Per riscoprire la fraternità - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città Città del delVaticano, Vaticano,giovedì giovedì33gennaio gennaio2019 2019 annoLXXII anno LXXII, ,numero numero1 (3.975) (3.975) Per riscoprire la fraternità In allegato il mensile «donne chiesa mondo»
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #editoriale 2 Francesco con il nuovo direttore de «L’Osservatore Romano» Andrea Monda (21 dicembre 2018) C osa deve fare un quotidiano che ha come mis- sione quella di portare la voce del Papa e della Chiesa a tutto il mondo; di guardare e inter- pretare quello che nel mondo accade alla luce del Vangelo; di essere una fonte prima, e lim- pida, alla quale attingere per alimentare la ri- cerca della verità? Nel raccogliere, con gratitudine, l’eredità di questo specialissimo giornale consegnatami dal mio predecessore, il professore Giovanni Ma- ria Vian, e sentendo sulle mie spalle tutto il peso della responsabilità che mi è stata affida- ta dal Santo Padre, non posso non farmi que- sta domanda decisiva. E non posso trovare ri- sposta più semplice e più vera di quella che ri- siede nel seguire il modello indicato da Gesù nei Vangeli, con il suo stile inconfondibile. Prendiamo ad esempio il brano di Luca 24, i discepoli di Emmaus. Qui, come spesso ha ricordato Papa Francesco, Gesù si fa compa- serviamo questo 2019 che sta per cominciare e gno di strada ed entra nelle conversazioni de- guardiamo indietro viene da dargli ragione. gli uomini, dandogli una nuova direzione e un Pensiamo semplicemente agli anniversari pro- nuovo slancio vitale. È interessante notare che mettenti che quest’anno ci richiama: un secolo i due viandanti all’inizio apostrofano Gesù: fa, gennaio del 1919, nasceva il Partito Popola- «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da re ad opera di don Luigi Sturzo; oggi si fatica non sapere ciò che vi è accaduto?», il cristiano a riportare la politica al suo significato più cioè deve essere al tempo stesso vicino, prossi- profondo che è quello di essere — come diceva mo, agli uomini, ma deve anche avere quella san Paolo VI — la più alta forma della carità; giusta distanza, quella estraneità che gli per- mezzo secolo fa, nel luglio del 1969, l’uomo mette di comprendere, giudicare, incidere sen- sbarcava sulla luna, forse la promessa di futuro za rimanere invischiato nelle logiche di una più grande, e venti anni dopo la caduta del cronaca che spesso guarda ma non vede, inter- Muro di Berlino del novembre del 1989 lascia- preta senza prima conoscere. Deve conoscere e va immaginare il crollo di tutti gli altri muri e amare dal di dentro le storie degli uomini sen- l’avvento di una società meno divisa, più soli- za però essere “troppo dentro” il flusso inarre- dale, finalmente pacifica. Tutti “noi sperava- stabile di quelle vicende. mo” allora, e ora? Questo è il paradosso della Chiesa, La Stra- A questa umanità delusa e dolente vorrebbe niera secondo la definizione di Eliot. Così arrivare, tramite questo quotidiano, la voce «L’Osservatore Romano» dovrebbe cammina- della Chiesa, solo lei così forestiera da poter re a fianco di ogni uomo e al tempo stesso scuotere le coscienze e accendere i cuori di un L’OSSERVATORE ROMANO Con la voce del forestiero Unicuique suum Non praevalebunt Edizione settimanale in lingua italiana Città del Vaticano ornet@ossrom.va www.osservatoreromano.va accanto a ogni uomo ANDREA MONDA D irettore GIANLUCA BICCINI Coordinatore PIERO DI D OMENICANTONIO Progetto grafico Redazione via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano mantenersi quel pizzico “forestiero” da poter mondo che rischia il grande freddo dell’apatia, fax +39 06 6988 3675 dire una parola forte, sorprendente e spiazzan- della disillusione e del miope individualismo. Servizio fotografico te, capace di spezzare quella “familiarità” che Una voce che non cala dall’alto ma che scatu- telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 non rispetta più la meraviglia della realtà ridu- risca dalle viscere, che sia mossa dall’amore, photo@ossrom.va www.photo.va cendola a banalità e scontatezza. Solo così po- l’unica vera novità luminosa che ogni giorno TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE trà dare ardimento al cuore, rifornire speranza rinasce, magari nascosta come a Betlemme in L’OSSERVATORE ROMANO ad un animo scoraggiato. qualche oscura grotta del drammatico e mera- Abbonamenti viglioso mondo degli uomini. Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). «Noi speravamo» dicono i discepoli di Em- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 maus e così dicono oggi tanti uomini, e se os- A .M . info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #ilpunto 3 di ANTONIO ZANARDI LANDI N egli ultimi tempi, abbiamo letto notizie molto positive sullo stato di salute e la crescita dell’economia indiana, che supererà quest’an- no, in termini di prodotto interno lordo, quel- la della Gran Bretagna. Traguardo simbolico importante, il sorpasso dell’ex colonia sull’an- tica potenza dominante — da cui è indipen- dente dal 1947 — e che ha certamente riempito d’orgoglio il governo e l’opinione pubblica del paese asiatico. Si profilano anche, per quanto ancora prov- visori, dati interessanti sulla capacità dell’India di attirare investimenti esteri: per la prima vol- ta, nel 2018 essa ha surclassato (39,5 miliardi di dollari) la Cina (32,7 miliardi), probabil- mente anche grazie alle tensioni tra Washing- ton e Pechino in materia commerciale. Ma an- che il tasso di sviluppo dell’economia indiana sembra, negli ultimi due trimestri, aver supera- to quello cinese (8,3 e 7 per cento contro 6,7 e 6,5). La distanza tra le dimensioni delle due eco- nomie dell’Asia rimane ancora molto conside- revole, ma è chiaro che qualcosa si sta muo- vendo e, viste le dimensioni del paese, vi sa- ranno ripercussioni considerevoli sugli assetti dell’economia globale. Molto significative an- che le linee di tendenza della demografia. I ci- nesi (1.385 milioni) sono ancora più numerosi degli indiani (1.335 milioni), ma questi ultimi crescono velocemente, mentre in Cina l’aboli- zione della «politica del figlio unico» non è ancora riuscita a invertire un trend demografi- per l’economia indiana, quanto per la conces- Ragazze indiane con le mani co negativo. L’India è quindi avviata in tempi sione, con un contratto a lungo termine, a e i volti dipinti dai colori medio-brevi al sorpasso della Cina per quel New Delhi della gestione del porto iraniano di della bandiera nazionale (Ansa) che riguarda la popolazione. Chabahar, il solo che, tramite una ferrovia, Delhi, anche in ragione delle tensioni sino- consente di mantenere aperta la via tra India e americane, ha acquisito inoltre uno straordina- Afghanistan. rio peso geopolitico ed è considerata la chiave Gli incontri a livello di ministri degli esteri di volta del concetto definito “Indo Pacific” e della difesa di Stati Uniti e India hanno infi- che dovrebbe consentire a Washington di bi- ne dato un forte impulso alla collaborazione lanciare o contenere la crescita di influenza e nel campo della difesa e delle forze armate. di assertività politica di Pechino nella vastissi- ma area che va dall’Oceano Indiano, al Mar Eppure, nonostante i molti dati positivi e i Cinese meridionale, all’Australia. Da parte in- successi riportati, anche l’India appare attra- diana si lamenta una qualche mancanza di ri- versare un momento complicato e il Bjp (par- tito del popolo indiano) del primo ministro Narendra Modi ha da poco perso consultazio- ni elettorali in tre stati su cinque, mentre per Il peso politico le politiche generali che si terranno in prima- vera i risultati appaiono più incerti di un anno Democrazia fa. Il forte calo nei prezzi di alcune derrate agricole, e in particolare delle cipolle, unito al- e crescita la perdita di valore della rupia, sta causando forti contraccolpi sulla politica in molti degli economica della cipolla stati che compongono la federazione e metto- no in difficoltà la compagine nazionalista hin- du del premier Modi, che pur ha governato in un periodo di forte crescita. Negli stati in cui ha vinto le recenti elezioni statali, il Partito del in India congresso ha deciso la cancellazione dei debiti scontri concreti sul piano del commercio e de- contratti dagli agricoltori, che vedono i prezzi gli investimenti americani, ma è comunque pa- di mercato coprire solo una frazione di quanto lese l’interesse dell’amministrazione degli Stati investito. Difficile farlo a livello federale e le Uniti verso la più grande democrazia al mon- cipolle si ergono come imprevedibile difficoltà do, il solo paese in Asia in grado di competere sulla via di un nuovo successo elettorale di in qualche modo con la Cina. Ne sono prova Modi, il cui principale alleato è la debolezza le esenzioni dalle sanzioni “secondarie” impo- del Partito del congresso e delle altre forma- ste contro l’Iran concesse agli indiani tanto zioni d’opposizione, che solo con alleanze a per quel che riguarda la prosecuzione delle geometrie variabili potrebbero sperare di affer- importazioni di petrolio iraniano, essenziale marsi.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #francesco 4 Mai più abusi insabbiati o sottovalutati «L a notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettia- vorrei riflettere con voi sulla luce che collega il «Non deve accadere mai più» mo via perciò le opere delle tenebre e indos- Natale — cioè la prima venuta nell’umiltà — al- che uomini di Chiesa cerchino siamo le armi della luce» (Rm 13, 12). la Parusia — la seconda venuta nello splendore di «insabbiare o sottovalutare» Cari fratelli e sorelle, — e ci conferma nella speranza che non delude i casi di abuso nei confronti mai. Quella speranza dalla quale dipende la dei minori. È il nuovo monito avvolti dalla gioia e dalla speranza che si ir- vita di ciascuno di noi e tutta la storia della del Papa, risuonato durante radiano dal volto del Bambino divino, ci in- Chiesa e del mondo. Sarebbe brutta una Chie- la tradizionale udienza natalizia contriamo anche quest’anno per lo scambio sa senza speranza! alla Curia romana, svoltasi degli auguri natalizi, portando nel cuore tutte Gesù, in realtà, nasce in una situazione so- venerdì mattina, 21 dicembre, le fatiche e le gioie del mondo e della Chiesa. ciopolitica e religiosa carica di tensione, di agi- nella Sala Clementina Auguro di vero cuore un Santo Natale a tazioni e di oscurità. La sua nascita, da una voi, ai vostri collaboratori, a tutte le persone parte attesa e dall’altra rifiutata, riassume la lo- che prestano servizio nella Curia, ai Rappre- gica divina che non si ferma dinanzi al male, sentanti Pontifici e ai collaboratori delle Nun- anzi lo trasforma radicalmente e gradualmente ziature. E desidero ringraziare voi per la vostra in bene, e anche la logica maligna che trasfor- dedizione quotidiana al servizio della Santa ma perfino il bene in male, per portare l’uma- Sede, della Chiesa e del Successore di Pietro. nità a rimanere nella disperazione e nelle tene- Tante grazie! bre: «la luce splende nelle tenebre, ma le tene- Permettetemi anche di dare un caloroso bre non l’hanno accolta» (Gv 1, 5). benvenuto al nuovo Sostituto della Segreteria Ogni anno il Natale ci ricorda, però, che la di Stato, Sua Eccellenza Mons. Edgar Peña salvezza di Dio, donata gratuitamente all’uma- Parra, che ha iniziato il suo servizio, delicato e nità intera, alla Chiesa e in particolare a noi, importante, il 15 ottobre scorso. La sua prove- persone consacrate, non agisce senza la nostra nienza venezuelana rispecchia la cattolicità volontà, senza la nostra cooperazione, senza la della Chiesa e la necessità di aprire sempre più nostra libertà, senza il nostro sforzo quotidia- gli orizzonti fino ai confini della terra. Benve- no. La salvezza è un dono, questo è vero, ma nuto, cara Eccellenza, e buon lavoro! un dono che deve essere accolto, custodito e Il Natale è la festa che ci riempie di gioia e fatto fruttificare (cfr. Mt 25, 14-30). L’essere ci dona la certezza che nessun peccato sarà cristiani, in generale, e per noi in particolare mai più grande della misericordia di Dio, e l’essere unti, consacrati del Signore non signi- nessun atto umano potrà mai impedire all’alba fica comportarci come una cerchia di privile- della luce divina di nascere e di rinascere nei giati che credono di avere Dio in tasca, ma da cuori degli uomini. È la festa che ci invita a persone che sanno di essere amate dal Signore rinnovare l’impegno evangelico di annunciare nonostante il nostro essere peccatori e indegni. Cristo, Salvatore del mondo e luce dell’universo. I consacrati, infatti, non sono altro che servi Se infatti «Cristo, “santo, innocente, immaco- nella vigna del Signore che devono dare, a lato” (Eb 7, 26), non conobbe il peccato (cfr. 2 tempo debito, il raccolto e il ricavato al Padro- Cor 5, 21) e venne solo allo scopo di espiare i ne della vigna (cfr. Mt 20, 1-16). peccati del popolo (cfr. Eb 2, 17), la Chiesa, La Bibbia e la storia della Chiesa ci danno che comprende nel suo seno peccatori ed è la dimostrazione che tante volte perfino gli perciò santa e immacolata e insieme sempre stessi eletti, strada facendo, iniziano a pensare, bisognosa di purificazione, avanza continua- a credere e a comportarsi come padroni della mente per il cammino della penitenza e del salvezza e non come beneficiari, come control- rinnovamento. La Chiesa «“prosegue il suo lori dei misteri di Dio e non come umili distri- pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e butori, come doganieri di Dio e non come ser- le consolazioni di Dio” — fra le persecuzioni vitori del gregge loro affidato. dello spirito mondano e le consolazioni dello Spirito di Dio — annunciando la passione e la Tante volte — per zelo eccessivo e mal indi- morte del Signore fino a che Egli venga (cfr. 1 rizzato — invece di seguire Dio ci si mette da- Cor 11, 26). Dalla virtù del Signore risuscitato vanti a Lui, come Pietro che criticò il Maestro trae la forza per vincere con pazienza e amore e meritò il rimprovero più duro che Cristo ab- le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia bia mai rivolto a una persona: «Va’ dietro a dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non ma secondo gli uomini» (Mc 8, 33). perfettamente, il mistero di Lui, fino a che alla Cari fratelli e sorelle, fine dei tempi esso sarà manifestato nella pie- nel mondo turbolento, la barca della Chiesa nezza della luce» (CONC. ECUM. VAT. II, Cost. quest’anno ha vissuto e vive momenti difficili, dogm. Lumen gentium, 8). ed è stata investita da tempeste e uragani. Sulla base, dunque, della ferma convinzione Tanti si sono trovati a chiedere al Maestro, che che la luce è sempre più forte delle tenebre, apparentemente dormiva: «Maestro, non t’im-
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #francesco 5 porta che siamo perduti?» (Mc 4, 38). Altri, La storia inizia, come sappiamo, quando il sbalorditi dalle notizie, hanno iniziato a perde- re, pur essendo esperto di guerra, rimane a ca- re la fiducia in essa e a abbandonarla; altri, sa a oziare invece di andare in mezzo al popo- per paura, per interesse, per secondi fini, han- lo di Dio in battaglia. Davide approfitta, per no cercato di percuotere il suo corpo aumen- suo comodo e interesse, del suo essere il re tandone le ferite; altri non nascondono la loro (abuso di potere). L’unto, abbandonandosi al- soddisfazione nel vederla scossa; moltissimi la comodità, inizia l’irrefrenabile declino mora- però continuano ad aggrapparsi con la certez- le e di coscienza. Ed è proprio in questo con- za che «le porte degli inferi non prevarranno testo che egli, dalla terrazza della reggia, vede contro di essa» (Mt 16, 18). Betsabea, moglie di Uria l’ittita, mentre fa il bagno e se ne sente attratto (cfr. 2 Sam 11). La Intanto la Sposa di Cristo prosegue il suo manda a chiamare e si unisce a lei (altro abuso pellegrinaggio tra gioie e afflizioni, tra successi e di potere, più abuso sessuale). Così abusa di difficoltà, esterne e interne. Certamente le diffi- una donna sposata e sola e, per coprire il suo Il dono coltà interne rimangono sempre quelle più do- peccato, richiama a casa Uria e cerca invano lorose e più distruttive. di convincerlo a passare la notte con la mo- Al termine dell’udienza, prima di glie. E successivamente ordina al capo salutare personalmente ciascuno dell’esercito di esporre Uria a morte certa in dei presenti, il Papa ha mostrato Le afflizioni battaglia (altro abuso di potere, più abuso di loro un libro offerto come dono coscienza). La catena del peccato si allarga a natalizio. Si tratta del Tante sono le afflizioni. Quanti immigrati — macchia d’olio e diventa rapidamente una rete «Compendio di teologia ascetica e costretti a lasciare la patria e a rischiare la vita di corruzione. Lui è rimasto a casa a oziare. mistica» di Adolphe Tanquerey — incontrano la morte, o quanti sopravvivono (Cinisello Balsamo, San Paolo, Dalle scintille dell’accidia e della lussuria, e ma trovano le porte chiuse e i loro fratelli in dall’“abbassare la guardia”, inizia la catena dia- 2018, a cura di Daniele Libanori umanità impegnati nelle conquiste politiche e e Giuseppe Forlai, euro 50). bolica dei peccati gravi: adulterio, menzogna e di potere. Quanta paura e pregiudizio! Quan- omicidio. Presumendo, essendo re, di poter fa- Anche quest’anno vorrei te persone e quanti bambini muoiono ogni re tutto e ottenere tutto, Davide cerca anche di lasciarvi un pensiero. È giorno per mancanza di acqua, di cibo e di ingannare il marito di Betsabea, la gente, sé un classico: il Compendio medicine! Quanta povertà e miseria! Quanta stesso e perfino Dio. Il re trascura la sua rela- di teologia ascetica e mistica violenza contro i deboli e contro le donne! zione con Dio, trasgredisce i comandamenti di Tanquerey, ma nella Quanti scenari di guerre dichiarate e non di- divini, ferisce la propria integrità morale, senza recente edizione elaborata chiarate! Quanto sangue innocente viene ver- neanche sentirsi in colpa. L’unto continuava a da Mons. Libanori, Vescovo sato ogni giorno! Quanta disumanità e brutali- esercitare la sua missione come se niente fosse. ausiliare di Roma, e tà ci circondano da ogni parte! Quante perso- L’unica cosa che gli importava era salvaguar- da padre Forlai, padre ne vengono sistematicamente torturate ancora spirituale del Seminario dare la sua immagine e la sua apparenza. oggi nelle stazioni di polizia, nelle carceri e «Perché coloro che non si accorgono di com- di Roma. Credo che sia buono. Non leggerlo nei campi dei profughi in diverse parti del mettere gravi mancanze contro la Legge di dall’inizio alla fine, ma mondo! Dio possono lasciarsi andare ad una specie di cercare nell’indice questa Viviamo anche, in realtà, una nuova epoca stordimento o torpore. Dato che non trovano virtù, questo atteggiamento, di martiri. Sembra che la crudele e atroce per- niente di grave da rimproverarsi, non avverto- questa cosa... Ci farà bene, secuzione dell’impero romano non conosca fi- no quella tiepidezza che a poco a poco si va per la riforma di ognuno ne. Nuovi Neroni nascono continuamente per impossessando della loro vita spirituale e fini- di noi e la riforma scono per logorarsi e corrompersi» (Esort. ap. opprimere i credenti, soltanto per la loro fede della Chiesa. È per voi! Gaudete et exsultate, 164). Da peccatori finisco- in Cristo. Nuovi gruppi estremisti si moltipli- cano prendendo di mira le chiese, i luoghi di no per diventare corrotti. (Nella foto Reuters, un bambino in un gruppo di migranti in coda culto, i ministri e i semplici fedeli. Nuovi e Anche oggi ci sono tanti “unti del Signore”, per la distribuzione di cibo) vecchi circoli e conventicole vivono nutrendosi uomini consacrati, che abusano dei deboli, ap- di odio e ostilità verso Cristo, la Chiesa e i profittando del proprio potere morale e di per- credenti. Quanti cristiani vivono ancora oggi suasione. Compiono abomini e continuano a sotto il peso della persecuzione, dell’emargina- esercitare il loro ministero come se niente fos- zione, della discriminazione e dell’ingiustizia se; non temono Dio o il suo giudizio, ma te- in tante parti del mondo! Continuano, tutta- mono soltanto di essere scoperti e smascherati. via, coraggiosamente ad abbracciare la morte Ministri che lacerano il corpo della Chiesa, per non negare Cristo. Quanto è difficile, an- causando scandali e screditando la missione cora oggi, vivere liberamente la fede in tante salvifica della Chiesa e i sacrifici di tanti loro parti del mondo ove manca la libertà religiosa confratelli. e la libertà di coscienza! Anche oggi, cari fratelli e sorelle, tanti Davi- D all’altra parte, l’esempio eroico dei martiri de, senza batter ciglio, entrano nella rete di e dei numerosissimi buoni samaritani, ossia dei corruzione, tradiscono Dio, i suoi comanda- menti, la propria vocazione, la Chiesa, il po- giovani, delle famiglie, dei movimenti caritativi polo di Dio e la fiducia dei piccoli e dei loro e di volontariato e di tanti fedeli e consacrati, familiari. Spesso dietro la loro smisurata genti- non ci fa scordare comunque la contro-testi- lezza, impeccabile operosità e angelica faccia, monianza e gli scandali di alcuni figli e mini- nascondono spudoratamente un lupo atroce stri della Chiesa. pronto a divorare le anime innocenti. Mi limito qui soltanto alle due piaghe degli I peccati e i crimini delle persone consacrate abusi e dell’infedeltà. si colorano di tinte ancora più fosche di infe- La Chiesa da diversi anni è seriamente im- deltà, di vergogna e deformano il volto della pegnata a sradicare il male degli abusi, che gri- Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la da vendetta al Signore, al Dio che non dimen- Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vit- tica mai la sofferenza vissuta da molti minori a tima di queste infedeltà e di questi veri e pro- causa di chierici e persone consacrate: abusi di pri “reati di peculato”. potere, di coscienza e sessuali. Cari fratelli e sorelle, Pensando a questo doloroso argomento mi è sia chiaro che dinanzi a questi abomini la venuta in mente la figura del re Davide — un Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il «unto del Signore» (cfr. 1 Sam 16, 13; 2 Sam necessario per consegnare alla giustizia chiun- 11–12). Egli, dalla cui discendenza deriva il que abbia commesso tali delitti. La Chiesa non Bambino Divino — chiamato anche il “Figlio di cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nes- Davide” —, nonostante il suo essere eletto, re e sun caso. È innegabile che alcuni responsabili, unto del Signore, commise un triplice peccato, nel passato, per leggerezza, per incredulità, cioè tre gravi abusi insieme: abuso sessuale, di per impreparazione, per inesperienza — dob- potere e di coscienza. Tre abusi distinti, che biamo giudicare il passato con l’ermeneutica però convergono e si sovrappongono. del passato — o per superficialità spirituale e
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #francesco 6 Saluto del decano umana hanno trattato tanti casi senza la dovu- ta serietà e prontezza. Ciò non deve accadere mai più. Questa è la scelta e la decisione di All’inizio dell’udienza, il cardinale tutta la Chiesa. decano Angelo Sodano ha salutato il Pontefice a nome dei presenti. A febbraio prossimo la Chiesa ribadirà la sua ferma volontà nel proseguire, con tutta la Santo Padre, il Natale è sua forza, sulla strada della purificazione. La ormai vicino. (...) In tale Chiesa si interrogherà, avvalendosi anche degli gioiosa occasione le famiglie esperti, su come proteggere i bambini; come cristiane amano ritrovarsi evitare tali sciagure, come curare e reintegrare insieme, rinsaldando i loro le vittime; come rafforzare la formazione nei vincoli di reciproco amore. seminari. Si cercherà di trasformare gli errori Con questo spirito anche la famiglia pontificia oggi commessi in opportunità per sradicare tale vuole stringersi intorno a piaga non solo dal corpo della Chiesa ma an- lei, il successore di Pietro che da quello della società. Infatti, se questa posto dallo Spirito Santo a gravissima calamità è arrivata a colpire alcuni reggere la santa Chiesa di ministri consacrati, ci si domanda: quanto essa Dio in questo momento potrebbe essere profonda nelle nostre società e nelle della sua storia bimillenaria. nostre famiglie? La Chiesa dunque non si limi- Con tali sentimenti di terà a curarsi, ma cercherà di affrontare questo profonda unità ecclesiale, male che causa la morte lenta di tante perso- veniamo oggi innanzi a lei, ne, al livello morale, psicologico e umano. per porgerle gli auguri più fervidi di liete feste Cari fratelli e sorelle, natalizie. In primo luogo parlando di questa piaga, alcuni all’interno sono gli auguri del collegio della Chiesa si infervorano contro certi operato- cardinalizio, impegnato in ri della comunicazione, accusandoli di ignorare modo particolare a la stragrande maggioranza dei casi di abusi, partecipare alla quotidiana che non sono commessi dai chierici della sollecitudine pastorale del Chiesa — le statistiche parlano di più del 95% Papa per tutta la santa Chiesa. Sono poi gli auguri — e accusandoli di voler intenzionalmente dare della Curia romana e del una falsa immagine, come se questo male aves- Governatorato dello Stato se colpito solo la Chiesa Cattolica. Invece io della Città del Vaticano. A vorrei ringraziare vivamente quegli operatori tali voti, vorrei unire anche dei media che sono stati onesti e oggettivi e quelli dei rappresentanti che hanno cercato di smascherare questi lupi e continuare a percorrere indisturbati la strada «Natan accusa Davide» pontifici sparsi per il di dare voce alle vittime. Anche se si trattasse della perdizione. (X secolo, Salterio di Parigi) mondo, ai quali ci sentiamo di un solo caso di abuso — che rappresenta già sempre spiritualmente vicini. E questa non è una novità nella storia della di per sé una mostruosità — la Chiesa chiede Tutti insieme vorremmo poi Chiesa. Sant’Agostino, parlando del buon gra- di non tacere e di portarlo oggettivamente alla ringraziarla per l’esempio luce, perché lo scandalo più grande in questa no e della zizzania, afferma: «Credete forse, che ogni giorno ci dà di un materia è quello di coprire la verità. fratelli miei, che la zizzania non possa salire fi- generoso servizio alla santa no alle cattedre episcopali? Credete forse che Chiesa. L’anno trascorso è Ricordiamo tutti che solo grazie all’incontro essa sia solo nei ceti inferiori e non in quelli stato poi particolarmente con il profeta Natan Davide comprende la superiori? Volesse il cielo che noi non fossimo intenso per vostra Santità, gravità del suo peccato. Abbiamo bisogno og- zizzania! [...] Anche sulle cattedre episcopali con il suo ministero e con il gi di nuovi Natan che aiutino i tanti Davide a suo magistero qui a Roma, c’è il frumento e c’è la zizzania; e tra le varie svegliarsi da una vita ipocrita e perversa. Per comunità di fedeli c’è il frumento e c’è la ziz- in Italia e nel mondo. favore, aiutiamo la Santa Madre Chiesa nel Particolarmente grati le zania» (Sermo 73, 4: PL 38, 472). suo compito difficile, ossia quello di riconosce- siamo poi per la sua Queste parole di Sant’Agostino ci esortano re i casi veri distinguendoli da quelli falsi, le esortazione apostolica a ricordare il proverbio: “la strada dell’inferno Gaudete et exsultate. Con essa accuse dalle calunnie, i rancori dalle insinua- zioni, le dicerie dalle diffamazioni. Un compi- è lastricata di buone intenzioni”; e ci aiutano a ella ha fatto risuonare to assai difficile, in quanto i veri colpevoli san- capire che il Tentatore, il Grande Accusatore, ancora una volta nella Chiesa la chiamata alla no nascondersi scrupolosamente, al punto che è colui che divide, semina discordia, insinua riforma interiore e alla tante mogli, madri e sorelle non riescono a inimicizia, persuade i figli e li porta a dubi- santità. In particolare ci ha scoprirli nelle persone più vicine: mariti, pa- tare. ricordato che il cuore di drini, nonni, zii, fratelli, vicini, maestri... An- In realtà, in realtà dietro questi seminatori ogni rinnovamento è che le vittime, ben scelte dai loro predatori, di zizzania si trovano quasi sempre le trenta l’impegno a mettere Dio al spesso preferiscono il silenzio e addirittura, in monete d’argento. Ecco allora che la figura di centro di tutta la nostra vita. balia della paura, diventano sottomesse alla Davide ci porta a quella di Giuda Iscariota, Per questo ci diceva pure vergogna e al terrore di essere abbandonate. che «la santità è il volto più un altro scelto dal Signore che vende e conse- bello della Chiesa» (n. 9). E a quanti abusano dei minori vorrei dire: gna alla morte il suo maestro. Davide peccato- Tutti noi abbiamo poi convertitevi e consegnatevi alla giustizia uma- re e Giuda Iscariota saranno sempre presenti seguito il suo intenso na, e preparatevi alla giustizia divina, ricor- nella Chiesa, in quanto rappresentano la debo- impegno pastorale a Roma, dandovi delle parole di Cristo: «Chi scandaliz- lezza, che fa parte del nostro essere umano. in Italia, come nei suoi zerà anche uno solo di questi piccoli che cre- Sono icone dei peccati e dei crimini compiuti viaggi internazionali. Come dono in me, gli conviene che gli venga appesa da persone elette e consacrate. Uniti nella gra- dimenticare poi l’assemblea al collo una macina da mulino e sia gettato vità del peccato, si distinguono tuttavia nella del Sinodo dei vescovi nel profondo del mare. Guai al mondo per gli conversione. Davide si pentì affidandosi alla dedicata ai giovani e la scandali! È inevitabile che vengano scandali, misericordia di Dio, mentre Giuda si suicidò. canonizzazione del santo Pontefice Paolo VI? Nel ma guai all’uomo a causa del quale viene lo Tutti noi quindi, per far risplendere la luce corso dell’anno le siamo poi scandalo!» (Mt 18, 6-7). di Cristo, abbiamo il dovere di combattere stati particolarmente vicini Cari fratelli e sorelle, ogni corruzione spirituale, che «è peggiore della nella sua opera instancabile ora permettetemi di parlare anche di un’al- caduta di un peccatore, perché si tratta di una per la pace nel mondo e per tra afflizione, ossia dell’infedeltà di coloro che cecità comoda e autosufficiente dove alla fine la collaborazione fra i tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, tradiscono la loro vocazione, il loro giuramen- popoli. Santo Padre, a to, la loro missione, la loro consacrazione a l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzia- nome di tutti i presenti non mi resta che ringraziarla per Dio e alla Chiesa; coloro che si nascondono lità, poiché “anche Satana si maschera da an- questo suo generoso servizio dietro buone intenzioni per pugnalare i loro gelo della luce” (2 Cor 11, 14). Così terminò i pastorale e augurarle liete e fratelli e seminare zizzania, divisione e scon- suoi giorni Salomone, mentre il gran peccatore sante feste natalizie e un certo; persone che trovano sempre giustifica- Davide seppe superare la sua miseria» (Esort. felice anno di grazia 2019. zioni, perfino logiche, perfino spirituali, per ap. Gaudete et exsultate, 165).
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #francesco 7 Le gioie Passiamo alle gioie. Sono state numerose quest’anno, ad esempio, la buona riuscita del Sinodo dedicato ai giovani, di cui parlava il Cardinale Decano. I passi finora compiuti nel- la riforma della Curia. Tanti si domandano: quando finirà? Non finirà mai, ma i passi sono buoni. Ad esempio, i lavori di chiarimento e di trasparenza nell’economia; i lodevoli sforzi compiuti dall’Ufficio del Revisore Generale e dall’Autorità di Informazione Finanziaria; i buoni risultati raggiunti dall’Istituto per le Opere di Religione; la nuova Legge dello Sta- Gli auguri to della Città del Vaticano; il Decreto sul lavo- fornaio... E tutti sono felici. Perché? Perché sono ai dipendenti ro in Vaticano, e tante altre realizzazioni meno “contagiati” dalla gioia visibili. Ricordiamo, tra le gioie, i nuovi Beati dell’avvenimento a cui vaticani e Santi che sono le “pietre preziose” che adorna- partecipano, cioè la nascita no il volto della Chiesa e irradiano nel mondo di Gesù. Così anche il loro «Essere santi per essere felici»: speranza, fede e luce. È doveroso menzionare lavoro è santificato dalla è l’augurio rivolto dal Papa qui i diciannove martiri d’Algeria: «Dicianno- presenza di Gesù, dalla sua ai dipendenti della Santa Sede e venuta in mezzo a noi. E ve vite donate per Cristo, per il suo vangelo e dello Stato della Città questo ci fa pensare anche del Vaticano ricevuti con per il popolo algerino, [...] modelli di santità al nostro lavoro. le famiglie la mattina del 21 comune, la santità “della porta accanto”» Naturalmente lavorare ha dicembre nell’aula Paolo VI. (Thomas Georgeon, “Nel segno della fraterni- sempre una parte di fatica, è Pubblichiamo stralci del suo tà”, L’Osservatore Romano, 8 dicembre 2018, p. normale... Ma se ciascuno discorso. 6); l’alto numero di fedeli che ogni anno, rice- riflette un po’ della santità vendo il Battesimo, rinnovano la giovinezza di Gesù, basta poco, un Il Natale è per eccellenza della Chiesa, quale madre sempre feconda, e i piccolo raggio — un sorriso, una festa gioiosa, ma spesso numerosissimi figli che rientrano a casa e riab- un’attenzione, una cortesia, ci accorgiamo che la gente, un chiedere scusa — allora e forse noi stessi, siamo bracciano la fede e la vita cristiana; le famiglie tutto l’ambiente del lavoro e i genitori che vivono seriamente la fede e la stro Dio: povero e ricco, misericordioso e giu- presi da tante cose e alla sto, presente e nascosto, piccolo e grande. diventa più “respirabile”... fine la gioia non c’è, o, se trasmettono quotidianamente ai propri figli at- Si dirada quel clima pesante c’è, è molto superficiale. traverso la letizia del loro amore (cfr. Esort. Ricordiamo le parole stupende di San Ma- che a volte noi uomini e Perché? Mi è venuta in ap. postsin. Amoris laetitia, 259-290); la testi- cario il Grande, padre del deserto egiziano del donne creiamo con le nostre mente quella espressione monianza di tanti giovani che scelgono corag- IV secolo, che, parlando del Natale, afferma: prepotenze, le chiusure, i dello scrittore francese Léon giosamente la vita consacrata e il sacerdozio. «Dio si fa piccolo! L’inaccessibile e increato, pregiudizi, e si lavora anche Bloy: «Non c’è che una nella sua infinita e inimmaginabile bontà ha meglio, con più frutto. C’è tristezza, [...] quella di non Un vero motivo di gioia è anche il grande assunto un corpo e si è fatto piccolo. Nella una cosa che ci rende tristi essere santi». Dunque, il numero di consacrati e consacrate, vescovi e sua bontà è disceso dalla sua gloria. Nessuno, nel lavoro e fa ammalare contrario della tristezza, cioè sacerdoti, che vivono quotidianamente la loro nei cieli e sulla terra può comprendere la gran- l’ambiente del lavoro: è il la gioia, è legata all’essere santi. vocazione in fedeltà, silenzio, santità e abnega- dezza di Dio e nessuno, nei cieli e sulla terra chiacchiericcio. Per favore, Anche la gioia del Natale. zione. Sono persone che illuminano il buio non parlare male degli altri, può comprendere come Dio si fa povero e pic- Essere buoni, almeno avere dell’umanità, con la loro testimonianza di fe- non sparlare... C’è una bella il desiderio di essere buoni. colo per i poveri e i piccoli. Come è incom- medicina per non sparlare, de, di amore e di carità. Persone che lavorano prensibile la sua grandezza, così lo è anche la Guardiamo il presepe. Chi è ve la dirò: mordersi la felice, nel presepe? ... La pazientemente, per amore a Cristo e al suo sua piccolezza» (cfr. Omelie IV, 9-10; XXXII, 7: lingua. Quando ti viene la Madonna e San Giuseppe Vangelo, a favore dei poveri, degli oppressi e in Spirito e fuoco. Omelie spirituali. Collezione voglia, morditi la lingua e sono pieni di gioia: degli ultimi, senza cercare di mettersi sulle pri- II, Qiqajon-Bose, Magnano 1995, p. 88-89; così non sparlerai. Anche guardano il Bambino Gesù me pagine dei giornali o di occupare i primi 332-333). negli ambienti di lavoro e sono felici perché, dopo posti. Persone che, lasciando tutto e offrendo Ricordiamo che il Natale è la festa del «Dio esiste “la santità della porta mille preoccupazioni, hanno la loro vita, portano la luce della fede dove accanto”. Anche qui in grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza accolto questo Regalo di Cristo è abbandonato, assetato, affamato, car- Vaticano, certo, io posso Dio, con tanta fede e tanto non smette di essere grande. E in questa dia- testimoniarlo. Conosco cerato e nudo (cfr. Mt 25, 31-46). E penso par- lettica, grande è piccolo: c’è la tenerezza di amore. Sono “straripanti” di alcuni di voi che sono un santità e quindi di gioia. E ticolarmente ai numerosi parroci che offrono Dio. Quella parola che la mondanità cerca esempio di vita: lavorano voi mi direte: per forza! ogni giorno buon esempio al popolo di Dio, sempre di togliere dal dizionario: tenerezza. Il per la famiglia, e sempre Sono la Madonna e San sacerdoti vicini alle famiglie, conoscono i nomi Dio grande che si fa piccolo, che è grande e con quel sorriso, con quella Giuseppe! Sì, ma non di tutti e vivono la loro vita in semplicità, fe- continua a farsi piccolo» (cfr. Omelia a S. laboriosità sana, bella. È pensiamo che per loro sia de, zelo, santità e carità. Persone dimenticate Marta, 14 dicembre 2017; Omelia a S. Marta, possibile la santità. Questo stato facile: santi non si dai mass media ma senza le quali regnerebbe il 25 aprile 2013). è ormai il mio sesto Natale nasce, si diventa, e questo buio. da Vescovo di Roma, e devo vale anche per loro. Poi, Il Natale ci dona ogni anno la certezza che dire che ho conosciuto pieni di gioia sono i pastori. Cari fratelli e sorelle, la luce di Dio continuerà a brillare nonostante diversi santi e sante che Anche i pastori sono santi, parlando della luce, delle afflizioni, di Davi- la nostra miseria umana; la certezza che la lavorano qui. Santi e sante certo, perché hanno risposto de e di Giuda, ho voluto mettere in risalto il Chiesa uscirà da queste tribolazioni, ancora che vivono la vita cristiana all’annuncio degli angeli, valore della consapevolezza, che si deve tra- più bella e purificata e splendida. Perché tutti bene, e se fanno qualche sono accorsi subito alla sformare in un dovere di vigilanza e di custo- i peccati, le cadute e il male commesso da al- cosa brutta chiedono scusa. grotta e hanno riconosciuto cuni figli della Chiesa non potranno mai oscu- Ma vanno avanti, con la il segno del Bambino nella dia da parte di chi, nelle strutture della vita famiglia... Di solito sono rare la bellezza del suo volto, anzi, danno per- mangiatoia. Non era ecclesiastica e consacrata, esercita il servizio persone che non appaiono, fino la prova certa che la sua forza non sta in scontato. In particolare, nei del governo. In realtà, la forza di qualsiasi persone semplici, modeste, noi, ma sta soprattutto in Cristo Gesù, Salvato- presepi c’è spesso un Istituzione non risiede nell’essere composta da re del mondo e Luce dell’universo, che la ama e ma che fanno tanto bene pastorello, giovane, che uomini perfetti (questo è impossibile) ma nella nel lavoro e nei rapporti con guarda verso la grotta con ha dato la sua vita per lei, sua sposa. Il Natale gli altri... Allora il mio sua volontà di purificarsi continuamente; nella dà la prova che i gravi mali commessi da talu- aria trasognata, incantata: sua capacità di riconoscere umilmente gli erro- augurio è questo: essere quel pastore esprime la gioia ni non potranno mai offuscare tutto il bene santi, per essere felici. Ma ri e correggerli; nella sua abilità di rialzarsi che la Chiesa compie gratuitamente nel mon- stupita di chi accoglie il non santi da immaginetta, mistero di Gesù con animo dalle cadute; nel vedere la luce del Natale che do. Il Natale dà la certezza che la vera forza no, no. Santi normali. Santi di fanciullo. Questo è un parte dalla mangiatoia di Betlemme, percorre della Chiesa e del nostro lavoro giornaliero, e sante in carne e ossa, col tratto della santità: la storia e arriva fino alla Parusia. tante volte nascosto — come quello della Cu- nostro carattere, i nostri conservare la capacità di È necessario dunque aprire il nostro cuore ria, dove ci sono dei santi —, sta nello Spirito difetti, anche i nostri peccati stupirsi, di meravigliarsi alla vera luce, Gesù Cristo: la luce che può il- Santo che la guida e la protegge attraverso i — chiediamo perdono e davanti ai doni di Dio, alle secoli, trasformando perfino i peccati in occa- andiamo avanti —, ma luminare la vita e trasformare le nostre tenebre sue “sorprese”, e il dono più pronti a lasciarci in luce; la luce del bene che vince il male; la sioni di perdono, le cadute in occasioni di rin- grande, la sorpresa sempre “contagiare” dalla presenza nuova è Gesù. Poi ci sono i luce dell’amore che supera l’odio; la luce della novamento, il male in occasione di purificazio- di Gesù in mezzo a noi, mestieri: il ciabattino, vita che sconfigge la morte; la luce divina che ne e vittoria. pronti ad accorrere a Lui, l’acquaiolo, il fabbro, il trasforma in luce tutto e tutti; la luce del no- Grazie tante e Buon Natale a tutti! come i pastori...
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #scaffale 8 di ROBERTO RIGHETTO L’immagine di copertina del volume curato da Lucio Coco L a festa che si celebra prima che inizi l’Avvento, quella di Cristo Re, non è affatto anacronistica come potrebbe sembrare. Anche perché ci ha ricordato che chi esercita la regalità, cioè chi regge o governa la cosa pubblica, è colui che ama il suo popolo. Ed è un compito che non si può esercitare se non si ha cura della pro- pria anima, oltre che della città. Era questo l’intento che animava Fozio, patriarca di Co- stantinopoli nel IX secolo, nei suoi Consigli a un principe bizantino, un librettino che viene ora proposto dalle Edizioni Dehoniane di Bo- logna per la cura di Lucio Coco. Si tratta di un opuscolo di 66 sentenze, scritto fra gli anni 879 e 883 e rivolto al figlio dell’imperatore Ba- silio I il Macedone, il futuro Leone VI il Sag- gio poi asceso al trono nell’886. Il quale defe- nestrò Fozio insediando al suo posto, nella cattedra patriarcale della capitale dell’impero bizantino, il fratello minore Stefano. L’opera, che aveva per titolo Capita paraene- tica, non sempre in passato era stata attribuita a Fozio, ma il curatore di questa edizione ne è convinto; si inserisce nel solco di una tradizio- ne di scritti simili, come il discorso Sul regno di Sinesio di Cirene e la Scheda regia di Aga- peto, modelli che furono ripresi da altri autori te con chi ha offeso e ti renda responsabile de- come Cecaumeno con lo Strategikon fino a gli errori altrui». E ancora: «Ti mostrerai bea- Manuele II Paleologo con i Praecepta educatio- to e senza affanno se ti sforzerai di pacificare i nis regiae. conflitti, scacciando dalla città ogni inimicizia Fozio, che era già stato patriarca dall’858 e ogni discordia, respingendo quelli che gene- all’867 dopo aver ricoperto la carica di segreta- rano inimicizie e dando ospitalità a quelli che rio di stato, è noto al pubblico per la sua Bi- desiderano la pace». blioteca, libro in cui recensiva 280 pubblicazio- Come si comprende, si tratta di un libretto ni greche e bizantine, edito in Italia di recente attualissimo, che invita chi governa a non farsi da Adelphi. sedurre dalla blandizie del potere. Come face- Cosa prescrive Fozio al futuro imperatore? va in occidente secoli prima Ilario di Poitiers, Il consiglio iniziale è dedicato alla formazione: in un momento storico in cui non c’era più un la cultura è la prima qualità del principe, e si imperatore cristiano che perseguitava la Chie- acquista attraverso la lettura di buoni libri, sia della tradizione biblica sia di quella classica («da Salomone a Isocrate»). In secondo luogo Riproposte Consigli la misericordia nell’esercitare la giustizia verso i suoi sudditi: «Considera perso quel giorno in in un libro cui non hai reso un beneficio a nessuno per quei favori che tu stesso hai ricevuto da Dio». delle Dehoniane Chi governa deve disprezzare le ricchezze e per i governanti trasformare quanto possiede in opere buone le 66 sentenze per i suoi cittadini, nella consapevolezza che tutto è donato e che l’esistenza è transeunte. di Fozio L’esercizio della virtù è il primo scopo di chi detiene il potere, che «non deve mai consenti- re a se stesso le azioni che si rimproverano agli altri». Per questo il buon principe non deve mai sa: «Dobbiamo combattere contro un persecu- circondarsi di adulatori, ma di consiglieri giu- tore ancora più insidioso, un nemico che lusin- sti e fidati, che non gli nascondono la verità, e ga... non ci flagella alla schiena, ma ci accarez- al tempo stesso deve contrastare in tutti i mo- za il ventre; non ci confisca i beni, ma ci arric- di la corruzione, anticamera dell’illegalità. «È chisce per darci la morte; non ci spinge verso assolutamente necessario — si legge in un’altra la libertà mettendoci in carcere, ma verso la sentenza — che chi viene da te trovi giustizia. schiavitù invitandoci e onorandoci nel palaz- Rendi giustizia dunque all’offeso e punisci chi zo; non ci colpisce il corpo, ma prende posses- ha recato l’offesa perché non sembri che anche so del cuore; non ci taglia la testa con la spa- tu, in virtù del tuo soprassedere, sia conniven- da, ma ci uccide l’anima col denaro».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #francesco 9 In favore degli ultimi Un incontro atteso due anni. Era prevista nel 2016 S ono lieto di incontrare oggi le componenti e le l’udienza alla Protezione strutture operative che costituiscono il Servizio civile italiana, ma Nazionale della Protezione Civile. Saluto i l’emergenza del terremoto rappresentanti delle organizzazioni di volonta- che colpì l’Italia centrale riato, della comunità scientifica, dei Vigili del convogliò uomini e Fuoco, delle Forze di Polizia e delle Forze Ar- attenzioni nei luoghi del mate, delle Istituzioni locali, regionali, statali e sisma facendo saltare delle Aziende che erogano servizi essenziali. l’appuntamento. Lo ha (...) In questa bella occasione, rallegrata dalla ricordato il capo del vicinanza al santo Natale, il nostro pensiero e Dipartimento nazionale, la nostra preghiera non possono dimenticare le Angelo Borrelli, che sabato persone che quest’anno sono rimaste vittime di mattina, 22 dicembre, ha presentato a Papa Francesco fenomeni calamitosi, così come sentiamo il de- i settemila membri del siderio di ricordare quei soccorritori che — an- servizio nazionale riuniti che recentemente — hanno dato la propria vita nell’aula Paolo VI: uomini e per salvare quella degli altri. donne «che coniugano Oggi, a questa assemblea multicolore parte- professionalità e solidarietà» cipano insieme soccorritori e persone salvate, integrando «competenze e uniti a tanti comuni cittadini che hanno deciso quotidiano di ciascuno si possa vivere in un percorsi di vita» differenti. di mettere a disposizione della collettività le mondo più solidale e quindi più sicuro. Facendo quindi riferimento loro competenze e il loro tempo libero, con all’enciclica Laudato si’ come Alle Istituzioni territoriali è affidato il com- pietra miliare di una nuova impegno e generosità, assicurando la piena pito di programmare il corretto uso del territo- operatività di un sistema che costituisce la più consapevolezza ecologica, rio, in alcuni casi anche cercando di rimediare Borrelli ha ricordato che complessa e articolata forma di solidarietà a possibili errori commessi nel passato, molto pubblica a tutela della sicurezza individuale e serve un coinvolgimento spesso per carenza di conoscenze, e a provve- globale, dalle istituzioni ai collettiva. Il territorio italiano è caratterizzato dere alla sua gestione e costante manutenzio- dalla bellezza del paesaggio e dalla ricchezza singoli cittadini, per favorire ne. Altrettanto importante è la predisposizione forme «di sviluppo inclusivo del patrimonio storico-artistico. Questi ele- dei piani di protezione civile e la loro diffusio- ed ecosostenibile», menti meravigliosi purtroppo convivono con ne: sono strumenti indispensabili per program- considerando che il rispetto situazioni di pericolosità e vulnerabilità. (...) mare gli interventi di prevenzione e organizza- della natura non può essere Oggi le scienze e le tecnologie sono in grado re la risposta nelle situazioni di emergenza. separato dal rispetto della di aiutarci a conoscere e prevedere molti feno- Spesso l’esercizio di queste funzioni comporta dignità degli uomini. Infine, meni naturali, ma non sempre queste valuta- l’assunzione di grandi responsabilità, alle quali come segno di adesione zioni riescono poi a tradursi in interventi di corrispondono poche risorse e procedure non all’impegno del Pontefice in prevenzione che potrebbero ridurre drastica- sempre lineari. favore degli ultimi, la mente i danni alle persone e alle cose. La Protezione Civile, che sempre più spes- Protezione civile ha donato Così, la Protezione Civile italiana non smet- so viene chiamata a operare anche al di fuori un ambulatorio medico te mai di ricordarci che la difesa della vita dei confini nazionali, è un sistema organizza- mobile che poi Francesco umana e la salvaguardia del territorio e delle to sulla base del principio di sussidiarietà, e (nella foto) ha benedetto al infrastrutture non avvengono solo nelle emer- per questo rappresenta una peculiarità che termine dell’udienza. genze, ma anche e soprattutto nelle attività di previsione e prevenzione e nella successiva fase di ritorno alla normalità che, malgrado l’impe- Alla Protezione civile il Papa chiede gno di tutti, a volte è più lunga e complessa di quanto si possa immaginare. Voi per primi, operatori e volontari, sapete bene che, come ho detto nell’Enciclica Laudato si’, «la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di ri- Più prevenzione di valorizzare l’educazione e la sussidiarietà sposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’in- quinamento». (...) Per queste ragioni la mis- sione più importante della protezione civile di- e manutenzione venta quella educativa, per fare in modo che in tempo di quiete ciascun cittadino venga for- mato per conoscere i luoghi di vita quotidiana potrebbe ispirare altri settori della vita pub- e, in questo modo, possa adottare comporta- blica. Sedersi con rapidità attorno a un tavolo menti che riducano i rischi per sé e per gli al- per concordare e attuare scelte efficaci, supe- tri. In tal senso, sono particolarmente utili le rando gli individualismi in vista di un obietti- iniziative che vengono svolte nelle scuole con i vo condiviso, può diventare il metodo per ri- bambini e i ragazzi, che saranno poi i cittadini spondere con maggior appropriatezza ai biso- e i volontari di domani. Ai giovani dico sem- gni della popolazione nell’ottica del bene co- pre di impegnarsi per amare e proteggere la mune. Su questa strada diventa più facile natura e per diffondere il valore della convi- mantenere davanti agli occhi non solo i pro- venza, per fare in modo che dall’impegno blemi, ma anche e soprattutto le persone. (...)
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 3 gennaio 2019 #copertina 10 Troppi non hanno pane G iuseppe, con Maria sua sposa, salì «alla città di Davide chiamata Betlemme» (Lc 2, 4). Sta- notte, anche noi saliamo a Betlemme per sco- prirvi il mistero del Natale. 1. Betlemme: il nome significa casa del pane. In questa “casa” il Signore dà oggi appunta- mento all’umanità. Egli sa che abbiamo biso- gno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nu- trimenti del mondo non saziano il cuore. Nel- la Scrittura, il peccato originale dell’umanità è associato proprio col prendere cibo: «Prese del frutto e ne mangiò», dice il libro della Genesi (3, 6). Prese e mangiò. L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordi- gia attraversa la storia umana, fino ai parados- e spezzare la spirale dell’avidità e dell’ingordi- «Pochi banchettano lautamente si di oggi, quando pochi banchettano lauta- gia. Dalla “casa del pane”, Gesù riporta l’uo- e troppi non hanno pane mente e troppi non hanno pane per vivere. mo a casa, perché diventi familiare del suo per vivere». Lo ha denunciato Betlemme è la svolta per cambiare il corso Dio e fratello del suo prossimo. Davanti alla il Papa nell’omelia della storia. Lì Dio, nella casa del pane, nasce mangiatoia, capiamo che ad alimentare la vita della celebrazione in una mangiatoia. Come a dirci: eccomi a voi, non sono i beni, ma l’amore; non la voracità, all’altare della Confessione come vostro cibo. Non prende, offre da man- ma la carità; non l’abbondanza da ostentare, giare; non dà qualcosa, ma sé stesso. A Be- ma la semplicità da custodire. tlemme scopriamo che Dio non è qualcuno che prende la vita, ma Colui che dona la vita. Il Signore sa che abbiamo bisogno ogni All’uomo, abituato dalle origini a prendere e giorno di nutrirci. Perciò si è offerto a noi mangiare, Gesù comincia a dire: «Prendete, ogni giorno della sua vita, dalla mangiatoia di mangiate. Questo è il mio corpo» (Mt 26, 26). Betlemme al cenacolo di Gerusalemme. E oggi Il corpicino del Bambino di Betlemme lancia ancora sull’altare si fa Pane spezzato per noi: un nuovo modello di vita: non divorare e ac- bussa alla nostra porta per entrare e cenare caparrare, ma condividere e donare. Dio si fa con noi (cfr. Ap 3, 20). A Natale riceviamo in piccolo per essere nostro cibo. Nutrendoci di terra Gesù, Pane del cielo: è un cibo che non Lui, Pane di vita, possiamo rinascere nell’amore scade mai, ma ci fa assaporare già ora la vita eterna. A Betlemme scopriamo che la vita di Dio scorre nelle vene dell’umanità. Se la accoglia- mo, la storia cambia a partire da ciascuno di Alla messa noi. Perché quando Gesù cambia il cuore, il centro della vita non è più il mio io affamato della notte ed egoista, ma Lui, che nasce e vive per amo- di Natale re. Chiamati stanotte a salire a Betlemme, casa del pane, chiediamoci: qual è il cibo della mia il Papa invita vita, di cui non posso fare a meno? È il Signo- re o è altro? Poi, entrando nella grotta, scor- a spezzare gendo nella tenera povertà del Bambino una nuova fragranza di vita, quella della semplici- la spirale tà, chiediamoci: ho davvero bisogno di molte cose, di ricette complicate per vivere? Riesco a dell’avidità fare a meno di tanti contorni superflui, per scegliere una vita più semplice? A Betlemme, accanto a Gesù, vediamo gente che ha cammi- nato, come Maria, Giuseppe e i pastori. Gesù è il Pane del cammino. Non gradisce digestio- ni pigre, lunghe e sedentarie, ma chiede di al- zarsi svelti da tavola per servire, come pani spezzati per gli altri. Chiediamoci: a Natale spezzo il mio pane con chi ne è privo?
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