Risveglio Musicale - www.anbima.it - n. 6 - Novembre / Dicembre 2019
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Rivista Ufficiale dell’Anbima - Via Cipro, 110 int. 2 - 00136 ROMA POSTE ITALIANE - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv.in L. 27/02/2004, n.46) Art. 1 Comma 1 - DCB Roma Musicale Risveglio www.anbima.it n. 6 - Novembre / Dicembre 2019
Risveglio Musicale Carissimi Soci, per le prossime Festività rivolgo a Voi e alle Vostre famiglie i più affettuosi e sentiti auguri per un sereno Natale e per un felice e prospero Anno Nuovo. A questi sentimenti augurali aggiungo il ringraziamento per la fiducia in me riposta da Voi, in questi otto anni, conceden- domi l'onore di essere il Presidente Nazionale dell'Anbima. Una carica che mi sono impegnato a onorare con onestà in- tellettuale, profondo rispetto per la nostra Istituzione e i suoi Associati, che ho servito con tutte le capacità che sono stato in grado di mettere in campo grazie al Vostro sostegno. Questo secondo mandato da Presidente Nazionale sta per concludersi con la consapevolezza che questi anni trascorsi insieme sono stati particolarmente impegnativi e, grazie alla vostra disponibilità, coniugata ad esperienza associativa, siamo riusciti a dare alla nostra Associazione un nuovo assetto, adeguato alle esigenze dei nostri giorni. Faccio appello a tutti i quadri dirigenti Anbima, attuali e futuri, per una piena col- laborazione nel segno di una dialettica associativa propositiva e di una azione pro- gettuale ispirata sempre ai valori della nostra rinnovata carta statutaria. Anbima è esperienza totale: il tempo che doniamo ad essa è un dono che facciamo a noi stessi, con la certezza gratificante di incidere nella società civile con la nostra azione di promozione di una cultura strettamente connaturata alla persona umana e con una concreta proposta di incontro e di dialogo nel segno della pace e della solidarietà. In questi giorni di festa ritempriamo lo spirito nell’assaporare il sapore antico e nuovo delle tradizioni e diamo forza alle energie positive per affrontare gli appun- tamenti onerosi e entusiasmanti in calendario per il prossimo anno, dove saremo chiamati a rinnovare le cariche associative. Come tutti gli anni, a Natale molte Bande porteranno una nota di gioia nei luoghi della sofferenza, altre organizzeranno momenti di beneficenza e sostegno ai biso- gnosi; a tutte vada il grato riconoscimento e il sostegno morale dell’Associazione e mio personale per questo impegno sociale che cammina di pari passo con un’opera instancabile di educazione permanente e di formazione, alimentato quotidiana- mente dai nostri Docenti nelle scuole di musica e da ogni Maestro nella sala prove di tutto il territorio nazionale. È nel mondo variegato e straordinariamente operoso delle realtà territoriali che ve- ramente si vivono, nelle difficoltà e nelle gratificazioni quotidiane, i valori che ci guidano nel nostro essere Anbima. Buon Natale a tutti, e un Anno nuovo ricco di gioia e di ogni bene. M° Giampaolo Lazzeri Presidente Nazionale Anbima
già Risveglio Bandistico dal 1946 Rivista ufficiale dell’Anbima (Associazione Nazionale delle Bande Anno 38 - nuova serie Italiane Musicali Autonome, Gruppi Corali e Strumentali e Complessi Musicali Popolari) Novembre - Dicembre 2019 Associato all’Unione Stampa Periodica SOMMARIO Italiana Direttore Responsabile: del n.6/2019 Giampaolo Lazzeri Caporedattore: 4 Editoriale Massimo Folli 6 Il Madrigale In redazione: 12 L’inno di Novaro Franco Bassanini, Roberto Bonvissuto, 18 UNPLI-ANBIMA: siglato protocollo d’intesa Franco Botticchio, Manuela Fornasiero Gianluca Messa, Gianni Paolini Paoletti 21 Intervista al M° Stefano Cardo Andrea Petretti, Guerrino Tamburrini 22 Festa nazionale di Santa Cecilia Anna Maria Vitulano, Ernesto Zeppa 24 La storia (strana) di Jingle bells Progetto / Realizzazione Grafica: 26 Protocollo d'intesa Anbima ed Enti Storici specializzati Andrea Romiti / Andrea Petretti nella formazione e ricerca didattico musicale Hanno collaborato a questo numero: 30 Il “Concerto degli Auguri” della Filarmonica Pisana 31 La Corale Tebaldini ad Anagni, esibizione in catte- Gianluigi Adriani, Federico Peverini, Giuseppe drale Testa, Roberto Bonvissuto, Nicola Gargareschi, Stefano Ragni, Ezio Audano, Franco Bassanini, 32 Il clarinettista Gianvito Guagnano vince la seconda Serena Lazzeri, Nicolò Gullì, Guerrino Tamburrini, edizione del premio “Ciro Scarponi” Alceo Spinozzi, Umberto Moschini 34 Il mezzo secolo della Banda Musicale di Mercatale (Pe- Amministrazione, Direzione e Redazione: saro Urbino) Via Cipro, 110 int. 2 35 A Siena primo stage majorettes con trainers Anbima- 00136 Roma - Tel/Fax 06/3720343 sito web: www.anbima.it MWF e NBTA Italia e-mail: caporedattore@anbima.it 36 “La Polverosa” al Maggio Musicale Fiorentino ricor- ufficio.nazionale@anbima.it - presidente@anbima.it segretario@anbima.it dando Ferruccio Barbetti 38 170 anni di musica con la banda “Giuseppe Cotti” Abbonamenti: Città di Asti abbonamento ordinario euro 11,00 abbonamento sostenitore euro 14,00 40 Laboratori musicali in età scolare, in Sicilia il corso di Per abbonarsi servirsi del propedeutica. Intervista al Maestro Anghinoni c.c.p. n. 53033007, intestato a ANBIMA 42 Rassegna Bandistica Regionale Anbima FVG: la Stampa: prima volta di Pordenone con un’edizione da record MARIANI tipolitografia srl 44 I n Umbria le Bande entrano nei Musei con un progetto 20851 Lissone (MB) - Via Mentana, 44 Tel. 039 483215 r.a. - Fax 039 481264 Anbima E-mail: mariani@tipolitomariani.it 46 A Magenta il BIG concerto d’esordio della Banda In- Autorizzazione del tribunale di Roma n. 361/81. Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento terprovinciale Giovanile di Como e Milano Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1-DCB LO/MI. Pubblicazione solo per abbonamenti. Chiuso per la tipografia il 10/12/2019 Pubblicità in gestione diretta. Risveglio Musicale
Editoriale Gentili lettori, eccoci nuovamente giunti alla l’essenza del nostro esistere. Il tempo che c’è fine dell’anno. L’atmosfera delle feste coman- concesso di vivere, ci conferma ancora una date, da sempre è magica. Certamente più in- volta che la passione e l’amore con cui doniamo trisa di consumismo frenetico e ossessiva corsa agli altri il nostro impegno, non vanno perduti, agli acquisti. Quello che la martellante pubbli- non è tempo sprecato. Piccole gocce che tutte cità negli anni ci ha trasmesso, e prosegue in- insieme creano un mondo migliore in cui la sistentemente a fare, è spingere noi tutti a maggior parte delle volte si cerca di sopravvi- comprare, scialando la tredicesima (chi ancora vere anziché fruirne con serenità, della bellezza la riceve in busta paga) il più delle volte per og- e della varietà di cui è formato. getti inutili e costosi, avvolti da carta lucida, co- «Un maestro zen vide uno scorpione annegare e lorata, fiocchi, decorazioni, cotillon; che una decise di tirarlo fuori dall’acqua. - Quando lo fece volta scartati restano a riempirsi di polvere per lo scorpione, lo punse. Per l’effetto del dolore la- il resto dell’anno su qualche mobile o suppel- sciò l’animale che di nuovo cadde nell’acqua in lettile di casa. Oltre a queste faccende materiali, procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo che mettono a dura prova i nervi di ognuno, la fuori nuovamente e l’animale lo punse ancora. fine dell’anno ci porta a riflettere e a tirare le Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e somme sul tempo trascorso, tracciando un bi- gli disse: “Mi scusi maestro, ma perché continu- lancio di ciò che abbiamo fatto della nostra es- ate? Non capite che ogni volta che provate a senza e se ci possiamo considerare soddisfatti tirarlo fuori dall’acqua, vi punge”? Il maestro del nostro comportamento, oppure no. Per tutti rispose: “la natura dello scorpione è di pungere noi appassionati cultori musicali, oltre all’im- e questo non cambierà la mia che è di aiutare.” pegno costante nelle attività dedicate all’arte dei Allora, il maestro dopo riflessione e con l’aiuto di suoni, novembre e dicembre, sono mesi d’in- una foglia, tirò fuori lo scorpione dall’acqua e gli tensa attività. Il primo periodo dedicato alla ri- salvò la vita. Poi rivolgendosi al suo giovane dis- correnza della nostra patrona Santa Cecilia. cepolo, continuò: “Non cambiare la tua natura se Quello successivo ai vari concerti e appunta- qualcuno ti fa male, prendi solo delle pre- menti dedicati agli auguri natalizi. Manifesta- cauzioni. Perché, gli uomini sono quasi sempre zioni che si eseguono in teatro, auditorium, sale ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma polivalenti, palestre (i più fortunati). Oppure in questo non è un motivo per smettere di fare del gelide e umide chiese, (la maggior parte delle bene, di abbandonare l’amore che vive in te”. Gli volte) con spettatori che imbottiti con vestiti pe- uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Pre- santi, sciarpe, guanti e cappotti al pari del- occupati più della tua coscienza che della tua l’omino “Michelin”, con coraggio, mossi da reputazione. Perché la tua coscienza è quello che pietà, o il più delle volte “obbligati” dal grado di sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pen- parentela, si scollano dal divano di casa per sano di te... quando la vita ti presenta mille ra- partecipare agli spettacoli, che con tanta dedi- gioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni zione e sacrificio si rappresentano. Appunta- per sorridere». menti aspettati da chi ci segue con entusiasmo, L’augurio che formulo a tutti è che l’anno nuovo concerti ed eventi creati per tentare di trasmet- ci porti tanto entusiasmo e rinnovata passione. tere un po’ di serenità, cultura, messaggi di Che il nostro comportamento e il tempo a nos- speranza, conservando in modo permanente le tra disposizione siano ben spesi per il bene nos- nostre antiche tradizioni popolari. Come sem- tro e di chi ci circonda. Buone Feste, salute e pre, una storia proveniente dalla saggezza serenità ci siano sempre accanto. orientale zen ci può aiutare a capire meglio. Ap- profondire questi scritti, ci guida a una rifles- Massimo Folli sione su ciò in cui crediamo; anche se a volte non apprezzato come dovrebbe, poco ricono- sciuto nel merito e nella funzione sociale, che è 5
Il Madrigale di Guerrino Tamburrini Il Madrigale è il più antico genere musicale di po- altre voci hanno la funzione di completare l’armo- lifonia vocale italiana di cui possediamo docu- nia; il contrappunto è molto elementare e prevale menti. Lo troviamo citato per la prima volta nel per lo più l’andamento accordale, con un forte 1313 da Francesco da Barberino (uno dei sei giu- senso armonico. Non esiste ancora la corrispon- dici che nel 1327 condannò al rogo Cecco denza espressiva tra parole e musica perché d’Ascoli), che lo definisce “rudium et inordinatum spesso la stessa musica veniva ripetuta per tutte concinium”, cioè un canto rozzo e disordinato. Il le stanze della poesia. madrigale nasce in Italia come forma tipica del- Il Madrigale cinquecentesco, dunque, deriva dalla l’Ars Nova e si sviluppa solo qui, soprattutto a Fi- frottola e, nel suo primo stadio (1530-40), si basa renze, dove le liriche di Dante, Petrarca e essenzialmente su testi di stile petrarchesco ed è Sacchetti, che avevano per argomento principale essenzialmente polifonico. Come il mottetto cer- l’amore cortese per la donna, erano intimamente cava di creare un’atmosfera sonora a testi religiosi legate alla musica. attraverso la polifonia, così il madrigale estraeva Varie sono le etimologie che gli sono state appli- dai pochi versi del testo poetico una specie di liri- cate. Scartata la derivazione da “mandria” (in- smo musicale attraverso il contrappunto delle sieme di animali al pascolo), testimoniata da voci. Il mondo del madrigale è quello della lirica Antonio da Tempo nel “Trattato delle rime volgari” amorosa; tre o più voci cantavano le pene e le del 1332, indicante il carattere pastorale, per- gioie d’amore, alle quali la natura collaborava con mangono due ipotesi: la prima lo farebbe derivare i suoi sfondi di verde e di azzurro e la mitologia da “matrix” (cantus matricalis), cioè canto della dava una mano con esempi e precedenti illustri. lingua materna, mentre l’altra da “materia” (can- Il passaggio dalla frottola al madrigale si compie tus materialis), cioè canto profano. senza rotture: si tratta di un progressivo crescere Intorno al 1340 si affermò in Italia un tipo di ma- della qualità letteraria dei testi e dall’acquisizione drigale costituito da due o tre strofe di tre versi di una piena dignità melodica di tutte le voci. Con (terzetti) alternate da due versi a rima baciata, il madrigale il canto diventa quasi declamazione chiamati ritornello. La musica si ripeteva identica per favorire la comprensione delle parole, di cui per i terzetti e mutava per il ritornello finale. I la musica vuol essere puntuale illustrazione. Tutti primi compositori di madrigali furono Jacopo da gli artifizi che servono a mettere in risalto le pa- Bologna, Giovanni da Firenze, Giovanni da Ca- role, che sono riassunti sotto il nome di madriga- scia, Piero da Firenze e Donato da Cascia. I testi lismi, contribuiscono a creare una profonda erano per lo più di carattere arcadico-amoroso, sintonia fra l’espressione poetica e l’intonazione oppure si riferivano a vicende storico-biografiche musicale. di famiglie note come gli Scaligeri o i Visconti. La voce superiore era molto melismatica e non aveva alcun rapporto con la parola. Con Francesco Lan- dini il madrigale cede il primato alla caccia e alla ballata e all’inizio del 1400 scompare definitiva- mente per ricomparire all’inizio del 1500, ma con un carattere completamente diverso dal madri- gale trecentesco. Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 c’è il rifiorire della musica profana italiana con la forma della Frottola e delle similari forme dello Strambotto e delle Villotte. La frottola è simile alla ballata tre- centesca e ha come principali autori Marchetto Frontespizio del Quarto Libro dei Madrigali Cara e Bartolomeo Tromboncino. Le loro frottole hanno una struttura molto semplice, con una di Jacques Arcadelt netta prevalenza della voce superiore, mentre le 6
Risveglio Musicale Le corti rinascimentali (Gonzaga a Mantova, madrigale, senza tralasciare una certa semplicità Estensi a Ferrara, Medici a Firenze) sono la cor- popolare. I suoi madrigali saranno un modello per nice in cui dobbiamo immaginare l’esecuzione la generazione successiva, a partire dal suo capo- delle composizioni madrigalistiche, come diletto lavoro, intitolato Il bianco e dolce cigno. per gli aristocratici. Il madrigale non è una com- Nel Rinascimento la Repubblica di Venezia rag- posizione da concerto, ma una “musica reser- giunge i più alti livelli di ricchezza e di potenza vata”, come la definisce il compositore fiammingo economica e con essi acquistano grande sviluppo Adrianus Petit Coclico, cioè una musica destinata l’arte e la cultura. Anche Venezia si rivolge a com- a una ristretta cerchia di intenditori raffinati, in positori francesi o fiamminghi per far dirigere le grado di coglierne tutte le segrete intenzioni. I loro cappelle di corte e per qualificare l’attività poeti preferiti dai madrigalisti saranno Petrarca, musicale della basilica di San Marco. Alla scom- Bembo, Sannazaro, Ariosto e Tasso. parsa del francese Pietro de Fossis, maestro di Uno dei primi autori a comporre madrigali è stato coro in San Marco, il doge Andrea Gritti non si Costanzo Festa (1490-1545), il primo polifonista fece sfuggire la figura del polifonista fiammingo italiano di fama internazionale. Egli compone ma- Adriano Willaert, che era stato al servizio del duca drigali a tre e quattro voci, tra i quali ricordiamo di Ferrara, e così nel 1527 lo nominò maestro di Madonna, io mi consumo e so- coro in San Marco. prattutto Così soav’è’l foco, dove Con Adriano Willaert (1490-1562) il si possono notare alcuni stilemi madrigale diventa sempre più con- che diventeranno in seguito di uso trappuntistico e diventerà la forma comunissimo, come l’inizio a dia- profana corrispondente al mottetto logo tra le voci e la fioritura sulla sacro. Willaert fece compiere alla parola “dolce”. vita musicale veneziana un auten- Ma il principale rappresentante di tico salto di qualità: potenziò il coro questo tipo di madrigale è stato della basilica di S. Marco, ampliò ed Philippe Verdelot (1485-1552); i arricchì l’archivio musicale e di- suoi madrigali hanno una scrit- venne una gloria locale, circondato tura generalmente omofona, ma dalla stima e dall’affetto di nume- quelli a 5 e 6 voci rivelano una rosi allievi, tra i quali spiccano Ci- grande preparazione contrappun- priano de Rore, Niccolò Vicentino, tistica che portò alla fusione tra la Miniatura di Andrea Gabrieli e Gioseffo Zarlino, tecnica polifonica fiamminga e la Cipriano De Rore che lo definì “perfetto musico e pra- musicalità italiana, fusione che tico eccellentissimo”. Willaert è anticiperà le future conquiste del madrigale. Il stato il capostipite di una lunga serie di composi- suo Italia mia, su testo del Petrarca, è un esem- tori che, ininterrottamente e per oltre un secolo, pio classico di primo madrigalismo, dove vengono ha portato la scuola musicale veneziana ai suoi alternati passi omoritmici con passi imitati, con livelli più alti. Oltra all’invenzione dei cori battenti l’introduzione di varie alterazioni, che preannun- e alla ricca produzione di musica sacra, Willaert ciano il madrigale cromatico. A Verdelot si deve ci ha lasciato anche una settantina di madrigali. l’introduzione nel madrigale della scrittura a note Nel frontespizio del suo primo libro dei Mottetti nere, cioè i valori minori della notazione, che del 1539 compare la scritta “Famosissimi Adriani danno una maggiore varietà ritmica e grande Willaert, chori Divi Marci illustrissimae Reipubli- scioltezza al fraseggio melodico. cae Venetiarum magistri”, che ci dà la misura Nei 250 madrigali di Jacques Arcadelt (1504- della grande considerazione di cui allora godeva. 1568), allievo ed amico di Verdelot, lo stile acqui- Sarà Cipriano De Rore (1516-1565), allievo di Wil- sta una fisionomia più precisa con l’introduzione laert, a rinnovare e portare alla massima espres- di una maggiore animazione ritmica, che conduce sione il madrigale: in lui ogni parola o frase ad un periodare più scorrevole e a un cromati- musicale viene tradotta in emozione musicale, smo, che favorisce una maggiore espressività. Ar- con grande varietà di mezzi. Cipriano assimila cadelt fonde la leggerezza elegante della musica completamente il melodismo italiano che conferi- francese con la nobiltà del canto declamato del sce ai suoi madrigali un’inimitabile eleganza. È 7
un maestro di armonia e di cromatismo: in lui si testo letterario ed espressione musicale. fondono l’elaboratissima polifonia fiamminga e la Andrea Gabrieli (1533-1585) eccellerà, rispetto semplice armonia di origine italiana, il tutto mo- alla musica vocale profana dei suoi contempora- derato e stimolato dal testo. Nel 1542 pubblica a nei fiamminghi, attraverso lo splendore e la pia- Venezia il “Primo Libro dei Madrigali” a 5 voci e in cevolezza dei suoni e i suoi madrigali a 5 e 6 voci pochi anni i Libri di madrigali diventano cinque, illustreranno la predilezione veneziana per la ri- che faranno scuola a Lasso, De Monte e Pale- cerca del colore armonico e delle sonorità brillanti. strina. È lui ad aprire il madrigale alla grande Tirsi morir volea è un madrigale a 7 voci in poesia lirica, soprattutto a quella del Petrarca, del forma di dialogo amoroso, su testo di Giambatti- quale musicò “Canzone alla Vergine” e molti so- sta Guarini, dove ricorre l’eterna schermaglia tra netti. Le suggestioni della poesia e i suoi momenti due giovani amanti, naturalmente in vesti di pa- ora lirici, ora drammatici, inducono Rore ad ac- stori. Andrea Gabrieli ha composto anche madri- cogliere cromatismi efficaci e sapienti modula- gali da eseguirsi all’aperto, in una piazza di zioni, come avviene in O morte, eterno fin, dove Venezia, come la Battaglia a 8 voci, scritta per alle parole “porto de’ ciechi e miseri mortali” la celebrare la vittoria dei veneziani sui turchi a Le- frase si arricchisce di insinuanti cromatismi. Per panto nel 1571. queste arditezze Monteverdi riterrà De Rore suo Nello stesso periodo in Italia, precisamente tra il ideale predecessore nella “nuova prattica”, cioè di 1560 e il 1570, fiorisce un tipo di madrigale, de- un nuovo modo di far musica che vede il suono al nominato Madrigale drammatico o Dialogico. Si servizio dell’oratione. De Rore fu un innovatore nel tratta di un madrigale che subisce l’influenza campo dell’armonia e uno sperimentatore del cro- della Commedia dell’Arte, un tipo di spettacolo matismo, aprendo così la strada a Gesualdo da teatrale itinerante, basato sull’improvvisazione e Venosa e ad altri madrigalisti. Rore ha scritto oltre sulla personificazione dei personaggi, con carat- 120 madrigali, per la maggior parte a teri ben determinati. Il rappresen- 4 e a 5 voci, raccolti in 10 libri, pub- tante principale di questo tipo di blicati tra il 1542 e il 1565, dove madrigale è stato Alessandro Striggio opera un lavoro di sintesi tra la vigo- (1535-1587) e la sua opera più rap- rosa tradizione polifonica fiamminga presentativa è Il cicalamento delle e un’espressione più moderna e ade- donne al bucato (1567). Un gruppo rente a mutati intendimenti estetici, di donne sta lavando i panni alla propri della maturità del Rinasci- fonte e per alleggerire il peso e la mo- mento. notonia del lavoro, intrecciano can- Philippe de Monte (1521-1603), il cui zoni, sparlando delle faccende degli cognome è una italianizzazione del Philippe de Monte altri e anche delle loro, mentre qual- fiammingo Van den Berge, fu un ec- cuna, più schiva, se ne sta in di- clesiastico che viaggiò per tutta l’Eu- sparte. Improvvisamente scoppia un ropa; oltre a comporre molta musica sacra, ha litigio, le donne vengono alle mani e si strappano scritto oltre 1000 madrigali, raccolti in 35 libri. Il i capelli; poi, una volta fatta la pace, tutto torna suo stile polifonico è molto elaborato, ma molto tranquillo come prima. L’autore della musica si ci- chiaro; gli ultimi libri di madrigali si aprono a un menta in un gioco brillante in cui l’elemento rit- tipo di lirica più moderna, sensuale e di argo- mico prevale su quello melodico, ma la comicità è mento pastorale, spesso ispirata da testi del Gua- abbastanza contenuta e non scende mai in cari- rini. Al contrario, il fiammingo Jaches de Wert cature pesanti, rimanendo su un tono bonario. La (1535-1596) giunse giovanissimo in Italia e non la Commedia dell’Arte influenzerà ancora il madri- lasciò mai. Allievo di De Rore, fu per trent’anni gale drammatico, portandolo verso una comicità alla corte dei Gonzaga; fu maestro stimatissimo più marcata e buffonesca, come la ritroveremo in ed ebbe tra i suoi allievi anche Monteverdi. Anche Giovanni Croce (vedi le Mascharate piacevoli et lui ha scritto molta musica sacra, ma fu un ridicolose per il carnevale del 1590), in Orazio grande madrigalista (ha composto 12 libri di ma- Vecchi (il suo Amfiparnaso del 1597 porterà il drigali) e uno dei fondatori della “seconda prat- madrigale drammatico alla piena maturità) e in tica”, per l’intensa ricerca della corrispondenza tra Adriano Banchieri (vedi la Pazza senile e la 8
Risveglio Musicale Barca di Venezia per Padova del 1605). magine viene tradotta in arabeschi sonori, river- berati da una voce all’altra come in un elegante Il madrigale raggiungerà il suo vertice attraverso gioco di specchi. Nei madrigali si cimenta nelle più l’opera di tre grandi compositori italiani: Luca Ma- ardite sperimentazioni linguistiche: un cromati- renzio, Gesualdo da Venosa e Claudio Monteverdi. smo diffuso, accordi dissonanti non preparati, ot- Luca Marenzio (1553-1599), nato nel comune di tave parallele, settime diminuite, sono tutti Brescia da famiglia “di bassa e povera condi- elementi che avrebbero fatto rabbrividire i pedanti zione”, venne preso sotto la sua protezione dal teorici dell’epoca. In lui troviamo omaggi all’ar- cardinale Luigi d’Este, colui che fece costruire la caico Arcadelt, così come al magistero di De Rore, splendida Villa d’Este di Tivoli, al quale Luca de- omaggi resi da un compositore che venne definito dicò il Primo Libro dei Madrigali a 5 voci e il Primo “il più dolce cigno d’Italia”, che nei suoi oltre 400 Libro a 6 voci, pubblicati rispettivamente nel 1580 madrigali espresse la voce dei più grandi poeti ita- e nel 1581. Molto importante per la storia della liani, da Dante al Petrarca, fino al Tasso e al Gua- musica rinascimentale fu la corte del duca Al- rini. Marenzio fu un musicista dotto, con interessi fonso di Ferrara, fratello maggiore del cardinale, letterari e per la sua profonda varietà e abilità tec- presso la quale lavorarono Desprès, Willaert, Ci- nica è stato riconosciuto come il madrigalista più priano de Rore, il teorico Nicola Vicentino e i poeti versatile e ricco. Ariosto, Tasso e Guarini. Anche Marenzio fu Nel suo madrigale a 5 voci O voi che sospirate, ospite del duca di Ferrara, ma il cardinale ne era su testo del Petrarca, diverse tonalità vengono ac- talmente geloso che lo trattenne a Roma fino alla costate arditamente, creando una pagina croma- sua morte (1586). Dopo la morte del cardinale, tica che risponde alla tensione emotiva evocata Marenzio, dopo una breve sosta presso i Medici a dal poeta. Altrettanto intensa, anche se meno ar- Firenze, fu costretto a trovare lavoro altrove. Nel dita, è la musica scritta per il Lamento di Tan- 1581 Marenzio dedica il Secondo Libro dei Madri- credi sulla tomba di Clorinda, dalla Gerusalemme gali a 5 voci a Lucrezia, sorella del duca di Fer- liberata. In Zefiro torna Marenzio esprime tutta rara, nel 1582 dedica il Terzo a 5 voci agli la sua capacità simbolica verso oggetti naturali- Accademici Filarmonici, nel 1584 dedica il Se- stici: un rincorrersi di lievi quartine di crome fio- condo dei Madrigali a 6 voci al cardinale Guisa, riscono le parole “fior, erbe, garrir e ridono i prati”. nel 1584 dedica il Quarto a 5 voci a Girolamo Ruis Assoluto capolavoro e ancor più moderno è il ma- e un Libro di Madrigali spirituali (di argomento drigale Solo e pensoso, che si apre in un clima di non amoroso, ma religioso) a 5 voci a Lodovico agghiacciante fissità, dovuta alla voce superiore Bianchetti. Nel 1585 esce la Terza raccolta di Ma- che percorre la scala per gradi cromatici fino al drigali dedicata alla granduchessa di Toscana sol naturale, per poi ridiscendere al do, mentre le Bianca Capello e infine dedica il Quinto Libro dei altre voci svolgono un gioco imitativo che ha ormai Madrigali a 5 voci a Nicolò Pallavicino. Altre dedi- perso ogni connotato del virtuosismo decorativo. che di sue opere ad altrettanti personaggi fa ca- Solo lievi madrigalismi sulla parola “scampi” pire come Marenzio abbia dovuto trovarsi aiuto e (l’idea del fuggir è realizzata con note nere) e su protezione presso duchi, marchesi e cardinali. Nel “fiumi” e “selve”, anche se in un contesto di rac- 1595 riceve la visita del grande compositore in- coglimento e di pensosa malinconia. glese John Dowland, il quale si trattenne due mesi presso di lui, a conferma della stima che Carlo Gesualdo da Venosa (1566-1613) era amico Luca ormai riscuoteva in tutta Europa. di Tasso, del quale metterà in musica molti testi. Sebbene Marenzio abbia composto molta musica Egli ricercò, come mezzi espressivi, armonie inso- sacra, questa non manifesta la stessa originalità lite, dissonanze non preparate, modulazioni radi- e libertà dei madrigali profani. Pertanto è il ma- cali, cromatismi e false relazioni. È stato un uomo drigale il campo nel quale cogliere i più bei fiori di dalla vita avventurosa e discussa che lo ha reso il Luca. Egli eccelle per il contrappunto, le innova- compositore più soggettivo e personale del suo zioni armoniche e le modulazioni quasi moderne, tempo, ma anche il più critico nei confronti di sé che si innestano in una struttura ricca a varia che stesso: pare che abbia distrutto, per eccesso di incorpora ogni sonorità e ogni mezzo espressivo. autocritica, parte della sua opera e pubblicato Luca è il madrigalista più versatile, dove ogni im- solo Sei Libri di Madrigali (110 composizioni). 9
Testi convenzionali, piccoli epigrammi erotici di pare ancora più rarefatta: se è più precisa dal lato modesti letterati costituiscono la materia umana formale, la sua tecnica contrappuntistica si fa più su cui si riversa un’ispirazione turgida e talvolta trasparente, senza escludere il ritorno a passaggi incontrollata. La sua musica, ricca di dissonanze omofonici, carichi di particolare calore. Domina audacissime e il suo canto, pervaso da un croma- ancora il grande tema dell’amore, ma in un uni- tismo esasperato, hanno portato alcuni critici a verso ormai popolato da anime in pena: sono gli parlare di espressionismo “ante litteram”. Quello estremi accenti di uno spirito travagliato e do- che lo distanzia da Marenzio è l’assenza del lente, di una sensibilità sinceramente acuta e sof- mondo pastorale e la scarsa suggestione dei pae- ferente. Proprio da questi temi di un’umanità saggi. Qui siamo davanti ad un mondo inquieto, misera e soggettiva il principe di Venosa ha sa- torbido e languido; l’unico elemento costante è il puto trarre gli stimoli per creare un’arte che a continuo mutare di situazioni: passi polifonici, tratti ha raggiunto la perfezione e questa sua in- successioni di accordi, note rapide e valori ampi, superabilità, mentre portava il madrigale verso il contrappunto diatonico e forti accordi dissonanti, culmine, nello stesso tempo ne decretava la fine. insomma, una chiara tendenza al chiaroscuro. Significativo è il sonetto del Tasso Mentre Ma- Claudio Monteverdi (1567-1643), invece, fino al donna, che ha teneri passaggi sonori sulle parole Quarto Libro dei madrigali, appare ancora un “ai dolcissimi colori” e pregiate raffinatezze ritmi- compositore tradizionale. La sua caratteristica pe- che su “sussurrando predava”. Il madrigale Sento culiare è la dolcezza delle sonorità e il fluire sem- che nel partire, di autore ignoto, è il primo di pre vario delle voci, che esprimono pienamente il una lunga serie, giocato sul sentimento della significato testuale. La sua scrittura tende a pri- morte, dove abbandoni, incertezze d’amore e l’eros vilegiare la voce superiore, sulla scia delle na- in tutta la sua infinita gamma sono la grande scenti tendenze monodiche e utilizza con estrema musa ispiratrice di Gesualdo, sempre alla ricerca disinvoltura il cromatismo, molto caro a Ge- di un patetismo, anche se velato. sualdo, non disdegnando di affidare alle voci ampi Capolavoro assoluto è il madrigale Io tacerò, ma salti, anche di nona e di undicesima. Formatosi a nel silenzio mio del Quarto libro, che sprofonda Cremona, alla scuola di Marco Antonio Ingegneri, un’abissale malinconia, così come Ecco morirò con il quale apprende la tradizionale tecnica vo- dunque, che si muove in un clima analogo, men- cale polifonica fiamminga, nel 1587 Monteverdi tre in Ahi, già mi discoloro, la frequente ripeti- pubblica il Primo Libro dei madrigali a 5 voci e tre zione di parole isolate, secondo un libero impulso anni dopo il Secondo, con lo stesso organico vo- dell’autore, conduce a un vertice massimo di cale. Alcuni di questi primi madrigali sono dei veri drammaticità. capolavori e possono gareggiare con quelli di Ma- L’atmosfera degli ultimi madrigali di Gesualdo ap- renzio e di Gesualdo, come il celebre Ecco mor- Rappresentazione dell'Incoronazione di Poppea di Monteverdi (Teatro alla Scala, stagione 1966-67) 10
Risveglio Musicale morar l’onde del Secondo Libro, su testo del una parte completamente indipendente rispetto al Tasso. Nel 1590 Monteverdi entra al servizio della canto ed ha il compito di creare l’atmosfera dram- corte di Mantova, dove pubblica subito il Terzo matica dei vari episodi e descrivere alcuni avveni- Libro dei madrigali, nei quali è evidente di quanto menti, come il moto del cavallo in 3/4 e il passo abbia fatto tesoro delle esperienze monodiche che dei cavalieri. Lo scontro è raffigurato dagli archi, andavano maturando a Firenze. Diventato, dopo con estrema vivezza ritmica (e qui Monteverdi in- la morte di Benedetto Pallavicino, maestro di cap- venta il pizzicato). pella, pubblica il Quarto (1603) e il Quinto Libro L’Ottavo Libro dei madrigali “Guerrieri e Amorosi” dei madrigali (1605). Il Quinto Libro segna una del 1638 segna il coronamento di quello stile de- svolta che riguarderà tutta la sua produzione suc- finito come “chiaroscuro musicale”, cioè alter- cessiva: per la prima volta viene introdotto il nanza di sentimenti, mutevolezza, profonda basso continuo e previsto un accompagnamento emotività, arditezze estreme di armonia, impiego strumentale da realizzare con il clavicembalo o il assolutamente libero del mezzo vocale e inven- chitarrone o simile strumento. Monteverdi adotta zione di inediti effetti timbrici. A conclusione del- così lo stile concertante, che genererà la cantata l’intera raccolta c’è Il ballo delle ingrate: una barocca, suscitando lo sdegno dell’Artusi; ma scena di danza, scritta in onore dell’imperatore Claudio va avanti per la Ferdinando III. Si tratta di sua strada parlando di un balletto in stile fran- “seconda prattica”, nella cese, su testo del Rinuc- quale poneva “l’armonia cini. Le ingrate (donne che serva de l’oratione”, in non corrispondono a uo- modo da valorizzare gli af- mini amanti) entrano dan- fetti espressi dal testo poe- zando con una musica tico. grave e nobile, senza ac- Il Sesto Libro dei madrigali centi particolari, ma into- arriva solo nel 1614, dopo nata al clima. Dopo un aver composto molta mu- monologo di Plutone, so- sica sacra, tra cui il Ve- stenuto da un ritornello spro della Beata Vergine. strumentale, le donne In questa raccolta Monte- vengono rimandate nel- verdi riprende il Lamento l’inferno. Una delle ingrate di Arianna e lo orchestra resta sola sulla scena e in- a 5 voci, quasi ad aggiun- tona un commosso addio gere risonanze e colori alla alla luce, un pentimento drammatica nudità del in un crescendo dramma- canto solistico. Nel 1619 tico, portato avanti con il esce il Settimo Libro dei Ritratto di Adriano Willaert procedimento della pro- madrigali, dove rompe la gressione (che nella mu- classica scrittura a 5 voci sica barocca diventerà la cedendo alla più assoluta libertà di organici: “a 1, prassi consueta). Monteverdi coglie molto bene i 2, 3, 4 e 6 voci con altri generi di canti”. momenti particolari e ci offre un esempio altis- Per il Carnevale di Venezia del 1624 Monteverdi simo del genere dell’addio, di cui quello a Roma compone un nuovo capolavoro: Il Combattimento di Ottavia, nell’Incoronazione di Poppea, sarà un di Tancredi e Clorinda, su testo di Tasso. Rap- campione di bellezza assoluta. presentato nella casa del patrizio veneziano Giro- Dopo Monteverdi il madrigale piano piano scom- lamo Mocenigo ebbe un successo clamoroso. Si pare dalla scena musicale, sostituito da raccolte tratta di una grande scena lirica con due perso- di Arie per solo e basso continuo e dal Melo- naggi e un narratore, 4 viole da braccio e clavi- dramma. La fine di questa importante forma mu- cembalo che realizza il basso continuo. Le sicale, già preannunciata da Gesualdo e che ha armonie sono ardite, ma Monteverdi punta molto caratterizzato la musica profana cinquecentesca, anche sull’orchestra, che per la prima volta ha si compie con Monteverdi. 11
L’inno di Novaro di Nicolò Gullì (… continua dal numero precedente) alla velocità di 95 alla semiminima. Ho anche op- tato di avvalermi esclusivamente del materiale so- Le incisioni discografiche pracitato, non solo perché le incisioni contenute nel CD possono essere considerate delle perle Un’altra fonte importante ai fini della nostra ri- molto rare, sono infatti presenti le prime registra- cerca, sono le incisione discografiche, che ci per- zioni discografiche, ma perché hanno il grosso mettono di poter valutare degli aspetti che lo pregio di essere distribuite omogeneamente nel- spartito non è in grado di fornire. Sicuramente i l’arco della prima metà del secolo XX e riescono a più rilevanti sono l’interpretazione e la velocità dare un quadro molto interessante dell’evoluzione con cui il brano viene eseguito. Ma mentre il interpretativa del brano. La varietà dell’organico primo è difficile da poter “imbrigliare” in delle gri- (banda, orchestra, coro e loro combinazioni), aiuta glie, il secondo può darci dei riferimenti certi. Per molto in questa direzione e aggiunge ulteriori pos- questo motivo ho evitato qualsiasi considerazione sibilità di approfondimento. Relativamente alle re- di tipo estetico-musicale e inserito nella tabella gistrazioni estrapolate dal sito del Quirinale, è che segue solo la velocità dei due tempi in sosti- doveroso segnalare che la loro valutazione non è tuzione dell’andamento, che si trova nelle tabelle molto significativa, poiché essendo il campione precedenti, e lasciato immutato tutto il resto. Fa molto omogeneo (tre dei cinque esempi si riferi- eccezione la colonna della tonalità che è stata scono a delle versioni filologiche realizzate appo- omessa perché poco significativa ai fini del nostro sitamente per il 150° anniversario dell’unità studio e imprecisa nella valutazione a causa delle d’Italia), non rispecchia oggettivamente la realtà vetuste tecniche di registrazione. Le fonti da cui musicale attuale. Tuttavia, essendo il punto di ri- ho attinto le incisioni sono quella del CD allegato ferimento ufficiale per antonomasia, mi è parso all’interessante volume di Gianluca Tarquinio dal doveroso se non proprio necessario, prenderne titolo “Il Canto degli Italiani”1, per quanto con- atto, nella speranza che al più presto si provveda cerne le esecuzioni storiche, e i siti delle Forze Ar- a pubblicare, con la stessa meritevole dovizia, mate e del Quirinale per le registrazioni moderne2, anche la partitura musicale. nella tabella separate da un rigo vuoto. L’assenza di ulteriori registrazioni relative a bande militari Passando all’analisi dei dati che emergono dalla non è dovuta ad una scelta personale ma sempli- tabella, possiamo rilevare che la prima colonna cemente alla mancanza di queste nei siti istituzio- non fa altro che confermare quanto detto a pro- nali. Ho, invece, di proposito evitato di entrare in posito degli spartiti: nonostante il titolo originale merito alle numerose esecuzioni che il web for- sia “Il Canto degli Italiani”, che è anche quello che niva, soprattutto quelle di “You Tube”, poiché sa- viene fuori dalle registrazioni recenti, nel secolo rebbe stato molto complicato trovare dei XX è “Inno di Mameli” ad essere maggiormente parametri selettivi, anche se molte di esse avreb- adoperato, mentre nel sito del Quirinale le inci- bero fornito singolari spunti di riflessione. Come sioni sono tutte titolate con un impersonale “Inno l’interpretazione di Claudio Abbado con i “Berliner nazionale”. Sicuramente il dato più interessante Philharmoniker” del 2001, che non solo elimina è quello riguardante la velocità che nel primo l’introduzione ma esegue tutto l’inno alla velocità tempo si muove all’interno della forbice 90 e 130 di 140 alla semiminima senza cambiare tempo tra semiminime al minuto e il secondo tra 100 e 130. la prima e la seconda parte; o quella “meditativa” Un largo divario che testimonia una grande ric- della Banda dell’Aeronautica Militare, anch’essa chezza di interpretazioni, ma quello che più conta senza introduzione e cambio di tempo, eseguita è che nella stragrande maggioranza dei casi tra la ______________________________________________________________________________________________________________________ 1 GIANLUCA TARQUINIO, Il canto degli italiani, con CD allegato, Edizioni Kirke, Avezzano (AQ) 2015. 2 Nei siti ufficiali della Guardia di finanza e dell’Aeronautica militare non ho trovato alcuna registrazione. 12
9(/2&,7$¶ INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE INTRODUZIONE I PARTE II PARTE SEMIMINIMA MISURE PUNTO I II FINALE MISURA 17 ACCEL. PRESENZA DEL ANNO INTERPRETE TITOLO MISURE 7E9 CORONATO TEMPO TEMPO (2) (4) FINALE RITORNELLO (1) (3) CD $//(*$72$/92/80(',*,$1/8&$7$548,12³,/&$172'(*/,,7$/,$1,´ Banda Municipale di Milano; dir. Pio Nevi. Inno di Mameli Si 1901 130 130 4 ---- ---- No No No Disco Zonofono, # 568 Inno nazionale dall'introduzione Luigi Baldassari Br, con coro. Si 1902 Inno di Mameli 125 125 13 II e VII I No No No Disco Columbia Record, Mtx. 11412, # D 4434 dall'introduzione Giuseppe Godono T., con banda. Si 1915 Inno di Mameli 105 105 2 ---- ---- No No Rallentato Disco Phonotype record, Mtx. 986, # 1536 dall'introduzione Hymne de Mameli Marcel Journet Bs., con banda. )UDWHOOLG¶,WDOLD Si 1916 100 100 2 ---- ---- Si No No Disco Victor, Mtx. A 6, # 7-52093 (Italian Patriotic dall'introduzione Song) Ezio Bozano Bs, con orchestra. )UDWHOOLG¶,WDOLD Si 1918 115 115 13 II e VII III Si No Rallentato Disco Emerson, Mtx. 3297, # 1215 Nationale Hymn dalla I parte Inno di Mameli Camilla Rota Mzs, con banda. Si 1925 Inno patriottico 105 105 ---- ---- ---- Si No No Disco La Voce del Padrone, Mtx. BT 1622-1, # 7-253145 dalla I parte (Ediz. Ufficiale) Coro degli alunni della 5 classe della scuola elementare di Seregno (MB), Si (1930) ins. Elisa De Micheli, ins. Di canto Prof. G. Guggeri. con pianoforte Inno di Mameli 90 105 ---- ---- ---- Si No No dalla I parte Disco Fonotecnica Elettro-Fonola, # 2635 &RUDOH³*9HUGL´ Si 1935 Inno di Mameli 100 100 ---- ---- ---- Si Si No Disco La Voce del Padrone, Mtx. 100-2213, # GW 119 dalla I parte &RURH%DQGDGHOO¶$FFDGHPLD0XVLFDOHGLU(PLOLR7XIDFFKL Canto degli italiani Si 1936/45 115 115 12 II e VII I Si No Animato Disco cetra, Mtx. 51537, # 214 (Inno di mameli), dall'introduzione Coro A.N.A. di Milano, con orchestra; dir. Virgilio Piubeni. Disco Inno di Mameli 1957 115 120 13 VII e V I Si Si No No Carisch, Mtx. CP 31040, # C 259 Il canto degli italiani SITI ISTITUZIONALI Inno nazionale (2010) Banda dei Carabinieri - Trascrizione: A. Vessella 110 110 12 II e VII I No No Animato ---- italiano Inno nazionale (2010) Banda dei Carabinieri - Trascrizione: V. Borgia 120 120 12 II e VII I No No Animato ---- Il canto degli italiani Inno nazionale (2010) %DQGDGHOO¶(VHUFLWRLWDOLDQR - Trascrizione: A. Giampieri 120 120 12 II e VII III No No Animato ---- Il canto degli italiani 2017 Banda della Polizia di Stato Il canto degli italiani 110 110 12 II e VII III No No No ---- (2010) Banda della Marina Inno nazionale 120 130 12 II e VII III No No No ---- SITO DEL QUIRINALE Mario Del Monaco, Tenore - Orchestra RCA - Dir. F. Ferrara, 125 Intr. Si 1961 Inno nazionale 110 13 II e VII I No Si Animato Raffaele Gervasio, trascrittore 110 parte I dalla I parte Vito Maggiolino, pianista - Ensemble Coro di Torino - 2010 Maurizio Benedetti, Direttore - Inno nazionale 125 125 13 II e VII I No Si Si ---- Esecuzione dalla partitura autografa di Michele Novaro Esecuzione integrale Coro dell'Accademia Filarmonica Romana e 120 Intr. Si 2010 Cappella Giulia di San Pietro Pablo Colino, Direttore del Coro - Inno nazionale 120 13 II e VII III No Si Animato 115 parte I dalla I parte Banda dell' Esercito - Fulvio Creux, Direttore e trascrittore Banda dell'Esercito -Trascrizione per banda dalla partitura autografa 2010 Inno nazionale 120 120 13 II e VII III No Si Animato ---- Fulvio Creux, Direttore e trascrittore 'DOFRQFHUWRHVHJXLWRGDOO¶2UFKHVWUD*LRYDQLOH/XLJL&KHUXELQLGLUHWWDGD 2015 Riccardo Muti alla presenza del Corpo diplomatico accreditato presso lo Inno nazionale 125 125 ---- ---- ---- No No No ---- Stato Italiano in occasione della Festa della Repubblica. (1) Gradi della scala su cui iniziano le misure 7 e 9; (2) *UDGRGHOODVFDODVXFXLVLFRQFOXGHO¶LQWURGX]LRQH (3) Punto coronato misura 12; (4) Alterazione della nota sul battere del terzo movimento alla misura 17; Risveglio Musicale 13
prima e la seconda parte non vi è nessun cambio della musica e dei musicisti”: di tempo e la velocità rimane grosso modo immu- tata. Una scelta originale è quella adottata da Canti, marce, fanfare o altri brani vo- Franco Ferrara e Fulvio Creux, che nelle loro in- cali o strumentali che nei vari Paesi, terpretazioni eseguono l’introduzione ad una ve- per decreto, sono costituiti a musica locità maggiore rispetto la strofa, ma mentre il ufficiale dello Stato, da eseguirsi in de- primo prosegue con lo stesso tempo anche nella terminate occasioni. Nella maggior seconda parte, il secondo lo accelera. Ascoltando parte dei casi si tratta di brani compo- le registrazioni, inoltre, si può notare spesso un sti espressamente per questo scopo; in cambio di “carattere” tra la strofa e il ritornello; alcuni casi anche di adattamenti di ma è ciò che Novaro chiede? Non sarebbe bastata brani tradizionali o nati per altri scopi, l’indicazione “pp e molto staccato e concitato”, cui è stato aggiunto un testo appro- senza la necessità di aggiungere “Allegro mosso”? priato.3 Dalle colonne che esaminano l’introduzione pos- siamo ancora una volta rilevare che questa è la L’inno nazionale non ha quindi una forma propria sezione più bistrattata, continuamente adattata o ma cambia in riferimento al brano che ogni na- modificata e spesso eliminata. Da notare che le zione si è scelto. Nel nostro caso possiamo parlare esecuzioni bandistiche estratte dai siti delle di un canto patriottico, dalla struttura tripartita bande musicali militari si attengono scrupolosa- e dall’andamento marziale, molto simile a quello mente a una introduzione di 12 misure, mentre della marcia. Il tempo 4/4 è particolarmente evi- la melodia che ha inizio dalla settima misura si denziato dal ritmo croma puntata - semicroma, snoda, tranne un caso, seguendo il modello dei che gli conferisce un andamento solenne e batta- manoscritti di Torino e Milano, in linea con gliero tipico dei canti rivoluzionari, sul modello de quanto è emerso dagli spartiti. Tale affermazione “La Marsigliese”. Mentre dal punto di vista tonale si ripropone per la nota conclusiva dell’introdu- si muove tra il Si bemolle maggiore e il Mi bemolle zione che, a prescindere da qualsiasi variabile, maggiore della terza sezione. Una modulazione ti- può essere sia la tonica che la modale. Si discosta pica della marcia militare ma che risulta molto un poco invece il dato relativo al punto coronato, originale se adoperata in un inno nazionale, pare che nel CD curato da Gianluca Tarquino è quasi infatti che “Il Canto degli Italiani” sia uno dei sempre presente in ogni esecuzione a prescindere quattro inni al mondo che preveda un cambio di dall’organico. Probabilmente perché nella prima tonalità.4 metà del secolo scorso si dava ancora una inter- La prima parte dall’andamento “Allegro mar- pretazione filo romantica, legata alla vocalità ope- ziale”5 ha tutti i requisiti di una sezione introdut- ristica ottocentesca. Per quanto concerne la parte tiva, pensata come una vera e propria “fanfara” finale, devo dire che mi è stato difficile notare un con note ribattute e frasi simmetriche, si protrae accelerato finale evidente, nella maggior parte dei per tredici misure per poi lasciare spazio al canto, casi ho avuto la sensazione che si trattasse di una che con il suo incedere anacrusico dà inizio alla sorta di “animato”, mentre sono da segnalare due seconda parte. La melodia della strofa è semplice esecuzioni in cui la conclusione è preparata da un e lineare, si muove tendenzialmente per gradi “rallentato”. Il ritornello, nei casi in cui è presente, congiunti e note di volta ed è caratterizzata da si divide grosso modo al cinquanta per cento: a continue pause che, spezzando il verso in due volte inizia dalla introduzione e a volte dalla parti, conferiscono all’andamento musicale una strofa. certa enfasi. Un piccolo ponte strumentale di due misure, che richiama la cellula tematica dell’in- 8. Analisi musicale troduzione, collega la seconda alla terza parte o al rèfrain (termine adoperato dallo stesso Novaro nel Così recita la voce “Inno nazionale” nel “Dizionario manoscritto milanese). Questo terzo segmento, ______________________________________________________________________________________________________________________ 3 Inno nazionale, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei musicisti (DEUMM), diretto da Alberto Basso, UTET, Torino 1983-1990, vol. 2 Il lessico. 4 PAOLO PETRONIO, Gli inni nazionali del mondo, cit. p. 21. 5 L’analisi musicale è stata condotta sul manoscritto autografo conservato all’Archivio Ricordi di Milano 14
Risveglio Musicale che è distinto da un andamento più veloce (“Alle- tradisce nel suo teso lirismo il legame gro mosso”) oltre che da una linea melodica orec- col melodramma (è un canto, non una chiabile, è impostato tutto su un graduale marcia). Lo si può immaginare come crescendo. I versi, che sono identici a quelli della una scena teatrale: il tenore (l’eroe) si sezione precedente, prendono vita da un pianis- rivolge al coro (il popolo) con un’invo- simo che inizialmente è un semplice sussurro, poi cazione (“Fratelli d’Italia,/l’Italia s’è diventa voce, per trasformarsi alla fine in un con- desta”, “Allegro marziale” in Si bemolle citato grido, sorretto da un accelerando che maggiore); il popolo ascolta, freme e poi esplode nel fatidico “sì”. La parte finale è vera- ripete (“Allegro mosso”, Mi bemolle mente di grande effetto, peccato che raramente la maggiore), sottovoce, quasi a volersene si senta suonare seguendo le indicazioni di tempo convincere; poi, la decisione di combat- e gli agogismi previsti. Solitamente, sulla spinta tere (“Stringiamoci a coorte”, Do mi- degli squilli del ponte di collegamento, si attacca nore), inizialmente “piano” per poi il ritornello con un forte, perdendo alla fine l’ef- crescere e accelerare fino all’esplosione fetto previsto dal compositore. finale in Mi bemolle maggiore.6 Armonicamente la composizione non si di- stacca mai dalla tonalità d’impianto e si muove In questo caso si tira in ballo la cabaletta, cioè generalmente nell’ambito della successione I - V, una aria semplice e vivace che solitamente tro- con l’unica variante del far sentire a tratti il tono vava collocazione alla fine di una scena o di un della relativa minore. Il Mi bemolle maggiore del duetto con la finalità di accaparrarsi il consenso rèfrain dà quindi un nuovo colore, anche se ar- del pubblico. Forse la verità sta in mezzo: com’è monicamente non aggiunge niente di nuovo, e possibile negare in pieno Ottocento che un brano mette maggiormente in risalto il crescendo previ- cantato non abbia subito l’influsso del melo- sto in partitura. dramma, quando il melodramma rappresentava il La parte pianistica è abbastanza semplice, termine di paragone con cui tutti i musicisti del mentre nell’introduzione si muove con note ribat- tempo, in special modo in Italia, dovevano con- tute, richiamando in modo palese gli squilli di una frontarsi? Allo stesso tempo com’è possibile ne- tromba e le armonie di una sezione di tromboni, gargli la leggerezza della struttura armonica, la nella prima parte la mano destra sorregge il linearità della melodia e la semplicità della forma canto, arricchendolo a volte con l’aggiunta di una che lo allineano ai parametri della canzone? E in- sesta, mentre la sinistra è impegnata nell’accom- fine, perché togliergli quel tocco di popolarità ban- pagnamento ed esegue il ritmo croma puntata - distica che il ritmo e l’accompagnamento semicroma di tipica impronta bandistica. La parte richiamano alla mente? Ecco, “Il Canto degli Ita- conclusiva ricalca la sezione precedente, anche se liani” è tutto questo e forse qualcosa in più! alleggerisce l’accompagnamento limitandolo a delle semplici note di basso con ottave che rie- 9. Conclusioni scono a rendere meglio l’indicazione della parti- tura “molto concitato e staccato”. Se delle domande hanno aperto questo la- Solitamente, riferendosi alla struttura for- voro, mi sembra opportuno che siano delle rispo- male del nostro inno si parla di “marcetta”, la- ste a chiuderlo. sciando trasparire anche un pizzico di ironia, Avevo da subito chiarito che, nonostante come a dire: “Che possiamo fare? L’inno è questo questo studio possa essere considerato propedeu- e dobbiamo tenercelo”. Sul versante opposto ci tico e necessario alla stesura di una partitura coe- sono invece coloro che a tutti costi tendono ad at- rente dal punto di vista filologico, non era questa tribuirgli un tono operistico: la finalità. Risalire alla partitura originale, in fondo, è abbastanza agevole: le fonti più impor- Appartenente alla categoria degli inni tanti concordano pienamente, ed anche se diffe- patriottici bellicosi, sul modello della renze importanti possono riscontrarsi tra il “Marsigliese”, il “Canto degli Italiani” manoscritto di Genova e gli altri due, queste sono ______________________________________________________________________________________________________________________ 6ROBERTO IOVINO, Novaro Michele, in Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), diretto da Raffaele Romanelli, Treccani, Roma 1960-2017, vol. 78. 15
superate dal fatto che quelli più recenti (Torino e l’istinto musicale che determina l’accento metrico. Milano), coincidono perfettamente. E cosa non Lo stesso dicasi per il ponte modulante: se istin- trascurabile, entrambe convergono con l’edizione tivamente suona meglio la variante lo si modifica; del 1859 pubblicata da Francesco Lucca, che, per o se praticamente il cambio di tempo e l’accelerato quanto mi risulta, è l’ultima che il compositore ge- finale creano dei problemi, li si eliminano senza novese abbia seguito e autorizzato. Al momento tanti fronzoli. A tutto ciò potremmo ancora ag- attuale, infatti, non conosco altre pubblicazioni giungere ritocchi apportati alla melodia (la sin- ufficiali comprese tra questa data e il 1885, anno cope nelle ultime battute dell’introduzione), alla della morte di Michele Novaro. Le mie domande dinamica (il pianissimo con il crescendo graduale partivano proprio da questa premessa fondamen- che porta all’esplosione del “si” nella parte finale), tale: “Perché nonostante le fonti concordano in ed altre piccole cose ancora. maniera tanto evidente, nel corso dei decenni Ma la cosa interessante è che per gli Italiani sono state apportate delle modifiche allo spartito il vero inno non è quello recuperato dagli studi fi- originale? Ma soprattutto, perché questo è avve- lologici ma quello che le Bande musicali hanno nuto?” sempre proposto, soprattutto nelle manifestazioni La provvisorietà ha giocato sicuramente un ufficiali. È quello che ancora oggi le orchestre ese- ruolo importante, evitando forme di cristallizza- guono nei concerti e nelle ricorrenze celebrative. zione e lasciando quel margine di tolleranza che Ma soprattutto è quello a cui siamo affezionati! Ed ha permesso alla tradizione popolare di interve- allora si pone proprio una domanda che per certi nire e appropriarsene. “Il Canto degli Italiani”, versi potrebbe apparire strana e che ribalta quella non va dimenticato, è una canzone nata per dif- che era la mia stessa idea iniziale: “É giusto im- fondere le idee patriottiche risorgimentali e per es- porre la versione ‘originale’?” Considerando che fi- sere cantata dalla gente. Il suo enorme successo nalmente gli Italiani hanno un loro inno nazionale è misurato proprio in base a queste piccole va- definitivo, si rende quanto meno necessario, oltre rianti che sono state introdotte. Quello che inizial- che doveroso, pubblicare una versione “ufficiale”. mente ritenevo una pecca (la mancanza di Che questa debba essere quella filologicamente ufficialità), si è invece rivelato un pregio che ha corretta, ho qualche dubbio. Si potrebbe trovare fatto in modo che gli Italiani sentissero come pro- anche un compromesso che tenga conto della tra- prio questo inno. Ed anche se da un punto di dizione senza stravolgere il testo originale. D’al- vista filologico tutto ciò può essere considerato ri- tronde, non sarebbe un caso unico né una cosa provevole, sotto la prospettiva affettiva e senti- strana: basti pensare alle innumerevoli variazioni mentale risulta un grosso merito. introdotte nelle arie d’opera dai cantanti o a tutte In questa situazione una funzione fonda- le varianti che vengono eseguite per tradizione mentale è stata svolta dalla Banda musicale, il cui senza apparire in partitura. ruolo nel contesto sociale supera quella che è la In fondo la versione originale l’ha scritta Mi- sfera prettamente musicale. La Banda musicale chele Novaro ma quella successiva l’ha elaborata costituisce l’anello di congiunzione tra la musica il popolo italiano! popolare e quella colta, ed essendo stata l’inter- prete “ufficiale” del nostro inno nelle manifesta- _______________________________________ zioni di massa, è divenuta al contempo l’artefice e Bibliografia la cassa di risonanza della maggior parte delle va- rianti. Il nostro inno nazionale, l’inno che siamo Enciclopedie abituati a sentire è quello che la Banda musicale ha elaborato. Come ho avuto modo di dire, la cul- DBI Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), 91 tura popolare ha un suo modo di appropriarsi ed voll., diretto da Raffaele Romanelli, Treccani, elaborare eventi e cose che per provenienza non Roma 1960-2017 gli appartengono. Essa non si pone problemi filo- DEUMM Dizionario Enciclopedico Universale logici o estetici, interviene in maniera “istintiva”, della Musica e dei musicisti, 14 voll. (Il lessico 4 e se “Il Canto degli Italiani” ha metricamente una voll., Le biografie 8 voll., Appendice 1 vol., Aggior- misura in più nell’introduzione la elimina, e non namento 1 vol.), diretto da Alberto Basso, UTET, perché l’accento metrico lo impone, ma perché è Torino 1983-2005. 16
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