RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - mercoledì 29 gennaio 2020

Pagina creata da Arianna Liguori
 
CONTINUA A LEGGERE
RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – mercoledì 29 gennaio 2020

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Il Pil regionale frena ancora. Hanno chiuso 675 imprese (Piccolo)
Safilo non arretra sui tagli. I sindacati: il piano resta debole (Piccolo)
Intesa Fantoni-Veritas: nel 2020 forte crescita del legno riciclato (M. Veneto)
Black-out in sanità, l'assessore scarica la colpa su Insiel: «Sistemi vecchi» (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 6)
Colombin, gli arretrati non arrivano. Oggi scatta lo sciopero col presidio (Piccolo Trieste)
Ferriera, due incidenti in 24 ore. E tra gli operai crescono i timori (Piccolo Trieste)
Il Rossetti cambia guida. La presidenza passa a Francesco Granbassi (Piccolo Trieste)
Apt in stato di agitazione, ma Belletti assicura: «Il dialogo ci sarà sempre» (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Incidenti affidati ai vigili urbani. Sindacati sul piede di guerra (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
È operativo il Cup nelle farmacie isontine per prenotare esami specialistici e visite (Piccolo Go-Monf)
Decalogo a Roma per sbloccare i dragaggi nei canali Valentinis, Est-Ovest e in laguna (Piccolo Go-Mo)
Castalia cerca un investitore per un progetto di rilancio (M. Veneto Udine)
Incentivi e Tfr non saldati, ultimo avviso ai Sassoli (Mv Pordenone)
Concordato Polese, il piano prevede di pagare i creditori privilegiati al 100% (M. Veneto Pordenone)
Zml, ammortizzatori sociali anche per la divisione rame (M. Veneto Pordenone)

                                                          1
ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Il Pil regionale frena ancora. Hanno chiuso 675 imprese (Piccolo)
Marco Ballico - Il Friuli Venezia Giulia è la regione del Nord (ma stanno davanti anche Lazio e Toscana) con il
Pil per abitante più basso. In un Nordest con una media pari a 35,1 mila euro, la nostra regione fa segnare
31,4 mila, fanalino di coda dietro a Bolzano (47 mila), Valle d'Aosta (38,9 mila), Lombardia (38,8 mila),
Trento (38,1 mila), Emilia Romagna (36,3 mila), Veneto (33,3 mila), Liguria (32,3 mila) e Piemonte (31,5
mila). I dati riguardano il 2018 e compaiono nel report Istat sui conti economici territoriali.Il Fvg scala
qualche posizione invece quanto a reddito disponibile delle famiglie consumatrici, sempre in rapporto agli
abitanti. Anche in questo caso la Provincia di Bolzano svetta (26.033 euro), davanti a Lombardia (22.943),
Emilia Romagna (22.942) e Liguria (22.041). Con 21.027 euro la regione vede davanti anche la Provincia di
Trento (21.922) e la Valle d'Aosta (21.900), ma sta davanti a Piemonte (21.018) e Veneto (20.675). È però
ancora ultimo posto al Nord nella classifica della spesa per consumi finali: il Fvg, con 19,3 mila euro guarda
dal basso Valle d'Aosta (25,5 mila), Bolzano (24,3 mila), Trento (22,8 mila), Emilia Romagna (21,1 mila),
Lombardia (20,7 mila), Liguria (20,6 mila), Piemonte (20 mila) e, seppure di poco, anche il Veneto (19,4
mila). L'Istat non fa mancare il confronto del tasso di crescita in volume del Pil e della spesa tra il 2017 e il
2018. Si riscontra un aumento del Pil a livello nazionale dello 0,8% rispetto all'anno precedente, con la
ripartizione più dinamica al Nordest (+1,4%), trainato dalla performance dell'industria (+3,2% rispetto al
2017) e dai risultati positivi delle costruzioni (+2,3%) e dell'agricoltura (+3,1%). Con il Fvg che fa segnare una
crescita del +0,7% sono le Marche a registrare il dato più significativo (+3%), ma un netto recupero
dell'attività produttiva si rileva anche per l'Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del
2017, e per Bolzano (+2%). Sopra la media nazionale si posizionano altre tre regioni del Mezzogiorno:
Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%). In Lombardia la crescita economica, al contrario, rallenta
sensibilmente: nel 2018 il Pil è aumentato dello 0,5%, contro il +2,2% dell'anno precedente. Lazio (-0,2%) e
Sicilia (-0,3%) chiudono il 2018 con una diminuzione, ma le flessioni più rilevanti si riscontrano in Campania
(-0,6%) e Calabria (-0,8%).Passando alla spesa, la dinamica nel 2018 è al +0,9% in Italia, al +1% nel Nordest e
solo al +0,7% in Fvg. Gli incrementi più significativi in Liguria e Lazio (+1,7% in entrambe le regioni), seguite
da Abruzzo (+1,5%), Umbria e Molise (+1,4%). Fvg: numeri e aziende Secondo Unioncamere frena il tasso di
crescita a Nordest per quanto riguarda la crescita di nuove imprese: -0,1% equivalente a circa 1000 imprese
in meno nei dodici mesi. Piemonte (-1.517), Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) sono le regioni che
hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini
percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato proprio il Friuli Venezia Giulia (-0,7% con 675 imprese
in meno). Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio
(con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell'1,4%, il migliore tra le
regioni). A conferma di un trend ormai consolidato, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo
quasi esclusivamente per merito delle società di capitali (+3,52% il loro tasso di crescita nel 2019, per un
saldo pari a ben 60.382 imprese in più rispetto al 2018). Un bottino sufficiente a compensare la perdita di
circa 18 mila società di persone (-1,8%) e di poco più di 16 mila imprese individuali.

                                                        2
Safilo non arretra sui tagli. I sindacati: il piano resta debole (Piccolo)
Il piano industriale presentato da Safilo al tavolo tenuto al ministero dello Sviluppo economico «resta
debole». Lo affermano le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, riferendo che un nuovo
incontro al Mise si terrà il 5 febbraio. I sindacati chiedono di tutelare l'occupazione: il 10 dicembre scorso il
noto brand di occhiali aveva annunciato circa 700 esuberi su 2.600 dipendenti complessivi. «Prima di ogni
decisione sul futuro dei lavoratori di Safilo - sottolineano le federazioni - è bene entrare nel merito del
Piano presentato dal gruppo e costruire sinergie con le due regioni interessate, Veneto e Friuli, per la
definizione di un piano che salvaguardi l'occupazione e le attività industriali. C'è un patrimonio umano e
professionale che non può essere liquidato, sarebbe un errore gravissimo, con conseguenze sociali molto
gravi». «Nel corso dell'incontro al Mise - riferiscono ancora i sindacati - ci sono stati momenti di duro
confronto con l'azienda, finalmente rappresentata dall'amministratore delegato Angelo Trocchia. Da parte
loro si continua a sostenere che le scelte annunciate sono giustificate dal calo dei volumi che ci sarà nei
prossimi mesi, causato dal mancato rinnovo di licenze importanti. Noi, da parte nostra, abbiamo respinto
questa linea, criticando quanto contenuto nel piano, che ci sembra davvero debole e privo di sostenibilità
industriale». L'incontro del 5 febbraio «sarà un'occasione importante per entrare nel merito del Piano
industriale, prima della sua attuazione nei vari stabilimenti. Solo di fronte alle modifiche da noi suggerite
potremmo eventualmente affrontare la questione degli strumenti per gestire la crisi». «L'intervento delle
Regioni nelle quali insistono gli stabilimenti - concludono le segreterie nazionali - sarà di fondamentale
importanza per capire le modalità di agevolazioni necessarie a dare un futuro e una continuità
occupazionale ai tanti addetti, dalla indiscutibile esperienza e professionalità, e un futuro economico ai
territori interessati».

Intesa Fantoni-Veritas: nel 2020 forte crescita del legno riciclato (M. Veneto)
Maura Delle Case - Fantoni punta forte sull'economia circolare e il legno riciclato va sempre più a gonfie
vele sul mercato. La scelta fatta del 2017 dall'industria friulana di puntare su un'alleanza con la multiservizi
ambientale veneziana Veritas sta dando i suoi frutti. Il progetto di filiera del legno riciclato è stato
certificato e i volumi di materiale derivanti dalla raccolta differenziata nei 44 comuni della Città
metropolitana di Venezia e a Mogliano sono in costante aumento. L'obiettivo ulteriore è quello di
estendere la tracciabilità a valle dell'industria dei pannelli, fino a giungere di fatto al cliente finale. Nel 2019
all'industria di Osoppo, leader europeo nella produzione di pannelli Mdf e truciolari, sono state conferite
dal gruppo Veritas circa 15 mila tonnellate di legno riciclato, di cui il 95% da raccolta differenziata urbana e
il restante 5% dalla raccolta di imballaggi. Dal rifiuto si è arrivati all'inserimento nel ciclo produttivo.
Economia circolare e simbiosi industriale è il target scelto da Fantoni. Che guarda al futuro con ottimismo.
Per l'anno in corso si prevede un ulteriore incremento del materiale conferito, che sarà superiore del 35%
rispetto al risultato 2018. Il merito? In Veneto sono state migliorate le piazzole ecologiche. «Ora - spiega
Alessandro Anzil, responsabile del progetto per la Fantoni - l'obiettivo è quello di estendere la tracciabilità
certificata anche a valle. Infatti identificando ogni singolo lotto di produzione di pannelli, ottenuto usando il
legno proveniente dalla filiera certificata e «seguendolo anche tra gli utilizzatori (ad esempio i mobilifici), di
fatto si consentirà al cliente finale, per esempio la famiglia che acquista un mobile, di sapere dove è stato
raccolto e riciclato il legno utilizzato per la sua produzione». Oggi il cento per cento di pannelli truciolari
prodotti da Fantoni proviene da legno di riciclo. Trecento mila tonnellate all'anno di legno recuperato, il
95% proveniente dal mercato italiano. E un altro obiettivo all'orizzonte: estendere il modello di tracciabilità
certificata in Veneto anche agli altri conferitori, a partire dalle utility di gestione ambientale che operano in
Friuli Venezia Giulia.

                                                         3
Black-out in sanità, l'assessore scarica la colpa su Insiel: «Sistemi vecchi» (Piccolo)
Alessandro Cesare - Il lunedì nero della sanità regionale, con il blocco del sistema informatico che ha
mandato in tilt le procedure di prenotazione delle visite e non solo, ha un colpevole: i sistemi operativi
datati di cui dispone Insiel. «È come se avessimo una Ferrari, ma senza una strada per farla correre -
sintetizza l'assessore regionale ai Sistemi informativi, Sebastiano Callari -. Come ho già avuto modo di
spiegare, la criticità sulla rete che gestisce gli applicativi del sistema sanitario regionale si è verificata nella
fase di installazione di alcuni aggiornamenti. Gli applicativi forniti da Oracle hanno dato problemi con i
vecchi sistemi operativi di Insiel: i loro aggiornamenti sono troppo avanti per i nostri sistemi».Ieri
l'assessore Callari ha avuto un confronto con i vertici di Insiel per fare il punto della situazione: «In passato
non si è lavorato per migliorare il sistema operativo di Insiel - prosegue Callari - abbiamo iniziato a farlo noi,
con la predisposizione di uno studio di fattibilità per definire gli interventi necessari. Contiamo di riuscirci in
tempi brevi: in passato criticità come quelle verificatesi lunedì avvenivano con maggior frequenza, ma
l'obiettivo è di non farle più accadere».I disagi causati dal blocco del sistema informatico hanno riguardato
le strutture sanitarie di tutta la regione, con difficoltà a prenotare le visite o ad accedere alla cartella
sanitaria elettronica, protrattesi dalle 8.30 fino alle 14. In molti ospedali, così come nei pronto soccorso, si è
dovuti tornare a carta e penna per la compilazione di referti e richieste di accertamenti. «Lunedì mattina
l'aggiornamento del sistema era ancora in corso - precisa Callari - e la parte di memoria rimasta libera nel
sistema operativo di Insiel non è stata sufficiente per gestire la mole di dati in arrivo». Per rimettere in sesto
Insiel serviranno investimenti, che per ora non è stato possibile quantificare.Una situazione che ha
scatenato la reazione del Pd, e in particolare del segretario regionale Cristiano Shaurli: «Nella giunta Fedriga
con le chiacchiere sono a mille, con i fatti restano a zero. Il blackout in sanità è solo una conferma. Si sa che
il rapporto tra sanità e Insiel è problematico da tempo, ma negli ultimi due anni nessuno ci ha messo mano:
si limitano a indicare i problemi senza mai trovare una soluzione, come su tutto il resto. Per questo
chiediamo che, dopo aver accusato come sempre chi c'era prima, il presidente della Regione con gli
assessori "competenti" mantengano annunci e promesse, ponendo la questione dell'aggiornamento
tecnologico dei sistemi informatici a servizio della sanità, trovando soluzioni, facendo scelte»

                                                         4
CRONACHE LOCALI

Colombin, gli arretrati non arrivano. Oggi scatta lo sciopero col presidio (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - L'ultimatum di ieri è trascorso invano, gli accrediti bancari non si sono visti, allora i
sindacati hanno chiamato caffè: oggi i dipendenti della Colombin incroceranno le braccia e dalle 10.30 alle
12 effettueranno un presidio davanti allo stabilimento in via dei Cosulich 1. Era tempo che le sigle sindacali
non dedicavano uno specifico "strike" all'ultra centenaria produttrice di tappi, perchè, in considerazione
delle traballanti condizioni di salute aziendali, si era cercato di smussare le ragioni di protesta. Ma
l'avvicendamento nel controllo societario, senza avviso alle rappresentanze dei lavoratori, ha fatto sì che le
riserve di pazienza si siano esaurite in poche giornate: con brevi e sentite parole una nota di Feneal-Uil,
Filca-Cisl, Fillea-Cgil - a firma dei rispettivi responsabili Andrea Di Giacomo, Giorgio Lazzarini, Massimo
Marega - ha proclamato lo stop lavorativo causa «lo stato di criticità in cui versa l'azienda e dunque le
future garanzie occupazionali e il recupero dei crediti maturati dai lavoratori nei mesi precedenti».Le voci
contrattuali, di cui la Triplice di categoria esige il saldo, riguardano il premio presenze/infortuni, il Tfr, la
mensilità di dicembre 2019, la tredicesima 2019, gli scatti di anzianità. Fonti sindacali rilevano inoltre che,
qualora dalla nuova proprietà non giungano messaggi concilianti, la protesta potrebbe anche proseguire.E
la nuova proprietà non ha certo accolto con piacere la prospettiva di esordire a suon di sciopero. L'altro
giorno uno dei consiglieri di amministrazione, l'avvocato Pasquale Giordano, ha cercato di dissuadere
telefonicamente dallo svolgimento dello sciopero. Una missiva di analogo tenore è stata trasmessa ieri a
Cisl-Cgil-Uil dall'amministratore delegato Roberto Bergamo. Nella lettera la guida operativa dell'azienda
ricostruisce le ultime vicende societarie, iniziando dal 7 gennaio giorno della nuova configurazione
azionaria, proseguendo con il 16 gennaio quando si è insediato il cda, concludendo con il 24 gennaio
quando comunicazione dei cambiamenti è stata data al Registro delle imprese. Bergamo fa inoltre
riferimento a «ulteriori condizioni» il verificartsi dei quali il prossimo 31 cm consentiranno all'azienda di
ripianare le retribuzioni reclamate. Ma - obietta l'amministratore delegato - finquando non vi sarà la
pubblicazione del nuovo cda in Camera di commercio, lo stesso cda non potrà assumere alcun potere di
rappresentanza verso i terzi «men che meno con gli istituti di credito». Per questo la lettera di Bergamo
termina manifestando sorpresa per la decisione di scioperare.Argomenti che non hanno convinto i
sindacati, pressati dalle maestranze esasperate dalle incertezze occupazionali, dallo zoppicante andamento
dello stabilimento, dai crediti arretrati non ancora soddisfatti, dall'improvviso mutamento del governo
societario dove Geco srl Roma Fingroup ha assunto il controllo con il 60%, dove l'imprenditore mariocchino
si è tenuto il 30%, dove la famiglia Colombin ha il 10%.

                                                        5
Ferriera, due incidenti in 24 ore. E tra gli operai crescono i timori (Piccolo Trieste)
Diego D'Amelio - L'esplosione del tubo di gas avvenuta lunedì in Ferriera non è un incidente isolato.
Soltanto il giorno prima, un compressore della centrale elettrica è andato in corto circuito sviluppando una
fiammata che avrebbe potuto anche in questo caso ferire gravemente un lavoratore. L'episodio è emerso
ieri e non risulta sia stato comunicato alle autorità competenti. Nel frattempo il gruppo Arvedi si difende in
merito alla perdita di gas di lunedì, mentre l'assessore regionale Alessia Rosolen invita l'azienda a
mantenere i livelli di sicurezza. Il tutto avviene in un quadro incerto, con il rapporto sulle condizioni di
lavoro nello stabilimento consegnato solo ieri dall'Azienda sanitaria alla Prefettura: proprio all'indomani
dell'esplosione e venti giorni dopo l'incontro tra il prefetto Valerio Valenti e i sindacati. Poco si sa al
momento del precedente della centrale elettrica. Da quanto emerge, domenica sarebbe saltato il motore di
uno dei cinque compressori a servizio della struttura. In Ferriera al momento ne funzionano due: il
macchinario era sotto stress e al momento dell'accensione è andato in corto, producendo una fiammata
che ha fatto spalancare le porte del grosso contenitore metallico che lo ospita. Se un addetto fosse passato
in quel momento, avrebbe ricevuto un colpo capace di sbalzarlo per metri, senza nemmeno pensare al
possibile effetto della fiammata. Ce n'è abbastanza perché fra gli operai serpeggi sempre più forte il
desiderio di un rapido spegnimento dell'area a caldo, come emerge anche dalle dichiarazioni dei
sindacalisti, secondo cui l'impianto vive un limbo di insicurezza per l'assenza di manutenzioni programmate.
Il gruppo Arvedi chiarisce intanto in una nota le ragioni dell'esplosione verificatasi lunedì nella cokeria, a
causa della formazione di una sacca di gas e aria rovente nella galleria di inversione per via di un
trafilamento di gas da un collettore. L'azienda parla di «scoppio di modesta entità, senza danni a cose o
persone». Acciaierie Arvedi precisa che «il tratto del collettore è oggetto di un programma di bonifica
partito a luglio con sostituzione progressiva di tutti i tubi con componenti nuovi. Nella mattinata del 27 il
personale di controllo ha identificato una possibile perdita da un collettore, avviando le procedure di
ulteriore controllo, isolando l'area e sistemando in zona le apparecchiature di pronto intervento. L'azienda
ribadisce l'assoluta idoneità delle procedure», ma il comunicato ammette di fatto che, dopo l'individuazione
del problema e l'isolamento dell'area dal possibile passaggio di operai, non si è riusciti a evitare lo scoppio.
L'assessore Rosolen stigmatizza la situazione: «Ci sono due temi su cui il gruppo Arvedi ha al momento
responsabilità esclusiva e su cui deve garantire continuità: da una parte il futuro dei lavoratori e dall'altra la
loro sicurezza e quella ambientale. La conclusione degli appalti esterni alle ditte di manutenzione non aiuta
di certo e credo che la prima responsabilità del titolare dell'impianto sia garantire fino all'ultimo giorno che
il percorso di dismissione avvenga in totale sicurezza». Si tratta di quanto ribadito anche dal prefetto
Valenti nell'incontro con i sindacati sulla sicurezza: Valenti preferisce non commentare l'incidente,
limitandosi a spiegare nella mattinata di ieri di essere ancora «in attesa del rapporto chiesto dopo la
riunione all'Azienda sanitaria sulla situazione complessiva della sicurezza nell'impianto»...
Marco Relli (Fiom) sottolinea che «non sono previsti scioperi, ma se rileveremo situazioni pericolose ci
attiveremo immediatamente: serve un incontro immediato con l'azienda per scongiurare rischi per i
lavoratori». Per Antonio Rodà (Uilm), «l'episodio testimonia la necessità di una gestione molto attenta dello
spegnimento. La situazione è presidiata ma siamo preoccupati: ci auguriamo che la fermata avvenga in
tempi rapidi per evitare che si faccia male qualcuno».

                                                        6
Il Rossetti cambia guida. La presidenza passa a Francesco Granbassi (Piccolo Trieste)
Benedetta Moro - È Francesco Granbassi - professionista nel campo della comunicazione, titolare col padre
Gianfranco dello studio Mark, fratello della campionessa di scherma Margherita e presidente del Rotary
Club Trieste - il nuovo presidente del Teatro Stabile del Fvg Rossetti. Prende il posto dell'avvocato Sergio
Pacor nell'ambito di un rinnovamento dei vertici dell'ente che, come da statuto, avviene ogni tre anni.
Regione, Comune e Camera di Commercio, che costituiscono l'assemblea dei soci, hanno anche nominato i
membri del nuovo Cda. Vicepresidente, al posto di Chiara Valenti Omero (presidente dell'Associazione
Festival italiani di cinema e del ShorTs International Film Festival, di cui è anche condirettrice), diventa Piero
Geremia, titolare di un'agenzia immobiliare e coordinatore regionale di Forza Italia Giovani, nominato dalla
Regione, che ha indicato inoltre come consiglieri Nicole Matteoni, dipendente regionale, ex consigliere in
Esatto e vicesegretario locale di Fdi, e Federico Pastor, avvocato, ex presidente Sgt e candidato con la Lega
alle regionali 2018. Il centrodestra ora al comando in Regione e in Comune, insomma, occupa distintamente
lo scacchiere del management dello Stabile regionale. Escono Fabia Bensi, funzionario pubblico, e Paola
Martini, presidente del Circolo culturale Controtempo. L'unica riconfermata, per decisione della Camera di
commercio, è Tiziana Sandrinelli, fondatrice dell'omonimo studio di comunicazione e presidente regionale
del Fai. Granbassi in una nota viene definito «qualificato professionista nel campo della comunicazione, con
particolare esperienza nell'ambito istituzionale, nel settore terziario, dei servizi, della cultura e del turismo».
«Ha realizzato con la sua agenzia più di seimila progetti - si legge nel comunicato - dedicando minuziosa
cura sia al lavoro con le grandi multinazionali o i grandi brand sia con le piccole o medie realtà». Suo il
progetto del volume di presentazione della candidatura di Trieste a Esof2020. Appassionato di fotografia, di
teatro, di arte figurativa e di storia, ha ricoperto importanti ruoli anche nel mondo dello sport di cui è
appassionato (oltre a essere un Azzurro d'Italia, è stato anche arbitro internazionale di scherma). «Non mi
aspettavo quest'incarico - afferma - ma lo assumo con grande senso di responsabilità ed entusiasmo ma
anche con un pizzico di apprensione: il Rossetti è un'istituzione molto amata a Trieste e merita dedizione
totale. Tra l'altro ho un legame "antico" con il teatro, perché con il nostro studio abbiamo disegnato alla
fine degli anni '90 il logotipo che viene utilizzato ancora oggi dall'ente». Amante in particolare dei musical,
di recente non si è perso "L'onore perduto di Katharina Blum". Sul futuro del teatro invece Granbassi non si
sbilancia («è molto prematuro»). Due comunque sono i temi che vorrebbe sviluppare: «Un teatro ancora
più intergenerazionale e più internazionale». «Buon lavoro a Granbassi. La scelta su di lui è stata attenta.
Credo sia una figura fresca - sottolinea Serena Tonel, assessore ai Teatri del Comune, che ha designato il
neopresidente - in grado di dare uno slancio e un buon passo al teatro. Ringrazio inoltre il presidente
uscente, che ha operato con molto impegno in questi tre anni».

                                                        7
Apt in stato di agitazione, ma Belletti assicura: «Il dialogo ci sarà sempre» (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Marco Bisiach - Carte di qualificazione del conducente degli autisti in scadenza, divise invernali non
disponibili, premi di risultato da discutere. E un dialogo nel complesso complicato. Questi alcuni dei motivi e
dei temi di contrasto che hanno portato le Rsu di Apt a invitare le segreterie provinciali dei sindacati ad
avviare le procedure per dichiarare uno stato di agitazione del personale. A comunicarlo sono gli stessi
rappresentati dei lavoratori, attraverso una nota che sottolinea innanzitutto le difficoltà nel dialogo con i
vertici della società. Difficoltà ribadite anche dal comunicato diffuso dalla segreteria Filt Cgil. «Chi si
presenta alle trattative a nome e per conto dell'azienda non può sottoscrivere nulla per quanto capace e
preparato - spiega la Cgil -. Deve tornare in Cda e chiedere permesso. Questo modus operandi sta mettendo
a dura prova la gestione aziendale». Tra le criticità poste sul tavolo dai sindacati ci sono le Carte di
qualificazione del conducente degli autisti di Apt che stanno per scadere, con il rischio che gli autisti stessi
non possano più guidare i mezzi. Inoltre «ad oggi i lavoratori sono senza la divisa invernale, e attendono da
mesi le decisioni sui buoni pasto senza aver ricevuto ancora una risposta definitiva - si legge nel documento
-, e un ultimo argomento è il premio di risultato, sul quale i lavoratori aspettano ancora l'avvio del
confronto». Insomma, i rappresentanti della Filt Cgil parlano di una «gestione fortemente confusa»,
pretendono risposte chiare e immediate alle tante problematiche presentate negli ultimi mesi ai vertici
della società e si chiedono, in definitiva, «chi comanda in Apt?», non nascondendo che tra i lavoratori
«serpeggiano tantissimi timori circa il futuro di questa grande azienda che gestisce un servizio pubblico
essenziale». Molto ferma la risposta della presidente di Apt Caterina Belletti, che evidenzia:
«Evidentemente o non siamo stati capaci di far capire ciò che stiamo ripetendo ormai da molti mesi ai
rappresentanti sindacali, oppure a mancare c'è la volontà di comprendere». E il riferimento è alla
rivoluzione legata all'ingresso di Apt nella nuova società Tpl Fvg Scarl. «Ciò che non si vuol capire è che da
novembre è cambiato tutto, con onori e oneri - dice -. Così, ad esempio, ogni decisione va valutata
all'interno della Tpl Fvg Scarl, e armonizzata con quelle delle altre società che la compongono, Apt non può
più agire in autonomia. Ne conseguono passaggi in due Cda, come prevedono le norme, e posso assicurare
che non violeremo di certo la legge per le pressioni di nessuno». Così Belletti spiega il percorso diverso
rispetto al passato, e caratterizzato anche da passaggi e tempistiche differenti, che Apt sta affrontando sulle
questioni evidenziate dai sindacati. «Noi teniamo ai bisogni dei lavoratori e del territorio - aggiunge la
numero uno di Apt -, e non a caso stiamo attivando tavoli con tutti i Comuni per fare un nuovo piano
traffico coerente con le necessità del territorio e dei nostri dipendenti. Il dialogo e il confronto ci saranno
sempre, a patto che non si voglia promuovere un'azione mediatica per andare allo scontro, e per ottenere
qualche risultato. A quel punto io non ci sto più».

                                                       8
Incidenti affidati ai vigili urbani. Sindacati sul piede di guerra (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Francesco Fain - Tutto nasce dall'accordo-quadro siglato nei giorni scorsi dall'Anci e dal Ministero degli
Interni che assegna alle Polizie locali un "ruolo preminente" nell'espletamento dei servizi di polizia stradale
sulla viabilità urbana, comprensivo della rilevazione degli incidenti stradali. Nell'immediato, tale
coinvolgimento riguarderà i corpi municipali delle 14 città metropolitane e dei capoluoghi di provincia in
grado di organizzare servizi di polizia stradale nell'intero arco delle 24 ore. Ma, a Gorizia, soffia già il vento
della preoccupazione.Ad intervenire è il segretario generale regionale Cisl-Fp, Massimo Bevilacqua. «La
questione riguarda, soprattutto, le piccole medie e strutture di Polizia locale che svolgono un lavoro
abnorme, spesso trattando (non per scelta, ma per volontà delle amministrazioni) una mole di attività non
tipiche del corpo. Il messaggio che trova poca attinenza con la realtà è che i vigili urbani debbano lavorare
di più, come se non lo facessero già oggi, per permettere alle forze di Polizia dello Stato di poter assolvere
meglio i propri compiti istituzionali. Riteniamo non sia corretto, anche perché sappiamo cosa stabilisce il
Codice della strada in tal senso...».Bevilacqua va oltre. «A livello locale, siamo venuti a conoscenza che tale
orientamento ha già preso piede in occasione di una riunione in un Comitato provinciale per la sicurezza
pubblica dove pare siano arrivati rimproveri per mancati interventi su incidenti stradali da parte delle
Polizie locali che avrebbero dunque distolto forze di Polizia dello Stato da compiti ben più dignitosi. In
questi frangenti, il quadro generale che emerge a carico della Polizia locale è imbarazzante, con la
caratterizzazione del vigile "rintanato in ufficio". È inaccettabile questo svilimento».E il riferimento va
soprattutto alle piccole/medie strutture di Polizia locale, composte ad esempio da 5-6 addetti. «A livello
regionale, si è dovuto far fronte a un aumento esponenziale delle continue richieste di dati tratti dal
sistema di videosorveglianza cittadino o di lettura-targhe da parte di forze di Polizia dello Stato per le loro
indagini di Polizia Giudiziaria. E, nel contempo, assistiamo a una diminuzione crescente delle donne e degli
uomini appartenenti alla Polizia locale: in Fvg siamo a meno 200 persone su 1.250 previste».La Cisl-Fp
rammenta come i vigili urbani già «raggruppino un condensato di svariate attività (con gli annessi profili di
responsabilità) a supporto della vera attività di Polizia. Ad esempio, non di rado, può capitare che lo stesso
personale di Pl (proprio quello presente al mattino fuori delle scuole, e nel porto del Gonfalone), una volta
in ufficio, accanto alla attività di Polizia amministrativa e giudiziaria, debba poi occuparsi di gestione del
contenzioso e di gare d'appalto. Con una scopertura di organico che rasenta le 200 unità su 1.000 attuali in
servizio, solo il buonsenso e la professionalità degli agenti rimasti sul campo hanno fatto sì che i servizi
siano rimasti di livello elevato. Bevilacqua propone anche l'utilizzo delle sanzioni amministrative per la
previdenza complementare («Cosa quasi mai riconosciuta perché tutto va in bilancio e non sempre dove
dovrebbe). Sono anni che, come Cisl-Fp, ribadiamo che alla Polizia locale si diano gli stessi diritti
previdenziali e assistenziali delle forze di Polizia dello Stato perché è assurdo continuare a chiedere funzioni
complementari senza l'applicazione degli stessi diritti. Così, è troppo facile». -

                                                        9
È operativo il Cup nelle farmacie isontine per prenotare esami specialistici e visite (Piccolo Go-Monf)
Francesco Fain - «Siamo operativi. Nelle farmacie isontine è ora possibile prenotare gli esami e le visite
specialistiche».Lo dice, giustamente, con un pizzico d'orgoglio il presidente di Federmarma Gorizia,
Pierpaolo Marzini. Perché se ne parlava da vent'anni. Ma, per un motivo o per un altro, mai si era riusciti a
condurre in porto un'iniziativa da sempre molto richiesta dai cittadini, soprattutto da quelli che risiedono
nei paesi. Ora, però, si è voltata pagina. E sono apparsi anche dei cartelli che avvisano l'utenza di questa
possibilità.«Il primo giorno - ammette Marzini - c'è stato un po' di comprensibile disorientamento fra i
colleghi, visto che si trattava di una novità assoluta per la nostra categoria. Qualcuno ha iniziato ad operare
più proficuamente, qualcun altro si è scontrato con qualche agenda chiusa. Ma il bilancio è buono,
soprattutto in quelle località dell'Isontino che sono più lontane, fisicamente, dai Cup degli
ospedali».Peraltro, domani è stato programmato un incontro informativo, aperto agli addetti ai lavori, per
fare il punto della situazione e selezionare le criticità che si sono presentate. «Poi, le affronteremo assieme
alla neonata Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina per risolverle. Ad esempio, a causa del
cambiamento dell'Azienda da Aas 2 ad Asugi, oggi, non possiamo incassare perché c'è ancora l'Iban vecchio.
Anche questa problematica, però, sarà superata».L'attivazione del servizio, molto richiesto dalla
cittadinanza, fa seguito all'accordo firmato nell'agosto scorso tra l'allora Aas 2 e Federfarma Gorizia,
Federfarma Udine e Assofarm «per l'attivazione delle funzioni di sportello Cup presso le farmacie
convenzionate pubbliche e private». Sono stati effettuati dei corsi destinati ai farmacisti che, così, hanno
potuto acquisire le competenze necessarie per gestire il Cup. Tutto ciò è avvenuto su base volontaria ma se
si vuole puntare a un ruolo integrato della farmacia era ed è quantomeno consigliabile non lasciarsi sfuggire
questa occasione. Finalmente, si è parificata la nostra situazione al resto della regione.Perché è importante
un Cup in farmacia? «Perché assistiamo a un aumento dell'età media della popolazione. Parallelamente
sono in crescita le patologie. Aumentano anche le esigenze dei pazienti. In più, i nuovi canoni occidentali
sono quelli di cercare di curare a casa i pazienti, procedendo con una deospedalizzazione. Dare la possibilità
ai cittadini di effettuare le prenotazioni nelle farmacie è importante. E lo è soprattutto nei paesi, che sono
più lontani agli ospedali», ripete oggi Marzini. Che sottolinea un concetto a lui caro: far diventare sempre
più la farmacia «il primo presidio sul territorio».

                                                      10
Decalogo a Roma per sbloccare i dragaggi nei canali Valentinis, Est-Ovest e in laguna (Piccolo Go-Mo)
Giulio Garau - Entro una decina di giorni è attesa un'interpretazione ufficiale del ministero dell'Ambiente su
come bisogna comportarsi con i fanghi da dragare nei canali di navigazione che portano in mare e in laguna.
Dovrebbe essere messo a punto finalmente una sorta di decalogo. Ognuno dei soggetti coinvolti nelle
procedure di autorizzazione dovrebbe essere messo in grado di sapere cosa deve fare, ci saranno delle
regole da rispettare e, soprattutto, grazie a questo "manuale" si potrà evitare il rischio di blocchi e
sequestri. Questa è la parte positiva.Ma c'è anche il risvolto negativo: ogni volta che si scava perché c'è un
insabbiamento bisognerà caratterizzare, in altre parole fare una campagna di prelievi in una serie di punti
del canale da dragare, e si dovranno validare le procedure e soprattutto attendere il responso delle analisi
dei campioni di fango che fa l'Arpa. Si tratta di procedure lunghe (servono mesi), complicate dal punto di
vista burocratiche (significa fare ogni volta un progetto) e soprattutto costosissime come ben sa anche il
Consorzio per lo sviluppo economico (delegato dalla Regione per i dragaggi) che per ogni singola campagna
di caratterizzazioni ha dovuto spendere oltre 80 mila euro. Dal vertice a Roma qualcosa si è mosso per
quanto riguarda i dragaggi del Canale Est Ovest e il Valentinis, ma anche per la Laguna di Grado e Marano.
Forse potranno partire a breve i lavori. Ma bisognerà attendere anche dal ministero l'interpretazione esatta
per sapere che validità avranno le caratterizzazioni (3 anni o bisognerà farle ogni volta che c'è un
insabbiamento). E bisognerà attendere anche per il più grande progetto dell'escavo con il dragaggio del
canale di accesso al porto di Monfalcone. Qui ci sono in gioco 18 milioni di spesa e un prelievo di 900 mila
metri cubi di fango per portare il fondale a -12,5 metri. Sempre entro una decina di giorni ci dovrebbe
essere la convocazione di un nuovo tavolo tecnico a Roma, stavolta al ministero delle Infrastrutture.Chi
tocca i fanghi e draga in Italia (altrove no) rischia davvero molto, la musica non cambia ed è emerso
chiaramente ieri al vertice a Roma. C'erano tutti i protagonisti alla riunione convocata nella sede della
Regione Fvg a cui sono stati invitati tecnici ed esperti del ministero per sbloccare i dragaggi ed evitare il
rischio di mettere in ginocchio attività economiche che danno lavoro a migliaia di persone dal diporto alla
pesca. C'erano gli assessori regionali Graziano Pizzimenti (Infrastrutture e territorio) e Sergio Emidio Bini
(Attività produttive), i rappresentanti del ministero dell'Ambiente, dell'Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale e dell'Istituto superiore di Sanità. All'incontro anche i sindaci di Monfalcone, Anna
Maria Cisint, di Marano Lagunare, Mauro Popesso, e di Grado, Dario Raugna, il presidente del Consorzio di
sviluppo economico del monfalconese Fabrizio Russo con il direttore Cesare Bulfon e l'onorevole Vannia
Gava (Lega). «Finalmente si sono assunti impegni specifici - ha commentato al termine Pizzimenti - e si sono
individuati percorsi di risoluzione che permettono di salvaguardare le numerose e diffuse attività
produttive. Già dalla prossima settimana si confronteranno i responsabili amministrativi e tecnici per dare
soluzione all'urgente problema che coinvolge il nostro territorio. Certamente il percorso non sarà agevole,
importante averlo avviato». Da parte sua l'assessore Bini ha rimarcato l'importanza di aver avviato da parte
della Regione un iter di risoluzione «di queste problematiche che si protraggono da tempo e che di fatto
ostacolano un pieno sviluppo del tessuto produttivo del territorio. C'è da considerare anche l'interesse
manifestato da alcuni importanti imprenditori del settore nautico e delle marina per investire nel nostro
territorio a beneficio dell'occupazione e della crescita».

                                                      11
Castalia cerca un investitore per un progetto di rilancio (M. Veneto Udine)
Maristella Cescutti - «Stiamo cercando di risolvere con tutte le nostre forze la difficile situazione che ci ha
colpito in Castalia»: così si esprimono i vertici aziendali sulla grave situazione economico-finanziaria che sta
vivendo l'azienda nella sede di Sedegliano.Un sito produttivo che rischia la chiusura e con essa la perdita di
una ventina di posti di lavoro legati alla funzione di competenze specialistiche.La proprietà tiene a
sottolineare che l'attuale situazione è la conseguenza dell'evoluzione di una crisi di livello mondiale che ha
interessato il settore e che ha coinvolto pesantemente anche "player" principali del comparto, per poi
riversarsi sulle realtà più locali o specialistiche. La fonderia Castalia realizza getti in leghe di alluminio di
medie e grandi dimensioni per la produzione di pezzi singoli e di piccole serie destinati a svariati settori. La
situazione di Castalia srl si è generata in questo contesto, il cui successivo deterioramento è stato «causato
anche dalla mancata finalizzazione di un'importante commessa acquisita da uno dei massimi "player" del
settore architettura, anch'esso entrato in sofferenza».I vertici precisano inoltre che l'azienda «sta
continuando con il supporto e lo sforzo di tutte le maestranze e di un team di specialisti, senza interruzione,
il proprio impegno per la ricerca di un confronto con possibili investitori potenzialmente interessati a un
progetto di rilancio dell'attività».Il dialogo con un possibile investitore, secondo gli stessi vertici aziendali,
sarebbe in corso, «ma non è stata ancora fatta una definizione chiara, ci stiamo impegnando al massimo per
dare continuità completa al sito di Sedegliano. L'interesse primario è la tutela dei lavoratori, dei fornitori e
degli stakeholders e per questo sarà tentata ogni soluzione volta a dare possibile continuità alle attività
aziendali».La situazione «è disperata» anche per i segretari Fiom Cgil di Udine David Bassi e Fiom Cisl Fvg,
Giuseppe Sedola: «Nelle prossime settimane bisognerà trovare una soluzione».Il Comune di Sedegliano «da
poco informato della situazione Castalia - spiega il sindaco Dino Giacomuzzi - si sta attivando con la Regione
e di concerto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori per convocare al più presto un tavolo tecnico
coinvolgendo il consiglio comunale per intervenire e verificare quale sia la reale situazione dell'azienda,
quali interventi si possono fare a tutela delle maestranze in modo che l'impresa possa continuare a operare.
E, infine, quali interventi si possono attuare per superare il momento di difficoltà che sta attraversando per
salvaguardare i posti di lavoro».Castalia srl è attiva nella sede di Sedegliano dal 2007 e fa parte di una nuova
generazione di fonderie di alluminio - certificata ambiente - specializzata nella produzione di componenti in
lega di alluminio di medie e grandi dimensioni che esporta in tutta l'Europa.

                                                       12
Incentivi e Tfr non saldati, ultimo avviso ai Sassoli (Mv Pordenone)
Giulia Sacchi - Si parte con la procedura di recupero crediti per gli ex dipendenti della Sarinox di Aviano, che
da mesi attendono di vedere liquidati Tfr e incentivo all'uscita: gli accordi sottoscritti coi sindacati dal
Gruppo Sassoli sono stati disattesi e ora le vecchie maestranze e le forze sociali hanno deciso di tradurre in
realtà l'intenzione di adire le vie legali. Ieri l'incontro con gli avvocati che si occupano dei decreti
ingiuntivi.Intanto per quanto riguarda la Lavinox di Villotta di Chions (106 addetti), è stato fissato per
venerdì l'incontro a Unindustria con Regione e Fim, Fiom e Uilm. Tornando a Sarinox, gli impegni assunti dai
Sassoli per la liquidazione delle spettanze a chi ha deciso di lasciare la fabbrica non sono stati onorati: il
primo accordo 2019, che contemplava una rateizzazione del dovuto, non è stato rispettato. Lo scorso
agosto, coi sindacati è stata quindi siglata una nuova intesa, ma di quest'ultima è stata rispettata una
minima parte: a settembre è stata liquidata, infatti, solamente una delle rate previste. Poi più niente e a
nulla sono valsi i solleciti. L'annuncio di adire le vie legali non ha sortito nessun effetto: da qui l'intenzione di
fare sul serio e partire col recupero crediti. «Siamo ben oltre la soglia di tolleranza - ha commentato il
sindacalista di Uilm Roberto Zaami -. Adire le vie legali era il minimo, considerati l'atteggiamento dei Sassoli
e il fatto che gli ex lavoratori sono in attesa da mesi di vedersi riconosciuto il dovuto. Ricordo, tra l'altro,
che, se il concordato di Lavinox non dovesse andare a buon fine, un eventuale fallimento dell'azienda di
Chions rischierebbe di coinvolgere anche la Sarinox. Un effetto domino, insomma, per due aziende
"sorelle"».«La botte è piena - ha commentato Gianni Piccinin di Fim -. L'azienda ha superato il limite e gli ex
dipendenti non intendono attendere oltre. Sul fronte sindacale, le abbiamo provate tutte, ma ora è arrivato
il momento di dire basta: quello dei decreti ingiuntivi è diventato un percorso obbligato». Ieri i Sassoli
hanno pagato agli addetti ancora in forza a Sarinox il 50 per cento dello stipendio - arrivato peraltro in
ritardo - e oggi si dovrebbe procedere col saldo. Per Lavinox, invece, venerdì si discuterà a Unindustria del
futuro dell'impresa e della possibilità che qualche imprenditore possa decidere di investire su questa realtà.
Al tavolo siederanno l'assessore regionale Sergio Emidio Bini, i rappresentanti dell'associazione di categoria
e le forze sociali.

Concordato Polese, il piano prevede di pagare i creditori privilegiati al 100% (M. Veneto Pordenone)
L'impresa Polese spa di Sacile ha depositato ieri sera la proposta e il piano del concordato preventivo in
continuità aziendale. «Il piano - ha sintetizzato l'avvocato Enrico Bevilacqua - prevede il pagamento al 100
per cento del privilegio e al 37 per cento per i creditori chirografari in cinque anni».Nella prima rosa
figurano dipendenti, professionisti, artigiani ed Erario. Nella seconda subappaltatori e fornitori non
artigiani.Come saranno pagati i creditori? Con gli utili derivanti dalla prosecuzione dell'attività d'impresa e
con la dismissione degli immobili di proprietà della società. Sono numerose le proprietà immobiliari della
Polese spa. Il piano è ora al vaglio del tribunale di Pordenone. Il giudice delegato è Lucia Dall'Armellina, il
commissario giudiziale è Federico Borean. L'azienda si è affidata a Bevilacqua nella veste di advisor legale e
a Renato Bogoni di Padova come advisor finanziario.Dovrà essere fissata un'udienza per l'adunanza dei
creditori, dove la proposta di concordato sarà messa ai voti. Nel frattempo la storica impresa di costruzioni
continua l'attività. È stata autorizzata a partecipare a numerose gare d'appalto nell'intera penisola, ma
soprattutto in Triveneto.È stato abbandonato sinora soltanto il cantiere all'ospedale di Pordenone. Prima
dell'aggiudicazione definitiva il Comune aveva invece revocato l'assegnazione dei lavori in piazza della
Motta alla Polese. A innescare la richiesta di concordato sono state le difficoltà incontrate nell'appalto per il
ponte sul Ticino. L'impresa di Sacile ha avviato lo scorso aprile un contenzioso con la Provincia di Pavia:
all'ente pubblico l'azienda ha chiesto sei milioni di euro di risarcimento del danno. In caso di incasso, anche
parziale, sarebbe riconosciuta una percentuale di ristoro maggiore ai creditori chirografari. I.P.

                                                         13
Zml, ammortizzatori sociali anche per la divisione rame (M. Veneto Pordenone)
Giulia Sacchi - La frenata sul mercato tedesco si fa sentire anche alla Zml di Maniago, colosso della
metalmeccanica del Gruppo Cividale con 550 dipendenti: è stato siglato un altro accordo per accedere a 13
settimane di cassa integrazione. Il ricorso all'ammortizzatore è stato non soltanto rinnovato, ma ampliato:
prima era interessato il reparto ghisa, ora si è aggiunta la divisione rame.Un quadro che preoccupa le
organizzazioni sindacali, che sollecitano l'azienda a compiere maggiori investimenti. C'è un'altra notizia che
acuisce l'apprensione delle forze sociali: l'amministratore delegato della Zml, Stefano Dametto, ha
rassegnato le dimissioni. Una scelta, come ha spiegato l'interessato, legata alla necessità di avvicinarsi a
casa (è bolzanino di origine): andrà a lavorare per un'azienda veneta. Un addio che arriva dopo una
quindicina d'anni di attività in Zml, impresa nella quale Dametto ha giocato un ruolo chiave, come mette in
evidenza il sindacalista di Uilm Roberto Zaami. «Dametto è un manager dalle grandi capacità, in grado di
operare scelte strategiche: ne è un esempio la decisione di diversificare il fatturato dell'azienda - commenta
Zaami -. Ha spostato il mercato di riferimento di Zml e questa è stata un'ottima mossa. Se l'impresa fosse
rimasta strettamente legata all'elettrodomestico, sarebbe stato un problema. Questo cambio al vertice, che
arriva in una situazione non semplice non soltanto per la fabbrica maniaghese, è una mazzata. Competente,
professionale e preparato: queste le caratteristiche di Dametto, non facili da trovare. Auspichiamo che il
gruppo possa individuare un manager che sappia gestire con concretezza e lungimiranza la situazione
attuale». Una perdita per Zml, quella di Dametto, uomo dalla lunga carriera, che da operaio è diventato
manager. Una scalata partita alla Seeber di Laives, in provincia di Bolzano, che l'ha portato sino a
Maniago.Tornando alle questioni legate all'andamento produttivo di Zml, Zaami dichiara: «Sono
preoccupato perché non vedo una visione aziendale strategica. L'impresa sta vivendo una fase di stallo:
sinora gli investimenti si sono concentrati solamente sulle manutenzioni, ma una realtà del calibro di Zml
non può limitarsi a questo. Rinnoviamo, quindi, alla proprietà l'invito a concentrare gli sforzi su tale fronte».
Da quanto si è appreso, in questa fase difficile per numerose realtà legate soprattutto all'automotive, Zml si
sta concentrando sull'e-mobility, ovvero sul mondo della mobilità elettrica, e dunque ecocompatibile. Piani
che interessano le auto elettriche e ibride, che possono consentire alla realtà maniaghese di affrontare il
momento di flessione.

                                                       14
Puoi anche leggere