Rotary Cellphone, il telefono vintage con rotore - L'Osservatore d'Italia
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Rotary Cellphone, il telefono vintage con rotore Voglia di vintage? Non ne potete più della supertecnologia che ormai ci circonda? Bene, è in arrivo un telefono con un rotore per comporre il numero, simile a quello che montavano i telefoni casalinghi anni fa, per combattere le distrazioni da notifica. Si chiama Rotary Cellphone, ed è il progetto originale e vintage dell’ingegnere Justine Haupt che in una intervista a Wired ha dichiarato esplicitamente di essere “anti-smartphone”. “In un mondo iperconnesso con persone che usano telefoni che non controllano e non comprendono, volevo qualcosa che fosse interamente mio, personale e assolutamente tattile, che mi desse anche una scusa per non mandare messaggi – scrive Haupt sul sito del suo progetto -. Ma anche per dimostrare che è possibile avere un telefono perfettamente utilizzabile che va ben oltre il touchscreen”. Il Rotary Cellphone, oltre all’iconico disco rotante per comporre i numeri, ha uno schermo a inchiostro elettronico che mostra eventuali chiamate perse. A governare il funzionamento c’è una
scheda Arduino. Sul lato c’è anche un piccolo indicatore a led che indica la situazione del segnale. Tutti i pezzi fisici provengono da un vecchio telefono Western Electric Timeline, mentre il corpo è stato ottenuto grazie ad una stampante 3D. Sul sito ufficiale, Justine Haupte ha condiviso tutti passaggi del progetto nel caso qualche utente fosse interessato a costruirsene uno a casa. Rotary Cellphone è la dimostrazione che nell’ultimo periodo l’invasione di dispositivi sempre connessi, in grado di far tutto, che “capiscono” i nostri gusti, memorizzano i nostri percorsi preferiti e che sanno fare qualsiasi cosa, iniziano a non essere così amati. Sarà per la loro “invasività” nelle nostre vite, per il bombardamento di notifiche, per il fatto che ogni anno ne esce una versione aggiornata o per via del fatto che i prezzi sono sempre più proibitivi, in ogni caso, la voglia di tornare al passato si fa sentire sempre più forte, e Rotary Cellphone ne è la riprova. F.P.L.
Journey to the Savage Planet, il nuovo mondo ci aspetta Journey to the Savage Planet è il titolo di debutto del Typhoon Studios, il prodotto è un gioco estremamente interessante, che vede l’esplorazione e la ricerca sposare l’avventura e il divertimento puro. Il titolo, disponibile su Pc, Xbox One e Ps4, offre oltre a quanto detto una modalità cooperativa che raddoppia la componente ricreativa e rende ogni situazione ancora più interessante da vivere. Ma veniamo al dunque, una volta lanciato il gioco la prima cosa che si udirà è l’esuberante quanto fastidiosa voce di Martin Tweed, CEO della Kindred Aerospace. Il suo parlare rimbomba nella sala comandi del Javelin, l’astronave, nonché base operativa del giocatore in
Journey to the Savage Planet. Sullo schermo continua ad andare una trasmissione di benvenuto che ricorda i capisaldi della missione: esplorare, catalogare, inviare i dati alla casa base, sopravvivere e valutare se il pianeta AR-Y 26 è idoneo per un insediamento terrestre. Ed è proprio questa la missione del giocatore, capire se è possibile stabilire una colonia su questo sperduto mondo valutando rischi e vantaggi, scoprendo la flora e la fauna, ma anche cercare di restare in vita per trasmettere i dati sulla Terra. Journey to the Savage Planet, insomma, è un gioco divertente e sufficientemente profondo, creativo nei limiti di una struttura piuttosto canonica, bello da vedere e da ascoltare per merito di uno stile ben tracciato. Il collante di tutta l’opera è un’efficace e a tratti irriverente comicità, capace di donare a questo primo lavoro targato Typhoon Studios un carattere piuttosto raro di questi tempi. Il coloratissimo Journey to the Savage Planet propone una ricca varietà di uccelli palla ma anche di altrettante creature decisamente bislacche, come una sorta di tacchino stellare a due teste talmente vile da urlare a squarciagola dalla paura ogni volta che noterà un nostro tentativo di avvicinamento. L’incipit del gioco non è meno strambo: il o i protagonisti, a seconda se si gioca da soli o in compagnia, sono stati pagati per esplorare un nuovo mondo dalla quarta migliore compagnia
specializzata in viaggi spaziali, e per via di importanti tagli al budget non è stato fornito nessun tipo di equipaggiamento che potrà però essere costruito sul posto grazie a una futuristica stampante 3D. Il vero lusso è un sistema di clonazione automatico che permetterà ai giocatori di tornare in vita ogni volta che accadrà qualcosa di brutto come ad esempio l’essere sbranati da qualche bestia del luogo o quando si precipiterà in un mare di lava o in un profondo crepaccio. La missione che i protagonisti di Journey to the Savage Planet dovranno portare a termine è composta da diversi obiettivi: per la compagnia che li ha spediti nello spazio il più importante, come già detto, è capire se il pianeta su cui si è atterrati è abitabile o ha risorse da sfruttare, mentre per chi gioca sarà necessario anche rimettere a posto l’astronave per avere almeno una chance di tornare sani e salvi a casa sul pianeta Terra. Del tutto opzionale, ma assolutamente consigliato, studiare le diverse creature e animali presenti, anche compiendo diversi esperimenti come far esplodere gli uccelli palla mentre sono in aria, o prelevando dei campioni da soggetti ancora in vita, quindi avvicinandoci a nostro rischio e pericolo. Nel corso dell’avventura si scoprirà ben presto anche la presenza di un’altra civiltà su cui la compagnia per cui il protagonista lavora vorrà saperne a tutti i costi di più. Tutti gli obiettivi opzionali sono naturalmente facoltativi ma è solo portando a termine le diverse missioni secondarie si potranno sbloccare tutte le migliorie all’equipaggiamento disponibili. Anche se una volta ottenute, queste andranno costruite con la stampante apposita,
che richiederà alcune materie prime per portare a termine il processo. Ogni creatura rilascerà carbonio e altre sostanze necessarie allo scopo, permettendo così di creare modifiche alla propria arma capaci per esempio di sparare dei blob che amplificheranno i salti, donando allo zaino di ordinanza l’abilità di un piccolo jetpack o, ancora meglio, fornendo un comodo e versatile rampino per raggiungere le zone meno accessibili. Quello di Journey to the Savage Planet è un continuo introdurre nuove meccaniche che funzioneranno come chiavi di accesso per le diverse aree in cui sono suddivisi i suoi quattro biomi, alle quali si aggiungono gli accessori secondari che solitamente servono per accedere alle numerose zone segrete disseminate sulla mappa, oltre che ad aiutare nei combattimenti. Il primo bioma di cui si compone il pianeta AR- Y 26 si presenta come una sorta di eden, ma già a metà della seconda area, popolata da più tipologie di creature contemporaneamente, le cose si faranno ad intervalli decisamente pericolose. Un conto infatti è sparare due colpi a un polpo volante, un’altra è doverne affrontare cinque e più potenti dei precedenti, mentre un’altra dozzina di bestie è pronta ad attaccare alle spalle correndo, volando e sparando contro. Se la situazione dovesse volgere al peggio si può sempre contare su un amico a sorpresa: Journey to the Savage Planet, infatti, come dicevamo, può essere giocato totalmente soli o in compagnia di un amico. Ovviamente trattandosi di un gioco prodotto con un budget non “stellare”, man mano che si va avanti Journey to the Savage Planet non diventa improvvisamente un brutto gioco, ma ovviamente perde irrimediabilmente parte del suo fascino e della sua inestimabile freschezza iniziale. E questo scivolo verso la normalità lo danneggia
particolarmente, in fondo parliamo di un gioco estremamente compatto che, puntando alla fine a testa bassa, può essere portato a termine in una dozzina di ore, longevità che può essere riempita facilmente da contenuti interessanti. Journey to the Savage Planet rimane comunque una piccola ma efficace perla in grado, prima di convincere il suo potenziale pubblico, di attirare l’attenzione di un gigante come Google che, vista la qualità di questa opera prima, ha subito acquistato i Typhoon Studios per renderli parte integrante del futuro di Stadia. Tirando le somme, possiamo comunque dire che Journey to the Savage Planet è un gioco davvero interessante, che merita di essere assolutamente giocato in singolo, ma che dà il meglio di se viene affrontato in compagnia. La forte comicità. La grafica interessante e il clima scanzonato che si avverte durante tutta l’esperienza di gioco fanno sì che questo titolo sia in grado di regalare diverse ore d’intrattenimento. Insomma, essendo un gioco di debutto possiamo dire che i ragazzi del Typhoon Studios hanno fatto davvero centro. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8,5 Sonoro: 8,5
Montefiascone, giallo sulla morte di Aurora: aveva solo 17 anni MONTEFIASCONE (VT) – S’infittisce il giallo intorno alla
drammatica morte di una giovane ragazza di Montefiascone (Viterbo), Aurora Grazini di 17 anni che ieri mattina è stata trovata morta nel suo letto dai genitori. La giovane, colta da un malore, si era rivolta al pronto soccorso di Belcolle e lì è stata dimessa. I familiari hanno subito avvertito i sanitari e i carabinieri, accorsi immediatamente. La Procura di Viterbo procede per omicidio colposo. Il procedimento, coordinato dal Procuratore Paolo Auriemma, è al momento contro ignoti. Nella casa di Aurora sono arrivati un medico rianimatore e l’eliambulanza è atterrata vicino la villetta, in località Fiordini. Ma i tentativi di rianimare la giovane sono stati vani. Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia che verrà svolta martedì all’ospedale di Viterbo. «È stato immediatamente disposto dal Sistema sanitario regionale l’audit clinico sul decesso della giovane. L’Azienda sanitaria di Viterbo è a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per stabilire le cause del decesso». Lo dichiara in una nota l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Aurora Grazini era stata visitata più volte negli ultimi giorni da personale medico. Quello al pronto soccorso di Belcolle, ospedale del capoluogo, sarebbe stata l’ultimo di una serie di controlli, dopo varie crisi di pianto e di panico accusate nell’ultimo periodo. Dopo le verifiche al pronto soccorso Aurora era stata rimandata a casa. Aurora frequentava il terzo anno dell’indirizzo ragioneria
all’istituto superore Dalla Chiesa di Montefiascone. Per diverso tempo ha avuto una relazione con un giovane più grande, terminata da qualche settimana. Una rottura che la giovane non avrebbe accettato: da qui i malori più volte manifestati e una evidente perdita di peso. La famiglia di Aurora è molto conosciuta a Montefiascone. Ha un sorella maggiore e i genitori sono separati, il padre è impiegato da anni in un’azienda del caffè a Marta. In un primo momento, questa mattina dopo aver appreso la notizia del decesso, a Montefiascone si è ipotizzato di bloccare la sfilate del carnevale. «Si terrà regolarmente e durante la manifestazione ricorderemo Aurora – ha poi fatto sapere Massimiliano Pieretti, presidente dell’associazione carnevale montefiasconese -. Lo abbiamo deciso in accordo con la sua famiglia». L’evento sarà dedicato alla 17enne Aurora.
Lavoro, assunzioni: i posti ci sono ma mancano i candidati Il 32,8% delle assunzioni previste dagli imprenditori italiani è di difficile reperimento, soprattutto per il personale qualificato; a Nordest la ricerca è ancora più difficile. Il dato viene dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, in base ai risultati dell’indagine di Unioncamere-Anpal. Su poco meno di 500 mila assunzioni previste a gennaio, il 32,8% degli imprenditori intervistati ha segnalato che probabilmente troverà molte difficoltà a “coprire” questi posti di lavoro (poco più di 151.300), il 15,7% a causa della mancanza di candidati e il 13,8% per la scarsa preparazione.
Anche al Sud la percentuale media di difficile reperimento è comunque notevole, pari al 27,5%, con punte del 35,7% a Chieti, del 34,4% a Teramo, del 32,5% a Siracusa, del 32,2% a Potenza, del 31,7% a Taranto, del 31,6% a L’Aquila e del 30,6% a Cagliari. Tra le figure professionali che scarseggiano di più al Nord vi sono i tecnici informatici, gli addetti alla vendita e gli esperti in marketing, i progettisti, gli ingegneri, i cuochi, i camerieri, gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici. Ma anche al Sud la percentuale media di difficile reperimento è comunque notevole, pari al 27,5%, con punte del 35,7% a Chieti, del 34,4% a Teramo, del 32,5% a Siracusa, del 32,2% a Potenza, del 31,7% a Taranto, del 31,6% a L’Aquila e del 30,6% a Cagliari. Al sud, le professioni di più difficile reperimento, sono cuochi, camerieri, altre professioni dei servizi turistici e, in particolar modo, conduttori di mezzi di trasporto, ovvero gli autotrasportatori.
Montefiascone, ragazza trovata morta nel suo letto dai genitori: la Procura apre un fascicolo MONTEFIASCONE (VT) – Una ragazza di 16 anni, Aurora Grazini, è stata trovata morta nel suo letto dai genitori a
Montefiascone, in provincia di Viterbo. Sul decesso indagano ora i carabinieri. A quanto ricostruito finora, la sedicenne da una decina di giorni accusava problemi di salute e perdita di peso. In seguito a un malore sarebbe stata anche portata ieri in ospedale e dopo alcuni controlli dimessa. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. La Procura di Viterbo procede per omicidio colposo Il procedimento, coordinato dal Procuratore Paolo Auriemma, è al momento contro ignoti. Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia che verrà svolta martedì presso l’ospedale di Viterbo. Contestualmente verranno raccolti i dati relativi allo stato di salute della ragazza. L’autopsia dovrà chiarire anche se Aurora Grazini fosse affetta da qualche patologia o malformazione congenita mai diagnosticata che ne avrebbe causato il decesso. Anche per questo motivo la Procura ha acquisito tutto il materiale sanitario inerente la giovane anche presso il medico curante.
Roma, stazione Termini: arrestato parcheggiatore violento ROMA – I Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno arrestato un 38enne, cittadino libico senza fissa dimora e con precedenti, con l’accusa di tentata estorsione. Ieri pomeriggio, l’uomo ha avvicinato un 61enne romano che aveva appena parcheggiato la propria autovettura all’interno del parcheggio di piazza dei Cinquecento, chiedendogli insistentemente del denaro per la sosta.
Al rifiuto del 61enne, il 38enne lo ha aggredito, spintonandolo e minacciando di danneggiare il suo veicolo, costringendolo a chiedere l’intervento dei Carabinieri. I militari lo hanno bloccato e arrestato, trattenendolo in caserma in attesa del rito direttissimo.
Grottaferrata, convegno sulla viabilità dei Castelli Romani: entro il 2020 il progetto definitivo della complanare GROTTAFERRATA (RM) – Questa mattina alle 10, l’aula consiliare di Palazzo Consoli di Grottaferrata ha ospitato una conferenza sul tema della viabilità nei Castelli Romani ed in particolare sulla complanare Pratone. Quest’ultima già progettata nel 1999 e corretta nel 2001 non ha mai visto la luce a causa dell’impasse delle scorse amministrazioni del Comune di Grottaferrata che non sarebbero riuscite a investire i soldi provenienti, allora, dalla Regione Lazio. La Complanare risulta essere un’opera strategica per la mobilità dei Castelli Romani: collegherebbe la parte superiore di Squarciarelli con Valle Marciana fino ad arrivare alla Via dei Laghi e di lì a Ciampino. Nel 2020 il governo della cittadina dovrà presentare un definitivo progetto esecutivo in modo tale da concretizzare le previsioni della finanziaria. Proprio l’approvazione della legge statale ha garantito un investimento di 3 milioni di euro grazie all’emendamento
SalvaCastelli presentato dal senatore Saccone e prima dall’onorevole Spena (entrambi presenti). All’incontro ha partecipato anche l’ex presidente del Consiglio europeo, Antonio Tajani che dopo aver ringraziato il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti per l’accoglienza ha definito la mobilità dei Castelli “una cosa importantissima come anche per il resto del paese: favorisce i cittadini ed aumenta le possibilità di un turismo di qualità”. Infatti, la Complanare se inserita in un circolo inter modale può risultare davvero strategica per l’economia dei Castelli Romani che ospitano percorsi storici importanti come anche siti religiosi. In quest’ottica potrebbe rientrare la fermata
ferroviaria di Villa Senni che sembra ormai potersi davvero realizzare. Gli ospiti hanno poi ricordato il sindaco di Ariccia Di Felice da poco deceduto e anche il sindaco eroico di Rocca di Papa Crestini che l’onorevole Spena chiama “sindaco di Italia che ha aiutato a conoscere sempre più i Castelli Romani”
Raccontare il fenomeno migratorio coinvolgendo i protagonisti’, un workshop alla Stampa Estera Come raccontare le migrazioni coinvolgendo i protagonisti del fenomeno, in particolare coloro che provengono da alcuni contesti, oggi, particolarmente coinvolti nei flussi? Quali i modi più efficaci, per i giornalisti, per raccontare il viaggio e gli abusi subiti dai migranti nei paesi di transito? Quali gli strumenti intorno ai quali diffondere la consapevolezza del viaggio e dei rischi ad esso connessi? Come creare un ponte di dialogo e di scambio di informazioni tra
media italiani ed europei e media dei paesi di origine dei migranti? Quale ruolo possono avere le Diaspore nel promuovere una narrazione corretta del fenomeno migratorio, sia in Italia sia nei paesi di origine? Intorno a queste questioni non sempre di facile trattazione si è svolto un seminario, a Roma, presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia con i rappresentanti dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), di Associazione Carta di Roma, di esperti e di rappresentanti delle diaspore dei nostri tempi.
L’organizzazione del workshop, denominato
‘Costruzione di reti, scambio e dialogo sul tema delle migrazioni e dei media” prevedeva, dopo una presentazione del progetto, un confronto e un intervento dei partecipanti al seminario. Vi hanno partecipato numerosi giornalisti italiani e rappresentanti dei corrispondenti dei media esteri in Italia (Irene Savio, Esma Çakir, Julia-Sandra Virsta, Christine Pawlata, Gustav Hofer e Andres Wysling) oltre che delle istituzioni promotrici.
Il coronavirus arriva in Africa: si tratta di un paziente straniero Primo caso di coronavirus – Covid-19 – in Africa. La conferma è arrivata dal ministro della Salute egiziano – come riporta Arab News – specificando che si tratta di un paziente straniero – di cui non sono stati forniti altri dettagli – ricoverato in isolamento in ospedale. Il ministro, in una nota, ha spiegato di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus. Nell’ultimo bollettino dell’Oms, con i dati sull’epidemia aggiornati alla serata del 13 febbraio, non risultavano casi confermati di Covid-19 nel Continente africano. L’arrivo del nuovo coronavirus in Africa, con il primo caso confermato dal ministero della Sanità egiziano, “non è una buona notizia. Non tanto perché è il primo caso, ma perché significa che il virus si è spostato in un continente debole dal punto di vista della sanità pubblica, della capacità diagnostica e della capacità di risposta”, ha detto all’AdnKronos Salute Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Capacità di gestione di un’emergenza simile, quella dell’Africa, che “l’Organizzazione mondiale della sanità negli
ultimi giorni ha cercato di rafforzare. Quando Tedros (il direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, ndr) parlava di ‘terrorismo’ – precisa l’esperto – si riferiva proprio a questo”, ossia al pericolo che la diffusione del nuovo coronavirus potrebbe rappresentare in nazioni dal sistema sanitario fragile. “Dobbiamo solo sperare” nella capacità dei servizi sanitari di reagire, “e l’Egitto non è certamente un Paese fragile”, osserva Ricciardi. Ma quanto è grande il rischio che questo primo caso, relativo a un paziente straniero di cui non si hanno ulteriori notizie, possa dare origine a focolai locali di infezione? Per l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è troppo presto per fare previsioni: “Per prima cosa dobbiamo capire bene la storia di questa persona – precisa – Da dove viene, che cosa ha fatto, come è arrivato in Egitto, che contatti ha avuto”. Secondo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, “se verrà confermato che il primo caso registrato in Africa”, in Egitto, “riguarda un paziente asintomatico, ciò rappresenta un buon segnale, perché significa che questo paese ha un buon sistema di sorveglianza”. Inoltre “un paziente senza sintomi dovrebbe avere un ridotto potenziale di trasmissione rispetto ad uno con sintomi”, ha detto all’Adnkronos Salute, ricordando come, purtroppo, l’arrivo di Covid-19 nel Continente africano fosse “qualcosa sempre tenuta finora, visti i rapporti che esistono tra Africa e Cina, ma – rassicura – questo non significa che comporti un’epidemia”. Rezza, ricordando i timori espressi più volte dal Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha esortato a rafforzare i
meccanismi di protezione nel Continente, premette che “al momento ci sono ancora poche informazioni sull’origine del contagio e sui contatti avuti dalla persona colpita, quindi è impossibile sbilanciarsi. Però – osserva – l’Egitto non è come alcuni paesi del Centrafrica, molto più impreparati, anche se lo Stato nordafricano ha città molto popolose”. Governo sull’orlo di una crisi di nervi: prosegue la partita tra Renzi e Conte Giuseppe Conte nega di lavorare a un suo “governo ter”. Matteo Renzi smentisce di voler essere lui a rompere. Ma tra i due prosegue una partita che rischia di far saltare l’esecutivo.
Il giorno dopo lo strappo dei renziani in Consiglio dei ministri, nessuno apre formalmente la crisi. “Porte aperte a Iv”, dice il premier, che ai renziani chiede un chiarimento. E Italia viva annuncia che la prossima settimana voterà la fiducia al governo sul decreto Milleproroghe alla Camera. Ma Renzi non depone le armi sulla prescrizione, mantiene la minaccia di una mozione di sfiducia al ministro Bonafede, e porta avanti la sua guerriglia in Senato. E’ quello il campo di battaglia. Il Pd dice che l’unica alternativa a questa maggioranza è il voto. Ma a Palazzo Madama è pronta a muoversi una pattuglia di senatori in soccorso del governo, magari proprio per un “Conte ter”. La prima prova sarà il decreto sulle intercettazioni, in Aula martedì e sul quale il governo dovrebbe mettere la fiducia. “Se la voteremo? Dipende…”, rispondono fonti renziane. Il presidente del Consiglio riunisce i ministri membri del Comitato per gli affari europei, poi vola a Gioia Tauro per presentare il piano per il Sud e in serata presiede il tavolo di governo per la riforma fiscale (presente Iv). Il messaggio è chiaro: “Ho un programma da realizzare e ho chiesto la fiducia per quello. Se mi fido di Renzi? Non do spazio a personalismi. Ma Renzi che dice del Sud, niente?”, dice il premier in Calabria tra gli applausi della platea. Gli fa sponda il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea i “risultati concreti” che si ottengono quando si spegne propaganda e polemiche. Ma i contatti con Iv risultano al lumicino e il premier viene descritto irritato con Renzi, determinato a sterilizzarne le sortite. Il suo obiettivo, secondo i renziani, è “cacciarli” dalla maggioranza e dar vita a un suo governo “ter”. Di più. “Se vuole Conte ci cacci, siamo alleati non sudditi”, torna ad attaccare Renzi, che nei prossimi giorni sarà all’estero. Il suo obiettivo sarebbe quello di sostituire Conte con un altro
premier e magari una maggioranza “con un pezzo di M5s, quasi tutto il Pd e una parte di centrodestra”. I nomi? Si citano Gualtieri o Mario Draghi, Pier Carlo Padoan, Marta Cartabia, Paola Severino. Il Pd fa sapere che non sosterrà un’operazione del genere. Critico è l’appuntamento di martedì al Senato, dove in Aula è atteso il decreto intercettazioni. Il governo potrebbe mettere la fiducia per “sventare” un emendamento Fi sulla prescrizione che Iv voterebbe con l’opposizione. Con la fiducia Renzi dovrebbe votare a favore o al più uscire dall’Aula. Ma i suoi non sciolgono la riserva. Lavoratori a nero con reddito di cittadinanza: 7 persone denunciate per truffa CATANIA – I Carabinieri del comando Tutela lavoro-Nil di Catania hanno scoperto 11 lavoratori impiegati in ‘nero’ in una casa di riposo per anziani, sette dei quali percepivano il reddito di cittadinanza.
Le indagini, coordinate dalla Procura etnea, con attività di osservazione e pedinamento, hanno consentito di documentare che i sette lavoravano di notte per ridurre la possibilità di essere scoperti. Non ricevevano le retribuzioni previste dal contratto, non erano formati ed informati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro né venivano sottoposti a visite mediche per l’idoneità. Sono stati denunciati per truffa. I carabinieri gli hanno sequestrato le carte magnetiche Postamat e hanno comunicato la loro situazione all’Inps per la decadenza dal beneficio e il recupero di 32.000 euro. Il datore di lavoro, che aveva installato un impianto di videosorveglianza senza autorizzazioni, è stato sanzionato per 93.000 euro e dovrà versare contributi assicurativi e previdenziali per 20.000 euro.
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