LA VOCE DELLA COMUNITÀ - PARROCCHIA DI CRISTO RE - ALBA - Parrocchia Cristo Re
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Prepariamo e celebriamo il Natale del Signore Celebrazioni Penitenziali e confessioni Mercoledì 11 Dicembre, Dicembre, ore 17.00-18.00: bambini di IV e V elementare Venerdì 13 Dicembre, Dicembre, ore 15.00-16.00: ragazzi delle medie Venerdì 13 Dicembre, Dicembre, ore 20.45-22.00: cresimandi Sabato 21 Dicembre, Dicembre, 16.00-18.00: giovani e adulti Lunedì 23 Dicembre, Dicembre, ore 10.00-12.00 e 16.00-18.00: giovani e adulti Martedì 24 Dicembre, Dicembre, ore 10.00-12.00: giovani e adulti Novena di Natale (ore 20.45) Martedì 17 Dicembre: Dicembre: Va’ e anche tu fa’ così… come tutti i Santi (animata dai ragazzi del catechismo) Mercoledì 18 Dicembre: Dicembre: Va’ e anche tu fa’ così… come Giuseppe (animata dai gruppi Caritas e Progetto Solidarietà) Giovedì 19 Dicembre: Dicembre: Va’ e anche tu fa’ così… come l’Angelo (animata dal gruppo arte e bellezza) Venerdì 20 Dicembre: Dicembre: Va’ e anche tu fa’ così… come Maria (animata dai gruppi cresimandi, giovani e scout) Lunedì 23 Dicembre: Dicembre: Va’ e anche tu fa’ così… come Zaccaria ed Elisabetta (animata dai catechisti dei cresimandi) Sante Messe e celebrazioni nei giorni festivi Martedì 24 Dicembre - Natale, Natale, S. Messa della notte: ore 22.00 e 24.00 Mercoledì 25 Dicembre - Natale, Natale, S. Messa dell’aurora e del giorno: ore 8.30 e 10.30 (non sarà celebrata la S. Messa delle 18.00) Giovedì 26 Dicembre - Festa di Santo Stefano, Stefano, S. Messa: ore 10.00 Sabato 28 e Domenica 29 Dicembre - Festa della Santa Famiglia, Famiglia, Ss. Messe: nell’orario consueto Martedì 31 Dicembre - Celebrazione del Vespro e canto del “Te Deum”: Deum”: ore 17.00 S. Messa: ore 18.00 Mercoledì 1° Gennaio - Festa della Madre di Dio, Dio, Ss. Messe: ore 8.30 - 10.30 - 18.00 Sabato 4 e Domenica 5 Gennaio - seconda Domenica dopo Natale, Ss. Messe: nell’orario consue- to (alle 18.00 della Domenica, S. Messa nella vigilia dell’Epifania) Lunedì 6 Gennaio - Epifania del Signore,, Ss. Messe: ore 8.30 - 10.30 - 18.00 Sabato 11 e Domenica 12 Gennaio - Festa del Battesimo di Gesù, Ss. Messe: nell’orario consueto Occasioni d’incontro Grande Tombola natalizia: natalizia: Sabato 14 Dicembre (ore 20.00, presso la palestra) Concerto natalizio per flauto e organo: organo: Domenica 22 Dicembre (ore 21.00, presso la chiesa parrocchiale - con Carla Lupo e Gabriele Studer) Proposte diocesane Campo ragazzi di III Media: Media 27 - 29 Dicembre, a Sampeyre Capodanno per adulti e famiglie: famiglie 28 - 30 Dicembre, a Sampeyre Campo giovanissimi: giovanissimi 2 - 4 Gennaio, a Sampeyre Esercizi spirituali interdiocesani per giovani: 3 - 6 Gennaio, a Borgio Verezzi Campo giovani: giovani 4 - 6 Gennaio, a Sampeyre
Natale, come i pastori C arissimi amici, quentavano la Sinagoga… è bello che l’evan- nella notte di Natale, ormai vicino, la gelista prenda nota di questa sola visita: un sapienza bimillenaria della Chiesa ci gruppo di pastori odorosi di lana, di latte e di riproporrà il racconto della nascita di sterco. È bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli Gesù. E la scrittura semplice ed anonimi, i dimenticati. È davvero una “buona essenziale dell’evangelista Luca, ancora una notizia”! La storia cambia direzione. Dio volta tornerà ad incantarci. scommette su coloro sui quali nessuno scom- L’avvenimento centrale della storia non poteva mette. Dio entra nel mondo dal punto più essere raffigurato in un quadro più dimesso e, basso; sceglie gli ultimi della fila. Il Forte si fa al tempo stesso, più ricco di umanità. Tutto servo del debole, l’Eterno cammina tra le età avviene tacitamente, al riparo dall’occhio dell’uomo, il fiume di fuoco si abbrevia in una curioso dei cronisti mondani. Tutto avviene al scintilla, l’Infinito nel frammento. Natale è l’i- buio, lontano dagli ambienti sfavillanti delle nizio del capovolgimento totale, di un nuovo grandi città. Tutto avviene tra gente povera ed ordinamento di tutte le cose. umile, all’insaputa dei centri del potere, del- l’economia e della cultura. A dire a tutti la Ma cosa smosse quella gente? grandezza e la sublimità di quell’evento inau- dito c’è voluto l’irrompere inatteso degli ange- Cosa spinse i pastori a cercare il Bambino che li, che alla fine del racconto squarciano le era nato? Il desiderio! tenebre con la luce del cielo e vincono il silen- Un desiderio più forte del freddo e del buio, zio con il loro cantico di lode. della stanchezza e del bisogno di riposo e di Il Vangelo della “Messa dell’aurora” ci tranquillità. racconterà inoltre del gran tram- Dicevano tra loro: «Andiamo fino busto che fece seguito ai fatti a Betlemme, vediamo questo della notte. Gli angeli, esau- avvenimento che il Signore rito il loro compito, si ci ha fatto conoscere!». allontanarono dalla scena Il desiderio è la molla della natività e tornarono segreta della fede, che al cielo donde erano continua a mettere in venuti. Avevano recato cammino tutti quelli che l’annuncio e indicato il veramente cercano Dio. segno. Avevano cantato Anche se sono conside- la gloria di Dio e la pace rati “lontani” da Lui, tra gli uomini… ora tocca come lo erano i pastori; ai pastori. Tocca a loro met- anche se non hanno un pas- tersi per strada. Anche se è sato senza ombre come quegli buio, anche se fa freddo, anche se umili e rudi custodi del gregge. ci sarebbero mille plausibili motivi per I pastori vanno. E vanno «senza indu- starsene tranquilli accanto al fuoco ed attende- gio» - annota l’evangelista. Senza aspettare, re che faccia giorno. senza perdere tempo. Quando Dio è vicino, I pastori erano considerati a quel tempo i quando si vuole manifestare, non si può perde- “paria” della religione, perché svolgevano un re l’occasione. E, proprio perché vanno e cer- lavoro sospetto, mangiavano senza fare prece- cano, trovano ciò che era stato loro annuncia- dere i loro pasti dalle abluzioni rituali, non fre- to. La realtà, fu probabilmente diversa da 3
quanto si aspettavano ed immaginavano i ha raggiunti. Credere significa vedere la realtà pastori: «Trovarono Maria e Giuseppe e il nei segni e oltre i segni, anche i più timidi e i Bambino, adagiato in una mangiatoia». Nulla più dimessi. di regale, nulla di sfarzoso. Niente che recasse Credere significa raccontare la nostra fede con il contrassegno dell’agiatezza, del potere o le nostre opere a chi s’incontra sulle strade del della forza. Ci volle fede per credere a quel nostro cammino. Credere significa aprire il segno. Per credere che proprio quel bambino adagiato in una culla improvvisata ed inusuale fosse il Messia atteso dai popoli, annuncia- to dai Profeti, cantato dagli angeli. Ma, ancora una volta, è il desiderio che apre il cuore e permette agli occhi di cogliere la realtà profonda e nascosta: i pastori non solo riten- gono che quel bambino, così simile e tutti gli altri bambini, sia il Salva- tore e Signore, ma non possono tacere la loro scoperta, l’esperienza folgorante di quella notte arcana. E diventano a loro volta dei messag- geri, proprio come gli angeli che li hanno preceduti sulla scena del presepio. Rife- cuore alla lode, alla gioia e al rendimento di riscono a tutti ciò che hanno udito di quel grazie. Proprio per questo la Chiesa, nella sua Bimbo e così dilatano e diffondono la buona bimillenaria sapienza, ancora una volta ci invi- Novella del Natale. A cerchi concentrici, sem- ta a celebrare e a vivere il mistero del Natale. pre più ampi, si diffonde lo stupore, la meravi- Se ci lasceremo prendere ed affascinare da glia, l’incanto per quell’evento inaudito. questi pensieri semplici e sublimi, allora riu- I pastori, però, non si fermarono a Betlemme. sciremo a conquistare la verità del Natale, sal- Ripresero la strada, tornarono anch’essi donde vando questa grande festa cristiana dalle molte erano venuti. Alla custodia del gregge. Ma tor- futilità che la banalizzano. Allora riusciremo a narono diversi! Glorificando e lodando Dio capire il disegno sorprendente di un Dio che ci per tutto quello che avevano visto e udito. ha tanto amati e ci ama da darci il suo unico Figlio. Lasciamoci raggiungere ed interpellare Come i pastori, anche noi dalle parole ispirate di Papa Francesco, che nella sua recente “Lettera Apostolica sul signi- In questo Natale, ormai prossimo, noi siamo ficato e il valore del Presepe” – Admirabile invitati a fare proprio come loro! La loro espe- Signum – così si esprime: «Mentre contem- rienza, i loro sogni, le loro azioni altro non pliamo la scena del Natale, siamo invitati a sono che l’immagine viva di ciò che significa metterci spiritualmente in cammino, attratti essere cercatori di Dio e credenti in Lui. I dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per pastori ci insegnano la grammatica della fede incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli con i suoi verbi essenziali. Credere significa ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché mettersi in cammino, non restare fermi al anche noi possiamo unirci a Lui». caldo delle proprie sicurezze e delle certezze acquisite. Credere significa lasciarsi muovere Buon Natale! A tutti e a ciascuno! dal desiderio: un desiderio non vago e non Con grande affetto, indefinito, perché destato dalla Parola che ci don Claudio e don Mario 4
Ciao, sono don Mario Merotta S ono nato a Torino 41 anni fa e sono l’ul- voglio vivere questa in modo intenso ed ora! timo di cinque figli. La mia vita prece- Non mi piacciono le sorprese, ma come ben dente è stata intensa, piena di gioie e di sapete quando al centro, al posto di te stesso, difficoltà che mi hanno reso sempre più metti Dio… ogni giorno non è mai uguale ed è deciso e più attento al bene, ma soprat- ricchissimo di sorprese e imprevisti. tutto mi sono reso conto di come il Signore mi Quindi voglio raccontarvi ciò che mi piace, ciò abbia “lavorato”, anche se in certe occasioni non che sogno e ciò che vorrei vivere insieme a voi. è stato indolore. Cosa non si fa per Amore? Partiamo dalle cose che mi piacciono: mi piace il Mi sono trasferito in questa splendida Diocesi colore arancione perché mi rilassa e mi aiuta a nel 2014, prima presso la comunità di Santa Vit- pregare. Amo dipingere soprattutto tutto ciò che toria d’Alba, poi a Castiglione Tinella e in ultima mi lega a Dio o che me lo ricorda, ad esempio a Feisoglio. alberi maestosi con radici profonde e rami che E ora sono approdato qui tra voi, nella bellissima svettano nel cielo. Angeli… amo gli angeli. Mi comunità di Cristo Re. piace ridere e scherzare; amo le cose luminose e Come ben sapete ogni comunità è diversa, ma colorate, ma la cosa che mi piace sopra ogni cosa questa volta sono diverso anch’io perché mi è la bagna caoda!!! piace dire – perché lo sento – che ora sono padre, Le cose che sogno: sogno di potere rivedere le anzi, meglio dire, don. Quindi non vi racconterò persone che ormai non ci sono più e che hanno la mia storia passata proprio perché è passata, ma creduto in me: il mio papà, alcuni miei amici, parenti e preti meravi- gliosi. Quando sarà ora di ritornare alla casa del Padre sarò felice di riabbracciarli tutti. Per ora spero di non perdere l’occasio- ne di incontrare nel mio cammino altre persone splendide co- me loro. Quali sono le mie aspettative tra di voi: voglio essere me stes- so e condividere le gioie e i dolori proprio come in una famiglia; provare con voi non tanto le diversità di carattere o di idee – quelle sono certe e scontate – ma gli idea- li, e soprattutto vivere 5
al centro il vero amore che è Gesù, facendo un cammino di Chiesa. Ho appena fatto i miei primi passi tra Benedetto colui che viene voi e devo dire che mi sono sentito nel nome del Signore subito a casa, e poi don Claudio è pro- prio un fratello maggiore attento, Martedì 4 giugno, mons. Vescovo ha nomi- molto attento… tanto attento! E anche nato il nostro viceparroco don Bruno Cerchio così misericordioso e amabile, caratteri Amministratore parrocchiale di Castiglione che a dirla tutta ho percepito anche in Tinella (Parrocchie Sant’Andrea e Santuario molti di voi. Bravo don, hai seminato Madonna del Buon Consiglio) e di Cossano bene! E questo mi rende entusiasta per- Belbo (Parrocchia di San Giovanni Battista e ché in questo mondo dove molti si cre- San Nicolao). Contestualmente (confermato dono capi di se stessi, credono che Parroco di Cristo Re e Vicario Generale don cambiare idea sia un male, portano avanti ideali di altri, invece che semi- Claudio) il Vescovo ha nominato don Mario nare semi di misericordia, di bellezza, Merotta Vicario parrocchiale di Cristo Re in di legame forte a Dio..., stare nella sostituzione di don Bruno. Chiesa come persone che crescono e Domenica 8 settembre, alla Santa Messa camminano insieme, è veramente ciò delle 10.30, seguita da un momento di frater- che desidero vivere con voi! Vi chiedo nità, abbiamo salutato don Bruno e accolto solo pazienza, molta pazienza… per il don Mario. resto preghiamo e chiediamo a Dio Ringraziamo, accompagniamo e sosteniamo cosa vuole da noi come comunità! entrambi con la nostra preghiera! Don Mario Saint Jacques 19-25 agosto 2019 6
Va’ e anche tu fa’ così S ono le parole che Gesù pronuncia ta dal relativismo etico, dall’individualismo alla fine della parabola del buon e da quella “cultura dello scarto”, da cui Samaritano, presa a icona della spesso ci mette in guardia Papa Francesco, seconda Lettera pastorale del nostro denunciando gli “idoli” della finanza e del Vescovo Marco, incentrata tutta sul profitto, cui tutto è assoggettato, dignità tema della “carità”. “La carità quella vera, umana inclusa. La “desertificazione antro- autentica, evangelica”, tiene a precisare il pologica” e l’assenza di valori sono ancor vescovo nell’introduzione, “e non quella più gravi della stessa crisi economica che, fatta con la semplice elemosina o un gesto in questi ultimi anni, ha pesantemente di primo soccorso sociale che sovente fanno segnato la vita delle famiglie e delle nazio- confondere la Chiesa con una Ong, come ni. Una escalation globalizzata di povertà e più volte ci ha ricordato Papa Francesco”. E nuove povertà (mancanza di reddito, disoc- a maggiore chiarezza, monsignor Brunetti cupazione, giovani senza futuro, immigrati fa precedere il suo testo dal bellissimo Inno in fuga dalla disperazione, disuguaglianze, alla carità di San Paolo, nella prima Lettera ingiustizie sociali…), che non ha trovato ai Corinzi 13,1-13. La carità interpella tutti, indistintamente. È nel DNA di ogni cristiano. Non è qualcosa che possa essere delegata – come spesso, purtroppo, accade – a qualcuno, a un uffi- cio apposito, alla stessa Caritas o a esperti in problemi sociali. Nella testimonianza quotidiana e concreta della carità, i cristiani si giocano la propria credibilità. È questo lo stile di vita che li caratterizza, sopra ogni cosa. Come, d’altronde, Gesù stesso richie- de: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Tre le parti in cui è suddivisa la Lettera pastorale. La società in cui siamo immersi Si parte con un’approfondita analisi della società in cui siamo immersi. Una “società liquida”, per usare l’espressione del noto filosofo polacco Zygmunt Bauman, segna- 7
risposta in una politica del tutto ignara del facilmente scambiato per una riserva di “bene comune”. buoni sentimenti, utili per la convivenza Poveri e nuovi poveri interpellano la Chie- sociale, ma marginali”. sa. Come il buon Samaritano essa è chia- I poveri e gli “ultimi”, per il Vangelo, sono mata non a una semplice opera di assistenza “beati”. Non per la loro situazione di indi- sociale, sia pure meritoria, ma a una carità genza, che va combattuta e superata, inci- che ha senso solo se legata alla salvezza e dendo sulle cause che l’originano, ma per- alla verità. “Chi si impegna nell’aiuto ai ché sono oggetto della predilezione e del- poveri”, scrive monsignor Brunetti, “deve l’amore di Dio. Al tal punto che, nella logi- sentirsi missionario, vale a dire un annun- ca dell’“abbassamento” e della “spoliazio- ciatore di Cristo, non dell’uomo, pur occu- ne”, Dio stesso si identifica con gli ultimi pandosi di cose molto umane. Senza di ciò della terra. O con quelli che noi consideria- la carità non è educazione alla fede che ci mo gli ultimi. E così Gesù, al momento del salva, sia in chi la pratica, sia in chi ne rice- giudizio universale, può dire: “Ogni volta ve i benefici”. che avete fatto queste cose a uno solo di Lo ricordava già Benedetto XVI nella sua questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto enciclica Caritas in veritate: “Nell’attuale a me” Matteo 25,37-40). Sì, direttamente a contesto sociale e culturale, in cui è diffusa Gesù, perché il povero è icona del Cristo. la tendenza a relativizzare il vero, vivere la I poveri, come ricorda Papa Francesco, carità nella verità porta a comprendere che hanno molto da insegnarci. Ci interpellano l’adesione ai valori del cristianesimo è ele- e ci scomodano. Mettono in crisi le nostre mento non solo utile, ma indispensabile per certezze, la nostra stessa fede e la fedeltà la costruzione di una buona società e di un alla sequela del Signore. “Sono coloro che vero sviluppo umano integrale. Un cristia- ci ricordano che tutti siamo poveri, anche nesimo di carità senza verità può venire quando non siamo disposti ad ammetterlo”. La seconda Lettera Pastorale del Vescovo Marco Va’ e anche tu fa’ così è il titolo della Lettera Pastorale del nostro Vescovo: «sono le parole che Gesù annuncia al termine della parabola del buon Samaritano, che ho scelto come icona biblica di questa mia seconda Lettera Pastorale», scrive monsignor Bru- netti. «Con essa intendo offrire alcune riflessioni a tutta la comu- nità diocesana per far comprendere che la carità interpella tutti». La lettera è strutturata in tre parti: inizia con uno sguardo sulla società in cui siamo immersi per mettere a fuoco le nuove povertà che ci scomodano; poi approfondisce il tema del farsi prossimo a partire dalla parabola del buon Samaritano; e infine si con- centra sulle strutture caritative ecclesiali che devono essere espressione di un sentire comune della comunità. Il tutto nella cornice dell’Inno alla carità di San Paolo. A illustrare il testo alcune immagini su San Lorenzo tratte dalle monocromie presenti nel duomo di Alba: il santo diacono e martire, «campione di carità cristiana, patrono della nostra città e Diocesi». 8
E, soprattutto, essi “non sono gli sfortunati del buon Samaritano, con una stimolante da compatire, o gli infelici da beneficiare, riflessione su che cosa vuol dire “prossi- buttando loro le briciole cadute dalle nostre mità” e “farsi prossimo”. Chi davvero nella mense, o gli sventurati, che nulla meritano, parabola dell’evangelista Luca è il vero ma a cui la nostra grande bontà sa volgere povero? Il malcapitato aggredito dai brigan- lo sguardo con una solidarietà fatta solo di ti mentre scendeva da Gerusalemme a Geri- buoni sentimenti e piena di germi di inop- co o, piuttosto, il sacerdote, il levita, preoc- portuna delega”. cupati soltanto dei loro affari religiosi? La condivisone dei beni con i poveri non è Tutti, senza eccezione, come il buon Sama- semplicemente una “opzione morale”, che ritano (che era uno straniero, uno scomuni- migliora la nostra vita e ci mette la coscien- cato), siamo chiamati a farci prossimo. za a posto. È, invece, “un grande, profondo, “Non ci sono cristiani delegati a farsi pros- forte, deciso atto di giustizia. Non tanto simo mentre la più parte ne è esonerata”. sociale – ma lo sarebbe di sicuro se fosse Ci sarebbe da chiedersi: “Se fossimo stati vissuto così – quanto vocazionale”. I poveri noi, allora, su quella strada, che cosa sono “il passaporto per il Paradiso”, ha avremmo fatto?”. Avremmo agito con un detto Francesco, nel novembre 2017, in impegno diretto e coinvolgente oppure occasione della prima Giornata mondiale avremmo segnalato il caso ad altri, chia- dei poveri. mandoli in soccorso? Allo stesso modo, anche oggi siamo interpellati su quanto capita con il soccorso in mare di migranti, Il buon Samaritano sballottati per giorni dalle onde, a causa dei porti chiusi. “La responsabilità, umana e Nella seconda parte della Lettera pastorale cristiana”, scrive monsignor Brunetti, “è ci si sofferma, esplicitamente, sulla parabola rispondere di persona, direttamente, Celebrazione della Prima Comunione - 12 maggio 2019 9
lasciandosi coinvolgere. Certo, servono lino” di un “don”. Ed essere, poi, inserite in punti di appoggio competenti e di alto pro- un contesto del “fare insieme”, tenendo filo, ma questi non sono sostitutivi, non conto delle leggi statali e delle strutture possono rispondere al posto nostro”. organizzate, come il Terzo settore in Italia. È questo il cambiamento richiesto ai cri- Una vera prossimità con i poveri può dare stiani: passare dal “dare” al “farsi dono”. ali alla vita, spesso rassegnata, di tante Non una semplice donazione o un trasferi- comunità cristiane. mento di beni, ma una prossimità dei cuori. “Se diventiamo dono, i nostri regali saran- no accettati in maniera diversa, come stru- La Caritas menti di relazione e di verità. Altrimenti, rischieranno di essere utile beneficenza che Protagonista dell’ultima parte della Lettera contribuisce, ma non aiuta, perché mantie- pastorale è la Caritas italiana, istituita il 1° ne la distanza tra i soggetti coinvolti e non luglio del 1971 dal cardinale Antonio genera cambiamento in nessuno dei due”. Poma, arcivescovo di Bologna. E rilanciata Farsi prossimo, inoltre, deve essere un dall’azione infaticabile di monsignor Gio- impegno corale della Chiesa. E interpellare, vanni Nervo, che la estese a ogni Diocesi e in maniera diretta, le comunità cristiane, parrocchia del territorio nazionale, con una per “rendere la fede operosa per mezzo funzione “prevalentemente pedagogica” ed della carità”. educativa. Così da “attivare le comunità Farsi prossimo, infatti, è movimento della verso forme mature di prossimità, capaci di comunità. Il primo e più grande soggetto di modificare anzitutto sé stesse, rendendole prossimità è la comunità cristiana. Ma non maggiormente luoghi di comunione e di come un semplice luogo dove si esercitano condivisione”. In una logica che si può dei servizi, ma un luogo in cui si vive fra- definire con lo slogan “far fare”. “L’obietti- ternità. “Non più un insieme più o meno vo cui siamo chiamati a tendere”, scrive organico di attività tra loro vagamente col- monsignor Brunetti, “è davvero superare la legate ed esercitate da tanti soggetti in sé delega nei confronti della Caritas come di stessi autonomi, ma una grande presa in ogni altro gruppo o associazione di carità”. carico della vita delle persone attraverso la Non si tratta di esautorare o delegittimare quale trasmettere il calore della vicinanza questi organismi, ma di “arrivare a modifi- di Dio”. care la modalità di essere delle nostre Non è, questo, un “imperativo gestionale”, comunità in modo che il prendersi cura sia ma un “imperativo ecclesiologico”, per una azione condivisa e sentita propria da tutti”. visione di Chiesa come una comunione Alla luce di queste premesse, la Lettera della fraternità. I “malcapitati” dei nostri pastorale traccia alcune linee guida per un giorni, come sono profughi e migranti, non rinnovamento dell’azione stessa della Cari- hanno bisogno di un qualche Samaritano tas. Che, anzitutto, deve essere strumento di sparso qua e là. “Non basta una rete effi- “ascolto” e di “osservazione”. “Senza ciente di Ong: occorrono comunità che ascolto non c’è relazione e senza relazione siano di sostegno concreto, che producano non c’è coinvolgimento”. Vanno rivisti non una cultura condivisa, che si aprano deci- solo i “Centri di ascolto”, adeguandoli alle dendo cosa lasciare di sé per arricchirsi di nuove necessità e alle situazioni odierne. altro”. Le opere devono diventare un sentire Ma vanno anche creati nuove “occasioni di della comunità, non semplicemente il “pal- ascolto”, con la Caritas in funzione di 10
“orecchio attento della comunità”. dono della semplice logica assistenzialista, Un “ascolto in rete” delle tante necessità agendo sulle cause e non solo sugli effetti nel territorio. Per “trasformare quanto visto della povertà; impegno per il “bene comu- e ascoltato in azione educativa per la ne”, con una presenza seria e argomentata comunità”. Da qui un programma, con nella politica, da vivere come “la forma più alcune indicazioni, per le parrocchie: “apri- alta di carità”. re gli occhi”; uso di strumenti per una rilet- Molti gli spunti, teorici e pratici, nella Let- tura critica della realtà, alla luce del Vange- tera pastorale “Va’ e anche tu fa’ così”. lo, per non cadere in facili buonismi; con- Essa, conclude monsignor Brunetti, sarà fronto e dibattito costruttivo su temi forti, oggetto di un ampio e articolato dibattito in quali immigrazione e accoglienza; educa- Diocesi, con il coinvolgimento di tutti, i zione alla prossimità, con esercizi di prossi- giovani in particolare. L’obiettivo è una mità per singoli, famiglie, gruppi e comu- seria e radicale riforma della Caritas dioce- nità intera; acquisizione di formazione e sana e della Pastorale dei migranti. Sotto la competenze; massima trasparenza sui fondi protezione del santo martire Lorenzo, cam- e i beni usati, adempiendo agli obblighi di pione di carità cristiana, che considerava i giustizia (“Non si offra come dono di carità poveri “il tesoro più prezioso della Chiesa”. ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”); rispetto della dignità delle persone; abban- Don Antonio Sciortino Adorazione della Croce - 22 novembre 2019 11
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Festa di Cristo Re Passio Christi - Passio Hominis N egli ultimi anni, per i momenti di riflessione e di preghiera in pre- parazione e per la celebrazione della festa di Cristo Re / festa della Comu- nità, ci siamo lasciati ispirare da un’opera d’arte presente nella nostra chiesa parroc- chiale: il grande dipinto dell’abside, le vetrate del presbiterio, il trittico del bat- tistero, l’organo restaurato, la statua e la vicenda della Madonna pellegrina. Que- st’anno, prendendo spunto dalla Via Crucis bronzea dello scultore Giovanni Can- tono (1916-1990), abbiamo riflettuto sulla passione di Gesù e sulla passione del- l’uomo. «Mentre la Sacra Scrittura narra ciò che Dio ha fatto per noi, mostrandoci però il suo volto quasi di spalle, cioè nelle azioni che com- pie, la Passione di Gesù narra ciò che Dio La sensazione, espressa e condivisa da si è fatto per noi – e ciò che noi gli abbia- molti, è stata quella di un programma inten- mo fatto; ce lo mostra faccia a faccia, so che ha favorito la riflessione, la condivi- senza più alcun velo, è rivelazione totale sione e l’incontro come in un abbraccio del volto divino… Nel Crocifisso vediamo caloroso. Grazie di cuore a tutti coloro che tutta la verità dell’uomo rovesciata su Dio vi hanno partecipato, in particolare ai tan- e tutta la verità di Dio rovesciata sull’uo- tissimi volontari che hanno offerto tempo, mo, miseria e misericordia che si abbrac- fatica e competenze per un’autentica festa ciano» (C.M. Martini). di famiglia!!! 13
La Via Crucis di Giovanni Cantono Presentazione storico artistica, a cura della dott.ssa Silvia Gallarato Nel settembre del 1967, in occasione della quentavano i “luoghi santi” compiendo festa della Santa Croce, a dieci anni dalla un percorso chiamato Via Sacra, una pri- nascita della parrocchia, il parroco don mitiva forma della futura Via Crucis. Poi- Stella decise di dotare la nostra chiesa ché non era possibile per tutti recarsi in della Via Crucis, opera di scultura in quei luoghi, il “cammino” venne por- bronzo. tato anche fuori della Palesti- Negli anni precedenti, come na realizzando le rappre- ricorda nel bollettino parroc- sentazioni degli episodi che chiale di agosto-settembre, la hanno caratterizzato la chiesa era stata completata Passione di Gesù. con l’altare, il tabernacolo, il Dapprima, la Via Crucis, si battistero e il grande dipinto diffuse in area germanica e absidale. nei Paesi Bassi, poi in tutta Quell’anno, in occasione Europa e comprendeva della festa di Cristo Re, il fino a 18 stazioni. Furono i Vescovo benedì la nuova Via Francescani, custodi della Crucis, 14 pannelli in bronzo Terra Santa sin dal 1229, a con due o tre figure a rilievo, portarla in Spagna nel opera dello scultore Giovan- XVII secolo. Da qui rag- ni Cantono, che realizzò giunse prima la Sarde- anche il San Giovanni del gna, possedimento spa- Battistero e le altre opere in bronzo pre- gnolo e poi l’Italia, ove il primo esempio senti nella chiesa, tra le quali il tabernaco- fu probabilmente realizzato per il con- lo con l’adorazione dei Magi e due angeli vento di S. Miniato sopra Firenze, nel reggenti la corona regale. 1628. In quegli anni vennero definitivamente La Via Crucis nella storia e nell’arte codificate le 14 stazioni che anche noi conosciamo. Nel XVIII secolo ebbe ampia La Via Crucis ripercorre le tappe del cam- diffusione con la costruzione di edicole mino di Gesù dalla condanna a morte da contenenti dipinti o sculture creando un parte di Pilato fino alla salita sul monte cammino devozionale simile a quello dei Calvario, ove fu crocifisso e poi sepolto. Sacri Monti che spesso sfruttava pendii o Già a partire dai primi secoli del cristiane- alture. A volte le 14 stazioni vennero col- simo, a Gerusalemme, i pellegrini fre- locate sul sagrato delle chiese per poi 14
venir ammesse all’interno degli edifici cadute, l’incontro con la madre e con la religiosi, grazie al Papa Benedetto XIV. Si Veronica. Si aggiungono invece quelle che realizzarono quindi dipinti ricordano l’agonia di Gesù nell’orto degli di dimensioni ri- ulivi, la condanna di Pilato, la promessa dotte, bassori- del paradiso al buon ladrone, il momento lievi, stampe e della crocifissione di Gesù con Maria e oleografie. Giovanni ai suoi piedi. Grandi artisti si cimentarono Giovanni Cantono e le formelle della nella realizza- nostra Via Crucis zione di opere di varia natura. Giovanni Cantono era originario di Ne possiamo Ronco Biellese, dove nacque nel 1916. ricordare alcu- Dedicò la sua arte alla scultura religiosa e ni: Giandome- a quella civile con particolare attenzione nico Tiepolo, ai valori della Patria e dei suoi Caduti. figlio del più La chiesa di S. Maria di Mosso conserva noto Giovan un medaglione di bronzo con l’effigie del Battista Tie- donatore del tempio dell’Ospedale di polo dipinse nella chiesa di San Paolo a Biella, il conte Ettore Barberis, e la piccola Venezia (1747) vivaci scene con perso- statua raffigurante San Giovanni Battista naggi presi dalla vita quotidiana venezia- dalle lunghe braccia posta sul coperchio na, Henry Matisse realizzò le piastrelle del fonte battesimale. dipinte e smaltate della Via Crucis per la Nella chiesa barocca di S. Maria del Chapelle du Rosaire del convento delle Monte a Torino dei frati Cappuccini rea- Domenicane a Vence (Nizza), Gaetano lizzò la statua della Vergine, benedetta il Previati (Ferrara 1852 – Lavagna, Genova 27 marzo 1960 dal futuro Papa Paolo VI. 1920) realizzò un’interessante Via Crucis Ancora a Torino decorano la facciata della ad affresco ora conservata nel Museo chiesa della Madonna della Divina Prov- Diocesano di Milano, 14 affreschi videnza alcune statue del Cantono; di grandi dimensioni che nar- sono inoltre opera sua le pre- rano le vicende di Cristo gevoli sculture dell’altare del senza soluzione di continuità Santissimo Sacramento, un con grande pathos. bassorilievo bronzeo raffigu- Dobbiamo ricordare anche la rante il Battesimo di Gesù e versione della Via Crucis l’altare delle anime del Pur- biblica, che Papa Giovanni gatorio. Paolo II ha presieduto per la A Camandona, gli venne prima volta nel Colosseo, commissionato dal Gruppo nel 1991, con alcune varianti Alpini il busto in bronzo del negli episodi narrati. Infatti sacerdote don Bannino; non vengono presi in consi- nella città di Caselle, il derazione gli avvenimenti monumento ai caduti in che non hanno preciso rife- piazza Europa; a Biella, un rimento biblico, cioè le tre busto in bronzo dedicato 15
all’alpino Cucco. La Via Crucis di Giovan- sonaggi che se ne ni Cantono conservata nella nostra chiesa spartiscono le vesti. è costituita da formelle in bronzo realiz- Nella scena successi- zate con la tecnica della cera persa. In va la formella quasi ognuna di esse compaiono i protagonisti non riesce a conte- essenziali dell’episodio illustrato, anche nere la croce su cui se tradizionalmente il numero dei perso- stanno crocifiggendo naggi può variare. Gesù. Questi, innal- Le figure sono allungate, sintetiche nella zato su di essa, resa delle vesti, espressive nei volti. occupa tutta la parte Lo sfondo è privo di particolari in modo centrale e superiore da mettere in evidenza i protagonisti e della scena, ai piedi convogliare su di loro lo guardo. Cristo lo osservano sofferenti Maria e il discepo- non è sempre al centro della scena, tutta- lo Giovanni. via in qualche modo la domina. Avvinghiato alla croce un soldato fa cala- Nella I stazione in cui Gesù è condannato re a terra il corpo esamine del crocifisso, a morte, un arco racchiude la figura di deposto poi nel sepolcro, mentre sullo Pilato seduto sul trono mentre impassibi- sfondo della grotta si delinea la sagoma le lo presenta alla folla volgendo verso di della donna che assiste alla sepoltura. noi lo sguardo. Si chiude qui il racconto della Passione, Nella II, Gesù in posizione centrale, viene ma il dipinto del presbiterio con la Gloria caricato della croce da due uomini posti di Cristo ci ricorda la Risurrezione che ci in secondo piano. attende tutti. La diagonale disegnata dalla croce carat- terizza la scena della prima caduta a terra di Gesù. Nella IV stazione, Gesù incontra sua madre: le due figure si fronteggiano con grande compostezza. Simone di Cirene si carica della croce e la trascina accanto a Gesù. Nel centro della formella della VI stazione la Veronica sorregge il telo con cui tergerà il volto di Gesù. L’attenzione è concentrata su di lei, posta in posizione centrale in ginocchio tra Cristo che le porge la mano ed una donna. Nella scena della seconda caduta, il corpo di Gesù sembra essere soverchiato dal peso ormai insostenibile della croce, sor- retta in parte da un uomo in secondo piano. Lungo il cammino incontra le donne di Gerusalemme, poi ricade per la terza volta. Il corpo sofferente di Cristo cam- Dal Bollettino parrocchiale dell’ottobre 1967 peggia in posizione centrale tra i due per- a firma del parroco don Angelo Stella 16
Mysterium Salutis N ella festa di Cristo Re che si è appena conclusa, ispirandoci all’ultima (per ora) opera d’arte presente nella nostra chiesa par- rocchiale – la Via Crucis in bron- zo dello scultore Giovanni Cantono – abbia- mo meditato sulla “Passio Christi - Passio Hominis”, attraverso gli interventi di rifles- sione declinati con i seguenti titoli: “Dal Cro- cifisso risorto nasce la speranza”, “dalle Sue piaghe la salvezza” e “la bellezza che trasfi- gura il dolore”; incontri nei quali tutti i rela- tori hanno dato il meglio di sé. Dopo questa preparazione – vissuta non in stragrande numero, ma in piena consapevo- lezza – la preghiera guidata dai giovani, la presentazione storico-artistica della Via Cru- cis e il momento conviviale per eccellenza – con la solita partecipazione di massa in cui è stato accolto un bel numero di fratelli meno fortunati che hanno potuto così godere di una parentesi di serenità – la festa è stata chiusa degnamente dal grande Concerto Spirituale “Mysterium salutis” della domenica sera. Si tratta dell’opera giovanile del nostro par- roco, composta da 14 brani per coro a cap- e affidati alla bravura degli artisti dell’“Alba pella e coro ed organo, tutti in latino, alcuni Vocal Ensemble”, del maestro Giuseppe dei quali già proposti al concerto della festa Olivero e del nostro organista Gabriele Stu- di Cristo Re dello scorso anno, ora presentati der, che hanno saputo farne un’opera d’arte in forma quasi completa (14 su 15) e desti- a tutti gli effetti. nati a comporre un CD, con l’annessione di Straordinaria è stata la presentazione regala- un libretto esplicativo e dei relativi spartiti taci dell’Autore, perché, a parte la doverosa che dovrebbero essere molto graditi dagli spiegazione di cui abbisogna ogni brano, appassionati. don Claudio ha sviscerato con noi come ha I suddetti brani – scritti tra il 1982 e il 1986 voluto usare ogni nota, ogni voce, ogni come “pagine sciolte” di polifonia sacra – arpeggio per comunicare al meglio quanto il costituiti da preghiere tradizionali, salmi e cuore gli suggeriva ed esplicitare con i parti fisse della Messa, ora sono stati inca- suoni, i timbri e i ritmi il raccoglimento, la stonati in una specie di mappa orientativa o gioia, il dolore, la preghiera, il senso del di sguardo panoramico sul mistero cristiano mistero… 17
D’improvviso il nostro carissimo e bravissimo Monsignore è ridi- ventato il ragazzino di allora, appassionato ed esigente, che aveva già la perfetta padronanza delle note e degli strumenti musicali e che sentiva chiarissi- mamente nella sua testa come dovesse essere il brano che stava componendo. Ciò ha appassionato anche noi, perché l’entusiasmo, si sa, è con- tagioso: abbiamo toccato con mano che i sogni belli non muoio- no mai, anche se nascosti per anni in qualche famoso “cassetto”; tra le mani dell’Autore riprendono vita, bellezza e splendore. Ultima cosa, ma non meno impor- tante da dire, è stata la presenza tra di noi di alcuni cristiani orto- dossi e fratelli musulmani; esem- pio bello e significativo di fratel- lanza universale. I brani sono stati eseguiti nel seguente ordine, ed in ognuno abbiamo trovato una preziosa “chicca”: stico che esprime con vibrante commozione Cantate Domino: un salmo di lode cosmica la fede cattolica nella presenza di Cristo ad esprimere che – come afferma l’inno cri- vivo nel sacramento dell’Eucaristia. stologico della Lettera ai Colossesi – “Gesù Kyrie Eleison: la richiesta di perdono viene Cristo è il principio del mondo”. Enzo espressa in tonalità minore, quasi con mesti- Bianchi fa eco all’Apostolo quando scrive zia, ma nell’ultimo accordo il coro conflui- nell’incipit di un suo libro: Mettere Dio “in sce in tonalità maggiore dando l’impressio- principio” significa che la realtà è il risultato ne della certezza che il perdono di Dio sia di una libertà, non di una necessità, significa già accordato e in qualche modo anticipato che l’uomo sa da dove viene sfuggendo così nella stessa consapevole ammissione delle al regime dell’anonimato, significa porre proprie colpe. l’alterità in cui è possibile l’amore, la rela- Sanctus: l’inno che conclude il Prefazio zione, l’alleanza, significa che l’oggi è teso della Messa si ispira ad una visione di Isaia. a un domani non dovuto al caso… mettere È un invito alla Chiesa terrena ad unirsi a Dio “in principio” significa mettere Dio quella celeste nella lode del Dio tre volte “alla fine”. Santo; questo intreccio di terra e di cielo è Ave Verum Corpus: un antico inno eucari- reso vivo da una serie di arpeggi affidati alle 18
diverse voci nell’Osanna; arpeggi che partono dal basso e si dilatano verso l’alto. Pater Noster: è la preghiera cristiana per eccellenza; anzi, più propriamente, il metodo della preghiera suggerito da Gesù su richiesta dei suoi apostoli; l’ossatura fonda- mentale è costituita da 7 domande, 3 rivolte a Dio per Dio stesso e 4 a lui per noi. La domanda che recita “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” è no e scendevano su di essa». Ebbene – con- da sempre particolarmente delicata a motivo tinuava la parabola giudaica – alla fine gli della nostra difficoltà a perdonare; difficoltà angeli si dimenticarono di ritirare la scala sottolineata dal canto dei soli soprani, che in che, perciò, rimase piantata sulla terra. È, tempo ternario – a differenza di tutto il resto così, divenuta la scala musicale le cui note del brano – si distendono in arpeggi arditi. angeliche permettono ancora a Dio di scen- Agnus Dei: in questo brano il “dona nobis dere e parlarci e a noi di ascendere in cielo pacem” finale, eseguito in doppia scala per raggiungerlo. ascendente, ci riporta alla mente Elie Wie- Ave Maria: la preghiera mariana più cara al sel, premio Nobel 1986 per la pace, che, in nostro cuore, di cui la prima parte è ripresa un suo libro aveva rispolverato una suggesti- dal Vangelo di Luca e la seconda dalla tradi- va allegoria giudaica. Quando Giacobbe, in zione della Chiesa. L’autore, in un inciso fuga da Esaù, il fratello beffato, era giunto a ripetuto più volte dalle diverse voci sulla Betel, secondo la Bibbia (Genesi 28,10-19) parola “benedicta tu” ha voluto immaginare aveva avuto una visione: «una scala poggia- un’eco del “Magnficat”, là dove Maria va sulla terra, mentre la sua cima raggiunge- afferma “tutte le generazioni mi chiameran- va il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio saliva- no beata”. Salve Regina: il testo è un’antifona mariana del Medio Evo. All’inizio le 4 voci riprendono lo stes- so soggetto, come se volessero coinvolgere i punti cardinali della terra in un’unica lode a Maria. L’autore ha fatto inoltre notare che il basso solista intona la nota più alta nel dire “ad te” e la più bassa nell’“in hac” per 19
che esprime l’intensa gioia pasquale. Solo 3 strofe però, la quarta l’avrebbe aggiunta il Papa stesso chiedendo a Maria di intercedere per noi. Fili mi Absalom: è il pianto accorato del re Davide per la morte del figlio e nemico Assalonne. Il suo dolore strug- gente si riverbera in tutti colo- ro che in ogni tempo hanno provato la stessa pena. Alla far notare la distanza tra la vertiginosa fine del brano, tutte le voci, confluendo in altezza della santità della Vergine e la un largo accordo maggiore, pronunciano il nostra condizione di peccatori; distanza nome Absalom. Qualcuno ha scritto: chia- colmata dall’intercessione della Madonna mare una persona per nome significa dirle: alla quale non temiamo di rivolgerci con “tu non morirai!”. disinvolta confidenza, come dimostra l’in- O Domine Jesu Christe: antica preghiera calzante “eja ergo”, che con un notevole per i defunti che chiede misericordia per crescendo cromatico esprime il nostro tutti i peccatori. desiderio di sollecitare ed affrettare il suo Da Pacem, Domine: inno ricavato da testi benevolo sguardo. biblici, nel quale si prega il Signore di starci Regina Coeli: si narra che il Papa San Gre- vicino, perché non abbiamo altri che possa- gorio Magno avesse avuto una visione in cui no combattere al nostro fianco se non lui; la gli angeli gli insegnarono questa preghiera pace invocata ed attesa non è soltanto intesa Foto di Guglielmo Giordano 20
come assenza di conflitti o di guerre, ma più l’umanità. Cristo, risorto dai morti non propriamente come “prosperità”, buon muore più e con i segni della passione vive andamento di tutte le cose, “cumulus bono- immortale. Questo convincimento è espresso rum omnium” - il mucchio di tutti i beni. musicalmente da don Claudio riprendendo Exsultate Iusti: cantate giusti al Signore con per questo brano finale il tema del Kyrie, arte, con la cetra e con il salterio a dieci concluso da alcuni alleluia potenti e ad un corde; le voci, in questo Salmo, cercano con tempo composti, ad esprimere il “garbo del successo di imitare il suono degli strumenti Vincitore”. musicali evocati. Nina Grosso Amen, Alleluia: il Si- gnore Gesù, dopo la sua Risurrezione, invece di imporre con orgoglio la sua vittoria, con delica- tezza e con garbo ripiegò e mise in ordine i teli funerari ed il suda- rio nella cavità sepol- crale come avrebbe fatto un domestico o una domestica. La sua risurrezione non can- cella, ma porta con sé 21
Pubblichiamo la lettera indirizzata agli anziani Le anime dei giusti, e agli ammalati della Comunità che come i fiori del campo, non hanno potuto partecipare fisicamente profumano alla festa della Parrocchia maggiormente quando C viene la sera arissimo, arissima, rivivete la Via Crucis nel corpo e nel cuore: dove però la sofferenza, nobilitata eccoci giunti all’appuntamento dalla fede, acquista risvolti di inaudita annuale con la festa di “Cristo Re”, dolcezza e credibilità. momento importante per rinnovare la La cultura del mondo vede la vita come nostra fede e la nostra appartenenza alla un fiore, che al mattino germoglia e alla Comunità parrocchiale, traguardo atteso sera appassisce. Ma Gesù ci offre un’altra con il desiderio di condividere occasioni chiave di interpretazione: il cammino del- di riflessione e di fraternità. l’esistenza, passando di stagione in sta- Come sempre il lato malinconico sarà la gione, va verso un compimento, una meta vostra assenza; ma soltanto quella fisica, perché sapete bene quale posto occupate nel nostro cuore, pronto a spartire con Semina la gioia voi ogni profonda esperienza e ogni vera emozione. nel giardino Il tema della festa di Cristo Re quest’an- di tuo fratello no è riassunto nel seguente titolo: “Passio Christi - Passio Hominis”, ossia la pas- e la vedrai sione di Cristo e/è la passione dell’uomo. fiorire nel tuo Nelle tappe di riflessione e di preghiera che vivremo in questa ricorrenza che conclude l’Anno Liturgico, potremo con- templare la bellezza che trasfigura il dolore, l’amore che vince la morte, il mistero della salvezza raccontato dalla musica… prendendo ispirazione dall’ar- tistica Via Crucis presente nella chiesa parrocchiale fin dal 1967, opera dello scultore piemontese Giovanni Cantono. Sappiamo bene come le difficoltà della vita siano spesso pane quotidiano, soprat- tutto per voi, anziani ed ammalati, che 22
che termina nell’eternità e, se il corpo, sapete insegnarci il valore della pazienza, alla sera della vita non obbedisce più della gratitudine, dell’abbandono coscien- come e a ciò che vorremmo, lo spirito può te e fiducioso al disegno di Dio e alla sua continuare ad immergersi nella luce tra- paterna provvidenza. sfigurante di Dio. Non dimentichiamoci “Sono certo di contemplare la bontà del che le anime dei giusti, come i fiori del Signore, nella terra dei viventi” dice il campo, profumano maggiormente quando Salmo 26: Gesù non è venuto a toglierci viene la sera! dai dolori, dai problemi e dalle difficoltà È sempre più difficile trasmettere ciò che che costellano le nostre esistenze, ma è sentiamo per voi, senza cadere nella bana- venuto a condividere con noi e a salvarci lità e nella retorica delle frasi fatte o ripe- nelle fatiche, nelle solitudini e nelle affli- tute. La preziosità che voi rappresentate è zioni. purtroppo rinchiusa nello scrigno della Maria, madre di Gesù e madre nostra, sia vostra dimora dove però parenti, amici, per noi compagna di viaggio in ogni tor- ministri della Santa Comunione che nante della storia, soprattutto in quelli hanno il privilegio di entrare, possono oscuri che spesso la vita ci riserva. testimoniare quanto viva sia la vostra Con grande affetto! attenzione per la nostra Comunità e per tutto quanto in essa succede. Don Claudio, don Mario Avvicinarci a voi è sempre arricchente: e la tua Comunità parrocchiale 23
Dio “sarà tutto in tutti” Il volto di una comunità in festa A novembre abbiamo celebrato la segnerà il Regno al Padre: «Regno di Festa di Cristo Re. Il programma verità e di vita. Regno di santità e di gra- anche quest’anno ha alternato zia. Regno di giustizia, di amore e di pace» momenti di approfondimento a (Prefazio). Amen». momenti ricreativi. Rimane un’occasione preziosa per fermarsi un momento, guarda- La bellezza re alla presenza della comunità parrocchia- le e cogliere come cresce e come cambia. Sono stati molto apprezzati i momenti Il Consiglio pastorale parrocchiale ha pro- dedicati all’arte e alla musica. I percorsi vato a ripercorrere i vari eventi vissuti teologico-artistici sulla Via Crucis e il con- insieme e a cogliere cosa “sta a cuore” alla certo in chiesa sono stati momenti che ci parrocchia. Eccone una sintesi. hanno nutrito di armonia: siamo tornati a casa ricchi di cultura e rasserenati dalla La preghiera comune bellezza che riempie il mondo. Nella forma della celebrazione eucaristica La dinamica dell’invito o nei momenti di veglia serale come l’ado- razione della croce di venerdì 22. La pre- Invitare alla festa è un impegno importante ghiera interpella, fa crescere nella fede, e molto sentito. La varietà delle iniziative costruisce e costituisce la comunità. Nella (liturgiche, culturali, ricreative,…) ci per- conclusione dell’Omelia della festa don mette davvero di raggiungere tutti nel Claudio ci ha detto: «Con questa Solen- quartiere. Anche se non sempre l’esito del- nità, ci viene riproposto il traguardo ulti- l’invito è positivo in termini di presenza, mo della storia: le onde convulse delle “invitare” rimane un esercizio significativo vicende umane, gli intrecci di violenza e di per chi lo fa. È l’occasione per andare a pace, i contrasti di luci e di tenebre, cercare il vicino di casa che da un po’ non approdano lì: nel mistero di Cristo, Re incontriamo, per confrontarsi con qualche dell’Universo. E così, di fine in fine del familiare un po’ distante dalla parrocchia, tempo si arriverà al tempo senza fine, alla per accorciare le distanze con chi sappia- Domenica senza tramonto, quando l’uma- mo in difficoltà. Il pranzo ha richiamato nità intera entrerà nel suo riposo. E Dio alla tavola della parrocchia molte persone “sarà tutto in tutti”. Allora il Risorto con- sole: una bellissima chiamata a prenderci 24
cura di chi in quartiere “ha fame” di Queste opportunità di collaborazione e momenti di festa e di condivisione. La let- “contaminazione” hanno aiutato tutti tera agli ammalati, distribuita in particolare (bambini, giovani e adulti, genitori e non) a dai ministri straordinari della Santa Comu- sentire il legame che ci unisce, tra gruppi e nione, è un gesto sempre molto apprezzato. anche tra generazioni diverse. Il segno di vicinanza e un invito alla parte- Aver ripercorso insieme la via della croce cipazione anche se nella preghiera e nel (la passione dell’uomo e la passione di Cri- pensiero. sto) ci ha forse fatto crescere anche in que- sto: nel pensarci “insieme” come Maria e Sotto la croce ci riscopriamo Chiesa Giovanni. Una mamma e un giovanissimo, l’immagine di una Chiesa che cresce met- In modo particolare quest’anno l’organiz- tendo insieme le differenze. zazione della festa ha richiesto la collabo- Cosa ci aspettiamo dalla festa 2020? Che razione di più gruppi e realtà legate alla sia eccezionale come quella di quest’anno: parrocchia. Si sono così generati incroci un non perché l’organizzazione sarà eccezio- po’ “inediti”: i bambini del catechismo nale, ma perché eccezionale è lo Spirito hanno contribuito all’animazione della che ci fa stare insieme. veglia proposta dai giovani; il coro Babayetu e il gruppo Alba Vocal Ensamble Per continuare a vivere la festa hanno intrecciato le loro note a quelle dei maestri di musica della parrocchia; le Sul sito Cristorealba.it è pubblicata una mamme ospiti di via Santa Barbara hanno pagina che raccoglie spunti spirituali, arti- cucinato biscotti e aiutato a servire il pran- stici e musicali della festa, edizione 2019. zo; giovani scout hanno lavorato in cucina per preparare polenta e formaggi. Emanuela Iacono Don Claudio e don Mario esprimono viva gratitudine e riconoscenza a tutti coloro che, con il servizio puntuale e disinteressato, con la collaborazione gioiosa e fattiva, con la solidarietà generosa, con l’offerta delle fatiche e delle sofferenze di ogni giorno, con la preghiera di intercessione… contribuiscono alla crescita della comunità parrocchiale. Il Signore che legge nei cuori, ricompensi tutti e ciascuno! 25
Il sito web della Parrocchia compie un anno Il nuovo sito web della Parrocchia di Cristo Re compie un anno e sempre di più vuole diventare un prezioso strumento per informa- re ed aggiornare la comunità sulle notizie, le attività e gli appunta- menti futuri. «Aprire le porte delle Chiese significa anche aprirle nell’ambiente digitale – ha detto Papa Francesco – sia perché la gente entri, in qualunque condizione di vita essa si trovi, sia per- ché il Vangelo possa varcare le soglie del tempio e uscire incontro a tutti». Il sito è quindi un’opportunità per comunicare la Buona Novella, facendo conoscere la bellezza delle tante iniziative presenti nella nostra comunità, che si esprimono attraverso l’opera di tante per- sone che lavorano in essa, in un cammino di Chiesa attento ai segni dei tempi. I contenuti sono strutturati in 4 principali ambiti: • La chiesa: che racconta la storia della nostra parrocchia, le descrizioni delle opere d’arte e dell’organo; • In parrocchia: con contenuti che riguardano la liturgia (compre- se le omelie domenicali di don Claudio), la presentazione dei vari gruppi di catechesi, dei cori, delle associazioni parrocchiali e delle esperienze di prossimità attive; • Strutture: un focus su tutti gli ambienti che compongono il con- testo della nostra parrocchia; • Vita di comunità: il calendario degli appuntamenti settimanali ed un archivio in cui si possono trovare le copie digitali dei bollet- tini parrocchiali dal 2012 ad oggi. Inoltre i navigatori trovano in prima pagina uno spazio sempre aggiornato dedicato alle news riguardanti le varie iniziative della parrocchia. Invitiamo chiunque avesse idee, contenuti da proporre o consigli a contattare la segreteria: ogni contributo è prezioso! Il sito è raggiungibile all’indirizzo www.cristorealba.it ed è con- sultabile da qualsiasi dispositivo: computer, tablet e smartphone. Buona navigazione! Valentino Airaldi 26
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