Per riscoprire la fraternità - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore
il Settimanale
Romano
Città
Città del
delVaticano,
Vaticano,giovedì
giovedì33gennaio
gennaio2019
2019
annoLXXII
anno LXXII, ,numero
numero1 (3.975)
(3.975)
Per riscoprire
la fraternità
In allegato il mensile «donne chiesa mondo»il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#editoriale 2
Francesco
con il nuovo direttore
de «L’Osservatore Romano»
Andrea Monda
(21 dicembre 2018)
C
osa deve fare un quotidiano che ha come mis-
sione quella di portare la voce del Papa e della
Chiesa a tutto il mondo; di guardare e inter-
pretare quello che nel mondo accade alla luce
del Vangelo; di essere una fonte prima, e lim-
pida, alla quale attingere per alimentare la ri-
cerca della verità?
Nel raccogliere, con gratitudine, l’eredità di
questo specialissimo giornale consegnatami dal
mio predecessore, il professore Giovanni Ma-
ria Vian, e sentendo sulle mie spalle tutto il
peso della responsabilità che mi è stata affida-
ta dal Santo Padre, non posso non farmi que-
sta domanda decisiva. E non posso trovare ri-
sposta più semplice e più vera di quella che ri-
siede nel seguire il modello indicato da Gesù
nei Vangeli, con il suo stile inconfondibile.
Prendiamo ad esempio il brano di Luca 24,
i discepoli di Emmaus. Qui, come spesso ha
ricordato Papa Francesco, Gesù si fa compa- serviamo questo 2019 che sta per cominciare e
gno di strada ed entra nelle conversazioni de- guardiamo indietro viene da dargli ragione.
gli uomini, dandogli una nuova direzione e un Pensiamo semplicemente agli anniversari pro-
nuovo slancio vitale. È interessante notare che mettenti che quest’anno ci richiama: un secolo
i due viandanti all’inizio apostrofano Gesù: fa, gennaio del 1919, nasceva il Partito Popola-
«Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da re ad opera di don Luigi Sturzo; oggi si fatica
non sapere ciò che vi è accaduto?», il cristiano a riportare la politica al suo significato più
cioè deve essere al tempo stesso vicino, prossi- profondo che è quello di essere — come diceva
mo, agli uomini, ma deve anche avere quella san Paolo VI — la più alta forma della carità;
giusta distanza, quella estraneità che gli per- mezzo secolo fa, nel luglio del 1969, l’uomo
mette di comprendere, giudicare, incidere sen- sbarcava sulla luna, forse la promessa di futuro
za rimanere invischiato nelle logiche di una più grande, e venti anni dopo la caduta del
cronaca che spesso guarda ma non vede, inter- Muro di Berlino del novembre del 1989 lascia-
preta senza prima conoscere. Deve conoscere e va immaginare il crollo di tutti gli altri muri e
amare dal di dentro le storie degli uomini sen- l’avvento di una società meno divisa, più soli-
za però essere “troppo dentro” il flusso inarre- dale, finalmente pacifica. Tutti “noi sperava-
stabile di quelle vicende. mo” allora, e ora?
Questo è il paradosso della Chiesa, La Stra- A questa umanità delusa e dolente vorrebbe
niera secondo la definizione di Eliot. Così arrivare, tramite questo quotidiano, la voce
«L’Osservatore Romano» dovrebbe cammina- della Chiesa, solo lei così forestiera da poter
re a fianco di ogni uomo e al tempo stesso scuotere le coscienze e accendere i cuori di un
L’OSSERVATORE ROMANO
Con la voce del forestiero
Unicuique suum Non praevalebunt
Edizione settimanale in lingua italiana
Città del Vaticano
ornet@ossrom.va
www.osservatoreromano.va
accanto a ogni uomo
ANDREA MONDA
D irettore
GIANLUCA BICCINI
Coordinatore
PIERO DI D OMENICANTONIO
Progetto grafico
Redazione
via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano
mantenersi quel pizzico “forestiero” da poter mondo che rischia il grande freddo dell’apatia, fax +39 06 6988 3675
dire una parola forte, sorprendente e spiazzan- della disillusione e del miope individualismo.
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non rispetta più la meraviglia della realtà ridu- risca dalle viscere, che sia mossa dall’amore, photo@ossrom.va www.photo.va
cendola a banalità e scontatezza. Solo così po- l’unica vera novità luminosa che ogni giorno TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE
trà dare ardimento al cuore, rifornire speranza rinasce, magari nascosta come a Betlemme in L’OSSERVATORE ROMANO
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«Noi speravamo» dicono i discepoli di Em- telefono 06 6989 9480
fax 06 6988 5164
maus e così dicono oggi tanti uomini, e se os- A .M . info@ossrom.vail Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#ilpunto 3
di ANTONIO
ZANARDI LANDI
N
egli ultimi tempi, abbiamo letto notizie molto
positive sullo stato di salute e la crescita
dell’economia indiana, che supererà quest’an-
no, in termini di prodotto interno lordo, quel-
la della Gran Bretagna. Traguardo simbolico
importante, il sorpasso dell’ex colonia sull’an-
tica potenza dominante — da cui è indipen-
dente dal 1947 — e che ha certamente riempito
d’orgoglio il governo e l’opinione pubblica del
paese asiatico.
Si profilano anche, per quanto ancora prov-
visori, dati interessanti sulla capacità dell’India
di attirare investimenti esteri: per la prima vol-
ta, nel 2018 essa ha surclassato (39,5 miliardi
di dollari) la Cina (32,7 miliardi), probabil-
mente anche grazie alle tensioni tra Washing-
ton e Pechino in materia commerciale. Ma an-
che il tasso di sviluppo dell’economia indiana
sembra, negli ultimi due trimestri, aver supera-
to quello cinese (8,3 e 7 per cento contro 6,7 e
6,5).
La distanza tra le dimensioni delle due eco-
nomie dell’Asia rimane ancora molto conside-
revole, ma è chiaro che qualcosa si sta muo-
vendo e, viste le dimensioni del paese, vi sa-
ranno ripercussioni considerevoli sugli assetti
dell’economia globale. Molto significative an-
che le linee di tendenza della demografia. I ci-
nesi (1.385 milioni) sono ancora più numerosi
degli indiani (1.335 milioni), ma questi ultimi
crescono velocemente, mentre in Cina l’aboli-
zione della «politica del figlio unico» non è
ancora riuscita a invertire un trend demografi- per l’economia indiana, quanto per la conces- Ragazze indiane con le mani
co negativo. L’India è quindi avviata in tempi sione, con un contratto a lungo termine, a e i volti dipinti dai colori
medio-brevi al sorpasso della Cina per quel New Delhi della gestione del porto iraniano di della bandiera nazionale (Ansa)
che riguarda la popolazione. Chabahar, il solo che, tramite una ferrovia,
Delhi, anche in ragione delle tensioni sino- consente di mantenere aperta la via tra India e
americane, ha acquisito inoltre uno straordina- Afghanistan.
rio peso geopolitico ed è considerata la chiave Gli incontri a livello di ministri degli esteri
di volta del concetto definito “Indo Pacific” e della difesa di Stati Uniti e India hanno infi-
che dovrebbe consentire a Washington di bi- ne dato un forte impulso alla collaborazione
lanciare o contenere la crescita di influenza e nel campo della difesa e delle forze armate.
di assertività politica di Pechino nella vastissi-
ma area che va dall’Oceano Indiano, al Mar Eppure, nonostante i molti dati positivi e i
Cinese meridionale, all’Australia. Da parte in- successi riportati, anche l’India appare attra-
diana si lamenta una qualche mancanza di ri- versare un momento complicato e il Bjp (par-
tito del popolo indiano) del primo ministro
Narendra Modi ha da poco perso consultazio-
ni elettorali in tre stati su cinque, mentre per
Il peso politico
le politiche generali che si terranno in prima-
vera i risultati appaiono più incerti di un anno Democrazia
fa. Il forte calo nei prezzi di alcune derrate
agricole, e in particolare delle cipolle, unito al- e crescita
la perdita di valore della rupia, sta causando
forti contraccolpi sulla politica in molti degli economica
della cipolla stati che compongono la federazione e metto-
no in difficoltà la compagine nazionalista hin-
du del premier Modi, che pur ha governato in
un periodo di forte crescita. Negli stati in cui
ha vinto le recenti elezioni statali, il Partito del
in India
congresso ha deciso la cancellazione dei debiti
scontri concreti sul piano del commercio e de- contratti dagli agricoltori, che vedono i prezzi
gli investimenti americani, ma è comunque pa- di mercato coprire solo una frazione di quanto
lese l’interesse dell’amministrazione degli Stati investito. Difficile farlo a livello federale e le
Uniti verso la più grande democrazia al mon- cipolle si ergono come imprevedibile difficoltà
do, il solo paese in Asia in grado di competere sulla via di un nuovo successo elettorale di
in qualche modo con la Cina. Ne sono prova Modi, il cui principale alleato è la debolezza
le esenzioni dalle sanzioni “secondarie” impo- del Partito del congresso e delle altre forma-
ste contro l’Iran concesse agli indiani tanto zioni d’opposizione, che solo con alleanze a
per quel che riguarda la prosecuzione delle geometrie variabili potrebbero sperare di affer-
importazioni di petrolio iraniano, essenziale marsi.il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#francesco 4
Mai più abusi
insabbiati
o sottovalutati
«L
a notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettia- vorrei riflettere con voi sulla luce che collega il «Non deve accadere mai più»
mo via perciò le opere delle tenebre e indos- Natale — cioè la prima venuta nell’umiltà — al- che uomini di Chiesa cerchino
siamo le armi della luce» (Rm 13, 12). la Parusia — la seconda venuta nello splendore di «insabbiare o sottovalutare»
Cari fratelli e sorelle, — e ci conferma nella speranza che non delude i casi di abuso nei confronti
mai. Quella speranza dalla quale dipende la dei minori. È il nuovo monito
avvolti dalla gioia e dalla speranza che si ir-
vita di ciascuno di noi e tutta la storia della del Papa, risuonato durante
radiano dal volto del Bambino divino, ci in-
Chiesa e del mondo. Sarebbe brutta una Chie- la tradizionale udienza natalizia
contriamo anche quest’anno per lo scambio
sa senza speranza! alla Curia romana, svoltasi
degli auguri natalizi, portando nel cuore tutte
Gesù, in realtà, nasce in una situazione so- venerdì mattina, 21 dicembre,
le fatiche e le gioie del mondo e della Chiesa.
ciopolitica e religiosa carica di tensione, di agi- nella Sala Clementina
Auguro di vero cuore un Santo Natale a
tazioni e di oscurità. La sua nascita, da una
voi, ai vostri collaboratori, a tutte le persone
parte attesa e dall’altra rifiutata, riassume la lo-
che prestano servizio nella Curia, ai Rappre-
gica divina che non si ferma dinanzi al male,
sentanti Pontifici e ai collaboratori delle Nun-
anzi lo trasforma radicalmente e gradualmente
ziature. E desidero ringraziare voi per la vostra
in bene, e anche la logica maligna che trasfor-
dedizione quotidiana al servizio della Santa
ma perfino il bene in male, per portare l’uma-
Sede, della Chiesa e del Successore di Pietro.
nità a rimanere nella disperazione e nelle tene-
Tante grazie!
bre: «la luce splende nelle tenebre, ma le tene-
Permettetemi anche di dare un caloroso bre non l’hanno accolta» (Gv 1, 5).
benvenuto al nuovo Sostituto della Segreteria
Ogni anno il Natale ci ricorda, però, che la
di Stato, Sua Eccellenza Mons. Edgar Peña
salvezza di Dio, donata gratuitamente all’uma-
Parra, che ha iniziato il suo servizio, delicato e
nità intera, alla Chiesa e in particolare a noi,
importante, il 15 ottobre scorso. La sua prove-
persone consacrate, non agisce senza la nostra
nienza venezuelana rispecchia la cattolicità
volontà, senza la nostra cooperazione, senza la
della Chiesa e la necessità di aprire sempre più
nostra libertà, senza il nostro sforzo quotidia-
gli orizzonti fino ai confini della terra. Benve-
no. La salvezza è un dono, questo è vero, ma
nuto, cara Eccellenza, e buon lavoro!
un dono che deve essere accolto, custodito e
Il Natale è la festa che ci riempie di gioia e fatto fruttificare (cfr. Mt 25, 14-30). L’essere
ci dona la certezza che nessun peccato sarà cristiani, in generale, e per noi in particolare
mai più grande della misericordia di Dio, e l’essere unti, consacrati del Signore non signi-
nessun atto umano potrà mai impedire all’alba fica comportarci come una cerchia di privile-
della luce divina di nascere e di rinascere nei giati che credono di avere Dio in tasca, ma da
cuori degli uomini. È la festa che ci invita a persone che sanno di essere amate dal Signore
rinnovare l’impegno evangelico di annunciare nonostante il nostro essere peccatori e indegni.
Cristo, Salvatore del mondo e luce dell’universo. I consacrati, infatti, non sono altro che servi
Se infatti «Cristo, “santo, innocente, immaco- nella vigna del Signore che devono dare, a
lato” (Eb 7, 26), non conobbe il peccato (cfr. 2 tempo debito, il raccolto e il ricavato al Padro-
Cor 5, 21) e venne solo allo scopo di espiare i ne della vigna (cfr. Mt 20, 1-16).
peccati del popolo (cfr. Eb 2, 17), la Chiesa,
La Bibbia e la storia della Chiesa ci danno
che comprende nel suo seno peccatori ed è
la dimostrazione che tante volte perfino gli
perciò santa e immacolata e insieme sempre
stessi eletti, strada facendo, iniziano a pensare,
bisognosa di purificazione, avanza continua-
a credere e a comportarsi come padroni della
mente per il cammino della penitenza e del
salvezza e non come beneficiari, come control-
rinnovamento. La Chiesa «“prosegue il suo
lori dei misteri di Dio e non come umili distri-
pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e
butori, come doganieri di Dio e non come ser-
le consolazioni di Dio” — fra le persecuzioni
vitori del gregge loro affidato.
dello spirito mondano e le consolazioni dello
Spirito di Dio — annunciando la passione e la Tante volte — per zelo eccessivo e mal indi-
morte del Signore fino a che Egli venga (cfr. 1 rizzato — invece di seguire Dio ci si mette da-
Cor 11, 26). Dalla virtù del Signore risuscitato vanti a Lui, come Pietro che criticò il Maestro
trae la forza per vincere con pazienza e amore e meritò il rimprovero più duro che Cristo ab-
le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia bia mai rivolto a una persona: «Va’ dietro a
dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio,
mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non ma secondo gli uomini» (Mc 8, 33).
perfettamente, il mistero di Lui, fino a che alla Cari fratelli e sorelle,
fine dei tempi esso sarà manifestato nella pie- nel mondo turbolento, la barca della Chiesa
nezza della luce» (CONC. ECUM. VAT. II, Cost. quest’anno ha vissuto e vive momenti difficili,
dogm. Lumen gentium, 8). ed è stata investita da tempeste e uragani.
Sulla base, dunque, della ferma convinzione Tanti si sono trovati a chiedere al Maestro, che
che la luce è sempre più forte delle tenebre, apparentemente dormiva: «Maestro, non t’im-il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#francesco 5
porta che siamo perduti?» (Mc 4, 38). Altri, La storia inizia, come sappiamo, quando il
sbalorditi dalle notizie, hanno iniziato a perde- re, pur essendo esperto di guerra, rimane a ca-
re la fiducia in essa e a abbandonarla; altri, sa a oziare invece di andare in mezzo al popo-
per paura, per interesse, per secondi fini, han- lo di Dio in battaglia. Davide approfitta, per
no cercato di percuotere il suo corpo aumen- suo comodo e interesse, del suo essere il re
tandone le ferite; altri non nascondono la loro (abuso di potere). L’unto, abbandonandosi al-
soddisfazione nel vederla scossa; moltissimi la comodità, inizia l’irrefrenabile declino mora-
però continuano ad aggrapparsi con la certez- le e di coscienza. Ed è proprio in questo con-
za che «le porte degli inferi non prevarranno testo che egli, dalla terrazza della reggia, vede
contro di essa» (Mt 16, 18). Betsabea, moglie di Uria l’ittita, mentre fa il
bagno e se ne sente attratto (cfr. 2 Sam 11). La
Intanto la Sposa di Cristo prosegue il suo
manda a chiamare e si unisce a lei (altro abuso
pellegrinaggio tra gioie e afflizioni, tra successi e
di potere, più abuso sessuale). Così abusa di
difficoltà, esterne e interne. Certamente le diffi-
una donna sposata e sola e, per coprire il suo
Il dono coltà interne rimangono sempre quelle più do- peccato, richiama a casa Uria e cerca invano
lorose e più distruttive. di convincerlo a passare la notte con la mo-
Al termine dell’udienza, prima di glie. E successivamente ordina al capo
salutare personalmente ciascuno dell’esercito di esporre Uria a morte certa in
dei presenti, il Papa ha mostrato Le afflizioni battaglia (altro abuso di potere, più abuso di
loro un libro offerto come dono coscienza). La catena del peccato si allarga a
natalizio. Si tratta del Tante sono le afflizioni. Quanti immigrati — macchia d’olio e diventa rapidamente una rete
«Compendio di teologia ascetica e costretti a lasciare la patria e a rischiare la vita di corruzione. Lui è rimasto a casa a oziare.
mistica» di Adolphe Tanquerey — incontrano la morte, o quanti sopravvivono
(Cinisello Balsamo, San Paolo, Dalle scintille dell’accidia e della lussuria, e
ma trovano le porte chiuse e i loro fratelli in dall’“abbassare la guardia”, inizia la catena dia-
2018, a cura di Daniele Libanori umanità impegnati nelle conquiste politiche e
e Giuseppe Forlai, euro 50). bolica dei peccati gravi: adulterio, menzogna e
di potere. Quanta paura e pregiudizio! Quan- omicidio. Presumendo, essendo re, di poter fa-
Anche quest’anno vorrei
te persone e quanti bambini muoiono ogni re tutto e ottenere tutto, Davide cerca anche di
lasciarvi un pensiero. È giorno per mancanza di acqua, di cibo e di ingannare il marito di Betsabea, la gente, sé
un classico: il Compendio medicine! Quanta povertà e miseria! Quanta stesso e perfino Dio. Il re trascura la sua rela-
di teologia ascetica e mistica violenza contro i deboli e contro le donne! zione con Dio, trasgredisce i comandamenti
di Tanquerey, ma nella Quanti scenari di guerre dichiarate e non di- divini, ferisce la propria integrità morale, senza
recente edizione elaborata chiarate! Quanto sangue innocente viene ver- neanche sentirsi in colpa. L’unto continuava a
da Mons. Libanori, Vescovo sato ogni giorno! Quanta disumanità e brutali- esercitare la sua missione come se niente fosse.
ausiliare di Roma, e tà ci circondano da ogni parte! Quante perso- L’unica cosa che gli importava era salvaguar-
da padre Forlai, padre ne vengono sistematicamente torturate ancora
spirituale del Seminario dare la sua immagine e la sua apparenza.
oggi nelle stazioni di polizia, nelle carceri e «Perché coloro che non si accorgono di com-
di Roma. Credo che sia
buono. Non leggerlo nei campi dei profughi in diverse parti del mettere gravi mancanze contro la Legge di
dall’inizio alla fine, ma mondo! Dio possono lasciarsi andare ad una specie di
cercare nell’indice questa Viviamo anche, in realtà, una nuova epoca stordimento o torpore. Dato che non trovano
virtù, questo atteggiamento, di martiri. Sembra che la crudele e atroce per- niente di grave da rimproverarsi, non avverto-
questa cosa... Ci farà bene, secuzione dell’impero romano non conosca fi- no quella tiepidezza che a poco a poco si va
per la riforma di ognuno ne. Nuovi Neroni nascono continuamente per impossessando della loro vita spirituale e fini-
di noi e la riforma scono per logorarsi e corrompersi» (Esort. ap.
opprimere i credenti, soltanto per la loro fede
della Chiesa. È per voi! Gaudete et exsultate, 164). Da peccatori finisco-
in Cristo. Nuovi gruppi estremisti si moltipli-
cano prendendo di mira le chiese, i luoghi di no per diventare corrotti.
(Nella foto Reuters, un bambino
in un gruppo di migranti in coda culto, i ministri e i semplici fedeli. Nuovi e Anche oggi ci sono tanti “unti del Signore”,
per la distribuzione di cibo) vecchi circoli e conventicole vivono nutrendosi uomini consacrati, che abusano dei deboli, ap-
di odio e ostilità verso Cristo, la Chiesa e i profittando del proprio potere morale e di per-
credenti. Quanti cristiani vivono ancora oggi suasione. Compiono abomini e continuano a
sotto il peso della persecuzione, dell’emargina- esercitare il loro ministero come se niente fos-
zione, della discriminazione e dell’ingiustizia se; non temono Dio o il suo giudizio, ma te-
in tante parti del mondo! Continuano, tutta- mono soltanto di essere scoperti e smascherati.
via, coraggiosamente ad abbracciare la morte Ministri che lacerano il corpo della Chiesa,
per non negare Cristo. Quanto è difficile, an- causando scandali e screditando la missione
cora oggi, vivere liberamente la fede in tante salvifica della Chiesa e i sacrifici di tanti loro
parti del mondo ove manca la libertà religiosa confratelli.
e la libertà di coscienza! Anche oggi, cari fratelli e sorelle, tanti Davi-
D all’altra parte, l’esempio eroico dei martiri de, senza batter ciglio, entrano nella rete di
e dei numerosissimi buoni samaritani, ossia dei corruzione, tradiscono Dio, i suoi comanda-
menti, la propria vocazione, la Chiesa, il po-
giovani, delle famiglie, dei movimenti caritativi
polo di Dio e la fiducia dei piccoli e dei loro
e di volontariato e di tanti fedeli e consacrati,
familiari. Spesso dietro la loro smisurata genti-
non ci fa scordare comunque la contro-testi-
lezza, impeccabile operosità e angelica faccia,
monianza e gli scandali di alcuni figli e mini-
nascondono spudoratamente un lupo atroce
stri della Chiesa. pronto a divorare le anime innocenti.
Mi limito qui soltanto alle due piaghe degli I peccati e i crimini delle persone consacrate
abusi e dell’infedeltà. si colorano di tinte ancora più fosche di infe-
La Chiesa da diversi anni è seriamente im- deltà, di vergogna e deformano il volto della
pegnata a sradicare il male degli abusi, che gri- Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la
da vendetta al Signore, al Dio che non dimen- Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vit-
tica mai la sofferenza vissuta da molti minori a tima di queste infedeltà e di questi veri e pro-
causa di chierici e persone consacrate: abusi di pri “reati di peculato”.
potere, di coscienza e sessuali. Cari fratelli e sorelle,
Pensando a questo doloroso argomento mi è sia chiaro che dinanzi a questi abomini la
venuta in mente la figura del re Davide — un Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il
«unto del Signore» (cfr. 1 Sam 16, 13; 2 Sam necessario per consegnare alla giustizia chiun-
11–12). Egli, dalla cui discendenza deriva il que abbia commesso tali delitti. La Chiesa non
Bambino Divino — chiamato anche il “Figlio di cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nes-
Davide” —, nonostante il suo essere eletto, re e sun caso. È innegabile che alcuni responsabili,
unto del Signore, commise un triplice peccato, nel passato, per leggerezza, per incredulità,
cioè tre gravi abusi insieme: abuso sessuale, di per impreparazione, per inesperienza — dob-
potere e di coscienza. Tre abusi distinti, che biamo giudicare il passato con l’ermeneutica
però convergono e si sovrappongono. del passato — o per superficialità spirituale eil Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#francesco 6
Saluto del decano umana hanno trattato tanti casi senza la dovu-
ta serietà e prontezza. Ciò non deve accadere
mai più. Questa è la scelta e la decisione di
All’inizio dell’udienza, il cardinale
tutta la Chiesa.
decano Angelo Sodano ha salutato
il Pontefice a nome dei presenti. A febbraio prossimo la Chiesa ribadirà la
sua ferma volontà nel proseguire, con tutta la
Santo Padre, il Natale è sua forza, sulla strada della purificazione. La
ormai vicino. (...) In tale Chiesa si interrogherà, avvalendosi anche degli
gioiosa occasione le famiglie esperti, su come proteggere i bambini; come
cristiane amano ritrovarsi evitare tali sciagure, come curare e reintegrare
insieme, rinsaldando i loro le vittime; come rafforzare la formazione nei
vincoli di reciproco amore.
seminari. Si cercherà di trasformare gli errori
Con questo spirito anche la
famiglia pontificia oggi
commessi in opportunità per sradicare tale
vuole stringersi intorno a piaga non solo dal corpo della Chiesa ma an-
lei, il successore di Pietro che da quello della società. Infatti, se questa
posto dallo Spirito Santo a gravissima calamità è arrivata a colpire alcuni
reggere la santa Chiesa di ministri consacrati, ci si domanda: quanto essa
Dio in questo momento potrebbe essere profonda nelle nostre società e nelle
della sua storia bimillenaria. nostre famiglie? La Chiesa dunque non si limi-
Con tali sentimenti di terà a curarsi, ma cercherà di affrontare questo
profonda unità ecclesiale, male che causa la morte lenta di tante perso-
veniamo oggi innanzi a lei, ne, al livello morale, psicologico e umano.
per porgerle gli auguri più
fervidi di liete feste Cari fratelli e sorelle,
natalizie. In primo luogo parlando di questa piaga, alcuni all’interno
sono gli auguri del collegio della Chiesa si infervorano contro certi operato-
cardinalizio, impegnato in ri della comunicazione, accusandoli di ignorare
modo particolare a la stragrande maggioranza dei casi di abusi,
partecipare alla quotidiana che non sono commessi dai chierici della
sollecitudine pastorale del
Chiesa — le statistiche parlano di più del 95%
Papa per tutta la santa
Chiesa. Sono poi gli auguri
— e accusandoli di voler intenzionalmente dare
della Curia romana e del una falsa immagine, come se questo male aves-
Governatorato dello Stato se colpito solo la Chiesa Cattolica. Invece io
della Città del Vaticano. A vorrei ringraziare vivamente quegli operatori
tali voti, vorrei unire anche dei media che sono stati onesti e oggettivi e
quelli dei rappresentanti che hanno cercato di smascherare questi lupi e continuare a percorrere indisturbati la strada «Natan accusa Davide»
pontifici sparsi per il di dare voce alle vittime. Anche se si trattasse della perdizione. (X secolo, Salterio di Parigi)
mondo, ai quali ci sentiamo di un solo caso di abuso — che rappresenta già
sempre spiritualmente vicini. E questa non è una novità nella storia della
di per sé una mostruosità — la Chiesa chiede
Tutti insieme vorremmo poi Chiesa. Sant’Agostino, parlando del buon gra-
di non tacere e di portarlo oggettivamente alla
ringraziarla per l’esempio luce, perché lo scandalo più grande in questa no e della zizzania, afferma: «Credete forse,
che ogni giorno ci dà di un
materia è quello di coprire la verità. fratelli miei, che la zizzania non possa salire fi-
generoso servizio alla santa no alle cattedre episcopali? Credete forse che
Chiesa. L’anno trascorso è Ricordiamo tutti che solo grazie all’incontro essa sia solo nei ceti inferiori e non in quelli
stato poi particolarmente con il profeta Natan Davide comprende la superiori? Volesse il cielo che noi non fossimo
intenso per vostra Santità, gravità del suo peccato. Abbiamo bisogno og- zizzania! [...] Anche sulle cattedre episcopali
con il suo ministero e con il gi di nuovi Natan che aiutino i tanti Davide a
suo magistero qui a Roma,
c’è il frumento e c’è la zizzania; e tra le varie
svegliarsi da una vita ipocrita e perversa. Per comunità di fedeli c’è il frumento e c’è la ziz-
in Italia e nel mondo. favore, aiutiamo la Santa Madre Chiesa nel
Particolarmente grati le zania» (Sermo 73, 4: PL 38, 472).
suo compito difficile, ossia quello di riconosce-
siamo poi per la sua Queste parole di Sant’Agostino ci esortano
re i casi veri distinguendoli da quelli falsi, le
esortazione apostolica a ricordare il proverbio: “la strada dell’inferno
Gaudete et exsultate. Con essa
accuse dalle calunnie, i rancori dalle insinua-
zioni, le dicerie dalle diffamazioni. Un compi- è lastricata di buone intenzioni”; e ci aiutano a
ella ha fatto risuonare
to assai difficile, in quanto i veri colpevoli san- capire che il Tentatore, il Grande Accusatore,
ancora una volta nella
Chiesa la chiamata alla no nascondersi scrupolosamente, al punto che è colui che divide, semina discordia, insinua
riforma interiore e alla tante mogli, madri e sorelle non riescono a inimicizia, persuade i figli e li porta a dubi-
santità. In particolare ci ha scoprirli nelle persone più vicine: mariti, pa- tare.
ricordato che il cuore di drini, nonni, zii, fratelli, vicini, maestri... An- In realtà, in realtà dietro questi seminatori
ogni rinnovamento è che le vittime, ben scelte dai loro predatori, di zizzania si trovano quasi sempre le trenta
l’impegno a mettere Dio al spesso preferiscono il silenzio e addirittura, in monete d’argento. Ecco allora che la figura di
centro di tutta la nostra vita. balia della paura, diventano sottomesse alla Davide ci porta a quella di Giuda Iscariota,
Per questo ci diceva pure vergogna e al terrore di essere abbandonate.
che «la santità è il volto più
un altro scelto dal Signore che vende e conse-
bello della Chiesa» (n. 9). E a quanti abusano dei minori vorrei dire: gna alla morte il suo maestro. Davide peccato-
Tutti noi abbiamo poi convertitevi e consegnatevi alla giustizia uma- re e Giuda Iscariota saranno sempre presenti
seguito il suo intenso na, e preparatevi alla giustizia divina, ricor- nella Chiesa, in quanto rappresentano la debo-
impegno pastorale a Roma, dandovi delle parole di Cristo: «Chi scandaliz- lezza, che fa parte del nostro essere umano.
in Italia, come nei suoi zerà anche uno solo di questi piccoli che cre- Sono icone dei peccati e dei crimini compiuti
viaggi internazionali. Come dono in me, gli conviene che gli venga appesa da persone elette e consacrate. Uniti nella gra-
dimenticare poi l’assemblea al collo una macina da mulino e sia gettato vità del peccato, si distinguono tuttavia nella
del Sinodo dei vescovi nel profondo del mare. Guai al mondo per gli conversione. Davide si pentì affidandosi alla
dedicata ai giovani e la
scandali! È inevitabile che vengano scandali, misericordia di Dio, mentre Giuda si suicidò.
canonizzazione del santo
Pontefice Paolo VI? Nel
ma guai all’uomo a causa del quale viene lo Tutti noi quindi, per far risplendere la luce
corso dell’anno le siamo poi scandalo!» (Mt 18, 6-7). di Cristo, abbiamo il dovere di combattere
stati particolarmente vicini Cari fratelli e sorelle, ogni corruzione spirituale, che «è peggiore della
nella sua opera instancabile ora permettetemi di parlare anche di un’al- caduta di un peccatore, perché si tratta di una
per la pace nel mondo e per tra afflizione, ossia dell’infedeltà di coloro che cecità comoda e autosufficiente dove alla fine
la collaborazione fra i tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia,
tradiscono la loro vocazione, il loro giuramen-
popoli. Santo Padre, a
to, la loro missione, la loro consacrazione a l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzia-
nome di tutti i presenti non
mi resta che ringraziarla per Dio e alla Chiesa; coloro che si nascondono lità, poiché “anche Satana si maschera da an-
questo suo generoso servizio dietro buone intenzioni per pugnalare i loro gelo della luce” (2 Cor 11, 14). Così terminò i
pastorale e augurarle liete e fratelli e seminare zizzania, divisione e scon- suoi giorni Salomone, mentre il gran peccatore
sante feste natalizie e un certo; persone che trovano sempre giustifica- Davide seppe superare la sua miseria» (Esort.
felice anno di grazia 2019. zioni, perfino logiche, perfino spirituali, per ap. Gaudete et exsultate, 165).il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#francesco 7
Le gioie
Passiamo alle gioie. Sono state numerose
quest’anno, ad esempio, la buona riuscita del
Sinodo dedicato ai giovani, di cui parlava il
Cardinale Decano. I passi finora compiuti nel-
la riforma della Curia. Tanti si domandano:
quando finirà? Non finirà mai, ma i passi sono
buoni. Ad esempio, i lavori di chiarimento e
di trasparenza nell’economia; i lodevoli sforzi
compiuti dall’Ufficio del Revisore Generale e
dall’Autorità di Informazione Finanziaria; i
buoni risultati raggiunti dall’Istituto per le
Opere di Religione; la nuova Legge dello Sta-
Gli auguri to della Città del Vaticano; il Decreto sul lavo-
fornaio... E tutti sono felici.
Perché? Perché sono
ai dipendenti ro in Vaticano, e tante altre realizzazioni meno “contagiati” dalla gioia
visibili. Ricordiamo, tra le gioie, i nuovi Beati dell’avvenimento a cui
vaticani e Santi che sono le “pietre preziose” che adorna- partecipano, cioè la nascita
no il volto della Chiesa e irradiano nel mondo di Gesù. Così anche il loro
«Essere santi per essere felici»: speranza, fede e luce. È doveroso menzionare lavoro è santificato dalla
è l’augurio rivolto dal Papa qui i diciannove martiri d’Algeria: «Dicianno- presenza di Gesù, dalla sua
ai dipendenti della Santa Sede e venuta in mezzo a noi. E
ve vite donate per Cristo, per il suo vangelo e
dello Stato della Città questo ci fa pensare anche
del Vaticano ricevuti con per il popolo algerino, [...] modelli di santità al nostro lavoro.
le famiglie la mattina del 21 comune, la santità “della porta accanto”» Naturalmente lavorare ha
dicembre nell’aula Paolo VI. (Thomas Georgeon, “Nel segno della fraterni- sempre una parte di fatica, è
Pubblichiamo stralci del suo tà”, L’Osservatore Romano, 8 dicembre 2018, p. normale... Ma se ciascuno
discorso. 6); l’alto numero di fedeli che ogni anno, rice- riflette un po’ della santità
vendo il Battesimo, rinnovano la giovinezza di Gesù, basta poco, un
Il Natale è per eccellenza della Chiesa, quale madre sempre feconda, e i piccolo raggio — un sorriso,
una festa gioiosa, ma spesso numerosissimi figli che rientrano a casa e riab- un’attenzione, una cortesia,
ci accorgiamo che la gente, un chiedere scusa — allora
e forse noi stessi, siamo bracciano la fede e la vita cristiana; le famiglie tutto l’ambiente del lavoro
e i genitori che vivono seriamente la fede e la stro Dio: povero e ricco, misericordioso e giu-
presi da tante cose e alla sto, presente e nascosto, piccolo e grande. diventa più “respirabile”...
fine la gioia non c’è, o, se trasmettono quotidianamente ai propri figli at- Si dirada quel clima pesante
c’è, è molto superficiale. traverso la letizia del loro amore (cfr. Esort. Ricordiamo le parole stupende di San Ma- che a volte noi uomini e
Perché? Mi è venuta in ap. postsin. Amoris laetitia, 259-290); la testi- cario il Grande, padre del deserto egiziano del donne creiamo con le nostre
mente quella espressione monianza di tanti giovani che scelgono corag- IV secolo, che, parlando del Natale, afferma: prepotenze, le chiusure, i
dello scrittore francese Léon giosamente la vita consacrata e il sacerdozio. «Dio si fa piccolo! L’inaccessibile e increato, pregiudizi, e si lavora anche
Bloy: «Non c’è che una nella sua infinita e inimmaginabile bontà ha meglio, con più frutto. C’è
tristezza, [...] quella di non Un vero motivo di gioia è anche il grande assunto un corpo e si è fatto piccolo. Nella una cosa che ci rende tristi
essere santi». Dunque, il numero di consacrati e consacrate, vescovi e sua bontà è disceso dalla sua gloria. Nessuno, nel lavoro e fa ammalare
contrario della tristezza, cioè sacerdoti, che vivono quotidianamente la loro nei cieli e sulla terra può comprendere la gran- l’ambiente del lavoro: è il
la gioia, è legata all’essere santi. vocazione in fedeltà, silenzio, santità e abnega- dezza di Dio e nessuno, nei cieli e sulla terra chiacchiericcio. Per favore,
Anche la gioia del Natale. zione. Sono persone che illuminano il buio non parlare male degli altri,
può comprendere come Dio si fa povero e pic-
Essere buoni, almeno avere dell’umanità, con la loro testimonianza di fe- non sparlare... C’è una bella
il desiderio di essere buoni. colo per i poveri e i piccoli. Come è incom- medicina per non sparlare,
de, di amore e di carità. Persone che lavorano prensibile la sua grandezza, così lo è anche la
Guardiamo il presepe. Chi è ve la dirò: mordersi la
felice, nel presepe? ... La pazientemente, per amore a Cristo e al suo sua piccolezza» (cfr. Omelie IV, 9-10; XXXII, 7: lingua. Quando ti viene la
Madonna e San Giuseppe Vangelo, a favore dei poveri, degli oppressi e in Spirito e fuoco. Omelie spirituali. Collezione voglia, morditi la lingua e
sono pieni di gioia: degli ultimi, senza cercare di mettersi sulle pri- II, Qiqajon-Bose, Magnano 1995, p. 88-89; così non sparlerai. Anche
guardano il Bambino Gesù me pagine dei giornali o di occupare i primi 332-333). negli ambienti di lavoro
e sono felici perché, dopo posti. Persone che, lasciando tutto e offrendo Ricordiamo che il Natale è la festa del «Dio esiste “la santità della porta
mille preoccupazioni, hanno la loro vita, portano la luce della fede dove accanto”. Anche qui in
grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza
accolto questo Regalo di Cristo è abbandonato, assetato, affamato, car- Vaticano, certo, io posso
Dio, con tanta fede e tanto non smette di essere grande. E in questa dia- testimoniarlo. Conosco
cerato e nudo (cfr. Mt 25, 31-46). E penso par- lettica, grande è piccolo: c’è la tenerezza di
amore. Sono “straripanti” di alcuni di voi che sono un
santità e quindi di gioia. E ticolarmente ai numerosi parroci che offrono Dio. Quella parola che la mondanità cerca esempio di vita: lavorano
voi mi direte: per forza! ogni giorno buon esempio al popolo di Dio, sempre di togliere dal dizionario: tenerezza. Il per la famiglia, e sempre
Sono la Madonna e San sacerdoti vicini alle famiglie, conoscono i nomi Dio grande che si fa piccolo, che è grande e con quel sorriso, con quella
Giuseppe! Sì, ma non di tutti e vivono la loro vita in semplicità, fe- continua a farsi piccolo» (cfr. Omelia a S. laboriosità sana, bella. È
pensiamo che per loro sia de, zelo, santità e carità. Persone dimenticate Marta, 14 dicembre 2017; Omelia a S. Marta, possibile la santità. Questo
stato facile: santi non si dai mass media ma senza le quali regnerebbe il 25 aprile 2013). è ormai il mio sesto Natale
nasce, si diventa, e questo buio. da Vescovo di Roma, e devo
vale anche per loro. Poi, Il Natale ci dona ogni anno la certezza che dire che ho conosciuto
pieni di gioia sono i pastori. Cari fratelli e sorelle, la luce di Dio continuerà a brillare nonostante diversi santi e sante che
Anche i pastori sono santi, parlando della luce, delle afflizioni, di Davi- la nostra miseria umana; la certezza che la lavorano qui. Santi e sante
certo, perché hanno risposto de e di Giuda, ho voluto mettere in risalto il Chiesa uscirà da queste tribolazioni, ancora che vivono la vita cristiana
all’annuncio degli angeli, valore della consapevolezza, che si deve tra- più bella e purificata e splendida. Perché tutti bene, e se fanno qualche
sono accorsi subito alla
sformare in un dovere di vigilanza e di custo- i peccati, le cadute e il male commesso da al- cosa brutta chiedono scusa.
grotta e hanno riconosciuto cuni figli della Chiesa non potranno mai oscu- Ma vanno avanti, con la
il segno del Bambino nella dia da parte di chi, nelle strutture della vita famiglia... Di solito sono
rare la bellezza del suo volto, anzi, danno per-
mangiatoia. Non era ecclesiastica e consacrata, esercita il servizio persone che non appaiono,
fino la prova certa che la sua forza non sta in
scontato. In particolare, nei del governo. In realtà, la forza di qualsiasi persone semplici, modeste,
noi, ma sta soprattutto in Cristo Gesù, Salvato-
presepi c’è spesso un Istituzione non risiede nell’essere composta da re del mondo e Luce dell’universo, che la ama e ma che fanno tanto bene
pastorello, giovane, che uomini perfetti (questo è impossibile) ma nella nel lavoro e nei rapporti con
guarda verso la grotta con ha dato la sua vita per lei, sua sposa. Il Natale gli altri... Allora il mio
sua volontà di purificarsi continuamente; nella dà la prova che i gravi mali commessi da talu-
aria trasognata, incantata: sua capacità di riconoscere umilmente gli erro- augurio è questo: essere
quel pastore esprime la gioia ni non potranno mai offuscare tutto il bene santi, per essere felici. Ma
ri e correggerli; nella sua abilità di rialzarsi che la Chiesa compie gratuitamente nel mon-
stupita di chi accoglie il non santi da immaginetta,
mistero di Gesù con animo dalle cadute; nel vedere la luce del Natale che do. Il Natale dà la certezza che la vera forza no, no. Santi normali. Santi
di fanciullo. Questo è un parte dalla mangiatoia di Betlemme, percorre della Chiesa e del nostro lavoro giornaliero, e sante in carne e ossa, col
tratto della santità: la storia e arriva fino alla Parusia. tante volte nascosto — come quello della Cu- nostro carattere, i nostri
conservare la capacità di È necessario dunque aprire il nostro cuore ria, dove ci sono dei santi —, sta nello Spirito difetti, anche i nostri peccati
stupirsi, di meravigliarsi alla vera luce, Gesù Cristo: la luce che può il- Santo che la guida e la protegge attraverso i — chiediamo perdono e
davanti ai doni di Dio, alle secoli, trasformando perfino i peccati in occa- andiamo avanti —, ma
luminare la vita e trasformare le nostre tenebre
sue “sorprese”, e il dono più pronti a lasciarci
in luce; la luce del bene che vince il male; la sioni di perdono, le cadute in occasioni di rin-
grande, la sorpresa sempre “contagiare” dalla presenza
nuova è Gesù. Poi ci sono i luce dell’amore che supera l’odio; la luce della novamento, il male in occasione di purificazio- di Gesù in mezzo a noi,
mestieri: il ciabattino, vita che sconfigge la morte; la luce divina che ne e vittoria. pronti ad accorrere a Lui,
l’acquaiolo, il fabbro, il trasforma in luce tutto e tutti; la luce del no- Grazie tante e Buon Natale a tutti! come i pastori...il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#scaffale 8
di ROBERTO
RIGHETTO
L’immagine di copertina del volume
curato da Lucio Coco
L
a festa che si celebra prima che inizi l’Avvento,
quella di Cristo Re, non è affatto anacronistica
come potrebbe sembrare. Anche perché ci ha
ricordato che chi esercita la regalità, cioè chi
regge o governa la cosa pubblica, è colui che
ama il suo popolo. Ed è un compito che non
si può esercitare se non si ha cura della pro-
pria anima, oltre che della città. Era questo
l’intento che animava Fozio, patriarca di Co-
stantinopoli nel IX secolo, nei suoi Consigli a
un principe bizantino, un librettino che viene
ora proposto dalle Edizioni Dehoniane di Bo-
logna per la cura di Lucio Coco. Si tratta di
un opuscolo di 66 sentenze, scritto fra gli anni
879 e 883 e rivolto al figlio dell’imperatore Ba-
silio I il Macedone, il futuro Leone VI il Sag-
gio poi asceso al trono nell’886. Il quale defe-
nestrò Fozio insediando al suo posto, nella
cattedra patriarcale della capitale dell’impero
bizantino, il fratello minore Stefano.
L’opera, che aveva per titolo Capita paraene-
tica, non sempre in passato era stata attribuita
a Fozio, ma il curatore di questa edizione ne è
convinto; si inserisce nel solco di una tradizio-
ne di scritti simili, come il discorso Sul regno
di Sinesio di Cirene e la Scheda regia di Aga-
peto, modelli che furono ripresi da altri autori te con chi ha offeso e ti renda responsabile de-
come Cecaumeno con lo Strategikon fino a gli errori altrui». E ancora: «Ti mostrerai bea-
Manuele II Paleologo con i Praecepta educatio- to e senza affanno se ti sforzerai di pacificare i
nis regiae. conflitti, scacciando dalla città ogni inimicizia
Fozio, che era già stato patriarca dall’858 e ogni discordia, respingendo quelli che gene-
all’867 dopo aver ricoperto la carica di segreta- rano inimicizie e dando ospitalità a quelli che
rio di stato, è noto al pubblico per la sua Bi- desiderano la pace».
blioteca, libro in cui recensiva 280 pubblicazio- Come si comprende, si tratta di un libretto
ni greche e bizantine, edito in Italia di recente attualissimo, che invita chi governa a non farsi
da Adelphi. sedurre dalla blandizie del potere. Come face-
Cosa prescrive Fozio al futuro imperatore? va in occidente secoli prima Ilario di Poitiers,
Il consiglio iniziale è dedicato alla formazione: in un momento storico in cui non c’era più un
la cultura è la prima qualità del principe, e si imperatore cristiano che perseguitava la Chie-
acquista attraverso la lettura di buoni libri, sia
della tradizione biblica sia di quella classica
(«da Salomone a Isocrate»). In secondo luogo
Riproposte
Consigli
la misericordia nell’esercitare la giustizia verso
i suoi sudditi: «Considera perso quel giorno in
in un libro cui non hai reso un beneficio a nessuno per
quei favori che tu stesso hai ricevuto da Dio».
delle Dehoniane Chi governa deve disprezzare le ricchezze e
per i governanti
trasformare quanto possiede in opere buone
le 66 sentenze per i suoi cittadini, nella consapevolezza che
tutto è donato e che l’esistenza è transeunte.
di Fozio L’esercizio della virtù è il primo scopo di chi
detiene il potere, che «non deve mai consenti-
re a se stesso le azioni che si rimproverano agli
altri».
Per questo il buon principe non deve mai sa: «Dobbiamo combattere contro un persecu-
circondarsi di adulatori, ma di consiglieri giu- tore ancora più insidioso, un nemico che lusin-
sti e fidati, che non gli nascondono la verità, e ga... non ci flagella alla schiena, ma ci accarez-
al tempo stesso deve contrastare in tutti i mo- za il ventre; non ci confisca i beni, ma ci arric-
di la corruzione, anticamera dell’illegalità. «È chisce per darci la morte; non ci spinge verso
assolutamente necessario — si legge in un’altra la libertà mettendoci in carcere, ma verso la
sentenza — che chi viene da te trovi giustizia. schiavitù invitandoci e onorandoci nel palaz-
Rendi giustizia dunque all’offeso e punisci chi zo; non ci colpisce il corpo, ma prende posses-
ha recato l’offesa perché non sembri che anche so del cuore; non ci taglia la testa con la spa-
tu, in virtù del tuo soprassedere, sia conniven- da, ma ci uccide l’anima col denaro».il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#francesco 9
In favore
degli ultimi
Un incontro atteso due
anni. Era prevista nel 2016
S
ono lieto di incontrare oggi le componenti e le l’udienza alla Protezione
strutture operative che costituiscono il Servizio civile italiana, ma
Nazionale della Protezione Civile. Saluto i l’emergenza del terremoto
rappresentanti delle organizzazioni di volonta- che colpì l’Italia centrale
riato, della comunità scientifica, dei Vigili del convogliò uomini e
Fuoco, delle Forze di Polizia e delle Forze Ar- attenzioni nei luoghi del
mate, delle Istituzioni locali, regionali, statali e sisma facendo saltare
delle Aziende che erogano servizi essenziali. l’appuntamento. Lo ha
(...) In questa bella occasione, rallegrata dalla ricordato il capo del
vicinanza al santo Natale, il nostro pensiero e Dipartimento nazionale,
la nostra preghiera non possono dimenticare le Angelo Borrelli, che sabato
persone che quest’anno sono rimaste vittime di mattina, 22 dicembre, ha
presentato a Papa Francesco
fenomeni calamitosi, così come sentiamo il de-
i settemila membri del
siderio di ricordare quei soccorritori che — an-
servizio nazionale riuniti
che recentemente — hanno dato la propria vita nell’aula Paolo VI: uomini e
per salvare quella degli altri. donne «che coniugano
Oggi, a questa assemblea multicolore parte- professionalità e solidarietà»
cipano insieme soccorritori e persone salvate, integrando «competenze e
uniti a tanti comuni cittadini che hanno deciso quotidiano di ciascuno si possa vivere in un percorsi di vita» differenti.
di mettere a disposizione della collettività le mondo più solidale e quindi più sicuro. Facendo quindi riferimento
loro competenze e il loro tempo libero, con all’enciclica Laudato si’ come
Alle Istituzioni territoriali è affidato il com- pietra miliare di una nuova
impegno e generosità, assicurando la piena pito di programmare il corretto uso del territo-
operatività di un sistema che costituisce la più consapevolezza ecologica,
rio, in alcuni casi anche cercando di rimediare Borrelli ha ricordato che
complessa e articolata forma di solidarietà a possibili errori commessi nel passato, molto
pubblica a tutela della sicurezza individuale e serve un coinvolgimento
spesso per carenza di conoscenze, e a provve- globale, dalle istituzioni ai
collettiva. Il territorio italiano è caratterizzato dere alla sua gestione e costante manutenzio-
dalla bellezza del paesaggio e dalla ricchezza singoli cittadini, per favorire
ne. Altrettanto importante è la predisposizione forme «di sviluppo inclusivo
del patrimonio storico-artistico. Questi ele- dei piani di protezione civile e la loro diffusio- ed ecosostenibile»,
menti meravigliosi purtroppo convivono con ne: sono strumenti indispensabili per program- considerando che il rispetto
situazioni di pericolosità e vulnerabilità. (...) mare gli interventi di prevenzione e organizza- della natura non può essere
Oggi le scienze e le tecnologie sono in grado re la risposta nelle situazioni di emergenza. separato dal rispetto della
di aiutarci a conoscere e prevedere molti feno- Spesso l’esercizio di queste funzioni comporta dignità degli uomini. Infine,
meni naturali, ma non sempre queste valuta- l’assunzione di grandi responsabilità, alle quali come segno di adesione
zioni riescono poi a tradursi in interventi di corrispondono poche risorse e procedure non all’impegno del Pontefice in
prevenzione che potrebbero ridurre drastica- sempre lineari. favore degli ultimi, la
mente i danni alle persone e alle cose. La Protezione Civile, che sempre più spes- Protezione civile ha donato
Così, la Protezione Civile italiana non smet- so viene chiamata a operare anche al di fuori un ambulatorio medico
te mai di ricordarci che la difesa della vita dei confini nazionali, è un sistema organizza- mobile che poi Francesco
umana e la salvaguardia del territorio e delle to sulla base del principio di sussidiarietà, e (nella foto) ha benedetto al
infrastrutture non avvengono solo nelle emer- per questo rappresenta una peculiarità che termine dell’udienza.
genze, ma anche e soprattutto nelle attività di
previsione e prevenzione e nella successiva fase
di ritorno alla normalità che, malgrado l’impe-
Alla Protezione
civile
il Papa chiede
gno di tutti, a volte è più lunga e complessa di
quanto si possa immaginare. Voi per primi,
operatori e volontari, sapete bene che, come
ho detto nell’Enciclica Laudato si’, «la cultura
ecologica non si può ridurre a una serie di ri-
Più prevenzione
di valorizzare
l’educazione
e la sussidiarietà
sposte urgenti e parziali ai problemi che si
presentano riguardo al degrado ambientale,
all’esaurimento delle riserve naturali e all’in-
quinamento». (...) Per queste ragioni la mis-
sione più importante della protezione civile di-
e manutenzione
venta quella educativa, per fare in modo che
in tempo di quiete ciascun cittadino venga for-
mato per conoscere i luoghi di vita quotidiana potrebbe ispirare altri settori della vita pub-
e, in questo modo, possa adottare comporta- blica. Sedersi con rapidità attorno a un tavolo
menti che riducano i rischi per sé e per gli al- per concordare e attuare scelte efficaci, supe-
tri. In tal senso, sono particolarmente utili le rando gli individualismi in vista di un obietti-
iniziative che vengono svolte nelle scuole con i vo condiviso, può diventare il metodo per ri-
bambini e i ragazzi, che saranno poi i cittadini spondere con maggior appropriatezza ai biso-
e i volontari di domani. Ai giovani dico sem- gni della popolazione nell’ottica del bene co-
pre di impegnarsi per amare e proteggere la mune. Su questa strada diventa più facile
natura e per diffondere il valore della convi- mantenere davanti agli occhi non solo i pro-
venza, per fare in modo che dall’impegno blemi, ma anche e soprattutto le persone. (...)il Settimanale L’Osservatore Romano
giovedì 3 gennaio 2019
#copertina 10
Troppi
non hanno pane
G
iuseppe, con Maria sua sposa, salì «alla città
di Davide chiamata Betlemme» (Lc 2, 4). Sta-
notte, anche noi saliamo a Betlemme per sco-
prirvi il mistero del Natale.
1. Betlemme: il nome significa casa del pane.
In questa “casa” il Signore dà oggi appunta-
mento all’umanità. Egli sa che abbiamo biso-
gno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nu-
trimenti del mondo non saziano il cuore. Nel-
la Scrittura, il peccato originale dell’umanità è
associato proprio col prendere cibo: «Prese del
frutto e ne mangiò», dice il libro della Genesi
(3, 6). Prese e mangiò. L’uomo è diventato
avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a
tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordi-
gia attraversa la storia umana, fino ai parados- e spezzare la spirale dell’avidità e dell’ingordi- «Pochi banchettano lautamente
si di oggi, quando pochi banchettano lauta- gia. Dalla “casa del pane”, Gesù riporta l’uo- e troppi non hanno pane
mente e troppi non hanno pane per vivere. mo a casa, perché diventi familiare del suo per vivere». Lo ha denunciato
Betlemme è la svolta per cambiare il corso Dio e fratello del suo prossimo. Davanti alla il Papa nell’omelia
della storia. Lì Dio, nella casa del pane, nasce mangiatoia, capiamo che ad alimentare la vita della celebrazione
in una mangiatoia. Come a dirci: eccomi a voi, non sono i beni, ma l’amore; non la voracità, all’altare della Confessione
come vostro cibo. Non prende, offre da man- ma la carità; non l’abbondanza da ostentare,
giare; non dà qualcosa, ma sé stesso. A Be- ma la semplicità da custodire.
tlemme scopriamo che Dio non è qualcuno
che prende la vita, ma Colui che dona la vita. Il Signore sa che abbiamo bisogno ogni
All’uomo, abituato dalle origini a prendere e giorno di nutrirci. Perciò si è offerto a noi
mangiare, Gesù comincia a dire: «Prendete, ogni giorno della sua vita, dalla mangiatoia di
mangiate. Questo è il mio corpo» (Mt 26, 26). Betlemme al cenacolo di Gerusalemme. E oggi
Il corpicino del Bambino di Betlemme lancia ancora sull’altare si fa Pane spezzato per noi:
un nuovo modello di vita: non divorare e ac- bussa alla nostra porta per entrare e cenare
caparrare, ma condividere e donare. Dio si fa con noi (cfr. Ap 3, 20). A Natale riceviamo in
piccolo per essere nostro cibo. Nutrendoci di terra Gesù, Pane del cielo: è un cibo che non
Lui, Pane di vita, possiamo rinascere nell’amore scade mai, ma ci fa assaporare già ora la vita
eterna.
A Betlemme scopriamo che la vita di Dio
scorre nelle vene dell’umanità. Se la accoglia-
mo, la storia cambia a partire da ciascuno di
Alla messa
noi. Perché quando Gesù cambia il cuore, il
centro della vita non è più il mio io affamato
della notte
ed egoista, ma Lui, che nasce e vive per amo- di Natale
re. Chiamati stanotte a salire a Betlemme, casa
del pane, chiediamoci: qual è il cibo della mia il Papa invita
vita, di cui non posso fare a meno? È il Signo-
re o è altro? Poi, entrando nella grotta, scor- a spezzare
gendo nella tenera povertà del Bambino una
nuova fragranza di vita, quella della semplici-
la spirale
tà, chiediamoci: ho davvero bisogno di molte
cose, di ricette complicate per vivere? Riesco a
dell’avidità
fare a meno di tanti contorni superflui, per
scegliere una vita più semplice? A Betlemme,
accanto a Gesù, vediamo gente che ha cammi-
nato, come Maria, Giuseppe e i pastori. Gesù
è il Pane del cammino. Non gradisce digestio-
ni pigre, lunghe e sedentarie, ma chiede di al-
zarsi svelti da tavola per servire, come pani
spezzati per gli altri. Chiediamoci: a Natale
spezzo il mio pane con chi ne è privo?Puoi anche leggere