KALEIDOS - POPOLARE MESTRE AGORÀ UNIVERSITÀ - UNIVERSITÀ POPOLARE MESTRE

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kaleidos
                                                                                         13   QUADERNO dell’UPM n.

                                                                                                                              a
                                                                                                                     OTTOBRE / DICEMBRE 2010

                                                                                                                                               gorà
KALEIDOS la rivista dell’UPM n. 13 ottobre / dicembre 2010 - distribuzione gratuita

                                                                                                                                             UNIVERSITà
                                                                                      edizioni genesidesign.com                           POPOLARE MESTRE
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KALEIDOS
       quaderno DELL’ UPM
n. 13 • ottobre / dicembre 2010

      Comitato di Redazione
                 Annives Ferro
              Franco Checchin
                 Gigliola Scelsi
            Giovanni Venturino

                                        sommario
              Roberto L. Grossi

          Consiglio Direttivo
                   Carlo Zaffalon
                   Annives Ferro
               Mirto Andrighetti            p.
                   Enrica Tavella
                                             3	Editoriale
                Lucia Lombardo
                   Gabriella Riva            4	Dalla piazza reale alla piazza virtuale
                  Andrea Simion              6 La riscoperta del valore della piazza come cuore urbano
                Franco Checchin              7 L’uomo sospeso
                    A. Lucio Toro
                                             8 Le mille forme dell’agorà, una città che cambia in fretta
           AnnaMaria Quintarelli
                 Flavio Andreoli            10 Racconti di vita
                                            12	Esiste il cinema in africa? (seconda parte)
                     SEGRETERIA             14	I fiori parlano
                    Francesca Neri
                                            16 La piazza mediatica: i giornali
                       Copertina            18 La piazza teatro: poesie e canzoni per gente “per bene”
     “Nudo” scultura di Alberto Viani       19 Agoras in Britain
          in Piazza Ferretto a Mestre       20	Ipazia di Alessandria
            foto © di Maurizio Ercole
                                            22 Tante lingue, un solo linguaggio
                 proofreading               23 Librandosi di Alessandra
               Alberto Madricardo           24	Spazi antichi e luoghi moderni
                    Franco Fusaro           25	Oda a una estrella
                                            26	De Gauguin aux Nabis
                           EDITORE
                 GenesiDesign.com           28	Sulla domanda d’aiuto
                   tel. 328.4591036         29	Corsi anno accademico 2010/2011
                                            31 Attività culturali
        REDAZIONE EDITORIALE
           Ida Cristina Mulinacci
                     Ivan De Toni

                        GRAFICA         La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli firmati è assunta
                   Maurizio Ercole      dagli autori. I contenuti degli articoli non esprimono, né riflettono le
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                           Stampa       GenesiDesign.com e pertanto la redazione e l’editore non possono essere
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                                        e delle eventuali opinioni espresse.
       EAN 978-88-96049-30-X
                                        Testi e disegni sono proprietà esclusiva dei singoli autori. La presente
                                        opera con finalità culturale, didattica, illustrativa e non commerciale
                                        si avvale del diritto di citazione per testi e immagini come previsto
                                        dall’articolo 10 della Convenzione di Berna e all’art. 70 della Legge 22
                                        aprile 1941 n. 633 e del Decreto Legislativo n. 68 del 9 aprile 2003.

 2    kaleidos
editoriale
Tiziana Agostini, Assessora del Comune di Venezia

S    e la nostra casa è lo spazio delle
     sicurezze e degli affetti, la piazza è
il luogo dell’incontro e della recipro-
                                              tono di ritrovare il nostro compagno
                                              di banco di cui avevamo perso le
                                              tracce sin dai tempi dell’adolescen
                                                                                            come in uno specchio che restitu-
                                                                                            isce l’identità propria. Non a caso
                                                                                            gli stranieri che abitano le nostre
cità. Questo almeno sul piano teori-          za, sempre più perdiamo il senso              città hanno creato simboliche piazze
co, perché sul piano concreto questa          delle nostre relazioni interpersonali,        identitarie, dove si riuniscono per
dicotomia, storicamente fondata e             anche perché si dissolvono i luoghi di        nazione di provenienza, ritrovando
umanamente necessaria, è oggetto              incontro vero, le piazze.                     comunitariamente la loro identità
di una tale trasformazione di sensi           Piazza naturalmente da intendersi             negata nelle case e nelle fabbri-
e funzioni, da confonderne i tratti e         come nell’antica Grecia, ovvero “ago-         che dove lavorano, culturalmente
lasciare smarrite le persone.                 rà”, che nella sua etimologia contiene il     distanti.
Che cosa rimane di privato nella casa         significato di “radunare” e “condurre”.       In realtà, anche se le nostre piazze
del “Grande Fratello” dove le teleca-         In quello spazio della polis, urbanistica-    visibili sembrano meno frequen-
mere scrutano tutti gli istanti di vita       mente definito, le persone si recavano        tate o utilizzate da chi sentiamo
degli inquilini e quanto rimane di            per animarlo facendolo diventare              ancora distante da noi, differente
riservato dei nostri pensieri se tutti i      opportunità di incontro e di scambio,         è il modo con cui si crea l’ago-
nostri computer sono connessi ad una          di idee e di merci. Uno spazio “aperto”,      rà oggi. Se non rimaniamo alla
rete in grado di leggere i nostri archivi     dunque, mentre il Foro romano, che            superficie delle trasformazioni
e conoscere le nostre inclinazioni?           pur significa piazza, porta con sé l’idea     sociali, e non ci facciamo prende-
La dimensione del privato personale           di luogo chiuso, definito, certo luogo        re dalla negatività dei cosiddetti
è una bella utopia se pensiamo sem-           civile per eccellenza, ma molto più           non luoghi, come Augè definisce i
plicemente che prelevando denaro              istituzionalizzato rispetto all’agorà. E la   punti di incontro della modernità,
con il bancomat lasciamo traccia del          nostra stessa parola “piazza”, che nasce      dalle metropolitane agli aeroporti,
nostro passaggio, il nostro telefono          dall’idea di slargo di una via ed è fonda-    uguali e anonimi in tutti gli angoli
cellulare è un’antenna che consente           mentalmente un luogo ampio, è debole          del pianeta, troviamo le nuove
di individuare in ogni istante dove           nel significato a confronto di “agorà”.       agorà, ovvero la dimensione socia-
siamo, il telepass denuncia i nostri          Dal punto di vista architettonico ci sono     le e comunitaria, nella dimensione
spostamenti, le telecamere di sicu-           in Italia e altrove meravigliose piazze, è    associazionistica, in quel ritrovarsi
rezza ci filmano e i satelliti ci scru-       fuor di dubbio, ma queste rispondono          a decine e a centinaia su scopi con-
tano. Insomma siamo rintracciabili            ancora alla loro attesa funzione sociale?     divisi, per trascorre insieme del
e interpretabili, ma come oggetti             Sanno, appunto, come l’agorà, raduna-         tempo, per ritornare a investire su
di interesse più che come soggetti            re le persone? Sì, se magari c’è un locale    di sé studiando e imparando nella
relazionali. Siamo espropriati di             alla moda in grado di riempirle di gio-       stagione restituita al soggetto dopo
noi stessi, ma tutto ciò non produce          vani per lo spritz o se ci sono bei negozi    una vita di lavoro, come consente
nuova socialità.                              lungo i quali passeggiare. Ma i luoghi di     di fare da 65 anni l’Università
Certo nel passato non si può dire che         appuntamento e di socializzazione vera        popolare di Mestre.
la sfera del privato fosse maggior-           sembrano essersi spostati altrove, negli      Se gli indicatori economici, in
mente tutelata: pensiamo alla vita del        spazi coperti dei centri commerciali o        questi tempi di crisi, ci intristisco-
nostri paesi, dove ciascuno sapeva            nei luoghi virtuali di incontro telema-       no, l’attenzione al capitale sociale
tutto di tutti, ma questo significava         tico, mentre rimane il nostro bisogno         di una comunità, frutto della mes-
anche che ognuno si sentiva parte             di agorà, il desiderio di incontro con        sa in rete di persone per finalità
di una comunità. Come ebbe a dire             l’altro e dunque di un luogo neutro dove      precise, registra sempre valori
Cesare Pavese “paese è non sentirsi           ciò sia possibile. Perché se non usciamo      positivi ed è la ricchezza con cui si
soli”. Oggi invece, nel mentre si             dalla dimensione personale, e dunque          realizzano proprio le più impor-
moltiplicano i controlli e le connes-         simbolicamente dalla casa, non incon-         tanti piazze, costituite da persone e
sioni, compresi i social network di           triamo l’altro, ed è solo nell’incontro       non da mattoni.
recente invenzione, che ci consen-            con l’altro che riconosciamo noi stessi,

                                                                                                                  kaleidos 3
dalla piazza reale alla
piazza virtuale
Franco Fusaro

S   e non fossero esistite “le
    piazze” la storia degli Stati
e dei Popoli andrebbe riscrit-
                                    la piazza, con le sue molteplici
                                    funzioni, è uno dei massimi
                                    beni culturali e civili della sto-
                                                                         pubblici delimitavano uno spa-
                                                                         zio pubblico significativamente
                                                                         determinante per la vita socia-
ta, e non solo quella politica      ria dell’umanità.                    le, in cui si andava per vedere e
ma anche quella economica,          Si pensi infatti al ruolo da essa    farsi vedere, tanto da divenire
sociale e culturale. In esse        svolto nell’evoluzione della         poi quasi il modello della suc-
si è svolta la vita pubblica e      società occidentale.                 cessiva piazza italiana.
collettiva, contrapposta alla       La piazza greca, l’Agorà, ci fa      Il cittadino medievale ha nella
vita privata dei palazzi e delle    venire in mente i dialoghi di        piazza il fulcro del suo senso
abitazioni. Nelle piazze si è       Socrate: luogo in cui perso-         di appartenenza alla comunità:
definita meglio che altrove,        naggi vari e talvolta famosi         essa è il luogo fondamentale
anche se talvolta in modo con-      discutono democraticamente           della socialità, degli affari,
trastato, l’identità comunitaria    ed esemplarmente di filosofia        delle adunanze, dei procla-
di un paese, dalle poleis greche    e politica, di etica ed estetica,    mi, delle decisioni, in essa
ai comuni medievali, dalle          di amore e amicizia …                si affacciano gli edifici del
città urbanizzate del Sette-        La piazza romana, il Foro, è il      potere civile ed ecclesiastico,
Ottocento alle megalopoli del       luogo del potere politico e mi-      là si incrociano i mille rivoli
Novecento. Per questo motivo        litare: colonne, templi, edifici     dell’economia cittadina. Tal-

 4   kaleidos
A sinistra:
un centro commerciale a Mestre.

volta, nelle città più grandi, le   progressivo affermarsi della        di incontro sociale, quindi
diverse funzioni si dividono e      democrazia liberale, concessi-      quel ruolo di centro vitale del-
allora troviamo la piazza civi-     va nel confronto con i gruppi       la città che ne aveva fatto nel
ca, la piazza della cattedrale e    e le classi emergenti e quindi      corso dei secoli la metafora
quella del mercato.                 con le “manifestazioni di piaz-     stessa della civiltà occidentale
Nel Rinascimento la piazza ri-      za”, si ebbe quasi l’illusione      e della sua coscienza comuni-
sente più di altri luoghi delle     di un ritorno simbolico, anche      taria. Le piazze delle bombe,
trasformazioni urbanistiche,        se animato da un’inedita co-        delle stragi e dei morti am-
tende infatti a prevalere la        scienza politica da parte delle     mazzati, insomma degli “anni
piazza come “luogo politico” in     masse, all’Agorà greca come         di piombo”, paiono in tal sen-
cui signori e principi ostentano    luogo di democratico confron-       so un triste e fallito tentativo
ruolo, ricchezza e distanza dagli   to. In realtà la “piazza libe-      di restaurazione autoritaria
altri cittadini, che avranno in-    raldemocratica” divenne ben         e, genericamente parlando,
vece come riferimento esisten-      presto drammatico luogo di          fascista.
ziale oltre che sociale il merca-   contesa degli opposti schiera-      E ora? Dagli anni novanta in
to e la piazza della cattedrale.    menti, di violenta opposizione      poi alla “piazza reale” è andata
Nella piazza della seconda          ai regimi liberali e infine fe-     per lo più sostituendosi una
metà del Settecento (si pensi       condo terreno di coltura del        “piazza virtuale”, prima tele-
alla Rivoluzione industriale e      fascismo e del nazismo.             visiva e poi internettiana (si
alla Rivoluzione francese) ci       Anche in questo caso si pensi       pensi ai molti Social Network).
immaginiamo grandi folle alla       all’Italia e alla contrappo-        Una piazza quest’ultima però
ricerca di affermazione eco-        sizione tra interventisti e         privatistica e paradossalmente
nomica, di riscatto sociale o di    neutralisti alla vigilia dell’in-   frammentaria, non più luogo
un nuovo modello di comuni-         gresso del nostro paese nella       di riconoscimento sociale, di
tà, più libera e più giusta.        Grande Guerra: nelle “radiose       serio confronto, di costruzione
Nell’Ottocento questa fun-          giornate di maggio” la piazza       dell’identità collettiva, bensì
zione si radicalizza: la piazza     nazionalista e interventista        spazio alienante di pietose
diventa luogo di monumenti e        riuscì a imporre al Parlamento      elucubrazioni esistenziali, di
cartelloni pubblicitari (i pri-     italiano, in maggioranza neu-       “messaggini” volgari o insi-
mi!), di frenetico movimento,       tralista, l’intervento (peraltro    gnificanti, di facili adesca-
di carrozze e cavalli, di incon-    già deciso) nel conflitto.          menti, di penosi attacchi e
tro e scontro.                      Fascismo e nazismo dimostra-        altrettanto penose esaltazioni:
La contestazione politi-            rono negli anni seguenti in         per ben che vada, insomma,
ca, inevitabilmente segreta         maniera ineguagliabile questa       una “bacheca sul nulla”.
nell’Ancien régime della prima      capacità di utilizzare la piazza    Tuttavia assistiamo da un po’
metà del secolo, “scende in         come grancassa del regime:          di tempo a un inedito intreccio
piazza” nel 1848, la politica       come non ricordare le “aduna-       tra piazza reale e piazza vir-
esce alla luce del sole e diventa   te oceaniche” a Piazza Venezia      tuale, a uno strano e reciproco
manifestazione pubblica, di         o l’uso scenografico e mistico      rimando in cui sembra aver ri-
massa. La piazza diventa luogo      delle masse a Norimberga.           preso fiato la “voce della piaz-
privilegiato di partecipazione      In tempi più recenti e comun-       za”, quella vera, attraverso cui
popolare, di riconoscimento         que dopo il crollo dei regimi       si costruisce insieme, fatico-
politico e di rapporto conflit-     totalitari o semitotalitari, di     samente una coscienza civica e
tuale con il potere costituito.     destra e di sinistra, la piazza     sociale. Staremo a vedere.
Si pensi a Daniele Manin che        sembrava ritornata a svolgere
in Piazza San Marco proclama        il ruolo già ottocentesco di
la Repubblica di Venezia il 22      luogo di denuncia, di manife-
marzo 1848.                         stazione democratica, di con-
Con l’inizio del Novecento e il     fronto politico aspro ma civile,

                                                                                          kaleidos 5
la riscoperta del valore della piazza come
cuore urbano
Federico Burbello

I   n un recente libro-
    intervista il poeta Andrea
Zanzotto (In questo progresso
                                  La cosiddetta città diffusa
                                  (già negli Sessanta Giuseppe
                                  Samonà usava il termine
                                                                    piazza come cuore urbano, da
                                                                    parte degli architetti moderni,
                                                                    avvenne in un convegno nel
scorsoio, 2009) lamenta           “città-regione” e “campagna       1951 dove Ernesto Nathan
“l’aggressione al paesaggio…      urbanizzata”) non è riuscita      Rogers, uno dei maestri della
la scomparsa del mondo            a creare nuovi “centri”           cultura architettonica italiana
agricolo…una proliferazione       ma, nell’accezione di             scrisse allora: “Abbiamo
edilizia inconsulta e casuale     Marc Augé, “non luoghi”;          introdotto la parola “cuore”
che deturpa il territorio dalle   caratteristici questi ultimi      nel linguaggio della tecnica
Dolomiti al piano”.               della nostra epoca segnata        urbanistica. Avremmo potuto
Una voce, quella del poeta di     “dalla precarietà assoluta,       dire come qualcuno aveva
Pieve di Soligo, che diventa      dalla provvisorietà, dal          proposto “nocciolo”, che è la
prima lamento e poi grido         transito e dal passaggio, da un   parte del frutto che contiene
per ciò che gradualmente sta      individualismo solitario” (M.     le sementi, cioè le potenziali
definitivamente scomparendo       Augé, Non-lieux, 1992), dove      energie di un organismo. Ma
lasciando frammenti di unità      l’omologazione degli spazi è      cuore ha più palpito e riassume,
ormai compromessa dove “non       data agli standard in cui nulla   oltre ai valori fisiologici e
si sa più se si è in un piccolo   è lasciato al caso e tutto è      biologici, quelli del sentimento”.
mondo antico che muore o in       calcolato con precisione.         E’ importante perciò nella
una gigantesca Los Angeles        Architetti e urbanisti usano      realtà del mondo attuale
che nasce” (Paolo Rumiz, La       spesso la dizione “piazza         globalizzato creare spazi di
secessione leggera, 1997).        all’italiana” per significare     alto valore simbolico capaci
La piazza, soprattutto nella      un luogo in cui i cittadini       non solo di interpretare le
tradizione europea e in           convergono per incontrarsi,       novità del nostro mondo ma
quella italiana in particolare,   discutere, osservarsi; “un        di esprimere insieme il valore
nonostante i profondi             luogo degli sguardi” (Paolo       delle nostre radici.
mutamenti del contesto e          Portoghesi, La piazza come        In questo l’architettura,
degli equilibri urbanistici ,     luogo degli sguardi, 1990),       realizzandosi nel modello
è tuttora il luogo urbano per     simbolico della coesione          della piazza come luogo della
eccellenza, punto di maggiore     sociale, un cuore insomma         società civile, deve tornare ad
rappresentatività e ancora        in cui molti cuori possono        essere l’espressione di una
simbolo di un territorio          pulsare all’unisono. La           volontà corale.
metropolitano.                    riscoperta del valore della

 6   kaleidos
A sinistra:
   Prato della Valle, Padova.

l’uomo sospeso
                                                                                             “Sopra Vitebsk”
                                                                                       di Marc Chagall, 1914.

Nicola Gambini

L    ’αγορα era, innanzitutto,
     l’adunanza cittadina, l’as-
semblea del popolo; poi, per
                                       conosciamo la partecipazione
                                       diretta alla vita politica proprio
                                       perché la democrazia rappre-
                                                                              E il privato diventa pubblico
                                                                              e il pubblico privato, e tutto si
                                                                              confonde in una corsa affannosa
derivazione, il termine finì per       sentativa che ormai informa            senza scopo, col solo intento di
indicare il luogo dell’adunanza,       quasi tutti gli stati, media tra i     non rimanere presso sé stessi,
che nelle città greche serviva sia     due momenti del pubblico e del         nel rischio di scoprire che uno
per le adunanza politiche quanto       privato, e mediando, in parte li       scopo manca in tutto questo no-
per il mercato.                        tiene lontani.                         stro anfanare.
In quanto assemblea, quindi,           Se l’αγορα, è il luogo dove il
l’αγορα, è l’assemblea di tutti        singolo trova l’altro, inteso sia
i membri della città, in quanto        come altro-singolo, che come
piazza, invece, il luogo in cui tale   altro-comunità, dove il singolo        Imitazione
assemblea prendeva corpo.              incontra sé stesso? Qual è lo spa-
Sia nell’uno, che nell’altro           zio adibito a questo consesso tra      Lungi dal proprio ramo,
caso, si tratta del momento di         l’individuo e il suo sé?               Povera foglia frale,
interazione del pubblico con il        Difficilmente troviamo spazi           Dove vai tu? Dal faggio
privato, sia esso di stampo poli-      per questo incontro, che è, in-        Là dov’io nacqui, mi divise il vento.
tico piuttosto che commerciale.        nanzitutto, un incontro intimo.        Esso, tornando, a volo
Nell’αγορα, il singolo incontra        I ritmi frenetici della vita non       Dal bosco alla campagna,
l’altro, ritrova sé stesso come        concedono spazi all’incontro con       Dalla valle mi porta alla montagna.
membro di un gruppo, e scopre          sé stessi, e quando questi acca-       Seco perpetuamente
che l’interesse privato non è          dono, per abitudine consolidata        Vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
svincolato da quello pubblico.         all’azione cresce, in noi il disagio   Vo dove ogni latra cosa,
Il pubblico, a sua volta, non ri-      della quiete.                          Dove naturalmente
mane lontano e nascosto come il        Certamente all’uomo d’oggi è           Va la foglia di rosa,
Grande fratello, ma aprendosi al       sempre più alieno il senso del         E la foglia d’alloro.
singolo trova la sua realizzazione     pubblico, inteso come ciò che gli
nella concretezza di ogni giorno.      è comune con gli altri, ma a lui       G.Leopardi, Canti
L’αγορα, quindi, in quanto luo-        è altrettanto alieno il senso del
go della partecipazione pubblica,      privato, inteso come ciò che gli
ci rimane in parte aliena. Non         è comune con sé stesso, intimo.

                                                                                                    kaleidos 7
le mille forme dell’agorà
una città che cambia in fretta
Loris Trevisiol, operatore sociale del Comune di Venezia

L    ’agorà, intesa come il luogo
     ove avvengono, si creano o
si mantengono, numerose rela-
                                       zione delle informazioni, degli
                                       interessi, degli scambi commer-
                                       ciali, del mercato del lavoro, dei
                                                                             tropologo Marc Augé parla di
                                                                             non-luoghi in contrapposizione
                                                                             ai luoghi.
zioni interpersonali è un luogo        luoghi di potere ha inesorabil-       Per Augé un “luogo” (e i rife-
essenziale per la costituzione dei     mente influenzato gli spazi rico-     rimenti sono soprattutto agli
nostri territori, per il nostro abi-   nosciuti come centri nevralgici       spazi comunitari) è semplice-
tare, per il nostro far comunità,      della vita cittadina.                 mente una frazione di spazio
per il nostro far lingua. Il cam-      Nei paesi piccoli vi sono state       “lavorata dalla storia, dalla
biamento dell’agorà forse riflette     meno variazioni per le zone           memoria, dall’esperienza vis-
le profonde modifiche che, in          dell’agorà, i luoghi deputati         suta di una collettività”, in cui
particolare negli ultimi cinquan-      all’incontro, al ritrovo di perso-    ci si trova “a casa propria”, dove
ta anni, hanno fatto cambiare          ne mosse da interessi comuni,         ci si può muovere “ad occhi
il volto dei nostri centri abitati.    alla discussione collettiva in        chiusi”(perché ogni parte del
Ricordo alcune agorà significa-        forma assembleare. La chiesa,         territorio ci è nota) e ci si può
tive per la nostra città, alcune di    il suo sagrato ed il suo patrona-     “capire al volo” (perché ogni
queste lo sono ancora, altre non       to; il mercato e le sue strade; le    comportamento, atteggiamento,
più, le nomino ben sapendo di          sagre; il campo sportivo sono         parola degli altri ci sono consue-
scordarne alcune di altrettanto        rimasti pressoché invariati, an-      ti), uno spazio dove si riconosco-
importanti, ad esempio il porto,       che se ricostruiti o ristrutturati.   no gli altri e si è “riconosciuti”:
dal punto di vista mercantile, il      I cinema presenti nei paesi sono      il villaggio, il quartiere, la piazza,
mercato di Rialto, di Parco Pon-       invece quasi dovunque scom-           il cortile, ma anche la fabbrica,
ci, l’ortofrutticolo di via Torino o   parsi per accorparsi nelle strut-     il caseggiato operaio, il mercato
quello delle varie Municipalità,       ture multisala.                       corrispondevano per l’antropo-
dal punto di vista commerciale.        Fin dall’antichità lo spazio pub-     logo francese perfettamente a
Le fabbriche, la piazza S. Marco,      blico in generale, in particolare     questa definizione.
la piazza Ferretto e le piazze delle   la piazza, ha rappresentato il        Marc Augé definisce i “non-
singole Municipalità dal punto         luogo in cui gli uomini che abi-      luoghi”, spazi dove gli individui,
di vista occupazionale / politico /    tano un aggregato urbano hanno        estranei tra loro, indifferenti
religioso. La Fenice, il Malibran,     costruito comunità. Oggi i nuovi      l’uno all’altro, si sfiorano e si
il Goldoni, il Toniolo, il Corso, il   habitat deputati alla costruzione     urtano senza incontrarsi, dove
Teatro per Mestre, il Tag, il cine-    del senso di collettività sono        “nessuno si sente a casa pro-
ma Dante, il S. Marco, il cinema       sempre meno gli spazi pubblici        pria, ma non si è nemmeno a
Italia, Rossini e Accademia, il        tradizionali e sempre più i cen-      casa degli altri”.
Paradiso e l’Aurora a Marghera,        tri commerciali, le discoteche,       Oggi, egli sostiene, possiamo
il Bevilacqua a Zelarino, il Lux a     i pub, i parcheggi, gli autogrill     dire che questi luoghi pubblici o
Carpenedo, per tutti poi il pala-      e, non ultimo, lo spazio virtuale     sono scomparsi o sono diventati
sport Taliercio, il Palatronchetto     delle reti telematiche.               spazi inerti, vuoti di relazioni,
per la cultura. La frammenta-          In merito a questi spazi l’an-        fantasmatici. Diversificando i

 8   kaleidos
supermercati, gli aeroporti, le        dello spazio urbano per tutti,       ché quel luogo, successivamente,
metropolitane dal villaggio, il        la dimensione dell’agorà. Io,        non divenga collettivamente
quartiere, la piazza, il cortile, la   nella fattispecie, ne individuo      avvertito come qualificato.
fabbrica, il mercato. I primi, che     una tipologia che si stacca dalle    Ho in mente un parco in città che
sono spesso privatizzati e milita-     altre e Mestre, già da almeno una    rappresenta in positivo quanto
rizzati (offrendo ai consumatori       ventina d’anni, ha fatto propria     sto sostenendo, è quello del mio
almeno in superficie confort e         l’energia propulsiva di questi       quartiere, il parco Hayez della
sicurezza); i secondi, che, o sono     luoghi investendo nella loro         Cipressina. Un luogo di ritrovo
conservati (talvolta imbalsamati       costruzione, ampliamento e ma-       significativo per genitori, bam-
in modo sepolcrale quali depo-         nutenzione. Sono i giardini ed i     bini, preadolescenti, giovani,
siti di memorie) o abbandonati a       parchi pubblici della nostra città   adulti, cani, padroni di cani,
se stessi ed al proprio degrado.       di terraferma, sempre utilizzati     anziani, di tutte le provenienze
E’ su questi ultimi che vorrei         da una gran varietà di fruitori.     e con diversi interessi. La vera
concentrare le mie attenzioni o        Anche questi spazi, però, a vol-     agorà della Cipressina è quel
meglio sulle zone dell’agorà sog-      te vengono percepiti, soprat-        parco, per quanto ci siano un pa-
gette ad abbandono e degrado.          tutto da chi non li frequenta,       tronato da una parte ed un Cen-
Se accettiamo le “provocazioni”        con indifferenza o con disgusto      tro Civico dall’altra abbastanza
di Augè dobbiamo registrare che        se capita, per esempio, di sen-      funzionanti. Questo parco nel
i luoghi pubblici teatri dell’Agorà    tire o di vedere che qualcuno        quotidiano è una dimostrazione
sono abbandonati in prevalenza         faccia i propri bisogni all’aper-    evidente che convivere, anche
dagli abitanti autoctoni della         to, oppure con paura, il che         con grosse fatiche, all’interno
città mentre spesso sono invece        induce a pensarli, ed in questo      di uno spazio comune (fisico e
ricercati dalle persone immi-          sono fortemente responsabili i       mentale) ben definito, è possi-
grate come luoghi in cui ricreare      media , come spazi da privatiz-      bile e con una certa naturalezza,
un’agorà a misura delle loro           zare o da militarizzare, in nome     ma, per ottenere questo, su quel
esigenze di socialità. Tanto più i     dell’ordine sociale. Tutto ciò       parco gli abitanti di vecchia data
nuovi luoghi dell’agorà sono ab-       evidenzia la crisi dello spazio      devono aver potuto investire
bandonati dagli autoctoni e tanto      pubblico, sintomo evidente           tempo ed energie; le istituzioni
più assumono, a torto o a ragio-       della crisi dei processi di co-      aver mantenuto un rapporto vivo
ne, la connotazione di luoghi          struzione comunitaria.               e significativo; le persone im-
degradati, anche solo perché fre-      In questo caso, più che mai, è       migrate aver potuto trovare uno
quentati da immigrati nelle loro       possibile ritornare alle consi-      spazio accogliente dove vi sia la
forme di agorà, non conosciute         derazioni prima descritte: l’ab-     possibilità di avviare e mante-
dagli autoctoni, non comprese,         bandono non permette l’utilizzo      nere iniziative di vario genere e
non tollerate, specie se troppo        adeguato di nessun luogo, né         tipo. Altro che abbandono.
esuberanti. La sensazione è che        fisico, né mentale, il degrado nel   La questione, come avrete ca-
se non si riusciranno a ricreare       nostro immaginario non è dato        pito, non è tanto e solo quella
nuovi spazi comuni in cui eser-        solo dall’uso improprio (su cui è    di tutelare tali luoghi, che non
citare e praticare le nostre diffe-    necessario lavorare) ma soprat-      per questo automaticamente
renze (trovando poi le forme più       tutto dal timore dell’espropria-     riacquisterebbero un’anima, ma
adatte a governare la conviven-        zione, dal timore di perdere il      di pensare che cosa significhi, a
za), saremo costretti a coesistere     controllo anche virtuale di quegli   partire dalla particolarità delle
con l’ulteriore smembramento           spazi. In pratica, l’abbandono è     situazioni, produrre spazi di so-
delle zone dell’agorà, in alcuni       già di per sé la rinuncia a vede-    cialità, produrre comunità.
casi le une contro le altre.           re in termini positivi un luogo,
Ma non dimentichiamo che vi            tutto ciò che accadrà successiva-
sono luoghi che rappresenta-           mente in quel luogo sarà conse-
no ancora nella città, a pieno         guenza del primo moto di allon-
titolo, la dimensione pubblica         tanamento da esso, almeno fin-

                                                                                                kaleidos 9
racconti di vita
Reza Rashidy
                                                                                perpetuasse sotto altre forme
                                                                                e motivazioni più subdole e
     I figli di Adamo sono membra di uno stesso corpo                           mascherate.
     e della stessa essenza sono stati creati.
     Quando anche la più piccola parte si addolora per le avversità             Oggi si prova ancora vergogna
     della vita                                                                 al ricordo delle leggi razziali
     anche le altre perdono calma e quiete.                                     del nazifascismo e degli eccidi
     Tu che sei insensibile alle pene altrui                                    che ne seguirono, ma si prova
     mai e poi mai, potrai venire chiamato essere umano.                        indifferenza ed apatia di fron-
                                                                                te alle migliaia di cadaveri che
     Sa’di                                                                      giacciono sui fondali del mar
     (poeta persiano, Shiraz, 1184-1291)                                        Mediterraneo e che di anno in
                                                                                anno aumentano: esseri uma-
                                                                                ni, donne e bambini, in fuga

L    a coscienza dell’ Europa,
     scossa e lacerata dalla
seconda guerra mondiale e
                                           esercizio delle libertà democrati-
                                           che garantite dalla Costituzione
                                           italiana, ha diritto d’asilo nel
                                                                                da situazioni insopportabili,
                                                                                da guerre e da persecuzioni, in
                                                                                cerca di un destino migliore.
ancora memore delle orri-                  territorio della Repubblica,
bili persecuzioni subite dai               secondo le condizioni stabilite      L’assenza di indignazione, la
suoi cittadini provò a defini-             dalla legge.”                        cecità e l’indifferenza si fanno
re un meccanismo di tutela                                                      ancor più inaudite e sconcer-
internazionale attraverso la               Sono trascorsi poco più di           tanti se si pensa che uno dei
Convenzione di Ginevra. Qui                sessant’anni da allora, ma           luoghi dove quotidianamente
fu istituita la figura del rifu-           sembra che ne siano passati          si consumano e vengono alla
giato come portatore di diritti            migliaia: frenetiche ed inces-       luce inenarrabili tragedie è si-
riconosciuti da tutti gli Stati            santi trasformazioni socioe-         tuato nel “cuore” della nostra
firmatari.                                 conomiche del nostro mondo           città, a poche decine o centi-
                                           sono state accompagnate da           naia di metri da dove viviamo:
I padri fondatori della Repub-             un altrettanto sbalorditivo          non stiamo parlando della
blica Italiana, ai quali va rico-          cambiamento della natura             lontana Africa o di Lampedu-
nosciuto l’enorme acume e la               stessa dell’uomo e dei suoi          sa, ma del porto di Venezia e
grande sensibilità umana e ci-             valori.                              dei suoi immediati dintorni,
vica, qualche anno prima ave-              Dopo aver subito milioni di          il Cuore pulsante della nostra
vano anticipato questo nobile              vittime per le persecuzioni          città e della sua economia,
proposito con una chiarezza                razziali e religiose e più di        dove ogni giorno attraccano
cristallina attraverso l’articolo          cinquanta milioni di morti           decine di lussuose navi da
10 della Costituzione Italiana:            nella seconda guerra mon-            crociera e altre imbarcazioni.
                                           diale, nessuno in Europa
“Lo straniero, al quale sia im-            avrebbe potuto immaginare            Fu il 14 luglio del 2007, quan-
pedito nel suo Paese l’effettivo           che quel terribile incubo si         do i corpi nudi e senza vita

10    kaleidos
di tre ragazzi curdi di circa      febbraio 2008)”                        soprattutto da quando Libia
20 anni restarono per ore                                                 e Italia hanno stipulato l’ac-
riversi al sole, nel piazzale di   “21 clandestini di origine Af-         cordo di cooperazione anti-
un autogrill alla periferia di     ghana nascosti dentro un Tir           immigratoria, anche somali,
Venezia. Erano morti soffocati     sbarcato dal traghetto “Europa         eritrei e sudanesi passati dal
tra le angurie e, come avrebbe     Palace” proveniente dal porto          golfo di Aden e poi dalla Tur-
raccontato il quarto di loro,      di Patrasso in Grecia, vengono         chia.
l’unico sopravvissuto, si era-     intercettati al porto e rispediti in   Il diritto d’asilo non viene
no nascosti dentro il Tir che      Grecia (2 luglio 2010)”                però mai menzionato in nes-
le trasportava per sfuggire ai     …..                                    suno degli articoli di giornale
controlli della polizia di fron-                                          riguardanti i respingimenti di
tiera del porto.                   È stupefacente che nessuno             queste persone.
Da allora il bollettino di que-    scorga una relazione tra quelle
sta singolare guerra non è mai     morti e questi respingimenti,          “Racconti di Vita” è il titolo di
cessato, di giorno in giorno       nessuno sembra interrogarsi            un progetto promosso dalla
morti su morti, dentro o sotto     circa la liceità di quei respin-       Casa della Cultura Iraniana in
i Tir: soffocati, schiacciati.     gimenti.                               collaborazione con l’Asses-
                                   I giochi di parole, i luoghi           sorato alle Politiche Sociali
L’11 dicembre del 2008 di-         comuni onnipresenti quando             del Comune di Venezia e dell’
venta notizia di prima pagina      media e politica istituzionale         omonimo libro che lo seguirà
dei giornali locali il ritrova-    si occupano di immigrazione            dedicato alla storia di quei
mento del corpo senza vita di      e di asilo, hanno a lungo con-         pochi che dopo mesi o anni di
un ragazzino di tredici anni,      tribuito a tenere nascosta la          duro viaggio, di tanti respin-
straziato sull’asfalto di una      realtà della violenza e dell’il-       gimenti, costretti ad affron-
strada periferica di Venezia. Si   legalità che da anni si perpetra       tare traversie di ogni genere,
chiamava Zaher Rezai, era un       nei porti dell’Adriatico: Ve-          alla fine ce l’hanno fatta a co-
afghano che fuggiva dal reclu-     nezia, Bari, Ancona, Brindisi          struirsi una vita tra di noi.
tamento forzato dei talebani       sono tutti luoghi accomunati           Nell’ambito di questo
ed è scivolato dal Tir sotto il    dalle stesse pratiche pura-            progetto sono previsti
quale si era nascosto per sfug-    mente repressive alla frontie-         due incontri di con-
gire ai controlli.                 ra, attuate contro i migranti          fronto e riflessione con
...                                scoperti sulle navi provenienti        operatori sociali impe-
                                   dalla Repubblica Ellenica.             gnati in questo campo,
E nei giorni in cui nessu-         L’ espressione utilizzata per          con studiosi del settore
no muore le cronache e gli         giustificare questi respingi-          e con la diretta testi-
articoli dei giornali locali       menti è parlare dei respinti           monianza degli stessi
raccontano costantemente i         sempre e solo come di “clan-           ex minori stranieri e ri-
“respinti”:                        destini”, anche se sovente si          fugiati protagonisti dei
                                   tratta di donne, bambini e ri-         Racconti di Vita.
“105 clandestini, di presunta      chiedenti asilo in cerca di una
etnia Curda, giunti a Venezia      protezione umanitaria.                 Per maggiori dettagli sull’argomen-
nascosti a bordo di camion im-     Le persone respinte ai porti           to e per l’ eventuale iscrizione agli
barcati sulla motonave “Kriti”     dell’Adriatico negli ultimi            workshop consultare il sito www.
vengono fermati e rispediti in     anni sono prevalentemente              olivotti.org
Grecia da dove arrivavano (7       profughi afghani e curdi e

                                                                                                kaleidos 11
A destra: la locandina del film
                                                                                    “Campo di Thiaroye” (1987)
                                                                                  e il regista Sémbène Ousmane

esiste il cinema in africa?
Michele Serra
                                                                                         (SECONDA parte)

Capolavori africani                   favorevolmente conosciuto in          Berlino, Milano…).
                                      tutto il mondo, il FESPACO.           Per fortuna questi autori

R    iprendiamo il discorso dalla
     prima parte pubblicata nel
numero precedente di Kaleidos.
                                      E, contemporaneamente, ma
                                      anche prima, si fanno notare
                                      degli importanti e creativi registi
                                                                            poterono giovarsi anche dei
                                                                            notevoli aiuti economici che un
                                                                            tempo giungevano dalla Francia,
Nei territori africani il cinema      spesso preparati nelle scuole di      dal Belgio, dall’Olanda e dagli
dei Paesi più produttivi (Africa      cinema francesi, belghe, russe e      altri Paesi ex colonizzatori e fin
del Sud, Zimbabwe, Kenya,             degli Stati Uniti.                    quando questi durarono, anche
Senegal, Burkina Faso, Mali),                                               il cinema, che è frutto di idee ma
pur sviluppando temi propri           Nonostante quindi le                  anche di tecnologie costose, si
di quei Paesi e di tutta l’Africa,    osservazioni desolate che             tenne vivo.
non ha una buona accettazione         abbiamo proposto in questa e          Altri autori, importanti
da parte del pubblico, per            nella precedente puntata, oltre       soprattutto per le tematiche
cui i registi vanno incontro          agli autori e ai film nominati:       dei loro film, sono Idrissa
a delusioni e frustrazioni.           Raoul Peck (L’homme de                Ouedrago per Il grido del cuore;
Non possono comunicare i              quai, Lumumba, Sometimes              Moustafha Diop per Il medico
problemi che li riguardano,           in april,…) e Hailè Gerima            di Gafiré; Jean-Marie Teno
quelli politici, quelli sociali,      (Sankofa, Adwa, Teza,…),              per Afrique je te plumerai, per
quelli etici, quelli dell’invasione   in Burkina Faso raggiunge la          Clandestino e altri film ancora;
di modi di essere e di vivere         massima popolarità Gaston J.-         Bassek Ba Kobhio per Il grande
del mondo occidentale, della          M. Kaborè (Wend Kuuni, Buud           Bianco di Lambarené (parla
corruzione, della povertà e           Yam, Zan Boko, Rabi …); in            del dr Albert Schweitzer); Dany
dell’ignoranza. Gli africani          Senegal il padre riconosciuto         Kouyaté per Keita - L’eredita’
purtroppo prediligono i film          di tutta la cultura letteraria        del Griot.
d’importazione, quelli tutto          e cinematografica africana,           Attualmente le tematiche più
fantasia, forza fisica, arti          Oumane Sembène, (La noire             presenti nel cinema dell’Africa
marziali, musica occidentale…         de…, Camp de Tyaroye,                 Nera, riguardano la ricerca
Eppure a Ouagadougou, capitale        Guelwaar, Moolaade, …), in            della propria identita’ perduta
del Burkina Faso, cresce una          Mali Ceik Oumar Sissoko con           con l’avvento del colonialismo,
scuola di cinema di prim’ordine       l’intenso drammatico film La          il terrorismo fanatico di stile
e così nel Senegal e nel              Génèse.. Essi hanno saputo            musulmano e il sogno di un
Sudafrica.                            presentare con estrema dignità        mitico mondo della ricchezza e
In più, a Ouagadougou si              e con notevoli valori artistici il    dell’abbondanza che e’ quello del
sviluppa un festival del cinema       cinema africano nei vari festival     Nord del mondo.
panafricano assai importante,         del mondo (Cannes, Venezia,

12   kaleidos
Occasioni per conoscere il           riferimento e si trova in via         tra poco tempo col titolo “Cinema
cinema africano                      Lazzaroni, 8 a Milano, tel.           e Intercultura – Viaggio nei film”.
                                     02.667.120.77. C’è pure il sito       Infine un appuntamento annuale

V    olentieri parlerei di questi
     e di altri film; purtroppo
lo ritengo astratto, perché non
                                     del Coeweb.it a cui ci si collega
                                     via internet.
                                     Film africani si possono vedere
                                                                           importante qui nel Veneto è
                                                                           a Verona, dove, a cura
                                                                           della diocesi e dell’istituto
abbiamo sotto occhio le storie       anche nelle poche rassegne            missionario comboniano, viene
che essi raccontano e i film sono    che si organizzano pensando           proposto un festival del cinema
reperibili in Italia con una certa   soprattutto di sviluppare un          africano, durante il quale si
fatica e con molta pazienza.         discorso sull’interculturalità con    propone una buona rassegna di
Che io sappia, solamente Campo       alunni, studenti e insegnanti.        film e la possibilità di incontrare
di Thiaroye del senegalese           Il settore Servizi educativi del      registi e attori ed altri cineasti.
Sémbène Ousmane si trova in          Comune di Venezia, diretto            Grazie ai Comboniani, si stampa
alcuni negozi che distribuisco       dalla dr Valeria Frigo, è un          pure la nota rivista “Nigrizia”,
cassette e dvd.                      promotore di questa attività da       che presenta in maniera
Parecchi invece se ne possono        vari anni e possiede pure un          esauriente i problemi dell’Africa
acquistare presso il C.O.E. di       ricco repertorio di film africani,    e anche fa il punto sulla
Milano, una ONG che si occupa        indiani ecc per sviluppare il         produzione cinematografica.
in particolare dell’Africa e         progetto educativo dell’identità
di divulgare il suo cinema.          e dell’intercultura attraverso il
Altri ancora si possono avere        cinema.
collegandosi a siti stranieri,       Ha pure pubblicato un libro,
francesi e inglesi, che li editano   assieme alla casa editrice “Il
con sottotitoli.                     Castoro” sul rapporto cinema/
Il C.O.E. quindi, in Italia,         intercultura, “Il giro del mondo in
è l’unico buon punto di              80 film” ed un secondo sarà edito

                                                                                               kaleidos 13
A destra:
                                                                                                Duomo di Ostuni.

i fiori parlano
Gigliola Scelsi

C    he nella nostra televisione,
     piazza del mondo e sul
mondo, imperversi la volgarità
                                        “Vergine Madre, figlia del tuo
                                        figlio” del Paradiso di Dante, in
                                        cui l’attore irruppe nello show
                                                                              di una giuria bonaria ma a tratti
                                                                              ghignante, signore che hanno
                                                                              superato più volte gli “anta”,
dopo la stupidità è già stato           nazional-popolare qual è ogni         si presentano ad un pubblico
ampiamente dimostrato da                anno San Remo.                        vociante, per antitesi, giovanile,
studiosi e critici dei miti e riti di   Quest’anno L’Isola dei Famosi,        nella Piazza.
oggi. Il primo triste e veritiero       ormai la notizia è certa, vedrà       Le “ragazze” (così le chiama
presagio fu dell’intellettuale che      in qualità di concorrente, un         il conduttore, pure vivace
voleva abolire la scuola media          noto politico già discusso in         e intelligente, qui idiota e
e la televisione per contrastare        passato, ora discutibile per          irriverente) con orrendi look,
l’ignoranza e la devastante             la partecipazione al reality,         acconciature improbabili,
omologazione già presente ai            che ha come fine il consenso          lustrini e pailettes, da veglione
tempi dello stesso scrittore e          di elettorato più vasto o             di capodanno nella trattoria
poeta massacrato, come hanno            semplicemente il liberarsi dei        sotto casa, con fisici debordanti
voluto farci intendere, da uno          chili di troppo.                      o rinsecchiti dagli anni che non
dei suoi “Ragazzi di vita”.             In televisione si espone in           perdonano, dopo canzoncine
Ormai siamo assuefatti a                ogni momento, anche il meno           stonate o poesie bislacche,
spettacoli inverecondi: Quiz            appropriato, il nudo di donna, il     si esibiscono nel balletto-
cretini, revival di anni passati,       suo corpo ormai oggettualizzato       stacchetto.
idoli per ragazzine che inseguono       al di là di ogni protesta di quello   Questa è un’ulteriore insolenza
nei sogni il tizio tatuato dalla        che fu il movimento femminista.       alla femminilità e al buon gusto,
testa ai piedi con l’unico merito,      Soprattutto le Veline: fanciulle      sia da parte di chi ha ideato il
piuttosto demerito, di una              scolpite come Veneri, già             programma sia di chi ha deciso
diabolica macchina fotografica,         ritoccate dal chirurgo plastico       di parteciparvi, dimenticando
pubblicità ossessiva con il             di grido che talvolta eccede nel      la dignità femminile, che
nudo di donna ammiccante,               gonfiare labbra, seni, glutei         mai, a nessuna età, deve
personaggi dementi che                  tutti rigorosamente uguali e, in      divenire gioco dissacratorio
trattengono in bocca il più             tv, rigorosamente ripresi dal         di sè. Dobbiamo passare dal
possibile ripugnanti scorpioni          basso dall’accorto cameraman          comico all’umoristico di Luigi
(sic) per il Guinnes dei primati...     durante il balletto-stacchetto        Pirandello, nel suo noto esempio
dei deficienti, risse e turpiloqui      delle seducenti ballerine. E          della vecchia signora che si
di politici che insultano in            ancora una volta si offende la        traveste come una ragazza per
tal modo le idee, le proprie e          femminilità, si offende la donna.     piacere al marito più giovane di
le altrui. E su tutti dominano          In queste serate estive, se si è      lei?
il Grande Fratello o L’Isola            costretti sulla poltrona davanti      Se inquadrato, il marito mostra
dei Famosi, con la nobilastra           al quadro dalla luce turchina,ci      un viso onesto ma mesto, mentre
impupazzata e sbraitante o              può capitare di assistere a un        guarda le penose movenze
con il sedicente intellettuale          programma spietato: Le Velone.        della consorte conosciuta nello
onnipresente che ha il fine, dice       Le Velone in Piazza, nelle più        splendore dell’età. Quale può
lui, della provocazione.                belle piazze d’Italia.                essere allora il motivo di tale
Ben altra fu in anni ormai              E’ lo spettacolo del grottesco, del   sfacciata e patetica buffoneria?
remoti, la provocazione in              sarcasmo, del dileggio.               Può essere la speranza di un
televisione di Benigni con il suo       Schierate “in attesa di giudizio”     premio in denaro, a cui si sa

14   kaleidos
Per non cadere nel moralismo,
                                                                          ritorniamo alla bellezza che
                                                                          non è solo nel corpo scultoreo
                                                                          giovanile, destinato, per legge
                                                                          inesorabile, a sfasciarsi. E’ altro
                                                                          e non conosce età.
                                                                          Nel romanzo di Gerald Durrell,
                                                                          “La mia famiglia e gli altri
                                                                          animali”, tutto pervaso di
                                                                          gioia e bellezza, dalla prima
                                                                          all’ultima pagina, ricordiamo
                                                                          la figura di una vecchia anzi
                                                                          vecchissima, che giace nella
                                                                          penombra, distesa su morbidi
                                                                          cuscini, circondata da “fiori
                                                                          mormoranti” perchè “i fiori
                                                                          parlano”.
                                                                          “Tutto dipende da questo
                                                                          processo di rallentamento; una
                                                                          cosa di cui da giovani non ci si
                                                                          accorge è che i fiori hanno una
                                                                          personalità e parlano tra loro”.
                                                                          Era “un intrigo di rughe che
                                                                          solcavano una pelle morbida
                                                                          e delicata... ma la cosa
                                                                          stupefacente erano i capelli.
già in partenza che non si può       alla serie paurosa di balletti-      Le ricadevano sulle spalle
aspirare che spinge brave donne,     stacchetti; è stridore il            con una gonfia cascata. Erano
mogli, madri, ora nonne, a           dialogo tra concorrente              di un bellissimo color rame,
svolazzare in passerella come        ingenua e frastornata e              luminosi e scintillanti come se
libellule di un tempo che fu?        conduttore imbonitore che            fossero in fiamme. Sul tavolino,
O è solo il voler conformarsi a un   irride e schernisce; è stridore      nell’angolo, racchiuso su un
principio estetico che travalica     il contrapporre le gambe             piccolo portafiori d’argento,
la misura, in cieca e supina         chilometriche della velina alla      c’era una magnifica rosa
obbedienza al potere occulto e       “gamba vecchia”, come si è           vellutata”.
non della televisione?               autodefinita una signora nella       “Non è uno splendore? Non è
Nasce da qui la pulsione             proluvie del racconto della sua      meravigliosa?”
all’apparire in un programma         vita e povertà che non interessa     “E’ chiaro che si sta sforzando
dello shock e dello stridore.        a nessuno. E’ shock la ciabatta      di restare bella il più a lungo
Stridore è nell’inquadratura         orrenda al piede affaticato e        possibile per ringraziarmi”.
della Piazza, del bellissimo         deformato contro il tacco a spillo
campanile della chiesa               vertiginoso calzato dal piede di
romanica, che fa da sfondo           fata della bella di turno.

                                                                                               kaleidos 15
la piazza mediatica: i giornali
Roberto L. Grossi

L    a comunicazione tra gli
     individui è uno dei fattori
che maggiormente influenza
                                       comportamento degli individui
                                       e, in ultima analisi, la società.
                                       A noi che siamo abituati a
                                                                           certamente un grande passo
                                                                           avanti per l’umanità, ma non
                                                                           bastò a gettare le basi della
il comportamento umano.                vivere nell’era cosiddetta della    moderna comunicazione.
Sin dalla nascita, il bambino          comunicazione, la presenza          Quest’ultima può essere fatta
impara a comunicare i propri           dei mass media appare del           risalire invece agli Egizi,
bisogni avvalendosi della              tutto scontata e ininfluente,       che tremila anni addietro
meta-comunicazione, quella             ma se andiamo ad analizzare         utilizzarono per primi
possibilità di inviare messaggi        singolarmente i mezzi di            inchiostro, penna e carta. Già
prescindendo dal linguaggio.           informazione, ci possiamo           all’epoca, chi sapeva leggere e
Con la crescita, egli acquisisce       rendere conto che così innocui      scrivere era tenuto in grande
gradualmente la capacità di            proprio non sono. Prendiamo         considerazione soprattutto dai
utilizzare le parole e l’abilità nel   in considerazione, per              regnanti, che si servivano di
costruire le frasi che saranno         esempio, la stampa in generale      questa arte per tramandare,
necessarie a trasmettere               e i quotidiani in particolare       in modo loro favorevole, gli
pensieri e sentimenti.                 e, partendo dalle origini,          avvenimenti legati al loro
Grazie a questa capacità di            vediamo quanto sia diventato        impero.
comunicare si sono potuti              determinante, nel tempo, il         La possibilità di esercitare
intrecciare, tra individuo             ruolo all’interno della società.    un indubbio potere con l’uso
e individuo, i rapporti che                                                della carta stampata divenne
hanno dato vita, nel corso             Rivoluzione senza                   enorme quando Gutenberg,
dei millenni, alla complicata                                              fino a quel momento orafo
ragnatela di interessi e               precedenti                          sconosciuto, inventò la stampa,
comportamenti che sono alla                                                uno strumento che permetteva
base della società.
All’evoluzione del singolo             S    offermiamoci a riflettere,
                                            innanzitutto, su quanto
                                       accadeva qualche millennio fa,
                                                                           di diffondere in larga scala le
                                                                           notizie e conseguentemente la
uomo, si affianca quindi                                                   cultura.
anche l’evoluzione della               quando ancora non esisteva la
società, senz’altro favorita           scrittura e l’umanità non era
                                       in grado di mettere nero su         Influsso
dallo sviluppo tecnologico,
che ha reso possibile, in anni         bianco la propria cultura: tutte    ingannevole
recenti, un’ampia diffusione           le tradizioni e le conoscenze
dei mass media, cioè dei mezzi
di comunicazione di massa
                                       venivano tramandate oralmente
                                       di padre in figlio e la memoria
                                       era l’unico strumento per
                                                                           C    ome tutte le grandi
                                                                                invenzioni, anche la
                                                                           stampa, insieme con gli altri
come la radio, la televisione,
i giornali. I mass media               poter conoscere e imparare;         mass media, ha i suoi fautori e i
sono considerati non solo              naturalmente, chi era fornito       suoi denigratori.
strumenti in grado di stimolare        di grande memoria era anche         Secondo alcuni, la grande
l’intelligenza umana, ma anche         considerato il più sapiente e       velocità con cui le notizie
mezzi attraverso i quali è             potente. L’invenzione della         vengono diffuse esercita sul
possibile influenzare l’opinione       scrittura, avvenuta circa seimila   lettore un’influenza negativa,
pubblica, quindi il pensiero e il      anni fa a opera dei Sumeri, fu      dal momento che non gli dà

16   kaleidos
il tempo di organizzare una           di un quotidiano, possiamo        Oltre la notizia
propria opinione critica,             osservare che già il modo di

                                                                        S
portandolo quindi a subire            presentare graficamente le             e a queste considerazioni
passivamente quella degli             notizie può influenzare in             si aggiunge il fatto che ogni
altri, in particolare di chi          qualche modo il giudizio del      quotidiano, anche quello che
scrive. Questo timore è               lettore: quelle ritenute più      si dichiara indipendente, è
senz’altro reale e ha un suo          importanti e significative        comunque l’espressione di una
fondamento se pensiamo agli           vengono date con grande           precisa posizione, politica o
organi di informazione e al           risalto e occupano un enorme      ideologica, appare chiaro quanto
tipo di comunicazione propri          spazio, mentre le altre           la libertà di giudizio individuale
delle dittature, che vietano la       fanno da cornice alla notizia     sia fortemente influenzata e
libera diffusione delle notizie       principale o spariscono in un     compromessa. Naturalmente è
e delle idee in contrasto con         angolo quasi dimenticato in       possibile ovviare a questa azione
l’ideologia di regime.                fondo a una qualsiasi pagina      negativa tentando di essere il
Attraverso la comunicazione,          centrale del giornale.            più possibile lettori attivi e non
infatti, è possibile esercitare       Dal momento che l’essere          passivi, cercando di conoscere
un potere occulto in grado            umano per sua natura              innanzitutto la proprietà o
di orientare il pensiero              tende a farsi contagiare dai      l’editore della testata e, sulla
dei lettori. Il giornale è lo         comportamenti dell’intera         base di questo dato, analizzare
strumento ideale per chi              collettività, attirare            a fondo gli articoli e sforzarsi
desidera approfondire le              l’attenzione su un determinato    di vedere al di là della notizia
notizie e per chi vuole saperne       problema anziché su un altro      che viene riportata. Questo
di più su un argomento o un           costituisce una maniera           esercizio è utile soprattutto ai
avvenimento, per quanto               subdola per creare in ogni        giovani che, più degli adulti,
sia considerato un medium             uomo atteggiamenti, passioni e    sono influenzabili dalle opinioni
meno dinamico rispetto                comportamenti che andranno        altrui. In questo compito essi
alla radio o alla televisione,        a incidere via via sul suo modo   devono essere aiutati dalla
capaci di diffondere messaggi         di pensare e di vivere.           famiglia ma anche, e soprattutto,
in tempo reale. Sotto                 A conferma di ciò, basti          dalla scuola che deve formare
accusa, però, è proprio la            considerare quanti “mostri”       in loro una capacità critica,
possibilità dei quotidiani di         e quanti “divi” sono stati        facendoli entrare”dentro la
fornire approfondimenti e             creati dai titoloni delle prime   notizia” per capire l’essenza del
commenti, compromettendo              pagine dei giornali, quanti       messaggio, per andare al di là
la indispensabile capacità            scandali sono nati per il         delle parole e analizzare i fatti il
critica e la libertà di riflessione   loro tramite, quanti uomini       più obiettivamente possibile.
dell’individuo. Se prendiamo,         politici sono stati favoriti
per esempio, la prima pagina          nella carriera politica.

                                                                                              kaleidos 17
la piazza teatro:
poesie e canzoni per GENTE “PER bene”
Piazza Grande                                            L’opera da tre soldi

                                                         U     na volta credevo, quand’ ero innocente forse un
                                                               giorno verrà un uomo anche per me
                                                         e allora saprò come comportrtarmi.
                                                         Dovrà essere ricco
                                                         col colletto pulito anche i giorni di lavoro
                                                         saper come si tratta una signora
                                                         e allora gli rispondo: “No”.
                                                         Basta sapersene stare impettite
                                                         e darsi un aria assente.
                                                         Certo per tutta la notte in cielo la luna
                                                         certo la barca si allontanerà dalla riva

S    anti che pagano il mio pranzo non ce n’è
     sulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è.
                                                         ma oltre non si va
                                                         Sì, non si puo lasciarsi andare
                                                         sì bisogna essere fredde e senza cuore.
Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me,           Molte cose potrebbero succedere
gli innamorati in Piazza Grande,                         Ma purtroppo si puo dire solo: No.
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.   Finchè un bel giorno, un bel giorno turchino
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.             venne uno che non mi pregò
A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io.             e dentro la mia camera attaccò il cappello
Una famiglia vera e propria non ce l’ho                  al chiodo
e la mia casa è Piazza Grande,                           e io non seppi più cosa facevo.
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.    E lui non era ricco
Con me di donne generose non ce n’è,                     e non era simpatico
rubo l’amore in Piazza Grande,                           e col colletto sporco perfino la domenica
e meno male che briganti come me qui non ce n’è.         e non sapeva come si tratta una signora
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.             e a lui, non gli dissi: “No”(...)
Avrei bisogno di pregare Dio.                            Non me ne restai impettita
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,                  non presi un aria assente.
a modo mio quel che sono l’ho voluto io                  Oh, per tutta la notte fu in cielo la luna
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho                  e la barca restò ormeggiata a riva
sotto le stelle in Piazza Grande,                        e non si poteva fare altro!
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.           Sì non c’è che da lasciarsi andare
E se non ci sarà più gente come me                       sì, non si può restare freddi e senza cuore.
voglio morire in Piazza Grande,                          Molte cose dovevano succedere
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.    e non c’era più da dire: No!

Lucio Dalla, 1972                                        Bertolt Brecht, 1928

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