COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014

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COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
COMUNE DI ANZOLA
  Martedì, 18 marzo 2014
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Martedì, 18 marzo 2014

Cronaca
 18/03/2014 Corriere di Bologna Pagina 12                                                  Luciana Cavina
 Le parole per crescere                                                                                       1
 18/03/2014 Corriere di Bologna Pagina 13
 Appuntamenti                                                                                                 3
 18/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 20
 ANZOLA, NUOVA PIAZZETTA UNITA' D' ITALIA                                                                     4
Politica locale
 18/03/2014 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 10
 Eventi                                                                                                       5
 18/03/2014 Corriere di Bologna Pagina 9                                                 Noemi Bicchiarelli
 Pasticceri a raccolta: il gusto del «Persiciok»                                                              6
 18/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 20
 Caro estinto: i civici contro le tariffe cimiteriali e la società...                                         7
 18/03/2014 Il Resto del Carlino Pagina 30
 TELECOM ITALIA Rete di nuova generazione a Piacenza, Modena e Rimini                                         8
Sport
 18/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 8
 Il derby regala il primato ai Knights I Doves cadono in casa con i Thunders                                  9
 18/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 8                             MARCELLO GIORDANO
 Ozzano va con Fedrigo, Paviotti e Raggi                                                                      10
Pubblica amministrazione
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1                                                    LIONELLO MANCINI
 La criminalità ci impoverisce a vista d'occhio                                                               11
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 «Sulle riforme contano i risultati»                                                                          14
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2                                                     CARLO BASTASIN
 Riforme strutturali pegno del consenso                                                                       16
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                    GERARDO PELOSI
 «Ora crescita, ma rispetteremo il 3%»                                                                        18
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                       BEDA ROMANO
 Conti flessibili, al Consiglio Ue strada stretta                                                             20
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
 Uno spiraglio sul deficit in cambio di riforme vere                                                          22
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6                                                      CLAUDIO TUCCI
 Ai dirigenti Pa 12 volte il reddito procapite: in Germania solo 5                                            24
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6                                                     EUGENIO BRUNO
 Immobili comunali poco «valorizzati»                                                                         26
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6                                                      MARCO ROGARI
 Tagli, ecco il piano di Cottarelli                                                                           28
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9
 Il corriere: 500 addetti a rischio                                                                           30
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9
 Le bonifiche ambientali eseguite gratis                                                                      31
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10                                                  MARZIO BARTOLONI
 «Pagamenti entro il 21 settembre»                                                                            32
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10                                                     BARBARA GANZ
 Il grido d' allarme di Padova «effetti su tutta la filiera»                                                  34
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10                                                     LUCA ORLANDO
 Il modo più semplice per stimolare la crescita                                                               36
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11
 Progetti da un miliardo per disinquinare                                                                     38
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                NATASCIA RONCHETTI
 Lavori in corso sul divario di copertura                                                                     39
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 33                                                     GIORGIO COSTA
 Fisco, la riforma parte dagli sconti                                                                         41
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 35                                                     GIANNI TROVATI
 Tari ancora in cerca di una norma­ponte                                                                      43
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 38                                                GUGLIELMO SAPORITO
 L' abuso edilizio in centro non sempre va demolito                                                           44
 18/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 38
 Pensioni, confisca limitata a un quinto                                                                      46
 18/03/2014 Italia Oggi Pagina 2                                                     EDOARDO NARDUZZI
 Renzi taglia Irpef e Irap: i cittadini del Lazio lo ringraziano due volte                                    47
 18/03/2014 Italia Oggi Pagina 8                                                     ANSELMO DEL DUCA
 Renzi ha visto altri prima di Merkel                                                                         49
 18/03/2014 Italia Oggi Pagina 11                                                           TINO OLDANI
 Ci sono 20 mila leggi regionali, lo stesso numero di quelle nazionali Per...                                 51
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18/03/2014 Italia Oggi Pagina 29                        MATTEO BARBERO
Enti, 1,5 mld per i pagamenti                                              53
18/03/2014 Italia Oggi Pagina 29                           ENZO CUZZOLA
Piani di riequilibrio blindati per gli enti                                55
18/03/2014 Italia Oggi Pagina 29                        MATTEO BARBERO
Sicilia e Puglia scambiano quote Patto e denaro                            57
18/03/2014 Italia Oggi Pagina 31                       BENEDETTA PACELLI
Inarsind: appalti pubblici ancora senza bussola                            58
18/03/2014 Italia Oggi Pagina 33
Scuola di Alta Formazione, il programma marzo­maggio                       59
COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
18 marzo 2014
Pagina 12                            Corriere di Bologna
                                                          Cronaca

  Le parole per crescere
  Dal 22 al 27 marzo la «Città del libro per ragazzi» In Fiera e in vari luoghi, i bambini
  protagonisti.

  D al padiglione 33 ­ allestito come un castello di carte da
  gioco ­ a tutta la città.
  Che viene ribattezzata per l' occasione «Città del libro
  per ragazzi». Mai come quest' anno la Fiera del libro per
  ragazzi, nella sua 51esima edizione, spalanca un
  mondo di favole, storie vere e inventate, arte e fantasia
  direttamente ai destinatari: i piccoli lettori. E lo fa per
  una settimana intera, dal 22 al 27 marzo. Resta,
  ovviamente ­ dal 24 al 27 marzo ­ la Fiera riservata agli
  editori, agli illustratori e gli operatori del settore che, tra
  gli stand, scambiano informazioni e concludono accordi.
  Resta, dunque, il punto di partenza internazionale
  chiuso al pubblico per arricchire il mercato editoriale che
  verrà. E sarà forte di 1200 espositori provenenti da 74
  Paesi, Antartide compresa.
  Ma la vera novità, lo ribadiamo, e l' apertura al pubblico
  ­ già da questo fine settimana ­ di un intero padiglione,
  sintesi ragionata dell' offerta che si trova in Fiera, sotto l'
  insegna «Non ditelo ai grandi» (ingresso sud su via Aldo
  Mor da sabato a mercoledì 9.30­18.30; giovedì dalle
  9.30 alle 16, adulti 5 euro, bambini e ragazzi gratis).
  Dove gli interni fanno idealmente tappa nel Paese delle
  Meraviglie e il suo esercito di carte da gioco, secondo il progetto dello studio di architettura e
  urbanistica Labics.
  A questo si aggiunge un nuovo protocollo d' intesa siglato in questi giorni tra il Comune e BolognaFiere
  che trasforma di fatto la città in un percorso dedicato alla cultura per i giovanissimi. Quest' anno il tutto
  si concretizza in un programma collaterale al quartiere fieristico che coinvolge musei, biblioteche,
  Cineteca e librerie. «Ma l' accordo ­ spiega l' assessore alla Cultura Alberto Ronchi ­ verrà attuato
  pienamente l' anno prossimo.
  Intanto abbiamo preso impegni reciproci. Il Comune ha messo a disposizione sedi e servizi, ma nel
  protocollo è prevista anche l' ipotesi di stanziare finanziamenti». «Il modello ­ va avanti l' assessore ­ è
  quello di Art City, sperimentato felicemente con Arte Fiera: un modello di coordinamento tra le istituzioni
  e le realtà cittadine che producono cultura diffusa. In questo caso sarà il direttore dell' Istituzione
  biblioteche Pierangelo Bellettini il punto di riferimento. È un modello che verrà applicato anche ad altre
  iniziative, sicuramente con la Fiera, ad esempio con le manifestazioni a carattere musicale, e anche ad
  altre realtà. Sarebbe bello poterlo estendere tutto l' anno e anche ad altre situazioni, come all' istituzione
  Musei che ancora necessita di una visione organica». E così nell' intesa per questa Children' s book fair
  sono entrati la cooperativa Giannino Stoppani, cui è stata affidata l' ideazione della mega biblioteca fitta
  di appuntamenti (200 incontri) e mostre (900 illustrazioni) del padiglione 33, l' associazione Hamelin, il
  Museo Ebraico, oltre alle istituzioni pubbliche, la Pinacoteca, le scuole e altre realtà come Zoo,
  Kinodromo e ateliers d' arte design.
                                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

                                                                                                   Continua ­­>    1
COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
18 marzo 2014
Pagina 12                             Corriere di Bologna
COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
18 marzo 2014
Pagina 13                          Corriere di Bologna
                                                        Cronaca

  Appuntamenti.

  Appuntamenti
  SALABORSA «La camera dei bambini,
  giocattoli e arredi della collezione Marzadori»
  Inaugurazione 21 marzo, ore 18. Fino al 14
  giugno MAMBO Mostra Workmen (23 marzo ­
  21 aprile); 26 marzo ore 17­19 incontro con
  Taro Miura MUSEO CIVICO
  ARCHEOLOGICO Mostra «Sport. Figure e
  parole dai libri per ragazzi» dal 26 marzo al 9
  maggio MUSEO DELLA MUSICA Omaggio a
  Katsumi Komagata (26 marzo ­27 aprile)
  PINACOTECA Mostra monografica di Ugo
  Fontana (1­30 aprile) CINETECA (CINEMA
  LUMIÈRE) Sabato 22 alle 16. Anteprima
  italiana di «Prima che il mondo finisca» di Ana
  Luiza Azevedo, dai 12 anni in su Domenica 23
  marzo ore 16 «Il bambino e il mondo» di Ale
  Abreu Lunedì 24 marzo ore 17.45 «The story
  of film, i bambini e il cinema» di Mark Cousins.
  Al termine incontro con il regista.
  HAMELIN ASS.CULTURALE «Sulle tracce di
  orsi e elefanti», personale di Benjamin Chaud
  dal 27 marzo al 24 aprile. Inaugurazione 26
  marzo alle 19.30 ZOO «Senza parole», una
  giornata con Roger Olmos, sabato 22 marzo,
  ore 18.30 KINODROMO Al cinema Europa, 25
  marzo ore 21, proiezione di tre documentari
  nel decennale della nascita di Tove Jansson BIBLIOTECA EDMONDO DE AMICIS Ad Anzola. Mostra
  «Il sapore delle immagini. Il cibo e la cucina nelle illustrazioni di Larissa Bertonasco» (24 marzo ­ 26
  aprile); inaugurazione 23 marzo ore 16.

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18 marzo 2014
Pagina 20                Il Resto del Carlino (ed.
                                 Bologna)
                                                 Cronaca

  ANZOLA, NUOVA PIAZZETTA UNITA' D' ITALIA
  NELL' AREA DELL' ?EX LOCANDA' FRA LA
  VIA EMILIA E VIA ZANETTI, È STATA
  RICAVATA UNA NUOVA PIAZZETTA CHE
  SABATO ALLE 9,30 SARÀ INTITOLATA ALL'
  UNITÀ D' ITALIA. PRESENTI IL SINDACO
  LORIS ROPA E IL VICE PRESIDENTE DELLA
  PROVINCIA DI BOLOGNA GIACOMO
  VENTURI.

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18 marzo 2014
Pagina 10                            La Repubblica (ed.
                                         Bologna)
                                                      Politica locale

  Eventi
  MERCATO TRAME Dalle 10 alle 12 alla
  Mediateca di San Lazzaro, «eLaboriamo.
  Rattoppa e Ricrea/ Riapparecchia il tuo posto
  a tavola», laboratorio per costruire una tavola
  creativa, per il ciclo Il mercato delle trame, a
  cura del Centro accoglienza Beltrame. Info e
  prenotazioni 0516228060.
  FILM & FILM Oggi e domani alle 21 al cinema
  Giada di Persiceto, per la rassegna Film &
  Film, proiezione del film «Gloria» di Sebastian
  Lelio, con Paulina Garcia, Sergio Hernàndez,
  Marcial Tagle, ingresso 5,50 euro.
  DELITTO A CENA Alle 20,30 al Bardamù di
  Calderara di Reno, «Delitto in cucina al
  Bardamù», cena con delitto a cura della
  compagnia Zoè Teatri, con Mavi Gianni,
  Stefano Peloso, Martina Sacchetti, Luca
  Mazzamurro.
  ANTI POP Fino al 19 marzo alla Galleria B4
  (via Vinazzetti 4/b), mostra «Anti pop» di
  Patrizio Cianci, mar­sab 17­20.
  RE­ACTION Fino al 19 marzo al Cortile Caffè
  (Nazario Sauro 24/b), «Re ­ Action»,
  personale di Pier Paolo Contaldo, mar­sab 18­
  24.

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COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
18 marzo 2014
Pagina 9                           Corriere di Bologna
                                                     Politica locale

  Il mercatino Maestri e artigiani al lavoro per un weekend a San Giovanni in Persiceto.

  Pasticceri a raccolta: il gusto del «Persiciok»
  @BORDERO: #NBICCHIARELLI %@%Nel
  weekend le vie di San Giovanni i n Persiceto
  profumeranno di cioccolato e dolciumi.
  Maestri, artigiani del cacao e pasticceri,
  provenienti da tutta Italia, accompagneranno i
  visitatori in un goloso mondo zuccherato: è l'
  ottava edizione dell' evento «Persiciok». I
  cioccolatieri presenteranno prodotti con
  banchetti in piazza del Popolo e lungo le vie
  del paese, svelando ­ attraverso laboratori e
  dimostrazioni ­ alcuni segreti della loro arte.
  Accanto alle prelibatezze di cacao, pasticceri e
  decoratori proporranno il cake design: negli
  stand, decorazioni in diretta di torte e dolci,
  dalla classica crema di burro e glassa al
  cioccolato, fino a quelle più particolari. C' è la
  possibilità di sbizzarrirsi tra creazioni in cacao
  (croccantini, tartufi, praline o cremini), poi
  dessert come ciambelle, meringate o
  cheesecake. Non solo, da Oltreoceano
  arriveranno muffin, brownies e cup cake: si
  partirà dal classico «red velvet» fino ad
  arrivare alle sperimentazioni con ingredienti
  ricercati per gusti e abbellimenti unici (vedi
  quello di carote e mandorle con frosting al
  formaggio, al profumo d' arancia e cannella).
  Oltre ai ghiotti banchetti, ad alternarsi anche eventi a tema e degustazioni. Per chi non rinuncia a
  mettersi in gioco, si organizzeranno corsi di decorazione (anche pasquale) e di cake design con
  cioccolato plastico, per finire con dimostrazioni di cucina casalinga. Un dolce weekend per acquistare e
  assaggiare dolciumi e per trasformarsi in maestri pasticceri. Mercatino­evento «Persiciok», San
  Giovanni in Persiceto. In piazza del Popolo e Corso Italia. Sabato e domenica dalle 9 alle 20. Per info:
  www.proloco­persiceto.org Noemi Bicchiarelli @OREDROB: #NBICCHIARELLI %@%

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                                                                                                                   6
COMUNE DI ANZOLA Martedì, 18 marzo 2014
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Pagina 20                       Il Resto del Carlino (ed.
                                        Bologna)
                                                      Politica locale

  PERSICETO.

  Caro estinto: i civici contro le tariffe cimiteriali e la
  società Virgilio
  ­ PERSICETO ­ A N C O R A V I R G I L I O , l a
  società pubblico ­ privata che gestisce i servizi
  cimiteriali in alcuni comuni di Terre d' Acqua,
  nel mirino delle opposizioni di Persiceto. I
  consiglieri civici Maurizio Serra e Giorgio
  Trotta hanno indetto un incontro, a cui ha
  partecipato anche la consigliera regionale dell'
  Udc Silvia Noè, per parlare dei canoni di
  manutenzione, che quattro Comuni su sei
  hanno posto a carico dei proprietari dei loculi
  perpetui e delle tombe di famiglia.
  «Si sta applicando ? hanno evidenziato Serra
  e Trotta ? il canone con importi esagerati e in
  contrasto sia con le disposizioni regionali che
  con il del Regolamento comunale di polizia
  mortuaria. Il Difensore civico regionale aveva
  invitato a un dietrofront e il primo cittadino di
  Persiceto Renato Mazzuca aveva promesso di
  modificare le cose entro febbraio, promessa
  non mantenuto». La consigliera Noè ha riferito
  di aver posto una question time all' assessore
  regionale alle Politiche sociali Carlo Lusenti
  che ha evidenziato la sua posizione critica
  verso l' applicazione di un canone da una
  parte e la mancata dimostrazione dell' ammontare delle spese di manutenzione ordinaria dei cimiteri
  dall' altra. Serra e Trotta hanno detto che avvieranno azioni legali sulle possibili responsabilità erariali
  del sindaco e disciplinari dei funzionari di Virgilio che applicano le disposizioni.
  «Sulla vicenda loculi ­ dice il sindaco Mazzuca ­ vorrei ribadire che il Comune vuole tutelare un bene
  sentimentale, storico e culturale a cui tutti teniamo. Vedendo i cimiteri, non solo di Persiceto, andare in
  rovina, poiché non ci sono risorse abbiamo chiesto un contributo, che nel tempo diminuirà (come per i
  passi carrai). E' una decisione impopolare ma che ci permetterà di salvare una patrimonio che ci sta a
  cuore».
  Pier Luigi Trombetta.

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                                                                                                                 7
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  TELECOM ITALIA Rete di nuova generazione a
  Piacenza, Modena e Rimini
  BOLOGNA. Salgono a 13 i comuni dell' Emilia
  Romagna scelti da Telecom Italia per il lancio
  dei servizi basati sulla rete di nuova
  generazione che consente connessioni fino a
  30 Megabit al secondo. Piacenza, Modena e
  Rimini si aggiungono a Bologna, Reggio,
  Parma, Ferrara, Forlì, Imola, San Lazzaro di
  Savena, Zola Predosa, San Giovanni i n
  Persiceto e Casalecchio.

                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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                                             Bologna)
                                                                Sport

  Football americano.

  Il derby regala il primato ai Knights I Doves cadono
  in casa con i Thunders
  B o l o g n a I K N I G H T S d i S a n Giovanni i n
  Persiceto, c h e i n q u e s t o m o m e n t o d e l l a
  stagione disputano le loro partite interne al
  centro Barca, confermano la loro forza nel
  campionato di football americano di Terza
  Divisione. Il derby contro i Ravens Imola
  premia Enrico Belinelli e compagni, capaci di
  imporsi per 34­26.
  Sconfitta interna per i Doves, che restano all'
  ultimo posto in classifica. Il confronto con i
  Thunders Trento finisce con il 26­18 per gli
  ospiti dopo un tempo supplementare. Da
  segnalare le prove positive del runningback
  Simone Failla e del ricevitore Alberto Vanni.
  Prossimo appuntamento per i Doves è
  previsto per sabato, al centro Bernardi: derby
  di ritorno, a partire dalle 16, con i Persiceto
  Knights.

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                                        Bologna)
                                                          Sport

  Volley C e D Argelato continua a correre grazie a Piretti, Zuppiroli e Croati.

  Ozzano va con Fedrigo, Paviotti e Raggi
  Bologna VITTORIA e secondo posto. La
  copertina della diciassettesima giornata del
  campionato di serie C uomini se la prende la
  Sway di Zola Predosa: i ragazzi di coach
  Pellizzoni passano 3­1 sul campo del Corlo
  nello scontro diretto e blindano i playoff (+10
  sul quinto posto) a sette giornate dal termine
  della stagione regolare. Cattive notizie da Hr e
  Atletico, sconfitte 3­2 e 3­1 rispettivamente da
  Anderlini e Castelfranco: i playoff si
  allontanano a 5 e 6 punti. In campo femminile,
  nel girone C, corre il diciannovesimo turno ed
  è l' Idea a far registrare l' impresa di giornata:
  battendo 3­2 la Climartzeta in un derby da
  testacoda riapre il discorso salvezza,
  riportandosi a ­3 dal quartultimo posto.
  Villanova dice così addio al primo posto, ma i
  playoff restano al sicuro grazie alla sconfitta
  (3­1) della Calanca Persiceto, a c u i n o n
  bastano Manganelli e Roccato (15) contro
  Nonantola. Nel girone C, Ozzano ringrazia
  Fedrigo (15), Paviotti (15) e Raggi: passa 3­1
  a Longiano e si avvicina a grandi passi alla
  salvezza.
  In serie D donne, la Pontevecchio continua la corsa solitaria in vetta e grazie al 3­1 sul Clai conserva 4
  punti su Argelato, seconda, che piega la Masi 3­1 grazie a Piretti (18), Zuppiroli (18) e Croati (17).
  Resta al terzo posto Molinella, nonostante il ko per 3­1 con il Vip, e in zona playoff resiste pure il
  Bellaria, sconfitto 3­0 ad Argenta. In campo maschile, Minerbio passa doma in tre set Lugo e raggiunge
  in vetta Budrio, piegato 3­0 dal Marani, riaprendo i giochi per la promozione diretta.
  Marcello Giordano.

                                                                                              MARCELLO GIORDANO

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                                                                                                                  10
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  INTERVISTA.

  La criminalità ci impoverisce a vista d'occhio
  Per Pignatone l'illegalità èil problema principale dell'Italia (a cominciare dalla Capitale)

  Lionello Mancini Il problema principale dell'
  Italia, a partire da Roma? La criminalità
  economica, così pervasiva e diffusa che
  impoverisce il Paese a vista d' occhio. Questa
  l' opinione di Giuseppe Pignatone, siciliano, 65
  anni a maggio, da due anni (19 marzo 2012) a
  capo della Procura della Capitale. In questa
  intervista esclusiva al Sole 24 Ore, il
  magistrato traccia un bilancio dei 24 mesi
  trascorsi alla guida della Procura più
  importante del Paese. Lionello Mancini Due
  anni a capo della Procura della Capitale. Quali
  sono i problemi principali che si è trovato ad
  affrontare?
  Premessa necessaria: Roma è il cuore della
  politica, dell' alta burocrazia, dei grandi appalti
  pubblici, delle reti d' interesse che qui s'
  incontrano e decidono. Ed è anche l' epicentro
  delle proteste e delle manifestazioni di disagio
  del Paese intero; è la meta di 12 milioni di
  turisti ogni anno, mentre vi risiedono
  stabilmente circa tre milioni di persone.
  Per questo, credo, le nostre inchieste
  riscontrano fenomeni patologici tipici del
  Paese, spesso in forma altamente concentrata
  e con dimensioni decisamente importanti.

  Potrebbe fare qualche esempio?
  Per esempio la corruzione e la criminalità economica. Qualche settimana fa, per esempio, abbiamo
  sequestrato 415 milioni di euro a due soli indagati. "Normali" corruttori e "normali" evasori fiscali, ma la
  cifra impressiona, tanto che i giornali hanno giustamente notato che l' importo è pari a quello della
  famosa "mini Imu" che il Governo Letta cercava di recuperare. E le grandi frodi? Stiamo parlando di
  fenomeni estesi e che ­ al pari dell' evasione fiscale ­ sottraggono risorse non al privato ma allo Stato,
  cioè a tutti noi, alterando nel contempo le regole del mercato e della libera concorrenza. Quanto alla
  corruzione, è un fenomeno percepito come gravissimo in Europa e nel mondo, ma non in Italia. Temo
  che il Paese abbia raggiunto livelli di tolleranza inaccettabili e costosissimi, specie in un momento come
  questo.

  Quindi moltiplicherete l' impegno sul fronte della corruzione?
  C' è un punto ormai chiaro. La corruzione non è debellabile a suon di norme e nemmeno di condanne:
  bisogna che la politica e, prima ancora, le forze sane della società si approprino degli spazi che noi
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                                              Pubblica amministrazione

  «Sulle riforme contano i risultati»
  Dalla Merkel apertura di credito a Renzi: certa che rispetterà il patto di stabilità

  Il cambiamento salutato dalla cancelliera Merkel ha un
  nome e cognome: riforme strutturali. A Berlino si è avuta
  la conferma che Matteo Renzi non deve giocare la sua
  partita più importante sul minor rigore fiscale, ma sulle
  riforme la cui credibilità ed efficacia consentirà anche
  una maggiore flessibilità non dal lato del deficit, ma da
  quello del debito pubblico alla vigilia dell' applicazione
  del Fiscal compact. Alessandro Merli BERLINO. Dal
  nostro inviato «Vedo un bicchiere mezzo pieno, non
  mezzo vuoto e il Governo italiano sta lavorando per
  riempirlo del tutto». Sono le riforme strutturali la chiave
  di volta dell' apertura di credito concessa ieri dal
  cancelliere tedesco Angela Merkel al nuovo primo
  ministro italiano, Matteo Renzi. «Sono molto colpita», ha
  detto la signora Merkel del programma che è stato
  presentato, e ha affermato che si tratta di un
  «cambiamento strutturale» dell' economia. E ha
  snocciolato la semplificazione amministrativa, la riforma
  del mercato del lavoro e gli sforzi per rilanciare i
  consumi che Renzi le aveva appena illustrato.
  L' elemento portante, nell' analisi del cancelliere, è la
  riforma del mercato del lavoro, che del resto Renzi ha
  detto esplicitamente di voler modellare sull' esempio tedesco. «Va nella giusta direzione», ha
  commentato il cancelliere, la quale peraltro, forse memore del fatto che in poco più di due anni, si tratta
  del terzo capo del Governo italiano a presentarsi a Berlino con un piano di riforme, il che la induce a una
  certa cautela, ha ricordato che «il successo delle riforme si giudica dai risultati». E ha ammonito che,
  soprattutto sul fronte del lavoro, questi risultati hanno bisogno di tempo. «Anche le riforme in Germania
  richiesero due­tre anni per portare benefici. Alla fine si è visto che sono stati creati più posti di lavoro».
  E il 50% dell' andamento dell' economia, ha detto, citando l' artefice della «economia sociale di
  mercato», il suo predecessore Ludwig Erhard, dipende dalla psicologia. L' andamento positivo dello
  spread italiano mostra comunque, secondo la signora Merkel, le speranze nel successo del progetto del
  nuovo Governo.
  Il tema oggetto di maggior controversia in Italia, quello di un possibile allentamento degli obiettivi per il
  disavanzo pubblico, è rimasto in fondo sotto traccia. Da parte tedesca si è dato per scontato che le
  riforme avvengano senza abbandonare il rispetto degli impegni europei in fatto di disciplina fiscale,
  cosa del resto ribadita ieri da Renzi.
  «Mi dice che rispetterà il fiscal compact e il patto di stabilità e crescita e non ho ragione di dubitarne»,
  ha osservato il cancelliere. Del patto, osserva, l' Italia sottolinea entrambe le parti, la stabilità e l a
  crescita. «Le riforme strutturali sono importanti proprio per questo, per generare la crescita», ha detto.
  Sulla stessa linea una presa di posizione del ministero delle Finanze, dopo l' incontro fra Wolfgang
  Schaeuble e il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. Il ministro tedesco «ha salutato
  favorevolmente l' obiettivo del Governo italiano di accelerare il tempo delle riforme per aumentare

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                                            Pubblica amministrazione

  Il commento.

  Riforme strutturali pegno del consenso
  Carlo Bastasin Non è escluso che questo
  scambio tra riforme e flessibilità richieda un
  accordo specifico, forse addirittura un
  contratto, con la Commissione europea.
  L' attenzione italiana è catalizzata dal totem
  del disavanzo fiscale e dal tabù del 3%, come
  se danzassimo attorno a un idolo maligno. Ma
  chi conosce i documenti dei Consigli europei
  sa invece che non è in atto una rottura di
  continuità nelle politiche di bilancio dell' Italia
  degli ultimi tre anni. Politiche che fanno parte
  di una lunga, penosa, ma forse inevitabile
  strategia. Non c' è stata quindi, su tasse o
  deficit, una staffetta tra i maratoneti Monti e
  Letta e un giovane centometrista. Tutti i
  preannunci fiscali con cui Renzi si è
  presentato a Berlino, Merkel infatti li aveva già
  sentiti dai suoi predecessori. L' utilizzo del
  margine di disavanzo entro il 3% era stato
  proposto da Monti esattamente un anno fa,
  non appena le regole lo avevano consentito,
  quando cioè l' Italia era uscita dalla procedura
  di disavanzo eccessivo ­ conquistata tanto
  faticosamente ­ e come previsto dal cosiddetto
  "braccio preventivo" del patto di stabilità. L' ex
  ministro Saccomanni stava per attivare i crediti
  della pubblica amministrazione prima che cadesse il governo Letta. Non esiste dunque un vero cambio
  di strategia fiscale e questa coerenza del Paese è positiva. Il cambiamento si misurerà invece sulla
  centralità delle riforme nell' azione politica. Se Monti, dopo la prima ondata di riforme, aveva puntato a
  una ricomposizione della spesa pubblica, avviando la spending review e spostando l' accento sugli
  investimenti, Renzi può ora utilizzare il canale del debito pubblico, attraverso i crediti della pubblica
  amministrazione ­ come volevano Letta e Saccomanni ­ per sostenere l' economia mentre realizza le
  riforme. I governi precedenti si erano trovati politicamente troppo deboli per completare il disegno,
  anche perchè si trovavano nel pieno di una recessione che ora finalmente si è attenuata.
  Renzi ha dalla sua parte ambizione e coraggio, e attorno a sè trova anche un clima politico che lo può
  agevolare. Avere a disposizione tempi politici più lunghi di quelli di Monti e di Letta sarebbe
  indispensabile perchè le riforme richiedono tempi non brevi per produrre benefici alla crescita. Nel
  frattempo sono necessarie quelle che Monti chiamava misure­ponte e che oggi hanno la forma dell'
  attivazione dei crediti delle imprese presso la Pa. L' insieme di questa ingente offerta di liquidità a
  debito dello Stato, di un agevolazione fiscale alle famiglie pari allo 0,5% del Pil, e delle annunciate
  riforme strutturali del lavoro, del fisco e degli assetti istituzionali, può dare slancio all' economia.
  Ma solo se le riforme saranno garanzia di crescita nel lungo termine si potrà chiedere alla Commissione

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  «Ora crescita, ma rispetteremo il 3%»
  Renzi: misure irreversibili di cambiamento ­ Jobs Act promosso da Merkel: «Va nel
  verso giusto»

  Gerardo Pelosi BERLINO. Dal nostro inviato Era l'
  apertura di credito che gli serviva e l' ha ottenuta. Matteo
  Renzi riparte da Berlino ­ dove ha confermato che
  rispetterà tutti i vincoli che l' Italia si è data in questi anni
  a cominciare dal 3% ­ rassicurato dal pubblico sostegno
  della cancelliera tedesca, Angela Merkel. Un viatico
  decisivo per chiudere il negoziato sulle misure
  economiche avviato con Bruxelles.
  Non era scontato che la Merkel vedesse già da ora nelle
  riforme strutturali di Renzi il «bicchiere mezzo pieno»
  anche perché «l' Italia non è il linea con i parametri, ma
  confidiamo che lo sarà».
  Non era affatto scontato che scattasse tra i due quella
  chimica giusta, necessaria per far progredire le relazioni
  tra Roma e Berlino, fondamentali per il futuro di tutta l'
  Unione. Non si sente sotto esame Matteo Renzi a
  Berlino e se ci si sente non lo dà a vedere. Solo verso la
  conclusione del vertice, dopo l' aperitivo con la
  cancelliera e il presidente della Confindustria, Giorgio
  Squinzi, nel brindisi finale, il presidente del Consiglio
  confessa che sta provando a fare «una rivoluzione
  pacifica che cambierà il volto della politica italiana».
  Cita Michelangelo sul David: «Toglierò ciò che è in eccesso». E di cose da togliere in Italia ne ha trovate
  fin troppe. Davanti alla Merkel elogia il coraggio degli imprenditori italiani «non aiutati dalla politica».
  Insiste molto sulle ambizioni del «nuovo Rinascimento europeo» che dovrà guidare l' azione di
  Germania e Italia, grandi economie manifatturiere.
  «Noi ­ dice Renzi ­ vogliamo essere economie competitive, non vogliamo essere un' economia che
  perde un' occasione con la storia». Sul fiscal compact non lascia ombre: «Noi rispettiamo tutti i limiti che
  ci siamo dati in Europa, a partire dai parametri di Maastricht. Le regole ce le siamo date noi e sono
  importanti. Vogliamo restare nei limiti del 3%, ma per farlo dobbiamo avere la forza di investire. Il nostro
  rapporto debito/Pil è cresciuto per le riforme che sono state fatte in questi anni, perché nonostante l'
  Italia abbia un avanzo primario il problema è la mancanza di crescita. Oggi si tratta di rispettare il 3%,
  ma fare una revisione strutturale, irreversibile della spesa, non una tantum, e dentro questo pacchetto
  aiutare la domanda interna». Renzi spiega che c' è molto da fare e lo faremo «insieme all' Europa con
  determinazione e ambizione» perché «puntiamo in alto, a riforme strutturali».
  Per rompere il ghiaccio Renzi, come promesso, dona alla Merkel la maglia dell' attaccante viola
  tedesco, Mario Gomez. Poi comincia il bilaterale vero e proprio e la cancelliera sembra impressionata
  dalla velocità di Renzi, dal coraggio e dall' ambizione del nuovo esecutivo italiano. Dopo il bilaterale,
  riunione con i ministri (Economia, Esteri, Difesa, Infrastrutture, Sviluppo economico, Lavoro), sostegno
  concreto al semestre europeo a guida italiana, al vertice sull' occupazione giovanile in luglio e, sempre
  in luglio, alla Digital Assembly di Venezia.
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                                               Pubblica amministrazione

  Il confronto in Europa. La richiesta di un aumento del deficit poco sotto il 3% in cambio di
  riforme non riscuote consensi unanimi.

  Conti flessibili, al Consiglio Ue strada stretta
  Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro inviato
  È un percorso accidentato quello che il nuovo
  presidente del Consiglio Matteo Renzi
  immagina per l' Italia. L' idea di consentire al
  paese di strappare flessibilità sulla riduzione
  del debito pubblico e del disavanzo strutturale,
  in cambio di nuove misure per modernizzare l'
  economia italiana, non fa l' unanimità in
  Europa. Il premier deve fare i conti con la
  mancanza di credibilità della classe politica, la
  cautela dell' establishment tedesco, il rapporto
  di forza tra Berlino e Parigi.
  Il premier si è recato a Parigi sabato, a Berlino
  ieri. Dopodomani sarà a Bruxelles per un
  consiglio europeo prima del quale avrà un
  colloquio con il presidente della Commissione
  José Manuel Barroso. «Nessun vincolo sarà
  sforato, tutti i vincoli saranno rispettati ­ ha
  detto Renzi a Parigi ­. Certo noi pensiamo che
  nel rispetto dei vincoli dobbiamo riflettere
  insieme con la nuova Commissione su come l'
  Europa aiuterà i paesi a insistere sulla crescita
  e sulla lotta alla disoccupazione giovanile».
  Il ragionamento di Renzi è che in cambio di
  nuove riforme economiche l' Europa dovrebbe
  accettare un aumento del deficit, poco sotto al
  3,0% del Pil, anche se questo metterebbe a repentaglio il profilo di riduzione dell' enorme debito
  pubblico. Le nuove regole del Patto di stabilità e di crescita impongono alla Commissione di lanciare un
  avvertimento formale se un paese registra «una deviazione significativa» dal percorso di aggiustamento
  strutturale (si veda Il Sole­24 Ore di venerdì). Già in passato la Commissione ha accettato questo do ut
  des, ma spesso con risultati deludenti agli occhi di Bruxelles. Francia e Germania sono le due sponde
  che la diplomazia italiana vuole utilizzare in questo frangente, nella speranza che il prossimo voto
  europeo e la paura di un successo dei partiti radicali sensibilizzino Parigi, Berlino e la Commissione
  europea, che nel commentare gli ultimi annunci di Roma è stata cauta.
  Spiega un membro dell' entourage del presidente francese François Hollande: «C' è il desiderio da
  parte nostra di utilizzare i prossimi anni, che dovrebbero essere privi di elezioni a Berlino, Parigi o
  Roma, per riportare coesione in Europa. Siamo pronti a cercare un quadro nel quale i paesi rispettano
  gli impegni di bilancio e aiutano il rilancio dell' economia, trovando un equilibrio tra le riforme necessarie
  per modernizzare il paese e la traiettoria di rispetto degli impegni di risanamento dei conti pubblici».
  Interpellato sulla possibilità che Parigi appoggi Roma nel suo tentativo di strappare flessibilità, la
  risposta dell' interlocutore francese è stata: «È nel nostro interesse, e nell' interesse dell' Italia, rispettare

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  L' ANALISI.

  Uno spiraglio sul deficit in cambio di riforme vere
  Dino Pesole Nel complesso puzzle europeo che dovrebbe
  condurre all' auspicata flessibilità, Renzi pone sul piatto sia la
  rassicurazione che l' Italia non sforerà il tetto del 3% nel
  rapporto deficit/Pil, sia l' atout costituito dal «più consistente
  avanzo primario» dell' eurozona. Risultato apprezzabile ma
  non sufficiente, a causa della persistente debolezza della
  congiuntura interna. Da qui l' enfasi sulla necessità di
  spingere sul pedale della crescita. Non farà molta differenza,
  almeno nella valutazione di Angela Merkel, se il deficit italiano
  quest' anno si attesterà al 2,6 o al 2,8­2,9%, a patto che ­
  come ha osservato ieri la stessa Merkel al termine dell'
  incontro a Berlino con Matteo Renzi ­ l' Italia rispetti il
  percorso di rientro delineato dal Fiscal compact. Non è certo
  un via libera a «fare più debiti», come paventava "Spiegel on
  line"» nel presentare la visita. Né questo poteva essere il
  focus dell' incontro, quanto piuttosto l' individuazione di
  terreni comuni d' azione, a partire dalla riforma del mercato
  del lavoro, cui il cancelliere tedesco guarda con molta
  attenzione. Anche il passaggio in cui Angela Merkel ha
  ricordato come il risultato di vere e incisive riforme strutturali
  lo si può cogliere solo nell' arco di due­tre anni non va
  sottovalutato. Da questo punto di vista, la variabile politica
  pare decisiva per assicurare che quell' ambizioso
  programma di riforme venga realizzato fino in fondo. Da
  politica navigata, Angela Merkel concede una quasi scontata
  apertura di credito al nuovo inquilino di Palazzo Chigi, il terzo
  premier con cui si trova a doversi confrontare nell' arco di tre
  anni, considera "ambizioso" il suo programma di riforme, e di
  fatto sospende il giudizio in attesa che si passi alla
  realizzazione di quanto promesso. Ora la partita si sposta a
  Bruxelles, dove si misurerà l' abilità negoziale di Renzi e del
  ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. Piccoli spazi di
  manovra sono possibili. Se la porta si chiuderà al possibile
  utilizzo del margine di deficit che si separa dal limite del 3%
  per finanziare parte del taglio dell' Irpef, potrebbe riaprirsi
  sotto forma della «clausola di flessibilità» per investimenti
  pubblici cofinanziati con l' Unione europea, negata al governo
  Letta. Renzi e Padoan potranno di nuovo provare a fruire dei
  margini offerti dal «braccio preventivo» del Patto di stabilità ai
  paesi con deficit entro il 3% del Pil, ma solo se nel contempo saranno in grado di rispettare l' altro,
  pressante vincolo: la riduzione del deficit strutturale in direzione del pareggio di bilancio. Del resto
  Renzi ha una sola possibilità di giocarsi con qualche possibilità di successo la partita cui è impegnato:

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  Pubblico impiego. Riduzioni dell' 8­12% degli stipendi.

  Ai dirigenti Pa 12 volte il reddito procapite: in
  Germania solo 5
  Claudio Tucci ROMA In Germania un dirigente pubblico
  apicale ha una retribuzione lorda di circa cinque volte il
  reddito pro capite tedesco.
  In Francia è quasi 6,5 volte. In Italia? La retribuzione
  lorda dei dirigenti pubblici apicali è di circa 12 volte il
  reddito pro capite italiano. E differenze tra il nostro
  Paese e i principali partner dell' area euro ci sono anche
  sui trattamenti economici dei dirigenti di prima fascia. In
  Germania, per esempio, la loro retribuzione lorda è 4,27
  volte il reddito pro capite tedesco.
  Nel Regno unito siamo a 5,59 volte. In Italia? Anche qui
  il rapporto è più elevato: la retribuzione lorda dei
  dirigenti di prima fascia è 10,17 volte il reddito pro
  capite italiano. Il dossier «Spending review» c h e i l
  commissario Carlo Cottarelli ha consegnato al
  sottosegretario Graziano Delrio contiene interventi mirati
  sul pubblico impiego. A partire dai dirigenti che in Italia
  hanno retribuzioni generalmente più elevate (nel
  confronto internazionale). Soprattutto le figure di vertice:
  un dirigente di prima fascia italiano ha una retribuzione
  dell' 81,9% più alta rispetto al pari grado inglese. Solo
  per fare un esempio.
  Di qui la serie di misure di revisione ipotizzate da Carlo Cottarelli. Che vanno da una riduzione della
  retribuzione media dei dirigenti pubblici dell' 8­12%; a nuove regole per il futuro, con il superamento
  dell' attuale distinzione in fasce (apicali, prima e seconda), l' arrivo di un ruolo unico della dirigenza e l'
  abolizione degli incarichi.
  Dal taglio delle retribuzioni dei dirigenti pubblici il dossier stima risparmi per 500 milioni di euro per
  ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Ulteriori economie si potrebbero poi ottenere da una riduzione
  del numero di dirigenti pubblici e della relativa normativa.
  Nel mirino del commissario straordinario anche auto blu e consulenze. Nel Regno unito, per esempio,
  solo i ministri hanno l' auto blu (con un pool di 90 auto per tutto il governo). In Germania il ministero
  delle Finanze ha una decina di macchine. E in Italia? Ci sono almeno 1.500 auto blu nelle
  amministrazioni centrali e 3.700 in quelle locali. Per risparmiare, si potrebbe adottare un modello misto
  tedesco­inglese: cioè auto solo al ministro più un massimo di cinque per amministrazione, con un
  periodo di transizione per contratti di noleggio già in essere. Potrebbero essere riviste anche le spese
  per le scorte. Tra le proposte pure un taglio delle consulenze, con l' introduzione di criteri più stringenti
  per gli incarichi esterni e la gratuità se la prestazione è effettuata da un dipendente pubblico. Con
  queste misure, se attuate, su auto blu e consulenze, si stimano 100 milioni di risparmi nel 2014.
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                                             Pubblica amministrazione

  Il patrimonio dei Municipi. La fotografia in un rapporto di Intesa Sanpaolo: su 210 miliardi di
  beni materiali quelli disponibili non superano i 19.

  Immobili comunali poco «valorizzati»
  Eugenio Bruno ROMA Il rapporto tra i Comuni
  e i loro immobili resta conflittuale.
  Pur contando su beni materiali per 210 miliardi
  g l i enti locali fanno fatica a valorizzarli. E
  invece riuscirci potrebbe aiutarli, da un lato, a
  contenere la spesa per gli affitti e, dall' altro, a
  differenziare le fonti di entrata. A sottolinearlo
  è il finanza locale monitor di Intesa Sanpaolo
  sul patrimonio immobiliare dei municipi, che
  diventa doppiamente attuale in tempi di
  spending review imperante e di federalismo
  demaniale pendente.
  Il rapporto parte dalla dotazione patrimoniale
  delle amministrazioni comunali. Che in base ai
  dati 2011 possono contare su 232 miliardi di
  immobilizzazioni. Di queste, 210 miliardi si
  riferiscono a beni materiali. Più nel dettaglio 65
  miliardi sono beni demaniali, 73 terreni e
  fabbricati del patrimonio indisponibile e 19
  miliardi sono relativi invece a quello
  disponibile.
  Con una spiccata sperequazione lungo la
  penisola. Per i soli fabbricati indisponibili infatti
  il valore medio passa dai 183 euro per
  abitante del 10% di comuni meno "dotati" ai
  2.325 pro capite del 10% di quelli più "ricchi".
  E non sono differenze di poco conto, spiega il monitor, visto che i primi potrebbero colmare il gap
  attraverso gli immobili in affitto mentre i secondi dimostrerebbero un uso non ottimale delle risorse
  allocate.
  Proprio su questo punto arriva il primo suggerimento del paper di Intesa Sanpaolo: «Una opportuna
  strategia di space planning ­ si legge ­ può trasformare parte del patrimonio indisponibile in patrimonio
  disponibile e quest' ultimo potrebbe essere destinato ad altri usi e ad altre funzioni in grado di generare
  proventi». Senza contare ­ aggiunge ­ che «la razionalizzazione e ottimizzazione degli spazi porterebbe
  anche a una riduzione dei costi per la gestione che ad oggi sono rilevanti (circa 2,3 miliardi di euro
  annui)».
  Da qui a parlare di valorizzazione (o meno) del patrimonio disponibile il passo è breve. La capacità dei
  comuni di generare reddito grazie a terreni e fabbricati viene giudicata «molto bassa». Basti pensare
  che i proventi della gestione del patrimonio oppure derivanti da locazioni e concessioni ammontano a
  poco più di 2,1 miliardi, cioè il 18% delle entrate extratributarie. Con tassi di rendimento che dipendono
  sia dalle dimensioni dell' ente (sono più alti dai 50mila abitanti in su) o dalla sua ubicazione (al
  Mezzogiorno ci si posiziona su livelli inferiori).

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  Tagli, ecco il piano di Cottarelli
  Nel 2014 800 milioni da beni e servizi e 500 dagli stipendi dei dirigenti Pa, ma anche
  sanità e pensioni

  Marco Rogari ROMA Ben 2,2 miliardi nel 2014 dall'
  innalzamento degli standard di efficienza della
  macchina burocratica soprattutto facendo leva su un
  giro di vite sugli acquisti di beni e servizi per 800 milioni
  e sugli stipendi dei dirigenti pubblici per 500 milioni. Altri
  2 miliardi dalla riduzione dei trasferimenti statali e
  regionali in primis al settore dell' autotrasporto e per una
  fetta più ridotta alle imprese in generale. E 2,2 miliardi
  dalla stretta sulle cosiddette spese di settore, dalla
  difesa alla sanità passando per le pensioni. Ai quali
  vanno aggiunti 400 milioni dall' abbattimento dei costi
  della politica, partendo dalla riduzione dei consiglieri
  comunali e regionali (e dei loro stipendi e vitalizi) e 200
  milioni dalla riforma delle province e dalla potatura degli
  enti pubblici. È questa la composizione del piano di tagli
  alla spesa per quest' anno contenuto nel dossier
  Cottarelli consegnato la scorsa settimana alla
  Presidenza del Consiglio.Un piano per recuperare 7
  miliardi su base annua, ma solo nella più ottimistica
  delle ipotesi, come ha già detto lo stesso Carlo
  Cottarelli. Che ora sta lavorando con i tecnici di palazzo
  Chigi e dell' Economia per allestire una griglia di misure
  da 4­5 miliardi da far scattere tra maggio e dicembre. Gli obiettivi di riduzione della spesa per il 2015 e
  il 2016 sono fissati in 18 e 34 miliardi. Ma il commissario alla spending non manca di fissare alcune
  paletti anzitutto evidenziando che i risparmi citati sono al lordo dei possibili effetti sulle entrate.
  Cottarelli poi indica alcune criticità, ricordando soprattutto che a obiettivi di indebitamento netto sul Pil
  invariati rispetto all' ultima legge di stabilità «una parte rilevante dei risparmi» dai tagli di spesa
  andrebbe «a riduzione del deficit e non della tassazione» come invece annunciato dal Governo. Il
  commissario evidenzia anche le risorse dalla spending già ipotecate dalla legge di stabilità e dal
  mancato taglio delle detrazioni fiscali (v. Il Sole 24 Ore del 16 marzo) ammonterebbero a 500 milioni nel
  2014, 10,4 miliardi nel 2015 e 14,8 miliardi nel 2016. Per Cottarelli inoltre vanno individuate soluzioni
  innovative per i dipendenti pubblici in esubero per effetto dell' accorpamento o della soppressione di
  strutture. Esuberi stimati in 85mila unità alla fine del 2016.
  Della griglia di misure alla quale sta lavorando in queste ore Cottarelli non farà parte il contributo di
  solidarietà sulle pensioni media alte, dal quale sarebbero potuti arrivare 1,4 miliardi nel 2014, un
  miliardo nel 2015 e 500 milioni nel 2016. Con tutta probabilità verranno invece irrobustiti gli interventi
  sulla Difesa anche per effetto dell' orientamento del Governo a ridurre ulteriormente la portata dell'
  operazione F­35. Il dossier di partenza ipotizza dalla difesa un risparmio di 100 milioni per quest' anno,
  1,8 miliardi nel 2015 e 2,5 miliardi nel 2016. Per il settore della sicurezza il nuovo meccanismo di
  sinergie tra forze di polizia con conseguente riduzione dei presidi sul territorio dovrebbe dare i suoi frutti
  solo nel 2015 (800 milioni) e nel 2016 (1,7 miliardi). Tagli, questi ultimi, sui cui ha espresso
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  Il caso/1. Olimpo.

  Il corriere: 500 addetti a rischio
  PALERMO Ha accumulato negli ultimi due
  anni un credito nei confronti di Riscossione
  Sicilia, la società controllata al 90% dalla
  Regione siciliana, di almeno 25 milioni e ora il
  Consorzio Olimpo di cui fa parte Tnt Post
  comincia a sentirne veramente il peso. Un
  consorzio, presieduto dal siciliano Guido
  Careri che dà lavoro a 500 persone nell' isola,
  ha un fatturato annuo di 14 milioni di cui «il
  95% ­ dicono i vertici ­ resta nel territorio
  siciliano».
  E in questo caso c' è una situazione
  paradossale poiché occupandosi del recapito
  delle cartelle di pagamento il consorzio non è
  nemmeno nelle condizioni di interrompere il
  servizio di fronte alla morosità della società
  della riscossione della Regione siciliana: «Le
  aziende che operano in Sicilia sono in gravi
  condizioni a causa dei debiti maturati dalla
  Regione ed i suoi enti, molti dei quali derivanti
  da contratti per servizi pubblici essenziali che
  non possono pertanto essere rescissi
  unilateralmente» dice Luca Palermo che oltre
  a essere presidente di Tnt Post è anche al
  vertice di Fise­Confindustria. La situazione del
  consorzio è solo un esempio dei tanti soggetti
  economici che il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e, in questo caso, di enti
  controllati dalla regione ha seriamente messo in difficoltà. «Ci aspettiamo l' approvazione del
  provvedimento ­ aggiunge Palermo ­, la situazione delle imprese è al collasso e non ci permette ulteriori
  azioni di contenimento.
  Anche perché se la Sicilia non adotta il provvedimento in tempi rapidissimi, la procedura di infrazione
  avviata da Bruxelles ricadrà anche in quota parte sulla regione siciliana, che si troverà a far fronte anche
  al debito con la Commissione. Questo stato di incertezza avrà ripercussioni gravi non solo sulla
  situazione occupazionale siciliana ma anche a cascata nel resto di Italia».
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  Il caso/2. La Meta Service ha operato per Ato e comuni dal 2009 al 2013.

  Le bonifiche ambientali eseguite gratis
  CATANIA «Il 2013 è stato pesante. Veramente
  pesante. Per quest' anno speriamo meglio: c' è
  qualche segnale. Vedremo». Enrico
  Musumeci, amministratore della Meta Service
  di san Giovanni la Punta in provincia di
  Catania, azienda che si occupa di bonifiche
  ambientali e gestione rifiuti, prova a essere
  ottimista.
  Nella speranza che si metta in moto qualcosa:
  la Meta Service dà lavoro a una settantina di
  persone tra diretto e indotto e un fatturato
  medio di 15 milioni di euro l' anno con attività
  di trasporto e smaltimento di rifiuti speciali e
  bonifiche. «Ma la parte che riguarda di più la
  pubblica amministrazione ­ spiega ­ è quella
  del trasporto del percolato. Tra il 2009 e il
  2013 ho lavorato per gli Ato, gli Ambiti ottimali
  del sistema dei rifiuti che oggi non ci sono più,
  e per il comuni.
  Senza essere pagato o con pagamenti in
  ritardo». Come quelli di alcuni comuni che
  sono arrivati solo di recente mentre altri ne
  devono arrivare. La Meta Service, che nei
  contenziosi ormai in atto è difesa dall'
  avvocato Laura Nicosia, è una quelle aziende
  che ha pagato e sta pagando il fallimento dell'
  Amia, l' azienda di smaltimento dei rifiuti di Palermo: « «Mi hanno chiamato i commissari assicurandomi
  che non c' erano problemi. Insomma un' attività data per garantita ma che evidentemente garantita non
  era: nei confronti dell' Amia ho un credito di 1,5 milioni». E dire che questo imprenditore, pur tra mille
  difficoltà, si considera fortunato: « «Ci sono miei colleghi che hanno dovuto chiudere perché hanno
  ricevuto bastonate da imprese fallite proprio per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione».
  È la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di un effetto domino che c' è stato e potrebbe esserci.
  Musumeci vanta poi crediti (ancora un milione e mezzo circa) nei confronti di vari Ato: «Questa norma in
  approvazione potrebbe portare benefici in termini di liquidità con conseguenze immediate nel sistema
  di pagamenti. E questa è una buona cosa. Anzi ottima».
  N. Am. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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  Debiti Pa/2. Per il presidente della Cdp Bassanini la data indicata dal premier Renzi per il
  versamento degli arretrati alle imprese è «realistica»

  «Pagamenti entro il 21 settembre»
  Ma Tajani incalza il governo: scadenza lontana, sono troppe le aziende che rischiano di
  fallire.

  Marzio Bartoloni La scadenza del 21
  settembre ­ giorno in cui si festeggia San
  Matteo ­ indicata dal premier Renzi come
  ultima data per il pagamento della montagna
  di debiti della pubblica amministrazione è
  possibile e «realistica». Anzi i debiti arretrati di
  parte corrente possono essere saldati anche
  prima di luglio, quelli in conto capitale solo
  successivamente, ma comunque prima dell'
  inizio dell' autunno.
  A confermare la bontà della tempistica indicata
  d a Palazzo C h i g i è F r a n c o B a s s a n i n i ,
  presidente di Cassa depositi e prestiti che
  avrà un ruolo cruciale in tutta l' operazione.
  Bassanini ­ intervenuto ieri a Roma alla
  presentazione dell' outlook 2014 dell' Istituto
  affari internazionali ­ indica due tappe: la
  prima, relativa al pagamento dei debiti di parte
  corrente ­ la fetta più grande, già
  contabilizzata nel deficit e quindi nella soglia
  del 3% ­ «può avvenire prima di luglio perché
  saranno le banche ad acquistare questi crediti
  garantiti dallo Stato».
  Qui dovrebbe intervenire il meccanismo
  messo a punto nel Ddl ancora in bozza che
  delinea un ruolo di ultima istanza della Cdp
  che potrà eventualmente acquisire dalle banche i crediti ceduti dalle aziende. Per la parte in conto
  capitale, il discorso è diverso perché impatta sul deficit e dunque «occorre trovare ­ aggiunge Bassanini
  ­ una copertura e credo sia realistico l' obiettivo di Renzi di pagare entro il 21 settembre, San Matteo».
  Tempi questi che secondo il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, che avrebbe
  preferito un decreto legge invece del Ddl, sono pure troppo lunghi: «Settembre è aspettare troppi mesi
  e le imprese rischiano di fallire con la perdita di ulteriori posti di lavoro», ha detto ieri a margine del
  convegno dello Iai. Per Tajani «pagare i debiti della Pa permetterebbe la copertura dell' intera manovra
  annunciata dal presidente del Consiglio, infatti pagando circa 40 miliardi rientrerebbero circa 17­19
  miliardi come tasse» e questa per il commissario Ue all' industria «sarebbe la copertura perfetta».
  Bassanini, che ha segnalato come nel Ddl per la prima volta si dica che i debiti possono «essere pagati
  o certificati fuori dal patto di stabilità interno», ha poi chiarito che l' intervento di Cdp sarà «sussidiario
  ed eventuale: in caso di sofferenze tra banche e Pa la cassa rileverà i crediti e li ristrutturerà in un arco
  di 10­15 anni». Bassanini ieri ha anche annunciato che entro poche settimane Cdp dovrebbe chiudere
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18 marzo 2014
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                                             Pubblica amministrazione

  Lo studio. Il 43,6% delle imprese vanta un credito con la Pa.

  Il grido d' allarme di Padova «effetti su tutta la
  filiera»
  Barbara Ganz PADOVA «Il saldo dei debiti
  della Pubblica amministrazione entro luglio è il
  banco di prova per la credibilità del Governo».
  Massimo Pavin, presidente degli industriali di
  Padova, parla di «un' emergenza liquidità
  dovuta al malcostume dei ritardati pagamenti,
  oltre alla stretta creditizia, che configura una
  politica omicida delle imprese e suicida dello
  Stato. Un terzo delle aziende ha liquidità
  insufficiente per l' operatività, imprese sane
  vanno in crisi per carenza di fondi nel breve
  termine.
  Non è accettabile fallire per eccesso di
  crediti». I dati sono quelli dell' indagine
  condotta da Fondazione Nordest con l' ufficio
  studi di Confindustria Padova, su un campione
  di 315 imprese. Il 43,6% delle aziende della
  provincia dichiara di avere attualmente crediti
  verso le amministrazioni pubbliche. Per il
  36,3% l' importo del credito è fino a 500mila
  euro, ma il 7,3% dichiara di superare il mezzo
  milione. Di quell' 11,1% che poteva beneficiare
  del decreto 35/2013 per accelerare i rimborsi,
  sette su dieci hanno ricevuto un rimborso
  almeno parziale nel corso del 2013: nel 33,8%
  dei casi l' importo ricevuto è stato fino a 50mila
  euro, per una su quattro (24,9%) ha superato il milione. Significativo osservare come sono state usate
  queste entrate: la voce principale di destinazione è stata il saldo dei debiti commerciali (39,4%) e la
  riduzione dell' indebitamento bancario (37,7%), seguiti da gestione ordinaria (13,2%) e aumento delle
  riserve (9,1%). E c' è anche il saldo di stipendi arretrati dei dipendenti (7,3%), indicato con maggiore
  frequenza nelle microimprese (20%). Il 7,1% indica il pagamento di tasse o contributi arretrati, solo il
  3% il finanziamento di nuovi investimenti. «È la conferma che i debiti scaduti della Pa sottraggono
  risorse vitali e si propagano alle transazioni tra privati inasprendo la perdurante crisi di liquidità» si
  legge nel report.
  Nove imprese su dieci dichiarano di avere crediti con altre aziende private, e per il 40,4% il credito
  supera i 500mila euro. Ecco perché Pavin punta l' attenzione sul disegno di legge annunciato mercoledì
  scorso dal Consiglio dei ministri per lo «sblocco immediato e totale del pagamento dei debiti della Pa,
  per 68 miliardi, entro luglio» e sul meccanismo di certificazione elettronica, con incentivi e sanzioni per
  le Pa, mirato a garantire i crediti futuri in tempi certi. «L' intero debito va saldato nel più breve tempo,
  sono soldi nostri. Non è solo un atto dovuto, ma può essere il più potente stimolo alla ripresa.

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