"Bambini digitali", strumenti narrativi, scrittura dialogica

Pagina creata da Giorgia Fiore
 
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“Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica

                                                                “Bambini digitali”,
                                                                strumenti narrativi,
                                                                scrittura dialogica
                                                                      Come facilitare il passaggio dalla lingua parlata a quella scritta
                                                                      attraverso l’uso di strumenti digitali

                                                                      ■ Edith Ackermann, MIT School of Architecture, Cambridge (USA)
                                                                        e-mail: edith@media.mit.edu

                                                                        “Con il mutare dei media digitali e del         Ovviamente, scrivere è molto più complesso
                                                                        nostro rapporto con la tecnologia, le vecchie   che non “scolpire parole sulla roccia”, così
                                                                        distinzioni fra l’apprendimento e il gioco,     come l’alfabetizzazione non è la semplice
                                                                        i computer ed i giocattoli, il consumo e la     trascrizione su carta delle voci del narratore
                                                                        produzione, stanno cambiando. Oggi vi so-       che è in noi [Bruner, 1984]. Intuitivamente,
                                                                        no nuovi modi di progettare i giocattoli in     sappiamo tutti che molti ispirati narratori di
                                                                        grado di supportare lo sviluppo del lin-        storie possono essere scrittori mediocri e che
                                                                        guaggio infantile (…). La ricerca nel           i migliori conversatori non sono sempre i più
                                                                        campo dell’alfabetizzazione suggerisce che      motivati quando si tratta di imparare a leg-
                                                                        certi aspetti della narrazione orale possono    gere e a scrivere [Teale e Sulzby, 1989]. I
                                                                        aiutare i bambini a sviluppare le abilità       linguaggi parlati e scritti interagiscono in
                                                                        che riguardano il linguaggio scritto e che il   modo intricato e complesso.
                                                                        gioco è un’opportunità fondamentale che         Questo articolo riguarda alcune modalità
                                                                        consente ai bambini di esplorare la produ-      d’uso di giochi linguistici divertenti e di am-
                                                                        zione del linguaggio in modo collaborativo      bienti interattivi digitali per migliorare la
                                                                        e creativo” [Ananny, 2001]                      predisposizione naturale dei bambini ad e-
                                                                                                                        sprimersi “in cento linguaggi (parlati o ge-
                                                                      INTRODUZIONE                                      stuali)” [Edwards et al, 1995], sfruttando la
 48                                                                   Per un bimbo di tre anni non è molto di-          loro altrettanto forte fascinazione per la
                                                                      verso rappresentare una scenetta, mimare          conservazione di tracce tangibili di eventi
                                                                      un personaggio o raccontare una storia. Nel       significativi [Sinclair, 1988].
                                                                      suo contributo, Francesca Archinto [Ar-           A questo scopo prendo in considerazione
                                                                      chinto, 2001] ha mostrato come i bimbi            un bambino un po’ più grande di quello
                                                                      piccoli, nel loro gioco del far finta, amino      della Archinto e mi chiedo: che cosa ne è
                                                                      creare mondi immaginari che possono “abi-         dell’affermazione di Malaguzzi (“i bambini
                                                                      tare” nella fantasia dando loro vita attraver-    si esprimono in cento linguaggi”) quando i
                                                                      so la rappresentazione. I bimbi piccoli ama-      ragazzini iniziano ad andare a scuola e sono
                                                                      no anche raccontare ed ascoltare storie e cu-     indotti, a volte nel modo più difficile, ad ap-
                                                                      stodiscono gelosamente i loro primi libri         prendere a leggere e a scrivere? Come con-
                                                                      proprio per le storie che nascondono, come        ciliano i bambini i due mondi, fra di loro in
                                                                      si usa nei rituali della narrazione di storie.    competizione, della lingua parlata e di quel-
                                                                      Senza aver sperimentato giocosamente il           la scritta? Come si spostano dall’uno all’al-
                                                                      potere dei libri come contenitori di sogni,       tro? Ed infine, fino a che punto contesti nar-
                                                                      sostiene Archinto, si sarà in seguito poco in-    rativi interattivi/dialogici e/o attività ludi-
                                                                      centivati a passare attraverso le sofferenze      che - digitali e non - sono in grado di aiuta-
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                                                                      della decifrazione di quei segni grafici enig-    re i più giovani a governare il difficile pas-
                                                                      matici presenti sui fogli di carta muti.          saggio dall’oralità all’alfabetizzazione?
“Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica
Gli psicologi dell’infanzia ed i linguisti han-
no studiato approfonditamente che cosa
pensano i bambini del linguaggio scritto e
gli usi spontanei che ne fanno [Bettelheim e
Zelan, 1982; Bruner, 1984; Ferreiro, 1988;
Karmiloff-Smith, 1992; Sinclair, 1988].
Molti importanti educatori, in particolare
appartenenti al movimento emergente sul-
l’alfabetizzazione, hanno prospettato nuovi
punti di vista che aiutano i bambini ad e-
splorare le convenzioni della scrittura in
modo divertente e creativo e a sentire dal di
dentro alcuni dei benefici che la scrittura im-
plica [Freinet, 1969; Edwards et al, 1995;
Strickland e Mandel Morrow, 1989].
L’approccio che propongo, quindi, è quello
di fare una breve incursione negli usi spon-
tanei che i bambini fanno della lingua parla-
ta e di quella scritta in diversi contesti prag-
matici o giochi linguistici. Metterò in evi-
denza alcune modalità attraverso cui coloro        bri o sfidano i loro punti di vista sui benefi-
che non scrivono (bambini molto piccoli), o        ci della carta stampata. Il passaggio dalla co-
bambini costretti a scrivere (bambini che si       municazione orale a quella scritta, mentre
oppongono ad approcci tradizionali all’alfa-       favorisce benefici inestimabili, implica an-
betizzazione) possono essere risvegliati al-       che grandi perdite, spesso ignorate dagli e-
l’alfabetizzazione attraverso la scrittura dia-    ducatori, dai ricercatori o dai genitori
logica, o forme di lingua parlata basate su te-    [Ackermann, 1990].
sto. Attingendo al concetto di Ong di “ora-        La scrittura separa l’autore dal pubblico, il
lità secondaria” [Ong, 1982], misurerò i po-       pubblico dal luogo della trama, e la parola
tenziali della tecnologia digitale per sostene-    dalla voce. La stampa è silenziosa e fredda.
re queste “alfabetizzazioni oltre la stampa”       È incisa sulla pietra. La lingua parlata, d’al-
[Olson, 1994]. Le transazioni narrative me-        tra parte, è parte integrante delle prestazio-
diate dal digitale quali l’uso della Rete, la      ni umane, e scandisce l’azione del narratore
partecipazione a MUD, il racconto/costru-          mentre questa si dispiega. La lingua parlata
zione di storie interattive e il gioco con pu-     collega quello che viene detto a chi lo dice
pazzi elettronici, secondo me, forniscono a        e chi lo dice al come lo esprime. La lingua
molti bambini, altrimenti sopraffatti, nuove       parlata consente ai narratori di suonare la
opportunità di utilizzo della loro capacità di     propria musica, di rispondere al proprio
narratori quale leva per superare le loro pau-     pubblico, di essere attori in una conversa-
re di scrittori [Lankshear, 1997].                 zione [Ong, 1982].
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Perché dovrei scrivere                             Bambini, lingua parlata,                          1
                                                                                                     Il termine “annotatori”
visto che so raccontare?                           scrittura, lettura                                traduce l’inglese “nota-
Dal punto di vista del bambino, quando si          I bambini fondamentalmente usano le pa-           tors”, che Ackermann
devono affrontare le fatiche della produzio-       role, scritte o orali, perché vogliono essere     mutua direttamente da
ne o decifrazione di testi, è legittimo chie-      ascoltati. Raccontano le loro storie a coloro     [Karmiloff-Smith, 1992].
dersi: perché dovrei scriverlo quando posso        che li vogliono ascoltare, e si zittiscono ra-    Secondo           Karmiloff-
                                                                                                     Smith, il bambino co-
dirlo? Perché dovrei leggerlo se posso far-        pidamente se il loro dono viene respinto, se      struisce il proprio funzio-
melo raccontare? Dal punto di vista dell’a-        le loro parole finiscono nel vuoto. I bambi-      namento cognitivo in do-
dulto le cose ovviamente appaiono diverse.         ni usano anche le parole per evocare eventi       mini diversi: il linguag-
Gli adulti sanno che l’accesso all’alfabetiz-      lontani o immaginari, per sollecitare rispo-      gio, la fisica, la matemati-
zazione promuove la crescita personale e           ste desiderate da coloro la cui opinione con-     ca, la psicologia (o “teorie
                                                                                                     della mente”) e l’annota-
sociale, e che la capacità delle persone di        ta, e anche per dare ordini e comandi.            zione. Quest’ultima, che
mettere le parole sulla carta ha lastricato la     Prima del loro ingresso a scuola, la maggior      si colloca in una fase in-
strada di forme di ragionamento completa-          parte dei bambini è composta da narratori         termedia tra l’oralità e
mente nuove e altrimenti impossibili [Ol-          discretamente dotati e da avidi annotatori1.      l’alfabetizzazione vera e
                                                                                                     propria, si esplica soprat-
son, 1994]. Gli adulti, i genitori e gli edu-      Entrambe queste competenze evolvono               tutto nell’abilità da parte
                                                                                                                                                              numero 3-2001
                                                                                                                                    TD24

catori restano molto perplessi quando i            congiuntamente. Da un lato, ai bambini            dei bambini di creare di-
bambini discutono la loro passione per i li-       piace essere in contatto con le cose ed in        segni e mappe [N.d.C.].
“Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica

                                                                sintonia con le persone. Amano sentirsi par-      Scenetta 2
                                                                te di un tutto (in francese: en connivence).      D’altra parte, quando gioca con altri bam-
                                                                Dall’altro, i bambini sono anche desiderosi       bini, o con le bambole, una bambina può
                                                                di esplorare il piacere di fare cose in modo      ben piegare alle sue esigenze tutte le regole
                                                                remoto - da lontano o per usi successivi. In      e le convenzioni della conversazione a tavo-
                                                                età prescolare iniziano a scarabocchiare pri-     la ed esplorare il potere performativo delle
                                                                ma di saper scrivere e declamano prima di         parole. La bambina ora chiede ai suoi com-
                                                                saper leggere. Sono affascinati dalle tracce e    pagni di gioco di cadere a terra quando lei li
                                                                dalle piste, e appongono i loro segni su          dichiara morti, di obbedire servilmente
                                                                qualsiasi supporto che registri il loro pas-      quando dà ordini, arrendendosi al suo desi-
                                                                saggio. Successivamente, i bambini svilup-        derio di onnipotenza.
                                                                pano le loro teorie su quali segni siano pa-
                                                                role, disegni o digitazioni [Ferreiro, 1988].     Scenetta 3
                                                                Gli impegni dei bambini nelle transazioni         I racconti della buonanotte offrono uno
                                                                dialogiche sono molteplici e vari. Dalle con-     scenario dialogico ancora diverso: un mo-
                                                                versazioni a tavola, a quelle con compagni        mento molto speciale quando i bambini,
                                                                immaginari, ai rituali della narrazione o let-    comodamente sistemati in grembo alla ma-
                                                                tura di storie della buonanotte, ai giochi di     dre, sono guidati verso mondi immaginari
                                                                ruolo e di finzione con bambole ed altri          attraverso una combinazione di suoni, della
                                                                bambini. Ogni contesto ha le sue regole e         voce della madre, di frammenti di mondo su
                                                                vincoli e offre occasioni uniche per esplora-     una pagina e di immagini. È qui che i bam-
                                                                re il potere della lingua parlata. Ogni conte-    bini imparano a declamare i testi che anco-
                                                                sto richiede il suo livello di impegno e fidu-    ra non possono leggere ed a usare parole e
                                                                cia che le parole, dette o scritte, saranno       immagini dei libri come serbatoi di luoghi
                                                                davvero ascoltate ed usate per evocare l’i-       per le storie che essi custodiscono. Questo è
                                                                neffabile, e per sollecitare dagli interlocuto-   quando i bambini di tre anni insistono: ora
                                                                ri le risposte desiderate, vere o finte. Con-     “leggo” io a te, e iniziano ad improvvisare
                                                                sentitemi di darvi qualche esempio in forma       seguendo il testo sul libro con il dito. Sono
                                                                di scenette.                                      affascinati dalla finta lettura.

                                                                Scenetta 1                                        Scenetta 4
                                                                Per un bambino partecipare ad una conver-         Nello stesso periodo, la maggior parte dei
                                                                sazione a tavola richiede imparare una serie      bambini si cimenta anche nella simulazione
                                                                di regole che governano chi prende la paro-       della scrittura e, come già detto, sono sem-
                                                                la, chi propone un argomento, che tipo di         pre più affascinati dalle tracce che si lasciano
                                                                gestualità può o non può essere usata, chi        dietro. Ogni occasione è buona per scara-
                                                                può interrompere chi, chi ha l’ultima paro-       bocchiare. La loro produzione assomiglia a
                                                                la, dove può essere appropriato usare e-          matasse di linee curve ed arricciate che nel-
                                                                spressioni gergali.                               la loro testa corrispondono a lettere, parole,
                                                                                                                  numeri o frasi. “Non vedi,” dicono, questo
 50                                                                                                               (il mio scarabocchio) dice: “il gatto”. Non
                                                                                                                  rappresenta il gatto, dice: “ il gatto” [Kar-
                                                                                                                  miloff-Smith, 1992]. I bambini non sono
                                                                                                                  sciocchi: conoscono la differenza fra una
                                                                                                                  parola ed un’immagine. Ciò non significa
                                                                                                                  che noi adulti saremo in grado di spiegare la
                                                                                                                  differenza o che essi non useranno le due
                                                                                                                  cose, la parola e l’immagine, una accanto al-
                                                                                                                  l’altra, per aumentare questo potere espres-
                                                                                                                  sivo.

                                                                                                                  Scenetta 5
                                                                                                                  Più avanti, a partire dall’età di quattro anni
                                                                                                                  circa, i bambini iniziano a scrivere liste del-
                                                                                                                  la spesa, lettere agli amici, usando fram-
                                                                                                                  menti onomatopeici di scarabocchi. Gli
                                                                                                                  studi di Ferreiro e Taberosky dimostrano
                                            numero 3-2001
TD24

                                                                                                                  che questa “scrittura che precede le lettere”
                                                                                                                  (in francese: l’écriture avant la lettre) si ba-
sano veramente su dei principi, almeno per         chiesto di produrre o decifrare un testo fuo-

                                                                                                                                     “Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica
coloro che sono in grado di decifrarli [Fer-       ri dal contesto.
reiro e Teberosky, 1982]. Ancora più avan-         In senso stretto, si potrebbe dire che un te-
ti, a partire dai sei anni, i bambini passano      sto è un brano di stampa o una fetta di di-
alla “ortografia inventata”. Ancora una vol-       scorso congelato nel tempo e nello spazio, e
ta queste produzioni possono essere diffici-       largamente isolato rispetto ai suoi usi. Da
li da decifrare per un pubblico non allena-        un punto di vista più ampio, tuttavia, un te-
to, ma costituiscono una convenzione le-           sto è sempre radicato in un contesto dialo-
gittima nella misura in cui sono capiti da         gico. Quindi, imparare a leggere e a scrive-
parte di un pubblico mirato di “lettori”. Si       re implica la consapevolezza di che cosa sia
noti che soltanto quando i bambini sono            la lettura, di che cosa sia fatto un testo e a
veramente interessati a rivolgere i loro mes-      che cosa serva. Chi produce i testi e per chi.
saggi a un pubblico più vasto essi vogliono
fortemente impegnarsi nel gioco del raffor-        L’ALFABETIZZAZIONE OLTRE LA
zamento delle convenzioni [Freinet,                STAMPA: STRUMENTI DIGITALI E
1969]2.                                            SCRITTURA DIALOGICA
                                                   Il passaggio dalla lingua parlata a quella
Alfabetizzazione scolastica                        scritta può essere molto difficile, non solo
Che cosa succede, quindi, a molti di questi        per quei bambini cresciuti in un ambiente a
bambini quando vengono attirati nel modo           tradizione prevalentemente orale, ma anche
più difficile nel mondo dei caratteri stampa-      per i nostri bambini “digitali” che fanno lo
ti, la traccia silenziosa ed inerte del loro di-   zapping, navigano in Rete, conversano al
scorrere voluttuoso o dei loro scarabocchi         telefono, chiacchierano online con i loro a-
giocosi avulsi da un qualsiasi contesto dialo-     mici di rete virtuali (geograficamente di-
gico? Bene, il passaggio può essere repenti-       stanti). Il racconto di storie basate su testo
no e, contrariamente a quanto di solito si         e i giochi di ruolo, così come gli ambienti
crede, può essere particolarmente difficile        che consentono di passare dal testo alla vo-
per i buoni conversatori. Molti bambini,           ce (per esempio, il digitare parole ed avere
che hanno felicemente imparato a radicare          suoni in risposta), o l’uso della scrittura per
le parole nel discorso e nella sua buona riu-      digitare comandi (per esempio, per monito-
scita, a modularlo a seconda del pubblico, si      rare o insegnare a una “tartaruga” digitale),
sentono improvvisamente smarriti. La loro          potrebbero dare un forte contributo al ri-
capacità di esprimersi in “cento linguaggi”,       sveglio dei bambini all’alfabetizzazione.
utilizzando il mezzo che meglio cattura le         Nel seguito elencherò alcune nuove forme
loro idee, non serve più. Per dirla con Ste-       di alfabetizzazione che emergono dall’inte-
venson, “passare dall’ascolto della letteratu-     resse spontaneo, e dalla dimestichezza cre-
ra alla sua lettura implica un’iniziativa forte    scente, dei bambini per le tecnologie digita-
e pericolosa (…). Coloro che un tempo ci           li. Queste alfabetizzazioni, riferite al discor-
leggevano i libri ad alta voce usavano il loro     so scritto o scrittura dialogica, sono degli i-
personale registro quando ci leggevano le          bridi. La loro caratteristica è quella di ripor-
storie della nostra infanzia. Quando, invece,      tare il testo al contesto, gli enunciati agli at-                               51
siamo in grado di leggere, dobbiamo avvici-        ti linguistici, la parola alla voce, l’autore al
narci alla stampa silenziosa ed inespressiva       pubblico. Di particolare importanza in que-
da soli” [Donaldson, 1984].                        sta discussione è il concetto di oralità secon-
                                                   daria proposto da Ong secondo il quale “u-
Scenetta 6                                         na nuova forma di oralità si basa sul telefo-
Pensate a che cosa vi è successo quando, la        no, sulla radio, sulla televisione e su altri
prima volta, avete dovuto lasciare un mes-         mezzi elettronici che dipendono, per la lo-
saggio sulla segreteria telefonica di un vo-       ro esistenza e per il loro funzionamento,
stro amico. La vostra voce non fluiva, avete       dalla scrittura e dalla stampa” [Ong, 1982].
dovuto pensare due volte prima di parlare e        Per illustrare questo argomento mi occu-            2
vi siete impappinati. Perché avete incespica-      però di due tipi di ambienti digitali basati        Una presentazione più
                                                                                                       dettagliata della genesi
to? Perché il vostro pubblico se ne era an-        sulla narrazione, tangibili e virtuali, proget-     dell’appropriazione     e
dato. Non c’era nessuno a ricevere il vostro       tati per aiutare i bambini a contestualizzare       dell’uso spontanei da
messaggio. Sapevate che il vostro amico a-         la scrittura mentre, allo stesso tempo, con-        parte del bambino della
vrebbe avuto il messaggio più tardi, ma ciò        sentono loro di registrare e/o tener traccia        scrittura e delle annota-
                                                                                                       zioni si trova in [Acker-
non vi aiutava. È facile immaginare, alla lu-      di un discorso, ed elaborare elementi di una        mann, 1990; Acker-
                                                                                                                                                             numero 3-2001
                                                                                                                                   TD24

ce di questo piccolo esempio, che cosa può         storia orale o scritta (costruire sequenze li-      mann, 1992; Acker-
succedere a un bambino quando gli viene            neari di pezzi di storia riordinabili).             mann, 1993].
“Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica

                                                                                               Risultati preliminari:                              Mondi virtuali: uso della Rete,
                                                                                               esplorazioni ed exploratoria                        partecipazione a MUD e gioco
                                                                                               Le ricerche condotte in [Bruckman, 1999;            con pupazzi elettronici
                                                                                               Umaschi, 1996; Umaschi et al, 1988; A-              La posta elettronica ed altri servizi di “mes-
                                                                                               nanny, 2001; Montemayor et al, 2000] e              saggistica” online consentono ai bambini
                                                                                               altri portano argomenti a favore dell’idea          più grandi (dai sette anni) di partecipare a
                                                                                               che gli ambienti basati su testo o testo/vo-        comunità virtuali. I partecipanti possono
                                                                                               ce per chiacchierare a distanza, raccontare         mandare e ricevere messaggi usando editori
                                                                                               storie e fare giochi di ruolo forniscono mo-        di testi che consentono di comporre/pro-
                                                                                               di nuovi per integrare la lingua parlata con        durre sullo schermo e di spostare testi attra-
                                                                                               quella scritta o, secondo Ong, l’oralità con        verso le funzioni di taglia e incolla, riconfi-
                                                                                               l’alfabetizzazione [Ong, 1982]. E lo realiz-        gurazione e risistemazione di testi. I bambi-
                                                                                               zano ricollegando gli autori ai loro interlo-       ni possono anche inviare immagini, suoni e
                                                                                               cutori, riportando il pubblico sul luogo            costruirne combinazioni. L’uso della Rete a
                                                                                               della trama.                                        scuola è spesso un modo per aiutare i bam-
                                                                                               Le mie esplorazioni nella storia dei materia-       bini a cui piace essere “connessi” ad impe-
                                                                                               li scolastici creativi suggeriscono anche che       gnarsi nella scrittura.
                                                                                               molte innovazioni tecnologiche ed educati-          Negli ambienti sociali virtuali, o MUD, i
                                                                                               ve, proposte molto tempo fa dall’allora e-          partecipanti si impegnano in giochi di ruo-
                                                                                               mergente movimento per l’alfabetizzazio-            lo anonimi, interpretando più personaggi,
                                                                                               ne, sono in sintonia con i risultati più re-        indossando maschere diverse, esplorando a-
                                                                                               centi. Tutti sembrano indicare che l’oralità        spetti di se stessi altrimenti sconosciuti. La
                                                                                               secondaria può essere realmente un ponte, e         particolarità dei MUD, rispetto ad altri gio-
                                                                                               non una barriera, nel risveglio dei bambini         chi di ruolo, risiede nell’intricata connessio-
                                                                                               all’alfabetizzazione. Ibridi quali gli audioli-     ne fra gli utenti ed i loro avatar o abitanti
                                                                                               bri di storie, i libri di grandi dimensioni e al-   virtuali e nell’immediatezza e imprevedibi-
                                                                                               tre tecniche possono predatare la rivoluzio-        lità delle risposte di altri giocatori alla com-
                                                                                               ne digitale, contribuendo tuttavia a inserire       parsa virtuale di qualcuno. Uniti ai loro ava-
                                                                                               il testo in un contesto dialogico.                  tar come il burattinaio ai suoi burattini, i
                                                                                                                                                   giocatori agiscono e sentono attraverso di
                                                                                               Giocattoli tangibili:                               loro. Gli avatar sono sia costruiti che porta-
                                                                                               Narratori di storie, Costruttori di storie,         ti alla vita dal burattinaio. I giocatori posso-
                                                                                               Scrittori di storie, Lettori di storie              no interpretare diversi personaggi e lanciar-
                                                                                               Per un buon esito della comunicazione, sia          si in ambienti diversi allo stesso tempo. L’a-
                                                                                               che si tratti di linguaggio orale o scritto, i      bilità delle persone di rappresentare più per-
                                                                                               bambini devono acquisire la capacità di met-        sonaggi non è una cosa nuova in sé ed ha i
                                                                                               tere in sequenza gli elementi di una storia in      suoi equivalenti off-line nello psicodramma
                                                                                               modo lineare e coerente [Ananny, 2001]. A           e nel gioco di ruolo in presenza degli adul-
                                                                                               sua volta, ciò richiede spazi di elaborazione       ti. Quel che cambia nell’ambiente virtuale è
                                                                                               (terreni di gioco) nei quali i bambini possa-       l’ubiquità delle autoapparizioni. È come
 52                                                                                            no trastullarsi con gli elementi della storia,      partecipare a due balli in maschera allo stes-
                                                                                               combinandoli e ricombinandoli finché non            so tempo o portare avanti due conversazio-
                                                                                               formino configurazioni (o sequenze) signifi-        ni contemporaneamente. Anch’io penso,
                                                                                               cative. Per i bambini più piccoli, tra i fram-      assieme a Turkle, che gli ambienti sociali
                                                                                               menti di storie disponibili sono da preferire       virtuali basati su testo, vari tipi di MUD ar-
                                                                                               quelli tangibili perché ne facilitano il riposi-    ricchiti, possano essere usati per aiutare i
                                                                                               zionamento (manipolazione facile) e quelli          bambini più grandi ad impegnarsi in forme
                                                                3                              digitali perché dotati di una maggiore re-          ludiche di scrittura dialogica con giocatori
                                                                “Emotrons” è il termine
                                                                usato da Amy Bruckman          sponsività (feedback immediato e affidabi-          lontani e mascherati.
                                                                come sinonimo di “emo-         le). I narratori/costruttori/ascoltatori/let-
                                                                ticons”. Gli emoticons,        tori di storie tangibili possono aiutare i bam-     MOOSE Crossing
                                                                detti anche faccine, sono      bini più piccoli, dai tre anni in su, a creare ed   Si tratta di un MUD basato su testo creato
                                                                segni grafici creati con i
                                                                caratteri della tastiera che   organizzare eventi narrativi racchiusi in           da Amy Bruckman nel quale i bambini pos-
                                                                servono a comunicare           blocchi di costruzione tangibili, quali, ad e-      sono conversare, scambiarsi gesti ed espri-
                                                                nelle chat o nella posta e-    sempio, tessere, immagini e carte digitali.         mere emozioni in tempo reale. I bambini
                                                                lettronica l’espressione e     Questi sono due buoni esempi di Giocattoli          descrivono luoghi usando le parole. Usano
                                                                lo stato d’animo di chi
                                                                scrive. Vanno letti incli-
                                                                                               Racconta Storie tangibili: Tell-Tale [Annany,       convenzioni tipografiche come gli emo-
                                            numero 3-2001
TD24

                                                                nando di 90° la testa a si-    2001] e PETS - Personal Electronic Teller of        trons3 al posto dei gesti fisici e delle espres-
                                                                nistra [N.d.C.].               Stories [Montemayor et al, 2000].                   sioni del volto, usano particelle espletive o-
nomatopeiche e spesso ignorano gli errori          Creano personaggi che possono rappresen-

                                                                                                                                       “Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica
di ortografia4. In Moose Crossing [Bruck-          tare aspetti di loro stessi che vogliono con-
man, 1999] le parole ed i programmi sono           trollare – come se fossero altro da sé.
intimamente connessi. Le parole sono usate         L’importanza della voce: ai bambini gene-
sia per descrivere le cose che come comandi        ralmente piaceva ascoltare le loro storie let-
per dare l’avvio ad eventi interessanti. Le        te dalle diverse voci testo-parlato del com-
parole qui sono usate come chiavi per dare         puter. Ancor più che nelle scuole, alcuni pa-
il via ad azioni ed eventi. Le esperienze dei      zienti in ospedale che volevano parlare in
bambini con MOOSE Crossing avvengono               prima persona chiedevano di poter registra-
all’interno di una rete di relazioni sociali. La   re le storie con la loro voce.
loro scrittura è multi-autore ed effimera, u-
na stringa di comandi verbali per trasforma-       CONCLUSIONI
re il mondo. Tutto avviene sul posto.              Diversamente dalla parola scritta sulla carta,
                                                   il testo digitale è configurabile e riciclabile,
SAGE, uno scrittore/narratore di storie            ed ha l’effetto collaterale di rompere forte-
con pupazzi elettronici                            mente la distinzione classica fra lettore e
Progettato da Marina Umaschi Bers e Justi-         scrittore. I lettori/scrittori possono facil-
ne Cassell presso il Media Lab, SAGE [U-           mente aggiungere, cancellare, incorporare
maschi, 1996] è una sorta di teatrino digi-        scarabocchi testuali come parte del testo,
tale di pupazzi in cui i bambini sono gli uti-     rieditare, risistemare paragrafi. I testi digita-
lizzatori, nonché i progettisti dei narratori      li, in questo senso, sono costruiti come un
di storie. Attraverso una combinazione di          patchwork o un montaggio. Non si deve
testo e parlato, interagiscono con i perso-        cominciare da zero in quanto si possono as-
naggi esistenti (con il loro repertorio di sto-    semblare pezzi e frammenti. Come dice be-
rie). Possono anche creare i loro personag-        ne Lanham, “il lettore interattivo del mon-
gi. Per poter creare un narratore di storie        do elettronico incarna il lettore responsivo a
credibile i bambini hanno bisogno di situa-        cui attribuiamo tanta importanza”
re il personaggio in un contesto, di proget-       [Lanham, 1993].
tare che cosa dirà, di fornire un po’ di infor-    I testi digitali consentono anche di proces-
mazioni per la conoscenza del personaggio,         sare le parole e le immagini in modo simul-
di creare la struttura di base della conversa-     taneo, cosa che aiuta i bambini ad esprimer-
zione e di fissare le condizioni nelle quali       si nei loro cento linguaggi. Ancor più im-
avverrà lo scambio di storie. Uno dei perso-       portante, il testo digitale permette a generi
naggi di SAGE è un coniglio di peluche che         di scrittura completamente nuovi di emer-
vive fuori dallo schermo.                          gere. Lo scrivere diventa informale, multi-
Uno studio pilota con SAGE condotto da             autore e dai molteplici fili. Consentendo a-
Marina e da me in un ospedale pediatrico           gli utenti di incarnare più voci, la cyberscrit-
[Umaschi et al, 1998] ci ha consentito di          tura ripristina la possibilità del multidialo-
raggruppare i lavori dei bambini in tre cate-      go.
gorie, a seconda di “quale personaggio il          Ciò detto, il digitale da solo non è una ga-        4
narratore sceglieva di impersonare” o “di          ranzia di rafforzamento della lettura, della        Si noti che, mentre molti     53
incorporare in altri personaggi”, cioè “qua-       scrittura e del pensiero creativo e critico del     adulti deplorano la cre-
                                                                                                       scente indifferenza dei
le atteggiamento nel mondo assume il nar-          bambino. Può solo fornire nuove occasioni           giovani per gli errori di
ratore”. Queste caratteristiche sembravano         per esplorare la strada accidentata che porta       ortografia, i bambini og-
variare a seconda dell’atteggiamento men-          dalla lingua parlata a quella scritta e colma-      gi imparano l’ortografia
tale e delle condizioni di salute dei bambini.     re, con strumenti innovativi, il divario fra        in molti modi. Come
Nella modalità diretta i bambini usano la          testo e contesto, autore e pubblico, parole,        molti di noi, essi usano il
                                                                                                       controllo ortografico del
descrizione in prima persona e vogliono che        immagini e suoni.                                   computer nella modalità
il coniglio risponda con la loro voce. Il co-                                                          “controllo ortografico
niglio li rappresenta attraverso il racconto al     (traduzione a cura di Giovanna Caviglione)         durante la digitazione” di
mondo delle loro storie. Nella modalità me-                                                            modo che mentre scrivo-
diata i bambini incorporano aspetti di se                                                              no le parole scorrette
                                                                                                       vengono sottolineate. A
stessi in un altro personaggio. Usano de-                                                              volte trovano da soli l’or-
scrizioni in seconda persona e favoriscono                                                             tografia giusta. A volte
l’uso di voci anonime sintetizzate per rap-                                                            devono controllarla. Il
presentare la “sua” narrazione. Poi interagi-                                                          più delle volte imparano
                                                                                                       qualcosa, e con poco
scono con lui. Nella modalità differita i                                                              sforzo, attraverso il sem-
                                                                                                                                                               numero 3-2001
                                                                                                                                     TD24

bambini diventano commediografi o coreo-                                                               plice uso del controllo
grafi di un’interazione fra due personaggi.                                                            ortografico.
“Bambini digitali”, strumenti narrativi, scrittura dialogica

                                                                                                          riferimenti bibliografici
                                                                Ackermann E. (1990),           Bruckman A. (1999),             Freinet C. (1969), Pour       Ong W. (1982), Orality
                                                                Comment apprendre à li-        MOOSE Crossing: Con-            l’école du peuple: Guide      and literacy, Routledge,
                                                                re si personne ne lit au-      struction, community, and       pratique pour l’organisa-     New York.
                                                                tour de vous?, in Entre-       learning in a networked         tion matérielle, technique
                                                                tiens Nathan pour la Lec-      virtual world for kids, PhD     et pédagogique de l’eco-      Sinclair H. (ed) (1988),
                                                                ture (1), Editions Nathan,     Dissertation, The MIT Me-       le populaire, François        La production de nota-
                                                                Paris, pp. 237-248.            dia Laboratory, Cambrid-        Maspéro, Paris.               tions chez le jeune enfant:
                                                                                               ge, MA, http://www.me-                                        Langage, nombre, ryth-
                                                                Ackermann E. (1992),           dia.mit.edu/~asb/MOO            Karmiloff-Smith       A.      mes et melodies, Puf, Pa-
                                                                Pour une Réappropria-          SE-crossing.                    (1992), Beyond Modula-        ris.
                                                                tion de l’Ecrit: Le “Emer-                                     rity: A Developmental
                                                                ging Literacy Mouve-           Bruner J. (1984), Langua-       Perspective on Cognitive      Strickland D., Mandel
                                                                ment” aux USA, in Cohen        ge, mind, and reading, in       Science, MIT Press, Cam-      Morrow L. (eds) (1989),
                                                                R. (ed), Quand l’Ordina-       Goelman H., Oberg A. e          bridge, MA.                   Emerging Literacy: Young
                                                                teur Parle... Utilisation de   Smith F. (eds), Awakening                                     children learn to read
                                                                la Synthèse Vocale dans        to literacy, Heinemann E-       Lanham R. (1993), The E-      and write, International
                                                                l’Apprentissage et le Per-     ducational         Books,       lectronic Word: Demo-         Reading     Association,
                                                                fectionnement de la Lan-       Oxford, cap. 15, pp.            cracy, Technology, and        Newark, Delaware.
                                                                gue Ecrite, Puf, Paris, pp.    193-201.                        the Arts, University of
                                                                175-187.                                                       Chicago Press, Chicago,       Teale W., Sulzby E.
                                                                                               Donaldson M. (1984),            London.                       (1989), Emergent lite-
                                                                Ackermann E. (1993),           Speech and writing and                                        racy: New perspectives,
                                                                Systèmes de notations          modes of learning, in           Lankshear C. (1997),          in Strickland D. e Mandel
                                                                chez l’enfant: Leur place      Goelman H., Oberg A. e          Changing Literacies, O-       Morrow L. (eds), Emer-
                                                                dans la genèse de l’écrit,     Smith F. (eds), Awakening       pen University Press,         ging Literacy: Young Chil-
                                                                in Entretiens Nathan (3):      to literacy, Heinemann E-       Buckingham,       Phila-      dren learn to read and w-
                                                                Parole, Ecrit, Image, Edi-     ducational         Books,       delphia.                      rite, International Rea-
                                                                tions Nathan, Paris, pp.       Oxford, cap. 13, pp.                                          ding          Association,
                                                                51-69.                         174-185.                        Luke A. (1993), The So-       Newark, Delaware.
                                                                                                                               cial Construction of Lite-
                                                                Ananny M. (2001), Tel-         Edwards C., Gandini L.,         racy in the Primary           Umaschi M. (1996), SA-
                                                                ling Tales: Supporting         Forman G. (eds) (1995), I       School, Macmillan Edu-        GE Storytellers: Learning
                                                                written literacy with          cento linguaggi dei bam-        cation, Melbourne, Au-        about Identity, Language
                                                                computational toys, Un-        bini. L’approccio di Reg-       stralia.                      and Technology, in Pro-
                                                                published Master Thesis,       gio Emilia all’educazione                                     ceedings ICLS ‘96, AA-
                                                                The MIT Media Labora-          dell’infanzia, Edizioni Ju-     Montemayor J., Druin A.,      CE,      pp.    526-531,
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                                                                                                                               A Personal Electronic Tel-    .edu/~marinau/ICLS96.
                                                                Archinto F (2001), Gioco       Ferreiro E. (1988), L’écri-     ler of Stories, in Druin A.   html
                                                                simbolico e competenze         ture avant la lettre, in Sin-   e Hendler J. (eds), Robots
                                                                narrative: similitudini e      clair H. (ed), La produc-       for Kids, Morgan Kauf-        Umaschi M., Ackermann
                                                                differenze, TD - Tecnolo-      tion de notations chez le       mann Publishers, An Im-       E., Cassell J., Donegan
                                                                gie Didattiche, n. 24,         jeune enfant: Language,         print of Academic Press,      B., Gonzales J., Demaso
                                                                2001, pp. 42-47.               nombre, rythmes et melo-        New York, Boston, San         D., Strohecker C., Lualdi
                                                                                               dies, Puf, Paris, cap. 1,       Francisco, cap. 3, pp.        S., Bromley D., Karlin J.
                                                                Bettelheim B., Zelan K         pp. 18-70.                      73-107.                       (1998), Interactive Story-
                                                                (1982), On learning to                                                                       telling Environments: Co-
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                                                                read: The child’s fascina-     Ferreiro E., Teberosky A.       Olson D. (1994), The          ping with Cardiac Illness
                                                                tion with meaning, First       (1982), Literacy Before         world on paper, Cam-          at Boston’s Children’s Ho-
                                                                Vintage Books, Random          Schooling, Heineman,            bridge University Press,      spital, in CHI 98 Procee-
                                                                house, Inc., New York,         New Hampshire, UK.              London.                       dings, pp. 593-610.
                                                                Toronto.

                                                                                                               letture consigliate
                                                                Bakhtin M. M. (1981),          Goelman H., Oberg A.,           Piaget J. (1962), Play,
                                                                The dialogic imagina-          Smith F. (eds) (1984),          Dreams, and Imitation in
                                                                tion, University of Texas      Awakening to literacy,          Childhood, W. W. Nor-
                                            numero 3-2001
TD24

                                                                Press, Austin, TX.             Heinemann Educational           ton and Company, New
                                                                                               Books, Oxford, UK.              York.
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