Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, 13 giugno 2019 anno LXXII, numero 24 (3.998) Spirito di Pentecoste
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #intervista 2 FEDE E IMMAGINAZIONE: Daniel Libeskind La magia dello spazio condiviso di ANDREA MONDA D aniel Libeskind ha quell’approccio sem- applicato sopra. L’arte non è quindi un mai eguagliarla». Qual è il rapporto tra plice e diretto, brillante senza essere mai oggetto materiale, anche se viene tra- arte e natura? superficiale che dice molto della sua li- smesso attraverso un oggetto materiale, C’è del vero in questo, decisamente. bertà interiore. Un atteggiamento che c’è sempre un messaggio spirituale. An- C’è del vero nell’impossibilità, nell’asim- gli permette di attraversare la vita con che quando si tratta di una mela di Cé- metria delle due attività, natura e arte. levità nonostante sia uno dei più grandi zanne, non si tratta di una mela, è qual- Quanto dice Chagall dimostra che ap- e celebri architetti del mondo. Con gioia cos’altro. partengono a mondi differenti. ha accettato di parlare con «L’O sserva- tore Romano» di argomenti impegnativi La musica e il disegno (architettura e Quando ho visitato il museo ebraico a come il rapporto tra arte e spiritualità, pittura) possono essere ricollegate alla logi- Berlino da lei ideato, mi è venuta in mente tra bellezza e dolore, lui che, tra le di- ca filosofica e alla scienza e inducono a una frase dell’allora cardinale tedesco Jose- verse opere, ha realizzato il museo della pensare che nel mondo esista come un gran- ph Ratzinger: «La bellezza ferisce». La fe- Shoah di Berlino e il memoriale di de disegno, in parte nascosto che l’uomo pe- rita che la bellezza produce scuote la co- Ground Zero. Ma come primo tema del- rò è in grado di riconoscere. Questo pensie- scienza umana, ricordandogli il suo destino la conversazione ha preferito parlare del ro è stato considerato normale per secoli, ultimo e ultra-terreno, lei è d'accordo? suo antico e mai sopito amore, la musi- oggi invece la visione nichilista per cui tutto È un’affermazione davvero profonda ca, che tanto si intreccia con l’arte e con è frutto del caso sembra prevalere, qual è la acuta su ciò che l’arte è veramente. Pen- l’architettura in particolare. sua opinione in proposito? C’è un grande so che egli catturi qui una cosa molto disegno che ogni uomo può riconoscere o essenziale, sulla quale sono d’accordo. La sua prima passione artistica è stata no? la musica. Alcuni pensano che la musica “Grande disegno” per me significa La bellezza e il dolore sono strettamente sia l’arte più spirituale di tutte, lei è d’ac- semplicemente che c’è un’esperienza nel collegati. Oggi guardando il mondo contem- cordo? mondo per ogni essere umano e ovvia- poraneo si ha la sensazione che la società Penso che la musica sia alla base mente questa esperienza nel mondo su- occidentale abbia creato un mondo an-este- dell’architettura e dell’arte in generale. bisce trasformazioni periodiche, crisi, tico, che rimuove il dolore, ma anche la bel- Sappiamo che la musica e il suo ritmo sono venuti prima di qualsiasi realizza- cambiamenti, ma ciò non cambia il fatto che ad essere al centro è l’esperienza lezza. O forse sono troppo pessimista? La «medicina» Anche questa è una riflessione molto zione dello spazio o costruzione. Prima di tutto c’è la musica, il suono, il tempo, umana nel mondo. Tutti gli altri aspetti profonda. È assolutamente vero che della bellezza — quelli scientifici e le altre discipline spezzando la relazione tra la profondità il ritmo. E poi c’è il corpo che si muove autonome — sono parte di questa espe- dell’animo umano e l’idea di arte ed ai tempi nello spazio. Quindi direi che la musica rienza nel mondo, che in realtà è parte espressione, si rimuovono le dimensioni è decisamente alla base dell’architettura. del mistero di un mondo in continuo sia dell’arte sia dell’animo umano. della grande Anche osservando la costruzione del cambiamento. In questa esperienza Partenone, possiamo vedere come l’aia umana del mondo c’è anche l’elemento Lei è ebreo polacco trasferito nel 1960 a solitudine di Atene era anzitutto danza prima di che noi uomini comprendiamo, in parte, New York, cosa pensa degli Usa di oggi? consolidarsi come luogo, come un luogo il cambiamento che non è semplicemen- La chiusura rispetto agli stranieri non è memorabile sul quale costruire. Quindi te guidato da una sorta di caos. Il caos forse un tradimento ad una lunga tradizio- sì, secondo me la musica è il fondamen- probabilmente è la risposta nostra, at- ne ispirata ai valori dell’apertura e dell’ac- to dell’arte e specialmente dell’architet- tuale, al nostro essere nel mondo. Ma coglienza? tura così come quest’ultima è un’esten- anche la nostra risposta è soggetta al L’OSSERVATORE ROMANO sione della musica, per molte ragioni. Si può constatare che le cose non ri- cambiamento. mangono uguali. L’America che vedia- Una delle più ovvie è che il senso Unicuique suum Non praevalebunt dell’orientamento e dell’equilibrio risiede mo oggi, la retorica del governo contro Henry Miller ha scritto che: «L’arte gli immigranti, contro le persone prive Edizione settimanale in lingua italiana nell’orecchio, non nell’occhio. Pertanto, non insegna assolutamente niente, a parte di istruzione, è una retorica che non mi il fenomeno dell’acustica precede quello Città del Vaticano il senso della vita» è d’accordo? avrebbe mai permesso di venire in que- ornet@ossrom.va visivo. Ma ancor più, penso che l’archi- www.osservatoreromano.va tettura sia strutturata da un senso musi- Forse Henry Miller non ha imparato sto paese. Perché i miei genitori non cale dello spazio. Da musicista sono ar- niente dall’arte, il che sarebbe un pecca- erano istruiti. Lavoravano in fabbrica. ANDREA MONDA D irettore rivato all’architettura in modo naturale, to, perché qualcosa avrebbe dovuto im- Siamo venuti perché l’unica sorella so- GIANLUCA BICCINI diretto. Non sento di avere abbandonato parare. pravvissuta di mio padre — sopravvissuta Coordinatore la musica, semplicemente l’ho trasferita ad Auschwitz — viveva qui. Ma oggi PIERO DI D OMENICANTONIO Picasso invece sosteneva che: «Il segreto non avremmo i requisiti per immigrare Progetto grafico su un altro strumento, che è l’architettu- dell’arte non sta nel cercare, bensì nel tro- in questo paese, perché l’attuale governo ra. vare». vuole solo persone con una buona istru- Redazione via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano zione e di successo. Quindi sì, penso fax +39 06 6988 3675 Ma innanzitutto esiste una relazione tra Questo, direi, è una tipica metafora che dobbiamo renderci conto che il arte e spiritualità? d’artista di un artista di grande successo. mondo non rimane sempre uguale, che Servizio fotografico Naturalmente credo che nella musica Ma penso che la sua vita dimostri il mondo è circondato da pericoli e telefono 06 6988 4797 photo@ossrom.va fax 06 6988 4998 www.photo.va come in ogni altra forma d’arte ci sia un tutt’altro, visto che ha cercato per tutta l’America non è immune ai cambiamenti collegamento spirituale con il mondo. la vita. negativi, che ho visto apparire molto TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO Beh, se non ci fosse alcun collegamento, chiaramente all’orizzonte mentre sono Abbonamenti non ci sarebbe l’arte. Perché l’arte non è Un altro grande pittore, Chagall, affer- sempre più numerose le affermazioni an- Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). solo il dato materiale, un dipinto non è mava che «L’arte è l’incessante sforzo di tidemocratiche, le decisioni antidemo- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 un pezzo di tela con qualche pigmento gareggiare con la bellezza dei fiori, senza cratiche da parte di questo governo. info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #intervista 3 Quindi sì, penso che non sia la stessa valori, la verità spirituale, esige un’archi- incluse le teologie, che sono state in America. È un’America che segue vie di- tettura che non sia sentimentale, che qualche modo spesso declamate e usate verse. non abbia nostalgia del passato, bensì da ogni sorta di estremismo. Il lavoro che sia capace di entrare nel discorso del del Papa consiste nel cercare quel radi- Su questo argomento alcuni giorni fa ho presente. Direi che l’architettura deve camento dell’umanità e si basa sul cre- intervistato la scrittrice americana Mari- assumersi qualche sorta di rischio al fine dere che c’è una speranza comune di lynne Robinson, la quale ha detto che di essere fedele a se stessa e al suo mes- unire le persone nella pace. Altrimenti l’America è dominata dalla paura, che ne saggio. mi chiedo: qual è il significato di questo pensa? mondo? Non avrebbe nessun significato. Non è nulla di nuovo per me. Sono La missione di Papa Francesco è davve- Lei è d’accordo sulla definizione di Nor- cresciuto in Polonia sotto il comunismo ro molto importante e rilevante, special- throp Frye della Bibbia come Grande Codi- e sotto un antisemitismo sostenuto dallo mente in questo tempo difficile. Papa ce dell’arte e della letteratura? stato. Ricordo il soffio della paura, che Francesco spesso ripete agli insegnanti e In qualche modo lo è. Infatti, chi sa- agli educatori di suscitare nei giovani la in realtà era un’ombra oscura sopra l’in- remmo senza i racconti, le memorie rac- creatività. L’attenzione alla dimensione tera società. Poi quando sono tornato in Polonia, dopo il cambiamento, ho visto chiusi in quei testi? Ma non la definirei della creatività Papa Francesco la poggia un popolo nuovo, una nuova rinascita un codice, perché questa parola implica sui testi biblici, poiché Dio è Creatore e della Polonia. Quindi sì, sono d’accordo una sorta di metabolismo che assorbe il gli uomini sono figli di Dio, e quindi sul fatto che le ombre della paura si presente nel futuro. Direi che non è un creativi. stanno estendendo nel mondo e anche codice, bensì una serie di metafore pro- negli Stati Uniti. fonde, di trasposizioni sempre all’opera. Secondo lei ogni uomo ha una dimensio- In questo senso penso che il fondamen- ne artistica, creativa? L’arte ha una funzione sociale? Può edu- to biblico della società occidentale sia Sì, non c’è alcun dubbio. All’inizio care il popolo ai valori civili, alle virtù? senz’altro quello sfondo che dà un senso del mio ultimo libro, intitolato Edge of agli interrogativi dell’umanità: chi sia- Order, scrivo che tutti possono essere ar- Questa è una buona domanda, sulla mo? dove siamo? dove stiamo andando? chitetti. Tutti già sono architetti. Nel quale hanno discusso in molti. Sì, ha un valore civico. Non attraverso una qual- qual è il senso delle cose? momento stesso in cui aprono gli occhi, che sorta di realismo socialista, penso, o sono già esperti di spazio, di luce, di una specie di ingegneria sociale nell’ar- Questo mi ricorda il rocker Bruce Sprin- proporzioni, del corpo. Sono profonda- te, che è sempre stata un fallimento. gsteen che da piccolo ha ricevuto un’educa- mente d’accordo che la creatività è al Tuttavia ritengo che l’arte autentica, l’ar- zione cattolica e ha detto che tutte le imma- centro della nostra tradizione, della no- te che giunge dall’animo umano nella gini, i racconti che ha conosciuto attraverso stra tradizione comune, e che è fonda- sua solitudine, si connetta con un altro la Bibbia da ragazzo lo hanno influenzato mentale alimentare la creatività, special- mente nei giovani, mostrando che il mondo è una meraviglia aperta, che do- vremmo essere stupiti da questa meravi- glia del mondo. È questa la creatività che considero necessaria per vincere il cinismo, e spesso lo scetticismo che vie- ne imposto ai giovani dagli anziani. Og- gi ci concentriamo tanto su ombre e te- lecamere, ma la vita reale è così fantasti- ca, così bella, così profonda che spesso siamo semplicemente accecati dai media d’informazione invece di guardare negli occhi il prossimo. Nelle grandi città gli uomini vivono negli appartamenti che possono apparire come i simboli della grande solitudine oggi molto diffusa nel mondo occidentale. Si può se- condo lei tornare alla dimensione della “ca- sa” all’interno del “villaggio” e come? È vero, come ha sottolineato Robert Musil molto tempo fa, che nasciamo in una stanza bianca e moriamo in una bianca stanza di ospedale. Ma questo si- gnifica dimenticarsi di ciò che il mondo è in realtà. Dovremmo invece concen- trarci su quello che definirei lo spazio Schizzi per Ground Zero animo solo attraverso una sorta di pro- per tutta la vita. Lei è ebreo e può com- condiviso, lo spazio comune condiviso, cesso trasfigurativo. Non posso che defi- prendere questo discorso. il cosiddetto spazio pubblico. Infatti, nirlo trasfigurazione. E accende una sor- Sì, perfettamente. Io la leggo la Bib- senza spazio pubblico, senza un collega- ta di fiamma d’immaginazione e creativi- bia, il libro più bello e più letto. Ma mento le persone possono essere con- tà in chi riceve e in chi crea. Quindi non leggo solo la Bibbia, leggo anche il dannate a vivere la propria vita nella lo- penso che sia vero che è diverso dall’in- Nuovo Testamento, il Corano, il Talmud ro piccola stanza e la vista stessa cade a gegneria sociale, diverso dal cercare di anche perché questi testi sono importan- pezzi. Il punto di partenza è creare una trasmettere messaggi, ma l’arte, per la ti per comprendere che cosa abbiamo in sorta di spazio in cui vivere, un salotto, sua autenticità, secondo me è già una comune, da dove arriviamo, quali visioni dove le persone possono condividere sorta di verità che viene comunicata in sono state create. Sono testi che riesco- uno spazio comune. E questo vale in un modo che di fatto è trasfigurativo. no a penetrare la verità della vita uma- modo particolare per le grandi città, che na. stanno iniziando a diventare sempre più T.S. Eliot sosteneva che per secoli la cul- private, più chiuse, sia per i ricchi sia tura è stata trasmessa non dalla scuola ma Papa Francesco sta cercando di creare per i poveri. Credo dunque che sia que- dalla Chiesa, poi qualcosa con la moderni- un dialogo tra le grandi religioni. Ritiene sta la chiave per creare una città equa, tà si è interrotto, il rapporto tra Chiesa e che sia possibile che le religioni si uniscano che superi l’immensa disparità di reddi- arte è entrato in crisi, come dimostra anche per la pace? to e disuguaglianza spirituale, e crei un l’architettura sacra. Quale può essere il Penso che quello che sta facendo Pa- senso di “insieme”. Per me è questo il compito della Chiesa oggi in riferimento pa Francesco sia fantastico. Secondo me compito della città, dell’architettura e all’arte? non c’è altro modo, se non attraverso il questo potrebbe essere in qualche modo Direi che la necessità di trattare con il fatto che ci rendiamo conto che c’è un ritorno, inatteso, dall’abitazione alla contemporaneo significa comunicare i qualcosa di più grande delle ideologie, casa.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #lourdes 4 Inviato dal Papa un delegato per la cura dei pellegrini L a decisione è in linea con quella già presa nel ghiera e di testimonianza cristiana corrispon- 2017 per Medjugorje: Papa Francesco tiene in dente alle esigenze del Popolo di Dio». modo particolare alla cura dei pellegrini e de- Il mandato del vescovo Hérouard, che non sidera che i centri di devozione mariana diven- lascerà il suo incarico a Lille, sarà limitato al tino «sempre di più un luogo di preghiera e di solo santuario, mentre la diocesi di Tarbes e testimonianza cristiana corrispondenti alle esi- Lourdes rimarrà affidata al vescovo Nicolas genze del popolo di Dio». Questo si legge Jean René Brouwet. Da notare il fatto che la nella lettera che il Pontefice ha inviato a mon- nomina del delegato non è a tempo indetermi- signor Antoine Hérouard, vescovo ausiliare di nato (come invece è stata quella di monsignor Lille, comunicandogli la decisione di nominar- Hoser a Medjugorje) e ciò significa che, nelle lo delegato “ad nutum Sanctae Sedis” (cioè a intenzioni, non si tratta di un incarico perma- È il vescovo disposizione della Santa Sede) per il santuario nente ma a tempo, finalizzato alla cura pastora- di Lourdes. le e spirituale dei pellegrini. Papa Francesco, Antoine Hérouard che tiene molto a questa cura, desidera accen- La lettera papale è stata letta nel piccolo tuare il primato spirituale rispetto alla tentazio- ausiliare di Lille centro dei Pirenei, luogo di una delle appari- zioni mariane più popolari della storia, di ne di sottolineare troppo l’aspetto gestionale e fronte ai cappellani e ai responsabili ammini- finanziario, e vuole promuovere sempre di più strativi del santuario. L’ha resa pubblica a la devozione popolare che è tradizionale nei mezzogiorno di giovedì 6 giugno l’arcivescovo santuari. Nell’esortazione apostolica Evangelii Rino Fisichella, presidente del Pontificio con- gaudium il Papa aveva scritto che «nella pietà popolare si può cogliere la modalità in cui la siglio per la promozione della nuova evange- fede ricevuta si è incarnata in una cultura e lizzazione, il dicastero che da due anni ha ri- continua a trasmettersi». Francesco continuava cevuto da Francesco l’incarico di valorizzare la citando il Documento di Aparecida, contenente pastorale dei santuari. Da quanto si apprende le conclusioni della riunione dell’episcopato la- di ANDREA TORNIELLI dalla lettera, lo stesso Fisichella ha svolto nei tinoamericano tenutasi del più importante san- mesi scorsi una missione come “inviato specia- tuario mariano del Brasile. E ricordava «le ric- le” presso il santuario che ogni anno vede arri- chezze che lo Spirito Santo dispiega nella pietà vare milioni di pellegrini provenienti da ogni popolare con la sua iniziativa gratuita» affer- parte del mondo. mando che «il camminare insieme verso i san- «A seguito delle verifiche» condotte da Fisi- tuari e il partecipare ad altre manifestazioni del- chella, scrive il Papa, «desidero comprendere la pietà popolare, portando con sé anche i figli quali ulteriori forme il santuario di Lourdes o invitando altre persone, è in sé stesso un atto possa adottare, oltre alle molteplici già esisten- di evangelizzazione. Non coartiamo né preten- ti, per divenire sempre di più un luogo di pre- diamo di controllare questa forza missionaria!».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #scaffale 5 di DARIO FERTILIO L accoglienza ’ eccezionale che il pubblico ha ri- sentimento di appartenenza e continuità ri- servato alla Missa Papae Pauli di Luciano spetto alla tradizione della musica sacra. Il du- Chailly, diretta dal figlio Riccardo nei giorni ro metro compositivo della dodecafonia, che scorsi a Brescia, è il segnale di una sensibilità in alcuni momenti della carriera aveva sedotto diffusa, di un consenso che va al di là del Luciano Chailly, qui cede il passo a qualcosa semplice apprezzamento estetico. Non lo pro- di diverso, che discende direttamente da un vano solo le ovazioni finali e la partecipazione incontro, un’affinità personale. dell’intera città al concerto, ideato per celebra- Erano state le parole dello stesso Montini — re l’anno della canonizzazione di Papa Monti- come avrebbe riconosciuto più tardi il compo- ni. Né si limitano al particolare rapporto che sitore — a indicargli la via; era accaduto quan- ha sempre legato la famiglia Chailly a Paolo do il Pontefice aveva ricordato che l’arte non VI, tanto che nel settembre del 1965 la registra- deve lasciare sorpresi, intimiditi e distaccati, zione della Missa — eseguita per la prima volta ma piuttosto offrirsi ai lettori e agli spettatori via radio a Parigi e poi al Foro Italico di Ro- come intuizione, facilità e felicità. Una poetica ma — gli era stata consegnata di persona che avrebbe ribadito nel famoso Messaggio dall’autore. agli artisti del dicembre 1965, in cui si sarebbe Ciò che è stato percepito da tutti — presenti richiamato al bisogno universale di bellezza al Teatro Grande della città, raccolti davanti al «per non sprofondare nella disperazione», maxischermo allestito in piazza o collegati per esprimendo il suo personale scetticismo nei televisione — è stato piuttosto lo slancio emoti- confronti delle ricerche artistiche frutto di con- vo, spirituale e quasi doloroso che il composi- cezioni «stravaganti o malsane». tore ha saputo infondere nella sua creazione. A distanza di oltre mezzo secolo, molto di Orchestra, coro della Scala e percussioni di quella lezione estetica risuona oggi nel campane hanno spezzato imme- diatamente il diaframma intellet- tuale che di solito separa il pub- A Brescia la «Missa» di Luciano Chailly blico comune dalla musica colta; hanno reso superflue le allusioni intellettuali e gli ardimenti spe- rimentali cui il secolo scorso ci ha lungamente abituati, per re- Omaggio musicale a Paolo VI stituire intatto il momento diretta dell’ispirazione creativa origina- dal figlio Riccardo le: una scintilla che si è accesa in Luciano Chailly al tempo dello storico viaggio intrapreso da Paolo VI attraverso la Terra santa. Certamente la Missa lascia trasparire la for- Sanctus, nell’Agnus Dei e in altri momenti mazione tipicamente novecentesca del suo au- dell’opera, a indicare la forza intrinseca tore, e l’ascolto rimane impegnativo a causa dell’arte sacra, in grado di suggerire a quella delle continue oscillazioni tonali, che oggi ap- profana la via di una illuminazione interiore paiono un tributo al pensiero dominante nella all’insegna dell’umiltà intellettuale. E il suo tecnica compositiva del tempo. Ma ciò che la messaggio ha saputo andare oltre: era tanto caratterizza, rendendola comunque avvincente, forte il legame di Luciano Chailly con la Mis- è piuttosto l’apertura mentale, lo sforzo di av- sa montiniana da chiedere che sulla sua tomba vicinarsi alla sensibilità comune al di fuori dei fossero scolpite le ultime parole della composi- manierismi, e allo stesso tempo un genuino zione: Dona nobis pacem.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #francesco 6 Svalutare i diritti sociali significa giustificare la diseguaglianza Il discorso Sul tema «Diritti sociali e dottrina francescana» si è concluso martedì 4 rischiano di rimanere privi di contenu- to» (Lettera Enciclica, Pacem in terris, un lato un fenomenale sviluppo norma- tivo, dall’altro un deterioramento nel go- del Papa giugno il Pan-American Judges’ Summit, promosso in Vaticano dalla Pontificia n. 63). dimento effettivo dei diritti consacrati a Elogio questa iniziativa di riunirsi, co- livello globale. È come l’inizio dei nomi- ai giudici accademia delle scienze sociali. me pure quella realizzata lo scorso anno nalismi, sempre cominciano così. Inol- Nel pomeriggio il Papa si è recato presso nella città di Buenos Aires, nella quale tre, ogni volta, e con maggiore frequen- del continente la Casina Pio IV dove ha incontrato più di 300 magistrati e ufficiali giudizia- za, le società adottano forme anomiche i convegnisti, firmando al termine ri hanno deliberato sui Diritti sociali al- di fatto, soprattutto rispetto alle leggi americano la «Dichiarazione di Roma» nella quale la luce della Evangelii gaudium, della che regolano i Diritti sociali, e lo fanno si esprime profonda preoccupazione per con diversi argomenti. Questa anomia si riuniti in Vaticano il deterioramento dei sistemi normativi Laudato si’ e del Discorso ai Movimenti Popolari a Santa Cruz de la Sierra. Da fonda, per esempio, su carenze di bilan- nazionali e internazionali e, in particolare, lì è uscito un insieme interessante di vet- cio, sull’impossibilità di generalizzare per il degrado nell’esercizio universale benefici o sul carattere programmatico tori per lo sviluppo della missione che è dei diritti economici, sociali e culturali. più che operativo degli stessi. Mi preoc- nelle vostre mani. Questo ci ricorda Di seguito una traduzione dallo spagnolo cupa constatare che si stanno levando l’importanza e, perché no, la necessità, del discorso del Pontefice. voci, specialmente di alcuni “dottrinari”, di affrontare i problemi di fondo che le vostre società stanno attraversando e che cercano di “spiegare” che i diritti so- che, come sappiamo, non possono essere ciali sono ormai “vecchi”, sono passati S ignore e signori, è motivo di gioia e an- risolti semplicemente con azioni isolate di moda e non hanno nulla da apporta- che di speranza incontrarvi in questo o atti volontari di una persona o di un re alle nostre società. In tal modo con- Vertice, dove vi siete dati un appunta- paese, ma che esigono la creazione di un fermano politiche economiche e sociali mento che non si limita soltanto a voi, nuovo clima; ossia di una cultura segna- che portano i nostri popoli all’accetta- ma che ricorda il lavoro che realizzate ta da leadership condivise e coraggiose zione e alla giustificazione della disu- congiuntamente ad avvocati, consulenti, che sappiano coinvolgere altre persone e guaglianza e dell’indegnità. L’ingiustizia procuratori, difensori, funzionari, e ri- altri gruppi, finché fruttifichino in im- e la mancanza di opportunità tangibili e corda anche i vostri popoli, con il desi- portanti eventi storici (cfr. Esortazione concrete dietro a tanta analisi incapace derio e la ricerca sincera per garantire Apostolica Evangelii gaudium, n. 223), di mettersi nei piedi dell’altro — e dico che la giustizia, e specialmente la giusti- capaci di aprire cammini alle generazio- piedi, non scarpe, perché in molti casi zia sociale, possa giungere a tutti. La ni attuali, e anche a quelle future, semi- queste persone non le hanno — è anche vostra missione, nobile e gravosa, esige nando condizioni per superare le dina- un modo di generare violenza: silenzio- di consacrarsi al servizio della giustizia e miche di esclusione e di segregazione, di sa, ma comunque violenza. L’eccessiva del bene comune, con la chiamata co- modo che l’iniquità non abbia l’ultima normatività nominalista, indipendenti- stante a far sì che i diritti delle persone, parola (cfr. Lettera Enciclica Laudato si’, sta, sfocia sempre nella violenza. e specialmente dei più vulnerabili, siano nn. 53 e 164). I nostri popoli reclamano «Oggi viviamo in immense città che rispettati e garantiti. In questa maniera questo tipo di iniziative che aiutino ad si mostrano moderne, orgogliose e addi- contribuite a fare in modo che gli Stati abbandonare ogni atteggiamento passivo rittura vanitose. Città» — orgogliose del- non rinuncino alla loro più eccelsa e pri- o da spettatore, come se la storia presen- la loro rivoluzione tecnologica e digitale maria funzione: farsi carico del bene co- te e futura dovesse essere determinata e — «che offrono innumerevoli piaceri e mune del loro popolo. «L’esperienza at- raccontata da altri. benessere per una minoranza felice ma testa — osservava Giovanni XXIII — che Stiamo vivendo una fase storica di si nega una casa a migliaia di nostri vici- qualora manchi una appropriata azione cambiamenti in cui si sta mettendo in ni e fratelli, persino bambini, e li si chia- dei poteri pubblici, gli squilibri econo- gioco l’anima dei nostri popoli. Un tem- ma, elegantemente, “persone senza fissa mici, sociali e culturali tra gli esseri po di crisi — crisi: pazienza cinese, ri- dimora”. È curioso come nel mondo umani tendono, soprattutto nell’epoca schi, pericoli e opportunità; è ambiva- delle ingiustizie abbondino gli eufemi- nostra, ad accentuarsi; di conseguenza lente, molto saggio questo — tempo di smi» (Incontro Mondiale dei Movimenti i fondamentali diritti della persona crisi in cui si verifica un paradosso: da Popolari, 28 ottobre 2014). Sembrerebbe
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #francesco 7 che le Garanzie Costituzionali e i Tratta- Affrontando il conflitto, appare chiaro intervento esogeno negli scenari politici ti internazionali ratificati nella pratica che abbiamo un impegno con i nostri dei paesi attraverso l’uso indebito di non abbiano valore universale. fratelli per dare operatività ai Diritti so- procedimenti legali e tipizzazioni giudi- L’“ingiustizia sociale naturalizzata” — ciali, impegnandoci a cercare di smonta- ziarie. Il lawfare, oltre a mettere in grave ossia come qualcosa di naturale — e re tutti gli argomenti che attentano con- pericolo la democrazia dei paesi, gene- quindi resa invisibile — che ricordiamo e tro la loro attuazione, e questo per mez- ralmente viene utilizzato per minare i riconosciamo solo quando “alcuni fanno zo dell’applicazione o della creazione di processi politici emergenti e propendere rumore in strada” e vengono rapidamen- una legislazione capace di elevare le per- alla violazione sistematica dei Diritti so- te catalogati come pericolosi e molesti sone attraverso il riconoscimento della ciali. Per garantire la qualità istituziona- —, finisce col far passare sotto silenzio loro dignità. I vuoti legislativi, tanto di le degli Stati è fondamentale rilevare e una storia di differimenti e dimentican- una legislazione adeguata quanto neutralizzare questo tipo di pratiche che ze. Permettetemi di dirlo, questo è uno dell’accessibilità e dell’attuazione della derivano dall’impropria attività giudizia- dei grandi ostacoli che incontra il patto stessa, mettono in moto circoli viziosi ria in combinazione con operazioni mul- sociale e che debilita il sistema democra- che privano le persone e le famiglie del- timediatiche parallele. Su questo punto tico. Un sistema politico-economico, per le necessarie garanzie per il loro svilup- non mi soffermo ma il giudizio mediati- il suo sano sviluppo, ha bisogno di ga- po e il loro benessere. co previo lo conosciamo tutti. rantire che la democrazia non sia solo Questi vuoti sono generatori di corru- Questo ci ricorda che, in non pochi nominale, ma che possa vedersi plasma- zione e trovano nel povero e nell’am- casi, la difesa o la priorizzazione dei Di- ta in azioni concrete che veglino sulla biente le prime e principali vittime. ritti sociali su altri tipi di interessi, vi dignità di tutti gli abitanti, secondo la Sappiamo che il diritto non è soltanto porterà a scontrarvi non solo con un si- logica del bene comune, in un appello la legge o le norme, ma anche una pras- stema ingiusto, ma anche con un poten- alla solidarietà e un’opzione preferenzia- si che configura i vincoli, che li trasfor- te sistema comunicazionale del potere, le per i poveri (cfr. Lettera Enciclica ma, in un certo modo, in “artefici” del che distorcerà spesso la portata delle vo- Laudato si’, n. 158). Ciò esige gli sforzi diritto ogni volta che si confrontano con stre decisioni, metterà in dubbio la vo- delle massime autorità, e naturalmente le persone e la realtà. E questo invita a stra onestà e anche la vostra probità, del potere giudiziario, per ridurre la di- mobilitare tutta l’immaginazione giuridi- possono addirittura farvi un processo. È stanza tra il riconoscimento giuridico e ca al fine di ripensare le istituzioni e far una battaglia asimmetrica ed erosiva nel- la pratica dello stesso. Non c’è democra- fronte alle nuove realtà sociali che si la quale per vincere occorre mantenere zia con la fame, né sviluppo con la po- stanno vivendo (cfr. Horacio Corti, De- non solo la forza, ma anche la creatività vertà, né giustizia nell’iniquità. rechos sociales y doctrina franciscana, 106). e un’adeguata elasticità. Quante volte i Quante volte l’uguaglianza nominale In tal senso, è molto importante che le giudici, uomini e donne, devono affron- di molte delle nostre dichiarazioni e persone che si presentano nel vostro uf- tare in solitudine i muri della diffama- azioni non fa altro che nascondere e ri- ficio e al vostro tavolo di lavoro sentano zione e del disonore, quando non della produrre una disuguaglianza reale e sot- che siete arrivati prima di loro, che siete calunnia! tostante e rivela che si è di fronte a un arrivati per primi, che li conoscete e li Certamente occorre grande integrità possibile ordine fittizio. L’economia del- capite nella loro situazione particolare, per poterli superare. «Beati i perseguita- le carte, la democrazia “a parole”, e ma soprattutto che li riconoscete nella ti per causa della giustizia, perché di es- quella multimediale concentrata, genera- loro piena cittadinanza e nel loro poten- si è il regno dei cieli» (Mt 5, 10), diceva no una bolla che condiziona tutti gli ziale essere agenti di cambiamento e di Gesù. In tal senso, mi rallegro che uno sguardi e le opzioni dall’alba al tramon- trasformazione. Non perdiamo mai di degli obiettivi di questo incontro sia la to (cfr. Roberto Andrés Gallardo, Dere- vista che i settori popolari non sono in creazione di un Comitato Permanente chos sociales y doctrina franciscana, 14). primo luogo un problema, ma una parte Panamericano di Giudici per i Diritti so- Ordine fittizio che rende uguali nella attiva del volto delle nostre comunità e ciali, che abbia tra i suoi obiettivi quello sua virtualità ma che, in concreto, am- nazioni, essi hanno ogni diritto a parte- di superare la solitudine nella magistra- plia e aumenta la logica e le strutture cipare alla ricerca e alla costruzione di tura, offrendo appoggio e assistenza re- dell’esclusione-espulsione, perché impe- soluzioni inclusive. «La struttura politi- ca e istituzionale non esiste solo per evi- ciproca, per rivitalizzare l’esercizio della disce un contatto e un impegno reale vostra missione. La vera sapienza non si con l’altro. Impedisce il concreto, o il tare le cattive pratiche, bensì per inco- raggiare le buone pratiche, per stimolare ottiene con una mera accumulazione di farsi carico del concreto. la creatività che cerca nuove strade, per dati — questo è enciclopedismo — un’ac- Non tutti partono dallo stesso punto cumulazione che finisce col saturare e al momento di pensare l’ordine sociale. facilitare iniziative personali e collettive» (Lettera Enciclica Laudato si’, n. 177). confondere, in una specie di contamina- Questo c’interroga e c’impone di pensa- zione ambientale, bensì con la riflessio- re nuovi cammini affinché l’uguaglianza È importante far sì che, fin dall’inizio ne, il dialogo, e l’incontro generoso tra dinanzi alla legge non degeneri nella della formazione professionale, gli ope- le persone, quel confronto adulto, sano propensione dell’ingiustizia. In un mon- ratori legali possano farlo in contatto che ci fa crescere tutti (cfr. Lettera Enci- do di virtualità, cambiamenti e fram- concreto con le realtà che un giorno ser- clica Laudato si’, n. 47). mentazione — siamo nell’epoca del vir- viranno, conoscendole in prima persona e comprendendo le ingiustizie contro le Nel 2015 ho detto ai membri dei Mo- tuale —, i Diritti sociali non possono es- quali dovranno un giorno agire. È anche vimenti Popolari: avete “un ruolo essen- sere solamente esortativi o appellativi necessario individuare tutti i mezzi e ziale, non solo nell’esigere o nel recla- nominali, ma devono essere faro e bus- sola per il cammino perché «lo stato di meccanismi affinché i giovani provenien- mare, ma fondamentalmente nel creare. salute delle istituzioni di una società ti da situazioni di esclusione o emargi- Voi siete poeti sociali: creatori di lavoro, comporta conseguenze per l’ambiente e nazione possano essi stessi riuscire a for- costruttori di case, produttori di generi per la qualità della vita umana» (Lettera marsi, in modo da poter assumere il alimentari, soprattutto per quanti sono Enciclica Laudato si’, n. 142). Ci vengo- protagonismo necessario. Si è parlato scartati dal mercato mondiale” (II Incon- no chieste lucidità di diagnosi e capacità molto per loro, ora dobbiamo anche tro Mondiale dei Movimenti Popolari, di decisione dinanzi al conflitto, ci viene ascoltarli e dare loro voce in questi in- Santa Cruz de la Sierra, 9 luglio 2015). chiesto di non lasciarci dominare contri. Mi viene in mente il leitmotiv Stimati magistrati, avete un ruolo essen- dall’inerzia o da un atteggiamento sterile implicito di ogni paternalismo giuridico- ziale; permettetemi di dirvi che siete an- come quanti lo guardano, lo negano o sociale: tutto per il popolo ma nulla con che poeti, siete poeti sociali quando non lo annullano e vanno avanti come se il popolo. Tali misure ci permetteranno avete paura di «essere protagonisti nella nulla fosse successo, se ne lavano le ma- d’instaurare una cultura dell’incontro trasformazione del sistema giudiziario ni per poter proseguire la loro solita vi- “perché non si amano né i concetti né le basato sul valore, sulla giustizia e sul ta. Altri entrano così tanto nel conflitto idee [...]. Il darsi, l’autentico darsi viene primato della dignità della persona da rimanerne prigionieri, perdere oriz- dall’amare uomini e donne, bambini e umana» (Nicolás Vargas, Derechos huma- zonti e proiettare sulle istituzioni le pro- anziani e le comunità: volti, volti e nomi nos y doctrina franciscana, 230), su qual- prie confusioni e insoddisfazioni. L’invi- che riempiono il cuore” (II Incontro siasi altro tipo d’interesse e di giustifica- to è a guardare in faccia il conflitto, su- Mondiale dei Movimenti Popolari, Santa zione. birlo e risolverlo, trasformandolo Cruz de la Sierra, 9 luglio 2015). Vorrei terminare dicendovi: «Beati nell’anello di un nuovo processo (cfr. Approfitto di questa opportunità di quelli che hanno fame e sete della giu- Esortazione Apostolica Evangelii gau- riunirmi con voi per manifestarvi la mia stizia; beati gli operatori di pace» (Mt 5, dium, n. 227). preoccupazione per una nuova forma di 6 e 9). Grazie.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #francesco 8 Lo spirito del proselitismo ci fa male A mezzogiorno di giovedì 6 giugno nella sala del Concistoro, il Papa ha ricevuto in udienza i partecipanti al congresso dei Centri nazionali per le vocazioni delle Chiese di Europa, svoltosi a Roma, dal 4 al 7. Dopo il saluto rivoltogli dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), il Pontefice ha consegnato il discorso preparato improvvisandone uno a braccio. Ecco il testo di quest’ultimo. G razie per questa visita, grazie al Signor Cardinale per le sue parole. Ho preparato qui una riflessione, che consegnerò al Cardinale, e mi permetto di parlare un po’ a braccio di quello che mi viene dal cuore. L’udienza ai membri della presidenza della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) Quando si parla di vocazioni, mi ven- citata dal Pontefice durante l’incontro con gli animatori vocazionali del vecchio continente gono in mente tante cose, tante cose da dire, che si possono pensare o fare, piani apostolici o proposte... Ma io vorrei pri- ma di tutto chiarire una cosa: che il la- logare su questo punto. Il dialogo con il non comunicano. Comunicare è forse la voro per le vocazioni, con le vocazioni, Signore. sfida che noi dovremmo avere con i gio- non dev’essere, non è proselitismo. Non Poi, gli atteggiamenti. Lavorare con i vani. La comunicazione, la comunione. è “cercare nuovi soci per questo club”. giovani esige tanta pazienza, tanta!, tan- Insegnare loro che è bene l’informatica, No. Deve muoversi nella linea della cre- ta capacità di ascolto, perché a volte i sì, avere qualche contatto, ma questo scita che Benedetto XVI tanto chiara- giovani si ripetono, si ripetono... Pazien- non è il linguaggio: questo è un lin- mente ci ha detto: la crescita della Chie- za e capacità di ascolto. E poi ringiova- guaggio “gassoso”. Il vero linguaggio è sa è per attrazione, non per proseliti- nirsi: cioè mettersi in moto, in movimen- comunicare. Comunicare, parlare... E smo. Così. Lo ha detto anche a noi [Ve- to con loro. Oggi il lavoro con i giovani, questo è un lavoro di filigrana, di “mer- scovi Latinoamericani] ad Aparecida. in genere, qualsiasi tipo, si fa in movi- letti” come dicono qui. È un lavoro da Non si tratta di cercare dove prendere la mento. Quando io ero giovane, il lavoro fare andando passo a passo. E a noi gente..., come quelle suorine che anda- con i giovani si faceva nei circoli di ri- spetta anche capire cosa significa per un vano nelle Filippine negli anni ’90, ‘91, flessione. Ci riunivamo, facevamo rifles- giovane vivere sempre “in connessione”, ‘92. Non avevano case nelle Filippine, sione su quel tema, sull’altro, ognuno dove è andata la capacità di raccogliersi ma andavano lì e portavano le ragazze studiava il tema prima... E noi eravamo in sé stessi: questo è un lavoro per i gio- qui. E ricordo che nel Sinodo del ’94 è soddisfatti, e facevamo alcune opere di vani. Non è facile, non è facile, ma non uscito sul giornale: «La tratta delle novi- misericordia, visite agli ospedali, a qual- si può andare con preconcetti o con zie». La Conferenza episcopale filippina che casa di riposo... Ma era più sedenta- l’imposizione puramente dottrinale, nel ha detto: “No. Prima di tutto nessuno rio. Oggi i giovani sono in movimento, senso buono della parola: “Tu devi fare viene qui a pescare le vocazioni, non questo”. No. Bisogna accompagnare, Ai responsabili va”. E le suore che hanno casa nelle Fi- e si deve lavorare con loro in movimen- to, e cercare in movimento di aiutarli a guidare, e aiutare affinché l’incontro con il Signore faccia loro vedere qual è la della pastorale lippine, facciano la prima parte della formazione nelle Filippine. Così si evita trovare la vocazione nella loro vita. strada nella vita. I giovani sono diversi Questo stanca... Bisogna stancarsi! Non vocazionale qualche deformazione. Questo ho voluto si può lavorare per le vocazioni senza tra loro, sono diversi in tutti i luoghi, ma sono uguali nell’inquietudine, nella chiarirlo, perché lo spirito del proseliti- stancarsi. È quello che ci chiede la vita, in Europa smo ci fa male. la realtà, il Signore, e tutti. sete di grandezza, nella voglia di fare del bene. Sono uguali tutti. C’è la diver- Poi, penso — a proposito della voca- Poi una cosa: il linguaggio del Signo- sità e l’uguaglianza. zione — alla capacità delle persone che re. Oggi sono stato in una riunione con aiutano. Aiutare un giovane o una gio- la Commissione COMECE. Il presidente Forse [potrà servirvi] questo che mi è vane a scegliere la vocazione della sua ha fatto una riflessione, mi ha detto: venuto di dirvi, invece di leggere il di- vita, sia come laico, laica, come sacerdo- “Sono andato in Thailandia con un scorso, che avrete per riflettere. Grazie te, religiosa, è aiutare a far sì che trovi il gruppo di 30, 40 giovani a fare delle ri- del vostro lavoro! Non perdete la spe- dialogo con il Signore. Che impari a do- costruzioni nel nord, per aiutare quella ranza, e andate avanti, con gioia. mandare al Signore: “Cosa vuoi da gente”. “E lei, perché fa questo?”, ho E adesso che vedo questo coraggioso me?”. Questo è importante, non è un domandato. E lui mi ha detto: “Per ca- Cappuccino dell’Islanda, finiamo con convincimento intellettuale, no: la scelta pire bene il linguaggio dei giovani”. A una barzelletta. Al nord della sua terra, di una vocazione deve nascere dal dialo- volte noi parliamo ai giovani come sia- d’inverno fa 40 sotto zero. E c’era un go con il Signore, qualunque sia la vo- mo abituati a parlare agli adulti. Per lo- suo fedele che è andato a comprare un cazione. Il Signore mi ispira ad andare ro, tante volte il nostro linguaggio è frigo, e gli hanno chiesto: “Ma perché avanti nella vita così, per questa strada. “esperanto”, è proprio come se parlassi- tu vai a comprare il frigo?” — “Per ri- E questo significa un bel lavoro per voi: mo esperanto, perché non capiscono scaldare mio figlio!”. aiutare il dialogo. Si capisce che se voi nulla. Capire il loro linguaggio, che è È mezzogiorno, preghiamo il Regina non dialogate con il Signore, sarà abba- un linguaggio povero di comunione, Caeli insieme [Regina Caeli... Benedizio- stanza difficile insegnare agli altri a dia- perché loro sanno tanto di contatti, ma ne].
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 13 giugno 2019 #francesco 9 Felici, liberi e insieme E questo è il discorso consegnato Christus vivit, 206). E la sinodalità è e annunciano la vocazione come tut- vocazionale non può essere compito figlia della comunione. Si tratta di vi- ta luminosa. Questo non va bene, solo di alcuni leader, ma della comu- vere di più la figliolanza e la fraterni- perché quando si entra a contatto nità: «ogni pastorale è vocazionale, Cari fratelli e sorelle, tà, di favorire la stima reciproca, va- con la carne sofferente dell’umanità ogni formazione è vocazionale e ogni saluto tutti voi partecipanti a questo lorizzare la ricchezza di ciascuno, cre- — la propria o quella degli altri —, spiritualità è vocazionale» (Christus Convegno, che vuole favorire l’attua- dere che il Risorto può operare mera- questa gioia scompare. Altri introdu- vivit, 254). zione del Sinodo dei Vescovi dedica- viglie anche attraverso le ferite e le cono l’idea che discernere la propria to ai giovani. Vi ringrazio per il lavo- fragilità che fanno parte della storia vocazione o camminare nella vita spi- ro che portate avanti nei rispettivi di tutti. Dalla comunione della Chie- rituale sia una questione di tecniche, campi di servizio, e anche per lo sfor- sa nasceranno nuove vocazioni. Spes- di esercizi dettagliati o di regole da VO CAZIONI A UNA SPECIALE zo di confrontarvi e condividere le so nelle nostre comunità, nelle fami- seguire; in realtà, «la vita che Dio ci CONSACRAZIONE esperienze. Da parte mia, vorrei indi- glie, nei presbitéri abbiamo pensato e offre [...] è un invito a far parte di «Se partiamo dalla convinzione carvi alcune linee che mi stanno par- lavorato con logiche mondane, che ci una storia d’amore che si intreccia che lo Spirito continua a suscitare ticolarmente a cuore. Nell’Esortazio- hanno diviso e separato. Ciò appar- con le nostre storie» (Christus vivit, vocazioni al sacerdozio e alla vita ne apostolica Christus vivit ho inco- tiene anche ad alcuni tratti della cul- 252). consacrata, possiamo “gettare di nuo- raggiato a «crescere nella santità e tura odierna e la sofferta storia politi- vo le reti” nel nome del Signore, con nell’impegno per la propria vocazio- ca dell’Europa è di monito e fa da Libertà piena fiducia» (ibid., 274). Voglio ri- ne» (n. 3). Incoraggio anche voi, che sprone. Solo riconoscendoci vera- badire con forza questa mia certezza lavorate nel cosiddetto “vecchio con- mente comunità — aperte, vive, inclu- È vero che la parola “vocazione” ai incoraggiandovi a impiegare ancora tinente”, a credere che «tutto ciò che sive — diventeremo capaci di futuro. giovani può fare paura, perché spesso più energie nell’avviare processi e al- viene toccato da Cristo diventa Di questo i giovani hanno sete. è stata confusa con un progetto che largare spazi di fraternità che affasci- giovane e si riempie di vita» (cfr. toglie la libertà. Dio, invece, sostiene na (cfr. ibid., 38) perché vive di Van- ibid., 1). sempre fino in fondo la libertà di cia- gelo. Le tre linee che vi indico sono: la scuno (cfr. ibid., 113). È bene ricordar- VO CAZIONE lo, soprattutto quando l’accompagna- Penso alle tante comunità di vita santità, come chiamata che dà senso La parola “vocazione” non è sca- mento personale o comunitario inne- consacrata che operano capillarmente al cammino di tutta la vita; la comu- duta. L’abbiamo ripresa nell’ultimo sca dinamiche di dipendenza o, peg- nella carità e nella missione. Penso nione, come “humus” delle vocazioni Sinodo, durante tutte le fasi. Ma la gio, di plagio. Questo è molto grave, alla vita monastica, nella quale affon- nella Chiesa; la vocazione stessa, come sua destinazione rimane il popolo di perché impedisce la crescita e il con- dano le radici dell’Europa e che an- parola-chiave da preservare, coniu- Dio, la predicazione e la catechesi, e solidarsi della libertà, soffoca la vita cora è capace di attrarre molte voca- gandola con le altre: “felicità”, “liber- soprattutto l’incontro personale, che rendendola infantile. La vocazione si zioni, soprattutto femminili: essa va tà” e “insieme”; e infine declinandola è il primo momento dell’annuncio riconosce a partire dalla realtà, in custodita, valorizzata e aiutata ad come speciale consacrazione. del Vangelo (cfr. Evangelii gaudium, ascolto della Parola di Dio e della esprimersi per quello che veramente 127-129). Conosco alcune comunità storia, in ascolto dei sogni che ispira- è, scuola di preghiera e di comunio- che hanno scelto di non pronunciare no le decisioni, nella meraviglia di ri- ne. Penso alle parrocchie, radicate nel SANTITÀ più la parola “vocazione” nelle loro conoscere — a un certo punto — che territorio e alla loro forza di evange- proposte giovanili, perché ritengono ciò che vogliamo per davvero è anche lizzare questo tempo. Penso all’impe- Il discorso sulla vocazione porta che i giovani ne abbiano paura e non ciò che Dio vuole da noi. Dallo stu- gno sincero di innumerevoli sacer- sempre a pensare ai giovani, perché partecipino alle loro attività. Questa pore di questo punto d’incontro, la doti, diaconi, consacrati, consacrate «la giovinezza è la stagione privile- è una strategia fallimentare: togliere libertà si orienta a una scelta dirom- e vescovi «che ogni giorno si spendo- giata delle scelte di vita e della rispo- dal vocabolario della fede la parola pente d’amore e la volontà fa crescere no con onestà e dedizione al servizio sta alla chiamata di Dio» (Doc. Fina- “vocazione” significa mutilarne il les- gli argini capaci di contenere e inca- dei giovani. La loro opera è una fore- le del Sinodo dei Vescovi sui giovani, sico correndo il rischio, presto o tar- nalare verso un’unica direzione tutta sta che cresce senza fare rumore» 140). Questo è bene, ma non dobbia- di, di non capirsi più. Abbiamo biso- la propria energia di vita. (ibid., 99). mo dimenticare che la vocazione è un cammino che dura tutta la vita. Infatti, gno — invece — di uomini e donne, Non abbiate paura di accettare la la vocazione riguarda il tempo della laici e consacrati appassionati, ardenti sfida di annunciare ancora la voca- per l’incontro con Dio e trasformati Insieme zione alla vita consacrata e al mini- giovinezza quanto all’orientamento e alla direzione da assumere in risposta nella loro umanità, capaci di annun- La vocazione — lo abbiamo già ac- stero ordinato. La Chiesa ne ha biso- all’invito di Dio, e riguarda la vita ciare con la vita la felicità che viene cennato — non è mai soltanto “mia”. gno! E quando i giovani incontrano adulta nell’orizzonte della fecondità e dalla loro vocazione. «I veri sogni sono i sogni del “noi”» uomini e donne consacrati credibili, del discernimento del bene da com- (Veglia con i giovani italiani, 11 agosto non perché perfetti, ma perché se- piere. La vita è fatta per portare frut- 2018). Nessuno può compiere una gnati dall’incontro col Signore, sanno Felicità gustare una vita differente e interro- to nella carità e questo riguarda la scelta di vita soltanto per sé; la voca- chiamata alla santità che il Signore fa Questo — l’essere un segno gioioso zione è sempre per e con gli altri. garsi sulla loro vocazione. «La Chie- a tutti, ciascuno attraverso la sua pro- — non è per nulla scontato, eppure è Penso che dovremmo riflettere molto sa attira l’attenzione dei giovani at- pria strada (cfr. Gaudete et exsultate, la questione più importante per il su questi “sogni del noi” perché ri- traverso il suo radicarsi in Gesù Cri- 10-11). Molto spesso abbiamo consi- nostro tempo, in cui la “dea lamente- guardano la vocazione delle nostre sto. Cristo è la Verità che rende la derato la vocazione come un’avventu- la” ha molti seguaci e ci si accontenta comunità di vita consacrata, i nostri Chiesa diversa da qualsiasi altro ra individuale, credendo che riguardi di gioie passeggere. Invece la felicità presbitéri, le nostre parrocchie, i no- gruppo secolare in cui potremmo soltanto “me” e non prima di tutto è più profonda, permane anche stri gruppi ecclesiali. Il Signore non identificarci» (Documento pre-sinodale “noi”. In realtà, «nessuno si salva da quando la gioia o l’entusiasmo del chiama mai solo come singoli, ma dei giovani, 11). solo, ma si diventa santi insieme» momento scompaiono, anche quando sempre all’interno di una fraternità Oggi la vita di tutti è frammentata (cfr. ibid., 6). «La vita dell’uno è le- sopraggiungono le difficoltà, il dolo- per condividere il suo progetto e a volte ferita; quella della Chiesa gata alla vita dell’altro» (Gen 44, 30), re, lo scoraggiamento, la disillusione. d’amore, che è plurale fin dall’inizio non lo è di meno. Radicarsi in Cristo ed è necessario che ci prendiamo La felicità rimane perché è Gesù stes- perché lo è Lui stesso, Trinità miseri- è la via maestra per lasciare che la cura di questa comune santità di po- so, la cui amicizia è indissolubile (cfr. cordiosa. Trovo sia molto fecondo sua opera ci ricomponga. Accompa- polo. Christus vivit, 154). «In fondo — dice- pensare alla vocazione in questa pro- gnare e formare la vocazione è accon- va Papa Benedetto — vogliamo una spettiva. Anzitutto perché offre uno sentire all’opera artigianale di Cristo cosa sola: la vita beata, la vita che è sguardo missionario condiviso, poi che è venuto a portare il lieto annun- semplicemente vita, semplicemente perché rinnova la consapevolezza che cio ai poveri, a fasciare le piaghe dei COMUNIONE felicità» (Enc. Spe salvi, 11). Alcune nella Chiesa nulla si compie da soli; cuori spezzati, a proclamare la libertà La pastorale non può che essere si- esperienze di pastorale giovanile e che siamo all’interno di una lunga degli schiavi e ai ciechi la vista (cfr. nodale, vale a dire capace di dare vocazionale confondono la felicità storia orientati verso un futuro che è Lc 4, 18). Coraggio allora! Cristo ci forma a un “camminare insieme” (cfr. che è Gesù con la gioia emozionante partecipazione di tutti. La pastorale vuole vivi!
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