La mitezza raduna L'ira separa - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 20 febbraio 2020 anno LXXIII, numero 8 (4.032) La mitezza raduna L’ira separa
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #internazionale 2 Vita quotidiana in un campo di sfollati siriano (Reuters) È morta di freddo tra le braccia del padre che condizioni erano peggiorate, tanto da indurre il tentava di raggiungere a piedi un ospedale per padre a rischiare di mettersi in cammino per di- curare la bronchite della piccola: è accaduto verse ore per raggiungere il più vicino ospedale nella Siria nord-occidentale, martoriata dal attraversando all’alba, a piedi, un percorso di conflitto e dove, secondo l’Onu, circa 800 mi- montagna. Secondo le stesse fonti, la bambina la persone sono in fuga in condizioni umanita- è morta prima di arrivare in ospedale. rie disperate, strette nella morsa del gelo e, in A Idlib si sta consumando uno dei capitoli molti casi, senza acqua potabile e un rifugio più terribili del conflitto siriano: le truppe go- La piccola Iman dove ripararsi. La bambina, di nome Iman, è vernative del presidente Assad, combattono deceduta giovedì 13 febbraio, nel distretto di contro gruppi di ribelli. Inevitabilmente, il fuggiva Afrin al confine con la Turchia. La notizia del- confronto tra soldati siriani e ribelli è quoti- la sua morte è stata diffusa soltanto ieri. La diano, così com’è quotidiano il rischio di una dalle violenze sua è una storia molto simile a quella di tanti deflagrazione di un conflitto regionale su vasta altri piccoli siriani — secondo l’Onu e le ong scala. A pagarne le conseguenze sono anzitut- in Siria sarebbero almeno 123 — che, nel corso degli to i civili e i bambini. ultimi otto anni di guerra, sono stati uccisi dai Negli stessi giorni in cui si è consumata la gelidi inverni. Tra loro anche Abdelwahhab, tragedia della piccola Iman, si era sparsa la no- un neonato morto assiderato nei giorni scorsi tizia di una intera famiglia — padre, madre e nella vicina regione di Idlib. due figlie — morte soffocate nella loro tenda di Stando a fonti locali, il padre di Iman, fortuna a Idlib a causa del malfunzionamento Mahmud Laila, è morto poco dopo la figlia. di una stufa mai riparata. Secondo l’O sservato- L’OSSERVATORE ROMANO Morta di freddo Unicuique suum Non praevalebunt Edizione settimanale in lingua italiana Città del Vaticano ornet@ossrom.va www.osservatoreromano.va tra le braccia del padre ANDREA MONDA D irettore GIANLUCA BICCINI Coordinatore PIERO DI D OMENICANTONIO Progetto grafico Redazione via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano Profugo originario della regione di Damasco, rio nazionale per i diritti umani in Siria, la fa- fax +39 06 6988 3675 Mahmud era sfollato assieme alla famiglia al- miglia non aveva i mezzi per provvedere a una Servizio fotografico meno altre tre volte. L’ultima regione di prove- stufa nuova e si era invece procurata un mezzo telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 nienza era la periferia sud-occidentale di Alep- di riscaldamento difettoso, che si è rivelato leta- photo@ossrom.va www.photo.va po, vicina a Idlib. Da lì la famiglia di Mahmud le nel diffondere nell’ambiente un fumo tossico. TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE aveva raggiunto le campagne di Afrin, dove ne- In rete circolano immagini — la cui autenticità L’OSSERVATORE ROMANO vica da giorni e dove mancano le più basilari non può essere verificata in maniera indipen- Abbonamenti strutture di accoglienza per i profughi. Fonti dente — del padre e delle due bambine morte Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). giornalistiche locali riportano che la piccola accanto all’uomo nella tenda: sono avvolti nelle telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 Iman si era ammalata di bronchite, e che le sue coperte, ancora stretti gli uni agli altri. info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #angelus 3 La guerra nasce dall’incapacità di dominare le passioni Le guerre nascono dall’incapacità di «dominare le proprie passioni». Lo ha ricordato Papa Francesco all’Angelus di domenica 16 febbraio, proponendo ai fedeli riuniti a mezzogiorno in piazza San Pietro una riflessione sul passo evangelico di Matteo (5, 17-37) tratto dal “discorso della montagna”, che «affronta l’argomento dell’adempimento della Legge». C ari fratelli e sorelle, buongiorno! desidera si può avere, e non è bene cedere ai Il Vangelo di oggi (cfr. Mt 5, 17-37) è tratto sentimenti egoistici e possessivi. Quando si ac- dal “discorso della montagna” e affronta l’ar- coglie la Legge di Dio nel cuore si capisce che gomento dell’adempimento della Legge: come bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di io devo compiere la Legge, come fare. Gesù promesse non mantenute, come anche passare vuole aiutare i suoi ascoltatori ad avere un ap- dal divieto di giurare il falso alla decisione di proccio giusto alle prescrizioni dei Comanda- non giurare affatto, assumendo l’atteggiamen- menti dati a Mosè, esortando ad essere dispo- to di piena sincerità con tutti. nibili a Dio che ci educa alla vera libertà e re- E Gesù è consapevole che non è facile vive- sponsabilità mediante la Legge. Si tratta di vi- re i Comandamenti in questo modo così tota- verla come uno strumento di libertà. Non di- lizzante. Per questo ci offre il soccorso del suo mentichiamo questo: vivere la Legge come amore: Egli è venuto nel mondo non solo per All’Angelus uno strumento di libertà, che mi aiuta ad esse- dare compimento alla Legge, ma anche per re più libero, che mi aiuta a non essere schiavo donarci la sua Grazia, così che possiamo fare il Pontefice ricorda delle passioni e del peccato. Pensiamo alle guerre, pensiamo alle conseguenze delle guer- la volontà di Dio, amando Lui e i fratelli. Tut- la bambina siriana to, tutto possiamo fare con la Grazia di Dio! re, pensiamo a quella bambina morta di fred- do in Siria l’altro ieri. Tante calamità, tante. Anzi, la santità non è altra cosa che custodire deceduta questa gratuità che ci ha dato Dio, questa Questo è frutto delle passioni e la gente che fa Grazia. Si tratta di fidarsi e affidarsi a Lui, al- per assideramento la guerra non sa dominare le proprie passioni. la sua Grazia, a quella gratuità che ci ha dato Gli manca di adempiere la Legge. Quando si e accogliere la mano che Egli ci tende costan- cede alle tentazioni e alle passioni, non si è si- temente, affinché i nostri sforzi e il nostro ne- gnori e protagonisti della propria vita, ma si cessario impegno possano essere sostenuti dal diventa incapaci di gestirla con volontà e re- suo aiuto, ricolmo di bontà e di misericordia. sponsabilità. Gesù oggi ci chiede di progredire sulla via Il discorso di Gesù è strutturato in quattro dell’amore che Lui ci ha indicato e che parte antitesi, espresse con la formula «Avete inteso dal cuore. Questa è la strada da seguire per vi- che fu detto ... ma io vi dico». Queste antitesi vere da cristiani. La Vergine Maria ci aiuti a fanno riferimento ad altrettante situazioni del- seguire la via tracciata dal suo Figlio, per rag- la vita quotidiana: l’omicidio, l’adulterio, il di- giungere la gioia vera e diffondere dappertutto vorzio, e i giuramenti. Gesù non abolisce le la giustizia e la pace. prescrizioni che riguardano queste problemati- che, ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle. Egli inco- Al termine della preghiera mariana il Pontefice raggia a passare da un’osservanza formale del- ha salutato, come di consueto, alcuni dei gruppi la Legge a un’osservanza sostanziale, acco- di pellegrini presenti in piazza San Pietro. gliendo la Legge nel cuore, che è il centro del- Cari fratelli e sorelle! le intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le Saluto tutti voi, romani e pellegrini; in parti- azioni buone e quelle cattive. colare, quelli provenienti dalla Croazia e dalla Serbia; da Trappes, in Francia; dalla diocesi di Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si Toledo, in Spagna; e gli studenti del “Colegio capisce che, quando non si ama il prossimo, si Asunción Cuestablanca” di Madrid. uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccido- Saluto i fedeli di Biancavilla, Fiuggi, Apri- no la carità fraterna che è alla base dei rappor- lia, Pescara e Treviso; i ragazzi della Cresima ti interpersonali. E questo vale per quello che di Serravalle Scrivia, Quarto d’Altino e Rosoli- ho detto delle guerre e anche per le chiacchie- na. re, perché la lingua uccide. Accogliendo la E a tutti auguro una buona domenica. Per Legge di Dio nel cuore si capisce che i deside- favore, non dimenticatevi di pregare per me. ri vanno guidati, perché non tutto ciò che si Buon pranzo e arrivederci!
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #editoriale 4 A fine novembre il Papa tornando dal viaggio in Asia alla domanda su cosa può insegnare l’Oriente all’Occidente risponde prontamente: la poesia, è questo ciò che manca all’O cciden- te a un tempo tecnologico e smarrito. Due mesi dopo, il 24 gennaio, pubblica il messag- gio per la giornata mondiale delle comunica- zioni sociali e mette al centro della sua rifles- sione il tema del racconto, partendo dal fatto che l’uomo è un “animale narrante” per cui la linfa che permette la buona circolazione di una persona, di una comunità, della società è la linfa delle storie, perché «per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone». Qualche giorno dopo parteci- pando a un convegno all’interno del progetto del Patto Educativo Globale da lui fortemente voluto, ha affermato che una buona educazio- ne è quella capace di creare poeti. Infine due giorni fa, pubblicando l’atteso testo dell’Esor- tazione post-sinodale Querida Amazonia, cita ben diciassette poeti, alcuni noti come Pablo gli altri che, visti con gli occhi della poesia, si Neruda, tutti provenienti dal Sud America. rivelano come dei doni e non come ostacoli Diciassette poeti. all’affermazione del proprio ego. Qui siamo ben oltre il teorema proposto da Lo scorso anno, a seguito del discorso di Agatha Christie secondo la quale: «Un indizio Natale Urbi et Orbi, scegliemmo la “fratellan- è un indizio, due indizi sono una coincidenza, za” come “parola dell’anno” che abbiamo svi- ma tre indizi fanno una prova», è quindi forse luppato su queste pagine lungo il 2019, que- il caso di fermarsi e riflettere su cosa ci sta di- st’anno stimolati dal Messaggio per la giornata cendo il Santo Padre. Nel suo lavoro di an- delle comunicazioni sociali la parola sarà “rac- nuncio del Vangelo e di invito alla conversione conto”. Nella prima delle interviste che stiamo rivolto agli uomini del suo tempo, in fondo è realizzando per sviluppare questo tema è inter- questo il compito essenziale assegnato al Vica- venuto Renzo Piano che ha sottolineato come di ANDREA MONDA rio di Cristo, Papa Francesco sta indicando anche l’architettura non è solo un fatto tecnico, una particolare “natura” della conversione che pratico, corrispondente ai bisogni abitativi ma lui ritiene urgente, appunto la natura poetica. ha una sua dimensione poetica, legata alla bel- A fianco alle conversioni che sono emerse du- lezza e alla natura umanistica di questa arte. rante i lavori e poi nel documento finale del Ogni casa, anche la più umile, ha affermato Sinodo per l’Amazzonia, quella pastorale, si- Piano (l’intera conversazione sarà pubblicata nodale, culturale ed ecologica c’è anche que- fra qualche giorno), ha ed è una storia, possie- st’altra conversione, verso una dimensione de un racconto, e l’architetto è chiamato a met- poetica della vita. È evidente da tutti questi tersi a servizio di quel racconto, senza la prete- “indizi” che si tratta di un tema che sta molto sa di controllarlo, manipolarlo, utilizzarlo. a cuore a Papa Francesco che sente con urgen- Poesia è quindi libera apertura alla vita, za la crisi di un Occidente ripiegato su un contemplazione del mistero dell’esistenza e in- orizzonte solo ed esclusivamente produttivo, fine racconto di questa esperienza che scaturi- dove il profilo dell’efficienza prevale su tutto il sce dall’impatto con la vita stessa. È poeta co- resto. Come già evidenziato a suo tempo da lui che serve e non si serve della realtà, che Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae: «Il non ha la pretesa di dominarla, definirla per- ché il linguaggio poetico non spie- ga la realtà, né tantomeno la piega verso un proprio fine, ma la dispie- Urge ga, lascia cioè che la realtà possa dispiegarsi in tutte le sue possibili direzioni. Un poeta argentino caro al Papa, J.L. Borges, diceva che si può definire un poligono ma non una conversione un mal di denti e che l’essenza del- la poesia è cogliere le cose in quan- to strane. Lo sguardo poetico vince il rischio della “familiarità” con le cose che porta alla scontatezza e poetica così di fatto alla noia, alla tristezza e al risentimento. La natura della poesia invece si radica nel senso della meraviglia e conduce alla li- bertà perché ci ricorda che la realtà del mondo e degli uomini non è un oggetto di cui possediamo il li- criterio proprio della dignità personale — quel- bretto di istruzioni per l’uso ma è qualcosa lo cioè del rispetto, della gratuità e del servizio che deve suscitare uno stupore che “solo cono- — viene sostituito dal criterio dell’efficienza, sce”, secondo l’espressione di san Gregorio di della funzionalità e dell’utilità: l’altro è ap- Nissa. Forse allora le uniche “istruzioni” am- prezzato non per quello che “è”, ma per quel- messe nel mondo della poesia sono quelle pro- lo che “ha, fa e rende”». clamate da Mary Oliver, poetessa americana scomparsa un anno fa, il 17 gennaio 2019, nella Contro il virus dell’efficienza esiste un anti- sua breve lirica intitolata Istruzioni per vivere doto che per il Papa è la poesia, la capacità una vita: «Pay attention (Fa’ attenzione)/ Be cioè di avere uno sguardo grato e gratuito, li- astonished (stupisciti) / Tell about it (raccon- bero e contemplativo verso la realtà, il mondo, talo)».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #queridaamazonia 5 Apporti innovativi dell’esortazione postsinodale D opo le prime reazioni di pianto o di trionfo, è ora opportuno procedere a una lettura serena di Querida Amazonia, affinché le sue sfide e i suoi apporti specifici non passino inosservati e per ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole di- re alla sua Chiesa. Nessun cambio di asse Qualcuno ha sostenuto che Francesco ha La forza profetica più grande di questo te- “chiuso le porte” alla possibilità di ordinare al- sto è il suo messaggio segnatamente sociale cuni uomini sposati, oltre a escludere altre che completa la Laudato si’ e integra con forza proposte del sinodo. La verità è che Francesco la dimensione culturale e la dimensione ecolo- su questo tema non ha chiuso né aperto porte, gica. Esprime, per esempio, concetti forti co- ha solo evitato di procedere con soluzioni af- me i seguenti: «La disparità di potere è enor- frettate. Non bisogna dimenticare che nell’in- me, i deboli non hanno risorse per difendersi, troduzione della sua esortazione scrive: «Non mentre il vincitore continua a prendersi tutto... svilupperò qui tutte le questioni abbondante- poteri locali, con la scusa dello sviluppo, han- mente esposte nel Documento conclusivo» (n. no partecipato ad alleanze allo scopo di di- 2). Allora, se in Querida Amazonia non men- struggere la foresta ... impunemente e senza li- ziona un punto non è perché esclude un suo miti» (Querida Amazonia, n. 13). ulteriore sviluppo, ma perché è evidente che «La colonizzazione non si ferma, piuttosto non ha voluto ripetere il Documento conclusi- in alcune zone si trasforma, si maschera e si vo, al punto da aver evitato di citarlo. France- nasconde, ma non perde la prepotenza contro sco dice chiaramente: «Non intendo né sosti- la vita dei poveri e la fragilità dell’ambiente» tuirlo né ripeterlo» (n. 2). Se non lo sostitui- (Ibid, n. 16). sce, non lo nega. Speriamo che le nostre questioni interne ec- Che non vuole sostituirlo è talmente chiaro clesiastiche non soffochino questa voce profeti- che l’unica cosa che fa è «presentar[lo] uffi- ca diretta soprattutto ai politici e agli impren- cialmente». Pur non trattandosi di un’appro- ditori, una voce tanto legata ai recenti eventi vazione di tipo canonico che attribuisce al do- che hanno destato preoccupazione in tutti. Se cumento sinodale un carattere magisteriale ciò accadesse, si mostrerebbe ancora una volta speciale, tuttavia gli conferisce una forza parti- una nostra difficoltà a dialogare con il mondo, colare visto che il Papa chiede a tutti i vescovi cosa che invece riesce tanto bene a Papa Fran- e agli agenti di pastorale in Amazzonia d’im- cesco. Così, mentre tante persone dotate di pegnarsi «nella sua applicazione» (n. 4). Il sensibilità sociale potrebbero ringraziare il Pa- documento quindi deve essere applicato. Si trat- pa per questo apporto, noi cattolici c’intratte- ta della sua ricezione, e il termine “applicazio- niamo a discutere su questioni interne. ne” induce a pensare a una ricezione creativa ed efficace. Un nuovo passo nella sinodalità Ovviamente per alcuni dei temi proposti questa applicazione sarà più semplice, mentre Il documento di Francesco mostra la preoc- per altri sarà molto più lenta e complessa, o cupazione d’includere non solo le voci che si dovrà seguire i canali adeguati, ma questo sono espresse nel Sinodo, ma anche quelle che nuovo procedimento, che consiste nel redigere si sono fatte sentire fuori, in diversi modi. Di un’esortazione “complementare” al documento fatto, in Querida Amazonia sono citati scrittori conclusivo del Sinodo, è una grandissima di VICTOR MANUEL latinoamericani famosi come Pablo Neruda, novità. FERNÁNDEZ* Vinícius de Moraes, Mario Vargas Llosa e Thiago de Melo, ma sono riportati anche versi di poeti popolari meno noti dei diversi paesi Per un rinnovamento ecclesiale dell’Amazzonia. Questa novità conferisce al te- con laici dotati di autorità sto un’inusuale bellezza. Vi trovano inoltre po- In ogni caso, il sogno ecclesiale che esprime sto riflessioni e preoccupazioni di operatori so- Francesco dà nuovo impulso al rinnovamento ciali e ricercatori locali, come pure di diversi della Chiesa. Particolare forza ha il suo appel- episcopati, il che fa di questo testo un testo si- nodale. CONTINUA A PAGINA 6
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #queridaamazonia 6 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5 Si apre qui uno spazio per una possibile elaborazione di un «rito amazzonico», men- lo a creare una Chiesa amazzonica «marcata- zionato da Francesco nella nota 120. È un mente laicale» (n. 94). Per questo Francesco punto sul quale il Sinodo ha accolto la sfida esige che i laici siano «dotati di autorità» (n. proposta dal Papa di uscire dalla polemica sui 94). Il che comporta di rivedere un modo “viri probati” dall’alto, puntando a un approc- d’intendere il sacerdozio che lo relaziona trop- cio più ampio che possa eventualmente inclu- po con il potere che ha nella comunità. Fran- dere anche questo tema. Nel pensiero di Fran- cesco ne parla esplicitamente nei punti 87 e cesco, una sintesi superiore non nega le preoc- 88. Francesco precisa che, quando si dice che il sacerdote è segno di Cristo Capo, si deve in- cupazioni oggetto di controversia ma le affron- tendere di Cristo come fonte della grazia, spe- ta in modo diverso. Tutto si risolve su un pia- cialmente nell’Eucaristia, non come fonte di no superiore «che conserva in sé le preziose potere. Perciò la guida delle comunità può es- potenzialità delle polarità in contrasto» (Evan- sere affidata a leader laici dotati di autorità gelii gaudium, n. 228; cfr. Querida Amazonia, n. che possano dar vita a una Chiesa più parteci- 104). Questo piano superiore, nelle discussioni pativa. del Sinodo, si è configurato poco a poco come Ad ogni modo, per garantire la celebrazione la possibilità di elaborare un “rito amazzoni- eucaristica si potrebbe pensare a un sacerdote co” che di fatto sarebbe l’ambito appropriato itinerante, ma è fondamentale che i laici in per discernere meglio l’eventualità di ordinare Amazzonia sviluppino maggiormente gli atteg- alcuni “viri probati”. giamenti e le capacità necessari a organizzare e Ma evidentemente questo presuppone un a gestire creativamente le comunità amazzoni- lungo processo, gruppi di studio, procedimenti che (n. 89). Non si può ignorare che i gruppi adeguati. Un nuovo rito richiede un lento, evangelici dispongono di un gran numero di lungo e ricco cammino di discernimento. Per- laici dotati di autorità (pastori), capaci di pene- ché discernere un tema così importante con se- trare capillarmente l’Amazzonia, mentre noi rietà, con fedeltà allo Spirito e con atteggia- pensiamo che con qualche sacerdote sposato ri- mento di comunione, è qualcosa che non si solveremo gli enormi bisogni che c’interpellano. può affrettare per ansia o per pressioni. Anco- ra una volta «il tempo è superiore allo spa- Il lungo e ricco discernimento zio». verso un rito amazzonico Se sappiamo leggere senza pregiudizi Queri- Un altro aspetto centrale del documento è il da Amazonia, possiamo trovarvi molti stimoli forte accento che pone sull’inculturazione, il nuovi per il rinnovamento ecclesiastico. Sareb- che implica anche una maggiore libertà e una be un peccato se perdessimo questa opportu- maggiore audacia negli attori locali. Ciò si nità e questa sfida per concentrarci, da una esprime in ambiti molto diversi, anche nella parte o dall’altra, su un punto troppo partico- Liturgia. Per questo Francesco ci chiede di evi- lare e limitato. tare di essere troppo duri con i riti e le mani- festazioni indigene e di non accusarli subito di paganesimo o di idolatria (cfr. n. 79). *Arcivescovo di La Plata Comunicato della Segreteria di Stato Incontro bilaterale tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese Venerdì 14 febbraio 2020, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020, ha avuto luogo un incontro tra l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rap- porti con gli Stati della Santa Sede, e Sua Ec- cellenza il signor Wang Yi, consigliere di Stato e ministro degli Affari esteri della Repubblica Popolare Cinese. Nel corso del colloquio, svoltosi in un clima cordiale, sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo. In particolare, si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando altre- sì la volontà di proseguire il dialogo istituzio- nale a livello bilaterale per favorire la vita del- la Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese. Apprezzamento è stato espresso per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epide- mia di coronavirus e solidarietà nei confronti della popolazione colpita. Infine, si è auspicata maggiore cooperazione internazionale al fine di promuovere la convi- venza civile e la pace nel mondo e si sono scambiate considerazioni sul dialogo intercul- turale e i diritti umani.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #culture 7 I Musei Vaticani hanno intenzione di intrapren- dere molte iniziative per celebrare i cinquecen- to anni dalla morte del divino Raffaello San- zio da Urbino. Questo “Anno Sanzio” del 2020 sarà per i Musei del Papa un anno di esposizioni, restauri, progetti di ricerca, libri, mostre, e vedrà, inoltre, l’organizzazione di un convegno internazionale di studi e altre diver- se iniziative. Per comprendere pienamente Raffaello è necessario venire in Vaticano, ma lo sarà ancora di più nell’anno che ci appre- stiamo a vivere. I Palazzi e i Musei Vaticani hanno infatti il privilegio di essere i depositari dei più impor- tanti cicli pittorici del grande urbinate. Le Stanze di Giulio II della Rovere, che hanno acquisito il nome dello stesso Raffaello in con- Dopo l’esposizione dei Piatti raffaelleschi al Palazzo di Castel Gandolfo e della Pala dei Decemviri di Pietro Perugino in Pinacoteca Va- ticana il 7 febbraio scorso, quale ulteriore av- vio delle celebrazioni raffaellesche i Musei Va- ticani hanno pensato ad un evento epocale: la straordinaria presentazione degli arazzi di Raf- faello in Cappella Sistina. Opere ormai universali come il contesto per il quale furono commissionate da un Papa umanista e amante delle arti, il figlio di Loren- zo il Magnifico, il raffinato ed esteta Giovanni de’ Medici, Leone X, che li volle per la Cap- pella Magna dei Palazzi Vaticani. Quella cap- pella già affrescata dai grandi del Quattrocen- to e poi dal genio michelangiolesco, veniva completata nel suo ruolo di “catechesi visiva” «Morte di Anania» siderazione del valore degli affreschi (Stanza da questo ciclo riguardante l’apostolato dei dell’Incendio, Stanza della Segnatura, Stanza due patroni di Roma: Pietro e Paolo. di Eliodoro e il Salone di Costantino), ma an- Al momento della sua elezione, Papa Medi- che le imponenti e imprescindibili pale della ci aveva notato lo stato avanzato delle demoli- Pinacoteca Vaticana. Attraverso queste opere zioni della vecchia San Pietro, e utilizzò quin- incredibili è possibile avere una efficace sintesi di la Cappella Sistina per le sue celebrazioni. delle sue diverse fasi artistiche: la giovanile Il suo cerimoniere Paris de Grassis annotava Pala Oddi, la delicata e matura Madonna di l’attenzione papale verso la cappella e anche, Foligno e la dirompente Trasfigurazione, ultima come, in tale spazio più piccolo, la dignità e la opera dell’artista. E poi ancora la predella del- maestà pontificia vi risplendessero con mag- la Pala Baglioni raffigurante le Virtù teologali giore evidenza rispetto alla basilica di San Pie- tro (vere in Cappella illa refluxit omni modo maietstas papalis cum in Sancto Pietro). Anno Sanzio 2020 Divino Raffaello La Cappella Sistina era in quel momento il luogo rappresentativo della Chiesa romana e quindi egli ebbe la volontà di imprimervi, do- gli arazzi po i suoi predecessori, Sisto IV e Giulio II, il segno del proprio passaggio. Leone X lo fece di San Pietro insieme a Raffaello con delle opere d’arte mo- bili, degli arazzi, che una volta terminata la e San Paolo nuova San Pietro sarebbero anche potuti esse- di BARBARA JATTA — fede, speranza e carità — e poi ancora gli af- re utilizzati in altro modo — come poi furono freschi di Palazzo legati al cardinale Bibbiena — e che erano all’epoca l’espressione migliore e le celeberrime Logge, meta e mito di secoli del fasto e della ricchezza pontificia. di grand touristes. Gli arazzi fiamminghi erano infatti la mani- La Cappella Sistina viene sempre identifica- festazione più raffinata del collezionismo delle ta con Michelangelo e con i grandi “quattro- corti e dei cardinali del tempo, ma anche un centisti” che nel XV secolo l’affrescarono lungo efficacissimo mezzo di celebrazione e propa- le pareti: Perugino, Ghirlandaio, Botticelli, Si- ganda. Una committenza importante quella gnorelli... ma è a Raffaello che dobbiamo il del Papa a Raffaello indirizzata su una precisa completamento iconografico, teologico e cate- scelta iconografica: le storie di san Pietro e di chetico di quel luogo universale con la realiz- san Paolo, collegati sotto il profilo narrativo zazione dei preziosissimi arazzi con le storie di dalla lapidazione di santo Stefano che ne co- san Pietro e san Paolo, i patroni della Città Eterna. CONTINUA A PAGINA 8
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #culture 8 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 la capillare divulgazione in tante forme artisti- che e letterarie di cui furono protagonisti, a te- stituisce una sorta di cerniera. Gli episodi raf- stimonianza della loro fortuna critica e visiva. figurati possono essere letti come una narra- Non poteva mancare l’analisi sulla tecnica zione continua che segue anche nella succes- esecutiva (filati e coloranti), l’esame autoptico sione degli eventi evangelici e si collega con le del retro degli arazzi e un accurato resoconto rappresentazioni ad affresco delle pareti e del- dei complessi restauri intrapresi dal Laborato- la volta a compimento del grandioso racconto rio arazzi e tessuti dei Musei, e le tante inda- sulla storia dell’umanità e della rivelazione. gini diagnostiche svolte dal nostro Gabinetto Pochi mesi prima della prematura e improv- di ricerche scientifiche. visa scomparsa dell’artista — il 26 dicembre Gli arazzi sono sontuosamente esposti in 1519, nella festività di Santo Stefano — i primi Cappella Sistina e fra una settimana ritorne- sette arazzi della serie vennero esposti alla pre- ranno nella Sala VIII della Pinacoteca Vatica- senza del suo illustre committente. Sempre il na, salone d’onore dedicato a Raffaello e alle cerimoniere della Cappella Papale, Paris de sue opere, inaugurato nel 1932 da Pio XI e da Grassis, annotava che a universale giudizio allora luogo privilegiato per godere in maniera non si era mai visto niente di più bello al sublime delle opere del grande urbinate. In mondo, ut fuit universale juditium, sunt res qua Cappella Sistina si possono ammirare con una non est aliquid in orbe nunc pulchrius. nuova illuminazione, che, grazie alla partner- L’intenzione dei Musei del Papa è quella di ship con la Direzione delle infrastrutture e ser- condividere — a cinquecento anni di distanza vizi Scv e la ditta Osram, consente di apprez- — la stessa Bellezza in omaggio al divino Raf- zarli nel luogo per il quale furono concepiti. A faello. Ce lo ha suggerito lo stesso Papa Fran- breve la stessa sofisticata luce permetterà di cesco che il 9 gennaio di quest’anno nel di- goderli in maniera permanente nel salone della scorso tenuto agli ambasciatori accreditati Pinacoteca in un rinnovato fulgore e allesti- presso la Santa Sede, nel quale ha ricordato mento. Lavori lunghi, meticolosi e delicati che come «Raffaello è stato un figlio importante difficilmente sarebbero stati intrapresi senza i di un’epoca, quella del Rinascimento, che ha tecnici vaticani dotati di altissima professiona- arricchito l’umanità intera. Un’epoca non pri- lità e il sostegno fondamentale dei nostri Pa- va di difficoltà, ma animata da fiducia e spe- trons of the Arts in the Vatican Museums. Un ranza». L’esortazione del Pontefice è stata an- evento quindi eccezionale che ha visto coinvol- che quella di far riscoprire, attraverso questo ti la Direzione e tutti gli Uffici e i Reparti dei artista, lo spirito d’apertura che ha caratteriz- Musei Vaticani ed è stato coordinato dal Re- zato la sua epoca e che ha reso la penisola ita- parto arazzi e tessuti, curato con professionali- liana così bella in storia, arte e cultura. tà ed entusiasmo da Alessandra Rodolfo. Nelle prossime settimane verranno anche da- ti alle stampe due corposi volumi sugli arazzi “sistini” di Raffaello che raccontano la loro sto- ria ma che intendono soprattutto dare conto di anni di ricerche, di analisi e di tanti restauri in- trapresi sui celebri “panni”. Anna Maria De Strobel ha lavorato per decenni su questo pro- getto che si conclude proprio in questo anno giubilare. In questi volumi c’è tutta la loro sto- ria e molto altro. La lunga e proficua ricerca documentaria ha portato i suoi frutti con le numerose storie che ci hanno permesso di co- noscere confische e spostamenti, e, una fra tut- te, la loro messa all’asta e la vendita nel 1798 durante l’occupazione francese e la saggia e re- pentina riacquisizione degli arazzi da parte del cardinale Consalvi nel 1808. Vi troviamo tanta tecnica sofisticata. Da quella dei disegni — sparsi per le collezioni di tutto il mondo — ai cartoni preparatori, oggi conservati al Victoria and Albert Museum di Londra, alla delicata arte della tessitura, le Fiandre e la fiorentissima bottega di Peter van Aelst. Vi si potrà appro- fondire la fortuna di questi arazzi meravigliosi, A 500 anni dalla morte Venti borse di studio e un percorso metodologici necessari a entrare in sinergia con la di due anni per formare cura del patrimonio nel segno di una prospettiva i nuovi professionisti nella gestione di musei, siti sempre più ampia, trasversale e integrata con il archeologici e imprese culturali. Al via, il 17 mondo del lavoro. febbraio, il bando per la selezione dei prossimi Il corso, giunto alla seconda edizione, segue partecipanti alla Scuola del patrimonio, il le più importanti ricerche europee programma proposto dalla Fondazione Scuola dei nell’individuazione dei fabbisogni formati beni e delle attività culturali che consente di e punta a valorizzare i profili professionali di accedere al diploma di Alta specializzazione e provenienza dei partecipanti in relazione ai nuovi Ricerca per il patrimonio culturale. Con questo contesti del patrimonio, corso di studio la Fondazione si propone di fornire ponendo in ascolto delle reali necessità degli istituti, alle professioni del settore culturale gli strumenti delle organizzazioni delle imprese culturali.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #messaggio 9 È l’ora di rimboccarsi le maniche Oltre 2000 persone in rappresentanza che gli viene data, come una pagina in bianco di parrocchie, movimenti e associazioni provenienti su cui scrivere. È chiamato a lasciarsi alle spal- da tutto il Paese, si sono riunite da venerdì 14 a le le proprie comodità e a fare un passo verso domenica 16 febbraio a Madrid insieme con 70 l’altro, cercando di dare ragione della speranza vescovi per il Congresso nazionale del laicato (cfr. 1 Pt 3, 15), non con risposte prefabbricate, spagnolo. Di seguito una traduzione del bensì incarnate e contestualizzate per rendere messaggio inviato dal Papa per l’apertura dei comprensibile e accessibile la Verità che come lavori, inaugurati dal cardinale Farrell, prefetto cristiani ci muove e ci fa felici. del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Per questo è necessaria quella libertà interio- re capace di lasciarsi toccare dalla realtà del nostro tempo e avere il coraggio di andarle in- All’Eminentissimo Cardinale contro. Il mandato missionario è sempre attua- RICARD O BLÁZQUEZ PÉREZ le e torna a noi con la forza di sempre, per far Presidente risuonare la voce sempre nuova del Vangelo in della Conferenza Episcopale Spagnola questo mondo in cui viviamo, in particolare in questa vecchia Europa, nella quale la Buona Novella si vede soffocata da tante voci di mor- C aro fratello, te e di disperazione. Mi rivolgo a lei, come anche all’amato Car- La Parola viva di Dio ha bisogno di essere dinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di predicata con passione e gioia attraverso la te- Madrid, e a tutti i fratelli vescovi, sacerdoti, stimonianza cristiana, per poter abbattere an- religiosi e, in modo particolare, ai fedeli laici, che i muri più alti che isolano ed escludono. È in occasione del Congresso Nazionale che ce- la vostra ora, è l’ora di uomini e donne im- lebrate con il tema: “Popolo di Dio in uscita”. pegnati nel mondo della cultura, Per arrivare a questa celebrazione avete per- della politica, dell’industria... che corso un lungo cammino di preparazione, e con il loro modo di vivere siano questo è bello, camminare insieme, fare “sino- capaci di portare la novità e la do”, condividendo idee ed esperienze a partire gioia del Vangelo ovunque si dalle diverse realtà in cui siete presenti, per ar- trovino. Vi incoraggio a vi- ricchirsi e far crescere la comunità in cui si vi- vere la vostra vocazione ve. immersi nel mondo, ascoltando, con Dio e È significativo che iniziate questo Congresso con la Chiesa, i battiti nel giorno in cui la Chiesa fa memoria dei dei vostri contemporanei, santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. Essi del popolo. E vi chiedo, diedero impulso a una grande evangelizzazio- per favore, di evitare a ne in questo continente, portando il messaggio ogni costo le “tentazioni” del Vangelo a quanti non lo conoscevano, ren- del laico all’interno della dendolo comprensibile e vicino alle genti del Chiesa, che possono es- loro tempo, con un linguaggio e forme nuove. sere: il clericalismo, che è Con il loro ingegno e la loro testimonianza, una piaga e vi rinchiude furono capaci di portare la luce e la gioia del nella sacrestia, come an- Vangelo a un mondo complesso ed ostile. Il che la competitività e il frutto fu di vedere come molti credevano e carrierismo ecclesiale, la aderivano alla fede, formando una comunità; rigidità e la negatività..., una porzione del Popolo di Dio cominciò a In un messaggio camminare in quella vasta regione del conti- che soffocano la specificità della vostra chia- mata alla santità nel mondo attuale. al laicato spagnolo nente, e continua a farlo ancora oggi sotto la protezione di quei due fratelli evangelizzatori. Non abbiate dunque paura di calpestare le strade, di entrare in ogni angolo della società, il Papa denuncia Questo ci indica — come afferma il motto di giungere fino ai limiti della città, di toccare del Congresso — che siamo Popolo di Dio, invi- le tante voci tati a vivere la fede, non in modo individuale le ferite della nostra gente... questa è la Chiesa di Dio, che si rimbocca le maniche per andare e isolato, ma nella comunità, come popolo di morte amato e caro a Dio. Gli apparteniamo, e que- incontro all’altro, senza giudicarlo, senza con- dannarlo, ma tendendogli la mano, per soste- sto implica non solo essere stati incorporati a e di disperazione Lui per mezzo del battesimo, ma anche vivere nerlo, incoraggiarlo, o semplicemente accom- pagnarlo nella sua vita. Che il mandato del Si- coerentemente con questo dono ricevuto. Per- che soffocano ciò è fondamentale prendere coscienza del fat- gnore risuoni sempre in voi: “Andate e predi- cate il Vangelo” (cfr. Mt 28, 19). la vecchia Europa to che facciamo parte di una comunità cristia- na. Non siamo un raggruppamento qualsiasi, e Vi incoraggio nel vostro compito e impe- neppure una Ong, ma la famiglia di Dio con- gno, e prego il Signore affinché questo Con- vocata attorno a uno stesso Signore. Ricordar- gresso possa dare frutti abbondanti. lo ci porta ad approfondire ogni giorno la no- E, per favore, vi chiedo di pregare per me. stra fede: un dono che si vive nell’azione litur- Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi gica, nella preghiera comune di tutta la Chie- custodisca. sa, e che deve essere annunciato. È il popolo Fraternamente, convocato da Dio, che cammina sentendo l’impulso dello Spirito, che lo rinnova e lo fa FRANCESCO tornare a Lui, volta dopo volta, per sentirci Roma, presso San Giovanni una cosa sua. in Laterano, 14 febbraio 2020 E questo Popolo di Dio in uscita vive in Festa dei santi Cirillo e Metodio, una storia concreta, che nessuno ha scelto, ma Patroni dell’Europa
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #editoriale 10 Ambasciatori di una Chiesa missionaria L a decisione papale di inserire nel curriculum formativo del personale diplomatico al servizio delle nunziature un anno da trascorrere in ter- ra di missione arriva a pochi mesi dall’annun- cio che lo stesso Francesco aveva fatto nel di- scorso conclusivo del Sinodo per l’Amazzonia. Un annuncio che ora diventa realtà per i nuo- vi alunni della Pontificia Accademia Ecclesia- stica nell’anno accademico 2020/2021. È interessante notare innanzitutto il conte- sto nel quale questo progetto è stato per la prima volta reso noto: la necessità di inviare sacerdoti nelle missioni e la difficoltà a trovar- ne di disponibili. Il Papa aveva citato la rispo- sta negativa che a volte ci si sente rivolgere: “No, non sono adatto a questo”. “Ebbene — aveva commentato il Pontefice — questo va ri- formato... I giovani religiosi hanno una voca- zione molto grande e bisogna formarli allo ze- lo apostolico per andare nei territori di confi- della realtà della Chiesa, dei suoi problemi e ne”. Subito dopo, Francesco aveva parlato an- difficoltà, ma anche delle sue speranze e della che dei futuri diplomatici, accennando a un confortante bellezza della sua quotidianità. Un “suggerimento” ricevuto: “Nel curriculum del anno che permetterà agli stessi allievi dell’Ac- servizio diplomatico della Santa Sede, i cademia, ai loro superiori e ai vescovi delle giovani sacerdoti trascorrano almeno un anno diocesi d’origine, di discernere meglio le sin- in terra di missione, ma non facendo il tiroci- gole vocazioni. Un anno che potrebbe anche nio nella nunziatura come si fa ora, che è mol- dissuadere qualcuno dall’intraprendere questo to utile, ma semplicemente al servizio di un servizio. Di certo si tratterà di un’esperienza vescovo in un luogo di missione”. destinata a cambiare sguardo e prospettiva per coloro che un giorno saranno chiamati a rap- Ora ciò si concretizza e a conclusione della presentare il Papa nei vari Paesi, sottolineando sua lettera al presidente dell’Accademia il Papa sottolinea: «L’esperienza missionaria che si così l’importanza per le Chiese locali di aiuta- La decisione re il Papa inviando al suo servizio sacerdoti vuole promuovere tornerà utile non soltanto ai giovani accademici, ma anche alle singole buoni e capaci. del Papa Ancora una volta, dunque, Francesco ci ri- Chiese con cui questi collaboreranno e, me lo corda che la Chiesa tutta — servizio diplomati- riguardante auguro, susciterà in altri sacerdoti della Chiesa universale il desiderio di rendersi disponibili a co compreso — o è missionaria o non è: «La Chiesa o è in uscita o non è Chiesa. O è in il curriculum svolgere un periodo di servizio missionario fuori della propria diocesi». L’impegno dei fu- annuncio o non è Chiesa. Se la Chiesa non esce si corrompe, si snatura. Diventa un’altra formativo turi nunzi apostolici servirà pertanto come esempio, perché altri sacerdoti accolgano l’in- cosa», come ha affermato il Papa nel prezioso del personale libro-intervista con Gianni Valente Senza di vito a trascorrere del tempo in missione. Lui non possiamo far nulla. La missione, ag- diplomatico Non c’è dubbio che la decisione, ora forma- giungeva il Papa in quel testo recente che me- lizzata dal Successore di Pietro, rappresenti un rita di essere assunto e diffuso, «non è un pro- della Santa Sede cambiamento davvero significativo nel corso di getto aziendale ben collaudato. Non è nemme- di ANDREA TORNIELLI studi per chi presterà servizio nelle nunziature no uno spettacolo organizzato per contare e sarà destinato, in molti casi, ad arrivare an- quanta gente vi prende parte grazie alle nostre cora in età relativamente giovane all’episcopa- propagande. Lo Spirito Santo opera come to. Un tassello fondamentale del curriculum vuole, quando vuole e dove vuole». E «la mi- diventa ora questo anno dedicato al servizio steriosa fecondità della missione non consiste missionario sul campo, fuori dal giardino di nelle nostre intenzioni, nei nostri metodi, nei casa, sporcandosi le mani nella pastorale, nelle nostri slanci e nelle nostre iniziative, ma riposa Chiese di frontiera. Un anno di cambiamento, proprio in questa vertigine: la vertigine che si di fatica, di esperienze nuove, che permetterà avverte davanti alle parole di Gesù, quando una migliore e più profonda comprensione dice: senza di me non potete far nulla».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #accademiaecclesiastica 11 «Un anno dedicato interamente al servizio Diocesi d’origine, condividendo con le Chiese missionario presso le Chiese particolari sparse missionarie un periodo di cammino insieme al- nel mondo»: è l’iniziativa con cui Papa Francesco la loro comunità, partecipando alla loro quoti- intende «arricchire il curriculum della formazione diana attività evangelizzatrice. accademica» dei futuri rappresentanti pontifici Mi rivolgo dunque a te, caro Fratello, che che studiano alla Pontificia accademia hai recentemente assunto l’incarico di Presi- ecclesiastica. In una lettera inviata al presidente, dente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, l’arcivescovo Joseph Marino, il Pontefice lancia chiedendoti di attuare questo mio desiderio di la proposta di questa «nuova esperienza», arricchire il curriculum della formazione acca- auspicando che essa torni «utile» non soltanto demica con un anno dedicato interamente al ai giovani sacerdoti ma anche alle singole diocesi servizio missionario presso le Chiese particola- e all’intera Chiesa universale. ri sparse nel mondo. Tale nuova esperienza entrerà in vigore a cominciare dai nuovi alunni che inizieranno la loro formazione nel prossi- C aro Fratello, mo anno accademico 2020/2021. a conclusione dei lavori della recente As- Allo scopo di elaborare in modo più appro- semblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la fondito e avviare bene tale progetto, occorrerà Regione Pan-Amazzonica, ho manifestato il innanzitutto una stretta collaborazione con la desiderio che i sacerdoti che si preparano al Segreteria di Stato e, più precisamente, con la Servizio diplomatico della Santa Sede dedichi- Sezione per il Personale di Ruolo diplomatico no un anno della loro formazione all’impegno della Santa Sede, nonché con i Rappresentanti missionario presso una Diocesi. Pontifici, i quali certamente non mancheranno Sono convinto che una tale esperienza potrà di prestare un valido aiuto nell’individuare le essere utile a tutti i giovani che si preparano o Chiese particolari pronte ad accogliere gli iniziano il servizio sacerdotale, ma in modo alunni e nel seguire da vicino tale loro espe- particolare a coloro che in futuro saranno chia- rienza. mati a collaborare con i Rappresentanti Ponti- Sono certo che, superate le iniziali preoccu- fici e, in seguito, potranno diventare a loro pazioni, che potrebbero sorgere di fronte a volta Inviati della Santa Sede presso le Nazio- questo nuovo stile di formazione per i futuri ni e le Chiese particolari. diplomatici della Santa Sede, l’esperienza mis- Infatti, come ho già avuto modo di ricorda- sionaria che si vuole promuovere tornerà utile re alla comunità di codesta Pontificia Accade- non soltanto ai giovani accademici, ma anche mia Ecclesiastica: “La missione che un giorno alle singole Chiese con cui questi collaboreran- sarete chiamati a svolgere vi porterà in tutte le no e, me lo auguro, susciterà in altri sacerdoti parti del mondo. In Europa bisognosa di sve- della Chiesa universale il desiderio di rendersi gliarsi; in Africa, assetata di riconciliazione; in disponibili a svolgere un periodo di servizio America Latina, affamata di nutrimento e inte- missionario fuori della propria Diocesi. riorità; in America del Nord, intenta a risco- In conclusione, affidando alla Vergine Ma- prire le radici di un’identità che non si defini- ria, Madre della Chiesa, questa nuova modali- sce a partire dalla esclusione; in Asia e Ocea- tà della formazione dei futuri collaboratori nel La richiesta Un anno di missione del Pontefice in una lettera per i futuri nunzi all’arcivescovo presidente nia, sfidate dalla capacità di fermentare in dia- Servizio diplomatico della Santa Sede, invio spora e dialogare con la vastità di culture an- con affetto a te, caro Fratello e all’intera co- cestrali” (25 giugno 2015). munità della Pontificia Accademia Ecclesiasti- Per affrontare positivamente queste crescenti ca un cordiale saluto e la mia Benedizione sfide per la Chiesa e per il mondo, occorre che Apostolica, chiedendovi per favore di ricordar- i futuri diplomatici della Santa Sede acquisi- mi nelle vostre preghiere. scano, oltre alla solida formazione sacerdotale Dal Vaticano, 11 febbraio 2020 e pastorale, e a quella specifica offerta da co- desta Accademia, anche una personale espe- rienza di missione al di fuori della propria
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 20 febbraio 2020 #copertina 12/13 La mitezza raduna, l’ira separa «Misericordiose, fraterne, fiduciose e con lo e non si valuta ciò che veramente è speranza»: sono così «le persone miti» importante, e si può rovinare il rappor- di cui ha parlato il Papa all’udienza to con un fratello, talvolta senza rime- generale di mercoledì 19 febbraio nell’Aula dio. Per l’ira, tanti fratelli non si parla- Paolo VI. Proseguendo le catechesi sulle no più, si allontanano l’uno dall’altro. Beatitudini il Pontefice si è soffermato È il contrario della mitezza. La mitezza sulla terza, per tessere un elogio della raduna, l’ira separa. mansuetudine e stigmatizzare il peccato La mitezza è conquista di tante cose. dell’ira, perché, ha detto, «un momento La mitezza è capace di vincere il cuore, di collera può distruggere tante cose». salvare le amicizie e tanto altro, perché le persone si adirano ma poi si calma- no, ci ripensano e tornano sui loro pas- C ari fratelli e sorelle, buongiorno! si, e così si può ricostruire con la mitez- za. Nella catechesi di oggi affrontiamo la terza delle otto beatitudini del Vangelo La “terra” da conquistare con la mi- di Matteo: «Beati i miti perché avranno tezza è la salvezza di quel fratello di in eredità la terra» (Mt 5,5). cui parla lo stesso Vangelo di Matteo: «Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo Il termine “mite” qui utilizzato vuol fratello» (Mt 18,15). Non c’è terra più dire letteralmente dolce, mansueto, bella del cuore altrui, non c’è territorio gentile, privo di violenza. La mitezza si più bello da guadagnare della pace ri- manifesta nei momenti di conflitto, si trovata con un fratello. E quella è la vede da come si reagisce ad una situa- terra da ereditare con la mitezza! zione ostile. Chiunque potrebbe sem- brare mite quando tutto è tranquillo, ma come reagisce “sotto pressione”, se viene attaccato, offeso, aggredito? In un passaggio, San Paolo richiama «la dolcezza e la mansuetudine di Cri- sto» (2 Cor 10,1). E San Pietro a sua volta ricorda l’atteggiamento di Gesù nella Passione: non rispondeva e non Con il team di judo più originale minacciava, perché «si affidava a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23). E la mitezza di Gesù si vede fortemen- A prima vista potrebbe sembrare il più una palla ecologica, sviluppata in Brasile con che gli è stata presentata da dom Donato te nella sua Passione. improbabile team di judo del mondo. Ma, tecnologia innovativa, adoperando un tessuto Ogliari, abate di Montecassino, e Nella Scrittura la parola “mite” indi- nell’Aula Paolo VI, a Papa Francesco realizzato con bottiglie di Pet (polietilene dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, ca anche colui che non ha proprietà quattordici giovani atleti, tutti con sindrome tereftalato) riciclate: cinque bottiglie vengono monsignor Renato Boccardo, insieme ai terriere; e dunque ci colpisce il fatto di Down, si sono presentati con indosso il rimosse dall’ambiente per ogni palla». sindaci di Norcia, Subiaco e Cassino. che la terza beatitudine dica proprio kimono cinto sui fianchi dalle classiche Insomma, «è la prima palla “sostenibile” al cinture d’ordinanza: e c’è chi, come Giulio, mondo e può servire da esempio: oggi come «I popoli e i responsabili della politica che i miti “avranno in eredità la terra”. mondiale possono trovare nei valori e nel ha persino la “famigerata” cintura nera. oggi vengono prodotti più di quaranta In realtà, questa beatitudine cita il Vengono da Ponte San Pietro e Gorle, nel milioni di palloni da calcio ogni anno e se programma di vita di san Benedetto un Salmo 37, che abbiamo ascoltato all’ini- Bergamasco, e sono i protagonisti di una tutti fossero “sostenibili”, verrebbero riciclati vigoroso impulso all’edificazione di un zio della catechesi. Anche lì si mettono straordinaria storia di inclusione attraverso lo quasi duecento milioni di bottiglie in Pet». ordine morale internazionale basato sulla All’udienza in relazione la mitezza e il possesso È un augurio particolarmente affettuoso quello che Papa Francesco ha voluto riservare, durante l’udienza generale, a Luigia Duchini nel giorno del suo novantesimo compleanno; sport. Straordinaria perché vissuta nella semplicità più disarmante. Il coach, Lorenzo Il Pet, fa presente il presidente della Federcalcio paulista, è una materia sintetica giustizia e sulla pace», è il messaggio di della terra. Queste due cose, a pensarci fondo di questa iniziativa per il 2020. generale bene, sembrano incompatibili. Infatti il la donna, accompagnata dalla figlia, è originaria di Solbiate Arno, in provincia di Varese Brasi, ha presentato a uno a uno, con sano orgoglio, questi suoi appassionati atleti, riciclabile al cento per cento e la si può trasformare ripetutamente per la Ora la fiaccola, dalla basilica di San possesso della terra è l’ambito tipico Benedetto a Norcia — uno dei simboli della il Papa parla del conflitto: si combatte spesso per un insieme agli altri due allenatori Carolina e Francesco. realizzazione di prodotti. Palloni compresi. L’avvincente documentario Wells of Hope devastazione del terremoto del 2016 — verrà territorio, per ottenere l’egemonia su A dare il via a questo progetto per il “Body sull’azione concreta intrapresa da Talitha portata in Ungheria, a Budapest e a della terza una certa zona. Nelle guerre il più forte Park Judo Cus Bergamo”, alcuni anni fa, Kum contro la tratta delle persone in Medio Pannonhalma, nel cuore dell’Europa. Quindi prevale e conquista altre terre. — permettete il gioco di parole — che è rapporto con Dio, difende i suoi doni, i sarà l’8 marzo a Subiaco, il 14 marzo a sono stati don Ezio Rovelli e Massimiliano Oriente è stato consegnato a Francesco dalle beatitudine Ma guardiamo bene il verbo usato il Cielo, cioè la terra verso cui noi cam- doni di Dio, custodendo la misericor- Gervasoni. E non c’è dubbio che gli sguardi protagoniste del cortometraggio: la libanese Cassino e il 21 marzo a Norcia: a portarla miniamo: i nuovi cieli e la nuova terra dia, la fraternità, la fiducia, la speranza. emozionati, gioiosi e fieri dei judoka con Nassim Alwan e le giordane Esra’a Ali sarà un gruppo di tedofori che a piedi e spiega cosa per indicare il possesso dei miti: essi non conquistano la terra; non dice verso cui noi andiamo (cfr Is 65,17; Perché le persone miti sono persone sindrome di Down hanno raccontato molto Salameh Alseheyab e Wafa Aqeel Saleem percorrerà gli oltre 300 chilometri del 66,22; 2 Pt 3,13; Ap 21,1). misericordiose, fraterne, fiduciose e per- più di qualsiasi manuale sull’inclusione delle Almakhamreh. Di recente la Rete significa ereditare “beati i miti perché conquisteranno la Allora il mite è colui che “eredita” il sone con speranza. persone con disabilità attraverso lo sport. internazionale della vita consacrata, cosiddetto “cammino di san Benedetto”, illuminando strade, città e borghi dell’Italia terra”. La “ereditano”. Beati i miti per- E sempre in ambito sportivo, significativa la coordinata da suor Gabriella Bottani, ha la terra ché “erediteranno” la terra. Nelle Scrit- più sublime dei territori. Non è un co- Qui dobbiamo accennare al peccato presenza del presidente della Federcalcio avviato la prima collaborazione interreligiosa centrale. Infine il noto attore francese Michael ture il verbo “ereditare” ha un senso dardo, un “fiacco” che si trova una mo- dell’ira, un moto violento di cui tutti dello Stato di San Paolo in Brasile, Reinaldo anche con donne di diverse culture nel ancor più grande. Il Popolo di Dio rale di ripiego per restare fuori dai pro- conosciamo l’impulso. Chi non si è ar- Carneiro Bastos, che ha presentato al bacino del Mediterraneo. E il documentario, Lonsdale — ha lavorato anche con Orson chiama “eredità” proprio la terra di blemi. Tutt’altro! È una persona che ha rabbiato qualche volta? Tutti. Dobbia- Pontefice il pallone usato nel campionato con la regia di Lia Beltrami, racconta proprio Wells e François Truffaut ed è stato paulista: il primo pallone al mondo a essere quest’opera concreta portata avanti in Medio protagonista de Il nome della rosa e del film Israele che è la Terra della Promessa. ricevuto un’eredità e non la vuole di- mo rovesciare la beatitudine e farci una realizzato con materiale riciclato, seguendo i Oriente con il coordinamento di suor Marie Uomini di Dio sui monaci di Tibhirine — Quella terra è una promessa e un do- sperdere. Il mite non è un accomodan- domanda: quante cose abbiamo distrut- accompagnato da alcune persone con suggerimenti dell’enciclica Laudato si’. Claude Naddaf. no per il popolo di Dio, e diventa se- te ma è il discepolo di Cristo che ha to con l’ira? Quante cose abbiamo per- «La Federazione calcistica di San Paolo — Rilanciando una consolidata e simbolica disabilità, ha donato al Papa il libro scritto gno di qualcosa di molto più grande di imparato a difendere ben altra terra. so? Un momento di collera può di- spiega Reinaldo Carneiro Bastos — è la tradizione, il Pontefice ha benedetto la con il cardinale Paul Popuard Sur la voi de la un semplice territorio. C’è una “terra” Lui difende la sua pace, difende il suo struggere tante cose; si perde il control- prima organizzazione sportiva a utilizzare fiaccola benedettina Pro pace et Europa unita Beauté et de l’Amour.
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