RAPPORTO 2016-2017 - cloudfront.net
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Cara amica, caro amico, il 22 febbraio abbiamo lanciato il Rapporto 2016-2017, sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Anche in Italia, come in molti altri paesi, si è diffusa la retorica divisiva del “noi contro loro”, cavalcata da alcuni politici per ottenere consensi. Fra i bersagli della politica e di parte della società civile, ci sono i rifugiati e i migranti, i quali sono allo stesso tempo vittime di politiche europee e italiane che si propongono come obiettivo esclusivo quello di “contenere” gli arrivi e che, per raggiungere tale obiettivo, passano sopra i diritti delle persone. Passano sopra il diritto di accedere a una procedura equa e rigorosa di valutazione della domanda di asilo e sopra il diritto di non essere rimandati sbrigativamente verso paesi in cui sono a rischio la sicurezza e la vita stessa. Il godimento di questi diritti è compromesso da screening approssimativi e da procedure arbitrarie ma anche, sempre più, da accordi con stati terzi finalizzati a impedire che all’Europa possa anche soltanto avvicinarsi chi fugge dalla persecuzione o dalla guerra. Di fronte a questa impostazione, noi chiediamo un deciso cambiamento di rotta. Chiediamo di mettere i diritti umani al centro delle relazioni internazionali dell’Italia, che significa anche, oltre a non impedire che possa ottenere protezione chi ne ha bisogno (e diritto), non autorizzare l’esportazione di armi verso paesi nei quali vengono impiegate per colpire i civili (come è invece accaduto, a fine 2016, quando “Gli esponenti politici che brandiscono sono partite dalla Sardegna 3000 bombe destinate all’Arabia Saudita, in violazione la retorica deleteria e disumanizzante della stessa legge italiana). Oggi infatti il nostro paese, con le sue forniture di armi, del ‘noi contro loro’ stanno creando contribuisce alle guerre da cui fuggono persone alle quali viene poi chiusa la porta un mondo sempre più diviso e pericoloso.” in faccia. Noi vorremmo che si facesse il contrario. (Riccardo Noury, pag. 8) Presidente di Amnesty International Italia LEGENDA photogallery ascolta video APPROFONDISCI FIRMA 2
GRAZIE AMNESTY! “Voglio ringraziarvi di cuore e con commozione per il vostro incessante sostegno. Oltre un milione di voi ha detto all’unisono che la verità conta. Non ho parole per esprimere la mia gratitudine. Sebbene coloro che oggi sono al potere potranno tenermi lontano da casa per qualche altro anno, il vostro sostegno mi tiene compagnia durante la lotta. Con ogni azione che svolgete, state narrando la storia di come persone comuni, piene di bontà e di grazia, s’impegnano negli Usa e altrove nel mondo per cambiare il nostro futuro collettivo.” Edward Snowden, in esilio in Russia Questo è il risultato del nostro lavoro! per aver rivelato nel 2013 il sistema di Con 50 euro puoi sostenere il lavoro sorveglianza di massa illegale degli Usa. di un ricercatore sul campo. SOSTIENICI Insieme possiamo fare la differenza! 3
BUONE NOTIZIE Usa - 18 gennaio Pakistan - 28/29 gennaio Ungheria - 17 gennaio Nigeria - 2 febbraio Prima dell’uscita dalla Casa Bianca, Il poeta Salman Haider e i blogger Secondo la Corte europea dei diritti L’Alta corte della Nigeria ha dichiarato Obama ha concesso la grazia Waqas Goraya, Asim Saeed e Ahmed umani, la polizia non protesse i rom illegale lo sgombero programmato a Chelsea Manning, l’analista militare Raza Naseer sono stati rilasciati dopo quando, nell’agosto 2012, 700 persone dell’insediamento di Mpape, nella condannata per aver divulgato circa tre settimane di sparizione di estrema destra attaccarono capitale Abuja. documenti riservati. forzata. il villaggio di Devecser. Sri Lanka - 4 febbraio Sudafrica - 8 marzo In occasione del 69° anniversario Il governo ha annunciato la decisione dell’indipendenza, il presidente di revocare la notifica alle Nazioni Maithripala Sirisena ha commutato 60 Unite circa il ritiro dallo Statuto condanne a morte in ergastolo. di Roma della Corte penale internazionale. Bangladesh - 2 marzo Congo - 8 febbraio Humam Quader Chowdhury è stato Musasa Tshibanda, attivista di Lucha, rilasciato. Era stato rapito ad agosto è stato rilasciato dopo oltre un mese 2016 e per mesi i suoi familiari non di carcere, per il possesso di cartellini avevano avuto notizie di lui. da arbitro con la scritta “Ciao ciao Kabila”. Usa - 2 marzo Sara Beltrán Hernández, una donna salvadoregna Malesia - 27 febbraio Thailandia - 7 marzo Kenya - 9 febbraio Dopo oltre 13 anni di carcere, Giappone - 9 marzo Il giudice dell’Alta Corte del Kenya scampata alla violenza È stato annunciato il ritiro Shahrul Izani bin Suparman ha La corte d’appello ha ha bocciato il decreto con cui del suo paese, è stata della denuncia per diffamazione avuto salva la vita grazie alla commutato in ergastolo il governo di Nairobi intendeva rilasciata dopo 15 mesi e violazione della legge sui reati commutazione della condanna la condanna a morte di Kyozo chiudere il campo rifugiati di Dadaab. in carcere in Texas. informatici contro Anchana Heemmina, alla pena capitale. Isohi, a causa delle condizioni di salute mentale dell’uomo. Pornpen Khonlachonkiet e Somchai Homlaor. Uzbekistan - 22 febbraio Usa - 12 febbraio Muhammad Bekzhanov Una corte d’appello ha è stato rilasciato. Russia - 22 febbraio Usa - 22 febbraio Messico - 21 febbraio commutato in ergastolo Era in prigione dal 1999, È tornato in libertà Ildar Dadin, La Corte suprema ha annullato la La procura ha riconosciuto l’innocenza la condanna a morte con la falsa accusa il primo attivista condannato condanna a morte di Duane Buck a di tre donne native, Jacinta Francisco inflitta nel 1996 a Phillip di aver collaborato sulla base degli emendamenti causa delle espressioni razziste di uno Marcial, Alberta Alcántara Juan e Antwan Davis da una all’organizzazione del 2014 alla legge sulle dei testimoni della sua difesa. Teresa González Cornelio, arrestate giuria composta da soli di una serie di attentati. manifestazioni. con accuse false. bianchi. 4
APPELLI IRAN MYANMAR TURCHIA 8 MARZO Libertà per Ahmadreza Djalali Rohingya ancora dispersi Libertà per i giornalisti Difendi il lavoro delle attiviste © Archivio privato © Romeo Gacad/AFP/Getty Images © Marieke Wijntjes © Raúl García Pereira-Amnesty International Ahmadreza Djalali è un ricercatore Il 9 ottobre 2016, ignoti La Turchia si è aggiudicata Bibata Ouedraogo, Su Changlang, iraniano, esperto di Medicina hanno attaccato avamposti un titolo poco glorioso: secondo Eren Keskin, Máxima Acuña, Helen dei disastri e assistenza della polizia di frontiera nel nord la Commissione per la protezione Knott sono tutte attiviste per umanitaria, presso l’università dello stato di Rakhine, uccidendo dei giornalisti, è il paese con più i diritti umani che dedicano la vita del Piemonte Orientale di Novara. nove poliziotti di frontiera arresti di giornalisti al mondo. alla battaglia per la realizzazione Djalali è stato arrestato dai servizi e sequestrando armi e munizioni. In particolare da luglio, dopo dei diritti di tutte e tutti noi. segreti mentre si trovava in Iran Le forze di sicurezza hanno risposto il tentativo di colpo di stato In Burkina Faso, in Cina, in Turchia, per una serie di seminari nelle con un’imponente operazione e la dichiarazione dello stato in Perù e in Canada, queste donne università di Teheran e Shiraz. di sicurezza. A distanza di mesi, d’emergenza, tuttora in vigore, coraggiose vengono minacciate, Dal 25 aprile 2016 è in carcere il destino e la sorte di centinaia moltissimi giornalisti sono stati vessate, insultate, umiliate, e rischia la pena di morte per di rohingya sono ancora incarcerati. I giornalisti e gli censurate, marginalizzate, picchiate, “spionaggio”. sconosciuti. Amnesty International altri operatori dei media devono imprigionate, perseguitate li considera vittime di sparizioni essere liberati da estese e punitive penalmente per il loro lavoro Chiedi alle autorità iraniane forzate, a rischio di tortura e altri carcerazioni preventive. in difesa dei diritti umani. di rilasciare Ahmadreza Djalali! maltrattamenti e processi iniqui. Chiedi alle autorità turche Chiedi al governo italiano Chiedi alle autorità il rilascio dei giornalisti in carcere! di sostenere il lavoro del Myanmar di rendere nota delle attiviste nel mondo! la sorte dei rohingya scomparsi! 5
RAPPORTI AMNESTY GRECIA: IL PREZZO ATTIVISTI DELL’ACCORDO UE-TURCHIA THAILANDESI Il 14 febbraio, Amnesty International ha SOTTO ATTACCO pubblicato il rapporto “Un piano per la disperazione” sul terribile impatto sui diritti Dopo il colpo di stato di maggio umani di rifugiati e migranti dell’accordo tra 2014, la società civile è stata in Unione europea e Turchia, siglato a marzo prima linea nella difesa dei diritti 2016. Le persone che arrivano irregolarmente umani in Thailandia. In risposta, in Grecia, anche i richiedenti asilo, vengono le autorità hanno preso di mira respinti in Turchia, partendo dal presupposto gli attivisti politici, i difensori dei errato che la Turchia sia un paese sicuro per diritti umani e altri, come parte migranti e richiedenti asilo. Queste persone di un sistematico giro di vite sul sono per cui a rischio di arresti arbitrari, dissenso, ricorrendo anche ad arresti rimpatri forzati, pessime condizioni di vita in arbitrari, vessazioni, processi iniqui, Grecia, mancato accesso alle procedure per divieto di riunioni e controllo delle la domanda di asilo, attacchi razzisti e molte comunicazioni private. altre violazioni. La repressione è inoltre aumentata in Il rapporto è basato su due missioni vista del referendum costituzionale condotte in Grecia dai ricercatori di Amnesty che si è tenuto ad agosto 2016 e International a marzo 2016 e gennaio 2017. delle elezioni che si terranno nel 2018. Il rapporto “Non possono metterci a tacere”, diffuso l’8 febbraio, documenta la diffusione della repressione e analizza in particolare i casi di 64 membri della società civile che hanno affrontato processi iniqui; è basato sulle interviste con molte delle vittime, © Giorgos Moutafis avvocati, organizzazioni locali e numerosi documenti comprovati. 6
SAYDNAYA È “LA FINE DELL’UMANITÀ” SLOVACCHIA: A LEZIONE In Siria, nel carcere militare di Saydnaya, le autorità hanno pianificato metodicamente l’uccisione di migliaia di detenuti. Lo stato perpetra in DI DISCRIMINAZIONE sordina una carneficina dei propri cittadini: le vittime sono per lo più civili, ritenuti oppositori del governo. Dal 2011, migliaia di persone sono decedute in seguito a esecuzioni extragiudiziali tramite impiccagioni di massa, perpetrate di notte e in assoluta segretezza. Molti altri detenuti sono stati uccisi dopo essere stati torturati a più riprese o essere stati privati sistematicamente di cibo, acqua, medicinali e cure sanitarie. I corpi delle vittime sono sepolti in fosse comuni. Il rapporto Il rapporto congiunto diffuso il 1° marzo da di Amnesty International “Il mattatoio di esseri Amnesty International e dal Centro europeo umani”, pubblicato il 7 febbraio, documenta dei diritti dei rom documenta come ai bambini come gli omicidi, le torture, le sparizioni forzate e rom venga sistematicamente negato il diritto lo sterminio perpetrati a Saydnaya s’inseriscono all’istruzione e a un’educazione primaria all’interno di un attacco più esteso e sistematico non discriminatoria. Gli alunni rom vengono alla popolazione civile, compiuto a sostegno segregati in scuole o classi per soli bambini delle politiche di stato. Le violazioni perpetrate rom o messi in scuole speciali per alunni dalle autorità siriane a Saydnaya sono crimini con “disabilità mentali lievi”. Il rapporto “A contro l’umanità. lezione di discriminazione” nasce da un lungo Da dicembre 2015 a dicembre 2016, Amnesty lavoro di monitoraggio compiuto dalle due International ha analizzato il ripetersi, la sequenza organizzazioni e si concentra anche sull’analisi e la portata di questi crimini. Ha intervistato 31 delle recenti modifiche legislative che avrebbero ex detenuti e quattro ex guardie carcerarie, tre ex dovuto affrontare e risolvere la problematica. I giudici siriani, tre dottori che lavoravano presso quattro casi esemplari esaminati nel rapporto l’ospedale militare di Tishreen, quattro avvocati siriani, © Cesare Davolio dimostrano che queste violazioni dei diritti 17 esperti internazionali e nazionali in materia di custodia umani vengono ancora perpetrate e che il cautelare in Siria e 22 familiari di persone che erano o sono governo slovacco non sta facendo niente per tuttora rinchiuse a Saydnaya. cambiare realmente la situazione. 7
PRIMO PIANO RAPPORTO 2016-2017 di Riccardo Noury G li esponenti politici che brandiscono la retorica deleteria e disumaniz- zante del “noi contro loro” stanno creando un mondo sempre più diviso e pericoloso: è questo l’allarme lanciato da Amnesty International in occasione della presentazione del suo Rapporto 2016-2017, pubblicato in Italia da Infinito Edizioni. Il Rapporto contiene una dettagliata analisi del- la situazione dei diritti umani in 159 paesi e segnala che gli effetti della retorica del “noi contro loro”, che sta dominando l’agenda in Europa, negli Usa e altrove nel mondo, stanno favorendo un passo indietro nei confronti dei diritti umani e rendendo pericolosamente debole la risposta globale alle atrocità di massa. Il 2016 è stato l’anno in cui demonizzazione, odio e paura hanno raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Trenta dello scorso secolo. Un numero elevato di politici sta rispondendo ai legittimi timori nel campo economico e della sicurezza con una pericolosa e divisiva manipola- zione delle politiche identitarie. 8
Da Trump a Orbán, da Erdoğan a Duterte, sempre più politici che si defini- rimandare indietro i rifugiati in un contesto insicuro e Messico e Usa hanno scono anti-sistema stanno facendo ricorso a un linguaggio che perseguita, continuato a espellere persone dall’America centrale, dove la violenza ha usa come capri espiatori e disumanizza interi gruppi di persone, considera- raggiunto livelli estremi. te meno umane di altre. Questo linguaggio sta avendo un impatto sempre Cina, Egitto, Etiopia, India, Iran, Thailandia e Turchia hanno attuato mas- più forte sulle politiche e sulle azioni di governo. Strappa applausi, cattura sicce repressioni. Altri paesi hanno introdotto invadenti misure di sicurez- consenso. Nel 2016, i governi hanno chiuso gli occhi di fronte a crimini di za, come il prolungato stato d’emergenza in Francia e la legge catastrofica guerra (commessi in almeno 23 paesi), favorito accordi che pregiudicano il e senza precedenti sulla sorveglianza di massa nel Regno Unito. Un altro diritto a chiedere asilo, approvato leggi che violano la libertà di espressione, aspetto della “politica dell’uomo forte” è stato l’aumento della retorica incitato a uccidere persone per il solo fatto di essere accusate di usare dro- contro le donne, contrastata in Polonia da enormi proteste, e contro le ga, giustificato la tortura e la sorveglianza di massa ed esteso già massicci persone Lgbti. poteri di polizia. I governi se la sono presa anche con i rifugiati e i migranti. Nel 2016, sottolinea il Rapporto, le principali crisi dei diritti umani, come in Il Rapporto di Amnesty International denuncia che 36 paesi hanno violato il Siria, Yemen, Libia, Afghanistan, America centrale, Repubblica Centrafrica- diritto internazionale rimandando illegalmente rifugiati in paesi dove i loro na, Burundi, Iraq, Sud Sudan e Sudan, si sono acuite, anche per la mancan- diritti umani erano in pericolo. za di volontà politica di affrontarle. Infine, il Rapporto denuncia uccisioni Ultimamente, il presidente Trump ha tradotto in azione la sua odiosa cam- di difensori dei diritti umani in 22 paesi: persone prese di mira per aver pagna elettorale xenofoba, firmando decreti per impedire ai rifugiati di otte- contrastato importanti interessi economici, aver difeso minoranze e piccole nere il reinsediamento negli Usa e per vietare l’ingresso nel paese a persone comunità o aver cercato di rimuovere gli ostacoli posti ai diritti delle donne in fuga dalla persecuzione e dalla guerra, come nel caso della Siria e dello e delle persone Lgbti. Il mondo analizzato da Amnesty International appare Yemen. Contemporaneamente l’Australia ha inflitto di proposito sofferen- avvolto da una nube tossica e velenosa di retorica violenta e odiosa, alla ze inaudite ai rifugiati intrappolati a Nauru e sull’isola di Manus, l’Unione quale occorre reagire, prima che questo clima produca esiti che solo pochi europea ha firmato un accordo illegale e irresponsabile con la Turchia per anni fa sarebbero sembrati inimmaginabili. 9
DIRITTI AI TEMPI DI TRUMP di Martino Mazzonis G li Stati Uniti avevano passato gli ultimi otto anni a far dimenticare è la stessa: tenere alla larga più musulmani possibile senza far infuriare l’assalto ai diritti umani e all’ordine internazionale durante la gli alleati più utili e prossimi agli Usa. Addio iraniani, sudanesi e somali, presidenza Bush. E, a parte alcune grandi falle e ritardi comprensibili benvenuti sauditi ed egiziani. Ma chiudere le frontiere non protegge dai in una grande potenza, come il piano di sorveglianza globale rivelato da terroristi perché la stragrande maggioranza degli attentati su suolo americano Edward Snowden, i droni in Yemen, la mancata chiusura di Guantánamo, viene commessa da persone cittadine Usa; i leader terroristi più pericolosi il lavoro aveva dato i suoi frutti. Poi è arrivato Donald Trump, che in poche del pianeta, in questi anni, provenivano da paesi non inclusi nell’elenco (il settimane e senza davvero adottare delle politiche di qualche respiro, senza saudita bin Laden, il giordano al Zarqawi, l’egiziano al Zawahiri, l’iracheno un piano, ha mostrato al mondo una faccia che rischia di far diventare al Baghdadi); la prima stesura dell’ordine, quella che ha gettato famiglie George W. Bush un ricordo gradevole. nel panico, lasciato gente per giorni negli scale aeroportuali, distinto tra La prima clamorosa rottura con il rispetto dei diritti è l’ordine esecutivo che cristiani e musulmani, è un segnale di come alla Casa Bianca, attorno a chiude le frontiere ai cittadini di sei paesi e ai rifugiati. Nella prima stesura un presidente che di certe questioni non capisce nulla, ci sia una schiera di si discriminava sulla base della religione, nella seconda no ma l’intenzione centurioni che coltivano ideologie pericolose. 10
I legami tra lo stratega di Trump, Steve Bannon (ma taglio dei fondi a Planned Parenthood, organizzazione non c’è solo lui) e i partiti della destra xenofoba che ha centinaia di cliniche ginecologiche negli Usa e europea sono alla luce del sole. L’idea che sia in atto garantisce il diritto all’interruzione di gravidanza e alla una guerra di civiltà, che il mondo non occidentale salute riproduttiva a milioni di donne. Una misura presa alimenta con migranti, richiedenti asilo e terroristi, per compiacere l’ala evangelica e conservatrice del è uno degli assunti che guida Bannon, così come il partito repubblicano. leader del Pvv olandese Wilders. Ma torniamo al punto: a differenza di quanto capitato L’altro brutto segnale del neo presidente Usa viene dal per l’amministrazione Bush e la sua idea di esportare fronte interno, quello dell’immigrazione. La storia del la democrazia nel mondo sulla punta del fucile, le muro è nota. Meno noto è il fatto che nel bilancio proposto scelte di Trump non sono figlie di un disegno. E siccome per il prossimo anno, Trump propone di assumere un’idea di che direzione dare al paese non sembra migliaia di agenti di frontiera con il compito di effettuare esserci, adottare misure rumorose, mandare a compiere raid anti clandestini ed espulsioni. Nel primo mese di raid anti clandestini, cominciare a costruire un muro presidenza abbiamo visto casi di famiglie separate, inutile, spedire marines a combattere a Raqqa sono madri residenti illegalmente nel paese da decine d’anni tutte iniziative per dare all’America conservatrice e rispedite in un posto che non conoscono e, peggio di “incattivita” che lo ha votato un nemico contro cui tutti, la revoca dello status di residente a quei giovani scagliarsi (i media, la Cina, i musulmani) e l’impressione che, grazie al cosiddetto Dream Act (che ha regolarizzato che le cose stiano cambiando perché alla Casa Bianca un milione circa di ragazzi entrati negli Usa da bambini) c’è qualcuno che si dà un gran da fare. pensavano di aver finalmente trovato la normalità. Quei Le vittime di questo piano senza piano rischiano di essere ragazzi si erano autodenunciati, come avviene quando si tutte le minoranze, i soggetti più deboli e l’allargamento fanno sanatorie sull’immigrazione. Il presidente Trump, lento e graduale dei diritti che abbiamo osservato e con lui gli Stati Uniti, ha tradito la loro fiducia. Una di durante gli anni di Obama. loro, Daniela Vargas, 22enne argentina, è stata fermata dopo aver parlato in pubblico contro le politiche di Trump sull’immigrazione. Ed è diventata un caso nazionale. Vargas non ricorda Martino Mazzonis il suo paese ma è intenzione dell’amministrazione Giornalista con un passato da ricercatore e campai- Trump rispedircela. Casi se ne potrebbero citare altri, gner. È stato caporedattore per Pagina99 e collabora dalla politica estera fatta di annunci pericolosi e passi tra l’altro con la rivista Left e Test Magazine. Dal 2006 indietro (Iran, Cina, Russia, Corea, Siria, senza nemmeno si occupa principalmente di Stati Uniti. prendere in considerazione il tema dei diritti umani), al 11
UNA STORIA Q uando sarà scritta la Storia litica. A indurre la confessione fu dell’Odio, uno dei capitoli più un’ordinanza del tribunale civile di importanti sarà dedicato a Milano, che condannava una sezione quanto accadde il 23 febbraio del locale della Lega Nord, precisamen- DI ODIO 2017 quando il leader della Lega te quella di Saronno, al pagamento Nord, Matteo Salvini, confessò pub- di 10.000 euro per aver affisso nelle blicamente he le parole d’odio, e vie centrali della città dei manifesti la possibilità di diffonderle, costi- dove 32 richiedenti asilo venivano tuivano un elemento strutturale, definiti “clandestini”. di Giovanni Maria Bellu irrinunciabile, della sua azione po- È probabile che il nostro storico, per spiegare la vicenda ai suoi lettori, dovrà ricostruire il contesto politico e culturale del tempo. Dovrà spie- gare che la concomitanza di una gravissima crisi economica nei pa- esi più ricchi e di gravissime crisi umanitarie in quelli più poveri, ave- va messo in discussione una serie di solenni principi che erano stati affermati dopo la fine della Seconda guerra mondiale e, in particolare, quello del diritto d’asilo. Centinaia di migliaia di persone che fuggiva- no da guerre e carestie, assieme ad altre che speravano di migliorare le loro condizioni di vita, volevano tra- sferirsi in Europa. Non erano un nu- mero esorbitante per un continente popolato da 600 milioni di persone ma erano un numero sufficiente per alimentare le paure dei cittadini eu- ropei. La questione dei migranti era 12
diventata uno dei temi principali prima, l’insulto personale era san- Il Rapporto 2016-2017 dello scontro politico. zionato (con i reati di diffamazione di Amnesty International è stato Contemporaneamente, ricorderà lo e ingiuria) e dunque chiunque era pubblicato dalla casa editrice storico, era in atto un cambiamento in grado di capire che, a maggior Infinito Edizioni, nella collana rivoluzionario del sistema di comu- ragione, andava sanzionato quello 17X24. Il libro è acquistabile nicazione. L’avvento dei social net- collettivo. Non si aveva memoria di online sul sito dell’editore work aveva messo ogni singolo indi- casi in cui qualcuno, condannato www.infinitoedizioni.it, viduo nella condizione di diffondere per aver dato del ladro a un inno- in formato cartaceo (al prezzo direttamente, senza filtri, i propri cente, avesse rivendicato il diritto scontato di € 17,50 invece che pensieri e idee. di continuare a chiamarlo ladro in € 19,90) o ebook (€ 10,99). Anche le più barbare e feroci. Tanto nome della libertà di manifestazione Quest’anno sul nuovo sito che un anno prima in Italia era stata del pensiero. www.amnesty.it è stata addirittura costituita una commis- Ma proprio questo fece il leader dedicata una sezione speciale sione di studio sull’odio e l’intolle- della Lega Nord. Che sulla sua pa- al Rapporto annuale dove sono ranza. E in altri paesi europei, primo gina Facebook (cioè sul più impor- consultabili e navigabili tra tutti la Germania, le responsabi- tante dei social network), scrisse le schede dei singoli paesi. lità dei social network nella diffusio- che avrebbe continuato a usare la Molte le presentazioni organizzate ne dell’odio erano diventate oggetto parola “clandestino” per indicare i dai gruppi locali di Amnesty, tra cui d’indagini giudiziarie. richiedenti asilo, “Perché solo in un Lecce (1 marzo), Trieste (6 aprile), A rileggerla con gli occhi di oggi, regime processano le parole”. Va Arese (9 aprile), Venezia (20 aprile), preciserà ancora lo storico, è diffi- detto, osserverà lo storico, che la Palermo (22 aprile), Montepulciano cile comprendere le ragioni per cui gravità di quella presa di posizione (29 aprile), Padova (19 maggio). quell’ordinanza del giudice civile non fu colta appieno. Probabilmente di Milano scatenò tante discussio- perché un po’ tutte le parole aveva- ni. Appare, infatti, del tutto ovvia. no perso il loro significato. Eppure Il magistrato si limitò a far notare quella fu la prima rivendicazione di Giovanni Maria Bellu che i “richiedenti asilo” sono per- un “diritto” al linguaggio razzista. sone che esercitano un loro diritto Se ne colse la gravità solo in seguito. Giornalista e scrittore, è stato direttore del settimanale Left e del quoti- fondamentale. E che definirli “clan- Quando? Purtroppo non conosciamo diano online Sardinia-post, condirettore de l’Unità e direttore ed editore destini” è un modo di denigrarli. È in che data il nostro storico potrà di Sardegna 24. È presidente dell’Associazione Carta di Roma, nata per un insulto. Concetto semplicissimo mettersi al lavoro. Né sappiamo se dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta e banale. All’epoca, e da molti anni è già venuto al mondo. sui temi dell’immigrazione. 13
SOSTIENICI 14
DAL MONDO Il 9 febbraio, al Cairo, il Centro El Nadeem per la riabilitazione delle vittime della violenza e della tortura è stato chiuso dalla polizia. Una delle sue fondatrici ci racconta perché il suo lavoro è più che mai necessario. UN FATTO PERSONALE di Aida Seif Al-Dawla 15
P ochi giorni fa ero a un workshop dove i partecipanti dovevano unirsi a zare le vittime verso un’assistenza legale, ad accompagnarle in tribunale, coppie e presentarsi a vicenda. Ho spiegato al mio partner perché ave- a presentare le denunce. Poi, quando questo divenne troppo pericoloso per vo creato El Nadeem e il suo commento è stato “ma queste sono moti- loro, usammo i mezzi d’informazione per diffondere i dati sulle torture, sul- vazioni personali”. Voleva delle ragioni più “importanti”. El Nadeem è stato le esecuzioni extragiudiziali, sulla negazione di cure mediche nei luoghi di fondato nel 1993 da tre psichiatre, amiche e colleghe. Tre nostri amici erano detenzione, sulle sparizioni forzate. Fu allora che cominciarono le molestie appena usciti di prigione, tutti duramente torturati. Li portammo nell’ospe- da parte del governo, che sono gradualmente aumentate fino alla chiusura dale dove lavoravamo ma non vennero adeguatamente visitati né furono do- del centro il 9 febbraio di quest’anno. La tortura è stata sempre una politica cumentate le loro condizioni. L’ospedale non voleva problemi. Abbiamo visto sistematica dello stato in Egitto. Era così al tempo di Mubarak, durante il in loro la rabbia, l’umiliazione, la ferita profonda. Così decidemmo di creare governo dello Scaf, di Morsi e del presidente Adly Mansour. Ma mai avevamo una clinica per dare supporto psicologico e preparare referti professionali assistito a torture così diffuse e brutali come dal 2013, quando al-Sisi ha che le vittime avrebbero potuto usare in tribunale. Niente di più. spodestato il presidente eletto Morsi e creato un regime militare, compiendo Eravamo tre, poi quattro, attiviste, che pensavano di sapere cosa accadeva massacri, mentre il mondo stava a guardare. Non possiamo dire che non nel paese. Ci aspettavamo di affrontare casi di detenuti politici ma fino al sappiamo quello che sta accadendo. Tutti i nostri meccanismi di rimozione 2000, quando gli egiziani ricominciarono a protestare in supporto dell’In- non sono abbastanza forti per nasconderci la verità. Noi sappiamo. E questa tifada palestinese e molti vennero presi e torturati, da noi venivano solo consapevolezza è così profondamente inculcata nelle menti e negli animi del normali cittadini, tutti in condizioni di emarginazione. Le persone venivano nostro personale, che combattere la tortura è diventato un fatto personale; e torturate per tante ragioni: per sgomberarle da un appartamento, per farle non dobbiamo smettere di renderla pubblico. rinunciare a un pezzo di terra, nelle dispute con persone potenti che avevano amicizie nella polizia, o solo perché non avevano accettato in silenzio gli abusi verbali degli agenti che giravano di notte per la città. Il più giovane sopravvissuto che abbiamo accolto in quel periodo era un bambino di tre anni a cui era stato inflitto l’elettroshock affinché rivelasse dove si trovava lo zio, sospettato di omicidio. Imparammo che i familiari venivano presi in ostaggio, specialmente le donne, per costringere il “ricercato” a consegnarsi e risparmiarle dallo stupro. Imparammo che la mappa della tortura era la mappa del paese. Molti non volevano solo una riabilitazione psicologica, alcuni non la vole- vano affatto. Non erano pazienti. Erano persone in salute ma sottoposte a un trauma incredibile. A essere malato era chi li torturava, chi lasciava che accadesse, chi ordinava la tortura, la società che sceglieva di rimanere in silenzio. El Nadeem diventò così un’organizzazione in cui la clinica era solo una delle attività. Cominciammo a rendere pubblici i casi, a indiriz- 16
© Talk Radio News Service © Swiss.frog CRISTIANO COPTI SOTTO Fattah al-Sisi ha continuato a fare affidamento su accordi di riconcilia- ATTACCO IN EGITTO zione sponsorizzati dallo stato, che Dal 2013, i gruppi armati con base in alcuni casi hanno forzatamente nel Sinai hanno rapito diversi cri- sfrattato cristiani copti dalle zone stiani a scopo di estorsione, in alcu- dove sono minacciati. Molti episodi ni casi uccidendoli. Gli attacchi con- di violenza contro i cristiani si sono tro la minoranza religiosa cristiana svolti nel governatorato di Minya nel ANCORA VIOLENZA Herat e Badakshan. Per gli assas- copta egiziana sono aumentati dopo corso dell’ultimo anno. Centinaia di sini, si trattava di “prostitute che la cacciata dell’ex presidente Moha- persone sono costrette ad abbando- IN AFGHANISTAN andavano punite”. In Afghanistan med Morsi, nel luglio 2013. Chiese e nare le loro case. Tra il 30 gennaio L’8 febbraio, in un orribile attacco a è in atto una nuova recrudescenza case copte sono state date alle fiam- e il 23 febbraio, sette cristiani copti un convoglio, avvenuto nella provin- di attacchi contro i civili. Secondo la me, membri della minoranza sono cia settentrionale afgana di Jowzjan, sono stati uccisi nel Sinai del nord. Il missione di assistenza delle Nazioni stati aggrediti fisicamente e le loro sono stati uccisi sei impiegati del 19 febbraio un affiliato del Sinai del Unite in Afghanistan, nel 2016 sono proprietà sono state saccheggiate. I Comitato internazionale della Cro- governi egiziani successivi non sono gruppo armato che si autodefinisce state uccise 3498 persone. I feri- Stato islamico ha anche trasmesso ce rossa. L’attacco ha seguito di un riusciti ad affrontare questa di- ti sono stati più del doppio: 7920. giorno l’uccisione di oltre 20 persone scriminazione di lunga data contro un video che minacciava la vita dei Il 2016 è stato l’anno più terribile ad opera di un attentatore suicida, i copti e l’aumento dei casi di vio- copti e rivendicava la responsabilità per la popolazione civile afgana da all’ingresso del palazzo della Corte lenza settaria. Invece di perseguire per il bombardamento di una chiesa suprema nella capitale Kabul. Nelle quando le Nazioni Unite hanno ini- i responsabili di questi attacchi al Cairo nel dicembre 2016, che ha settimane precedenti, quattro donne ziato a conteggiare le vittime degli violenti, il governo egiziano di Abdel ucciso almeno 25 persone. erano state uccise nelle province di attacchi. 17
PUTIN DEPENALIZZA LA VIOLENZA DOMESTICA Con la firma del presidente Vladimir Putin, è entrata in vigore la controversa legge che depenalizza alcune forme di violenza domestica in Russia. Di fatto la normativa ha declassato i “maltrattamenti in fami- glia” a illeciti amministrativi con pene pecuniarie, a meno che il colpevole sia già stato condannato per lo stesso motivo o in caso di gravi danni fisici. Solo se l’aggressore compie le stesse violenze ripetute nel corso di un anno sarà processato in sede penale e in quel caso starà alla vittima dimostrare i fatti, perché la giustizia non procede- Giles Clarke/Getty Images rà d’ufficio. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno nel 2008, ogni anno tra 12 mila e 14 mila donne muoiono in Russia per mano dei loro familiari. UNA LEGGE PER I MINORI accoglienza in Italia, con strutture diffuse su tutto il territorio naziona- NON ACCOMPAGNATI le; l’armonizzazione delle procedure CONCLUSE LE INDAGINI SULLA MORTE IN ITALIA di accertamento dell’età, per evi- tare accertamenti medici invasivi, È stata approvata con larga mag- DI MAURO GUERRA gioranza dal senato la proposta di quando inutili, e maggiori garanzie procedurali, tra cui la presenza di Il 9 febbraio, il pubblico ministero della procura di Rovigo ha legge sui minori non accompagnati, che adesso dovrà tornare alla came- mediatori culturali, anche duran- concluso le indagini sulla morte di Mauro Guerra, avvenuta a Carmignano di Sant’Urbano il 29 luglio 2015. ra per il via libera definitivo. Queste te l’accertamento; il rafforzamento A ucciderlo era stato un colpo sparato da un carabiniere, inter- le principali novità introdotte dal degli istituti della tutela e dell’af- venuto per soccorrere un collega nello scontro con il ragazzo, testo, una modifica al testo unico fido familiare e maggiori tutele per mentre stava cercando di ammanettarlo. A processo andrà il sull’immigrazione: il divieto di re- il diritto all’istruzione e alla salute, maresciallo dei carabinieri Marco Pegoraro, all’epoca coman- spingimento dei minori stranieri non nonché per i diritti del minore du- dante della stazione dell’arma di Carmignano di Sant’Urbano, accompagnati alla frontiera; un si- rante i procedimenti amministrativi per l’ipotesi di reato di omicidio volontario. stema organico di prima e seconda e giudiziari. 18
DAL CAMPO FILIPPINE: “LA GUERRA ALLA DROGA” È GUERRA ALLA POVERTÀ di Matthew Wells M entre Analyn stava preparando il biberon per il suo bambino, ha sen- tito bussare alla porta. Uno degli amici di suo marito ha risposto. L’ha sentito dire “Signore, per favore no. Non c’è niente qui”. Poi un colpo di pistola. La polizia ha fatto irruzione nella casa e ha ucciso a colpi d’arma da fuoco quattro uomini, incluso suo marito. Gli agenti hanno obbligato Analyn a lasciare la casa per la perquisizione. Quando ore dopo è potuta rientrare, la casa era distrutta, con il sangue che ancora colava dal letto dove suo marito stava dormendo. 19
Analyn fa la commessa, cercando si sopravvivere con il suo misero stipendio. Ci ha detto che la polizia le aveva rubato diverse cose, tra cui soldi che avrebbe dovuto dare al suo capo e altri che aveva messo da parte per le bollette dell’e- lettricità. Si sono presi anche le scarpe nuove che aveva comprato per uno dei suoi tre figli. La sua è una storia comune a quelle che tanti altri ci hanno raccontato da quan- do il presidente Rodrigo Duterte ha dato il via alla sua “guerra alla droga”. A Metro Manila, nella provincia di Cebu, e a Mindanao, abbiamo documentato 33 episodi in cui sono state uccise 59 persone. I rapporti della polizia, tutti stra- namente simili, descrivono persone accusate di crimini di droga che resistono con la violenza all’arresto, spingendo la polizia ad aprire il fuoco. I racconti coerenti dei testimoni mostrano invece che la polizia uccide spesso persone a sangue freddo, mentre chiedono di risparmiare loro la vita. Le oltre 7000 ucci- sioni registrate al momento sono quasi sempre avvenute in zone di povertà. E la polizia e i sicari a pagamento hanno creato un traffico intorno alle esecuzioni extragiudiziali. I testimoni e le famiglie continuano a raccontarci che la polizia ha rubato denaro e altri oggetti di valore dalle loro case, togliendo anche le fedi dalle mani delle vittime. In uno slum nella provincia di Cebu, gli agenti, forse perché non avevano trova- to niente di valore, hanno rubato la statua della Vergine Maria da un altare di famiglia, dopo aver ucciso a colpi d’arma da fuoco un uomo disarmato durante un’operazione di polizia. Ancor peggio, un poliziotto di un’unità antidroga di Metro Manila ci ha detto che vengono pagati sotto banco per uccidere presunti colpevoli di reati di droga, con pagamenti tra i 160 e i 300 dollari Usa, a seconda del target. Ma non rice- vono niente per un arresto, un incentivo a uccidere. L’agente ci ha anche detto che alcune pompe funebri li pagano per ogni corpo che portano, impoverendo ulteriormente le famiglie già indigenti che devono chiedere soldi in prestito per riavere le spoglie del loro caro. Secondo le nostre indagini inoltre, molte delle uccisioni da parte di ignoti sareb- bero di fatto commesse dalla polizia. In alcuni casi, i poliziotti si travestono da vigilantes per evitare sospetti; l’agente con cui abbiamo parlato ci ha detto che 20
questo avviene in particolare per le uccisioni di donne. Due sicari a pagamento ci hanno detto che il loro capo è un funzionario di polizia in servizio e che ricevono circa 100 dollari Usa per l’uccisione di una persona accusata di fare uso di droga e tra 200 e 300 dollari Usa per quella di uno spacciatore. Prima di Duterte, hanno detto che avevano uno o due “lavori” al mese, ora tre o quattro a settimana. Il presidente Duterte è stato eletto sulla base dell’impegno a essere il campione dei poveri e a ridurre la persistente disuguaglianza del paese. Invece, sta creando un’industria di uccisioni a spese dei poveri delle città. I familiari che abbiamo intervistato hanno descritto più volte la “guerra alla droga” come una “guerra contro i poveri”. Analyn ci ha detto che suo marito non era coinvolto nella droga ma aveva un amico che lo era e che nella sua zona molti altri sono stati uccisi, mentre i “pe- sci grossi” ricevono un diverso trattamento: “I ricchi vengono messi in carcere e diventano testimoni. Perché invece i poveri vengono uccisi? Dove vivo, uccidono persone con famiglia, che vendono qualcosa per pochi soldi. Se le persone aves- sero altre prospettive non venderebbero droga”. Il 30 gennaio, il capo della polizia nazionale delle Filippine Ronald della Rosa, ha annunciato che le unità antidroga sarebbero state dismesse, a seguito dei problemi derivati dall’uccisione di un uomo d’affari coreano. La dichiarazione è arrivata dopo una conferenza stampa nella quale il presiden- Matthew Wells te Duterte ha dichiarato che l’agenzia nazionale antidroga avrebbe guidato le Esperto di risposta alle crisi operazioni, promettendo di continuare nella sua campagna contro la droga fino del Segretariato di Amnesty alla fine del suo mandato, mentre inizialmente la durata prevista era di sei mesi. International, ha condotto Questo cambiamento nella responsabilità delle operazioni antidroga potrebbe le ricerche sul campo nelle significare una nuova strategia, da una basata su punizione e violenza a una Filippine che hanno portato alla basata sulla difesa della salute e sul rispetto dei diritti umani, compresi gli pubblicazione del rapporto “Se sei standard sull’uso legale della forza. Deve esserci giustizia e accertamento del- povero vieni ucciso: esecuzioni le responsabilità per coloro che, come Analyn, hanno visto uccidere i loro cari, extragiudiziali nella ‘guerra mentre la polizia fabbricava “prove” e derubava le loro case. L’impunità delle alla droga’ della polizia delle forze di polizia, incoraggiata dalle dichiarazioni del presidente, ha alimentato Filippine”. uccisioni di massa che devono essere immediatamente indagate. 21
INTERVISTE Paola e Claudio Regeni “NON MOLLEREMO MAI” a cura di Beatrice Gnassi 22
è passato oltre un anno dalla morte di Giulio ma ancora il percorso verso E quello che avete conosciuto dopo la sua morte? la giustizia è lungo. A che punto sono le indagini? Una terra piena di dolore e violazioni costanti dei diritti umani. La sua morte Sono trascorsi ormai 13 lunghi mesi e non c’è giorno che non ci diciamo: oggi ha stordito tutte le persone che gli erano veramente vicine. siamo in una fase delicata delle indagini; forse perché aspettiamo sempre notizie che siano utili a portarci verso la verità. Una verità con elementi giu- A un anno dalla morte di Giulio ci sono state tantissime iniziative ma an- diziari. La procura di Roma lavora alacremente e con dedizione ma può fare che prima e dopo quella data, la solidarietà e l’interesse per il caso di solo in base a quanto gli inviano i colleghi egiziani. Per tanti mesi ci sono Giulio da parte di singoli cittadini e organizzazioni come Amnesty Inter- stati solo depistaggi. national rimangono alte. Che cosa significa questo per voi? Un grande abbraccio, il non sentirsi soli, sentire un’energia che ti circonda Cosa ne pensate del ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto? ed è pronta ad aiutare e soprattutto che non dimentica Giulio e tutto il male È stata una decisione fondamentale ed è l’unica soluzione per non far cadere che ha subito, come appunto tante altre persone; in un mondo globalmente la tensione verso l’Egitto, nessun segnale distensivo, anzi sarebbero state distratto e indifferente. necessarie maggiori pressioni anche da parte dell’Unione europea. Abbiamo visto che gli aspetti commerciali non hanno subito nessuna flessione, il tu- Come continua la vostra lotta per la verità e la giustizia? rismo era già in crisi da alcuni anni. Non esiste solo l’Italia che ha rapporti Giorno dopo giorno, con molto dolore e fatica ma con tenacia, non molleremo con l’Egitto. mai, per Giulio e tutti i Giuli d’Egitto. Il sostegno è affetto ma è anche idee, opinioni, seminari, convegni, premi, trasmissioni, forme d’arte, circolazione “Giulio è stato ucciso come un egiziano”, avete affermato. Perché? di opinioni, striscioni gialli, social media e tanto altro. La lotta è ricordare Perché gli egiziani vengono rapiti, torturati e uccisi giornalmente e i segni Giulio per quello che era e per quello che avrebbe voluto realizzare. Grazie sul suo corpo ci parlano, ci raccontano una storia egiziana, come tante altre. anche a voi che ci seguite e sostenete sempre. Sì una storia egiziana che a molti sembra lontana e che mai debba incrocia- re le vite degli occidentali ma questa immunità apparente e naturalmente ingiusta, verso il popolo egiziano, non ha funzionato per Giulio. Ci chiediamo perché la sua morte, chi lo ha permesso? Come era l’Egitto che vi descriveva Giulio? Lui era molto contento di stare al Cairo per la sua ricerca, sapeva che era un paese difficile ma nessuna delle persone che gli stavano attorno aveva evi- The One Photo Group dentemente percepito né tanto meno lo aveva messo in guardia dal pericolo e la bestialità che lo inseguivano nell’ombra. Era la terza volta che andava in Egitto, la prima per studio della lingua da studente, la seconda per uno stage Unido e la terza come ricercatore per l’università di Cambridge. 23
#365giornisenzaGiulio I l 25 gennaio 2017 è stato il pri- mo avversario della scomparsa di Giulio Regeni. #365giornisen- zaGiulio è il nome della giornata di mobilitazione organizzata da Amne- sty International Italia, in collabora- zione con la Repubblica. L’appuntamento principale si è svolto all’università La Sapienza di Roma, trasmesso in diretta strea- ming su Repubblica.it. La manife- stazione si è aperta con il saluto del The One Photo Group rettore, professor Eugenio Gaudio, e con la conduzione di Marino Sinibal- di, direttore di Rai Radio 3. A segui- re sono intervenuti Stefano Catucci, A tutti i partecipanti è stato dato un partecipato più di 200 studenti e do- consegnare 60.000 firme a sostegno del Senato accademico Sapienza, cartello con un numero, da 1 a 365, centi degli istituti superiori romani, della richiesta di verità per Giulio Antonio Marchesi, presidente di Am- per ricordare i giorni che sono pas- è stata chiusa dal coro MuSa Blues Regeni, ottenendo l’impegno del go- nesty International Italia, Giuseppe sati dalla scomparsa di Giulio. della Sapienza, diretto dal maestro verno italiano. Giulietti, presidente della Federazio- I genitori Paola e Giulio sono inter- Giorgio Monari. Inoltre, moltissimi giovani studen- ne nazionale della stampa italiana, venuti in collegamento telefonico. In 21 città italiane ci sono state fiac- ti e insegnati nel mese di dicem- Carlo Bonini di Repubblica e Patrizio “Giulio era un ragazzo normale”, ha colate organizzate dai gruppi locali bre hanno organizzato assemblee, Gonnella, presidente della Coalizio- ricordato la madre, “ed è proprio la di Amnesty, accese tutte alle 19.41, laboratori e conferenze per parlare ne italiana per le libertà e i diritti ci- sua quotidianità che ci manca di l’ora in cui Giulio uscì dalla sua abi- di Giulio Regeni. Ventuno scuole vili. Gli interventi si sono alternati a più. Oltre al male che ha ricevuto, tazione prima della scomparsa. in tutta Italia si sono attivate, re- letture fatte da Erri De Luca di alcu- a me dispiace che Giulio non pos- Una delegazione di Amnesty Inter- alizzando oltre 700 messaggi di ni scritti di Giulio. Arianna Mattioli sa più provare emozioni che sono il national Italia ha incontrato il se- solidarietà in occasione di questa e Andrea Paolotti hanno interpretato cuore della vita”. gretario generale della presidenza triste ricorrenza. un’intervista fatta a Giulio Regeni. La manifestazione, alla quale hanno del Consiglio, Paolo Aquilanti, per 24
IN ITALIA 8 MARZO: LE ATTIVISTE PER N el 2016, secondo l’associazione Front Line Defen- ders, sono stati uccisi 282 difensori dei diritti uma- ni in 25 paesi. Di questi, 39 erano donne. Sebbene siano trascorsi 18 anni dall’adozione della Dichiarazione I DIRITTI UMANI delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, non si è assistito sinora ad alcun significativo passo avanti: i difensori dei diritti umani, in ogni parte del mondo, sono sotto attacco. di Laura Renzi 25
Le donne continuano a giocare un ruolo centrale nel combattere i sistemi giudiziari corrotti, il degrado am- bientale, la pena di morte e le violazioni dei diritti umani CIAO ANTONELLA che hanno luogo durante i conflitti; avviano programmi sul diritto all’istruzione e si uniscono in organizzazioni di Il 16 febbraio, Antonella Gerini sensibilizzazione contro le violazioni basate sul genere, ci ha lasciato in un tragico come le mutilazioni genitali femminili. incidente in montagna, mentre si Le donne lavorano per la tutela dei diritti delle donne, trovava in cordata sulla cascata come le avvocatesse che aiutano le sopravvissute alla ghiacciata di Bonne Anneè, in Valle violenza sessuale, inclusa la violenza domestica, a otte- d’Aosta, insieme ai suoi compagni nere giustizia. Molte sono impegnate in difesa di gruppi d’escursione. La sua fragorosa vulnerabili, come le donne e le ragazze affette da Hiv/ e contagiosa risata rimbomba Aids o quelle che subiscono violenza sessuale durante i ancora nell’aria. Antonella ha conflitti, quando i loro corpi diventano un’arma di guerra partecipato con entusiasmo e e si trovano ad affrontare la stigmatizzazione da parte allegria alle attività del gruppo 160 della loro comunità. delle Lunigiana per tanti anni e ha Sia che agiscano a difesa dei diritti umani o semplice- fatto parte del Coordinamento per mente come membri delle loro comunità e famiglie, le l’America del Sud. donne guidano il progresso sociale e si battono per la L’immagine di Giulio Regeni sul realizzazione dei diritti umani di tutti. Come Berta Càce- suo profilo Facebook è l’ultima res, coraggiosa ambientalista, assassinata nella notte testimonianza del suo impegno in tra il 2 e il 3 marzo 2016, in Honduras, vincitrice del pre- difesa dei diritti umani. mio Goldman per l’Ambiente nel 2015, il più alto ricono- scimento assegnato ai difensori dei diritti dell’ambien- te. Berta portava avanti da anni una campagna contro la costruzione di una diga idroelettrica (Agua Zarca), per l’impatto che essa avrebbe avuto sul territorio del popo- lo nativo lenca; per questo è stata assassinata. Perché non ci siano altre donne uccise per il loro lavoro in difesa dei diritti umani, occorre che i governi riconoscano i par- ticolari rischi che affrontano le donne attiviste, assicuri- no loro la protezione di cui hanno bisogno e s’impegnino 26
a legittimare pubblicamente il loro ruolo centrale nella tutela dei diritti umani. VIOLENZA CONTRO LE DONNE ONLINE Per questo, Amnesty International Italia ha dedicato la Giornata internazionale delle donne a cinque attiviste: Bibata Ouedraogo, Su Changlang, Eren Keskin, Máxima Cos’è la violenza contro le donne online? Siamo alla ricerca di storie di donne che Acuña, Helen Knott, donne che hanno deciso di dedicare Questa è la domanda da cui bisogna hanno subito minacce di violenza e molestie la loro vita alla battaglia quotidiana per la realizzazione partire per capire il nuovo lavoro che online specificamente legate al genere. dei diritti umani di tutte e tutti noi. In Burkina Faso, nel- Amnesty International sta lanciando a Vogliamo sapere come l’abuso online ti la Repubblica Popolare Cinese, in Turchia, in Perù e in livello globale. Con l’avvento dei social ha fatto sentire e come lo hai affrontato: Canada, queste donne coraggiose, vengono minacciate, media si sono sviluppate nuove forme di hai bloccato gli utenti? Avvisato la polizia vessate, insultate, umiliate, censurate, marginalizzate, violenza contro le donne che prendono il o le aziende? Chiuso l’account? Smesso di picchiate, imprigionate, perseguitate penalmente per il nome di cybersessismo o cybermisoginia. pubblicare determinati contenuti? loro lavoro in difesa dei diritti umani, per aver sfidato gli In questa categoria rientrano quegli atti stereotipi di genere, le strutture del potere e del profitto, di condivisione, diffusione di contenuti Vogliamo sapere quale è stata la risposta le norme sociali e i valori patriarcali, religiosi e tradizio- privati, intimi, imbarazzati o crudeli di se hai segnalato l’abuso online alla polizia nali, per aver rivendicato i diritti sessuali e riproduttivi e una donna senza la sua autorizzazione, o alle società di social network. Speriamo di i diritti ambientali e dei popoli nativi. utilizzo non consensuale di fotografie, riuscire a raccogliere le storie che le donne In occasione dell’8 marzo, l’organizzazione ha mobilitato minacce od offese pubbliche sui profili dei vivono tutti i giorni, senza essere talvolta la società civile per realizzare fiori di carta, gesto simbo- social network, fino allo stalking online. consapevoli dell’abuso che stanno subendo lico di solidarietà con le attiviste per i diritti umani, e per Questi attacchi, di solito, mirano a mettere e delle armi che hanno a disposizione per firmare la petizione rivolta al governo italiano (vedi pag. in imbarazzo, umiliare, spaventare, difendersi. Raccontaci, se vuoi anche in 5), affinché riconosca il ruolo di coloro che difendono i minacciare, mettere a tacere, estorcere o, forma anonima, la tua storia su: diritti umani e si adoperi con azioni concrete a favore in alcuni casi, incoraggiano aggressioni di www.surveymonkey.co.uk/r/YGBB35Z delle donne legittimandole, proteggendole e promuoven- massa. do il loro impegno in Italia e all’estero. Sarà possibile partecipare all’azione fino all’8 maggio. Amnesty International ha iniziato a esaminare le implicazioni per i diritti umani della violenza online e delle molestie contro le donne su piattaforme social come Facebook, Twitter e Reddit. 27
LA TUA FIRMA CAMBIA IL MONDO! Fino al 20 gennaio, sono state raccolte e inviate all’ex- presidente Obama, oltre un milione di firme per chiedere la grazia per Edward Snowden! La grande pressione esercitata sull’amministrazione L’ALTRA FACCIA americana su questi temi, non ha portato al risultato sperato ma ha contribuito alla grazia per Chelsea Man- DELL’EUROPA ning e ha dimostrato a Snowden di avere supporto e sostegno. Un’altra grande mobilitazione è stata quella Il 25 marzo, in occasione dei 60 anni a favore di Ahmadreza Djalali, un ricercatore iraniano dalla firma dei Trattati di Roma, il di 45 anni presso l’università del Piemonte Orientale di documento istitutivo della Comu- Novara (vedi pag. 5), arrestato in Iran. Solo in Italia sono nità europea, abbiamo deciso di state raccolte per lui più di 30 mila firme. La sua storia unirci alla chiamata di Medici senza ha fatto il giro del mondo e Amnesty International non frontiere che, con il supporto di altre si fermerà fino a quando non potrà tornare in Europa organizzazioni, ha coordinato un’im- per riabbracciare la sua famiglia. Firma i nostri appelli, portante manifestazione. All’even- ogni firma può valere una vita! to hanno partecipato associazioni, voci autorevoli della società civile, UNA PERSONA STRAORDINARIA migranti e artisti, con interven- ti, testimonianze, letture e musica Amnesty International è fatta di persone e alcune di dal vivo. Tutti insieme per mostrare queste sono persone straordinarie. Nigel Rodley, che “l’altra faccia dell’Europa”, quella ci ha lasciato da poco, è stato Relatore speciale del- delle associazioni, dell’accoglienza le Nazioni Unite sulla tortura, presidente del Comitato e del rispetto. dei diritti umani, autore di “The Treatment of Prisoners under International Law” (una bibbia per gli studiosi di diritti umani). Prima ancora, però, è stato il “fondato- re” dell’Ufficio legale di Amnesty International. Nigel è uno di quelli che hanno costruito questa organizzazione e che ha lasciato un’impronta indelebile sul diritto inter- nazionale dei diritti umani. Ci mancherà. 28
Puoi anche leggere