L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo

Pagina creata da Manuel Cipriani
 
CONTINUA A LEGGERE
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
CRONACA                                       POLITICA                                  SOCIALE
Pedoni e ciclisti, le vittime                 Elezioni: e se le Due Torri               I disabili e il sesso, un diritto
delle strade bolognesi                        cambiassero colore?                       spesso precluso

                                            QUINDICI
                                                 ANNO 1 N 4 | 1 FEBBRAIO 2018

                                L’ALTRA VISITA

                                Bologna Arte Mater
                   Supplemento quindicinale di “InCronaca” – giornale del Master in Giornalismo di Bologna
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
11
          SOMMARIO

15
          4        Ecco i giovani artisti bolognesi
                   di Imma Baccelliere

          8        Resisterà la roccaforte Pd?
                   di Giorgia Tisselli

          12       Troppe vittime tra i deboli della strada
                   di Giorgio Zamorani

          15       Disabili e sesso
                   di Vittorio Russo

          18       Dentro l'azienda Marchesini
                   di Elena Puglisi

          21       Oz, la casa degli sport alternativi
                   di Irene Moretti

          24       Il Cartellone di Quindici

     18

          Direttore Responsabile: Giampiero Moscato
          Edizione a cura di: Roberto Anselmi
          Desk: Gianluca Cedolin e Albachiara Re

21
          Rivista informativa: Quindici
          ©Copyright 2017 - Supplemento quindicinale di “InCronaca”
          Giornale del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna
          Pubblicazione registrata al Tribunale di Bologna in data
          15/12/2016 numero 8446
          via Azzo Gardino, 23 - 40122 Bologna
          Numero telefonico. 051 2092200
          E-mail: red.incronaca@gmail.com
          Sito Web: www.incronaca.unibo.it

          In copertina: "Il chiasmo degli sguardi"
          performance di Marzia Avallone
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
La foto di QUINDICI

A due anni dalla morte di Giulio Regeni ancora si cercano i responsabili. Bologna è tra le città che si sono mobilitate per ricordare il ricercatore. Alle
19.41, ora in cui è stato visto per l'ultima volta, una fiaccolata silenziosa s'è mossa per le vie del centro fino a piazza Verdi. (FOTO di Simone Fontana).

                                                                       Quindici - 3
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
(FOTO)

di Imma Baccelliere

      RITRATTI
      D'ARTISTA

         C
                       ’è chi mette in scena il proprio corpo, chi la
                       nonna al mare, chi gioca con sassi e palloncini,
                       chi crea installazioni con carta artigianale. Chi
                       usa occhi artificiali o colleziona foto online.
                       Sono i giovani della nuova scena artistica
          cittadina, bolognesi per nascita o adozione, che oggi
          costruiscono la loro immagine più su Instagram che nei
          musei. Hanno (quasi) tutti le stesse radici, ancorate in
          quell’Accademia che è una delle più antiche d’Italia. Sono
          artisti per vocazione ma magazzinieri, baristi, assistenti per
          necessità. Perché con l’arte nel 2018 non si mangia. Non
          per questi sei ragazzi, che sull’arte provano a costruire le
          loro vite e la loro professione. Ecco le loro storie.
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
C
             on la nonna ad                continuare a costruire attraverso
             Arte Fiera. Giuseppe          le sue installazioni, perché questo
             Anthony Di Martino,           è il modo con cui riesce meglio a
             classe ’95, è partito         parlare di sé e della sua generazione
             dalla sua terra barocca,      che lui definisce “paradossale”:
Ragusa, accompagnato solo dalla            «Abbiamo intorno tutto - dice - ma
macchina        fotografica,    gioco      non possiamo prenderci in mano

                                           M
prediletto fin da bambino. A 10            niente».
anni il suo obiettivo catturava i
volti e gli oggetti quotidiani. Come                         emoria d'arte.
in "Composizione n°2. Omaggio a                              Carta fatta a mano e
Kandinskij", lo scatto vincitore del                         tessuti sono gli stru-
Premio Zucchelli al Talento 2016                             menti di lavoro di
che verrà esposto ad Artefiera e                             Tiziana Abretti, ar-
che vede in primo piano nonna              tista, ma soprattutto mamma, di 35
Graziella. Se i colori e i volti sono      anni. Dal Giappone alla Norvegia,
quelli della sua infanzia, diversa         dalla Francia alla Sardegna, in ogni
è la consapevolezza con cui li ha          luogo in cui ha lavorato, ha cercato
ritratti. Dalla citazione al pittore       un contatto con la terra che la ospi-
russo, puramente ironica, riferita         tava. «Nella mia arte cerco sempre
alla fantasia del vestito svolazzante      di creare un connubio o una so-                          (FOTO)
della signora Graziella, al mare,          vrapposizione tra la tradizione del
che non è quello di una cartolina,         luogo e la memoria degli abitanti».
dice. Quello che cerca Giuseppe è          Un tronco di legno, le cozze, gli abi-
un’immagine che sia veritiera e non        ti delle donne del paese, per Tiziana
artificiale «Voglio che tra me e il        l’importante è preservare sempre la
fruitore si crei un rapporto intimo        memoria degli oggetti e lasciare par-
e trasparente. Altrimenti non              lare i materiali. «Mi ispiro a quello
regalerei mai l’immagine di un mio         che dice il tessuto, alle sue forme.
familiare. Mi metterei a fotografare       Non cerco di rappresentare qual-

C
il mare senza Graziella».                  cosa, esprimo solo il mio sentire».        Nella pagina affianco: Gianni D'Urso
                                           Ma l'arte non le basta per crescere        In questa pagina: Davide Trabucco
             ome alzare un sasso           un figlio, così ora lavorerà come as-      Nella pagina seguente: Tiziana Abretti
             con un palloncino. A          sistente alla didattica all’Accademia
             pochi passi da Giuseppe,
             anche Gianni D’Urso, 29
                                           in cui lei stessa ha studiato quando,
                                           giovanissima, ha lasciato Parma. «È          Tiziana Abretti:
             anni, pugliese, esporrà
ad Artefiera i suoi "Esercizi",
                                           tragico - risponde - che ancora oggi
                                           molti credano che fare l’artista non         «Non conosco
installazioni che simulano azioni
impossibili tra oggetti naturali
                                           sia un lavoro. Non conosco nessun
                                           giovane capace di mantenersi solo            nessun giovane

                                           S
e artificiali, come quella del             con la sua arte».
palloncino che cerca di sollevare un                                                    capace di
sasso. «Queste opere sono per me                    acralità profana.
delle metafore che si riferiscono alla              Marzia Avallone, 32 anni,           mantenersi solo
difficoltà del giovane artista, sempre              performer e artista “visce-
in bilico tra la voglia di realizzarsi e
la paura del fallimento. Con questi
                                                    rale”. Nata in un paesino di
                                                    3mila abitanti dell’entroter-
                                                                                        con la sua arte»
lavori esorcizzo il mio timore di          ra lucano, è stata affascinata fin da
non farcela». Gianni di esercizi           piccola dai rituali religiosi della sua
impossibili ne ha già superati molti       terra. «Viggiano, dove sono cresciu-
da quando una sera di inverno              ta, è il paese della Madonna nera.
davanti al museo Tate modern               Ho visto persone piangere scalze
di Londra ha capito che fare arte          nelle processioni. Un fenomeno che
era per lui una necessità a cui non        mi ha incuriosito fin da bambina e
poteva più rinunciare. Dopo la             che ora influenza la mia arte». Da
laurea, sogna ora uno studio tutto         qui, lo scorso aprile, la sua prima
suo, ha iniziato a creare fin da           performance bolognese "in Carni
quando da bambino costruiva le             Sancti", dove Marzia legata ad un
statuette del presepe o le barche con      palo reinterpretava il martirio di
gli attrezzi da lavoro del nonno. La       San Sebastiano. Intorno a sé, santini
pittura l’ha abbandonata presto, per       di cinque donne martiri, santa Giu-

                                                          Quindici - 5
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
lia, santa Barbara, sant’Agata, san-      drato - formato scelto per renderne
 Marzia          ta Lucia e santa Rosalia. Tutte con
                 il suo volto e con il suo corpo. «La
                                                           più semplice la condivisione online
                                                           - possono convivere il Duomo di
Avallone:        mia arte non può fare a meno del
                 corpo, presente in ogni cosa che fac-
                                                           Milano e un cacciabombardiere, la
                                                           Venere di Botticelli e Anita Ekberg.
«Spero che con   cio». Nelle sue performance, uniche
                 e irripetibili, Marzia vuole guardare
                                                           Ad unirli una semplice diagonale.
                                                           Ora il progetto, che era partito come
la mia arte la   il suo pubblico negli occhi. «Nelle
                 raffigurazioni sacre, i santi guarda-
                                                           un archivio di immagini, ha su In-
                                                           stagram più di sedicimila followers
gente possa      no in alto. Io ritorno ad uno sguar-      e un motto: le forme non sono di

                                                           O
                 do frontale, perché spero che con la      nessuno.
recuperare il    mia arte la gente possa recuperare
                 il dialogo a tu per tu e non guarda-                    cchi di zaffiro.
dialogo a tu     re solo verso l’altrove». Con questo
                 obiettivo, l’artista cercherà di girare
                                                                         Anche Irene Fenara,
                                                                         bolognese di 27 anni,
per tu»          l’Italia riproponendo il suo san Se-
                 bastiano in modi diversi. «Ma nel
                                                                         è una delle borsiste
                                                                         del Collegio Venturo-
                 weekend torno sempre qua a fare la        li. Lavora soprattutto con le foto-
                 barista, altrimenti a fine mese non       grafie, ma di un tipo molto parti-

                 I
                 ci arrivo».                               colare. Come quelle prodotte dalle
                                                           lenti di zaffiro delle telecamere di
                        mmagini conformi.                  sorveglianza. «Ciò che mi interessa
                        Davide Trabucco, trentenne         sono i dispositivi che acquisiscono
                        bolognese studente di Archi-       immagini, anche se non creati per
                        tettura, ha capito che l’arte      uno scopo estetico o artistico. Mi
                        sarebbe stato il suo mestiere      potrebbero interessare anche quelle
                 dopo aver vinto il bando del Col-         degli autovelox». Nella sua arte si
                 legio Venturoli, fondazione privata       vede così il mondo con gli occhi di
                 che sostiene sei giovani artisti nati     una macchina. E di ogni macchina
                 a Bologna. «Ho letto questo bando         che utilizza, Irene cerca il limite o
                 sulla bacheca della facoltà. È rima-      l’errore nascosto da poter sfruttare.
                 sto affisso pochissimo, ma il tempo       «Più la società progredisce svilup-
                 giusto per incuriosirmi. Per me è         pando prodotti sempre nuovi e di-
                 stato un segnale». La filosofia di Da-    versi, più è facile manometterli. La
                 vide è che nel mondo ci sono troppe       tecnologia è meno sicura di quello
                 immagini, per questo tanto vale riu-      che si pensa». Basta un codice stan-
                 tilizzare quelle già esistenti. Questo    dard e le immagini dei nostri uffici,
                 è lo spirito di uno dei suoi progetti,    delle nostre macchine, del nido di
                 "Conformi". Una serie di fotografie       fronte casa possono finire anche tra
                 create dal collage di due immagini        le mani di una curiosa artista emer-
                 tra loro diverse. Nello stesso qua-       gente.

                               Quindici - 6
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
Giuseppe Anthony Di Martino                Gianni D'Urso                 Tiziana Abretti
"Composizione n°2. Omaggio a Kandinskij"   "Esercizio n°2"               "Alvik"

Marzia Avallone                                                      Irene Fenara
                                            Davide Trabucco
Performance "in Carne Sancti"                                        Dal libro "Who needs ice when you have sapphi-
                                            Dalla serie "Confòrmi"
                                                                     re crystal lenses"
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
Politica

                   Verrà espugnata la roccaforte del Pd?
Definiti i nomi che si contenderanno i collegi uninominali e plurinominali alla Camera e
al Senato. Ecco le voci dei protagonisti a cui abbiamo chiesto cosa ne sarà di Bologna
di Giorgia Tisselli

     Bologna si prepara alle prossime elezioni. La "terra rossa" per defini-
     zione vedrà per la prima volta scontrarsi due diverse idee di sinistra. Le
     ultime vicende del Partito Democratico hanno allargato la spaccatura
     con Liberi e Uguali. Dalla sfida tra Casini, in versione alleato Dem, e
     il grande ex, Vasco Errani, fino alle dichiarazioni di Prodi a favore dei
     democratici sono tante le questioni in campo. Le divisioni a sinistra
     rischieranno davvero di consegnare il testimone ai rivali di sempre o
     ai nuovi sfidanti? Quanto spazio c'è alla sinistra del Pd? Quale idea di
     progressismo vincerà? Come si sveglierà la città il 5 di marzo lo sceglie-
     ranno gli elettori

                                         Quindici - 8
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
Marco Lombardo, Pd                                               Galeazzo Bignami, FI

«NON POSSIAMO CONSIDERARE I TERRITORI                              «SICUREZZA, MENO TASSE E BUROCRAZIA:
COME BACINI DI VOTO ETERNI»                                        LA NOSTRA RICETTA PER VINCERE»

Marco Lombardo, assessore bolognese al lavoro,                   Galeazzo Bignami, consi-
le divisioni a sinistra favoriranno altri partiti?               gliere regionale candidato
«Da sempre favoriscono la destra. È la storia che                alla Camera, le divisioni
ce lo insegna. Non possiamo considerare oggi i                   a sinistra favoriranno gli
territori come delle roccaforti, dei bacini di voto              altri partiti?
che hanno votato in un certo modo e quindi lo fa-                «Li favoriranno sotto due
ranno sempre alla stessa maniera. Vero è che qui                 punti di vista. In primis, i
c’è un radicamento molto più forte. Sono convinto                movimenti correndo sepa-
che questo sia uno dei motivi per cui le persone                 ratamente sono penalizza-
daranno credibilità ai candidati dei nostri collegi».            ti. Inoltre, l'elettorato oggi
Quali sono i temi su cui vi concentrerete in que-                ritiene che il Pd non sia più
sta campagna elettorale?                                         un interlocutore affidabile:
«Radicamento territoriale, conoscenza del territo-               sta dimostrando criticità
rio, passione, umiltà e impegno. La lotta contro le              profonde, con disillusione
povertà, le disuguaglianze e soprattutto la disoccu-             del'elettorato tradizionalmente più legato a loro».
pazione giovanile, specie al sud, che evidentemen-               Quali sono i temi su cui vi concentrerete in questa
te non ha trovato nei governi degli ultimi anni una              campagna elettorale?
risposta efficace».                                              «Abbattimento delle tasse, delle burocrazie, maggiore
E i punti di forza dei vostri candidati?                         sicurezza per i cittadini, contrasto a fenomeni come
«Le candidature espresse dal Partito Democratico                 l'immigrazione clandestina e problemi occupaziona-
a Bologna sono di assoluto rilievo. Abbiamo parla-               li. Diversa, inoltre, dovrà essere la relazione con l’U-
mentari uscenti come Andrea De Maria, Gianluca                   nione Europea: deve rappresentare una risposta per
Benamati, nuove proposte come il segretario della                l'Italia e gli italiani e non un ostacolo alla crescita».
federazione provinciale Francesco Critelli o l’ex as-            E i punti di forza dei vostri candidati?
sessore nonché leader della minoranza Luca Rizzo                 «La competenza. Sono tutti profili nazionali in larga
Nervo, candidature femminili forti come quelle di                parte già impegnati in azioni di governo. L’ex mini-
Sandra Zampa e Francesca Puglisi. Tutte persona-                 stro Nunzia De Girolamo, Micaela Biancofiore, Anna
lità già impegnate a fare campagna elettorale sui                Maria Bernini, già ministro delle politiche comunita-
territori».                                                      rie, che costituisce la miglior sintesi di questa com-
La governabilità sarà garantita con questa nuova                 petenza e territorialità di cui siamo interpreti. In più
legge elettorale?                                                c’è Vittorio Sgarbi capolista a Ferrara-Modena, che
«È difficile da prevedere il voto del 4 marzo. Un                non credo abbia bisogno di presentazioni».
dato, di certo, sarà preoccupante: si chiamerà                   La governabilità sarà garantita con questa nuova
astensionismo. È possibile che non esca un vin-                  legge elettorale?
citore dalla competizione elettorale e questo può                «Non è una legge elettorale che la garantisce, ma il
aprire nuovi scenari».                                           voto degli elettori. Prima ancora di una valutazione
Quanto inciderà il risultato ottenuto nei collegi                sul Rosatellum bis ritengo essenziale richiamare l'at-
bolognesi su quello nazionale?                                   tenzione sulla necessità degli italiani di premiare uno
«Il risultato di Bologna darà l’idea di un centro                dei tre poli. In questo momento credo che il centro
sinistra radicato a livello locale: un punto impor-              destra, come dicono i sondaggi e gli ultimi esiti elet-
tante rispetto al panorama che si potrebbe aprire                torali, sia il più attendibile in questi termini».
                            dopo il voto».                       Quanto inciderà il risultato ottenuto nei collegi
                            Cambierà qualcosa a li-              bolognesi su quello nazionale?
                            vello territoriale dopo              «Se dovessimo vincere a Bologna, in uno o più colle-
                            le elezioni del 4 marzo?             gi, sarebbe un evidente sintomo della decadenza del-
                            «Noi non dobbiamo par-               la sinistra e verosimilmente annuncerebbe un risul-
                            lare di partito in questo            tato travolgente a livello nazionale nel centro destra».
                            momento, ma ai citta-                Cambierà qualcosa a livello territoriale dopo le
                            dini. Dopo il 4 marzo                elezioni del 4 marzo?
                            tutti i discorsi relativi a          «Può esserci un terremoto. Se a Bologna e provincia
                            Critelli segretario pro-             il Pd perdesse anche solo uno dei collegi uninomi-
                            vinciale o parlamentare              nali, si potrebbe aprire la strada alla vittoria sia in
                            verranno affrontati».                Regione nel 2019 che in Comune nel 2021.

                                                          Quindici - 9
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
Paolo Maria Veronica, M5S                                       Igor Taruffi, LeU
«A BOLOGNA IL PD È UNA SPECIE DI MADONNA                       «NOI L'UNICA SINISTRA. RENZI E BERLUSCONI
ANCHE MIA MADRE NON MI VOTA»                                   NON VOGLIONO UNA MAGGIORANZA NITIDA»
Paolo Maria Veronica, comico candidato per la                  Igor Taruffi, consiglie-
prima volta alla Camera, le divisioni a sinistra               re regionale di Sinistra
favoriranno altri partiti?                                     Italiana, le divisioni a si-
«Il movimento troverà sicuramente spazio. Forse                nistra favoriranno altri
la lista di Grasso potrà avere consenso da quella              partiti?
sinistra delusa. Non è però un problema del Mo-                «Sinceramente non vedo
vimento, perché è sempre stato qualcosa di com-                divisioni a sinistra. Per
pletamente diverso, distaccato sia dalla sinistra che          la prima volta si presen-
dalla destra. Confluisce di tutto».                            ta unita in un'unica lista:
Quali sono i temi su cui vi concentrerete in que-              quella di Liberi e Uguali.
sta campagna elettorale?                                       In realtà non esistono coa-
«Il movimento si batte per un rinnovamento totale              lizioni, ma singole liste che
di quello che è ormai un sistema vecchio. Un siste-            si presentano alle elezioni
ma che inserisce nelle posizioni importanti amici e            e sono tutte concorrenti.
parenti. Va completamente ristrutturato, demolito.             Non vedo come possiamo favorire gli altri».
Bisogna ricominciare completamente da capo, so-                Quali sono i temi su cui vi concentrerete in questa
prattutto rivoluzionare e cambiare la scuola. Quel-            campagna elettorale?
la dell'obbligo è dell'età della pietra».                      «Il lavoro, la priorità del Paese in questo momento.
E i punti di forza dei vostri candidati?                       Intendiamo modificare la legislazione introdotta, re-
«Ho visto una sfilata di persone eccellenti. Ricerca-          cuperare i diritti e contrastare la precarietà che in
tori, professori, chirurghi, gente di un livello stra-         questi anni è stata incentivata. Un altro è la sanità. In
ordinario. Chi ha dato un forte contributo nel ter-            Italia un numero sempre crescente di persone rinun-
zo mondo, chi alla lotta contro la mafia. Tutti uniti          cia alle cure perché non ha la possibilità di pagarle,
da questa voglia di cambiare».                                 questo non è accettabile».
La governabilità sarà garantita con questa nuova               E i punti di forza dei vostri candidati?
legge elettorale?                                              «Sui collegi bolognesi abbiamo candidature di alto
«Questo è un vero terno al lotto. Con la legge at-             livello. Vasco Errani rappresenta la migliore tradi-
tuale il Movimento dovrebbe fare un exploit incre-             zione del riformismo e pragmatismo emiliano. La
dibile per ottenere la governabilità. Ne sarei felice,         candidata all’uninominale di Bologna Anna Falcone
ma realisticamente non saprei. Probabilmente si                è stata impegnata nella battaglia del referendum per
cercheranno degli interlocutori».                              la difesa della costituzione. L'ex docente Paola Bono-
Quanto inciderà il risultato ottenuto nei collegi              ra, da sempre vicina al mondo della sinistra bologne-
bolognesi su quello nazionale?                                 se, competente anche sull'urbanistica».
«Inciderà moltissimo. Bologna, lo sappiamo, è la               La governabilità sarà garantita con questa nuova
roccaforte del Pd, della sinistra, per cui non c'è             legge elettorale?
niente da fare. Anche mia madre non mi vota, per               «Il vero scopo di questa legge è quello di impedire la
quanto mi voglia bene. Per loro la sinistra è una              formazione di una maggioranza nitida dopo le ele-
specie di Madonna, è un credo che difficilmente si             zioni. Questo è stato l'obiettivo che hanno condiviso
riesce a superare. C'è sempre stata questa passio-             il Pd di Renzi e Berlusconi. Una sinistra forte sareb-
ne per il partito. La grande delusione degli elettori          be il vero antidoto alle larghe intese».
porterà però molti a votare le liste di Grasso. Si ren-        Quanto inciderà il risultato ottenuto nei collegi
dono conto che il Pd è diventato la nuova Dc. Con i            bolognesi su quello nazionale?
                            5 stelle c'è un rapporto di        «Penso che in Emilia-Romagna si stia giocando una
                            astio da parte degli adep-         partita molto chiara. Da un lato ci sono Errani e
                            ti, è quasi intrinseco nel         Guerra, dall'altro ci sono Casini e Lorenzin. Se ri-
                            loro dna».                         usciremo a dimostrare che gli elettori della Regione
                            Cambierà qualcosa a li-            non intendono rassegnarsi a morire democristiani,
                            vello territoriale dopo            forse avremo dato un segnale importante».
                            le elezioni del 4 marzo?           Cambierà qualcosa a livello territoriale dopo le
                            «Nel momento in cui ci             elezioni del 4 marzo?
                            sarà un buon risultato,            «Sono mesi che stiamo cercando di dare corpo a un
                            vorrà dire che sarà avve-          progetto politico di sinistra per la Regione e conti-
                            nuta una piccola rivolu-           nueremo a farlo. Se i cittadini ci dimostreranno la
                            zione».                            loro fiducia potremmo farlo ancora più spinto».

                                                      Quindici - 10
Bologna Mazzini                               CAMERA                        San Giovanni in Persiceto
    •    Centrosinistra – Andrea de Maria                                       •    Centrosinistra – Francesco Critelli

                                                  UNINOMINALI
    •    Centrodestra – Paola Scarano                                           •    Centrodestra – Giuseppe Vicinelli
    •    M5S – Alessandra Carbonaro                                             •    M5S – Davide de Matteis

                                                    COLLEGI
    •    LEU – Anna Falcone                                                     •    LEU – Marco Macciantelli

    Bologna Casalecchio                                                          Imola
    •    Centrosinistra – Gianluca Benamati                                     •    Centrosinistra – Serse Soverini
    •    Centrodestra – Eugenia Roccella                                        •    Centrodestra – Simonetta Mingazzini
    •    M5S – Paolo Maria Veronica                                             •    M5S – Claudio Frati
    •    LEU – Paola Bonora                                                     •    LEU – Paola Lanzon

                    •   Carla Cantone                                                              •    Nunzia De Girolamo
                    •   Luca Rizzo Nervo                                                           •    Galeazzo Bignami

                                                    PLURINOMINALE
                    •   Giuditta Pini                                                              •    Erica Seta
                    •   Benedetto Zacchiroli                                                       •    Giuseppe Vicinelli

                    •   Matteo Dall'Osso
                    •   Alessandra Carbonaro
                    •   Davide De Matteis
                    •   Valentina Ferretti

                    •   Gianni Tonelli                                                         •       Pier Luigi Bersani
                    •   Paola Scarano                                                          •       Cecilia Maria Guerra
                    •   Luciano Baccilieri                                                     •       Giovanni Paglia
                    •   Elisabetta Giberti                                                     •       Paola Bonora

Bologna                                           SENATO                              COLLEGIO
•
•
        Centrosinistra – Pier Ferdinando Casini
        Centrodestra – Elisabetta Brunelli                                           UNINOMINALE
•       M5S – Michela Montevecchi
•       LEU – Vasco Errani
                                                                                               •       Daniele Manca
                    •   Anna Maria Bernini                                                     •       Teresa Bellanova
                    •   Luigi Amicone                                                          •       Ernesto Carbone
                    •   Cristina Coletti                                                       •       Francea Puglisi
                                                     PLURINOMINALE

                    •   Fabrizio Ragni

                                                                                               •       Michela Montevecchi
                                                                                               •       Marco Croatti
                                                                                               •       Elisa Bulgarelli
                                                                                               •       Davide Brunelli

                    •   Vasco Errani                                                           •       Lucia Borgonzoni
                    •   Maria Baredi                                                           •       Maurizio Campari
                    •   Ignazio Belfiore                                                       •       Maria Marabini
                    •   Eulalia Grillo                                                         •       Roberto Biondi

                                                                     Quindici - 11
Cronaca

    Inizio anno tragico per i pedoni, polemiche sulle parole dell'assessore

          Gli utenti deboli vittime della città distratta

Smartphone, cuffie e fretta tra i nuovi pericoli della strada. Calano incidenti
mortali tra veicoli, ma per chi si muove a piedi è stato un gennaio nero

di Giorgio Zamorani

Il bilancio degli incidenti nella zona metropolitana            sono stati infatti otto i morti sulle strade, quaranta-
di Bologna rivela un inizio 2018 drammatico. Solo               tré fino a giugno con una media di 7,16 vittime al
nel mese di gennaio si contano sette vittime della              mese. In particolare è in calo il numero di incidenti
strada. A preoccupare particolarmente è il numero               mortali tra veicoli: trentuno nel primo semestre del
di morti considerati utenti deboli (ciclisti e pedo-            2017 con una media di 5,16, mentre sono tre le vit-
ni): sono infatti quattro i pedoni che hanno perso              time del 2018. A morire di più sono sono però istati
la vita nei primi trenta giorni dell’anno. Una donna            i pedoni: dieci tra gennaio e giugno 2017 con una
di 49 anni e tre anziani di 79, 81 e 76, quasi tutti            media di circa tre morti ogni due mesi, cifra pur-
investiti vicino alle strisce pedonali. Confrontan-             troppo già superata in un mese solo. Le polemiche
do i numeri di questo gennaio con i dati raccolti               sull’argomento sono state accese dalla provocazio-
dall’Osservatorio dell’incidentalità stradale della             ne dell’assessore alla Mobilità Irene Priolo, che ha
Città metropolitana di Bologna nei primi sei mesi               denunciato la piaga della distrazione dovuta all’uso
del 2017, si notano le due facce della medaglia dello           dei telefoni cellulari. Sono state molto enfatizzate le
stato delle strade bolognesi. Da un lato il leggero             critiche alla costante disattenzione degli utenti de-
calo dei morti totali, dall'altro l'aumento delle vitti-        boli che vivono la strada con lo sguardo chino sullo
me tra gli utenti deboli, appunto. Nel gennaio 2017             schermo dello smartphone. Ormai questa è la re-

                                                      Quindici - 12
altà dei giorni nostri: è rarissimo girare per strada
senza veder persone con le cuffie nelle orecchie e
l’attenzione rivolta al telefonino. Ma non è questa la
principale causa degli incidenti, considerando so-
prattutto che gli utenti più colpiti sono gli anziani.
Sul tema della situazione delle strade abbiamo sen-
tito l’ex assessore e ora consigliere comunale, An-
drea Colombo che aveva fatto della tutela di pedoni
e ciclisti una sua crociata: «Le statistiche parlano
chiaro, sono tutte coerenti nell’indicare tre cause:
la guida distratta per smartphone, le violazioni dei
limiti di velocità e il mancato rispetto delle prece-
denze. Ad affermarlo sono polizia stradale, Istat e
Aci (Automobile club d’Italia). Bisogna intervenire
su queste cause principali, lo dico con grande chia-
rezza: tutte le violazioni devono essere multate a
prescindere che siano commesse da automobili, ci-
clomotori, ciclisti o pedoni». Colombo ha poi com-               Andrea Colombo, ex assessore alla Mobilità e ai Trasporti
mentato le polemiche degli ultimi giorni sulle paro-
le di Priolo e su quelle del sindaco Merola che si era           «Purtroppo stanno aumentando gli
scagliato contro le "bici selvagge": «I dati oggettivi
ci dicono che, per fortuna, stanno diminuendo gli                incidenti che vedono coinvolti cicli-
incidenti mortali fra vetture e fra vetture e ciclo-
motori, mentre purtroppo sono in aumento quelli
                                                                 sti e pedoni» dice Andrea Colombo,
che vedono coinvolti i ciclisti e i pedoni. Bisogna              ex assessore alla Mobilità
agire sui comportamenti più pericolosi di cui pe-
doni e ciclisti sono vittime irresponsabili. A Bolo-             la prevenzione e sulla repressione. Campagne infor-
gna siamo entrati in un dibattito sia sulla sicurezza            mative che richiamino tutti al rispetto delle regole e
stradale sia sull’educare i pedoni e i ciclisti distratti        facciano conoscere questi dati statistici. Prevenzio-
e sul togliere gli autovelox. Ma Aci stima che tre su            ne vuole dire fare interventi strutturali nelle strade
quattro incidenti sono causati da distrazione alla               per renderle più sicure, per esempio creando stri-
guida. Aggiungo che usare il telefonino alla guida è             sce pedonali con dei dossi. Repressione vuole dire
una violazione del codice della strada mentre a pie-             attenzione maggiore dei vigili sul mancato rispetto
di è imprudente ma non vietato, c’è una sostanziale              delle regole, per esempio le violazioni di preceden-
differenza». Colombo ha concluso spiegando quale                 za. È una trasgressione continua, ma viene multata
sia secondo lui la strada da seguire per migliorare la           rarissimamente. L’educazione stradale viene già af-
situazione: «Io credo che ci sia bisogno di agire sul-           frontata, è necessario che la politica dia messaggi

                                                       Quindici - 13
cause degli incidenti stradali. Siamo oggettivamen-
                                                               te di fronte all’incremento del numero dei morti ma
                                                               le risposte che vengono date sono vaghe. I compor-
                                                               tamenti pericolosi che provocano gli incidenti sono
                                                               dati e chiari: violazione dei limiti di velocità, man-
                                                               cato rispetto di rallentamento in prossimità delle
                                                               strisce pedonali e utilizzo dei telefonini. La colpe-
                                                               volizzazione delle vittime serve solo a non sconten-
                                                               tare nessuno».
                                                               Ha proseguito sulle possibili soluzioni: «Per risol-
                                                               vere questa tragica situazione servirebbe, nel lungo
                                                               periodo, una forte politica di cambiamento della
                                                               mobilità mentre al momento questi temi vengono
                                                               continuamente rimandati. Sarebbe molto impor-
                                                               tante disincentivare l’utilizzo del mezzo privato per
                                                               brevi tratti di strada (sotto i 5 chilometri), evitan-
                                                               do di prendere la propria macchina, preferendole i
                                                               mezzi pubblici o le biciclette. Mentre nell’immedia-
                                                               to bisognerebbe far rispettare il codice della strada
                                                               che, per quanto non sia perfetto e da rinnovare, è
giusti, nel senso di coerenti con quelli che i dati og-
gettivi ci dicono. Ad esempio, la campagna contro i
pedoni e i ciclisti selvaggi è pericolosa, diseducativa
                                                               «Sarebbe molto importante disin-
e insinua un’idea sbagliata sugli incidenti».                  centivare l'utilizzo del mezzo privato
Alice Fanti, del comitato di SalvaCiclisti Bologna,
dopo aver specificato di non voler attaccare la Prio-          sotto i cinque chilometri, favorendo
lo, consapevole dell’enfatizzazione dei media sulle
sue dichiarazioni, ha chiarito i reali timori: «Siamo
                                                               l'utilizzo di autobus o biciclette»
preoccupati non dall’accusa agli utenti deboli ma              Alice Fanti di SalvaiCiclisti
dall’assenza di presa di posizione nel citare le vere
                                                               estremamente chiaro».
                                                               Stessa linea tenuta da Paola Forte, di Bologna Pedo-
                                                               nale che ha aggiunto come sia la frenesia della città
                                                               ad aver aggravato la condizione delle strade: «In ge-
                                                               nerale è cambiato il ritmo della città, bisogna ripor-
                                                               tare i cittadini a muoversi in strada consapevoli che
                                                               sia uno spazio condiviso. Bisogna richiamare tutti
                                                               alle proprie responsabilità, le quali ovviamente cre-
                                                               scono al crescere della pericolosità in caso di impat-
                                                               to. Ci si deve rendere conto che più un mezzo è pe-
                                                               sante e più è pericoloso e necessita di una maggiore
                                                               attenzione. Gli incidenti stanno aumentando ma le
                                                               strade sono sempre quelle, a cambiare è l’approccio
                                                               degli utenti su di esse, la città è diventata nervosa.
                                                               Sulla strada viene sfogata la rabbia della città. Rab-
                                                               bia e distrazione sono un mix mortale».
                                                               La strada è un spazio comune, condiviso da tutti i
                                                               cittadini. Per ogni utente che la affronta consape-
                                                               volmente, per educazione o perché informato sulle
                                                               ultime tragedie o coinvolto più o meno direttamen-
                                                               te da un evento passato, ce ne sono tanti altri che
                                                               non pensano che le strade possano essere tanto utili
                                                               quanto pericolose. La mente umana è portata a “ri-
                                                               lassarsi” nella routine; questo spinge molti utenti a
                                                               cui non è mai successo nulla, nonostante comporta-
                                                               menti irregolari o poco responsabili, a distrarsi e a
                                                               ripetere atteggiamenti pericolosi. Una cosa è certa:
                                                               cinque minuti di ritardo o una telefonata in meno
                                                               non valgono una vita persa.

                                                     Quindici - 14
Società

    A Bologna si è concluso il primo corso per operatori sessuali. E ora?

                                 L'orgasmo non è disabile

Una figura professionale che si muove tra moralismo diffuso e grande richiesta
d’aiuto. E al Cassero, intanto, un gruppo affronta la battaglia per l’omodisabilità
di Vittorio Russo

C
            i sono genitori che ricorrono alla                    lata. La conseguenza è un bisogno negato dall’essere
            prostituzione o, ancor peggio, costretti              “imperfetti”, da un aspetto fisico lontano dai canoni
            a soddisfare personalmente i bisogni dei              estetici dominanti e dai pregiudizi. È questo il dramma
            figli. Un dramma nel dramma». A parlare è             della sessualità dei disabili. Fra disabili e con disabili.
            Anna, che con altre sedici persone nei mesi           Un sesso di serie B, quello di persone deboli e impo-
scorsi ha seguito, a Bologna, il primo corso in Italia per        tenti a colmare quel vuoto, che gli Oeas provano a ri-
la formazione di operatori all’emotività, all’affettività         dimensionare, aiutando anche i loro familiari, talvolta
e alla sessualità dei disabili. Gli Oeas - si chiamano            privi di un supporto e di una cultura tali da impedir-
così - curano l’intimità dei diversamente abili, i loro           ne l’isolamento. L’assistente sessuale è una figura non
corpi, mutilati o manomessi da deficit neurologici, ma            ancora riconosciuta in Italia, diversamente da quanto
pur sempre corpi. Come quelli delle persone normali.              accade in altri paesi d’Europa, come la Svizzera e l’Au-
In entrambi i casi c’è uno scheletro e un involucro di            stria, dove esiste da almeno quindici anni. Nel nostro
pelle. In entrambi i casi esistono desideri, sensazioni           paese, infatti, il livello normativo è ancora dormiente:
fisiche e impulsi erotici da soddisfare.                          il disegno di legge nazionale firmato dal parlamenta-
Eppure, ancora dilagante è l’idea del disabile quale es-          re Pd, Sergio Lo Giudice, langue in Senato dall’aprile
sere angelico ed eterno bambino senza necessità ses-              2014; la proposta di legge avanzata in Regione Lom-
suali. Un’atavica credenza dalla quale pare si affranchi-         bardia dai consiglieri del Movimento 5 Stelle lo scorso
no in alcuni casi solo i maschi disabili, a scapito delle         luglio non ha avuto sorte migliore.
femmine, la cui sessualità è, invece, del tutto cancel-           «Voglio aiutare i soggetti diversamente abili a speri-

                                                        Quindici - 15
mentare l’erotismo e la propria sessualità, capendo pri-
ma di tutto quale disabilità affligge la persona, se fisica
o cognitiva - afferma Anna, fotografa trentaduenne
del comune di Venezia - attraverso consigli, sugge-
rimenti e, se necessario, anche con la presenza fisica.
Ma sono esclusi i rapporti sessuali. Il limite massimo
è la masturbazione: non facciamo sesso a pagamento.
Noi non siamo escort». L’Oeas non è il sostituto di un
partner né una prostituta. Non ci si può improvvisare
assistente sessuale: servono sensibilità e empatia, pro-
fessionalità e competenze.
Da qui, un percorso formativo accanto a psicologi, psi-
coterapeuti, sessuologi e specialisti per ottenere una
preparazione qualificante, cosa che chi si prostituisce
non fa. Inoltre, se chi mercifica il proprio corpo cerca
a volte di fidelizzare il cliente, l’obiettivo dell’assisten-              Tutte le foto sono di Anna Pierobon
te sessuale è l’opposto. L’Oeas deve fare in modo che
il disabile possa non aver più bisogno di lui. E il suo                    indirizzare al meglio le energie intrappolate nel cor-
compenso, ancora non quantificato, serve a evitare che                     po della persona con disabilità». Non sono pochi i
gli operatori siano percepiti dai disabili e dalle loro fa-                casi di disabili, soprattutto cognitivi, che esternano le
miglie come qualcosa di cui potersi servire quando e                       loro esigenze fisiche in modo disfunzionale, mediante
come si vuole. «Quello con i pazienti è un percorso                        sentimenti di rabbia e aggressività. Il loro corpo, nel-
fatto di un numero predefinito di incontri allo scopo                      la ricerca del piacere, può avere reazioni disparate e
di tutelare noi stessi e anche i disabili. Bisogna ovvia-                  mostrare l’esigenza di altri tipi di pratiche, che vanno
re a particolari coinvolgimenti emotivi da parte loro»                     al di là dei normali rapporti sessuali, della comune pe-
tiene a precisare Anna che, come gli altri suoi colleghi                   netrazione. Il compito dell’operatore è, quindi, aiutare
di corso, uomini e donne tra i 25 e i 45 anni, di diverso                  il disabile nella scoperta di queste nuove vie verso il
orientamento sessuale e background, non lavora anco-                       piacere, nei propri studi o a domicilio.
ra da assistente sessuale.                                                 È entusiasta Anna nel descrivere il suo futuro mestie-
Tutti loro, concluse le duecento ore di formazione in                      re, anche se preferisce parlare di un «impegno civico»
aula, a febbraio inizieranno il tirocinio presso le asso-                  e non di un lavoro vero e proprio. Soprattutto, la de-
ciazioni e le strutture che hanno aderito al progetto.                     terminata fotografa di matrimoni con un post-laurea
«Abbiamo fatto tanta pratica su noi stessi, sul nostro                     in bioetica, è fiera della sua scelta: «Grazie alla mia
corpo e non su persone esterne. Siamo partiti dall’au-                     formazione e alla mia sensibilità verso ciò che è tabù,
to-ascolto e dal training autogeno, fondamentali per                       ho sempre ritenuto giusto occuparmi di questioni così

       Lesbiche. Gay. Bisex. Trans.                                                         te all’ansia del coming out e alla lotta con-
       Ma soprattutto disabili. Sono i        GLI LGBT SALTANO                              tro i luoghi comuni sui gay, subivo angherie
       membri del gruppo Jump, dal                                                          per la mia disabilità. Per molti essere disa-
       2015 luogo di socializzazione             CON "JUMP"                                 bili equivale a essere stupidi. Poi, mi sono
       e di ritrovo delle persone Lgbt                                                      dichiarato e sono diventato più forte». È la
       con disabilità. Nato all’interno                                                     stessa esperienza di Giuseppe Varchetta, 23
       del circolo Arcigay Cassero di                                                       anni ed evidenti difficoltà motorie. L’attivista
       Bologna, Jump è l’unica realtà attiva in Italia per il ricono-     Lgbt approdato a Bologna dalla provincia napoletana, no-
       scimento del diritto alla vita indipendente delle persone          nostante la sua patologia, è riuscito ad avere una buona vita
       disabili e omosessuali in merito alla loro affettività e ses-      sessuale. Ma esistono persone in condizioni più gravi e per
       sualità. «Noi di Jump ci supportiamo l’un l’altro, per sentirci    le quali Giuseppe ritiene necessario il supporto dell’opera-
       meno soli. Facendo rete con altri gruppi e associazioni, che       tore sessuale. Anche i loro corpi devono conoscere il piace-
       si occupano sia di disabilità sia di omosessualità, vogliamo       re, senza essere percepiti solo come una gabbia di dolore.
       far capire che anche noi possiamo far sesso» dice Pierlui-         Perché la sessualità esiste anche per loro ed è un diritto, che
       gi, affetto da una malattia neurologia e referente del grup-       deve compiersi non per forza col sesso a pagamento o con
       po. Un “salto” oltre le barriere, i pregiudizi e gli stereotipi,   i genitori che soddisfano i figli. «Ma – specifica Giuseppe
       cause della doppia discriminazione subita dai disabili e del       – oltre all’Oeas, serve anche un’adeguata campagna infor-
       loro isolamento. «Per me, disabile e omosessuale, per molto        mativa. Soprattutto, ricordiamoci di non generalizzare: non
       tempo è stata una sfida quotidiana. Contemporaneamen-              tutti i disabili hanno bisogno di assistenza sessuale».

                                                                 Quindici - 16
«Mentre aumentano le richieste
d’aiuto dai genitori e dagli stessi
disabili, niente cambia in ambito
legislativo e associativo» racconta
Max Uliveri, fondatore del comita-
to Love Giver
delicate. È un impegno che so di poter sostenere: c’è
tanto bisogno d’aiuto».
Proprio le oltre duemila richieste d’aiuto hanno per-
messo l’attivazione del corso per operatori sessuali, or-
ganizzato e presentato dal comitato Love Giver come
una risposta di "disobbedienza civile" al vuoto legisla-
tivo esistente in materia. In prima linea Max Ulivieri,
fondatore del comitato, affetto da una neuropatia mo-
toria-sensitiva. «Mentre aumentano le richieste d’aiu-
to e dei genitori e dei disabili stessi, niente cambia in
ambito legislativo. Per di più, non ci sono state finora
forti prese di posizione da parte delle grandi associa-          Difatti, al di là dei discorsi di facciata sulla vita indi-
zioni» dice Ulivieri, infastidito dal solo appoggio ver-         pendente e le barriere architettoniche da abbattere,
bale che le stesse danno al problema.                            quando si parla di sessualità, specialmente se riferita ai
Le grandi associazioni temono che affiancare il loro             disabili, vi è ancora ipocrisia e un diffuso moralismo.
nome agli Oeas crei scompiglio, impedendo così alle              È vero, se ne discute oggi più che in passato, tavole
istituzioni di comprendere la reale portata del proble-          rotonde e convegni in merito spuntano ormai come
ma. «Un vero e proprio circolo vizioso, in cui io posso          funghi, ma la sessualità dei disabili, lontana dall’essere
solo stuzzicare le autorità. Tutti sappiamo che esiste           tematizzata come discorso pubblico, è quasi sempre
il problema, ma nessuno lo affronta concretamente».              un argomento preso alla lontana. Si parte dall’educa-
                                                                 zione sessuale, che potrebbe anche andar bene come
                                                                 filone, se non fosse che il problema è tutt’altro. «Ses-
                                                                 sualità non significa solo discutere del corpo. Sessua-
                                                                 lità è anche sapere e poter vivere il corpo quale fonte
                                                                 di piacere e libertà, almeno per un po’». È scoraggiato
                                                                 Max: per lui rispetto alla figura dell’Oeas non sembra-
                                                                 no esserci prospettive di riconoscimento: «Già è tanto
                                                                 che ci sia stato il corso. Non è il massimo, ma gli as-
                                                                 sistenti sessuali servono. È un inizio, c’è ancora molto
                                                                 da fare».
                                                                 Non tutti i diversamente abili hanno bisogno dell’Oe-
                                                                 as. Ci sono disabili che sono riusciti ad avere una vita
                                                                 sessuale normale e relazioni stabili. E c’è anche chi si è
                                                                 sposato ed è diventato genitore. Barbara, 35 anni e una
                                                                 tetraparesi spastica, da sei è moglie di Fabio e madre
                                                                 di Damiano. «Quando ho scoperto di essere incinta
                                                                 ho avuto paura, ma non ho mai pensato di far un tor-
                                                                 to a mio figlio, mettendolo al mondo». Si è mamma
                                                                 anche se si è seduti su una sedie a rotelle o con una
                                                                 protesi alla gamba.
                                                                 E si è figli allo stesso modo, anzi con qualcosa in più:
                                                                 la possibilità di non aver paura del diverso e una mag-
                                                                 giore empatia verso il prossimo. Ha fatto questo Bar-
                                                                 bara, donna forte e moglie coraggiosa che ha reso la
                                                                 disabilità il suo punto di forza. Perché la disabilità non
                                                                 è una mancanza, ma una dimensione della diversità,
                                                                 in cui è possibile amare e fare l’amore. Dare la vita.

                                                       Quindici - 17
Economia

   Dentro una delle aziende che ha rivoluzionato il mondo del packaging

                           Marchesini Group: noi, roBOt

Siamo entrati nello stabilimento dove si producono i macchinari che
confezionano farmaci e cosmetici. Da un garage a una fabbrica da
300 milioni. Qui l'intelligenza artificiale è già una realtà

di Elena Puglisi

U
               na fila di siringhe scorre sul nastro           lavoro a 1200 dipendenti. Seicento di questi si trovano
               trasportatore, un braccio robotico              a Pianoro, quartier generale della produzione, dove
               le sposta a gruppi di quattro dentro            dentro i capannoni le idee delle società farmaceutiche
               delle confezioni di plastica in cui un          prendono vita. È lì che nel 1974 Massimo Marchesini
               altro robot ha posizionato due aghi             progettò, nel suo garage, la prima astucciatrice.
sterilizzati. Il nastro continua a scorrere, mentre un         Un macchinario rudimentale che è ancora visibile
software controlla che ogni confezione sia sigillata.          all’ingresso dell’edificio, quasi a ricordare la volontà
Un rullo posiziona l’etichetta e spinge avanti la              della famiglia stessa nel tenere le redini della società.
siringa e i due aghi già incartati verso un blocco             Dietro ad ogni singola macchina c'è un progetto ad
metallico che li infila in un’apposita scatola. Darco          hoc: un team di ingegneri e meccanici studia un pro-
De Pietri, dipendente della Marchesini, parla con              dotto confezionato su misura che risponda alle esigen-
orgoglio di questa macchina che lui stesso definisce           ze e alle richieste del cliente.
unica: «C’è voluto un anno per realizzare i singoli            Dopo questa prima fase, si passa alla costruzione vera
pezzi e assemblarli». Questo gigante di tre metri fatto        e propria della macchina, passando per le sedi di-
di bulloni e ingranaggi è solo una delle centinaia di          staccate del Gruppo che producono i singoli pezzi da
macchine automatiche per il confezionamento che                assemblare poi in quella di Pianoro. Grazie alla loro
l’azienda produce e spedisce in tutto il mondo, dando          modularità, le linee Marchesini sono in grado di assu-
                                                     Quindici - 18
Un'eccellenza che il Gruppo
Marchesini ha costruito
negli anni, diventando una delle
big della Packaging valley
emiliano-romagnola
mere diverse forme geometriche, garantendo sempre
la massima flessibilità. Il prodotto finale è indubbia-
mente una Ferrari del confezionamento che può ar-
rivare a costare fino ad alcuni milioni di euro. Un’ec-
cellenza che il Gruppo Marchesini ha costruito negli
anni, diventando una delle big della Packaging Valley
emiliano-romagnola, affianco alle concorrenti Ima e
Gd.
«Il lavoro non manca mai qui» confessano un mec-
canico, un elettricista e un elettronico riuniti attorno
ad una macchina. Sorridenti nelle loro tute da lavoro
spiegano che l'imballaggio dei farmaci è un procedi-
mento complesso, che richiede molti controlli. Discor-
so diverso vale per i cosmetici che necessitano di costi
e tempi di produzione inferiori. Un settore in continua          trasportatore fino ad arrivare a un braccio meccanico
crescita che ha permesso al Gruppo di non sentire il             che con un movimento, rapido e ripetitivo, mette il
peso della crisi e di aumentare il suo fatturato del 9%          tappo e lo avvita. Il flacone scorre avanti nella catena
nel 2015, fino a raggiungere i 297 milioni di euro di            di montaggio, viene confezionato e inserito nello sca-
fatturato a fine 2016. Mentre i dipendenti studiano un           tolone, pronto per essere spedito in uno dei 116 Paesi
sistema per evitare di interrompere la produzione, la            in cui il Gruppo esporta. Questa nuova macchina per
macchina lì accanto a loro si aziona e rivela la sua fun-        il confezionamento di creme è il risultato dell’ultimo
zione.Un contenitore di plastica soffia dentro un fla-           investimento del 2017 con l’acquisizione di Dumek,
cone un liquido bianco che scorre avanti su un nastro            azienda specializzata nel settore cosmetico.
                                                                 Ciò che colpisce l'occhio inesperto, però, è la presen-
                                                                 za di piccoli robot. Veri e propri bracci meccanici che
                                                                 spostano il prodotto da un nastro trasportatore all'al-
                                                                 tro. Ogni movimento è un brevetto e il punto di forza
                                                                 è proprio il meccanismo di “pick and place” che spo-
                                                                 sta l'oggetto lungo tutto il flusso di produzione. L’ado-
                                                                 zione dei robot utilizzati nelle macchine Marchesini
                                                                 risale al 2000 con l’impegno di progettarli, produrli
                                                                 e assemblarli internamente all’azienda. L’obiettivo è
                                                                 quello di proporre ai clienti macchine con soluzioni
                                                                 innovative, in grado di velocizzare la produzione e di
                                                                 rispettare i requisiti del settore farmaceutico.
                                                                 Il presidente Maurizio Marchesini spiega: «La richie-
                                                                 sta di robot nelle macchine è aumentata con gli anni,
                                                                 sono una parte fondamentale e noi ci crediamo mol-
                                                                 to». I robot possono fare qualsiasi cosa, un software gli
                                                                 ordini e questo risponde alle richieste di personalizza-
                                                                 zione e flessibilità dei clienti.
                                                                 Questi piccoli gioielli dell’automazione fanno della
                                                                 Marchesini un’impresa che rispetta le nuove esigenze
                                                                 dell’industria 4.0, un concetto fumoso che ancora spa-
                                                                 venta i lavoratori e i sindacati. Il presidente del grup-
                                                                 po, però, rassicura sul tema: «Non è detto che le cose
                                                                 peggiorino. L’industria 4.0 è un lento divenire e i robot
                                                                 rientrano indubbiamente in questo concetto. Contri-
                                                                 buiranno a ridurre ancora di più la fatica fisica, quindi
                                                                 sarà un problema di formazione per sostituire i lavori
                                                       Quindici - 19
meccanici con altri più elevati». L’esempio che propo-
ne è quello di una macchina che si occupa di realizzare
elementi per altre apparecchiature, tra cui anche pezzi
di robot. Il lavoratore programma la macchina che poi
è perfettamente in grado di lavorare da sola, senza la
presenza del dipendente. In caso di malfunzionamen-
to, la macchina, tramite un’applicazione, chiama a casa
il lavoratore che decide se è il caso di andare sul posto
per risolvere il problema.
«Questa è una realtà che già esiste e non è regolata da
nessun contratto collettivo nazionale, ma io credo che
lavorare da casa sia più confortevole che stare fisica-
mente in fabbrica». Spiega ancora Maurizio Marche-
sini che non smetterà di investire sull’automazione,
elemento fondamentale per l’azienda che dà lavoro a
molti professionisti.

 Un'acquisizione verso il futuro
 La corsa di Marchesini verso l’industria 4.0 ha              rare la produzione e prevedere l’usura delle macchine.
 raggiunto un importante traguardo: è di merco-               Basterà disegnare sul monitor un pezzo del-
 ledì 31 gennaio l’ultima acquisizione del 48% di             la macchina per vederlo poco dopo uscire da un
 SEA Vision, società leader nella creazione di si-            grande blocco unico di diversi metri che occu-
 stemi usati per l’anticontraffazione dei farmaci.            pa una stanza intera. L’uso di stampanti laser 3D
 Un’operazione dal valore di 125 milioni di euro              per plastica, per metallo e per materiali compo-
 che, insieme alla costruzione di una sede a Pia-             siti consentirà una maggiore personalizzazione.
 noro per la nuova divisione cosmetica, pro-                  Con queste strategie il gruppo Marchesini si
 spettano un biennio sicuramente redditizio.                  propone di far lievitare il fatturato di quest'an-
 Nel quartier generale, inoltre, verrà inaugurato un nuo-     no, che supererà i 300 milioni di euro, grazie an-
 vo capannone interamente dedicato alla stampa 3D.            che agli ordini in arrivo soprattutto dall’Euro-
 Questo reparto ipertecnologico sarà utile per monito-        pa, dalla Russia, dalla Cina e dagli Stati Uniti.

                                                       Quindici - 20
Sport

       Uno spazio che fa di Bologna la capitale degli sport underground

                                              I maghi di Oz

Con 7,5mila metri quadrati e oltre 7mila iscritti, l’Eden Park di via Stalingrado è il più gran-
de impianto indoor d’Europa per la pratica di bmx, arrampicata e parkour. Qui si allena
Asia Lanzi, sedicenne campionessa italiana di skateboard e in odore di Olimpiadi

di Irene Moretti

S
        to qui e lo guardo estasiato mentre vola.               abusive. Un’intera ala era stata addirittura data alle
        Perché vola, sai? Su quella bicicletta mio              fiamme, i vetri rimasti intatti erano pochissimi e le
        figlio vola». Lo sguardo di Andrea, 44 anni,            tubature - soprattutto quelle in rame - erano state
        estasiato lo è veramente mentre il figlio, che          rubate. In quell’anno, dopo l’ennesimo sgombero, lo
        non ha nemmeno dieci anni, affronta su                  spazio fu affidato in comodato d’uso all’associazione
una bmx (bicicletta da cross) più grande di lui una             Planimetrie Culturali e all’associazione sportiva
rampa altissima. E come il piccolo Davide, di bambini           dilettantistica Eden, che si occupava solo di parkour.
armati di casco e ginocchiere ce ne sono tantissimi.            Poi sono arrivati lo skateboard, il ciclocross (bmx),
Qualcuno sulla bmx, appunto; altri, invece, impegnati           l’arrampicata, attività circensi come trapezio e tessuti
a sfrecciare su uno skateboard o a saltare tra gli              aerei e i praticanti sono passati dagli ottocento del
ostacoli e le piattaforme del parkour: molti degli oltre        primo anno ai circa settemila di cui sopra.
settemila tesserati di Oz Bologna e del suo gigantesco          Solitamente non si fa fatica a riconoscere chi si sta inol-
Eden Park sono infatti bambini. Non è stato sempre              trando su via Stalingrado per raggiungere questo giar-
così, però. Quando il progetto è nato, nel 2012, negli          dino dell’Eden degli sport freestyle, spesso con bmx
immensi locali della ex Samputensili di via Stalingrado         o skateboard alla mano: «La sera qua abbiamo gente
regnava il degrado assoluto: 16mila metri quadrati              di tutti i tipi: dai “fricchettoni” delle arti circensi alla
abbandonati, in balia di razzie, spaccio e occupazioni          studentessa che fa yoga. Non siamo i classici calciatori.
                                                      Quindici - 21
Abbiamo tantissime nicchie che hanno generato tante
passioni: qui le passioni si creano ed è questa la cosa
bella», dice Calogero “Lillo” Passarello, presidente di
Eden S.d. e coordinatore dell’intera area sportiva.
Non solo sport, ma anche molte attività tra cultura e
sociale, in uno spazio dove operano una trentina tra
associazioni e collettivi. Dai corsi di pizzica e taranta
o di arti marziali e yoga nelle sale polifunzionali, fino
alla promozione sociale, culturale e artistica; come il
collettivo di street art Blq, ad esempio, ma anche jam
session musicali, una camera oscura, la sala giochi, la
sede di Lega Nerd e il museo del flipper, con alcuni
esemplari che risalgono addirittura all’inizio del seco-
lo scorso. C’è anche una pista per droni in first person
view, la prima in Italia.
Ma come si finanzia questo parco per gli amanti degli
sport underground? «Dipende tutto dal lavoro - rac-
conta Lillo - la maggior parte delle entrate deriva dai
tesseramenti, siamo un circolo Aics. All’inizio ci siamo
autotassati e anche gli insegnanti devolvono una parte
del loro compenso al mantenimento della struttura».
Di bandi pubblici nemmeno l’ombra, nemmeno dal                            Di bandi pubblici nemmeno l’om-
Coni, anche se molte delle attività sportive praticate
a Oz sono soggette al Comitato Olimpico. L’ esistenza                     bra, nemmeno dal Coni, anche se
delle struttura stessa è precaria e lo stabile potrebbe
andare in vendita. Eppure, negli ambienti sportivi un-                    molte delle attività sportive prati-
derground d’Europa, tutti conoscono Oz e il suo Eden                      cate a Oz sono soggette al Comita-
park: nell’edizione 2017 del festival-jam Prototype
hanno partecipato oltre duemila persone e i più grandi                    to Olimpico
nomi del parkour mondiale.
Il parkour, disciplina che consiste nel superamento                       alle federazioni, il nostro stile è la jam, ovvero la con-
acrobatico di ostacoli urbani - ringhiere, muri, corni-                   divisione: gli atleti che hanno partecipato alle scorse
cioni e piattaforme - ha competizioni finanziate e or-                    edizioni del Prototype e che abbiamo incontrato a vari
ganizzate soprattutto da grandi sponsor e non ha una                      eventi sparsi per il mondo sono sempre felici all’idea
vera e propria federazione: «Non siamo molto affini                       di tornare».

        Sullo skateboard ci è salita perché                                                    della ragazza di Cento, che alterna
        d’estate, senza neve, come si fa a fare
                                                       UN SOGNO                                quattro giorni di allenamento sul-
        snowboard? Sulle tavole, che siano
        a ruote o da neve, Asia Lanzi ci è
                                                    A CINQUE CERCHI                            lo skate a Oz a tre di palestra e che
                                                                                               studia informatica e comunicazione
        praticamente nata. Colpa e merito                                                      «con una media altissima», dice or-
        di Gabriele, il padre, che le ha in-                                                   goglioso il padre. Gira l’Europa per
        segnato a starci in equilibrio prima                                                   gareggiare ed è in costante contat-
        ancora che lei imparasse a correre,                                                    to con Leticia Bufoni, campionessa
        trasmettendole quella passione che                                                     brasiliana, suo idolo e grande soste-
        l’aveva accompagnato negli anni                                                        nitrice, ma a dispetto della grinta e
        Ottanta, quando ancora in Italia l’u-                                                  della tenacia che dimostra nei suoi
        nico skateboard conosciuto ai più                                                      trick è timida. L’idea dello skatebo-
        era quello di Marty McFly in Ritor-                                                    ard alle Olimpiadi non è nuova e
        no al futuro. Questo accadeva dieci                                                    per Asia è la possibilità di rendere la
        anni fa, quando Asia aveva sei anni. Oggi, a 16, è candida-     sua passione la sua professione. Quando la fiamma olim-
        ta a buon diritto a staccare un biglietto per le Olimpiadi di   pica si accenderà a Tokyo Asia avrà 18 anni, l’età perfetta.
        Tokyo. Quattordicesima nel ranking mondiale femminile,          Ma già adesso non ha dubbi: «Sono io che devo portare
        Asia si è laureata campionessa italiana il 24 settembre a       a casa i risultati. Non c’entra la Federazione. Dipende da
        Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Un carattere di ferro quello    me».

                                                                Quindici - 22
Puoi anche leggere