Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano

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Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
L’Osservatore
il Settimanale
               Romano
Città del Vaticano, 13 giugno 2019
anno LXXII, numero 24 (3.998)

                                     Spirito
                                     di Pentecoste
Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
il Settimanale                                                                             L’Osservatore Romano
                                                                                                                               giovedì 13 giugno 2019

   #intervista                                                                                                                                          2
FEDE E IMMAGINAZIONE: Daniel Libeskind

La magia
dello spazio condiviso
di ANDREA MONDA

D
aniel Libeskind ha quell’approccio sem-           applicato sopra. L’arte non è quindi un           mai eguagliarla». Qual è il rapporto tra
plice e diretto, brillante senza essere mai       oggetto materiale, anche se viene tra-            arte e natura?
superficiale che dice molto della sua li-         smesso attraverso un oggetto materiale,             C’è del vero in questo, decisamente.
bertà interiore. Un atteggiamento che             c’è sempre un messaggio spirituale. An-           C’è del vero nell’impossibilità, nell’asim-
gli permette di attraversare la vita con          che quando si tratta di una mela di Cé-           metria delle due attività, natura e arte.
levità nonostante sia uno dei più grandi          zanne, non si tratta di una mela, è qual-         Quanto dice Chagall dimostra che ap-
e celebri architetti del mondo. Con gioia         cos’altro.                                        partengono a mondi differenti.
ha accettato di parlare con «L’O sserva-
tore Romano» di argomenti impegnativi                La musica e il disegno (architettura e            Quando ho visitato il museo ebraico a
come il rapporto tra arte e spiritualità,         pittura) possono essere ricollegate alla logi-    Berlino da lei ideato, mi è venuta in mente
tra bellezza e dolore, lui che, tra le di-        ca filosofica e alla scienza e inducono a         una frase dell’allora cardinale tedesco Jose-
verse opere, ha realizzato il museo della         pensare che nel mondo esista come un gran-        ph Ratzinger: «La bellezza ferisce». La fe-
Shoah di Berlino e il memoriale di                de disegno, in parte nascosto che l’uomo pe-      rita che la bellezza produce scuote la co-
Ground Zero. Ma come primo tema del-              rò è in grado di riconoscere. Questo pensie-      scienza umana, ricordandogli il suo destino
la conversazione ha preferito parlare del         ro è stato considerato normale per secoli,        ultimo e ultra-terreno, lei è d'accordo?
suo antico e mai sopito amore, la musi-           oggi invece la visione nichilista per cui tutto      È un’affermazione davvero profonda
ca, che tanto si intreccia con l’arte e con       è frutto del caso sembra prevalere, qual è la     acuta su ciò che l’arte è veramente. Pen-
l’architettura in particolare.                    sua opinione in proposito? C’è un grande          so che egli catturi qui una cosa molto
                                                  disegno che ogni uomo può riconoscere o           essenziale, sulla quale sono d’accordo.
   La sua prima passione artistica è stata        no?
la musica. Alcuni pensano che la musica              “Grande disegno” per me significa                 La bellezza e il dolore sono strettamente
sia l’arte più spirituale di tutte, lei è d’ac-   semplicemente che c’è un’esperienza nel           collegati. Oggi guardando il mondo contem-
cordo?                                            mondo per ogni essere umano e ovvia-              poraneo si ha la sensazione che la società
   Penso che la musica sia alla base              mente questa esperienza nel mondo su-             occidentale abbia creato un mondo an-este-
dell’architettura e dell’arte in generale.        bisce trasformazioni periodiche, crisi,           tico, che rimuove il dolore, ma anche la bel-
Sappiamo che la musica e il suo ritmo
sono venuti prima di qualsiasi realizza-
                                                  cambiamenti, ma ciò non cambia il fatto
                                                  che ad essere al centro è l’esperienza
                                                                                                    lezza. O forse sono troppo pessimista?              La «medicina»
                                                                                                       Anche questa è una riflessione molto
zione dello spazio o costruzione. Prima
di tutto c’è la musica, il suono, il tempo,
                                                  umana nel mondo. Tutti gli altri aspetti          profonda. È assolutamente vero che                  della bellezza
                                                  — quelli scientifici e le altre discipline        spezzando la relazione tra la profondità
il ritmo. E poi c’è il corpo che si muove         autonome — sono parte di questa espe-             dell’animo umano e l’idea di arte ed                ai tempi
nello spazio. Quindi direi che la musica          rienza nel mondo, che in realtà è parte           espressione, si rimuovono le dimensioni
è decisamente alla base dell’architettura.        del mistero di un mondo in continuo               sia dell’arte sia dell’animo umano.                 della grande
Anche osservando la costruzione del               cambiamento. In questa esperienza
Partenone, possiamo vedere come l’aia             umana del mondo c’è anche l’elemento                 Lei è ebreo polacco trasferito nel 1960 a
                                                                                                                                                        solitudine
di Atene era anzitutto danza prima di             che noi uomini comprendiamo, in parte,            New York, cosa pensa degli Usa di oggi?
consolidarsi come luogo, come un luogo            il cambiamento che non è semplicemen-             La chiusura rispetto agli stranieri non è
memorabile sul quale costruire. Quindi            te guidato da una sorta di caos. Il caos          forse un tradimento ad una lunga tradizio-
sì, secondo me la musica è il fondamen-           probabilmente è la risposta nostra, at-           ne ispirata ai valori dell’apertura e dell’ac-
to dell’arte e specialmente dell’architet-        tuale, al nostro essere nel mondo. Ma             coglienza?
tura così come quest’ultima è un’esten-           anche la nostra risposta è soggetta al                                                                 L’OSSERVATORE ROMANO
sione della musica, per molte ragioni.                                                                 Si può constatare che le cose non ri-
                                                  cambiamento.                                      mangono uguali. L’America che vedia-
Una delle più ovvie è che il senso                                                                                                                       Unicuique suum                Non praevalebunt
dell’orientamento e dell’equilibrio risiede                                                         mo oggi, la retorica del governo contro
                                                     Henry Miller ha scritto che: «L’arte           gli immigranti, contro le persone prive              Edizione settimanale in lingua italiana
nell’orecchio, non nell’occhio. Pertanto,
                                                  non insegna assolutamente niente, a parte         di istruzione, è una retorica che non mi
il fenomeno dell’acustica precede quello                                                                                                                            Città del Vaticano
                                                  il senso della vita» è d’accordo?                 avrebbe mai permesso di venire in que-                          ornet@ossrom.va
visivo. Ma ancor più, penso che l’archi-                                                                                                                         www.osservatoreromano.va

tettura sia strutturata da un senso musi-            Forse Henry Miller non ha imparato             sto paese. Perché i miei genitori non
cale dello spazio. Da musicista sono ar-          niente dall’arte, il che sarebbe un pecca-        erano istruiti. Lavoravano in fabbrica.                         ANDREA MONDA
                                                                                                                                                                          D irettore
rivato all’architettura in modo naturale,         to, perché qualcosa avrebbe dovuto im-            Siamo venuti perché l’unica sorella so-
                                                                                                                                                                   GIANLUCA BICCINI
diretto. Non sento di avere abbandonato           parare.                                           pravvissuta di mio padre — sopravvissuta                            Coordinatore

la musica, semplicemente l’ho trasferita                                                            ad Auschwitz — viveva qui. Ma oggi                      PIERO DI D OMENICANTONIO
                                                     Picasso invece sosteneva che: «Il segreto      non avremmo i requisiti per immigrare                             Progetto grafico
su un altro strumento, che è l’architettu-
                                                  dell’arte non sta nel cercare, bensì nel tro-     in questo paese, perché l’attuale governo
ra.
                                                  vare».                                            vuole solo persone con una buona istru-                              Redazione
                                                                                                                                                         via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano
                                                                                                    zione e di successo. Quindi sì, penso                            fax +39 06 6988 3675
  Ma innanzitutto esiste una relazione tra           Questo, direi, è una tipica metafora           che dobbiamo renderci conto che il
arte e spiritualità?                              d’artista di un artista di grande successo.       mondo non rimane sempre uguale, che                            Servizio fotografico

  Naturalmente credo che nella musica             Ma penso che la sua vita dimostri                 il mondo è circondato da pericoli e
                                                                                                                                                          telefono 06 6988 4797
                                                                                                                                                             photo@ossrom.va
                                                                                                                                                                                   fax 06 6988 4998
                                                                                                                                                                                    www.photo.va
come in ogni altra forma d’arte ci sia un         tutt’altro, visto che ha cercato per tutta        l’America non è immune ai cambiamenti
collegamento spirituale con il mondo.             la vita.                                          negativi, che ho visto apparire molto
                                                                                                                                                             TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE
                                                                                                                                                                L’OSSERVATORE ROMANO
Beh, se non ci fosse alcun collegamento,                                                            chiaramente all’orizzonte mentre sono
                                                                                                                                                                        Abbonamenti
non ci sarebbe l’arte. Perché l’arte non è          Un altro grande pittore, Chagall, affer-        sempre più numerose le affermazioni an-               Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00).

solo il dato materiale, un dipinto non è          mava che «L’arte è l’incessante sforzo di         tidemocratiche, le decisioni antidemo-                         telefono 06 6989 9480
                                                                                                                                                                      fax 06 6988 5164
un pezzo di tela con qualche pigmento             gareggiare con la bellezza dei fiori, senza       cratiche da parte di questo governo.                               info@ossrom.va
Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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                                                                                                                     giovedì 13 giugno 2019

#intervista                                                                                                                                     3

                            Quindi sì, penso che non sia la stessa           valori, la verità spirituale, esige un’archi-      incluse le teologie, che sono state in
                            America. È un’America che segue vie di-          tettura che non sia sentimentale, che              qualche modo spesso declamate e usate
                            verse.                                           non abbia nostalgia del passato, bensì             da ogni sorta di estremismo. Il lavoro
                                                                             che sia capace di entrare nel discorso del         del Papa consiste nel cercare quel radi-
                               Su questo argomento alcuni giorni fa ho       presente. Direi che l’architettura deve            camento dell’umanità e si basa sul cre-
                            intervistato la scrittrice americana Mari-       assumersi qualche sorta di rischio al fine         dere che c’è una speranza comune di
                            lynne Robinson, la quale ha detto che            di essere fedele a se stessa e al suo mes-         unire le persone nella pace. Altrimenti
                            l’America è dominata dalla paura, che ne         saggio.                                            mi chiedo: qual è il significato di questo
                            pensa?                                                                                              mondo? Non avrebbe nessun significato.
                               Non è nulla di nuovo per me. Sono                                                                La missione di Papa Francesco è davve-
                                                                                Lei è d’accordo sulla definizione di Nor-
                            cresciuto in Polonia sotto il comunismo                                                             ro molto importante e rilevante, special-
                                                                             throp Frye della Bibbia come Grande Codi-
                            e sotto un antisemitismo sostenuto dallo                                                            mente in questo tempo difficile. Papa
                                                                             ce dell’arte e della letteratura?
                            stato. Ricordo il soffio della paura, che                                                           Francesco spesso ripete agli insegnanti e
                                                                                In qualche modo lo è. Infatti, chi sa-          agli educatori di suscitare nei giovani la
                            in realtà era un’ombra oscura sopra l’in-
                                                                             remmo senza i racconti, le memorie rac-            creatività. L’attenzione alla dimensione
                            tera società. Poi quando sono tornato in
                            Polonia, dopo il cambiamento, ho visto           chiusi in quei testi? Ma non la definirei          della creatività Papa Francesco la poggia
                            un popolo nuovo, una nuova rinascita             un codice, perché questa parola implica            sui testi biblici, poiché Dio è Creatore e
                            della Polonia. Quindi sì, sono d’accordo         una sorta di metabolismo che assorbe il            gli uomini sono figli di Dio, e quindi
                            sul fatto che le ombre della paura si            presente nel futuro. Direi che non è un            creativi.
                            stanno estendendo nel mondo e anche              codice, bensì una serie di metafore pro-
                            negli Stati Uniti.                               fonde, di trasposizioni sempre all’opera.             Secondo lei ogni uomo ha una dimensio-
                                                                             In questo senso penso che il fondamen-             ne artistica, creativa?
                               L’arte ha una funzione sociale? Può edu-      to biblico della società occidentale sia              Sì, non c’è alcun dubbio. All’inizio
                            care il popolo ai valori civili, alle virtù?     senz’altro quello sfondo che dà un senso           del mio ultimo libro, intitolato Edge of
                                                                             agli interrogativi dell’umanità: chi sia-          Order, scrivo che tutti possono essere ar-
                               Questa è una buona domanda, sulla
                                                                             mo? dove siamo? dove stiamo andando?               chitetti. Tutti già sono architetti. Nel
                            quale hanno discusso in molti. Sì, ha un
                            valore civico. Non attraverso una qual-          qual è il senso delle cose?                        momento stesso in cui aprono gli occhi,
                            che sorta di realismo socialista, penso, o                                                          sono già esperti di spazio, di luce, di
                            una specie di ingegneria sociale nell’ar-           Questo mi ricorda il rocker Bruce Sprin-        proporzioni, del corpo. Sono profonda-
                            te, che è sempre stata un fallimento.            gsteen che da piccolo ha ricevuto un’educa-        mente d’accordo che la creatività è al
                            Tuttavia ritengo che l’arte autentica, l’ar-     zione cattolica e ha detto che tutte le imma-      centro della nostra tradizione, della no-
                            te che giunge dall’animo umano nella             gini, i racconti che ha conosciuto attraverso      stra tradizione comune, e che è fonda-
                            sua solitudine, si connetta con un altro         la Bibbia da ragazzo lo hanno influenzato          mentale alimentare la creatività, special-
                                                                                                                                mente nei giovani, mostrando che il
                                                                                                                                mondo è una meraviglia aperta, che do-
                                                                                                                                vremmo essere stupiti da questa meravi-
                                                                                                                                glia del mondo. È questa la creatività
                                                                                                                                che considero necessaria per vincere il
                                                                                                                                cinismo, e spesso lo scetticismo che vie-
                                                                                                                                ne imposto ai giovani dagli anziani. Og-
                                                                                                                                gi ci concentriamo tanto su ombre e te-
                                                                                                                                lecamere, ma la vita reale è così fantasti-
                                                                                                                                ca, così bella, così profonda che spesso
                                                                                                                                siamo semplicemente accecati dai media
                                                                                                                                d’informazione invece di guardare negli
                                                                                                                                occhi il prossimo.

                                                                                                                                   Nelle grandi città gli uomini vivono negli
                                                                                                                                appartamenti che possono apparire come i
                                                                                                                                simboli della grande solitudine oggi molto
                                                                                                                                diffusa nel mondo occidentale. Si può se-
                                                                                                                                condo lei tornare alla dimensione della “ca-
                                                                                                                                sa” all’interno del “villaggio” e come?
                                                                                                                                   È vero, come ha sottolineato Robert
                                                                                                                                Musil molto tempo fa, che nasciamo in
                                                                                                                                una stanza bianca e moriamo in una
                                                                                                                                bianca stanza di ospedale. Ma questo si-
                                                                                                                                gnifica dimenticarsi di ciò che il mondo
                                                                                                                                è in realtà. Dovremmo invece concen-
                                                                                                                                trarci su quello che definirei lo spazio
 Schizzi per Ground Zero    animo solo attraverso una sorta di pro-          per tutta la vita. Lei è ebreo e può com-          condiviso, lo spazio comune condiviso,
                            cesso trasfigurativo. Non posso che defi-        prendere questo discorso.                          il cosiddetto spazio pubblico. Infatti,
                            nirlo trasfigurazione. E accende una sor-           Sì, perfettamente. Io la leggo la Bib-          senza spazio pubblico, senza un collega-
                            ta di fiamma d’immaginazione e creativi-         bia, il libro più bello e più letto. Ma            mento le persone possono essere con-
                            tà in chi riceve e in chi crea. Quindi           non leggo solo la Bibbia, leggo anche il           dannate a vivere la propria vita nella lo-
                            penso che sia vero che è diverso dall’in-        Nuovo Testamento, il Corano, il Talmud             ro piccola stanza e la vista stessa cade a
                            gegneria sociale, diverso dal cercare di         anche perché questi testi sono importan-           pezzi. Il punto di partenza è creare una
                            trasmettere messaggi, ma l’arte, per la          ti per comprendere che cosa abbiamo in             sorta di spazio in cui vivere, un salotto,
                            sua autenticità, secondo me è già una            comune, da dove arriviamo, quali visioni           dove le persone possono condividere
                            sorta di verità che viene comunicata in          sono state create. Sono testi che riesco-          uno spazio comune. E questo vale in
                            un modo che di fatto è trasfigurativo.           no a penetrare la verità della vita uma-           modo particolare per le grandi città, che
                                                                             na.                                                stanno iniziando a diventare sempre più
                               T.S. Eliot sosteneva che per secoli la cul-                                                      private, più chiuse, sia per i ricchi sia
                            tura è stata trasmessa non dalla scuola ma          Papa Francesco sta cercando di creare           per i poveri. Credo dunque che sia que-
                            dalla Chiesa, poi qualcosa con la moderni-       un dialogo tra le grandi religioni. Ritiene        sta la chiave per creare una città equa,
                            tà si è interrotto, il rapporto tra Chiesa e     che sia possibile che le religioni si uniscano     che superi l’immensa disparità di reddi-
                            arte è entrato in crisi, come dimostra anche     per la pace?                                       to e disuguaglianza spirituale, e crei un
                            l’architettura sacra. Quale può essere il           Penso che quello che sta facendo Pa-            senso di “insieme”. Per me è questo il
                            compito della Chiesa oggi in riferimento         pa Francesco sia fantastico. Secondo me            compito della città, dell’architettura e
                            all’arte?                                        non c’è altro modo, se non attraverso il           questo potrebbe essere in qualche modo
                               Direi che la necessità di trattare con il     fatto che ci rendiamo conto che c’è                un ritorno, inatteso, dall’abitazione alla
                            contemporaneo significa comunicare i             qualcosa di più grande delle ideologie,            casa.
Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
il Settimanale                                                                        L’Osservatore Romano
                                                                                                            giovedì 13 giugno 2019

  #lourdes                                                                                                                           4

          Inviato dal Papa un delegato
            per la cura dei pellegrini

       L
                       a decisione è in linea con quella già presa nel      ghiera e di testimonianza cristiana corrispon-
                       2017 per Medjugorje: Papa Francesco tiene in         dente alle esigenze del Popolo di Dio».
                       modo particolare alla cura dei pellegrini e de-         Il mandato del vescovo Hérouard, che non
                       sidera che i centri di devozione mariana diven-      lascerà il suo incarico a Lille, sarà limitato al
                       tino «sempre di più un luogo di preghiera e di       solo santuario, mentre la diocesi di Tarbes e
                       testimonianza cristiana corrispondenti alle esi-     Lourdes rimarrà affidata al vescovo Nicolas
                       genze del popolo di Dio». Questo si legge            Jean René Brouwet. Da notare il fatto che la
                       nella lettera che il Pontefice ha inviato a mon-     nomina del delegato non è a tempo indetermi-
                       signor Antoine Hérouard, vescovo ausiliare di        nato (come invece è stata quella di monsignor
                       Lille, comunicandogli la decisione di nominar-       Hoser a Medjugorje) e ciò significa che, nelle
                       lo delegato “ad nutum Sanctae Sedis” (cioè a         intenzioni, non si tratta di un incarico perma-          È il vescovo
                       disposizione della Santa Sede) per il santuario      nente ma a tempo, finalizzato alla cura pastora-
                       di Lourdes.                                          le e spirituale dei pellegrini. Papa Francesco,          Antoine Hérouard
                                                                            che tiene molto a questa cura, desidera accen-
                          La lettera papale è stata letta nel piccolo
                                                                            tuare il primato spirituale rispetto alla tentazio-      ausiliare di Lille
                       centro dei Pirenei, luogo di una delle appari-
                       zioni mariane più popolari della storia, di          ne di sottolineare troppo l’aspetto gestionale e
                       fronte ai cappellani e ai responsabili ammini-       finanziario, e vuole promuovere sempre di più
                       strativi del santuario. L’ha resa pubblica a         la devozione popolare che è tradizionale nei
                       mezzogiorno di giovedì 6 giugno l’arcivescovo        santuari. Nell’esortazione apostolica Evangelii
                       Rino Fisichella, presidente del Pontificio con-      gaudium il Papa aveva scritto che «nella pietà
                                                                            popolare si può cogliere la modalità in cui la
                       siglio per la promozione della nuova evange-
                                                                            fede ricevuta si è incarnata in una cultura e
                       lizzazione, il dicastero che da due anni ha ri-
                                                                            continua a trasmettersi». Francesco continuava
                       cevuto da Francesco l’incarico di valorizzare la
                                                                            citando il Documento di Aparecida, contenente
                       pastorale dei santuari. Da quanto si apprende
                                                                            le conclusioni della riunione dell’episcopato la-
di ANDREA TORNIELLI    dalla lettera, lo stesso Fisichella ha svolto nei
                                                                            tinoamericano tenutasi del più importante san-
                       mesi scorsi una missione come “inviato specia-       tuario mariano del Brasile. E ricordava «le ric-
                       le” presso il santuario che ogni anno vede arri-     chezze che lo Spirito Santo dispiega nella pietà
                       vare milioni di pellegrini provenienti da ogni       popolare con la sua iniziativa gratuita» affer-
                       parte del mondo.                                     mando che «il camminare insieme verso i san-
                          «A seguito delle verifiche» condotte da Fisi-     tuari e il partecipare ad altre manifestazioni del-
                       chella, scrive il Papa, «desidero comprendere        la pietà popolare, portando con sé anche i figli
                       quali ulteriori forme il santuario di Lourdes        o invitando altre persone, è in sé stesso un atto
                       possa adottare, oltre alle molteplici già esisten-   di evangelizzazione. Non coartiamo né preten-
                       ti, per divenire sempre di più un luogo di pre-      diamo di controllare questa forza missionaria!».
Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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                                                                                                             giovedì 13 giugno 2019

                        #scaffale                                                                                                     5
                        di DARIO
                        FERTILIO

      L
                        accoglienza
                                  ’   eccezionale che il pubblico ha ri-     sentimento di appartenenza e continuità ri-
                        servato alla Missa Papae Pauli di Luciano            spetto alla tradizione della musica sacra. Il du-
                        Chailly, diretta dal figlio Riccardo nei giorni      ro metro compositivo della dodecafonia, che
                        scorsi a Brescia, è il segnale di una sensibilità    in alcuni momenti della carriera aveva sedotto
                        diffusa, di un consenso che va al di là del          Luciano Chailly, qui cede il passo a qualcosa
                        semplice apprezzamento estetico. Non lo pro-         di diverso, che discende direttamente da un
                        vano solo le ovazioni finali e la partecipazione     incontro, un’affinità personale.
                        dell’intera città al concerto, ideato per celebra-      Erano state le parole dello stesso Montini —
                        re l’anno della canonizzazione di Papa Monti-        come avrebbe riconosciuto più tardi il compo-
                        ni. Né si limitano al particolare rapporto che       sitore — a indicargli la via; era accaduto quan-
                        ha sempre legato la famiglia Chailly a Paolo         do il Pontefice aveva ricordato che l’arte non
                        VI, tanto che nel settembre del 1965 la registra-    deve lasciare sorpresi, intimiditi e distaccati,
                        zione della Missa — eseguita per la prima volta      ma piuttosto offrirsi ai lettori e agli spettatori
                        via radio a Parigi e poi al Foro Italico di Ro-      come intuizione, facilità e felicità. Una poetica
                        ma — gli era stata consegnata di persona             che avrebbe ribadito nel famoso Messaggio
                        dall’autore.                                         agli artisti del dicembre 1965, in cui si sarebbe
                           Ciò che è stato percepito da tutti — presenti     richiamato al bisogno universale di bellezza
                        al Teatro Grande della città, raccolti davanti al    «per non sprofondare nella disperazione»,
                        maxischermo allestito in piazza o collegati per      esprimendo il suo personale scetticismo nei
                        televisione — è stato piuttosto lo slancio emoti-    confronti delle ricerche artistiche frutto di con-
                        vo, spirituale e quasi doloroso che il composi-      cezioni «stravaganti o malsane».
                        tore ha saputo infondere nella sua creazione.           A distanza di oltre mezzo secolo, molto di
                        Orchestra, coro della Scala e percussioni di         quella lezione estetica risuona oggi nel
                        campane hanno spezzato imme-
                        diatamente il diaframma intellet-
                        tuale che di solito separa il pub-
          A Brescia
       la «Missa»
di Luciano Chailly
                        blico comune dalla musica colta;
                        hanno reso superflue le allusioni
                        intellettuali e gli ardimenti spe-
                        rimentali cui il secolo scorso ci
                        ha lungamente abituati, per re-
                                                                Omaggio musicale
                                                                a Paolo VI
                        stituire intatto il momento
             diretta    dell’ispirazione creativa origina-
dal figlio Riccardo     le: una scintilla che si è accesa
                        in Luciano Chailly al tempo
                        dello storico viaggio intrapreso
                        da Paolo VI attraverso la Terra
                        santa.
                           Certamente la Missa lascia trasparire la for-     Sanctus, nell’Agnus Dei e in altri momenti
                        mazione tipicamente novecentesca del suo au-         dell’opera, a indicare la forza intrinseca
                        tore, e l’ascolto rimane impegnativo a causa         dell’arte sacra, in grado di suggerire a quella
                        delle continue oscillazioni tonali, che oggi ap-     profana la via di una illuminazione interiore
                        paiono un tributo al pensiero dominante nella        all’insegna dell’umiltà intellettuale. E il suo
                        tecnica compositiva del tempo. Ma ciò che la         messaggio ha saputo andare oltre: era tanto
                        caratterizza, rendendola comunque avvincente,        forte il legame di Luciano Chailly con la Mis-
                        è piuttosto l’apertura mentale, lo sforzo di av-     sa montiniana da chiedere che sulla sua tomba
                        vicinarsi alla sensibilità comune al di fuori dei    fossero scolpite le ultime parole della composi-
                        manierismi, e allo stesso tempo un genuino           zione: Dona nobis pacem.
Spirito di Pentecoste - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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#francesco                                                                                                                                6

Svalutare
i diritti sociali
significa
giustificare
la diseguaglianza

         Il discorso    Sul tema «Diritti sociali e dottrina
                        francescana» si è concluso martedì 4
                                                                        rischiano di rimanere privi di contenu-
                                                                        to» (Lettera Enciclica, Pacem in terris,
                                                                                                                          un lato un fenomenale sviluppo norma-
                                                                                                                          tivo, dall’altro un deterioramento nel go-
          del Papa      giugno il Pan-American Judges’ Summit,
                        promosso in Vaticano dalla Pontificia
                                                                        n. 63).                                           dimento effettivo dei diritti consacrati a
                                                                           Elogio questa iniziativa di riunirsi, co-      livello globale. È come l’inizio dei nomi-
          ai giudici    accademia delle scienze sociali.                me pure quella realizzata lo scorso anno          nalismi, sempre cominciano così. Inol-
                        Nel pomeriggio il Papa si è recato presso       nella città di Buenos Aires, nella quale          tre, ogni volta, e con maggiore frequen-
     del continente     la Casina Pio IV dove ha incontrato             più di 300 magistrati e ufficiali giudizia-       za, le società adottano forme anomiche
                        i convegnisti, firmando al termine              ri hanno deliberato sui Diritti sociali al-       di fatto, soprattutto rispetto alle leggi
         americano      la «Dichiarazione di Roma» nella quale          la luce della Evangelii gaudium, della            che regolano i Diritti sociali, e lo fanno
                        si esprime profonda preoccupazione per                                                            con diversi argomenti. Questa anomia si
riuniti in Vaticano     il deterioramento dei sistemi normativi
                                                                        Laudato si’ e del Discorso ai Movimenti
                                                                        Popolari a Santa Cruz de la Sierra. Da            fonda, per esempio, su carenze di bilan-
                        nazionali e internazionali e, in particolare,   lì è uscito un insieme interessante di vet-       cio, sull’impossibilità di generalizzare
                        per il degrado nell’esercizio universale                                                          benefici o sul carattere programmatico
                                                                        tori per lo sviluppo della missione che è
                        dei diritti economici, sociali e culturali.                                                       più che operativo degli stessi. Mi preoc-
                                                                        nelle vostre mani. Questo ci ricorda
                        Di seguito una traduzione dallo spagnolo                                                          cupa constatare che si stanno levando
                                                                        l’importanza e, perché no, la necessità,
                        del discorso del Pontefice.                                                                       voci, specialmente di alcuni “dottrinari”,
                                                                        di affrontare i problemi di fondo che le
                                                                        vostre società stanno attraversando e             che cercano di “spiegare” che i diritti so-
                                                                        che, come sappiamo, non possono essere            ciali sono ormai “vecchi”, sono passati

      S
                        ignore e signori, è motivo di gioia e an-       risolti semplicemente con azioni isolate          di moda e non hanno nulla da apporta-
                        che di speranza incontrarvi in questo           o atti volontari di una persona o di un           re alle nostre società. In tal modo con-
                        Vertice, dove vi siete dati un appunta-         paese, ma che esigono la creazione di un          fermano politiche economiche e sociali
                        mento che non si limita soltanto a voi,         nuovo clima; ossia di una cultura segna-          che portano i nostri popoli all’accetta-
                        ma che ricorda il lavoro che realizzate         ta da leadership condivise e coraggiose           zione e alla giustificazione della disu-
                        congiuntamente ad avvocati, consulenti,         che sappiano coinvolgere altre persone e          guaglianza e dell’indegnità. L’ingiustizia
                        procuratori, difensori, funzionari, e ri-       altri gruppi, finché fruttifichino in im-         e la mancanza di opportunità tangibili e
                        corda anche i vostri popoli, con il desi-       portanti eventi storici (cfr. Esortazione         concrete dietro a tanta analisi incapace
                        derio e la ricerca sincera per garantire        Apostolica Evangelii gaudium, n. 223),            di mettersi nei piedi dell’altro — e dico
                        che la giustizia, e specialmente la giusti-     capaci di aprire cammini alle generazio-          piedi, non scarpe, perché in molti casi
                        zia sociale, possa giungere a tutti. La         ni attuali, e anche a quelle future, semi-        queste persone non le hanno — è anche
                        vostra missione, nobile e gravosa, esige        nando condizioni per superare le dina-            un modo di generare violenza: silenzio-
                        di consacrarsi al servizio della giustizia e    miche di esclusione e di segregazione, di         sa, ma comunque violenza. L’eccessiva
                        del bene comune, con la chiamata co-            modo che l’iniquità non abbia l’ultima            normatività nominalista, indipendenti-
                        stante a far sì che i diritti delle persone,    parola (cfr. Lettera Enciclica Laudato si’,       sta, sfocia sempre nella violenza.
                        e specialmente dei più vulnerabili, siano       nn. 53 e 164). I nostri popoli reclamano             «Oggi viviamo in immense città che
                        rispettati e garantiti. In questa maniera       questo tipo di iniziative che aiutino ad          si mostrano moderne, orgogliose e addi-
                        contribuite a fare in modo che gli Stati        abbandonare ogni atteggiamento passivo            rittura vanitose. Città» — orgogliose del-
                        non rinuncino alla loro più eccelsa e pri-      o da spettatore, come se la storia presen-        la loro rivoluzione tecnologica e digitale
                        maria funzione: farsi carico del bene co-       te e futura dovesse essere determinata e          — «che offrono innumerevoli piaceri e
                        mune del loro popolo. «L’esperienza at-         raccontata da altri.                              benessere per una minoranza felice ma
                        testa — osservava Giovanni XXIII — che             Stiamo vivendo una fase storica di             si nega una casa a migliaia di nostri vici-
                        qualora manchi una appropriata azione           cambiamenti in cui si sta mettendo in             ni e fratelli, persino bambini, e li si chia-
                        dei poteri pubblici, gli squilibri econo-       gioco l’anima dei nostri popoli. Un tem-          ma, elegantemente, “persone senza fissa
                        mici, sociali e culturali tra gli esseri        po di crisi — crisi: pazienza cinese, ri-         dimora”. È curioso come nel mondo
                        umani tendono, soprattutto nell’epoca           schi, pericoli e opportunità; è ambiva-           delle ingiustizie abbondino gli eufemi-
                        nostra, ad accentuarsi; di conseguenza          lente, molto saggio questo — tempo di             smi» (Incontro Mondiale dei Movimenti
                        i fondamentali diritti della persona            crisi in cui si verifica un paradosso: da         Popolari, 28 ottobre 2014). Sembrerebbe
il Settimanale                                                                          L’Osservatore Romano
                                                                                                                         giovedì 13 giugno 2019

   #francesco                                                                                                                                     7

che le Garanzie Costituzionali e i Tratta-        Affrontando il conflitto, appare chiaro      intervento esogeno negli scenari politici
ti internazionali ratificati nella pratica     che abbiamo un impegno con i nostri             dei paesi attraverso l’uso indebito di
non abbiano valore universale.                 fratelli per dare operatività ai Diritti so-    procedimenti legali e tipizzazioni giudi-
   L’“ingiustizia sociale naturalizzata” —     ciali, impegnandoci a cercare di smonta-        ziarie. Il lawfare, oltre a mettere in grave
ossia come qualcosa di naturale — e            re tutti gli argomenti che attentano con-       pericolo la democrazia dei paesi, gene-
quindi resa invisibile — che ricordiamo e      tro la loro attuazione, e questo per mez-       ralmente viene utilizzato per minare i
riconosciamo solo quando “alcuni fanno         zo dell’applicazione o della creazione di       processi politici emergenti e propendere
rumore in strada” e vengono rapidamen-         una legislazione capace di elevare le per-      alla violazione sistematica dei Diritti so-
te catalogati come pericolosi e molesti        sone attraverso il riconoscimento della         ciali. Per garantire la qualità istituziona-
—, finisce col far passare sotto silenzio      loro dignità. I vuoti legislativi, tanto di     le degli Stati è fondamentale rilevare e
una storia di differimenti e dimentican-       una legislazione adeguata quanto                neutralizzare questo tipo di pratiche che
ze. Permettetemi di dirlo, questo è uno        dell’accessibilità e dell’attuazione della      derivano dall’impropria attività giudizia-
dei grandi ostacoli che incontra il patto      stessa, mettono in moto circoli viziosi         ria in combinazione con operazioni mul-
sociale e che debilita il sistema democra-     che privano le persone e le famiglie del-       timediatiche parallele. Su questo punto
tico. Un sistema politico-economico, per       le necessarie garanzie per il loro svilup-      non mi soffermo ma il giudizio mediati-
il suo sano sviluppo, ha bisogno di ga-        po e il loro benessere.                         co previo lo conosciamo tutti.
rantire che la democrazia non sia solo            Questi vuoti sono generatori di corru-          Questo ci ricorda che, in non pochi
nominale, ma che possa vedersi plasma-         zione e trovano nel povero e nell’am-           casi, la difesa o la priorizzazione dei Di-
ta in azioni concrete che veglino sulla        biente le prime e principali vittime.           ritti sociali su altri tipi di interessi, vi
dignità di tutti gli abitanti, secondo la         Sappiamo che il diritto non è soltanto       porterà a scontrarvi non solo con un si-
logica del bene comune, in un appello          la legge o le norme, ma anche una pras-         stema ingiusto, ma anche con un poten-
alla solidarietà e un’opzione preferenzia-     si che configura i vincoli, che li trasfor-     te sistema comunicazionale del potere,
le per i poveri (cfr. Lettera Enciclica        ma, in un certo modo, in “artefici” del         che distorcerà spesso la portata delle vo-
Laudato si’, n. 158). Ciò esige gli sforzi     diritto ogni volta che si confrontano con       stre decisioni, metterà in dubbio la vo-
delle massime autorità, e naturalmente         le persone e la realtà. E questo invita a       stra onestà e anche la vostra probità,
del potere giudiziario, per ridurre la di-     mobilitare tutta l’immaginazione giuridi-       possono addirittura farvi un processo. È
stanza tra il riconoscimento giuridico e       ca al fine di ripensare le istituzioni e far    una battaglia asimmetrica ed erosiva nel-
la pratica dello stesso. Non c’è democra-      fronte alle nuove realtà sociali che si         la quale per vincere occorre mantenere
zia con la fame, né sviluppo con la po-        stanno vivendo (cfr. Horacio Corti, De-         non solo la forza, ma anche la creatività
vertà, né giustizia nell’iniquità.             rechos sociales y doctrina franciscana, 106).   e un’adeguata elasticità. Quante volte i
   Quante volte l’uguaglianza nominale         In tal senso, è molto importante che le         giudici, uomini e donne, devono affron-
di molte delle nostre dichiarazioni e          persone che si presentano nel vostro uf-        tare in solitudine i muri della diffama-
azioni non fa altro che nascondere e ri-       ficio e al vostro tavolo di lavoro sentano      zione e del disonore, quando non della
produrre una disuguaglianza reale e sot-       che siete arrivati prima di loro, che siete     calunnia!
tostante e rivela che si è di fronte a un      arrivati per primi, che li conoscete e li          Certamente occorre grande integrità
possibile ordine fittizio. L’economia del-     capite nella loro situazione particolare,       per poterli superare. «Beati i perseguita-
le carte, la democrazia “a parole”, e          ma soprattutto che li riconoscete nella
                                                                                               ti per causa della giustizia, perché di es-
quella multimediale concentrata, genera-       loro piena cittadinanza e nel loro poten-
                                                                                               si è il regno dei cieli» (Mt 5, 10), diceva
no una bolla che condiziona tutti gli          ziale essere agenti di cambiamento e di
                                                                                               Gesù. In tal senso, mi rallegro che uno
sguardi e le opzioni dall’alba al tramon-      trasformazione. Non perdiamo mai di
                                                                                               degli obiettivi di questo incontro sia la
to (cfr. Roberto Andrés Gallardo, Dere-        vista che i settori popolari non sono in
                                                                                               creazione di un Comitato Permanente
chos sociales y doctrina franciscana, 14).     primo luogo un problema, ma una parte
                                                                                               Panamericano di Giudici per i Diritti so-
Ordine fittizio che rende uguali nella         attiva del volto delle nostre comunità e
                                                                                               ciali, che abbia tra i suoi obiettivi quello
sua virtualità ma che, in concreto, am-        nazioni, essi hanno ogni diritto a parte-
                                                                                               di superare la solitudine nella magistra-
plia e aumenta la logica e le strutture        cipare alla ricerca e alla costruzione di
                                                                                               tura, offrendo appoggio e assistenza re-
dell’esclusione-espulsione, perché impe-       soluzioni inclusive. «La struttura politi-
                                               ca e istituzionale non esiste solo per evi-     ciproca, per rivitalizzare l’esercizio della
disce un contatto e un impegno reale                                                           vostra missione. La vera sapienza non si
con l’altro. Impedisce il concreto, o il       tare le cattive pratiche, bensì per inco-
                                               raggiare le buone pratiche, per stimolare       ottiene con una mera accumulazione di
farsi carico del concreto.
                                               la creatività che cerca nuove strade, per       dati — questo è enciclopedismo — un’ac-
   Non tutti partono dallo stesso punto                                                        cumulazione che finisce col saturare e
al momento di pensare l’ordine sociale.        facilitare iniziative personali e collettive»
                                               (Lettera Enciclica Laudato si’, n. 177).        confondere, in una specie di contamina-
Questo c’interroga e c’impone di pensa-                                                        zione ambientale, bensì con la riflessio-
re nuovi cammini affinché l’uguaglianza           È importante far sì che, fin dall’inizio     ne, il dialogo, e l’incontro generoso tra
dinanzi alla legge non degeneri nella          della formazione professionale, gli ope-        le persone, quel confronto adulto, sano
propensione dell’ingiustizia. In un mon-       ratori legali possano farlo in contatto         che ci fa crescere tutti (cfr. Lettera Enci-
do di virtualità, cambiamenti e fram-          concreto con le realtà che un giorno ser-
                                                                                               clica Laudato si’, n. 47).
mentazione — siamo nell’epoca del vir-         viranno, conoscendole in prima persona
                                               e comprendendo le ingiustizie contro le            Nel 2015 ho detto ai membri dei Mo-
tuale —, i Diritti sociali non possono es-
                                               quali dovranno un giorno agire. È anche         vimenti Popolari: avete “un ruolo essen-
sere solamente esortativi o appellativi
                                               necessario individuare tutti i mezzi e          ziale, non solo nell’esigere o nel recla-
nominali, ma devono essere faro e bus-
sola per il cammino perché «lo stato di        meccanismi affinché i giovani provenien-        mare, ma fondamentalmente nel creare.
salute delle istituzioni di una società        ti da situazioni di esclusione o emargi-        Voi siete poeti sociali: creatori di lavoro,
comporta conseguenze per l’ambiente e          nazione possano essi stessi riuscire a for-     costruttori di case, produttori di generi
per la qualità della vita umana» (Lettera      marsi, in modo da poter assumere il             alimentari, soprattutto per quanti sono
Enciclica Laudato si’, n. 142). Ci vengo-      protagonismo necessario. Si è parlato           scartati dal mercato mondiale” (II Incon-
no chieste lucidità di diagnosi e capacità     molto per loro, ora dobbiamo anche              tro Mondiale dei Movimenti Popolari,
di decisione dinanzi al conflitto, ci viene    ascoltarli e dare loro voce in questi in-       Santa Cruz de la Sierra, 9 luglio 2015).
chiesto di non lasciarci dominare              contri. Mi viene in mente il leitmotiv          Stimati magistrati, avete un ruolo essen-
dall’inerzia o da un atteggiamento sterile     implicito di ogni paternalismo giuridico-       ziale; permettetemi di dirvi che siete an-
come quanti lo guardano, lo negano o           sociale: tutto per il popolo ma nulla con       che poeti, siete poeti sociali quando non
lo annullano e vanno avanti come se            il popolo. Tali misure ci permetteranno         avete paura di «essere protagonisti nella
nulla fosse successo, se ne lavano le ma-      d’instaurare una cultura dell’incontro          trasformazione del sistema giudiziario
ni per poter proseguire la loro solita vi-     “perché non si amano né i concetti né le        basato sul valore, sulla giustizia e sul
ta. Altri entrano così tanto nel conflitto     idee [...]. Il darsi, l’autentico darsi viene   primato della dignità della persona
da rimanerne prigionieri, perdere oriz-        dall’amare uomini e donne, bambini e            umana» (Nicolás Vargas, Derechos huma-
zonti e proiettare sulle istituzioni le pro-   anziani e le comunità: volti, volti e nomi      nos y doctrina franciscana, 230), su qual-
prie confusioni e insoddisfazioni. L’invi-     che riempiono il cuore” (II Incontro            siasi altro tipo d’interesse e di giustifica-
to è a guardare in faccia il conflitto, su-    Mondiale dei Movimenti Popolari, Santa          zione.
birlo    e    risolverlo,    trasformandolo    Cruz de la Sierra, 9 luglio 2015).                 Vorrei terminare dicendovi: «Beati
nell’anello di un nuovo processo (cfr.            Approfitto di questa opportunità di          quelli che hanno fame e sete della giu-
Esortazione Apostolica Evangelii gau-          riunirmi con voi per manifestarvi la mia        stizia; beati gli operatori di pace» (Mt 5,
dium, n. 227).                                 preoccupazione per una nuova forma di           6 e 9). Grazie.
il Settimanale                                                                                 L’Osservatore Romano
                                                                                                                 giovedì 13 giugno 2019

  #francesco                                                                                                                                      8

Lo spirito del proselitismo
ci fa male
                   A mezzogiorno di giovedì 6 giugno
                   nella sala del Concistoro, il Papa
                   ha ricevuto in udienza i partecipanti
                   al congresso dei Centri nazionali per
                   le vocazioni delle Chiese di Europa, svoltosi
                   a Roma, dal 4 al 7. Dopo il saluto
                   rivoltogli dal cardinale Angelo Bagnasco,
                   presidente del Consiglio delle Conferenze
                   episcopali europee (Ccee), il Pontefice
                   ha consegnato il discorso preparato
                   improvvisandone uno a braccio. Ecco
                   il testo di quest’ultimo.

      G
                   razie per questa visita, grazie al Signor
                   Cardinale per le sue parole.
                   Ho preparato qui una riflessione, che
                   consegnerò al Cardinale, e mi permetto
                   di parlare un po’ a braccio di quello che
                   mi viene dal cuore.
                                                                         L’udienza ai membri della presidenza della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece)
                      Quando si parla di vocazioni, mi ven-                     citata dal Pontefice durante l’incontro con gli animatori vocazionali del vecchio continente
                   gono in mente tante cose, tante cose da
                   dire, che si possono pensare o fare, piani
                   apostolici o proposte... Ma io vorrei pri-
                   ma di tutto chiarire una cosa: che il la-        logare su questo punto. Il dialogo con il                 non comunicano. Comunicare è forse la
                   voro per le vocazioni, con le vocazioni,         Signore.                                                  sfida che noi dovremmo avere con i gio-
                   non dev’essere, non è proselitismo. Non             Poi, gli atteggiamenti. Lavorare con i                 vani. La comunicazione, la comunione.
                   è “cercare nuovi soci per questo club”.          giovani esige tanta pazienza, tanta!, tan-                Insegnare loro che è bene l’informatica,
                   No. Deve muoversi nella linea della cre-         ta capacità di ascolto, perché a volte i                  sì, avere qualche contatto, ma questo
                   scita che Benedetto XVI tanto chiara-            giovani si ripetono, si ripetono... Pazien-               non è il linguaggio: questo è un lin-
                   mente ci ha detto: la crescita della Chie-       za e capacità di ascolto. E poi ringiova-                 guaggio “gassoso”. Il vero linguaggio è
                   sa è per attrazione, non per proseliti-          nirsi: cioè mettersi in moto, in movimen-                 comunicare. Comunicare, parlare... E
                   smo. Così. Lo ha detto anche a noi [Ve-          to con loro. Oggi il lavoro con i giovani,                questo è un lavoro di filigrana, di “mer-
                   scovi Latinoamericani] ad Aparecida.             in genere, qualsiasi tipo, si fa in movi-                 letti” come dicono qui. È un lavoro da
                   Non si tratta di cercare dove prendere la        mento. Quando io ero giovane, il lavoro                   fare andando passo a passo. E a noi
                   gente..., come quelle suorine che anda-          con i giovani si faceva nei circoli di ri-                spetta anche capire cosa significa per un
                   vano nelle Filippine negli anni ’90, ‘91,        flessione. Ci riunivamo, facevamo rifles-                 giovane vivere sempre “in connessione”,
                   ‘92. Non avevano case nelle Filippine,           sione su quel tema, sull’altro, ognuno                    dove è andata la capacità di raccogliersi
                   ma andavano lì e portavano le ragazze            studiava il tema prima... E noi eravamo                   in sé stessi: questo è un lavoro per i gio-
                   qui. E ricordo che nel Sinodo del ’94 è          soddisfatti, e facevamo alcune opere di                   vani. Non è facile, non è facile, ma non
                   uscito sul giornale: «La tratta delle novi-      misericordia, visite agli ospedali, a qual-               si può andare con preconcetti o con
                   zie». La Conferenza episcopale filippina         che casa di riposo... Ma era più sedenta-                 l’imposizione puramente dottrinale, nel
                   ha detto: “No. Prima di tutto nessuno            rio. Oggi i giovani sono in movimento,                    senso buono della parola: “Tu devi fare
                   viene qui a pescare le vocazioni, non                                                                      questo”. No. Bisogna accompagnare,
Ai responsabili    va”. E le suore che hanno casa nelle Fi-
                                                                    e si deve lavorare con loro in movimen-
                                                                    to, e cercare in movimento di aiutarli a                  guidare, e aiutare affinché l’incontro con
                                                                                                                              il Signore faccia loro vedere qual è la
della pastorale    lippine, facciano la prima parte della
                   formazione nelle Filippine. Così si evita
                                                                    trovare la vocazione nella loro vita.
                                                                                                                              strada nella vita. I giovani sono diversi
                                                                    Questo stanca... Bisogna stancarsi! Non
vocazionale        qualche deformazione. Questo ho voluto           si può lavorare per le vocazioni senza                    tra loro, sono diversi in tutti i luoghi,
                                                                                                                              ma sono uguali nell’inquietudine, nella
                   chiarirlo, perché lo spirito del proseliti-      stancarsi. È quello che ci chiede la vita,
in Europa          smo ci fa male.                                  la realtà, il Signore, e tutti.                           sete di grandezza, nella voglia di fare
                                                                                                                              del bene. Sono uguali tutti. C’è la diver-
                      Poi, penso — a proposito della voca-             Poi una cosa: il linguaggio del Signo-                 sità e l’uguaglianza.
                   zione — alla capacità delle persone che          re. Oggi sono stato in una riunione con
                   aiutano. Aiutare un giovane o una gio-           la Commissione COMECE. Il presidente                         Forse [potrà servirvi] questo che mi è
                   vane a scegliere la vocazione della sua          ha fatto una riflessione, mi ha detto:                    venuto di dirvi, invece di leggere il di-
                   vita, sia come laico, laica, come sacerdo-       “Sono andato in Thailandia con un                         scorso, che avrete per riflettere. Grazie
                   te, religiosa, è aiutare a far sì che trovi il   gruppo di 30, 40 giovani a fare delle ri-                 del vostro lavoro! Non perdete la spe-
                   dialogo con il Signore. Che impari a do-         costruzioni nel nord, per aiutare quella                  ranza, e andate avanti, con gioia.
                   mandare al Signore: “Cosa vuoi da                gente”. “E lei, perché fa questo?”, ho                       E adesso che vedo questo coraggioso
                   me?”. Questo è importante, non è un              domandato. E lui mi ha detto: “Per ca-                    Cappuccino dell’Islanda, finiamo con
                   convincimento intellettuale, no: la scelta       pire bene il linguaggio dei giovani”. A                   una barzelletta. Al nord della sua terra,
                   di una vocazione deve nascere dal dialo-         volte noi parliamo ai giovani come sia-                   d’inverno fa 40 sotto zero. E c’era un
                   go con il Signore, qualunque sia la vo-          mo abituati a parlare agli adulti. Per lo-                suo fedele che è andato a comprare un
                   cazione. Il Signore mi ispira ad andare          ro, tante volte il nostro linguaggio è                    frigo, e gli hanno chiesto: “Ma perché
                   avanti nella vita così, per questa strada.       “esperanto”, è proprio come se parlassi-                  tu vai a comprare il frigo?” — “Per ri-
                   E questo significa un bel lavoro per voi:        mo esperanto, perché non capiscono                        scaldare mio figlio!”.
                   aiutare il dialogo. Si capisce che se voi        nulla. Capire il loro linguaggio, che è                      È mezzogiorno, preghiamo il Regina
                   non dialogate con il Signore, sarà abba-         un linguaggio povero di comunione,                        Caeli insieme [Regina Caeli... Benedizio-
                   stanza difficile insegnare agli altri a dia-     perché loro sanno tanto di contatti, ma                   ne].
il Settimanale                                                                      L’Osservatore Romano
                                                                                                                        giovedì 13 giugno 2019

   #francesco                                                                                                                                     9

Felici, liberi e insieme
E questo è il discorso consegnato           Christus vivit, 206). E la sinodalità è     e annunciano la vocazione come tut-           vocazionale non può essere compito
                                            figlia della comunione. Si tratta di vi-    ta luminosa. Questo non va bene,              solo di alcuni leader, ma della comu-
                                            vere di più la figliolanza e la fraterni-   perché quando si entra a contatto             nità: «ogni pastorale è vocazionale,
Cari fratelli e sorelle,                    tà, di favorire la stima reciproca, va-     con la carne sofferente dell’umanità          ogni formazione è vocazionale e ogni
saluto tutti voi partecipanti a questo      lorizzare la ricchezza di ciascuno, cre-    — la propria o quella degli altri —,          spiritualità è vocazionale» (Christus
Convegno, che vuole favorire l’attua-       dere che il Risorto può operare mera-       questa gioia scompare. Altri introdu-         vivit, 254).
zione del Sinodo dei Vescovi dedica-        viglie anche attraverso le ferite e le      cono l’idea che discernere la propria
to ai giovani. Vi ringrazio per il lavo-    fragilità che fanno parte della storia      vocazione o camminare nella vita spi-
ro che portate avanti nei rispettivi        di tutti. Dalla comunione della Chie-       rituale sia una questione di tecniche,
campi di servizio, e anche per lo sfor-     sa nasceranno nuove vocazioni. Spes-        di esercizi dettagliati o di regole da        VO CAZIONI      A UNA SPECIALE
zo di confrontarvi e condividere le         so nelle nostre comunità, nelle fami-       seguire; in realtà, «la vita che Dio ci       CONSACRAZIONE
esperienze. Da parte mia, vorrei indi-      glie, nei presbitéri abbiamo pensato e      offre [...] è un invito a far parte di
                                                                                                                                         «Se partiamo dalla convinzione
carvi alcune linee che mi stanno par-       lavorato con logiche mondane, che ci        una storia d’amore che si intreccia
                                                                                                                                      che lo Spirito continua a suscitare
ticolarmente a cuore. Nell’Esortazio-       hanno diviso e separato. Ciò appar-         con le nostre storie» (Christus vivit,
                                                                                                                                      vocazioni al sacerdozio e alla vita
ne apostolica Christus vivit ho inco-       tiene anche ad alcuni tratti della cul-     252).
                                                                                                                                      consacrata, possiamo “gettare di nuo-
raggiato a «crescere nella santità e        tura odierna e la sofferta storia politi-
                                                                                                                                      vo le reti” nel nome del Signore, con
nell’impegno per la propria vocazio-        ca dell’Europa è di monito e fa da
                                                                                        Libertà                                       piena fiducia» (ibid., 274). Voglio ri-
ne» (n. 3). Incoraggio anche voi, che       sprone. Solo riconoscendoci vera-
                                                                                                                                      badire con forza questa mia certezza
lavorate nel cosiddetto “vecchio con-       mente comunità — aperte, vive, inclu-          È vero che la parola “vocazione” ai        incoraggiandovi a impiegare ancora
tinente”, a credere che «tutto ciò che      sive — diventeremo capaci di futuro.        giovani può fare paura, perché spesso         più energie nell’avviare processi e al-
viene toccato da Cristo diventa             Di questo i giovani hanno sete.             è stata confusa con un progetto che           largare spazi di fraternità che affasci-
giovane e si riempie di vita» (cfr.                                                     toglie la libertà. Dio, invece, sostiene      na (cfr. ibid., 38) perché vive di Van-
ibid., 1).                                                                              sempre fino in fondo la libertà di cia-       gelo.
   Le tre linee che vi indico sono: la                                                  scuno (cfr. ibid., 113). È bene ricordar-
                                            VO CAZIONE                                  lo, soprattutto quando l’accompagna-             Penso alle tante comunità di vita
santità, come chiamata che dà senso
                                               La parola “vocazione” non è sca-         mento personale o comunitario inne-           consacrata che operano capillarmente
al cammino di tutta la vita; la comu-
                                            duta. L’abbiamo ripresa nell’ultimo         sca dinamiche di dipendenza o, peg-           nella carità e nella missione. Penso
nione, come “humus” delle vocazioni
                                            Sinodo, durante tutte le fasi. Ma la        gio, di plagio. Questo è molto grave,         alla vita monastica, nella quale affon-
nella Chiesa; la vocazione stessa, come
                                            sua destinazione rimane il popolo di        perché impedisce la crescita e il con-        dano le radici dell’Europa e che an-
parola-chiave da preservare, coniu-
                                            Dio, la predicazione e la catechesi, e      solidarsi della libertà, soffoca la vita      cora è capace di attrarre molte voca-
gandola con le altre: “felicità”, “liber-
                                            soprattutto l’incontro personale, che       rendendola infantile. La vocazione si         zioni, soprattutto femminili: essa va
tà” e “insieme”; e infine declinandola
                                            è il primo momento dell’annuncio            riconosce a partire dalla realtà, in          custodita, valorizzata e aiutata ad
come speciale consacrazione.
                                            del Vangelo (cfr. Evangelii gaudium,        ascolto della Parola di Dio e della           esprimersi per quello che veramente
                                            127-129). Conosco alcune comunità           storia, in ascolto dei sogni che ispira-      è, scuola di preghiera e di comunio-
                                            che hanno scelto di non pronunciare         no le decisioni, nella meraviglia di ri-      ne. Penso alle parrocchie, radicate nel
SANTITÀ                                     più la parola “vocazione” nelle loro        conoscere — a un certo punto — che            territorio e alla loro forza di evange-
                                            proposte giovanili, perché ritengono        ciò che vogliamo per davvero è anche          lizzare questo tempo. Penso all’impe-
   Il discorso sulla vocazione porta
                                            che i giovani ne abbiano paura e non        ciò che Dio vuole da noi. Dallo stu-          gno sincero di innumerevoli sacer-
sempre a pensare ai giovani, perché
                                            partecipino alle loro attività. Questa      pore di questo punto d’incontro, la           doti, diaconi, consacrati, consacrate
«la giovinezza è la stagione privile-
                                            è una strategia fallimentare: togliere      libertà si orienta a una scelta dirom-        e vescovi «che ogni giorno si spendo-
giata delle scelte di vita e della rispo-
                                            dal vocabolario della fede la parola        pente d’amore e la volontà fa crescere        no con onestà e dedizione al servizio
sta alla chiamata di Dio» (Doc. Fina-
                                            “vocazione” significa mutilarne il les-     gli argini capaci di contenere e inca-        dei giovani. La loro opera è una fore-
le del Sinodo dei Vescovi sui giovani,
                                            sico correndo il rischio, presto o tar-     nalare verso un’unica direzione tutta         sta che cresce senza fare rumore»
140). Questo è bene, ma non dobbia-
                                            di, di non capirsi più. Abbiamo biso-       la propria energia di vita.                   (ibid., 99).
mo dimenticare che la vocazione è un
cammino che dura tutta la vita. Infatti,    gno — invece — di uomini e donne,                                                            Non abbiate paura di accettare la
la vocazione riguarda il tempo della        laici e consacrati appassionati, ardenti                                                  sfida di annunciare ancora la voca-
                                            per l’incontro con Dio e trasformati        Insieme                                       zione alla vita consacrata e al mini-
giovinezza quanto all’orientamento e
alla direzione da assumere in risposta      nella loro umanità, capaci di annun-           La vocazione — lo abbiamo già ac-          stero ordinato. La Chiesa ne ha biso-
all’invito di Dio, e riguarda la vita       ciare con la vita la felicità che viene     cennato — non è mai soltanto “mia”.           gno! E quando i giovani incontrano
adulta nell’orizzonte della fecondità e     dalla loro vocazione.                       «I veri sogni sono i sogni del “noi”»         uomini e donne consacrati credibili,
del discernimento del bene da com-                                                      (Veglia con i giovani italiani, 11 agosto     non perché perfetti, ma perché se-
piere. La vita è fatta per portare frut-                                                2018). Nessuno può compiere una               gnati dall’incontro col Signore, sanno
                                            Felicità                                                                                  gustare una vita differente e interro-
to nella carità e questo riguarda la                                                    scelta di vita soltanto per sé; la voca-
chiamata alla santità che il Signore fa        Questo — l’essere un segno gioioso       zione è sempre per e con gli altri.           garsi sulla loro vocazione. «La Chie-
a tutti, ciascuno attraverso la sua pro-    — non è per nulla scontato, eppure è        Penso che dovremmo riflettere molto           sa attira l’attenzione dei giovani at-
pria strada (cfr. Gaudete et exsultate,     la questione più importante per il          su questi “sogni del noi” perché ri-          traverso il suo radicarsi in Gesù Cri-
10-11). Molto spesso abbiamo consi-         nostro tempo, in cui la “dea lamente-       guardano la vocazione delle nostre            sto. Cristo è la Verità che rende la
derato la vocazione come un’avventu-        la” ha molti seguaci e ci si accontenta     comunità di vita consacrata, i nostri         Chiesa diversa da qualsiasi altro
ra individuale, credendo che riguardi       di gioie passeggere. Invece la felicità     presbitéri, le nostre parrocchie, i no-       gruppo secolare in cui potremmo
soltanto “me” e non prima di tutto          è più profonda, permane anche               stri gruppi ecclesiali. Il Signore non        identificarci» (Documento pre-sinodale
“noi”. In realtà, «nessuno si salva da      quando la gioia o l’entusiasmo del          chiama mai solo come singoli, ma              dei giovani, 11).
solo, ma si diventa santi insieme»          momento scompaiono, anche quando            sempre all’interno di una fraternità             Oggi la vita di tutti è frammentata
(cfr. ibid., 6). «La vita dell’uno è le-    sopraggiungono le difficoltà, il dolo-      per condividere il suo progetto               e a volte ferita; quella della Chiesa
gata alla vita dell’altro» (Gen 44, 30),    re, lo scoraggiamento, la disillusione.     d’amore, che è plurale fin dall’inizio        non lo è di meno. Radicarsi in Cristo
ed è necessario che ci prendiamo            La felicità rimane perché è Gesù stes-      perché lo è Lui stesso, Trinità miseri-       è la via maestra per lasciare che la
cura di questa comune santità di po-        so, la cui amicizia è indissolubile (cfr.   cordiosa. Trovo sia molto fecondo             sua opera ci ricomponga. Accompa-
polo.                                       Christus vivit, 154). «In fondo — dice-     pensare alla vocazione in questa pro-         gnare e formare la vocazione è accon-
                                            va Papa Benedetto — vogliamo una            spettiva. Anzitutto perché offre uno          sentire all’opera artigianale di Cristo
                                            cosa sola: la vita beata, la vita che è     sguardo missionario condiviso, poi            che è venuto a portare il lieto annun-
                                            semplicemente vita, semplicemente           perché rinnova la consapevolezza che          cio ai poveri, a fasciare le piaghe dei
COMUNIONE                                   felicità» (Enc. Spe salvi, 11). Alcune      nella Chiesa nulla si compie da soli;         cuori spezzati, a proclamare la libertà
  La pastorale non può che essere si-       esperienze di pastorale giovanile e         che siamo all’interno di una lunga            degli schiavi e ai ciechi la vista (cfr.
nodale, vale a dire capace di dare          vocazionale confondono la felicità          storia orientati verso un futuro che è        Lc 4, 18). Coraggio allora! Cristo ci
forma a un “camminare insieme” (cfr.        che è Gesù con la gioia emozionante         partecipazione di tutti. La pastorale         vuole vivi!
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