ERMINIO SPALLA: UN CAMPIONE ITALIANO IN BRASILE - Società ...

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Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia

                                   ERMINIO SPALLA:
                            UN CAMPIONE ITALIANO IN BRASILE
                     Rodrigo Cribrari Prado, Riqueldi Straub Lise, André Mendes Capraro
                                             rcprado@hotmail.com

            1. Introduzione1

             Il ventisette del mese di gennaio del 1924, faceva scalo nel porto di Rio de Janeiro, diretto
         a Buenos Ayres, il transatlantico francese Lutetia. Tra i passeggeri a bordo c’era il celebre
         pugile Erminio Spalla2. Nell’occasione, il Correio Paulistano, primo quotidiano di São Paulo,
         pubblicò una breve intervista nella quale Spalla, parlando della sua venuta in Sud America,
         annunciò come principale impegno il combattimento contro l’argentino Luiz Angel Firpo3.
         Spalla dichiarò inoltre che, al suo rientro da Buenos Ayres, intendeva dar luogo a São Paulo a
         un confronto col brasiliano Benedicto dos Santos, meglio conosciuto come “Ditão”, e magari
         poi acquistare una proprietà per stabilirsi in futuro con la sua famiglia in Brasile.
             L’obiettivo del presente saggio è descrivere come i periodici brasiliani trattarono il soggiorno
         di Erminio Spalla in Brasile, con speciale attenzione al match che disputò con Dos Santos. Si
         sono consultati i giornali di São Paulo e di Rio de Janeiro per aumentare l’ambito di analisi e
         verificare le ripercussioni anche fuori della città di São Paulo.
             La scelta dei servizi giornalistici come fonti primarie4 è dovuta a due fattori: in primo luogo,
         per l’intensa copertura realizzata dalla stampa brasiliana, considerata tanto più significativa
         perché i giornali costituivano, in quel periodo, il principale mezzo di comunicazione di massa
         del paese. In seconda istanza, per la difficoltà di individuare fonti documentali, giacché
         all’epoca non c’era alcuna istituzione ufficiale che controllasse gare di questa natura. Senza
         dubbio, le risorse giornalistiche sono un importante veicolo di ricerca per chi si propone
         di riportare alla luce fatti passati. E tuttavia, alcune attenzioni sono necessarie per liberarsi
         della trappola d’interpretare queste fonti come verità storiche. D’accordo con Luca5, questioni
         come soggettività, principi politici, interessi commerciali, influiscono sulla forma in cui una
         notizia viene divulgata. Dunque, lo scopo non è stabilire una verità storica sulle imprese di
         Spalla in Brasile, bensì discutere le differenti rappresentazioni fornite dalla stampa. Al fine di
         contestualizzare la pratica del pugilato in Brasile nel 1924, è giusto porre l’accento sul fatto
         che questa modalità di confronto sportivo, oltre a non godere di molta popolarità nel Paese,
         era vista come un qualcosa di non civile da una parte della stampa, che condannava l’eccessivo
         grado di violenza permesso. Nonostante tale critica fosse ricorrente, non era raro il caso di
         gare che attiravano audience nei teatri di Rio de Janeiro6.
             Nella seconda decade del secolo XX, la maggioranza dei match organizzati in Brasile aveva
         come protagonisti professionisti stranieri, di solito di qualità tecnica modesta. Si trattava di
         atleti in età avanzata e quasi in pensione, oppure che non riuscivano ad eccellere nei paesi
         dove “la nobile arte” era molto più popolare. Come conseguenza, si era avuta una graduale
         perdita d’interesse da parte del pubblico, perché lo spettacolo risultava di pessimo valore. Tale
         panorama venne in parte modificato dall’arte di un pugile brasiliano di discreta fattura. José

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         Floriano Peixoto, figlio del famoso maresciallo ed ex presidente Floriano Vieira Peixoto. Egli
         disputò qualche combattimento consacrandosi quasi sempre vincitore. La presenza a una
         riunione di José Floriano veniva ampiamente reclamizzata nei periodici di Rio de Janeiro, e
         certamente questo fatto contribuì a migliorare un poco la visibilità della boxe in Brasile.

            2. Impressioni ed aspettative

             Spalla sbarcò nel continente sudamericano forte della fama di campione italiano ed
         europeo dei pesi massimi. Malgrado ciò, alcuni periodici di São Paulo pubblicarono servizi
         che mettevano in dubbio la legittimità di tali titoli7. Si discettava che i veri campioni della
         vecchia Europa fossero altri, Georges Carpentier8 e Joe Beckett9, o anche lo statunitense
         “Bold” Mike McTigue. Le critiche sulle condizioni fisiche di Spalla furono prontamente
         contestate dal quotidiano Fanfulla10, il quale dichiarò che l’italiano era il campione in carica
         in Europa e che l’articolista del periodico O Combate non sapeva nulla del mondo del pugilato.
         I dibattiti sullo status di Spalla assunsero presto una certa intensità. Presero connotazioni
         nazionaliste e patriottiche, specialmente sui giornali di lingua italiana. Secondo le fonti qui
         selezionate, è possibile che l’unico appuntamento fissato da Spalla in Sud America fosse la
         sfida coll’argentino Firpo. Questo è presumibile perché, nel fare scalo nelle città del Rio e
         Montevideo, Spalla dichiarò che, in caso di una mancanza di ulteriori match da disputare,
         sarebbe ritornato in Italia per attendere ad altri impegni. E aggiunse: «La mia venuta in Sud
         America venne decisa da un momento all’altro»11.
             Il combattimento tra Spalla e Firpo – ospitato a Buenos Ayres nello stadio di calcio del
         Club Atlético River Plate – attirò un pubblico di oltre ventimila spettatori. Innescò attese
         anche in Brasile. In primo luogo, per il riconosciuto valore dei due campioni, e poi perché
         qualche giornale speculò che il vincitore avrebbe avuto il diritto di disputare il titolo mondiale
         dei pesi massimi con lo statunitense Jack Dempsey. Il Correio Paulistano coprì l’evento via
         telegrafo, dando alle stampe un lungo e dettagliato servizio nel quale evidenziò il clamore
         sollevato, riscontrabile nella folla che aveva gremito la piazza Antônio Prado12. La sconfitta
         di Spalla, per knock-out alla quattordicesima ripresa, provocò grande delusione nei sostenitori
         del campione venuto da lontano, in specie in quelli a discendenza italiana13.
             Si registrò anche il caso di giornali bairensi che misero in dubbio l’onestà del match. I
         report dei giornalisti argentini ebbero accenti che influenzarono i periodici brasiliani. O Paiz,
         il quotidiano a maggiore circolazione nella città di Rio, pubblicò un piccolo appunto nel quale
         si chiedeva: «C’è stato un accordo tra i contendenti?»14. Il Correio Paulistano manifestò pure
         sfiducia al riguardo: «Come telegrafammo, il combattimento tra Firpo e Spalla ha destato una
         cattiva impressione, e il suo svolgersi fu una vera delusione. Si crede che il prolungamento dei
         round venne programmato artatamente. Gli spettatori, durante il match, protestarono per il
         modo in cui i due pugili lo stavano interpretando»15. Queste insinuazioni sulla credibilità dello
         spettacolo agonistico furono prontamente rigettate da ambedue i pugili. Firpo si giustificò
         col dire che dalla sua sconfitta con Dempsey, occorsa sei mesi prima, soffriva di forti dolori al
         braccio sinistro, e che tale circostanza l’aveva indotto a ingerire un’aspirina prima dell’incontro.
         Secondo l’argentino, la medicina, oltre a non diminuire affatto i dolori al braccio – che rimase
         quasi inutilizzato durante il combattimento – gli causò anche una “visione doppia”. Spalla,

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         a sua volta, argomentò che il lungo viaggio dall’Italia aveva influito negativamente sulla sua
         condizione fisica, fatto che gli aveva impedito di fornire un’eccellente performance. Ma è da
         rilevare che, nelle interviste pre-gara, lo stesso atleta s’era espresso in modo del tutto opposto16.
             Fatto è che Spalla, dopo la sua sconfitta poco convincente, propose immediatamente una
         rivincita, coll’intento di annullare le voci su una presunta combine. Firpo rifiutò la nuova sfida,
         e invece partirono le negoziazioni per organizzare uno scontro con Benedicto dos Santos
         nella città di São Paulo. Un manager paulistano del ramo delle lotterie offrì a Spalla la somma
         di centomila réis17. L’italiano rifiutò la proposta, avendo in vista un repentino viaggio negli
         USA il cui obbiettivo era quello di arrivare a un accordo per una sfida a Gene Tunney18.
         Tuttavia, accettò d’imbastire, per una borsa di diecimila lire, una “dimostrazione pugilistica”
         col pugile brasiliano19. Un report ci conferma che non si trattò di spettacolo di alto livello:

                 Il campione italiano non há messo in evidenza gli attributi e i pregi della sua scuola
                 pugilistica. Si è limitato a difendersi da qualche pugno che i tre pugili suoi avversari gli
                 sferravano, mirando sempre al viso. Però, dopo quattro o cinque diretti portati dal pugile
                 in visita, si ebbe netta l’impressione che, in una gara vera, essi non avrebbero opposto
                 una grande resistenza. Tutto questo non piacque agli spettatori, che si aspettavano una
                 esibizione ben diversa di questo violento sport, e invece si erano ritrovati ad assistere a
                 una semplice dimostrazione senz’altri interessi20.

             Qui ci si riferisce alla serata del 14 aprile, in cui centinaia di entusiasti riempirono il teatro
         Olympia nella speranza di godersi uno spettacolo di autentica boxe. Però, quello che successe
         fu una mera rappresentazione di tecniche, destituite di qualsiasi accento competitivo. Questa
         situazione istigò ulteriori accuse di truffa da parte dei presenti. Altro dettaglio importante,
         come si può rilevare nel brano citato, è il fatto che Spalla disputò sei round contro tre avversari
         diversi – Delunnay, Scaglio e Dos Santos – e che nessuno di loro sarebbe mai stato in grado di
         metterne a rischio la vittoria, considerato l’enorme divario tecnico visibile agli occhi di tutti.
         Alla fine dell’articolo, il quotidiano riportò che, nonostante la disparità, Benedicto dos Santos
         aveva sfidato Spalla per un vero incontro da definirsi al momento del suo rientro dagli Stati
         Uniti. Proposta che Spalla aveva accettato.
             Il 17 aprile 1924, uno dei principali periodici di Rio de Janeiro, il Jornal do Brasil, poteva
         così annunciare, in una concisa nota, che Spalla si stava preparando nell’azienda Matarazzo,
         dopo aver firmato il contratto che rendeva ufficiale il clash con Dos Santos. Non furono
         divulgate notizie sulle borse che i pugili avrebbero percepito, ma la data ed il posto erano
         fissati. Il combattimento avrebbe avuto luogo l’11 maggio nel Parque Antarctica, lo stadio
         del team di football Palestra Itália. Dietro all’avvenimento, c’era tutto lo sforzo profuso dalla
         comunità italo-brasiliana, desiderosa di vedere il primo combattimento tra un campione della
         Madre Patria e uno della nuova patria di residenza22.
             Dopo la conferma ufficiale, la stampa passò a coprire in maniera estesa i preparativi per la
         sfida. Decine di pezzi furono dedicati all’evento. Fu subito chiaro il mutamento di tenore dei
         discorsi, che ora badavano a innalzare le qualità di “Ditão”, ponendolo sullo stesso piano del
         boxeur forestiero e trascurando le disparità tecniche. Argomentava il Correio Paulistano: «I due
         valorosi concorrenti calcheranno il ring in eguali condizioni. In fase di preparazione, ambedue
         rivelarono ottime qualità ed eccellenti risorse fisiche e tecniche, così che è difficile prevedere
         a chi sorriderà la vittoria»23. Se, in un momento precedente, Dos Santos era stato giudicato

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         inetto tecnicamente, ora, e non era trascorso poi molto tempo, lo si descriveva come «l’erculeo
         atleta patrizio». Tutto, ovviamente, era stato concepito con un fine commerciale. Si voleva dare
         sugo alla disputa, che alcuni giornali presentavano come il maggior spettacolo pugilistico mai
         allestito in Brasile. Nel mese di avvicinamento al match, la copertura mediatica si intensificò e i
         dettagli furono analizzati: la preparazione dei due atleti svolta con allenamenti aperti al pubblico
         nei teatri cittadini; le interviste; l’adattamento dello stadio di calcio per accogliere le migliaia
         di spettatori previsti; i procedimenti adottati per la vendita dei biglietti; il distaccamento
         di trecento carabinieri per garantire la sicurezza; la disponibilità di trasporti pubblici extra,
         ecc. Alla fine, praticamente tutte le minuzie concernenti l’attesa tenzone campeggiavano sui
         giornali. Il Correio Paulistano non esitò a descrivere la sfida in termini roboanti: «Il maggiore e
         più importante appuntamento pugilistico finora realizzato in Brasile. Tre incontri preliminari
         ed un sensazionale confronto principale, che sta calamitando l’attenzione del pubblico sia del
         nord che del sud del Paese, e forse di tutto il continente»24. Nella settimana precedente il
         match, i cinema di São Paulo presentarono in cartellone la prima del film dell’incontro Spalla-
         Firpo. Secondo il periodico O Combate, circa trecentomila persone visionarono la pellicola. La
         sfida Dos Santos-Spalla acquisì così una grandiosa proporzione, finendo per mobilitare l’intera
         città. Più di ventimila biglietti furono venduti in anticipo, prefigurando la partecipazione di
         un’audience eccezionale per un match di boxe in Brasile25.
             L’organizzazione fu esemplare, sia dal punto di vista logistico sia sotto il profilo della
         promozione, che contò sull’appoggio incondizionato dei principali periodici della capitale
         paulistana. Inoltre, la Compagnia Cinematografica Independência-Omnia diede il suo assenso
         a filmare la gara. Oggi, questa pellicola è considerata uno dei primi lungometraggi a soggetto
         sportivo prodotti in Brasile26. Benché larga parte dei giornali metropolitani si fosse espressa
         favorevolmente all’avvenimento, rimanevano, però, dei periodici che opinavano diversamente.
         La rivista settimanale A Vida Moderna era uno di questi, e nelle sue pagine trovavano spazio
         servizi, firmati dal columnist João Garoa, carichi di aspre critiche. «Stiamo tornando all’epoca
         romana, quando si andava al circo per guardare mostruosità a prezzi favolosi, perché era di
         moda ed era bello. Chi è che, ragionando un po’, soltanto un pochino, può applaudire oggi
         questi spettacoli licenziosi, queste brutalità, queste orgie del pugno?». Il giornalista andò
         anche oltre con i suoi bacchettamenti, arrivando a dichiarare che gli entusiasti del pugilato
         nient’altro fossero se non «religiosi microcefali della forza bruta». Concluse classificando
         Spalla «una persona rozza e un emissario della brutalità umana»27.
             Questo tipo di attacchi non costituivano voci isolate. Gli articoli di fondo segnalavano la
         presenza di tensioni all’interno della stampa, allorché si trattava di valutare la boxe come uno
         sport in possesso di caratteristiche consone al processo d’ingentilimento dei costumi proprio
         della civiltà moderna28. Un dibattito già presente al volgere del secolo XIX, e che il confronto
         Spalla-Dos Santos aveva riacuito.

            3. Il combattimento Spalla-Dos Santos e le sue ripercussioni

            Il match iniziò alle 16 dell’11 maggio 1924 e, d’accordo col giornale A Rua, erano presenti
         nello stadio circa ventimila persone, la maggioranza di discendenza italiana e simpatizzanti
         per il loro conterraneo. L’altra parte anelava per la vittoria del brasiliano, l’amato “Ditão”. Il

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Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia

         giornale carioca Correio da Manhã così descrisse l’inusitato fermento che preluse alla sfida:
         «Non c’è un paragone per questo avvenimento, neanche la più sensazionale partita di calcio
         giocata nei campi dello stato di São Paulo ha mai destato un interesse così forte»29.
             Il match era programmato al limite delle dodici riprese. I contendenti utilizzarono guanti
         di sei once, adatti ai pesi massimi. Spalla se lo aggiudicò. Il 12 maggio, il Correio Paulistano
         dedicò un lungo servizio in prima pagina, intitolato «La gagliarda resistenza del contendente
         brasiliano», nel quale descrisse l’incontro round per round. Il giornale rimarcò la supremazia di
         Spalla durante quasi tutto il tempo, salvo nel quinto e nel settimo round, in cui Dos Santos era
         riuscito a condurre valide azioni che avevano messo a rischio la supremazia dell’italiano. Ma, al
         nono round, Erminio Spalla aveva infine spedito al tappeto il suo avversario, costringendolo
         alla resa30.
             Anche il seguitissimo quotidiano di Rio de Janeiro A Rua pubblicò un esteso reportage,
         il cui titolo fu: «Spalla ha battuto con grande difficoltà Benedicto». Con piccole discordanze
         rispetto al Correio Paulistano, mise in evidenza che il confronto era rimasto in equilibrio
         fino al quinto round, ma, a partire da quella ripresa, la superiorità di Spalla si era andata
         evidenziando, fino a culminare nel knock-out31.
             Se da un lato il Correio Paulistano attribuì la vittoria di Spalla alla sua maggiore abilità
         tecnica, dall’altro, A Rua capì che la superiorità era dovuta anche alla sua impeccabile
         condizione fisica. Gli elogi a Spalla e alle doti di coraggio e resistenza di Dos Santos,
         unitamente all’acclamazione tributata dal pubblico, riaffermarono il carattere positivo
         dell’avvenimento. Che la sfida non fosse stata una passeggiata, per il campione nativo del
         Monferrato (Piemonte, nord-ovest dell’Italia), ne abbiamo conferma dal ricordo che egli
         vergò una ventina d’anni dopo:

                 […] Alzai di nuovo le vele e mi recai in Brasile per incontrarmi col gigante negro Santos
                 Benedicto, campione del Sud-America e soprannominato «Il Giaguaro Brasiliano».
                 Organizzato dai dirigenti della Palestra Italia, l’ncontro doveva effettuarsi nello stadio
                 della società stessa. L’aspettativa era vivissima anche perché si sapeva essere il negro
                 abituato a liquidare i suoi avversari alla prima o tutt’al più alla seconda ripresa, dando
                 luogo a combattimenti emozionantissimi. Posso confermare la veridicità di tale fama e
                 devo solo alla mia formidabile capacità d’incassare, se non caddi nel mondo dei sogni
                 alla prima ripresa. Ricordo che alla fine di quel round vedevo sul quadrato tanti angoli
                 mobili e non sapevo riconoscere il mio; indugiavo nell’attesa che mi guidassero i miei
                 secondi perché temevo di andare a collocarmi nell’angolo dell’avversario, mostrandogli
                 così la mia deficienza e il mio stordimento. Le riprese susseguenti furono talmente dure
                 e pesanti da farmi pensare di cambiare mestiere se fossi riuscito a cavarmi vivo da quei
                 colpi formidabili, e da quelle mazzate mortali. Il negro, più alto, più pesante, più agile
                 di me, nella lotta a distanza mi surclassava. Tentavo di colpirlo alla faccia, ma egli, più
                 lungo, mi castigava facilmente; allora cercavo la lotta ravvicinata per fare il mio gioco nel
                 corpo a corpo dove ero specialista, ma per raggiungere il mio scopo dovevo incassare,
                 senza misura di numero e di peso, tremendi colpi alla testa. Raggiunsi finalmente
                 il mio scopo e iniziai un tal tambureggio di colpi sul suo ventre, che dopo qualche
                 ripresa Benedicto non si curava più del viso avendo necessità di riparare lo stomaco. Ne
                 approfittai nella nona ripresa colpendo in pieno, sotto l’orecchio sinistro, il tremendo
                 gigante che stramazzò di schianto al tappeto. L’arbitro, un inglese residente laggiù, per
                 rendersi benemerito agli sportivi brasiliani si accinse a contare i minuti secondi con una

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Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport

                 lentezza esasperante, tanto che il negro, se pur disfatto, riuscì a rialzarsi; l’alternativa
                 delle cadute e delle rialzate si ripeté parecchie volte ed il mio avversario era uno straccio.
                 Parendomi una vigliaccheria persistere, mi rivolsi all’arbitro com un gesto significativo
                 per indurlo a far sospendere la lotta, ma egli, ben deciso a portare il favorito alla fine del
                 combattimento, non mi rispose nemmeno. Mancava una ripresa e chissà che non avesse
                 potuto portarlo vincitore. Il povero Benedicto benché sfinito e pesto cercava di reagire;
                 io, naturalmente, avevo facile campo di lotta, ma ritenevo una bravata inutile picchiarlo
                 e mi decisi di farla finita. Presi la rincorsa e gli lanciai un destro, con tutta la mia forza,
                 alla mascella sinistra, coll’intenzione d’addormentarlo. Cadde di schianto e rimase per
                 nove ore privo di sensi32.

             Il match era stato molto chiaro nel suo epilogo. Tuttavia, un fatto deplorevole fornì lo
         spunto per ulteriori discorsi e interpretazioni. Nell’edizione del 13 maggio 1924, due giorni
         dopo lo scontro, il Correio Paulistano informò, in un lungo testo, che Benedicto era stato
         ricoverato all’ospedale Alemão, nella città di São Paulo, in gravi condizioni. Secondo il
         primo bollettino, il pugile presentava un quadro clinico di emiplegia sinistra, vale a dire una
         paralisi indizio d’una lesione all’emisfero destro del cervello, identificata dall’equipe medica
         come un’emorragia cerebrale post-traumatica. La maggioranza dei quotidiani che, nei giorni
         precedenti, avevano commentato il «maggior evento pugilistico della città di São Paulo»,
         si diedero subito un gran da fare ad annunciare «l’angosciante stato di salute del pugile
         brasiliano». Spalla, prima di partire per gli Stati Uniti e iniziare la sua preparazione per il ben
         più importante incontro con Tunney, visitò l’ospedale dove Dos Santos era stato ricoverato.
         Non gli fu possibile parlargli, riuscì però a fargli recapitare un biglietto: «Proseguo questa sera
         per New York. Sento di non potere salutarti. Ti auguro un pronto e completo recupero. Un
         affettuoso abbraccio, Spalla»33.
             I discorsi della stampa nuovamente cominciarono a modificarsi in modo sensibile. Alcuni
         commentatori rilevarono l’enorme sproporzione tecnica in favore di Spalla. Mentre prima
         avevano parlato di eguaglianza, ora prendevano le distanze. Sia a São Paulo che a Rio de
         Janeiro, si evidenziò l’azzardo d’aver posto di fronte due pugili di valore diverso. Il carioca O
         Paiz pubblicò un caustico commento sulle scarse qualità di Dos Santos: «Oltre a questo, poco
         abituato a scontri duri, non avendo il corpo avvezzo a ricevere colpi – perché la sua traiettoria
         come boxeur è ancora minima per avere maturato un’esperienza sufficiente – i pugni infertigli
         da Spalla li há sentiti moltissimo»34.
             Prima d’imbarcarsi per gli States, Spalla si fermò a Rio de Janeiro e concesse un’intervista
         in esclusiva al giornale O Imparcial. In un lungo reportage d’apertura, egli dettò le sue
         impressioni riguardo al match. Rimarcò come l’inesperienza del suo avversario fosse stato
         il fattore decisivo. Aggiunse che, per divenire un buon pugile, Dos Santos avrebbe dovuto
         battersi con molti pugili di seconda linea, e solo dopo sarebbe stato in grado di affrontare
         atleti più qualificati. Queste parole collimavano con le argomentazioni avanzate dalla stampa.
         Si scoprì, così, come Benedicto non fosse affatto preparato per sfidare un professionista
         smaliziato del valore di Erminio Spalla. Oltre a ciò, nel commentare lo stato di salute di Dos
         Santos, Spalla si preoccupò di minimizzare la gravità delle sue condizioni. Affermò che un
         caso similare già gli era capitato in un altro frangente, in cui il suo avversario aveva presentato
         gli stessi sintomi di paralisi laterale parziale, ma che poi, in poco tempo e previo un periodo
         di riposo assoluto, questi si fosse rimesso completamente35.

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Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia

            Il giudizio di Spalla era, in una certa misura, condiviso dallo staff medico che s’interessava al
         recupero del boxeur. I primi bollettini descrissero un quadro grave, ma con un miglioramento
         nella settimana successiva al match. Tuttavia, dopo un mese circa e a dispetto dei pronostici
         di Spalla, la condizione di “Ditão” rimase critica. Il Correio Paulistano e O Paiz pubblicarono
         una serie di articoli sulla situazione economica del pugile, che aveva incassato 30.000 réis
         per il combattimento, avendone però impiegati la metà per saldare le spese ospedaliere: il
         rimanente gli era stato rubato da un infermiere fuggito col malloppo. Dos Santos venne
         dimesso dall’ospedale dopo quasi tre mesi e, secondo i medici, il suo stato di paralisi parziale
         poteva considerarsi definitivo. Le spese del trattamento furono pagate da alcuni amici del
         pugile36. Dopo aver appreso delle precarie condizioni fisiche e finanziarie di Dos Santos,
         la Compagnia Independência-Omnia, di proprietà della famiglia Matarazzo, si mosse.
         D’accordo com Spalla, mise a disposizione parte dei proventi della commercializzazione
         del film del match; il che contribuì a colorare un po’ più di rosa il futuro dello sfortunato
         “Ditão”. L’ampio servizio fu mandato in stampa dal Correio Paulistano il 16 maggio. Firmato
         “Helios”37 e affiancato all’intervista di Spalla, si intitolò «Muoia il pugilato». Con uno stile
         letterario, Helios condannò in modo tranciante la boxe professionistica, da lui considerata
         «un’aberrazione umana praticata da barbari pelosi e antropofaghi». Tra le altre cose, scrisse:

                 Quest’arte di uccidere in pubblico, tra applausi e scommesse, questa sanguinaria scienza
                 di esporre un corpo nudo e torturato alla vista facinorosa di migliaia di neo-barbari, che
                 uggiolano a ogni colpo, che si abbandonano a ovazioni al filo di sangue che scorre dalla
                 fessura del labbro, alla caduta del corpo floscio in sincope, mi provoca una vergogna
                 intima, e mi fa credere che senza alcuna ragione usurpiamo a Linneo la denominazione
                 di “Homo sapiens” e ai sociologi quella di “esseri civilizzati”38.

            Malgrado il cronista non si riferisse esplicitamente al match tra Spalla e Dos Santos, restava
         sottinteso che parlava di loro. Ancora una volta, è qui possibile percepire una contrapposizione
         “pugilato professionistico vs civiltà”. L’autore utilizzò una serie di figure del linguaggio che
         posero in risalto la violenza eccessiva di un genere di spettacoli che allontanava gli esseri
         umani dell’ideale di umanità. I due servizi, presentati in parallelo, illustrarono la varietà
         di opinioni che la stampa coltivava sugli sport di combattimento, e soprattutto sulla boxe,
         giudicata da alcuni una discipina moderna e civile, con un regolamento che ne controllava i
         livelli di violenza, e da altri una sfida barbara, incardinata sulla brutalità tout court.
            Con Spalla oramai lontano negli USA, la copertura brasiliana si focalizzò sullo stato
         di salute di Dos Santos. Continuò nelle severe critiche rivolte alla “noble art”. Il Correio
         Paulistano – sempre per mano di Helios – pubblicò cronache intese a impedire l’avvento
         del nuovo spettacolo sportivo. Helios informò i lettori del fatto che, in associazione con un
         gruppo di medici e giuristi, egli avesse inoltrato agli organi competenti una mozione volta a
         sollecitare la proibizione della boxe professionistica nella città paulistana. Poco tempo dopo,
         in forza di un decreto firmato dal Governatore dello Stato di São Paulo, gli incontri furono
         effettivamente vietati, almeno fino a quando non fosse stata istruita una “Commissione” per
         regolamentarli adeguatamente39.
            La conseguenza di questa decisione, che di fatto sospendeva la boxe a São Paulo, portò alla
         formazione d’una delegazione che aveva come compito legalizzare il pugilato-spettacolo. Il 28
         giugno 1924, il Correio Paulistano uscì con un reportage che divulgò la lista dei componenti

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Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport

         della Commissione incaricata di elaborare uno statuto atto a regolamentare in maniera seria
         la boxe. Fu a questo punto che, col fine di giustificare una simile operazione, tornarono a galla
         le polemiche sulla disuguaglianza tra Spalla e Dos Santos. Argomentò, al riguardo, il Correio
         Paulistano: «Con la Commissione già operante, non si sarebbe svolto l’incontro, perché essa
         non avrebbe mai permesso che un campione assoluto del pugilato europeo fosse posto al
         cospetto di un principiante che aveva solo, a sua disposizione, le armi del coraggio e della
         forza erculea»40. Nella stessa edizione, veniva annunciata la sconfitta a New York di Spalla
         davanti a Tunney per kot al settimo round: match fermato dall’arbitro per una ferita subita
         dall’italiano all’arcata sopracciliare.
            Vari anni dopo, nel 1933, O Jornal pubblicò una breve nota sul ritorno di Erminio Spalla
         in Brasile. Nel servizio, si diceva che aveva ottenuto dal Governo dello Stato di São Paulo
         un contratto per condurre una scuola di pugilato e ginnastica41. In seguito, nel giugno del
         1934, O Paiz diede notizia dell’arrivo di Smeralda Ascoli, moglie di Spalla, e dei suoi figli.
         La famiglia del pugile fissò la sua residenza nella capitale paulista. Nello stesso anno, pur
         destituito del titolo di campione d’Europa, Spalla disputò e vinse i suoi ultimi tre match
         in carriera, allo Estadio Paulista e al Teatro Colyseu, avversari il francese Marcel Nilles, lo
         statunitense Laverne Baxter e il polacco Wladek Zbyszko. Non suscitarono grande interesse
         nella stampa brasiliana. L’ex campione annunciò il suo ritiro dal ring. Rimase, però, legato
         al Brasile, sua patria d’elezione per le proprietà terriere che vi aveva acquistato. Nel secondo
         dopoguerra, per un po’ di tempo funse da istruttore di boxe al rinomato club São Paulo
         da Floresta, che nei primi anni cinquanta contava quindicimila soci. Fu apprezzato come
         wrestler e come cantante lirico, una delle sue passioni assieme alla pittura e alla scultura, arti
         che aveva studiato da giovane all’Accademia Nazionale di Brera a Milano. Si risposò anche,
         ed ebbe un figlio nato in Brasile42.

            4. Considerazioni finali

             Il combattimento Spalla-Dos Santos certamente non fu il più eclatante tra i match che
         l’italiano affrontò nelle Americhe. Nel suo tour del 1924, proveniente dal Senegal dove aveva
         battuto il francese Paul Bertal e dopo alcuni giorni trascorsi in Uruguay, Spalla disputò cinque
         incontri. Oltre a quelli piuttosto facili in Brasile, patì le due sconfitte con Firpo e con Tunney,
         mentre da altri due ingaggi di minore impegno negli Stati Uniti ne uscì vittorioso. Tuttavia,
         l’importanza che i giornali brasiliani diedero al clash con Dos Santos stimolò la curiosità della
         gente e generò aspettative esagerate. In definitiva, vogliamo sottolineare che le ripercussioni
         delle polemiche imbastite dalla stampa fecero di questo match – modesto dal punto di vista
         tecnico e spettacolare – il maggior evento pugilistico mai visto in Brasile. La sfida fu una
         sorta di celebrazione dell’immigrazione italiana. Venne concepita e organizzata per i suoi
         discendenti in Brasile. In una certa misura, si puntava anche, da parte della comunità italo-
         brasiliana, a popolarizzare la boxe, sport molto amato in Italia. Il ricovero in ospedale di Dos
         Santos conferì al confronto altri sensi e ulteriori risvolti.
             Ad esempio, nel marzo del 1926, allorché Spalla ritornò a Buenos Ayres per sostenere
         al Parque Romano il suo secondo match con Firpo, egli prese l’inziativa di organizzare un
         “festival di pugilato” e donare parte dell’incasso all’amico “Ditão”43. Il festival, articolato su

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Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia

         quattro combattimenti e ospitato al teatro Braz Polytheama, fu centrato sullo scontro tra
         Spalla e Joe Boykin, un texano già suo sparring-partner. I match caddero sotto l’egida della
         Commissione di Pugilato di São Paulo. Così il Correio Paulistano annunciò lo spettacolo:

                   Si realizza stasera, nel Braz Polytheama, l’atteso scontro di pugilato [...] La gara
                   principale, sarà quella tra Spalla, campione europeo di tutti i pesi, e Boykin, pugile
                   nordamericano, ex-allenatore di Firpo. [...] L’interesse sollevato negli appassionati da
                   questa serata pugilistica è molto alto. Tutti desiderano apprezzare la famosa tecnica del
                   boxeur nero venuto dall’America posto di fronte al magnifico “massimo italiano”. [...]
                   Le borse di Spalla, “19 contos”, e di Boykin “10 contos”, furono già depositate in banca.
                   Benedicto dos Santos, il picchiatore brasiliano, sarà beneficiato, ricevendo “6 contos” più
                   i diritti della trasmissione del film dell’incontro44.

              La kermesse messa in piedi da Spalla agganciò il favore della stampa, che la promosse
         attivamente. L’interesse si accese per due motivi: per la qualità tecnica dei protagonisti,
         considerato che Spalla era ancora il campione europeo in carica dei pesi massimi, e per
         l’atteggiamento altruista mostrato verso Dos Santos, rimasto nel cuore degli sportivi brasiliani.
         La sfida riscosse successo, il Bráz Polytheama effettivamente si riempì. Il giornale II Pasquino,
         uno dei fogli della comunità italo-brasiliana, aveva annunciato tre mesi prima, allorché Spalla
         aveva battuto a Milano l’olandese Daan Holtkamp, la volontà del campione di aiutare il pugile
         paulista da lui menomato. E l’aveva fatto usando toni che rientravano nel cliché dell’amicizia
         che legava i due paesi fratelli, l’Italia e il Brasile:

                   Aggiungiamo che il gigantesco figlio della terra di Mussolini, con un gesto di grande
                   generosità, compassionevole per lo stato nel quale versa ancora Ditão, lascerà l’intera
                   sua borsa in favore del campione brasiliano. Si tratta di un grande gesto del formidabile
                   Spalla, anzi, di un gesto comune e proprio a questo grande popolo che sono gli italiani.
                   […] Respiriamo e... prendiamo nota... Però, ci sembra che giustizia avrebbe dovuto essere
                   stata fatta anche prima... Spalla é un ottimo figliolone, un correttissimo combattente e
                   possiamo garantire che nessuno soffrì tanto com’egli sofferse per il doloroso “caso” di
                   Benedicto45.

                   NOTE
         1.   Gli Autori ringraziano la Società Italiana di Storia dello Sport per la possibilità di partecipare ai suoi Quaderni, e in particolare
              il dott. Marco Impiglia per il sensibile apporto dato al miglioramento del saggio.
         2.    Alcuni periodici di Rio affermavano che Spalla era giunto dall’Italia a bordo del vapore “Pincio”.
         3.   L’argentino Luiz Angel Firpo era, dal 1920, campione sudamericano dei pesi massimi. Nel 1923 fu il primo pugile del Sud
              America a disputare il titolo mondiale contro l’allora campione Jack Dempsey. L’incontro, allestito a New York, finì col trionfo
              di Dempsey per k.o. Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=KyCgxRntVwg
         4.   Questo ampio sondaggio di fonti è stato possibile grazie al sito di periodici nazionali Hemeroteca Digital Brasileira, vincolato
              alla Biblioteca Nacional. Cfr. http://bndigital.bn.br/hemeroteca-digital/.
         5.   T. R. de Luca, História dos, nos e por meio dos periódicos, in: Pinsky, Carla Bassanezi (a cura di). Fontes Históricas, Contexto, São
              Paulo 2011, pp. 111-153.

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Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport

         6.     Consapevole che non ci fossero spazi specifici per la pratica di sport di combattimento come la boxe, la lotta e il jiu-jitsu,
               l’impresario italiano Paschoal Segreto, proprietario di teatri popolari a Rio de Janeiro, decise d’investire in questo tipo di
               spettacolo, accogliendo campionati con esiti, però, modesti. Cfr. R. Straub Lise. Entre diretos, ceintures avant, chaves de braço
               e rabos de arraia: os primórdios dos combates intermodalidades na cidade do Rio de Janeiro (1909-29). Dissertação (Mestrado em
               Educação Física) - Universidade Federal do Paraná, 2014.
         7.     Spalla campeão europeu de todos os pesos?, «O Combate», 8 luglio 1923, p. 3.
         8.    Sebbene avesse disputato alcuni match tra i pesi massimi, il francese Carpentier era un mediomassimo naturale, campione
               europeo e mondiale in questa categoria nel 1919. Cfr. http://boxrec.com/boxer/32006.
         9.    Il peso massimo inglese Joe Beckett aveva già lasciato il professionismo nell’ottobre del 1923, a seguito della sconfitta subita a
               Londra con Carpentier.
         10.   Con una tiratura giornaliera di circa 15.000 copie, il Fanfulla, fondato nel 1893, era considerato il principale organo della stampa
               italiana in Brasile. Si rivolgeva agli oriundi e ai discendenti degli immigrati. Cfr. L’Arquivio Publico do Estado de São Paulo, 200,
               http://www.arquivoestado.sp.gov.br/imigracao/imprensa.php
         11.    O pugilista Spalla, «Correio Paulistano», 31 gennaio 1924, p. 2; Spalla vai enfrentar Firpo, «A Noite», 26 gennaio 1924, p. 7.
         12.    La Praça Antonio Prado, nel centro di São Paulo, ospitava la sede del Correio Paulistano. I bollettini di ogni round del match
               furono ricevuti da Buenos Ayres via telegrafo e subito esposti in murales nella piazza.
         13.   O campeão do soco, «Correio Paulistano», 8 marzo 1924, p. 2.
         14.    Box – Firpo x Spalla, «O Paiz», 9 marzo 1924, p. 2
         15.    A luta Firpo – Spalla, «Correio Paulistano», 9 marzo 1924, p. 2.
         16.    Box, «O Paiz», 18 marzo 1924, p. 7.
         17.    Una casa nella zona centrale della città di São Paulo costava circa 20.000 réis.
         18.    Il popolare “Fighting Marine” sarebbe diventato world champion nel settembre del 1926, battendo Dempsey.
         19.    Box, «Correio Paulistano», 13 aprile 1924, p. 1.
         20.    Pugilismo, «Correio Paulistano», 15 aprile 1924, p. 4.
         21.   Alcuni giornali pubblicarono che Spalla aveva rigettato la prima proposta di centomila lire, mentre altri affermarono che avesse
               firmato un contratto per il valore di trecentomila lire.
         22.    Molto attiva in questo senso risultò la famiglia Matarazzo, considerata la più ricca del Brasile, composta quasi interamente da
               italo-brasiliani che avevano impiantato una delle più grandi imprese industriali dello stato di São Paulo. Il club di calcio Palestra
               Itália era stato appena fondato e veniva finanziato dai discendenti degli immigranti.
         23.   Spalla vs. Benedicto, «Correio Paulistano», 11 maggio 1924, p. 6.
         24.   Pugilismo Spalla vs. Benedicto, «Correio Paulistano», 10 maggio 1924, p. 8.
         25.   Secondo il sito dell’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística, in quel periodo la popolazione della città di São Paulo contava
               circa 580.000 abitanti (IBGE, 2015).
         26.   Spalla vs Benedicto, «Correio Paulistano», 11 maggio 1924, p.4.. A detta del sito della Cinemateca Brasileira, istituzione vincolata
               al Minstero della Cultura, il documentario del combattimento tra Spalla e Dos Santos venne girato utilizzando una pellicola
               di 35 mm, sedici quadri per secondo, senza suono, in bianco e nero. La durata del lungometraggio è di circa un’ora, divisa in sei
               parti. Nonostante che la Cinemateca possieda una scheda di questa pellicola, essa non è consultabile, in quanto risulta sparita.
               Cfr. Cinemateca. Gov. Br, 2015.
         27.    J. Garoa, O “trote” na Academia, «A Vida Moderna», 11 aprile 1924, p. 9.
         28.    N. Elias, E. Dunning, A Busca da Excitação, Difel, Rio de Janeiro 1992.
         29.    No mundo do Box, «Correio da Manhã», 13 maggio 1924, p. 3.
         30.    A denodada resistência do jogador brasileiro, «Correio Paulistano», 12 maggio 1924, p. 1.
         31.    Spalla vence com grande dificuldade Benedicto, «A Rua», 12 maggio 1924, p. 2.
         32.    E. Spalla, Per le strade del mondo, S.E.R., Venezia 1944, pp. 121-124.
         33.    O boxeur Benedicto, «Correio Paulistano», 14 maggio 1924, p.2.
         34.    O estado de Benedicto, «O Paiz», 15 maggio 1924, p. 9.
         35.    Os campeões do murro, «O Imparcial», 15 maggio 1924, p. 1.
         36.    Um gesto generoso, «Correio Paulistano», 26 giugno 1924, p.5; Box, «O Paiz», 27 giugno 1924, p. 9.
         37.    Helios era lo pseudonimo del letterato Menotti de Picchia, uno degli ideatori nel 1922 della Prima Settimana d’Arte Moderna
               Brasiliana.
         38.    «Correio Paulistano», 16 maggio 1924, p. 3.
         39.    «A São Paulo fervono animate le discussioni intorno della recente risoluzione dal governo di interdire la pratica del pugilato»,
               in: Proibir ou regulamentar a “nobre arte”?, «A Rua», 25 giugno 1924.
         40.    Box – Uma reunião a Sociedade Hípica, «Correio Paulistano», 28 giugno 1924, p. 5.
         41.    Erminio Spalla está em viagem para o Brasil, «O Jornal», 17 dicembre 1933, p. 16.
         42.    D. Lucarini, Fa ancora parlare di sè il “vecchio” Erminio Spalla, «Il Tempo di Roma», 27 gennaio 1955.
         43.   Dos Santos dichiarò in proposito: «Chi parla male di Spalla non sa cosa dice... Spalla è un grande e vero amico», in: O Minio!
               Gonfiati!, «Il Pasquino Coloniale», 16 gennaio 1926, p. 15.
         44.    Box, «Correio Paulistano», 21 aprile 1926, p. 6.
         45.    Ibidem.

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Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia

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        1. San Paolo del Brasile, domenica 11 maggio 1924: Spalla e Dos Santos si scambiano la stretta di mano. Collezione
        Gioietta Spalla.

                                                                                                                                         2

                          2. L’annuncio del match Dos Santos vs Spalla sul giornale Correio Paulistano.

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Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport

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         3. Estate del 1934, Spalla nella sua fazenda in Brasile con un amico e col peso massimo George Godfrey, “The Black
         Shadow of Leiperville”, che disputò quell’anno tre incontri nelle città di Rio e San Paolo. Collezione Gioietta Spalla.

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         4. Spalla nel 1952 nell’Isola di San Giorgio, davanti alla costa di Rio de Janeiro, mentre gira le scene di un film di cui
         è protagonista. Ammontano a oltre 60 i lungometraggi a cui l’ex pugile ha preso parte. Negli anni sessanta lavorò per
         la televisione, interpretando un frate nello sceneggiato a puntate “I fratelli Karamazov”. Collezione Gioietta Spalla.

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