L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo

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L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
L'INTERVISTA                                ECONOMIA                                  SPORT
Pierferdinando Casini si racconta           Da zero alla Fashion Week                 Chi ha detto che a Bologna non c'è la
dopo la vittoria elettorale                 La storia di Elisabetta Franchi           spiaggia? Beach volley per tutti

                                          QUINDICI
                                               ANNO 1 N 7 | 15 MARZO 2018

                             L’ALTRA VISITA

      FACEBOOK
       CI ODIA?

                 Supplemento quindicinale di “InCronaca” – giornale del Master in Giornalismo di Bologna
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
SOMMARIO

          4      Discorsi d'odio sui social
                 di Simone Fontana

          8      Casini racconta la sua Bologna

8
                 di Valerio Castrignano
                 e Riccardo Querciagrossa
          11     Giudici onorari, quanta precarietà
                 di Gianluca Mavaro
          14     Un punto sul processo Aemilia
                 di Andrea Olgiati
          16     La scalata di Elisabetta Franchi
                 di Giulia Gotelli

          19     100 anni di Zingarelli
                 di Giorgia Porliod

          22     Il beach volley vola in città
                 di Gianluca Cedolin

          24     Il cartellone di Quindici

     16

          Direttore Responsabile: Giampiero Moscato
          Edizione a cura di: Roberto Anselmi
          Desk: Querciagrossa Riccardo e Chiarelli Stefano

19
          Rivista informativa: Quindici
          ©Copyright 2017 - Supplemento quindicinale di “InCronaca”
          Giornale del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna
          Pubblicazione registrata al Tribunale di Bologna in data
          15/12/2016 numero 8446
          via Azzo Gardino, 23 - 40122 Bologna
          Numero telefonico. 051 2092200
          E-mail: red.incronaca@gmail.com
          Sito Web: www.incronaca.unibo.it
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
La foto di QUINDICI

«L'otto marzo, io lotto!», questo uno degli slogan del corteo che il giorno della festa della donna ha paralizzato il centro storico per manifestare contro
la violenza di genere e ogni discriminazione. Per le vie di Bologna non solo donne, ma anche tanti uomini e bambini (FOTO di Giulia Gotelli)

                                                                       Quindici - 3
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
(FOTO)

di Simone Fontana

           IL LATO OSCURO
           DI FACEBOOK

         O
                         dio, discriminazione, diffamazione. Razzismo
                         e fascismo. Il social network più popolare al
                         mondo ha delle evidenti falle nel processo
                         di moderazione e la sua policy appare
                         sempre più inadeguata alla legislazione
         italiana. Nell’ultimo anno la società di Zuckerberg è uscita
         ammaccata dalla lotta alle fake news nonostante il suo
         fondatore abbia accettato il ruolo di media company.
         Intanto, se in alcuni casi è difficile capire chi c'è dietro a una
         minaccia anonima, può succedere che l’hate speech venga
         confuso con la libertà di stampa. E' quello che è capitato
         a noi di InCronaca dopo un articolo su un candidato di
         estrema destra. Ecco com’è andata.
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
U
               n contenuto che hai            bliche ed erano state postate in un
               pubblicato potrebbe            intervallo di tempo che va dal 2016
               non rispettare gli             a pochi giorni prima della scoperta.
               standard             della     La sera del 20 febbraio, decidiamo di
               nostra       community.        riportare le stesse foto su un nostro
Rimuoviamo i post che attaccano               profilo privato - ancora una volta
le persone in base a razza,                   con privacy pubblica, come quella
etnia, nazionalità, religione di              utilizzata da Baschieri, -accompa-
appartenenza,             orientamento        gnandole con la didascalia: «Mentre
sessuale, genere o disabilità». Se            discutiamo dell’opportunità di la-
almeno una volta nella vita hai letto         sciare le piazze a formazioni di ispi-
questa formula di rito, è probabile           razione più o meno fascista, questo
che tu sia stato dal lato sbagliato           è il candidato di Forza Nuova al col-
dell’hate speech, fomentando su               legio uninominale di Bologna». Un
Facebook l’odio o il pregiudizio              contenuto giornalistico, veicolato
nei confronti di persone o gruppi             per mezzo del social network più
di persone sulla base delle                   popolare in Italia. Passano appena
caratteristiche sopra elencate.               24 ore e arriva la mannaia dell’a-
Un’apposita commissione voluta                zienda di Menlo Park: il contenuto
dall’allora presidente della Camera           è stato rimosso a causa del linguag-
Laura Boldrini, nel luglio del 2017           gio d’odio in esso presente. Ma non            (FOTO)
ha approvato una relazione che                è finita. Le fotografie che Facebook
sottolinea l’importanza del ruolo             ha ritenuto offensive nel contesto di
giocato dai social network nella              un lavoro giornalistico, sono ancora
formazione di stereotipi collegati a          disponibili sul profilo di Luca Ba-
sessismo, omotransfobia, razzismo,            schieri, che nel giro di qualche ora
intolleranza religiosa, bullismo e            si premurerà di rendere visibili tali
antigitanismo, portando alla luce             foto ad un pubblico composto da
una dinamica che travalica la rete            soli amici, forma nella quale sono
e che finisce per forgiare la realtà          tuttora online. Com’è stata possibile
in cui viviamo, fino alle estreme             una simile decisione?
conseguenze rappresentate dai                 Della policy di Facebook e della sua
crimini d’odio. Secondo le statistiche        sostanziale inadeguatezza alla legi-
diffuse da 12 Ong finanziate dalla            slazione italiana si è detto e scritto
Commissione europea, le principali
piattaforme di social network
                                              tanto. Sappiamo, innanzitutto, che
                                              non recepisce il contenuto della         Nel 2017 le
nel 2017 sono state in grado di               legge Scelba e quindi di conseguen-
rimuovere mediamente il 70% dei               za non sanziona chi “rivolge la sua      principali
contenuti ritenuti offensivi, una             attività all’esaltazione di esponenti,
percentuale che nel nostro Paese              principi, fatti e metodi propri del      piattaforme
cala al 66,9%. La storia che segue            partito [fascista] o compie manife-
arriva direttamente dal restante              stazioni esteriori di carattere fasci-   hanno rimosso
33% .                                         sta”. Per dimostrarlo abbiamo pro-
Il 20 febbraio scorso InCronaca, il           vato a segnalare pagine appartenenti     solo il 70% dei
giornale online del master in gior-           alla galassia nera di Facebook, una
nalismo di Bologna, ha raccontato
la storia di Luca Baschieri, candida-
                                              rete di luoghi digitali molto spesso
                                              collegati tra loro, che rappresentano
                                                                                       contenuti ritenuti
to per la lista “Italia agli italiani” - il
cartello elettorale che raccoglieva
                                              il cuore pulsante della propaganda
                                              fascista e neofascista, molto spesso
                                                                                       offensivi
Forza Nuova e Fiamma Tricolore-               organizzati in veri e propri gruppi
al collegio uninominale di Bologna            collegati alla pagina. Il risultato è
Mazzini. In particolare l’articolo si         stato contraddittorio: se in alcuni
soffermava su alcune foto, al tempo           casi le pagine segnalate sono state
disponibili pubblicamente sul profi-          prontamente rimosse - come nel
lo Facebook di Baschieri, finalizzate         caso di “Fascisti Mussoliniani” – la
inequivocabilmente alla celebra-              maggior parte delle volte Facebook
zione del regime fascista: un fascio          ci ha consigliato di bloccare la pa-
littorio, una croce celtica, una foto         gina o di smettere di seguirla – è
del candidato nell’atto di eseguire il        ad esempio il caso di “duxstore.it”,
saluto romano. Le foto erano pub-             pagina dedicata alla celebrazione

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L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
acritica di Benito Mussolini e alla      per l’apertura dell’indagine e l’even-
 Un'attivista         vendita di gadget fascisti.
                      La spiegazione a tale lacuna è stata
                                                               tuale richiesta a Facebook di esibi-
                                                               re i file necessari all’identificazione
modenese per          ribadita appena qualche giorno fa
                      da Laura Bononcini, Head of Public
                                                               della personalità nascosta dietro
                                                               l’account. Ma attenzione, perché Fa-
lo Ius Soli è stata   Policy per l’Italia di Facebook, che
                      ha dichiarato a La Stampa: «Non è
                                                               cebook non ha alcun vincolo legale
                                                               nei confronti dell’autorità giudizia-
minacciata e lei      prevista nella nostra policy, perché
                      si tratta di una legge in vigore solo
                                                               ria italiana e nell’assoluta maggio-
                                                               ranza dei casi decide di non tra-
ha denunciato         in Italia. La comunità di Facebook
                      comprende quasi due miliardi di
                                                               smettere il materiale, chiedendo che
                                                               l’azione prosegua tramite rogatoria
il fatto: ora il      utenti, di culture e Paesi differenti:
                      abbiamo dovuto adottare norme
                                                               internazionale, un procedimento
                                                               lungo e complesso che scoraggia il
                      valide a livello globale». Una dichia-   querelante dal proseguire oltre. Nel
social collaborerà    razione che mal si concilia con la       caso specifico di Insaf, la posizione
                      recente presa di coscienza di Mark       di Facebook potrebbe essere più dif-
con la procura?       Zuckerberg, che negli ultimi mesi        ficile da giustificare pubblicamente,
                      ha iniziato a considerare Facebook       non tanto a causa degli epiteti razzi-
                      una media company a tutti gli effetti    sti o per la velata minaccia di morte
                      e che dunque ha deciso di assumersi      – di fronte ai quali la società ame-
                      la responsabilità – seppur indiret-      ricana si è già dimostrata riluttante
                      ta – tanto dei contenuti pubblicati,     a procedere - ma per la chiosa del
                      quanto di quelli moderati.               post – “Onore a Traini”, l’autore del-
                      La seconda vulnerabilità delle re-       la sparatoria di Macerata - che po-
                      gole di cui si è dotata la creatura      trebbe essere considerata apologia
                      di Zuckerberg, risiede invece nel-       di strage.
                      la macchinosità con cui è possibile      Abbiamo provato a chiedere conto
                      procedere nei confronti degli odia-      di queste due situazioni specifiche
                      tori e dei diffamatori. Il 28 febbraio   direttamente a Facebook, prima
                      InCronaca ha raccontato la storia di     contattando privatamente Laura
                      Insaf Dimassi, l’attivista modene-       Bononcini – constatata l’inesistenza
                      se per lo Ius Soli vittima di insulti    di recapiti istituzionali pubblici rife-
                      a sfondo razziale veicolati trami-       riti a Facebook Italia – e poi scriven-
                      te un commento pubblicato da un          do all’indirizzo dedicato alla stampa
                      profilo falso. In casi come questo, la   internazionale che Facebook riporta
                      procedura richiede una denuncia,         sul suo sito aziendale. In entrambi i
                      cui fa seguito la trasmissione degli     casi non abbiamo ottenuto alcuna
                      atti alla Procura della Repubblica       risposta.

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L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
L'intervista

Il giocatore preferito? Bulgarelli. E a tavola? Gramigna con piselli e prosciutto

     «La mia Bologna non è più rossa, ma resta solidale»

Parla Pierferdinando Casini. L'ex presidente della Camera torna parlamentare
bolognese dopo più di vent'anni. Da Berlusconi al Pd, vita, passione politica,
e amarcord. Con la guida della Madonna di San Luca

di Valerio Castrignano e Riccardo Querciagrossa

È
           il momento di riflettere in silenzio, chi            «Il mio cammino è iniziato a scuola, tra i banchi
           chiacchiera è un fesso». Pier Ferdinando             del liceo Galvani. Avevo la convinzione che anche
           Casini, 62 anni, già presidente della Camera,        gli studenti moderati dovessero far sentire la loro
           è stato uno dei simboli dell’appena conclusa         voce. C’era una forte presenza di estrema sinistra
           campagna elettorale a Bologna. Fu tra i              e di estrema destra, mentre i moderati erano silen-
democristiani che nel ’94 si schierarono con Berlusconi.        ti. Iniziammo con un gruppo di amici che poi ho
Quest’anno però ha fatto campagna elettorale in quelle          ritrovato in futuro. Penso ad Angelo Piazza, che è
che un tempo erano le sezioni del Partito Comunista             stato ministro socialista della funzione pubblica.
e ha vinto all’uninominale da alleato del Pd (di cui ha         Ricordo anche chi stava dall’altra parte. Da noi c’era
sostenuto gli ultimi tre governi) contro Vasco Errani.          un ragazzo di sinistra che si chiamava Bottino, fra-
È l’uomo del momento a Bologna, ma del momento                  tello dell’ex sovraintendente al Teatro Comunale,
e dell’attualità stretta non vuole parlare, né vuol fare        che era l’idolo delle ragazze e il protagonista delle
previsioni e congetture. Meglio allora ricordare e              assemblee d’istituto. Quando finì lui, iniziai a mo-
magari dal passato trarre indicazioni per il futuro.            nopolizzare il dibattito io, ma da un altro fronte».

Quando è nata la sua passione politica?                         Oggi Bologna è ancora una città rossa?

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L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
«Le categorie sono cambiate per tutto il mondo. Sa-
rebbe singolare se in un’epoca in cui non ci sono
più le vecchie contrapposizioni ideologiche, il co-
munismo, il muro di Berlino, Bologna rimanesse
l’ultima città fortilizio di un passato che non c’è più.
Bologna è rossa per i mattoni, per i portici e per i
suoi colori. E ci piace perché è rossa. Politicamente
quel rosso non esiste più. Se invece parliamo delle
conquiste sociali, dell’attenzione agli ultimi e del
buon senso amministrativo, questo c’è ancora».

Ha mai avuto paura in campagna elettorale di es-
sere respinto dall’elettorato dem?
«Quello che non hanno capito in questa campagna
elettorale è che per me le persone vengono prima
della politica. Mi sarebbe dispiaciuto molto essere
respinto dalla mia città, perché metto al primo po-
sto il rapporto con le persone. Sono stato amico di
Maurizio Cevenini -presidente del consiglio pro-
vinciale e comunale di Bologna negli anni 2000- e
di Imbeni, che prima di morire mi confidò le sue
ultime amarezze».
                                                                «Ho sempre rispettato questa
Renzo Imbeni, storico sindaco di Bologna negli
anni ‘80. Quali erano queste amarezze?
                                                                città, alle elezioni non poteva
«Essere stato escluso dalla lista europea. Ma non               respingermi. Per me le persone
mi va di parlarne, erano conversazioni private…»
                                                                vengono prima della politica»
E il suo rapporto con il sindaco Giorgio Guazza-
loca?
«Un mio grande amico, con cui condividevo anche                 «Quando fui eletto per la prima volta deputato a 27
la visione politica. Quello che è stato omesso nel              anni. Presi il motorino e andai da mio padre a casa.
raccontare Guazzaloca, è che lui chiuse i manifesti             Ricordo la scena come fosse oggi. Era dietro la scri-
di Berlusconi in cantina e rispose a chi gli chiede-            vania, mi venne incontro, lui si commosse… e an-
va di vendicarsi contro la burocrazia del Comune,               che io. Poi fu bellissimo quando eletto presidente
prendendo come consigliere Fulvio Medini, mitico                della Camera dissi: “Come tutti i bolognesi mi affi-
consigliere generale di Renato Zangheri (sindaco                do alla Madonna di San Luca”. Ha suscitato ironia,
comunista di Bologna negli anni settanta N.d.r.).               ma solo da parte di chi non conosce Bologna. Tutti,
Guazzaloca ha sempre rispettato questa città, come              al di là dei colori, amano questa presenza spirituale
ho fatto anche io».                                             che veglia sulla città».

La persona che stima di più oggi a Bologna?                     Il momento più brutto?
«Ve ne sono tante, ma per non far torto a nessu-                «La strage alla stazione. Ero in vacanza con la mia
no cito un mio amico, che è un grande professio-                famiglia a Lizzano in Belvedere. Ero appena stato
nista e, nonostante le apparenze fredde, un grande              eletto consigliere comunale. Mi precipitai in mac-
uomo: Pietro Gnudi».                                            china, per andare a Bologna, con mia madre che
                                                                cercò di trattenermi, perché aveva paura che po-
Lei ha una grande passione per il Bologna, qual                 tesse succedere qualcosa. Ma era già successo tutto.
è il giocatore rossoblù che ha apprezzato di più?               Quei giorni furono i più brutti».
«Bulgarelli, centrocampista e capitano del Bologna
con cui vinse lo scudetto del ’64. Giacomino è stato            Qual è il posto che le piace di più a Bologna?
anche un amico».                                                «Piazza Maggiore. Poi mia madre vive al Savena,
                                                                e lì ricordo una città che non c’è più. Quando ero
E tra le figure cattoliche?                                     bambino da lì iniziavano i campi. Andavamo a
«Biffi e Zuppi, due persone con una linea e un ca-              prendere le uova dai contadini. Oggi ci sono altri
rattere diverso, dotate entrambe di una grande au-              venti chilometri di case».
torità morale».
                                                                Dove vive oggi?
Quale è stato il momento più bello a Bologna?                   «Vicino a villa Paradiso. Era la villa della contessa

                                                      Quindici - 9
L'ALTRA VISITA QUINDICI - Unibo
«Il rapporto tra cattolici                                     partito, perché i voti li ha presi tutti lui. Ma pur-
                                                               troppo il tempo passa e anche per Silvio è arrivato
e politica? C'è meno                                           un momento un po’ delicato».
protagonismo. Mi auguro che                                    Come è cambiato il rapporto fra i cattolici e la po-
questo non coincida con un loro                                litica?
                                                               «C’è meno protagonismo. Mi auguro che questo
ritiro, perché sarebbe molto                                   non coincida con un ritiro dei cattolici dalla politi-
                                                               ca perché sarebbe molto dannoso».
dannoso»
                                                               Nel mondo cattolico è arrivata la rivoluzione di
Altobelli, che visitavo da bambino con mia nonna».             Papa Francesco…
                                                               «Francesco è figlio dei tempi, come è figlio dei tem-
Il ristorante in cui va più volentieri in città?               pi il nostro vescovo Zuppi. Probabilmente l’attuale
«Tradizionalmente il "Diana". In questo perio-                 Papa è stato provvidenziale perché se non ci fosse
do "Adesso Pasta", perché amo Francesco Mafaro                 stato lui oggi la Chiesa avrebbe ancora più diffi-
(esperto di pasta fresca e tra i proprietari del locale        coltà a farsi capire dalla gente. Però, naturalmente,
N.d.r.)».                                                      un pontificato si giudica non dalla semina ma dai
                                                               frutti che darà».
E il piatto che le manca quando è lontano da Bo-
logna?                                                         Come sta oggi Bologna? Che voto le darebbe?
«Gramigna prosciutto e piselli».                               «Rispetto alle altre città europee e d’Italia è all’a-
                                                               vanguardia. Poi naturalmente su tanti temi bisogna
Lungo la via Emilia c’è stato un forte scossone po-            fare di più. Col sindaco tante volte ho parlato del
litico: la coalizione di centro destra ha superato             degrado urbano e del tema dell’ordine pubblico in
quella di centro sinistra, ma Bologna ha resistito.            alcune zone, ma Merola ne ha senz’altro una consa-
Secondo lei quali sono le ragioni?                             pevolezza maggiore di quanta ne ho io».
«A Bologna siamo riusciti a dare agli elettori una
proposta convincente nel rapporto fra i ceti pro-              E al sindaco che voto darebbe da 1 a 10?
duttivi della città. Commercianti, industriali e arti-         «È il mio sindaco, non do i voti».
giani hanno votato in massa e le categorie produtti-
ve si sono saldate attorno al nostro progetto. Come            Donadoni invece? Da 1 a 10?
si vede dal voto nei quartieri tradizionalmente più            «6,5. Si può fare di più».
di centrodestra abbiamo vinto ovunque. Probabil-
mente parte del voto lo abbiamo perso fra i mili-
tanti della Cgil e Fiom. D'altronde i segnali nelle
fabbriche bolognesi c’erano stati, pensiamo a cosa
è successo alla Gd (dove la Fiom non è più il primo
sindacato N.d.r.)».

Ora quali scenari si aprono per la sinistra in regio-
ne e in Italia?
«Adesso non è il momento di analisi affrettate, né
di rese di conti».

Gian Luca Galletti in veste di sindaco è la scelta
migliore?
«Non avanzo candidature. Questo dibattito a tre
anni dall’elezione del sindaco è fuorviante e sba-
gliato».

Lei è stato prima alleato e poi oppositore di Ber-
lusconi, dopo il sorpasso della Lega di Salvini il
berlusconismo è tramontato definitivamente?
«Il tempo passa per tutti. Berlusconi ha fatto un
miracolo a prendere i voti che ha preso senza un

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Giustizia

Gli Onorari guadagnano 98 euro a udienza, in media 800 euro lordi al mese

                               «Noi, giudici a cottimo»

In pochi lo sanno ma per mandare avanti i processi ci si affida a figure
precarie. A Bologna sono circa un terzo dei magistrati in servizio e
seguono anche casi delicati, come omicidi colposi e infortuni sul lavoro

di Gianluca Mavaro

D
              ovevano essere un tampone e sono                 inquirente e sostituisce il pubblico ministero. Il
              diventati uno dei pilastri della                 tribunale di Bologna non fa eccezione, con ben
              magistratura, assorbendo il 60% dei              46 got in servizio. A questi si aggiungono 18
              giudizi di primo grado. Giudici assunti          viceprocuratori onorari vpo, attivi in procura.
              in via temporanea alla fine degli anni           Si occupano non solo di reati minori come furti,
‘90 per smaltire il carico di procedimenti di minore           ricettazioni, appropriazioni indebite, ma la loro
rilevanza, sono stati poi prorogati per vent’anni.             competenza si estende a casi delicati come quelli
Reclutati per titoli e non per concorso, lo Stato ha           di stalking, minacce, falsa testimonianza, evasione
affidato loro migliaia di processi restituendo in              fiscale, fino all’omicidio colposo e agli infortuni sul
cambio briciole in termini di sicurezza economica              lavoro. I loro doveri e le loro responsabilità sono a
e previdenziale. Adesso se ne contano oltre 5000               tutti gli effetti quelli di un magistrato: trangugiare
in tutto il paese: quasi la metà della giustizia in            pile di documenti, interpretare norme, scrivere atti
Italia è retta da un esercito di precari. Le figure più        e sentenze, sostenere l’accusa. Tutte queste attività
importanti e diffuse sono quelle di viceprocuratore            però vengono svolte gratis: ad essere retribuita –
onorario (vpo) e di giudice onorario di tribunale              con 98 euro – è soltanto la presenza in udienza. Si
(got). Il primo è un organo giudicante, il secondo             badi bene: ogni udienza può contenere fino a 30/40

                                                     Quindici - 11
processi, testi, imputati e avvocati diversi e durare
anche tutta la giornata. E infatti se si superano le
cinque ore il compenso è doppio. In media un
magistrato onorario ne riesce a seguire quattro al
mese, guadagnando così non più di 800 euro lordi.
Circa venti volte in meno rispetto ai colleghi togati,
che secondo l’Inps, guadagnano in media 125mila
euro lordi all’anno. La riforma Orlando ha adesso
introdotto un’indennità di 16mila euro lordi annui,
che però entrerà in vigore fra quattro anni. In
cambio le udienze settimanali verranno limitate a
un massimo di due, riducendo quindi i gettoni di
presenza, e di conseguenza anche la retribuzione.
La discriminazione però non si ferma allo stipendio:
niente ferie, malattia, maternità. «Siamo lavoratori
a cottimo – dice Stefano Gozzi, giudice onorario
di tribunale alla I sezione penale – veniamo pagati
solo e soltanto quando andiamo in udienza». E i
contributi bisogna pagarseli da sé, tant’è che per
anni l’attività svolta non era considerata un vero e
proprio rapporto di lavoro. La riforma Orlando ha                                      La riforma Orlando dell'estate
lasciato molti scontenti, non avendo sostanzialmente
risolto il problema della discriminazione rispetto                                     2017 ha lasciato tutti scontenti,
ai magistrati ordinari, a fronte del carico di lavoro
crescente e del sempre maggior sfruttamento
                                                                                       senza risolvere le disparità con i
delle loro competenze. Per questo, in gennaio le                                       magistrati ordinari

La sede del Tribunale di Bologna. In alto il Guardasigilli Andrea Orlando.

                                                                             Quindici - 12
associazioni di categoria hanno indetto uno sciopero
causando il rinvio di centinaia di migliaia di processi.
L’Unione nazionale giudici di pace non ha dubbi:
«Un magistrato impiegato solo apparentemente
part-time, con uno stipendio da bracciante agricolo
in nero, senza tutele previdenziali effettive, senza
tutele ordinamentali e disciplinari, che garanzie
di indipendenza e imparzialità potrà mai offrire?».
«La normativa è insufficiente, e lo Stato continua
a considerarci lavoratori autonomi, ma io e i miei
colleghi andiamo ogni giorno in tribunale. C’è chi
ha uffici e computer lì. E’ chiaro che la legge falsa le
carte, perché si tratta di lavoro subordinato», spiega
Gozzi, che scrive 800 sentenze all’anno. Un lavoro
«impegnativo», che non assicura alcun avanzamento
di carriera: «Gli incarichi dovevano essere tutti
provvisori ma di fatto sono stati prorogati di anno
in anno. Rimane comunque il grande arricchimento
culturale e professionale». Giacomina Orlando fa
il viceprocuratore onorario in procura dal 2000,
svolgendo in udienza le funzioni del Pm. Adesso
guadagna 300-600 euro al mese. «Siamo lavoratori
senza diritti. Quando ero incinta ho dovuto lavorare
dalle nove del mattino alle dieci di sera, solo all’ottavo
mese ho detto al procuratore che non ce la facevo
più». In questi casi nessuna indennità di maternità è
prevista. «Non ci viene riconosciuto nulla, nessuna
tutela previdenziale, nessuna garanzia. Eppure
abbiamo gli stessi poteri dei giudici togati. Una
disparità incomprensibile. La riforma Orlando ha
fatto solo danni: prima superavo agilmente i 1000
euro, adesso è impossibile, non potendo più lavorare
nella circoscrizione del tribunale di Bologna».
La legge infatti avrebbe tagliato le gambe a molti
magistrati onorari che svolgono parallelamente la
professione di avvocato: la riforma ha introdotto delle
incompatibilità territoriali tra le due professioni che
hanno toccato soprattutto chi è iscritto all’ordine
degli avvocati, ma di fatto negli studi legali esercita
poco o nulla, e faceva quindi affidamento sui
compensi ricevuti per l’attività di magistrato. Sono
lontani i tempi in cui la laurea in Giurisprudenza
garantiva un impiego pubblico sicuro, remunerato
e garantito. Adesso è dura anche per esperti giuristi
ricevere l’adeguata ricompensa per il sudore versato
sui codici: scrivere sentenze “in nome del popolo
italiano” non basta più per ottenere un mutuo.
Una viceprocuratore onorario:
«Non abbiamo nessun diritto.
Quando ero incinta ho dovuto
lavorare dalle 9 alle 22. All'otta-
vo mese ho detto al procuratore
che non ce la facevo più»

                                                        Quindici - 13
Mafie al nord

         Il 13 marzo venticinque imputati hanno scelto il rito abbreviato

             Aemilia e i nuovi fortini della 'ndrangheta

Il processo è in corso ma lo spettro della malavita calabrese
continua ad aleggiare sulla regione. L'antimafia non molla la presa:
i comuni di dimensioni medie e piccole sono ancora quelli più a rischio

di Andrea Olgiati

S
        ignore sono pallini piccoli piccoli… da                  (considerato il nuovo reggente della cosca reggiana
        passerottino… innoqui» diceva Don Camillo                dopo la carcerazione al 41bis del fratello Nicolino), i
        in “Don Camillo Monsignore…ma non                        due pentiti Antonio Valerio e Salvatore Muto e i fratel-
        troppo”. In quel caso però, bastò un richiamo            li Vertinelli (considerati la cassaforte al nord della co-
        del Signore per impedirgli d’impallinare una             sca Grande Aracri). Per gli altri nove che hanno scelto
donna. Ad anni di distanza, quello stesso paese nel              invece il rito ordinario il loro esame sarà il 20 marzo.
quale la serie è ambientata, Brescello, è un tassello            Il processo Aemilia, insieme all’ Aemilia-bis, l’ope-
fondamentale del maxi processo Aemilia ancora in                 razione Pesci in Lombardia, che portò nel settembre
corso, diviso tra i tribunali di Bologna e Reggio Emilia.        2017 alla condanna di Nicolino Grande Aracri, La
Al momento, nel tribunale di Reggio Emilia, a seguito            Kyterion nel calabrese del 2015, che condusse a 37 ar-
della modifica dei capi d’imputazione per trentaquat-            resti nel calabrese tra Cutro, Isola Capo Rizzuto e Ca-
tro imputati, il 13 marzo, venticinque di loro hanno             tanzaro di cui molti facevano capo a Nicolino Grande
scelto di essere giudicati secondo il rito abbreviato e          Aracri, mettono sotto gli occhi quanto l’organizzazio-
le udienze dovrebbero iniziare il 27 marzo, con il de-           ne facente capo ad Aracri sia radicata nel territorio
posito delle trascrizioni previsto per il 10 aprile. Tra         emiliano.
questi ci sono figure centrali come il faccendiere Mi-           «Da giovane – dice Marco Mescolini, il pm del pro-
chele Bolognino, il fratello Sergio, Gianluigi Sarcone           cesso Aemilia, a lezione con i ragazzi di Libera in Uni-
                                                       Quindici - 14
Il pm Mescolini: «Ciò che spaventa
è il rapporto tra mafia e potere.
In un territorio le organizzazioni
cercano contatti con chi lo
concentra intorno a sé»
versità - il problema non era la mafia ma il terrorismo.
Per il numero degli imputati (219) abbiamo tenuto l’u-
dienza preliminare del 22 ottobre 2015 al padiglione
17 della Fiera di Bologna. A tutti sembrava una cosa
nuova, ma ci fu anche chi scrisse che non era la pri-
ma volta che succedeva a Bologna: un altro processo
con più di 110 malfattori c’era stato nel 1864, fu quello
delle balle (in dialetto le consorterie studentesche) bo-
lognesi».
Nell’ultima relazione della commissione parlamentare
antimafia, presentata da Rosy Bindi il mese scorso, si
parla riferendosi alla colonizzazione del nord da par-
te delle organizzazioni ‘ndranghetiste e mafiose: un
fenomeno a macchia di leopardo che va a colpire i
comuni di dimensioni medio-piccole, che una volta
espugnati divengono dei fortini, capisaldi strategici
distribuiti sul territorio. Costituiscono cioè un poten-
te strumento di consolidamento degli interessi mafio-          Brescello, in provincia di Reggio Emilia, uno dei comuni coinvolti nel processo
si e di radicamento stabile, dello stesso tipo, anche se
non della stessa intensità storico-sociale, espresso in
Calabria. I centri possono mantenere legami forti con             Nel dicembre del 2017 invece il Consiglio di Stato
il territorio di provenienza, come mostrato dall’opera-           ha confermato lo scioglimento del Comune di Bre-
zione Kyterion.                                                   scello, il paese di Don Camillo, dove vive Francesco
«Non è tanto il rapporto della mafia con la politica -            Grande Alacri, fratello di Nicolino Grande Aracri,
continua Mescolini - quanto quello con il potere. In              condannato in via definitiva per aver partecipato ad
un territorio le organizzazioni cercano contatti con              associazioni di carattere mafioso. Tra gli elementi che
chi, in quella zona, lo concentra intorno a sé, che può           hanno portato alla sentenza di scioglimento, l’assun-
essere anche politico o amministrativo».                          zione nell’amministrazione di personaggi a vario tito-
                                                                  lo legati alle cosche, l’indirizzamento degli appalti e
                                                                  anche il comportamento tenuto dal sindaco durante
                                                                  una video inchiesta realizzata da ragazzi liceali e uni-
                                                                  versitari dell’associazione Reggiana, “Cortocircuito”
                                                                  che sono andati a chiedergli della presenza mafiosa in
                                                                  paese. «Un’altra delle caratteristiche – afferma il Pm
                                                                  - propria del modello mafioso è la condizione di as-
                                                                  soggettamento e di omertà che ne deriva. Cioè un gra-
                                                                  do di subalternità nei confronti di un altro che però è
                                                                  negata».
                                                                  «La mafia non è qualcosa d’immutabile - continua -
                                                                  si possono però inquadrare alcune modalità d’azione
                                                                  che possono aiutarci a capire come opera e rintrac-
                                                                  ciare degli elementi comuni. La paura nei confronti
                                                                  del mafioso non è derivata solo dalla sua persona, ma
                                                                  dalla moltitudine invisibile che si percepisce dietro di
                                                                  lui. Un’altra delle sue caratteristiche è l’esibizione del
                                                                  potere. Il mostrarsi potente come segno di forza, come
                                                                  il travestirsi da carabiniere nel caso dell’omicidio avve-
                                                                  nuto nel 1992 a Brescello. Dei malfattori travestiti da
                                                                  forze dell’ordine - chiude Mescolini - sono entrati in
                                                                  casa di un uomo agli arresti domiciliari per freddarlo
                                                                  davanti alla moglie e al figlio».
                                                       Quindici - 15
Economia

           Made in Italy e rispetto per l'ambiente i punti forti del brand

     Elisabetta Franchi, la regina del lusso accessibile

Partita da zero nel 1996, l'azienda creata dalla stilista bolognese
oggi ha negozi in tutto il mondo. Ed è diventata un punto di
riferimento per la moda femminile. I prezzi? Alla portata di tutti

di Giulia Gotelli

Un paradiso rosa antico, dove la cliente può sentir              è nata e che ha deciso di scommettere sulla sua città.
rinascere la propria femminilità. I mobili, dal design           L’avventura di Elisabetta parte nel 1996, quando deci-
minimal, svettano sullo sfondo cipria (anche il par-             de di aprire un piccolo atelier con solo cinque impie-
quet è stato scelto con cura nelle sue nuances più chia-         gati: oggi, i dipendenti sono 240 e il brand Elisabet-
re). Sulle grucce che decorano le pareti fanno mostra            ta Franchi vanta più di 80 negozi monomarca e circa
di sé gli abiti della nuova collezione primavera/estate          1100 multimarca in 65 paesi.
2018. Alcuni outfit già assemblati dall’occhio esperto           Stilista ed imprenditrice, la Franchi può sostenere di
della responsabile si ergono come tanti alberi color             “essersi fatta da sola”: nel 1998, infatti, fonda il brand
pastello: chi entra nella boutique di Elisabetta Franchi         Celyn B. (B. rimanda a Betta, il soprannome con cui
in Galleria Cavour non può far altro che perdersi in             viene chiamata in famiglia) e, forte del proprio gusto e
questa selva di capi prêt-à-porter, dove il lusso è final-       dello studio attento delle tendenze del momento, rie-
mente accessibile.                                               sce a farsi notare dalla clientela femminile. Punto forte
Il nuovo flagstore shop inaugurato nell’estate del 2017          dell’azienda è il Made in Italy, di cui negli anni si sente
occupa due piani della sezione Green della Galleria e            sempre di più la mancanza, e la maglieria, tipologia di
si estende per 450 metri quadrati. Ma questo è solo              prodotto con cui la Franchi lancia il brand. Ma non si
uno degli ultimi passi compiuti dalla fondatrice del             accontenta e, oltre ad abiti dal taglio elegante e raffina-
brand, Elisabetta Franchi, classe 1968, che a Bologna            to, la stilista inaugura nel 2009 una nuova collezione
                                                       Quindici - 16
di calzature da abbinare alle sue creazioni tessili.
Il successo è dietro l’angolo e finalmente Elisabetta
può appropriarsi di un vero e proprio headquarter di
produzione: è così infatti che la stilista chiama il mo-
numentale complesso immerso nella campagna bolo-
gnese, una ex fabbrica farmaceutica che lei acquista e
ristruttura completamente. 6000 metri quadri, design
moderno ed essenziale, realizzato in legno, metallo e
vetro rispettando l’eco-sistema in cui è stato inserito,
il quartier generale del brand ne rispecchia anche la
Il fatturato dell'impero 'rosa' è
in continua crescita: attesi 110
milioni nel 2017. L'ad Manghi:
«Le signore ci preferiscono
per il nostro ottimo rapporto
qualità prezzo»
credenza di fondo, ovvero il riguardo per il mondo
naturale.
Il marchio Elisabetta Franchi sale infatti alla ribalta
anche per le sue idee all’avanguardia in materia di eco-
logia: per la realizzazione dei suoi capi è assolutamen-
te vietato l’impiego di pellicce e piume, perché ottenu-         diventate sei – dichiara Manghi al Sole 24 Ore - lo
te attraverso un trattamento disumano degli animali.             stesso per il business degli accessori, già oggi al 13,5%
Nel 2014 arriva il salto di qualità: il brand sbarca uffi-       del fatturato. Per mostrare l’intero mondo Elisabetta
cialmente sulle passerelle della Fashion Week milane-            Franchi i monomarca sono la soluzione migliore».
se e viene inserito nel calendario ufficiale della Came-         I dati sembrano dargli decisamente ragione: la Betty
ra della moda: Elisabetta non ha più ostacoli.                   Blue, l’azienda di abbigliamento che produce e distri-
Il fatturato cresce anno dopo anno. Nel 2015 ammon-              buisce sia collezioni omonime che sotto il marchio
tava a 100,8 milioni di euro, nel 2016 era già attesta-          Elisabetta Franchi, è apparsa nella TOP 500 delle
to attorno ai 102 milioni, con un Ebitda del 20,1%, in           imprese emiliano-romagnoli occupando nel 2016 la
crescita del 14% rispetto all’esercizio precedente, e nel        97esima posizione grazie a un capitale netto di 44.851
2017 si vocifera abbia raggiunto i 110 milioni circa.            milioni di euro e un margine operativo lordo di 20.131
Una crescita che sembra non arrestarsi con la pre-               milioni di euro.
visione di +50% entro il 2020, almeno secondo le di-             Ad avvantaggiare il brand, sembra ci sia anche la cer-
chiarazioni del nuovo amministratore delegato della              tezza della fascia di prezzo in cui EF rientra, ovvero
compagnia Eugenio Manghi, strappato a una lunga                  quello definito, come già detto, “lusso accessibile”.
carriera nel gruppo Max Mara, che ricorda come il                «Elisabetta Franchi presidia da sempre questa fascia
brand tutto italiano stia avendo successo in ogni parte          – spiega ancora l’AD Manghi -. La signora Franchi e
del mondo (Russia, Cina e Medio Oriente fra gli altri).          tutte le persone che lavorano in azienda, per il 70%
«La crescita nel retail è strategica perché le collezioni        donne, preferiscono però parlare di ottimo rapporto
di abbigliamento si sono ampliate e da quattro sono              qualità-prezzo, value for money».

                                                                 Il fatturato 2015 e 2016. Le attese 2017 e le stime per il 2020

                                                         Quindici - 17
La moda emiliana, un settore tra luci e ombre. Che fa gola all'estero
Il settore della moda in Emilia-Romagna resta un'importante tessera del puzzle economico: secon-
do la più recente analisi Ervet pubblicata dalla Regione nel febbraio 2017, infatti, sono 6.989 le
imprese attive, ovvero l’8,3% dell’intero panorama nazionale.
Dopo una leggera ripresa nel II trimestre del 2016, tuttavia, questo settore ha registrato una lenta
ma persistente contrazione: nel periodo compreso fra gennaio e settembre, la variazione si è arre-
stata attorno al -1,8% rispetto alla media del 2015. Si mantiene positivo però il fattore esportazione:
le aziende emiliano-romagnole ricoprono il 13,1% a livello nazionale, con un ricavo di 4.807.108.202
milioni di euro soltanto nel 2016. Rispetto all’anno precedente, infatti, le esportazioni sono aumen-
tate del 4,1%, soprattutto per quanto riguarda calzature e abbigliamento. Negativa invece la varia-
zione dei prodotti in pelle, il -4,6% rispetto al 2015 solo in regione, un indice più grave della media
nazionale (scesa del -1,1%).
In questo panorama si inseriscono le acquisizioni ad opera di imprese estere di celebri firme della
moda bolognese come La Perla e Yoox Net-à-porter (ora riconducibile al gruppo Ynap), che hanno
sottratto al capoluogo emiliano-romagnolo due eccellenze del mercato della moda.
La Perla, nata dall’idea della stilista bolognese Ada Masotti nel 1954 e sinonimo di lingerie di lusso, è
stata acquistata dalla olandese Sapinda Holding di Lars Windhorst dopo il fallimento della trattativa
con l’investitore cinese Fosun International. Il marchio, già precedentemente venduto a un com-
petitor americano, era stato rilevato dall’italianissimo Silvio Scaglia nel 2013, che aveva investito
nell’impresa 69 milioni di euro.
Yoox, azienda leader dell’e-commerce di abbigliamento, accessori e calzature, fondata dal bologne-
se Federico Marchetti, è posseduta al 75,03% dalla Compagnie Financière Richemont. La stessa Ri-
chemont che a gennaio 2018 aveva fatto un’offerta pubblica di acquisto (Opa) per ottenere il 100%
delle azioni. Buone notizie nonostante il periodo di stallo: Yoox Net-à-porter, quotata in borsa come
gruppo Ynap, ha chiuso il 2017 con un ricavo pari a 2,1 miliardi di euro, in aumento dell'11,8%. No-
nostante l’imponente presenza della compagnia svizzera, tuttavia, Ynap continuerà ad essere un
business indipendente il cui nucleo operativo resterà nel bolognese.

                                                Quindici - 18
Cultura

  Alla scoperta della casa editrice dove nasce il vocabolario per eccellenza

 Da autoscatto a selfie, fotografia di un Paese che cambia

Lo Zingarelli ha festeggiato 100 anni: da "Brexit" a "youtuber", l'edizione 2018
ricorda le parole che segnano la nostra epoca e quelle che spopolano sui social.
Ma come si scelgono? E chi lo fa? Intanto prepariamoci al verbo "whatsappare"
di Giorgia Porliod

L
          o Zingarelli ha compiuto 100 anni. Ognuno                hanno cambiato gli ultimi mesi e da neologismi creati
          di noi ha sfogliato il più celebre vocabolario           dai giovani e da chi parla l’idioma del Belpaese, ma non
          della lingua italiana almeno una volta nella             si lascia spaventare dai forestierismi e li usa facendoli
          vita, l'ha consultato durante i compiti a scuola,        entrare nella quotidianità. L’edificio di via Irnerio è una
          portato sottobraccio all’esame della maturità e          fabbrica di lemmi e voci che fanno parlare le novità del
poi lasciato a prendere polvere su una libreria. Magari            nostro tempo: per questo, per l’anno in corso, la Zani-
senza considerare che quel tomo pesante, tramandato                chelli ha scelto di stampare proprio il termine “innova-
di generazione in generazione, è il più grande custode             zione” direttamente sulla copertina, sopra la foto della
dei cambiamenti dell’italiano e della nostra società.              fermata metro “Università”, a Napoli, sui cui gradini di
Uno specchio dei tempi passati e di quelli moderni,                accesso alla banchina sono raffigurati Dante e Beatrice.
un notaio che registra ogni anno parole nuove e si                 Un omaggio all’Italia che cambia assieme alla propria
preoccupa di salvaguardare quelle in pericolo. Una                 lingua.
storia e una rivoluzione nata nel 1917 grazie agli editori         Il mondo che più influenza questa nuova edizione è
Bietti e Reggiani, proseguita con il lavoro di Nicola              senza dubbio quello di internet, che velocizza sempre di
Zingarelli e resa possibile ancora oggi dalla casa editrice        più il modo di ragionare e di comunicare. «Basti pensare
bolognese Zanichelli.                                              alle ultime elezioni del 4 marzo - osserva Massimo Ar-
L’edizione del 2018 si è arricchita di termini e definizio-        cangeli, linguista e critico letterario - la campagna elet-
ni presi in prestito dal mondo dei social, da eventi che           torale si è svolta più su internet che sui manifesti nelle

                                                         Quindici - 19
piazze. La rete ha inglobato anche il dibattito politico ed
è un laboratorio in cui ogni giorno nascono nuove pa-
role». Dai nuovi media e dai social vengono "hater" (di
cui parliamo a pagina 4, con Simone Fontana) colui che
utilizza il web per insultare, e "influencer", un novello
opinion leader che grazie alla sua attività online detta
gusti e mode. C’era un volta l’autoscatto che oggi é di-
ventato selfie. Ma anche nuove accezioni a termini che
già esistono, come amicizia, non più solo reale, ma vir-
tuale: la relazione tra due utenti di Facebook che condi-
vidono i contenuti del loro profilo. E, ancora, taggatura
che, se ieri era solo l’arte dei graffittari che firmavano la
loro opera con un tag, oggi è l’azione che si compie sui
social quando si inserisce il nome in un commento o in
una foto, indicando e segnalandone la presenza.
Ma ci sono anche parole che segnano un’epoca, e se
nella prima edizione annualizzata dello Zingarelli del
1994 era stata scelta Tangentopoli, quella di quest’anno
non poteva che essere Brexit: l’unione di Britain ed exit
coniata sui giornali che indica l’uscita del Regno Unito
dall’Unione Europea sancita dal referendum di giugno
                                                                     I lessicografi selezionano le parole
2016.                                                                con tre criteri: durata, frequenza e
E poi la post-verità, quel fenomeno per cui nella discus-
sione pubblica si affermano e si diffondono falsità am-              qualità. Il vocabolario registra solo
plificate dalla rete. Ma perché ci sono parole che nasco-
no dal nulla, magari diventano virali e poi non entrano
                                                                     i termini radicati, con peso
a far parte del vocabolario? Il caso più celebre é quello            culturale, non le meteore
di petaloso, utilizzato da un bambino veronese per qua-
lificare una margherita, diventato oggetto di attenzione             ni che si radicano nella nostra lingua, non i fenomeni
mediatica e della stessa Crusca. Il termine é stato riu-             passeggeri. Verifichiamo poi la ripetitività della parola,
tilizzato alle elezioni dalla ministra Beatrice Lorenzin             quante volte la troviamo su internet, la sentiamo dire
per descrivere il simbolo del proprio partito. «Perché le            al telegiornale. E poi la parola deve avere un peso cul-
parole si selezionano con tre criteri: durata, frequenza             turale». Il professor Cannella fa parte di una squadra
e qualità – spiega Mario Cannella, da anni lessicografo              che ogni ogni anno, sulla base dell’edizione precedente,
dello Zanichelli – il vocabolario registra solo i termi-             scrive e aggiorna lo Zingarelli con i nuovi termini. «É

                                                           Quindici - 20
Sono contrassegnate con un
fiorellino le parole che rischiano di
perdersi e devono essere
salvate: perchè non dire più che
un cibo è 'sapido' o che un
comportamento è 'ondivago'?
un lavoro che dura 365 giorni, si tocca ogni parte del
vocabolario, registriamo 15mila interventi. Le parole
nascono spontaneamente: può capitare che prenden-
do la metro io ne senta una e la annoti. Ascoltando la
radio, altra fonte importante, cerco di capire se viene
riutilizzata. Leggendo il giornale, magari la ritrovo. Mi
affido anche alla cara vecchia letteratura. Poi si propone
e il termine viene votato. Siamo un gruppo dispari, in
modo che ci sia sempre un voto in più». E, senza fare
spoiler (termine preso in prestito dall’inglese to spoil,
rovinare, riferito ad anticipazioni di cose non note ai
più) alla Zanichelli si lavora già all’edizione del 2019,
che potrebbe contenere whatsappare e Burian, il vento
freddo della Siberia che la scorsa settimana ha imbian-
cato l’Italia. «Stiamo monitorando downloadare – pro-
segue Cannella – perché viene utilizzato, ma gli si pre-
ferisce ancora la versione italiana scaricare. Abbiamo
invece deciso di inserire l’aggettivo genocidiario. Se ne
é tanto di dibattuto in occasione della Shoah ma anche
della strage degli Armeni».
E poi dialettismi e modi di dire: nel 2018 sono stati in-
seriti il pane carasau e la schiscetta, il temine milanese
per indicare il contenitore del pranzo consumato in uf-
ficio. Un segno della velocità dei nostri tempi ma anche
di un bisogno di riscoprire la tradizione.
«Lo Zingarelli è un patrimonio di cui disponiamo per
comprendere meglio l’evoluzione sociale del nostro pa-
ese. Ci sono parole che esistono da sempre, ma che oggi
subiscono trasformazioni nella loro definizione – spie-                Nicola Zingarelli, autore dell'omonimo dizionario
ga Arcangeli - Se prendiamo un vocabolario degli anni
Venti ritroviamo il termine viaggio: sono elencati tutti i             di perdersi) e le contrassegna con un fiorellino: perché
mezzi di trasporto, ma manca la nave, di uso commer-                   non dire più che un cibo é sapido o che qualcuno ha un
ciale. Chi ha redatto il dizionario allora non aveva inse-             comportamento ondivago?
rito il termine, magari per rispetto di chi per mare aveva             Insieme al professor Cannella abbiamo tracciato la sto-
perso qualcuno. Ecco, oggi la nave è invece un mezzo                   ria della parola turismo: «È una parola turistica: nasce
fondamentale per viaggiare».                                           dal latino tornio, va in Francia per dire Tour, passa per
Senza contare il genere delle parole, questione fonda-                 l’Inghilterra del ‘700 e nascono tourist e tourism. Loro
mentale del presente: la sindaca, la ministra, la medica               erano dei gran viaggiatori ed il Regno Unito era un
sono sempre più utilizzati, anche se per alcuni risultano              grande impero coloniale. Poi, nel ‘900 l’italia lo prende
cacofonici. «Non esistono parole brutte, in 100 anni di                in prestito dal francese. Oggi anche noi abbiamo il turi-
Zingarelli notiamo il bisogno di attribuire un femmini-                smo e il turista». La lingua é un viaggio senza fine.
le ai nomi. Alla donna per secoli non sono stati ricono-               «All’utilità del pubblico ho tenuto fissa la mente, propo-
sciuti ruoli di prestigio: l’avvocato era solo maschile, ad            nendomi non già di ammaestrarlo, ma di servire ai suoi
esempio. Oggi proprio perché la lingua si sta liberando                bisogni». Questa è stata la finalità con cui Nicola Zin-
ha bisogno di una comunità aperta, non deve rischiare                  garelli compilò il suo vocabolario cento anni fa. Oggi
di essere cementificata».                                              porta ancora il suo nome e tra le mura di via Irnerio
Il dizionario pensa anche alle parole che devono esse-                 il presente va a braccetto con il passato, il presente e il
re salvate (perché vengono dette di meno e rischiano                   futuro dell’italiano.

                                                              Quindici - 21
Sport

  L'Active ha giocatori di livello nazionale, ma i primi sono irraggiungibili

     Bologna di sabbia, il beach volley lontano dal mare

Uno sport nuovo che sta prendendo sempre più piede in città dopo i successi
di Rio: lo praticano quasi settecento persone. E intanto arriva in città una tap-
pa del campionato italiano di Lega
di Gianluca Cedolin

La sabbia di Bologna non è la stessa di Rimini o Ce-              si solo alla sabbia, diventando oggi numero 150 della
senatico: è finta, quasi innaturale nella sua lontananza          classifica italiana federale: «Preferisco il beach perché
dal mare. Vera è però la passione delle oltre seicento            giocando in due sei sempre al centro dell’azione, e an-
persone che sotto le Due Torri frequentano corsi di               che a livello mentale ti fa prendere grande confidenza
beach volley. Un movimento in crescita, che «ha avuto             in te stesso – racconta il giovane, che dall’anno scor-
un boom di iscritti dopo l’estate 2016 – spiega Alessan-          so è diventato anche allenatore dei gruppi maschili,
dro Brizzi, direttore sportivo di Bologna beach volley            femminili e misti dell’Active -. Questo sport ti dà l’op-
– quando, con l’argento degli italiani Nicolai-Lupo alle          portunità di girare l’Italia, scegliendo le tappe in base
Olimpiadi di Rio de Janeiro, i riflettori si sono accesi          alle tue preferenze, oltre a permetterti di condividere
su questo sport».                                                 serate in compagnia di giocatori che il giorno dopo
Bbv è la seconda società per iscritti, davanti a Bolo-            saranno tuoi avversari in campo».
gna beach volley club e Circolo tennis Italia, ma di              Certo, solo i migliori riescono a renderlo un lavoro: «Il
poco dietro ad Active beach volley team che, oltre ad             professionismo non esiste – spiega Francesco – non ci
avere il maggior numero di corsisti, esprime anche i              sono società che pagano i propri giocatori. I più forti
giocatori di livello più alto (Atef Nassif, il presidente,        (in Italia solo in 8 sono in classifica a livello interna-
è al 105esimo posto in Italia). Tra questi c’è France-            zionale) guadagnano principalmente con gli sponsor,
sco Margaritelli, classe 1995, da Perugia a Bologna per           oltre che con i premi torneo. Ai vincitori di una tappa
studiare ingegneria. Dopo un passato nella pallavolo,             del campionato italiano vanno circa 5mila euro».
fino alla serie B, ha abbandonato l’indoor per dedicar-           A livello impiantistico, Bologna sta abbastanza bene.

                                                         Quindici - 22
Nonostante i tanti appassionati,
                                                                 al beach volley si avvicinano
                                                                 ancora pochi giovani.
                                                                 «Difficilmente un bambino
                                                                 inizia a giocare sulla sabbia. Chi
                                                                 si iscrive ha tra i 20 e 30 anni»

                                                                 direttamente con il beach, troppo tardi per arrivare ad
                                                                 alti livelli».
                                                                 La scorsa domenica Active ha ospitato una tappa del
                                                                 campionato italiano di Lega, diverso da quello federa-
                                                                 le. Se in quest’ultimo infatti i punti vengono assegnati
                                                                 al singolo giocatore, in quello della Lega si gioca per
                                                                 società. Nell’appuntamento bolognese dello scorso
                                                                 weekend, l’Active ha vinto il Girone D della categoria
                                                                 amatori, che a dispetto del nome ha regalato sprazzi
                                                                 di buon beach volley. Un’altra testimonianza di come
Ci sono almeno sette luoghi con sabbia artificiale e reti        questo sport stia conquistando discreto spazio nel pa-
dove giocare, sotto un pallone d’inverno e all’aperto            norama del campionato emiliano.
nelle stagioni calde. Un’occasione anche per chi non             Ma come detto, sono soprattutto i “principianti” e gli
gioca a beach di ritrovarsi con gli amici per una partita        “intermedi” lo zoccolo duro dei beach volleisti a Bolo-
di gruppo, come quelle che si fanno in estate al mare            gna: ragazzi e ragazze che dopo una giornata di studio
(un campo costa circa 40-50 euro per un’ora e mezza).            o lavoro sfidano la sabbia, gelida d’inverno e appicci-
Se sono tanti i ragazzi e le ragazze che si stanno ap-           cosa in estate, per un’ora e mezza di adrenalina. Pur
passionando al beach volley, a livello giovanile la si-          essendo uno sport molto tecnico e fisico, il beach si
tuazione è meno rosea: «È difficile che uno da piccolo           gode infatti a tutti i livelli. E per quanto sia atipico ave-
inizi a giocare sulla sabbia, specialmente in una città          re lo zaino (e la casa) pieno di sabbia in un luogo che
non di mare come Bologna, dove non cresci in riva                dista ottanta chilometri dall’acqua, quel campo 8x8 da
con il pallone in mano – analizza la situazione France-          dividere con il compagno è un luogo di evasione che
sco, incontrato alla Gioka beach Arena poco prima del            va oltre i tramonti in riva al mare.
suo allenamento -. In molti qui si stanno iscrivendo ai          Se ci si abitua all’impossibilità di non rinfrescarsi con
corsi, ma la maggior parte ha tra i venti e i trent’anni.        un tuffo a fine partita, allora il beach volley a Bologna
Sono ex giocatori di pallavolo o persone che iniziano            diventa uno sport normale. Anzi, magnifico.

                                                       Quindici - 23
TEATRO                                     CINEMA
                   Malvagio
                   Una riunione straordinaria in una
                   scuola di provincia, a cui manca solo
                   Malvagio: ma chi è? Cos'ha fatto?
                   16 marzo ore 20.30, 17 marzo ore
                   20.00, 18 marzo ore 16.30
                   Teatro delle Moline
                   Biglietti da 7,50 euro
                                                               Ballad from Tibet
                   Ornella Vanoni                              Ecco il racconto di un viaggio straor-
                   Una delle più grandi cantanti di tutti      dinario, con quattro ragazzi non ve-
                   i tempi torna in tour con un nuovo          denti che dal Tibet partono alla volta
                   spettacolo sulla sua carriera, intitolato   della Cina, per partecipare a X Factor.
                   "La mia storia".                            di Zhang Wei (Cina/2017) 84'
                   21 marzo ore 21.00                          20 marzo, ore 19.00
                   Teatri Duse                                 Cinema Odeon
                   Biglietti da 33 a 55 euro
                                                               Foxtrot - La danza del destino
                                                               Una danza che attraverso la storia di
                                                               un padre e di un figlio studia il concet-
IL CARTELLONE DI

                                                               to di fato. Vincitore del Leone d'argen-
                                                               to alla Mostra del Cinema di Venezia.
                                                               di Samuel Maoz (Isr/2017) 113'
                                                               Dal 22 marzo
                                                               Cinema Odeon

                                                               Summer 1993
                   I promessi sposi alla prova - studio        Un'estate tra il lutto e la brusca perdita
                   Giovane compagnia si ispira al libro di     dell'innocenza, a soli 6 anni: la regista
                   Manzoni per creare uno spettacolo in        catalana Simon racconta la sua vita in
                   cui il protagonista è il teatro stesso.     un film autobiografico.
                   24 marzo ore 21.00                          di Carla Simòn (Spa/2017) 90'
                   Teatri di vita                              26 marzo, ore 19.00
                   Biglietti da 9 a 15 euro                    Cinema Odeon

                   Rossini Ouvertures
                   Spellbound Contemporary Ballet
                   celebra la figura artistica e umana di
                   Gioachino Rossini
                   12 aprile ore 21.00
                   Teatro Il Celebrazioni
                   Biglietti da 22 a 29 euro

                                                               The Workers Cup
                                                               Un documentario sulle terribili condi-
                                                               zioni degli immigrati che da anni la-
                                                               vorano in Qatar, per costruire gli stadi
                                                               che ospiteranno i Mondiali 2022.
                                                               di Adam Sobel (UK/2017) 92'
                                                               8 aprile, ore 21.15
                                                               Kinodromo @Europa Cinema
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