RADUNO SIDECAR BMW R75 e ZUNDAPP KS750 DI BRISIGHELLA

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RADUNO SIDECAR BMW R75 e ZUNDAPP KS750 DI BRISIGHELLA
RADUNO BMW E ZUNDAPP

RADUNO SIDECAR BMW R75 e
ZUNDAPP KS750 DI BRISIGHELLA
Nelle giornate del 18-19-20 maggio si è svolto il raduno
di sidecar BMW R75 e Zundapp KS750, con ritrovo, co-
me al solito, presso il Centro Termale di Brisighella, sulle
colline che sovrastano Faenza.
Il nostro gruppo era composto da Diego Molteni, con
Zundapp KS750, Giorgio Fanfani, con una BMW R75, da
Giovanni Marelli con Zundapp KS750, ed infine da Ales-
sandro Lietti, con una BMW R75.
Il venerdì mattina, man mano, iniziano ad arrivare i parte-
cipanti provenienti da tutta Europa, alcuni già presenti da
qualche giorno.
Dopo l’iscrizione e dopo aver preso possesso delle came-
re, alle 14,30 ci si incolonna, e soprattutto ci si conta. E
alla fine si contano ben 105 sidecar, che da vedere sono
una bella colonna.
Prima tappa presso una villa che durante la seconda guer-
ra mondiale era stata confiscata dall’esercito tedesco, e
dove era stato insediato un comando, e dove siamo stati
ospitati dall’attuale proprietario, un Conte, il quale ci ha
gentilmente offerto uno spuntino.
Siamo poi ripartiti per il percorso previsto per il pomerig-
gio, di circa 60 Km, con passaggi in guadi di 30 cm, non
molto congeniali ai motori caldi delle moto, e di fuoristra-
da, su strade bianche, che ben presto si sono trasformate
in vere e proprie mulattiere, da affrontare in prima ridotta,
e non senza difficoltà. Dopo tutto questo abbiamo percor-
so finalmente strade asfaltate, fortunatamente prive di
traffico, e siamo arrivati al ristorante per la cena. Il rientro
è stato tutt’altro che facile, visto le condizioni delle moto
in fatto di luci.
Il sabato mattina, formazione e partenza della colonna
alle 6,30, in direzione del Passo della Futa, per la visita al
Cimitero Militare Tedesco, di seguito trasferimento al
Passo del Giovo, da dove abbiamo imboccato una strada
sterrata veramente bianca, senza alcun buco, che attraver-
sa uno splendido bosco di faggi, per poi sbucare su un
altro passo, e da li è tutta discesa sino a valle, dove ci sia-
mo fermati per il pranzo presso un agriturismo ( erano già
le tre del pomeriggio ), e quindi rientro a Brisighella.
La domenica ci ha visti impegnati in un breve percorso su
strade asfaltate, per poi rientrare a Brisighella, dove ab-
biamo pranzato e dove si è concluso il raduno.
In tre giorni abbiamo percorso circa 300 Km.

Diego Molteni

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ISTANTANEE

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FESTA DELLA REPUBBLICA E VISITA ALLA LINEA CADORNA

Raduno 2/3 Giugno 2007 FESTA DELLA REPUB-
BLICA e visita alla LINEA CADORNA

Siamo a gennaio 2007 e l’amico Paggi comincia a              Puntuali ci mettevamo incolonnati e via verso il centro
ventilare la possibilità di replicare (visto il successo     di Varese, scortati dalla Polizia Municipale, che svol-
della scorsa edizione) il raduno e la sfilata per festa      geva un impeccabile servizio.
della Repubblica a Varese.                                   Tappa davanti al Municipio, poi con la fanfara in testa
Si inizia a prendere contatti con le autorità per le ne-     a tempo di musica ci siamo portati in piazza della Re-
cessarie autorizzazioni: Prefettura, Provincia e Comu-       pubblica, accompagnati da due ali di folla che nel frat-
nità Montana per estendere la manifestazione anche su        tempo si era ammassata lungo il vialone e sotto i por-
queste montagne dove, novant’anni fa, in seguito agli        tici.
eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, veniva           In piazza della Repubblica erano schierati i picchetti
costruita una linea difensiva denominata Linea Cador-        d’onore e le massime autorità civili e militari.
na, dal nome del Generale che ne ordinò la costruzio-        Alzabandiera e deposizione corona al monumento ai
ne (da non confondersi con l’omonima stazione della          Caduti, il tutto accompagnato dal suono della fanfara,
metropolitana di Milano!).                                   discorsi delle varie autorità e consegna delle onorifi-
L’intraprendente amico Paggi parte in quinta, è come         cenze ai neo eletti Cavalieri della Repubblica.
un ciclone, non lo ferma più nessuno. Riunioni, so-          Un piccolo rinfresco di commiato e via verso il risto-
pralluoghi, pubbliche relazioni; nel frattempo è stato       rante Mariuccia in località Schiranna, dove venivamo
eletto Consigliere del Club.                                 rifocillati dopo tanta fatica.
Il mese di Aprile un piccolo gruppo di Soci viene invi-      Finito il pranzo si ripartiva in direzione Valganna,
tato dalle Autorità del Comune di Marzio                     sempre scortati dagli efficienti agenti della Polizia
all’inaugurazione della nuova sede del Centro Infor-         Municipale, a Ghirla si incomincia a salire ed una set-
mazione Storico e Militare della Linea Cadorna. In           tantina di veicoli non sono pochi, arriviamo a Marzio
quella occasione facciamo la conoscenza di una perso-        dove ad attenderci c’è il Sindaco, che ci offre un rin-
na squisita, il Sig. Sandro, geologo, botanico, storio-      fresco. Ha subito inizio la prima escursione alle posta-
grafo, ed esperto conoscitore di tutta la zona interessa-    zioni militari dalle quali si gode un bellissimo panora-
ta dal nostro raduno, che si prodiga                         ma sul lago Ceresio e sul Canton Ticino.
nell’accompagnarci nei luoghi più interessanti della         Alle ore 20:00 appuntamento per la cena di gala al
nostra manifestazione. Persona che riceve subito affet-      ristorante Montemarzio, dove ci gratificano con la lo-
to e stima dalle persone che hanno fatto conoscenza          ro presenza il Sindaco e consorte, e la Presidente della
con lui.                                                     Comunità Montana; a fine pranzo vengono distribuiti
Poi caccia agli sponsor che credono nella nostra ini-        gli omaggi ai partecipanti, tra i quali una simpatica
ziativa e qualche buon frutto viene raccolto.                coppia che arriva da Terni, un amico che arriva da Na-
Siamo all’ultimo sabato di maggio e, per pubblicizza-        poli e un ragazzino simpatizzante che arriva addirittu-
re l’evento, i soci Fanfani, Lamperti, Broggi, coordi-       ra da Londra.
nati dal sempre dinamico Enrico si prodigano di e-           Tutti a nanna. Domenica mattina, puntuali alle 9:00 si
sporre dei veicoli e distribuire volantini pubblicitari ai   parte per visitare i camminamenti e le fortificazioni
cittadini incuriositi di Varese.                             che dopo novant’anni si sono conservati, da far invidia
Aspettando il 2 Giugno imploriamo Giove Pluvio di            a costruzioni molto più recenti.
avere compassione di quanti hanno deciso di parteci-         A mezzogiorno di nuovo a Marzio, dove gli Alpini e
pare, dulcis in fundo, sabato mattina le nuvole impau-       la Pro Loco, ai quali va la nostra gratitudine, ci hanno
rite da tanto movimento, si danno alla fuga.                 preparato un’abbondante pranzo. Il solito Merlin si
Alle 8:00 i primi equipaggi si presentavano                  prodiga nel far assaggiare i suoi liquori a base di erbe,
all’appuntamento e via via il piazzale del ritrovo si        che a detta di tutti sono veramente buoni.
riempiva di automezzi.                                       Al pomeriggio visita alle postazioni Belvedere deno-
All’improvviso una telefonata ci metteva in subbu-           minate in “barbetta” ed alle successive postazione pro-
glio: i nostri amici Svizzeri venivano bloccati alla do-     tette per cannoni.
gana di Giaggiolo; qualcuno pensava ad una invasio-          Conclusione della manifestazione, con saluti e ringra-
ne, poi un giro di telefonate e tutto veniva chiarito.       ziamento da parte di tutti.
Tra i partecipanti avevamo ospiti una rappresentanza         Un caloroso ringraziamento a Federica ed Enrico.
della Polizia di Stato con Alfetta, ed una coppia di Ca-
rabinieri, sempre con Alfetta.                               Cesare Spinardi

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STORIA DELLA LINEA CADORNA
                                                              In anni successivi parte di queste strutture saranno
                                                              riutilizzate per le esercitazioni militari per poi essere
Il sistema di fortificazioni denominato Linea Cadorna        inserite negli anni trenta nel progetto del Vallo Alpi-
venne costruito lungo il confine con la Svizzera nel         no, una linea difensiva sulla falsa riga della linea Ma-
momento in cui si ebbe paura che le truppe austro-
                                                             ginot che avrebbe dovuto proteggere i confini
ungariche potessero accerchiare il fronte raggiungen-        dell’Italia. Durante la seconda guerra mondiale la Li-
do Milano ed occupare i centri nevralgici industriali        nea Cadorna non fu mai interessata dalle operazioni
ed economici del paese. Anni di studi, progettazioni,
                                                             belliche, con esclusione del Monte San Martino (VA)
ricognizioni, indagini geomorfologiche, pianificazioni
                                                             e dell’Ossola occupati entrambi da gruppi partigiani.
strategiche, ricerche tecnologiche portarono alla rea-
lizzazione di questo complesso. Dal 1911 furono co-          I lavori furono diretti dal Genio Militare ed in parti-
struiti i seguenti siti: lo sbarramento di Gravellona        colare dall’Ufficio Tecnico di Varese e furono realiz-
Toce (fortificazioni sul Monte Orfano a difesa degli         zati da reparti del Genio di cui facevano parte anche
accessi dalla Val d’Ossola e dal Lago Maggiore), gli         truppe di fanteria a riposo, civili militarizzati e da im-
appostamenti per artiglieria sui monti Piambello, Scer-      prese private. Tra i requisiti per poter essere arruolati
ré, Martica, Campo dei Fiori, Gino e Sighignola. In          era necessario possedere la cittadinanza italiana, i do-
contemporanea la Svizzera intensificò i lavori di forti-     cumenti d’identità e i certificati sanitari, avere un’età
ficazione verso l’Italia, realizzando opere di sbarra-       tra i 17 anni ed i 60, essere muniti di indumenti ed og-
mento a Gordola, Magadino, Monte Ceneri e sui mon-           getti personali. Il contratto era diversificato a seconda
ti di Medeglia. Lo scoppio della guerra, 23 luglio 191-      dell’ente reclutante: l’amministrazione militare o le
4, e gli avvenimenti successivi tra cui l’invasione del      imprese private. Il contratto militare garantiva
Belgio neutrale e i cambi di alleanze tra le varie po-       l’alloggiamento gratuito, il vitto uguale a quello
tenze europee, accentuarono i dubbi sulla volontà del        dell’esercito, l’assistenza sanitaria gratuita,
Governo elvetico di far rispettare la neutralità del pro-    l’assicurazione contro gli infortuni, un salario stabilito
prio territorio. Con l’entrata in guerra dell’Italia con-    in relazione alla durata del lavoro da compiere, alle
tro l’Austria il 24 maggio 1915 e con la prospettata         condizioni di pericolo e commisurato alla professiona-
dichiarazione di belligeranza contro la Germania, il         lità e al rendimento individuale. In conseguenza della
generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore               ridotta disponibilità di manodopera maschile, per i
dell’Esercito dal luglio del 1914, ritenendo fondato il      frequenti richiami alle armi, vennero assunti anche
timore di una possibile invasione austro-ungarica, or-       ragazzi di età inferiore ai 15 anni con mansioni di ma-
dinò di avviare i lavori difensivi verso la frontiera        novali, guardiani dei macchinari in dotazione nei can-
svizzera, rendendo esecutivo il progetto di difesa già       tieri, custodi ed addetti alle pulizie delle baracche.
predisposto. Per un migliore coordinamento dei can-
tieri venne istituito a Milano un Ufficio Tecnico stac-      Il reclutamento di manodopera femminile, definito
cato del Comando Supremo con succursale a Varese             con apposito contratto, aveva carattere locale per per-
presso Villa Albertina. Il sistema difensivo comprende       mettere alle donne, mentre erano impegnate in un la-
70 km di trincee, 88 appostamenti per batterie, di cui       voro salariato, di poter badare alla propria famiglia e
11 in caverna, mq 25000 di bunker, gallerie, fortini         di occuparsi dei lavori agricoli. Le donne venivano
etc, 300 Km. di strade militari e 400 Km. di mulattie-       principalmente utilizzate come portatrici per il tra-
re. La spesa complessiva sostenuta, tenuto conto dei         sporto dei materiali, di qualsiasi genere, dai siti di rac-
20.000 tra muratori, portatori, scalpellini che in media     colta ai luoghi di utilizzo, come cuciniere e come con-
vi furono adibiti, può calcolarsi in circa 104 milioni di    duttrici di carri. Una superiore scolarizzazione consen-
lire che oggi potrebbero essere alcune centinaia di mi-      tiva ad alcune di trovare impiego presso gli uffici am-
lioni di euro. Dopo Caporetto, stabilito che                 ministrativi dei cantieri stessi. Tutto il personale ven-
un’invasione dalla Svizzera non sarebbe avvenuta, le         ne dotato per ragioni di sicurezza di un tesserino di
divisioni che presidiavano la Linea vennero trasferite       riconoscimento con fotografia e dati anagrafici
sul Piave. Con la fine della guerra le fortificazioni ver-
ranno abbandonate ed inizierà da un lato l’opera di
saccheggio da parte degli abitanti dei paesi limitrofi
che utilizzeranno le pietre lavorate per costruire le
proprie abitazioni e dall’altro il deterioramento provo-
cato dalla folta vegetazione delle montagne.

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FORTIFICAZIONI E VITA DI TRINCEA

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FOKKER DR.1

                                    Il Fokker Dr.1 di-
                                    venne famoso grazie
                                    alle      prodezze
                                    dell’asso della 1°
                                    guerra     mondiale
                                    Mandre von Richto-
                                    fen, abbattuto men-
                                    tre volava con il suo
rosso aereo il 21 Aprile del 1918. Nessuno ha ancora
risolto la diatriba su chi riuscì ad abbattere quella che
è diventata una leggenda, poichè si contendono da
sempre la vittoria, da un lato la contraerea inglese e       strumentazione comprendeva la bussola, il conta giri,
dall’altro il pilota canadese Arthur Roy Brown. Il re-       l’indicatore del livello del carburante e del lubrificante
litto dell’aereo, si narra, venne recuperato e tenuto in     ed il conta colpi. Se ben pilotato poteva essere un ae-
una collezione a Berlino per poi essere spostato nel         reo terribile, Werner Voss volando con un prototipo,
1944 in Pomerania (Polonia) per evitare di essere di-
strutto sotto i bombardamenti. Successivamente sem-
bra che la parte della fusoliera e delle ali salvate dopo
la caduta siano state esposte in una sala da ballo per
poi essere incredibilmente distrutti come oggetti sen-
za valore. Questa è la triste fine del Fokker Dr.1
n.425/17 con cui si sfracellò il Barone Rosso.
Il Barone Rosso definì questo caccia in questi termi-
ni:”sale come una scimmia e manovra come un diavo-
lo” e così dicendo abbattè 80 aerei nemici (di cui 21
su questo aereo).

Il Fokker Dr.1 (Dr. significa Dreidecker cioè 3 ali) è       in 6 giorni riuscì ad abbattere 10 aerei inglesi. Furono
stato uno dei più famosi aeroplani di tutti i tempi, un      costruiti dall’inizio della produzione alla fine della
po’ per le particolari caratteristiche costruttive ed un     guerra 320 apparecchi e nessuno è sopravvissuto fino
po’ perché è stato l’aereo del leggendario Barone Ros-       ai giorni nostri.
so. E’ stato disegnato da Reinhold Platz in risposta al      La caratteristica migliore di questo aereo era la mano-
triplano Sopwith che stava dando buoni risultati al          vrabilità, ma anche la capacità di salire in quota e di
fronte. Il caccia era molto piccolo e maneggevolissi-        picchiare meglio di ogni altro apparecchio contempo-
mo, ma era relativamente lento raggiungendo solo i           raneo. Per contro era lento e l’instabilità durante il
185 Km/h. Il motore stellare da 85HP poteva portare i        volo non permetteva di collimare facilmente il bersa-
405 Kg. di peso del velivolo a 14.000 piedi con              glio con le due mitragliatrici che sparavano attraverso
un’autonomia di volo di 1 ora e 30 minuti. La struttura      l’elica. Nel corso dello sviluppo dell’aereo si cercò di
era di legno, tubi di acciaio e tela ed i primi esemplari    migliorare la motorizzazione portando il motore a 11-
dovettero essere ritirati dal fronte perché il rivestimen-   0HP senza particolari miglioramenti sulle prestazioni
to delle ali sotto la pioggia, unitamente alle vibrazioni    velocistiche.
e alle sollecitazioni delle battaglie, tendeva a strappar-
si portando alla morte il pilota. L’elica aveva un dia-      CARATTERISTICHE TECNICHE
metro di 2,62 metri ed il timone e gli alettoni erano        Lunghezza: 5,77mt.
dotati di equilibratori compensati aerodinamicamente         Larghezza: 7,20mt.
che consentivano di manovrare l’aereo con un dito. La        Peso a vuoto: 406 kg.
cabina di pilotaggio pur consentendo una buona visi-         Velocità : 185 Km/h
bilità al pilota, era piccola e scomoda e gli otturatori     Autonomia: 300Km.
delle armi sporgevano notevolmente verso il pilota           Altezza massima raggiungibile: 6.000 mt.
mettendolo in serio pericolo in caso di atterraggio          Velocità di salita: 5,7 mt/s.
d’emergenza. I comandi erano essenziali ed oltre alla        Armamento: 2 mitragliatrici Spandau LMG 08/15 con
barra, alla pedaliera, alla manetta, all’interruttore di     500 proiettili ciascuna
accensione ed al comando di sparo non c’era altro; la        Motore: 9 cilindri Le Rhone

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NOTEK

APPARECCHIATURA PER LA MARCIA NOT-
TURNA DEGLI AUTOVEICOLI (NOTEK)
di Giulio Stua

GENERALITA’
L’apparecchiatura per la marcia notturna dei veicoli è
costituita dalle seguenti parti:
Proiettore mimetico: viene installato a sinistra del vei-
colo sul parafango oppure tra i parafanghi ed il cofano
motore ed illumina la strada fino ad una distanza di
circa 30-40 metri con una larghezza del fascio lumino-
so di circa 25 metri.                                         caso di marcia notturna di veicoli in colonna,
Fanale di posizione posteriore: viene installato al po-       l’indicazione della distanza del veicolo che precede,
sto del fanalino di posizione e di frenata fino ad ora        anche se non è possibile individuare sufficientemente
utilizzato e trova applicazione specialmente                  la sagoma del veicolo. Una tenue luce gialla di frenata
nell’ambito dei movimenti delle autocolonne quale             indica, inoltre, un’eventuale frenata del veicolo che
dispositivo di illuminazione di sicurezza per la distan-      precede. L’apparecchiatura non è assolutamente indi-
za tra i veicoli.                                             viduabile dall’aria e da terra ad una distanza superiore
Interruttore a tacche: comanda il proiettore mimetico         ai 300 metri.
ed il fanale di posizione posteriore e può modificare         SEGUE A PAG. 24
l’intensità della luce del proiettore mimetico.

UTILIZZO
L’apparecchiatura per la marcia notturna degli auto-
veicoli è il risultato di una ricerca effettuata dal repar-
to ricerche della motorizzazione militare di Wursdorf
in collaborazione con la ditta Nova-Technik. Lo scopo
dell’apparecchiatura è quello di fornire ai singoli vei-
coli durante la marcia notturna in colonna una suffi-
ciente illuminazione, senza che sia possibile il rileva-
mento aereo del veicolo come pure la sua individua-
zione da parte di osservatori terrestri. Oltre a ciò, ri-
sulta facilitato il movimento di una colonna di auto-
mezzi grazie alla presenza del fanale di posizione po-
steriore.
A seguito dell’adozione dell’apparecchiatura per auto-
veicoli per la marcia notturna, con la conseguente pro-
tezione delle persone e dei materiali data l’invisibilità
al nemico, si rende possibile il movimento notturno di
reparti motorizzati con grande sicurezza, mentre la
velocità oraria, al contrario di quanto fino ad ora era
usuale, viene considerevolmente aumentata.
Il proiettore mimetico assicura una sufficiente illumi-
nazione della strada. Il fascio di luce uscente dal
proiettore viene indirizzato uniformemente verso il
basso davanti al veicolo ed impedisce l’avvistamento
da parte dei velivoli nemici ad un’altezza di oltre 500
metri (posizione “1 “ dell’interruttore a tacche) di ol-
tre 800 metri (posizione “2” dell’interruttore a tacche)
e di oltre 1.500 metri (posizione “3” dell’interruttore a
tacche); lo stesso avviene per gli avvistamenti terrestri
con le medesime distanze.
Il fanale di posizione posteriore fornisce all’autista, in

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Questo fanale consiste in una combinazione del sistema
                                                              delleluci di posizione posteriori, con l’illuminazione
                 NOTEK                                        della targa, con le luci di frenata e quelle normali di
                                                              posizione. Per l’oscuramento dell’apparecchiatura si
                                                              deve posizionare in chiusura la piastra mobile coprendo
1) proiettore mimetico                                        le luci di frenata e deve essere chiusa la finestrina di
il proiettore assicura una completa ed uniforme illumi-       illuminazione della targa. Lo studio e lo sviluppo di
nazione fino ad una distanza di 35-40 metri, con una          questa apparecchiatura per la valutazione della distanza
larghezza del fascio luminoso di circa 25 metri.              dal veicolo che precede, si basa sulla proprietà
L’intensità luminosa, in presenza del nemico, può esse-       dell’occhio umano che riesce a distinguere varie luci
re variata utilizzando le diverse posizioni                   vicine a secondo della distanza di avvistamento. Il pro-
dell’interruttore a tacche:                                   cedimento è il seguente: il fanale di posizione posterio-
Posizione 0: proiettore mimetico e fanale posteriore di       re produce un forte illuminamento nei riguardi del vei-
posizione disinseriti;                                        colo che segue fino ad una distanza di 300 metri quan-
Posizione H: proiettore mimetico disinserito; solo il         do è visibile come un unico punto di luce. Avvicinan-
fanale di posizione posteriore inserito. Questa modalità      dosi al veicolo che precede, l’autista riconosce a circa
viene adottata quando a causa della vicinanza del nemi-       35 metri due distinti
co, non è possibile utilizzare il proiettore mimetico op-     punti luminosi mentre
pure quando solo il veicolo di testa alla colonna deve        ad una distanza di 25
muoversi utilizzando il proiettore mimetico;                  metri, alla fine, gli
Posizione V1: Proiettore mimetico inserito ma con la          appaiono tutti e quat-
minima emissione luminosa, fanale di posizione poste-         tro i punti luminosi
riore inserito. Questa modalità viene adottata in caso di     del fanale. Ogni auti-
notte molto buia ed in presenza del nemico, per esem-         sta della colonna può,
pio in caso di movimento del veicolo all’interno di zo-       quindi, valutare im-
ne fortificate, in caso di operazioni di rifornimento in      mediatamente la di-
zone predisposte per azioni di attacco e dove è possibi-      stanza dal veicolo che
le l’avvistamento aereo e terrestre oltre i 500 metri. In     precede e mantenere
caso di notte un poco più chiara, è possibile senza alcun     così una distanza otti-
rischio portare il comando dell’interruttore a tacche         male di 25-35 metri.
dalla posizione V1 a quella V2, comunque in nessun            Un foro nella piastra
caso in immediata vicinanza del nemico.                       mobile quando è abbassata, permette di vedere una pic-
Posizione V2: proiettore mimetico inserito a media e-         cola luce gialla in caso di frenata del veicolo che prece-
missione luminosa, fanale di posizione posteriore inse-       de.
rito. Questa modalità viene adottata in prossimità del        SEGUE A PAG. 25
fronte o nelle immediate retrovie, in caso di movimento
di veicoli verso il fronte con possibile avvistamento
aereo e terrestre oltre gli 800 metri.
Posizione V3: proiettore mimetico completamente inse-
rito, fanale di posizione posteriore inserito. Questa mo-
dalità viene adottata in caso di movimento di veicoli in
tempo di pace per esercitazioni in strade aperte al traffi-
co. Non è possibile l’avvistamento aereo e terrestre ol-
tre i 1.500 metri.
Nota importante
Dato che il proiettore mimetico non permette la valuta-
zione della larghezza del veicolo che precede, è indi-
spensabile che le luci di posizione laterali dell’impianto
di illuminazione base di tale veicolo siano accese. Si
deve sempre viaggiare con le luci di posizione accese
ma in nessun caso con luci abbaglianti o anabbaglianti.
Esiste la possibilità che per l’orientamento degli autisti
della colonna sia possibile comandare l’interruttore a
tacche sulla posizione di illuminazione normale in
quanto singole luci sulla strada non possono essere av-
vistate da veicoli.
2) Fanale di posizione posteriore

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NOTEK
INSTALLAZIONE
1) Proiettore mimetico
       Il proiettore mimetico deve essere po-
   sizionato sulla parte anteriore sinistra del
   veicolo, utilizzando un’opportuna base
   che contiene anche il dispositivo del colle-
   gamento elettrico e che permette la regola-
   zione della posizione del proiettore mime-
   tico. L’altezza da terra del proiettore deve
   essere compresa tra 0,8 e 1,2 metri. La
   cappa anteriore del proiettore deve essere
   sempre perfettamente orizzontale. La re-
   golazione della posizione del proiettore
   deve essere effettuata di notte su strada
   possibilmente piana. La misurazione della
   luce deve essere effettuata ad una distanza
   di 10 metri dal proiettore con massima altezza
   del fascio di luce di 12 centimetri. Durante la
   marcia diurna del veicolo, il proiettore mime-
   tico può essere rimosso dalla sua base e custo-
   dito all’interno del veicolo. Il proiettore è di-
   sponibile con impianto elettrico alle tensioni
   di 6—12 e, a richiesta, anche di 24 volt.

2) Fanale di posizione posteriore
Questo fanale viene installato al posto del fanale di
indicazione della posizione e della frenata fino ad
ora usato. Deve essere fissato in posizione perfetta-
mente verticale sulla parte posteriore del veicolo.
Il fanale è disponibile con la tensione di funziona-
mento di 6-12-24 volt.
Importante: nell’installazione del fanale bisogna
fare in modo che la targa del veicolo sia completa-
mente e uniformemente illuminata. Durante la
marcia notturna, l’illuminazione della targa può
essere eliminata.

COLLEGAMENTO
L’inserimento dell’apparecchiatura per la marcia
notturna nella rete elettrica del veicolo avviene
tramite la presa a cinque poli adottata nei veicoli a
motore, secondo lo schema allegato.
Autocarri e autovetture devono essere allestiti
con:
- proiettore mimetico
- fanale di posizione posteriore
- interruttore a tacche
- presa multipla a 5 poli.

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Orario: sabato 6 dalle 8.30 alle 12 (espositori) e dalle 14 alle   www.titanoingrigioverde.cjb.net
19.30 (pubblico) - domenica 7 dalle 8 (espositori) e dalle 9.30
alle 19.30 (pubblico) - Ingresso libero
Cell.: 348.0157058 (Dr.Paolo Marzetti)

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litaria in concomitanza con "Softair in Fiera " -
FERRARA Fiera Tel.: 051.557730 - Fax.: 051.5280939
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( ex Aereoporto militare di Campoformido )

Orario: dalle 10 alle 18 continuato
Cel.: 348.5604994 - Fax.: 0432.612106 www.
militaryhistoricalcenter.org

20-21 MILITARIA E DINTORNI - Rassegna inter-
nazionale del collezionismo di oggettistica mili-
tare - Orario: sabato - domenica 10,00/19,00
ROMA - Hotel Ergife - Tel. 3387460356
www.milidintornieuropa.com

NOVEMBRE

                                                 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
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EROI SUL FONDO                                  mesi furono affondate 108 navi mercantili, e una pic-
                                                              cola unità militare ausiliaria, per complessive 593.864
                                                              tonnellate di stazza lorda e danneggiate 4 navi mercan-
         I sommergibili italiani in Atlantico                 tili, una delle quali in modo irreparabile, per 32.205
            (Giugno 1940 - Settembre 1943)                    tonnellate di stazza lorda. Nel 1942 e 1943 in Atlantico
                                                              la media degli affondamenti per sommergibile fu la
                                                              stessa tra mezzi italiani e tedeschi mentre i sommergi-
                                                              bili tedeschi ebbero maggiori successi nel 1940 e 1941.
                                                              A sessanta anni da quegli avvenimenti, la battaglia
                                                              combattuta dai sommergibili italiani in oceano Atlanti-
                                                              co, contro le più forti Marine del mondo, possiede an-
                                                              cora una suggestione intrinseca che trova la sua moti-
                                                              vazione nel lontano teatro d'azione e nell'alone leggen-
                                                              dario del sacrificio dei molti che adempirono eroica-
                                                              mente il loro dovere.

La battaglia dell'Atlantico fu certamente la più dura e
complessa tra tutte le battaglie della seconda guerra
mondiale. Dal settembre 1939 al maggio 1945, aerei,
navi e sommergibili tedeschi con l'appoggio, dal giu-
gno del 1940 al settembre 1943, dei sommergibili ita-
liani, cercarono incessantemente di interrompere con la
massima efficacia ed energia le rotte di comunicazione
avversarie utilizzate per i vitali rifornimenti di arma-
menti e materie prime dei fronti europei. Sul fronte
atlantico, i sommergibili italiani utilizzarono la base
francese di Bordeaux, che fu denominata Betasom, co-
me centro operativo e logistico sulla quale s'imperniò
tutto lo sforzo bellico.
Infatti, i primi sommergibili che operarono in Atlantico
erano stati costretti a rientrare, per le necessarie manu-
tenzioni, nei porti nazionali ma dal settembre 1940
quando divenne operativa la base francese, i battelli
italiani non furono più obbligati ad attraversare lo
stretto di Gibilterra, costretti a manovrare con estrema
abilità in acque pericolose per la presenza di forti cor-
renti sottomarine e per l'intensa vigilanza antisommer-
gibile britannica.
Dei 32 sommergibili operanti in Atlantico, 4 dei quali
provenienti dall'Africa Orientale italiana, 16 andarono
perduti, 5 dei quali senza lasciare alcuna traccia di sé.
In Mediterraneo, mare ristretto e fortemente sorveglia-
to e, per gran parte delle ostilità, scarsamente attraver-
sato da traffico mercantile nemico, molta dell'attività
fu assorbita da compiti ausiliari con scarsi successi e
non certo rispondenti all'entità delle perdite e agli sfor-
zi compiuti. Nel vasto oceano Atlantico, l'impegno fu
invece interamente rivolto alla ricerca ed all'attacco
con risultati che compensarono largamente i sacrifici
delle estenuanti missioni e le perdite subite. Durante 24

                                    CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
                                               M.A.B.
PORTFOLIO 2 GIUGNO 2007

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                             M.A.B.
PORTFOLIO VARESE 2 GIUGNO 2007

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2° RADUNO UNUCI VEICOLI MILITARI STORICI

Dalle sponde del lago Maggiore alle prealpi bergama-         dell’Area Feste. Nel primo pomeriggio i mezzi militari
sche.                                                        sono stati quindi passati in rassegna dal gen. Pietro So-
La seconda edizione del Raduno Unuci dei veicoli sto-        laini (vice presidente nazionale Unuci), dal sindaco
rici militari (Palazzago Bg, sabato 19 maggio 2007) ha       Umberto Bosc e dall’assessore alla cultura Michele
confermato l’interesse e il successo riscosso l’anno         Jacobelli che si sono intrattenuti e complimentati con
scorso tra gli appassionati del settore. Svoltasi a Luino    ciascun conducente-proprietario, a cui è stato conse-
(Varese) il 27 maggio 2006, la prima edizione del Ra-        gnato l’attestato di partecipazione. Tra i vari discorsi, è
duno Unuci aveva raccolto la partecipazione di 24 au-        emersa la proposta di creare un apposito Registro na-
tomezzi e relativi equipaggi, per un totale di 36 perso-     zionale Unuci per identificare e salvaguardare il pre-
ne, in concomitanza con la 20° edizione della Competi-       zioso patrimonio storico e culturale rappresentato dai
zione internazionale Unuci per pattuglie militari            mezzi militari “in congedo”.
“Lombardia”.                                                 Il programma della giornata è proseguito con il rag-
Sempre in collaborazione con il CVMS (Club veicoli           giungimento del poligono di tiro appositamente allesti-
militari storici) e in concomitanza con la 21° edizione      to da Unuci Lombardia per la gara di pattuglia, dove i
della competizione per pattuglie militari                    partecipanti al raduno hanno potuto valutare la destrez-
“Lombardia” (58 pattuglie da quattro persone ciascu-         za nel tiro con i fucili d’assalto e le pistole delle pattu-
na), il 2° Raduno ha preso il via alle ore 10 di sabato      glie militari provenienti da tutta Europa.
19 maggio dal piazzale del posteggio gentilmente mes-        Un imprevedibile incidente ha movimentato la fase di
so a disposizione dall’Aero Club di Orio al Serio. Forte     rientro. Per un improvviso guasto meccanico, una rara
di 20 automezzi (36 persone d’equipaggio), la colonna        jeep con i colori Us Navy non è riuscita a tenere la
è stata preceduta da una staffetta di tre motociclisti       strada in una curva stretta a causa di un guasto mecca-
condotta dal ten. Paolo Moschini (Unuci Bergamo).            nico e si è ribaltata su un fianco, causando per fortuna
Nel piazzale della stazione ferroviaria di Bergamo la        solo lievi danni al suo conducente (scapola e costole
colonna si è riunita con altri automezzi storici militari,   incrinate). Il tempestivo soccorso di un’ambulanza
tra cui un grande camion GMC a tre assi che trasporta-       dell’organizzazione della gara ha limitato ulteriormen-
va sul piano di carico i rappresentanti di varie associa-    te i danni. Allo sfortunato amico Danilo vanno ancora
zioni d’arma con i relativi labari (tra cui quelle           tutti i nostri più affettuosi auguri per un pronto ristabi-
dell’Aeronautica, del Fante, dei Genieri,                    limento. La prevista esibizione del carro armato Sher-
dell’Aviazione Leggera Esercito) guidati dal gen. Gior-      man su un grande prato al centro di Palazzago è stato
gio Taviani (presidente Assoarma di Bergamo), oltre al       convenientemente sospeso e l’appuntamento con
grande tir che trasportava un carro armato Sherman           l’insolito spettacolo è stato rinviato al raduno dell’anno
con la stella bianca Us Army (seconda guerra mondia-         prossimo.
le) perfettamente funzionante grazie all’impegno della       Continua a pagina 31
famiglia Assolari.
Attraversate le Porte della città, il convoglio si è fer-
mato davanti al Palazzo del Comune dove, in rappre-
sentanza del Sindaco Roberto Bruni, i partecipanti al
raduno sono stati accolti, salutati e ringraziati pubbli-
camente dall’assessore all’urbanistica Valter Grossi in
fascia tricolore. Il caso ha voluto che l’assessore avesse
appena finito di celebrare un matrimonio civile. Sposi
e testimoni hanno colto al volo l’occasione e, nono-
stante l’abbigliamento elegante, hanno voluto visitare i
mezzi militari posteggiati nella piazza, con un inevita-
bile occhio di riguardo per il carro Sherman, sul quale
sono saliti e nel quale a turno si sono voluti calare.
Dopo una sosta-esposizione di circa un’ora nella piaz-
za del municipio attorniati da una folla di curiosi e en-
tusiasti ammiratori, scortato da diversi motociclisti del-
la Polizia Locale, il convoglio è ripartito alla volta di
Palazzago (distante 22 km), dove è stato consumato il
“rancio di coesione” nella tensostruttura comunale

                                           CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
                                                      M.A.B.
2° RADUNO UNUCI VEICOLI MILITARI STORICI

In coda alla manifestazione, domenica mattina                Campagnola AR 76 (2)
l’automezzo Fiat AR 59 del sottoscritto ha ricevuto          Camion GMC (2)
l’onore di portare la bandiera tricolore e il gonfalone      Ford Gpw
del Comune di Palazzago, aprendo la sfilata dei parte-       Uaz 469 B
cipanti e degli organizzatori alla gara in divisa militare   Gaz 69 AM
per le strade del centro bergamasco, a cui vanno tutti i     Willys MB (5)
nostri ringraziamenti per l’ospitalità e il senso civico     Jeep M38 A1
dimostrato. Un ringraziamento particolare agli amici         VW Kübelwagen
del CVMS (www.cvms.it) che hanno partecipato nu-             .
merosi come sempre in queste occasioni.

ten. (r) Rodolfo Guarnieri
responsabile Gruppo veicoli storici militari
Unuci Lombardia
www.unucilombardia.org

Elenco modelli automezzi partecipanti:
Moto Guzzi Super Alce (2)
Iveco VM 90
Munga
Campagnola AR 59 (2)

 PORTFOLIO VARESE 2 GIUGNO 2007

                                            CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
                                                       M.A.B.
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                                             Ho appena recuperato un autocarro tedesco della 2^ guerra mondiale che ha ancora i docu-
                                             menti tedeschi del '43. Esiste un sito ove possa vederne qualche foto restaurato? Avete appassiona-
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          Sito www.cvms.it - e-mail: segreteria@cvms.it—presidenza@cvms.it - cvmscomo@virgilio.it
          Presidente:      Cosimo Prototipo: 3355925974
          Vice Presidente: Walter Secco: 3355949582;
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          Federico Dell’Orto: 3472338975; Giorgio Fanfani: 3381949005—03626255380
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          Segreteria:      Giorgio Fanfani: Tel. 3381949005      Fax 0313530453
          Responsabile Svizzera: Michele Torriani: 0041916471188.

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