PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...

Pagina creata da Edoardo Pellegrini
 
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PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
XXV FESTIVAL
CINEMATOGRAFICO
DEL DIALOGO
INTERRELIGIOSO

PRENDERSI
CURA
QUANDO IL CINEMA
GUARDA E NON PASSA                          ROMA
                        9 - 13 novembre
                                   2021
                      MY CITYPLEX DORIA
                                      Via Andrea Doria, 52

                               PRE APERTURA
                                8 novembre
                                      2021
                     FILMOTECA VATICANA
                     Palazzo San Carlo - Città del Vaticano
                         (ingresso Piazza del Sant’Uffizio)
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
XXV FESTIVAL
CINEMATOGRAFICO
DEL DIALOGO
INTERRELIGIOSO

PRENDERSI
CURA                             9 - 13 novembre
                                            2021
                                                     ROMA

QUANDO IL CINEMA               MY CITYPLEX DORIA
GUARDA E NON PASSA                             Via Andrea Doria, 52

                                        PRE APERTURA
                                         8 novembre
                                               2021
                            FILMOTECA VATICANA
                              Palazzo San Carlo - Città del Vaticano
                                  (ingresso Piazza del Sant’Uffizio)

                                             INGRESSO GRATUITO
                     CON PRENOTAZIONE FINO A ESAURIMENTO POSTI

                                                      Informazioni:
                                          Tel. 06 96519200
                       festival@tertiomillenniofilmfest.org
                                       Programma e prenotazioni:
                       www.tertiomillenniofilmfest.org
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
Fondazione Ente dello Spettacolo   Tertio Millennio Film Fest         Gianna Urizio                   Coordinamento fundraising
                                                                      Presidente Associazione         Angela D’Arrigo
                                                                      Protestante Cinema
                                                                                                      Coordinamento editoria e web
                                                                      “Roberto Sbaffi”
                                                                                                      Alessandra Orlacchio
                                                                      Luca Baratto
                                                                                                      Progetto grafico e immagine
                                                                      Delegato Associazione
Presidente                         8 novembre 2021                                                    coordinata
                                                                      Protestante Cinema
Mons. Davide Milani                Filmoteca Vaticana                                                 Adriano Attus e Marco Mezzadra
                                                                      “Roberto Sbaffi”
                                   9-13 novembre 2021                                                 Grafica
Consiglio di amministrazione                                          Claudio Paravati
                                   My Cityplex Doria                                                  Marco Micci
Mons. Davide Milani                                                   Direttore «Confronti »»
Presidente                         Presidente                                                         Studio grafico Migual
Antonio Ammirati                   Mons. Davide Milani                Giuseppe Bellasalma
                                                                      Delegato comunità               Web Editor
Paolo Buzzonetti                                                                                      Lorenzo Ciofani
                                   Direzione artistica                protestante italiana
Nicola Claudio
                                   Gianluca Arnone                                                    Sigla
Elisabetta Soglio                                                     Emanuela Riva
                                   Marina Sanna                                                       Viviana Battista
                                                                      Direttore Il Pitigliani
Collegio revisori conti                                                                               Musica: Bahia ©Radiodervish
                                   Consulenza al programma            Centro Ebraico Italiano
Paolo Forti
                                   Federico Pontiggia                                                 Sottotitoli
Presidente                                                            Sira Fatucci
                                   Valerio Sammarco                                                   BackLight Digital
Luigi Felli                                                           Delegata UCEI
Italo Arturo Muci                  Selezione cortometraggi            Uriel Perugia                   Ufficio Stampa
                                   Lorenzo Ciofani                    Segretario Generale UCEI        Carolina Pensato
                                   Gian Luca Pisacane
                                                                      Miriam Camerini                 Social media
                                   Responsabile Tavolo                Delegata comunità ebraica       Giulia Mirimich
                                   Dialogo Interreligioso
                                   Don Giuliano Savina                Yahya Sergio Yahe Pallavicini   Segreteria
                                   Direttore UNEDI                    Presidente COREIS               Livia Fiorentino
                                                                      Yahya Abd al-Ahad Zanolo        Amministrazione
                                   Comitato Interreligioso
                                                                      Muhammad Umberto Pallavicini    Mauro Notari
                                   Delegati Comunità cattolica,
                                                                      Delegati COREIS                 Maria D’Amico
                                   protestante, ebraica,
                                   musulmana, induista, buddhista     Yassine Lafram
                                                                      Presidente UCOII
                                   Card. Gianfranco Ravasi
                                   Presidente Pontificio              Hamdan Al Zeqri
                                   Consiglio della Cultura            Delegato UCOII
                                   Mons. Fabrizio Capanni             Svamini Hamsananda Ghiri
                                   Delegato Pontificio                Vice Presidente
                                   Consiglio della Cultura            Unione Induista Italiana

                                   Paolo Ruffini                      Pujadevi Elisa Lepore
                                   Prefetto Dicastero per la          Delegata Unione
                                   Comunicazione della Santa Sede     Induista Italiana
                                                                      Guglielmo Doryu Cappelli
                                   Claudia Di Giovanni
                                                                      Delegato Unione Buddhista
                                   Delegata Filmoteca Vaticana
                                                                      Italiana
                                   Giulia Bulckaen
                                                                      Annamaria Gyoetsu Epifania
                                   Delegata Cortile dei Gentili
                                                                      Delegata Unione Buddhista
                                                                      Italiana

                                                                  2
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
GIURIA INTERRELIGIOSA DEL TERTIO MILLENNIO FILM FEST                                         GIURIA DI QUALITÀ - SEZIONE LUNGOMETRAGGI

Guido Chiesa                                                                                 Giorgio Diritti
Regista                                                                                      Regista
Presidente                                                                                   Presidente

Giulia Bulckaen                                                                              Lisa Ginzburg
Delegata Cortile dei Gentili                                                                 Scrittrice

Guglielmo Doryu Cappelli                                                                     Andrea Pallaoro
Delegato Unione Buddhista Italiana                                                           Regista

Sira Fatucci
Delegata UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche italiane
                                                                                             GIURIA DI QUALITÀ - SEZIONE CORTOMETRAGGI
Svamini Shuddhananda Ghiri
Delegata Unione Induista Italiana                                                            Maria Roveran
                                                                                             Attrice
Muhammad Umberto Pallavicini                                                                 Presidente
Delegato COREIS - Comunità Religiosa Islamica Italiana
                                                                                             Emanuela Genovese
Giuseppe Bellasalma                                                                          Giornalista e critica cinematografica
Delegato per la Comunità protestante italiana
                                                                                             Paolo Strippoli
Hamdan Al Zeqri                                                                              Regista
Delegato UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d’Italia
                                                                                             Le giurie premieranno il film della sezione che eccelle per valore
La giuria interreligiosa decreterà il vincitore del Tertio Millennio Film Fest               compositivo, imponendosi per il raggiunto equilibrio di qualità
premiando, tra i lungometraggi in concorso, l’opera capace di rivelare – per temi,           estetica e coerenza narrativa.
proposta espressiva e forza emozionale – il mistero di un sentire comune, una
verità che abbraccia ogni differenza suggerendo, con l’evidenza dell’arte e nel
rispetto di tutte le sensibilità e culture, l’universalità della condizione umana.

La giuria assegnerà anche una menzione speciale a uno dei corti in concorso.

PREMIO FUORICAMPO
Il Premio Fuoricampo, alla sua terza edizione, è stato istituito dai tre maggiori festival di cinema e spiritualità operanti in Italia: il Tertio Millennio Film Fest,
il Religion Today di Trento e Popoli e Religioni di Terni.
Il Premio Fuoricampo, che nelle passate due edizioni è stato conferito a Il signor diavolo di Pupi Avati e a Bar Giuseppe di Giulio Base, è un riconoscimento al
film italiano che, nell’ultimo anno, ha saputo meglio di ogni altro rilanciare e declinare il tema della ricerca del significato più profondo della vita, illuminando
quello che normalmente si trova “fuoricampo”.

Quest’anno il Premio Fuoricampo è stato assegnato a Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher.

GIURIA NUOVI SGUARDI
Composta da studenti di cinema dell’Università Salesiana di Roma, la giuria assegnerà, tra lungometraggi e cortometraggi in concorso, un riconoscimento
a quell’opera che si imporrà per freschezza di sguardo, audacia narrativa e originalità di messa in scena.

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PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
Alla XXV edizione del Tertio Millennio Film Fest è stata conferita la
                                      Medaglia del Presidente della Repubblica
    Iniziativa realizzata con il contributo      Con il patrocinio di
   e il patrocinio della Direzione generale
Cinema e audiovisivo - Ministero della Cultura

                                                      DICASTERIUM
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PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
Un ringraziamento speciale a
Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede
Pontificio Consiglio della Cultura
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
Cortile dei Gentili
Filmoteca Vaticana
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana
UNEDI - Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI

Il Pitigliani - Centro Ebraico Italiano
UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Benhasmashot - Teatro ebraico a Milano
COREIS - Comunità Religiosa Islamica Italiana
UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d’Italia
Associazione Internazionale Protestante Cinema INTERFILM
Associazione Protestante Cinema “Roberto Sbaffi”
Unione Induista Italiana
Unione Buddhista Italiana

Direzione generale Cinema e audiovisivo - Ministero della Cultura
Regione Lazio
Roma Lazio Film Commission

Avvenire
SIR
TV2000
InBlu2000
Confronti
Sentieri Selvaggi

Popoli e Religioni - Terni Film Festival
Religion Today Film Festival
Ischia Film Festival
Università Pontificia Salesiana
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
Associak Distribuzione
Punchline Cinéma
Salaud Morisset
Zen Movie

Mauro Gervasini
Lucio Minigrilli
Angela Prudenzi

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PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
25 edizioni di Tertio Millennio Film Fest: un traguardo importante per il Fe-          rienza di dialogo a partire proprio da questa esperienza artistica condivisa.
stival nato nel 1997 su indicazione di papa San Giovanni Paolo II come luogo           Una volontà di dialogo che non ha sterilmente messo al centro se stessa,
di dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale. Un’esperienza che               ma che si è fatta concreta e tangibile con il lavoro comune prima e durante
in un quarto di secolo ha saputo rappresentare e scandagliare, mediante                il festival dei rappresentanti delle comunità protestanti, ebraiche e musul-
l’arte cinematografica, le vicende più consistenti che l’umanità si è trovata          mane, a cui si sono aggiunte in seguito anche quelle di induisti e buddisti.
ad affrontare, creando al tempo stesso occasioni di incontro, conoscenza               Un dialogo constante, che ha trovato nella sintesi del lavoro della Giuria
reciproca, condivisione, crescita. In una parola: autentico “dialogo”. L’og-           Interreligiosa – quest’anno “affiancata” da due giurie tecniche (Giorgio Di-
gettivo dato di partenza per questi esercizi è l’insieme delle storie narrate          ritti, Andrea Pallaoro e Lisa Ginzburg per i lungometraggi; Maria Roveran,
da autori provenienti da ogni parte del mondo che hanno permesso una                   Paolo Strippoli ed Emanuela Genovese per i cortometraggi) – l’esito di un
rilettura e il dibattito su tante vicende umane, sociali ed economiche che             processo più alto di una media delle sue valutazioni.
caratterizzano popoli e persone spesso dimenticate o non raccontate a
partire dal dato più importante che ci caratterizza: l’umanità.                        Questo 25mo è dunque un compleanno speciale, vissuto tra l’orgoglio di
Temi affrontati in questi anni grazie a migliaia di lungometraggi e cortome-           un traguardo importante e la ritrovata fiducia nella possibilità di un futuro
traggi nazionali e internazionali, molti dei quali spesso inediti in Italia, che       buono, ora che l’emergenza sanitaria sembra aver esaurito il suo morso e ci
nel corso degli anni sono stati proposti in rassegna o in concorso.                    vengono riconsegnati i luoghi e le occasioni del vivere sociale.
Film che hanno contribuito a offrire un profondo e originale sguardo su temi           I film di questa ultima edizione – da Il Capitano Volkonogov è scappato
problematici che hanno fortemente segnato la nostra epoca e sono indice                a Rehana, Miracol o Al cento per cento –, con le loro vicende racchiuse
di tante sofferenze per milioni di donne e uomini: guerre sempre ingiuste,             dentro trame all’apparenza spezzate e invece solo sospese e in attesa di
frontiere divenute muri, differenze intese come discriminanti, donne non               compimento, ci ricordano che non c’è un filo interrotto della Storia, come
pari nella dignità, la “casa comune terra” resa sempre più inabitabile, la             pure alcune vicende epocali farebbero pensare, ma un nodo nascosto, non
mancanza per molti di speranza e di “vita nuova”.                                      visibile, che tiene insieme e dà senso al corso della storia umana.

Negli ultimi dieci anni, Tertio Millennio Film Fest si è arricchito dell’anima
del dialogo ecumenico e interreligioso, divenendo uno spazio reale dove                                                                   Mons. Davide Milani
fedi e culture differenti si sono incontrate con il desiderio di vivere un’espe-                                    Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo

                                                                                   6
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
«Non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri»»
Non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri è un’afferma-             Il Tertio Millennio Film Fest non è molto lontano dal promuovere un’esperien-
zione di papa Francesco contenuta nel Discorso al Corpo Diplomatico accre-               za capace di provocare un’azione come quella che abbiamo sopra descritto:
ditato presso la Santa Sede (2013).                                                      nello scorrere della pellicola, fotogramma dopo fotogramma, si è coinvolti
                                                                                         in un’azione che scaturisce da un vedere che la macchina da presa raccoglie
Questa affermazione è come se fosse il fotogramma di una pellicola cine-                 perché non vada perduta, ma custodita per essere narrata con la vision che
matografica, fissato su uno sguardo a lui caro: quello del samaritano che                porta con sé.
durante un viaggio, passando accanto a un malcapitato, vedendolo ne ha
avuto compassione, non si è voltato dall’altra parte. Si è fermato, proprio              Il vedere poi i film insieme a donne e uomini, anche di diverse fedi, ci permet-
perché ha visto, e in quel vedere ha avuto compassione, si è lasciato ferire.            te di abitare un pluralismo religioso dentro il quale l’attenzione si focalizza
Appunto! Cum-patio: Patisce. Da qui nasce un’azione trasfigurante, che non               su uno sguardo, il vedere insieme, cioè una visione dentro la quale nessuno
è più quella di continuare il suo viaggio, ma quella di fermarsi, di prendersi           si sente escluso perché appartenente a quell’umana fratellanza che ci acco-
cura, di fasciare le ferite con vino e olio, e di caricare sul suo giumento quella       muna nell’esperienza della vita: Ignorare gli altri è ignorare se stessi. Ogni
persona per portarla in un luogo sicuro. Insomma, se ne è preso cura.                    volta, infatti, che ci incontriamo con un essere umano nell’amore, e insieme
                                                                                         esperiamo l’azione di vedere l’altro che sta davanti a noi, senza voltare lo
Non sappiamo se quel samaritano fosse credente o non credente, quel che                  sguardo dall’altra parte, ma lasciandoci ferire (cum-patio) da ciò che vedia-
sappiamo è che si è fermato, mentre gli addetti alla vita religiosa no! Quasi a          mo, ci mettiamo nella condizione di scoprire qualcosa di nuovo riguardo al
dire che non si possono vivere legami veri con Dio ignorando gli altri, anzi il          Dio UNO.
vero legame con Dio, cioè l’appartenenza, il sentire e il gustare la presenza
del mistero divino avviene proprio nella cura verso gli altri, grazie ai quali è                                                                 don Giuliano Savina
possibile incontrare e conoscere l’Altro.                                                                           Responsabile del Tavolo del Dialogo Interreligioso

                                                                                     7
PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
Amore e pace nel tempo del Coronavirus
L’esperienza sociale del Covid-19 ha già generato in molte nazioni             A livello culturale generale tante altre cose ha insegnato questo
un’imponente serie di riflessioni secondo molteplici generi e tipo-            male a chi crede e anche a chi non crede. Ci ha, infatti, svelato la
logie. La tentazione sarebbe quella di opporre a questo eccesso                grandezza della scienza ma anche i suoi limiti; ha riscritto la scala
di analisi e considerazioni la voce di Giobbe che rigettava le pa-             dei valori che non ha al suo vertice il denaro o il potere; lo stare in
role degli amici teologi venuti a confortarlo definendole decotti              casa insieme, padri e figli, giovani e anziani, ha riproposto fatiche
di malva, incapaci di spegnere il suo dolore lacerante. Oppure, si             e gioie delle relazioni non solo virtuali; ha semplificato il superfluo
sarebbe inclini a far risuonare la frase aspra di un altro sapiente            e ci ha insegnato l’essenzialità; ci ha costretti a fissare negli occhi
biblico, Qohelet, che ammoniva: «Tutte le parole sono logore e                 dei nostri cari la stessa nostra morte; ci ha resi fratelli e sorelle
l’uomo non può più usarle» (1,8).                                              dei tanti Giobbe, dandoci il diritto persino di protestare con Dio, di
Eppure la vicenda vissuta dalle varie comunità potrebbe generare nuovi         alzare le nostre domande e lamenti a lui.
fenomeni e modelli culturali, religiosi, sociali e, più generalmente, uma-     Ma soprattutto ha rivelato un valore supremo che è umano e re-
ni. A interpretare, a livello religioso, questo mutamento drammatico è         ligioso in modo inscindibile, l’amore. Ed è proprio per questa via
stata una presenza alta: le immagini in mondovisione di papa Francesco         che forse è stato gettato un seme di pace tra le persone e tra i po-
nella piazza S. Pietro deserta, sotto una pioggia battente con l’emblema       poli nel terreno arido della pandemia. Molti conoscono il romanzo
del Cristo crocifisso e con le parole evangeliche meditate della tempe-        dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, L’amore ai
sta sedata in quella sera del 27 marzo scorso, sono state e saranno la         tempi del colera (1982), un titolo che potrebbe essere trascritto
sintesi mirabile di un grande approccio umano e spirituale alla pande-         per il coronavirus. Un titolo che è stato verità soprattutto nei tanti
mia. Papa Francesco, a più riprese, ha riportato l’evento al cuore stesso      medici, infermieri, volontari, operatori vari, pronti ad andare ol-
del cristianesimo. Infatti il Dio cristiano è diverso dalle divinità antiche   tre la legge dell’«amare il prossimo come se stessi», per seguire
come Giove, relegate nel loro mondo olimpico dorato, apatici rispetto          quella estrema di Gesù: «Non c’è amore più grande di colui che dà
alle sofferenze umane. È, invece, un Dio che nell’Incarnazione ha scelto       la vita per i suoi amici».
di assumere la stessa nostra carta d’identità, fatta, sì, anche di gioia, ma   Abbiamo voluto, in modo solo esemplificativo, gettare uno sguar-
soprattutto di limite, di dolore e di morte.                                   do su uno dei tanti interrogativi umani e spirituali aperti già in
Anche Cristo ha avuto paura e fin orrore della morte, il cui volto             passato e ora divenuti più urgenti e di forte impatto anche a livello
severo si era presentato davanti a lui come a noi ora, nonostante              comune. Per concludere, vorremmo ritornare all’esperienza cul-
l’avessimo prima esorcizzato e ignorato: «Padre, se è possibile,               turale e religiosa, tenendo ancora in prospettiva il tema della pace
passi da me questo calice» avvelenato. Anche lui ha sperimenta-                e della comunione tra i singoli e i popoli. C’è una parola che viene
to l’isolamento degli amici, i discepoli, che rimangono lontani, o,            ripetuta anche da coloro che non ne hanno un concetto preciso:
come nel caso di tante persone sole malate, lo hanno abbando-                  «resilienza», dal latino resilire, «rimbalzare», adatto a definire
nato. Anche lui ha avuto la carne ferita dalle torture e ha provato            quella proprietà di alcuni materiali, come i metalli, di assorbire
persino la peggiore delle solitudini, il silenzio del Padre («Dio mio,         un urto senza rompersi, riprendendo la forma originaria. Traslato
Dio mio, perché mi hai abbandonato?»).                                         in ambito psicologico, sarebbe quel processo che fa rielaborare
Alla fine anche lui, a causa della crocifissione, è morto come molti           il dolore, la perdita, il lutto, il trauma superandoli e sviluppando
malati di coronavirus, per asfissia, dopo aver emesso un respiro               energie interiori prima ignote.
estremo. Aveva ragione il teologo martire del nazismo, Dietrich                E tale capacità di resilienza è propria della cultura, come testimo-
Bonhoeffer, quando nel suo diario in carcere, scriveva: «Dio in                nia il Tertio Millennio Film Fest, che festeggia i suoi primi 25 anni di
Cristo non ci salva in virtù della sua onnipotenza, ma in forza della          vita, attestandosi come una delle più longeve manifestazioni del
sua impotenza». Sì, perché in quei momenti non si è chinato su                 settore. Anche quest’anno, la sua proposta nell’ambito del cinema
qualche malato per guarirlo, come aveva fatto durante la sua vita              spirituale e la presenza di una nutrita giuria ecumenica e interreli-
terrena, ma è diventato lui stesso sofferente e mortale. Non ci li-            giosa ne fanno uno dei più significativi eventi nel segno della pace
berava dal male ma era con noi nel male fisico e interiore.                    e del dialogo non solo fra cristiani e credenti di varie religioni, ma
Eppure, anche quando era un cadavere sballottato qua e là, come                anche con coloro che non hanno fede. Come confessava lo scrit-
è accaduto in questo periodo a molte vittime del virus, per la fede            tore García Márquez sopra citato: «Sfortunatamente, Dio non ha
cristiana egli era sempre il Figlio di Dio. È per questo che – spe-            uno spazio nella mia vita. Nutro la speranza, se esiste, d’avere io
rimentando nella sua carne la nostra umanità misera, fragile e                 uno spazio nella sua».
mortale – ha deposto in essa per sempre un seme di eternità e di
speranza destinato a sbocciare. È questo il senso della risurrezio-                                                      Card. Gianfranco Ravasi
ne, «l’altra faccia della vita rispetto a quella rivolta verso di noi»,                                                                 Presidente
come diceva il poeta austriaco Rainer M. Rilke.                                                                   Pontificio Consiglio della Cultura

                                                                        8
Il riflesso nell’Altro
Secondo Giacomo Leopardi la siepe è l’ostacolo che ci impedisce               di noi. Ma dobbiamo essere disposti a camminare insieme, a
di sollevare lo sguardo verso l’immensità. Ognuno di noi,                     incrociare le nostre strade, ad abbracciarci, scontrarci, senza
concentrato su sé stesso, alla ricerca di un legame con l’infinito            avere mai paura di perderci.
e l’eterno, con Dio, deve intraprendere un viaggio che superi un              Di fronte alle tante sfide che abbiamo davanti, a ogni latitudine,
certo modo di pensare e agire, andando oltre pregiudizi e luoghi              solo la logica dell’accettazione e della condivisione nel segno
comuni.                                                                       dell’amore può donarci speranza.
La dimensione religiosa ha il valore di donare senso all’esistenza            Sant’Agostino ci indica la strada che arriva a Dio e che
di tante persone che incontriamo sulla nostra strada e che, a ben             inevitabilmente passa per l’altro. Che aspetto ha l’amore? Ha
vedere, ci lasciano sempre qualcosa.                                          le mani per aiutare gli altri. Ha i piedi per camminare incontro
Qualunque sia il credo, non è possibile incontrare Dio se non ci si           ai poveri e i bisognosi. Ha gli occhi per vedere la sofferenza e
apre all’altro. All’«Altro» con la A maiuscola, e a tutti gli altri che       il bisogno. Ha le orecchie per ascoltare i sospiri e i dolori degli
fanno parte della quotidiana esperienza di vita. I rapporti umani             uomini. Ecco come appare l’amore.
richiedono tempo, ma a volte basterebbe solo essere curiosi ed                Anche con gli occhi fissi allo schermo, ci mettiamo di fronte a tanti
empatici per riuscire a capire chi è davanti a noi, permettendo               altri, sperimentando l’empatia che abbatte le distanze.
all’altro di entrare nel nostro mondo e accettandolo nella sua
alterità.
Possiamo accogliere l’altro o rifiutarlo, ma alla fine l’essenza di                                                       Claudia Di Giovanni
cui siamo fatti è la stessa. L’accoglienza è un atto di amore che                                                 Delegata Filmoteca Vaticana,
può condurre all’ineffabile, che può aiutarci a capire molto anche                             Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede

                                           DICASTERIUM
                                       PRO COMMUNICATIONE

                                                                          9
Dare concretezza all’Altro

Se uno dice: Io amo Dio, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché       La Parola di Dio dà invece concretezza all’altro, lo mostra nella
chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non        sua corporeità e nei suoi bisogni di essere umano. È quella
ha visto. (1 Giovanni 4:20).                                            Parola che ci invita a dare da mangiare agli affamati, a vestire
                                                                        chi è nudo, a visitare i prigionieri, scoprendo in tutto questo
Il testo biblico parla di odio verso l’altro. È una parola molto        anche la presenza di Dio nel mondo, come dice la parabola
forte, e tuttavia basta molto meno per far male al fratello e alla      raccontata da Gesù in Matteo 25.
sorella: basta l’indifferenza di chi non si cura dell’altro/a, basta    Anche il cinema dà concretezza all’altro, al “fratello che vedi” e
l’egoismo che ci fa vedere il mondo a partire dai nostri bisogni e      magari vorresti ignorare. Il cinema che si incontra soprattutto ai
limita al loro soddisfacimento la definizione del bene.                 festival è quello che ci racconta di coloro che nel mondo hanno
Questo lungo periodo di pandemia ha evidenziato l’egoismo               fame e sete, che sono ignudi e malati, ma che anche sognano
delle società più ricche che hanno lasciato il resto del mondo          e vivono nuove realtà di solidarietà e giustizia. È un mondo che
con meno dell’1% di vaccini a disposizione e hanno rifiutato            con il cinema ci si apre davanti, che ci fa riflettere e propone
di togliere i brevetti per chi non se li poteva permettere,             un dialogo che dobbiamo cogliere con il cinema e al di là del
consentendo guadagni miliardari alle case farmaceutiche.                cinema.
Così, le nostre società stanno curando solo se stesse, anche se
in realtà mantengono anche per loro il rischio di essere colpite
dalle mutazioni di cui il virus si dimostra capace.
È l’immagine dell’Occidente cristiano, chiuso in se stesso, che                                                 Pastore Luca Baratto
rende invisibile tutto ciò che sta al di fuori del campo del proprio                                                  Vicepresidente
benessere e della propria sicurezza.                                                 Associazione Protestante cinema “Roberto Sbaffi”

                                                                       10
Verso il prossimo

Nella vita ebraica sono fondamentali le mizwot, i precetti.                 cure mediche e il cibo adeguato e alleviare il loro stato d’animo
Le azioni costituiscono una ossatura per l’ebraismo e sono                  è considerata una priorità. Una attenzione particolare è rivolta
tradizionalmente contate in 613.                                            verso le categorie dei poveri, delle vedove e degli orfani.
Possiamo dividerle schematicamente in “positive”, dove si                   Anche l’astenersi dal fare maldicenza ha un importante rilievo,
richiede una azione (ad esempio pronunciare una benedizione                 perché considerata come una duplice trasgressione: sia contro
prima di mangiare) e “negative” quando ci si deve astenere                  il proprio prossimo che contro Dio. Prendersi cura dell’altro
dal compiere un’azione (tra le più note, ad esempio, quella di              significa anche accertarsi che non si faccia maldicenza su una
astenersi dal mangiare animali proibiti o carne e latte nello stesso        persona, cosa che potrebbe causare gravi danni psicologici.
pasto, o non lavorare di sabato). Inoltre possiamo affermare a              Inoltre è proibito anche ascoltare chi sta facendo maldicenza.
grandi linee che le mizwot sono divise in azioni verso Dio (Ben             Sono molti gli esempi e sarebbe inappropriato qui esporne degli
adam la-Makom) e quelle verso il proprio compagno (Ben adam                 altri, tuttavia voglio ancora menzionare la particolare cura che
la-Chaverò) dove compagno è inteso come il prossimo.                        l’uomo deve avere verso la natura, sia per il rispetto che si deve
Di seguito diamo alcun esempi del “prendersi cura dell’altro” e             verso il Creato che per la salvaguardia dell’uomo.
che fanno parte del gruppo di mizwot comprese nel novero delle              Viene insegnato che un gentile venne dinanzi a Hillel e gli disse:
azioni che compie l’uomo verso il prossimo.                                 «Convertimi a condizione di insegnarmi l’intera Torà mentre io
Una tra quelle considerate tra le più importanti è la Zedakkà,              sono su un piede solo» e Hillel prima di convertirlo gli insegnò:
tradotta in modo improprio come carità. Infatti la radice di                «Ciò che non vorresti fosse fatto a te non farlo a tuo prossimo.
questo termine deriva da Giustizia, e fare Zedakkà, donare in               Questa è l’intera Torà e tutto il resto è commento. Ed ora vai e
carità, è inteso come un atto di giustizia. È un precetto che ha            studia!». (Talmud Bavlì, Trattato Shabbath, 31a)
un rilievo determinante nell’ebraismo ed è una delle forme in cui
l’uomo si prende cura del suo prossimo.
Altri esempi di precetti considerati molto importanti nell’ebraismo                                                           Sira Fatucci
sono la visita ai malati e alle persone in lutto. Prendersi cura di                                                         Delegata UCEI
loro, occuparsi della loro salute fisica, assicurarsi che abbiano le                                Unione delle Comunità Ebraiche italiane

                                                                       11
Lo sguardo nell’Altro, con amore fraterno

«Speriamo che tutto torni presto come prima!», spesso si                    Preghiamo che questo ciclo storico ci aiuti a riscoprire la pratica
sente ripetere, in merito all’auspicabile uscita dalla pandemia.            autentica della fratellanza come occasione di “scioglimento
La religione islamica insegna però a vivere ogni male come                  dell’anima” per dimenticarsi un po’ di noi stessi, secondo il
un’occasione di reazione verso il bene, reazione che deve                   senso di quanto affermato dall’Inviato di Dio Muhammad: «I
condurre a una trasformazione delle nostre abitudini e a una                credenti, nel loro amore, misericordia e benevolenza gli uni
maggiore qualità del carattere, delle nostre scelte.                        con gli altri sono come un corpo: se qualunque parte è malata,
                                                                            il corpo intero condivide l’insonnia e la febbre» (narrato da al-
Durante i momenti di lockdown nelle proprie case, i credenti di             Bukhari e da Muslim). La benevolenza verso i fratelli e le sorelle
tutte le religioni hanno riscoperto sia i legami famigliari che, per        e la gioia nell’incontrarli sono tra i tratti distintivi della futuwwa,
la loro mancanza, anche i benefici e la bellezza della dimensione           “nobiltà spirituale”, come ricordato dal grande sapiente Abu
comunitaria dei riti. Ma con quale intenzione, con quale niyya              Abd al-Rahman Al-Sulami, di cui proprio quest’anno si ricordano
(parola araba fondamentale della dottrina islamica) andiamo                 in tutto il mondo i 1000 anni dalla morte. La fratellanza, oltre che
nei templi, sinagoghe, chiese e moschee, così come nei cimiteri             nell’aiuto concreto al fratello e sorella, può infatti servire anche
e nelle abitazioni per pregare con altri fratelli e sorelle? Forse          come antidoto contro il rischio di un mondo individualista che
solo perché è meglio e più piacevole stare insieme che da soli?             crea barriere. Ora è il momento di continuare questa fratellanza
Anche nell’Islam sono indicati i grandi benefici spirituali della           come strumento di “cura” che attraverso l’aiuto e il rispetto
preghiera comunitaria, rispetto a quella individuale, ma al                 reciproco nei momenti di difficoltà permette uno svelamento e
contempo viene ricordato nel Corano che «ovunque ti giri, lì è              un giovamento in nuovi cicli.
il Volto di Dio». Speriamo allora che questa riscoperta di vita
comunitaria non dipenda solo dall’emergenza pandemica, né                                                         Yahya Abd al-Ahad Zanolo
sia di carattere solo psicologico e sociale, per soddisfare il                                                              Delegato COREIS
quale non servono né le religioni né i luoghi sacri.                                                    (Comunità Religiosa Islamica) Italiana

                                                                       12
Prendersi cura di sé, degli altri e del mondo

Prendersi cura è un verbo della fede, perché la fede è una                Adamo», onorare l’uomo, sia maschio o femmina, non è solo
relazione con il Creatore che deve essere curata in ogni                  nel dono di renderlo la creatura più previlegiata, ma anche
momento della giornata con la preghiera e con l’agire benevole            nell’attribuirgli il compiuto di vicario sura 2,30, non dominante
verso ogni creatura.                                                      o padrone ma costruttore, custode e Responsabile, colui che
Nella fede Islamica tutti i profeti si son presi cura di qualcosa e       si prende cura. Ci esorta a un impegno costante verso la Terra
hanno anche insegnato a prendersi cura, il profeta Mohammed               affinché non sia bagnata di sofferenza; un impegno in cui
ci insegna: «Nessuno di voi è un vero credente finché non                 ogni persona è chiamata a dare il proprio contributo. «Pensa
desidera per suo fratello quello che desidera per se stesso»,             globalmente, agisci localmente». Bisogna pensare su grande
amarsi si traduce concretamente nel prendersi cura di ogni                scala, avere uno sguardo che supera tutte le barriere, politiche,
aspetto della nostra sfera personale. Prendersi cura della                religiose o sociali perché, alla prova dei fatti, queste si rivelano
propria: anima, cuore spiritualmente, mente con il sapere, del            fittizie. Lo abbiamo e lo stiamo ancora sperimentando con la
proprio corpo con la giusta e sana alimentazione, prendersi               pandemia, che viaggia per il globo superando tutti i tentativi di
cura del proprio agire seguendo le virtù che la fede ci insegna.          controllarne i confini. Quindi il primo impegno che si richiede
Infatti, Il prendersi cura è uno dei 5 pilastri della fede. La zakat è    è di agire in concreto, sul campo. Il prendersi cura di sé
il diritto del povero; una percentuale del patrimonio guadagnato          coinvolge anche gli altri. Diventa necessario assumere un buon
dal ricco viene destinato agli altri, ai bisognosi. Attenzione,           comportamento per poter servire la volontà di Dio su di sé. Per
non è un’offerta volontaria, verso cui gli altri devono sentire           esempio: chi lavora sul proprio autocontrollo riesce a gestire la
gratitudine e debito.                                                     sua rabbia verso gli altri. Diventa allora un avere cura di sé per
Ad esempio: in carcere alcune volte incontro persone che                  avere cura degli altri. Le due cose sono strettamente correlate.
odiano la vita e se stessi. Da ciò scaturisce un odio verso la            È tanto il progresso raggiunto, ma altrettanto è il regresso.
società tutta, perché essi hanno perso la Speranza, la fiducia            Questa sofferenza ambientale ci insegna che non siamo padroni
e l’autostima. Sono persone che vivono nell’angoscia e nell’ira           ma ospiti, ecco perché il musulmano scandisce il tempo
verso il proprio passato pieno di ferite e traumi, con un progetto        quotidiano con 5 momenti di preghiera. L’imam Hassan Aiyub
migratorio fallito, spesso anche legami familiari rotti e a volte         dice: «la società è l’altare dell’adorazione di Dio», prendere cura
anche con la comunità di appartenenza, abbandonati a se                   e servire con gentilezza è un culto che raggiunge il settimo cielo.
stessi, non più in grado di amarsi. Prendersi cura di una persona
così, fragile e annebbiata dalla sofferenza, può salvare vite                                                     Dott. Hamdan Al Zeqri
umane.                                                                                                                    Delegato UCOII
Il Sacro Corano: 17,70 ci insegna: «Abbiamo onorato il figlio di                                  Unione delle Comunità Islamiche d’Italia

                                                                     13
Il Koan della Vita

Qual era il tuo volto originario prima della nascita dei tuoi genitori?        po unico. Dipendenza e indipendenza insieme creano interdi-
                                                             Koan Zen          pendenza. Siamo connessi e ci sosteniamo a vicenda con tutto
                                                                               l’universo: uomini, animali, piante, minerali. Ciò che di meravi-
                                                                               glioso c’è in questo mondo, ma anche le drammatiche urgenze
La scuola buddhista Zen è famosa, oltre che per la pratica as-                 che ci troviamo ad affrontare oggi e nel prossimo futuro, tutto ci
sidua della meditazione (Zazen), anche per lo studio dei Koan.                 parla di questa verità. Questa realtà dell’interdipendenza, che
Il koan è una domanda o un’asserzione tratta dalla vasta let-                  include dipendenza e indipendenza è il koan da realizzare, incar-
teratura zen dell’antica Cina. È un dilemma, un mistero che la                 nare e portare alla luce. Molti dei problemi che la vita ci pone
mente razionale non può risolvere. La chiave per la soluzione di               sono apparentemente senza soluzione, proprio come i koan, ma
un koan è un cambiamento nell’essere che permette una nuova                    Il Buddha e i Maestri ci hanno mostrato con i loro insegnamenti
comprensione della domanda stessa. Nel presentare un koan,                     come possiamo vivere basandoci sul risveglio a questa realtà
l’insegnante coinvolge lo studente con il mistero in una moda-                 dell’interdipendenza.
lità molto intima, una sorta di oscurità feconda, quel luogo di                Il nostro sguardo cambia inevitabilmente nel momento in cui
non-conoscenza chiamato nello Zen “mente del principiante”.                    incontriamo l’ignoto. La risoluzione di un koan richiede una
La Vita stessa è un Koan, è il Koan supremo: assoluto mistero,                 certa fiducia nel mistero, nello schema più ampio che sta alla
indecifrabile e al tempo stesso avvolgente. Riusciamo solo a                   base di ciò che la mente apparentemente non comprende, e la
intuire la meraviglia della realtà della nostra vita che è la com-             comprensione che si ottiene è spesso accompagnata da un pro-
plessità dell’individualità e dell’universalità. Nasciamo, viviamo             fondo apprezzamento per quel mistero stesso che prima è stato
e moriamo in questo koan. Ci troviamo in questo universo in                    fonte di frustrazione. Un senso di meraviglia per la bellezza e
quanto individui unici nella nostra fisicità e personalità. Nella              l’armonia della vera natura delle cose, un senso di appartenen-
nostra individualità spesso ci sentiamo soli, separati da tutto il             za a essa.
resto. Ma la nostra indipendenza non significa che siamo sepa-
rati dal resto dell’universo. Il nostro corpo ha occhi, orecchie,                                                   Guglielmo Doryu Cappelli
naso e così via. Ogni parte è diversa dalle altre e ha una funzione                                                Monaco Buddhista Zen Soto
particolare, ma tutte sono collegate e funzionano come un cor-                                                       Unione Buddhista Italiana

                                                                          14
Io e te siamo Uno: l’Unione che cura

L’edificio sociale mostra venature profonde nei suoi pilastri            cardine che il sanatana dharma ci restituisce, e fondamento
portanti; non solo la religione risente di tali smottamenti, ma          stesso della sua intera impalcatura filosofica è il principio della
anche il sistema famiglia, scuola, politica è investito da questo        non violenza o ahimsa. La non violenza capovolge l’assioma
sgretolamento progressivo.                                               dell’antropocentrismo e pone al centro il valore della cura: cura
Il valore nobile del lokakshema, l’attitudine alla preghiera             dell’anima, cura del mondo.
quotidiana per il benessere non solo individuale, ma dell’intera         La cura simbolicamente diviene dunque come una madre
famiglia umana, sembra affievolirsi.                                     capace di portare in grembo un ideale di assoluta fratellanza,
Riappropriarsi della dimensione del sacro, dell’insegnamento             sorellanza, giustizia sociale ed equanimità; un’etica della cura
delle Scritture che esortano all’astenersi dal nuocere qualsiasi         che è al contempo balsamo e medicina per rendere il mondo
essere vivente, sarva bhuta hita, significa anche tornare                dimora di pace, riconoscendosi come appartenenti a un’unica
a ritrovare l’empatia verso il proprio fratello e sorella che            vera e grande famiglia: “Vasudaiva kutumbakam”.
soffrono; significa non voltarsi indietro di fronte al bisogno dei       Come una famiglia che ci è cara, viene amorevolmente accudita
più disagiati; significa essere in linea con il valore del dana-         e, ci si sostiene vicendevolmente, così, nell’equilibrio del dare
dharma, il donare se stessi agli altri, nel servizio, nell’amore         e ricevere, ogni essere vivente – secondo questa legge di
del prossimo, fino a realizzare lo scopo più alto di unirsi nella        interrelazione e interdipendenza – accudisce ed è accudito.
Presenza dell’Assoluto.                                                  Realizzare la nostra reale natura, vedere Dio nel tutto e tutto
In questo conflitto tra pesi contrapposti si oblia la sostanziale        in Dio, esclude ogni differenza e ogni dicotomia di “io” e “tu”
interrelazione tra tutto l’esistente. Una interdipendenza                dove umiltà e beatitudine sono indistinguibili. Noi siamo la
trasmessa magistralmente dal termine sanscrito dharma, la                casa e coloro che la abitano. Proteggere la casa è proteggere
cui resa più felice è “armonia” nel senso più vicino al suo etimo        sé stessi, la casa tutto include e nulla esclude: è vita, amore e
greco “accordo, proporzione”, “concordare, comporre”.                    consapevolezza.
Dharma secondo la descrizione del Mahabharata è «ciò che
sostiene e mantiene i popoli».                                                                                Svamini Hamsananda Ghiri
Il fulcro del pensiero indiano è l’Unità di tutti gli esseri viventi,                                                    Vice Presidente
unione tra tutto ciò che vive, dall’atomo alla montagna. L’eredità                                               Unione Induista Italiana

                                                                    15
PREMI 2021
I premi di questa edizione sono realizzati dallo scultore Lucio Minigrilli.

Lucio Minigrilli vive e lavora tra Castiglion Fiorentino e Firenze. Gli elementi classici quali sculture
greche e romane, oltre alla natura e gli animali sono sua principale fonte di ispirazione. Rivolge
particolare attenzione al mondo antico. I suoi soggetti spaziano dalle piccole sculture per il settore
orafo sino ad opere di grandi dimensioni raffiguranti animali ma anche figure umane, dove regnano
protagonisti miti dell’antichità attualizzandoli attraverso i loro significati più profondi. Il mito infatti è
al centro della sua ricerca artistica come contenuto vivo e necessario nel contesto contemporaneo.
Ama disegnare a sanguigna su carta donando al materiale un sapore di tempi antichi. I disegni
diventano spesso il punto di partenza per creare le sue opere, ispirandosi all’antico, al perduto.
Nel 2009 inizia a sperimentare la scultura per microfusione in bronzo, argento e oro trasformando
le sue creazioni in gioielli.
Dal 2014 collabora con l’azienda Argenterie Giovanni Raspini S.p.A. nella realizzazione dei modelli
per le collezioni e le mostre a tema.

                                     16
PROGRAMMA
LUNEDÌ 8 NOVEMBRE                  Filmoteca Vaticana        GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE                   My Cityplex Doria

17.00 PRE APERTURA                                           18.00 Trumpets in the Sky 15’
Cerimonia Premio Fuoricampo                                  di Rakan Mayasi
Futura 150’                                                  a seguire Rehana 107’
di P. Marcello, F. Munzi, A. Rohrwacher                      Rehana Maryam Noor
EVENTO SU INVITO                                             di Abdullah Mohammad Saad
                                                             20.45 The Right Words 15’
                                                             Haut les coeurs
                                                             di Adrian Moyse Dullin
                                                             a seguire Abu Omar 113’
                                                             di Roy Krispel
                                                             Incontro con il regista e Shany Verchik, attrice

MARTEDÌ 9 NOVEMBRE                  My Cityplex Doria        VENERDÌ 12 NOVEMBRE                   My Cityplex Doria

18.00 The Letter Room 33’                                    18.00 Al-Sit 20’
di Elvira Lind                                               di Suzannah Mirghani
a seguire The Sleeping Negro 70’                             a seguire Al cento per cento 87’
di Skinner Myers                                             À plein temps
Incontro con il regista                                      di Éric Gravel
20.45 Wooden Sword 6’                                        20.40 Noir-Soleil 20’
di Sousan Salamat & Behzad Alavi                             di Marie Larrivé
a seguire De Oost 140’                                       a seguire Miracol 118’
di Jim Taihuttu                                              di Bogdan George Apetri
Incontro con Martijn Lakemeier, attore                       Incontro con Emanuel Pârvu, attore

MERCOLEDÌ 10 NOVEMBRE My Cityplex Doria                      SABATO 13 NOVEMBRE                    My Cityplex Doria

18.00 Maestrale 10’                                          18.00 EVENTO SPECIALE
di Nico Bonomolo                                             RINASCITA IRACHENA
a seguire Il Capitano Volkonogov è scappato 126’             Incontro con Laura Silvia Battaglia
Kapitan Volkonogov bezhal                                    e Gianmarco Maraviglia
di Natasha Merkulova & Aleksey Chupov
20.45 Shero 15’                                              19.30 CERIMONIA DI PREMIAZIONE
di Claudio Casale                                            Tertio Millennio Film Fest
a seguire Paolo Cognetti - Sogni di grande Nord 82’          a seguire Proiezione del film vincitore
di Dario Acocella

                                                        17
Documentario
   Italia, 2021
   DCP; col.
   105’

FUTURA                                                                                                                                 PREMIO FUORICAMPO
di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher

  SCRITTO DA: Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher; soggetto in collaborazione con Stefano Laffi | FOTOGRAFIA: Ilyà Sapeha | MONTAGGIO:
  Aline Hervé | SUONO: Marta Billingsley (montaggio) | PRODUZIONE: Avventurosa con Rai Cinema; produttore esecutivo: Alessio Lazzareschi | DISTRIBUZIONE: Luce-Cinecittà

SINOSSI
Futura è un’inchiesta collettiva svolta da               Presentato in prima mondiale alla Quin-
Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice                 zaine des Réalisateurs di Cannes e in
Rohrwacher che ha lo scopo di esplorare                  prima nazionale alla XIX edizione di Alice
l’idea di futuro di ragaz ze e ragazzi tra i 15          nella Città, sezione autonoma e parallela
e i 20 anni incontrati nel corso di un lun-              della Festa del Cinema di Roma.
go viaggio attraverso l’Italia. Un ritratto
del Paese osservato attraverso gli occhi
di adolescenti che raccontano i luoghi
in cui abitano, i propri sogni e le proprie
aspettative tra desideri e paure.

                                                                                 18
NOTE DI REGIA
Ci siamo incontrati alla fine del 2019 con la voglia di realizza-                 significa soprattutto guardare il lavoro dell’altro. Per questo,
re un film insieme. A tutti noi è stato chiesto, nel corso della                  fin dal primo incontro, la nostra idea è stata quella di realizzare
nostra carriera, di partecipare a lavori collettivi realizzando l’e-              un’opera autenticamente collettiva. Così nasce Futura, un la-
pisodio di un progetto comune. La realizzazione di un singolo                     voro condiviso che ha lo scopo di raccontare i giovani italiani
episodio pone tuttavia un grande limite alla possibilità di vive-                 e tratteggiare, attraverso i loro occhi e le loro voci, un affresco
re un’esperienza di vera condivisione. Per noi lavorare insieme                   del Paese.

PIETRO MARCELLO                                    FRANCESCO MUNZI                                       ALICE ROHRWACHER
Regista e sceneggiatore. Nasce a Caserta.          Regista e sceneggiatore. Nasce a Roma.                Regista e sceneggiatrice. Nasce a Fiesole, in
Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di      Si laurea in Scienze Politiche nel 1995 e             Toscana. Dopo essersi laureata all’Università
Napoli. Il Passaggio della linea, presentato       nel 1998 si diploma in regia al Centro Spe-           di Torino in Lettere e Filosofia, studia a Lisbona
nella sezione Orizzonti della Mostra del Ci-       rimentale di Cinematografia. Esordisce                Lettere classiche e segue un corso di cinema
nema di Venezia del 2007, ottiene numerosi         al cinema con il lungometraggio Saimir,               documentario. Scrive per il teatro e lavora co-
riconoscimenti. Nel 2009 realizza il lungo-        presentato alla Mostra Internazionale d’Ar-           me musicista in diverse compagnie prima di
metraggio La bocca del lupo vincitore del-         te Cinematografica di Venezia nel 2004,               avvicinarsi al mondo del cinema dove inizia a
la 27a edizione del Torino Film Festival, del      dove ottiene il Premio de Laurentiis per la           lavorare come montatrice di documentari. Il
Premio Caligari, del Teddy Award alla Berli-       migliore opera prima, e vincitore del Nastro          suo primo lungometraggio Corpo Celeste, è
nale e del David di Donatello come miglior         d’argento come Miglior regista esordiente.            stato presentato alla Quinzaine des Réalisat-
documentario. Nel 2011 gira Il silenzio di         Il resto della Notte è il suo secondo lun-            eurs del Festival di Cannes nel 2011, seleziona-
Pelešjan, presentato come evento speciale          gometraggio che nel 2008 partecipa alla               to al Sundance e in numerosi altri festival nel
alla 68a Mostra Internazionale d’Arte Cine-        Quinzaine des Réalisateurs del Festival di            mondo e le è valso il Nastro d’argento come
matografica di Venezia. Nel 2015 realizza il       Cannes e ad altri Festival internazionali. Nel        Miglior regista esordiente. Il suo secondo film
film Bella e perduta, presentato al Locarno        2014 esce al cinema il suo terzo film Anime           Le meraviglie vince il Gran Premio della Giuria
Film Festival. Nel 2019 realizza il suo primo      Nere, presentato in anteprima mondiale al-            al Festival di Cannes del 2014. Nel 2015 dirige
lungometraggio di finzione Martin Eden,            la 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinema-           De Djess, un cortometraggio commissionato
dall’omonimo romanzo di Jack London, che           tografica di Venezia e vincitore di numerosi          da Prada, parte della serie Miu Miu “Women’s
vince numerosi premi tra cui la Coppa Vol-         riconoscimenti tra cui 9 David di Donatello           Tale” presentato durante il New York Fashion
pi al Festival di Venezia a Luca Marinelli, il     e 3 Nastri d’argento. Nel 2017 è co-regista           Week e alla Mostra Internazionale d’Arte Cine-
Platform Prize del Toronto International           della serie TV Il Miracolo.                           matografica di Venezia. Nel 2016 dirige la sua
Film Festival 2019 e il David di Donatello                                                               prima opera lirica, una nuova versione della
per la Migliore sceneggiatura non origina-                                                               Traviata per la Fondazione I Teatri di Reggio
le. Nel 2021 realizza il documentario Per Lu-                                                            Emilia. Il suo terzo lungometraggio Lazzaro
cio, presentato nella sezione Berlinale Spe-                                                             Felice partecipa a Cannes 2018 vincendo la
cial della 71ª edizione del Festival di Berlino.                                                         Palma d’oro per la Miglior sceneggiatura.

                                                                                                         FILMOGRAFIA SELEZIONATA
                                                                                                         Corpo celeste (2011)
FILMOGRAFIA SELEZIONATA                                                                                  Le meraviglie (2014)
Il passaggio della linea (2007)                                                                          De Djess (cm; 2015)
La bocca del lupo (2009)                           FILMOGRAFIA SELEZIONATA                               Lazzaro felice (2018)
Il silenzio di Pelešjan (2011)                     Saimir (2004)                                         L’amica geniale - Storia del nuovo cognome
L’umile Italia (2014)                              Il resto della notte (2008)                           (serie TV, epp. 4-5; 2019)
Bella e perduta (2015)                             Anime nere (2014)                                     Omelia contadina (azione cinematografica
Martin Eden (2019)                                 Assalto al cielo (2016)                               in collaborazione con JR; 2020)
Per Lucio (2021)                                   Il Miracolo (serie TV; 2018)                          Quattro strade (cm; 2020)
Futura (2021)                                      Futura (2021)                                         Futura (2021)

                                                                                  19
Drammatico
  Israele-Francia; 2020
  DCP; col.
  110’
  V.O. con sottotitoli in italiano

ABU OMAR
di Roy Krispel

  INTERPRETI: Kais Nashif, Shany Verchik, Mickey Leon, Hila Mezger | SCENEGGIATURA: Roy Krispel | FOTOGRAFIA: Matan Balalty | MONTAGGIO: Oz Guttman
  | SUONO: Michael Goorevich | SCENOGRAFIA: Tamar Gadish | PRODUZIONE: Itai Tamir e Ami Livne per Laila Films, in coproduzione con Jérémy Sahel e Fred Bellaïche per Da
  Prod e Roy Krispel

SINOSSI
Salah, un padre in lutto, si mette in                    La storia di due anime sole che si incon-
viaggio a piedi nonostante coprifuoco                    trano e malgrado le differenze culturali
e caldo torrido per attraversare il confi-               decidono di unire le forze per superare
ne israeliano e riportare a casa la salma                gli ostacoli causati dall’eterno conflitto
del piccolo figlio Omar, custodita in un                 israelo-palestinese.
borsone. Lungo la strada l’uomo incon-
tra Miri, single e incinta, che decide di
aiutarlo ad ogni costo.

                                                                                20
NOTE DI REGIA                                                                               ROY KRISPEL
Tutto ha avuto inizio con un’immagine.       il corpo di suo figlio, diventava sempre
Ero a una mostra di fotogiornalismo in-      più difficile da concepire. Il confronto
titolata Testimonianza. Tra tutte le foto    con la realtà mi è sembrato improvvi-
esposte, una ha attirato la mia attenzio-    samente molto concreto, molto reale,           Regista e sceneggiatore. Nato in Israele
ne. Forse la più sobria, la più essenziale   quasi troppo. L’identificazione con il         nel 1970, ha realizzato tre cortometraggi e
                                                                                            quattro documentari riconosciuti a livello
di tutte. E mentre leggevo la didascalia,    dolore di Salah mi ha spinto a cambia-
                                                                                            internazionale prima di scrivere e dirigere
ho appreso che raffigurava un uomo           re il personaggio: ho iniziato a renderlo
                                                                                            il suo primo lungometraggio, Abu Omar,
palestinese in viaggio durante il copri-     più chiuso, più muto, apparentemente           presentato in diversi festival in Europa,
fuoco per riportare a casa suo figlio,       meno ribelle, il silenzio pesava più delle     Giappone, Cina e Australia e vincitore del
morto a causa di un’anomalia cardiaca        parole per raccontare il suo dolore.           Premio per la Miglior regia all’Ischia Film
in un ospedale israeliano, per seppellir-    Ho voluto tradurre questa storia in            Festival.
lo nel suo Paese.                            immagini con gravità e tenerezza, in
Ho sentito subito il desiderio di farne      modo che potesse toccare l’umanità
il punto di partenza per una sceneg-         e il cuore delle persone, per portare lo
giatura. «Dove lo condurrà la realtà a       spettatore, indipendentemente dalle
partire da lì?». Questa è la domanda         sue convinzioni politiche e religiose o
che ha costruito il film. L’uomo sale sul    dalla nazionalità, a collegarsi alla trage-
primo autobus che vede. Non sa dove          dia umana che si verifica ogni giorno in
lo porterà, ma è soddisfatto perché c’è      Israele.
l’aria condizionata e, durante il viaggio,   Per essere il più vicino possibile alla
potrà convogliarla verso la sacca che        cultura israeliana – una cultura segna-
contiene le spoglie di suo figlio. Lungo     ta dal lutto, certo, ma anche dalla vita
il viaggio sarà poi affiancato da Miri,      – il film non poteva essere totalmente
una giovane donna israeliana che lo          scuro. Ecco perché, nonostante la tra-
aiuterà quasi suo malgrado, anche in         gedia di Salah, in questa traversata – e
modo goffo.                                  questa parola ben si addice a ciò che
Mentre stavo iniziando una seconda           vive il protagonista – possiamo trovare
versione della sceneggiatura, ho sapu-       un raggio di luce, di risate, di umanità e
to che sarei diventato padre, ma que-        anche di libertà.
sto lieto evento in realtà ha bloccato il    Una serie di personaggi diversi e singo-
mio processo di scrittura. La storia di      lari, pittoreschi o oscuri, appaiono sul
Salah, sbattuto a destra e a sinistra con    percorso di Salah e Miri e lo illuminano
                                             ogni volta in modo diverso. Ma spero
                                             che ci si ricordi anche del rapporto che
                                             via via si instaura tra Salah e Miri. Un
                                             rapporto che inizia con cautela e che
                                             si rafforza gradualmente nel corso del
                                             film trasformandosi in un legame forte,
                                             profondamente umano, silenzioso.               FILMOGRAFIA
                                             Spero che il risultato finale, che ri-         Yana’s March (cm; 2008)
                                             specchia pienamente le intenzioni che          Alma (cm; 2009)
                                             avevo in fase di sceneggiatura, riesca         Guest (cm; 2011)
                                             a trasmettere una storia agrodolce e,          The Last Korczak Boy (cm-doc; 2012)
                                             attraverso di essa, la complessità della       Kumasi - Haifa (doc; 2012)
                                             realtà, l’assurdità della situazione, la co-   Football in the Valley (doc; 2014)
                                             esistenza tra la vita e la morte, e la forza   Broken Hearts Club (doc; 2016)
                                             della vita, nonostante tutto.                  Abu Omar (2021)

                                                                    21
Drammatico
  Francia; 2021
  DCP; col.
  87’
  V.O. con sottotitoli in italiano

AL CENTO PER CENTO (À PLEIN TEMPS)
di Éric Gravel

  INTERPRETI: Laure Calamy Julie, Anne Suarez Sylvie, Geneviève Mnich Mme Lusigny, Nolan Arizmendi Nolan, Sasha Lemaitre Cremaschi Chloé, Cyril Gueï
  Vincent, Lucie Gallo Mme Delacroix, Agathe Dronne Sophie, Mathilde Weil Lydia | SCENEGGIATURA: Éric Gravel | FOTOGRAFIA: Victor Seguin | MONTAGGIO:
  Mathilde Van de Moortel | MUSICA: Irène Drésel | SUONO: Dana Farzanehpour, Valérie Deloof, Florent Lavallée | SCENOGRAFIA: Thierry Lautout | COSTUMI: Caroline Spieth |
  PRODUZIONE: Raphaëlle Delauche, Nicolas Sanfaute per Novoprod Cinema, In coproduzione con France 2 Cinéma, Haut et Court Distribution | DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures

SINOSSI
Julie fa di tutto per crescere i suoi due figli in cam-
pagna e mantenere il lavoro in un hotel parigino di
lusso. Quando finalmente riesce a ottenere un collo-
quio per una posizione in cui sperava da tempo, scop-
pia uno sciopero nazionale che paralizza il sistema
dei trasporti pubblici. Il fragile equilibrio che Julie ha
creato è messo in pericolo. Così decide di lanciarsi in
una frenetica corsa contro il tempo, con il rischio di
inciampare.

                                                                                 22
@Karen Di Paola
NOTE DI REGIA                                                                          ÉRIC GRAVEL
Attraverso lo sguardo di questa don-      non tutti riescono a trovare il modo
na sola con i suoi figli, volevo solle-   di farlo funzionare.
vare il problema del ritmo stressante     Il film mette in scena un dramma so-
della nostra quotidianità e delle bat-    ciale che per certi versi ho trattato        Sceneggiatore e regista di origine franco-
taglie che affrontiamo ogni giorno.       come un thriller.                            canadese, Gravel vive in Francia da 20
                                                                                       anni. Ha realizzato cortometraggi all’in-
Proprio come Julie, anche io vivo in      Volevo che i gesti quotidiani venissero
                                                                                       terno del movimento cinematografico
campagna, così volevo portare l’at-       visti come una fonte di tensione. Ju-
                                                                                       internazionale Kino, prima di debuttare
tenzione sulla vita di quelle perso-      lie, la protagonista, vive la propria vita   nella regia di lungometraggi con il film
ne che tutti i giorni vedo prendere il    costantemente in accelerazione non           Crash Test Aglaé (2017). A tempo pieno,
treno perché hanno deciso di vivere       perché è una spia o un’agente della          il suo secondo lungometraggio, è valso a
lontano dalla metropoli, in cerca di      CIA, ma semplicemente perché è una           Éric Gravel il Premio Orizzonti per la Mi-
una migliore qualità della vita. È un     madre single che lotta per una vita mi-      gliore regia e alla protagonista Laure Ca-
equilibrio difficile da mantenere e       gliore.                                      lamy il Premio come Migliore attrice alla
                                                                                       78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinema-
                                                                                       tografica di Venezia.

                                                                                       FILMOGRAFIA
                                                                                       Ce n’était qu’un rêve (cm; 2004)
                                                                                       Eau Boy (cm; 2007)
                                                                                       Crash Test Aglaé (2017)
                                                                                       A tempo pieno (À plein temps; 2021)

                                                                23
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