COMUNITÀ LA VOCE DELLA - Parrocchia Cristo Re
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Calendario delle Celebrazioni per la Settimana Santa e la Santa Pasqua Domenica delle Palme e della Passione Venerdì Santo: del Signore (14 Aprile) ore 8.00: Celebrazione delle Lodi (ore 10.00-12.00 e 15.00-17.00: possibilità ore 10.30: Commemorazione dell’ingresso di celebrare il Sacramento della Riconci- di Gesù in Gerusalemme - Benedizione liazione) dei rami d’ulivo (sulla Piazza della chiesa) ore 17.00: Preghiera per i ragazzi e S. Messa ore 21.00: Azione Liturgica della Passione (Le altre Ss. Messe festive avranno il con- del Signore sueto orario: Sabato, ore 18.00; Domeni- Sabato Santo: ca, ore 8.30 e 18.00) ore 8.00: Celebrazione delle Lodi (ore 10.00-12.00 e 15.00-17.00: possibilità Triduo Pasquale (18-20 Aprile) di celebrare il Sacramento della Riconci- Giovedì Santo: liazione) ore 10.00: S. Messa Crismale con la par- ore 21.30: Veglia Pasquale nella Notte tecipazione dei Cresimandi (in Cattedrale) Santa. (ore 15.00-17.00: possibilità di celebrare È la celebrazione più importante dell’anno. il Sacramento della Riconciliazione) Nessuno dovrebbe mancare! ore 17.00: S. Messa nella Cena del Signore Domenica di Pasqua (21 Aprile) (per i ragazzi) ore 8.30 - 10.30 - 18.00: S. Messa ore 21.00: S. Messa nella Cena del Signore e Adorazione Eucaristica prolungata per Lunedì “dell’Angelo” (22 Aprile) tutta la notte ore 10.00: S. Messa 2
La ragione della nostra gioia C arissimi amici, «Cristo nostra Pasqua, è stato immolato!», esclama con voce commossa san Paolo nella sua Prima Let- tera ai Corinti (5,7). «Cristo nostra Pasqua». L’espressione è ogni epoca cercano, con vario metodo e diverso successo, di rinchiuderla nello spa- zio irrespirabile di una tomba. Una sollecitudine che sfiora la comicità significante: san Paolo pensa alla Pasqua come una persona; noi pensiamo alla Le autorità di Gerusalemme si preoccupa- Pasqua come una festa. Ed è giusto: la rono di estromettere definitivamente Gesù Pasqua è una festa, anzi è la madre di tutte dal loro orizzonte esistenziale con una le feste cristiane; e la sua gioia vibra in cura maniacale. Non contenti di averlo ogni altra autentica gioia, la sua luce condotto ad una morte atroce, «andarono – risplende in ogni speranza che non delude. dice il Vangelo di Matteo – e assicurarono Ma prima ancora di essere una festa, la il sepolcro, sigillando la pietra e mettendo- Pasqua è un avvenimento, che si è compiuto e non finisce più. Addirittura è una persona: la per- sona del Figlio di Dio crocifisso e ritornato alla vita, che di sé colma interamente la storia ed è ormai, nell’avventura umana, una pre- senza intramontabile, che pervade tutto e chiede di farsi in tutti prin- cipio di una mentalità nuova e di un’esistenza trasfigurata. «Cele- briamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1 Cor 5,8) perché il destino del Signore risorto è anche il nostro (cfr Giacomo Biffi). Sì, anche la comunità ecclesiale è chiamata a risorgere e a vincere le potenze del mondo, le quali ad 3
vi la guardia» (27,66). Per una sepoltura vogliono o non sanno fare. Tutto, a condi- dignitosa non hanno lesinato i permessi: zione che il suo insegnamento non susciti hanno consentito che fosse un sepolcro contrasti e la sua azione non incida più sulla nuovo, di lusso, circondato da un giardino coscienza individuale e collettiva. (cfr Gv 19,41). Tutti gli onori funebri furo- Ci sono epoche e luoghi in cui alla Chiesa no concessi; purché quel defunto restasse è fatto persino divieto di esistere; o, tolle- defunto e non tornasse ad inquietare con le randone l’esistenza, la si opprime con per- sue parole di fuoco: «Assicurarono il sepol- secuzioni aperte che arrivano anche ad cro», con una sollecitudine che sfiora la imprigionare e a uccidere. comicità. E ci sono epoche e luoghi dove, senza Ma, a ben guardare, così avviene anche alla leggi esplicitamente persecutorie, si arriva Chiesa, che è il Corpo mistico di Cristo che a soffocarla con la riduzione progressiva abita la storia e in essa cammina. Molti della sua voce nella società e nei mezzi di ossequi, purché non disturbi e non interferi- comunicazione quasi interamente appaltati sca con la sua pretesa di dire ciò che è giu- agli imbonitori di frivolezze e ai maestri sto e ciò che è sbagliato; molta attenzione e del niente. Il sinedrio e gli scribi di turno molta stima, se si limita a custodire il patri- sono sempre irritati verso il Signore Gesù monio artistico dei suoi templi e si accon- che non si rassegna a restare quieto e iner- tenta di organizzare dei bei concerti di te nel silenzio freddo e opaco del suo bel musica sacra. Riconoscenza e riverenza se sepolcro. si occupa dei poveri e dei diseredati coi gesti di solidarietà e di carità che altri non Ma la pietra è ribaltata Il Crocifisso, che nessuna tomba riesce più a rinserrare, non è fatto per lasciare tran- quilli coloro che pensano di aver risolto col suo seppellimento i problemi della loro licenza di sragionare. Ecco che all’alba del giorno di Pasqua, Maria di Magdala «si recò al sepolcro». È buio non solo intorno a lei ma anche nel suo cuore, velato dalla tristezza e dalla non-fede nell’inaudito, nell’evento della risurrezione. Ed ecco la novità sconcertante: «Vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro» (Gv 20,1). La pietra opprimente che pareva aver racchiuso e sepolto e dichiarato illusorie tutte le speranze umane, adesso è ribaltata perché la morte è vinta e l’uomo può rico- minciare a respirare nell’attesa fiduciosa di un destino sicuro di vita. Questa scena del Vangelo è emblematica, e a ogni epoca si ripresenta nella realtà della nostra storia. 4
Tutte le potenze sociali e politiche, tutte le dabile, in virtù della quale noi possiamo ideologie, tutte le arroganze culturali che affrontare il nostro presente: il presente, periodicamente tentano di seppellire Cristo anche un presente faticoso, può essere vis- e il suo Vangelo nell’ombra delle cose suto ed accettato se conduce verso una morte e dimenticate, e meta e se di questa meta di soffocare o strumen- noi possiamo essere «Occorre tornare ad annunciare talizzare la sua Chiesa, sicuri, se questa meta è finiscono rovesciate e a con vigore e gioia l’evento della morte così grande da giustifi- far da supporto all’an- e risurrezione di Cristo, care la fatica del cammi- gelo della verità. Solo no» (Benedetto XVI, che il mondo non impa- cuore del Cristianesimo, fulcro portante Spe Salvi, 1). ra mai e ci riprova sem- della nostra fede, leva potente «Cristo risorto dai morti pre: ogni età conosce non muore più; la morte gli attacchi alla libertà delle nostre certezze, vento impetuoso non ha più potere su di del popolo di Dio, le che spazza ogni paura e indecisione, lui» (Rm 6,9). Questo è irrisioni alla fede, le il fondamento di ogni ogni dubbio e calcolo umano» sfide sciagurate alla nostra fiducia, la vera regalità del Risorto. (Benedetto XVI) ragione della nostra Ma in ogni epoca e in esultanza e della gioia ogni luogo Gesù prosegue, nonostante incontenibile della festa di Pasqua. tutto, la sua missione di unico e necessario A tutti e a ciascuno, vivissimi auguri! Salvatore degli uomini. Don Claudio e don Bruno Lo specifico del cristianesimo La grazia specifica da chiedere in questa festa è quella di capire, con persuasione più limpida e cuore ringiovanito, che la fede è la scoperta e la lieta sorpresa che Gesù Cristo è vivo: la scoperta e la lieta sorpresa del mattino di Pasqua, che si rin- nova ogni giorno sino alla fine del mondo. È sulla fede nella vittoria di Gesù Cristo sulla morte che si gioca lo specifico del cristianesimo. Ha scritto l’apostolo Paolo: «Se Gesù Cristo non è risorto, è vana la nostra fede», e i cristiani sono «da com- piangere più di tutti gli uomini» (1 Cor 15, 17.19). Sì, questo è il senso della grande festa di Pasqua e, insieme, il debito che i cristiani hanno verso gli altri uomini, la speranza che possono offrire: ormai la morte non è più la parola definitiva. «Una speranza affi- 5
Maria mi disse Liberamente tratto dall’omonimo libro del Cardinale Angelo Comastri … A un certo punto avvertii il pericolo, insulti, di calunnie, di accuse ingiuste e capii che dovevo andare da lui: dovevo star- infamanti. Si era veramente scatenato l’im- gli vicino…, a qualunque costo. Lo trovai a pero delle tenebre (cfr Lc 22,53). Gerusalemme: l’avevano arrestato! Quella notte restai nella casa di Marco, Mi dissero che le guardie l’avevano preso dove Gesù poche ore prima aveva mangiato nell’orto degli ulivi, dove stava pregando. la cena pasquale insieme agli apostoli. Lì si Erano arrivate di notte… con le torce… sentiva ancora il profumo del pane azzimo, Giuda le aveva guidate in quel luogo e che Gesù aveva preso in mano dicendo: aveva indicato Gesù… con un bacio. Che «Questo è il mio corpo…, dato per voi!» cosa terribile! Con un gesto d’amore… (Lc 22,19). E poi, stringendo una coppa di aveva tradito l’amore! Giuda… era…, è un vino, aveva aggiunto: «Questo calice è la mistero! Quando mi raccontarono il tradi- nuova alleanza nel mio sangue, che viene mento… con un bacio, sentii il bisogno di versato per voi» (Lc 22,20). Lì Gesù aveva lavarmi le labbra… perché il bacio aveva lavato i piedi polverosi degli apostoli, lì perso ormai ogni significato: mi sembrava aveva aperto il suo cuore consegnando un profanato per sempre. comandamento meraviglioso: «Amatevi gli Dopo l’arresto Gesù passò la notte nella uni gli altri, come io ho amato voi. Da que- casa di Anna, suocero di Caifa. E poi nel sto tutti sapranno che siete miei discepoli, palazzo di Caifa: notte di interrogatori, di se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). Cosa hanno fatto a Gesù? Mentre meditavo ciò che era accaduto in quella stanza, sentii che qualcuno bussava alla porta affannosamente. Corsero ad aprire: era Simone, al quale Gesù aveva dato il nome di «pietra»! Sembrava scon- volto. Ci stringemmo attorno a lui e gli chiedemmo con ansia: «Quali notizie ci porti? Che cosa hanno fatto… a Gesù?». Simone aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime. Disse: «Che cosa gli hanno fatto?». Poi si fermò. «Che cosa gli ho fatto! L’ho tradito! Mi sono vergognato di lui, ho detto che non lo conoscevo, che non l’avevo mai visto. E lui… mi ha chia- mato “pietra”! Io sono come… Giuda!». E cominciò a singhiozzare, mentre guardava e aspettava da me un gesto, un segno… 6
che gli desse speranza. Gli asciugai le gente stanca dopo un lungo viaggio… Ha lacrime (era… ed è… la mia missione!) e fatto camminare i paralitici… Ha guarito i gli chiesi: «E Gesù? Ti ha visto? Ti ha sordi… Ha dato la vista ai ciechi… Un sentito? Ti ha detto qualcosa?». Simone, malfattore! Ha perdonato a piene mani… prendendo fiato nel fiume travolgente dei Ha seminato speranza… Ha ridato la vita singhiozzi, mi disse: «Mi ha guardato… al figlio di una povera vedova… Ha acca- Mi ha guardato con amore… e nei suoi rezzato i bambini… un malfattore! È que- occhi ho visto l’amore di sempre…, la sta la sorte della bontà… quando cammi- bontà che mi aveva affascinato…, la na in mezzo alla cattiveria: un malfatto- misericordia che a me sembrava eccessi- re…, Gesù mio figlio! va. E ora… io ne ho bisogno! Ho bisogno di misericordia!». Gli dissi: «Simone, Vince l’amore! Gesù ti ha già perdonato: Gesù è venuto per questo!». Pilato rientrò nel palazzo. Era turbato, per- ché capiva che Gesù non era un malfatto- Perché? re…, però non aveva la forza di opporsi alla folla. Ma non c’era tempo da perdere. Venne Fece un tentativo estremo. Ogni anno, per Giovanni… e anche Tommaso… e anche la Pasqua, c’era la consuetudine di liberare Andrea… e ci dissero: «Hanno portato un prigioniero: forse una geniale via di Gesù da Pilato: ora deciderà il governato- uscita. Fece portare un noto delinquente, di re! Non è ancora detta l’ultima parola». nome Barabba, e lo presentò alla folla Corremmo nel pretorio, che era la sede insieme a Gesù. Vidi la scena: era l’umilia- del tribunale del governatore romano, e… zione totale della bontà! Pilato, indicando trovammo una grande folla. Vedemmo i Gesù, disse: «Io non trovo in lui nessuna sommi sacerdoti, i capi del popolo, i fari- colpa. Vi è tra voi l’usanza che io liberi uno sei, gli scribi… schierati come un plotone per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi di esecuzione. «Perché? – mi chiedevo – il re dei giudei?» (Gv 18, 38-39). Perché tanto odio? Perché tanta cattive- Pensai: «Come possono mettere a confronto ria?». Cominciavo a capire che in quella Gesù… e un criminale?». Non feci in piazza si era condensato l’odio di tutta la tempo a formulare un pensiero, che un urlo storia umana, il peccato di tutti i secoli… mi travolse e mi sommerse come un’onda e pesava sopra il mio figlio. Di lui l’ange- che rischia di farti affogare. Gridavano tutti: lo aveva detto: «Egli salverà il suo popolo «Non costui, ma Barabba!» (Gv 18,40). dai suoi peccati» (Mt 1,21). Era giunto il Non era possibile…! Con Gesù mi sentii momento. condannata anch’io». Pilato improvvisamente uscì dal palazzo, si Pilato insisteva e diceva: «Che farò dunque affacciò da una piccola loggia che guarda- di Gesù?». Come…, che farai? Tu lo sai che va verso la piazza e domandò: «Che accusa è innocente, tu lo sai che nessuno ha mai portate contro quest’uomo?» (Gv 18,29). potuto accusarlo di un peccato. Che farai… Tutti gridarono: «Se non fosse un malfatto- di lui? Un urlo riempì la piazza: «Crocifig- re, non te l’avremmo consegnato» (Gv gilo!». «Crocifiggilo!», fece eco un’altra 18,30). Un malfattore! Non potevo credere, parte della piazza. Era mio figlio! non potevo accettare questa menzogna: un Aveva fermato il vento violento del mare di malfattore… Gesù! Dentro di me dicevo: Galilea, aveva comandato al mare in burra- ha fatto del bene a tutti… Ha sfamato la sca e si era placato; aveva dato ordine a 7
innocente di Gesù: sentii anch’io le ferite! Voi non potete immaginare lo strazio di un crocifisso: io l’ho visto con i miei occhi e avrei voluto morire con lui, sulla croce. In mezzo ai dolori lancinanti che gli attraversa- vano tutto il corpo, Gesù gridò: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46). Non poteva essere un grido di dispe- razione: la Speranza… può disperarsi? E allora? Era un grido di misericordia, era un invito a credere! Ricordai, infatti, che quelle parole erano l’inizio del Salmo 22: il Salmo che si stava compiendo davanti ai nostri occhi. Lentamente lo ripetei, guardando Lazzaro, già morto da tre giorni, di uscire Gesù… Ripetevo il Salmo e lo vedevo avve- dalla tomba… e Lazzaro era uscito. Perché rarsi lì, davanti a me: in Gesù, nella sua non fulminava quelle canaglie con un solo carne crocifissa! sguardo? Gesù, improvvisamente, mi guardò con i Il mio sguardo si incontrò con lo sguardo di suoi occhi che lasciavano trasparire una Gesù: vidi che era pieno di dolore e di presenza divina e mi disse: «Donna, ecco amore. Capii che la forza di Dio è l’amore. tuo figlio!» (Gv 19,26). E con l’amore Dio affronta tutta la cattiveria Capii bene il senso delle parole: la croce della storia umana… e la vince. non è la vittoria dell’odio umano, ma è la Ricordai le parole di Isaia e le vidi prendere vittoria dell’amore divino! E io ero chiama- corpo davanti ai miei occhi: «Disprezzato e ta a credere nella vittoria dell’amore e a reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben lasciarla passare nella mia anima di conosce il patire, come uno davanti al quale madre… per raccontarla a ogni figlio…, a ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne tutta l’umanità. «Donna, ecco tuo figlio!» avevamo alcuna stima. Eppure egli si è cari- (Gv 19,26). «Figlio, ecco tua madre!» (Gv cato delle nostre sofferenze, si è addossato i 19,27). Figli, figli miei…, l’avete capito? nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà sal- Via Crucis vezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo cittadina stati guariti» (Is 53,3-5). Presieduta dal Vescovo L’avete capito? mons. Marco Brunetti Venerdì 5 aprile, Giunsi al Calvario! Arrivai alla ore 21.00 croce seguendo mio figlio e Dal Divin Maestro portando il patibolo nella mia a Cristo Re anima lacerata dal dolore. Vidi i chiodi conficcarsi nella carne 8
Quand’è Pasqua? Lo decide la Luna! V ediamo chi sa rispondere a questa domanda: chi è il misterioso personaggio che ogni anno decide se la Pasqua debba essere «alta» (all’inizio della primavera) o «bassa» (a primavera avanzata)? Risposta: il misterioso personaggio non esiste. La data della Pasqua è, più semplicemente, legata a una questione di calen- dario. O meglio, di lune. Infatti, mentre il Natale è una festa fissata al 25 dicembre e può cadere in qualsiasi giorno della settimana, la Pasqua è legata sempre alla domenica dopo la prima luna piena di primavera. La questione è com- plicata, perché ha un significato storico e sim- bolico. Per i cristiani il giorno di Pasqua ricor- da il giorno della Risurrezione di Cristo che, ci assicurano i Vangeli, avvenne «il primo giorno dopo il sabato», cioè la domenica. Ma i fatti che portarono alla morte di Gesù avvennero, sempre secondo gli evangelisti, durante la Pasqua ebraica che ricorda la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, quando il popolo di Dio riconquistò la sua libertà e cominciò una storia nuova. Questo antico evento viene celebrato proprio nel perio- do in cui la vita rinasce dopo la “prigionia” dell’inverno: la pri- mavera. E siccome per il calendario ebraico i mesi seguono il ciclo della luna e l’anno inizia con la primavera, la Pasqua si festeggia il Celebrazione della Pasqua quindicesimo giorno del primo mese, che si chiama “Nisan”. dal 2020 al 2030 Dopo la morte e Risurrezione di Cristo per le prime comunità cristiane non fu facile stabilire una data precisa per festeggiare la 2020 12 aprile Pasqua. Alcuni, più legati alla tradizione ebraica, volevano che 2021 4 aprile si mantenesse proprio la data della Pasqua ebraica. Ma altri, più vicini alla cultura greca, che non usava il calendario lunare 2022 17 aprile ebraico, volevano che la Pasqua cristiana fosse celebrata sem- 2023 9 aprile pre di domenica, che è il primo giorno della settimana. «Cristo è 2024 31 marzo risorto proprio durante la Pasqua ebraica», dicevano gli uni. «La 2025 20 aprile nostra Pasqua però ricorda un nuovo inizio ed i Vangeli lo dico- no chiaro: il primo giorno dopo il sabato!», dicevano gli altri. 2026 5 aprile Alla fine, dopo un sacco di dispute e scontri, durante il Concilio 2027 28 marzo di Nicea dell’anno 325 si decise di festeggiare la Pasqua nella 2028 16 aprile domenica dopo la prima luna piena di primavera. Ancora oggi 2029 1 aprile seguiamo questa antica indicazione: la data della Pasqua la 2030 21 aprile decide la Luna! 9
Un rinnovato sguardo al “segno” della Croce N el periodo della Quaresima e, in particolar modo il Venerdì Santo, i nostri occhi si levano al Crocifisso – immagine con- sueta per i cristiani – con un’attenzione nuova e un più acuto desiderio di capire. Il nostro cuore trema di commozione davanti suo braccio orizzontale aperto sul mondo, compendia e dà voce al dolore e alla speran- za dei tanti “crocifissi” della storia. Eppure, da un po’ di tempo a questa parte, anche tra i credenti la croce ha perso il suo significato di segno. Ci sono croci e crocette ovunque! D’oro, allo spettacolo del Figlio di Dio così crudel- d’argento, tempestate di perline o pietre pre- mente straziato. ziose. Minuscole croci su caviglie abbronza- La croce era uno dei tanti – e tra i più crudeli te; croci pettorali da svariati etti in bilico – supplizi inventati dalla cat- tiveria degli uomini; ma gli occhi della fede percepisco- no, oltre questo dato di super- ficie, che essa è anche la sublime invenzione di un amore divino. Non è solo segno di umiliazione, ma anche di gloria. Non è solo il simbolo del martirio, ma anche della liberazione. La croce conficcata per terra è segno dell’abisso, dell’abbas- samento, ma la croce che pure si erge verticalmente verso i cieli, cioè verso il nostro destino ultimo, è anche segno di eternità: si affaccia sull’orizzonte della vita e della gioia. La croce è un segno. O, meglio, è “il” segno distintivo del cristianesimo! La croce riassume tutta la vicenda storica di sulle scollature improbabili di signore con le Gesù: è il segno della sua estrema vicinanza labbra a canotto e la pelle tesa come quella a noi. Una vicinanza vissuta fino al confine d’un tamburo. Croci che neanche il Vescovo massimo della morte e della vergogna. Ma meno attento al look si metterebbe al collo, soprattutto segno del suo amore totale ed un po’ per evitare che gli sguardi si concen- incondizionato. La croce riassume pure la trino solo lì, un po’ perché tutti ad una certa vicenda di ogni credente: «Chi non prende su età soffriamo di cervicale e certi pesi possono di sé la sua croce e mi segue – dice Gesù – far precipitare la situazione. Croci e crocette non è degno di me». Inoltre, la croce, con il appese al polso, al piercing ombelicale, all’o- 10
recchio, sui sandali e, perfino, sulla bianche- croce rischia di trasformarsi in segno che non ria intima. Cattivo gusto? Pessimo! significa più nulla. Quando la stessa croce La croce è un segno. Anzi è “il” segno! È il campeggia sul petto del consacrato e della segno dei cristiani e rappresenta il supplizio modella; quando la stessa crocina d’oro pen- di Cristo. La sua morte. Anche la risurrezio- zola al collo sia di chi vuol ricordarsi del pro- ne: quando è vuota, è una croce che Cristo ha prio battesimo o della prima comunione, sia lasciato per risorgere. Da 2000 anni è il di chi se l’è messa solamente perché così fan segno per antonomasia: del dolore e della tutti; quando lo stesso segno assume signifi- speranza, del mistero della morte e della pro- cati così diversi e contraddittori, quel segno messa della vita. perde di forza. Oggi però guardandola è difficile pensare a La croce è un segno. Se lo si priva del suo Cristo. Ridotta ad un ornamento tra i tanti, la significato, muore! Celebrazione del Sacramento della Riconciliazione in preparazione alla Santa Pasqua «Confessarsi davanti a un sacerdote è un modo per mettere la mia vita nelle mani e nel cuore di un altro, che in quel momento agisce in nome e per conto di Gesù. È un modo per essere concreti e autentici: stare di fronte alla realtà guardando un’altra persona e non se stessi riflessi in uno specchio». «Cari amici, celebrare il sacramento della Riconciliazione significa essere avvolti in un abbraccio caloroso: è l’abbraccio dell’infinita misericordia del Padre. Io vi dico: ogni volta che noi ci confessiamo, Dio ci abbraccia, Dio fa festa!» (Papa Francesco) Mercoledì 13 Marzo, ore 17.00-18.00: ragazzi della V elementare Domenica 17 Marzo, ore 16.00-17.00: bambini della III elementare (Festa del Perdono) Mercoledì 20 Marzo, ore 17.00-18.00: ragazzi della IV elementare Sabato 30 Marzo, ore 21.00 - 23.00: giovani e adulti (nell’ambito dell’iniziativa vicariale “24 ore per il Signore”) Venerdì 12 Aprile, ore 15.00: ragazzi di I, II e III media Venerdì 12 Aprile, ore 20.45: giovanissimi e giovani (in Seminario - nell’ambito della Veglia diocesana “delle Palme”) Martedì 16 Aprile, ore 21.00: giovani e adulti (al Divin Maestro - nell’ambito della Celebrazione penitenziale interparrocchiale) Giovedì 18 Aprile, ore 15.00-17.00: giovani e adulti Venerdì 19 Aprile, ore 10.00 - 12.00 e 15.00 - 17.00: giovani e adulti Sabato 20 Aprile, ore 10.00 - 12.00 e 15.00 - 17.00: giovani e adulti 11
Festival organistico internazionale Una seconda edizione tutt’altro che seconda! e seconde edizioni, si sa, sono blico la versatilità e le notevoli potenzialità L sempre un rischio: non potendo del nuovo strumento che, grazie alla rico- puntare sul richiamo dato dalla struzione magistralmente operata lo scorso novità, devono anzi confrontarsi anno dalla ditta Piero Sandri Orgelbauer, con l’ingombrante bagaglio delle consentono agli esecutori di proporre reper- “prime” di successo, di cui sono tori di grande complessità garantendone chiamate a rinnovare il felice un’ottimale resa acustica. esito senza tuttavia risultare ripetitive. L’onore e l’onere del concerto di apertura il Il Festival Organisti- 10/2/2019 è spettato co Internazionale anche quest’anno al della Parrocchia di «La bellezza è l’unica cosa contro cui Direttore Artistico del Cristo Re questa sfida la forza del tempo è vana. Festival ed organista l’ha raccolta, e l’ha Ciò che è bello è una gioia per tutte titolare di Cristo Re, vinta senza difficoltà. le stagioni, ed è un possesso Gabriele Studer, che ha Il notevole successo per tutta l’eternità» proposto un programma riscosso dall’edizione (Oscar Wilde) in cui brani di epoca inaugurale del 2018, barocca si sono alternati che aveva visto esi- a brani del repertorio birsi alla tastiera del prestigioso organo romantico, a trascrizioni di opere per gran- della chiesa parrocchiale artisti del calibro de orchestra sinfonica, fino all’improvvisa- di Jean-Paul Imbert e Juan Para- dell-Solé, è stato replicato lo scor- so Febbraio, come testimoniato dal folto pubblico presente ad ognuna delle tre serate della seconda edi- zione. Il Festival di quest’anno si è svolto all’insegna della varietà; i tre ap- puntamenti musicali hanno, infatti, offerto al pubblico programmi molto differenti, spaziando tra brani di diverse epoche e registri stilistici e aprendosi anche a “con- taminazioni” con generi musicali meno convenzionali. Programmi così variegati – intro- dotti ogni sera dalla voce disinvol- ta di Samantha Aramini – hanno Gabriele Studer consentito di far apprezzare al pub- 12
sciutissima e popolare melodia del canto liturgico “noi canteremo gloria a Te”. La seconda serata del 17/2/2019 ha invece ospitato l’organista romano Marco Lo Muscio, che ha offerto al pubblico un concerto meno con- venzionale, all’insegna della fusio- ne e della “contaminazione” tra generi musicali (classico e jazz) fino all’esecuzione di composizio- ni proprie. Il concerto di chiusura del 24/2/2019 è stato tenuto dall’orga- nista comasco Alessandro Bianchi, la cui decennale esperienza come Marco Lo Muscio concertista internazionale nelle principali Chiese e Cattedrali di tutta Europa e negli Stati Uniti si è zione nella quale l’interprete ha messo in condensata in una serata in cui la potenza campo tutta la versatilità delle sue capacità dell’organo è stata sfruttata appieno nei tecniche ed inventive, dando luce ad un brani proposti, con un repertorio incentrato Tema e Variazioni improvvisato sulla cono- sulla musica novecentesca. 13
Alla luce del rinnovato consenso raccolto da questa seconda edizio- ne del Festival, c’è sicuramente da augurarsi che, grazie al suppor- to materiale degli sponsor, alla generosità degli spettatori, ed al sostegno ed incoraggiamento che la Parrocchia di Cristo Re non ha mai fatto mancare, l’appuntamen- to con il Festival Organistico Internazionale si rinnovi il prossi- mo anno, confermandosi come un elemento di spicco nella vivace offerta culturale della città di Alessandro Bianchi Alba. Valeria Studer «La bellezza ci porta ad andare verso orizzonti alti: è la via che apre al trascendente, oltre a salvarci da due grandi mostri: la bruttezza, sul piano estetico, e la bruttura, sul piano etico» (Card. Gianfranco Ravasi) «L’arte, nella storia, è stata seconda solo alla vita nel testimoniare il Signore. Infatti è stata, ed è, una via maestra che permette di accedere alla fede più di tante parole e idee, perché con la fede condivide il medesimo sentiero, quello della bellezza. È una bellezza, quella dell’arte, che fa bene alla vita e crea comunione: perché unisce Dio, l’uomo e il creato in un’unica sinfonia; perché congiunge il passato, il presente e l’avvenire; perché attira nello stesso luogo e coinvolge nel medesimo sguardo genti diverse e popoli distanti» Samantha Aramini (Papa Francesco) 14
Discepoli-missionari oggi L ’Associazione Progetto Solida- Un calendario intenso rietà è sorta nel gennaio 1988 come gruppo missionario parroc- Nel mese di ottobre abbiamo ospitato don chiale all’interno della Comunità Renato Rosso, missionario fra i nomadi del di Cristo Re. In tutti questi anni le Bangladesh che sosteneva che la condizio- relazioni con i missionari dioce- ne dei profughi attendati nelle enormi peri- sani albesi e la Congregazione delle Suore ferie urbane delle città asiatiche, come Luigine non sono mai venute meno e la quelle africane e latino-americane, è in uno loro presenza tra noi durante la breve per- stato di emergenza al punto da ritenere che manenza in Alba, il racconto di vita vissu- la richiesta di asilo verso gli Stati ricchi ta nelle proprie missioni sparse in diversi sarebbe aumentata nel corso degli anni. continenti, le loro speranze, i progetti e Dal 2018, guidati e sollecitati dalla lettura anche le delusioni che a volte ne deriva- approfondita dell’Evangelii Gaudium, l’As- no, è stata per noi motivo di un percorso sociazione ha programmato una serie di formativo legato alla conoscenza delle incontri sul tema dell’accoglienza con per- diverse culture dei popoli, delle cause di sone competenti e giovani che hanno fatto impoverimento, delle loro miserie, del- esperienza di volontariato. l’impotenza di far valere i pro- pri diritti di fronte alle ingiusti- zie e al degrado delle loro vite. Il gruppo, attraverso l’autotassa- zione mensile e l’adesione da parte di tante famiglie al proget- to Adozione Internazionale a distanza ha sempre sostenuto economicamente i progetti di promozione umana realizzati dai missionari in favore delle fasce più deboli. Riflettendo sull’enorme divario tra i due mondi, è stato doveroso per noi superare il concetto di “carità” in “restitu- Organizzata dalla nostra Associazione, zione” verso gli impoveriti della terra for- Domenica 19 dicembre scorso si è tenuta in temente derubati delle loro ricche risorse Parrocchia un’assemblea comunitaria sul naturali. tema dell’accoglienza dal titolo “Essere Oggi la presenza di molti immigrati sul discepoli-missionari oggi”. Sono interve- nostro territorio, profughi di guerra o nuti alcuni giovani che durante l’estate ave- poveri per mancanza di ogni fondamenta- vano vissuto parte delle loro vacanze nelle le diritto, necessita della nostra solidarietà periferie estreme e degradate di alcune città umana ancor prima che materiale. italiane. 15
• Cristina, giovane universitaria della nostra Parrocchia, ha condiviso per sei mesi a Saluzzo la vita di molti immigrati senzatet- to, raccoglitori di frutta, per portare loro la propria sen- sibilità di conforto umano con l’offer- ta di grande com- prensione, sorrisi e apertura di cuore, coperte per coprirsi dal freddo notturno, bevande e pasti caldi favore dei senza casta, dei tribali, favoren- per rifocillarsi. do la scolarizzazione, la socializzazione ed • Francesca, giovane parrocchiana anche una migliore qualità di vita. In Alba aveva lei, ha trascorso parte delle sue vacanze creato una rete di relazioni fra famiglie in estive con ragazzi a rischio della periferia difficoltà e giovani disadattati. Sono tanti di Catania in Sicilia, lavorando su progetti coloro che, presenti alla messa in suffragio, relazionali legati a giochi di squadra e rice- serbano di lei un grato ricordo per aver vendone dei risultati sorprendenti nono- ricevuto aiuto psicologico e comprensione stante la grande diffidenza e titubanza ini- umana. ziale da parte dei ragazzi stessi. Il 4 marzo scorso c’è stata grande parteci- • Una coppia di Canale con figlia accoglie pazione da parte della Comunità parroc- già da qualche anno alcuni immigrati senza chiale all’incontro del gruppo con il profes- dimora in attesa del rinnovo del permesso sore Tista Galvagno per un’approfondita di soggiorno che, con le nuove normative, riflessione sul Documento sulla Fratellanza tarda sempre più ad arrivare. L’ospitalità Umana firmato congiuntamente da Papa alla pari favorisce rapporti familiari, di reci- Francesco e l’Imam di Al-Azhar. Docu- proco rispetto e di integrazione. mento unico e fondamentale su cui ci pre- Il 22 gennaio scorso c’è stato da parte figgiamo di ritornare prossimamente con dell’Associazione un momento di grande lavori di gruppo. partecipazione alla S. Messa celebrata in Non pensiamo di aver raggiunto alcuna Cristo Re da don Gino Chiesa, don Clau- meta poiché il cammino verso la giustizia e dio, don Piero Racca e don Bruno in suffra- la pace fra i popoli è lungo e faticoso. Ma la gio di suor Damiana della Congregazione certezza che nel mondo non si è soli, che delle Suore Luigine, deceduta in India per molte Associazioni lottano per gli stessi una malattia fulminante. Suor Damiana era ideali, ci stimola a non arrenderci, a lasciar- molto conosciuta a La Spezia e ad Alba ci condurre dallo Spirito, fiduciosi di poter dove ha lavorato in entrambe le Diocesi per dare più speranza alle nuove generazioni. la Pastorale Giovanile. Trasferitasi in India aveva elaborato dei progetti innovativi in Associazione Progetto Solidarietà 16
I lunedi` viola A nche il cammino quaresimale di que- st’anno ci ha regalato - com’è ormai tradizione - due incontri con don Pilly (don quaranta volte i testi ispirati dell’Antico Testamento affermano “amerai lo stranie- ro”, due volte soltanto “amerai il tuo prossi- Pierluigi Voghera), grande biblista e grande mo”, come a dire che il primo “prossimo” è amico della nostra comunità; vertevano sul proprio il “lontano”, il forestiero, lo stranie- tema: “Ero straniero e mi avete accolto. ro. Una cosa che ci ha stupito e sorpreso Pagine bibliche – storie di oggi”. molto, forse a motivo della nostra conoscen- Da molto tempo ormai due forze opposte si za superficiale dei testi biblici, è che il fronteggiano nell’affrontare questa realtà popolo d’Israele abbia a fondamento della complessa: da un lato coloro che si rendono sua stessa origine, nei racconti fondativi, la paladini dell’accoglienza figura dello “straniero”: in nome di una fratellanza «Mio padre era un Ara- universale, dall’altro colo- meo errante… scese in ro che vedono nell’altro, Egitto e vi rimase da fore- nel diverso, nell’immigrato stiero…» e che - proba- un pericolo, un nemico… bilmente proprio per que- un essere - comunque - sto fontale convincimento scomodo ed ingombrante. - nell’antico Israele esi- Don Pilly ha dato inizio stesse una legislazione agli incontri ricordandoci che sottolineava il dovere una verità disarmante: il di ospitalità per il fore- primo “esodo” della sto- stiero; dovere sfociato ria è stato quello di Dio nei tre grandi “Codici”: stesso, quando ha deciso dell’Alleanza, Deuterono- di uscire dall’isolamento mico e di Santità. In que- splendido della sua tra- sta cultura codificata scendenza e di abbandonare la sua “solitu- nella legislazione d’Israele – a differenza di dine” per venire ad abitare tra di noi; tutti o quasi tutti gli altri popoli dell’antichità primo straniero ed immigrato della storia, e non solo – lo straniero non era visto come dalla creazione all’incarnazione del Figlio. un nemico da cui difendersi, ma come una Ecco perché Dio si identifica con l’immigra- persona da difendere e di cui prendersi to: perché egli stesso lo è stato, lo è e lo cura in quanto non in grado di farlo da sarà fino alla fine dei tempi, fino a quando sola; e da questo principio scaturivano dai ogni uomo sarà fratello, ogni donna sorel- Codici suggerimenti concreti e minuziosi la; in ogni “straniero” si staglia e si rivela il mirati alla tutela dei diritti del forestiero suo volto. Il Misericordioso senza casa (non dimenticando i suoi doveri) che sono cerca casa e chiede ad ogni essere umano di un’attualità sorprendente. di farsi sua dimora; l’uomo è la “terra pro- Un altro aspetto che ci ha colpito da quan- messa di Dio”, ma… «venne tra i suoi, e i to don Pilly ci ha detto è la “globalizzazio- suoi non l’hanno accolto» (cfr Gv 1,11). ne della stranierità”: tutti siamo stranieri, Addentrandoci nella Bibbia, con l’aiuto di perché abitiamo una terra che non è don Pilly, abbiamo scoperto che per ben nostra, ma che ci ospita e che insieme a 17
tutte le altre cose ricevute gratuitamente fa se… e quando il Patriarca aprì la sua della nostra vita “un tessuto di debiti” (E. tenda ed il suo cuore ai tre misteriosi “fore- Ronchi), da onorare con la restituzione, stieri” presso le “querce di Mamre”, da vivendo da “hospes” (nel doppio significa- loro stessi, messaggeri di Dio, gli giunse la to italiano di chi ospita e di chi è ospitato) notizia della prossima maternità dell’an- e cancellando il vocabolo “hostes”, per- ziana moglie Sara e del compimento della ché così e soltanto così si può passare promessa antica del Dio delle promesse. dallo stato di animalità a quello di uma- Se dall’Antico passiamo al Nuovo Testa- nità. Alla misericordia di Dio dobbiamo mento dobbiamo constatare che anche ispirarci nel soccorrere il bisognoso (il Gesù è stato “straniero”; anzi lo straniero povero, l’orfano, la vedova, lo straniero) per eccellenza: «Non c’era posto per loro non per beneficenza, ma per giustizia e nell’albergo» (Lc 2,7), «venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv.1,11), morto in croce sul Calvario, fuori dalle mura della Città… Nell’era della globalità, il sogno di Dio continua ad essere quello di un mondo dove si realizzi e viga la fraternità. Le reli- gioni, specialmente quelle monoteistiche, hanno come vocazione la realizzazione di questo sogno… che, purtroppo, rimane spesso un’utopia, come quando - ai nostri giorni - si lavora senza sosta per ottenere l’apertura dei porti per le merci ad esem- pio cinesi ma la si preclude a donne, uomi- ni e bambini, consegnandoli spesso, con il nostro rifiuto sconsiderato, alla disperazio- ne e alla morte certa. Per dare concretezza al ministero dell’ac- coglienza che tutti coinvolge e deve coin- volgere, don Pilly ci ha suggerito cinque “passi” da compiere: l’ascolto, la sospen- sione del giudizio e la rinuncia al pregiudi- restituzione, ricordandoci - come doveva zio, la simpatia, l’empatia, il dialogo. ricordarsi Israele - che anche noi abbiamo La Bibbia continua ad essere una grande “conosciuto il respiro dello straniero”. scuola di xenofilia contro ogni forma anti- La storia di Israele è una storia di migra- ca o nuova di xenofobia e di razzismo… zioni, di accoglienza e di ospitalità; alme- ci auguriamo di aver imparato la “lezione” no nelle intenzioni dei testi biblici, talvolta, e di cominciare ad accoglierci con mag- purtroppo, disconosciute e disattese nella giore disponibilità tra di noi, a partire dai realtà. nostri gruppi, dai nostri cortili e condomini. Un esempio mirabile di migrante, ospite Dalle nostre famiglie. A piccoli passi… ed ospitante fu Abramo che, secondo l’in- ricordandoci sempre che “alla sera della terpretazione midrashica, pare abitasse in vita saremo giudicati sull’amore”: ero stra- una tenda con quattro aperture, quattro niero e mi avete accolto! Pagine bibliche, “porte”, perché l’ospite potesse essere storie di oggi! accolto da qualunque direzione provenis- Nina Grosso 18
Christus vivit Lunedì 25 Marzo, il Papa ha suggellato a Porziuncola, racconta di San Francesco. Loreto il Sinodo dei vescovi svoltosi a Allora, mentre il Santo usciva serafico dalla Roma lo scorso ottobre, firmando sull’alta- presenza del Papa, dopo avergli spiegato il re della Santa Casa l’Esortazione apostoli- sogno, si era sentito apostrofare da Onorio ca Christus vivit come «semplicio- che consegna, in A Loreto, nel Santuario della Santa ne» perché non forma di Lettera, il Casa, papa Francesco ha firmato aveva preteso per suo messaggio a l’Esortazione apostolica post-sinodale sé alcun docu- tutti i giovani del mento scritto. “Christus vivit” che è stata pubblicata mondo. Lo ha fatto Allora Francesco dopo aver celebra- il 2 Aprile, giorno della morte di aveva ribattuto: to, lui da solo, una Giovanni Paolo II «Per me è suffi- Messa apparente- ciente la vostra mente “piccola”, senza omelia, alla presen- parola. Se è opera di Dio, tocca a Lui ren- za di quattro giovani, una coppia di fidan- derla manifesta. Di tale Indulgenza non zati e pochissime altre persone. Chi, come voglio altro istrumento, ma solo che la Ver- me, ha potuto guardare la diretta televisiva gine Maria sia la carta, Cristo il notaio e si è accorto di come il Papa cercasse, nel- gli angeli testimoni». Papa Francesco, l’umiltà di quella sua preghiera, la presenza come San Francesco, sa benissimo quanto di quella Giovane che con il suo sì di due- un ennesimo documento rischi di essere mila anni fa aveva cambiato il mondo. “carta straccia” a meno che quella carta non Firmare sull’altare della Santa Casa un sia “la stessa Maria”. Con questo gesto, documento che in genere viene firmato in cioè, il Pontefice vuole dire che ogni cam- Vaticano è un altro di quei gesti inusuali cui mino vocazionale è, in primo luogo, un dia- questo Pontefice ci ha abituato. Mi ha fatto logo tra l’uomo e Dio, come avvenne il tornare in mente quanto il Diploma di Teo- giorno dell’Annunciazione per Maria. Per- baldo, a proposito dell’indulgenza della ché non dimentichiamo che “il Sinodo sui giovani” è stato, in verità, un sinodo sul discernimento vocazionale. Lo ha ricordato papa Bergoglio subito dopo la Messa quando ha parlato ai giovani dei tre momenti strutturali di ogni vocazione: l’ascolto, il discernimento, la decisione. Al di là di tutto infatti, ogni cammino voca- zionale può iniziare corretta- mente, durare e giungere a buon fine, solo se Maria “ne è la carta” cioè se ne fa 19
garante. Non per togliere importanza ai di tanti passi, piccoli come casette capaci di “notai della terra” quanto per non dimenti- contenere «famiglie santuari d’amore». care che Maria è colei che, nel Figlio, ha Papa Francesco non ha preferito Loreto per portato l’umanità nell’eternità e fatto incar- questi suoi gesti magisteriali sommessi e nare nel tempo la divinità. Esattamente tonanti solo per essere in continuità con quanto deve compiere a proprio modo ogni Giovanni Paolo II e papa Benedetto che vita cristiana vocazionalmente vissuta. scelsero quel luogo come sede di loro Loreto è nelle Marche e nelle Marche non memorabili incontri con la gioventù, ma c’è nessuna grande città: è una regione a soprattutto perché quel 25 marzo di duemi- misura d’uomo come la Santa Casa, fatta la anni fa Maria era giovane, era fidanzata, di tre pareti – la quarta è l’altare – costruita e concepì nel grembo il proprio Figlio, pro- con le povere pietre che arrivarono da prio lì in quella casa, da semplice promessa Nazareth. E così, con poveri semplici mat- sposa, prima di andare a vivere insieme con toni, deve essere costruito ogni itinerario lo sposo sotto il tetto coniugale (Mt 1,18). vocazionale che ha sempre l’obiettivo di A lei il Papa ha chiesto di evitare ai fidan- mostrare come «Cristo, nostra speranza, zati e a tutti i giovani di «cadere nella cultu- vive». Cose semplici e concrete come quel- ra dello scarto che viene proposto dalle le che il Papa ha suggerito, parlando a brac- molteplici colonizzazioni ideologiche che cio, ai cappuccini che reggono la Basilica, attaccano» chi voglia vivere l’intera vita quando ha raccomandato loro di tenere la sulle note dell’Amore. Le parole della Let- chiesa aperta fino a «tarda serata, e anche a tera verranno presto. Ma abbiamo già inizio della notte, quando i giovani vengo- cominciato a udirle. no». Non quindi una progettualità sullo Mauro Leonardi, stile delle grandi metropoli, ma quella fatta Avvenire, 26 Marzo 2019 Don Claudio e don Bruno esprimono viva gratitudine e riconoscenza a tutti coloro che, con il servizio puntuale e disinteressato, con la collaborazione gioiosa e fattiva, con la solidarietà generosa, con l ’offerta delle fatiche e delle sofferenze di ogni giorno, con la preghiera di intercessione… contribuiscono alla crescita della comunità parrocchiale. Il Signore che legge nei cuori ed ama chi dona con gioia, ricompensi tutti e ciascuno! 20
Il mese di re e testimoniare con coraggio e con gioia Cristo crocifisso e risorto, speranza del- Maggio l’umanità. Per dare maggiore concretezza al nostro affidamento a Maria e all’imitazione fatti- con Maria va della Vergine Madre, durante il prossi- mo mese di Maggio, in chiesa e presso le vie della parrocchia pregheremo con il S. Il mese di Maggio, per la Rosario secondo il calendario seguente. comunità cristiana, è il L’invito a partecipare è rivolto a tutti! mese mariano per eccel- lenza. Come tale, esso è diventato nel corso dei secoli una delle «Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre devozioni più care al popolo credente. la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei Coincidendo almeno in parte con il tempo santi … è la preghiera del mio cuore… è una sinte- pasquale, è assai propizio per illustrare la figura di Maria quale madre che accom- si della Divina misericordia: nei misteri del Rosa- pagna la comunità dei discepoli raccolti rio, con Maria, contempliamo la vita di Gesù che in unanime preghiera, in attesa dello Spi- irradia la misericordia del Padre stesso. Rallegria- rito Santo (cfr At 1,12-14). Questo mese, moci del Suo amore e del perdono, accogliamolo pertanto, può essere occasione per ritor- nare alla fede della Chiesa delle origini e, negli stranieri e nei bisognosi, viviamo ogni gior- in unione con Maria, comprendere che no del Suo Vangelo» (Papa Francesco) anche oggi la nostra missione è annuncia- Dove Quando Ore Referenti In parrocchia da Lunedì 21.00 Maria Teresa Gallarato, a Venerdì Maria Giovanna Viberti, Menuccia Ferrero Via Crispi, n° 15 Lunedì 21.00 Livio Mina, Mery Morano Via N. Sauro, n° 10 Lunedì 21.00 Jimmy Dotta Via Vivaro, n° 54 Martedì 20.30 Adriano e Anna Pietoso Via Cocito, n° 1 Martedì 21.00 Adriana Cussotto Via D. Chiesa, n° 12 Martedì 21.00 Marisa Tortoroglio, Nicoletta Viglino, Celeste Terzolo Via G. Miroglio, Terrazze Mercoledì 20.30 Patrizia Valentini Via A. Moro, n° 7 Mercoledì 21.00 Adelina Anolli, Nina Culasso Corso Piave, n° 49/3 Mercoledì 21.00 Mariuccia Botto Via Oberdan, n° 7 Venerdì 21.00 Patrizia Massa, Patrizia Battaglia Se ci fossero persone disponibili ad organizzare la preghiera del Rosario nelle zone non ancora presenti nell’elenco, sono pregate di comunicarlo in parrocchia. Grazie! 21
A scuola dall’asino Per riflettere e per sorridere, guardando al mite equino Il Re pacifico strumento di battaglia: a dorso d’asino persino il grande re ebreo Davide preferiva cavalca- Si può prenderla come si re una mula, in segno di vuole, ma solo due crea- mitezza. Curioso: la pri- ture sono state in grado di ma rappresentazione co- seguire Gesù dalla nascita nosciuta di Gesù in croce alla morte: sua Mamma è un disegno del II secolo, e… un asino. Infatti, se è tracciato dai nemici dei la leggenda a farci siste- cristiani su un muro del mare un somarello nella Palatino a Roma; raffigu- grotta del presepio (e tut- ra un crocifisso con la tavia la presenza della testa d’asino. Voleva esse- cavalcatura resta altamen- re un’offesa ingiuriosa, te probabile, almeno per ma – forse – non lo fu poi il viaggio da Nazareth a così tanto! Betlemme e per la fuga in Egitto), la parte recitata dall’asino nei giorni Ma, tu, non ti stanchi mai di Dio? della Passione è sicura. I Vangeli sono addi- rittura pignoli a segnalare come Gesù, poco Un giorno, un monaco trappista belga fu fuori Gerusalemme, inviò due discepoli a interrogato da un suo interlocutore: «Ma, tu, prendere quasi di nascosto «un puledro, non ti stanchi mai di Dio?». I suoi occhi miti figlio d’asina», sul quale «nessuno è mai e forti sorrisero, e rispose: «Vedi, noi siamo salito»: sulla sua groppa Cristo entrerà nella come nel corteo che accompagna Gesù Città Santa, inaugurando con un breve verso Gerusalemme, nel giorno delle Palme. trionfo la settimana tragica della morte. C’è chi applaude, chi stende i mantelli, chi è Come mai gli evangelisti insistono tanto in testa al corteo, chi in coda, chi è vicino a sulla scena del mite equino? Certo un peso Gesù e chi fa fatica a tenere il passo. E poi deve averlo avuto la citazione del Profeta c’è anche un altro personaggio, l’asino. Che Zaccaria, che nell’Antico Testamento aveva fatica più di tutti, che sente il peso del corpo detto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il di Gesù e della salita, eppure è proprio lui il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asi- più vicino a Cristo. Così è per noi – disse il na»; un modo dunque per dire agli ebrei che monaco: quando senti fatica e stanchezza, il Messia atteso era proprio quello. Ma ci quando senti il peso di Dio, in quel momen- sono anche altre interpretazioni. L’asino, per to sei come l’asino del corteo. Il più vicino a esempio, era l’animale dei re pacifici, in Cristo. L’importante è continuare perché, contrapposizione al focoso e veloce cavallo appena dopo, c’è Gerusalemme!». 22
L’asino e i suoi padroni l’asino. Arrivati al terzo paese, la gente commentava: «Povero uomo! Dopo aver C’era una volta una coppia, con un figlio di lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di salga sull’asino e povero figlio, chissà cosa lavorare e di conoscere il mondo. Così parti- gli spetta con una madre così!». rono tutti e tre con il loro asino. Arrivati nel Allora decisero di sedersi tutti e tre sull’asi- primo paese, la gente commentava: «Guar- no per cominciare nuovamente il cammino. date quel ragazzo quanto è maleducato… lui Arrivati al quarto paese, ascoltavano incu- sull’asino e i poveri genitori, già anziani, lo riositi cosa diceva stavolta la gente: «Sono tirano». Allora la moglie disse a suo marito: delle bestie, più bestie dell’asino che li «Non permettiamo che la gente parli male di porta. Gli spaccheranno la schiena!». nostro figlio». Il marito lo fece scendere e Alla fine, decisero di scendere tutti e cam- salì sull’asino. Arrivati al secondo paese, la minare insieme all’asino, ma, passando per gente mormorava: «Guardate che svergo- il quinto paese, non potevano credere a ciò gnato quel tipo… lascia che il ragazzo e la che le voci dicevano ridendo: «Guarda povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi quei tre idioti! Camminano, anche se sta comodamente in groppa». Allora, prese- hanno un asino che potrebbe portarli!». ro la decisione di far salire la moglie, mentre Decisero, allora, a turno, di portare l’asino padre e figlio tenevano le redini per tirare in braccio… 23
C’è sporcizia nella Chiesa, ma il fango non sporchi tutti! Liberamente tratto da uno scritto di Marina Corradi Q uasi ogni giorno arrivano notizie di casi di abusi pedofili addebitati a sacerdoti. Storie risalenti a cin- quant’anni fa e difficili da verificare. O ma la nostra Chiesa, i nostri preti, possibile che se ne parli solo per associarla alla colpa, di tutte, più terribile? Smarrimento, e il dub- bio che questa onda mediatica, nel denun- nuove denunce, da vagliare con rigore, per ciare episodi anche autentici, taccia di un’al- fare piena luce, come vuole il Papa, sul più tra parte, molto più grande, della realtà. Che intollerabile dei crimini. Per rendere giusti- insegua con i riflettori colpevoli veri o pre- zia alle vittime e, eventualmente, agli inno- sunti, e ignori la silenziosa immensa molti- centi. Ma sembra che una gran ruota media- tudine di sacerdoti fedeli. tica si sia messa in moto, quella ruota che No, non è riducibile a quelle accuse, al pure giudica e condanna già nel pronunciare un tragico fallimento di alcuni, la testimonianza nome; e all’infinito replica quei nomi, e resa dai preti ai credenti. Che leggono i gior- quelle già decretate condanne. Allora tra nali, li chiudono sgomenti, ma vanno invece quanti si sentono appartenenti alla Chiesa con la memoria a un oratorio, a un’infanzia; percepisci un’ombra di scoramento amaro: alla faccia di un uomo. Al ricordo di uno che ti accoglieva, e voleva bene, quando magari attorno c’era solo la strada; che era certo che anche nei peggiori ci fosse del buono; che era padre più padre del vero, perché, a diffe- renza di non pochi padri d’oggi, era convin- to che ognuno di noi ha un compito, e un destino buono. Ci sono milioni di uomini e donne al mondo, che nella loro infanzia e adolescen- za hanno questo ricordo. Magari centrale, magari solo in un angolo – voce poco ascol- tata in distratte lezioni di catechismo. Tutta- via, da adulti, anche tanti dei più lontani rimandano i loro figli al catechismo: come nell’eco di una parola ascoltata frettolosa- mente, non ben compresa, e però, intuiscono ora, importante. Come nel ricordo della fac- cia di un uomo, che comunque perdonava – e che andresti a cercare, con una strana urgenza nel cuore, il giorno in cui sapessi che il tempo ormai è breve. Fanno più rumore, certo, quegli alberi spez- 24
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