, una grande città piena di luce e di vita che un maestro ha creato con la sua
mente e le sue abili mani. Ma non è un dipinto, è la realtà. La mia mamma ride vedendo la pila dei
biscotti sul mio piatto e dice con occhi giocosi:
“Bimba fai un altro pisolino oggi...ieri era un pisolone!”

“Penso di fare un pisolino oggi dopo pranzo” dice Sylvia mentre mette il vassoio di wurstel e asparagi
bianchi sul tavolo. Fuori da questa finestra c’è un piccolo paese tedesco con case colorate e prati
perfettamente tagliati. Sylvia, la mia mamma tedesca, fa sempre un pisolino dopo pranzo. Il pranzo in
Germania è gigantesco con molta carne, patate e, naturalmente, birra. I bambini corrono per la cucina
e la sala portando forchette e coltelli sul tavolo. Gridano in tedesco e in inglese ugualmente,
discutendo instancabilmente come solo bambini possono fare. Sylvia rimprovera i suoi figli ma gli
permette lo stesso di aggiungere ancora del ketchup sul loro wurstel. Ci sono risate e cibo e la
promessa di una torta, dopo.
“Jenny” mi dice, “vuoi ancora latte?”

“C’è del latte sul tavolo per il tè” Anne Marie mi chiama dal lavandino. Sono in Irlanda, uno dei miei
posti preferiti al mondo. Da un lato, il mare irlandese brilla fuori da una grande finestra e dall’altro le
montagne di Mourne coprono l'orizzonte. Tutta la famiglia è tornata dal lavoro coi cavalli per il tè del
pomeriggio. La mia mamma irlandese mi spinge verso il tavolo con le sue mani piene di pane
tostato. Anche questa è una tradizione che ho imparato ad amare. Ci sediamo insieme, in una casa
circondata da un mondo di verde, beviamo tè caldo e mangiamo senza scuse pane, frutta, e
yogurt. Anne Marie prende in giro il mio babbo irlandese per come guida mentre lui prova a
insegnarmi i segreti dell’allevamento equino. Passo le croste del mio pane tostato a Duffy, il canino
sotto il tavolo che mi ringrazia profusamente con la lingua. Questo è un mondo di natura, cavalli e
fattorie, di storia e grandi famiglie. Ogni giorno si incontrano come oggi e condividono le loro vite con
una tazza di tè.
“Jenny metti fuori Duffy, puzza come un cavallo” grida Anne-Marie.

“La cena ha un profumo delizioso, come sempre!” osservo portando la mia sedia al tavolo della
cucina. La vista si è trasformata in un paesaggio urbano arancione e giallo. Questo mondo è così caldo
e accogliente all’interno come all’esterno. Nella mia famiglia, insieme alla pasta, ci passiamo scherzi,
parole di incoraggiamento insieme al vino e storie della giornata insieme alle verdure. Qui c’è amore e
risate prima di tutte le altre cose meno importanti. Il mio babbo e il mio fratellino discutono
animatamente sulla partita della Fiorentina mentre la mamma e le sorelle chiacchierano con un misto
di italiano e inglese. Non posso essere infelice in questi momenti perché ci sono cibo, amicizia e gioia.                                                                                           Jenny Sharp
C’era una coppia che si amava. Si conoscevano da cinque anni, e nel sesto anno, si sono innamorati.
Dopo che loro si erano laureati all’università, hanno cominciato la preparazione del matrimonio mentre
cercavano lavoro e arredavano la loro casa. Tuttavia un incidente ha mandato all’aria la loro vita. La
donna è mancata nell’incidente automobilistico. L’uomo era abbandonato per l’eternità. Lui viveva
come morto. La madre della sua fidanzata gli ha dato un biglietto che la ragazza aveva usato per
annotare dove aveva sognato di andare e mangiare. La donna era redattrice per una rivista di cucina,
quindi il suo sogno era di mangiare tutti i tipi di cucina del mondo. Fra tutti, l’italiana era la sua
preferita. La madre della sua fidanzata aveva lasciato un messaggio dentro il biglietto: “se ti senti
troppo angosciato, realizza il suo desiderio per tutti e due.”
Ci ha pensato per tutta la notte, poi l’uomo ha deciso di partire per l’Italia, non solo per la sua
fidanzata, ma anche per se stesso. Il primo posto è stato Firenze. Il tempo era nuvoloso e fresco
quando è arrivato. Lui era sorpreso dal taxi che attraversava le strade così strette, anche dal gran
numero di gente e i piccioni in piazza, ma tutti sembravano rilassati o divertiti. Lui si è sentito
incompatibile con loro, perché non sapeva perché erano così felici. Seguendo il biglietto, l’uomo ha
visitato la città, a piedi, per giorni. In Via de’ Servi ha mangiato gusti di gelato che non aveva mai
provato prima. “La combinazione di yogurt e pistacchio è la migliore” era l’idea della ragazza, con la
quale lui era d’accordo. Era impossibile non provare la bistecca alla Fiorentina, aveva accennato a un
ristorante in cui l’imperatore giapponese aveva mangiato una bistecca incredibile. Anche se era strano
mangiare la bistecca al ristorante da solo, particolarmente quando l’altra gente era o con la famiglia o
con amici, ma per via degli appunti che avevano registrato molte riflessioni e sentimenti della sua
proprietaria, lui si sentiva come se il suo amore parlasse ancora con lui.
Dopo una grande cena, l’uomo si è meravigliato di fronte al panorama, al tramonto, mentre
camminava sul Ponte Santa Trinita: la nebbia era tinta di rosso, giallo e viola dal sole; il riflesso della
luce sul fiume faceva lampeggiare gli occhi dello spettatore. Lui è stato troppo toccato e aveva bisogno
di condividere con il suo amore quello che pensava, però nessuno era al suo fianco quando si è girato.
Solo allora, ha realizzato finalmente che lei non sarebbe apparsa più nel suo mondo.

                                                                                            Chenya Wang
                                                                                                              Chenya Wang
Non cerchi di convincere te stessa che sei andata avanti o no,
perché la vita va solo avanti,
ma la capisci solo quando la guardi al passato.
Cerca di accettare le cose come accadono, invece.
Più spesso che no, dimentichi di fare le cose che pensi che vuoi fare,
e ricordi di fare le cose che non pensi di avere.
Decidi di smettere di bere, allora non lo fai,
ma smetti di bere proprio quando avevi consumato abbastanza.

Quando dicono che hanno finito la caccia,
quando dicono che hanno rifiutato tutti gli altri a causa di te,
quando dicono che promettono di mantenere questo fuoco il più a lungo possibile,
sai che è meglio raccomandare a se stessi di non prendere sul serio quello che ti dicono, mai.

Comincia a capire quando fermarti a analizzare.
Inizia a piangere quando smetti di fingere un sorriso.
Questo è il momento in cui la tua fede è schiacciata.
Avevi insegnato a crederlo. Avevi imparato a crederlo.
Ti eri abituata a crederlo. E pensi che sei convinta di crederlo.
Ma improvvisamente riesci a crederlo.
Ancora peggio ora credi che ti sbagli a crederlo.
                                                                                   Yanci Zhang

                                                                                                 Quinn Darrow

                                                                             Stefanie Bigornia
Michelle Nigro
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