RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - mercoledì 11 dicembre 2019

Pagina creata da Giovanni Marchesi
 
CONTINUA A LEGGERE
RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – mercoledì 11 dicembre 2019

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Il piano industriale di Safilo: 700 esuberi, 250 sono in Friuli (M. Veneto)
Manovra in aula, oggi gli emendamenti clou (Piccolo)
La manovra da oltre 4 miliardi punta su trasporti, autonomie locali e sanità (M. Veneto)
Sindacati della sanità in piazza «Investimenti nel pubblico» (Piccolo)
C'è l'intesa con gli specialisti ma i sindacati protestano (M. Veneto)
Piano di azionariato per i dipendenti del gruppo Generali. Adesioni al 35% (Piccolo)
Gorizia, no alla cittadinanza a Segre: «Usata come vessillo della sinistra» (Piccolo)
Trenitalia ritocca gli orari in vigore sui Frecciarossa e scommette su Lubiana (Piccolo)
Autovie chiede pedaggi più cari dal 2020 sull'A4 Venezia-Trieste (M. Veneto)
CRONACHE LOCALI (pag. 10)
Ferriera, corsa contro il tempo per la nuova intesa sul futuro (Piccolo Trieste)
La Corte dei conti avvia un'inchiesta sulla paralisi del cantiere a Cattinara (Piccolo Trieste)
Casa Malala, tra un mese il gestore. Ospiti più che raddoppiati nel 2019 (Piccolo Trieste)
Intesa sindacati-Acegas. Ripresi gli straordinari (Piccolo Trieste)
Arriva in Comune ad Aurisina lo sportello "recupera lavoro" (Piccolo Trieste)
Interporto, patto con Venezia. Coinvolti Porto e Confindustria (Mv Pordenone)

                                                          1
ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Il piano industriale di Safilo: 700 esuberi, 250 sono in Friuli (M. Veneto)
Roberta Paolin - «Inevitabili». Erano attesi, si immaginavano cifre, c'erano stati pronostici, ma i 700 esuberi
nel 2020 nelle fabbriche italiane di Safilo, non se li aspettava nessuno. Eppure come ha detto l'ad di Safilo
Angelo Trocchia, «sono inevitabili». Gli esuberi sono 400 persone a Longarone, 250 a Martignacco (Udine)
con contestuale chiusura dell'unità produttiva, 50 esuberi invece previsti a Padova. «Ho deciso di venire io
direttamente a dirlo ai sindacati a Padova subito dopo la riunione del cda a Milano. Nonostante tutte le
cose che abbiamo fatto in quest'anno, il rinnovo delle licenze, le acquisizioni di nuovi marchi, il nuovo
accordo con Kering, purtroppo la matematica non ci aiuta: non abbiamo i volumi». Ieri il cda del gruppo
padovano dell'occhiale ha deliberato il nuovo piano industriale. Un piano difficile sul fronte sociale, che tra
l'altro taglia le stime sui ricavi 2020 e pone l'obiettivo di recupero del miliardo di vendite al 2024, con tassi
di crescita ad una cifra. In realtà, Trocchia, questo va dato atto al manager, ha fatto l'impossibile da quando
si è seduto sulla scomodissima poltrona in zona industriale a Padova. Ha ricevuto un gruppo sull'orlo del
baratro, ha dovuto seguire una ristrutturazione finanziaria, un aumento di capitale, la revisione del business
plan 2020 e gestire l'uscita di scena del brand che era il cuore produttivo di Longarone: Dior. Gli occhiali con
la D dorata erano da oltre vent'anni prodotti in quello stabilimento, un sodalizio che ne ha assorbito
energie, creatività, maestranze: il 70% di Longarone era dedicato a quel marchio. Ma, si sa, di fronte il
titano del lusso Lvmh sta costruendo Thelios, un investimento da 40 milioni di euro, per arrivare a produrre
4,5 milioni di pezzi. Lì dentro ci fa oggi Cèline, Loewe, Kenzo, un po' di Fenty (il marchio di Rihanna) e Louis
Vuitton, e domani Dior e Fendi. Entrambe fuori dal portafoglio nel 2021 (Fendi scadeva nel 2022).La perdita
delle licenze del lusso con Lvmh, si legge nella nota, ha reso «necessario» avviare «un piano di
riorganizzazione e ristrutturazione industriale, che risponda prontamente al nuovo scenario produttivo».
Safilo «ha aperto un tavolo negoziale» con i sindacati allo scopo di «individuare tutti gli ammortizzatori
sociali disponibili per limitare gli impatti sulle persone coinvolte». «Da parte nostra» dice Trocchia al
telefono, appena conclusa la riunione «c'è la massima disponibilità a discutere apertamente le modalità per
gestire la situazione».Il gruppo è stato costretto anche a tagliare gli obiettivi al 2020, riducendo i target dei
ricavi netti tra i 960 e il miliardo di euro, rispetto all'obiettivo annunciato nel 2018 di 1.000-1.020 milioni. Il
margine, Ebitda adjusted, si riduce al 6% delle vendite rispetto al precedente obiettivo di 8%-10%. Uno
scostamento dovuto ancora una volta all'uscita di Dior. Per il 2019 invece le vendite nette dovrebbero
restare stabili.Le notizie positive su Safilo sono state diverse in questi giorni, tanto che il titolo ha toccato il
suo massimo in Borsa chiudendo ieri al +10,48%, grazie al rinnovo anticipato di Marc Jacobs, licenza del
mondo Lvmh che pesa circa il 4% dei ricavi, rinnovata anticipatamente fino al 2026. E poi l'acquisizione dei
californani Blenders Eyewear e la nuova licenza Under Amour. «Sembra una contraddizione» è la riflessione
un po' amara di Trocchia «abbiamo fatto molte cose, ma se vogliamo assicurare un futuro a Safilo, se
vogliamo che viva per altri 150 anni e torni grande come era, dobbiamo fare delle scelte». Queste.

                                                         2
Manovra in aula, oggi gli emendamenti clou (Piccolo)
Parole soltanto parole, nel primo giorno di lavori dedicati dal Consiglio regionale alla legge di stabilità 2020.
La giunta depositerà gli emendamenti di rilievo oggi e, dopo la conclusione della discussione generale sul
testo, si avvierà l'analisi della norma. Ieri il dibattito fiume è stato animato da relatori e semplici consiglieri,
mentre stamani incroceranno le spade i capigruppo, che risentiranno probabilmente dell'avvio polemico
della quattro giorni dedicata alla finanziaria. La seduta di ieri è cominciata infatti con la solitamente liturgica
approvazione del bilancio preventivo del Consiglio, pari a poco meno di 20 milioni. Il Pd ne ha approfittato
per criticare nuovamente il presidente Massimiliano Fedriga per la decisione di non assegnare la dotazione
aggiuntiva di un milione richiesta dall'Ufficio di presidenza di piazza Oberdan. L'opposizione legge la scelta
come volontà di non dare ossigeno alla legge sui mini contributi fino a 5 mila euro alle piccole associazioni
voluta dal presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin. Nel cortocircuito della polemica, i dem sono contrari
alla norma ma accusano l'esecutivo di non rispettare le scelte del potere legislativo. Fedriga decide di
intervenire per chiarire la posizione della giunta: «Non è vero che la legge sul patrocinio alla giunta non
piaccia. Mi sono opposto alle poste puntuali, ma ora ci sono regole chiare per dare una mano al territorio.
La maggioranza ha fatto una scelta trasparente, che oggi viene contestata da chi trasparente non è stato in
passato. Si vuole creare un film che non esiste sul contrasto fra Consiglio e giunta. Le accuse sono
strumentali e se ci saranno ulteriori necessità esiste l'assestamento di bilancio». Ma secondo il dem
Francesco Russo, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente del Consiglio, «Zanin è riuscito a battere un
record cui avremmo preferito non assistere. È il primo presidente a farsi bocciare il bilancio del Consiglio in
più di 50 anni di storia di questa istituzione. Ancora una volta l'autonomia di chi è stato eletto dai cittadini è
stata calpestata dall'arroganza di Fedriga, che continua con l'atteggiamento padronale di chi esercita anche
il ruolo di capogruppo dell'intero centrodestra, censurando e ponendo veti sull'attività dei consiglieri
eletti». Secondo Russo, «sulla nuova "legge mancia" è in atto uno scontro tra Fedriga e Zanin e quest'ultimo
ha dovuto piegare la testa accettando un precedente pericoloso. Quando si parla di istituzioni, la forma è
sostanza: nella discussione sul bilancio del Consiglio, la giunta non sarebbe dovuta neppure intervenire e
invece ha imposto il suo diktat dimostrando ancora una volta l'irrilevanza dei consiglieri di centrodestra».
Zanin replica alzando la voce dallo scranno presidenziale: «Il bilancio del Consiglio prevedeva la necessità di
un rimpinguamento per l'avvio del patrocinio oneroso, ma nessuna bocciatura da parte della giunta e del
suo presidente. Russo fa finta di non sapere le cose per creare uno scoop che non c'è: dovrebbe ricordare
che nella passata legislatura di centrosinistra, il Consiglio ha dimostrato un appiattimento alle linee della
Serracchiani. Questo sì, non si era mai visto nella storia della nostra Regione». D.D.A.

                                                         3
La manovra da oltre 4 miliardi punta su trasporti, autonomie locali e sanità (M. Veneto)
Mattia Pertoldi - La consueta valanga di finanziamenti garantiti al sistema sanitario con uno stock a
disposizione di oltre 2,7 miliardi di euro - dopo la riforma appena varata dal Consiglio e che scatterà il 1°
gennaio - oltre 700 milioni destinati alle Autonomie locali e un'attenzione particolare a infrastrutture e
trasporti con un budget superiore ai 320 milioni. La prima giornata della lunga marcia a piazza Oberdan per
l'approvazione della legge di Stabilità regionale per il prossimo anno è andata in archivio, in altre parole,
con una sostanziale conferma delle poste uscite dalla Commissione. Perché se la sensazione è che il
centrodestra si tenga un ultimo coniglio da cavare dal cilindro in corso d'opera per una nuova misura-
simbolo - più o meno come accaduto lo scorso anno con gli asili nido - è altrettanto vero che i margini di
manovra economica, ormai, sono stretti.
Il valore complessivo della manovra finanziaria per il 2020 sarebbe di 5 miliardi e 500 milioni di euro. Cifra,
però, cui vanno sottratti i 726 milioni che il Friuli Venezia Giulia verserà a Roma a titolo di contributo per il
risanamento della finanza pubblica e una serie di spese fisse che portano il budget a disposizione per il
prossimo anno dai teorici 4 miliardi e 800 milioni agli effettivi 4 miliardi e 519 milioni, comunque in crescita
di circa una ventina di milioni rispetto al 2019 grazie all'aumento dello 0,6% del valore del Pil regionale.
Come accennato, la fetta maggiore di finanziamenti va ancora una volta alla sanità che - comprendendo
anche la tranche di denaro pubblico destinata agli investimenti - ottiene oltre 2 miliardi e 700 milioni di
euro assorbendo, quindi, più o meno il 60% dei fondi a disposizione della Regione.
Entrando nel dettaglio delle poste maggiormente significative, anche da un punto di vista simbolico, la
maggioranza ha deciso di staccare un assegno complessivo da 18 milioni per garantire sostegno al taglio
delle rette per gli asilo nido. Fondi, questi, che si sommano alla scelta di modificare la norma sugli sconti
per gli studenti che utilizzano bus, corriere e treni ampliando questa opzione e allargandola anche ai
collegamenti urbani. Il tutto grazie a uno stanziamento, ulteriore rispetto a quanto inserito già lo scorso
anno, di 1 milione che, però, difficilmente basterà a soddisfare le richieste complessive considerato come,
secondo i calcoli dell'assessore Graziano Pizzimenti, il budget necessario si aggiri attorno ai 3,5-4 milioni
con il corollario del teorema che porterà perciò questa posta a essere implementata in sede di
assestamento.
La giunta ha deciso di destinare alle politiche della Direzione lavoro qualcosa in più di 120 milioni al cui
interno ci sono contributi per l'edilizia e 500 mila euro per consentire lo scorrimento della graduatoria
arredi nelle scuole, mentre per quanto riguarda il comparto delle risorse agroalimentari e forestali sono
previsti 63 milioni tra parte corrente e parte di investimento. Un tesoretto da 87 milioni, quindi, è allocato a
favore del comparto delle attività produttive - di cui 16 milioni destinati all'innovazione - con, invece,
l'istituzione di un fondo da oltre 20 milioni nel prossimo triennio per garantire una serie di risposte ai
Comuni che necessitano di interventi di edilizia scolastica. Tre, andando oltre, i filoni contributivi sulla
mobilità sostenibile, e che vanno al di là della conferma del bonus benzina, tra cui 1 milione 350 mila euro
nel 2020 e 1 milione 450 mila nel 2021 e 2022 per la rottamazione e l'acquisto di veicoli ecologici. Inoltre,
sul tema dell'amianto, viene rafforzato il fondo per le bonifiche con 3 milioni per il solo 2020.
La Regione, infine, ha deciso di schierare la sua finanziaria a fianco delle microimprese, anche in forma
unicellulare, aiutandole ad accedere alle forme di credito e quindi a sostenere la propria attività. Friulia sarà
infatti autorizzata a entrare, come azionista di minoranza, in una Newco da costituirsi, unitamente ad altri
attori regionali di riferimento nel settore al sostegno finanziario alle microimprese del territorio, in modo
tale da muoversi con maggiore efficacia nel ruolo di appoggio e sviluppo all'imprenditoria locale. Questo
nuovo strumento si rivolge, come detto, a imprese unicellulari, o comunque piccolissime, per necessità di
sostegno su linee di credito contenute, cioè inferiori ai 20 mila euro. Uno strumento, secondo la giunta, in
grado di muoversi in parallelo a Mediocredito che, attualmente, opera su operazioni superiori ai 100 mila
euro di valore.

                                                       4
Sindacati della sanità in piazza «Investimenti nel pubblico» (Piccolo)
Andrea Pierini - Un impegno concreto per il superamento del taglio dell'1,4% della spesa per il personale
sanitario. Il comparto Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil e la Fials Confsal hanno manifestato sotto il
Consiglio regionale per chiedere nuovamente alla politica di tutelare la sanità pubblica aumentando le
risorse a disposizione e investendo sul personale: per i sindacati l'unico modo concreto per superare le
criticità, in particolare sulle liste d'attesa. I rappresentanti sindacali sono stati anche ricevuti dai capigruppo,
dal presidente dell'aula Piero Mauro Zanin e dal vice Francesco Russo, dal vicepresidente della giunta
Riccardo Riccardi e dall'assessore Pierpaolo Roberti. Il tema portante è quello del superamento della
riduzione dell'1,4% della spesa per il personale, contenuta nelle linee guida per il 2020, una scelta dettata
da una norma nazionale che avrebbe dovuto essere superata dal decreto legge Calabria, che risulta però
applicabile solo per le regioni a statuto ordinario. «Da sempre mi sono impegnato per il superamento di
questo taglio - ha sottolineato Riccardi davanti ai sindacati -, ora qualcuno vanta il deposito di un
emendamento che dovrebbe porre fine a questa disparità, al momento però io non l'ho ancora visto». Il
riferimento è all'intervento di Pd e 5 Stelle rispetto alla legge finanziaria nazionale in discussione al Senato.
Orietta Olivo, segretaria generale della Cgil Fp, ha posto l'accento sull'utilizzo del privato che con la riforma
passa - come incidenza - dal 3,8% al 6%: «Una scelta in cui noi vediamo un disegno più ampio per svuotare
la sanità pubblica dal personale». Su questo, Riccardi ha spiegato che la ratio alla base dell'aumento del
peso del privato è quella di limitare il ricorso al sistema sanitario di altre regioni. Il fronte sindacale in ogni
caso ha voluto sottolineare come non ci sia alcuna volontà di penalizzare i dipendenti del comparto privato,
che anzi sono in attesa di un contratto decente da oltre 10 anni. Massimo Bevilacqua, segretario generale
Cisl Fp, ha invece denunciato il flop di quota 100 in Fvg mentre Mario Lapi (Cisl) si è detto ottimista in
particolare per gli emendamenti nazionali che consentiranno di scorrere le graduatorie dei concorsi.
Luciano Bressan della Uil ha chiesto un investimento sul pubblico non solo per il personale ma anche sulle
attrezzature mentre la Fials ha ricordato la necessità di creare una seconda centrale del 118 per l'area
giuliano isontina. Il capitolo emergenza-urgenza sarà affrontata entro gennaio, ha specificato Riccardi che
ha accolto la proposta di Andrea Ussai (M5s) di coinvolgere i sindacati.

C'è l'intesa con gli specialisti ma i sindacati protestano (M. Veneto)
«Senza l'impegno quotidiano dei medici specialisti ambulatoriali, veterinari, biologi, chimici e psicologi il
sistema sanitario regionale sarebbe più fragile. Sono riconoscente per l'assunzione di responsabilità da
parte dei professionisti che ha permesso di trovare un'intesa ». Così il vicegovernatore con delega alla
Salute, Riccardo Riccardi, dopo aver firmato l'accordo integrativo regionale (Air) per i medici specialisti
ambulatoriali interni .Il documento contribuisce alla revisione degli attuali modelli organizzativi, per
renderli più conformi alle esigenze dei pazienti e dei familiari mediante la presa in carico integrata. Prevede
le Aggregazioni funzionali territoriali, che favoriscono l'efficienza e aumentano la capacità di presa in carico
dei cittadini, soprattutto in riferimento alla cronicità e alle patologie multiple, in un contesto che punta alla
deospedalizzazione e alla sostenibilità economica.Nello stesso giorno, all'esterno della sede del Consiglio
regionale, si è svolto il sit-in delle organizzazioni sindacali prima dell'incontro con gli eletti di maggioranza e
opposizione e l'assessore. Fp Cgil, Cisl Fp, UilfPl e Fials hanno presentato una serie di lamentele alla giunta.
Nell'elenco dei problemi del comparto, infatti, le sigle sindacali hanno inserito le liste d'attesa negli
ospedali, i pronto soccorso intasati, i reparti sovraffollati, la carenza dei medici di base e le difficoltà della
sala operativa dell'emergenza regionale. Il tutto chiedendo alla maggioranza di inserire nella ex Finanziaria
l'assunzione di infermieri, operatori socio-sanitari, medici e tutte le figure professionali mancanti. «La
marcia indietro del Governo sul decreto Calabria non basta. La Fp Cgil - ha spiegato la segretaria Orietta
Olivo - ha chiesto di rivedere le linee di gestione relativamente alla mobilità e al piano di assunzioni. Una
richiesta alla quale l'assessore non ha risposto».

                                                         5
Piano di azionariato per i dipendenti del gruppo Generali. Adesioni al 35% (Piccolo)
Luigi dell'Olio - Oltre 21mila adesioni in 31 Paesi, vale a dire il 35% dei dipendenti del gruppo Generali.
Anche se non erano stati indicati target dai vertici del Leone, il responso non può che essere considerato
positivo, soprattutto se si considera che We Share (questo il nome dato all'iniziativa) è il primo piano di
questo tipo nella storia del gruppo assicurativo. Nonché il primo mai introdotto nel nostro Paese per entità
della platea coinvolta (i 71mila dipendenti della compagnia in giro per il mondo) e per protezione
dell'investimento.Per capire come si è arrivati a questa iniziativa occorre fare un passo indietro. Lo scorso
maggio, nel corso dell'assemblea annuale degli azionisti, è stato approvato un piano di azionariato dei
dipendenti. Il piano, che ha una durata di tre anni, ha come destinatari i dipendenti di tutto il gruppo, a
eccezione dei ruoli executive appartenenti al group management committee e al global leadership group
(che godono di altre forme di retribuzione variabile, solitamente legate ai risultati). Chi vi aderisce può
investire da 15 euro al mese a un massimo di 500 euro. Se, a fine piano, il valore del titolo in Borsa risulterà
inferiore a quello iniziale, si vedrà restituire per intero quanto versato. Mentre invece in caso di
apprezzamento, da un lato riceverà gratuitamente un'azione ogni tre acquistate; dall'altra incasserà un
numero di azioni pari al rapporto tra i dividendi pagati nel triennio da Generali e il prezzo iniziale del titolo,
moltiplicato per il numero di azioni sottostanti. In pratica riceverà in equity il corrispettivo dei dividendi che
saranno pagati dal gruppo assicurativo nel prossimo triennio. A fine piano il dipendente potrà poi decidere
se vendere in blocco tutte le azioni possedute o se continuare a detenerle.Chiaro l'intento dell'iniziativa: da
una parte motivare i dipendenti, nella consapevolezza che una crescita del valore in Borsa si tradurrà in un
guadagno ulteriore rispetto allo stipendio; dall'altro fidelizzarli, considerato che non sono molte le realtà
che adottano piani di questo tipo. Il tutto con l'obiettivo di contribuire a una crescita sostenibile di Generali,
considerato che questa tipologia di investitori non è certo inquadrabile nel profilo di speculatori che
acquistano o vendono i titoli puntando su una plusvalenza di breve. Piuttosto si tratta di investitori pazienti,
che quindi nel loro titolo possono contribuire a far crescere il valore azionario senza strappi.Tra le novità
dell'iniziativa, da segnalare gli oltre 420mila euro raccolti grazie alle donazioni dei dipendenti e a quelle
disposte dal gruppo per ogni partecipante al piano, da destinare a The Human Safety Net. Quest'ultima è
un'iniziativa globale promossa nell'autunno del 2017 da Generali e aperta ad alleanze e partnership con
privati e organizzazioni che ne condividono i valori. Il progetto consiste nella creazione di comunità di
persone che aiutano chi vive situazioni di disagio e che, grazie a questa spinta, possono trasformare le loro
vite, quelle delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono. Insomma, un circolo virtuoso basato sulla
collaborazione.

                                                        6
Gorizia, no alla cittadinanza a Segre: «Usata come vessillo della sinistra» (Piccolo)
Francesco Fain - Occorrevano 28 voti per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, la senatrice a
vita sopravvissuta ad Auschwitz. Al termine di un dibattito (anche aspro in certi momenti) durato quasi
quattro ore e mezzo, alle 23.23 in Consiglio comunale è arrivata la fumata nera: 21 sì (la maggioranza ma
insufficiente), 15 astensioni, 5 assenti. Assieme all'opposizione ha sostenuto la mozione presentata con
grande partecipazione emotiva da Rosy Tucci di "Gorizia è tua" anche qualche esponente di maggioranza: i
leghisti Stefano Altiner (quello dell'orientamento antisemita), Andrea Tomasella, Franco Zotti e Serenella
Ferrari, Riccardo Stasi (Progetto Fvg). Ma servivano i "sì" dei due terzi dell'aula.Perché non si è trovata la
quadratura su una richiesta assolutamente condivisibile e che puntava a ottenere l'unanimità, senza
bandiere, senza divisioni? Il centrodestra si è opposto al "simbolo", al "vessillo" Segre. Ha proposto una
contromozione a firma Fabio Gentile (Forza Italia), migliorativa secondo il punto di vista della "maggioranza
della maggioranza", che prevedeva la cittadinanza all'Unione italiana delle comunità ebraiche a patto, però,
che non ci fosse il nome della Segre.A spiegare i motivi del no, anzi dell'astensione, lo stesso sindaco
Rodolfo Ziberna. «Non passi il concetto che siamo contro la comunità ebraica perché i fatti dimostrano il
contrario. Semplicemente, volevamo prevalesse il primato del contenuto sulle bandiere. Guai a cercare di
etichettare ciò che deve essere patrimonio comune e non "occupato" per fini politici. La senatrice Segre,
suo malgrado, si è trovata catapultata al centro dell'attenzione e non si sarebbe mai immaginata di trovarsi
lì. Purtroppo, in questa fase, la senatrice a vita viene utilizzata politicamente, viene strumentalizzata, usata
come vessillo. E noi volevamo togliere questo vessillo, non volevamo sporcare con la politica ciò che non
deve essere sporcato politicamente. Ci sarebbe piaciuta - le sue parole - una mozione unitaria di tutto il
Consiglio: abbiamo proposto alla Tucci di approvare un documento in cui non c'era il simbolo-Segre.
Avremmo voluto scrivere a quattro mani un documento della città, condiviso, non di parte, ma niente. Noi
proponiamo di conferire la cittadinanza onoraria all'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) perché
le rappresenta tutte, il simbolo vero è questo. Nel prossimo Consiglio discuteremo la nostra mozione e
vedremo come si comporterà l'opposizione». Ziberna fa sapere che scriverà una lettera a Segre. «La
inviterò a Gorizia e le daremo il sigillo trecentesco della città».Non molto diverso ma più tranchant Fabio
Gentile (FI): «L'ostinazione di veder il nome della senatrice Segre fa naufragare un possibile accordo per la
concessione della cittadinanza onoraria alle Comunità ebraiche italiane. Ho presentato una mozione in tal
senso che spero anche chi voleva la Segre cittadina onoraria, senza se e senza ma, potrà valutare se votare.
Se l'intento dei presentatori era di condannare razzismo e antisemitismo, credo che la mozione di cui sono
primo firmatario era molto più articolata e motivata, ricordando i goriziani e la storia della nostra città da
sempre "Italiana, concorde e tollerante" (Graziadio Isaia Ascoli) anche grazie alla sua comunità ebraica».
Prosegue Gentile: «Si è voluto invece seguire la moda della concessione della cittadinanza» a Segre,
«collezionista di cittadinanze onorarie viste le molte città (soprattutto con amministrazioni di sinistra) che
l'hanno concessa. Devo notare, in una discussione accesa ma sempre corretta, la veemenza verbale, l'astio
e l'esagerazione dei toni del consigliere Picco del Forum. Invito il sindaco a valutare se, in questo caso, non
sia possibile valutare un'azione legale nei confronti di chi si professa pacifista ma in aula usa armi che
oltrepassano correttezza e educazione verbale». Chiude Gentile: «Atteggiamenti come quelli di Picco,
spesso in sintonia anche con altri esponenti dell'estrema sinistra goriziana, rendono un dialogo civile
impossibile. E trascinano altri consiglieri forse meno esperti a seguire le gesta (spero non le parole)
dell'estremista del Forum e della sua claque di nostalgici della peggiore dittatura, quella comunista».

                                                       7
Trenitalia ritocca gli orari in vigore sui Frecciarossa e scommette su Lubiana (Piccolo)
Alcune novità erano già emerse al tavolo tra Regione e pendolari, presenti Trenitalia e Rfi. Da ieri, giorno
della presentazione a Milano dell'orario invernale 2019-20, c'è anche l'ufficialità su alcune minime
variazioni di arrivi e partenze, sul treno aggiuntivo da Udine a Trieste e sulla conferma dei collegamenti
transfrontalieri Trieste-Lubiana. Si parte il 15 dicembre con Trenitalia che, a livello nazionale, amplia il
network Frecciarossa (162 nuove fermate), avvia una campagna anti plastica a bordo ed estende l'area
Silenzio anche al servizio Standard. Nello specifico, il Fvg è interessato da un nuovo orario cadenzato
(variazioni da 1 a 3 minuti) per le linee Trieste-Portogruaro, Venezia-Trieste e Udine-Venezia, con
l'obiettivo, informa la società, di migliorare le corrispondenze nei nodi principali. L'offerta si arricchisce
quindi di un nuovo treno (R 20947) che partirà da Udine alla 8.08 e arriverà a Trieste alle 9.32, circolando
nei giorni feriali escluso il sabato. Altre variazioni riguardano la linea Sacile-Maniago la cui offerta si
articolerà su 7 coppie di treni feriali e 6 coppie di festivi. L'offerta privilegia, nei feriali, il pendolarismo
scolastico e lavorativo, mentre nei festivi gli spostamenti turistici, escludendo la fermata di San Liberale.Si
prosegue inoltre con i quattro Trieste-Lubiana, di cui due prolungati a Udine. Per rendere maggiormente
godibile la visita in giornata nella capitale della Slovenia, il 1896 partirà alle 18.55 e arriverà nel capoluogo
regionale alle 21.32. Confermate pure le corse festive da e per Palmanova e Venzone nell'ottica di
rafforzare il turismo culturale. Trenitalia rende noti anche i risultati del 2019. A oggi sono oltre 8 milioni e
mezzo i viaggiatori trasportati in regione (+6,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) con le tratte
Udine-Trieste e Venezia-Trieste che risultano le più utilizzate. Si è invece raggiunta quota 95mila presenze
per i servizi straordinari direzione Friuli Doc, Gusti di Frontiera, Barcolana e Festa della Zucca. Riscontro
positivo anche per la nuova stazione di Trieste Airport, inserita nel polo intermodale, che da inizio 2019 ha
registrato 220.000 viaggiatori, mentre, sempre da gennaio, sono 38.000 (+21,5%) le biciclette trasportate
sui treni del territorio. Il richiamo delle ciclovie è in costante crescita e viene supportato da Trenitalia grazie
ai collegamenti Treno+Bici della Sacile-Maniago (Pedemontana) e della Trieste-Udine-Tarvisio (AlpeAdria),
confermati in tutti i giorni festivi. Ultima informazione l'assunzione di 12 addetti alla Customer Care e di 30
agenti equipaggio (macchinisti e capitreno), 5 manutentori, 4 addetti di biglietteria, 1 ingegnere
ambientale, per un totale di 52 nuove risorse inserite nella Direzione Fvg di Trenitalia nel corso dell'anno. --
M.B.

                                                         8
Autovie chiede pedaggi più cari dal 2020 sull'A4 Venezia-Trieste (M. Veneto)
Elena Del Giudice - Nel 2020 pedaggi più cari del +0,80%, sulla rete autostradale di Autovie Venete. Lo ha
anticipato il presidente e amministratore delegato della società per azioni, Maurizio Castagna, nel corso di
un forum all'Ansa. Se è vero che l'incremento è contenuto, è anche vero che si somma a quelli degli anni
precedenti. «La richiesta di aumento dei pedaggi per il prossimo anno - spiega Castagna - è quello che
abitualmente presentiamo al ministero dei Trasporti». La proposta è infatti quella di adeguare le tariffe
all'inflazione programmata, «che in ottobre era ipotizzata attorno all'1,20% mentre adesso è leggermente
diminuita, intorno allo 0,80%. Quindi le nostre richieste sono in questa direzione - prosegue l'ad -, poi starà
al ministero decidere se accoglierle o meno». Rispetto ai tema della sicurezza dei manufatti, un tema
quanto mai attuale non solo in relazione a quel che è accaduto al Ponte Morandi ma anche ad altri viadotti
della rete autostradale italiana, Castagna rassicura: «Sulla rete autostradale gestita da Autovie Venete
abbiamo oltre 1300 "opere d'arte", che sono costantemente sotto il controllo dei nostri tecnici. C'è una
struttura di 11 persone, altamente qualificate, che monitora le opere e non ha rilevato nessuna particolare
criticità». Delle circa 1300 opere, «360 sono le più significative. Di queste quelle che avevano alcune
criticità per la vetustà sono state rifatte nell'ambito dei lavori per la realizzazione della terza corsia in A4».
Le opere in questione, ha ricordato Castagna, riguardano il nodo di Palmanova, i viadotti sul Tagliamento,
«che sono stati rifatti», il ponte sul Piave e quello sul fiume Stella. «Nel corso dei lavori - ha precisato - circa
150 opere o sono già state sostituite o verranno sostituite».E a proposito di terza corsia sulla A4 - di cui il
tratto da Alvisopoli a poco prima del ponte sul fiume Stella in direzione Trieste verrà aperto al traffico
proprio oggi -, «entro il 2025 questi lavori saranno completati per tutto il tratto che va da Villesse a Quarto
d'Altino».«Con il nuovo piano economico finanziario della Newco (Autostrade Alto Adriatico, società
interamente partecipata da enti pubblici che subentrerà ad Autovie Venete, ndr) ci sarà la prospettiva di
una concessione a 30 anni, in cui non sarà più necessario sospendere i lavori per il periodo 2021-25, ad oggi
necessari per una società "scaduta", e si andrà quindi in continuità». La nuova concessione trentennale
consentirà quindi «di procedere con l'assegnazione degli appalti, per i lavori nei tratti che vanno dal casello
di Palmanova a Villesse e da Portogruaro a San Donà di Piave. Dalla fine del 2021, quando si prevede
terminato il tratto da Alvisopoli a Portogruaro, all'inizio del 2022 è possibile che si possa continuare con i
lavori per vederli completati entro il 2025». Castagna ha fatto il punto anche sul tasso di incidentalità, della
A4, che è nella media, con una forte riduzione nei tratti interessati dai cantieri caratterizzati da limiti di
velocità stringenti e maggiori controlli. E i dati potrebbero essere ancora migliori «se chi guida non usasse il
cellulare». Gli eventi più gravi, infatti, vengono attribuiti a distrazione, quella di chi usa lo smartphone
anche quando è al volante.

                                                         9
CRONACHE LOCALI

Ferriera, corsa contro il tempo per la nuova intesa sul futuro (Piccolo Trieste)
Diego D'Amelio - La bozza del nuovo Accordo di programma sulla Ferriera di Servola dovrà essere pronta
entro venerdì. O almeno queste sono le intenzioni del ministero dello Sviluppo economico, che ha fretta
perché il governo vuole rispettare gli impegni assunti dal triestino Stefano Patuanelli e arrivare entro
dicembre alla firma della road map per la riconversione dello stabilimento siderurgico, la cui proprietà è
tornata ieri a mettere sul piatto la possibilità di cedere i terreni di proprietà all'Autorità portuale. Sta tutta
qui la sintesi del nuovo incontro convocato ieri mattina al Mise, dove è partito il confronto su una bozza di
Adp che, per arrivare in porto, ha tuttavia bisogno di numerose integrazioni. Non sarà semplice produrle in
così poco tempo, posto che lunedì è già fissata una videoconferenza che a Roma viene indicata come il
momento per giungere alla versione finale del testo. Il vertice è servito ad aprire formalmente il confronto
tra i ministeri interessati, Siderurgica Triestina, Regione, Comune e Autorità portuale. Le parti si sono date
due giorni per l'invio di osservazioni, ma le istituzioni locali e la stessa Invitalia hanno gradito poco il
tentativo di accelerazione del Mise. La bozza presentata ieri a Roma contiene infatti lacune importanti,
difficili da colmare in meno di una settimana. Mancano il dettaglio del piano industriale e occupazionale di
Siderurgica Triestina, la definizione dei fondi statali a supporto, la firma dell'accordo fra azienda e sindacati,
le valutazioni di Comune e Autorità portuale sugli utilizzi futuri delle aree interessate alla riconversione.
Scogli di non poco conto, che pesano sulla possibilità di una firma entro dicembre, tanto più che le
istituzioni devono avere a disposizione tempi tecnici per approvare le delibere necessarie ad autorizzare la
stipula. A Roma si è intanto confermato ancora una volta che il nuovo Accordo di programma non prevede
esuberi e conferma l'investimento iniziale da 180 milioni, con 30 milioni già assicurati dall'azienda per la
bonifica dell'area a caldo da dismettere e gli impegni legati al rafforzamento del laminatoio e della centrale
elettrica. Novità è invece il ritorno alla disponibilità da parte della proprietà a valutare la cessione dei
terreni: un passo inizialmente previsto, poi cancellato per l'asserita intenzione del gruppo Arvedi di
occuparsi direttamente di logistica e infine riproposto, pur in mancanza di ogni riferimento al valore che
l'azienda dà ai terreni di proprietà. L'assessore al Lavoro Alessia Rosolen assicura ad ogni modo «piena
collaborazione della Regione nella stesura del nuovo Accordo di programma», chiedendo però che questo
poggi su «un piano industriale condiviso dai soggetti istituzionali competenti e un piano occupazionale che
deve far parte integrante del documento finale». Rosolen ha chiesto inoltre la condivisione dell'Accordo da
parte di Comune e Autorità, rimarcando inoltre la necessità dell'intesa preliminare fra azienda e sindacati.
Al proposito, Cgil Fiom e Fim Cisl chiedono un incontro urgente al Mise e alla Regione per conoscere i
contenuti dell'Adp. La richiesta arriva dopo l'assemblea sindacale tenutasi lunedì in fabbrica, con cui le due
sigle hanno rifiutato l'invito di Siderurgica a confrontarsi a Roma sull'intesa sindacale da raggiungere. Fiom
e Fim chiedono di «predisporre e svolgere i tavoli necessari alle tematiche d'affrontare sul territorio».
Quanto all'accelerazione del Mise, la nota dei sindacati chiede «che siano le cose a determinare i tempi e
non viceversa».

                                                        10
La Corte dei conti avvia un'inchiesta sulla paralisi del cantiere a Cattinara (Piccolo Trieste)
Diego D'Amelio - La Corte dei conti accende un faro sull'appalto dei lavori di Cattinara. Nelle scorse
settimane la magistratura contabile del Friuli Venezia Giulia ha aperto un fascicolo, prendendo le mosse
dall'affidamento delle opere al raggruppamento di imprese capitanato dalla coop veneta Clea e
ripercorrendo il filo degli eventi che hanno visto la denuncia delle inadempienze dei costruttori da parte
dell'Azienda sanitaria, l'interruzione del contratto e lo scorrimento della graduatoria con conseguente
trattativa in corso con l'impresa Rizzani de Eccher.Mentre prosegue l'indagine della Procura del Tribunale di
Trieste alla ricerca di profili di rilevanza penale, il procuratore della Corte dei conti Tiziana Spedicato ha
dato il via a un'istruttoria per verificare la correttezza delle procedure e l'eventuale sussistenza di danni
erariali. I tempi dell'inchiesta non sono noti, anche perché la situazione è in svolgimento e bisognerà
attendere la stipula del nuovo contratto, nonché stesura e approvazione del progetto esecutivo. Rizzani de
Eccher dovrebbe intanto dare a giorni il placet alla proposta di contratto avanzata dall'AsuiTs: seguiranno il
decreto di aggiudicazione da parte dell'Azienda, la verifica dei requisiti e la firma fissata dopo le festività
natalizie. Dal poco che trapela in questa fase, Spedicato sta esaminando gli aspetti riguardanti il contratto
stipulato con Clea, il progetto presentato dalla cooperativa, le diffide all'impresa e lo stop dei lavori deciso
dall'AsuiTs. Il materiale è stato regolarmente trasmesso dall'Azienda: «Ci siamo ovviamente messi
disposizione per fornire documenti e chiarimenti», sottolinea il commissario Antonio Poggiana. Gli aspetti
di potenziale interesse per la magistratura contabile sono molti, a cominciare dalle ragioni che hanno
condotto l'AsuiTs a sciogliere il contratto, nonostante la decisione di Poggiana fosse in contrasto con quella
del responsabile unico del procedimento Elena Pavan, ingegnere dell'Azienda incaricata di seguire le opere,
secondo cui dare altri tre mesi per il perfezionamento del progetto esecutivo avrebbe permesso a Clea di
risolvere le questioni irrisolte. Una partita giocata anche con la scelta irrituale da parte dell'Azienda di
chiedere alla Commissione sismica un parere informale sui contenuti del progetto riscritto da Clea dopo la
diffida. Possibile che l'indagine guardi anche più indietro, esaminando le modalità di affidamento dei lavori
pur in assenza di convincenti garanzie fideiussorie da parte dei vincitori della gara, fatto questo già oggetto
di un contenzioso aperto (e perso) davanti al Tar da parte proprio della Rizzani de Eccher, classificatasi alle
spalle di Clea nella graduatoria finale. La gestione dei lavori ha coinvolto i commissari e direttori Nicola Delli
Quadri, Adriano Marcolongo e Antonio Poggiana, che nel corso dei rispettivi mandati hanno compiuto
ciascuno scelte fondamentali: il primo firmando il contratto e dando il via allo sventramento di cinque piani
dell'ospedale, il secondo aprendo le procedure di diffida, il terzo respingendo le varianti proposte da Clea e
arrivando alla sospensione del cantiere.

                                                       11
Casa Malala, tra un mese il gestore. Ospiti più che raddoppiati nel 2019 (Piccolo Trieste)
Lilli Goriup - A breve si conosceranno finalmente le sorti di Casa Malala. E, alla vigilia dell'esito della gara, gli
attuali gestori non fanno mistero dei propri timori a riguardo. Anche per questo Ics e Fondazione Caritas
hanno dedicato il consueto report statistico di fine anno proprio alla struttura di prima accoglienza di
Fernetti, divenuta cruciale con il progressivo intensificarsi del flusso migratorio lungo la rotta balcanica.
Quanto ai profughi passati per Casa Malala, nel corso del 2019 sono più che raddoppiati rispetto al 2018 ma
oltre due terzi di questi sono stati trasferiti fuori dal Friuli Venezia Giulia. «Pubblichiamo questi dati - ha
spiegato il direttore Caritas, don Alessandro Amodeo, ieri in conferenza stampa - per illustrare la
complessità della situazione, che ora potrebbe cambiare. La prima fase dell'aggiudicazione del bando,
indetto dalla Prefettura, si è appena conclusa e tutti e quattro i concorrenti l'hanno superata. La scorsa
settimana si è avviata la seconda, cioè quella dell'offerta tecnica vera e propria». E ha aggiunto: «Stiamo
gestendo la struttura in Rti (raggruppamento temporaneo d'imprese, ndr) con l'Ics sin dalla sua apertura,
nel 2016. E, dati reali alla mano, possiamo affermare che il modo migliore di gestire l'accoglienza a Trieste è
unire le forze, fare rete». Il bando era scaduto ad agosto. Uno dei quattro soggetti in corsa è appunto il duo
Caritas-Ics, con l'ente diocesano per la prima volta capofila del progetto. Risultano poi in gara tre soggetti
extra-regionali: Ors Italia, con sede a Roma ma legata a una più ampia compagnia privata svizzera; la
Cooperativa Stella, che assieme a Matrix gestisce centri di accoglienza in tutta Italia, tra cui l'ex caserma
Cavarzerani di Udine; un Rti tra le società Versoprobo e Luna. La Svizzera Ors, in particolare, pare aver fatto
dell'accoglienza un business: secondo il quotidiano inglese Independent, solo nel 2014 ha incassato 99
milioni di dollari, gestendo campi profughi in Germania e Austria. «Le nostre preoccupazioni - ha preso la
parola Gianfranco Schiavone, presidente Ics - riguardano il fatto che tali enti non hanno il polso del nostro
territorio. Alcuni di essi, inoltre, sono finiti al centro di inchieste giornalistiche. Se si vogliono garantire i
diritti umani fondamentali di chi arriva, il nostro non può essere un lavoro in cui si timbra il cartellino». Fra
un mese, al massimo, l'esito della gara. Entrando nel vivo del report, nel 2019 si è registrata una crescita
esponenziale del numero delle presenze a Casa Malala, centro di prima accoglienza - nella stragrande
maggioranza dei casi, in senso più che letterale - dalla capienza di un centinaio di posti. Si va dai 42 accolti
di gennaio agli oltre 250 di media mensile, tra luglio e ottobre, per un totale di 1479 nei primi dieci mesi
dell'anno (novembre non è conteggiato ma si sa che c'è stato un calo degli arrivi molto lieve). Tutti
provenienti dalla rotta balcanica...

                                                         12
Intesa sindacati-Acegas. Ripresi gli straordinari (Piccolo Trieste)
Sindacati e Acegas sotterrano l'ascia di guerra e aprono, o per lo meno si propongono reciprocamente di
farlo, una nuova stagione all'insegna del confronto. Ieri, dopo oltre tre ore di discussione in Prefettura, in
campo neutro, i rappresentanti dei lavoratori hanno sospeso lo sciopero degli straordinari in atto da
domenica nel settore della gestione dei rifiuti, che si sarebbe dovuto prolungare fino al prossimo sabato,
incassando nel contempo dalla controparte la sottoscrizione congiunta di un testo d'accordo in cui l'azienda
si rende «disponibile a un ciclo di confronti», a partire dal 20 dicembre, su una serie di questioni ritenute
"calde" dal fronte sindacale come «il problema del servizio durante le festività, l'allargamento del
perimetro della differenziata nelle zone cittadine, la ridistribuzione dei carichi di lavoro».A darne notizia
sono state in serata le Rsu Ambiente Trieste AcegasApsAmga della sede di via Orsera e le segreterie di Fp
Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, dopo aver incontrato in «Prefettura la Direzione per le relazioni industriali
di AcegasApsAmga» alla presenza del viceprefetto Enrico Roccatagliata «nella sua parte arbitrale», che ha
riportato al «tavolo le parti, convogliando a impegni futuri entrambe». «L'astensione dallo straordinario -
chiude il comunicato sindacale - viene momentaneamente sospesa da oggi (ieri, ndr) senza però concludere
di fatto la procedura: il viceprefetto si è reso garante di quanto sottoscritto oggi (ieri, ndr), con l'impegno di
ricevere nuovamente entrambe le parti se eventualmente le trattative non andranno a buon fine».

Arriva in Comune ad Aurisina lo sportello "recupera lavoro" (Piccolo Trieste)
Ugo Salvini - Scatta a Duino Aurisina il provvedimento finalizzato ad aiutare i lavoratori della Cartiera Burgo,
e altri che dovessero ritrovarsi fuori dal mondo del lavoro, a individuare una nuova occupazione. Lo ha
predisposto la giunta retta dal sindaco Daniela Pallotta, che ha istituito uno specifico "Info-Lav". In sostanza
- attraverso collaborazioni ad hoc con il Centro per l'impiego di Trieste, una serie di soggetti pubblici e
privati che si occupano di inserimenti lavorativi, imprese e associazioni di categoria - l'amministrazione darà
vita e gestirà una rete di informazioni destinata appunto a incrociare le esigenze di chi ha perso il lavoro alla
Cartiera, e non solo, e il mondo produttivo locale. «Si tratta di un servizio - precisa Pallotta - di cui potranno
usufruire i cittadini e le imprese del territorio, agganciato allo schema generale delle politiche del lavoro
messe in campo a livello regionale che nazionale». Tutti gli interessati potranno così avere notizie precise
sui servizi erogati per la ricerca attiva di lavoro, anche attraverso la consultazione dei siti istituzionali, a
cominciare da quello della Regione, sulle normative inerenti gli ammortizzatori sociali e gli incentivi alle
assunzioni, in particolare quelli di carattere regionale che il disoccupato può portare in dote all'azienda che
dovesse assumerlo. Saranno poi fornite indicazioni sulle modalità con cui predisporre un curriculum e
saranno attuate anche specifiche ricerche sulle aziende che intendono svilupparsi e su quelle di nuovo
insediamento nel territorio, promuovendo come detto l'incrocio domanda-offerta. In vista della stagione
estiva 2020 sarà effettuato nel contempo uno speciale monitoraggio sul settore turistico che, a Duino
Aurisina, rappresenta uno dei comparti più importanti. Il Comune, per una prima fase sperimentale del
progetto "Info-Lav", ha stabilito che la giornata dedicata a chi cerca lavoro sarà il mercoledì. Dalle 9 alle 12
ci sarà la possibilità di accedere al sistema di informazioni creato per questa specifica esigenza. «In futuro -
annuncia Pallotta - verificheremo se potenziare tale servizio in ragione dei riscontri pratici che
valuteremo».-

                                                        13
Interporto, patto con Venezia. Coinvolti Porto e Confindustria (Mv Pordenone)
«Una giornata storica per l'Interporto di Pordenone». Così, l'amministratore delegato della struttura
cittadina, Giuseppe Bortolussi, ha definito gli incontri avuti oggi, nella sede interportuale, con importanti
rappresentanti del Porto di Venezia e della Confindustria lagunare. Il piatto forte è stato il piano d'azione,
predisposto da Porto di Venezia e Interporto Pordenone, per avviare una proficua collaborazione tra le due
realtà. «Bisogna mettere in sinergia - ha rimarcato il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Pino
Musolino - tutte le capacità logistiche che questo Paese è in grado di offrire. Faremo un'analisi molto seria
di tutti i flussi di traffico da ottimizzare e ci ritroveremo tra un mese per predisporre un piano d'azione
concreto a livello locale, nazionale e anche internazionale. Noi siamo l'Italia dei campanili. Dobbiamo,
invece, fare un campanile unico come Nord Est e come Italia» per «servire meglio le nostre imprese e il
sistema manifatturiero». Giuseppe Bortolussi, ad di Interporto Pordenone, ha ricordato che la nostra città è
storicamente connessa a Venezia. «Oggi - ha detto - con il Porto di Venezia è stata messa in piedi una
collaborazione, che varrà anche con il porto di Trieste. La dinamicità del nostro territorio è legata alle
esportazioni e non possiamo pensare che si possa esportare senza logistica. Le linee guida riguardano
credito, formazione e progetti europei condivisi, per non perdere le opportunità che l'Europa
offre».Damaso Zanardo, presidente Its Marco Polo di Venezia ha sottolineato che, «sul corso di formazione
noi abbiamo messo il seme e Unindustria e Interporto Pordenone lo hanno raccolto. Occorre un gioco
comune, utile a tutti i partner dell'Adriatico». Silvano Pascolo, presidente di Interporto Pordenone, ha
rilevato che «senza logistica è difficile pensare a uno sviluppo della nostra economia. Pensiamo di risolvere
in tempi rapidi anche la sezione alimentare con un collegamento diretto verso Udine». Per Vincenzo
Marinesi, presidente Confindustria Venezia-Rovigo, «Marghera ha già saturato i propri spazi, le navi a
Marghera non potranno entrare e quando partirà il Mose limiterà di molto il traffico navale. Quindi,
Marghera la vedo come una grande zona franca: per quanto riguarda la dorsale austriaca le direttrici sono
Pordenone, Portogruaro, Gorizia e Trieste, per quella interna è Rovigo». Michelangelo Agrusti, presidente
di Unindustria Pordenone, ha dichiarato che c'è «interesse a irrobustire le relazioni tra Unindustria
Pordenone e le Confindustrie del Nordest. La conclusione della pedemontana veneta fino a Gemona è un
fatto sostanziale e di interesse capitale per le nostre imprese. Purtroppo, abbiamo rinunciato alla Tav,
limitandoci a irrobustire l'asse ferroviario tra Trieste e Venezia. Noi siamo culturalmente e storicamente
legati a Venezia, basti a pensare al patrono e al campanile di San Marco presente in entrambe le realtà. Il
nostro, lo dico orgogliosamente, tra l'altro, è più vecchio del loro».

                                                     14
Puoi anche leggere