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kaleidos 13 QUADERNO dell’UPM n. a OTTOBRE / DICEMBRE 2010 gorà KALEIDOS la rivista dell’UPM n. 13 ottobre / dicembre 2010 - distribuzione gratuita UNIVERSITà edizioni genesidesign.com POPOLARE MESTRE
KALEIDOS quaderno DELL’ UPM n. 13 • ottobre / dicembre 2010 Comitato di Redazione Annives Ferro Franco Checchin Gigliola Scelsi Giovanni Venturino sommario Roberto L. Grossi Consiglio Direttivo Carlo Zaffalon Annives Ferro Mirto Andrighetti p. Enrica Tavella 3 Editoriale Lucia Lombardo Gabriella Riva 4 Dalla piazza reale alla piazza virtuale Andrea Simion 6 La riscoperta del valore della piazza come cuore urbano Franco Checchin 7 L’uomo sospeso A. Lucio Toro 8 Le mille forme dell’agorà, una città che cambia in fretta AnnaMaria Quintarelli Flavio Andreoli 10 Racconti di vita 12 Esiste il cinema in africa? (seconda parte) SEGRETERIA 14 I fiori parlano Francesca Neri 16 La piazza mediatica: i giornali Copertina 18 La piazza teatro: poesie e canzoni per gente “per bene” “Nudo” scultura di Alberto Viani 19 Agoras in Britain in Piazza Ferretto a Mestre 20 Ipazia di Alessandria foto © di Maurizio Ercole 22 Tante lingue, un solo linguaggio proofreading 23 Librandosi di Alessandra Alberto Madricardo 24 Spazi antichi e luoghi moderni Franco Fusaro 25 Oda a una estrella 26 De Gauguin aux Nabis EDITORE GenesiDesign.com 28 Sulla domanda d’aiuto tel. 328.4591036 29 Corsi anno accademico 2010/2011 31 Attività culturali REDAZIONE EDITORIALE Ida Cristina Mulinacci Ivan De Toni GRAFICA La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli firmati è assunta Maurizio Ercole dagli autori. I contenuti degli articoli non esprimono, né riflettono le opinioni, i giudizi o le idee della redazione di Kaleidos e dell’editore Stampa GenesiDesign.com e pertanto la redazione e l’editore non possono essere Arti Grafiche Molin, Mestre VE ritenuti responsabile della loro attendibilità, né dei suggerimenti riportati e delle eventuali opinioni espresse. EAN 978-88-96049-30-X Testi e disegni sono proprietà esclusiva dei singoli autori. La presente opera con finalità culturale, didattica, illustrativa e non commerciale si avvale del diritto di citazione per testi e immagini come previsto dall’articolo 10 della Convenzione di Berna e all’art. 70 della Legge 22 aprile 1941 n. 633 e del Decreto Legislativo n. 68 del 9 aprile 2003. 2 kaleidos
editoriale Tiziana Agostini, Assessora del Comune di Venezia S e la nostra casa è lo spazio delle sicurezze e degli affetti, la piazza è il luogo dell’incontro e della recipro- tono di ritrovare il nostro compagno di banco di cui avevamo perso le tracce sin dai tempi dell’adolescen come in uno specchio che restitu- isce l’identità propria. Non a caso gli stranieri che abitano le nostre cità. Questo almeno sul piano teori- za, sempre più perdiamo il senso città hanno creato simboliche piazze co, perché sul piano concreto questa delle nostre relazioni interpersonali, identitarie, dove si riuniscono per dicotomia, storicamente fondata e anche perché si dissolvono i luoghi di nazione di provenienza, ritrovando umanamente necessaria, è oggetto incontro vero, le piazze. comunitariamente la loro identità di una tale trasformazione di sensi Piazza naturalmente da intendersi negata nelle case e nelle fabbri- e funzioni, da confonderne i tratti e come nell’antica Grecia, ovvero “ago- che dove lavorano, culturalmente lasciare smarrite le persone. rà”, che nella sua etimologia contiene il distanti. Che cosa rimane di privato nella casa significato di “radunare” e “condurre”. In realtà, anche se le nostre piazze del “Grande Fratello” dove le teleca- In quello spazio della polis, urbanistica- visibili sembrano meno frequen- mere scrutano tutti gli istanti di vita mente definito, le persone si recavano tate o utilizzate da chi sentiamo degli inquilini e quanto rimane di per animarlo facendolo diventare ancora distante da noi, differente riservato dei nostri pensieri se tutti i opportunità di incontro e di scambio, è il modo con cui si crea l’ago- nostri computer sono connessi ad una di idee e di merci. Uno spazio “aperto”, rà oggi. Se non rimaniamo alla rete in grado di leggere i nostri archivi dunque, mentre il Foro romano, che superficie delle trasformazioni e conoscere le nostre inclinazioni? pur significa piazza, porta con sé l’idea sociali, e non ci facciamo prende- La dimensione del privato personale di luogo chiuso, definito, certo luogo re dalla negatività dei cosiddetti è una bella utopia se pensiamo sem- civile per eccellenza, ma molto più non luoghi, come Augè definisce i plicemente che prelevando denaro istituzionalizzato rispetto all’agorà. E la punti di incontro della modernità, con il bancomat lasciamo traccia del nostra stessa parola “piazza”, che nasce dalle metropolitane agli aeroporti, nostro passaggio, il nostro telefono dall’idea di slargo di una via ed è fonda- uguali e anonimi in tutti gli angoli cellulare è un’antenna che consente mentalmente un luogo ampio, è debole del pianeta, troviamo le nuove di individuare in ogni istante dove nel significato a confronto di “agorà”. agorà, ovvero la dimensione socia- siamo, il telepass denuncia i nostri Dal punto di vista architettonico ci sono le e comunitaria, nella dimensione spostamenti, le telecamere di sicu- in Italia e altrove meravigliose piazze, è associazionistica, in quel ritrovarsi rezza ci filmano e i satelliti ci scru- fuor di dubbio, ma queste rispondono a decine e a centinaia su scopi con- tano. Insomma siamo rintracciabili ancora alla loro attesa funzione sociale? divisi, per trascorre insieme del e interpretabili, ma come oggetti Sanno, appunto, come l’agorà, raduna- tempo, per ritornare a investire su di interesse più che come soggetti re le persone? Sì, se magari c’è un locale di sé studiando e imparando nella relazionali. Siamo espropriati di alla moda in grado di riempirle di gio- stagione restituita al soggetto dopo noi stessi, ma tutto ciò non produce vani per lo spritz o se ci sono bei negozi una vita di lavoro, come consente nuova socialità. lungo i quali passeggiare. Ma i luoghi di di fare da 65 anni l’Università Certo nel passato non si può dire che appuntamento e di socializzazione vera popolare di Mestre. la sfera del privato fosse maggior- sembrano essersi spostati altrove, negli Se gli indicatori economici, in mente tutelata: pensiamo alla vita del spazi coperti dei centri commerciali o questi tempi di crisi, ci intristisco- nostri paesi, dove ciascuno sapeva nei luoghi virtuali di incontro telema- no, l’attenzione al capitale sociale tutto di tutti, ma questo significava tico, mentre rimane il nostro bisogno di una comunità, frutto della mes- anche che ognuno si sentiva parte di agorà, il desiderio di incontro con sa in rete di persone per finalità di una comunità. Come ebbe a dire l’altro e dunque di un luogo neutro dove precise, registra sempre valori Cesare Pavese “paese è non sentirsi ciò sia possibile. Perché se non usciamo positivi ed è la ricchezza con cui si soli”. Oggi invece, nel mentre si dalla dimensione personale, e dunque realizzano proprio le più impor- moltiplicano i controlli e le connes- simbolicamente dalla casa, non incon- tanti piazze, costituite da persone e sioni, compresi i social network di triamo l’altro, ed è solo nell’incontro non da mattoni. recente invenzione, che ci consen- con l’altro che riconosciamo noi stessi, kaleidos 3
dalla piazza reale alla piazza virtuale Franco Fusaro S e non fossero esistite “le piazze” la storia degli Stati e dei Popoli andrebbe riscrit- la piazza, con le sue molteplici funzioni, è uno dei massimi beni culturali e civili della sto- pubblici delimitavano uno spa- zio pubblico significativamente determinante per la vita socia- ta, e non solo quella politica ria dell’umanità. le, in cui si andava per vedere e ma anche quella economica, Si pensi infatti al ruolo da essa farsi vedere, tanto da divenire sociale e culturale. In esse svolto nell’evoluzione della poi quasi il modello della suc- si è svolta la vita pubblica e società occidentale. cessiva piazza italiana. collettiva, contrapposta alla La piazza greca, l’Agorà, ci fa Il cittadino medievale ha nella vita privata dei palazzi e delle venire in mente i dialoghi di piazza il fulcro del suo senso abitazioni. Nelle piazze si è Socrate: luogo in cui perso- di appartenenza alla comunità: definita meglio che altrove, naggi vari e talvolta famosi essa è il luogo fondamentale anche se talvolta in modo con- discutono democraticamente della socialità, degli affari, trastato, l’identità comunitaria ed esemplarmente di filosofia delle adunanze, dei procla- di un paese, dalle poleis greche e politica, di etica ed estetica, mi, delle decisioni, in essa ai comuni medievali, dalle di amore e amicizia … si affacciano gli edifici del città urbanizzate del Sette- La piazza romana, il Foro, è il potere civile ed ecclesiastico, Ottocento alle megalopoli del luogo del potere politico e mi- là si incrociano i mille rivoli Novecento. Per questo motivo litare: colonne, templi, edifici dell’economia cittadina. Tal- 4 kaleidos
A sinistra: un centro commerciale a Mestre. volta, nelle città più grandi, le progressivo affermarsi della di incontro sociale, quindi diverse funzioni si dividono e democrazia liberale, concessi- quel ruolo di centro vitale del- allora troviamo la piazza civi- va nel confronto con i gruppi la città che ne aveva fatto nel ca, la piazza della cattedrale e e le classi emergenti e quindi corso dei secoli la metafora quella del mercato. con le “manifestazioni di piaz- stessa della civiltà occidentale Nel Rinascimento la piazza ri- za”, si ebbe quasi l’illusione e della sua coscienza comuni- sente più di altri luoghi delle di un ritorno simbolico, anche taria. Le piazze delle bombe, trasformazioni urbanistiche, se animato da un’inedita co- delle stragi e dei morti am- tende infatti a prevalere la scienza politica da parte delle mazzati, insomma degli “anni piazza come “luogo politico” in masse, all’Agorà greca come di piombo”, paiono in tal sen- cui signori e principi ostentano luogo di democratico confron- so un triste e fallito tentativo ruolo, ricchezza e distanza dagli to. In realtà la “piazza libe- di restaurazione autoritaria altri cittadini, che avranno in- raldemocratica” divenne ben e, genericamente parlando, vece come riferimento esisten- presto drammatico luogo di fascista. ziale oltre che sociale il merca- contesa degli opposti schiera- E ora? Dagli anni novanta in to e la piazza della cattedrale. menti, di violenta opposizione poi alla “piazza reale” è andata Nella piazza della seconda ai regimi liberali e infine fe- per lo più sostituendosi una metà del Settecento (si pensi condo terreno di coltura del “piazza virtuale”, prima tele- alla Rivoluzione industriale e fascismo e del nazismo. visiva e poi internettiana (si alla Rivoluzione francese) ci Anche in questo caso si pensi pensi ai molti Social Network). immaginiamo grandi folle alla all’Italia e alla contrappo- Una piazza quest’ultima però ricerca di affermazione eco- sizione tra interventisti e privatistica e paradossalmente nomica, di riscatto sociale o di neutralisti alla vigilia dell’in- frammentaria, non più luogo un nuovo modello di comuni- gresso del nostro paese nella di riconoscimento sociale, di tà, più libera e più giusta. Grande Guerra: nelle “radiose serio confronto, di costruzione Nell’Ottocento questa fun- giornate di maggio” la piazza dell’identità collettiva, bensì zione si radicalizza: la piazza nazionalista e interventista spazio alienante di pietose diventa luogo di monumenti e riuscì a imporre al Parlamento elucubrazioni esistenziali, di cartelloni pubblicitari (i pri- italiano, in maggioranza neu- “messaggini” volgari o insi- mi!), di frenetico movimento, tralista, l’intervento (peraltro gnificanti, di facili adesca- di carrozze e cavalli, di incon- già deciso) nel conflitto. menti, di penosi attacchi e tro e scontro. Fascismo e nazismo dimostra- altrettanto penose esaltazioni: La contestazione politi- rono negli anni seguenti in per ben che vada, insomma, ca, inevitabilmente segreta maniera ineguagliabile questa una “bacheca sul nulla”. nell’Ancien régime della prima capacità di utilizzare la piazza Tuttavia assistiamo da un po’ metà del secolo, “scende in come grancassa del regime: di tempo a un inedito intreccio piazza” nel 1848, la politica come non ricordare le “aduna- tra piazza reale e piazza vir- esce alla luce del sole e diventa te oceaniche” a Piazza Venezia tuale, a uno strano e reciproco manifestazione pubblica, di o l’uso scenografico e mistico rimando in cui sembra aver ri- massa. La piazza diventa luogo delle masse a Norimberga. preso fiato la “voce della piaz- privilegiato di partecipazione In tempi più recenti e comun- za”, quella vera, attraverso cui popolare, di riconoscimento que dopo il crollo dei regimi si costruisce insieme, fatico- politico e di rapporto conflit- totalitari o semitotalitari, di samente una coscienza civica e tuale con il potere costituito. destra e di sinistra, la piazza sociale. Staremo a vedere. Si pensi a Daniele Manin che sembrava ritornata a svolgere in Piazza San Marco proclama il ruolo già ottocentesco di la Repubblica di Venezia il 22 luogo di denuncia, di manife- marzo 1848. stazione democratica, di con- Con l’inizio del Novecento e il fronto politico aspro ma civile, kaleidos 5
la riscoperta del valore della piazza come cuore urbano Federico Burbello I n un recente libro- intervista il poeta Andrea Zanzotto (In questo progresso La cosiddetta città diffusa (già negli Sessanta Giuseppe Samonà usava il termine piazza come cuore urbano, da parte degli architetti moderni, avvenne in un convegno nel scorsoio, 2009) lamenta “città-regione” e “campagna 1951 dove Ernesto Nathan “l’aggressione al paesaggio… urbanizzata”) non è riuscita Rogers, uno dei maestri della la scomparsa del mondo a creare nuovi “centri” cultura architettonica italiana agricolo…una proliferazione ma, nell’accezione di scrisse allora: “Abbiamo edilizia inconsulta e casuale Marc Augé, “non luoghi”; introdotto la parola “cuore” che deturpa il territorio dalle caratteristici questi ultimi nel linguaggio della tecnica Dolomiti al piano”. della nostra epoca segnata urbanistica. Avremmo potuto Una voce, quella del poeta di “dalla precarietà assoluta, dire come qualcuno aveva Pieve di Soligo, che diventa dalla provvisorietà, dal proposto “nocciolo”, che è la prima lamento e poi grido transito e dal passaggio, da un parte del frutto che contiene per ciò che gradualmente sta individualismo solitario” (M. le sementi, cioè le potenziali definitivamente scomparendo Augé, Non-lieux, 1992), dove energie di un organismo. Ma lasciando frammenti di unità l’omologazione degli spazi è cuore ha più palpito e riassume, ormai compromessa dove “non data agli standard in cui nulla oltre ai valori fisiologici e si sa più se si è in un piccolo è lasciato al caso e tutto è biologici, quelli del sentimento”. mondo antico che muore o in calcolato con precisione. E’ importante perciò nella una gigantesca Los Angeles Architetti e urbanisti usano realtà del mondo attuale che nasce” (Paolo Rumiz, La spesso la dizione “piazza globalizzato creare spazi di secessione leggera, 1997). all’italiana” per significare alto valore simbolico capaci La piazza, soprattutto nella un luogo in cui i cittadini non solo di interpretare le tradizione europea e in convergono per incontrarsi, novità del nostro mondo ma quella italiana in particolare, discutere, osservarsi; “un di esprimere insieme il valore nonostante i profondi luogo degli sguardi” (Paolo delle nostre radici. mutamenti del contesto e Portoghesi, La piazza come In questo l’architettura, degli equilibri urbanistici , luogo degli sguardi, 1990), realizzandosi nel modello è tuttora il luogo urbano per simbolico della coesione della piazza come luogo della eccellenza, punto di maggiore sociale, un cuore insomma società civile, deve tornare ad rappresentatività e ancora in cui molti cuori possono essere l’espressione di una simbolo di un territorio pulsare all’unisono. La volontà corale. metropolitano. riscoperta del valore della 6 kaleidos
A sinistra: Prato della Valle, Padova. l’uomo sospeso “Sopra Vitebsk” di Marc Chagall, 1914. Nicola Gambini L ’αγορα era, innanzitutto, l’adunanza cittadina, l’as- semblea del popolo; poi, per conosciamo la partecipazione diretta alla vita politica proprio perché la democrazia rappre- E il privato diventa pubblico e il pubblico privato, e tutto si confonde in una corsa affannosa derivazione, il termine finì per sentativa che ormai informa senza scopo, col solo intento di indicare il luogo dell’adunanza, quasi tutti gli stati, media tra i non rimanere presso sé stessi, che nelle città greche serviva sia due momenti del pubblico e del nel rischio di scoprire che uno per le adunanza politiche quanto privato, e mediando, in parte li scopo manca in tutto questo no- per il mercato. tiene lontani. stro anfanare. In quanto assemblea, quindi, Se l’αγορα, è il luogo dove il l’αγορα, è l’assemblea di tutti singolo trova l’altro, inteso sia i membri della città, in quanto come altro-singolo, che come piazza, invece, il luogo in cui tale altro-comunità, dove il singolo Imitazione assemblea prendeva corpo. incontra sé stesso? Qual è lo spa- Sia nell’uno, che nell’altro zio adibito a questo consesso tra Lungi dal proprio ramo, caso, si tratta del momento di l’individuo e il suo sé? Povera foglia frale, interazione del pubblico con il Difficilmente troviamo spazi Dove vai tu? Dal faggio privato, sia esso di stampo poli- per questo incontro, che è, in- Là dov’io nacqui, mi divise il vento. tico piuttosto che commerciale. nanzitutto, un incontro intimo. Esso, tornando, a volo Nell’αγορα, il singolo incontra I ritmi frenetici della vita non Dal bosco alla campagna, l’altro, ritrova sé stesso come concedono spazi all’incontro con Dalla valle mi porta alla montagna. membro di un gruppo, e scopre sé stessi, e quando questi acca- Seco perpetuamente che l’interesse privato non è dono, per abitudine consolidata Vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro. svincolato da quello pubblico. all’azione cresce, in noi il disagio Vo dove ogni latra cosa, Il pubblico, a sua volta, non ri- della quiete. Dove naturalmente mane lontano e nascosto come il Certamente all’uomo d’oggi è Va la foglia di rosa, Grande fratello, ma aprendosi al sempre più alieno il senso del E la foglia d’alloro. singolo trova la sua realizzazione pubblico, inteso come ciò che gli nella concretezza di ogni giorno. è comune con gli altri, ma a lui G.Leopardi, Canti L’αγορα, quindi, in quanto luo- è altrettanto alieno il senso del go della partecipazione pubblica, privato, inteso come ciò che gli ci rimane in parte aliena. Non è comune con sé stesso, intimo. kaleidos 7
le mille forme dell’agorà una città che cambia in fretta Loris Trevisiol, operatore sociale del Comune di Venezia L ’agorà, intesa come il luogo ove avvengono, si creano o si mantengono, numerose rela- zione delle informazioni, degli interessi, degli scambi commer- ciali, del mercato del lavoro, dei tropologo Marc Augé parla di non-luoghi in contrapposizione ai luoghi. zioni interpersonali è un luogo luoghi di potere ha inesorabil- Per Augé un “luogo” (e i rife- essenziale per la costituzione dei mente influenzato gli spazi rico- rimenti sono soprattutto agli nostri territori, per il nostro abi- nosciuti come centri nevralgici spazi comunitari) è semplice- tare, per il nostro far comunità, della vita cittadina. mente una frazione di spazio per il nostro far lingua. Il cam- Nei paesi piccoli vi sono state “lavorata dalla storia, dalla biamento dell’agorà forse riflette meno variazioni per le zone memoria, dall’esperienza vis- le profonde modifiche che, in dell’agorà, i luoghi deputati suta di una collettività”, in cui particolare negli ultimi cinquan- all’incontro, al ritrovo di perso- ci si trova “a casa propria”, dove ta anni, hanno fatto cambiare ne mosse da interessi comuni, ci si può muovere “ad occhi il volto dei nostri centri abitati. alla discussione collettiva in chiusi”(perché ogni parte del Ricordo alcune agorà significa- forma assembleare. La chiesa, territorio ci è nota) e ci si può tive per la nostra città, alcune di il suo sagrato ed il suo patrona- “capire al volo” (perché ogni queste lo sono ancora, altre non to; il mercato e le sue strade; le comportamento, atteggiamento, più, le nomino ben sapendo di sagre; il campo sportivo sono parola degli altri ci sono consue- scordarne alcune di altrettanto rimasti pressoché invariati, an- ti), uno spazio dove si riconosco- importanti, ad esempio il porto, che se ricostruiti o ristrutturati. no gli altri e si è “riconosciuti”: dal punto di vista mercantile, il I cinema presenti nei paesi sono il villaggio, il quartiere, la piazza, mercato di Rialto, di Parco Pon- invece quasi dovunque scom- il cortile, ma anche la fabbrica, ci, l’ortofrutticolo di via Torino o parsi per accorparsi nelle strut- il caseggiato operaio, il mercato quello delle varie Municipalità, ture multisala. corrispondevano per l’antropo- dal punto di vista commerciale. Fin dall’antichità lo spazio pub- logo francese perfettamente a Le fabbriche, la piazza S. Marco, blico in generale, in particolare questa definizione. la piazza Ferretto e le piazze delle la piazza, ha rappresentato il Marc Augé definisce i “non- singole Municipalità dal punto luogo in cui gli uomini che abi- luoghi”, spazi dove gli individui, di vista occupazionale / politico / tano un aggregato urbano hanno estranei tra loro, indifferenti religioso. La Fenice, il Malibran, costruito comunità. Oggi i nuovi l’uno all’altro, si sfiorano e si il Goldoni, il Toniolo, il Corso, il habitat deputati alla costruzione urtano senza incontrarsi, dove Teatro per Mestre, il Tag, il cine- del senso di collettività sono “nessuno si sente a casa pro- ma Dante, il S. Marco, il cinema sempre meno gli spazi pubblici pria, ma non si è nemmeno a Italia, Rossini e Accademia, il tradizionali e sempre più i cen- casa degli altri”. Paradiso e l’Aurora a Marghera, tri commerciali, le discoteche, Oggi, egli sostiene, possiamo il Bevilacqua a Zelarino, il Lux a i pub, i parcheggi, gli autogrill dire che questi luoghi pubblici o Carpenedo, per tutti poi il pala- e, non ultimo, lo spazio virtuale sono scomparsi o sono diventati sport Taliercio, il Palatronchetto delle reti telematiche. spazi inerti, vuoti di relazioni, per la cultura. La frammenta- In merito a questi spazi l’an- fantasmatici. Diversificando i 8 kaleidos
supermercati, gli aeroporti, le dello spazio urbano per tutti, ché quel luogo, successivamente, metropolitane dal villaggio, il la dimensione dell’agorà. Io, non divenga collettivamente quartiere, la piazza, il cortile, la nella fattispecie, ne individuo avvertito come qualificato. fabbrica, il mercato. I primi, che una tipologia che si stacca dalle Ho in mente un parco in città che sono spesso privatizzati e milita- altre e Mestre, già da almeno una rappresenta in positivo quanto rizzati (offrendo ai consumatori ventina d’anni, ha fatto propria sto sostenendo, è quello del mio almeno in superficie confort e l’energia propulsiva di questi quartiere, il parco Hayez della sicurezza); i secondi, che, o sono luoghi investendo nella loro Cipressina. Un luogo di ritrovo conservati (talvolta imbalsamati costruzione, ampliamento e ma- significativo per genitori, bam- in modo sepolcrale quali depo- nutenzione. Sono i giardini ed i bini, preadolescenti, giovani, siti di memorie) o abbandonati a parchi pubblici della nostra città adulti, cani, padroni di cani, se stessi ed al proprio degrado. di terraferma, sempre utilizzati anziani, di tutte le provenienze E’ su questi ultimi che vorrei da una gran varietà di fruitori. e con diversi interessi. La vera concentrare le mie attenzioni o Anche questi spazi, però, a vol- agorà della Cipressina è quel meglio sulle zone dell’agorà sog- te vengono percepiti, soprat- parco, per quanto ci siano un pa- gette ad abbandono e degrado. tutto da chi non li frequenta, tronato da una parte ed un Cen- Se accettiamo le “provocazioni” con indifferenza o con disgusto tro Civico dall’altra abbastanza di Augè dobbiamo registrare che se capita, per esempio, di sen- funzionanti. Questo parco nel i luoghi pubblici teatri dell’Agorà tire o di vedere che qualcuno quotidiano è una dimostrazione sono abbandonati in prevalenza faccia i propri bisogni all’aper- evidente che convivere, anche dagli abitanti autoctoni della to, oppure con paura, il che con grosse fatiche, all’interno città mentre spesso sono invece induce a pensarli, ed in questo di uno spazio comune (fisico e ricercati dalle persone immi- sono fortemente responsabili i mentale) ben definito, è possi- grate come luoghi in cui ricreare media , come spazi da privatiz- bile e con una certa naturalezza, un’agorà a misura delle loro zare o da militarizzare, in nome ma, per ottenere questo, su quel esigenze di socialità. Tanto più i dell’ordine sociale. Tutto ciò parco gli abitanti di vecchia data nuovi luoghi dell’agorà sono ab- evidenzia la crisi dello spazio devono aver potuto investire bandonati dagli autoctoni e tanto pubblico, sintomo evidente tempo ed energie; le istituzioni più assumono, a torto o a ragio- della crisi dei processi di co- aver mantenuto un rapporto vivo ne, la connotazione di luoghi struzione comunitaria. e significativo; le persone im- degradati, anche solo perché fre- In questo caso, più che mai, è migrate aver potuto trovare uno quentati da immigrati nelle loro possibile ritornare alle consi- spazio accogliente dove vi sia la forme di agorà, non conosciute derazioni prima descritte: l’ab- possibilità di avviare e mante- dagli autoctoni, non comprese, bandono non permette l’utilizzo nere iniziative di vario genere e non tollerate, specie se troppo adeguato di nessun luogo, né tipo. Altro che abbandono. esuberanti. La sensazione è che fisico, né mentale, il degrado nel La questione, come avrete ca- se non si riusciranno a ricreare nostro immaginario non è dato pito, non è tanto e solo quella nuovi spazi comuni in cui eser- solo dall’uso improprio (su cui è di tutelare tali luoghi, che non citare e praticare le nostre diffe- necessario lavorare) ma soprat- per questo automaticamente renze (trovando poi le forme più tutto dal timore dell’espropria- riacquisterebbero un’anima, ma adatte a governare la conviven- zione, dal timore di perdere il di pensare che cosa significhi, a za), saremo costretti a coesistere controllo anche virtuale di quegli partire dalla particolarità delle con l’ulteriore smembramento spazi. In pratica, l’abbandono è situazioni, produrre spazi di so- delle zone dell’agorà, in alcuni già di per sé la rinuncia a vede- cialità, produrre comunità. casi le une contro le altre. re in termini positivi un luogo, Ma non dimentichiamo che vi tutto ciò che accadrà successiva- sono luoghi che rappresenta- mente in quel luogo sarà conse- no ancora nella città, a pieno guenza del primo moto di allon- titolo, la dimensione pubblica tanamento da esso, almeno fin- kaleidos 9
racconti di vita Reza Rashidy perpetuasse sotto altre forme e motivazioni più subdole e I figli di Adamo sono membra di uno stesso corpo mascherate. e della stessa essenza sono stati creati. Quando anche la più piccola parte si addolora per le avversità Oggi si prova ancora vergogna della vita al ricordo delle leggi razziali anche le altre perdono calma e quiete. del nazifascismo e degli eccidi Tu che sei insensibile alle pene altrui che ne seguirono, ma si prova mai e poi mai, potrai venire chiamato essere umano. indifferenza ed apatia di fron- te alle migliaia di cadaveri che Sa’di giacciono sui fondali del mar (poeta persiano, Shiraz, 1184-1291) Mediterraneo e che di anno in anno aumentano: esseri uma- ni, donne e bambini, in fuga L a coscienza dell’ Europa, scossa e lacerata dalla seconda guerra mondiale e esercizio delle libertà democrati- che garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel da situazioni insopportabili, da guerre e da persecuzioni, in cerca di un destino migliore. ancora memore delle orri- territorio della Repubblica, bili persecuzioni subite dai secondo le condizioni stabilite L’assenza di indignazione, la suoi cittadini provò a defini- dalla legge.” cecità e l’indifferenza si fanno re un meccanismo di tutela ancor più inaudite e sconcer- internazionale attraverso la Sono trascorsi poco più di tanti se si pensa che uno dei Convenzione di Ginevra. Qui sessant’anni da allora, ma luoghi dove quotidianamente fu istituita la figura del rifu- sembra che ne siano passati si consumano e vengono alla giato come portatore di diritti migliaia: frenetiche ed inces- luce inenarrabili tragedie è si- riconosciuti da tutti gli Stati santi trasformazioni socioe- tuato nel “cuore” della nostra firmatari. conomiche del nostro mondo città, a poche decine o centi- sono state accompagnate da naia di metri da dove viviamo: I padri fondatori della Repub- un altrettanto sbalorditivo non stiamo parlando della blica Italiana, ai quali va rico- cambiamento della natura lontana Africa o di Lampedu- nosciuto l’enorme acume e la stessa dell’uomo e dei suoi sa, ma del porto di Venezia e grande sensibilità umana e ci- valori. dei suoi immediati dintorni, vica, qualche anno prima ave- Dopo aver subito milioni di il Cuore pulsante della nostra vano anticipato questo nobile vittime per le persecuzioni città e della sua economia, proposito con una chiarezza razziali e religiose e più di dove ogni giorno attraccano cristallina attraverso l’articolo cinquanta milioni di morti decine di lussuose navi da 10 della Costituzione Italiana: nella seconda guerra mon- crociera e altre imbarcazioni. diale, nessuno in Europa “Lo straniero, al quale sia im- avrebbe potuto immaginare Fu il 14 luglio del 2007, quan- pedito nel suo Paese l’effettivo che quel terribile incubo si do i corpi nudi e senza vita 10 kaleidos
di tre ragazzi curdi di circa febbraio 2008)” soprattutto da quando Libia 20 anni restarono per ore e Italia hanno stipulato l’ac- riversi al sole, nel piazzale di “21 clandestini di origine Af- cordo di cooperazione anti- un autogrill alla periferia di ghana nascosti dentro un Tir immigratoria, anche somali, Venezia. Erano morti soffocati sbarcato dal traghetto “Europa eritrei e sudanesi passati dal tra le angurie e, come avrebbe Palace” proveniente dal porto golfo di Aden e poi dalla Tur- raccontato il quarto di loro, di Patrasso in Grecia, vengono chia. l’unico sopravvissuto, si era- intercettati al porto e rispediti in Il diritto d’asilo non viene no nascosti dentro il Tir che Grecia (2 luglio 2010)” però mai menzionato in nes- le trasportava per sfuggire ai ….. suno degli articoli di giornale controlli della polizia di fron- riguardanti i respingimenti di tiera del porto. È stupefacente che nessuno queste persone. Da allora il bollettino di que- scorga una relazione tra quelle sta singolare guerra non è mai morti e questi respingimenti, “Racconti di Vita” è il titolo di cessato, di giorno in giorno nessuno sembra interrogarsi un progetto promosso dalla morti su morti, dentro o sotto circa la liceità di quei respin- Casa della Cultura Iraniana in i Tir: soffocati, schiacciati. gimenti. collaborazione con l’Asses- I giochi di parole, i luoghi sorato alle Politiche Sociali L’11 dicembre del 2008 di- comuni onnipresenti quando del Comune di Venezia e dell’ venta notizia di prima pagina media e politica istituzionale omonimo libro che lo seguirà dei giornali locali il ritrova- si occupano di immigrazione dedicato alla storia di quei mento del corpo senza vita di e di asilo, hanno a lungo con- pochi che dopo mesi o anni di un ragazzino di tredici anni, tribuito a tenere nascosta la duro viaggio, di tanti respin- straziato sull’asfalto di una realtà della violenza e dell’il- gimenti, costretti ad affron- strada periferica di Venezia. Si legalità che da anni si perpetra tare traversie di ogni genere, chiamava Zaher Rezai, era un nei porti dell’Adriatico: Ve- alla fine ce l’hanno fatta a co- afghano che fuggiva dal reclu- nezia, Bari, Ancona, Brindisi struirsi una vita tra di noi. tamento forzato dei talebani sono tutti luoghi accomunati Nell’ambito di questo ed è scivolato dal Tir sotto il dalle stesse pratiche pura- progetto sono previsti quale si era nascosto per sfug- mente repressive alla frontie- due incontri di con- gire ai controlli. ra, attuate contro i migranti fronto e riflessione con ... scoperti sulle navi provenienti operatori sociali impe- dalla Repubblica Ellenica. gnati in questo campo, E nei giorni in cui nessu- L’ espressione utilizzata per con studiosi del settore no muore le cronache e gli giustificare questi respingi- e con la diretta testi- articoli dei giornali locali menti è parlare dei respinti monianza degli stessi raccontano costantemente i sempre e solo come di “clan- ex minori stranieri e ri- “respinti”: destini”, anche se sovente si fugiati protagonisti dei tratta di donne, bambini e ri- Racconti di Vita. “105 clandestini, di presunta chiedenti asilo in cerca di una etnia Curda, giunti a Venezia protezione umanitaria. Per maggiori dettagli sull’argomen- nascosti a bordo di camion im- Le persone respinte ai porti to e per l’ eventuale iscrizione agli barcati sulla motonave “Kriti” dell’Adriatico negli ultimi workshop consultare il sito www. vengono fermati e rispediti in anni sono prevalentemente olivotti.org Grecia da dove arrivavano (7 profughi afghani e curdi e kaleidos 11
A destra: la locandina del film “Campo di Thiaroye” (1987) e il regista Sémbène Ousmane esiste il cinema in africa? Michele Serra (SECONDA parte) Capolavori africani favorevolmente conosciuto in Berlino, Milano…). tutto il mondo, il FESPACO. Per fortuna questi autori R iprendiamo il discorso dalla prima parte pubblicata nel numero precedente di Kaleidos. E, contemporaneamente, ma anche prima, si fanno notare degli importanti e creativi registi poterono giovarsi anche dei notevoli aiuti economici che un tempo giungevano dalla Francia, Nei territori africani il cinema spesso preparati nelle scuole di dal Belgio, dall’Olanda e dagli dei Paesi più produttivi (Africa cinema francesi, belghe, russe e altri Paesi ex colonizzatori e fin del Sud, Zimbabwe, Kenya, degli Stati Uniti. quando questi durarono, anche Senegal, Burkina Faso, Mali), il cinema, che è frutto di idee ma pur sviluppando temi propri Nonostante quindi le anche di tecnologie costose, si di quei Paesi e di tutta l’Africa, osservazioni desolate che tenne vivo. non ha una buona accettazione abbiamo proposto in questa e Altri autori, importanti da parte del pubblico, per nella precedente puntata, oltre soprattutto per le tematiche cui i registi vanno incontro agli autori e ai film nominati: dei loro film, sono Idrissa a delusioni e frustrazioni. Raoul Peck (L’homme de Ouedrago per Il grido del cuore; Non possono comunicare i quai, Lumumba, Sometimes Moustafha Diop per Il medico problemi che li riguardano, in april,…) e Hailè Gerima di Gafiré; Jean-Marie Teno quelli politici, quelli sociali, (Sankofa, Adwa, Teza,…), per Afrique je te plumerai, per quelli etici, quelli dell’invasione in Burkina Faso raggiunge la Clandestino e altri film ancora; di modi di essere e di vivere massima popolarità Gaston J.- Bassek Ba Kobhio per Il grande del mondo occidentale, della M. Kaborè (Wend Kuuni, Buud Bianco di Lambarené (parla corruzione, della povertà e Yam, Zan Boko, Rabi …); in del dr Albert Schweitzer); Dany dell’ignoranza. Gli africani Senegal il padre riconosciuto Kouyaté per Keita - L’eredita’ purtroppo prediligono i film di tutta la cultura letteraria del Griot. d’importazione, quelli tutto e cinematografica africana, Attualmente le tematiche più fantasia, forza fisica, arti Oumane Sembène, (La noire presenti nel cinema dell’Africa marziali, musica occidentale… de…, Camp de Tyaroye, Nera, riguardano la ricerca Eppure a Ouagadougou, capitale Guelwaar, Moolaade, …), in della propria identita’ perduta del Burkina Faso, cresce una Mali Ceik Oumar Sissoko con con l’avvento del colonialismo, scuola di cinema di prim’ordine l’intenso drammatico film La il terrorismo fanatico di stile e così nel Senegal e nel Génèse.. Essi hanno saputo musulmano e il sogno di un Sudafrica. presentare con estrema dignità mitico mondo della ricchezza e In più, a Ouagadougou si e con notevoli valori artistici il dell’abbondanza che e’ quello del sviluppa un festival del cinema cinema africano nei vari festival Nord del mondo. panafricano assai importante, del mondo (Cannes, Venezia, 12 kaleidos
Occasioni per conoscere il riferimento e si trova in via tra poco tempo col titolo “Cinema cinema africano Lazzaroni, 8 a Milano, tel. e Intercultura – Viaggio nei film”. 02.667.120.77. C’è pure il sito Infine un appuntamento annuale V olentieri parlerei di questi e di altri film; purtroppo lo ritengo astratto, perché non del Coeweb.it a cui ci si collega via internet. Film africani si possono vedere importante qui nel Veneto è a Verona, dove, a cura della diocesi e dell’istituto abbiamo sotto occhio le storie anche nelle poche rassegne missionario comboniano, viene che essi raccontano e i film sono che si organizzano pensando proposto un festival del cinema reperibili in Italia con una certa soprattutto di sviluppare un africano, durante il quale si fatica e con molta pazienza. discorso sull’interculturalità con propone una buona rassegna di Che io sappia, solamente Campo alunni, studenti e insegnanti. film e la possibilità di incontrare di Thiaroye del senegalese Il settore Servizi educativi del registi e attori ed altri cineasti. Sémbène Ousmane si trova in Comune di Venezia, diretto Grazie ai Comboniani, si stampa alcuni negozi che distribuisco dalla dr Valeria Frigo, è un pure la nota rivista “Nigrizia”, cassette e dvd. promotore di questa attività da che presenta in maniera Parecchi invece se ne possono vari anni e possiede pure un esauriente i problemi dell’Africa acquistare presso il C.O.E. di ricco repertorio di film africani, e anche fa il punto sulla Milano, una ONG che si occupa indiani ecc per sviluppare il produzione cinematografica. in particolare dell’Africa e progetto educativo dell’identità di divulgare il suo cinema. e dell’intercultura attraverso il Altri ancora si possono avere cinema. collegandosi a siti stranieri, Ha pure pubblicato un libro, francesi e inglesi, che li editano assieme alla casa editrice “Il con sottotitoli. Castoro” sul rapporto cinema/ Il C.O.E. quindi, in Italia, intercultura, “Il giro del mondo in è l’unico buon punto di 80 film” ed un secondo sarà edito kaleidos 13
A destra: Duomo di Ostuni. i fiori parlano Gigliola Scelsi C he nella nostra televisione, piazza del mondo e sul mondo, imperversi la volgarità “Vergine Madre, figlia del tuo figlio” del Paradiso di Dante, in cui l’attore irruppe nello show di una giuria bonaria ma a tratti ghignante, signore che hanno superato più volte gli “anta”, dopo la stupidità è già stato nazional-popolare qual è ogni si presentano ad un pubblico ampiamente dimostrato da anno San Remo. vociante, per antitesi, giovanile, studiosi e critici dei miti e riti di Quest’anno L’Isola dei Famosi, nella Piazza. oggi. Il primo triste e veritiero ormai la notizia è certa, vedrà Le “ragazze” (così le chiama presagio fu dell’intellettuale che in qualità di concorrente, un il conduttore, pure vivace voleva abolire la scuola media noto politico già discusso in e intelligente, qui idiota e e la televisione per contrastare passato, ora discutibile per irriverente) con orrendi look, l’ignoranza e la devastante la partecipazione al reality, acconciature improbabili, omologazione già presente ai che ha come fine il consenso lustrini e pailettes, da veglione tempi dello stesso scrittore e di elettorato più vasto o di capodanno nella trattoria poeta massacrato, come hanno semplicemente il liberarsi dei sotto casa, con fisici debordanti voluto farci intendere, da uno chili di troppo. o rinsecchiti dagli anni che non dei suoi “Ragazzi di vita”. In televisione si espone in perdonano, dopo canzoncine Ormai siamo assuefatti a ogni momento, anche il meno stonate o poesie bislacche, spettacoli inverecondi: Quiz appropriato, il nudo di donna, il si esibiscono nel balletto- cretini, revival di anni passati, suo corpo ormai oggettualizzato stacchetto. idoli per ragazzine che inseguono al di là di ogni protesta di quello Questa è un’ulteriore insolenza nei sogni il tizio tatuato dalla che fu il movimento femminista. alla femminilità e al buon gusto, testa ai piedi con l’unico merito, Soprattutto le Veline: fanciulle sia da parte di chi ha ideato il piuttosto demerito, di una scolpite come Veneri, già programma sia di chi ha deciso diabolica macchina fotografica, ritoccate dal chirurgo plastico di parteciparvi, dimenticando pubblicità ossessiva con il di grido che talvolta eccede nel la dignità femminile, che nudo di donna ammiccante, gonfiare labbra, seni, glutei mai, a nessuna età, deve personaggi dementi che tutti rigorosamente uguali e, in divenire gioco dissacratorio trattengono in bocca il più tv, rigorosamente ripresi dal di sè. Dobbiamo passare dal possibile ripugnanti scorpioni basso dall’accorto cameraman comico all’umoristico di Luigi (sic) per il Guinnes dei primati... durante il balletto-stacchetto Pirandello, nel suo noto esempio dei deficienti, risse e turpiloqui delle seducenti ballerine. E della vecchia signora che si di politici che insultano in ancora una volta si offende la traveste come una ragazza per tal modo le idee, le proprie e femminilità, si offende la donna. piacere al marito più giovane di le altrui. E su tutti dominano In queste serate estive, se si è lei? il Grande Fratello o L’Isola costretti sulla poltrona davanti Se inquadrato, il marito mostra dei Famosi, con la nobilastra al quadro dalla luce turchina,ci un viso onesto ma mesto, mentre impupazzata e sbraitante o può capitare di assistere a un guarda le penose movenze con il sedicente intellettuale programma spietato: Le Velone. della consorte conosciuta nello onnipresente che ha il fine, dice Le Velone in Piazza, nelle più splendore dell’età. Quale può lui, della provocazione. belle piazze d’Italia. essere allora il motivo di tale Ben altra fu in anni ormai E’ lo spettacolo del grottesco, del sfacciata e patetica buffoneria? remoti, la provocazione in sarcasmo, del dileggio. Può essere la speranza di un televisione di Benigni con il suo Schierate “in attesa di giudizio” premio in denaro, a cui si sa 14 kaleidos
Per non cadere nel moralismo, ritorniamo alla bellezza che non è solo nel corpo scultoreo giovanile, destinato, per legge inesorabile, a sfasciarsi. E’ altro e non conosce età. Nel romanzo di Gerald Durrell, “La mia famiglia e gli altri animali”, tutto pervaso di gioia e bellezza, dalla prima all’ultima pagina, ricordiamo la figura di una vecchia anzi vecchissima, che giace nella penombra, distesa su morbidi cuscini, circondata da “fiori mormoranti” perchè “i fiori parlano”. “Tutto dipende da questo processo di rallentamento; una cosa di cui da giovani non ci si accorge è che i fiori hanno una personalità e parlano tra loro”. Era “un intrigo di rughe che solcavano una pelle morbida e delicata... ma la cosa stupefacente erano i capelli. già in partenza che non si può alla serie paurosa di balletti- Le ricadevano sulle spalle aspirare che spinge brave donne, stacchetti; è stridore il con una gonfia cascata. Erano mogli, madri, ora nonne, a dialogo tra concorrente di un bellissimo color rame, svolazzare in passerella come ingenua e frastornata e luminosi e scintillanti come se libellule di un tempo che fu? conduttore imbonitore che fossero in fiamme. Sul tavolino, O è solo il voler conformarsi a un irride e schernisce; è stridore nell’angolo, racchiuso su un principio estetico che travalica il contrapporre le gambe piccolo portafiori d’argento, la misura, in cieca e supina chilometriche della velina alla c’era una magnifica rosa obbedienza al potere occulto e “gamba vecchia”, come si è vellutata”. non della televisione? autodefinita una signora nella “Non è uno splendore? Non è Nasce da qui la pulsione proluvie del racconto della sua meravigliosa?” all’apparire in un programma vita e povertà che non interessa “E’ chiaro che si sta sforzando dello shock e dello stridore. a nessuno. E’ shock la ciabatta di restare bella il più a lungo Stridore è nell’inquadratura orrenda al piede affaticato e possibile per ringraziarmi”. della Piazza, del bellissimo deformato contro il tacco a spillo campanile della chiesa vertiginoso calzato dal piede di romanica, che fa da sfondo fata della bella di turno. kaleidos 15
la piazza mediatica: i giornali Roberto L. Grossi L a comunicazione tra gli individui è uno dei fattori che maggiormente influenza comportamento degli individui e, in ultima analisi, la società. A noi che siamo abituati a certamente un grande passo avanti per l’umanità, ma non bastò a gettare le basi della il comportamento umano. vivere nell’era cosiddetta della moderna comunicazione. Sin dalla nascita, il bambino comunicazione, la presenza Quest’ultima può essere fatta impara a comunicare i propri dei mass media appare del risalire invece agli Egizi, bisogni avvalendosi della tutto scontata e ininfluente, che tremila anni addietro meta-comunicazione, quella ma se andiamo ad analizzare utilizzarono per primi possibilità di inviare messaggi singolarmente i mezzi di inchiostro, penna e carta. Già prescindendo dal linguaggio. informazione, ci possiamo all’epoca, chi sapeva leggere e Con la crescita, egli acquisisce rendere conto che così innocui scrivere era tenuto in grande gradualmente la capacità di proprio non sono. Prendiamo considerazione soprattutto dai utilizzare le parole e l’abilità nel in considerazione, per regnanti, che si servivano di costruire le frasi che saranno esempio, la stampa in generale questa arte per tramandare, necessarie a trasmettere e i quotidiani in particolare in modo loro favorevole, gli pensieri e sentimenti. e, partendo dalle origini, avvenimenti legati al loro Grazie a questa capacità di vediamo quanto sia diventato impero. comunicare si sono potuti determinante, nel tempo, il La possibilità di esercitare intrecciare, tra individuo ruolo all’interno della società. un indubbio potere con l’uso e individuo, i rapporti che della carta stampata divenne hanno dato vita, nel corso Rivoluzione senza enorme quando Gutenberg, dei millenni, alla complicata fino a quel momento orafo ragnatela di interessi e precedenti sconosciuto, inventò la stampa, comportamenti che sono alla uno strumento che permetteva base della società. All’evoluzione del singolo S offermiamoci a riflettere, innanzitutto, su quanto accadeva qualche millennio fa, di diffondere in larga scala le notizie e conseguentemente la uomo, si affianca quindi cultura. anche l’evoluzione della quando ancora non esisteva la società, senz’altro favorita scrittura e l’umanità non era in grado di mettere nero su Influsso dallo sviluppo tecnologico, che ha reso possibile, in anni bianco la propria cultura: tutte ingannevole recenti, un’ampia diffusione le tradizioni e le conoscenze dei mass media, cioè dei mezzi di comunicazione di massa venivano tramandate oralmente di padre in figlio e la memoria era l’unico strumento per C ome tutte le grandi invenzioni, anche la stampa, insieme con gli altri come la radio, la televisione, i giornali. I mass media poter conoscere e imparare; mass media, ha i suoi fautori e i sono considerati non solo naturalmente, chi era fornito suoi denigratori. strumenti in grado di stimolare di grande memoria era anche Secondo alcuni, la grande l’intelligenza umana, ma anche considerato il più sapiente e velocità con cui le notizie mezzi attraverso i quali è potente. L’invenzione della vengono diffuse esercita sul possibile influenzare l’opinione scrittura, avvenuta circa seimila lettore un’influenza negativa, pubblica, quindi il pensiero e il anni fa a opera dei Sumeri, fu dal momento che non gli dà 16 kaleidos
il tempo di organizzare una di un quotidiano, possiamo Oltre la notizia propria opinione critica, osservare che già il modo di S portandolo quindi a subire presentare graficamente le e a queste considerazioni passivamente quella degli notizie può influenzare in si aggiunge il fatto che ogni altri, in particolare di chi qualche modo il giudizio del quotidiano, anche quello che scrive. Questo timore è lettore: quelle ritenute più si dichiara indipendente, è senz’altro reale e ha un suo importanti e significative comunque l’espressione di una fondamento se pensiamo agli vengono date con grande precisa posizione, politica o organi di informazione e al risalto e occupano un enorme ideologica, appare chiaro quanto tipo di comunicazione propri spazio, mentre le altre la libertà di giudizio individuale delle dittature, che vietano la fanno da cornice alla notizia sia fortemente influenzata e libera diffusione delle notizie principale o spariscono in un compromessa. Naturalmente è e delle idee in contrasto con angolo quasi dimenticato in possibile ovviare a questa azione l’ideologia di regime. fondo a una qualsiasi pagina negativa tentando di essere il Attraverso la comunicazione, centrale del giornale. più possibile lettori attivi e non infatti, è possibile esercitare Dal momento che l’essere passivi, cercando di conoscere un potere occulto in grado umano per sua natura innanzitutto la proprietà o di orientare il pensiero tende a farsi contagiare dai l’editore della testata e, sulla dei lettori. Il giornale è lo comportamenti dell’intera base di questo dato, analizzare strumento ideale per chi collettività, attirare a fondo gli articoli e sforzarsi desidera approfondire le l’attenzione su un determinato di vedere al di là della notizia notizie e per chi vuole saperne problema anziché su un altro che viene riportata. Questo di più su un argomento o un costituisce una maniera esercizio è utile soprattutto ai avvenimento, per quanto subdola per creare in ogni giovani che, più degli adulti, sia considerato un medium uomo atteggiamenti, passioni e sono influenzabili dalle opinioni meno dinamico rispetto comportamenti che andranno altrui. In questo compito essi alla radio o alla televisione, a incidere via via sul suo modo devono essere aiutati dalla capaci di diffondere messaggi di pensare e di vivere. famiglia ma anche, e soprattutto, in tempo reale. Sotto A conferma di ciò, basti dalla scuola che deve formare accusa, però, è proprio la considerare quanti “mostri” in loro una capacità critica, possibilità dei quotidiani di e quanti “divi” sono stati facendoli entrare”dentro la fornire approfondimenti e creati dai titoloni delle prime notizia” per capire l’essenza del commenti, compromettendo pagine dei giornali, quanti messaggio, per andare al di là la indispensabile capacità scandali sono nati per il delle parole e analizzare i fatti il critica e la libertà di riflessione loro tramite, quanti uomini più obiettivamente possibile. dell’individuo. Se prendiamo, politici sono stati favoriti per esempio, la prima pagina nella carriera politica. kaleidos 17
la piazza teatro: poesie e canzoni per GENTE “PER bene” Piazza Grande L’opera da tre soldi U na volta credevo, quand’ ero innocente forse un giorno verrà un uomo anche per me e allora saprò come comportrtarmi. Dovrà essere ricco col colletto pulito anche i giorni di lavoro saper come si tratta una signora e allora gli rispondo: “No”. Basta sapersene stare impettite e darsi un aria assente. Certo per tutta la notte in cielo la luna certo la barca si allontanerà dalla riva S anti che pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in Piazza Grande, ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è. ma oltre non si va Sì, non si puo lasciarsi andare sì bisogna essere fredde e senza cuore. Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me, Molte cose potrebbero succedere gli innamorati in Piazza Grande, Ma purtroppo si puo dire solo: No. dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no. Finchè un bel giorno, un bel giorno turchino A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io. venne uno che non mi pregò A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io. e dentro la mia camera attaccò il cappello Una famiglia vera e propria non ce l’ho al chiodo e la mia casa è Piazza Grande, e io non seppi più cosa facevo. a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho. E lui non era ricco Con me di donne generose non ce n’è, e non era simpatico rubo l’amore in Piazza Grande, e col colletto sporco perfino la domenica e meno male che briganti come me qui non ce n’è. e non sapeva come si tratta una signora A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io. e a lui, non gli dissi: “No”(...) Avrei bisogno di pregare Dio. Non me ne restai impettita Ma la mia vita non la cambierò mai mai, non presi un aria assente. a modo mio quel che sono l’ho voluto io Oh, per tutta la notte fu in cielo la luna Lenzuola bianche per coprirci non ne ho e la barca restò ormeggiata a riva sotto le stelle in Piazza Grande, e non si poteva fare altro! e se la vita non ha sogni io li ho e te li do. Sì non c’è che da lasciarsi andare E se non ci sarà più gente come me sì, non si può restare freddi e senza cuore. voglio morire in Piazza Grande, Molte cose dovevano succedere tra i gatti che non han padrone come me attorno a me. e non c’era più da dire: No! Lucio Dalla, 1972 Bertolt Brecht, 1928 18 kaleidos
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