C.1 - Provincia di Ravenna
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C.1 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
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INDICE INDICE ..................................................................................................... 3 C. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ............................................ 6 C.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO........................................ 6 C.1.1. Lineamenti morfologici del territorio ............................................................ 6 C.1.2. Proprietà litologiche e geotecniche dei terreni superficiali ............................ 13 C.1.3. Proprietà pedologiche dei suoli dell’area ................................................... 16 C.1.4. Caratterizzazione sismica dell’area............................................................ 20 C.2. CARATTERIZZAZIONE LITOLOGICA E GEOMECCANICA DEI TERRENI NELL’IMMEDIATO 24 C.2.1. Sottosuolo ................................................................................................ 24 C.3. AMBIENTE IDRICO ................................................................................. 25 C.3.1. Riferimenti normativi ................................................................................. 25 C.3.2. Corpi idrici superficiali .............................................................................. 27 C.3.3. Descrizione di inquadramento dello stato delle acque sotterranee ............... 33 C.4. INQUADRAMENTO CLIMATICO ED ATMOSFERICO .......................................... 34 C.4.1. Classificazione meteorologica su base locale ............................................. 34 C.5. QUALITÀ DELL’ARIA ............................................................................... 37 C.5.1. La normativa di riferimento ....................................................................... 37 C.5.2. Valutazione sulla qualità dell’aria .............................................................. 37 C.6. STATO DELLA FLORA E DELLA FAUNA ........................................................... 39 C.6.1. Descrizione d’inquadramento di flora e fauna presenti a livello d’area vasta ............................................................................................................. 39 C.6.2. Vegetazione potenziale ............................................................................. 40 C.6.3. Vegetazione reale ..................................................................................... 42 C.6.4. Inquadramento faunistico ......................................................................... 42 C.6.5. Fauna presente nel sito ............................................................................. 48 C.7. STATO DEGLI ECOSISTEMI ....................................................................... 49 C.8. IL PAESAGGIO DELLA BASSA ROMAGNA ....................................................... 50 C.3 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
C.8.1. L’evoluzione storica del Paesaggio della Bassa Romagna attraverso l’interpretazione della cartografia storica.................................................................... 50 C.8.2. Il Paesaggio contemporaneo, rischi e impatti ambientali e paesistici, dinamiche evolutive .................................................................................................. 53 C.8.3. La percezione del Paesaggio contemporaneo , le Unità di Paesaggio .......... 56 C.8.4. Criteri e modalità d’intervento nelle Unità di Paesaggio .............................. 65 C.8.5. Edifici di valore ambientale / architettonico ................................................ 67 C.9. STATO AMBIENTALE PER ELETTROMAGNETISMO ............................................. 72 C.9.1. La trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica ............................... 72 C.9.2. Le sorgenti di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza presenti nei territori comunali ................................................................................................. 73 C.9.3. Campi elettromagnetici ad alta frequenza (100kHz – 300 GHz).................. 76 C.9.4. Le sorgenti di campi elettrici e magnetici ad alta frequenza presenti nei territori comunali ................................................................................................. 79 C.10. ECONOMIA NEL COMPRENSORIO LUGHESE ................................................. 79 C.10.1. Introduzione ............................................................................................. 79 C.10.2. L’agricoltura............................................................................................. 80 C.10.3. Industria e servizi ...................................................................................... 81 C.10.4. L’occupazione .......................................................................................... 83 C.10.5. L’immigrazione ........................................................................................ 83 C.10.6. I trend occupazionali ................................................................................ 85 C.11. EVOLUZIONE E STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE ........................................... 85 C.11.1. L’evoluzione della popolazione tra il 1991 e il 2005 .................................. 85 C.11.2. Un confronto con le aree confinanti (Argenta, Faenza, Imola e Ravenna) 86 C.11.3. Considerazioni finali ................................................................................. 88 C.12. FAMIGLIE E ABITAZIONI NEI COMUNI DEL COMPRENSORIO LUGHESE ................. 88 C.12.1. L’evoluzione del patrimonio abitativo......................................................... 88 C.12.2. Il titolo di possesso ................................................................................... 88 C.4 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
C.12.3. L’utilizzo del patrimonio abitativo .............................................................. 88 C.12.4. L’evoluzione della dimensione delle abitazioni ........................................... 89 C.12.5. La distribuzione sul territorio ..................................................................... 89 C.13. REVISIONI DEMOGRAFICHE A 15 ANNI E IMPATTO POTENZIALE SULLA STRUTTURA ABITATIVA DEI COMUNI DEL COMPRENSORIO DI LUGO 2005-2020 ........................... 89 C.13.1. Premessa ................................................................................................. 89 C.13.2. Il saldo naturale nella dinamica demografica dei Comuni del Comprensorio .......................................................................................................... 89 C.13.3. L'evoluzione strutturale della popolazione per classi di età .......................... 91 C.13.4. Dai dati demografici al fabbisogno abitativo .............................................. 93 C.14. DAI DATI DEMOGRAFICI AL FABBISOGNO ABITATIVO ....................................... 93 C.15. LE POLITICHE PER L’ACCESSO ALLA CASA ..................................................... 97 C.16. LA POTENZIALE DOMANDA DI ALLOGGI ERP ................................................ 99 C.5 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
C. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1 Inquadramento geologico e geomorfologico C.1.1. Lineamenti morfologici del territorio RIFERIMENTO REGIONALE Le pianure rappresentano gli ambienti fisici più fragili e nello stesso tempo più densamente popolati della terra e le attività umane hanno prodotto modificazioni intense e pervasive dei loro sistemi naturali. Questa trasformazione è stata particolarmente accentuata nella Pianura Padana, la più grande pianura d’Italia e fra le più grandi pianure alluvionali d’Europa, di cui l’Emilia-Romagna ne costituisce il settore meridionale. La sua configurazione attuale dipende anche dalla storia geologica dell’intera regione nord-italiana. Le catene montuose delle Alpi e degli Appennini, sollevandosi per le spinte tettoniche che le hanno generate, hanno progressivamente allontanato il mare dall’antico golfo padano. Questo braccio di mare, oggi scomparso, si è riempito di sedimenti portati dai fiumi (le “alluvioni”) a partire da circa 600.000 anni fa fino a formare la pianura alluvionale che oggi vediamo ed abitiamo Anche il clima e le variazioni del livello del mare hanno avuto un ruolo determinante nella costruzione della Pianura Padana. L’alternanza di climi caldi e freddi, di stagioni piovose e aride, di innalzamenti ed abbassamenti del livello marino, che hanno caratterizzato tutto il periodo Quaternario, hanno condizionato la quantità di sedimento trasportato dai fiumi, lo sviluppo dei loro delta e delle coste. Il tipo di sedimenti che costituiscono la struttura del sottosuolo della pianura e la loro distribuzione in profondità, registra anche questo aspetto della storia geologica del nostro paesaggio. La gran parte dei sedimenti che affiorano sulla superficie della pianura emiliano- romagnola sono recenti (età olocenica, meno di 10.000 anni), molti dei quali si sono depositati negli ultimi duemila anni (dopo la caduta dell’Impero Romano). Essi derivano dalla complessa relazione fra il fiume Po, a nord, i fiumi appenninici, a sud e il Mare Adriatico, a est. Per questo motivo la nostra pianura contiene una grande varietà di depositi comprendenti: le conoidi e le piane alluvionali dei fiumi appenninici, la piana a meandri del Po, la piana costiera, il delta e le fronti deltizie, ecc. L’evoluzione sedimentaria plio-quaternaria del bacino registra una ‘tendenza regressiva’ da depositi marini di ambiente progressivamente sempre meno profondo fino a depositi continentali. Si identificano quindi due distinti cicli sedimentari, uno marino (indicato in letteratura con ‘Qm’) ed uno continentale (‘Qc’); tale tendenza risulta ben riconoscibile al margine appenninico (Ricci Lucchi et al., 1982). C.6 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
In sintesi, nel territorio della pianura romagnola si riconoscono i seguenti motivi strutturali principali: Sinclinale di S. Romualdo-Piombone; Anticlinali di Ravenna e di Alfonsine; Sinclinale romagnola; Anticlinale di Cotignola; Sinclinale di Forlì. Figura 1 Schema strutturale della pianura romagnola RIFERIMENTO PROVINCIALE Il territorio dell’Associazione Intercomunale della Bassa Romagna è localizzato nella bassa pianura, nel settore occidentale e settentrionale della Provincia di Ravenna ed appartiene ad un territorio che ha subito significative trasformazioni antropiche. Non è semplice quindi riconoscere e ricostruire gli allineamenti fisici e morfologici originari ed anche molti ‘fenomeni ambientali’ che si verificano attualmente sono di difficile interpretazione, essendo spesso dipendenti o comunque connessi all’intervento dell’uomo sull’ambiente. C.7 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
ALTIMETRIA E GEOMORFOLOGIA La caratterizzazione geomorfologica è strettamente connessa al modello genetico di formazione del territorio. In pianura gli effetti morfologici maggiori e più rilevanti sono quelli legati all'evoluzione del sistema idrografico, che a sua volta viene condizionato dai caratteri climatici prevalenti e dalle condizioni geologiche del sottosuolo. In sintesi, la formazione della pianura va vista come un sistema in cui vi è sedimento in ingresso e in uscita; sedimento che viene collocato secondo particolari modalità e che viene spostato nuovamente o nuovamente sommerso. Nel nostro caso l'accrescimento trasversale della pianura per colmata avviene quando le piene fluviali straripano trasversalmente alla direzione principale dell'asta e, anziché‚ giungere a mare, colmano le bassure. In questo caso la granulometria tende a diminuire in senso trasversale, quindi sabbie prevalenti nei pressi dell'asta e argille lontano dall’asta. Nel territorio di indagine si registrano, quali elementi di antichi lineamenti del territorio, tratti di antichi alvei fluviali, paleocanali e diversi ventagli di rotta associati ai primi. In particolare sono ben riconoscibili, anche grazie all’analisi altimetrica, i paleoalvei dei fiumi Santerno, Senio, Lamone e Montone. Gli interventi di bonifica, che permisero di trasformare terreni vallivi in terreni produttivi, hanno alterato fortemente la morfologia naturale del territorio: in particolare nel Medioevo, proseguendo l'azione naturale della colmata ed essendosi verificate rovinose inondazioni delle acque dei fiumi, ebbero inizio i primi tentativi di miglioramento dei territori privi di scolo. SUBSIDENZA La subsidenza può essere considerata tra i principali agenti dell’attuale assetto morfologico superficiale per quanto riguarda la zona di pianura. Il graduale abbassamento del suolo è caratterizzato da una componente naturale, per lo più dovuta a fenomeni tettonici profondi ed al costipamento del terreno ad opera del carico litostatico, nonchè da una componente antropica legata all’intensa estrazione dei fluidi dal sottosuolo. Il fenomeno di subsidenza artificiale, che si verifica in tempi più brevi, in generale può essere imputabile all’azione antropica sintetizzabile nei seguenti punti: estrazione di acqua da pozzi artesiani per usi potabili, agricoli ed industriali; sfruttamento dei livelli acquiferi contenenti metano; bonifica di valli e di terreni paludosi, che provoca una notevole riduzione di volume delle torbe ed un rapido costipamento dei sedimenti prosciugati dall’acqua. L’azione di monitoraggio del fenomeno della subsidenza ha portato la Regione Emilia- Romagna ad affidare ad ARPA, il 16 dicembre 1998, l’incarico per la realizzazione del C.8 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
progetto “Misura della rete regionale di controllo della subsidenza e di linee della rete costiera non comprese nella rete regionale, rilievi batimetrici”. Obiettivo del progetto è quello di arrivare alla definizione di un quadro aggiornato del fenomeno della subsidenza relativamente all’intera area di pianura della Regione con un approfondimento particolare dell'indagine in corrispondenza della fascia litoranea. Al fine di analizzare il fenomeno della subsidenza nell’area di interesse sono state raccolte le indagini effettuate da ARPA, pubblicate a Bologna nell’ottobre del 2001 che riguardano i capisaldi della rete regionale. Le livellazioni riguardano periodi diversi, compresi tra il 1973 e il 1992, da confrontare con l’ultima livellazione disponibile del 1999. L’ARPA ha elaborato una Carta a curve di uguale velocità di abbassamento dalla quale è stata estratta dall’Ufficio di Piano dell’Associazione Intercomunale della Bassa Romagna la carta delle Isocinetiche che mette in evidenza il comportamento del fenomeno. Figura 2 Rete di controllo della subsidenza Dall’esame della cartografia emerge come la subsidenza sia in atto in tutto il territorio dei 10 comuni con punte di 2,8 cm/anno di abbassamento a Lavezzola-Voltana lungo il Canale Naviglio, tra Bagnacavallo ed Alfonsine, di 2,6 cm/anno a Cotignola e di 2,4 cm/anno in prossimità di Massa Lombarda. I dati ARPA sono stati inoltre utilizzati per ricostruire l’andamento dell’abbassamento del suolo, in termini di velocità di abbassamento, lungo alcune direttrici principali, che sono la via S. Vitale da Massa Lombarda verso e oltre Lugo, la strada statale 16 da Lavezzola ad Alfonsine, il Canale Naviglio da Cotignola verso e oltre Alfonsine e la via Selice da Conselice verso Lavezzola. Lungo la via S. Vitale i dati sui capisaldi si riferiscono al periodo di misura compreso tra il 1973 e il 1999 e indicano una velocità di abbassamento sempre superiore a 0,7 cm/anno: lungo il tratto di strada che attraversa i comuni di Massa C.9 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Lombarda e S.Agata sul Santerno la velocità è compresa tra 0,9 cm/anno e 2,7 cm/anno, che rappresenta il valore più alto misurato lungo la direttrice nel caposaldo 094070, posto in prossimità del Fiume Santerno. In corrispondenza dell’abitato di Lugo la velocità di abbassamento risulta dell’ordine di 1,5÷1,8 cm/anno. Figura 3 Ubicazione capisaldi – (Dati ARPA Regione Emilia-Romagna) C.10 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 4 Velocità di abbassamento lungo le direttrici principali – (Dati ARPA Regione Emilia-Romagna) C.11 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 5 Andamento delle isocinetiche - Velocità di abbassamento in cm/anno –Tavola 22 (Fonte ARPA Bologna) C.12 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
C.1.2. Proprietà litologiche e geotecniche dei terreni superficiali I caratteri geologici che definiscono la Pianura Padana traggono principalmente origine dagli studi di sismica a riflessione condotti da AGIP, che hanno evidenziato la presenza di depositi di età plio-quaternaria costituenti il riempimento del bacino di avanfossa compreso tra la catena appenninica a Sud e quella alpina a Nord. Lo spessore complessivo delle unità quaternarie risulta di circa 1.000-1.500 m. A questi si aggiungono studi condotti dalla Regione Emilia-Romagna & ENI-AGIP (1998), basati sui profili sismici integrati da dati stratigrafici di pozzi profondi, hanno permesso di identificare la superficie di discontinuità tra i due cicli sedimentari anche nel sottosuolo della Pianura Padana, in corrispondenza del limite tra il Supersintema del Quaternario Marino (corrispondente al ciclo Qm) e il sovrastante Supersintema Emilianoromagnolo (ciclo Qc). All’interno di queste due unità sono state riscontrate da vari autori discontinuità minori, che portano alla distinzione di sequenze deposizionali di rango inferiore all’interno dei due cicli sedimentari (Regione Emilia-Romagna, 1998). Nel Supersintema Emiliano-Romagnolo, caratterizzato da uno spessore complessivo di circa 6-700 m, sono state individuate due unità allostratifgrafiche definite come Alloformazione Emiliano-Romagnola Inferiore e Alloformazione Emiliano- Romagnola Superiore. All’interno di quest’ultima sono presenti unità di rango inferiore (Allomembri) che registrano la ciclicità elementare glacioeustatica di IV ordine e che per loro natura ciclica costituiscono le unità cartografiche di riferimento. Il Supersintema Emiliano-Romagnolo è l’unità stratigrafica che comprende l’insieme dei depositi quaternari di origine continentale affioranti in corrispondenza del margine appenninico padano (ciclo Qc di Ricci Lucchi et al, 1982) ed i sedimenti ad essi correlati nel sottosuolo della pianura emiliano-romagnola. Questi ultimi, nell’area in esame, includono depositi alluvionali che passano verso Est a depositi deltizi e marini, organizzati in cicli deposizionali di vario ordine gerarchico. Il limite inferiore del Supersintema Emiliano- Romagnolo non affiora nell’area, ma affiora solamente a ridosso del margine appenninico e nei settori intravallivi nell’area a Sud, dove è fortemente discordante sui depositi marini del Pleistocene medio (sabbie di Imola - IMO) e mio-pliocenici. Il limite superiore coincide col piano topografico. L’età dell’unità è Pleistocene medio – attuale (Regione Emilia- Romagna & ENI-AGIP, 1998). L’Alloformazione Emiliano-Romagnola Superiore (AES) costituisce la porzione superiore del Supersintema Emiliano-Romagnolo. Nell’area di pianura comprende tutti i depositi continentali, deltizi, litorali e marini organizzati in successioni cicliche di alcune decine di metri di spessore. Nel sottosuolo l’Alloformazione appoggia localmente in discontinuità stratigrafica sull’Alloformazione Emiliano-Romagnola Inf. ed è suddivisibile in quattro cicli deposizionali. Il limite superiore corrisponde all’attuale superficie topografica. Nell’area ravennate l’alloformazione ha spessore compreso tra 250 e 290 m. L’età è attribuibile al Pleistocene medio-Olocene. La porzione più investigata dell’alloformazione è rappresentata dai 120 m sommitali: al di sotto dei sedimenti litorali, localmente affioranti, di età C.13 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
olocenica, attribuibili all’ultimo episodio trasgressivo quaternario (Allomembro di Ravenna), i primi depositi litorali e marini che si incontrano verso il basso stratigrafico sono rappresentati da un corpo tabulare alla profondità di circa -100 m slm, costituito da sabbie litorali e subordinatamente da argille di prodelta e transizione alla piattaforma. Al di sopra di questi sedimenti marini sono riconoscibili depositi di alcune decine di metri prevalentemente argillosi di piana deltizia. La comparsa, intorno a -50÷-70 m slm di corpi sabbiosi nastriformi, interpretati come depositi fluviali di valle incisa, segna il passaggio ai sedimenti alluvionali che costituiscono la porzione dell’alloformazione immediatamente sottostante all’Allomembro di Ravenna. Questo intervallo è caratterizzato da argille e limi di piana inondabile, con subordinate sabbie di canale, (Regione Emilia-Romagna, 1999). L’Allomembro di Ravenna (AES8) è caratterizzato da sabbie, argille e limi di ambiente alluvionale, deltizio e litorale, organizzati in corpi lentiformi, nastriformi e tabulari di vario spessore. Il tetto, che coincide con il piano topografico, presenta suoli con diverso grado di alterazione, i cui orizzonti superiori variano da non calcarei a calcarei. Il limite inferiore è in conforme e marcato da una superficie di discontinuità definita su base radiometrica. Nell’area ravennate l’unità ha uno spessore compreso tra 20 e 28 m. La porzione basale di AES8 è caratterizzata dalla frequente presenza di sedimenti ricchi di sostanza organica palustri e/o lagunari di natura trasgressiva che si accompagnano ad una generale disattivazione dei sistemi fluviali del ciclo sottostante ed ad un generale spostamento verso monte dei sistemi deposizionali. Questo intervallo basale costituisce pertanto un orizzonte stratigrafico di correlazione molto importante che caratterizza la base del subsintema in settori della pianura anche abbastanza diversi e lontani fra loro (per distanze dell’ordine di decine di chilometri). La sua età, definita su basi radiometriche, varia da 14.280 +/- 140 a 7.420 +/- 60 anni. Nella parte sommitale dell’Allomembro di Ravenna viene distinta una unità di rango gerarchico inferiore, l’Unità di Modena (AES8a), la quale contiene i depositi più superficiali (sempre affioranti) e più recenti, compresi quelli attualmente in evoluzione. Il territorio del comune di Cotignola è interessato delle unità AES8 e AES8a. AES8a è un’unità pellicolare, di pochi metri di spessore, che raggiunge i 10 m solo localmente, in corrispondenza dei dossi fluviali o della fronte deltizia. Nel settore di alta pianura, la base di AES8a è data da una superficie di erosione fluviale che passa lateralmente ad una scarpata di terrazzo in cui sono confinati i depositi di canale. Nei settori di bassa pianura la base di AES8a è individuata dal contatto, in discontinuità, delle sue tracimazioni fluviali sul suolo non calcareo o scarsamente calcareo di AES8 che contiene i reperti di epoca romana o più antica in posto. Il tetto di AES8a è dato da un suolo poco evoluto, calcareo, di pochi decimetri di spessore e generalmente di colore bruno olivastro o bruno grigiastro. Il limite inferiore è datato al periodo post-romano e segna l’instaurarsi di un’importante fase di deterioramento climatico tra il IV e il VI sec. d.C. che determinò un aumento della piovosità, con conseguente modifica della rete idrografica e alluvionamento della pianura. Nell’area ravennate gli effetti del cambiamento climatico sono registrati nell’incremento del tasso di sedimentazione con conseguente seppellimento degli elementi infrastrutturale della C.14 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
colonizzazione e bonifica romana. Lo spessore dell’Unità di Modena varia da 0 a 5,5 m (Regione Emilia-Romagna, 1999). Per quanto riguarda la litologia superficiale dell’area in esame, i terreni presenti negli strati più superficiali sono il frutto di eventi geologico-deposizionali di tipo alluvionale e deltizio succedutisi in epoche recenti. La distribuzione tessiturale di questi sedimenti risulta quindi in stretta connessione con la dinamica tipica degli ambienti sedimentari fluviali, di pianura alluvionale e di piana deltizia. Le caratteristiche litologiche dei terreni superficiali, sono state desunte dalla cartografia geologica messa a disposizione dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna. La carta descrive la distribuzione e le caratteristiche litologiche delle unità stratigrafiche subaffioranti ovvero dei terreni presenti sino ad una profondità media di circa 2÷3 m dal piano campagna. Secondo quanto indicato dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna per la realizzazione della carta geologica sono stati utilizzati i dati derivanti dall’interpretazione di foto aeree e da satellite, da indagini geognostiche quali sondaggi a carotaggio continuo e prove penetrometriche e da trivellate a mano (tra cui i dati messi a disposizione dall’Ufficio Pedologico). I depositi di superficie si riferiscono interamente al subsintema più recente (Subsintema di Ravenna - AES8) del Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore (AES) la cui unità cartografica di rango gerarchico più piccolo è l’unità di Modena (AES8a) che costituisce la parte sommitale di AES8. La tessitura dei terreni che interessa il campo fotovoltaico è principalmente di tipo argillo- limosa con ambiente di piana alluvionale, mentre quella del tracciato della linea elettrica è principalmente di tipo sabbio- limosa con ambiente di piana alluvionale. C.15 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 6 Stralcio della Carta geologica C.1.3. Proprietà pedologiche dei suoli dell’area Le informazioni sui suoli presenti sul territorio esaminato sono state tratte dal sito internet della Regione Emilia-Romagna, ove è possibile inoltre consultare la carta dei suoli in scala 1:50.000, versione 2005, concernente la distribuzione delle delineazioni presenti all’interno del territorio studiato. Si ricorda che per delineazione si intende una singola area (poligono) delimitata sulla carta ed identificata univocamente da un numero, che presenta per la maggior parte della sua superficie, i suoli descritti di seguito nel testo. C.16 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
La delineazione che interessa l’area di studio è principalmente la 1100, e in maniera secondaria la 1108; mentre la porzione finale relativa al tracciato della linea elettrica ricade nella delineazione 1103. Figura 7 Stralcio della Carta dei suoli La forma prevalente nella delineazione 1100 è di bacino interfluviale; l'uso del suolo attuale comprende seminativi avvicendati e vigneti. Nella delineazione sono presenti i suoli C.17 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
LA BOARIA argillosa limosa (molto frequenti) e i suoli RISAIA DEL DUCA argillosa limosa (poco frequenti). I suoli “La Boaria argillosa limosa” sono molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini ed a tessitura argillosa limosa o, subordinatamente, franca argillosa limosa. I suoli “La Boaria argillosa limosa” sono nella pianura alluvionale, in ambiente di argine naturale distale o di bacino interfluviale, nelle aree più depresse o in quelle ribassate, intercluse tra gli argini fluviali. In queste terre la pendenza è sempre inferiore allo 0,1%. Il substrato è costituito da sedimenti calcarei, a tessitura fine. L’uso agricolo prevalente è a seminativi, prati e, subordinatamente, frutteti. I suoli “Risaia del Duca argillosa limosa” sono molto profondi, a tessitura argillosa limosa, molto calcarei e moderatamente alcalini; da non salini a leggermente salini nella parte superiore e da leggermente a molto salini in quella inferiore. Sono nella piana alluvionale, in ambiente di bacino interfluviale, fino al più recente passato, per buona parte, occupato da acque palustri, prosciugate con opere di bonifica idraulica nel corso dei vari secoli. In queste terre la pendenza varia dal 0,01 al 0,1%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura fine. La densità di urbanizzazione è molto scarsa. Sono molto frequenti le aziende agricole di grandi dimensioni. L'uso agricolo del suolo è in prevalenza a seminativo semplice. Scoline profonde delimitano appezzamenti di forma solitamente stretta ed allungata, con baulatura marcata; sono frequenti impianti di drenaggio profondo delle acque. La forma prevalente nella delineazione 1108 è di ventaglio di rotta. L'uso del suolo attuale comprende frutteti (pomacee) e frutteti (drupacee) e talvolta vigneti. Nella delineazione sono presenti: i suoli VILLALTA franca (moderatamente frequenti); i suoli VILLALTA franca sabbiosa molto fine (moderatamente frequenti); i suoli SECCHIA franca (poco frequenti); i suoli SANT'OMOBONO franca limosa (poco frequenti). I suoli “Secchia franca” sono molto profondi, molto calcarei; moderatamente alcalini, a tessitura franca nella parte superiore e franca o franca limosa in quella inferiore. I suoli “Secchia franca” sono in dossi fluviali debolmente rilevati della pianura alluvionale. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,5%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura media. La densità di urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a seminativo semplice, vigneto e frutteto. Opere atte a regolare il deflusso delle acque sono necessarie saltuariamente e solo a livello aziendale (scoline poco profonde, baulature). I suoli “Sant’Omobono franca limosa” sono molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini, a tessitura franca limosa nella parte superiore e franca limosa o franca argillosa limosa in quella inferiore. I suoli “Sant’Omobono franca limosa” sono nella pianura alluvionale in ambiente di argine naturale. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,2%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura media. La densità di C.18 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a seminativo semplice, vigneto e frutteto. Opere atte a regolare il deflusso delle acque sono necessarie saltuariamente e solo a livello aziendale (scoline poco profonde, baulature). I suoli “Villalta franca sabbiosa molto fine” sono molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini; a tessitura franca sabbiosa molto fine nella parte superiore e franca sabbiosa o franca in quella inferiore. I suoli “Villalta franca sabbiosa molto fine” sono nella pianura alluvionale nell'ambiente di argine naturale, su depositi di ventaglio di rotta o di canale e diramazioni secondarie. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,8%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura medio-grossolana. La densità di urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a frutteto, vigneto e seminativo semplice. Opere atte a regolare il deflusso delle acque non sono in genere necessarie. I suoli “Villalta franca” sono molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini; a tessitura franca nella parte superiore e franca sabbiosa o franca in quella inferiore. I suoli “Villalta franca” sono nella pianura alluvionale nell'ambiente di argine naturale, su depositi di ventaglio di rotta o di canale e diramazioni secondarie. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,8%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura medio-grossolana. La densità di urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a frutteto, vigneto e seminativo semplice. Opere atte a regolare il deflusso delle acque non sono in genere necessarie. La forma prevalente nella delineazione 1103 è di area di transizione (pianura modale o argine distale). L'uso del suolo attuale comprende frumento, orzo, avena e seminativi arborati e talvolta vigneti. Nella delineazione sono presenti: i suoli PRADONI franca argillosa limosa (molto frequenti); i suoli SANT'OMOBONO franca argillosa limosa (molto frequenti). I suoli “Pradoni franca argillosa limosa” sono molto profondi, molto calcarei e moderatamente alcalini; a tessitura franca argillosa limosa nella parte superiore, franca argillosa limosa o franca limosa in quella inferiore. I suoli “Pradoni franca argillosa limosa” sono nella pianura alluvionale, nell'ambiente di argine naturale distale e di bacino interfluviale. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,2%. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura media e fine. La densità di urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a seminativo semplice con subordinate colture arboree (soprattutto vigneto). Possono essere necessarie opere atte a regolare il deflusso delle acque, quali canali di scolo poco profondi, baulature del terreno, scoline. I suoli “Sant’Omobono franca argillosa limosa” sono molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini, a tessitura franca argillosa limosa nella parte superiore e franca limosa o franca argillosa limosa in quella inferiore. I suoli “Sant’Omobono franca argillosa limosa” sono nella pianura alluvionale in ambiente di argine naturale. In queste terre la pendenza varia dallo 0,1 allo 0,2%. Il substrato è C.19 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
costituito da alluvioni a tessitura media. La densità di urbanizzazione è elevata. L'uso agricolo del suolo è a seminativo semplice, vigneto e frutteto. Opere atte a regolare il deflusso delle acque sono necessarie saltuariamente e solo a livello aziendale (scoline poco profonde, baulature). C.1.4. Caratterizzazione sismica dell’area Secondo la classificazione sismica attualmente vigente il Comune di Massa Lombarda risulta classificato “zona 2” (zona a media sismicità). Nella Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008 – Supplemento Ordinario n. 30 è stato pubblicato il decreto 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell’interno e con il Capo Dipartimento della protezione civile, che tra l’altro definisce le regole tecniche per le costruzioni in zona sismica. Le Norme Tecniche approvate dal decreto 14 gennaio 2008 sostituiscono quelle approvate con il decreto ministeriale 14 settembre 2005. Per quanto riguarda il regime transitorio di applicazione delle Norme, durante il quale sarà possibile applicare in alternativa la normativa tecnica precedente sulla medesima materia, dopo l’approvazione definitiva del Decreto Legge 248 del 31/12/2007, il termine è fissato al 30 giugno 2009. Per i Comuni classificati in Zona 2 per l’applicazione delle norme tecniche precedenti (D.M. 16/01/96 “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”) vanno considerate le specifiche di “sismicità medie” (S=9). Il DM 14/01/08 riporta che per la definizione dell’azione sismica occorre valutare “l’effetto della risposta sismica locale mediante specifiche analisi, come indicato nel § 7.11.3. In assenza di tali analisi, per la definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un approccio semplificato, che si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento”. Le considerazioni inerenti la sismicità del territorio di Massa Lombarda, sono state desunte dal PSC dell’Associazione della Bassa Romagna. Il PSC ha realizzato la “Carta comunale delle aree suscettibili di effetti locali”, secondo quanto previsto nell’Allegato A1 della Direttiva 112/2007. C.20 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 8 Stralcio della Carta delle aree suscettibili di effetti locali – Tavola 2.2 C.21 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 9 Stralcio della Carta Geomorfologica – Tavola 29 C.22 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 10 Stralcio della Carta dei vincoli sovraordinati – Piani di bacino – Tavola 40 C.23 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Caratterizzazione litologica e geomeccanica dei terreni nell’immediato C.2.1. Sottosuolo Per la caratterizzazione litostratigrafica e geomeccanica sono state effettuate 6 prove penetrometriche statiche con punta meccanica (CPT) spinte alla profondità variabile compresa tra 7 e 12,4 m dal piano campagna. Per l’esecuzione di tali indagini è stato utilizzato un penetrometro semovente HYDRA da 10 t: la punta meccanica è di tipo telescopico con manicotto - “punta Begemann” (cfr. figura a lato), con diametro di base pari a 37,5 mm. e angolo di apertura del cono pari a 60°, come da raccomandazioni AGI 1977 e indicazioni internazionali standardizzate. La batteria di aste è composta da una serie di spezzoni di aste cave di lunghezza pari a 1 m. e con diametro esterno di 36 mm. al cui interno è posta la batteria di astine che permette l’apertura della punta meccanica. La penetrazione avviene ad una velocità costante pari a 2 cm/sec (con tolleranza ± 0,5 cm/sec), indipendentemente dalla resistenza opposta dal terreno. Il dispositivo di spinta è reso solidale al terreno mediante un duplice ancoraggio laterale in modo da non muoversi rispetto al piano di lavoro durante l’infissione. Esso agisce alternativamente sulla batteria di aste interne (consentendo l’avanzamento dapprima della punta e poi del manicotto laterale) e su quella di aste cave esterne (durante tale fase la punta si richiude e torna in posizione iniziale). Si ottengono in tal modo misure “discontinue”, poiché il ciclo di apertura-chiusura avviene ogni 20 cm, che consistono in: - Lp: spinta necessaria per l’avanzamento della sola punta; - Lp+Ll: spinta per l’avanzamento della punta e del manicotto; Tramite semplici formule di conversione si ottengono: - Rp: resistenza alla punta; - Rl: resistenza per attrito locale sul manicotto. Un’indicazione della stratigrafia dei terreni indagati è fornita dal rapporto tra la resistenza all’infissione statica della punta (Rp) e la resistenza per attrito laterale locale (Ral) che il materiale sviluppa sul manicotto della punta meccanica. Nell’interpretazione quantitativa dei risultati, che consente di determinare le grandezze di alcuni parametri geotecnici dei terreni attraversati mediante formule empiriche, si è tenuto in considerazione che le prove sono assimilabili a prove rapide in condizioni di drenaggio impedito. Pertanto, in terreni coesivi, si ottiene una stima della coesione non drenata Cu. Nei terreni sabbiosi è possibile valutare il grado di addensamento e una stima del valore di angolo di attrito. C.24 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Al termine delle prove penetrometriche, i fori realizzati sono stati attrezzati mediante l’installazione di cannule piezometriche per la misurazione del livello della falda: le rilevazioni successivamente condotte con l’utilizzo di una sonda freatimetrica a filo hanno evidenziato la presenza di una falda idrica nel sottosuolo, a profondità comprese tra m. 2,56 e m. 3,0 rispetto al piano di campagna. Inoltre, una verifica similare condotta all’interno di un pozzo esistente lungo la via Vignole, ha riscontrato la presenza della falda ad una profondità di m. 3,24 dal piano campagna. Per maggiori dettagli sulle prove penetrometriche realizzate e i risultati analitici si rimanda alla relazione Z3 - “Relazione geologica ed idrogeologica”. C.3. Ambiente idrico C.3.1. Riferimenti normativi Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna costituisce lo strumento di pianificazione a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni, e della Regione in particolare, per il raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dalle Direttive Europee e recepite nella norma italiana, attraverso un approccio che deve necessariamente essere integrato considerando adeguatamente gli aspetti quantitativi (Deflusso Minimo Vitale, risparmio idrico, verifica delle concessioni, diversione degli scarichi, ecc.) oltre a quelli più tipicamente di carattere qualitativo. Con l’emanazione del D. Lgs. 152/99 e successive modifiche, il Piano di Tutela delle Acque è stato individuato quale strumento unitario di pianificazione delle misure finalizzate al mantenimento e al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei e degli obiettivi di qualità nonché della tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. I principali obiettivi individuati sono: attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari utilizzazioni; perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Questi obiettivi, necessari per prevenire e ridurre l’inquinamento delle acque, sono raggiungibili attraverso: l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; C.25 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun bacino idrografico; il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dalla normativa nazionale nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore; l’adeguamento dei sistemi di fognatura, il collettamento e la depurazione degli scarichi idrici; l’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili; l’individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche. Il D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 riorganizza e integra gran parte della precedente normativa in materia ambientale. In particolare la parte III del D. Lgs. 152/06, che reca ‘Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche’ modifica l’attuale normativa italiana in materia di difesa del suolo (legge 183/89 e successive integrazioni), di tutela e gestione delle acque (legge 36/94 e successive integrazioni e D.Lgs. 152/99) e la integra con il recepimento della Direttiva Quadro 2000/60 CE, che ha istituito un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque (Gazzetta ufficiale L 327 del 22.12.2000), successivamente modificata dal seguente atto: Decisione n. 2455/2001/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2001 (Gazzetta Ufficiale L 331 del 15.12.2001). La Parte III del D.Lgs. n. 152/2006, disciplina quindi la tutela delle acque modificando, tra l’altro, la nozione di “scarico”, non più individuata in base alla circostanza che si tratti di immissioni dirette tramite condotta comunque convogliabili in acque superficiali o sotterranee (si veda l’art. 74, lettera. aa), nuovo decreto e l’art. 2, lettera bb), del D.Lgs. n. 152/1999) e riordinando la gestione dei servizi idrici da parte di Autorità d’ambito, Enti organizzati dalle regioni e partecipati dai comuni delle zone interessate, corrispondenti ad ambiti territoriali ottimali individuati a tal fine dalle regioni stesse. La parte III è accompagnata da 11 allegati tra i quali si segnala: − L’allegato 1 Monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, che stabilisce i criteri per individuare i corpi idrici significativi e per stabilire lo stato di qualità ambientale di ciascuno di essi. − L’allegato 2 Criteri per la classificazione dei corpi idrici a destinazione funzionale, che definisce i criteri e le metodologie per il rilevamento delle caratteristiche qualitative e per la classificazione delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, a quelle C.26 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli e alle acque destinate alla vita dei molluschi. − L’allegato 5 Limiti di emissione degli scarichi idrici, distinti in scarichi in corpi d’acqua superficiali e scarichi sul suolo. C.3.2. Corpi idrici superficiali Rete idrografica Nel territorio ricadono il bacino a rilievo interregionale del Reno con i sottobacini del Senio e Santerno, di competenza dell’Autorità di bacino del Reno, e il bacino a rilievo regionale del Fiume Lamone, di competenza dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. Il limite comunale sud-orientale di Russi è inoltre delimitato dall’alveo del F. Montone, anch’esso di competenza dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. Nell’area oggetto di studio il principale corso idrico superficiale è lo Scolo Zaniolo che confluisce nel Canale Destra Reno. CANALE DESTRO RENO Alla fine degli anni ’30 è stata completata la realizzazione di un collettore di raccolta perpendicolare alla rete di canali principali di scolo che, attraversando con manufatti a botte sifone i corsi d’acqua naturali, convogliava le acque di bonifica direttamente a mare a Casalborsetti (Ra). Tale opera della lunghezza di 38 km circa, prende il nome di Canale in destra Reno in quanto corre pressoché parallelamente al fiume Reno fino al mare. Il canale destra Reno ha origine in località Lavezzola dallo scolo Zaniolo, il quale proviene dal territorio imolese e riceve lo scolo Treppiedi pochi chilometri dopo il suo ingresso in provincia di Ravenna e, quindi, lo scolo Gambellara. Il bacino del Canale Destra Reno si estende su una superficie di circa 730 Km2 e comprende esclusivamente territori di pianura, è esteso tra la Via Emilia e il F.Reno, dal Sillaro al Lamone. Durante il suo corso, attraverso la rete di canali del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, riceve gli scarichi di tutti gli insediamenti produttivi e civili del territorio dei Comuni di Alfonsine (Scolo Tratturo, Canale Vela, Scolo Alfonsine ecc.), Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Castel Bolognese, Conselice, Cotignola, Faenza, Fusignano, Lugo, S.Agata sul Santerno, Solarolo e Massa Lombarda. Progettato come canale di bonifica e precisamente come collettore generale delle acque di drenaggio del bacino, attualmente, a causa della pressoché nulla portata meteorica, riceve quasi esclusivamente acque di scarico e viene utilizzato essenzialmente a scopo irriguo. C.27 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
Figura 11 Rete scolante della zona pianeggiante (fonte Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale) La rete di canali nella zona, è gestita dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale di Lugo, in cui il sistema di scolo delle acque meteoriche è costituito esclusivamente da opere artificiali di bonifica in gestione al Consorzio, data la condizione di pensilità, rispetto al piano campagna, dei corsi d’acqua naturali che l’attraversano. Esso coincide anche con il bacino idrografico del collettore generale della rete scolante, il Canale di bonifica Destra Reno. Il distretto di pianura del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale è articolato in tre comparti idraulici: Zaniolo-Buonacquisto, Canal Vela e Fosso Vecchio. L’area di studio ricade nel comparto Zaniolo-Buonacquisto. Su questa porzione di territorio si ricorda inoltre il Canale dei Molini di Imola, che viene alimentato con le acque del Santerno mediante un’opera di presa posta sulla briglia di Codrignano situata a circa nove chilometri a monte di Imola. Il Canale dei Molini, che sfocia in Reno dopo un percorso di circa 42 km, ha una funzione prevalentemente irrigua. Esso è alimentato anche naturalmente dal rio Montone (con un bacino di circa 0,7 kmq) e, ad Imola, dalle acque meteoriche provenienti da un bacino urbano di circa 2 kmq. C.28 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
TORRENTE SANTERNO Il T. Santerno, penultimo tributario del Fiume Reno, ha origine dalla vallata posta ad Est del Passo della Futa (903 m slm), nel comprensorio Sud-Occidentale del Comune di Firenzuola (FI). Complessivamente è lungo 103 km, circa 60 dei quali costituiscono il bacino montano che termina a Imola (BO) al ponte della S.S. n° 9 “Via Emilia”. Per circa 27 km scorre in territorio toscano e, a valle della località Moraduccio, entra in Romagna. Il bacino imbrifero montano si estende per circa 423 km2 di cui 231 km2 in Toscana e 192 kmq in Romagna. Nel bacino montano il T. Santerno riceve le acque di alcuni torrenti e rii di modesta portata (in destra: il T. Violla a Firenzuola, con una superficie idrografica di 14 km2, e il T. Rovigo a monte di S. Pellegrino, caratterizzato da un bacino idrografico di circa 47 kmq; in sinistra: il T. Diaterna, a monte di Coniale, con un bacino di circa 74 kmq). Il tratto arginato di pianura, lungo 32 km, inizia subito a valle del ponte sulla autostrada A14 e termina 7 km a valle di Bastia (Argenta) immettendosi nel Fiume Reno a Palazzo Tamba. Durante questo percorso di pianura riceve in destra orografica, a valle di S. Prospero (25 m slm), il Rio Sanguinario (lungo circa 10 km e poco più di 23 km2 di bacino imbrifero) che nasce dal versante Ovest del Monte Ghebbio (241 m slm) nel Comune di Riolo Terme (RA). Nella parte pedecollinare il rio Sanguinario e in quella di pianura il T. Santerno, fin oltre Mordano, costituiscono i confini provinciali tra Bologna e Ravenna. A valle di Mordano il T. Santerno scorre completamente in territorio ravennate. Il tratto di pianura, per le sue caratteristiche morfologiche, può essere suddiviso in tre tronchi distinti: il primo tronco interessa il tratto da S. Prospero a S. Agata ed è caratterizzato da arginature dell'altezza di circa cinque metri con golene relativamente estese e con pendenza di fondo intorno allo 0,70%-0,80%. Il secondo tronco si estende da S. Agata al Ducato di Fabriago, presenta arginature che passano da un'altezza di circa cinque metri fino agli 8-9 metri con consistenza quasi nulla di golene e con pendenza di fondo che si aggira intorno allo 0,40%. Il terzo tronco, infine, compreso tra il Ducato di Fabriago e lo sbocco in Reno, quindi nel territorio di interesse, riprende la consistenza golenale fino ad arrivare ad ampie varici sull'ordine di ml 200 di larghezza delle arginature, mentre l'altezza di queste ultime si estende fino a circa 10-11 metri ed il fondo assume verso il Reno pendenze dello 0,30%. Per l’individuazione delle aree a rischio di allagamento e le criticità idrauliche presenti sul territorio, si è fatto riferimento al Quadro Conoscitivo del PSC dell’Associazione della Bassa Romagna. La tavola mette in evidenza che gran parte della rete di Bonifica risulta sottodimensionata per eventi con tempi di ritorno inferiori a 15-30 anni. Sono previsti quindi, dalle Autorità competenti interventi connessi alle criticità del sistema di bonifica, conseguenti ad eventi con tempi di ritorno di 30/100 anni, consistono principalmente nel recupero delle quote arginali del Canale di Bonifica in Destra Reno e dei collettori principali fino alla S.Vitale e contestuale adeguamento degli stessi alle piogge con tempi di ritorno di 50-100 anni, valutando la possibilità di realizzare casse di espansione di sistema per ciascun distretto idrografico (Zaniolo, Vela, Fosso vecchio), nell’adeguamento della rete minore più importante alle piogge con tempo di ritorno di 50 anni, nella realizzazione della C.29 Ing. Massimiliano Minorchio – Via Marconi, 7 – 40059 Medicina (BO) Tel. 3479126620 - Fax. 0519988670 – Email : massimiliano@progetto-energia.com P.IVA : 02249361201 – C.F. : MNRMSM76T17L407L
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