L'emporio solidale per Mestre - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM COPIA GRATUITA ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 L'emporio solidale per Mestre di don Gianni Antoniazzi La TV era una scatola ingombrante, con valvole, trasformatori, conden- satori e tubo catodico. Si rompeva di continuo e così l’elettrotecnico visitava le famiglie più del parroco. Oggi abbiamo dispositivi 4k, infi- nitamente complessi, con schede e microprocessori da capogiro. Se un frammento di silicio si guasta, si butta tutto che tanto “non val la pena sistemare”. È la mentali- tà dello spreco e sarebbe lunga la lista dei lavori in disuso: calzolai, arrotini, sarti, legatori ma anche il canestraio, il guantaio, il cocciaio (riparava piatti e ceramiche rotte), il materassaio, l’ombrellaio e via di- cendo. Il WWF ne farebbe uno zoo per animali in via di estinzione. La Fondazione Carpinetum prova a porre rimedio con lo sviluppo del nuovo Emporio solidale, che pro- pone l’economia circolare: vestiti, mobili, arredi e utensili usati ven- gono ricomposti per persone che ne avessero bisogno. Gli alimenti in scadenza e provenienti dal Banco alimentare di Verona vengono di- stribuiti in egual modo. Dieci giorni fa la Giunta comunale ha approvato la convenzione, passo prezioso per il via libera all’Emporio. La scorsa settimana il progetto è stato pre- sentato in commissione edilizia. Sono notizie positive in questo cli- ma da Corona Virus: segno di atten- zione verso persone non benestanti e di una mentalità che rigenera gli oggetti prima di gettarli. Manca il voto del Consiglio comunale che speriamo possa riunirsi presto e poi cominceremo i lavori. Tutta la città avrebbe vantaggio da quest’opera.
Il bello della vita Nessuno, uno, centomila di Plinio Borghi Prosegue l’impegno della Fondazione Carpinetum per realizzare l’emporio solidale I vantaggi di un’opera che mira all’equità e che può essere un volano per il territorio Giracchiando per il mondo, ho po- zionali, ma constato che la teoria elementi fondamentali: primo, che tuto sovente porre l’attenzione evidentemente non era così pere- le persone destinatarie non sareb- su come i diversi popoli si espri- grina, se poi in Italia ci si è avviati bero in grado di affrontare fluenti mevano nell’attività più antica: il ad analoghe soluzioni, malgrado le spese nella stessa direzione; secon- commercio. D’altra parte il turista ataviche resistenze al cambiamen- do, che la solidarietà contribuisce sempre lì va a parare, non fosse to, tipiche degli addetti, che si ri- a incanalare il ricorso al consumo, altro che per portarsi a casa qual- flettono anche nelle modifiche alla in quanto alla fine stimola il desi- che personale ricordo del viaggio. viabilità o in qualsiasi iniziativa che derio ed educa a scelte più ponde- In più di qualche occasione, spe- abbia la parvenza di una concor- rate e continuative. Se poi l’effetto cie nelle grandi città, ho notato renza che, si sospetta, faccia venir collaterale è anche quello di cal- che vie intere erano dedicate alla meno l’afflusso della clientela e il mierare i prezzi, disincentivando medesima tipologia merceologica, conseguente guadagno. La vicen- taluni eccessi speculativi, ben ven- talora addirittura quartieri o isola- da dei mercati solidali, che non da ga, perché ne beneficeranno tutti i ti al completo. Idem per le attività oggi sta tentando di farsi strada in commercianti, anche i più deboli. artigianali. Ovviamente ho chiesto varie forme, è un altro degli esem- Rimangono in campo tutte le sfide lumi alle guide, contrapponendo pi tipici di tale resistenza, anche se che sono richieste a chi si dedica la realtà italiana impostata su li- nel tempo è stato dimostrato che il a questa attività, a partire dalla cenze e contingentamenti vari e solo prelievo a titolo gratuito delle fantasia che ognuno deve mettere chiedendo quindi come facessero derrate in scadenza o dei capi non per differenziare l’offerta e dalla a reggere così alla reciproca con- più vendibili perché fuori mercato messa al bando di ogni forma di pi- correnza. Con mia sorpresa mi han- costituisce di per sé un risparmio grizia, che spesso subentra quando no assicurato che in questo modo sulle spese di smaltimento. Da più ci si adagia sull’abitudine. In simile lavorano di più e meglio, perché parti si presume ancora che una lar- contesto, il ruolo dell’ipermerca- sviluppano più fantasia nell’offerta ga distribuzione a chi non sarebbe to solidale che la Fondazione Car- e inoltre costituiscono riferimento in grado altrimenti di provvederse- pinetum si appresta a realizzare, più comodo per la gente. Vi rispar- ne sia foriera di un sensibile calo di forte del nugolo di volontari che mio tutte le altre motivazioni fun- vendite e non si tiene conto di due la “filiera” può vantare, diventa un volano per tutto il territorio e un esempio di quale sia la strada che in futuro si deve intrapren- dere per una società più equa ed equilibrata. E se tutti riusciranno a percepire i vantaggi universali di siffatta iniziativa, converranno che il passaggio da nessuno a uno deve avere come obiettivo finale i cento- mila. Non va trascurata un’ultima notazione: lo sviluppo personale e sociale innescato dall’attività di volontariato potrebbe arricchirsi di tante figure professionali di cui c’è bisogno per erogare un servi- zio di livello. Il che sarebbe una buona valvola di sfogo per la cre- scita anche di chi opera in campo commerciale, finora tendente a coltivare solo il proprio orticello. 2 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
L'intervista Angeli del recupero di Daniela Bonaventura Alla scoperta del prezioso lavoro delle associazioni “Il prossimo” e “Vestire gli ignudi” Due realtà del territorio che sostengono chi non può acquistare mobili, vestiti e cibo Ho intervistato due persone che do- nano il loro tempo in due realtà del territorio che pensano a chi non ha la possibilità di comprarsi il cibo, il vestire, i mobili. La prima è Edoardo Rivola, presidente dell'Associazione “Il Prossimo”, che dal 2017 ha riunito tutte le attività già presenti nel ter- ritorio e relative alla gestione degli alimenti da donare e da vendere in cambio di modesto contributo e dei mobili ed affini che, donati, possono essere acquistati da persone poco ab- bienti, sempre con modesto contribu- to. Tale associazione nasce con atto costitutivo alla fine del 2016 da una costola della Fondazione e annovera don Armando, suor Teresa e la segre- "In un anno distribuiamo 2500 borse Qual é l'attività dei collaboratori ? teria dei coniugi Candiani. La secon- di frutta e verdura, 1500 di alimenti e "Vorrei sottolineare, prima di tutto, da persona è Danilo Bagaggia, coor- 1200 a nuclei che fanno capo al Banco che i collaboratori sono tutti volon- dinatore dell'Associazione “Vestire alimentare". tari, sono circa un centinaio. C'è il gli ignudi”, conosciuta da tutti con la primo lavoro che è quello degli autisti realtà dei Magazzini San Martino. Quali difficoltà incontrate? del furgone che quotidianamente rac- "La prima è il turn over dei volontari. colgono gli indumenti dei cassonetti, Sig. Edoardo mi illustri un po' la vo- Servirebbero più autisti e più perso- c'è il lavoro della sistemazione di tali stra realtà.. ne all'interno del centro smistamen- indumenti. Tenga presente che in un "In sintesi, cerchiamo di recupera- to perché il lavoro è tanto. Siamo in anno si raccolgono circa 70 tonnellate re ciò che può essere utilizzato e/o 150 ma non è sufficiente. La seconda di merce, di queste il 60 per cento riutilizzato che altrimenti andrebbe è relativa agli spazi, ma questa è in viene recuperato, il restante 40 per buttato". fase di risoluzione. A breve realizze- cento, purtroppo, viene mandato al remo il sogno di Don Armando, dopo macero perché troppo rovinato. C'è Quale la vostra attività quotidiana? aver fatto i lavori necessari ci spo- il lavoro di “vendita” ed il lavoro di "Ci sono otto furgoni che quotidiana- steremo al Don Vecchi in zona Vil- pulizia e sistemazione". mente vanno presso supermercati, laggio Arzeroni dove apriremo l'Em- mercato ortofrutticolo, negozi “che porio Solidale: una struttura più fun- Quali difficoltà incontrate? ci vogliono bene” a raccogliere merce zionale con il doppio della metratura "La difficoltà più grande, in questo che viene messa a nostra disposizio- attuale, circa 3500 mq". momento, è il turn over dei volontari. ne. Noi la cataloghiamo in base alla L'età media supera i 70 anni e servi- scadenza e la mettiamo a disposizio- Ed ora passiamo al Sig. Danilo: qual é rebbero persone giovani che potesse- ne dei bisognosi che danno un picco- l'attività dei Magazzini San Martino? ro un po' alla volta supplire a persone lo contributo o che se registrati re- "I magazzini offrono capi di vestiario che ancora si spendono per gli altri golarmente al Banco alimentare non e per la casa in cambio di contribu- ma che stanno veramente perdendo danno alcun contributo. Diverso il di- ti simbolici. Recuperiamo gran par- forza ed energia. E c'è un'altra diffi- scorso di mobili e suppellettili. questi te della merce dai 10 cassonetti che coltà che speriamo sia temporanea: vengono ritirati, sistemati e messi in sono sistemati in vari punti della re- in questo tempo del coronavirus sia- esposizione. Chi li vuole li può acqui- altà cittadina, da Coin ed Oviesse che mo in stand-by, alcuni volontari non stare a prezzo simbolico". sono veramente molto generosi, e da vengono perché devono riguardarsi piccole aziende che nei limiti delle ed anche chi usufruisce del nostro Per gli alimenti di che volumi par- loro possibilità offrono, quando pos- magazzino è in gran parte assente liamo? sono, merce nuova". per problemi di sicurezza". ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 3
Sottovoce Sospensione necessaria di don Gianni Antoniazzi Cari amici lettori e cari concittadi- possiamo trattare abiti usati. La contenitori: dal canotto del pupo ni, in questo momento i magazzini soluzione, purtroppo, non è met- al ferro da stiro. Così, però, col solidali dei Centri don Vecchi sono tere il materiale fuori dai conteni- materiale lasciato alle intempe- chiusi. Il motore di questi empori tori ma avere pazienza e tornare rie, si crea quel disordine e quella è costituito per lo più da volontari quando ci sarà un momento mi- confusione che tutti condanniamo avanti negli anni e nessuno di noi gliore. Ci capita infatti di trovare quando li vediamo riportati in al- vuole sfidare la provvidenza: col ogni tipo di oggetto appoggiato ai cune immagini dei telegiornali. virus e le disposizioni che racco- mandano la “clausura”, preferiamo moderare queste attività rischiose, tra l’altro, anche per chi le dovesse frequentare. Torneremo ad aprire tutto non appena sarà conclusa questa emergenza. Sono chiusi an- che i cassoni blu che raccolgono il materiale dei vestiti usati. Ce ne sono nel patronato di Carpenedo ma anche in via 300 campi come pure in altri luoghi della città. Sono stati sigillati perché, nonostante i cartelli la gente continuava a met- terci materiale. Ci dispiace ma, viste le restrizioni in normativa sanitaria, in questo momento non In punta di piedi Una mano per ripartire Attualmente i magazzini solidali sono ai Centri don pur con tutte le fragilità umane. Bisogna chiarire una Vecchi di Carpenedo. Entro un anno e mezzo si tra- questione che non sempre viene compresa dai nostri sferiranno al nuovo Emporio solidale presso la località assistiti: si fa la carità non quando si assecondano i Arzeroni. La sostanza del servizio non cambia: è il de- capricci della gente, ma quando si aiuta una perso- siderio di praticare concretamente la carità evangelica na a realizzare se stessa. Per esempio. Se un giova- ne fosse in età da lavoro e i genitori lo lasciassero steso sul divano, non farebbero il suo bene. Possono trattarlo come un faraone e sventolargli le palme nei mesi estivi, ma lui resta un piccolo che non svilup- pa i propri talenti. La carità non consiste nel dare a costui secondo le sue voglie, ma nell’edificare in lui il desiderio di affrontare la vita. Il nuovo Emporio so- lidale punta a questo: non intende aiutare la gente a sedersi sulle proprie pigrizie, ma tende la mano a chi si trova in difficoltà per superare insieme un mo- mento difficile in modo che, nell’arco di un anno o poco più, possa tornare attivo e responsabile nel tes- suto sociale di Mestre. Siamo cattivi? Sicuramente sia- mo peccatori bisognosi di conversione, però questo è quello che sappiamo fare, di altro non siamo capaci. 4 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
Pensieri a voce alta Apprezzare ciò che abbiamo di Federica Causin L’emergenza coronavirus, anche ai Centri don Vecchi, ha imposto delle restrizioni Quando sarà passata forse guarderemo con occhi diversi ciò che spesso diamo per scontato Tutto è iniziato con una notizia misure che hanno avuto un grosso noi stessi, tenendo in considerazio- data al telegiornale che abbiamo impatto sull’atmosfera che si respi- ne ciò che è bene per chi ci vive ac- appreso con preoccupazione, ma la ra all’interno delle strutture. Per canto. Io, nel mio piccolo, mi sono situazione è radicalmente cambiata forza di causa maggiore, e a ragion chiesta se potevo essere d’aiuto quando quel rischio, che sembrava veduta, le nostre piccole comunità a chi adesso fatica a non lasciarsi così lontano, ha bussato alle nostre hanno cambiato temporaneamente sopraffare dalla paura, a chi sente porte. Non riguardava più soltanto volto: gli accessi dall’esterno sono di più il peso della solitudine. La qualcun altro e questa consapevo- stati limitati, il pranzo insieme è risposta ovviamente è stata affer- lezza ci ha costretto a cambiare stato rimpiazzato dalla consegna mativa e, con grande semplicità, ho prospettiva e ad affrontare la no- dei pasti a domicilio (un grazie par- provato a stare vicino agli altri resi- stra fragilità. Da qualche settimana ticolare a tutte le nostre preziose denti del Don Vecchi di Carpenedo. la nostra quotidianità è diversa non assistenti), gli intrattenimenti e la Ho cercato di infondere ottimismo, solo perché dobbiamo attenerci ad celebrazione dell’Eucaristia sono di rassicurare e di condividere quei alcune norme precauzionali, ma stati sospesi. Guardandomi intorno frammenti di speranza ai quali io soprattutto perché viviamo in una ho pensato che forse, quando que- per prima mi sono aggrappata per situazione che muta di ora in ora, sto momento difficile sarà passa- vincere l’angoscia. Mi sono state di di cui si parla molto, forse troppo, to, vedremo con occhi diversi quei grande conforto le parole di Papa e non sempre le informazioni che frammenti di normalità che spesso Francesco nell’omelia della Messa riceviamo ci aiutano a trovare se- diamo per scontati. Riscopriremo per l’imposizione delle Ceneri e le renità e a mantenere uno sguardo il piacere di pranzare allo stesso cito sperando di fare un dono gradi- lucido e oggettivo. Siamo smarriti tavolo, il sapore di due chiacchie- to a chi legge: “Spesso, soprattutto in una selva di notizie, dove spesso re al volo in corridoio o nei salot- nelle difficoltà e nella solitudine, diventa difficile orientarsi, dobbia- tini. Magari accoglieremo con più vediamo solo la nostra polvere! Ma mo fare i conti con i nostri timori e calore chi passa a trovarci e par- siamo la polvere amata da Dio. Il stiamo sperimentando la fatica di teciperemo con rinnovato entusia- Signore ha amato raccogliere la no- accettare qualche limitazione per il smo all’Eucarestia settimanale e stra polvere tra le mani e soffiarvi bene nostro e della collettività. An- ai momenti di svago che vengono il suo alito di vita. Così siamo pol- che i Centri don Vecchi, in ottem- proposti. Quello che stiamo viven- vere preziosa, destinata a vivere peranza alle disposizioni vigenti e do potrebbe darci anche modo di per sempre. Siamo la terra su cui nell’intento di tutelare la salute dei riflettere sulla nostra capacità di Dio ha riversato il suo cielo, la pol- residenti, hanno applicato alcune agire, senza pensare innanzitutto a vere che contiene i suoi sogni”. L’editrice L’incontro La nostra editrice pubblica anche: Sole sul nuovo giorno, un quader- no mensile utile per la meditazio- ne quotidiana; Il messaggio di Papa Francesco, settimanale che riporta i passaggi più importanti dei discorsi tenuti dal Pontefice; Favole per adul- ti, quindicinale di racconti di fantasia con una finalità morale; Il libro delle preghiere, delle verità e delle fonda- mentali regole morali per un cristia- no, edito in 8 mila copie. Il settima- nale è pubblicato in 5 mila copie in distribuzione gratuita in tutta la cit- tà, ma può essere letto anche con la versione digitale scaricabile dal sito internet www.centrodonvecchi.org ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 5
Focus sanità Ricordiamocelo Lente d'ingrandimento di don Gianni Antoniazzi di Matteo Riberto USL… Mercato solidale? Medici, infermieri, Oss. La sanità ospedaliere per le sanificazioni e Succede questo: qualche giorno fa mestrina e veneziana sta affron- ha costretto molti operatori sa- un uomo del Marocco ha suonato il tando uno sforzo immane per ri- nitari alla quarantena. Più che campanello della canonica per do- spondere all’emergenza corona- molti, tantissimi. Nella scorsa set- mandare un’offerta. Da poco aveva virus. Sono tutti in prima linea, timana erano circa 300 gli opera- subito un intervento cardiaco ed a partire dai medici di base che tori in quarantena nel territorio era imminente il ritorno in patria. Aveva già in mano il biglietto d’ae- visitano i pazienti negli ambula- dell’Usl3. In particolare sofferen- reo. Prima di salire sul volo cerca- tori avendo a disposizione un kit za l’Ospedale Civile e l’Angelo. va qualche soldino per comprare i di protezione (mascherine, guan- Nel primo erano in quarantena un farmaci necessari al mantenimento ti, camici monouso) che, almeno medico, 67 infermieri e 42 Oss. della cura. Diceva che in Italia erano fino alla scorsa settimana, molti Nel secondo 15 medici, 38 infer- molto economici mentre in Marocco ritenevano nei numeri non ade- mieri e 21 Oss. Un mare di perso- erano a prezzo pieno. Sembrava guato. Alcuni medici di base poi, ne a casa con la conseguenza che, una persona distinta: dal passapor- essendo entrati in contatto con a garanzia dei servizi necessari, i to risultavano 14 viaggi fa l’Italia e il Marocco negli ultimi 4 anni. Eviden- pazienti positivi, sono stati già colleghi hanno dovuto fare i doppi temente veniva qui per farsi curare messi in quarantena preventiva. turni per coprire le mancanze. Nel e poi tornava nel suo paese per sta- Insomma, lavorano costantemente fine settimana diversi operatori re con la famiglia. Situazioni di que- nonostante il rischio contagio, per sono rientrati dalla quarantena sto tipo sono sempre più frequenti. loro, sia ovviamente più elevato. ma le settimane che si prospet- Cittadini dell’Est Europa prendono Stessa situazione per medici ospe- tano promettono ancora ingenti alloggio per qualche mese nei no- dalieri, Oss e infermieri che da sforzi perché il numero di contagi stri appartamenti, pagano regolar- mente il dovuto, ma non vanno a giorni sono costretti a doppi tur- continua a salire, tanto che il go- visitare Venezia. Impiegano il tem- ni lavorando incessantemente per verno ha istituito misure di conte- po per farsi curare: visite, esami, ore. Qui va aperta una parentesi: gno straordinarie individuando ap- interventi… confidando sul nostro sia all’ospedale Civile di Venezia punto diverse zone rosse. Un’altra servizio sanitario di eccellenza pa- che all’Angelo di Mestre, in diversi considerazione. Oltre ai ricoverati gato in minima parte. Giustamente reparti, sono transitati pazienti ri- per coronavirus, ci sono tutte le l’Italia riconosce la dignità di ogni velatisi poi positivi al coronavirus. persone positive che, asintomati- persona umana, e desidera offrire Cosa che ha portato alla chiusu- che, sono in isolamento domici- lo stesso livello di cura senza guar- dare provenienza, razza o religio- ra di alcune aree delle strutture liare. Nella grande maggioranza ne. Questo è un valore straordina- dei casi sono operatori sanitari o rio. Non credo possibile però che il loro familiari. Ecco. Lo sforzo e il nostro popolo riesca a farsi carico rischio che vede protagonisti que- delle necessità sanitarie di chiun- sti operatori non va dimenticato. que passa. Certo, altrove la sanità Non ci si può ricordare di loro solo ha prezzi anche molto elevati, ma nell’emergenza: o meglio, in que- senza riferimenti più precisi, si ri- schia che il nostro sistema giunga al sta particolare emergenza, visto collasso e non assista nemmeno che che loro le affrontano quotidiana- chi ne ha davvero bisogno. Il Van- mente per lavoro. Ricordiamoci di gelo insegna l’attenzione per ogni questi giorni la prossima volta che malato: è urgente dunque aprire verrà proposto l’ennesimo taglio canali di dialogo coi paesi più vicini al sistema sanitario o la prossima all'Italia perché in ciascun ambiente volta che, per esempio, ci capi- ci sia la cura e la garanzia della sa- tasse di perdere la pazienza con lute per ogni cittadino. Non è possi- bile trasformare la nostra sanità in un infermiere - oberato di lavo- una sorta di mercato solidale privo ro - perché non è ancora arriva- di criteri: la confusione non è un to il nostro turno. Un’ultima cosa, vero servizio al bene della persona. per tutti gli operatori. Grazie! 6 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
La toponomastica cittadina Via Piave di Sergio Barizza Nella crescita urbana di molte qualche anno prima, della galle- centrale la nuova arteria che, in ri- città, fra l'otto e il novecento, fu ria e del teatro che porta il suo cordo della dura resistenza dopo la spesso elemento qualificante la nome. Unitamente all’ingegnere rotta di Caporetto, che portò alla presenza di una stazione ferrovia- di sua fiducia, Giorgio Francesconi vittoria di Vittorio Veneto, fu de- ria. Il treno si era via via rilevato e al geometra Bruto Baso ideò la nominata ‘via Piave’. E in due tor- elemento essenziale per lo sposta- realizzazione di un nuovo, gran- nate – tra il 1924 e il 1931 – tutte mento veloce di merci e passeggeri de quartiere, dalla stazione verso quelle strade divennero quasi un e non è perciò da stupirsi se accan- il centro, che potesse divenire il indice dei luoghi e delle battaglie to ai binari cominciarono a sorgere volto nuovo di Mestre. Bisognava della prima guerra mondiale: Ser- delle fabbriche e, all’uscita dalla costruire una larga e diritta strada naglia, Ortigara, Buccari, Bainsiz- stazione, alberghi e garage e ma- che, partendo di fronte alla stazio- za, Monte Piana, Monte Grappa, gari un’ampia via che collegasse la ne, usasse il primo tratto della via Montello, Fiume, Premuda, Gori- stazione con il centro città. Fu così Bachmann e quando questa, dopo zia, Monte Nero, Monte Santo, Col anche per Mestre: di fronte alla circa duecento metri, girava sulla di Lana, Pasubio, Trento… Una via stazione sorsero presto un paio di destra puntasse invece diritta per fu pure intitolata al ‘Duca d’Aosta’, eleganti alberghi – il Bologna della congiungersi con la Circonvallazio- Emanuele Filiberto, comandante famiglia Tura e il Milano della fami- ne, costruita qualche anno prima, ‘invitto’ della terza armata, che glia Zordan – che reclamizzavano all’incrocio con la Miranese. Non ringraziò personalmente il Comune Mestre persino attraverso cartoline c’erano ostacoli se non la presenza per l’onore, inviando una lettera in illustrate. La stazione giunse al suo della lavanderia meccanica indu- cui ricordava il suo soggiorno a Me- massimo traguardo nel 1913 quan- striale dell’esercito, che era ser- stre. Al centro del nuovo quartiere do “per incremento industriale ed vita nei primi due anni di guerra il Toniolo fece erigere, a proprie enorme traffico” venne promossa per lavare e disinfettare gli indu- spese, una chiesa, che riprendeva da seconda classe a principale. menti dei molti soldati feriti che nella facciata alcune semplici linee Divenne frequentatissima dalle mi- tornavano dal fronte per essere barocche, consacrata da monsignor gliaia di militari diretti o di ritorno ricoverati negli ospedali di fortuna Giacinto Longhin, vescovo di Tre- dal fronte orientale dopo l’inizio disseminati a Mestre e nelle zone viso (da cui Mestre ancora dipen- della prima guerra mondiale nel circostanti (dopo Caporetto i mac- deva in quel momento) il giorno 1915. Finita la guerra, la campa- chinari sarebbero stati smontati e dell’Immacolata, 8 dicembre, del gna che si estendeva praticamen- trasferiti in località più distanti dal 1925. Fu completamente distrut- te dalla stazione fino alla via Mi- fronte). Il resto era campagna sulla ta durante il bombardamento del ranese finì sotto l’attenzione di quale venne disegnato un reticolo 20 aprile 1944. Una nuova chiesa Domenico Toniolo, l’imprenditore di strade – tra via Bachmann e il venne costruita dopo la guerra e edile già noto per la costruzione, Piraghetto – che aveva come asse consacrata nel 1952. (22/continua) Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contri- buti della gente di buona volontà che vengono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 7
Prospettive Non perdere l’identità di don Sandro Vigani La crisi di vocazioni spinge ad un cambiamento nell’organizzazione delle parrocchie Nel cambiamento si deve però riuscire a mantenere l’identità delle singole comunità Abbiamo un grande debito di fiducia la fede, non solo e non tanto per un corribili fisicamente in maniera molto nei confronti dei laici, del loro sacer- fatto campanilistico. Perché essa è veloce, sono in realtà molto più lun- dozio battesimale, della loro capaci- appunto “comunità”, nel senso etimo- ghe dal punto di vista ecclesiale. La tà di non essere dipendenti dai preti logico della parola (cum-munus). E’ un parrocchia è la casa tra le case della - solo loro assistenti o collaboratori gruppo di persone che vivono in rela- gente, “è come la vecchia fontana del - bensì maturi costruttori di Chiesa. zione perché legate da un reciproco villaggio, che disseta le varie genera- Se la crisi di vocazioni ci costringerà dono, da un impegno comune, da un zioni. Noi cambiamo, la fontana resta” a pagare questo debito, meglio tardi debito che hanno l’una con l’altra. Il (Giovanni XXIII). Assomiglia alle vec- che mai! Quanto al cambiamento che dono della fede, l’impegno a viverla, chie botteghe di paese – quella del si profila all’orizzonte con le unità o il debito di condividerla testimonian- falegname, del calzolaio, del fabbro… le collaborazioni pastorali… occorre dola nella comunità e al mondo. In - nella quali un tempo il ragazzino ve- dire che la comunione tra parrocchie, tutto questo c’è anche la dimensione niva mandato a imparare il mestiere. che diventa anche comune azione pa- culturale della parrocchia, ci sono le Lavorando gomito a gomito col mastro storale e condivisione più piena della sue caratteristiche particolari, la sua di bottega imparava il mestiere che gli fede e dell’esperienza cristiana nel storia, le tradizioni, il linguaggio, i avrebbe poi dato da vivere e, assieme, territorio, è un fatto in sé positivo, da simboli, le relazioni interpersonali tra imparava il mestiere della vita. Il cam- cercare al di là del motivo contingente singoli e tra famiglie costruite spesso biamento necessario dovrà avvenire, a della scarsità di preti. Tuttavia credo in decenni, il legame col territorio, in mio parere, cercando di mantenere il che difficilmente potrà mitigare o ri- una parola, la sua ‘identità unica’. La più possibile l’identità (e la struttura solvere il problema della mancanza di parrocchia non è solo una realtà so- giuridica) delle singole comunità par- sacerdoti. L’esperienza insegna che, ciologica: è una realtà spirituale, ha rocchiali, se non vogliamo che esse si alle attività condivise da più parroc- un’anima. Prendiamo come esempio disgreghino e lentamente si dissolva- chie nelle unità pastorali, ad esempio Mestre: la parrocchia ‘madre’ di san no. Penso perciò ad esperienze che le iniziative che coinvolgono i giova- Lorenzo martire è fisicamente vicina possono richiamare l’idea delle comu- ni, risponde un numero complessivo a Chirignago o Zelarino, ma distante nità di base, fiorite anche in Italia ver- di persone spesso molto inferiore alla dal punto da vista del tessuto religio- so gli anni Settanta del secolo scorso, somma delle persone alle quali tali so e culturale. Hanno storie e identità emendate però dalla valenza ideologi- iniziative sono rivolte che frequen- diverse, difficilmente assimilabili, se ca e politica che avevano allora. Oppu- tano le singole parrocchie. La gente non a prezzo del disgregamento del- re alle comunità nelle terre di missio- è legata alla propria comunità, dove le parrocchie più piccole a favore di ne, in mano ai laici perché il sacerdote vive e dove ha ricevuto il dono del- quella più grande. Distanze oggi per- passa poche volte all’anno. (continua) Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi il turnover degli appartamenti è costante. Chi pensasse di presentare domanda d’inserimento, mettendosi in lista d'attesa, può consegnarla in di- rezione al Centro don Vecchi 2 di via dei Trecento campi a Carpene- do. Per richiedere un alloggio oc- corre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condi- zione economica modesta; essere normalmente autosufficienti; di- sporre di un garante che si assu- ma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in se- guito alla perdita dell’autonomia. 8 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
Mestieri antichi Il barbiere (2a parte) di Adriana Cercato Negli ultimi anni il mestiere di bar- era un vero e proprio solenne rito di dersi quindi era una vera e propria biere è tornato di gran moda. Il iniziazione (depositio barbae), indi- sofferenza. Nel 290 a.C. pare che nuovo stile maschile, che impone cava il passaggio dall'adolescenza il barbiere fosse diventato un ele- barba curata e ben tenuta, ha ri- alla giovinezza. La lanugo, ovvero mento fondamentale per la società portato i riflettori su un mestiere la peluria, appena tagliata, veniva di allora; lì gli uomini andavano a che si era un po’ perso nei tempi. conservata in una pisside, che era radersi e lì discutevano di novità e Sì, perché il barbiere era una figura d'oro per i più ricchi, di altri mate- di politica. Dal primo cristianesimo, conosciuta ed importante già nel- riali per i meno abbienti, e veniva il ruolo del barbiere divenne anco- la società romana e greca. Nel 500 quindi offerta agli dei. All'obbligo ra più importante! Sarà per l’abilità a.C. la barba andava di moda cu- sociale di radersi potevano sottrar- nell’uso del rasoio, sta di fatto che rata ed era segno di uomo di pote- si solo i filosofi e i soldati; anche gli il barbiere iniziò ad essere non solo re. Il barbiere quindi era, già allo- schiavi erano costretti dal loro pa- il detentore dello stile degli uomini, ra, una professione importante. Fu drone a farsi radere da un tonsor, ma anche un quasi-medico, un chi- Alessandro Magno, pare per la scar- pubblico o più economicamente da rurgo! Al barbiere di fiducia veniva- sità di peluria nel viso, a cambiare un servo della casa. Certo è che no infatti affidati i salassi depurati- la moda di allora, proclamando che nessuno si radeva da solo: curiosa- vi, l’estrazione dei denti e dei pic- tutti gli uomini dovessero avere il mente si sono trovati molti rasoi ri- coli interventi! Da questo periodo viso rasato, emettendo anche una salenti all'età preistorica o etrusca, storico (Medioevo) deriva anche il legge che imponeva la rasatura! ma quasi nessuno dell'età romana: simbolo tradizionale del barbiere, il Nell’ambito di questo mestiere, questo perché, mentre quelli più palo a righe rosso e blu che è spesso non si contano le prese in giro dei antichi erano in bronzo e si sono esposto come insegna. Con il tem- poeti satirici romani nei confronti conservati, quelli romani erano in po vennero promulgate delle leggi di quelli che si facevano tingere i ferro e sono stati consumati dalla che ridimensionarono il mestiere di capelli, profumare e che si faceva- ruggine. Questi rasoi in ferro, ben- barbiere, il quale tornò ad essere no applicare finti nei. Tra le cure ché ci si sforzasse di affilarli il più un lavoro più legato all’estetica e del barbiere la prima era quella di possibile, venivano poi usati sulla molto lontano dalla pratica medica. curare o radere le barbe portate pelle nuda del malcapitato, senza Nel XIX e XX secolo, il barbiere, me- abitualmente dai romani, sulla base alcun uso di sapone o altri unguen- stiere di fatto mai scomparso, tornò dell’uso greco. Cesare e Augusto, ti: tutt'al più si spruzzava il viso da in auge. Gli uomini amavano pren- ad esempio, consideravano una tra- radere con dell'acqua. Rari erano dersi cura di sé, a maggior ragione scuratezza non avere il volto ben i barbieri che non sfregiassero re- se a farlo era un barbiere dalle mani rasato ogni giorno. Sempre presso golarmente i loro clienti tanto da esperte, che usava saponi di quali- i romani il taglio della prima barba essere… celebrati dai poeti. Ra- tà e radeva con il rasoio a mano. Il nostro settimanale Ogni settimana L'incontro è di- stribuito gratuitamente in 5 mila copie in molte parrocchie e nei posti più importanti della cit- tà. È consultabile anche sul no- stro sito www.centrodonvecchi.org Come donare alla Fondazione Per sostenere la Fondazione Carpinetum si può effettuare un bonifico bancario al Mon- te dei Paschi di Siena, agenzia di Via San Donà, codice IBAN: IT17R0103002008000001425348 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 9
Botteghe storiche L’arte del cicchetto di Matteo Guerra Questa settimana sono andato a cucina ma anche dalla sala in cui la- per la mobilità, sia per stimolare e parlare con Luca Bonicelli, oste che vorano due dipendenti che portano dare maggior vita al borgo di Carpe- ha un’attività in piazza Carpenedo. i piatti anche nel plateatico ester- nedo magari inserendo all’interno no. Voglio dare anche ai mestrini la anche una scuola di cucina". Luca, quando e come nasce l’oste- possibilità di frequentare un vero ria? 'bacaro veneziano'". Proprio mentre sto intervistando "Nasce nel 2013, quando io e mia Luca, entra nel locale la vicesindaco moglie Monica, con una figlia appe- L’emergenza coronavirus sta met- Luciana Colle. Con Luca stiamo par- na nata, decidemmo di impegnarci tendo in difficoltà anche la tua at- lando della sua attività, dell’emer- in questa attività. Prima dell’oste- tività? genza coronavirus e dei riflessi che ria abbiamo lavorato in molti risto- "La paura per l’epidemia non fa questa comporta. Ne approfitto ranti del centro storico di Venezia. uscire la gente di casa e questo ha, quindi per porre due domande an- Poi l’idea di aprire un’osteria in chiaramente, effetti negativi sulla che alla vicesindaca. piazza Carpenedo. L’idea di abban- ristorazione, ma la mia clientela è donare il centro storico a Venezia molto autoctona e non risento del- Qual è il ruolo del cittadino in è stata determinata dalle soprav- la mancanza dei turisti. Il mio ri- questo specifico periodo di diffu- venute esigenze familiari dopo la storante è molto pulito: spero che sione del virus? nascita della figlia". l’igiene e la pulizia maniacale del "Bisogna rispettare le regole e non mio ambiente possa essere una si- aver paura di continuare a socializ- Da cosa prendono ispirazione i curezza per la clientela che fre- zare con le altre persone. Le misure tuoi piatti? quenta la mia attività". di salute pubblica introdotte in que- "I miei piatti si ispirano a Venezia. sti giorni hanno lo scopo di evitare Abbondante cicchetteria vera e Cosa ti piacerebbe che fosse fat- una grande ondata epidemica. Il la- propria. Posso dire che il risotto e la to a Carpenedo per sostenere le vaggio e la disinfezione delle mani frittura di pesce sono la mia specia- attività una volta conclusa l’emer- sono la chiave per prevenire l’infe- lità. Vengono preparati divinamen- genza? zione". te da mia moglie, chef Monica. Ho "Vorrei veder realizzato “il bor- puntato sulla produzione di pochi ghetto di Carpenedo”, sviluppando Che cosa sta facendo il comune piatti, ma fatti con cura e qualità". l’area dell’ex convento delle Suore di Venezia per affrontare l’emer- Eremitane Scalze in via San Donà, genza? Cosa significa per te sala? una zona molto importante da anni "Il sindaco ha confermato lo slit- "Ho sempre considerato il ristoran- chiusa. Sarebbe importante svilup- tamento del pagamento di alcune te una squadra formata non solo da pare una serie di possibili utilizzi sia tasse locali, Tari, Cimp, Cosap. Ha disposto la pulizia straordinaria del- la flotta di terra e di acqua di tutti i mezzi dediti al trasporto pubbli- co locale con prodotti specifici, ha rafforzato il servizio di pulizia e sanificazione. La parola d’ordine è fare squadra, affrontare uniti il mo- mento di difficoltà dando esempi positivi senza creare eccessivi al- larmismi e dimostrare che la città di Venezia è viva e vuole reagire. Nessuno vuole minimizzare l’impat- to che l’emergenza coronavirus sta generando sulla nostra economia, ma Venezia deve andare avanti: gli uffici, le fabbriche, le attività com- merciali e produttive i lavori pubbli- ci devono rimanere aperti". 10 ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene I fratelli Diana e Gianni Corrò La signora Mariuccia Buggio ha hanno sottoscritto quattro quinti sottoscritto quasi mezza azione, 5 per mille di azione, pari a € 40. pari a € 20. Un modo concreto per aiutare L’impresa di pompe funebri S. Gli inquilini del condominio Il 5 per mille è una parte delle no- Marco ha sottoscritto quasi mezza Athena di via Oberdan 71, hanno stre tasse a cui lo Stato "rinuncia" azione, pari a € 20. sottoscritto quasi cinque azioni, per sostenere un ente benefico che pari a € 240, per onorare la aiuta il prossimo in difficoltà. Non costa nulla e se non si sceglie di do- Un familiare dei defunti Valter memoria della defunta Elena narlo rimane comunque allo Stato. e Olga ha sottoscritto quasi Talamini che dimorava nello Il 5 per mille non sostituisce l’8 per mezza azione, pari a € 20, in loro stesso caseggiato. mille destinato alle confessioni reli- suffragio. giose. Sono due opportunità diverse I familiari dei defunti: Pino, di destinare le proprie imposte per La signora Pea ha sottoscritto Diana, Vittorio e Guido hanno fini differenti. Amici lettori vi chie- quasi mezza azione, pari a €20, in sottoscritto quasi mezza azione, diamo di impiegare bene le tasse memoria del defunto Cesare. pari a € 20, in ricordo dei loro scegliendo, nella dichiarazione dei cari. redditi, come destinare il 5 per mille. La signora Alessandra Bin, in Tre possibilità di scelta occasione del 19° anniversario Un congiunto del defunto Bruno Se credete opportuno il lavoro fat- della morte di suo zio Mario, ha ha sottoscritto mezza azione to con gli anziani e le famiglie in sottoscritto mezza azione, pari abbondante, pari a € 30, per difficoltà proponiamo di dare il 5 a € 25, per ricordare lui e tutti i ricordarlo alla bontà del Signore. permille alla Fondazione Carpine- defunti della sua famiglia. tum dei Centri don vecchi: codi- I familiari dei defunti: Angelica, ce fiscale 94064080271. Se inve- ce preferite sostenere i bambini I familiari della defunta Cecilia Guerrino, Matteo e i defunti si può aiutare il Centro Infanzia Il Pradolin hanno sottoscritto quasi della famiglia Lunardelli hanno Germoglio che da più di 100 anni mezza azione, pari a € 20, per sottoscritto quasi mezza azione, si occupa della formazione e del- onorarne la memoria. pari a € 20, perché abbiano pace. la crescita dei bambini in via Ca’ Rossa: codice fiscale 90178890274. Il signor Bepi Pezzato e sua figlia I familiari dei defunti: Caterina, Da ultimo invece, per chi ritiene Betty hanno sottoscritto un’azione, Valerio, Bruno e Luigino hanno di sostenere le donne in difficol- pari a € 50, per onorare la memoria sottoscritto quasi mezza azione, tà da secoli c’è l’Associazione Pia- della loro carissima Nerina. pari a € 20, in suffragio delle loro vento: codice fiscale 90017970279. anime. Come destinarlo La famiglia Costantini ha Se compili il Modello 730 o il Model- sottoscritto quasi mezza azione, I familiari della defunta Liliana, in lo Redditi, nel riquadro “Sostegno pari a € 20, in suffragio dei suoi occasione dell’anniversario della del volontariato…” firma e scrivi il defunti. sua morte, hanno sottoscritto codice fiscale dell'ente prescelto. quasi un’azione e mezza, pari a € Se non sei tenuto a presentare la La moglie e le figlie del defunto 70, per onorare la memoria della dichiarazione dei redditi puoi co- munque donare il tuo 5 per mille: Benito Zago - da tutti chiamato loro cara congiunta. nella scheda fornita insieme alla Sergio – hanno sottoscritto due Certificazione Unica dal tuo da- azioni, pari a € 100, in memoria Il marito e il figlio della tore di lavoro o dall’ente che ero- del loro caro congiunto. defunta Elisa De Candido hanno ga la pensione, firma nel riquadro sottoscritto un’azione, pari a € “Sostegno del volontariato…” e I coniugi Anna e Stefano Bettiolo 50, al fine di onorare la memoria scrivi nel riquadro il codice fisca- e il signor Gianni Starita hanno della loro cara congiunta. le dell'ente prescelto. Inserisci la sottoscritto mezza azione scheda in una busta chiusa e scrivi- abbondante, pari a € 30. Un familiare del defunto Paolo ci “Destinazione 5 per mille Irpef” Antonio Milanese ha sottoscritto insieme al tuo cognome, nome e codice fiscale, consegnala poi gra- La signora Brunella ha sottoscritto quasi mezza azione, pari a € tuitamente ad un ufficio postale, al quasi mezza azione, pari a € 20, 20, in memoria del suo caro Caf oppure al tuo commercialista. per ricordare sua madre Angelica. congiunto. ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020 11
Il punto di vista La seconda tappa di don Fausto Bonini “Voglio cantare al Signore, perché spalle c’è l’esercito del faraone e traversata del deserto e il rischio ha mirabilmente trionfato: cavallo davanti il mare. del desiderio di tornare alla vita e cavaliere ha gettato nel mare”. In questi giorni di Quaresima e passata è sempre in agguato. No- Il racconto della traversata del Mar della grande paura per il contagio stalgia del passato che ha portato Rosso lo ascolteremo durante la del coronavirus stiamo assistendo gli ebrei a protestare con Mosè con Veglia pasquale, come terza lettu- al dramma di un altro popolo che il classico ”si stava meglio, quando ra (Esodo 14,15-31). Ci prepariamo, fugge dalla miseria e dalla guerra si stava peggio”. Rimpianti inutili e lungo il percorso della Quaresima, e che si trova chiuso fra due eser- profondamente sbagliati. riflettendo sul senso di quella av- citi. Alle spalle l’esercito turco e “Voglio cantare al Signore, perché ventura nella nostra vita persona- davanti quello greco che impedi- ha mirabilmente trionfato: cavallo le. Anche noi, popolo in cammino, sce di andare avanti. Filo spinato, e cavaliere ha gettato nel mare”. che incontra mari da attraversare gas lacrimogeni, fiumi e mare per e ha bisogno di aiuto dall’alto per bloccare l’esodo di migliaia di per- “Quaresimando” sui testi della non affogare. sone, tutti in fuga verso la libertà. Veglia pasquale lo propongo tut- Gli Ebrei scappano dall’Egitto dove Da che parte sta il nostro Dio? E da te le settimane al mercoledì alle conducevano una vita da schiavi. che parte stiamo noi? La fuga da 19.00 a Carpenedo (Sala Lux) e al Cercano la libertà e Mosè li guida tanti altri faraoni continua anche venerdì alle 20.45 nelle parroc- seguendo le indicazioni ricevute oggi e noi non possiamo limitarci a chie di Viale San Marco. da Dio. È Dio il liberatore e Mosè fare gli spettatori. è il suo portavoce. La colonna di Ma la fuga dall’Egitto ha per noi profughi si fida di Dio e decide di anche altri significati. Il passaggio Vista la particolare si- passare dalla “schiavitù” sotto il del Mar Rosso è immagine e figura tuazione, per evita- faraone al “servizio” di Dio che li del nostro battesimo. Attraverso re gli assembramenti, porta verso la libertà. Libertà di quell’acqua siamo stati fatti nuove sono momentaneamen- scegliere Dio come amico di viag- creature e nella notte di Pasqua te sospesi gli intratte- gio, fidandosi di Mosè. Ma c’è un rinnoveremo il nostro impegno di nimenti previsti pres- mare da attraversare e qui comin- creature nuove. Senza rimpianti so i Centri don Vecchi. cia la grande paura. Che fare? Alle verso il passato, anche se è dura la La grande squadra dei volontari in servizio I volontari all'opera nei diversi am- biti d'impegno della Fondazione Carpinetum sono oltre mezzo mi- gliaio. Quelli che intendono presta- re servizio nel futuro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti nel registro dell'asso- ciazione Il Prossimo che gestirà la futura struttura. Confidiamo che il numero possa salire: ad essi posso- no aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potreb- bero entrare nell’Ipermercato so- lidale. Quanti ancora il Signore sta chiamando a questa impresa? Chi leggendo si sentisse chiamato ven- ga a lasciare la propria adesione. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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