RINASCE 100 ANNI SCUOLA BEATO ANGELICO - Sfogliami.it

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RINASCE 100 ANNI SCUOLA BEATO ANGELICO - Sfogliami.it
Marzo 2021 - n.10

100 ANNI SCUOLA         RINASCE            PREMIO EUROPEO
BEATO ANGELICO    IL MONUMENTO FIESCHI      FRATE SOLE 2021
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Sommario                                                                                                                                5 PRIMI SEGNALI DI PRIMAVERA Editoriale

                                                                                                                                        6 CONOSCERE,
                               6                                                 12                                  26                    GESTIRE, VALORIZZARE

                                                                                                                                       12 RINASCE
                                                                                                                                           IL MONUMENTO FIESCHI

                                                                                                                                       26 CENTENARIO
                                                                                                                                           SCUOLA BEATO ANGELICO

                                                                                                                                       32 7° CONGRESSO ARCHITETTURA INT.LE
                                                                                                                                     		 RELIGIOSA CONTEMPORANEA
                                                                                           69
                                                                                            32
                                                                                                                                       34 PREMIO EUROPEO
                                                                                                                                           FRATE SOLE 2021

                                                                                                                                       36 APP MIRACLE, WE BELIVE

                                                                                                                                       40 LA MADONNA DEL MANTO

                                                                                                                                       44 MODELLI DI CHIESE ALL’APERTO
32                                           34                                       36

                                                                                                  DESIDERI COLLABORARE CON ARTISACRENEWS? Contattaci: redazione@artisacrenews.it
                  ARTI SACRE NEWS - NARRAZIONI D’ARTE SACRA                                                 DESIDERI METTERE IN EVIDENZA LE TUE OPERE E PRODUZIONI?
     DIRETTORE RESPONSABILE: Angelomaria Alessio - EDITORE: Alessio Consulting                                         Contattaci: redazione@artisacrenews.it
                   Registrazione Tribunale di Treviso nr. 4071/2019
       REDAZIONE E PUBBLICITÀ: +39 0423.43.46.60 redazione@artisacrenews.it                      IL NUMERO DI MARZO 2021 HA RAGGIUNTO 58.774 CONTATTI PROFILATI
               TESTATA GIORNALISTICA ONLINE: www.artisacrenews.it
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4   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                               ArtiSacreNews Marzo 2021     5

                                                                                       EDITORIALE
                                                                     Primi segnali di primavera
                                                                                            Angelomaria Alessio
                                                                                                           direttore

                               Cari Lettori,
                               mentre Vi scrivo, il mio ufficio è inondato da un timido sole primaverile, che tenta
                               di farsi spazio tra le nubi ancora presenti, quasi un monito ai sentimenti che
                               albergano nei nostri pensieri in questi giorni in cui, dopo diversi mesi bui, iniziamo
                               a scorgere una luce in fondo al tunnel, pur se l’epidemia è ancora presente.
                               Proprio come a primavera, sono tanti i segnali di risveglio che possiamo
                               cogliere, sia nel mondo culturale ecclesiale che nell’ambito delle produzioni:
                               i musei diocesani, ad esempio, stanno dimostrando una resilienza e
                               reattanza davvero esemplare e stimolante, ne abbiamo un esempio
                               evidente ed interessantissimo in questo numero della nostra rivista e tutti
                               sono in attesa di poterci riaccogliere con nuovi allestimenti; Anche il mondo
                               delle produzioni per l’architettura e l’arte sacra sta vivendo un pre-sprint
                               per essere pronto a brevissimo: è davvero stimolante per esempio scoprire
                               che stanno nascendo alcune start-up nel settore, che si focalizzano su
                               tecnologie e prodotti innovativi e di altissima qualità. Anche i cammini e
                               gli itinerari religiosi si stanno preparando… ormai manca davvero poco.
                               In questo numero di marzo, vi presenteremo il progetto formativo
                               dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l’edilizia di culto della CEI,
                               scopriremo l’iniziativa del Museo Diocesano di Genova, festeggeremo
                               i cento anni della Scuola Beato Angelico in Milano. Vi segnaleremo
                               inoltre le CALL del Convegno Internazionale di Architettura religiosa
                               contemporanea e l’Edizione 2021 del Premio Europeo di Architettura
                               Sacra “Frate Sole” per tesi di laurea, dottorato e master. Infine vi
                               presenteremo la nuova APP “Miracle” e l’opera “La Madonna del Manto”.
                               Un augurio di buona lettura e buona primavera !
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                                       CONOSCERE, GESTIRE, VALORIZZARE
                                                                               a cura di Angelomaria Alessio

                                    Nei giorni 12 e 13 febbraio 2021, in modalità telematica,
                               ha avuto luogo il secondo modulo del percorso di formazione
                               permanente per i responsabili dei Beni Culturali ecclesiastici,
                               “Conoscere, Gestire, Valorizzare” organizzato dall’Ufficio Nazionale
                               per i Beni Culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza
                               Episcopale Italiana, in collaborazione con la Pontificia Università
                               Gregoriana - Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa.
                                     L’itinerario, distribuito in tre tappe ha visto il primo modulo
                               il 16 ottobre 2020 focalizzato sul tema della CONOSCENZA:
                               “Conoscere la consistenza, le tipologie e le caratteristiche
                               funzionali dei beni culturali ecclesiastici e degli edifici di culto
                               a noi affidati, costituisce il primo indispensabile avvio di un
                               processo di consapevole e responsabile gestione, progettazione e
                               valorizzazione del patrimonio. Nel primo modulo sono stati affrontati
                               i riferimenti legislativi civili ed ecclesiastici, la legislazione pattizia e
                               le disposizioni che riguardano i processi interni alla Chiesa stessa,
                               non trascurando le più recenti istanze legate alla normativa sulla
                               privacy e ai diritti d’autore nel web. La pastorale diocesana dei
                               beni culturali conduce ad un approccio progettuale delle attività
                               di valorizzazione attraverso il coinvolgimento delle persone e
                               delle comunità, attivando iniziative di ascolto per offrire percorsi e
                               narrazioni che sappiano restituire consapevolezza e identità. Gli
                               strumenti informatici giocano un ruolo fondamentale e innovativo
                               accompagnando i processi di conoscenza, fornendo nuove
                               possibilità di accesso integrato e “trasversale” alle banche dati e alla
                               loro descrizione. È stato proposto un sintetico approfondimento sui
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    progetti di inventariazione, censimento e catalogazione promossi            Direttore Generale per la Sicurezza del patrimonio culturale –
    dall’Ufficio Nazionale BCE, con le specifiche sulla metodologia di          MiBACT, Dott. Massimo MONZIO COMPAGNONI, Responsabile
    lavoro e il sistema informatico. Sono state approfondite le progettualità   del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa
    diocesane a partire dal portale www.beweb.chiesacattolica.it e le           cattolica – CEI, Arch. Giuseppe GICCONE, Ufficio Nazionale BCE
    modalità di valorizzazione dei beni, utilizzando la Scrivania Virtuale”.    – CEI, Ing. Andrea ZAPPACOSTA, Ufficio Nazionale BCE – CEI.
          Il secondo modulo, ha affrontato il tema della GESTIONE:                   All’interno del secondo modulo è stato realizzato un focus sul
    “La responsabilità connaturata all’affido del patrimonio impone             tema della “Progettazione delle nuove Chiese e adeguamento
    una capacità gestionale, sempre trasparente dal punto di vista              liturgico delle Cattedrali”, in cui sono state illustrate le iniziative
    amministrativo, competente e puntuale. Maggiore è la nostra                 dell’ufficio nazionale BCE relative ai concorsi indetti dalle
    professionalità e maggiori saranno le occasioni d’incontro e scambio        diocesi per la costruzione di nuove chiese e ai bandi, su scala
    istituzionale e la capacità di intercettare risorse e riconoscere           nazionale e diocesana, per l’adeguamento liturgico delle cattedrali.
    occasioni di crescita e sviluppo. Sono state delineate le strutture
                                                                                   La registrazione del focus: “Progettazione delle
    territoriali dedicate ai beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di
                                                                                nuove Chiese e adeguamento liturgico delle Cattedrali”
    culto, e i loro compiti, relazioni, azioni. La gestione immobiliare
                                                                                è disponibile al seguente link: www.artisacrenews.it
    è stata illustrata come raccordo per una visione integrale e
    coordinata di tutti i settori coinvolti. Si è approfondito il ruolo e             Il terzo modulo sul tema della VALORIZZAZIONE è in
    il coinvolgimento del volontariato nei beni culturali, indagando            programma per i giorni 8 e 9 ottobre 2021: “Dopo la conoscenza
    le prospettive aperte dal terzo settore”. Tra gli interventi, S. E.         e la gestione, può darsi avvio alla valorizzazione del patrimonio
    Mons. Giuseppe BATURI, Arcivescovo di Cagliari, Arch. Elvira                dal punto di vista pastorale e culturale, guardando all’identità
    CAJANO, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio                  ecclesiale che caratterizza i nostri beni e che dovrebbe sempre
    dell’Umbria, Dott. Pietro ZANDER, Direttore Ufficio Necropoli,              indirizzare le nostre azioni. La valorizzazione si attua attraverso
    Conservazione e Restauro Beni Artistici e Comunicazione della               processi di progettazione integrata e la capacità di creare valore
    Fabbrica di San Pietro in Vaticano, Arch. Carla DI FRANCESCO,               dalle relazioni, la cui corretta comunicazione, a prescindere dagli
    Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali – MiBACT,             strumenti più tradizionali o più orientati verso il web e i social,
    Don Valerio PENNASSO, Direttore Ufficio Nazionale BCE – CEI,                deve saper trasmettere i contenuti propri, identitari e prospettici”.
    Avv. Elena COSTANTINO, ASCEV - Università LUMSA, Dott.
    Stefano PIZZICAROLI, Ordine dei Consulenti del Lavoro - Centro
    Studi, Dott. Angelo PALETTA, Pontificio Ateneo Sant’Anselmo                 Maggiori informazioni possono essere rinvenute sul sito
    - Dipartimento di Economia e Finanza, Prof. Matteo CARNÌ,                   dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici
    ASCEV - Università LUMSA, Dott. Massimiliano BLASI, Ordine                  e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale
    dei Dottori Commercialisti - Commissione Enti del Terzo Settore,            Italiana, al seguente link: www.bce.chiesacattolica.it
    Ing. Caterina RUBINO, Direzione Generale per la Sicurezza del
    patrimonio culturale – MiBACT, Dott.ssa Marica MERCALLI,
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                                                 Un viaggio nell’universo dell’arte
                                              trecentesca e della storia di Genova
                                      “Rinasce un capolavoro. Il monumento Fieschi al Museo
                                Diocesano” è un progetto di riscoperta dell’arte trecentesca e
                                di valorizzazione della casata Fieschi come protagonista nella
                                storia della città, promosso dall’Arcidiocesi di Genova e dalla
                                Compagnia di San Paolo, redatto nella sua veste finale da
                                Paola Martini (Direzione del Museo Diocesano) con l’architetto
                                Giovanni Tortelli (Studio Tortelli Frassoni) per la progettazione e
                                l’allestimento museografico. Si avvale del supporto scientifico
                                di Clario Di Fabio, uno tra i più importanti studiosi del medioevo
                                genovese e in particolare del Monumento Fieschi e di un comitato
                                consultivo delle più autorevoli istituzioni culturali della città (Lauro
                                Magnani per l’Università degli Studi di Genova, Padre Mauro De
                                Gioia e Grazia Di Natale per l’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi,
                                Manuela Salvitti, Franco Boggero, Massimo Bartoletti e
                                Carla Arcolao per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e
                                Paesaggio, Piero Boccardo e Raffaella Besta per i Musei Civici).
                                      Il progetto interesserà la realizzazione di un nuovo spazio
                                al Museo Diocesano di Genova. Gli approfondimenti scientifici,
                                i restauri e i lavori di allestimento si protrarranno sino alla tarda
                                primavera 2021 con la presentazione del Monumento del Cardinale
                                Luca Fieschi negli antichi spazi del chiostro dei canonici, nel cuore
                                medievale della città, a cui saranno dedicati appositi percorsi,
                                visite guidate e supporti multimediali. È maggior sostenitore la
                                Compagnia di San Paolo; sponsor Coop Liguria. “La ricerca sul
                                Monumento Fieschi presenta carattere di eccezionalità - spiega la
                                direttrice del Museo Diocesano Paola Martini - e lo stesso lavoro
                                di indagine, partito da Genova è arrivato geograficamente sino a
                                Boston travalicando i confini nazionali e analizzando molteplici fronti,
                                non solo quello istituzionale. Renderemo noti via via i risultati di
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                                quest’avventura, in cui i vari frammenti compongono un avvincente
                                complesso tutto da scoprire o meglio riscoprire, partendo dal
                                lavoro di indagine degli studiosi che vi si sono avvicendati
                                negli anni per recuperare la veridicità e la volontà narrativa di
                                imponente complesso scultoreo, ancora oggi capace di parlare a
                                pubblici diversi, dai turisti alle famiglie sino agli esperti di settore.
                                     Un monumento funebre paradigmatico che attesta già, per
                                dimensioni e per pregio artistico, la grandezza del nome Fieschi e
                                l’importanza della città di Genova in quegli anni. Ci siamo trovati di
                                fronte ad un grande puzzle, una sorta di mosaico tridimensionale
                                composto da frammenti di diversa consistenza, rovinati dall’incuria
                                e dalla fretta con cui si è proceduto a smontare il Monumento
                                quando la casata Fieschi aveva perso pregnanza politica; alcuni di
                                questi frammenti presentano ancora tracce di policromia e pigmenti
                                sui bordi delle vesti, altri mostrano residui di doratura sulle ali degli
                                angeli. Avvalendoci dei mezzi tecnici odierni e del lavoro di una
                                squadra appassionata e impegnata da diversi mesi in questo studio,
                                restituiamo alla città uno dei suoi simboli, consci degli inevitabili limiti
                                di un impegno di tali dimensioni su un numero ricco ma pur circoscritto
                                di elementi, con l’obiettivo di fornire agli studiosi delle prossime
                                generazioni e al largo pubblico la possibilità di confrontarsi con
                                un’epoca e con una delle pagine fondamentali della nostra storia”.
                                LA STORIA
                                     Travagliata la storia della Tomba Fieschi ed impressionante la
                                mole di lavoro, cui corrisponde l’eccezionalità della resa plastica
                                monumentale. Innanzitutto, bisogna sottolineare come le spoglie
                                di Luca Fieschi fossero custodite dapprima ad Avignone: il suo
                                corpo venne imbalsamato ed esposto nella chiesa dei Frati Minori
                                prima della requie nella chiesa della Vergine Maria. Quando venne
                                traslato a Genova, tuttavia, il monumento funerario e la cappella non
                                erano ancora pronti. La prima interruzione dei lavori documentata
                                risale al lasso temporale 1341/42 (gli esecutori testamentari erano
                                scontenti della direzione lavori e avevano già sostituito due volte i
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                                propri procuratori genovesi: nel 1341, Emanuele Fieschi e i chierici
                                Antonio da Biella, Matteo da Monza e Lamberto da San Miniato;
                                nel 1342, Tedisio Abate di San Siro di Genova, Maestro Venturino
                                da Bergamo, Canonico della Cattedrale, e Filippo Oltremarino).
                                Tra il 1336 e il 1341 per le sculture erano stati chiamati due maestri
                                pisani di chiara fama, poi la ripresa dei lavori con un’altra bottega
                                per completare le parti mancanti tra cui la Madonna col Bambino.
                                La dimensione e la preziosità dell’opera già si intuiscono dallo
                                stanziamento per l’acquisto e il trasporto del marmo, 5 volte più alto
                                della Tomba di Margherita di Brabante (consorte dell’imperatore
                                Enrico VII di Lussemburgo, che nel 1313 l’aveva proclamata Santa,
                                facendo riconoscere in un sinodo provinciale le straordinarie virtù
                                di carità e i miracoli post mortem presso il suo sepolcro) e 2,85
                                volte in più di quello dell’Imperatore suo sposo. Nel Settecento,
                                come riportato da diversi storici dell’arte, il Federici già lo indicava
                                quale la “gran machina tutta marmorea di Colonne, d’Arche e di
                                Statue in gran numero”. Diverse sono le ipotesi principali formulate
                                dagli studiosi sulla collocazione originaria della Tomba Fieschi in
                                Cattedrale di Genova e sui diversi rimaneggiamenti occorsi nel
                                tempo, seguendo le alterne fortune della casata. Tra gli studiosi di
                                arte trecentesca che hanno, nei decenni, esaminato il monumento
                                spicca il Prof. Clario Di Fabio, coordinatore del Corso di Laurea
                                Magistrale in Storia dell’Arte e Valorizzazione del Patrimonio
                                artistico, membro della Giunta di Presidenza della Scuola di Scienze
                                Umanistiche dell’Università degli Studi di Genova, nonché uno dei
                                più importanti studiosi del medioevo genovese.“La Tomba Fieschi si
                                trovava nella zona presbiteriale, dietro l’Altare Maggiore e in faccia
                                all’antico Altare del Battista, ma per capirne meglio la rilevanza
                                occorre fare una premessa – spiega il Prof. Clario Di Fabio - A
                                partire dal Duecento quell’area simboleggiava lo spazio pubblico
                                per eccellenza non solo perché la Cattedrale era del Comune, ma
                                proprio per la presenza dell’Altare del Battista, patrono della città,
                                quindi con tutta la sua intrinseca spinta devozionale, ma anche con
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                                l’interesse civico precipuo che ne derivava. La gara ‘a stare vicino
                                al Battista’, per essere più chiari, era significativa e gli unici che
                                riuscirono a vincerla furono i Fieschi, titolari di grande influenza
                                in città, all’epoca sotto tutti gli aspetti, e anche nell’ambito della
                                Cattedrale, poiché controllavano il Capitolo e ne avevano in mano la
                                gestione. Nella prima metà del Duecento Papa Innocenzo IV, della
                                casata Fieschi, donava proprio sullo spazio dell’Altare del Battista
                                36 lampade d’argento per illuminarlo sfarzosamente. In seguito,
                                quando venne eletto Papa, seppur per soli 40 giorni, suo nipote
                                Ottobono, cioè Adriano V (che aveva già fatto realizzare l’altare di
                                S. Adriano in quello spazio), lasciava nelle volontà testamentarie
                                il desiderio di essere sepolto a Genova davanti all’Altare del
                                Battista. Il Comune di Genova, che doveva dargli l’autorizzazione,
                                non rispose mai. Ebbene, quello che non ottenne Papa Adriano
                                V riuscì al nipote Luca Fieschi riaffermando in quella parte del
                                presbiterio l’imprinting totalizzante della famiglia. È il culmine di
                                un disegno egemonico e familiare, politico-ideologico e personale,
                                che coinvolgeva tanto la Cattedrale e le sue venerate reliquie - dal
                                Sacro Catino alle Ceneri del Battista - quanto la stessa presenza
                                della sua potente casata in città”. Le cose cambiarono nei primi
                                decenni del Cinquecento quando la famiglia Fieschi era in bassa
                                fortuna per molteplici vicende politiche che culminarono nella
                                cacciata dalla città a seguito del colpo di stato fallito di Gianluigi
                                Fieschi. Inoltre, nel 1529 saltò in aria una fabbrica di polveri da sparo
                                che si trovava nelle cantine del Palazzo Arcivescovile provocando
                                terribili danni al presbiterio della Cattedrale. A seguito della vicenda
                                e dei necessari restauri strutturali si decise di cambiare locazione
                                ai molti monumenti eretti in precedenza, prevalentemente della
                                famiglia Fieschi databili tra Tre e Quattrocento o, ancora, quello
                                sepolcrale del doge Leonardo Montaldo. “La Tomba Luca Fieschi
                                venne spostata – rileva il Prof. Clario Di Fabio- nel muro della
                                facciata interna del transetto destro, poi a metà del Seicento la
                                si ridusse ancora rimontandola selettivamente sopra la nuova
                                Porta del Soccorso”. Le peregrinazioni non finirono qui, molti pezzi
20   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                   ArtiSacreNews Marzo 2021   21

                                vennero ricollocati dappertutto in Cattedrale, nei cortili e fin sopra
                                le volte delle navate minori per essere ritrovati con lo spirito di
                                valorizzarli solo alla fine dell’Ottocento. “Furono anni di restauri in
                                San Lorenzo - prosegue lo studioso - si smontarono le parti sulla
                                Porta del Soccorso e vennero ricollocate nella Cappella De Marini
                                dove restarono, per diverso tempo, semplicemente appoggiate al
                                muro”. Si parlò quindi di una ricomposizione dell’originaria armonia
                                del Monumento Fieschi negli anni Venti del Novecento grazie a
                                Orlando Grosso e al progetto del Museo di Scultura e Architettura
                                ligure. Il ruolo fondamentale nella conservazione passò dunque
                                al Museo di S. Agostino, ma tra gli ultimi tentativi di evocazione
                                si ricorda anche quello del Museo Diocesano sotto la direzione di
                                Giulio Sommariva, oggi conservatore del Museo dell’Accademia
                                Ligustica di Belle Arti.“Si tratta di un vero e proprio work in progress
                                - continua il Prof. Clario Di Fabio - l’aspetto più importante è quello
                                di avere, in parte, riordinato la situazione. Allo stato attuale abbiamo
                                individuato le componenti che possono davvero essere ricostituite
                                perché hanno una loro collocazione stabilita, precisa, nel contesto
                                tombale, in riferimento agli omologhi della prima metà del Trecento
                                tra Italia e Francia. Fra i raggiungimenti più significativi è l’aver
                                ricomposto una delle parti più rilevanti, dall’andamento curvilineo,
                                che reca al centro un’Annunciazione e figure di Santi ai lati. In
                                generale ci saranno novità importanti ed evidenti poiché si darà una
                                disposizione ragionevolmente certa per le parti scultoree principali,
                                mentre le altre verranno collocate in modo da evocare una situazione
                                precedente in una sistemazione di impatto, emozionante”.
                                L’ALLESTIMENTO
                                      La tomba constava di più parti: una “sepultura” (monumento
                                funerario vero e proprio con statue e rilievi) e una cappella (struttura
                                architettonica, sempre con rilievi e statue al cui interno era previsto
                                probabilmente anche un altare). L’inizio dei lavori è identificabile
                                tra il 1336 e il 1341 per la statua del cardinale giacente, dotato
                                di grande forza espressiva, per la ‘Verifica delle piaghe di Cristo’,
                                ovvero l’‘Incredulità di San Tommaso’, ad altorilievo sul sarcofago,
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                                a cui si aggiungono i quattro leoni stilofori, le colonnette tortili, i
                                capitelli, due iscrizioni, due angeli reggicortina, due statue di Santi,
                                probabilmente quattro virtù cardinali. Databile invece alla ripresa
                                dei lavori, a partire dal 1343, una delicata Madonna col Bambino.
                                L’idea della valorizzazione del monumento Fieschi e la volontà
                                di realizzarne un adeguato allestimento museografico vengono
                                chiaramente espresse dall’architetto Giovanni Tortelli, tra gli attori
                                principali del progetto, che a Genova si è occupato già nel 1992 del
                                restauro della Loggia dei Mercanti per le celebrazioni colombiane
                                e poi, sempre in città, delle importanti mostre del 2004 (L’Età di
                                Rubens, La Sacra Selva, L’Invenzione dei Rolli e il Mandilion) e
                                quella di Luca Cambiaso. “Il progetto parte dalla considerazione
                                dell’esistenza di moltissimi frammenti, che comprendono
                                oltre a quelli figurati, più conosciuti, cioè il giacente, gli angeli
                                reggicortina, la cassa funebre e i leoni stilofori - spiega Giovanni
                                Tortelli – quelli architettonici e decorativi, meno noti ma non meno
                                importanti, ritrovati ammassati nei depositi, fino a raggiungere
                                il considerevole numero di 124 pezzi. La sfida è iniziata dallo
                                studio e dalla valutazione attenta delle diverse parti per stabilire
                                sequenze e gerarchie compositive, e poter finalmente ricollocare i
                                frammenti architettonici in stretta relazione con i frammenti scultorei
                                figurati. Naturalmente non si riuscirà a ricostruire integralmente il
                                monumento, anche perché secondo gli studi del prof. Di Fabio la
                                Tomba Fieschi ha avuto più vite, tra spostamenti o adattamenti
                                in Cattedrale, e quindi la concezione originaria del progetto degli
                                artisti pisani è stata modificata molto nel tempo. Ma si riuscirà ad
                                evocare la sua maestosità e la sua complessità e a far cogliere
                                al visitatore la singolarità di questa straordinaria opera attraverso
                                l’esposizione degli elementi più significativi. Dal punto di vista
                                operativo bisognerà innanzitutto intervenire minimamente sulla
                                struttura architettonica perché gli spazi non sono così capienti da
                                poter ospitare una macchina tanto imponente, quindi parte di un
                                solaio moderno sarà smontato in modo da ricavare una grande
                                sala a doppia altezza. Questo intervento consentirà di vedere molto
                                da vicino anche i più minuti dettagli del monumento sia dalla sala
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     inferiore sia da una altezza intermedia, al piano superiore, grazie
     ad un ballatoio di affaccio. Le fonti luminose saranno utilizzate in
     modo da esaltare, attraverso una luce di radenza, la lavorazione,
     i raffinati particolari, i lacerti di doratura o di decorazione pittorica.
     A completare l’esposizione, alcuni apparati didattici, realizzati con
     tecnologia aggiornata, daranno conto degli approfondimenti degli
     studi sull’opera e sugli autori di questo importante monumento,
     senza tralasciare la figura chiave di Luca Fieschi, uno dei più rilevanti
     protagonisti del suo tempo sia sotto il profilo religioso che politico”.

     Per ulteriori informazioni:
     Museo Diocesano di Genova
     Telefono 010 2475127
     museodiocesano@diocesi.genova.it
     www.museodiocesanogenova.it
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                                                            LA SCUOLA DI ARTE SACRA
                                                                   BEATO ANGELICO
                                                              FESTEGGIA CENTO ANNI

                                      Nata nel 1921 per iniziativa del sacerdote ambrosiano,
                                monsignor Giuseppe Polvara, che intendeva creare a Milano un
                                luogo di formazione e di produzione dell’arte per la liturgia, la Scuola
                                Beato Angelico attualmente è una fondazione di culto legata alla
                                Diocesi di Milano. Fedele alle sue origini, la scuola è un luogo aperto
                                alla frequentazione di artisti, ricercatori, professionisti, studenti e
                                appassionati nei vari campi delle arti, con particolare attenzione
                                all’arte cristiana. Nel corso di un secolo di attività, l’istituto ha sviluppato
                                competenze in molteplici campi di azione: la ricerca scientifica, lo
                                studio accademico, la progettazione architettonica, la coltivazione
                                dell’estro artistico, l’attenzione alla musica e al teatro, la copiosissima
                                produzione dei numerosi e diversificati laboratori artigianali, la vita
                                liturgica, la pubblicistica, l’approccio pastorale, l’impegno formativo.

                                      La scuola è molto apprezzata per i suoi laboratori in diverse
                                discipline (Architettura, Cesello, Ricamo, Pittura e Restauro) nei
                                quali collaborano professionisti e le stesse suore della Famiglia
                                del Beato Angelico creata dal fondatore dello stesso istituto per
                                accompagnarne lo sviluppo. La fondazione edita, inoltre, la rivista
                                “Arte Cristiana”, periodico di classe A per la storia dell’arte punto
                                di riferimento per studiosi ed esperti del settore, offre corsi di
                                formazione sul Turismo religioso, le arti applicate e l’adeguamento
                                liturgico in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana.

                                     «Ultimamente stiamo investendo su giovani per consolidare,
                                allargare e continuare a formare una équipe di professionisti
                                appassionati dell’arte cristiana e capaci di collaborare a
                                progetti innovativi», spiega il direttore don Umberto Bordoni.
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                                                                                       bottega: “dobbiamo noi fare i seminarii dell’Arte Cristiana”, ispirandosi alle
                                                                                       “gloriose fraternite medioevali”; la libertà stilistica: “né si vorrebbe creare una
 «La Scuola Beato Angelico e, all’interno
                                                                                       maniera, consacrare un particolare indirizzo formale: no. Libertà per tutti”.
 di essa, la nostra Famiglia ha sempre
 esercitato il suo ministero nella terra
 ambrosiana in una Chiesa che media                                                          Oggi la Scuola Beato Angelico è una fondazione di culto legata alla
 tra culture e tradizioni, autrice e                                                   Diocesi di Milano. L’Arcivescovo Mario Delpini ha deciso di custodire
 custode di un rito in cui l’Oriente e                                                 e rinnovarne il carisma con la nomina a presidente di uno dei suoi più
 Occidente si incontrano», sottolinea                                                  stretti collaboratori: mons. Luca Bressan. La Fondazione, in continuità
 Suor Celina Duca, superiore della                                                     con le sue origini, vuole essere anzitutto una “scuola”, nell’accezione
 famiglia religiosa Beato Angelico.                                                    più ampia di “ambito vitale”, di spazio ospitale di crescita nel sapere e
                                                                                       di sinergia nell’operare che nascono da una condivisione di esperienze.
     CENTENARIO SBA                                                                    Vuole dunque essere luogo aperto alla frequentazione di artisti,
     da Avvenire - Febbraio 2021
                                                                                       ricercatori, professionisti, studenti e appassionati nei vari campi delle
                                                                                       arti, con particolare attenzione all’arte cristiana. Nel corso di un secolo di
      Ricorrono quest’anno i cento anni di fondazione della Scuola Beato               attività la SBA ha sviluppato competenze in molteplici campi di azione: la
Angelico: una istituzione, nata dall’intraprendenza ambrosiana, che con                ricerca scientifica, lo studio accademico, la progettazione architettonica,
la sua vita e opera è tra i protagonisti del movimento liturgico e tra i               la coltivazione dell’estro artistico, l’attenzione alla musica e al teatro, la
promotori del dialogo tra la chiesa e le arti. La sua nascita è legata agli            copiosissima produzione dei numerosi e diversificati laboratori artigianali,
Amici dell’Arte Cristiana, una associazione sorta a Milano il 24 ottobre               la vita liturgica, la pubblicistica, l’approccio pastorale, l’impegno formativo.
1912 sotto la presidenza onoraria del Cardinal Carlo Andrea Ferrari. Le                La compresenza, ancora oggi, di molteplici dimensioni costituisce un
finalità dell’associazione ancora esprimono efficacemente il carisma che               valore unico per visione d’insieme, capacità di intervento e autorevolezza
poi genera la Scuola: quello “di formare un centro per tutti gli artisti e gli amici   di presenza nel panorama non solo ecclesiale. La forza della Scuola, il suo
dell’arte cristiana; di favorire l’amore, la coltura, il progresso dell’arte sacra;    tesoro irrinunciabile, è oggi affidato alle maestranze che la compongono
di contribuire a conservare e tutelare il patrimonio d’arte sacra antica; di           nei suoi laboratori di produzione (Architettura, Cesello, Ricamo, Pittura e
adoperarsi a restituire dignità di forma e di concetto all’arte sacra moderna          Restauro), al carisma della Famiglia religiosa, alla rete di collaboratori ed
e di reagire contro le correnti che tendono ad allontanarla; di promuovere             ex allievi qualificati, tra i quali l’associazione ALBA. La ricerca scientifica,
un illuminato mecenatismo, volgendo le offerte dei fedeli verso quelle                 nutrita dallo straordinario patrimonio librario e archivistico custodito nella
forme d’arte che rispondono alla nobiltà e santità delle leggi liturgiche;             sede storica, trova il suo esito nella pubblicazione della rivista Arte Cristiana
di favorire la riforma liturgica nell’arte musicale”. Al II Congresso d’Arte           e nella offerta formativa, con corsi di Turismo religioso, di Arti applicate
Cristiana di Ravenna, del 10-12 settembre 1921, un prete ambrosiano,                   e coi Laboratori sull’adeguamento liturgico in collaborazione con la
mons. Giuseppe Polvara, mosso da questi ideali fonda la Scuola Beato                   Conferenza Episcopale Italiana. La Fondazione sta investendo su giovani
Angelico come luogo di formazione e di produzione dell’arte per la liturgia, e         energie e talenti, nei vari campi delle arti e delle scienze umanistiche, per
negli anni successivi, proprio a servizio della Scuola, costituisce la Famiglia        consolidare, allargare e continuare a formare una equipe di professionisti
religiosa Beato Angelico. Colpiscono ancora oggi tre sottolineature del                appassionati dell’arte cristiana e capaci di collaborare a progetti
suo discorso inaugurale: l’attenzione ai giovani: “per riabilitare l’Arte              innovativi. Il Centenario è una occasione propizia per rileggere la storia
Sacra è necessario coltivare la gioventù”; l’idea associativa della scuola             della Scuola Beato Angelico e per scriverne insieme un nuovo capitolo.
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   SETTIMO CONVEGNO INTERNAZIONALE DI
 ARCHITETTURA RELIGIOSA CONTEMPORANEA
         - GUARDANDO AD ORIENTE -
     “Gli esseri umani hanno sempre pregato guardando l’Oriente,
il luogo da cui proviene la luce, il luogo in cui sorge il sole.
Questo è un atteggiamento comune a quasi tutte le religioni. Il sol levante
ha dato il nome a civiltà antichissime, che se in un tempo non troppo
lontano erano classificate come esotiche, oggi costituiscono il nuovo centro
vitale del pianeta, sia per popolazione che per influenza globale. Una vasta
regione che andrebbe dall’India a Taiwan, dalla Mongolia all’Indonesia.
Paesi molto diversi dove i rapporti tra società, religione e Stato oscillano tra
radicalismi e fondamentalismi e situazioni di tolleranza o schiette mescolanze.
Dobbiamo anche considerare l’influenza delle civiltà orientali sull’architettura
religiosa in altre aree del mondo. I grandi fenomeni migratori della fine
dell’Ottocento hanno riempito vaste aree dell’Occidente di comunità di
origine asiatica, che hanno portato con sé la loro concezione del mondo
e le loro tradizioni costruttive e religiose; uno stile di vita che è balzato
nell’immaginario popolare con la controcultura degli anni Settanta.
Potremmo pensare di conoscere l’architettura recente di paesi come il
Giappone o la Cina, ma ce ne sono molti altri di cui non abbiamo quasi notizie.          Il 7 CIARC sarà un’ottima occasione per condividere punti di vista
Durante l’era coloniale, ad esempio, numerosi architetti europei lavorarono              e discutere questi argomenti. Il congresso si svolgerà il 21, 22 e 23
attivamente in quelle che allora venivano chiamate “province d’oltremare”.               ottobre 2021.
D’altra parte, il 2021 segna il 500 ° anniversario dell’arrivo degli spagnoli nelle      Come partecipare
Filippine e l’inizio della diffusione del cristianesimo in Estremo Oriente. La
confluenza delle religioni ha originato un’ibridazione di architetture destinate al      Coloro che sono interessati a partecipare al Congresso con una
culto, che dopo numerose vicissitudini si è cristallizzata nell’architettura religiosa   comunicazione devono inviare una sintesi (300 parole) e un
che oggi contempliamo. Queste architetture costituiscono un’importante                   breve curriculum vitae (150 parole) in spagnolo o inglese, alla
attrazione turistica e, parallelamente, motivo di preoccupazione per le                  Segreteria del Congresso (efcobian@udc.es) entro il 1 aprile 2021.
organizzazioni ufficiali preposte alla protezione patrimoniale di ogni paese.
L’enorme attività di costruzione e sviluppo urbano che ha avuto luogo
in questa parte del mondo negli ultimi decenni ci costringe a guardare                   Tutti i dettagli al seguente link:
indietro all’Estremo Oriente. Quale architettura cristiana vi è stata                    https://sites.google.com/view/7ciarc/
realizzata negli ultimi cento anni? Quali idee, quali concetti vengono
catturati e riflessi in esso? Cosa possiamo imparare da questi edifici?
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                                 FONDAZIONE FRATE SOLE - PREMIO EUROPEO
                                DI ARCHITETTURA SACRA PER TESI DI LAUREA,
                                     DOTTORATO, MASTER - IX EDIZIONE – 2021
                                     La Fondazione Frate Sole bandisce il Premio Europeo di Architettura
                                Sacra per il 2021, con il quale si intende premiare un progetto di chiesa di
                                culto cristiano che sia stato oggetto di tesi di laurea magistrale, di master o di
                                dottorato.
                                Con questa iniziativa si intende stimolare sin dal periodo formativo l’interesse e
                                la ricerca dei giovani nel campo dell’architettura di culto, affinché sviluppino lo
                                spazio sacro come un luogo di esaltazione spirituale, in armonia con l’acquisita
                                concezione comunitaria dell’azione liturgica.
                                Fino a venerdì 14 maggio 2021 è possibile partecipare alla IX edizione del
                                Premio Europeo di Architettura Sacra

                                La Fondazione Frate Sole bandisce il Premio Europeo di Architettura Sacra per il
                                2021, con il quale si intende premiare un progetto di chiesa di culto cristiano che
                                sia stato oggetto di tesi di laurea magistrale, di master o di dottorato. Con questa
                                iniziativa si intende stimolare sin dal periodo formativo l’interesse e la ricerca dei
                                giovani nel campo dell’architettura di culto, affinché sviluppino lo spazio sacro come
                                un luogo di esaltazione spirituale, in armonia con l’acquisita concezione comunitaria
                                dell’azione liturgica. Possono partecipare i laureati in architettura (a livello europeo)
                                o ingegneria edile (in ambito italiano) che abbiano ottenuto il diploma di laurea
                                magistrale/master/dottorato, singolarmente o in gruppo, tra il 1 aprile 2018 e il 15
                                aprile 2021. Per partecipare occorre iscriversi e compilare il form sul sito del Premio
                                Europeo di Architettura Sacra https://europeanprize.fondazionefratesole.org/
                                Entro il 15 luglio 2021 saranno pubblicati sul sito internet della Fondazione Frate Sole
                                i risultati. Il vincitore del Premio Europeo di Architettura Sacra riceverà un premio di
                                euro 1.000,00 e una borsa di studio da utilizzarsi per svolgere un tirocinio formativo
                                della durata di tre mesi presso lo studio di architettura Meck Architekten (Monaco,
                                Germania), vincitore dell’ultima edizione del Premio Internazionale di Architettura
                                Sacra. La cerimonia di premiazione si terrà a Pavia, il 2 ottobre 2021, secondo un
                                programma che sarà reso pubblico sul sito internet della Fondazione Frate Sole.

                                Per tutti i dettagli: https://europeanprize.fondazionefratesole.org/
36   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                      ArtiSacreNews Marzo 2021   37

                                   MIRACLE, IL SOCIAL NETWORK CATTOLICO
                                     MIRACLE è il nome della piattaforma digitale dedicata al mondo
                                cattolico, uno spazio pensato appositamente per tutta la comunità nel
                                quale confrontarsi, comunicare, pregare e vivere il tempo in una rete
                                solidale, sempre all’insegna di un uso responsabile del linguaggio.
                                    Nata da una piccola startup di Parma composta da 5 ragazzi
                                (Alessandro, Fabio, Federico, Luca e Simone) provenienti da diversi
                                ambienti professionali in cui ognuno ha messo la sua esperienza
                                professionale nel progetto, che rimane comunque un “secondo lavoro”.
                                     MIRACLE è una APP, un social network di ispirazione cattolica,
                                disponibile gratuitamente per Android e iOS. La struttura è quella
                                classica di un social network: bacheca, like (che da noi sono amen),
                                commenti, condivisioni, ecc., alla quale abbiamo aggiunto preghiere,
                                luoghi di culto e rosario. La App si apre con una sezione, chiamata
                                Catholic Experience, dove ogni giorno viene proposto il Santo del
                                giorno, un luogo di culto, una citazione e la liturgia del giorno. Stiamo
                                inserendo anche una parte che parlerà di arte, per offrire ogni giorno
                                un “tesoro” della Chiesa.
                                Più community, più comunità!
                                L’obiettivo di Miracle è quello di unire il mondo cattolico in un’unica
                                grande community attraverso una piattaforma etica, innovativa e di
                                semplice utilizzo, favorendo così la crescita delle comunità locali.
                                Miracle offre una bacheca aperta al dialogo, dove interagire con gli altri
                                utenti in maniera classica, scrivendo post, dare il proprio apprezzamento
                                o commentando. Ma è possibile richiedere o dedicare delle preghiere
38   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                         ArtiSacreNews Marzo 2021    39

                                agli altri utenti e recitare il rosario. Su Miracle sono presenti anche
                                tutti i luoghi di culto d’Italia, che possono essere amministrati dai
                                parroci o responsabili.
                                L’App Miracle, che si presenta al pubblico con una veste grafica
                                fresca e moderna, è facilmente fruibile in considerazione delle sue
                                caratteristiche familiari a tutti i social.
                                Ad oggi la App, con oltre 15.000 utenti, è in continua crescita e si è rilevato
                                un canale di aggregazione cattolica che ha aiutato molti fedeli in questo
                                periodo difficile.

                                Miracle è disponibile per il download gratuito per Android su PlayStore e per
                                iOS su App Store.
                                LINK DI DOWNLOAD
                                Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.miracle.app
                                Apple: https://itunes.apple.com/it/app/miracle/id1436270699?mt=8
                                Sito: http://www.miracle.app
40   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                      ArtiSacreNews Marzo 2021   41

                                    La Madonna del Manto nella parrocchia dei
                                              SS. Fabiano e Venanzio a Roma
                                                                                      di Stefano Di Rienzo

                                Accanto a Villa Fiorelli in uno dei quartieri più popolosi di Roma: il
                                Tuscolano, si erge la chiesa dei SS. Fabiano e Venanzio. Un edificio
                                importante perché all’interno viene venerata l’immagine miracolosa
                                della “Divina Misericordia” di autore ignoto che attira fedeli da ogni
                                angolo di Roma perché a Lei giovani e anziani, uomini o donne aprono
                                il loro cuore, confidano le loro pene ed affidano le proprie speranze.
                                Tale immagine insieme ad altri oggetti (il tabernacolo, le balaustre di
                                marmo poste davanti gli altari laterali, lo splendido altare settecentesco,
                                antichi reliquiari e parametri), vennero trasferite nella parrocchia dei
                                SS. Fabiano e Venanzio rimanendo intatte dalla demolizione della
                                vecchia chiesa dei SS. Venanzio e Ansovino sul Campidoglio abbattuta
                                nel 1928 per la realizzazione della piazza di S. Marco ai piedi della
                                scalinata di Santa Maria in Aracoeli.

                                    Con l’arrivo del terzo millennio cristiano e l’avvento del Giubileo
                                del 2000 Papa Giovanni Paolo II ha proclamato Maria mediatrice
                                e corredentrice di grazie e virtù. In questa occasione Don Andrea
                                Santoro commissionò all’artista Rodolfo Papa di dipingere per la sua
                                parrocchia la “Madonna del Manto”.

                                      Per dipingere la tela mariana l’artista guarda l’arte del passato
                                cercando gli artisti che hanno rappresentato Maria in tutta la sua bellezza,
                                il mistero interiore, la sua umiltà e la sua protezione. Un’immagine
                                che incarnava tutto ciò era “la Madonna di Misericordia” di Piero della
                                Francesca, con il mantello che la avvolge e con la quale Ella protegge
                                tutti i fedeli che invocano la misericordia divina per dare riparo e
                                protezione del ventre materno, una sorta di “nicchione bramantesco”
42   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                       ArtiSacreNews Marzo 2021   43

                                 come lo ha definito Longhi in cui accoglie tutta l’umanità. Papa non
                                voleva creare questa disparità proporzionale, questa “grandezza” tra
                                Maria e i fedeli, ma voleva rappresentare Maria Madre della Chiesa,
                                Madre di tutti e di ciascuno senza disparità proporzionale in modo
                                da creare un rapporto diretto con i fedeli. Per fare ciò l’artista volle
                                rappresentare Maria accanto ai SS. Fabiano e Venanzio in quanto
                                titolari della chiesa nell’atto di accoglierli sotto il suo manto, perché la
                                chiesa è sotto la protezione di Maria.
                                A sinistra della Vergine San Venanzio, rappresentato nelle vesti di un
                                giovane che pagò con la vita il suo convertirsi al cristianesimo cui
                                corrisponde diagonalmente un giovane fedele che gli somiglia che
                                indica Maria. A destra della Vergine San Fabiano I Papa con una
                                colomba che si posa sulla sua testa durante l’elezione a pontefice
                                a simboleggiare la persona scelta dallo Spirito Santo a capo della
                                Chiesa.
                                Tutti gli altri fedeli si presentano davanti alla Vergine per contemplarla,
                                per pregarle di fare una grazia o perché rapiti dalla sua bellezza nello
                                stare con Lei. Tra i fedeli spicca un giovane dai capelli rossi in basso
                                al centro, che apre le braccia in forma di croce intonando lo Stabat
                                Mater, ricordando come Maria stando sotto la croce è divenuta Madre
                                di tutti noi.
                                Possiamo notare che Maria, i Santi e i fedeli visti nell’insieme
                                costituiscono una stella a cinque punte rivolta verso l’alto, di cui Maria
                                forma il vertice principale, il mantello tenuto saldamente dai SS.
                                Fabiano e Venanzio forma le due punte laterali, e l’incrocio dei fedeli
                                individua le due punte inferiori. Papa ci vuole dire che Maria è la stella
                                del cielo, una guida per i fedeli per seguire la rotta che porta a Cristo.
                                Ma è anche la Stella Maris (Stella del Mare), luce di speranza che
                                indica il cammino ai pellegrini e ai viandanti nell’anno giubilare e guida
                                da seguire sulla via a Cristo “per non ribaltarsi in mezzo alle onde
                                tempestose del mare”.
44   ArtiSacreNews Marzo 2021                                                          ArtiSacreNews Marzo 2021    45

                                La graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche, nella forma propria del
                                raduno assembleare, segna - insieme ad altri aspetti sociali - un passo,
                                nello stesso momento desiderato e prudente, d’ingresso nella cosiddetta
                                fase 2 che detta le norme di convivenza con la pandemia da coronavirus.

                                Concorrono alla sua determinazione esigenze diversificate. Il Governo
                                italiano e l’ISS elaborano linee guida e protocolli vincolanti, poiché le ipo-
                                tesi di un’apertura, guadagnata con ingenti sacrifici, possano poggiare sul
                                principio di responsabilità individuale e collettiva, a tutela della salute pub-
                                blica. Nel campo religioso cattolico, la Conferenza episcopale e i pastori
                                delle diocesi accolgono e traducono tali istanze in possibilità celebrative
                                legate alle concrete realtà locali. In questo contesto si colloca ogni singo-
                                la comunità ecclesiale che, nella varietà di ministeri, carismi e organismi
                                pastorali, è chiamata a intuire e realizzare il come della ripresa delle messe
                                con il popolo, nel rispetto della normativa sanitaria e di tutte le princi-
                                pali misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica.

                                A servizio di tale discernimento, secondo i doni ricevuti e i ministeri
                                esercitati da ognuno di noi negli ambiti teologico-liturgico, di ricerca e
                                professionale, gli Autori desiderano offrire questo contributo alla pos-
                                sibile creazione di uno spazio liturgico temporaneo che favorisca, co-
                                munque, una significativa esperienza celebrativa delle nostre assemblee,
                                per quanto si renda, al presente, possibile e auspicabile. Le indicazioni
                                per la sanificazione di ambienti e oggetti elaborate dal MIBACT met-
                                teranno altresì alla prova le comunità nella loro attuazione; ipotizzia-
                                mo, quindi, che, col favore del clima, una delle soluzioni partecipative
                                più praticabili sia la scelta di celebrare all’esterno delle chiese. Allora
                                proviamo a immaginare una piccola serie di modelli spaziali liturgici
                                di facile e accurata gestione negli ambiti aperti, tenendo presenti, in
                                primo luogo, le esigenze di sicurezza e, al contempo, l’appropriatezza
                                celebrativa, nonché la dimensione simbolica, intravvedendo, in queste
                                asperità del tempo di malattia, la possibile riscoperta di un’arte del
                                celebrare quale fonte dello spirito cristiano e forma di vita reale.
46    ArtiSacreNews Marzo 2021                                                        ArtiSacreNews Marzo 2021   47

     La storia, seppur in contesti diversi, presenta precedenti significativi dai
     quali, in certo modo, ci siamo lasciati ispirare. Ricordiamo solo il caso
     peculiare delle chiese poste nei lazzaretti: edifici per un culto misericor-
     dioso (alcuni ancora oggi visibili, seppur trasformati come San Carlo al
     Lazzaretto a Milano), aperti, senza muri, con un altare centrale quale
     fulcro visibile da tutti i sofferenti costretti nel recinto circostante. O, in
     tempi più recenti, nella particolare situazione di una Chiesa cattolica della
     diaspora, il muro vivente inscenato dall’architetto tedesco, poi maestro
     costruttore di chiese, Emil Steffann per la processione del Corpus Domini
     nella piazza centrale di Lubecca (1932), dove la complessità del luogo
     celebrativo si scioglie nella relazione tra persone in movimento attorno
     al fuoco dell’altare eucaristico. La chiesa non è e non può essere solo un
     semplice recinto perché il suo senso sacro è null’altro che essere chiesa
     viva, cioè Cristo presente tra chi è riunito nel Suo nome. Eccoci allora
     proporre una meditata suddivisione in quattro modelli, distinti prima-
     riamente in base alla circostante disposizione dell’assemblea convocata.

           Valorizzando il senso di luogo dei poli liturgici, per ognuna sono
     indicate le azioni concernenti l’ingresso, la liturgia della Parola, la co-
     munione e i riti di conclusione; in questo modo si dimostra una conti-
     nuità d’impostazione, pur nella variabilità del tipo. È una proposta eu-
     ristica che ricerca una soluzione per confronto e approssimazione, senza
     mai attestarsi su una soluzione intesa come definitiva. In questo senso,
     fa appello alla peculiarità cristiana del rivelarsi non nella fissazione di
     uno stile o di una maniera soggettiva, bensì nel parlare per immagini
     di una verità che non può essere inventata, ma riconosciuta per creare.

     Angelomaria Alessio, Tino Grisi, Francesca Leto, Silvia Tarantelli

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