MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO 2011

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MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO 2011

Agenzie di rating in agguato pronte a declassare l’affidabilità finanziaria del nostro Paese;
l’impegno con l’Europa a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014; la Grecia a
rischio default che potrebbe trascinare con sé molte altre economie, la nostra tra le prime;
la difficoltà prima ad affrontare la crisi economica e poi adesso ad uscirne; una situazione
di grave insufficienza sul fronte dello sviluppo e della crescita, con riflessi sociali assai
evidenti su larghi strati della popolazione; l’emersione di un sistema di affarismo nella
politica e con la politica come mai era accaduto prima; i contrasti all’interno della
maggioranza di Governo che ne limitano fortemente l’operatività; l’avvio di un nuovo
percorso del Paese reale in contrasto con un sistema politico e di governo incapace di
rappresentare gli interessi degli italiani.

Tutto ciò, e molto altro ancora, fa da sfondo ad una situazione assai complicata per il
nostro Paese, in cui si pone la necessità di fare una manovra di grande portata strategica
e di rilancio non solo per mantenere gli impegni con l’Europa, non solo per evitare che
l’Italia, con la sua fragilità acclarata, sia presa di mira dai mercati internazionali e dalla
speculazione e finisca per fare la fine della Grecia, ma anche perché abbiamo bisogno,
dopo qualche anno di assoluto immobilismo, di dare una sferzata alla nostra economia e
riavvicinarci agli altri Paesi europei con cui fino a poco tempo fa eravamo concorrenti.

Di fronte a tutto questo il Governo che fa?

Il Governo ha pensato giustamente che la difficile situazione vada affrontata con una
Manovra molto importante dal punto di vista delle cifre: 47 Miliardi di euro nel periodo
2011-2014.

Alcuni la giudicano ancora insufficiente, ma il punto non sta lì.

Il fatto è che gli impegni finanziari nei quattro anni in cui si svolge la Manovra si
concentrano quasi completamente nel 2013-2014.

Ormai tutti gli osservatori, anche quelli più vicini alla maggioranza di Governo, non
riescono a nascondere che dietro a questa scelta c’è un chiaro calcolo elettorale: nel 2013
ci saranno le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento ed il Governo è consapevole
che, essendo già in caduta di consensi - come hanno dimostrato le recenti elezioni e i
successivi referendum -, far sentire ai cittadini gli effetti di una manovra lacrime e sangue
dopo che per anni si è detto che tutto andava bene e che “non si sarebbero messe le mani
nelle tasche degli italiani” avrebbe comportato il definitivo e irrecuperabile allontanamento
della base elettorale di centro-destra dai partiti di governo.
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Fin qui tutto potrebbe anche essere plausibile se un tale percorso fosse conciliabile con il
raggiungimento degli obiettivi della Manovra, pur se un Governo, dal momento che è al
servizio del Paese, dovrebbe occuparsi solo di lavorare al meglio per conseguire i risultati
il prima possibile nell’interesse della cittadinanza, specie quando si è in situazione di
emergenza.

Ma il fatto è che, al di là dei contenuti – di cui diamo sotto un primo giudizio di merito -, la
scelta di dilazionare in tale maniera le cifre della Manovra, unitamente all’incertezza
dell’entità complessiva delle stesse cifre nel coprire le necessità finanziarie, intacca - e
come! - gli interessi dell’Italia:

1° - L’Italia sta in bilico, e sono necessari segna li forti immediati per rasserenare i mercati
e gli operatori nazionali ed internazionali.
2° - La situazione di grave precarietà interna rich iederebbe un grosso sforzo adesso per
andare al di là della misera crescita dello 0,9% annuo e rispondere alle aspettative di
larghe fasce di popolazione a disagio economico.
3° - Il pareggio di bilancio deve essere raggiunto nel 2014, per cui pare alquanto difficile
che le misure contenute nella consistente parte di manovra relativa al 2013-2014
ottengano un effetto certo e immediato ai fini del pareggio di bilancio.

IL Governo ha, in sostanza, messo in pratica la famosa frase “armiamoci e partite” riferita
a Mussolini, mettendo sul piatto una massa imponente di interventi poco graditi agli
elettori, ma dando poi la responsabilità al nuovo Governo che si dovrebbe costituire nel
2013 di metterci la faccia. Salvo poi considerare il fatto che il nuovo Governo avrebbe la
possibilità e il diritto di non mangiare la minestra cucinata dal suo predecessore, e quindi
di adottare provvedimenti diversi, o non adottarli affatto, con conseguenze facilmente
immaginabili sul piano della stabilità dell’Italia e dell’immagine a livello internazionale che
deve dare ai mercati.

I contenuti della Manovra
La Manovra finanziaria si compone di un decreto-legge molto complesso e variegato, che
tocca diversi comparti statali con tagli, razionalizzazioni della spesa e maggiori entrate, e
di un disegno di legge-delega per la riforma fiscale ed assistenziale.

Se qualcuno si aspettava la soppressione delle province e dei tanti enti inutili sparsi per la
penisola, un immediato decurtamento delle indennità e dei vitalizi dei parlamentari o un
deciso taglio al finanziamento pubblico dei partiti, resterà deluso.

C’è qualcosa riguardo alla riduzione di costi della politica, ma anche questo senza alcuna
fretta.

Riguardo alle altre misure contenute nella bozza di decreto-legge, la parte del leone la
fanno ancora i tagli alle spese di carattere sociale, con l’introduzione di vecchi e nuovi
tickets sanitari, con il taglio dei fondi per la sanità, con ulteriori tagli agli Enti locali, con
pesanti interventi sull’età pensionabile e sulle rivalutazioni delle pensioni. Da queste
misure dovrebbero derivare risparmi di spesa per 17-18 Miliardi di euro, ben oltre un terzo
del totale della Manovra, e senza considerare gli effetti dell’innalzamento graduale dell’età

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pensionabile delle donne del settore privato, che si produrranno dal 2020 in poi, e senza
considerare le razionalizzazioni sull’assistenza.

Ci sono poi i soliti tagli agli apparati statali e alla scuola, qualche intervento di
semplificazione per le imprese, qualche sporadica norma per il lavoro, qualche
liberalizzazione di poco conto, qualche incentivo alle imprese di capitale.

All’ultima ora era stata introdotta la norma personalizzata per il Premier Berlusconi – poi
ritirata in fretta e furia dopo le osservazioni del Capo dello Stato - che modificava il Codice
Civile per consentire alla Fininvest di evitare gli effetti della sentenza di secondo grado nel
processo civile intentato dalla CIR di De Benedetti per l’indennizzo del danno subito a
causa della corruzione da parte della stessa Fininvest del giudice che doveva decidere
sulla questione Mondadori. Nel testo definitivo sembra ci sia anche il taglio alle
agevolazioni per le fonti rinnovabili di energia.

Nel disegno di legge che attribuisce al Governo la delega per la riforma fiscale e
assistenziale sono indicati i principi generali e gli ambiti su cui il Governo è autorizzato,
successivamente, a legiferare con propri decreti legislativi. I tempi per l’operatività delle
norme previste sono ovviamente molto lunghi (il Governo ha due anni per emanarli).

La riforma fiscale prevede non solo la riduzione dell’IRPEF a tre sole aliquote, ma anche
l’abbattimento graduale dell’IRAP. In compenso dovrebbe aumentare, seppur
gradualmente, l’IVA e sarebbe istituita una tassa sulle rendite finanziarie.

Riguardo agli interventi il riordino della spesa in materia sociale, i decreti legislativi del
Governo saranno finalizzati ad apportare significative modifiche ai criteri per l’accesso alle
prestazioni socio assistenziali in favore dei soggetti bisognosi.

Un quadro riassuntivo dei contenuti della Manovra e del disegno di legge-delega è
riportato in appendice (testi conosciuti prima delle svolgimento della riunione di Direzione).

Un primo giudizio
Nella situazione di estrema difficoltà in cui si trova l’Italia, che peraltro il Governo ha
sempre cercato di minimizzare, è necessaria una manovra consistente che punti
decisamente alla crescita del Prodotto interno lordo, che oggi da noi viaggia al ritmo
dell’1% annuo (nel 2011 anche meno), mentre altre economie europee crescono
tre/quattro volte di più, e bisogna contemporaneamente razionalizzare la spesa e cercare
di arginare l’aumento del debito pubblico tenendo i conti sotto controllo. In aggiunta,
occorre prevedere misure di sostenibilità sociale e di redistribuziobne del reddito, senza le
quali è impensabile ipotizzare uno sviluppo robusto, armonico e duraturo.

A questo proposito è molto significativo il documento del Centro Studi della CNA, di norma
assai prudente, il quale afferma che, per effetto della crisi economica, il Prodotto interno
lordo pro-capite si è ridotto in Italia, rispetto al 2008, di 1.700 euro in standard parità di
potere di acquisto. Vale a dire la più alta riduzione in Europa se si eccettuano Grecia e
Irlanda.

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Un primo esame dei contenuti della Manovra predisposta dal Governo Berlusconi (bozza
presentata in Consiglio dei Ministri) consente di svolgere alcune riflessioni ed esprimere
un giudizio.

Innanzitutto, la scelta di rinviare, per motivi elettorali, di un paio di anni il cuore e la
sostanza della manovra già condiziona negativamente il nostro giudizio, in quanto la priva
della tempestività necessaria, ne rende incerto il futuro e potrebbe fornire alle Agenzie di
rating (Moody’s e Standard & Poor’s), che hanno già messo in osservazione il nostro
Paese, ulteriori motivi per declassare l’Italia, con effetti disastrosi sugli interessi da pagare
sul nostro enorme debito pubblico.

In secondo luogo, va rimarcato che la Manovra non contiene decisive misure per lo
sviluppo, se si eccettuano il pur positivo abbattimento al 5% del “forfait fiscale” per cinque
anni per giovani al di sotto dei 35 anni che decidono di creare un’impresa, la
liberalizzazione del collocamento e poche altre misure per le imprese.

Tale grave carenza, che peraltro fa seguito a tre anni di immobilismo quasi completo sul
fronte dello stimolo all’economia – e il cosiddetto “decreto sviluppo” appena approvato dal
Parlamento non è certamente in grado di produrre gran che come effetti -, rischia, come
un cane che si morde la coda, di compromettere la stessa possibilità di mettere i conti in
ordine, che il Ministro Tremonti si è assunto come impegno prioritario.

In terzo luogo, il giudizio è estremamente negativo sulla decisione di volere ancora una
volta colpire i servizi e lo Stato Sociale in Italia. Il taglio di 9,6 Miliardi ai finanziamenti delle
Regioni e degli Enti locali, che si aggiungono a quelli operati negli scorsi anni,
provocheranno pesanti ripercussioni su servizi fondamentali per i cittadini, ed in modo
particolare per la popolazione anziana. Con il taglio dei servizi e delle prestazioni che molti
Comuni si troveranno costretti a fare, oppure con costi dei servizio maggiorati, oppure
ancora con gli aumenti prevedibili delle imposte locali, saranno i più deboli che
sconteranno gli effetti di una politica liberista scellerata e dovranno sempre più fare da sé
e con risorse proprie negli stati di bisogno, oppure rassegnarsi all’abbandono. Con buona
pace del federalismo fiscale, che, per essere coerente ha bisogno di risorse decentrate e
della fissazione dei livelli essenziali dei servizi e delle prestazioni che debbono essere
assicurati a tutti i cittadini.

Così è anche per la sanità, altro pozzo a cui si attinge abbondantemente per reperire
risorse (5-7 Miliardi di euro). La reintroduzione dei tickets sulle visite specialistiche, sulla
diagnostica e sul pronto soccorso, nonché la possibilità di introdurre nuovi tickets per i
farmaci e per altre prestazioni sanitarie, a cui si accompagna la stretta sui costi standard
che per molte Regioni significherà notevoli difficoltà di bilancio, si risolveranno in una
ulteriore spinta verso la sanità privata e in ulteriori esborsi a carico dei cittadini che hanno
bisogno di cure per salvaguardare la propria salute. Questo è molto più grave che “mettere
le mani nelle tasche dei cittadini”, perché si mettono le mani in tasca dei cittadini che
hanno bisogno!

Riguardo alla materia pensionistica, la Manovra colpisce come prima non era mai
accaduto i pensionati nel diritto di godimento della loro pensione dopo una vita di
contribuzione versata. Questa volta ad essere colpite saranno pensioni relativamente
basse, di circa 1.400 euro mensili, che verranno rivalutate annualmente solo per il 45 per
cento dell’indice calcolato dall’ISTAT, mentre le pensioni superiori a 2.340 euro verranno
interamente private della rivalutazione automatica. Questa misura è tanto più pesante in

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quanto veniamo da anni di perdita del potere di acquisto delle pensioni che ne ha ridotto
consistentemente il valore reale e a adesso ci troviamo anche con l’inflazione che ha
ripreso a correre non lontana dal 3 per cento all’anno.

Come sindacato di pensionati, al di là del fatto che le pensioni dei nostri iscritti sono in
media più basse dei valori di cui sopra, dobbiamo affermare in modo chiaro la nostra
contrarietà a queste misure, che non solo sono in direzione opposta alla nostra principale
rivendicazione di un recupero del potere di acquisto delle pensioni e dell’aggancio di esse
alla dinamica salariale, ma demoliscono il principio valido per tutti secondo il quale la
pensione rappresenta il corrispettivo di quanto versato nella vita attiva secondo un preciso
contratto che stabilisce la sua misura all’atto del pensionamento, misura che deve essere
goduta integra per tutta l’esistenza dell’anziano.

Meno traumatiche sono le altre misure in materia pensionistica che anticipano di un anno
l’aggancio dell’età pensionabile all’aspettativa di vita ed elevano gradualmente, a partire
dal 2020, l’età di pensione delle donne del settore privato equiparandole a quelle del
settore pubblico. Tuttavia si osserva che le continue modifiche al sistema previdenziale,
che oggi è in equilibrio, generano incertezza e inquietudine in coloro che sono attivi. I
tempi molto dilazionati per adeguare l’età pensionabile delle donne del settore privato
consentirebbero ai nostri governanti – ma si dubita che sarà così – di qualificare i servizi
sociali in funzione del maggiore impegno lavorativo della donna.

Per quanto riguarda altre misure contenute nella Manovra, si segnala con giudizio
negativo la carenza di liberalizzazioni, la scarsità di norme per la riduzione dei costi della
politica e il rinvio, per le poche norme che ci sono, al 2013- 2014, nonché un ulteriore
condono fiscale per controversie di piccola-media portata.

Sulla norma salva-Premier, dobbiamo esprimere una grandissima indignazione per
l’ennesimo tentativo, riuscito altre volte, di assoggettare leggi, procedure consolidate,
interessi generali e particolari, interessi economici, immagine del Paese a livello nazionale
ed internazionale, al volere e all’interesse personale, quasi sempre non solo politico, ma
anche finanziario, come nel caso dell’affare Mondadori, di un unico soggetto, Berlusconi,
che concepisce le Istituzioni e le utilizza esclusivamente per raggiungere i suoi obiettivi.

Sul disegno di legge-delega, si può esprimere solo un giudizio molto limitato, in quanto,
pur contenendo questioni rilevanti per gli anziani (riforma fiscale, revisione
dell’assistenza), essa ha un percorso molto lungo e i principi in essa contenuti sono assai
generici e si prestano a varie interpretazioni, ma soprattutto a campi di azione troppo vasti
(e pericolosi) in sede di esercizio della delega da parte del Governo. La revisione dell’ISE,
ad esempio, può essere orientata sia in senso ampliativo che in quello restrittivo:
dubitiamo che il Governo voglia scegliere la prima strada. E’ da notare, inoltre, l’assenza di
ogni riferimento ai livelli essenziali di assistenza.

Riguardo infine alla parte che detta i principi per la revisione fiscale, il tutto appare più un
esercizio teorico che una chiara scelta verso una decisione che: o comporterebbe il
reperimento di rilevanti risorse (e non sembra che tali finanziamenti siano contenuti nel
disegno di legge); oppure, non essendo precisati gli scaglioni di reddito, cambierebbe
molto per non cambiare nulla nella sostanza o addirittura risolversi solo in favore delle
fasce più abbienti.

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Appendice
    (Sintesi delle misure della Manovra in base ai testi conosciuti il 5 luglio 2011)

Le misure principali previste dalla Manovra (decreto-legge)
Tickets e tagli nella Sanità
Lo stop al pagamento del ticket sanitario sarà valido soltanto fino alla fine dell'anno. Dal
2012 si tornerà a pagare il ticket da 10 euro sulle visite specialistiche e la diagnostica e da
25 sui codici bianchi del pronto soccorso. Dal 2014 torneranno anche i tickets sui farmaci
e il Governo potrà aggiungere e creare nuovi tickets su tutte le prestazioni sanitarie.
Sarà operata una stretta su beni e servizi e risparmi verranno fatti con tetti di spesa,
contenimento del personale, blocco dei contratti fino al 2014, stop al turn over. Il Fondo
Nazionale potrà crescere solo dello 0,5% nel 2013 e dell’1,4% nel 2014.

Aumento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne del settore privato
L'età di pensionamento delle donne subirà un aumento graduale. Da gennaio 2020 il
requisito anagrafico salirà da 60 anni a 60 anni e un mese e poi aumenterà molto
gradualmente per arrivare a 65 anni nel 2032.

Rivalutazione automatica bloccata per le pensioni più alte
In arrivo dal prossimo anno una stretta sulle pensioni più alte con lo stop alla rivalutazione
automatica. La misura si applicherà per il biennio 2012-2013 e sarà totale per i trattamenti
pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS (circa 2.346 euro lordi
mensili), mentre sarà parziale (al 45%) per quelli compresi tra tre (1.407 euro lordi mensili)
e cinque volte il minimo.

Adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita
Verrà anticipata di un anno e scatterà dunque dal 2014, anziché dal 2015, l'aggancio dei
requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione di uomini e donne all'aspettativa di vita
media calcolata dall'ISTAT.

Estinzione processi INPS
Saranno estinti alcuni processi in cui l'INPS è parte in causa e il cui valore non supera i
500 euro. Si tratta dei procedimenti pendenti in primo grado di giudizio al 31 dicembre
2010. La pretesa economica verrà riconosciuta al ricorrente.

Reversibilità ridotta nei matrimoni di interesse tra anziani e giovani
La manovra vuole porre un freno ai matrimoni tra anziani e giovani solo fatti col solo scopo
di far avere la pensione di reversibilità al coniuge più giovane, come nel caso di matrimoni
tra badanti e pensionati. Dal primo gennaio del 2012, la pensione di reversibilità sarà
ridotta del 10% per i matrimoni celebrati quando uno dei due coniugi era ormai ultra
70enne e la differenza di età tra marito e moglie superava i 20 anni.

Tagli a Regioni ed Enti locali
A Regioni ed Enti locali il Governo erogherà minori trasferimenti per 9,7 miliardi, di cui 32,
miliardi nel 2013 e 6,5 miliardi nel 2014. Sono esclusi gli enti virtuosi che hanno rispettato
negli anni precedenti il patto di stabilità, ma non è chiaro quali saranno i criteri per stabilire
quali sono i Comuni virtuosi. Penalizzati gli amministratori che hanno tenuto un
comportamento elusivo del patto di stabilità interno: a loro viene applicata una sanzione
fino a 10 volte l'indennità di carica.

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Forfait fiscale al 5% per le imprese di giovani sotto i 35 anni
Arriva un forfait fiscale al 5% per le imprese gestite da giovani sotto i 35 anni.
L’agevolazione riguarderà anche i cassintegrati e durerà cinque anni.

Energie rinnovabili
Allo scopo di ridurre il costo finale dell'energia per i consumatori e le imprese, a decorrere
dal primo gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque
gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas
naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto
a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010.

Blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione
Viene prorogato di un anno il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, ma
lo stop non scatterà immediatamente (sarà rimandato a un successivo regolamento) e non
riguarderà la Polizia e i Vigili del Fuoco. Congelate le assunzioni anche nelle agenzie
fiscali, negli enti pubblici non economici e in alcuni altri enti come quelli lirici, l'Agenzia
spaziale italiana, il Coni, il Cnel e l'Enac. Si calcola che grazie a questa misura saranno
risparmiati circa 1,5 miliardi di euro.

Congelamento dei contratti statali
Prorogato di un anno (fino al 2014) il congelamento degli aumenti contrattuali per gli
statali.

Visite fiscali ai dipendenti pubblici fin dal primo giorno di assenza
Arriva una stretta sulle assenze di malattia per i dipendenti pubblici. La visita fiscale potrà
essere richiesta "sin dal primo giorno di assenza quando l'assenza si verifica nelle
giornate precedenti o successive a quelle non lavorative".

Tassazione agevolata ai lavoratori per incremento della produttività
Per il 2012 viene stabilita una tassazione agevolata delle somme erogate ai lavoratori del
settore privato se queste sono collegate a incrementi di produttività, qualità, redditività,
innovazione, efficienza organizzativa.

Liberalizzazione del collocamento
Sono autorizzati a svolgere attività di intermediazione per il lavoro le scuole secondarie di
secondo grado, i patronati, le Università, i Comuni, le associazioni di datori di lavoro e i
gestori di siti internet. Si tratta di una vera e propria liberalizzazione del collocamento.

Risparmi sulla scuola
Saranno allargate a tutto il personale le competenze sul sostegno agli alunni disabili.
Parallelamente verranno incrementati i controlli sulle diagnosi che indicano la necessità
del supporto didattico agli alunni con problemi di apprendimento. A livello amministrativo,
saranno accorpate le segreterie delle scuole materne, elementare e medie, mentre gli
istituti più piccoli saranno affidati a presidi temporanei.

Costi della politica
Soltanto dalla prossima legislatura gli stipendi dei politici saranno livellati alla media
europea. La giustificazione ridicola è che si vuole attivare una commissione presieduta dal
presidente dell'ISTAT con i migliori esperti e prendere come riferimento la media dei paesi
dell'area Euro. I tagli non saranno solo a livello nazionale, ma anche provinciale e

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comunale. E’ prevista anche l'election day, che prevede l'accorpamento delle elezioni
nazionali e amministrative, ma non riguarderà i referendum.

Tassa su auto potenti
Arriva il superbollo. La norma prevede un'addizionale annuale erariale della tassa
automobilistica, che interesserà i veicoli con potenza superiore ai 225 kw (circa 301
cavalli). Chi non pagherà riceverà una sanzione pari al 30% del dovuto.

Stretta su auto blu
Arriva la stretta sulle auto blu, che non potranno superare i 1600 c.c. di cilindrata. I voli di
Stato sono riservati solo alle più alte cariche dello Stato.

Sanatoria partite IVA
Arriva una sanatoria per la mancata dichiarazione di cessazione attività. I titolari di partita
IVA che non hanno presentato in tempo la dichiarazione possono regolarizzare la loro
posizione entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto usufruendo di uno sconto sulla
sanzione minima. Le partite IVA dormienti (inattive da 3 anni) vengono cancellate.

IRAP maggiorata per le Banche
E’ previsto uno 0,75% in più di IRAP per le banche e gli intermediari finanziari. Salirà da
40 a 120 euro anche l’imposta di bollo sui dossier titoli. Tutto ciò ovviamente si ritorcerà
contro i risparmiatori.

Sanatoria per liti fiscali sotto i 20mila euro
Prevista una sanatoria per le liti fiscali pendenti al 1 maggio 2011 di valore non superiore a
20mila euro in cui l'Agenzia delle Entrate è parte in causa. La soluzione potrà arrivare con
il pagamento di 150 euro per liti di importo fino a duemila euro. Per importi superiori il
pagamento dovrà essere pari al 10% del valore della lite. La domanda di definizione dovrà
essere presentata entro il 31 marzo 2012. Le liti fiscali che possono essere definite sono
sospese fino al 30 giugno 2012.

IRAP maggiorata per le Banche
E’ previsto uno 0,75% in più di IRAP per le banche e gli intermediari finanziari. Salirà da
40 a 120 euro anche l’imposta di bollo sui dossier titoli. Tutto ciò ovviamente si ritorcerà
contro i risparmiatori.

5 per mille anche alla cultura
Dal 2012 sarà possibile destinare il cinque per mille dell'IRPEF ai beni culturali.

Riscossione coattiva delle quote latte
Nella manovra è previsto che quote latte siano salve dalla riscossione coattiva da parte di
Equitalia. Un regalo alla Lega.

Riqualificazione della spesa dei Ministeri (“spending review”)
Si vuole introdurre la logica dei costi standard alle spese dei ministeri per superare in
prospettiva il meccanismo dei tagli lineari. Si darà inizio ad un ciclo di "spending review"
per definire i fabbisogni standard a cui legare la programmazione di bilancio. Si tratta in
sostanza di operare dei tagli più mirati, da cui sono esclusi il fondo per il finanziamento
ordinario delle università, le risorse destinate alla ricerca, all'istruzione scolastica e al
finanziamento del cinque per mille.

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Liberalizzazione degli orari per i negozi delle zone turistiche
Vengono liberalizzati gli orari e i giorni di apertura per i negozi nelle zone turistiche e nelle
città d'arte.

Distributori carburanti
I distributori di carburanti potranno vendere alimentari, quotidiani, periodici e sigarette.
Avranno l’obbligo di aprire entro un anno pompe self service con pagamento anticipato.

Le principali misure previste dal Disegno di legge delega

Riforma fiscale:
Aliquote IRPEF
Riduzione a tre sole aliquote IRPEF per l'imposizione sul reddito personale: 20%, 30%,
40%. Non si conosce però quali saranno gli scaglioni di reddito interessati da queste
aliquote.

Aliquote IVA
Revisione graduale delle aliquote Iva ma tenendo conto degli effetti inflazionistici che un
aumento della tassazione sui consumi può produrre.

Tassazione rendite finanziarie
La copertura della riduzione delle aliquote IRPEF deriverà non solo dall'accorpamento
delle agevolazioni fiscali oggi esistenti, ma anche dall'armonizzazione della tassazione
sulle rendite finanziarie verso un'aliquota "non superiore al 20%" ed "esclusi i titoli di
Stato".

IRAP
Si tende ad eliminare gradualmente l'Imposta sulle attività produttive, "con prioritaria
esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro".

Accorpamento di imposte
Altro elemento portante della riforma è l'imposta sui servizi, che accorperà "imposta di
servizio, imposte ipotecarie e catastali, imposta di bollo, tassa sulle concessioni
governative, tassa sui contratti di borsa, imposta sulle assicurazioni e imposta sugli
intrattenimenti".
Riforma delle accise
La delega prevede anche la riforma delle accise, che saranno "coordinate con l'imposta
sui consumi" evitando "effetti viziosi di moltiplicazione dell'imposta".

Riforma assistenziale:
Revisione dell’ISEE
Si prevede una revisione dell’ISEE (l’indicatore di situazione economica equivalente),
riguardo alla composizione del nucleo familiare, nonché ai criteri e ai requisiti reddituali e
patrimoniali per l’accesso alle prestazioni socio assistenziali.

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Armonizzazione strumenti assistenziali
Si dovranno armonizzare i diversi strumenti previdenziali, assistenziali e fiscali di sostegno
alle condizioni di bisogno al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni; in questo rientra
l’integrazione dei servizi sanitari, socio sanitari e assistenziali.

Indennità di accompagnamento
La direttiva è quanto mai ambigua: “istituzione per l’indennità di accompagnamento di un
fondo per l’indennità sussidiaria alla non-autosufficienza da ripartire tra le Regioni in base
a standard afferenti alla popolazione residente e al tasso di invecchiamento della stessa,
nonché a fattori ambientali specifici. Non si comprende se tale indennità sussidiaria alla
non-autosufficienza sarà integrativa dell’indennità di accompagnamento oppure se la
sostituirà e come.

La carta acquisti
Il sistema della carta acquisti sarà trasferito ai Comuni singoli e associati, senza una
previsione di maggiore spesa, integrando le risorse pubbliche con la diffusa raccolta di
erogazioni e benefici a carattere liberale, affidando alle organizzazioni non profittevoli la
gestione della carta.

Nuove competenze per l’INPS
All’INPS verrà attribuita anche la competenza relativa all’erogazione delle prestazioni
assistenziali quando assumono il carattere di contributo monetario diretto, in
coordinamento con Regioni ed Enti locali.

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