ANIEM Rassegna Stampa del 28/10/2016
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ANIEM Rassegna Stampa del 28/10/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANIEM Il capitolo non contiene articoli ANIEM WEB 27/10/2016 www.casaeclima.com 12:39 5 Cigo per eventi meteo, Aniem: "Altri oneri e costi aggiuntivi per le imprese edili" SCENARIO EDILIZIA 28/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale 7 Il potere di De Michelis: «Le imprese gli baciano le mani» 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 9 Appalti grandi opere, «associazionea delinquere nel Cociv» 28/10/2016 La Repubblica - Nazionale 11 Ohio Fabbriche chiuse crimine e droga "Qui ora Trump batte il sindacato" 28/10/2016 La Repubblica - Nazionale 13 Il Sistema delle grandi opere "Tangenti su tutti gli appalti"* 28/10/2016 La Repubblica - Roma 15 Nuove scosse conta dei danni e boom di polizze assicurative 28/10/2016 La Repubblica - Palermo 17 Allarme infortuni nei cantieri: a rischio i sessantenni 28/10/2016 La Stampa - Nazionale 18 Appalti per la Tav Buste piene di soldi in casa degli indagati 28/10/2016 Il Fatto Quotidiano 19 " Zio Pietro chiede di più... " I pm: " Impregilo gonfiò le spese del Terzo Valico " 28/10/2016 Il Fatto Quotidiano 21 Renzi, l'ultimo cortigiano del re delle costruzioni SCENARIO ECONOMIA 28/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale 23 «Le nuove pensioni? Così corre il debito»
28/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale 26 Lettera alla Ue: le emergenze costano 9 miliardi 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 28 Visco: allarmi esagerati sulle banche 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 30 Dal governo subito 40 milioni per l'emergenza 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 32 Il Belgio sblocca l'accordo Ue-Canada 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 34 «Creval Spa sarà più appetibile. Poi dialogo con Sondrio e Bper» 28/10/2016 La Repubblica - Nazionale 36 Bill Gates: "I populismi fermano il progresso" 28/10/2016 La Repubblica - Nazionale 38 Mal di referendum per Atlante 2 nel fondo pochi soldi e molti guai 28/10/2016 La Stampa - Nazionale 40 Solo un'azione coordinata può rilanciare le economie nazionali SCENARIO PMI 28/10/2016 Il Sole 24 Ore 43 CsC: dalla legge di bilancio spinta agli investimenti 28/10/2016 La Repubblica - Nazionale 44 La muraglia tedesca blocca l'Osram cinese E ora sono 40 i miliardi rifiutati dall'Occidente 28/10/2016 La Repubblica - Firenze 46 150 assunzioni tra artigiani e stabilimento della Laika 28/10/2016 La Repubblica - Napoli 47 Se approda al Sud la quarta rivoluzione 28/10/2016 La Stampa - Nazionale 49 Vola l'economia verde Ma gli italiani non lo sanno 28/10/2016 ItaliaOggi 50 Super aiuti per i nuovi mercati
ANIEM WEB 1 articolo
27/10/2016 12:39 Sito Web www.casaeclima.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cigo per eventi meteo, Aniem: "Altri oneri e costi aggiuntivi per le imprese edili" pagerank: 4 Prima del DM 15 aprile 2016 i bollettini meteo erano rilasciati direttamente dall'Inps Giovedì 27 Ottobre 2016 "Ancora una volta si scaricano sul sistema imprenditoriale altri oneri, altra burocrazia, altre complicazioni. In un settore, lo ricordiamo, come quello dell'edilizia che ha il record del costo del lavoro e degli adempimenti da assolvere." Lo denuncia il direttore generale di Aniem Confimi, Federico Ruta, che richiama l'attenzione sugli effetti dell'applicazione del Decreto Ministeriale 95442 del 15 aprile 2016 che stabilisce i criteri per la concessione dell'integrazione salariale ordinaria in caso di eventi meteo nel settore edile. "Le nuove disposizioni, o almeno la loro concreta applicazione, impongono all'impresa - spiega Ruta - di allegare all'istanza di richiesta della integrazione salariale una relazione tecnica alla quale vanno allegati i bollettini meteo rilasciati da organismi accreditati che attestino le condizioni atmosferiche del Comune dove è attivo il cantiere. Bollettini meteo, che prima del citato Decreto Ministeriale, erano rilasciati direttamente dall'Inps." Su segnalazione di diverse pmi associate, Aniem Confimi è intervenuta presso il Ministero del Lavoro per segnalare queste storture. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 28/10/2016 5
SCENARIO EDILIZIA 9 articoli
28/10/2016 diffusione:254805 Pag. 21 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il potere di De Michelis: «Le imprese gli baciano le mani» Corruzione, l'inchiesta sulle Grandi opere. La spartizione degli appalti: profitti per tutti per non creare attriti Il «giocattolo» «Dobbiamo fare un giocattolo, piano piano diventa più grande, una macchina, un gioco serio», dice l'ingegnere intercettato Giovanni Bianconi ROMA Affinché il sistema delle Grandi opere continuasse a garantire guadagni illeciti a imprenditori e manager oggi accusati di corruzione, bisognava che ogni cosa si svolgesse con l'accordo di tutti, senza recriminazioni e senza scossoni. Solo in questo modo il meccanismo poteva rimanere impermeabile ai controlli, com'è accaduto per tanto tempo, giacché tutto era formalmente in regola e ciascuno poteva trarne il proprio profitto. Ognuno aveva la sua fetta di introiti e convenienze, secondo una spartizione decisa a tavolino. «Senza la sopraffazione... quello che si può - spiegava l'imprenditore calabrese Domenico Gallo illustrando il metodo di Giampiero De Michelis, considerato suo socio occulto nonché il "regista" delle operazioni -. Lui mi ha detto "la Liguria non la tocchiamo perché la diamo a TecnoPiemonte, sennò facciamo la guerra"». Molto meglio la pace, grazie alla quale le aziende accettavano di rivolgersi, per i sub-appalti, alle ditte indicate dallo stesso direttore dei lavori De Michelis. «Gli baciano le mani, perché gli risolve pure i problemi - continuava Gallo -, perché a lui lo disturbano pure quando vogliono... però dice "stavolta mi date qualche cosa!". Così è». La contropartita per gli appaltatori erano verifiche compiacenti, che coincidevano con le loro esigenze. Come si evince, nell'interpretazione dell'accusa, da un dialogo tra Ettore Pagani, direttore del Consorzio Cociv che fa capo a Impregilo, e lo stesso De Michelis. «Cominciamo a scardinare un po' il discorso delle non conformità progettuali, documentali», dice il primo; e il secondo replica: «E certo... Guarda, a me... la cosa che più mi fa piacere di questa situazione è che certi vincoli sono stati un po' abbattuti, hai capito?». Il problema è arrivato quando proprio De Michelis ha finito per incrinare quella pace «mettendosi in proprio», lasciando fuori da alcune assegnazioni Giandomenico Monorchio, il quale da amministratore della Sintel l'aveva indicato come direttore dei lavori per alcuni grandi cantieri. «Ovviamente sai bene che Sintel non c'entra un cazzo... che il buon romano (riferito a Monorchio, annotano gli investigatori, ndr ) non c'entra niente», intimava a un suo collaboratore che doveva effettuare alcuni controlli per un altro appalto. Aggiungendo: «Vedi che tu c'hai anche un'altra persona da sistemare, da mettere dentro... Jennifer». Cioè sua figlia, anche lei ora agli arresti. Poi riprendeva il discorso sulla necessità di tagliare fuori Monorchio: «Cominciamo a fare una società... comincia ad avere un incarico qua, un incarico là... Normale, perché poi sono come le ciliegie, una tira l'altra... Un giocattolo dobbiamo fare, ora piano piano diventa più grande... prima era di plastica, mo' diventa di lamiera... diventa una macchina... Poi diventa veramente un gioco serio... D'altronde l'aveva fatto lui, no? ... Visto che lo facciamo per noi, no?... Perché deve giocare lui?». Quando però Monorchio, messo sull'avviso da altri manager, estromette De Michelis dall'incarico sull'Alta velocità, il giocattolo si rompe, e De Michelis minaccia di rivelare qualche pericoloso retroscena all'Autorità anticorruzione: «Perché intanto il circolo vizioso si conosce benissimo, tutti quanti sanno tutto... Un salto all'Anac lo faccio». Così, nella ricostruzione degli inquirenti, il malaffare gestito in comune prima diventa strumento di ritorsione e ricatto dopo, attraverso la minaccia di rivelare all'esterno gli imbrogli del passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli arresti Le Procure SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 7
28/10/2016 diffusione:254805 Pag. 21 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di Roma e Genova indagano su presunte irregolarità negli appalti per le Grandi opere Arrestate 35 persone, tra loro i figli dell'ex ministro Lunardi e del-l'ex Ragioniere dello Stato Monorchio SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 8
28/10/2016 diffusione:103971 Pag. 1 tiratura:161285 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PANORAMA Appalti grandi opere, «associazionea delinquere nel Cociv» Ivan Cimmarusti Sara Monaci Il presidentee il direttore del Cociv erano all'interno di «una organizzazione criminale»: lo sostiene il gip di Roma, Gaspare Sturzo, dopo l'esame delle indagini sugli appalti di grandi opere. pagina 23 ROMA Un'associazione per delinquere nascosta nei vertici del consorzio Cociv, il general contractor della realizzazione dell'alta velocità Milano-Genova. Un'ipotesi del gip di Roma, Gaspare Sturzo, che ritiene Michele Longo ed Ettore Pagani - rispettivamente presidente e direttore del consorzio- all'interno di «una organizzazione criminale». Lo scenario che delinea il giudice potrebbe aprire nuovi scenari nell'inchiesta sul «sistema dei sub-appalti nelle Grandi opere». C'è da dire che la Procura di Roma non ha iscritto i nomi dei due dirigenti con l'accusa di associazione. La loro posizione è al vaglio del pm Giuseppe Cascini per corruzione. Tuttavia il gip Sturzo, analizzando le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, solleva ombre sul ruolo congiunto di Longo e Pagani con Giampiero De Michelis, direttore dei lavori per la Milano-Genova che intasca contratti di fornitura dalle società aggiudicatarie dei sub-appalti, e Giandomenico Monorchio - figlio dell'ex tesoriere dello Stato Andrea Monorchio- titolare della società di ingegneria Sintel. Scrive il gip: «Non deve fare specie che il De Michelis abbia fatto parte contemporaneamente di più associazioni, l'una maggiore con Longo, Pagani, Monorchio e altri, l'altra minore» assieme all'imprenditore Domenico Gallo. Gli atti dell'inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti Pao- lo Ieloe Michele Prestipino, restituiscono altri retroscena. In una intercettazione del 29 maggio 2015 tra De Michelise Monorchio, il primo afferma di mandare soldi «a Roma da Pietro & Company». Il Pietro, per agli atti, sarebbe Pietro Salini, ad di Impregilo. Nella telefonata si parla di «60 milioni» portati nel tempo. Dalla società smentiscono categoricamente che ci sia stato flusso di denaro. Mafia e collaudi fasulli Particolare non di poco conto riguarda la direzione dei lavori di De Michelis per il «sovralzo del ponte "corso Alessandria" sul torrente Versa ad Asti». Stando agli atti, risulta responsabile del cantiere Pasquale Carrozza. Si tratta di un personaggio di Melito, «già dipendente di Condotte» nel cantiere della Salerno-Reggio Calabria e «arrestato nel 2012 per associazione mafiosa». Gli inquirenti, inoltre, hanno scoperto presunti collaudi fasulli. Il 22 agosto scorso c'è una telefonata tra De Michelis e il collaudatore, G. G.. Questi «lo informa della sua impossibilità a collaudare il ponte in quanto (...) non ha eseguito i corsi di formazione. De Michelis afferma che la questione nonè rilevantee potrà comunque collaudare l'opera, asserendo che nessuno controlla». Il «sistema dei calabresi» Alcuni indagati definiscono "sistema dei calabresi" il metodo usato da De Michelis, alludendo ad un sistema che aveva come obiettivo l'imposizione dell'acquisto di materiale edile dietro il ricatto di garantire il subappalto. Andrea Ottolin parla in una intercettazione agli atti della Procura di Genova del fatto che De Michelis «vuole fare casino, vuole squalificare voie far entrare altri». Ottoline il fornitore Giuseppe Balbo parlano il 2 ottobre 2015: Balbo dice che «prima piantiamo un casino perché qui non siamo in Calabria...denuncio tutto in Procura». Spiega il gip che De Michelis stava «ponendo in essere comportamenti ostruzionistici» col fine di controllare quelle forniture. I primi risultati delle indagini LE INCHIESTE In pista Romae Genova Due inchieste, delle procure di Romae Genova, mettono sotto la lente il sistema «grandi opere» al centro di meccanismi di corruzionee subappalti pilotati. Tre le opere nel mirino: il Terzo Valico di Giovi, la linea alta velocità che vale 6,2 miliardie dovrebbe collegare Genova con Milano, il sesto macrolotto della A3 Salerno-Reggio Calabria che ha richiesto un investimento da 632 milionie il People mover di Pisa, il passante ferroviario che dovrebbe collegare l'aeroporto con la città toscana IL SISTEMA COCIV Il ruolo del general contractor Entrambe le inchieste ruotano attorno al consorzio Cociv, general contractor dei 3 appalti, un colosso quotato in Borsa e capitanato dal gruppo Salini Impregilo SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 9
28/10/2016 diffusione:103971 Pag. 1 tiratura:161285 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato (64%), di cui fanno parte anche Condotte (31%) e Civ (5%): l'inchiesta di Genova è concentrata direttamente sugli appalti dell'alta velocità, mentre quella capitolina è nata da un'attività investigativa contro fenomeni di tipo mafioso e si incrocia con altri fenomeni di tipo corruttivo GLI ARRESTI Arresti con nomi eccellenti Agli arresti finiscono 31 persone (11 in carcere), tra cui Giandomenico Monorchio figlio dell'ex ragioniere dello Stato Andrea. A legare le due inchieste sono quattro persone: il presidente del consorzio Cociv, Michele Longo, il direttore generale e il direttore dei lavori Ettore Pagani e Giampiero De Michelis, e l'imprenditore calabrese Domenico Gallo. Tra gli oltre 50 indagati c'è anche Giuseppe Lunardi, figlio dell'ex ministro delle Infrastrutture LE PERQUISIZIONI I primi riscontria Genova Ieri la Guardia di finanza di Genova ha trovato durante le perquisizioni in casa delle 14 persone agli arresti domiciliari le presunte mazzette. In casa del vice presidente di Cociv, Ettore Pagani, le Fiamme gialle hanno scoperto tre buste per un totale di 12mila euro. Nelle abitazioni degli imprenditori Antonioe Giovanni Giuliano trovati 22mila euro, 17mila rintracciati in casa dell'imprenditore Domenico Galloe 19.900 nella dimora del funzionario Cociv Angelo Pelliccia LE INFILTRAZIONI La presenza della Mafia Dalle indagine emerge anche un particolare non di poco conto che riguarda la direzione dei lavori di Giampiero De Michelis per il «sovralzo del ponte corso Alessandria sul torrente Versa ad Asti». Stando agli atti, risulta responsabile del cantiere Pasquale Carrozza. Si tratta di un personaggio di Melito, «già dipendente di Condotte» nel cantiere della Salerno-Reggio Calabria e «arrestato nel 2012 per associazione mafiosa» L'IPOTESI COMMISSARIO Allo studio di Cantone e Delrio Il ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, ieri ha fatto sapere che sta esaminando con Cantone i documenti relativi ai provvedimenti dei magistrati per valutare l'eventuale commissariamento delle opere. «Vanno prese seriamente in considerazione sottolinea Delrio - le preoccupazioni dei territori sulla sicurezza delle persone e occorre che vengano effettuate le verifiche necessarie sulla qualità dei materiali nei lavori realizzati» SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 10
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 18 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Stati Uniti MA GLI OPERAI STANNO CON TRUMP Ohio Fabbriche chiuse crimine e droga "Qui ora Trump batte il sindacato" Il reportage. Nello Stato-chiave i colletti blu tentati dal tycoon: "La gente perde il lavoro, votiamo per lui" I dati ufficiali dicono che l'economia va bene, ma intere aree della regione sono in crisi Aumentano i disoccupati e la conseguenza è il dilagare delle tossicodipendenze FEDERICO RAMPINI CLEVELAND «FABBRICHE e cantieri qui continuano a chiudere. Non possiamo più seguire le indicazioni di voto che ci dà il sindacato. Io voterò Donald Trump». Johnny Nickom, 33 anni, lavora come falegname in un cantiere edile dell'Ohio, uno Stato-chiave per decidere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. A una manifestazione sindacale a Cleveland c'è anche Don Vargo, ex operaio siderurgico in pensione: lui rappresenta la fascia degli elettori indecisi, eccezionalmente elevata a meno di due settimane dal voto: «Un giorno propendo per Trump, quello dopo per Hillary, al terzo giorno sono così scoraggiato che penso di non votare affatto». È per attirare quelli come lui che Hillary e Trump si alternano nell'Ohio moltiplicando i comizi dell'ultima ora. Settimo Stato Usa per popolazione, con un bottino di 18 "grandi elettori", l'Ohio vede in leggero vantaggio la Clinton negli ultimi sondaggi. Ma la candidata democratica ha un margine così esiguo (in media +1,8% su Trump, dentro la forchetta dell'errore statistico) che tutto è ancora possibile. E lo spettacolo nelle piazze sembra indicare una realtà diversa dai sondaggi. «Media bugiardi e disonesti - urla Trump nel raduno di Cleveland - perché non fate vedere la folla dei miei sostenitori? Trentamila sono venuti per me qui a Cleveland, 1.600 per Hillary. Ma le tv non mostrano le folle, i giornalisti non lo dicono, sono corrotti e di sinistra». L'Ohio è una sorta di ground zero del malessere operaio americano, un disagio così profondo da spingere nelle braccia di un affarista miliardario i colletti blu disperati. Le statistiche sono ingannevoli, o troppo generiche. I dati ufficiali dicono che l'economia dell'Ohio va bene, il tasso di disoccupazione è leggermente sotto la media nazionale: 4,8% della forza lavoro. Ma cosa c'è dentro quella definizione di forza lavoro? Nelle regioni depresse, dalla città siderurgica di Lorain all'altopiano degli Appalachi, è un vasto cimitero di fabbriche. Perfino Cleveland è una metropoli a due facce. Ha un policlinico universitario di eccellenza mondiale, dove venne a curarsi Silvio Berlusconi. Ma nel quartiere dove ho alloggiato all'epoca della convention repubblicana la sera scattava un coprifuoco, nell'unico supermercato il cassiere era protetto in una gabbiola antiproiettile, fuori si aggiravano dei relitti umani, il mio vicino di casa teneva al guinzaglio un rottweiler molto nervoso. «Il Nord-Est dell'Ohio è stato decimato negli ultimi vent'anni - dice Tom Coyne, sindaco di Brook Park - l'emorragia di lavoro industriale non si ferma». La conseguenza più grave è il dilagare delle tossicodipendenze. Poche settimane fa l'America è stata scossa da una foto apparsa su Facebook. Scattata nell'Ohio dagli infermieri di un'ambulanza che avevano risposto a una chiamata d'emergenza, ritrae due adulti bianchi svenuti per un'overdose, dentro la loro auto. Sui sedili posteriori appare un bambino piccolo, che osserva la scena. Quella foto è diventata il simbolo di una tragedia: il dilagare degli oppiacei tra gli operai e i senza lavoro. Angela Sausser, direttrice della Public Children Services Association dell'Ohio, affronta quotidianamente le conseguenze sui bambini: «In tutto l'Ohio 14.000 minorenni sono stati sottratti ai genitori tossicodipendenti e collocati dai servizi sociali presso famiglie di accoglienza». Il fenomeno investe tutti gli Stati Uniti. Per la prima volta da molti anni la longevità media degli americani si sta accorciando, la causa sono suicidi e droghe. Molto più dell'eroina, della cocaina e delle metanfetamine, la droga che uccide l'operaio bianco di mezza età è un analgesico a base di oppiacei, come l'OxyContin, acquistato in farmacia con la ricetta medica oppure comprato sul mercato nero. In tutti gli Stati Uniti le prescrizioni di questi "oppioidi" sono cresciute da 112 milioni nel 1992 a 250 milioni l'anno scorso. In un anno 165.000 americani muoiono per overdose di questi farmaci. L'Ohio è l'epicentro di SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 11
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 18 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questa ecatombe: nell'ultimo quindicennio le morti per overdose di analgesici "oppioidi" sono quadruplicate. Se la classe operaia va in paradiso, qui ha scelto il modo più orribile per arrivarci in fretta. Dietro la droga c'è un degrado socio-economico che le medie nazionali non riescono a descrivere. Sette anni di ripresa sono una realtà, ma in questo periodo chi continua a stare peggio sono i lavoratori senza una laurea: il loro potere d'acquisto è franato del 19% nell'ultimo quindicennio. Un quinto dei maschi adulti in tutta l'America sono senza lavoro, alcuni hanno smesso di cercarlo, altri sono ostracizzati perché hanno precedenti penali, o discriminati per problemi di salute, malattie mentali. Il laboratorio dell'Ohio concentra queste patologie. Il vice di Trump, Mike Pence, parlando qui ad un raduno di evangelici (Faith and Freedom Coalition), raccoglie applausi quando dice: «Trump ha dato voce ai più frustrati tra voi». È una narrazione che Hillary respinge sdegnata, parlando anche lei a Cleveland: «The Donald dice di stare con i lavoratori, ma i suoi cantieri descrivono una realtà opposta: importa acciaio dalla Cina, non dagli altiforni di qui». Forse alla fine riuscirà a prevalere lei, ma al prezzo di una campagna molto negativa. Suona più autentico l'ex-colletto blu Joe Biden. Il vicepresidente di Barack Obama tiene un comizio in un'altra città dell'Ohio, Columbus. Le sue parole sono l'ammissione implicita di un fallimento: «La middle class (termine che qui include gli operai, ndr) non è un numero. È un sistema di valori. Significa poter comprare casa col frutto del tuo lavoro. Poter mandare i figli all'università. Poter mandare i bambini a giocare ai giardini e sapere che torneranno sani e salvi. Sapere che quando sarai vecchio i tuoi figli non dovranno mantenerti. Questa è la mia definizione di middle class. Ed è stata annichilita». Anche se dovessero prevalere nell'Ohio e riconquistare la Casa Bianca, i democratici saranno perseguitati a lungo da questo bilancio amaro. LA GIORNATA PUTIN E IL VOTO "Qualcuno crede veramente che la Russia possa influenzare la scelta del popolo Usa?»: così ieri Putin ha risposto alle accuse della Casa Bianca di interferire con gli hacker sul voto dell'8 novembre. «Gli Usa ha detto - sono un grande Paese e non una repubblica delle banane". Ma la Casa Bianca insiste: "Gli hacker sono legati a Mosca" IL RITORNO DI MELANIA Donald Trump annuncia, a sorpresa, che la moglie Melania "è in campo" e che da qui al giorno del voto terrà "due o tre discorsi". Melania ha tenuto un profilo basso, specie dopo la polemica sul suo discorso alla convention di Cleveland, risultato in parte identico a quello di Michelle Obama a sostegno del marito nel 2008 SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 12
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 20 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta Il Sistema delle grandi opere "Tangenti su tutti gli appalti"* I pm di Roma dopo gli arresti: quella scoperta è solo una delle reti criminali "Materiali di scarsa qualità, pericoli sanitari". Cantieri a rischio commissariamento CARLO BONINI ROMA. Il "Mostro" e il "Diavolo", come nel giro degli appalti per le Grandi Opere avevano battezzato Giampiero De Michelis e Domenico Gallo, il direttore dei lavori e il costruttore in odore di 'ndrangheta soci in corruzione, non erano due funghi velenosi cresciuti all'ombra delle commesse della Tav Milano-Genova, del sesto macro lotto dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e del "People mover" di Pisa. Il "Mostro" e il "Diavolo" sedevano verosimilmente a un tavolo dai molti commensali. O, almeno, di questo si è convinto il gip di Roma Gaspare Sturzo che mercoledì ne ha disposto l'arresto. Perché, scrive nell'ordinanza che mercoledì scorso ha aperto le porte del carcere a trenta indagati, in questa inchiesta delle Procure di Roma e Genova, nelle centinaia di intercettazioni ambientali e telefoniche raccolte dal Nucleo provinciale dei carabinieri di Roma, «resta del tutto aperto il tema dell'esistenza di una pluralità di associazioni criminali». Peggio: ci sono le stimmate di un Sistema che ricorda, come un calco, l'aggressione e la divisione della torta degli appalti pubblici di organizzazioni criminali come i Casalesi o i Corleonesi. A cominciare dall'oggetto. È nel cemento, nella verifica della qualità dei materiali e dei costi per la sicurezza dei cantieri (regolarmente aggiudicati al massimo ribasso) delle Grandi Opere, che il "Mostro" e il "Diavolo" giocavano la loro partita. Invariabilmente, infatti, De Michelis, nella sua veste di direttore dei lavori (controllore), chiedeva quali tangenti ai general contractor su cui avrebbe dovuto vigilare (i controllati), subappalti da riconoscere alle società di cui era socio occulto con Domenico Gallo proprio per la fornitura di calcestruzzo, per i test di laboratorio sui materiali impiegati nei cantieri, per la sicurezza degli operai. Aveva cominciato in Calabria, con la Salerno-Reggio. Aveva proseguito con le gallerie dell'Alta Velocità Milano-Genova e si stava mangiando il mercato del Piemonte. Se la rideva, Gallo, ricordando la filosofia che muoveva quella giostra: «Nella vita, ogni cosa ha un costo. Assegni, favori, cazzi, mazzi... Ed è giusto che sia così». Perché ce n'era per tutti. Funzionari dei general contractor come Ettore Pagani e Angelo Pelliccia (nelle cui abitazioni la Finanza di Genova ha trovato decine di migliaia di contanti al momento dell'arresto), piuttosto che imprenditori come Giandomenico Monorchio. E che poi il cemento destinato alle Grandi Opere fosse "colla" faceva parte di quel cinico calcolo dei costi benefici. Come si ascolta in una telefonata del novembre 2015, quando si dà conto di quali miscele di calcestruzzo uscissero dalle betoniere del Sistema messo in piedi dal "Mostro" e dal "Diavolo": «Dalle prime è venuta fuori acqua. Dalle seconde, la roba non riusciva nemmeno a scendere dalla canalina». L'Anas, ieri, con un lungo comunicato, ha voluto assicurare che può stare tranquillo chi viaggia sui 10 chilometri dell'A3 Salerno-Reggio Calabria compresi tra gli svincoli di Scilla e di Campo Calabro, dove capocantiere per conto di Domenico Gallo era tale Pasquale Carrozza, detto "Lillo", dipendente di "Condotte spa", ma soprattutto affiliato di 'ndrangheta. «Perché - si spiega - tutti i collaudi statici effettuati hanno escluso elementi che possano minare la sicurezza di chi viaggia». È un fatto, tuttavia, che le Procure di Roma e Genova abbiano maturato considerazioni di segno opposto. Tanto per dire, scrivono nella loro richiesta di misure cautelari il Procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e il pm Giuseppe Cascini: «Esiste un pericolo per l'incolumità e per la salute delle persone derivante dalla realizzazione di opere non conformi al progetto e con materiali di scarsa qualità». Ed è un fatto che questa preoccupazione, a quanto si leggeva ieri in una nota per la stampa, è condivisa dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Tanto da lasciare aperta la porta a un'ipotesi che, «viene valutata insieme al Presidente dell'Anac Raffaele Cantone: se esistano cioè le condizioni per un commissariamento delle opere oggetto dell'inchiesta». SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 13
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 20 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IUNTI IL BLITZ L'inchiesta sulle grandi opere delle procure di Roma e di Genova ha portato due giorni fa all'arresto di 35 persone (soprattutto imprenditori e funzionari pubblici) in tutta Italia LE GARE Gli appalti interessati riguardano alcune delle principali opere pubbliche degli ultimi anni: dalla linea ad Alta velocità Milano-Genova ai lavori della Salerno-Reggio Calabria, fino al People Mover di Pisa LE MAZZETTE " Nella vita ogni cosa ha un costo. Assegni, favori... ed è giusto così LE BETONIERE Dalle prime è venuta fuori acqua, dalle seconde le roba non scendeva " Foto: IL VIDEO A sinistra un frame dal video dei Carabinieri in cui De Michelis parla al telefono con Ettore Pagani e poi con Giandomenico Monorchio. In alto, il People Mover di Pisa. Sotto, De Michelis parla a tu per tu con Domenico Gallo SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 14
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 1 Ed. Roma tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuove scosse conta dei danni e boom di polizze assicurative SALVATORE GIUFFRIDA Mentre anche ieri scosse più leggere sono state avvertite a Roma, nella Capitale è corsa ad assicurare la casa contro il rischio sismico. La tendenza è partita dopo il terremoto di Amatrice. A dirlo sono gli amministratori di condominio dell'Anaci, l'ordine degli Ingegneri e la Confartigianato edilizia. «Prima di Amatrice poche decine di immobili a Roma erano assicurati contro il terremoto» spiega Marco Matteoni presidente degli imprenditori edili dell'associazione. ALLE PAGINE IV E V CON UN SERVIZIO DI FLAMINIA SAVELLI EORA tutti ad assicurare la casa contro il rischio sismico. La corsa alla polizza assicurativa è partita dopo il terremoto di Amatrice di fine estate ma potrebbe aumentare dopo le ultime scosse, avvertite nella capitale in modo anche più netto rispetto al 24 agosto. A dirlo sono gli amministratori di condominio dell'Anaci, l'ordine degli Ingegneri e la Confartigianato edilizia. «Prima di Amatrice pochissime decine di immobili a Roma erano assicurati contro il terremoto - spiega Marco Matteoni presidente degli imprenditori edili dell'associazione - ma dopo l'estate le iscrizioni sono aumentato del 150%. In base ai nostri dati sono la seconda fonte di incasso dopo le polizze auto». Secondo Confartigianato, a Roma almeno 50mila abitazioni si sono assicurate negli ultimi due mesi, escludendo l'edilizia pubblica che conta su 80mila alloggi Ater e almeno 25mila del Comune. E secondo l'Anaci, su 100 condomini almeno 30 hanno chiesto di assicurare la propria casa contro il sisma: saranno ancora di più nei prossimi tre mesi, in cui si programmerà il bilancio. Insomma ci volevano i terremoti di Amatrice e prima ancora in Emilia Romagna e L'Aquila, per assicurare la propria abitazione in una città che, secondo la classifica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è a medio alto rischio sismico. Prima del sisma di Amatrice, secondo quanto riporta l'Associazione nazionale delle imprese assicuratrici, solo un appartamento su cento nel Paese era assicurato contro i terremoti: è una percentuale che, secondo costruttori e associazioni, vale anche per la capitale. Anche perché non esiste alcuna legge che obbliga a stipulare una polizza contro il rischio sismico. Anzi, spesso il proprietario non sa se l'immobile è stabile. Intanto, però, lo assicura. Anche perchè sono già nate le prime offerte: una polizza al momento si aggira sui 50 euro all'anno per una casa di 80 metri quadrati, ma si aggiunge alle coperture su incendio, furto e altri danni. Rimane il problema della messa in sicurezza. «Il Comune deve fare una mappatura del rischio sugli immobili - conclude Matteoni - e prevedere opere di ristrutturazione su tutto il patrimonio». Il punto è che i lavori per la messa in sicurezza hanno un costo esorbitante per qualsiasi famiglia: non meno di 300 euro al metro quadrato. Solo il preventivo per un palazzo di cento nuclei familiari arriva a costare anche ventimila euro, duecento euro per ogni abitazione: ma è anche più caro per gli edifici del centro storico e di quartieri dove gli immobili sono collegati tra loro ed è difficile realizzare lavori strutturali. È il caso di Trastevere, Largo Argentina o Prati, creato a fine Ottocento per ospitare gli alloggi dei soldati del re. «La prevenzione è importante - spiega Carla Cappiello, presidente dell'ordine degli Ingegneri di Roma - e bisogna sempre chiedere una perizia se si formano crepe. Non devono esserci dubbi sulla sicurezza dell'edificio». Non solo. «Assicurare la casa è importante - spiega il presidente di Anaci Roma, Rossana De Angelis - ma i lavori che si fanno dentro casa devono essere sempre controllati per capire se hanno conseguenze dal punto di vista strutturale. Solo così si possono prevenire eventuali disastri come successo al lungotevere Flaminio". Le zone sismiche a Roma 0 = zona asismica 1 = rischio molto basso Epicentro magnitudo (sc. Richter) anno Monte Mario Aurelia Monteverde Portuense Ostia-Acilia Appennino reatino 6.8 Cassia - Flaminia 2 = rischio basso 3 = rischio medio - basso I principali eventi sismici nella storia di Roma 1703 Parioli - Nomentano Centro Eur Colli Albani 5.2 1899 Montesacro Monte Mario 4.8 1909 Tiburtina Tor Bella Monaca Avezzano 7.0 1915 danni in città Prenestino - Centocelle San Giovanni - Cinecittà Garbatella - Ostiense Nemi, Genzano e Lanuvio 5.1 1927 un morto a Roma SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 15
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 1 Ed. Roma tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL TERREMOTO LE OPERE EDILI Dopo Amatrice una corsa alla polizza ma non alla messa in sicurezza degli edifici I NUMERI 50.000 Sono cinquantamila in due mesi i nuovi contratti per polizze assicurative che proteggono le abitazioni dal rischio sismico: è l'effetto innescato dalla preoccupazione dopo il terremoto di Amatrice 30% Secondo le stime di Anaci almeno 3 condomini su dieci fanno ricorso alla polizza assicurativa per i danni da eventi come il terremoto Le compagnie hanno varato appositi incentivi 20.000 EURO È la spesa media per un condomino di grandi dimensioni per far fronte al solo preventivo di spesa per la messa in sicurezza dell'edificio. Un costo di gran lunga superiore a quello per l'assicurazione dello stabile PER SAPERNE DI PIÙ www.vigilfuoco.it www.anticorruzione.it Foto: SOPRALLUOGHI Vigili del fuoco impegnati nei controlli sulla stabilità dopo il sisma SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 16
28/10/2016 diffusione:248077 Pag. 5 Ed. Palermo tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LO STUDIO / IN AUMENTO GLI INCIDENTI SUL LAVORO: 22MILA DALL'INIZIO DELL'ANNO. I SINDACATI: "SEMPRE PIÙ ANZIANI SUI PONTEGGI" Allarme infortuni nei cantieri: a rischio i sessantenni c. r. I dati, fotografati dall'Inail, segnalano una crescita preoccupante. Soprattutto se li si confronta con la riduzione dei nuovi occupati. In Sicilia, nei primi nove mesi del 2016, sono aumentati gli infortuni sul lavoro: i casi denunciati all'Inail sono stati 21.980 contro i 20.500 dello stesso periodo dell'anno scorso. «Un dato ancor più preoccupante - osserva il segretario regionale della Fillea-Cgil, Franco Tarantino, che li ha presentati in occasione di una tavola rotonda con Edilcassa, Regione e Inail all'istituto Libero Grassi di Palermo - se si considera che nel solo settore dell'edilizia, uno di quelli più colpiti dal fenomeno, i posti persi quest'anno sono 12mila». Le morti sul lavoro, nei primi nove mesi, sono state 45, una ogni sei giorni: un dato, questo, che segna però un calo rispetto al 2015, quando erano state 58. I sindacati puntano l'attenzione su quella che chiamano «la strage dei nonni». Già, perché quasi una vittima su quattro, in edilizia, ha più di 60 anni: effetto, secondo Cgil, Cisl e Uil, dell'aumento dell'età lavorativa, che spinge persone sempre più anziane a trascorrere buona parte della giornata sui ponteggi. L'edilizia è il settore con più vittime (dieci nel 2016) e il quarto con il maggior numero di infortuni e malattie contratte sul lavoro: nelle prime tre piazze di questa non invidiabile classifica la sanità e l'assistenza sociale (addirittura 1.804 infortuni o contaminazioni nel 2016), la riparazione di auto e moto (1.181) e il trasporto (1.061). La provincia con più vittime è Palermo (12), seguita da Catania (10), mentre gli infortuni sono più frequenti nella provincia etnea (5.539). Il punto cruciale, però, per i sindacati è il lavoro nero: «L'obiettivo - dice Santino Barbera, segretario regionale della Filca-Cisl - è incrociare le banche dati di Inail, Edilcassa e di tutti i soggetti che a vario titolo raccolgono informazioni sul mercato del lavoro per individuare più facilmente i lavoratori non regolari». Secondo Angelo Minì, presidente di Edilcassa, bisogna invece puntare sulla formazione: «Soprattutto in edilizia - afferma - sapere come muoversi in un cantiere è determinante». Foto: SINDACALISTA Franco Tarantino segretario siciliano della Fillea-Cgil il sindacato di categoria degli edili che lancia l'allarme sugli incidenti sul lavoro SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 17
28/10/2016 diffusione:159849 Pag. 11 tiratura:244697 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Appalti per la Tav Buste piene di soldi in casa degli indagati Delrio: verifiche sui materiali, ipotesi commissariamento EDOARDO IZZO ROMA Buste zeppe di banconote da 500 e 100 euro. Ecco le presunte mazzette pagate per ottenere i lavori del Terzo Valico dei Giovi, l'alta velocità ferroviaria Genova-Milano. Le hanno trovate i finanzieri durante le perquisizioni a casa degli indagati. In quella del vice presidente del consorzio Cociv, Ettore Pagani, dodicimila euro, in tre buste, nascoste in cassaforte. Negli appartamenti degli imprenditori Antonio e Giovanni Giuliano recuperati in tutto 22 mila euro, 17 mila a casa del calabrese Domenico Gallo e 19.900 euro dal funzionario Cociv Angelo Pelliccia. Secondo la procura di Genova - pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini - il denaro è la prova delle tangenti. Nel carcere Regina Coeli di Roma, intanto, Giandomenico Monorchio accetta di parlare, ma solo per difendersi. L'imprenditore, figlio dell'ex ragioniere generale dello Stato, respinge le accuse di corruzione contestate dal pm Giuseppe Cascini. E, difeso dall'avvocato Grazia Volo, insiste nel ridimensionare la sua posizione di fronte al gip Gaspare Sturzo. Per la Procura di Roma, Monorchio avrebbe ricevuto indebitamente da Pagani promesse di benefici in favore della società consortile Kronotech, partecipata dalla Crono srl. E ha firmato tre contratti (uno da 288 mila, e altri due da 40 e 20 mila) che avrebbe poi fatto assegnare alla Crono, a lui riconducibile. Ma Monorchio, durante l'interrogatorio di garanzia di ieri mattina, minimizza il suo coinvolgimento nella Crono. Secondo la pubblica accusa l'imprenditore avrebbe ricevuto benefici a favore della Crono anche dai vertici della società Ceprini Costruzioni spa e da quelli della Berti Sisto e Costruzioni Stradali. Sulle due inchieste della Procure di Roma e di Genova, in collaborazione con carabinieri e fiamme gialle (che hanno port ato a 30 ar resti per corruzione e appalti truccati nelle Grandi opere), interviene il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Graziano Delrio si impegna, in fatti, a «p rende re seriamente in conside razione le preoccupazioni dei territori sulla sicurezza delle persone effettuando le verifiche necessarie sulla qualità dei materiali nei lavori realizzati». E il presidente dell'Anac, Raffaele Canton e, rib adis ce che «non si può pensare a un cambiamento del sistema de gli appalti senza una responsabilizzazione della pubblica amministrazione. Il nuovo codice degli appalti non nasce per far spendere i soldi, ma per far fare i lavori pubblici». c 35 arresti La nuova inchiesta sulle Grandi opere ha portato a 35 arresti. Coinvolti anche gli imprenditori Giandomenico Monorchio e Giuseppe Lunardi, figli di politici I numeri 324 milioni La procura di Genova ha individuato episodi di corruzione in quattro dei sei lotti dell'alta velocità, per un totale di 324 milioni 2021 la scadenza Il terzo valico ferroviario Milano-Genova, definito di «interesse strategico nazionale», dovrebbe essere pronto per il 2012. La Tav ligure «vale» 6,2 miliardi Foto: ANSA Foto: Lo scambio di tangenti Le immagini delle telecamere nascoste posizionate dagli uomini della Guardia di Finanza riprendono alcuni momenti della consegna di una tangente SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 18
28/10/2016 diffusione:40257 Pag. 2 tiratura:94823 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L ' inchiesta Le pressioni di Pagani, manager di Salini (e uomo del Ponte) al direttore lavori De Michelis: " 45 milioni? Non basta " . " Così mi viene l ' e r n i a . . . " . L ' azienda: " È falso " " Zio Pietro chiede di più... " I pm: " Impregilo gonfiò le spese del Terzo Valico " GRANDI OPERE Gli altri affari L ' accusa dei magistrati: appalti in cambio di favori. " Un sistema collaudato da anni " » VALERIA PACELLI E FERRUCCIO SANSA Qualsiasi cifra che tu mandi a Roma da Pietro & Company, no, eh: ' Uno sforzo di più, uno sforzo di più ' ... Non facciamo altro che fare conti, taglia, metti quest ' altro. Infatti gliel ' ho detto: se mi sforzo un altro po ' mi esce l ' ernia " . Chi avrebbe fatto lo sforzo è Giampiero De Michelis , arrestato con altri dalla Procura di Roma, ne ll ' ambito dell ' op er az io ne " Amalgama " e che secondo i pm vendeva la propria funzione di direttore dei lavori di importanti opere pubbliche in cambio di commesse a società a lui riconducibili. Il Pietro " i n s o d di s f a t t o " degli sforzi di cui si parla in questa intercettazione del 29 maggio 2015 è - scrive il pm Giuseppe Cascini nella richiesta di misura cautelare - Pietro Salini (non indagato), amministratore delegato della Salini Impregilo, la più grande società italiana di costruzioni. Lo sforzo al quale fa riferimento De Michelis, invece, riguarderebbe la riapertura del " S al " (Stato di avanzamento dei lavori) del 3° lotto del Terzo Valico, la Tav che dovrà collegare Genova a Tortona, facendo così " lievi tare le spese " , " da 18 a 61 milioni di euro " . Siamo ad aprile del 2015 quando, scrive il pm, " emerge la disponibilità di De Michelis a soddisfare le esigenze del Consorzio Cociv ( g e n er a l co nt ac to r del Terzo Valico) rappresentategli da Ettore Pagani " , manager Salini-Impregilo e già responsabile del Progetto del ponte sullo stretto di Messina, indagato per corruzione. Pagani chiede a De Michelis di ritirare il Sal e rielaborarlo, sollecitato " da un soggetto che lo stesso presenta a De Michelis come lo zio Pietro " , scrivono i pm. Nei giorni successivi, i carabinieri intercettano telefonate tra De Michelis e alcuni collaboratori sulla riapertura del Sal " per caricarci altre spese " . Inizialmente, secondo i pm, si arriva a far " lievitare " le spese fino a 45 milioni. De Michelis lo dice a Pagani via sms: De Michelis: " Totale 45 " Pagani: " Ma 45 sono l ' extra di giugno o è compreso il Sal lavori? " DM: " Esagerato, 17 vecchio più recupero 45 totale " P: " Ma lo zio Pietro ha chiamato che li vuole tutti e subito. Sigh " . DM: " Digli che chiami zio Paperone (cioè Italferr, la controllata delle Ferrovie dello Stato che stanzia i soldi, ndr ), o la Banda Bassotti " . De Michelis riesce nell ' opera e lo comunica all ' i mprenditore Giandomenico Monorchio - figlio dell ' ex ragioniere generale dello Stato Andrea e titolare della società incaricata della direzione lavori del Terzo Valico - arrestato per corruzione, spiegando che " sono arrivati a 60 mi li on i " (poi saliti a " 6 1 " ) e " nonostante gli sforzi che sta facendo, Pietro (Salini, ndr ) non è soddisfatto " . Da Salini Impregilo replicano: " Ciò che dicono gli indagati è impossibile, perchè i lavori vengono fatti a corpo e prezzo bloccato. Non si può modificare il Sal " . Cociv nella vicenda è parte lesa. Di generazione in generazione Nelle carte emerge come il metodo " c or r ut t iv o " d e ll a presunta associazione di De Michelis e altri, (come l ' i mprenditore e socio Domenico Gallo ) sia collaudato da anni. Gallo lo dice in una intercettazione del 7 maggio 2015: " Mimmo dice che nella vita ha imparato che ogni cosa ha un costo. Dice di aver imparato da Don Vincenzino... (verosimilmente il padre, ndr ) assegni, favori, cazzi mazzi... Allora ogni cosa ha un costo ed è giusto che sia così " . Una frase alla quale il pm attribuisce una " s t r ao rdinaria valenza probatoria " . Anche Asti e Firenze, ma la Liguria non si tocca Per i pm romani il sodalizio aveva le mani in grandi opere pubbliche: il Tav Milano-Genova, il sesto Macrolotto della Salerno-Reggio Calabria e il People Mover tra aeroporto e stazione di Pisa. Ma si stava espandendo anche " in altri ambiti " come " la costruzione della Stazione per l ' Alta Velocità di Firenze " o per alcuni " lavori stradali da realizzare ad Asti " . Lavorava però meno in alcune regioni del Nord. In una intercettazione, Gallo dice: " Lui mi ha detto la Liguria non la tocchiamo perchè la diamo a Tecnopiemonte. Sennò facciamo la guerra " . La Tecnopiemonte (estranea alle indagini) viene citata come legata al gruppo " Gavio " . Scrivono i pm: " M onorchio dice a Pagani che se non dovesse mantenere la promessa egli SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 19
28/10/2016 diffusione:40257 Pag. 2 tiratura:94823 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato riferirà a Salini dell ' appartenenza di Tecnopiemonte a Gavio " . La Tecnopiemonte partecipa nel consorzio Sintec, del gruppo Astm, cioè Gavio. M a z z e t te trovate in casa La Procura di Genova, che intanto indaga su un giro di corruzioni e turbative d ' asta su 4 dei 6 Lotti del Terzo Valico, ieri ha disposto perquisizioni. A casa di Pagani sono state trovate tre buste in una cassaforte per 12 mila euro. Da Domenico Gallo altri 17 mila. Un altro uomo nello Stretto di Messina Oltre Pagani, " r espo nsab ile progetto del Ponte sullo S tr et to " , progetto del Consorzio Eurolink guidato dalla Salini Impregilo e Michele Longo, responsabile per l ' Italia del gruppo, c ' è un altro manager ai domiciliari: Pier Paolo Marcheselli, ex direttore del Cociv e project manager di Eurolink. Intanto sulle opere finite nelle inchieste ora c ' è la lente dell ' Anac e del Ministero delle Infrastrutture: si valuta se vi siano le " condizioni per il commissariamento " . Twitter @PacelliValeria +43 mln L ' i n c re m e n t o lo " Stato di avanzamento lavori " passa da 18 a 61 milioni TOM TOM DRO M A 21 ARRESTI Nell ' inchiesta Amalgama la Procura di Roma contesta un sistema corruttivo in base al quale il direttore dei lavori di opere pubbliche era più morbido sui controlli e in cambio otteneva dalle aziende commesse a società a lui riconducibili: 21 arresti DG E N OVA 14 AI DOMICILIARI Nel mirino dei pm di Genova ci sono 4 dei 6 lotti del Tav Genova-Milano (per un totale di 324 milioni di euro). I reati contestati a vario titolo a 14 persone finite ai domiciliari, sono corruzione e turbativa d ' asta DGLI INDAGATI MANAGER E FIGLI DI Arrestati Giampiero De Michelis, direttore di numerose opere pubbliche e Giandomenico Monorchio, imprenditore, figlio dell ' ex ragioniere dello Stato, Andrea. Monorchio è stato interrogato ieri. Giuseppe Lunardi, figlio dell ' ex ministro, sotto inchiesta ma a piede libero Foto: C a nt ie r i Terzo Valico in Liguria; a destra, il progetto del Ponte sullo Stretto; sotto, Giampiero De Michelis Ansa SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 20
28/10/2016 diffusione:40257 Pag. 3 tiratura:94823 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Renzi, l'ultimo cortigiano del re delle costruzioni Soldi e politica. Da Tangentopoli al sì del premier al grande affare dello Stre tto GIORGIO MELETTI Icasi sono due. O Matteo Renzi paga alla giovane età il prezzo di una scarsa memoria storica. Oppure, grazie alle sue rinomate doti di apprendimento, sa tutto. Trattandosi del presidente del Consiglio è difficile dire quale delle due ipotesi sia la più preoccupante. La prima cosa da sapere è chi sia Michele Longo, il manager arrestato due giorni fa. Come mestiere principale è il capo delle domestic operations di Salini Impregilo. A lui fa capo il business italiano del gruppo guidato da Pietro Salini, il re delle costruzioni caro a palazzo Chigi. Longo non è solo presidente del Cociv (costruttore del terzo valico ferroviario Genova- Tortona del costo di 6,2 miliardi). È, o è stato, anche numero uno del consorzio CavToMi (costruttore dell ' alta velocità ferroviaria Torino-Milano), della società costruttrice dell ' a ut o s tr ada Pedelombarda, del Cavet (alta velocità Firenze-Bologna), di Iricav Due (alta velocità Verona-Padova). Un biglietto da visita di platino: tutte le grandi opere di cui si occupa partono come pr oject -financing (realizzazione a spese del costruttore) e finiscono a carico di Pantalone. Fino all ' ultimo euro. SALINI SI È ASSICURATO la qualificata professionalità di Longo sfilando nel 2012 la Impregilo al gruppo Gavio dopo una lunga battaglia di cui fu arbitro l ' allora presidente di Impregilo, Claudio Costamagna, in seguito scelto da Renzi per la guida della Cassa Depositi e Prestiti. Impregilo è la Santabarbara, il Sacro Graal degli appalti all ' italiana. La sua storia è significativa, e chissà se Renzi se l ' è studiata prima di andare a celebrare i 110 anni della Salini, esattamente un mese fa a Milano. Mentre l ' impresa romana affonda le sue radici all ' inizio del ' 900, l ' Impregilo è figlia di Mani pulite. Fu costituita nel febbraio del 1994 fondendo la Cogefar-Impresit della Fiat con la Girola e la Lodigiani. Erano i tre big del cemento decapitati dalle inchieste milanesi sulla corruzione. I loro capi erano stati tutti arrestati. E si decise di salvare il salvabile partorendo un nuovo nome da proporre all ' onore del mondo. Da salvare c ' erano soprattutto i ricchi contratti dell ' Alta velocità ferroviaria, appena distribuiti dal dom inus delle Fs Lorenzo Necci e dal suo braccio destro Ercole Incalza. All ' operazione Alta velocità fu concesso un salvacondotto a futura memoria per una ragion politica superiore, sigillata proprio in quei giorni dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e dal presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi: il pool Mani pulite aveva di fatto bloccato tutti i cantieri e un bel pezzo di economia italiana, qualcosa bisognava far andare avanti. IMPREGILO È L ' ER EDE ambitissima di quel salvacondotto. E per questo Salini quattro anni fa ha fatto di tutto per impadronirsene. Il primo atto del governo Monti, a fine 2011, fu di sbloccare i 6,2 miliardi per l ' inutile Terzo valico a totale carico dello Stato, operazione firmata dal ministro delle Infrastrutture Corrado Passera e dal suo vice Mario Ciaccia: fino a pochi giorni prima stavano alla testa di Intesa Sanpaolo e curavano un impossibile progetto di pro ject-financing per il Terzo Valico. Anche il ponte sullo Stretto è nato come project-financing , per quanto facesse un po ' ridere: il cliente che doveva ripagare l ' opera con i pedaggi erano in buona parte le Fs. Salini ha sempre saputo che comprando Impregilo si assicurava soprattutto le penali per la mancata costruzione, che già da anni il gruppo mette in bilancio come reddito atteso. E lì che Renzi ha mostrato che lo storytelling è indifferente alla memoria storica: tanti non ha mai pensato di rottamare la predilezione per gli interessi di Impregilo, nobile tradizione della politica italiana. E mentre Salini fa causa allo Stato italiano chiedendo circa 700 milioni di penali per il ponte, e l ' avvocatura dello Stato combatte in tribunale per non darglieli, la volpe di Rignano dichiara pubblicamente che il suo amico ha ragione. " Si devono bloccare i ladri, non le grandi opere " , è il suo motto. E in un certo senso ha ragione: quei 700 milioni per un ' opera mai fatta sono una grande opera. Anzi, un capolavoro. Twitter@giorgiomeletti Foto: In festa Matteo Renzi con Pietro Salini, ad di Salin i -I mpreg i lo, alla festa dello scorso settembre per i 110 anni del colosso delle infrastrutture Ansa SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2016 21
Puoi anche leggere