Riaprono i mercatini in città, la visita del sindaco Napoli

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Riaprono   i  mercatini   in
città, la visita del sindaco
Napoli
Il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e l’assessore al
Commercio Dario Loffredo, questa mattina, si sono recati nei
mercati di piazza Casalbore, via de Crescenzo e via Robertelli
per salutare gli operatori mercatali e augurare loro una buona
ripresa. “Siamo fiduciosi – ha detto il primo cittadino – che
la ripresa sarà tangibile. Siamo vicini alla categoria e a
tutto il comparto degli operatori commerciali che in questa
settimana riaprono le proprie attività. Invitiamo, comunque, i
nostri concittadini a rispettare le regole. Oggi, più che mai,
è necessario indossare la mascherina ed evitare assembramenti.
Il coronavirus non è stato ancora sconfitto e la Fase2 non
vuol dire essere fuori dal pericolo. Grazie alle scelte e
all’operato del presidente della Regione Campania Vincenzo De
Luca, siamo riusciti a contenere i danni in Campania, ma
ancora non siamo totalmente fuori dall’emergenza. Un plauso va
ai miei concittadini che hanno saputo rispettare le regole e
comprendere quanto fosse delicata questa situazione. Un
ringraziamento anche a tutte le forze dell’ordine,
innanzitutto alla Polizia municipale e anche alla Protezione
civile. Insieme, rispettando poche ma efficaci norme,
riusciremo a venirne fuori. Buona ripresa a tutti”.

Mercati rionali, da domani in
vendita                    solo                 generi
alimentari
Mercati rionali aperti a metà. Dieci giorni fa fu rinviata
l’apertura del settore alimentari a Salerno che era stata
calendarizzata per lo scorso 11 maggio. a distanza di sette
giorni, dunque, nulla è cambiato con tutti i mercatini rionali
della Campania che da domani presenteranno solo banchi
alimentari. Per quanto riguarda gli altri generi di consumo,
in settimana è prevista una riunione con la Regione, in cui
saranno disposte le linee guida per riaprire in sicurezza
tutti i settori.

Salerno,    tre  giorni   di
disinfestazione notturna. Si
parte domani
Il Dipartimento di prevenzione servizio igienico e sanità
pubblica dell’Asl Salerno avvisa la cittadinanza che nei
giorni 18, 19 e 20 maggio, a partire dalle ore 23.45, si
svolgeranno operazioni di disinfestazione adulticida sul
territorio comunale. La popolazione è invitata a collaborare
evitando l’esposizione all’aperto di alimenti ed indumenti,
mettendo al riparo animali domestici e da compagnia, chiudendo
le finestre e i balconi durante l’esecuzione degli interventi,
lavando accuratamente frutta e verdura coltivata in orti e
giardini nel centro urbano
«Molti     di                      noi                 non
riapriranno,                    siamo i                più
danneggiati»
di Andrea Pellegrino

«Soli, abbandonati e con poche speranze». Un grido disperato e
di allarme, quello lanciato dalla nascente associazione
“fotografi e video operatori” di Cava de’ Tirreni. Molti di
loro non apriranno le proprie attività ed hanno chiesto un
incontro con l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco
Vincenzo Servalli, per sottoporre alcune proposte per arginare
la violenta crisi che coinvolge il settore. «Aprire, per
cosa?», dicono gli operatori e commercianti: «Con le cerimonie
spostate nel 95 per cento dei casi al 2021, gli eventi
praticamente azzerati per l’intero anno, per questi artigiani
professionisti si prospettano almeno 14 mesi di lavoro zero e
almeno 18 di incasso zero, con fitti, utenze, tasse e spese,
invece, da corrispondere ogni mese». «Siamo praticamente
invisibili agli occhi dello Stato – rincarano – messi da parte
dai contributi regionali (alcuni codici ateco, tra i quali il
74.20.19, sono stati estromessi, almeno al momento, dalle
forme di “ristoro” introdotte dalla regione Campania». Così è
nata la necessità di creare una associazione: « Per dare voce
al dramma che stiamo vivendo e che vivremo nei prossimi mesi –
dichiara il portavoce della nascitura associazione – abbiamo
protocollato le nostre prime richieste al comune di Cava de’
Tirreni, ed attendiamo un incontro a breve con il sindaco per
iniziare ad affrontare insieme le problematiche e cercare
alcune soluzioni attuabili sul territorio comunale, come ad
esempio il problema dei fitti e la lotta all’ abusivismo,
altra vera piaga del nostro già cagionevole settore». «Ma non
ci fermeremo alle stanze comunali – prosegue Pasquale Passaro,
una istituzione della foto metelliana e tra i “saggi” della
associazione – Già nelle prossime ore incontreremo i colleghi
della associazione fotografi campani e settimana prossima
abbiamo già fissato un incontro con rappresentanti politici
della regione Campania per esporre il nostro problema,
avanzare le nostre proposte e ascoltare le soluzioni
prospettate per il nostro settore dai vertici dell’ente». Tra
le richieste sottoposte all’attenzione dell’amministrazione
comunale: l’azzeramento di tutte le tasse comunali per il 2020
per i locali commerciali; un incontro con i locatori delle
attività per una mediazione sui fitti; un sostegno economico
per l’acquisto di dispositivi di sicurezza e per l’adeguamento
dei locali alle misure richieste e una sollecitazione a farsi
portavoce delle istanze locali al governo regionale. «C’è il
concreto pericolo – concludono – che il 70/80 per cento dei
fotografi o video operatori di Cava de’ Tirreni non aprano o
che falliscano poco dopo aver riaperto».

Pisano, lo studio che lancia
l’allarme: «Troppi metalli
pesanti nella zona»
di Andrea Pellegrino

E’ la relazione dell’Istituto zooprofilattico di Portici che
segue anche i risultati dello studio Spes sulla Valle
dell’Irno a far cambiare marcia al governatore della Campania
Vincenzo De Luca (con annuncio pubblico durante il consueto
appuntamento del venerdì) sulle fonderie Pisano. Studio e
relazione che di recente sarebbero finiti sulla scrivania del
presidente della giunta regionale ma anche della Procura della
Repubblica di Salerno, ed in particolare del pm Roberto Penna
che da tempo segue i risvolti penali nella vicenda dello
stabilimento industriale di Fratte. Relazioni tecniche, con
tanto di riscontri medici e scientifici che farebbero
ribaltare anche le risultanze emerse nel corso della
conferenza di servizio che recentemente ha portato al rinnovo
dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) per dodici anni
alle Pisano, con tanto di parere favorevole dello stesso
comune di Salerno. «Livello di metalli pesanti potenzialmente
tossici», tra le risultanze dello studio e della relazione
dell’istituto zooprofilattico che ha fatto accendere i
riflettori, facendo scattare l’allarme. Risultanze che
arrivano dallo screening effettuato sulla popolazione
residente della Valle dell’Irno, ed in particolare nell’area
circostante le Fonderie Pisano. Studio concluso, però non
ancora pubblicato, nonostante le richieste dei comitati, di
alcune forze politiche e delle associazioni ambientaliste che
ora hanno richiesto un accesso agli atti. Anche Gaetano
Amatruda, dirigente di Forza Italia ha chiesto chiarezza: «Si
renda noto lo studio Spes che dovrebbe essere già nella
disponibilità di De Luca». Amatruda, con l’Associazione
‘Andare Avanti’ ha chiesto ai gruppi consiliari in Regione,
‘Caldoro Presidente’ e ‘Forza Italia’ di procedere con
l’accesso agli atti presso le strutture regionali. «Le
preoccupazioni espresse sulle Fonderie Pisano sono
rappresentate da cittadini ed associazioni, da molti esponenti
istituzionali, soprattutto a Pellezzano, da tempo. La
situazione nella zona nord di Salerno ed in alcune zone della
Valle dell’Irno è – dice – preoccupante. Basta con le capriole
della giunta e del comune, serve una grande operazione verità
e leggere gli studi e non le sintesi del Palazzo, perché
essere informati è diritto dei cittadini. Le voci che
circolano sono drammatiche». Francesco Morra, è sindaco di
Pellezzano ma è anche tra coloro che sono stati sottoposti
allo studio: «Siamo da sempre a favore della delocalizzazione
dello stabilimento. Più volte, in prima persona, ho contestato
anche i provvedimenti che venivano emessi dalla Regione
Campania, compreso l’ultimo con il quale si è rinnovata l’Aia.
Ora apprendiamo favorevolmente le dichiarazioni di Vincenzo De
Luca e siamo certi che in brevissimo tempo chiuderemo questa
vicenda. Naturalmente seguiremo tutte le fasi, fino a quando
lo stabilimento non sarà trasferito in altro luogo». Il
provvedimento della Regione Campania potrebbe essere già
ufficializzato nei prossimi giorni. La proprietà ha chiesto un
confronto con il governatore per definire la nuova
collocazione dello stabilimento. Si preme su Buccino,
nonostante le resistenze del primo cittadino Nicola Parisi che
potrebbe ricorrere in Consiglio di Stato per bloccare
l’insediamento.«Diritto alla vita ed alla salute – spiega
Dante Santoro – ancora una volta sventolato dalle istituzioni
che poi con le azioni svolte hanno tradito le aspettative dei
cittadini. Il solito gioco delle due carte di De Luca».

VOCI DAL SERRAGLIO

Giuseppe     Petraglia:    e
clarinetto fu Rubrica a cura
di Olga Chieffi
Il musicista di Piaggine, fu ospite dell’Orfanotrofio Umberto
I° a Salerno per ben 12 anni e due giorni. “Per tutti quelli
che affermano che per riuscire in qualcosa si deve essere
portati! posso essere anche d’accordo, ma io mi sono sempre
presentato come esempio del contrario, fino all’età della
prima media la musica era per me una cosa del tutto
sconosciuta, mi è stata data l’opportunità di studiarla e
continuo ad avere le mie piccole soddisfazioni”

Di Giuseppe Petraglia

Ho varcato il portone dell’Orfanotrofio Umberto I° il 9 luglio
1962, ricordo bene quel lunedì. Il perché         fossi stato
“rinchiuso” lì il mese di luglio, in piena vacanza, non l’ho
mai capito, fu un giorno del quale conservo solo poche
immagini, la grande scala dopo l’entrata, l’enorme spazio la
villetta, che sarebbe diventato il luogo di giochi, corse,
litigi e successive riappacificazioni con i compagni. Non
ricordo chi mi accolse, chi mi accompagnò in villetta, cosa
mangiai il primo giorno, i miei abiti che fine fecero, a quale
camerata venni assegnato, ma solo tante lacrime dopo che mia
madre andò via. Trovai rifugio, anche nei giorni successivi
per piangere non visto, sotto quegli archi vicino al vecchio
refettorio, archi che divennero lo sfondo per tante foto di
ognuno di noi. Fu quello il primo giorno di 12 lunghi anni ma,
sicuramente tutto ebbe inizio qualche anno prima, quando la
sera di venerdì 20 febbraio 1959, a soli 33 anni, un ictus si
portò via mio padre lasciando soli mia madre e due figli
piccoli. Frequentai fino alla terza elementare al mio paese,
Piaggine, nel frattempo qualcuno cominciò a interessarsi alla
nostra situazione familiare, un signore, che ho odiato per
qualche anno, che lavorava a Salerno, trovò il modo tramite l’
Enaoli di farmi entrare in collegio. Quarta e quinta
elementare, pochi ricordi e molto brutti, quello più presente,
il maestro B. A. (riporto solo le iniziali) aveva un modo
molto originale di farci evitare gli errori: dettato in
classe, ogni errore una bastonata sulle mani con un pezzo di
tubo di gomma, quello per innaffiare. Nel mio dettato furono
riscontrati 10 errori e fui spalmato per 10 volte. Ho letto
qualche tempo fa che qualcun altro ha raccontato l’episodio
del tubo di gomma, ma di compagni delle elementari non ho
nessun ricordo. Finite le scuole primarie, si doveva scegliere
cosa fare alle medie. Qualche Istitutore scelse per me, mi
trovai iscritto alla prima media musicale e si doveva
scegliere lo strumento, anche stavolta qualcuno scelse al
posto mio, il Maestro Antonio Avallone che era vice direttore,
dopo una rapida occhiata alle mani e al labbro: “Clarinetto”
sentenziò . Che sapevo io di clarinetto o di musica, mi trovai
avviato in questo viaggio malvolentieri, infatti cominciai a
studiare un po’ seriamente solo a metà seconda media. Il mio
percorso scolastico iniziò con il Maestro Sisillo, poi Incenzo
e gli ultimi 2 anni con il Maestro Scarrico. Teoria e
solfeggio con il Maestro Sevosi. Proprio nel corso di
solfeggio, nello svolgere un esercizio scritto, io e un
compagno facemmo lo stesso errore, la conclusione? Avete
copiato! Ancora oggi ricordo che ognuno sbagliò per conto
proprio, questo episodio l’ho più volte raccontato nella mia
carriera scolastica e quando è capitato qualcosa del genere
non ho mai voluto indagare più di tanto, può capitare. In
prima media cominciai a studiare con lo strumento della
scuola, l’impegno in verità non era molto e il tempo per
esercitarsi si doveva trovare dopo i compiti delle altre
materie. Con alcuni compagni delle medie ci siamo ritrovati da
qualche anno in occasione delle varie rimpatriate, ultimamente
ho rivisto Ferdinando Bassano, vorrei ritrovare Matteo Memoli,
che aveva iniziato lo studio dell’oboe, poi non so perché
smise, fatto sta che non ho saputo mai più niente di lui.
Entrai in banda, le prove nella sala concerti sotto la
direzione del Maestro Amaturo, le uscite per le diverse
sfilate per manifestazioni civili (4 novembre, 25 aprile) e
tante processioni, S. Matteo e ad anni alterni tra la zona
porto e canalone S. Anna. La gente che chiedeva di dov’è
questa banda? La nostra risposta era sempre la solita: è la
banda dell’Orfanotrofio, a banda ro’ Serraglio? Era la nuova
domanda. Iniziai a credere nelle mie capacità, spronato dai
compagni e dall’insegnante venne il momento di cominciare a
pensare ad acquistare uno strumento personale, in questo fui
molto aiutato dal Maestro Sisillo che lo fece arrivare
direttamente dalla fabbrica, era l’ottobre 1968 e mia madre
con tanti sacrifici dovette accollarsi la spesa di ben 125.000
lire, a parte la spesa eccessiva era pure contraria allo
studio della musica, perché lei mi vedeva bene a fare il
falegname. Anni di studio, soddisfazioni si, ma anche momenti
di sconforto quando le cose non andavano per il verso giusto,
anche se si era circondati da tanti amici, si vivevano spesso
momenti di solitudine, mancanza degli affetti familiari, dei
luoghi natii, delle poche notizie che si ricevevano da casa.
Le domeniche, dopo la messa i familiari potevano venire a
trovarci, io non ricordo di aver avuto questa gioia se non per
un paio di volte, ma non ho mai fatto una colpa a mia madre
perché sapevo cosa doveva affrontare non solo dal punto di
vista economico per arrivare a Salerno . Spesso mi consolavo
affacciato alla ringhiera della villetta a osservare il bel
panorama che avevamo a disposizione e soprattutto nelle
giornate limpide il mio sguardo si allungava a scrutare
lontano quasi a voler scorgere il mio paese… ! A casa si
tornava nei tre periodi canonici, (estate, Pasqua e Natale) io
come altri spesso questi periodi li ho trascorsi in collegio,
troppo lontano e costoso venire a prendermi, il problema
cominciò a risolversi verso i 17/18 anni quando tramite
autorizzazione potevamo andare a casa da soli, gioia infinita
l’arrivo, grande magone qualche giorno prima del ritorno in
collegio, la tristezza durava anche una settimana per poi
tornare alla normalità, spesso pensavo di non andare a casa
appunto per non patire poi il dolore del ritorno. Capitolo
problemi con gli istitutori, tanti ne hanno parlato in maniera
positiva e negativa, in verità io non ho mai avuto grossi
problemi tanti rimproveri e un ceffone dal Faiella che mi
sorprese a fumare. Un altro (suonatore di clarinetto) non
ricordo perché, mi obbligò a lucidare le sue scarpe, per
ripicca passai il lucido anche sulle suole. Tra i tanti
istitutori alcuni sono scomparsi dai ricordi, altri sono
rimasti per la loro infinita bontà e per quello che cercavano
di trasmetterci, anche i cosiddetti cattivi, penso che in loro
c’era sempre lo scopo di educarci, di sicuro in maniera
sbagliata, ma allora così andavano le cose. Non posso non
ricordare il compianto Totonno Gregorio, eravamo paesani,
anche lui prima alunno e poi istitutore, aveva la capacità di
richiamarci con il solo sguardo bonaccione e non si poteva
fare a meno di ubbidire, i due Maiorano, Di Somma , Pisano e
il mitico Zi Mimì; nei miei ricordi è presente un assistente:
Mora, il nome non lo ricordo, di poche parole con capelli
molto ricci, aveva l’abitudine che ogni mattina si lavava la
testa con l’acqua fredda. Vestiario e doccia, come dimenticare
il turno per la doccia quasi sempre con acqua non proprio
calda, sapone per il bucato e asciugatoio ancora più freddo
per asciugare anche i capelli. La biancheria intima era quasi
personale perché vi era ricamato il numero (romano) della
camerata e quello personale, io ero il 55 di quale camerata
non ricordo. Il resto della divisa come si vede dalle varie
foto è molto cambiato negli anni, in giro per Salerno eravamo
riconoscibili e additati con un uè serragliuò! Allora la
prendevamo in maniera offensiva, oggi penso che tutti possiamo
essere orgogliosi di quello che “il serraglio” ci ha dato come
occasione di crescita e formazione professionale, il tutto
grazie a colui che abbiamo considerato il Padre di tutti noi:
Alfonso Menna, che per tanti anni ha fatto in modo che a
ognuno di noi toccasse colazione pranzo e cena, oltre
ovviamente a tutti gli altri servizi. Capitolo cibo: io ho
cominciato nel vecchio refettorio, luogo angusto, poco
luminoso e con lunghi tavoli, non è nei miei ricordi il
periodo del passaggio al refettorio nuovo, molto più luminoso
e con tavoli da 6/8 persone. Il cibo era quasi sempre
accettabile, tra le pietanze ricordo l’immancabile pizza di
patate il sabato sera e la mozzarella in carrozza, vi era poi
l’abitudine di scambiarci le cose se non piaceva il primo o il
secondo. Infermeria: ci si andava per medicare le immancabili
sbucciature, per le razioni di olio di fegato di merluzzo e si
veniva ricoverati per febbre o altri malanni, ricordo il mio
morbillo in infermeria; il caro don Luigi ci misurava la
febbre e durante una mia degenza mi addormentai e persi il
termometro nel letto, al controllo non lo trovò sotto al
braccio e mi rimproverò in maniera molto bonaria con una
parolaccia che ci poteva stare. Capitolo svago: diversi i
passatempi, tra quelli che sono presenti nei miei ricordi vi è
la tombola , si iniziava a giocare verso la seconda settimana
di novembre, in pratica si cominciava a creare l’ atmosfera
per le vacanze natalizie; i più bravi a disegnare si
costruivano un calendario al contrario, un schema che contava
i giorni che mancavano per le vacanze di natale; altro gioco
era una specie di subbuteo, (i rutielli) con dei cerchietti di
ferro tipo rondelle che si usavano come calciatori, che
avanzavano sotto la spinta del pollice, c’erano poi le famose
cinque pietre, “ uno mbonda a luna” e “ scava scava re”.
Arrivò il 1974, anno del diploma, lo studio richiedeva
continuità e qualità, a luglio sostenemmo in tre l’esame al
Conservatorio di Napoli (io, Gaetano Sica e il compianto
Tonino Landi). Pure io dovetti fare l’esame di armonia senza
aver mai fatto, come tanti di noi cinque minuti di lezione in
due anni, dovevamo diventare tutti strumentisti, il titolare
di armonia che aveva sempre altro da fare si presentò il
pomeriggio precedente all’esame e mi consegnò un mezzo
pentagramma “imparalo per domani che questo ti chiedo”! Solo
dopo qualche anno ho potuto verificare con rammarico quanto la
mancanza di tale conoscenza ha impedito a tanti di noi di
praticare un’ attività sicuramente più qualitativa. Cominciava
a calare la presenza degli alunni interni e cominciavano a
frequentare gli esterni, negli anni precedenti si erano
diplomati tra gli altri: Gaetano Russo, Mario Apadula, Franco
Lauro, Renato Fusco, Raffaele Pastore e il compianto Cassio
Prinzo (mio padrino di cresima) . Ogni anno 2/3 di noi
lasciavano il collegio, e la considerazione che facevamo
spesso era: “Ma se fra un po’ di anni volessimo rivederci come
faremo a ritrovarci”? Qualcuno esclamò: “Vabbè, sicuramente
inventeranno qualcosa”. Profeta? Visto il proliferare di tanti
social? L’11 luglio del 1974 lasciai il serraglio con un po’
di malinconia, mi aspettava un futuro che mi avrebbe ripagato
delle tante sofferenze patite. Entrato a 9 anni, bambino
timoroso di tutto, impacciato e inquieto per il futuro, ne
uscivo adulto e diplomato in musica, primo e unico diplomato
in clarinetto della mia zona. L’avverso destino che mi privò
dell’affetto di mio padre all’età di quasi 6 anni, mi portò
dopo qualche tempo in collegio, dove ho avuto il privilegio di
apprendere qualcosa che mai poteva essere presente nel mio
DNA. Terminato il periodo degli studi dovetti affrontare il
problema del servizio militare che avevo rinviato tante volte,
fui arruolato nella banda della Guardia di Finanza dove trovai
tanti altri serragliuoli, potevo restarci e continuare a
suonare, ma la vita militare dopo 12 anni di collegio non era
proprio l’ideale, nel frattempo avevo fatto domanda nelle
scuole, a marzo del 1977 ebbi l’incarico nella scuola media
del mio paese, il desiderio di tornare a vivere i luoghi natii
e avvicinarmi alla famiglia mi portò a scegliere
l’insegnamento come professione . Ultima considerazione per
tutti quelli che affermano che per riuscire in qualcosa si
deve essere portati! posso essere anche d’accordo, ma io mi
sono sempre presentato come esempio del contrario, fino
all’età della prima media la musica era per me una cosa del
tutto sconosciuta, mi è stata data l’opportunità di studiarla,
ho studiato, mi è stata utile in tante circostanze, non sono
diventato un concertista, ma ho avuto e continuo ad avere le
mie piccole soddisfazioni.

Salerno senza il Forum dei
Giovani, Celano: “Che fine ha
fatto il progetto?”
C’era una volta il Forum dei giovani, anzi non c’è mai stato.
proprio mentre si prevedono fondi per l’emergenza covid, in
via Roma ci si accorge che non è mai partito il progetto, che
pure era stato stilato e approvato. “Salerno gli spazi di
dibattito e democrazia non sono ammessi. Da anni sollecitiamo
inutilmente di attivare e regolamentare il forum dei giovani.
– spiega il consigliere comunale Roberto Celano – Uno spazio
in cui si possono coinvolgere giovani e risorse che possano
dare un contributo al dibattito pubblico ed alla crescita
della città. Uno spazio che ha anche importante valenza
sociale. Il forum è stato istituito ovunque, o quasi, ma
incredibilmente non nel capoluogo. Ed intanto si perdono
colpevolmente anche finanziamenti e risorse importanti, come
ad esempio, quella offerta dal bando regionale “Giovani in
Comune”, che era rivolto ai vari “Forum dei Giovani” della
Campania e che ha finanziato progetti per un importo
complessivo di 1,2 milioni di euro. Salerno capoluogo è
rimasto escluso da questo bando, perché non aveva il suo Forum
per gravi responsabilità politiche ed evidenti inefficienze
amministrative. L’unico intento è quello di sopprimere ogni
spazio e possibilità di dibattito non controllato. Chiederò
che la questione venga discussa nella Commissione Trasparenza
presieduta da Antonio Cammarota”.

Medici e infermieri senza
bonus, Polichetti: “E’ una
vergogna”
Niente bonus per medici e infermieri impegnati nella lotta
contro il Coronavirus, la delusione di Mario Polichetti: «Una
vergogna, e pensare che li chiamano eroi». A suscitare la
reazione del sindacalista Fials è la mancanza, nel Dl
rilancio, di misure a sostegno del personale ospedaliero da
mesi in trincea per l’emergenza sanitaria legata alla
diffusione del Covid-19 in Italia. Il premio da mille euro, in
particolare, è saltato per problemi di copertura. «E’ il caso
di dire che oltre al danno c’è anche la beffa – tuona
Polichetti – I nostri medici e infermieri si sono ritrovati ad
affrontare una situazione senza precedenti, combattendo a mani
nude a rischio della loro stessa incolumità, per limitare il
più possibile i danni del Coronavirus. Da chi continua a
definirli eroi, ci aspettavamo almeno un riconoscimento
concreto. Invece da quanto apprendiamo, non ci sarà alcun
bonus per chi, con estrema dedizione e senso del dovere, è
stato impegnato giorno e notte in una vera e propria guerra.
Una mancanza di sensibilità inaccettabile, che non si
giustifica con le scarse coperture. Il Governo torni sui suoi
passi e metta in primo piano, non solo a parole, i nostri
operatori sanitari, le cui famiglie sono ormai costrette a
convivere con la paura del contagio».

Tensione   sul   Lungomare.
«Caduta a causa dell’amica,
non c’è stata aggressione»
La bagarre avvenuta nell’altro pomeriggio sul Lungomare
porterà a delle conseguenze. Per il momento amministrative,
anche se la pattuglia della Polizia Municipale sarà chiamata a
breve a sottoporsi a tampone orofaringeo di controllo.
Terminato il periodo di “incubazione” minimo, gli agenti della
Municipale saranno chiamati a sottoporsi il prossimo 20 maggio
a preventivo tampone, secondo quanto prevede il rigido
controllo sanitario. Non solo, con le due donne protagoniste
che sono state identificate dalla Polizia di Stato accorsa sul
luogo e sanzionate con due verbali di 280 euro a ciascuna per
inottemperanza nell’indossare la mascherina e per non l’aver
rispettato il distanziamento sociale imposto dall’emergenza
covid. Tra l’altro, solo all’arrivo degli agenti della Polizia
di Stato, le due signore hanno fornito le proprie generalità,
esibendo i propri documenti di riconoscimento. Finito qui? No,
perché le due donne sono state denunciate a piede libero per
resistenza al pubblico ufficiale e per aver rifiutato di
fornire le proprie generalità. Nell’occasione, è stata
identificata anche una terza donna, particolarmente attiva
nell’occasione dell’episodio dell’altro pomeriggio, a cercare
di attrarre l’attenzione dei presenti per quello che era un
tentativo di sollevazione popolare nei confronti degli agenti
della Municipale. “Voglio ringraziare tutti per gli attestati
di stima ricevuti in queste ore. – afferma Angelo Rispoli –
Riteniamo di aver fatto il nostro lavoro e, nell’occasione,
eravamo si Polizia Municipale ma anche agenti ausiliari di
pubblica sicurezza in un’operazione che stavamo compiendo in
sinergia con la Polizia di Stato. Ma mi preme ringraziare i
privati cittadini che, in queste ore, hanno addirittura
telefonando al Comando della Municipale, declinando le proprie
generalità e al fine di rendere testimonianza spontanea. Hanno
dichiarato spontaneamente che avevamo operato con piena
professionalità nei confronti di due provocatrici”. Una
provocazione, dunque rispedita al mittente, se è vero che in
queste ore il popolo social si è rivoltato, con la maggioranza
pienamente schierata a favore degli agenti della Municipale e,
in particolare di Angelo Rispoli. Una situazione concitata,
con i video che hanno invaso i social, che spiegano, per certi
versi, la dinamica di quanto accaduto nel caldo pomeriggio
dello scorso 14 maggio. “La signora, in un primo momento, pur
dichiarando di non avere i documenti d riconoscimento, aveva
mostrato la sua disponibilità di accettare l’invito a seguirmi
per il necessario riconoscimento al Comando. – ricorda Rispoli
– E’ un qualcosa che ho segnalato nel dettagliato rapporto di
quanto accaduto che ho consegnato al comandante. L’intervento
dell’amica che ha cercato di frapporsi fra me e la signora ha,
per certi versi, fatto sì che la seconda perdesse l’equilibrio
e cadesse, come si evince nei video. Non stava opponendo
alcuna resistenza”. Resta l’episodio, brutto, per quanto
accaduto. Colpa anche di uno stress emozionale dovuto alla
tensione palpabile per questa emergenza e che, in questo
momento, potrebbe creare danni davvero molto gravi.

Donate al Comune di Salerno
2500 mascherine, serviranno
per i dipendenti
Questa mattina a Palazzo di Città il sindaco di Salerno
Vincenzo Napoli ha ricevuto 2500 mascherine dall’azienda Nutis
srl, proprietaria del marchio Barbaro Caffè-Napoli. Il Caffè
Barbaro-Napoli, infatti, ha convertito la propria produzione
utilizzando le sue capsule caffè come filtri per le
mascherine, dando vita così alla Barbaro Defender Mask, con
un’ottima capacità di filtraggio, respirazione e adattabilità
al viso. In questo particolare momento e per sconfiggere il
Coronavirus, l’azienda ha deciso di convertire parte del suo
sistema produttivo, utilizzando le stesse capsule impiegate
per la produzione di caffè. La mascherina è riutilizzabile e
igienizzabile, l’azienda infatti stima il suo utilizzo per
circa sei mesi (se ben tenuta), consigliando la sostituzione
dei filtri ogni sei/otto ore. Le mascherine verranno
distribuite ai dipendenti comunali.
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