Risveglio Musicale - www.anbima.it - n. 6 - Novembre / Dicembre 2019

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Rivista Ufficiale dell’Anbima - Via Cipro, 110 int. 2 - 00136 ROMA
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                Art. 1 Comma 1 - DCB Roma

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Risveglio Musicale

Carissimi Soci,
per le prossime Festività rivolgo a Voi e alle Vostre famiglie i
più affettuosi e sentiti auguri per un sereno Natale e per un
felice e prospero Anno Nuovo.
A questi sentimenti augurali aggiungo il ringraziamento per
la fiducia in me riposta da Voi, in questi otto anni, conceden-
domi l'onore di essere il Presidente Nazionale dell'Anbima.
Una carica che mi sono impegnato a onorare con onestà in-
tellettuale, profondo rispetto per la nostra Istituzione e i suoi
Associati, che ho servito con tutte le capacità che sono stato
in grado di mettere in campo grazie al Vostro sostegno.
Questo secondo mandato da Presidente Nazionale sta per
concludersi con la consapevolezza che questi anni trascorsi
insieme sono stati particolarmente impegnativi e, grazie alla
vostra disponibilità, coniugata ad esperienza associativa, siamo riusciti a dare alla
nostra Associazione un nuovo assetto, adeguato alle esigenze dei nostri giorni.
Faccio appello a tutti i quadri dirigenti Anbima, attuali e futuri, per una piena col-
laborazione nel segno di una dialettica associativa propositiva e di una azione pro-
gettuale ispirata sempre ai valori della nostra rinnovata carta statutaria.
Anbima è esperienza totale: il tempo che doniamo ad essa è un dono che facciamo
a noi stessi, con la certezza gratificante di incidere nella società civile con la nostra
azione di promozione di una cultura strettamente connaturata alla persona umana
e con una concreta proposta di incontro e di dialogo nel segno della pace e della
solidarietà.
In questi giorni di festa ritempriamo lo spirito nell’assaporare il sapore antico e
nuovo delle tradizioni e diamo forza alle energie positive per affrontare gli appun-
tamenti onerosi e entusiasmanti in calendario per il prossimo anno, dove saremo
chiamati a rinnovare le cariche associative.
Come tutti gli anni, a Natale molte Bande porteranno una nota di gioia nei luoghi
della sofferenza, altre organizzeranno momenti di beneficenza e sostegno ai biso-
gnosi; a tutte vada il grato riconoscimento e il sostegno morale dell’Associazione e
mio personale per questo impegno sociale che cammina di pari passo con un’opera
instancabile di educazione permanente e di formazione, alimentato quotidiana-
mente dai nostri Docenti nelle scuole di musica e da ogni Maestro nella sala prove
di tutto il territorio nazionale.
È nel mondo variegato e straordinariamente operoso delle realtà territoriali che ve-
ramente si vivono, nelle difficoltà e nelle gratificazioni quotidiane, i valori che ci
guidano nel nostro essere Anbima.
Buon Natale a tutti, e un Anno nuovo ricco di gioia e di ogni bene.

                                                                M° Giampaolo Lazzeri
                                                         Presidente Nazionale Anbima
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già Risveglio Bandistico
                                                           dal 1946
Rivista ufficiale dell’Anbima
(Associazione Nazionale delle Bande                           Anno 38 - nuova serie
Italiane Musicali Autonome, Gruppi
Corali e Strumentali e Complessi
Musicali Popolari)
                                                          Novembre - Dicembre 2019
                 Associato
                 all’Unione
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                                                          SOMMARIO
                 Italiana
Direttore Responsabile:
                                                               del n.6/2019
Giampaolo Lazzeri

Caporedattore:                                        4 Editoriale
Massimo Folli                                         6 Il Madrigale
In redazione:                                        12 L’inno di Novaro
Franco Bassanini, Roberto Bonvissuto,                18 UNPLI-ANBIMA: siglato protocollo d’intesa
Franco Botticchio, Manuela Fornasiero
Gianluca Messa, Gianni Paolini Paoletti              21 Intervista al M° Stefano Cardo
Andrea Petretti, Guerrino Tamburrini                 22 Festa nazionale di Santa Cecilia
Anna Maria Vitulano, Ernesto Zeppa                   24 La storia (strana) di Jingle bells
Progetto / Realizzazione Grafica:                    26 Protocollo d'intesa Anbima ed Enti Storici specializzati
Andrea Romiti / Andrea Petretti                      nella formazione e ricerca didattico musicale
Hanno collaborato a questo numero:                   30 Il “Concerto degli Auguri” della Filarmonica Pisana
                                                     31 La Corale Tebaldini ad Anagni, esibizione in catte-
Gianluigi Adriani, Federico Peverini, Giuseppe       drale
Testa, Roberto Bonvissuto, Nicola Gargareschi,
Stefano Ragni, Ezio Audano, Franco Bassanini,        32 Il clarinettista Gianvito Guagnano vince la seconda
Serena Lazzeri, Nicolò Gullì, Guerrino Tamburrini,   edizione del premio “Ciro Scarponi”
Alceo Spinozzi, Umberto Moschini
                                                     34 Il mezzo secolo della Banda Musicale di Mercatale (Pe-
Amministrazione, Direzione e Redazione:              saro Urbino)
Via Cipro, 110 int. 2                                35 A Siena primo stage majorettes con trainers Anbima-
00136 Roma - Tel/Fax 06/3720343
sito web: www.anbima.it                              MWF e NBTA Italia
e-mail: caporedattore@anbima.it                      36 “La Polverosa” al Maggio Musicale Fiorentino ricor-
ufficio.nazionale@anbima.it - presidente@anbima.it
segretario@anbima.it                                 dando Ferruccio Barbetti
                                                     38 170 anni di musica con la banda “Giuseppe Cotti”
Abbonamenti:                                         Città di Asti
abbonamento ordinario euro 11,00
abbonamento sostenitore euro 14,00                   40 Laboratori musicali in età scolare, in Sicilia il corso di
Per abbonarsi servirsi del                           propedeutica. Intervista al Maestro Anghinoni
c.c.p. n. 53033007, intestato a ANBIMA
                                                     42 Rassegna Bandistica Regionale Anbima FVG: la
Stampa:                                              prima volta di Pordenone con un’edizione da record
MARIANI tipolitografia srl                           44 I n Umbria le Bande entrano nei Musei con un progetto
20851 Lissone (MB) - Via Mentana, 44
Tel. 039 483215 r.a. - Fax 039 481264                Anbima
E-mail: mariani@tipolitomariani.it                   46 A Magenta il BIG concerto d’esordio della Banda In-
Autorizzazione del tribunale di Roma n. 361/81.
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Risveglio Musicale - www.anbima.it - n. 6 - Novembre / Dicembre 2019
Editoriale

Gentili lettori, eccoci nuovamente giunti alla          l’essenza del nostro esistere. Il tempo che c’è
fine dell’anno. L’atmosfera delle feste coman-          concesso di vivere, ci conferma ancora una
date, da sempre è magica. Certamente più in-            volta che la passione e l’amore con cui doniamo
trisa di consumismo frenetico e ossessiva corsa         agli altri il nostro impegno, non vanno perduti,
agli acquisti. Quello che la martellante pubbli-        non è tempo sprecato. Piccole gocce che tutte
cità negli anni ci ha trasmesso, e prosegue in-         insieme creano un mondo migliore in cui la
sistentemente a fare, è spingere noi tutti a            maggior parte delle volte si cerca di sopravvi-
comprare, scialando la tredicesima (chi ancora          vere anziché fruirne con serenità, della bellezza
la riceve in busta paga) il più delle volte per og-     e della varietà di cui è formato.
getti inutili e costosi, avvolti da carta lucida, co-   «Un maestro zen vide uno scorpione annegare e
lorata, fiocchi, decorazioni, cotillon; che una         decise di tirarlo fuori dall’acqua. - Quando lo fece
volta scartati restano a riempirsi di polvere per       lo scorpione, lo punse. Per l’effetto del dolore la-
il resto dell’anno su qualche mobile o suppel-          sciò l’animale che di nuovo cadde nell’acqua in
lettile di casa. Oltre a queste faccende materiali,     procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo
che mettono a dura prova i nervi di ognuno, la          fuori nuovamente e l’animale lo punse ancora.
fine dell’anno ci porta a riflettere e a tirare le      Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e
somme sul tempo trascorso, tracciando un bi-            gli disse: “Mi scusi maestro, ma perché continu-
lancio di ciò che abbiamo fatto della nostra es-        ate? Non capite che ogni volta che provate a
senza e se ci possiamo considerare soddisfatti          tirarlo fuori dall’acqua, vi punge”? Il maestro
del nostro comportamento, oppure no. Per tutti          rispose: “la natura dello scorpione è di pungere
noi appassionati cultori musicali, oltre all’im-        e questo non cambierà la mia che è di aiutare.”
pegno costante nelle attività dedicate all’arte dei     Allora, il maestro dopo riflessione e con l’aiuto di
suoni, novembre e dicembre, sono mesi d’in-             una foglia, tirò fuori lo scorpione dall’acqua e gli
tensa attività. Il primo periodo dedicato alla ri-      salvò la vita. Poi rivolgendosi al suo giovane dis-
correnza della nostra patrona Santa Cecilia.            cepolo, continuò: “Non cambiare la tua natura se
Quello successivo ai vari concerti e appunta-           qualcuno ti fa male, prendi solo delle pre-
menti dedicati agli auguri natalizi. Manifesta-         cauzioni. Perché, gli uomini sono quasi sempre
zioni che si eseguono in teatro, auditorium, sale       ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma
polivalenti, palestre (i più fortunati). Oppure in      questo non è un motivo per smettere di fare del
gelide e umide chiese, (la maggior parte delle          bene, di abbandonare l’amore che vive in te”. Gli
volte) con spettatori che imbottiti con vestiti pe-     uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Pre-
santi, sciarpe, guanti e cappotti al pari del-          occupati più della tua coscienza che della tua
l’omino “Michelin”, con coraggio, mossi da              reputazione. Perché la tua coscienza è quello che
pietà, o il più delle volte “obbligati” dal grado di    sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pen-
parentela, si scollano dal divano di casa per           sano di te... quando la vita ti presenta mille ra-
partecipare agli spettacoli, che con tanta dedi-        gioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni
zione e sacrificio si rappresentano. Appunta-           per sorridere».
menti aspettati da chi ci segue con entusiasmo,         L’augurio che formulo a tutti è che l’anno nuovo
concerti ed eventi creati per tentare di trasmet-       ci porti tanto entusiasmo e rinnovata passione.
tere un po’ di serenità, cultura, messaggi di           Che il nostro comportamento e il tempo a nos-
speranza, conservando in modo permanente le             tra disposizione siano ben spesi per il bene nos-
nostre antiche tradizioni popolari. Come sem-           tro e di chi ci circonda. Buone Feste, salute e
pre, una storia proveniente dalla saggezza              serenità ci siano sempre accanto.
orientale zen ci può aiutare a capire meglio. Ap-
profondire questi scritti, ci guida a una rifles-                                           Massimo Folli
sione su ciò in cui crediamo; anche se a volte
non apprezzato come dovrebbe, poco ricono-
sciuto nel merito e nella funzione sociale, che è

                                                                                                           5
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Il Madrigale
                                                                                 di Guerrino Tamburrini
Il Madrigale è il più antico genere musicale di po-         altre voci hanno la funzione di completare l’armo-
lifonia vocale italiana di cui possediamo docu-             nia; il contrappunto è molto elementare e prevale
menti. Lo troviamo citato per la prima volta nel            per lo più l’andamento accordale, con un forte
1313 da Francesco da Barberino (uno dei sei giu-            senso armonico. Non esiste ancora la corrispon-
dici che nel 1327 condannò al rogo Cecco                    denza espressiva tra parole e musica perché
d’Ascoli), che lo definisce “rudium et inordinatum          spesso la stessa musica veniva ripetuta per tutte
concinium”, cioè un canto rozzo e disordinato. Il           le stanze della poesia.
madrigale nasce in Italia come forma tipica del-            Il Madrigale cinquecentesco, dunque, deriva dalla
l’Ars Nova e si sviluppa solo qui, soprattutto a Fi-        frottola e, nel suo primo stadio (1530-40), si basa
renze, dove le liriche di Dante, Petrarca e                 essenzialmente su testi di stile petrarchesco ed è
Sacchetti, che avevano per argomento principale             essenzialmente polifonico. Come il mottetto cer-
l’amore cortese per la donna, erano intimamente             cava di creare un’atmosfera sonora a testi religiosi
legate alla musica.                                         attraverso la polifonia, così il madrigale estraeva
Varie sono le etimologie che gli sono state appli-          dai pochi versi del testo poetico una specie di liri-
cate. Scartata la derivazione da “mandria” (in-             smo musicale attraverso il contrappunto delle
sieme di animali al pascolo), testimoniata da               voci. Il mondo del madrigale è quello della lirica
Antonio da Tempo nel “Trattato delle rime volgari”          amorosa; tre o più voci cantavano le pene e le
del 1332, indicante il carattere pastorale, per-            gioie d’amore, alle quali la natura collaborava con
mangono due ipotesi: la prima lo farebbe derivare           i suoi sfondi di verde e di azzurro e la mitologia
da “matrix” (cantus matricalis), cioè canto della           dava una mano con esempi e precedenti illustri.
lingua materna, mentre l’altra da “materia” (can-           Il passaggio dalla frottola al madrigale si compie
tus materialis), cioè canto profano.                        senza rotture: si tratta di un progressivo crescere
Intorno al 1340 si affermò in Italia un tipo di ma-         della qualità letteraria dei testi e dall’acquisizione
drigale costituito da due o tre strofe di tre versi         di una piena dignità melodica di tutte le voci. Con
(terzetti) alternate da due versi a rima baciata,           il madrigale il canto diventa quasi declamazione
chiamati ritornello. La musica si ripeteva identica         per favorire la comprensione delle parole, di cui
per i terzetti e mutava per il ritornello finale. I         la musica vuol essere puntuale illustrazione. Tutti
primi compositori di madrigali furono Jacopo da             gli artifizi che servono a mettere in risalto le pa-
Bologna, Giovanni da Firenze, Giovanni da Ca-               role, che sono riassunti sotto il nome di madriga-
scia, Piero da Firenze e Donato da Cascia. I testi          lismi, contribuiscono a creare una profonda
erano per lo più di carattere arcadico-amoroso,             sintonia fra l’espressione poetica e l’intonazione
oppure si riferivano a vicende storico-biografiche          musicale.
di famiglie note come gli Scaligeri o i Visconti. La
voce superiore era molto melismatica e non aveva
alcun rapporto con la parola. Con Francesco Lan-
dini il madrigale cede il primato alla caccia e alla
ballata e all’inizio del 1400 scompare definitiva-
mente per ricomparire all’inizio del 1500, ma con
un carattere completamente diverso dal madri-
gale trecentesco.
Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 c’è il rifiorire
della musica profana italiana con la forma della
Frottola e delle similari forme dello Strambotto e
delle Villotte. La frottola è simile alla ballata tre-
centesca e ha come principali autori Marchetto
                                                               Frontespizio del Quarto Libro dei Madrigali
Cara e Bartolomeo Tromboncino. Le loro frottole
hanno una struttura molto semplice, con una                               di Jacques Arcadelt
netta prevalenza della voce superiore, mentre le

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Risveglio Musicale
Le corti rinascimentali (Gonzaga a Mantova, madrigale, senza tralasciare una certa semplicità
Estensi a Ferrara, Medici a Firenze) sono la cor- popolare. I suoi madrigali saranno un modello per
nice in cui dobbiamo immaginare l’esecuzione la generazione successiva, a partire dal suo capo-
delle composizioni madrigalistiche, come diletto lavoro, intitolato Il bianco e dolce cigno.
per gli aristocratici. Il madrigale non è una com- Nel Rinascimento la Repubblica di Venezia rag-
posizione da concerto, ma una “musica reser- giunge i più alti livelli di ricchezza e di potenza
vata”, come la definisce il compositore fiammingo economica e con essi acquistano grande sviluppo
Adrianus Petit Coclico, cioè una musica destinata l’arte e la cultura. Anche Venezia si rivolge a com-
a una ristretta cerchia di intenditori raffinati, in positori francesi o fiamminghi per far dirigere le
grado di coglierne tutte le segrete intenzioni. I loro cappelle di corte e per qualificare l’attività
poeti preferiti dai madrigalisti saranno Petrarca, musicale della basilica di San Marco. Alla scom-
Bembo, Sannazaro, Ariosto e Tasso.                     parsa del francese Pietro de Fossis, maestro di
Uno dei primi autori a comporre madrigali è stato coro in San Marco, il doge Andrea Gritti non si
Costanzo Festa (1490-1545), il primo polifonista fece sfuggire la figura del polifonista fiammingo
italiano di fama internazionale. Egli compone ma- Adriano Willaert, che era stato al servizio del duca
drigali a tre e quattro voci, tra i quali ricordiamo di Ferrara, e così nel 1527 lo nominò maestro di
Madonna, io mi consumo e so-                                        coro in San Marco.
prattutto Così soav’è’l foco, dove                                  Con Adriano Willaert (1490-1562) il
si possono notare alcuni stilemi                                    madrigale diventa sempre più con-
che diventeranno in seguito di uso                                  trappuntistico e diventerà la forma
comunissimo, come l’inizio a dia-                                   profana corrispondente al mottetto
logo tra le voci e la fioritura sulla                               sacro. Willaert fece compiere alla
parola “dolce”.                                                     vita musicale veneziana un auten-
Ma il principale rappresentante di                                  tico salto di qualità: potenziò il coro
questo tipo di madrigale è stato                                    della basilica di S. Marco, ampliò ed
Philippe Verdelot (1485-1552); i                                    arricchì l’archivio musicale e di-
suoi madrigali hanno una scrit-                                     venne una gloria locale, circondato
tura generalmente omofona, ma                                       dalla stima e dall’affetto di nume-
quelli a 5 e 6 voci rivelano una                                    rosi allievi, tra i quali spiccano Ci-
grande preparazione contrappun-                                     priano de Rore, Niccolò Vicentino,
tistica che portò alla fusione tra la           Miniatura di        Andrea Gabrieli e Gioseffo Zarlino,
tecnica polifonica fiamminga e la             Cipriano De Rore      che lo definì “perfetto musico e pra-
musicalità italiana, fusione che                                    tico eccellentissimo”. Willaert è
anticiperà le future conquiste del madrigale. Il stato il capostipite di una lunga serie di composi-
suo Italia mia, su testo del Petrarca, è un esem- tori che, ininterrottamente e per oltre un secolo,
pio classico di primo madrigalismo, dove vengono ha portato la scuola musicale veneziana ai suoi
alternati passi omoritmici con passi imitati, con livelli più alti. Oltra all’invenzione dei cori battenti
l’introduzione di varie alterazioni, che preannun- e alla ricca produzione di musica sacra, Willaert
ciano il madrigale cromatico. A Verdelot si deve ci ha lasciato anche una settantina di madrigali.
l’introduzione nel madrigale della scrittura a note Nel frontespizio del suo primo libro dei Mottetti
nere, cioè i valori minori della notazione, che del 1539 compare la scritta “Famosissimi Adriani
danno una maggiore varietà ritmica e grande Willaert, chori Divi Marci illustrissimae Reipubli-
scioltezza al fraseggio melodico.                      cae Venetiarum magistri”, che ci dà la misura
Nei 250 madrigali di Jacques Arcadelt (1504- della grande considerazione di cui allora godeva.
1568), allievo ed amico di Verdelot, lo stile acqui- Sarà Cipriano De Rore (1516-1565), allievo di Wil-
sta una fisionomia più precisa con l’introduzione laert, a rinnovare e portare alla massima espres-
di una maggiore animazione ritmica, che conduce sione il madrigale: in lui ogni parola o frase
ad un periodare più scorrevole e a un cromati- musicale viene tradotta in emozione musicale,
smo, che favorisce una maggiore espressività. Ar- con grande varietà di mezzi. Cipriano assimila
cadelt fonde la leggerezza elegante della musica completamente il melodismo italiano che conferi-
francese con la nobiltà del canto declamato del sce ai suoi madrigali un’inimitabile eleganza. È

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un maestro di armonia e di cromatismo: in lui si testo letterario ed espressione musicale.
fondono l’elaboratissima polifonia fiamminga e la Andrea Gabrieli (1533-1585) eccellerà, rispetto
semplice armonia di origine italiana, il tutto mo- alla musica vocale profana dei suoi contempora-
derato e stimolato dal testo. Nel 1542 pubblica a nei fiamminghi, attraverso lo splendore e la pia-
Venezia il “Primo Libro dei Madrigali” a 5 voci e in cevolezza dei suoni e i suoi madrigali a 5 e 6 voci
pochi anni i Libri di madrigali diventano cinque, illustreranno la predilezione veneziana per la ri-
che faranno scuola a Lasso, De Monte e Pale- cerca del colore armonico e delle sonorità brillanti.
strina. È lui ad aprire il madrigale alla grande Tirsi morir volea è un madrigale a 7 voci in
poesia lirica, soprattutto a quella del Petrarca, del forma di dialogo amoroso, su testo di Giambatti-
quale musicò “Canzone alla Vergine” e molti so- sta Guarini, dove ricorre l’eterna schermaglia tra
netti. Le suggestioni della poesia e i suoi momenti due giovani amanti, naturalmente in vesti di pa-
ora lirici, ora drammatici, inducono Rore ad ac- stori. Andrea Gabrieli ha composto anche madri-
cogliere cromatismi efficaci e sapienti modula- gali da eseguirsi all’aperto, in una piazza di
zioni, come avviene in O morte, eterno fin, dove Venezia, come la Battaglia a 8 voci, scritta per
alle parole “porto de’ ciechi e miseri mortali” la celebrare la vittoria dei veneziani sui turchi a Le-
frase si arricchisce di insinuanti cromatismi. Per panto nel 1571.
queste arditezze Monteverdi riterrà De Rore suo Nello stesso periodo in Italia, precisamente tra il
ideale predecessore nella “nuova prattica”, cioè di 1560 e il 1570, fiorisce un tipo di madrigale, de-
un nuovo modo di far musica che vede il suono al nominato Madrigale drammatico o Dialogico. Si
servizio dell’oratione. De Rore fu un innovatore nel tratta di un madrigale che subisce l’influenza
campo dell’armonia e uno sperimentatore del cro- della Commedia dell’Arte, un tipo di spettacolo
matismo, aprendo così la strada a Gesualdo da teatrale itinerante, basato sull’improvvisazione e
Venosa e ad altri madrigalisti. Rore ha scritto oltre sulla personificazione dei personaggi, con carat-
120 madrigali, per la maggior parte a                                teri ben determinati. Il rappresen-
4 e a 5 voci, raccolti in 10 libri, pub-                             tante principale di questo tipo di
blicati tra il 1542 e il 1565, dove                                  madrigale è stato Alessandro Striggio
opera un lavoro di sintesi tra la vigo-                              (1535-1587) e la sua opera più rap-
rosa tradizione polifonica fiamminga                                 presentativa è Il cicalamento delle
e un’espressione più moderna e ade-                                  donne al bucato (1567). Un gruppo
rente a mutati intendimenti estetici,                                di donne sta lavando i panni alla
propri della maturità del Rinasci-                                   fonte e per alleggerire il peso e la mo-
mento.                                                               notonia del lavoro, intrecciano can-
Philippe de Monte (1521-1603), il cui                                zoni, sparlando delle faccende degli
cognome è una italianizzazione del           Philippe de Monte       altri e anche delle loro, mentre qual-
fiammingo Van den Berge, fu un ec-                                   cuna, più schiva, se ne sta in di-
clesiastico che viaggiò per tutta l’Eu-                              sparte. Improvvisamente scoppia un
ropa; oltre a comporre molta musica sacra, ha litigio, le donne vengono alle mani e si strappano
scritto oltre 1000 madrigali, raccolti in 35 libri. Il i capelli; poi, una volta fatta la pace, tutto torna
suo stile polifonico è molto elaborato, ma molto tranquillo come prima. L’autore della musica si ci-
chiaro; gli ultimi libri di madrigali si aprono a un menta in un gioco brillante in cui l’elemento rit-
tipo di lirica più moderna, sensuale e di argo- mico prevale su quello melodico, ma la comicità è
mento pastorale, spesso ispirata da testi del Gua- abbastanza contenuta e non scende mai in cari-
rini. Al contrario, il fiammingo Jaches de Wert cature pesanti, rimanendo su un tono bonario. La
(1535-1596) giunse giovanissimo in Italia e non la Commedia dell’Arte influenzerà ancora il madri-
lasciò mai. Allievo di De Rore, fu per trent’anni gale drammatico, portandolo verso una comicità
alla corte dei Gonzaga; fu maestro stimatissimo più marcata e buffonesca, come la ritroveremo in
ed ebbe tra i suoi allievi anche Monteverdi. Anche Giovanni Croce (vedi le Mascharate piacevoli et
lui ha scritto molta musica sacra, ma fu un ridicolose per il carnevale del 1590), in Orazio
grande madrigalista (ha composto 12 libri di ma- Vecchi (il suo Amfiparnaso del 1597 porterà il
drigali) e uno dei fondatori della “seconda prat- madrigale drammatico alla piena maturità) e in
tica”, per l’intensa ricerca della corrispondenza tra Adriano Banchieri (vedi la Pazza senile e la

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Barca di Venezia per Padova del 1605).                   magine viene tradotta in arabeschi sonori, river-
                                                         berati da una voce all’altra come in un elegante
Il madrigale raggiungerà il suo vertice attraverso       gioco di specchi. Nei madrigali si cimenta nelle più
l’opera di tre grandi compositori italiani: Luca Ma-     ardite sperimentazioni linguistiche: un cromati-
renzio, Gesualdo da Venosa e Claudio Monteverdi.         smo diffuso, accordi dissonanti non preparati, ot-
Luca Marenzio (1553-1599), nato nel comune di            tave parallele, settime diminuite, sono tutti
Brescia da famiglia “di bassa e povera condi-            elementi che avrebbero fatto rabbrividire i pedanti
zione”, venne preso sotto la sua protezione dal          teorici dell’epoca. In lui troviamo omaggi all’ar-
cardinale Luigi d’Este, colui che fece costruire la      caico Arcadelt, così come al magistero di De Rore,
splendida Villa d’Este di Tivoli, al quale Luca de-      omaggi resi da un compositore che venne definito
dicò il Primo Libro dei Madrigali a 5 voci e il Primo    “il più dolce cigno d’Italia”, che nei suoi oltre 400
Libro a 6 voci, pubblicati rispettivamente nel 1580      madrigali espresse la voce dei più grandi poeti ita-
e nel 1581. Molto importante per la storia della         liani, da Dante al Petrarca, fino al Tasso e al Gua-
musica rinascimentale fu la corte del duca Al-           rini. Marenzio fu un musicista dotto, con interessi
fonso di Ferrara, fratello maggiore del cardinale,       letterari e per la sua profonda varietà e abilità tec-
presso la quale lavorarono Desprès, Willaert, Ci-        nica è stato riconosciuto come il madrigalista più
priano de Rore, il teorico Nicola Vicentino e i poeti    versatile e ricco.
Ariosto, Tasso e Guarini. Anche Marenzio fu              Nel suo madrigale a 5 voci O voi che sospirate,
ospite del duca di Ferrara, ma il cardinale ne era       su testo del Petrarca, diverse tonalità vengono ac-
talmente geloso che lo trattenne a Roma fino alla        costate arditamente, creando una pagina croma-
sua morte (1586). Dopo la morte del cardinale,           tica che risponde alla tensione emotiva evocata
Marenzio, dopo una breve sosta presso i Medici a         dal poeta. Altrettanto intensa, anche se meno ar-
Firenze, fu costretto a trovare lavoro altrove. Nel      dita, è la musica scritta per il Lamento di Tan-
1581 Marenzio dedica il Secondo Libro dei Madri-         credi sulla tomba di Clorinda, dalla Gerusalemme
gali a 5 voci a Lucrezia, sorella del duca di Fer-       liberata. In Zefiro torna Marenzio esprime tutta
rara, nel 1582 dedica il Terzo a 5 voci agli             la sua capacità simbolica verso oggetti naturali-
Accademici Filarmonici, nel 1584 dedica il Se-           stici: un rincorrersi di lievi quartine di crome fio-
condo dei Madrigali a 6 voci al cardinale Guisa,         riscono le parole “fior, erbe, garrir e ridono i prati”.
nel 1584 dedica il Quarto a 5 voci a Girolamo Ruis       Assoluto capolavoro e ancor più moderno è il ma-
e un Libro di Madrigali spirituali (di argomento         drigale Solo e pensoso, che si apre in un clima di
non amoroso, ma religioso) a 5 voci a Lodovico           agghiacciante fissità, dovuta alla voce superiore
Bianchetti. Nel 1585 esce la Terza raccolta di Ma-       che percorre la scala per gradi cromatici fino al
drigali dedicata alla granduchessa di Toscana            sol naturale, per poi ridiscendere al do, mentre le
Bianca Capello e infine dedica il Quinto Libro dei       altre voci svolgono un gioco imitativo che ha ormai
Madrigali a 5 voci a Nicolò Pallavicino. Altre dedi-     perso ogni connotato del virtuosismo decorativo.
che di sue opere ad altrettanti personaggi fa ca-        Solo lievi madrigalismi sulla parola “scampi”
pire come Marenzio abbia dovuto trovarsi aiuto e         (l’idea del fuggir è realizzata con note nere) e su
protezione presso duchi, marchesi e cardinali. Nel       “fiumi” e “selve”, anche se in un contesto di rac-
1595 riceve la visita del grande compositore in-         coglimento e di pensosa malinconia.
glese John Dowland, il quale si trattenne due
mesi presso di lui, a conferma della stima che           Carlo Gesualdo da Venosa (1566-1613) era amico
Luca ormai riscuoteva in tutta Europa.                   di Tasso, del quale metterà in musica molti testi.
Sebbene Marenzio abbia composto molta musica             Egli ricercò, come mezzi espressivi, armonie inso-
sacra, questa non manifesta la stessa originalità        lite, dissonanze non preparate, modulazioni radi-
e libertà dei madrigali profani. Pertanto è il ma-       cali, cromatismi e false relazioni. È stato un uomo
drigale il campo nel quale cogliere i più bei fiori di   dalla vita avventurosa e discussa che lo ha reso il
Luca. Egli eccelle per il contrappunto, le innova-       compositore più soggettivo e personale del suo
zioni armoniche e le modulazioni quasi moderne,          tempo, ma anche il più critico nei confronti di sé
che si innestano in una struttura ricca a varia che      stesso: pare che abbia distrutto, per eccesso di
incorpora ogni sonorità e ogni mezzo espressivo.         autocritica, parte della sua opera e pubblicato
Luca è il madrigalista più versatile, dove ogni im-      solo Sei Libri di Madrigali (110 composizioni).

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Testi convenzionali, piccoli epigrammi erotici di       pare ancora più rarefatta: se è più precisa dal lato
modesti letterati costituiscono la materia umana        formale, la sua tecnica contrappuntistica si fa più
su cui si riversa un’ispirazione turgida e talvolta     trasparente, senza escludere il ritorno a passaggi
incontrollata. La sua musica, ricca di dissonanze       omofonici, carichi di particolare calore. Domina
audacissime e il suo canto, pervaso da un croma-        ancora il grande tema dell’amore, ma in un uni-
tismo esasperato, hanno portato alcuni critici a        verso ormai popolato da anime in pena: sono gli
parlare di espressionismo “ante litteram”. Quello       estremi accenti di uno spirito travagliato e do-
che lo distanzia da Marenzio è l’assenza del            lente, di una sensibilità sinceramente acuta e sof-
mondo pastorale e la scarsa suggestione dei pae-        ferente. Proprio da questi temi di un’umanità
saggi. Qui siamo davanti ad un mondo inquieto,          misera e soggettiva il principe di Venosa ha sa-
torbido e languido; l’unico elemento costante è il      puto trarre gli stimoli per creare un’arte che a
continuo mutare di situazioni: passi polifonici,        tratti ha raggiunto la perfezione e questa sua in-
successioni di accordi, note rapide e valori ampi,      superabilità, mentre portava il madrigale verso il
contrappunto diatonico e forti accordi dissonanti,      culmine, nello stesso tempo ne decretava la fine.
insomma, una chiara tendenza al chiaroscuro.
Significativo è il sonetto del Tasso Mentre Ma-         Claudio Monteverdi (1567-1643), invece, fino al
donna, che ha teneri passaggi sonori sulle parole       Quarto Libro dei madrigali, appare ancora un
“ai dolcissimi colori” e pregiate raffinatezze ritmi-   compositore tradizionale. La sua caratteristica pe-
che su “sussurrando predava”. Il madrigale Sento        culiare è la dolcezza delle sonorità e il fluire sem-
che nel partire, di autore ignoto, è il primo di        pre vario delle voci, che esprimono pienamente il
una lunga serie, giocato sul sentimento della           significato testuale. La sua scrittura tende a pri-
morte, dove abbandoni, incertezze d’amore e l’eros      vilegiare la voce superiore, sulla scia delle na-
in tutta la sua infinita gamma sono la grande           scenti tendenze monodiche e utilizza con estrema
musa ispiratrice di Gesualdo, sempre alla ricerca       disinvoltura il cromatismo, molto caro a Ge-
di un patetismo, anche se velato.                       sualdo, non disdegnando di affidare alle voci ampi
Capolavoro assoluto è il madrigale Io tacerò, ma        salti, anche di nona e di undicesima. Formatosi a
nel silenzio mio del Quarto libro, che sprofonda        Cremona, alla scuola di Marco Antonio Ingegneri,
un’abissale malinconia, così come Ecco morirò           con il quale apprende la tradizionale tecnica vo-
dunque, che si muove in un clima analogo, men-          cale polifonica fiamminga, nel 1587 Monteverdi
tre in Ahi, già mi discoloro, la frequente ripeti-      pubblica il Primo Libro dei madrigali a 5 voci e tre
zione di parole isolate, secondo un libero impulso      anni dopo il Secondo, con lo stesso organico vo-
dell’autore, conduce a un vertice massimo di            cale. Alcuni di questi primi madrigali sono dei veri
drammaticità.                                           capolavori e possono gareggiare con quelli di Ma-
L’atmosfera degli ultimi madrigali di Gesualdo ap-      renzio e di Gesualdo, come il celebre Ecco mor-

                         Rappresentazione dell'Incoronazione di Poppea di
                         Monteverdi (Teatro alla Scala, stagione 1966-67)

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morar l’onde del Secondo Libro, su testo del una parte completamente indipendente rispetto al
Tasso. Nel 1590 Monteverdi entra al servizio della canto ed ha il compito di creare l’atmosfera dram-
corte di Mantova, dove pubblica subito il Terzo matica dei vari episodi e descrivere alcuni avveni-
Libro dei madrigali, nei quali è evidente di quanto menti, come il moto del cavallo in 3/4 e il passo
abbia fatto tesoro delle esperienze monodiche che dei cavalieri. Lo scontro è raffigurato dagli archi,
andavano maturando a Firenze. Diventato, dopo con estrema vivezza ritmica (e qui Monteverdi in-
la morte di Benedetto Pallavicino, maestro di cap- venta il pizzicato).
pella, pubblica il Quarto (1603) e il Quinto Libro L’Ottavo Libro dei madrigali “Guerrieri e Amorosi”
dei madrigali (1605). Il Quinto Libro segna una del 1638 segna il coronamento di quello stile de-
svolta che riguarderà tutta la sua produzione suc- finito come “chiaroscuro musicale”, cioè alter-
cessiva: per la prima volta viene introdotto il nanza di sentimenti, mutevolezza, profonda
basso continuo e previsto un accompagnamento emotività, arditezze estreme di armonia, impiego
strumentale da realizzare con il clavicembalo o il assolutamente libero del mezzo vocale e inven-
chitarrone o simile strumento. Monteverdi adotta zione di inediti effetti timbrici. A conclusione del-
così lo stile concertante, che genererà la cantata l’intera raccolta c’è Il ballo delle ingrate: una
barocca, suscitando lo sdegno dell’Artusi; ma scena di danza, scritta in onore dell’imperatore
Claudio va avanti per la                                                     Ferdinando III. Si tratta di
sua strada parlando di                                                       un balletto in stile fran-
“seconda prattica”, nella                                                    cese, su testo del Rinuc-
quale poneva “l’armonia                                                      cini. Le ingrate (donne che
serva de l’oratione”, in                                                     non corrispondono a uo-
modo da valorizzare gli af-                                                  mini amanti) entrano dan-
fetti espressi dal testo poe-                                                zando con una musica
tico.                                                                        grave e nobile, senza ac-
Il Sesto Libro dei madrigali                                                 centi particolari, ma into-
arriva solo nel 1614, dopo                                                   nata al clima. Dopo un
aver composto molta mu-                                                      monologo di Plutone, so-
sica sacra, tra cui il Ve-                                                   stenuto da un ritornello
spro della Beata Vergine.                                                    strumentale, le donne
In questa raccolta Monte-                                                    vengono rimandate nel-
verdi riprende il Lamento                                                    l’inferno. Una delle ingrate
di Arianna e lo orchestra                                                    resta sola sulla scena e in-
a 5 voci, quasi ad aggiun-                                                   tona un commosso addio
gere risonanze e colori alla                                                 alla luce, un pentimento
drammatica nudità del                                                        in un crescendo dramma-
canto solistico. Nel 1619                                                    tico, portato avanti con il
esce il Settimo Libro dei                Ritratto di Adriano Willaert        procedimento della pro-
madrigali, dove rompe la                                                     gressione (che nella mu-
classica scrittura a 5 voci                                                  sica barocca diventerà la
cedendo alla più assoluta libertà di organici: “a 1, prassi consueta). Monteverdi coglie molto bene i
2, 3, 4 e 6 voci con altri generi di canti”.           momenti particolari e ci offre un esempio altis-
Per il Carnevale di Venezia del 1624 Monteverdi simo del genere dell’addio, di cui quello a Roma
compone un nuovo capolavoro: Il Combattimento di Ottavia, nell’Incoronazione di Poppea, sarà un
di Tancredi e Clorinda, su testo di Tasso. Rap- campione di bellezza assoluta.
presentato nella casa del patrizio veneziano Giro- Dopo Monteverdi il madrigale piano piano scom-
lamo Mocenigo ebbe un successo clamoroso. Si pare dalla scena musicale, sostituito da raccolte
tratta di una grande scena lirica con due perso- di Arie per solo e basso continuo e dal Melo-
naggi e un narratore, 4 viole da braccio e clavi- dramma. La fine di questa importante forma mu-
cembalo che realizza il basso continuo. Le sicale, già preannunciata da Gesualdo e che ha
armonie sono ardite, ma Monteverdi punta molto caratterizzato la musica profana cinquecentesca,
anche sull’orchestra, che per la prima volta ha si compie con Monteverdi.

                                                                                                     11
L’inno di Novaro
                                                                                                  di Nicolò Gullì
(… continua dal numero precedente)                           alla velocità di 95 alla semiminima. Ho anche op-
                                                             tato di avvalermi esclusivamente del materiale so-
Le incisioni discografiche                                   pracitato, non solo perché le incisioni contenute
                                                             nel CD possono essere considerate delle perle
Un’altra fonte importante ai fini della nostra ri-           molto rare, sono infatti presenti le prime registra-
cerca, sono le incisione discografiche, che ci per-          zioni discografiche, ma perché hanno il grosso
mettono di poter valutare degli aspetti che lo               pregio di essere distribuite omogeneamente nel-
spartito non è in grado di fornire. Sicuramente i            l’arco della prima metà del secolo XX e riescono a
più rilevanti sono l’interpretazione e la velocità           dare un quadro molto interessante dell’evoluzione
con cui il brano viene eseguito. Ma mentre il                interpretativa del brano. La varietà dell’organico
primo è difficile da poter “imbrigliare” in delle gri-       (banda, orchestra, coro e loro combinazioni), aiuta
glie, il secondo può darci dei riferimenti certi. Per        molto in questa direzione e aggiunge ulteriori pos-
questo motivo ho evitato qualsiasi considerazione            sibilità di approfondimento. Relativamente alle re-
di tipo estetico-musicale e inserito nella tabella           gistrazioni estrapolate dal sito del Quirinale, è
che segue solo la velocità dei due tempi in sosti-           doveroso segnalare che la loro valutazione non è
tuzione dell’andamento, che si trova nelle tabelle           molto significativa, poiché essendo il campione
precedenti, e lasciato immutato tutto il resto. Fa           molto omogeneo (tre dei cinque esempi si riferi-
eccezione la colonna della tonalità che è stata              scono a delle versioni filologiche realizzate appo-
omessa perché poco significativa ai fini del nostro          sitamente per il 150° anniversario dell’unità
studio e imprecisa nella valutazione a causa delle           d’Italia), non rispecchia oggettivamente la realtà
vetuste tecniche di registrazione. Le fonti da cui           musicale attuale. Tuttavia, essendo il punto di ri-
ho attinto le incisioni sono quella del CD allegato          ferimento ufficiale per antonomasia, mi è parso
all’interessante volume di Gianluca Tarquinio dal            doveroso se non proprio necessario, prenderne
titolo “Il Canto degli Italiani”1, per quanto con-           atto, nella speranza che al più presto si provveda
cerne le esecuzioni storiche, e i siti delle Forze Ar-       a pubblicare, con la stessa meritevole dovizia,
mate e del Quirinale per le registrazioni moderne2,          anche la partitura musicale.
nella tabella separate da un rigo vuoto. L’assenza
di ulteriori registrazioni relative a bande militari         Passando all’analisi dei dati che emergono dalla
non è dovuta ad una scelta personale ma sempli-              tabella, possiamo rilevare che la prima colonna
cemente alla mancanza di queste nei siti istituzio-          non fa altro che confermare quanto detto a pro-
nali. Ho, invece, di proposito evitato di entrare in         posito degli spartiti: nonostante il titolo originale
merito alle numerose esecuzioni che il web for-              sia “Il Canto degli Italiani”, che è anche quello che
niva, soprattutto quelle di “You Tube”, poiché sa-           viene fuori dalle registrazioni recenti, nel secolo
rebbe stato molto complicato trovare dei                     XX è “Inno di Mameli” ad essere maggiormente
parametri selettivi, anche se molte di esse avreb-           adoperato, mentre nel sito del Quirinale le inci-
bero fornito singolari spunti di riflessione. Come           sioni sono tutte titolate con un impersonale “Inno
l’interpretazione di Claudio Abbado con i “Berliner          nazionale”. Sicuramente il dato più interessante
Philharmoniker” del 2001, che non solo elimina               è quello riguardante la velocità che nel primo
l’introduzione ma esegue tutto l’inno alla velocità          tempo si muove all’interno della forbice 90 e 130
di 140 alla semiminima senza cambiare tempo tra              semiminime al minuto e il secondo tra 100 e 130.
la prima e la seconda parte; o quella “meditativa”           Un largo divario che testimonia una grande ric-
della Banda dell’Aeronautica Militare, anch’essa             chezza di interpretazioni, ma quello che più conta
senza introduzione e cambio di tempo, eseguita               è che nella stragrande maggioranza dei casi tra la
 ______________________________________________________________________________________________________________________
1 GIANLUCA TARQUINIO, Il canto degli italiani, con CD allegato, Edizioni Kirke, Avezzano (AQ) 2015.
2 Nei siti ufficiali della Guardia di finanza e dell’Aeronautica militare non ho trovato alcuna registrazione.

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                                        INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE                                                                                          INTRODUZIONE                                    I PARTE                                II PARTE
                                                                                                                           SEMIMINIMA

                                                                                                                                                                 MISURE                           PUNTO
                                                                                                                          I              II                                      FINALE                             MISURA 17          ACCEL.        PRESENZA DEL
     ANNO                                     INTERPRETE                                           TITOLO                                         MISURE          7E9                           CORONATO
                                                                                                                        TEMPO          TEMPO                                       (2)                                 (4)             FINALE         RITORNELLO
                                                                                                                                                                   (1)                              (3)

                                                                                    CD $//(*$72$/92/80(',*,$1/8&$7$548,12³,/&$172'(*/,,7$/,$1,´

               Banda Municipale di Milano; dir. Pio Nevi.                                       Inno di Mameli                                                                                                                                                 Si
      1901                                                                                                                 130          130           4             ----            ----              No                 No               No
               Disco Zonofono, # 568                                                            Inno nazionale                                                                                                                                        dall'introduzione
               Luigi Baldassari Br, con coro.                                                                                                                                                                                                                  Si
      1902                                                                                      Inno di Mameli             125          125          13           II e VII           I                No                 No               No
               Disco Columbia Record, Mtx. 11412, # D 4434                                                                                                                                                                                            dall'introduzione
               Giuseppe Godono T., con banda.                                                                                                                                                                                                                  Si
      1915                                                                                      Inno di Mameli             105          105           2             ----            ----              No                 No           Rallentato
               Disco Phonotype record, Mtx. 986, # 1536                                                                                                                                                                                               dall'introduzione
                                                                                              Hymne de Mameli
               Marcel Journet Bs., con banda.                                                   )UDWHOOLG¶,WDOLD                                                                                                                                             Si
      1916                                                                                                                 100          100           2             ----            ----              Si                 No               No
               Disco Victor, Mtx. A 6, # 7-52093                                               (Italian Patriotic                                                                                                                                     dall'introduzione
                                                                                                     Song)
               Ezio Bozano Bs, con orchestra.                                                   )UDWHOOLG¶,WDOLD                                                                                                                                             Si
      1918                                                                                                                 115          115          13           II e VII          III               Si                 No           Rallentato
               Disco Emerson, Mtx. 3297, # 1215                                                Nationale Hymn                                                                                                                                             dalla I parte
                                                                                                Inno di Mameli
               Camilla Rota Mzs, con banda.                                                                                                                                                                                                                    Si
      1925                                                                                      Inno patriottico           105          105          ----           ----            ----              Si                 No               No
               Disco La Voce del Padrone, Mtx. BT 1622-1, # 7-253145                                                                                                                                                                                      dalla I parte
                                                                                               (Ediz. Ufficiale)
               Coro degli alunni della 5 classe della scuola elementare di Seregno (MB),
                                                                                                                                                                                                                                                               Si
     (1930)    ins. Elisa De Micheli, ins. Di canto Prof. G. Guggeri. con pianoforte            Inno di Mameli             90           105          ----           ----            ----              Si                 No               No
                                                                                                                                                                                                                                                          dalla I parte
               Disco Fonotecnica Elettro-Fonola, # 2635
               &RUDOH³*9HUGL´                                                                                                                                                                                                                             Si
      1935                                                                                      Inno di Mameli             100          100          ----           ----            ----              Si                  Si              No
               Disco La Voce del Padrone, Mtx. 100-2213, # GW 119                                                                                                                                                                                       dalla I parte
               &RURH%DQGDGHOO¶$FFDGHPLD0XVLFDOHGLU(PLOLR7XIDFFKL                   Canto degli italiani                                                                                                                                             Si
     1936/45                                                                                                               115          115          12           II e VII           I                Si                 No            Animato
               Disco cetra, Mtx. 51537, # 214                                                  (Inno di mameli),                                                                                                                                      dall'introduzione
               Coro A.N.A. di Milano, con orchestra; dir. Virgilio Piubeni. Disco               Inno di Mameli
      1957                                                                                                                 115          120          13           VII e V            I                Si                  Si              No                  No
               Carisch, Mtx. CP 31040, # C 259                                               Il canto degli italiani

                                                                                                                          SITI ISTITUZIONALI

                                                                                                 Inno nazionale
     (2010)    Banda dei Carabinieri - Trascrizione: A. Vessella                                                           110          110          12           II e VII           I                No                 No            Animato                ----
                                                                                                    italiano
                                                                                                 Inno nazionale
     (2010)    Banda dei Carabinieri - Trascrizione: V. Borgia                                                             120          120          12           II e VII           I                No                 No            Animato                ----
                                                                                             Il canto degli italiani
                                                                                                 Inno nazionale
     (2010)    %DQGDGHOO¶(VHUFLWRLWDOLDQR - Trascrizione: A. Giampieri                                                   120          120          12           II e VII          III               No                 No            Animato                ----
                                                                                             Il canto degli italiani
      2017     Banda della Polizia di Stato                                                  Il canto degli italiani       110          110          12           II e VII          III               No                 No               No                  ----
     (2010)    Banda della Marina                                                                Inno nazionale            120          130          12           II e VII          III               No                 No               No                  ----

                                                                                                                         SITO DEL QUIRINALE

               Mario Del Monaco, Tenore - Orchestra RCA - Dir. F. Ferrara,                                              125 Intr.                                                                                                                              Si
      1961                                                                                      Inno nazionale                          110          13           II e VII           I                No                  Si           Animato
               Raffaele Gervasio, trascrittore                                                                         110 parte I                                                                                                                        dalla I parte
               Vito Maggiolino, pianista - Ensemble Coro di Torino -
      2010     Maurizio Benedetti, Direttore -                                                  Inno nazionale             125          125          13           II e VII           I                No                  Si              Si                  ----
               Esecuzione dalla partitura autografa di Michele Novaro
               Esecuzione integrale Coro dell'Accademia Filarmonica Romana e
                                                                                                                        120 Intr.                                                                                                                              Si
      2010     Cappella Giulia di San Pietro Pablo Colino, Direttore del Coro -                 Inno nazionale                          120          13           II e VII          III               No                  Si           Animato
                                                                                                                       115 parte I                                                                                                                        dalla I parte
               Banda dell' Esercito - Fulvio Creux, Direttore e trascrittore
               Banda dell'Esercito -Trascrizione per banda dalla partitura autografa
      2010                                                                                      Inno nazionale             120          120          13           II e VII          III               No                  Si           Animato                ----
               Fulvio Creux, Direttore e trascrittore
               'DOFRQFHUWRHVHJXLWRGDOO¶2UFKHVWUD*LRYDQLOH/XLJL&KHUXELQLGLUHWWDGD
      2015     Riccardo Muti alla presenza del Corpo diplomatico accreditato presso lo          Inno nazionale             125          125          ----           ----            ----              No                 No               No                  ----
               Stato Italiano in occasione della Festa della Repubblica.

                  (1) Gradi della scala su cui iniziano le misure 7 e 9;    (2) *UDGRGHOODVFDODVXFXLVLFRQFOXGHO¶LQWURGX]LRQH     (3) Punto coronato misura 12;       (4) Alterazione della nota sul battere del terzo movimento alla misura 17;
                                                                                                                                                                                                                                                                          Risveglio Musicale

13
prima e la seconda parte non vi è nessun cambio              della musica e dei musicisti”:
di tempo e la velocità rimane grosso modo immu-
tata. Una scelta originale è quella adottata da                    Canti, marce, fanfare o altri brani vo-
Franco Ferrara e Fulvio Creux, che nelle loro in-                  cali o strumentali che nei vari Paesi,
terpretazioni eseguono l’introduzione ad una ve-                   per decreto, sono costituiti a musica
locità maggiore rispetto la strofa, ma mentre il                   ufficiale dello Stato, da eseguirsi in de-
primo prosegue con lo stesso tempo anche nella                     terminate occasioni. Nella maggior
seconda parte, il secondo lo accelera. Ascoltando                  parte dei casi si tratta di brani compo-
le registrazioni, inoltre, si può notare spesso un                 sti espressamente per questo scopo; in
cambio di “carattere” tra la strofa e il ritornello;               alcuni casi anche di adattamenti di
ma è ciò che Novaro chiede? Non sarebbe bastata                    brani tradizionali o nati per altri scopi,
l’indicazione “pp e molto staccato e concitato”,                   cui è stato aggiunto un testo appro-
senza la necessità di aggiungere “Allegro mosso”?                  priato.3
Dalle colonne che esaminano l’introduzione pos-
siamo ancora una volta rilevare che questa è la              L’inno nazionale non ha quindi una forma propria
sezione più bistrattata, continuamente adattata o            ma cambia in riferimento al brano che ogni na-
modificata e spesso eliminata. Da notare che le              zione si è scelto. Nel nostro caso possiamo parlare
esecuzioni bandistiche estratte dai siti delle               di un canto patriottico, dalla struttura tripartita
bande musicali militari si attengono scrupolosa-             e dall’andamento marziale, molto simile a quello
mente a una introduzione di 12 misure, mentre                della marcia. Il tempo 4/4 è particolarmente evi-
la melodia che ha inizio dalla settima misura si             denziato dal ritmo croma puntata - semicroma,
snoda, tranne un caso, seguendo il modello dei               che gli conferisce un andamento solenne e batta-
manoscritti di Torino e Milano, in linea con                 gliero tipico dei canti rivoluzionari, sul modello de
quanto è emerso dagli spartiti. Tale affermazione            “La Marsigliese”. Mentre dal punto di vista tonale
si ripropone per la nota conclusiva dell’introdu-            si muove tra il Si bemolle maggiore e il Mi bemolle
zione che, a prescindere da qualsiasi variabile,             maggiore della terza sezione. Una modulazione ti-
può essere sia la tonica che la modale. Si discosta          pica della marcia militare ma che risulta molto
un poco invece il dato relativo al punto coronato,           originale se adoperata in un inno nazionale, pare
che nel CD curato da Gianluca Tarquino è quasi               infatti che “Il Canto degli Italiani” sia uno dei
sempre presente in ogni esecuzione a prescindere             quattro inni al mondo che preveda un cambio di
dall’organico. Probabilmente perché nella prima              tonalità.4
metà del secolo scorso si dava ancora una inter-                   La prima parte dall’andamento “Allegro mar-
pretazione filo romantica, legata alla vocalità ope-         ziale”5 ha tutti i requisiti di una sezione introdut-
ristica ottocentesca. Per quanto concerne la parte           tiva, pensata come una vera e propria “fanfara”
finale, devo dire che mi è stato difficile notare un         con note ribattute e frasi simmetriche, si protrae
accelerato finale evidente, nella maggior parte dei          per tredici misure per poi lasciare spazio al canto,
casi ho avuto la sensazione che si trattasse di una          che con il suo incedere anacrusico dà inizio alla
sorta di “animato”, mentre sono da segnalare due             seconda parte. La melodia della strofa è semplice
esecuzioni in cui la conclusione è preparata da un           e lineare, si muove tendenzialmente per gradi
“rallentato”. Il ritornello, nei casi in cui è presente,     congiunti e note di volta ed è caratterizzata da
si divide grosso modo al cinquanta per cento: a              continue pause che, spezzando il verso in due
volte inizia dalla introduzione e a volte dalla              parti, conferiscono all’andamento musicale una
strofa.                                                      certa enfasi. Un piccolo ponte strumentale di due
                                                             misure, che richiama la cellula tematica dell’in-
8. Analisi musicale                                          troduzione, collega la seconda alla terza parte o al
                                                             rèfrain (termine adoperato dallo stesso Novaro nel
Così recita la voce “Inno nazionale” nel “Dizionario         manoscritto milanese). Questo terzo segmento,
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3 Inno nazionale, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei musicisti (DEUMM), diretto da Alberto Basso,
UTET, Torino 1983-1990, vol. 2 Il lessico.
4 PAOLO PETRONIO, Gli inni nazionali del mondo, cit. p. 21.
5 L’analisi musicale è stata condotta sul manoscritto autografo conservato all’Archivio Ricordi di Milano

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Risveglio Musicale
che è distinto da un andamento più veloce (“Alle-                  tradisce nel suo teso lirismo il legame
gro mosso”) oltre che da una linea melodica orec-                  col melodramma (è un canto, non una
chiabile, è impostato tutto su un graduale                         marcia). Lo si può immaginare come
crescendo. I versi, che sono identici a quelli della               una scena teatrale: il tenore (l’eroe) si
sezione precedente, prendono vita da un pianis-                    rivolge al coro (il popolo) con un’invo-
simo che inizialmente è un semplice sussurro, poi                  cazione (“Fratelli d’Italia,/l’Italia s’è
diventa voce, per trasformarsi alla fine in un con-                desta”, “Allegro marziale” in Si bemolle
citato grido, sorretto da un accelerando che                       maggiore); il popolo ascolta, freme e poi
esplode nel fatidico “sì”. La parte finale è vera-                 ripete (“Allegro mosso”, Mi bemolle
mente di grande effetto, peccato che raramente la                  maggiore), sottovoce, quasi a volersene
si senta suonare seguendo le indicazioni di tempo                  convincere; poi, la decisione di combat-
e gli agogismi previsti. Solitamente, sulla spinta                 tere (“Stringiamoci a coorte”, Do mi-
degli squilli del ponte di collegamento, si attacca                nore), inizialmente “piano” per poi
il ritornello con un forte, perdendo alla fine l’ef-               crescere e accelerare fino all’esplosione
fetto previsto dal compositore.                                    finale in Mi bemolle maggiore.6
       Armonicamente la composizione non si di-
stacca mai dalla tonalità d’impianto e si muove              In questo caso si tira in ballo la cabaletta, cioè
generalmente nell’ambito della successione I - V,            una aria semplice e vivace che solitamente tro-
con l’unica variante del far sentire a tratti il tono        vava collocazione alla fine di una scena o di un
della relativa minore. Il Mi bemolle maggiore del            duetto con la finalità di accaparrarsi il consenso
rèfrain dà quindi un nuovo colore, anche se ar-              del pubblico. Forse la verità sta in mezzo: com’è
monicamente non aggiunge niente di nuovo, e                  possibile negare in pieno Ottocento che un brano
mette maggiormente in risalto il crescendo previ-            cantato non abbia subito l’influsso del melo-
sto in partitura.                                            dramma, quando il melodramma rappresentava il
       La parte pianistica è abbastanza semplice,            termine di paragone con cui tutti i musicisti del
mentre nell’introduzione si muove con note ribat-            tempo, in special modo in Italia, dovevano con-
tute, richiamando in modo palese gli squilli di una          frontarsi? Allo stesso tempo com’è possibile ne-
tromba e le armonie di una sezione di tromboni,              gargli la leggerezza della struttura armonica, la
nella prima parte la mano destra sorregge il                 linearità della melodia e la semplicità della forma
canto, arricchendolo a volte con l’aggiunta di una           che lo allineano ai parametri della canzone? E in-
sesta, mentre la sinistra è impegnata nell’accom-            fine, perché togliergli quel tocco di popolarità ban-
pagnamento ed esegue il ritmo croma puntata -                distica che il ritmo e l’accompagnamento
semicroma di tipica impronta bandistica. La parte            richiamano alla mente? Ecco, “Il Canto degli Ita-
conclusiva ricalca la sezione precedente, anche se           liani” è tutto questo e forse qualcosa in più!
alleggerisce l’accompagnamento limitandolo a
delle semplici note di basso con ottave che rie-             9. Conclusioni
scono a rendere meglio l’indicazione della parti-
tura “molto concitato e staccato”.                                 Se delle domande hanno aperto questo la-
       Solitamente, riferendosi alla struttura for-          voro, mi sembra opportuno che siano delle rispo-
male del nostro inno si parla di “marcetta”, la-             ste a chiuderlo.
sciando trasparire anche un pizzico di ironia,                     Avevo da subito chiarito che, nonostante
come a dire: “Che possiamo fare? L’inno è questo             questo studio possa essere considerato propedeu-
e dobbiamo tenercelo”. Sul versante opposto ci               tico e necessario alla stesura di una partitura coe-
sono invece coloro che a tutti costi tendono ad at-          rente dal punto di vista filologico, non era questa
tribuirgli un tono operistico:                               la finalità. Risalire alla partitura originale, in
                                                             fondo, è abbastanza agevole: le fonti più impor-
      Appartenente alla categoria degli inni                 tanti concordano pienamente, ed anche se diffe-
      patriottici bellicosi, sul modello della               renze importanti possono riscontrarsi tra il
      “Marsigliese”, il “Canto degli Italiani”               manoscritto di Genova e gli altri due, queste sono
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6ROBERTO IOVINO, Novaro Michele, in Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), diretto da Raffaele Romanelli, Treccani,
Roma 1960-2017, vol. 78.

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superate dal fatto che quelli più recenti (Torino e     l’istinto musicale che determina l’accento metrico.
Milano), coincidono perfettamente. E cosa non           Lo stesso dicasi per il ponte modulante: se istin-
trascurabile, entrambe convergono con l’edizione        tivamente suona meglio la variante lo si modifica;
del 1859 pubblicata da Francesco Lucca, che, per        o se praticamente il cambio di tempo e l’accelerato
quanto mi risulta, è l’ultima che il compositore ge-    finale creano dei problemi, li si eliminano senza
novese abbia seguito e autorizzato. Al momento          tanti fronzoli. A tutto ciò potremmo ancora ag-
attuale, infatti, non conosco altre pubblicazioni       giungere ritocchi apportati alla melodia (la sin-
ufficiali comprese tra questa data e il 1885, anno      cope nelle ultime battute dell’introduzione), alla
della morte di Michele Novaro. Le mie domande           dinamica (il pianissimo con il crescendo graduale
partivano proprio da questa premessa fondamen-          che porta all’esplosione del “si” nella parte finale),
tale: “Perché nonostante le fonti concordano in         ed altre piccole cose ancora.
maniera tanto evidente, nel corso dei decenni                  Ma la cosa interessante è che per gli Italiani
sono state apportate delle modifiche allo spartito      il vero inno non è quello recuperato dagli studi fi-
originale? Ma soprattutto, perché questo è avve-        lologici ma quello che le Bande musicali hanno
nuto?”                                                  sempre proposto, soprattutto nelle manifestazioni
      La provvisorietà ha giocato sicuramente un        ufficiali. È quello che ancora oggi le orchestre ese-
ruolo importante, evitando forme di cristallizza-       guono nei concerti e nelle ricorrenze celebrative.
zione e lasciando quel margine di tolleranza che        Ma soprattutto è quello a cui siamo affezionati! Ed
ha permesso alla tradizione popolare di interve-        allora si pone proprio una domanda che per certi
nire e appropriarsene. “Il Canto degli Italiani”,       versi potrebbe apparire strana e che ribalta quella
non va dimenticato, è una canzone nata per dif-         che era la mia stessa idea iniziale: “É giusto im-
fondere le idee patriottiche risorgimentali e per es-   porre la versione ‘originale’?” Considerando che fi-
sere cantata dalla gente. Il suo enorme successo        nalmente gli Italiani hanno un loro inno nazionale
è misurato proprio in base a queste piccole va-         definitivo, si rende quanto meno necessario, oltre
rianti che sono state introdotte. Quello che inizial-   che doveroso, pubblicare una versione “ufficiale”.
mente ritenevo una pecca (la mancanza di                Che questa debba essere quella filologicamente
ufficialità), si è invece rivelato un pregio che ha     corretta, ho qualche dubbio. Si potrebbe trovare
fatto in modo che gli Italiani sentissero come pro-     anche un compromesso che tenga conto della tra-
prio questo inno. Ed anche se da un punto di            dizione senza stravolgere il testo originale. D’al-
vista filologico tutto ciò può essere considerato ri-   tronde, non sarebbe un caso unico né una cosa
provevole, sotto la prospettiva affettiva e senti-      strana: basti pensare alle innumerevoli variazioni
mentale risulta un grosso merito.                       introdotte nelle arie d’opera dai cantanti o a tutte
      In questa situazione una funzione fonda-          le varianti che vengono eseguite per tradizione
mentale è stata svolta dalla Banda musicale, il cui     senza apparire in partitura.
ruolo nel contesto sociale supera quella che è la              In fondo la versione originale l’ha scritta Mi-
sfera prettamente musicale. La Banda musicale           chele Novaro ma quella successiva l’ha elaborata
costituisce l’anello di congiunzione tra la musica      il popolo italiano!
popolare e quella colta, ed essendo stata l’inter-
prete “ufficiale” del nostro inno nelle manifesta-           _______________________________________
zioni di massa, è divenuta al contempo l’artefice e                       Bibliografia
la cassa di risonanza della maggior parte delle va-
rianti. Il nostro inno nazionale, l’inno che siamo      Enciclopedie
abituati a sentire è quello che la Banda musicale
ha elaborato. Come ho avuto modo di dire, la cul-       DBI Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), 91
tura popolare ha un suo modo di appropriarsi ed         voll., diretto da Raffaele Romanelli, Treccani,
elaborare eventi e cose che per provenienza non         Roma 1960-2017
gli appartengono. Essa non si pone problemi filo-       DEUMM          Dizionario Enciclopedico Universale
logici o estetici, interviene in maniera “istintiva”,   della Musica e dei musicisti, 14 voll. (Il lessico 4
e se “Il Canto degli Italiani” ha metricamente una      voll., Le biografie 8 voll., Appendice 1 vol., Aggior-
misura in più nell’introduzione la elimina, e non       namento 1 vol.), diretto da Alberto Basso, UTET,
perché l’accento metrico lo impone, ma perché è         Torino 1983-2005.

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