L'emporio solidale per Mestre - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   COPIA GRATUITA   ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020

L'emporio solidale
per Mestre
di don Gianni Antoniazzi

La TV era una scatola ingombrante,
con valvole, trasformatori, conden-
satori e tubo catodico. Si rompeva
di continuo e così l’elettrotecnico
visitava le famiglie più del parroco.
Oggi abbiamo dispositivi 4k, infi-
nitamente complessi, con schede
e microprocessori da capogiro. Se
un frammento di silicio si guasta,
si butta tutto che tanto “non val
la pena sistemare”. È la mentali-
tà dello spreco e sarebbe lunga la
lista dei lavori in disuso: calzolai,
arrotini, sarti, legatori ma anche il
canestraio, il guantaio, il cocciaio
(riparava piatti e ceramiche rotte),
il materassaio, l’ombrellaio e via di-
cendo. Il WWF ne farebbe uno zoo
per animali in via di estinzione. La
Fondazione Carpinetum prova a
porre rimedio con lo sviluppo del
nuovo Emporio solidale, che pro-
pone l’economia circolare: vestiti,
mobili, arredi e utensili usati ven-
gono ricomposti per persone che
ne avessero bisogno. Gli alimenti in
scadenza e provenienti dal Banco
alimentare di Verona vengono di-
stribuiti in egual modo. Dieci giorni
fa la Giunta comunale ha approvato
la convenzione, passo prezioso per
il via libera all’Emporio. La scorsa
settimana il progetto è stato pre-
sentato in commissione edilizia.
Sono notizie positive in questo cli-
ma da Corona Virus: segno di atten-
zione verso persone non benestanti
e di una mentalità che rigenera gli
oggetti prima di gettarli. Manca il
voto del Consiglio comunale che
speriamo possa riunirsi presto e poi
cominceremo i lavori. Tutta la città
avrebbe vantaggio da quest’opera.
Il bello della vita

                      Nessuno, uno, centomila
                      di Plinio Borghi

Prosegue l’impegno della Fondazione Carpinetum per realizzare l’emporio solidale
I vantaggi di un’opera che mira all’equità e che può essere un volano per il territorio
Giracchiando per il mondo, ho po-        zionali, ma constato che la teoria        elementi fondamentali: primo, che
tuto sovente porre l’attenzione          evidentemente non era così pere-          le persone destinatarie non sareb-
su come i diversi popoli si espri-       grina, se poi in Italia ci si è avviati   bero in grado di affrontare fluenti
mevano nell’attività più antica: il      ad analoghe soluzioni, malgrado le        spese nella stessa direzione; secon-
commercio. D’altra parte il turista      ataviche resistenze al cambiamen-         do, che la solidarietà contribuisce
sempre lì va a parare, non fosse         to, tipiche degli addetti, che si ri-     a incanalare il ricorso al consumo,
altro che per portarsi a casa qual-      flettono anche nelle modifiche alla         in quanto alla fine stimola il desi-
che personale ricordo del viaggio.       viabilità o in qualsiasi iniziativa che   derio ed educa a scelte più ponde-
In più di qualche occasione, spe-        abbia la parvenza di una concor-          rate e continuative. Se poi l’effetto
cie nelle grandi città, ho notato        renza che, si sospetta, faccia venir      collaterale è anche quello di cal-
che vie intere erano dedicate alla       meno l’afflusso della clientela e il        mierare i prezzi, disincentivando
medesima tipologia merceologica,         conseguente guadagno. La vicen-           taluni eccessi speculativi, ben ven-
talora addirittura quartieri o isola-    da dei mercati solidali, che non da       ga, perché ne beneficeranno tutti i
ti al completo. Idem per le attività     oggi sta tentando di farsi strada in      commercianti, anche i più deboli.
artigianali. Ovviamente ho chiesto       varie forme, è un altro degli esem-       Rimangono in campo tutte le sfide
lumi alle guide, contrapponendo          pi tipici di tale resistenza, anche se    che sono richieste a chi si dedica
la realtà italiana impostata su li-      nel tempo è stato dimostrato che il       a questa attività, a partire dalla
cenze e contingentamenti vari e          solo prelievo a titolo gratuito delle     fantasia che ognuno deve mettere
chiedendo quindi come facessero          derrate in scadenza o dei capi non        per differenziare l’offerta e dalla
a reggere così alla reciproca con-       più vendibili perché fuori mercato        messa al bando di ogni forma di pi-
correnza. Con mia sorpresa mi han-       costituisce di per sé un risparmio        grizia, che spesso subentra quando
no assicurato che in questo modo         sulle spese di smaltimento. Da più        ci si adagia sull’abitudine. In simile
lavorano di più e meglio, perché         parti si presume ancora che una lar-      contesto, il ruolo dell’ipermerca-
sviluppano più fantasia nell’offerta      ga distribuzione a chi non sarebbe        to solidale che la Fondazione Car-
e inoltre costituiscono riferimento      in grado altrimenti di provvederse-       pinetum si appresta a realizzare,
più comodo per la gente. Vi rispar-      ne sia foriera di un sensibile calo di    forte del nugolo di volontari che
mio tutte le altre motivazioni fun-      vendite e non si tiene conto di due       la “filiera” può vantare, diventa
                                                                                   un volano per tutto il territorio e
                                                                                   un esempio di quale sia la strada
                                                                                   che in futuro si deve intrapren-
                                                                                   dere per una società più equa ed
                                                                                   equilibrata. E se tutti riusciranno
                                                                                   a percepire i vantaggi universali di
                                                                                   siffatta iniziativa, converranno che
                                                                                   il passaggio da nessuno a uno deve
                                                                                   avere come obiettivo finale i cento-
                                                                                   mila. Non va trascurata un’ultima
                                                                                   notazione: lo sviluppo personale
                                                                                   e sociale innescato dall’attività di
                                                                                   volontariato potrebbe arricchirsi
                                                                                   di tante figure professionali di cui
                                                                                   c’è bisogno per erogare un servi-
                                                                                   zio di livello. Il che sarebbe una
                                                                                   buona valvola di sfogo per la cre-
                                                                                   scita anche di chi opera in campo
                                                                                   commerciale, finora tendente a
                                                                                   coltivare solo il proprio orticello.

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L'intervista

                            Angeli del recupero
                            di Daniela Bonaventura

Alla scoperta del prezioso lavoro delle associazioni “Il prossimo” e “Vestire gli ignudi”
Due realtà del territorio che sostengono chi non può acquistare mobili, vestiti e cibo
Ho intervistato due persone che do-
nano il loro tempo in due realtà del
territorio che pensano a chi non ha
la possibilità di comprarsi il cibo, il
vestire, i mobili. La prima è Edoardo
Rivola, presidente dell'Associazione
“Il Prossimo”, che dal 2017 ha riunito
tutte le attività già presenti nel ter-
ritorio e relative alla gestione degli
alimenti da donare e da vendere in
cambio di modesto contributo e dei
mobili ed affini che, donati, possono
essere acquistati da persone poco ab-
bienti, sempre con modesto contribu-
to. Tale associazione nasce con atto
costitutivo alla fine del 2016 da una
costola della Fondazione e annovera
don Armando, suor Teresa e la segre-         "In un anno distribuiamo 2500 borse       Qual é l'attività dei collaboratori ?
teria dei coniugi Candiani. La secon-        di frutta e verdura, 1500 di alimenti e   "Vorrei sottolineare, prima di tutto,
da persona è Danilo Bagaggia, coor-          1200 a nuclei che fanno capo al Banco     che i collaboratori sono tutti volon-
dinatore dell'Associazione “Vestire          alimentare".                              tari, sono circa un centinaio. C'è il
gli ignudi”, conosciuta da tutti con la                                                primo lavoro che è quello degli autisti
realtà dei Magazzini San Martino.            Quali difficoltà incontrate?                del furgone che quotidianamente rac-
                                             "La prima è il turn over dei volontari.   colgono gli indumenti dei cassonetti,
Sig. Edoardo mi illustri un po' la vo-       Servirebbero più autisti e più perso-     c'è il lavoro della sistemazione di tali
stra realtà..                                ne all'interno del centro smistamen-      indumenti. Tenga presente che in un
"In sintesi, cerchiamo di recupera-          to perché il lavoro è tanto. Siamo in     anno si raccolgono circa 70 tonnellate
re ciò che può essere utilizzato e/o         150 ma non è sufficiente. La seconda        di merce, di queste il 60 per cento
riutilizzato che altrimenti andrebbe         è relativa agli spazi, ma questa è in     viene recuperato, il restante 40 per
buttato".                                    fase di risoluzione. A breve realizze-    cento, purtroppo, viene mandato al
                                             remo il sogno di Don Armando, dopo        macero perché troppo rovinato. C'è
Quale la vostra attività quotidiana?         aver fatto i lavori necessari ci spo-     il lavoro di “vendita” ed il lavoro di
"Ci sono otto furgoni che quotidiana-        steremo al Don Vecchi in zona Vil-        pulizia e sistemazione".
mente vanno presso supermercati,             laggio Arzeroni dove apriremo l'Em-
mercato ortofrutticolo, negozi “che          porio Solidale: una struttura più fun-    Quali difficoltà incontrate?
ci vogliono bene” a raccogliere merce        zionale con il doppio della metratura     "La difficoltà più grande, in questo
che viene messa a nostra disposizio-         attuale, circa 3500 mq".                  momento, è il turn over dei volontari.
ne. Noi la cataloghiamo in base alla                                                   L'età media supera i 70 anni e servi-
scadenza e la mettiamo a disposizio-         Ed ora passiamo al Sig. Danilo: qual é    rebbero persone giovani che potesse-
ne dei bisognosi che danno un picco-         l'attività dei Magazzini San Martino?     ro un po' alla volta supplire a persone
lo contributo o che se registrati re-        "I magazzini offrono capi di vestiario     che ancora si spendono per gli altri
golarmente al Banco alimentare non           e per la casa in cambio di contribu-      ma che stanno veramente perdendo
danno alcun contributo. Diverso il di-       ti simbolici. Recuperiamo gran par-       forza ed energia. E c'è un'altra diffi-
scorso di mobili e suppellettili. questi     te della merce dai 10 cassonetti che      coltà che speriamo sia temporanea:
vengono ritirati, sistemati e messi in       sono sistemati in vari punti della re-    in questo tempo del coronavirus sia-
esposizione. Chi li vuole li può acqui-      altà cittadina, da Coin ed Oviesse che    mo in stand-by, alcuni volontari non
stare a prezzo simbolico".                   sono veramente molto generosi, e da       vengono perché devono riguardarsi
                                             piccole aziende che nei limiti delle      ed anche chi usufruisce del nostro
Per gli alimenti di che volumi par-          loro possibilità offrono, quando pos-      magazzino è in gran parte assente
liamo?                                       sono, merce nuova".                       per problemi di sicurezza".

ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020                                                                                     3
Sottovoce

                       Sospensione necessaria
                       di don Gianni Antoniazzi

Cari amici lettori e cari concittadi-    possiamo trattare abiti usati. La      contenitori: dal canotto del pupo
ni, in questo momento i magazzini        soluzione, purtroppo, non è met-       al ferro da stiro. Così, però, col
solidali dei Centri don Vecchi sono      tere il materiale fuori dai conteni-   materiale lasciato alle intempe-
chiusi. Il motore di questi empori       tori ma avere pazienza e tornare       rie, si crea quel disordine e quella
è costituito per lo più da volontari     quando ci sarà un momento mi-          confusione che tutti condanniamo
avanti negli anni e nessuno di noi       gliore. Ci capita infatti di trovare   quando li vediamo riportati in al-
vuole sfidare la provvidenza: col         ogni tipo di oggetto appoggiato ai     cune immagini dei telegiornali.
virus e le disposizioni che racco-
mandano la “clausura”, preferiamo
moderare queste attività rischiose,
tra l’altro, anche per chi le dovesse
frequentare. Torneremo ad aprire
tutto non appena sarà conclusa
questa emergenza. Sono chiusi an-
che i cassoni blu che raccolgono il
materiale dei vestiti usati. Ce ne
sono nel patronato di Carpenedo
ma anche in via 300 campi come
pure in altri luoghi della città. Sono
stati sigillati perché, nonostante i
cartelli la gente continuava a met-
terci materiale. Ci dispiace ma,
viste le restrizioni in normativa
sanitaria, in questo momento non

In punta di piedi

Una mano per ripartire
Attualmente i magazzini solidali sono ai Centri don         pur con tutte le fragilità umane. Bisogna chiarire una
Vecchi di Carpenedo. Entro un anno e mezzo si tra-          questione che non sempre viene compresa dai nostri
sferiranno al nuovo Emporio solidale presso la località     assistiti: si fa la carità non quando si assecondano i
Arzeroni. La sostanza del servizio non cambia: è il de-     capricci della gente, ma quando si aiuta una perso-
siderio di praticare concretamente la carità evangelica     na a realizzare se stessa. Per esempio. Se un giova-
                                                            ne fosse in età da lavoro e i genitori lo lasciassero
                                                            steso sul divano, non farebbero il suo bene. Possono
                                                            trattarlo come un faraone e sventolargli le palme nei
                                                            mesi estivi, ma lui resta un piccolo che non svilup-
                                                            pa i propri talenti. La carità non consiste nel dare a
                                                            costui secondo le sue voglie, ma nell’edificare in lui
                                                            il desiderio di affrontare la vita. Il nuovo Emporio so-
                                                            lidale punta a questo: non intende aiutare la gente
                                                            a sedersi sulle proprie pigrizie, ma tende la mano a
                                                            chi si trova in difficoltà per superare insieme un mo-
                                                            mento difficile in modo che, nell’arco di un anno o
                                                            poco più, possa tornare attivo e responsabile nel tes-
                                                            suto sociale di Mestre. Siamo cattivi? Sicuramente sia-
                                                            mo peccatori bisognosi di conversione, però questo è
                                                            quello che sappiamo fare, di altro non siamo capaci.

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Pensieri a voce alta

                             Apprezzare ciò che abbiamo
                             di Federica Causin

L’emergenza coronavirus, anche ai Centri don Vecchi, ha imposto delle restrizioni
Quando sarà passata forse guarderemo con occhi diversi ciò che spesso diamo per scontato
Tutto è iniziato con una notizia              misure che hanno avuto un grosso        noi stessi, tenendo in considerazio-
data al telegiornale che abbiamo              impatto sull’atmosfera che si respi-    ne ciò che è bene per chi ci vive ac-
appreso con preoccupazione, ma la             ra all’interno delle strutture. Per     canto. Io, nel mio piccolo, mi sono
situazione è radicalmente cambiata            forza di causa maggiore, e a ragion     chiesta se potevo essere d’aiuto
quando quel rischio, che sembrava             veduta, le nostre piccole comunità      a chi adesso fatica a non lasciarsi
così lontano, ha bussato alle nostre          hanno cambiato temporaneamente          sopraffare dalla paura, a chi sente
porte. Non riguardava più soltanto            volto: gli accessi dall’esterno sono    di più il peso della solitudine. La
qualcun altro e questa consapevo-             stati limitati, il pranzo insieme è     risposta ovviamente è stata affer-
lezza ci ha costretto a cambiare              stato rimpiazzato dalla consegna        mativa e, con grande semplicità, ho
prospettiva e ad affrontare la no-             dei pasti a domicilio (un grazie par-   provato a stare vicino agli altri resi-
stra fragilità. Da qualche settimana          ticolare a tutte le nostre preziose     denti del Don Vecchi di Carpenedo.
la nostra quotidianità è diversa non          assistenti), gli intrattenimenti e la   Ho cercato di infondere ottimismo,
solo perché dobbiamo attenerci ad             celebrazione dell’Eucaristia sono       di rassicurare e di condividere quei
alcune norme precauzionali, ma                stati sospesi. Guardandomi intorno      frammenti di speranza ai quali io
soprattutto perché viviamo in una             ho pensato che forse, quando que-       per prima mi sono aggrappata per
situazione che muta di ora in ora,            sto momento difficile sarà passa-         vincere l’angoscia. Mi sono state di
di cui si parla molto, forse troppo,          to, vedremo con occhi diversi quei      grande conforto le parole di Papa
e non sempre le informazioni che              frammenti di normalità che spesso       Francesco nell’omelia della Messa
riceviamo ci aiutano a trovare se-            diamo per scontati. Riscopriremo        per l’imposizione delle Ceneri e le
renità e a mantenere uno sguardo              il piacere di pranzare allo stesso      cito sperando di fare un dono gradi-
lucido e oggettivo. Siamo smarriti            tavolo, il sapore di due chiacchie-     to a chi legge: “Spesso, soprattutto
in una selva di notizie, dove spesso          re al volo in corridoio o nei salot-    nelle difficoltà e nella solitudine,
diventa difficile orientarsi, dobbia-           tini. Magari accoglieremo con più       vediamo solo la nostra polvere! Ma
mo fare i conti con i nostri timori e         calore chi passa a trovarci e par-      siamo la polvere amata da Dio. Il
stiamo sperimentando la fatica di             teciperemo con rinnovato entusia-       Signore ha amato raccogliere la no-
accettare qualche limitazione per il          smo all’Eucarestia settimanale e        stra polvere tra le mani e soffiarvi
bene nostro e della collettività. An-         ai momenti di svago che vengono         il suo alito di vita. Così siamo pol-
che i Centri don Vecchi, in ottem-            proposti. Quello che stiamo viven-      vere preziosa, destinata a vivere
peranza alle disposizioni vigenti e           do potrebbe darci anche modo di         per sempre. Siamo la terra su cui
nell’intento di tutelare la salute dei        riflettere sulla nostra capacità di      Dio ha riversato il suo cielo, la pol-
residenti, hanno applicato alcune             agire, senza pensare innanzitutto a     vere che contiene i suoi sogni”.

                                                                                            L’editrice L’incontro
                                                                                       La nostra editrice pubblica anche:
                                                                                       Sole sul nuovo giorno, un quader-
                                                                                       no mensile utile per la meditazio-
                                                                                       ne quotidiana; Il messaggio di Papa
                                                                                       Francesco, settimanale che riporta i
                                                                                       passaggi più importanti dei discorsi
                                                                                       tenuti dal Pontefice; Favole per adul-
                                                                                       ti, quindicinale di racconti di fantasia
                                                                                       con una finalità morale; Il libro delle
                                                                                       preghiere, delle verità e delle fonda-
                                                                                       mentali regole morali per un cristia-
                                                                                       no, edito in 8 mila copie. Il settima-
                                                                                       nale è pubblicato in 5 mila copie in
                                                                                       distribuzione gratuita in tutta la cit-
                                                                                       tà, ma può essere letto anche con la
                                                                                       versione digitale scaricabile dal sito
                                                                                       internet www.centrodonvecchi.org

ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020                                                                                          5
Focus sanità

                      Ricordiamocelo                                             Lente d'ingrandimento
                                                                                    di don Gianni Antoniazzi
                      di Matteo Riberto
                                                                                   USL… Mercato solidale?
Medici, infermieri, Oss. La sanità      ospedaliere per le sanificazioni e      Succede questo: qualche giorno fa
mestrina e veneziana sta affron-         ha costretto molti operatori sa-       un uomo del Marocco ha suonato il
tando uno sforzo immane per ri-         nitari alla quarantena. Più che        campanello della canonica per do-
spondere all’emergenza corona-          molti, tantissimi. Nella scorsa set-   mandare un’offerta. Da poco aveva
virus. Sono tutti in prima linea,       timana erano circa 300 gli opera-      subito un intervento cardiaco ed
a partire dai medici di base che        tori in quarantena nel territorio      era imminente il ritorno in patria.
                                                                               Aveva già in mano il biglietto d’ae-
visitano i pazienti negli ambula-       dell’Usl3. In particolare sofferen-
                                                                               reo. Prima di salire sul volo cerca-
tori avendo a disposizione un kit       za l’Ospedale Civile e l’Angelo.
                                                                               va qualche soldino per comprare i
di protezione (mascherine, guan-        Nel primo erano in quarantena un       farmaci necessari al mantenimento
ti, camici monouso) che, almeno         medico, 67 infermieri e 42 Oss.        della cura. Diceva che in Italia erano
fino alla scorsa settimana, molti        Nel secondo 15 medici, 38 infer-       molto economici mentre in Marocco
ritenevano nei numeri non ade-          mieri e 21 Oss. Un mare di perso-      erano a prezzo pieno. Sembrava
guato. Alcuni medici di base poi,       ne a casa con la conseguenza che,      una persona distinta: dal passapor-
essendo entrati in contatto con         a garanzia dei servizi necessari, i    to risultavano 14 viaggi fa l’Italia e il
                                                                               Marocco negli ultimi 4 anni. Eviden-
pazienti positivi, sono stati già       colleghi hanno dovuto fare i doppi
                                                                               temente veniva qui per farsi curare
messi in quarantena preventiva.         turni per coprire le mancanze. Nel     e poi tornava nel suo paese per sta-
Insomma, lavorano costantemente         fine settimana diversi operatori        re con la famiglia. Situazioni di que-
nonostante il rischio contagio, per     sono rientrati dalla quarantena        sto tipo sono sempre più frequenti.
loro, sia ovviamente più elevato.       ma le settimane che si prospet-        Cittadini dell’Est Europa prendono
Stessa situazione per medici ospe-      tano promettono ancora ingenti         alloggio per qualche mese nei no-
dalieri, Oss e infermieri che da        sforzi perché il numero di contagi     stri appartamenti, pagano regolar-
                                                                               mente il dovuto, ma non vanno a
giorni sono costretti a doppi tur-      continua a salire, tanto che il go-
                                                                               visitare Venezia. Impiegano il tem-
ni lavorando incessantemente per        verno ha istituito misure di conte-    po per farsi curare: visite, esami,
ore. Qui va aperta una parentesi:       gno straordinarie individuando ap-     interventi… confidando sul nostro
sia all’ospedale Civile di Venezia      punto diverse zone rosse. Un’altra     servizio sanitario di eccellenza pa-
che all’Angelo di Mestre, in diversi    considerazione. Oltre ai ricoverati    gato in minima parte. Giustamente
reparti, sono transitati pazienti ri-   per coronavirus, ci sono tutte le      l’Italia riconosce la dignità di ogni
velatisi poi positivi al coronavirus.   persone positive che, asintomati-      persona umana, e desidera offrire
Cosa che ha portato alla chiusu-        che, sono in isolamento domici-        lo stesso livello di cura senza guar-
                                                                               dare provenienza, razza o religio-
ra di alcune aree delle strutture       liare. Nella grande maggioranza
                                                                               ne. Questo è un valore straordina-
                                        dei casi sono operatori sanitari o     rio. Non credo possibile però che il
                                        loro familiari. Ecco. Lo sforzo e il   nostro popolo riesca a farsi carico
                                        rischio che vede protagonisti que-     delle necessità sanitarie di chiun-
                                        sti operatori non va dimenticato.      que passa. Certo, altrove la sanità
                                        Non ci si può ricordare di loro solo   ha prezzi anche molto elevati, ma
                                        nell’emergenza: o meglio, in que-      senza riferimenti più precisi, si ri-
                                                                               schia che il nostro sistema giunga al
                                        sta particolare emergenza, visto
                                                                               collasso e non assista nemmeno che
                                        che loro le affrontano quotidiana-      chi ne ha davvero bisogno. Il Van-
                                        mente per lavoro. Ricordiamoci di      gelo insegna l’attenzione per ogni
                                        questi giorni la prossima volta che    malato: è urgente dunque aprire
                                        verrà proposto l’ennesimo taglio       canali di dialogo coi paesi più vicini
                                        al sistema sanitario o la prossima     all'Italia perché in ciascun ambiente
                                        volta che, per esempio, ci capi-       ci sia la cura e la garanzia della sa-
                                        tasse di perdere la pazienza con       lute per ogni cittadino. Non è possi-
                                                                               bile trasformare la nostra sanità in
                                        un infermiere - oberato di lavo-
                                                                               una sorta di mercato solidale privo
                                        ro - perché non è ancora arriva-       di criteri: la confusione non è un
                                        to il nostro turno. Un’ultima cosa,    vero servizio al bene della persona.
                                        per tutti gli operatori. Grazie!

6                                                                                   ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
La toponomastica cittadina

                             Via Piave
                             di Sergio Barizza

Nella crescita urbana di molte                   qualche anno prima, della galle-          centrale la nuova arteria che, in ri-
città, fra l'otto e il novecento, fu             ria e del teatro che porta il suo         cordo della dura resistenza dopo la
spesso elemento qualificante la                   nome. Unitamente all’ingegnere            rotta di Caporetto, che portò alla
presenza di una stazione ferrovia-               di sua fiducia, Giorgio Francesconi        vittoria di Vittorio Veneto, fu de-
ria. Il treno si era via via rilevato            e al geometra Bruto Baso ideò la          nominata ‘via Piave’. E in due tor-
elemento essenziale per lo sposta-               realizzazione di un nuovo, gran-          nate – tra il 1924 e il 1931 – tutte
mento veloce di merci e passeggeri               de quartiere, dalla stazione verso        quelle strade divennero quasi un
e non è perciò da stupirsi se accan-             il centro, che potesse divenire il        indice dei luoghi e delle battaglie
to ai binari cominciarono a sorgere              volto nuovo di Mestre. Bisognava          della prima guerra mondiale: Ser-
delle fabbriche e, all’uscita dalla              costruire una larga e diritta strada      naglia, Ortigara, Buccari, Bainsiz-
stazione, alberghi e garage e ma-                che, partendo di fronte alla stazio-      za, Monte Piana, Monte Grappa,
gari un’ampia via che collegasse la              ne, usasse il primo tratto della via      Montello, Fiume, Premuda, Gori-
stazione con il centro città. Fu così            Bachmann e quando questa, dopo            zia, Monte Nero, Monte Santo, Col
anche per Mestre: di fronte alla                 circa duecento metri, girava sulla        di Lana, Pasubio, Trento… Una via
stazione sorsero presto un paio di               destra puntasse invece diritta per        fu pure intitolata al ‘Duca d’Aosta’,
eleganti alberghi – il Bologna della             congiungersi con la Circonvallazio-       Emanuele Filiberto, comandante
famiglia Tura e il Milano della fami-            ne, costruita qualche anno prima,         ‘invitto’ della terza armata, che
glia Zordan – che reclamizzavano                 all’incrocio con la Miranese. Non         ringraziò personalmente il Comune
Mestre persino attraverso cartoline              c’erano ostacoli se non la presenza       per l’onore, inviando una lettera in
illustrate. La stazione giunse al suo            della lavanderia meccanica indu-          cui ricordava il suo soggiorno a Me-
massimo traguardo nel 1913 quan-                 striale dell’esercito, che era ser-       stre. Al centro del nuovo quartiere
do “per incremento industriale ed                vita nei primi due anni di guerra         il Toniolo fece erigere, a proprie
enorme traffico” venne promossa                    per lavare e disinfettare gli indu-       spese, una chiesa, che riprendeva
da seconda classe a principale.                  menti dei molti soldati feriti che        nella facciata alcune semplici linee
Divenne frequentatissima dalle mi-               tornavano dal fronte per essere           barocche, consacrata da monsignor
gliaia di militari diretti o di ritorno          ricoverati negli ospedali di fortuna      Giacinto Longhin, vescovo di Tre-
dal fronte orientale dopo l’inizio               disseminati a Mestre e nelle zone         viso (da cui Mestre ancora dipen-
della prima guerra mondiale nel                  circostanti (dopo Caporetto i mac-        deva in quel momento) il giorno
1915. Finita la guerra, la campa-                chinari sarebbero stati smontati e        dell’Immacolata, 8 dicembre, del
gna che si estendeva praticamen-                 trasferiti in località più distanti dal   1925. Fu completamente distrut-
te dalla stazione fino alla via Mi-               fronte). Il resto era campagna sulla      ta durante il bombardamento del
ranese finì sotto l’attenzione di                 quale venne disegnato un reticolo         20 aprile 1944. Una nuova chiesa
Domenico Toniolo, l’imprenditore                 di strade – tra via Bachmann e il         venne costruita dopo la guerra e
edile già noto per la costruzione,               Piraghetto – che aveva come asse          consacrata nel 1952. (22/continua)

                                                                                            Testamento a favore della
                                                                                             Fondazione Carpinetum
                                                                                            La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                            scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                            accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                            senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                            palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                            più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                            stiene solo con le offerte e i contri-
                                                                                            buti della gente di buona volontà che
                                                                                            vengono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                            neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                            fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                            avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                            lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                            grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                            in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                            vantaggio del prossimo che ha bisogno.

ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020                                                                                                 7
Prospettive

                         Non perdere l’identità
                         di don Sandro Vigani

La crisi di vocazioni spinge ad un cambiamento nell’organizzazione delle parrocchie
Nel cambiamento si deve però riuscire a mantenere l’identità delle singole comunità
Abbiamo un grande debito di fiducia          la fede, non solo e non tanto per un       corribili fisicamente in maniera molto
nei confronti dei laici, del loro sacer-    fatto campanilistico. Perché essa è        veloce, sono in realtà molto più lun-
dozio battesimale, della loro capaci-       appunto “comunità”, nel senso etimo-       ghe dal punto di vista ecclesiale. La
tà di non essere dipendenti dai preti       logico della parola (cum-munus). E’ un     parrocchia è la casa tra le case della
- solo loro assistenti o collaboratori      gruppo di persone che vivono in rela-      gente, “è come la vecchia fontana del
- bensì maturi costruttori di Chiesa.       zione perché legate da un reciproco        villaggio, che disseta le varie genera-
Se la crisi di vocazioni ci costringerà     dono, da un impegno comune, da un          zioni. Noi cambiamo, la fontana resta”
a pagare questo debito, meglio tardi        debito che hanno l’una con l’altra. Il     (Giovanni XXIII). Assomiglia alle vec-
che mai! Quanto al cambiamento che          dono della fede, l’impegno a viverla,      chie botteghe di paese – quella del
si profila all’orizzonte con le unità o      il debito di condividerla testimonian-     falegname, del calzolaio, del fabbro…
le collaborazioni pastorali… occorre        dola nella comunità e al mondo. In         - nella quali un tempo il ragazzino ve-
dire che la comunione tra parrocchie,       tutto questo c’è anche la dimensione       niva mandato a imparare il mestiere.
che diventa anche comune azione pa-         culturale della parrocchia, ci sono le     Lavorando gomito a gomito col mastro
storale e condivisione più piena della      sue caratteristiche particolari, la sua    di bottega imparava il mestiere che gli
fede e dell’esperienza cristiana nel        storia, le tradizioni, il linguaggio, i    avrebbe poi dato da vivere e, assieme,
territorio, è un fatto in sé positivo, da   simboli, le relazioni interpersonali tra   imparava il mestiere della vita. Il cam-
cercare al di là del motivo contingente     singoli e tra famiglie costruite spesso    biamento necessario dovrà avvenire, a
della scarsità di preti. Tuttavia credo     in decenni, il legame col territorio, in   mio parere, cercando di mantenere il
che difficilmente potrà mitigare o ri-        una parola, la sua ‘identità unica’. La    più possibile l’identità (e la struttura
solvere il problema della mancanza di       parrocchia non è solo una realtà so-       giuridica) delle singole comunità par-
sacerdoti. L’esperienza insegna che,        ciologica: è una realtà spirituale, ha     rocchiali, se non vogliamo che esse si
alle attività condivise da più parroc-      un’anima. Prendiamo come esempio           disgreghino e lentamente si dissolva-
chie nelle unità pastorali, ad esempio      Mestre: la parrocchia ‘madre’ di san       no. Penso perciò ad esperienze che
le iniziative che coinvolgono i giova-      Lorenzo martire è fisicamente vicina        possono richiamare l’idea delle comu-
ni, risponde un numero complessivo          a Chirignago o Zelarino, ma distante       nità di base, fiorite anche in Italia ver-
di persone spesso molto inferiore alla      dal punto da vista del tessuto religio-    so gli anni Settanta del secolo scorso,
somma delle persone alle quali tali         so e culturale. Hanno storie e identità    emendate però dalla valenza ideologi-
iniziative sono rivolte che frequen-        diverse, difficilmente assimilabili, se      ca e politica che avevano allora. Oppu-
tano le singole parrocchie. La gente        non a prezzo del disgregamento del-        re alle comunità nelle terre di missio-
è legata alla propria comunità, dove        le parrocchie più piccole a favore di      ne, in mano ai laici perché il sacerdote
vive e dove ha ricevuto il dono del-        quella più grande. Distanze oggi per-      passa poche volte all’anno. (continua)

                                                                                            Domanda per entrare
                                                                                            ai Centri don Vecchi
                                                                                        Ai Centri don Vecchi il turnover
                                                                                        degli appartamenti è costante. Chi
                                                                                        pensasse di presentare domanda
                                                                                        d’inserimento, mettendosi in lista
                                                                                        d'attesa, può consegnarla in di-
                                                                                        rezione al Centro don Vecchi 2 di
                                                                                        via dei Trecento campi a Carpene-
                                                                                        do. Per richiedere un alloggio oc-
                                                                                        corre: non avere meno di 65 anni
                                                                                        e più di 83; trovarsi in una condi-
                                                                                        zione economica modesta; essere
                                                                                        normalmente autosufficienti; di-
                                                                                        sporre di un garante che si assu-
                                                                                        ma la responsabilità di intervenire
                                                                                        qualora la persona abbia necessità
                                                                                        di una diversa collocazione, in se-
                                                                                        guito alla perdita dell’autonomia.

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Mestieri antichi

                            Il barbiere (2a parte)
                            di Adriana Cercato

Negli ultimi anni il mestiere di bar-        era un vero e proprio solenne rito di     dersi quindi era una vera e propria
biere è tornato di gran moda. Il             iniziazione (depositio barbae), indi-     sofferenza. Nel 290 a.C. pare che
nuovo stile maschile, che impone             cava il passaggio dall'adolescenza        il barbiere fosse diventato un ele-
barba curata e ben tenuta, ha ri-            alla giovinezza. La lanugo, ovvero        mento fondamentale per la società
portato i riflettori su un mestiere           la peluria, appena tagliata, veniva       di allora; lì gli uomini andavano a
che si era un po’ perso nei tempi.           conservata in una pisside, che era        radersi e lì discutevano di novità e
Sì, perché il barbiere era una figura         d'oro per i più ricchi, di altri mate-    di politica. Dal primo cristianesimo,
conosciuta ed importante già nel-            riali per i meno abbienti, e veniva       il ruolo del barbiere divenne anco-
la società romana e greca. Nel 500           quindi offerta agli dei. All'obbligo       ra più importante! Sarà per l’abilità
a.C. la barba andava di moda cu-             sociale di radersi potevano sottrar-      nell’uso del rasoio, sta di fatto che
rata ed era segno di uomo di pote-           si solo i filosofi e i soldati; anche gli   il barbiere iniziò ad essere non solo
re. Il barbiere quindi era, già allo-        schiavi erano costretti dal loro pa-      il detentore dello stile degli uomini,
ra, una professione importante. Fu           drone a farsi radere da un tonsor,        ma anche un quasi-medico, un chi-
Alessandro Magno, pare per la scar-          pubblico o più economicamente da          rurgo! Al barbiere di fiducia veniva-
sità di peluria nel viso, a cambiare         un servo della casa. Certo è che          no infatti affidati i salassi depurati-
la moda di allora, proclamando che           nessuno si radeva da solo: curiosa-       vi, l’estrazione dei denti e dei pic-
tutti gli uomini dovessero avere il          mente si sono trovati molti rasoi ri-     coli interventi! Da questo periodo
viso rasato, emettendo anche una             salenti all'età preistorica o etrusca,    storico (Medioevo) deriva anche il
legge che imponeva la rasatura!              ma quasi nessuno dell'età romana:         simbolo tradizionale del barbiere, il
Nell’ambito di questo mestiere,              questo perché, mentre quelli più          palo a righe rosso e blu che è spesso
non si contano le prese in giro dei          antichi erano in bronzo e si sono         esposto come insegna. Con il tem-
poeti satirici romani nei confronti          conservati, quelli romani erano in        po vennero promulgate delle leggi
di quelli che si facevano tingere i          ferro e sono stati consumati dalla        che ridimensionarono il mestiere di
capelli, profumare e che si faceva-          ruggine. Questi rasoi in ferro, ben-      barbiere, il quale tornò ad essere
no applicare finti nei. Tra le cure           ché ci si sforzasse di affilarli il più     un lavoro più legato all’estetica e
del barbiere la prima era quella di          possibile, venivano poi usati sulla       molto lontano dalla pratica medica.
curare o radere le barbe portate             pelle nuda del malcapitato, senza         Nel XIX e XX secolo, il barbiere, me-
abitualmente dai romani, sulla base          alcun uso di sapone o altri unguen-       stiere di fatto mai scomparso, tornò
dell’uso greco. Cesare e Augusto,            ti: tutt'al più si spruzzava il viso da   in auge. Gli uomini amavano pren-
ad esempio, consideravano una tra-           radere con dell'acqua. Rari erano         dersi cura di sé, a maggior ragione
scuratezza non avere il volto ben            i barbieri che non sfregiassero re-       se a farlo era un barbiere dalle mani
rasato ogni giorno. Sempre presso            golarmente i loro clienti tanto da        esperte, che usava saponi di quali-
i romani il taglio della prima barba         essere… celebrati dai poeti. Ra-          tà e radeva con il rasoio a mano.

                                                                                            Il nostro settimanale
                                                                                        Ogni settimana L'incontro è di-
                                                                                        stribuito gratuitamente in 5 mila
                                                                                        copie in molte parrocchie e nei
                                                                                        posti più importanti della cit-
                                                                                        tà. È consultabile anche sul no-
                                                                                        stro sito www.centrodonvecchi.org

                                                                                                Come donare
                                                                                               alla Fondazione
                                                                                        Per sostenere la Fondazione
                                                                                        Carpinetum si può effettuare
                                                                                        un bonifico bancario al Mon-
                                                                                        te dei Paschi di Siena, agenzia
                                                                                        di Via San Donà, codice IBAN:
                                                                                        IT17R0103002008000001425348

ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020                                                                                    9
Botteghe storiche

                       L’arte del cicchetto
                       di Matteo Guerra

Questa settimana sono andato a            cucina ma anche dalla sala in cui la-      per la mobilità, sia per stimolare e
parlare con Luca Bonicelli, oste che      vorano due dipendenti che portano          dare maggior vita al borgo di Carpe-
ha un’attività in piazza Carpenedo.       i piatti anche nel plateatico ester-       nedo magari inserendo all’interno
                                          no. Voglio dare anche ai mestrini la       anche una scuola di cucina".
Luca, quando e come nasce l’oste-         possibilità di frequentare un vero
ria?                                      'bacaro veneziano'".                       Proprio mentre sto intervistando
"Nasce nel 2013, quando io e mia                                                     Luca, entra nel locale la vicesindaco
moglie Monica, con una figlia appe-        L’emergenza coronavirus sta met-           Luciana Colle. Con Luca stiamo par-
na nata, decidemmo di impegnarci          tendo in difficoltà anche la tua at-         lando della sua attività, dell’emer-
in questa attività. Prima dell’oste-      tività?                                    genza coronavirus e dei riflessi che
ria abbiamo lavorato in molti risto-      "La paura per l’epidemia non fa            questa comporta. Ne approfitto
ranti del centro storico di Venezia.      uscire la gente di casa e questo ha,       quindi per porre due domande an-
Poi l’idea di aprire un’osteria in        chiaramente, effetti negativi sulla         che alla vicesindaca.
piazza Carpenedo. L’idea di abban-        ristorazione, ma la mia clientela è
donare il centro storico a Venezia        molto autoctona e non risento del-         Qual è il ruolo del cittadino in
è stata determinata dalle soprav-         la mancanza dei turisti. Il mio ri-        questo specifico periodo di diffu-
venute esigenze familiari dopo la         storante è molto pulito: spero che         sione del virus?
nascita della figlia".                     l’igiene e la pulizia maniacale del        "Bisogna rispettare le regole e non
                                          mio ambiente possa essere una si-          aver paura di continuare a socializ-
Da cosa prendono ispirazione i            curezza per la clientela che fre-          zare con le altre persone. Le misure
tuoi piatti?                              quenta la mia attività".                   di salute pubblica introdotte in que-
"I miei piatti si ispirano a Venezia.                                                sti giorni hanno lo scopo di evitare
Abbondante cicchetteria vera e            Cosa ti piacerebbe che fosse fat-          una grande ondata epidemica. Il la-
propria. Posso dire che il risotto e la   to a Carpenedo per sostenere le            vaggio e la disinfezione delle mani
frittura di pesce sono la mia specia-     attività una volta conclusa l’emer-        sono la chiave per prevenire l’infe-
lità. Vengono preparati divinamen-        genza?                                     zione".
te da mia moglie, chef Monica. Ho         "Vorrei veder realizzato “il bor-
puntato sulla produzione di pochi         ghetto di Carpenedo”, sviluppando          Che cosa sta facendo il comune
piatti, ma fatti con cura e qualità".     l’area dell’ex convento delle Suore        di Venezia per affrontare l’emer-
                                          Eremitane Scalze in via San Donà,          genza?
Cosa significa per te sala?                una zona molto importante da anni          "Il sindaco ha confermato lo slit-
"Ho sempre considerato il ristoran-       chiusa. Sarebbe importante svilup-         tamento del pagamento di alcune
te una squadra formata non solo da        pare una serie di possibili utilizzi sia   tasse locali, Tari, Cimp, Cosap. Ha
                                                                                     disposto la pulizia straordinaria del-
                                                                                     la flotta di terra e di acqua di tutti
                                                                                     i mezzi dediti al trasporto pubbli-
                                                                                     co locale con prodotti specifici, ha
                                                                                     rafforzato il servizio di pulizia e
                                                                                     sanificazione. La parola d’ordine è
                                                                                     fare squadra, affrontare uniti il mo-
                                                                                     mento di difficoltà dando esempi
                                                                                     positivi senza creare eccessivi al-
                                                                                     larmismi e dimostrare che la città
                                                                                     di Venezia è viva e vuole reagire.
                                                                                     Nessuno vuole minimizzare l’impat-
                                                                                     to che l’emergenza coronavirus sta
                                                                                     generando sulla nostra economia,
                                                                                     ma Venezia deve andare avanti: gli
                                                                                     uffici, le fabbriche, le attività com-
                                                                                     merciali e produttive i lavori pubbli-
                                                                                     ci devono rimanere aperti".

10                                                                                         ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
I fratelli Diana e Gianni Corrò            La signora Mariuccia Buggio ha
hanno sottoscritto quattro quinti          sottoscritto quasi mezza azione,                   5 per mille
di azione, pari a € 40.                    pari a € 20.
                                                                                   Un modo concreto per aiutare
L’impresa di pompe funebri S.              Gli inquilini del condominio            Il 5 per mille è una parte delle no-
Marco ha sottoscritto quasi mezza          Athena di via Oberdan 71, hanno         stre tasse a cui lo Stato "rinuncia"
azione, pari a € 20.                       sottoscritto quasi cinque azioni,       per sostenere un ente benefico che
                                           pari a € 240, per onorare la            aiuta il prossimo in difficoltà. Non
                                                                                   costa nulla e se non si sceglie di do-
Un familiare dei defunti Valter            memoria della defunta Elena
                                                                                   narlo rimane comunque allo Stato.
e Olga ha sottoscritto quasi               Talamini che dimorava nello             Il 5 per mille non sostituisce l’8 per
mezza azione, pari a € 20, in loro         stesso caseggiato.                      mille destinato alle confessioni reli-
suffragio.                                                                          giose. Sono due opportunità diverse
                                           I familiari dei defunti: Pino,          di destinare le proprie imposte per
La signora Pea ha sottoscritto             Diana, Vittorio e Guido hanno           fini differenti. Amici lettori vi chie-
quasi mezza azione, pari a €20, in         sottoscritto quasi mezza azione,        diamo di impiegare bene le tasse
memoria del defunto Cesare.                pari a € 20, in ricordo dei loro        scegliendo, nella dichiarazione dei
                                           cari.                                   redditi, come destinare il 5 per mille.
La signora Alessandra Bin, in                                                            Tre possibilità di scelta
occasione del 19° anniversario             Un congiunto del defunto Bruno          Se credete opportuno il lavoro fat-
della morte di suo zio Mario, ha           ha sottoscritto mezza azione            to con gli anziani e le famiglie in
sottoscritto mezza azione, pari            abbondante, pari a € 30, per            difficoltà proponiamo di dare il 5
a € 25, per ricordare lui e tutti i        ricordarlo alla bontà del Signore.      permille alla Fondazione Carpine-
defunti della sua famiglia.                                                        tum dei Centri don vecchi: codi-
                                           I familiari dei defunti: Angelica,      ce fiscale 94064080271. Se inve-
                                                                                   ce preferite sostenere i bambini
I familiari della defunta Cecilia          Guerrino, Matteo e i defunti
                                                                                   si può aiutare il Centro Infanzia Il
Pradolin hanno sottoscritto quasi          della famiglia Lunardelli hanno         Germoglio che da più di 100 anni
mezza azione, pari a € 20, per             sottoscritto quasi mezza azione,        si occupa della formazione e del-
onorarne la memoria.                       pari a € 20, perché abbiano pace.       la crescita dei bambini in via Ca’
                                                                                   Rossa: codice fiscale 90178890274.
Il signor Bepi Pezzato e sua figlia         I familiari dei defunti: Caterina,      Da ultimo invece, per chi ritiene
Betty hanno sottoscritto un’azione,        Valerio, Bruno e Luigino hanno          di sostenere le donne in difficol-
pari a € 50, per onorare la memoria        sottoscritto quasi mezza azione,        tà da secoli c’è l’Associazione Pia-
della loro carissima Nerina.               pari a € 20, in suffragio delle loro     vento: codice fiscale 90017970279.
                                           anime.                                            Come destinarlo
La famiglia Costantini ha                                                          Se compili il Modello 730 o il Model-
sottoscritto quasi mezza azione,           I familiari della defunta Liliana, in   lo Redditi, nel riquadro “Sostegno
pari a € 20, in suffragio dei suoi          occasione dell’anniversario della       del volontariato…” firma e scrivi il
defunti.                                   sua morte, hanno sottoscritto           codice fiscale dell'ente prescelto.
                                           quasi un’azione e mezza, pari a €       Se non sei tenuto a presentare la
La moglie e le figlie del defunto           70, per onorare la memoria della        dichiarazione dei redditi puoi co-
                                                                                   munque donare il tuo 5 per mille:
Benito Zago - da tutti chiamato            loro cara congiunta.
                                                                                   nella scheda fornita insieme alla
Sergio – hanno sottoscritto due                                                    Certificazione Unica dal tuo da-
azioni, pari a € 100, in memoria           Il marito e il figlio della              tore di lavoro o dall’ente che ero-
del loro caro congiunto.                   defunta Elisa De Candido hanno          ga la pensione, firma nel riquadro
                                           sottoscritto un’azione, pari a €        “Sostegno del volontariato…” e
I coniugi Anna e Stefano Bettiolo          50, al fine di onorare la memoria        scrivi nel riquadro il codice fisca-
e il signor Gianni Starita hanno           della loro cara congiunta.              le dell'ente prescelto. Inserisci la
sottoscritto mezza azione                                                          scheda in una busta chiusa e scrivi-
abbondante, pari a € 30.                   Un familiare del defunto Paolo          ci “Destinazione 5 per mille Irpef”
                                           Antonio Milanese ha sottoscritto        insieme al tuo cognome, nome e
                                                                                   codice fiscale, consegnala poi gra-
La signora Brunella ha sottoscritto        quasi mezza azione, pari a €
                                                                                   tuitamente ad un ufficio postale, al
quasi mezza azione, pari a € 20,           20, in memoria del suo caro             Caf oppure al tuo commercialista.
per ricordare sua madre Angelica.          congiunto.

ANNO 16 - N° 11 / Domenica 15 marzo 2020                                                                                 11
Il punto di vista

                      La seconda tappa
                      di don Fausto Bonini

“Voglio cantare al Signore, perché     spalle c’è l’esercito del faraone e             traversata del deserto e il rischio
ha mirabilmente trionfato: cavallo     davanti il mare.                                del desiderio di tornare alla vita
e cavaliere ha gettato nel mare”.      In questi giorni di Quaresima e                 passata è sempre in agguato. No-
Il racconto della traversata del Mar   della grande paura per il contagio              stalgia del passato che ha portato
Rosso lo ascolteremo durante la        del coronavirus stiamo assistendo               gli ebrei a protestare con Mosè con
Veglia pasquale, come terza lettu-     al dramma di un altro popolo che                il classico ”si stava meglio, quando
ra (Esodo 14,15-31). Ci prepariamo,    fugge dalla miseria e dalla guerra              si stava peggio”. Rimpianti inutili e
lungo il percorso della Quaresima,     e che si trova chiuso fra due eser-             profondamente sbagliati.
riflettendo sul senso di quella av-     citi. Alle spalle l’esercito turco e            “Voglio cantare al Signore, perché
ventura nella nostra vita persona-     davanti quello greco che impedi-                ha mirabilmente trionfato: cavallo
le. Anche noi, popolo in cammino,      sce di andare avanti. Filo spinato,             e cavaliere ha gettato nel mare”.
che incontra mari da attraversare      gas lacrimogeni, fiumi e mare per
e ha bisogno di aiuto dall’alto per    bloccare l’esodo di migliaia di per-            “Quaresimando” sui testi della
non affogare.                           sone, tutti in fuga verso la libertà.           Veglia pasquale lo propongo tut-
Gli Ebrei scappano dall’Egitto dove    Da che parte sta il nostro Dio? E da            te le settimane al mercoledì alle
conducevano una vita da schiavi.       che parte stiamo noi? La fuga da                19.00 a Carpenedo (Sala Lux) e al
Cercano la libertà e Mosè li guida     tanti altri faraoni continua anche              venerdì alle 20.45 nelle parroc-
seguendo le indicazioni ricevute       oggi e noi non possiamo limitarci a             chie di Viale San Marco.
da Dio. È Dio il liberatore e Mosè     fare gli spettatori.
è il suo portavoce. La colonna di      Ma la fuga dall’Egitto ha per noi
profughi si fida di Dio e decide di     anche altri significati. Il passaggio              Vista la particolare si-
passare dalla “schiavitù” sotto il     del Mar Rosso è immagine e figura                  tuazione, per evita-
faraone al “servizio” di Dio che li    del nostro battesimo. Attraverso                  re gli assembramenti,
porta verso la libertà. Libertà di     quell’acqua siamo stati fatti nuove               sono momentaneamen-
scegliere Dio come amico di viag-      creature e nella notte di Pasqua                  te sospesi gli intratte-
gio, fidandosi di Mosè. Ma c’è un       rinnoveremo il nostro impegno di                  nimenti previsti pres-
mare da attraversare e qui comin-      creature nuove. Senza rimpianti                   so i Centri don Vecchi.
cia la grande paura. Che fare? Alle    verso il passato, anche se è dura la

                                                                                             La grande squadra
                                                                                           dei volontari in servizio
                                                                                         I volontari all'opera nei diversi am-
                                                                                         biti d'impegno della Fondazione
                                                                                         Carpinetum sono oltre mezzo mi-
                                                                                         gliaio. Quelli che intendono presta-
                                                                                         re servizio nel futuro Ipermercato
                                                                                         solidale agli Arzeroni sono circa
                                                                                         130, iscritti nel registro dell'asso-
                                                                                         ciazione Il Prossimo che gestirà la
                                                                                         futura struttura. Confidiamo che il
                                                                                         numero possa salire: ad essi posso-
                                                                                         no aggiungersi altre realtà che già
                                                                                         collaborano con noi e che potreb-
                                                                                         bero entrare nell’Ipermercato so-
                                                                                         lidale. Quanti ancora il Signore sta
                                                                                         chiamando a questa impresa? Chi
                                                                                         leggendo si sentisse chiamato ven-
                                                                                         ga a lasciare la propria adesione.

                                       Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti
                                       a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del
                                       5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei
                                       Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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