SCHEDE OPERATIVE (estratto) - Per-corso per FORMATORI ...

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Per-corso per Formatori Pastorali   2018-2019

SCHEDE OPERATIVE
     (estratto)
                                                                  1
Per-corso per Formatori Pastorali    2018-2019

          “PER-CORSO PER FORMATORI PASTORALI”
            ESTRATTO DI ALCUNE SCHEDE OPERATIVE PER AMBITI PASTORALI
     (tutte le schede con i loro autori le potete consultare al sito www.formatoripastoraliparma.it)

INDICE

Introduzione di Don Umberto Cocconi                                                               p.3

1. Ambito catechesi e iniziazione cristiana
      Scheda 1: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci                                             p.4
      Scheda 2: “Matite nelle mani di Dio                                                         p.5
      Scheda 3: “I doni dello Spirito Santo”                                                      p.8
      Scheda 4: “Incontro rivolto ai genitori dei bimbi che iniziano catechismo”                  p.10

2. Ambito Caritas
Scheda 1: “Caritas: che cosa?”                                                                    p.12
Scheda 2: “Tocchiamo il lebbroso”                                                                 p.13
Scheda 3: “Donne e uomini in cammino”                                                             p.14

3. Ambito Missione e Migrantes
Scheda 1: “Settimana Missionaria”                                                                 p.15

4. Ambito Affari Economici
Scheda 1: “Il Crowdfunding”                                                                       p.17
Scheda 2: “Procedure, direttive e dati di inventario”                                             p.18

5. Ambito Liturgia
Scheda 1: “Venite alla festa”                                                                     p.20
Scheda 2: “Traccia per la Veglia della Trasfigurazione”                                           p.22

6. AmbitoPastorale Sociale e Sanitaria
Scheda 1: “Creazione di una bacheca parrocchiale e di un PDA”                                     p.23
Scheda 2: “La sfida dell’ascolto e della prossimità”                                              p.26

7. Ambito Pastorale Famigliare
Scheda 1: “Per una pastorale comunitaria”                                                         p.28
Scheda 2: “L’ascolto in famiglia”                                                                 p.30
Scheda 3: “Giornata di condivisione tra le famiglie”                                              p.32

8. Ambito Pastorale Biblica
Scheda 1: Il linguaggio delle Parabole”                                                           p.34
Scheda 2: “Il Buon Samaritano”                                                                    p.36

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INTRODUZIONE

                                    “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù.
      Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.
                                                                        Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”

Non si può che essere felici ed orgogliosi nel leggere i diversi, i tantissimi elaborati che gli iscritti al
per-corso Formare i formatori hanno prodotto. Siamo in presenza di una vera enciclopedia pastorale
pratica. E' il frutto del lavoro che ha visto impegnati oltre 230 iscritti, quasi 50 coordinatori di gruppo.
E’ un per-corso che sta segnando profondamente la vita delle nostre comunità. Si è messo in circolo
nel dinamismo diocesano una ricchezza di competenze che stanno dimostrando la vivacità del tessuto
ecclesiale della nostra diocesi. Il metodo laboratoriale che ha visto la compartecipazione di tanti attori
sta dando i suoi frutti. E' davvero, la nostra una Chiesa, una comunità ricca di doni, di carismi e di
ministeri.
Vengono presentate alla stampa in forma anonima solo una parte delle tante schede di quelle che sono
state elaborate, tutte le altre le potete trovare sul sito www.formatoripastoraliparma.it. Questi
strumenti di lavoro predisposti a servizio degli animatori pastorali parrocchiali, sono il segno di una
comunità diocesana che alla luce dell'Evangelii Gaudium sta ripensando il suo essere Chiesa del terzo
millennio.
Un punto fondamentale dell’esortazione dell'Evangelii Gaudium è la dichiarazione della necessità di
una conversione pastorale e missionaria. “E’ ora di invertire il senso del cammino: non chiedere ad
altri di venire alla Chiesa, ma andare noi stessi verso gli altri, raggiungendoli dove sono, senza
misurare la loro qualità di fede o la loro morale; lasciare il porto sicuro per navigare in mare aperto;
non voler stare al centro o al di sopra degli uomini ma al loro servizio”. Una Chiesa missionaria è
quindi una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza dell’incontro e
della relazione. A cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo: “Solo grazie a quest’incontro
– o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra
coscienza isolata e dall’autoreferenzialità [...] se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il
senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?” La parrocchia, si legge al
n. 28, è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie, il suo compito è e
resta quello di annunciare Cristo e per fare questo ogni realtà ecclesiale viene sollecitata ad uscire da
se stessa e dai suoi schemi ripetitivi, mettendosi umilmente in ascolto di quello che le capita intorno e
lasciandosi interpellare. Possiamo allora affermare che la vitalità autentica di una realtà ecclesiale, e
la prima via attraverso la quale essa evangelizza, è la sua stessa vita, la sua unione e fedeltà a Cristo, il
suo servizio all’uomo, la trasparenza evangelica delle sue scelte, economiche, caritative e sociali. Le
nostre celebrazioni domenicali terminano con il saluto “Andate e portate a tutti la gioia del vangelo”
la testimonianza della gioia del vangelo che ci pervade è lo strumento principale per dire nei nuovi
areopaghi che la “buona notizia” è una proposta capace di ridare senso alla vita. Anche in questa
epoca, si legge al n. 150 di EG, la gente preferisce ascoltare i testimoni: “ha sete di autenticità […]
Reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia a loro familiare, come
se vedessero l’Invisibile”. La persona alla quale ci si rivolge attraverso l’evangelizzazione ha bisogno
di incontrare uno sguardo libero, di amore, senza calcoli e senza interessi, uno sguardo capace di osare
il "nuovo".
                                                                       Il Direttore, Don Umberto Cocconi
                                                                                                                               3
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   1. AMBITO CATECHESI ED INIZIAZIONE CRISTIANA

SCHEDA 1:

                     MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
                      Per bambini in preparazione della comunione

AMBITO: Iniziazione Cristiana

PREMESSA: L’incontro qui sotto elaborato parte dal brano riguardante la moltiplicazione dei pani e
dei pesci secondo il Vangelo di Luca. L’obbiettivo dell’incontro è di cercare di aumentare la
consapevolezza dei bambini di far parte di un gruppo attraverso la conoscenza più approfondita dei
membri che lo compongono. Si richiama questo brano di Vangelo perché in esso Gesù prima di
distribuire i pani alla folla, la fa dividere in gruppi più piccoli per far sì che ogni uomo si senta
persona con il proprio nome all’interno di una comunità e non uno dei tanti dentro alla moltitudine.
Inoltre l’incontro è stato collocato all’inizio dell’anno catechistico in cui si svolgerà la Prima
Comunione perché è utile anche per introdurre il tema dell’Eucaristia.

IDEA DI FONDO: Far fare ai ragazzi un’esperienza di condivisione e rinsaldare all’interno del
gruppo il senso di comunità, e in più, introdurre il tema del sacramento dell’Eucaristia.

DESTINATARI: Bambini nell’anno catechistico della Prima Comunione.

AMBIENTE: Anno catechistico.

OBIETTIVO: Far sentire il singolo appartenente ad un gruppo attraverso la conoscenza degli altri
membri del gruppo.

ITINERARIO:
1. Accoglienza: i ragazzi di tutti i gruppi dell’anno della Prima Comunione vengono accolti insieme
dai catechisti.
2. I ragazzi vengono suddivisi in gruppi misti di circa una decina di ragazzi.
3. Ad ogni gruppo viene data la seguente consegna: ogni bambino deve mettersi in coppia con un altro
membro del gruppo (possibilmente non il migliore amico) e raccontarsi a vicenda una storia di se
stessi che li rappresenti.
4. Finito il confronto ogni bambino all’interno del suo piccolo gruppo racconta la storia del suo
compagno come se fosse la sua (parlando in prima persona).
5. Il catechista, finita la condivisione, prende una micca di pane, la spezza e ne da una parte ad ogni
bambino.
6. Tutti i gruppi ritornano a riunirsi insieme e viene letto il Vangelo di Luca 9,12-17 (moltiplicazione
dei pani e dei pesci).
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7. Commento al Vangelo: concentrarsi sul fatto che Gesù fa dividere in gruppi per farci sentire
persone con dei nomi e non dei numeri. Soffermarsi poi sulla distribuzione del pane e sulla lettura del
brano come simbolo e annuncio del Sacramento dell’Eucarestia che riceveranno per la prima volta alla
fine dell’anno catechistico.
8. Preghiera finale
9. Saluti

METODO: Suddivisione e lavoro in gruppi e rielaborazione comune

STRUMENTI: Strumenti materiali: pani in cesta di vimini e Vangelo
Strumenti di linguaggio: lavoro a coppie.

VERIFICA: A fine incontro i catechisti si confrontano su quanto è stato fatto, cercando di capire se
gli obiettivi sono stati raggiunti e se i ragazzi sono riusciti a confrontarsi tra di loro. Si analizzano i pro
e i contro delle attività svolte.

SCHEDA 2:

                               MATITE NELLE MANI DI DIO
                              Ragazzi preadolescenti di 11-14 anni

IDEA DI FONDO
“La piccola matita di Dio”
                    “Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.
                    È Lui che pensa. È Lui che scrive.
                    La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
                                  La matita deve solo poter essere usata.”
                        (Madre Teresa di Calcutta)

Per arrivare a sentirsi “matite nelle mani di Dio”, occorre partire con il chiedersi: chi è per me Gesù?
Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui?
Questo progetto è animato dalla fiducia nella capacità di crescita dei ragazzi: la proposta intende
cogliere le attese, i bisogni, le domande reali dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e
accompagnarli con cura, provando a riscoprire insieme a loro un Vangelo appassionante, che sa
scatenare la vita e diventare fonte di orientamento per le loro scelte.

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DESTINATARI
Il progetto è rivolto quindi a partire dai ragazzi che hanno fatto la Cresima la scorsa primavera, quindi
ai preadolescenti di 11-14 anni.

AMBIENTE
Il progetto prende avvio da uno spettacolo recitato dai preadolescenti alla fine dell’anno catechistico
appena concluso. La recita terminava con una canzone il cui testo riprendeva le parole di Madre
Teresa sopra citate. In quella occasione essi hanno preso coscienza, attraverso episodi della loro
quotidianità, che, per ciascuno di loro, Dio ha un preciso disegno.

OBIETTIVO
Comprendere che solo seguendo le orme di Gesù si può raggiungere la felicità. Aiutiamo pertanto i
preadolescenti a comprendere che Gesù ci indica una strada ben precisa e che attraverso la sequela,
possiamo realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno di noi. L’obiettivo del percorso, che prevede tre
tappe, ha lo scopo di avvicinare gradatamente i preadolescenti alla conoscenza di Gesù mediante la
lettura della Parola e la sua attualizzazione. Piano piano essi prendono coscienza che Gesù parla alla
loro vita e che, fidandosi di Lui, li guida.

ITINERARIO
Il cammino è formato da almeno tre tappe. Ogni tappa può essere concretizzata con un minimo di
due incontri o più a seconda della voglia dei ragazzi di raccontarsi e porsi delle domande.
Quindi copre un periodo di 6-8 incontri o più.

    1° tappa: “Le tentazioni” o le terribili spinte. (Bastano le cose per renderci felici? Voglio essere
     il più forte e mi prendo gioco dei più deboli? Mi servo di Dio per realizzare i miei progetti?)
     Lc.4,1-13
    2°tappa: “All’amore non si resiste” (Gesù ci chiede di annunciare che c’è un amore senza
     limiti e che noi possiamo farlo sperimentare) Lc.15, 11-32
    3° tappa: “Niente sconti” ( “perchè i ragazzi, quando hanno fatto la Cresima, pensano che, per
     divertirsi, per essere felici, bisogna filarsela quanto prima dalla parrocchia?”) Lc.22,39-44

METODO
Lettura del brano del Vangelo di Luca corrispondente alle varie tappe. Si può cominciare con il
metodo dei 4 colori, per sottolineare i personaggi del brano, le loro azioni, quello che fa o dice Gesù.
-Breve spiegazione del brano
-Attualizzazione con domande del tipo: “questo brano di Vangelo, c’entra anche con la mia vita? Che
cosa vuole dirmi Gesù?”
- Possibile utilizzo di brani musicali o spezzoni di film, o giochi che aiutino a comprendere il
messaggio del Vangelo
- I preadolescenti si raccontano ed entrano nel loro vissuto
 -Momento finale di preghiera comunitario nell’angolo della preghiera.

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Dopo la lettura del brano di Vangelo, le varie fasi dell’incontro possono avere una successione
variabile: si può cominciare dal film o dal gioco per arrivare al vissuto dei ragazzi o viceversa. Questo
perché è sempre meglio non essere prevedibili, ma saper sorprendere e non essere soporiferi!

STRUMENTI
-Preparazione dei foglietti con il brano di Vangelo da leggere e con le domande relative all’argomento
per favorire la discussione
-Colori per le sottolineature
-Preparazione di testi di canzoni o di Dvd per la visione di film o parti di film
-Lettura di eventuali fatti di cronaca accaduti inerenti all’argomento
-Lettura di eventuali lettere scritte da coetanei prese da riviste come “Mondo Erre” o “Se vuoi” o altre,
inerenti agli argomenti da trattare
-Scelta di giochi adatti agli argomenti che favoriscono anche la coesione del gruppo e stimolano poi la
discussione.
-Eventuale partecipazione di testimoni disposti a parlare della loro esperienza riguardo ai temi
sopradetti

REALIZZAZIONE
-L’incontro si terrà in una sala della parrocchia, preparando l’ambiente in modo che sia il più
accogliente possibile.
-Il tempo previsto per l’incontro è di circa 90 minuti.
-È necessario avere a disposizione tutto il materiale in modo da non perdere tempo prezioso per
l’incontro.
-È importante stabilire bene i tempi dedicati alla lettura del Vangelo, alla sottolineatura delle parti del
testo e alla spiegazione (questo dipende anche dalla capacità di attenzione del gruppo): dai 20 minuti a
non più di 30.
 -Per la discussione e per le domande, è utile cercare di non uscire dal tema proposto. I preadolescenti
possono diventare dei fiumi in piena difficili da contenere ed è facile che con i loro dubbi e domande,
portino lontano.
-Se sono previsti canzoni o film, occorre avere i dispositivi adatti per l’ascolto o la visione pronti per
l’uso.

VERIFICA
Dopo lo svolgimento della prima tappa, può essere utile fare una verifica con gli altri catechisti di
annata per valutare quanto attivamente i preadolescenti hanno partecipato e se gli argomenti trattati
sono di loro interesse.

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SCHEDA 3:

                             I DONI DELLO SPIRITO SANTO
                          Per ragazzi in preparazione della Cresima

IDEA DI FONDO
Il cuore del progetto è rappresentato dai 7 doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza,
Intelletto, Pietà, Timor di Dio, Scienza. Il cammino verso i 7 doni sarà scandito dalle tappe di un gioco
di gruppo, al termine del quale si paleserà il fine del progetto.

DESTINATARI
I ragazzi del 5° ciclo di iniziazione cristiana, in preparazione alla cresima.

AMBIENTE
Casa della parrocchia in montagna (Pieve di Sasso), durante il ritiro di preparazione di un fine
settimana di settembre: quindi in caso di bel tempo gli ampi spazi circostanti, in caso di brutto
tempo le varie stanze a disposizione.

OBIETTIVO
Conoscere e riconoscere i 7 doni.
1. Consiglio: è il progetto di amore che Dio su ogni persona, ciò che lui si aspetta da ognuno; tutti
siamo bisognosi di consigli ma siamo anche consiglieri.
2. Sapienza: serve ad ordinare le cose della vita secondo una classifica giusta, riservando il primo
posto a Dio; la Sapienza permette di vedere con il cuore stesso di Dio; ci aiuta a distinguere il
bene dal male.
3. Fortezza: è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia; ci aiuta a resistere alle tentazioni
del male e a realizzare il bene.
4. Intelletto: ci aiuta a non essere superficiali, ad arrivare al cuore delle cose; al fine di conoscere
noi stessi, per capire a fondo gli altri, ma anche per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un
nutrimento di vita (intelligenza spirituale).
5. Pietà: rimanda al latino “pietas”, l'amore famigliare tra genitori e figli; il dono della pietà porta a
fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino tra le braccia di mamma e papà; ci aiuta a
credere che Dio è padre buono e ci ama.
6. Timor di Dio: ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio; Egli è buono ma anche forte e
potente; a Lui si devono rispetto e ubbidienza.
7. Scienza: nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e amore totale verso Dio: dall'amore per il
Creatore deriva l'amore per le creature. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la
si vuole capire e anche Dio Lo si comprende solo amandolo; Scienza dunque è la luce per vedere
nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che
scaturisce dall’amore; il cuore che ama comprende più della mente; il cuore si apre alla fiducia in
Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore).

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ITINERARIO
Introduzione ai doni dello Spirito Santo partendo dalla presentazione dei brani del Vangelo di Luca
3, 21-22 e 4, 16-19 (21Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si
aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei
il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». /16Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo
solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove
era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per
annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in
libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di graziadel Signore) e di Isaia 11,2 (Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di
lui:Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE.
Momento di riflessione comune e lancio del gioco L'APP dello Spirito Santo (gioco a stand).
Conclusione del gioco e verifica.

METODO
Il centro dell'attività è il gioco, attraverso il quale far conoscere ed approfondire il tema dei 7 doni e
il tema sempre presente della collaborazione e condivisione.

STRUMENTI
Serve la possibilità di dividere lo spazio a disposizione in 7 sottospazi all'interno dei quali poter far
sostenere le varie prove e dare la possibilità alle 7 squadre, nella parte conclusiva del gioco di
ritrovarsi per produrre l'elaborato finale.
Il grosso dell'attività è occupato dall'attività ludica, attraverso la quale far interiorizzare il
significato dei 7 doni e la necessità di dover collaborare in maniera creativa e fattiva per un fine
comune, non raggiungibile individualmente ma solo insieme ad altre persone.

REALIZZAZIONE
I ragazzi vengono divisi in 7 gruppi, a ciascun a squadra viene consegnato uno smartphone di
polistirolo. Ci sono 7 stand, uno per ognuno dei 7 doni dello Spirito; ogni stand è presidiato da un
catechista/animatore che presenta uno dei doni ed invita i ragazzi a superare la sua prova a tema per
poter ottenere l'app relativa. Ogni 10/15 minuti le varie squadre, al segnale concordato, devono
cambiare stand. Le prove sono individuali: chi supera la prova ottiene l'app del dono dello Spirito.
Al termine del giro dei 7 stand i membri di una squadra mettono in comune le app raccolte e
ricevono del materiale specifico per ogni dono in proporzione al numero delle singole app raccolte
(per es: 7 app della Fortezza corrispondono a 7 metri di spago; 3 app del Consiglio corrispondo a 3
bastoni ... e così via).
Con il materiale raccolto ogni gruppo deve produrre un oggetto/scultura rappresentativo di uno o
più doni dello Spirito Santo.

VERIFICA
È il momento della presentazione delle opere di ciascuna squadra.
L'opera così creata sarà la realizzazione concreta dell'idea (i 7 doni dello Spirito); alcuni gruppi
forse avranno dato più importanza ad un elemento rispetto ad un altro, dando vita ad opere che
rimanderanno visivamente ed intuitivamente ad un dono o ad alcuni doni in particolare (es. Pietà
piuttosto che Fortezza, Timor di Dio, ecc.).

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Per-corso per Formatori Pastorali   2018-2019

SCHEDA 4 (estratto):

                          INCONTRO RIVOLTO AI GENITORI
                       DEI BIMBI CHE INIZIANO IL CATECHISMO

Idea di fondo: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno e
distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (A. de S.Exupery).
Far prendere coscienza ai genitori dell’importanza che l’iniziazione cristiana parta e avvenga
principalmente nelle famiglie luogo ideale in cui i bambini imparano a pregare, capiscono il senso
della carità, comprendono cos’è la vita di comunità (da Comunicare il Vangelo in un Mondo che
Cambia).

Destinatari: genitori di bambini che iniziano il catechismo in vista della Prima Comunione.

Obiettivo: far capire ai genitori quanto sia importante seguire personalmente come catechisti i propri
figli nel biennio di preparazione alla Prima Comunione.

Itinerario: incontro introduttivo motivazionale che precede la presentazione dell’itinerario
catechistico ed i successivi incontri formativi.

Metodo/strumenti: visione di un video (serve la disponibilità di un videoproiettore ed un
collegamento ad internet)/ lettura di brani biblici / confronto in piccoli gruppi

Realizzazione:
 L’incontro viene introdotto dalla visione di un video “La fede: una questione di scarpe”
   scaricabile da Youtube della durata di circa 6 minuti.

 Cosa abbiamo colto dal filmato che abbiamo visto? Impressioni, considerazioni, sottolineature a
  ruota libera. Nel caso vi fosse difficoltà ad avviare la discussione l’animatore potrà fare un breve
  riassunto.

 Ci confrontiamo poi con le Scritture dividendoci in gruppi (tempo 30 min.)

Vengono proposti i seguenti brani (per praticità riportati su dei foglietti):

 1 Cor 15,3 (“vi ho trasmesso dunque, quello che anch’io ho ricevuto”)

   2Tm 1,5; 3.14-15a (“Mi ricordo della tua fede, fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi di tua madre Eunice
    e ora, ne sono certo anche di te .. Rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai
    appreso e che fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture”)

 Lc 2,22.40 (la famiglia di Nazareth, una famiglia come tutte, che fa conoscere l’amore del Padre)
 Lc 9,46-48 (mettersi al servizio dei piccoli)
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Per-corso per Formatori Pastorali   2018-2019

 Lc 18,15-17 (“lasciate che i bambini vengano a me”)

        Alcune domande aiutano il confronto:
-    E’ possibile trasmettere oggi la fede nelle nostre famiglie, ai nostri figli? In quale maniera si può
     realizzare tale trasmissione?
-    Quali segni rivelano nella nostra vita quotidiana, il fatto che siamo cristiani?
-    Nel trasmettere i valori e la fede a volte si fanno errori, si creano tensioni, si vivono delusioni; si
     deve parlare di fallimento quando i frutti non si vedono?

Al termine del confronto ogni gruppo porterà all’assemblea unitaria un breve sunto o una
   considerazione che riassuma quanto emerso.

 Al termine (tutti insieme) preghiera conclusiva:

Signore Dio, che sei Padre per tutti noi, accogli la preghiera che nasce dal cuore,
aiuta e sostieni le nostre famiglie nell’essere luoghi di trasmissione fedele e gioiosa della fede;
dona ai genitori di essere attenti al cammino dei loro figli,
di discernere con loro il disegno di Dio, di non arrendersi di fronte alle fatiche, agli insuccessi, alle prove.
Signore Gesù, tu che hai riempito con la tua presenza la casa di Nazareth,
dona alle nostre famiglie di riconoscere la presenza e l’opera di Dio in loro;
tu che sei tornato a Nazareth e lì hai vissuto, concedici di riconoscere nella quotidianità dell’esistenza
la presenza operante della tua redenzione. Spirito Santo, scendi con i tuoi doni su ciascuno di noi
e sulle nostre famiglie: ai genitori, chiamati a trasmettere la fede ai loro figli,
fa giungere il dono del tuo consiglio; ai figli che avvertono la ricchezza
e la delicatezza della loro età, comunica il dono della tua sapienza
per riconoscere le intuizioni e i suggerimenti che portano a compiere il volere di Dio.Amen
       (Cardinal C.M. Martini)

 Viene lasciato per la riflessione a casa questo scritto tratto dall’Epistolario di S.Giovanni Bosco
(che verrà utilizzato poi come introduzione nel successivo incontro di presentazione del cammino)

“Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi, i fedeli; amateli più di voi stessi, amateli
    gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. Voi ci direte che li amate, forse anche troppo. Credo sia
    importante allora capire veramente di quale amore dobbiamo amarli; perché c’è anche l’amore sbagliato, falso ed
    egoistico. Dobbiamo amarli come persone, perché sono tali: immagine del Dio vivo. Capaci di intelligenza e volontà,
    di sentimenti e di santità. Alle volte noi li amiamo perché ci ubbidiscano, perché siano nostri dipendenti o alleati,
    perché ci saranno utili in seguito; li amiamo quando ci amano, oppure per farci perdonare i nostri egoismi e
    ingiustizie. L’more vero invece ce li fa amare anche quando non lo meriterebbero perché sono cattivi, non prendono
    bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. Lo so che un amore così non è facile. Per questo vi ripeto che
    soltanto Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare. Dobbiamo invocarlo, ascoltarlo, farci da Lui
    aiutare. Amiamoli, perché sono di Dio, da Lui amati e salvati come noi, figli suoi prediletti. Amiamoli come vorremo
    essere amati.”

                                                                                                                                   11
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                                        2. AMBITO CARITAS

SCHEDA 1:
                                          CARITAS: “CHE COSA?”
 13
   Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
 Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano
 insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli
 disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno
 di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in
 questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Luca 24, 13ss

                 Proposta per i membri del Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia

                                            IDEA DI FONDO
La Caritas organizza una seduta del consiglio pastorale parrocchiale per “parlare di Caritas” partendo dal
brano di Emmaus, che ci chiede di passare da forestieri a persone capaci di riconoscere Gesù, lasciandoci
scaldare il cuore dalla Sua Parola e diventando suoi commensali

                                                    DESTINATARI
La comunità cristiana

                                                AMBIENTE
Riflettere sul ruolo della Caritas nella comunità cristiana

                                              OBIETTIVO
Confrontarsi con il Consiglio Pastorale Parrocchiale per crescere insieme nella consapevolezza del ruolo
della Caritas

                                                ITINERARIO
Un incontro nel quale:
Si chiede ai membri del Consiglio: a tuo avviso cosa serve la caritas qui da noi? Cosa sta facendo? Cosa
deve fare in parrocchia?
Si chiede ai membri: a tuo avviso la Caritas sta lavorando bene? Può insegnare qualcosa a tutta la
parrocchia?
la caritas parrocchiale si racconta: noi facciamo....mettendo in evidenza sia tutto il bello che si vive e i
problemi che incontra.
Si individua assieme un obiettivo che la parrocchia deve mettere a tema a proposito della grande area
“della Carità” e quale può/deve essere il ruolo della Caritas in questo percorso

                                               METODO
Un incontro preparato dal consiglio pastorale con gli animatori della Caritas

                                               VERIFICA
Sarebbe opportuno verificare l’obiettivo che nell’incontro è stato condiviso

                                                                                                                                12
Per-corso per Formatori Pastorali   2018-2019

SCHEDA 2:

                                          TOCCHIAMO IL LEBBROSO
Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: 'Signore, se
vuoi puoi guarirmi'. Gesù stese la mano e lo toccó dicendo: 'Lo voglio, sii risanato'. E subito la lebbra scomparve da lui"
(Luca 5,12-14).

Proposta per la Comunità Cristiana

                                          IDEA DI FONDO
La Caritas propone un percorso di sensibilizzazione per l'intera comunità cristiana per stimolare ad
incontrare l'altro, a riconoscerlo come membro della famiglia di Dio e a prendersi cura dei più fragili.

                                                    DESTINATARI
La propria comunità cristiana

                                                AMBIENTE
Proporre gesti di prossimità nel territorio della propria comunità, nel quartiere o nel paese dove si
abita

                                              OBIETTIVO:
Far incontrare le persone e accorciare le distanze che spesso ci allontanano. Far crescere il senso di
comunità

                                              ITINERARIO
Va diversificato fra piccole comunità dei paesi e le comunità che abitano la città.
Nei paesi dove ci si conosce tutti, è importante lavorare sui rapporti che già ci sono e chiederci chi
sono le persone che hanno bisogno: anziani, malati, stranieri che abitano, disoccupati, …. e inventarsi
gesti semplici di attenzioni.

Nella città, forse bisogna interrogarsi su come “accorciare le distanze” nel quartiere, nel palazzo,
nella via...come farci antenne…

                                               METODO
La proposta va fatta al Consiglio Pastorale e si può utilizzare, ad esempio il tempo di Quaresima,
tempo privilegiato per la conversione.

                                            REALIZZAZIONE
Preparare dei gesti da proporre alla domenica alle persone che vengono a celebrare l'eucaristia per
continuare a spezzare il pane con i fratelli e le sorelle in difficoltà

                                              VERIFICA
A fine anno, raccontarsi come è stata recepita la proposta, che ha sortito e come si può continuare.

                                                                                                                                13
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SCHEDA 3 (estratto):

                                  DONNE E UOMINI IN CAMMINO

“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
Gerusalemme, di nome Emmaus…” Lc 24,13

Proposta per la Comunità Cristiana

                                            IDEA DI FONDO
Metterci in gioco con le nostre certezze ma anche con dubbi, perplessità, interrogativi e desideri. Il
racconto si apre con i due discepoli che si allontanano a testa china da Gerusalemme (Lc 24, 13), si
chiude con gli stessi che di corsa e pieni di gioia tornano a Gerusalemme annunciando a tutti di avere
incontrato il Signore e di averlo riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc.24,35). L’immagine del
cammino ci porta anche a tener conto di passi e ritmi diversi. Chi parte meno svantaggiato dovrebbe
essere in grado e motivato ad essere prossimo e sostenere chi è in difficoltà materiale e morale al fine
di prevenire povertà, isolamento, abbandono. Ogni essere umano ha diritto ad avere uguali opportunità
per poter vivere in autonomia e dignità.

                                                   DESTINATARI
Gli operatori Parrocchiali

                                                OBIETTIVO
    -   Allargare la solidarietà e far crescere una carità di popolo
    -   Educare l’intera comunità ad essere pronta e prossima a chi è nel bisogno
    -   Impegnarsi per prevenire l’emarginazione

                                                    ITINERARIO
    -   Conoscenza capillare del territorio
    -   Incontri con consiglio pastorale
    -   Gruppo giovani
    -   Gruppo famiglie
    -   Confronto con altre Parrocchie del territorio
    -   Confronto con le realtà di volontariato presenti

                                               METODO
Valorizzare gli incontri anche occasionali che possiamo fare nella strada della nostra vita.

                                           REALIZZAZIONE
Incontri locali e diocesani per confrontarsi

                                               VERIFICA
Incontro di fine anno per valutare progressi o incognite e progettare il proseguimento del cammino.

                                                                                                                               14
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                   3. AMBITO MISSIONE E MIGRANTES

SCHEDA 1(estratto):

                                 SETTIMANA MISSIONARIA

Progetto:
Settimana dal 14 al 21 di Ottobre 2018. Nell’idea di fondo c’è quella di coinvolgere la Nuova
Parrocchia
Destinatari:
ogni ambito parrocchiale nessuno escluso per dare ampio respiro all’iniziativa: (quindi l’iniziativa
vedrà coinvolte tutte le realtà parrocchiali con i loro gruppi)

Ambiente:
1) la Parrocchia

2) il quartiere, quest’ultimo attraverso la proposta di alcune iniziative che faremo. La comunicazione
avverrà sia attraverso volantini da lasciare nei negozi del quartiere, sia attraverso i social: Facebook,
Twitter, Google+, Intsagram), sia attraverso il proprio sito: www.daquiala.org che
l’Associazione”Daquialà” Gruppo missionario Stimmate ha aperto da diversi anni

Obiettivi:
1) Porre una riflessione su cosa vuol dire oggi essere missionari? cosa vuol dire fare la giornata
Missionaria?

2) chi è il missionario?

3) Riflettere sulle conoscenze e relazioni che la Parrocchia ha con le persone straniere che
condividono con noi la scuola, la strada, i negozi, gli spazi e le strutture del quartiere in cui tutti noi
viviamo. E, visto le grandi migrazioni tutti possiamo essere missionari attraverso la via della
comunicazione.

4) riflettere su quanto usiamo la via della comunicazione per presentare Gesu’ alle persone che
incontriamo nella conoscenza e nel rispetto reciproco.

E’ naturale che la settimana missionaria è solo un punto di partenza che dovrà mantenere e attuare nel
tempo gli obiettivi sopra descritti e aggiungere sempre più momenti d’integrazione e scambi.

Itinerario:
Apertura della settimana missionaria con la presenza alla Celebrazione della domenica di un sacerdote
missionario. Chiusura della settimana missionaria con un sacerdote missionario.
Durante la settimana ci saranno incontri con gli obiettivi sopra descritti con
    a) Gruppi di catechismo
    b) Gruppi adolescenti

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Per-corso per Formatori Pastorali   2018-2019

Metodo:
Verranno coinvolti i sacerdoti missionari, i rappresentanti di Missiogiovani
Il Sabato sera per coinvolgere i restanti gruppi della comunità e il quartiere da definire:
una cena etnica (chiamando una delle tante comunità straniere presenti) con il coinvolgimento al
servizio degli adolescenti che incontreranno prima la comunità stranire per conoscerne le tradizioni o
una serata musicale etnica
tavola rotonda

Il cammino dovrà proseguire oltre la settimana missionaria. Da Novembre infatti riprenderanno nei
gruppi di catechismo, come ormai avviene da diversi anni, su proposta del gruppo missionario, dei
laboratori con professionisti o volontari di realtà anche al di fuori della rete diocesana, nell’ottica delle
comunicazione e dello scambio reciproco, sui seguenti temi:
3 elementare: amicizia
4 elementare: Perdono e identità personale
5 elementare: rispetto dell’uomo, del diverso, del creato
1 Media: i Talenti conoscere i propri dono in noi e negli altri, visti come ricchezza.

Alla fine della settimana missionaria verrà fatta una verifica a medio termine sul progetto
proposto della settimana missionaria e a Giugno 2019 un momento di verifica con il parroco e i
responsabili dei vari settori della comunità sull’esperienza dei laboratori per attuare eventuali
modifiche.

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                          4. AMBITO AFFARI ECONOMICI

SCHEDA 1:

                                         Diocesi di Parma-Corso formatori pastorali Ambito affari economici

L'obolo della vedova
“Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava
due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto
come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Lc 21, 1-4

Elaborato di progettazione

                                            IL CROWDFUNDING
La presente proposta rappresenta a livello economico un utile strumento per poter raccogliere con
strumenti di promozione innovativi, come la rete web, la creazione di un fondo per specifici progetti
parrocchiali dai piu' svariati; tale strumento ha anche la potenzialità di mettere in moto energie,
conoscenze, relazioni per coinvolgere e mobilitare i parrocchiani. Se opportunamente organizzato,
consente di promuovere nel territorio di una parrocchia e/o in un' insieme di comunità parrocchiali
limitrofe uno specifico obiettivo o progetto capace di suscitare il coinvolgimento delle persone
interessate mediante un' intensa azione di pubblicità e promozione (volantini, passaparola, whatsapp,
facebook).

Pertanto il crowdfunding, pur avendo in partenza lo scopo oggettivo di raccogliere fondi (di piccola o
piccolissima entità) , puo' diventare un utile strumento per dare maggiore incisività e condivisione
pastorale al progetto stesso oltre a rappresentare un volano per il coinvolgimento di altri soggetti, enti,
associazioni all' iniziativa ideata (strumento relazionale).

Infatti, piu' il progetto suscita valore e interesse piu' il suo conseguimento fattivo è possibile; inoltre
richiedere piccole o piccolissime somme di denaro a centinaia di persone puo' dare incisività e forza a
progetti e obiettivi diversamente non raggiungibili.

Esistono varie piattaforme che promuovono il crowdfunding, nello specifico, si allega la scheda
prodotta da “Produzioni dal Basso” che è stata la prima piattaforma di crowdfunding nata in Italia
oltre ad alcuni cenni della normativa in materia tratti da un articolo pubblicato da “Cronache dal Foro
parmense” anno XXII fascicolo n° 3 ottobre 2013.

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SCHEDA 2 (estratto):

 DIRETTIVE, PROCEDURE E DATI DI INVENTARIO DEI BENI ARTISTICI
     E CULTURALI, DEGLI ARREDI E DEI BENI STRUMENTALI DI
        PROPRIETÀ DELLE PARROCCHIE FORMANTI LA NP

2. Idea progettuale
L'idea alla base di questo progetto è quella di creare un Gruppo di Referenti parrocchiali per i beni
mobili delle parrocchie formanti la NP (beni artistici, culturali, strumentali e di arredamento).
Di seguito proviamo a delineare la struttura e i compiti di tale Gruppo.

2.1 Struttura
Il Gruppo è presieduto dal Parroco. Il Gruppo è composto da un Segretario e da Referenti parrocchiali,
nel numero di almeno uno per ciascuna parrocchia componente la NP. I membri sono nominati dal
Parroco a Sua discrezione e per il periodo che Egli ritiene opportuno. Il Gruppo di referenti
parrocchiali entra a far parte formalmente del Consiglio Affari Economici della NP, anche se non
partecipa ai Consigli economici, se non convocato specificamente dal Parroco. Il Gruppo si riunisce
periodicamente su convocazione del Parroco.

2.2 Compiti
Il Gruppo si occupa attivamente della gestione dei beni mobili di proprietà 2 delle parrocchie della
NP; in particolare, provvedendo alla catalogazione dei beni artistici, culturali, strumentali e di arredo,
redigendone un inventario e fissando delle procedure per la conservazione e la sorveglianza.

3. Motivazioni canoniche
L’inventario, richiesto dal codice di diritto canonico (Can. 1283 § 2), è volto alla tutela e
valorizzazione del patrimonio mobile ecclesiastico.

4. Definizione di bene artistico e culturale, di arredo e di bene strumentale
Come spiegato nel recente corso di formazione diocesana da parte di Mons. Alfredo Bianchi
dell'Ufficio Diocesano dei beni culturali e artistici, la definizione di bene artistico e culturale non è
univoca. Un'indicazione utile può venire, su suggerimento di Don Bianchi, dalla definizione che ne dà
la CEI nel documento redatto nel 1992 e tuttora vigente

In particolare, da tale documento vogliamo notare: “4. Nella diocesi il compito di coordinare,
disciplinare e promuovere quanto attiene ai beni culturali ecclesiastici spetta al Vescovo che, a tale
scopo, si avvale della collaborazione della Commissione diocesana per 3 l'arte sacra e i beni culturali e
di un apposito Ufficio presso la Curia diocesana. All'Ufficio diocesano è demandato il compito di
verificare le richieste (di autorizzazione, di contributo, ecc.) dei singoli enti ecclesiastici, di
trasmetterle agli enti pubblici e di seguirle in tali sedi; esso, inoltre, mantiene costanti rapporti e
collabora con gli enti pubblici e privati, con altri enti e associazioni, con gli artisti e i cultori dei beni
culturali ecclesiastici in vista della tutela, della valorizzazione e della fruizione dei medesimi.
Nell'ambito dell'ente diocesi operano diversi altri enti ecclesiastici soggetti all'autorità del Vescovo.
L'immediato responsabile dei beni culturali di tali enti è il rappresentante legale degli stessi. A lui
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compete la cura e la valorizzazione del patrimonio nel quadro dell'attività ordinaria della comunità alla
quale egli è preposto.”

5. Metodo di catalogazione e ubicazione

5.1 Nomenclatura e struttura del codice identificativo
Ciascun bene mobile di proprietà delle parrocchie della NP dovrà essere identificato con un codice
identificativo. Il codice avrà un contenuto parlante in grado di descriverne il tipo e l'ubicazione. Il
codice identificativo avrà la seguente forma: p.es. [32.1.01.001.A]
 dove:
Primo campo: “32” è il numero diocesano della NP
Secondo campo: “1” è il “numero della parrocchia”
Terzo campo: “01” è l' “edificio parrocchiale di ubicazione”
Quarto campo: “001” è il “numero progressivo parrocchiale”
Quinto campo: “A” è la “tipologia di bene inventariato”

6. Procedura di gestione, manutenzione e controllo

Ispezioni:
Al termine dell'inventario fisico di tutti i beni artistici, culturali e strumentali, le singole parrocchie si
dovranno fare carico di un servizio periodico di vigilanza. Una volta all'anno i singoli referenti
dovranno fare un ispezione nella propria parrocchia per verificare la presenza di tutti i beni
inventariati. Ad anni alterni, l'ispezione verrà condotta a livello collegiale alla presenza di almeno uno
degli altri membri del Gruppo. Durante l'ispezione il referente dovrà annotare eventuali variazioni
nello stato di conservazione del bene e proporre eventuali manutenzioni. Le ispezioni dovranno essere
verbalizzate e trasmesse al Gruppo.

Manutenzioni:
A proposito di manutenzioni: è fatto divieto a chiunque di realizzare alcun intervento manutentivo non
autorizzato dal Parroco; l'autorizzazione del Parroco dovrà essere in forma scritta.

Alienazioni:
Annotiamo in questa procedura che è fatto divieto assoluto a chiunque, anche al Parroco, di procedere
ad alcuna alienazione di beni mobili non autorizzata dall'Ufficio Diocesano e, in primis, dal Vescovo.

Trasferimenti:
Ogni trasferimento, trasloco, prestito culturale (p.es. mostre o eventi) deve essere richiesto
preliminarmente al Parroco. Lo spostamento deve essere autorizzato per iscritto e deve essere limitato
nel tempo. Lo spostamento va registrato e deve essere nominato un responsabile che ne verifichi il
rientro entro i termini stabiliti.

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                                5. AMBITO LITURGIA

SCHEDA 1:

                                    VENITE ALLA FESTA
Avvicinare i più piccoli alla partecipazione alla Messa domenicale con nuova curiosità e voglia di
giocare/giocarsi
Creare l’atmosfera per realizzare un desiderio, non sodisfare un obbligo
“Cresce quello che annaffi”, annaffiamo il desiderio di felicità dei bambini

DESTINATARI
Bambini/e di 4° e 5° elementare (pre-comunione – comunione)

AMBIENTE
Parrocchia

OBIETTIVO
Attraverso un’esperienza conosciuta/vissuta da ogni bambino, per similitudine, li aiutiamo ad
avvicinarsi alla Messa con maggiore slancio e curiosità, verso qualcosa di inaspettato

ITINERARIO – METODO
Un incontro in parrocchia sostitutivo dell’appuntamento di catechismo, con la partecipazione di 1
gruppo (max 15 bambini) da realizzare almeno dopo 1 o 2 mesi dall’inizio del Catechismo (per avere
gruppo maggiormente coeso)
I catechisti sono presenti insieme a noi.

Tempo totale 60 minuti

Tempo 15 minuti
Si fa un giro di nomi per conoscersi, si attacca con scotch di carta il nome di ogni bambino sulla
maglia in modo che ci chiamiamo tutti per nome.
Si invitano poi i bambini a pensare e raccontare quali sono gli elementi che caratterizzano una BELLA
FESTA alla quale hanno partecipato o vorrebbero partecipare (festa di compleanno), si aiutano a fare
uscire gli elementi indicati in seguito
Che cosa è necessario perché ci sia “festa”: - lo scriviamo su un cartellone
l’invito -> come sappiamo che siamo invitati?
La data -> quando c’è la festa?
Il luogo  curato – accogliente – accattivante…
Il tempo -> deve avere un inizio, uno svolgimento organizzato e una conclusione
Il modo -> come ci vestiamo, cosa portiamo (doni)
Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, qualcuno che “anima” la festa, i genitori..
Che cosa facciamo -> intrattenimento – musica – cibo
e poi c’è sempre qualche sorpresa che non ci aspettiamo ….

Tempo 15 minuti
Ora che abbiamo scritto cosa ci vuole per realizzare una festa, lo facciamo, prepariamo una festa a
sorpresa per un festeggiato che viene in mezzo a noi
1 ogni bambino riceve un palloncino e lo gonfia, è quello che di nostro portiamo alla festa

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2 mettiamo una tovaglia su un tavolo per poterci mettere cibo e bevande che appoggeremo senza
mangiare/bere
3 creiamo l’ambiente mettendo luci particolari (porteremo qualche torcia colorata e candela)
4 accendiamo la musica che ci piace
5 aspettiamo l’invitato….

Tempo 20 minuti
Ci sediamo sulle seggiole e ascoltiamo la Parola

Luca 22,7-15
7 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. 8 Gesù mandò Pietro e Giovanni
dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». 9 Gli chiesero: «Dove vuoi che la
prepariamo?». 10 Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua.
Seguitelo nella casa dove entrerà 11 e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare
la Pasqua con i miei discepoli? 12 Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate».
13 Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.
14 Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare
questa Pasqua con voi […]

Con poche parole spieghiamo che è Gesù che ci invita alla festa e che ci chiama a fare festa con lui
l’invito -> chi ci dice che c’è la Messa?
La data -> la domenica
Il luogo  la tavola con la tovaglia, il luogo in ordine e pronto ad accoglierci
Il tempo -> quanto dura---?
Il modo -> come ci vestiamo, che cosa portiamo alla festa? La nostra gioia di stare insieme..? (altro
che esce da loro)
Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, i genitori, il presbitero (com’è vestito?), i
ministranti…
Che cosa facciamo -> ascoltiamo, parliamo, stiamo in silenzio (ci riusciamo??), facciamo gesti,
cantiamo (si, la musica ci deve essere), stiamo in piedi e seduti…, ci tocchiamo con il segno della
pace, e qualcuno si accosta alla mensa e mangia…
..e poi c’è sempre qualche sorpresa che non conosciamo ….portiamo a casa qualcosa a cui non
avevamo mai fatto caso prima… ci proviamo?

Tempo 10 minuti
Ora festeggiamo, mangiamo e beviamo qualcosa insieme e cantiamo
poi ci salutiamo con l’impegno di trovare, per tutte le volte che andiamo a Messa, qualcosa di
nuovo da portare a casa con noi, nel nostro cuore

STRUMENTI
Occorrente
    Scotch
    Pennarelli
    Tovaglia
    1 palloncino a testa
    Musica (da pc/cell/mp3)
    Luce -> torcia e candele
    1 torta – patatine – 2 bottiglie di bibite
    Piatti e bicchieri

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SCHEDA 2 (estratto):

        TRACCIA PER LA VEGLIA DELLA TRASFIGURAZIONE (5 agosto):

Idea di fondo :

La Trasfigurazione del Signore è da sempre un giorno di festa particolarmente caro alla nostra
comunità parrocchiale ad essa intitolata, per questo ho pensato alla veglia, come momento di
preghiera e attesa, per confessare la nostra fede nel Signore Gesù Cristo. In questa santa notte noi
ricordiamo il mistero della sua Trasfigurazione, perché è stato ed è per noi una rivelazione della sua
identità, della sua missione, del suo essere per noi Signore e Dio Gesù Cristo.

Destinatari:
Tutta la comunità
Ambiente:
La cappella feriale
Metodo:
Lettura,ascolto,partecipazione,riflessione,silenzio
Strumenti:
consegna di un testo scritto
canti
preghiere

Obiettivo:
Contemplare il mistero della Trasfigurazione del Signore e meditare sul Vangelo. Il mistero della
Trasfigurazione è ciò che noi vogliamo contemplare ma anche ciò che ci ricorda il senso e il fine della
contemplazione stessa: la trasformazione della nostra vita, la nostra conversione. La Trasfigurazione ci
ricorda la nostra “vocazione” e ci indica la via per viverla, per farla divenire realtà, pratica quotidiana.
Il volto del Signore Gesù Cristo, che noi cerchiamo e contempliamo, a poco a poco trasfigura le nostre
vite, i nostri giorni e anche i nostri volti. Dice l’Apostolo: “Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come
in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasfigurati. Siamo trasformati, di gloria in gloria, in
quella medesima immagine, attraverso l’azione del Signore che è Spirito Santo” (2Cor 3,18). Le
nostre vite restano ai nostri occhi magari delle vite misere, vite che conoscono la debolezza, il peccato
e tanti fallimenti, e tuttavia la grazia del Signore lavora in noi nonostante le nostre contraddizioni e ci
conforma, ci trasforma sempre di più, all’immagine di Gesù, il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio
proclamato dal Padre.

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        6. AMBITO PASTORALE SOCIALE E SANITARIA

SCHEDA 1 (estratto):

        CREAZIONE DI UNA BACHECA PARROCCHIALE E DI UN PDA
                 (PUNTO D’APERTURA ED ASCOLTO)

Destinatari: Parrocchie in cui non sono presenti Caritas parrocchiale e Centro d’Ascolto; estensione
all’intera comunità ricompresa nel territorio parrocchiale.

Idea di fondo:
creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA (Punto d’Apertura ed Ascolto). L’acronimo è
mutuato dall’ambito giuridico, ove PdA sta per “punto di accesso” virtuale al sistema telematico
giustizia ed al processo civile telematico, vale a dire la struttura tecnico-organizzativa che fornisce agli
Avvocati i servizi di consultazione e trasmissione telematica degli atti, permettendone l’inserimento
nel circuito processuale.
La creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA potrebbe rappresentare per le Parrocchie meno
“strutturate” in tale ambito un’occasione per favorire una “visione d’insieme” a livello territoriale e
fare “circuito” mediante la realizzazione di un punto di raccolta delle istanze della comunità
parrocchiale ed, insieme, di monitoraggio della realtà comunitaria ampiamente intesa, così da cercare
nel tempo di dare risposte concrete alle criticità presenti sul territorio parrocchiale: quanti sono gli
anziani soli, gli ammalati, le situazioni di povertà, le famiglie in difficoltà, i bambini ed i ragazzi
lontani dalla Parrocchia? Quali le loro esigenze, problematicità, emergenze? Quali le ragioni del loro
mancato coinvolgimento o della loro “disaffezione” alla realtà parrocchiale? Quali i servizi che
mancano in Parrocchia perché quest’ultima divenga vero punto di riferimento della comunità? Quali le
attività di sostegno da adottare per bambini e ragazzi? Quali le iniziative da promuovere per “fare
comunità” e creare occasioni di “prossimità”?
Poiché un Centro d’Ascolto necessita di un’organizzazione (statuto, segreteria, vari locali idonei,
tenuta contabilità e bilanci, etc. etc.) e di un supporto anche economico-finanziario (aspetti questi di
difficile valutazione e prima realizzazione per le realtà parrocchiali che partono “da zero”), il Punto
d’Apertura ed Ascolto potrebbe rappresentare una forma “sperimentale” ed “embrionale” di un futuro
Centro d’Ascolto, ma già rispondente ad alcune delle funzioni e delle peculiarità proprie di
quest’ultima struttura.

Obiettivi:
realizzare una vera apertura della comunità cristiana ai bisogni espressi e latenti del territorio; creare
un luogo di espressione del volto fraterno e solidale della comunità cristiana; tentare di individuare i
reali bisogni del territorio e di coinvolgere la comunità parrocchiale affinché se ne faccia carico;
favorire l’interazione fra comunità parrocchiale e comunità civile in un’ottica di corresponsabilità e
circolarità; perseguire una c.d. “visione d’insieme”; curare la dimensione della “prossimità”;

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impegnarsi per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società; far conoscere all’esterno
e portare a compimento i servizi parrocchiali (ad esempio, il servizio dei Ministri dell’Eucaristia); far
circolare le iniziative diocesane; raccogliere le istanze della comunità parrocchiale e monitorare la
realtà comunitaria ampiamente intesa; evitare “scollamenti” fra la Parrocchia e la comunità-territorio;
creare occasioni di collaborazione fra Parrocchia ed associazione di volontariato e/o culturali presenti
sul territorio; favorire la creazione di una futura rete capillare organizzata sul territorio; ascoltare ed
orientare; creare occasioni di incontro e momenti di condivisione anche culturali; favorire iniziative di
aggregazione e di dialogo; incentivare manifestazioni di disponibilità e di scambio (aiuto fra vicini di
casa per spostamenti e spesa, segnalazioni di situazioni di criticità, etc. etc.); insegnare a chiedere
aiuto ed a ridurre la paura verso “l’altro”, promuovendo la dimensione dell’incontro e dell’ascolto;
ove possibile, nel medio-lungo periodo, rispondere ad esigenze di sostegno anche economico (a titolo
esemplificativo, presa in carico di una famiglia o di una persona in difficoltà).

Ambiente: locali parrocchiali

Itinerario:
incontro prodromico fra il Parroco ed i membri dei Consigli Pastorale, Affari Economici e Servizi
Ministeriali per la condivisione dell’idea, la valutazione sulla fattibilità del progetto ed il primo
inquadramento del progetto stesso; volantinaggio casa per casa, affissione e distribuzione di locandine
in Parrocchia a scopo illustrativo del progetto; successivo incontro, nei locali parrocchiali, aperto a
tutta la comunità al fine di presentare il progetto, testare le reazioni e raccogliere impressioni, istanze,
suggerimenti sul progetto stesso; individuazione di volontari disponibili ad occuparsi della bacheca e
del PdA, ove possibile dotati di specifiche competenze e sensibilità (in ambito parrocchiale,
professionale, sindacale, mondo del volontariato, etc. etc.) così da poter fornire supporto pratico ad
ampio spettro (medici, assistenti sociali, psicologi, fiscalisti, legali, artigiani, insegnanti, educatori,
etc. etc.), facendo fronte a problematiche anche di natura burocratica, medica, sociale, scolastica, etc.
etc. e convogliando le stesse nei canali giusti (patronati, servizi sociali, Caritas diocesana, Comune,
Centro per l’Impiego, etc. etc.); individuazione di una figura di coordinamento; individuazione di
idoneo locale parrocchiale da adibire a bacheca e Punto d’Apertura ed Ascolto; eventuale
programmazione di un corso di formazione per i volontari del PdA (avvalendosi del prezioso ausilio
dei responsabili della Pastorale Sociale-Sanitaria e della Caritas diocesana); eventuale presa di
contatto con i referenti di Enti pubblici e privati, al fine di verificarne la disponibilità a collaborare e di
creare un elenco dedicato a cui attingere in caso di necessità.

Metodo:
definire linee guida (da affiggere in bacheca) per la gestione del PdA e l’utilizzo della bacheca, a
tutela della privacy e di un corretto utilizzo dello strumento (ad esempio, indicazione nelle
istanze/segnalazioni in bacheca del solo nome di battesimo e di un recapito di telefonia mobile per
successivo contatto); predisporre un locale parrocchiale, da adibire a PdA, che possa garantire
riservatezza e di facile accessibilità; individuare un luogo accessibile e visibile in cui posizionare la
bacheca parrocchiale; curare la costante interconnessione fra bacheca e PdA; nominare una figura di
coordinamento; creare un’organizzazione, per quanto possibile “strutturata”, di volontari, con
definizione di linee guida operative e compilazione di schede delle attività svolte; disciplinare
modalità e tempistiche di presenza nel PdA (in giorni ed orari da definirsi e su “appuntamento”) e di

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