PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA - Tertio ...
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XXV FESTIVAL CINEMATOGRAFICO DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO PRENDERSI CURA QUANDO IL CINEMA GUARDA E NON PASSA ROMA 9 - 13 novembre 2021 MY CITYPLEX DORIA Via Andrea Doria, 52 PRE APERTURA 8 novembre 2021 FILMOTECA VATICANA Palazzo San Carlo - Città del Vaticano (ingresso Piazza del Sant’Uffizio)
XXV FESTIVAL CINEMATOGRAFICO DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO PRENDERSI CURA 9 - 13 novembre 2021 ROMA QUANDO IL CINEMA MY CITYPLEX DORIA GUARDA E NON PASSA Via Andrea Doria, 52 PRE APERTURA 8 novembre 2021 FILMOTECA VATICANA Palazzo San Carlo - Città del Vaticano (ingresso Piazza del Sant’Uffizio) INGRESSO GRATUITO CON PRENOTAZIONE FINO A ESAURIMENTO POSTI Informazioni: Tel. 06 96519200 festival@tertiomillenniofilmfest.org Programma e prenotazioni: www.tertiomillenniofilmfest.org
Fondazione Ente dello Spettacolo Tertio Millennio Film Fest Gianna Urizio Coordinamento fundraising Presidente Associazione Angela D’Arrigo Protestante Cinema Coordinamento editoria e web “Roberto Sbaffi” Alessandra Orlacchio Luca Baratto Progetto grafico e immagine Delegato Associazione Presidente 8 novembre 2021 coordinata Protestante Cinema Mons. Davide Milani Filmoteca Vaticana Adriano Attus e Marco Mezzadra “Roberto Sbaffi” 9-13 novembre 2021 Grafica Consiglio di amministrazione Claudio Paravati My Cityplex Doria Marco Micci Mons. Davide Milani Direttore «Confronti »» Presidente Presidente Studio grafico Migual Antonio Ammirati Mons. Davide Milani Giuseppe Bellasalma Delegato comunità Web Editor Paolo Buzzonetti Lorenzo Ciofani Direzione artistica protestante italiana Nicola Claudio Gianluca Arnone Sigla Elisabetta Soglio Emanuela Riva Marina Sanna Viviana Battista Direttore Il Pitigliani Collegio revisori conti Musica: Bahia ©Radiodervish Consulenza al programma Centro Ebraico Italiano Paolo Forti Federico Pontiggia Sottotitoli Presidente Sira Fatucci Valerio Sammarco BackLight Digital Luigi Felli Delegata UCEI Italo Arturo Muci Selezione cortometraggi Uriel Perugia Ufficio Stampa Lorenzo Ciofani Segretario Generale UCEI Carolina Pensato Gian Luca Pisacane Miriam Camerini Social media Responsabile Tavolo Delegata comunità ebraica Giulia Mirimich Dialogo Interreligioso Don Giuliano Savina Yahya Sergio Yahe Pallavicini Segreteria Direttore UNEDI Presidente COREIS Livia Fiorentino Yahya Abd al-Ahad Zanolo Amministrazione Comitato Interreligioso Muhammad Umberto Pallavicini Mauro Notari Delegati Comunità cattolica, Delegati COREIS Maria D’Amico protestante, ebraica, musulmana, induista, buddhista Yassine Lafram Presidente UCOII Card. Gianfranco Ravasi Presidente Pontificio Hamdan Al Zeqri Consiglio della Cultura Delegato UCOII Mons. Fabrizio Capanni Svamini Hamsananda Ghiri Delegato Pontificio Vice Presidente Consiglio della Cultura Unione Induista Italiana Paolo Ruffini Pujadevi Elisa Lepore Prefetto Dicastero per la Delegata Unione Comunicazione della Santa Sede Induista Italiana Guglielmo Doryu Cappelli Claudia Di Giovanni Delegato Unione Buddhista Delegata Filmoteca Vaticana Italiana Giulia Bulckaen Annamaria Gyoetsu Epifania Delegata Cortile dei Gentili Delegata Unione Buddhista Italiana 2
GIURIA INTERRELIGIOSA DEL TERTIO MILLENNIO FILM FEST GIURIA DI QUALITÀ - SEZIONE LUNGOMETRAGGI Guido Chiesa Giorgio Diritti Regista Regista Presidente Presidente Giulia Bulckaen Lisa Ginzburg Delegata Cortile dei Gentili Scrittrice Guglielmo Doryu Cappelli Andrea Pallaoro Delegato Unione Buddhista Italiana Regista Sira Fatucci Delegata UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche italiane GIURIA DI QUALITÀ - SEZIONE CORTOMETRAGGI Svamini Shuddhananda Ghiri Delegata Unione Induista Italiana Maria Roveran Attrice Muhammad Umberto Pallavicini Presidente Delegato COREIS - Comunità Religiosa Islamica Italiana Emanuela Genovese Giuseppe Bellasalma Giornalista e critica cinematografica Delegato per la Comunità protestante italiana Paolo Strippoli Hamdan Al Zeqri Regista Delegato UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d’Italia Le giurie premieranno il film della sezione che eccelle per valore La giuria interreligiosa decreterà il vincitore del Tertio Millennio Film Fest compositivo, imponendosi per il raggiunto equilibrio di qualità premiando, tra i lungometraggi in concorso, l’opera capace di rivelare – per temi, estetica e coerenza narrativa. proposta espressiva e forza emozionale – il mistero di un sentire comune, una verità che abbraccia ogni differenza suggerendo, con l’evidenza dell’arte e nel rispetto di tutte le sensibilità e culture, l’universalità della condizione umana. La giuria assegnerà anche una menzione speciale a uno dei corti in concorso. PREMIO FUORICAMPO Il Premio Fuoricampo, alla sua terza edizione, è stato istituito dai tre maggiori festival di cinema e spiritualità operanti in Italia: il Tertio Millennio Film Fest, il Religion Today di Trento e Popoli e Religioni di Terni. Il Premio Fuoricampo, che nelle passate due edizioni è stato conferito a Il signor diavolo di Pupi Avati e a Bar Giuseppe di Giulio Base, è un riconoscimento al film italiano che, nell’ultimo anno, ha saputo meglio di ogni altro rilanciare e declinare il tema della ricerca del significato più profondo della vita, illuminando quello che normalmente si trova “fuoricampo”. Quest’anno il Premio Fuoricampo è stato assegnato a Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher. GIURIA NUOVI SGUARDI Composta da studenti di cinema dell’Università Salesiana di Roma, la giuria assegnerà, tra lungometraggi e cortometraggi in concorso, un riconoscimento a quell’opera che si imporrà per freschezza di sguardo, audacia narrativa e originalità di messa in scena. 3
Alla XXV edizione del Tertio Millennio Film Fest è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica Iniziativa realizzata con il contributo Con il patrocinio di e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo - Ministero della Cultura DICASTERIUM PRO COMMUNICATIONE Associato a Media partner Partner culturali e tecnici Premi 4
Un ringraziamento speciale a Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede Pontificio Consiglio della Cultura Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Cortile dei Gentili Filmoteca Vaticana Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana UNEDI - Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI Il Pitigliani - Centro Ebraico Italiano UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Benhasmashot - Teatro ebraico a Milano COREIS - Comunità Religiosa Islamica Italiana UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d’Italia Associazione Internazionale Protestante Cinema INTERFILM Associazione Protestante Cinema “Roberto Sbaffi” Unione Induista Italiana Unione Buddhista Italiana Direzione generale Cinema e audiovisivo - Ministero della Cultura Regione Lazio Roma Lazio Film Commission Avvenire SIR TV2000 InBlu2000 Confronti Sentieri Selvaggi Popoli e Religioni - Terni Film Festival Religion Today Film Festival Ischia Film Festival Università Pontificia Salesiana Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico Associak Distribuzione Punchline Cinéma Salaud Morisset Zen Movie Mauro Gervasini Lucio Minigrilli Angela Prudenzi 5
25 edizioni di Tertio Millennio Film Fest: un traguardo importante per il Fe- rienza di dialogo a partire proprio da questa esperienza artistica condivisa. stival nato nel 1997 su indicazione di papa San Giovanni Paolo II come luogo Una volontà di dialogo che non ha sterilmente messo al centro se stessa, di dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale. Un’esperienza che ma che si è fatta concreta e tangibile con il lavoro comune prima e durante in un quarto di secolo ha saputo rappresentare e scandagliare, mediante il festival dei rappresentanti delle comunità protestanti, ebraiche e musul- l’arte cinematografica, le vicende più consistenti che l’umanità si è trovata mane, a cui si sono aggiunte in seguito anche quelle di induisti e buddisti. ad affrontare, creando al tempo stesso occasioni di incontro, conoscenza Un dialogo constante, che ha trovato nella sintesi del lavoro della Giuria reciproca, condivisione, crescita. In una parola: autentico “dialogo”. L’og- Interreligiosa – quest’anno “affiancata” da due giurie tecniche (Giorgio Di- gettivo dato di partenza per questi esercizi è l’insieme delle storie narrate ritti, Andrea Pallaoro e Lisa Ginzburg per i lungometraggi; Maria Roveran, da autori provenienti da ogni parte del mondo che hanno permesso una Paolo Strippoli ed Emanuela Genovese per i cortometraggi) – l’esito di un rilettura e il dibattito su tante vicende umane, sociali ed economiche che processo più alto di una media delle sue valutazioni. caratterizzano popoli e persone spesso dimenticate o non raccontate a partire dal dato più importante che ci caratterizza: l’umanità. Questo 25mo è dunque un compleanno speciale, vissuto tra l’orgoglio di Temi affrontati in questi anni grazie a migliaia di lungometraggi e cortome- un traguardo importante e la ritrovata fiducia nella possibilità di un futuro traggi nazionali e internazionali, molti dei quali spesso inediti in Italia, che buono, ora che l’emergenza sanitaria sembra aver esaurito il suo morso e ci nel corso degli anni sono stati proposti in rassegna o in concorso. vengono riconsegnati i luoghi e le occasioni del vivere sociale. Film che hanno contribuito a offrire un profondo e originale sguardo su temi I film di questa ultima edizione – da Il Capitano Volkonogov è scappato problematici che hanno fortemente segnato la nostra epoca e sono indice a Rehana, Miracol o Al cento per cento –, con le loro vicende racchiuse di tante sofferenze per milioni di donne e uomini: guerre sempre ingiuste, dentro trame all’apparenza spezzate e invece solo sospese e in attesa di frontiere divenute muri, differenze intese come discriminanti, donne non compimento, ci ricordano che non c’è un filo interrotto della Storia, come pari nella dignità, la “casa comune terra” resa sempre più inabitabile, la pure alcune vicende epocali farebbero pensare, ma un nodo nascosto, non mancanza per molti di speranza e di “vita nuova”. visibile, che tiene insieme e dà senso al corso della storia umana. Negli ultimi dieci anni, Tertio Millennio Film Fest si è arricchito dell’anima del dialogo ecumenico e interreligioso, divenendo uno spazio reale dove Mons. Davide Milani fedi e culture differenti si sono incontrate con il desiderio di vivere un’espe- Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo 6
«Non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri»» Non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri è un’afferma- Il Tertio Millennio Film Fest non è molto lontano dal promuovere un’esperien- zione di papa Francesco contenuta nel Discorso al Corpo Diplomatico accre- za capace di provocare un’azione come quella che abbiamo sopra descritto: ditato presso la Santa Sede (2013). nello scorrere della pellicola, fotogramma dopo fotogramma, si è coinvolti in un’azione che scaturisce da un vedere che la macchina da presa raccoglie Questa affermazione è come se fosse il fotogramma di una pellicola cine- perché non vada perduta, ma custodita per essere narrata con la vision che matografica, fissato su uno sguardo a lui caro: quello del samaritano che porta con sé. durante un viaggio, passando accanto a un malcapitato, vedendolo ne ha avuto compassione, non si è voltato dall’altra parte. Si è fermato, proprio Il vedere poi i film insieme a donne e uomini, anche di diverse fedi, ci permet- perché ha visto, e in quel vedere ha avuto compassione, si è lasciato ferire. te di abitare un pluralismo religioso dentro il quale l’attenzione si focalizza Appunto! Cum-patio: Patisce. Da qui nasce un’azione trasfigurante, che non su uno sguardo, il vedere insieme, cioè una visione dentro la quale nessuno è più quella di continuare il suo viaggio, ma quella di fermarsi, di prendersi si sente escluso perché appartenente a quell’umana fratellanza che ci acco- cura, di fasciare le ferite con vino e olio, e di caricare sul suo giumento quella muna nell’esperienza della vita: Ignorare gli altri è ignorare se stessi. Ogni persona per portarla in un luogo sicuro. Insomma, se ne è preso cura. volta, infatti, che ci incontriamo con un essere umano nell’amore, e insieme esperiamo l’azione di vedere l’altro che sta davanti a noi, senza voltare lo Non sappiamo se quel samaritano fosse credente o non credente, quel che sguardo dall’altra parte, ma lasciandoci ferire (cum-patio) da ciò che vedia- sappiamo è che si è fermato, mentre gli addetti alla vita religiosa no! Quasi a mo, ci mettiamo nella condizione di scoprire qualcosa di nuovo riguardo al dire che non si possono vivere legami veri con Dio ignorando gli altri, anzi il Dio UNO. vero legame con Dio, cioè l’appartenenza, il sentire e il gustare la presenza del mistero divino avviene proprio nella cura verso gli altri, grazie ai quali è don Giuliano Savina possibile incontrare e conoscere l’Altro. Responsabile del Tavolo del Dialogo Interreligioso 7
Amore e pace nel tempo del Coronavirus L’esperienza sociale del Covid-19 ha già generato in molte nazioni A livello culturale generale tante altre cose ha insegnato questo un’imponente serie di riflessioni secondo molteplici generi e tipo- male a chi crede e anche a chi non crede. Ci ha, infatti, svelato la logie. La tentazione sarebbe quella di opporre a questo eccesso grandezza della scienza ma anche i suoi limiti; ha riscritto la scala di analisi e considerazioni la voce di Giobbe che rigettava le pa- dei valori che non ha al suo vertice il denaro o il potere; lo stare in role degli amici teologi venuti a confortarlo definendole decotti casa insieme, padri e figli, giovani e anziani, ha riproposto fatiche di malva, incapaci di spegnere il suo dolore lacerante. Oppure, si e gioie delle relazioni non solo virtuali; ha semplificato il superfluo sarebbe inclini a far risuonare la frase aspra di un altro sapiente e ci ha insegnato l’essenzialità; ci ha costretti a fissare negli occhi biblico, Qohelet, che ammoniva: «Tutte le parole sono logore e dei nostri cari la stessa nostra morte; ci ha resi fratelli e sorelle l’uomo non può più usarle» (1,8). dei tanti Giobbe, dandoci il diritto persino di protestare con Dio, di Eppure la vicenda vissuta dalle varie comunità potrebbe generare nuovi alzare le nostre domande e lamenti a lui. fenomeni e modelli culturali, religiosi, sociali e, più generalmente, uma- Ma soprattutto ha rivelato un valore supremo che è umano e re- ni. A interpretare, a livello religioso, questo mutamento drammatico è ligioso in modo inscindibile, l’amore. Ed è proprio per questa via stata una presenza alta: le immagini in mondovisione di papa Francesco che forse è stato gettato un seme di pace tra le persone e tra i po- nella piazza S. Pietro deserta, sotto una pioggia battente con l’emblema poli nel terreno arido della pandemia. Molti conoscono il romanzo del Cristo crocifisso e con le parole evangeliche meditate della tempe- dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, L’amore ai sta sedata in quella sera del 27 marzo scorso, sono state e saranno la tempi del colera (1982), un titolo che potrebbe essere trascritto sintesi mirabile di un grande approccio umano e spirituale alla pande- per il coronavirus. Un titolo che è stato verità soprattutto nei tanti mia. Papa Francesco, a più riprese, ha riportato l’evento al cuore stesso medici, infermieri, volontari, operatori vari, pronti ad andare ol- del cristianesimo. Infatti il Dio cristiano è diverso dalle divinità antiche tre la legge dell’«amare il prossimo come se stessi», per seguire come Giove, relegate nel loro mondo olimpico dorato, apatici rispetto quella estrema di Gesù: «Non c’è amore più grande di colui che dà alle sofferenze umane. È, invece, un Dio che nell’Incarnazione ha scelto la vita per i suoi amici». di assumere la stessa nostra carta d’identità, fatta, sì, anche di gioia, ma Abbiamo voluto, in modo solo esemplificativo, gettare uno sguar- soprattutto di limite, di dolore e di morte. do su uno dei tanti interrogativi umani e spirituali aperti già in Anche Cristo ha avuto paura e fin orrore della morte, il cui volto passato e ora divenuti più urgenti e di forte impatto anche a livello severo si era presentato davanti a lui come a noi ora, nonostante comune. Per concludere, vorremmo ritornare all’esperienza cul- l’avessimo prima esorcizzato e ignorato: «Padre, se è possibile, turale e religiosa, tenendo ancora in prospettiva il tema della pace passi da me questo calice» avvelenato. Anche lui ha sperimenta- e della comunione tra i singoli e i popoli. C’è una parola che viene to l’isolamento degli amici, i discepoli, che rimangono lontani, o, ripetuta anche da coloro che non ne hanno un concetto preciso: come nel caso di tante persone sole malate, lo hanno abbando- «resilienza», dal latino resilire, «rimbalzare», adatto a definire nato. Anche lui ha avuto la carne ferita dalle torture e ha provato quella proprietà di alcuni materiali, come i metalli, di assorbire persino la peggiore delle solitudini, il silenzio del Padre («Dio mio, un urto senza rompersi, riprendendo la forma originaria. Traslato Dio mio, perché mi hai abbandonato?»). in ambito psicologico, sarebbe quel processo che fa rielaborare Alla fine anche lui, a causa della crocifissione, è morto come molti il dolore, la perdita, il lutto, il trauma superandoli e sviluppando malati di coronavirus, per asfissia, dopo aver emesso un respiro energie interiori prima ignote. estremo. Aveva ragione il teologo martire del nazismo, Dietrich E tale capacità di resilienza è propria della cultura, come testimo- Bonhoeffer, quando nel suo diario in carcere, scriveva: «Dio in nia il Tertio Millennio Film Fest, che festeggia i suoi primi 25 anni di Cristo non ci salva in virtù della sua onnipotenza, ma in forza della vita, attestandosi come una delle più longeve manifestazioni del sua impotenza». Sì, perché in quei momenti non si è chinato su settore. Anche quest’anno, la sua proposta nell’ambito del cinema qualche malato per guarirlo, come aveva fatto durante la sua vita spirituale e la presenza di una nutrita giuria ecumenica e interreli- terrena, ma è diventato lui stesso sofferente e mortale. Non ci li- giosa ne fanno uno dei più significativi eventi nel segno della pace berava dal male ma era con noi nel male fisico e interiore. e del dialogo non solo fra cristiani e credenti di varie religioni, ma Eppure, anche quando era un cadavere sballottato qua e là, come anche con coloro che non hanno fede. Come confessava lo scrit- è accaduto in questo periodo a molte vittime del virus, per la fede tore García Márquez sopra citato: «Sfortunatamente, Dio non ha cristiana egli era sempre il Figlio di Dio. È per questo che – spe- uno spazio nella mia vita. Nutro la speranza, se esiste, d’avere io rimentando nella sua carne la nostra umanità misera, fragile e uno spazio nella sua». mortale – ha deposto in essa per sempre un seme di eternità e di speranza destinato a sbocciare. È questo il senso della risurrezio- Card. Gianfranco Ravasi ne, «l’altra faccia della vita rispetto a quella rivolta verso di noi», Presidente come diceva il poeta austriaco Rainer M. Rilke. Pontificio Consiglio della Cultura 8
Il riflesso nell’Altro Secondo Giacomo Leopardi la siepe è l’ostacolo che ci impedisce di noi. Ma dobbiamo essere disposti a camminare insieme, a di sollevare lo sguardo verso l’immensità. Ognuno di noi, incrociare le nostre strade, ad abbracciarci, scontrarci, senza concentrato su sé stesso, alla ricerca di un legame con l’infinito avere mai paura di perderci. e l’eterno, con Dio, deve intraprendere un viaggio che superi un Di fronte alle tante sfide che abbiamo davanti, a ogni latitudine, certo modo di pensare e agire, andando oltre pregiudizi e luoghi solo la logica dell’accettazione e della condivisione nel segno comuni. dell’amore può donarci speranza. La dimensione religiosa ha il valore di donare senso all’esistenza Sant’Agostino ci indica la strada che arriva a Dio e che di tante persone che incontriamo sulla nostra strada e che, a ben inevitabilmente passa per l’altro. Che aspetto ha l’amore? Ha vedere, ci lasciano sempre qualcosa. le mani per aiutare gli altri. Ha i piedi per camminare incontro Qualunque sia il credo, non è possibile incontrare Dio se non ci si ai poveri e i bisognosi. Ha gli occhi per vedere la sofferenza e apre all’altro. All’«Altro» con la A maiuscola, e a tutti gli altri che il bisogno. Ha le orecchie per ascoltare i sospiri e i dolori degli fanno parte della quotidiana esperienza di vita. I rapporti umani uomini. Ecco come appare l’amore. richiedono tempo, ma a volte basterebbe solo essere curiosi ed Anche con gli occhi fissi allo schermo, ci mettiamo di fronte a tanti empatici per riuscire a capire chi è davanti a noi, permettendo altri, sperimentando l’empatia che abbatte le distanze. all’altro di entrare nel nostro mondo e accettandolo nella sua alterità. Possiamo accogliere l’altro o rifiutarlo, ma alla fine l’essenza di Claudia Di Giovanni cui siamo fatti è la stessa. L’accoglienza è un atto di amore che Delegata Filmoteca Vaticana, può condurre all’ineffabile, che può aiutarci a capire molto anche Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede DICASTERIUM PRO COMMUNICATIONE 9
Dare concretezza all’Altro Se uno dice: Io amo Dio, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché La Parola di Dio dà invece concretezza all’altro, lo mostra nella chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non sua corporeità e nei suoi bisogni di essere umano. È quella ha visto. (1 Giovanni 4:20). Parola che ci invita a dare da mangiare agli affamati, a vestire chi è nudo, a visitare i prigionieri, scoprendo in tutto questo Il testo biblico parla di odio verso l’altro. È una parola molto anche la presenza di Dio nel mondo, come dice la parabola forte, e tuttavia basta molto meno per far male al fratello e alla raccontata da Gesù in Matteo 25. sorella: basta l’indifferenza di chi non si cura dell’altro/a, basta Anche il cinema dà concretezza all’altro, al “fratello che vedi” e l’egoismo che ci fa vedere il mondo a partire dai nostri bisogni e magari vorresti ignorare. Il cinema che si incontra soprattutto ai limita al loro soddisfacimento la definizione del bene. festival è quello che ci racconta di coloro che nel mondo hanno Questo lungo periodo di pandemia ha evidenziato l’egoismo fame e sete, che sono ignudi e malati, ma che anche sognano delle società più ricche che hanno lasciato il resto del mondo e vivono nuove realtà di solidarietà e giustizia. È un mondo che con meno dell’1% di vaccini a disposizione e hanno rifiutato con il cinema ci si apre davanti, che ci fa riflettere e propone di togliere i brevetti per chi non se li poteva permettere, un dialogo che dobbiamo cogliere con il cinema e al di là del consentendo guadagni miliardari alle case farmaceutiche. cinema. Così, le nostre società stanno curando solo se stesse, anche se in realtà mantengono anche per loro il rischio di essere colpite dalle mutazioni di cui il virus si dimostra capace. È l’immagine dell’Occidente cristiano, chiuso in se stesso, che Pastore Luca Baratto rende invisibile tutto ciò che sta al di fuori del campo del proprio Vicepresidente benessere e della propria sicurezza. Associazione Protestante cinema “Roberto Sbaffi” 10
Verso il prossimo Nella vita ebraica sono fondamentali le mizwot, i precetti. cure mediche e il cibo adeguato e alleviare il loro stato d’animo Le azioni costituiscono una ossatura per l’ebraismo e sono è considerata una priorità. Una attenzione particolare è rivolta tradizionalmente contate in 613. verso le categorie dei poveri, delle vedove e degli orfani. Possiamo dividerle schematicamente in “positive”, dove si Anche l’astenersi dal fare maldicenza ha un importante rilievo, richiede una azione (ad esempio pronunciare una benedizione perché considerata come una duplice trasgressione: sia contro prima di mangiare) e “negative” quando ci si deve astenere il proprio prossimo che contro Dio. Prendersi cura dell’altro dal compiere un’azione (tra le più note, ad esempio, quella di significa anche accertarsi che non si faccia maldicenza su una astenersi dal mangiare animali proibiti o carne e latte nello stesso persona, cosa che potrebbe causare gravi danni psicologici. pasto, o non lavorare di sabato). Inoltre possiamo affermare a Inoltre è proibito anche ascoltare chi sta facendo maldicenza. grandi linee che le mizwot sono divise in azioni verso Dio (Ben Sono molti gli esempi e sarebbe inappropriato qui esporne degli adam la-Makom) e quelle verso il proprio compagno (Ben adam altri, tuttavia voglio ancora menzionare la particolare cura che la-Chaverò) dove compagno è inteso come il prossimo. l’uomo deve avere verso la natura, sia per il rispetto che si deve Di seguito diamo alcun esempi del “prendersi cura dell’altro” e verso il Creato che per la salvaguardia dell’uomo. che fanno parte del gruppo di mizwot comprese nel novero delle Viene insegnato che un gentile venne dinanzi a Hillel e gli disse: azioni che compie l’uomo verso il prossimo. «Convertimi a condizione di insegnarmi l’intera Torà mentre io Una tra quelle considerate tra le più importanti è la Zedakkà, sono su un piede solo» e Hillel prima di convertirlo gli insegnò: tradotta in modo improprio come carità. Infatti la radice di «Ciò che non vorresti fosse fatto a te non farlo a tuo prossimo. questo termine deriva da Giustizia, e fare Zedakkà, donare in Questa è l’intera Torà e tutto il resto è commento. Ed ora vai e carità, è inteso come un atto di giustizia. È un precetto che ha studia!». (Talmud Bavlì, Trattato Shabbath, 31a) un rilievo determinante nell’ebraismo ed è una delle forme in cui l’uomo si prende cura del suo prossimo. Altri esempi di precetti considerati molto importanti nell’ebraismo Sira Fatucci sono la visita ai malati e alle persone in lutto. Prendersi cura di Delegata UCEI loro, occuparsi della loro salute fisica, assicurarsi che abbiano le Unione delle Comunità Ebraiche italiane 11
Lo sguardo nell’Altro, con amore fraterno «Speriamo che tutto torni presto come prima!», spesso si Preghiamo che questo ciclo storico ci aiuti a riscoprire la pratica sente ripetere, in merito all’auspicabile uscita dalla pandemia. autentica della fratellanza come occasione di “scioglimento La religione islamica insegna però a vivere ogni male come dell’anima” per dimenticarsi un po’ di noi stessi, secondo il un’occasione di reazione verso il bene, reazione che deve senso di quanto affermato dall’Inviato di Dio Muhammad: «I condurre a una trasformazione delle nostre abitudini e a una credenti, nel loro amore, misericordia e benevolenza gli uni maggiore qualità del carattere, delle nostre scelte. con gli altri sono come un corpo: se qualunque parte è malata, il corpo intero condivide l’insonnia e la febbre» (narrato da al- Durante i momenti di lockdown nelle proprie case, i credenti di Bukhari e da Muslim). La benevolenza verso i fratelli e le sorelle tutte le religioni hanno riscoperto sia i legami famigliari che, per e la gioia nell’incontrarli sono tra i tratti distintivi della futuwwa, la loro mancanza, anche i benefici e la bellezza della dimensione “nobiltà spirituale”, come ricordato dal grande sapiente Abu comunitaria dei riti. Ma con quale intenzione, con quale niyya Abd al-Rahman Al-Sulami, di cui proprio quest’anno si ricordano (parola araba fondamentale della dottrina islamica) andiamo in tutto il mondo i 1000 anni dalla morte. La fratellanza, oltre che nei templi, sinagoghe, chiese e moschee, così come nei cimiteri nell’aiuto concreto al fratello e sorella, può infatti servire anche e nelle abitazioni per pregare con altri fratelli e sorelle? Forse come antidoto contro il rischio di un mondo individualista che solo perché è meglio e più piacevole stare insieme che da soli? crea barriere. Ora è il momento di continuare questa fratellanza Anche nell’Islam sono indicati i grandi benefici spirituali della come strumento di “cura” che attraverso l’aiuto e il rispetto preghiera comunitaria, rispetto a quella individuale, ma al reciproco nei momenti di difficoltà permette uno svelamento e contempo viene ricordato nel Corano che «ovunque ti giri, lì è un giovamento in nuovi cicli. il Volto di Dio». Speriamo allora che questa riscoperta di vita comunitaria non dipenda solo dall’emergenza pandemica, né Yahya Abd al-Ahad Zanolo sia di carattere solo psicologico e sociale, per soddisfare il Delegato COREIS quale non servono né le religioni né i luoghi sacri. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana 12
Prendersi cura di sé, degli altri e del mondo Prendersi cura è un verbo della fede, perché la fede è una Adamo», onorare l’uomo, sia maschio o femmina, non è solo relazione con il Creatore che deve essere curata in ogni nel dono di renderlo la creatura più previlegiata, ma anche momento della giornata con la preghiera e con l’agire benevole nell’attribuirgli il compiuto di vicario sura 2,30, non dominante verso ogni creatura. o padrone ma costruttore, custode e Responsabile, colui che Nella fede Islamica tutti i profeti si son presi cura di qualcosa e si prende cura. Ci esorta a un impegno costante verso la Terra hanno anche insegnato a prendersi cura, il profeta Mohammed affinché non sia bagnata di sofferenza; un impegno in cui ci insegna: «Nessuno di voi è un vero credente finché non ogni persona è chiamata a dare il proprio contributo. «Pensa desidera per suo fratello quello che desidera per se stesso», globalmente, agisci localmente». Bisogna pensare su grande amarsi si traduce concretamente nel prendersi cura di ogni scala, avere uno sguardo che supera tutte le barriere, politiche, aspetto della nostra sfera personale. Prendersi cura della religiose o sociali perché, alla prova dei fatti, queste si rivelano propria: anima, cuore spiritualmente, mente con il sapere, del fittizie. Lo abbiamo e lo stiamo ancora sperimentando con la proprio corpo con la giusta e sana alimentazione, prendersi pandemia, che viaggia per il globo superando tutti i tentativi di cura del proprio agire seguendo le virtù che la fede ci insegna. controllarne i confini. Quindi il primo impegno che si richiede Infatti, Il prendersi cura è uno dei 5 pilastri della fede. La zakat è è di agire in concreto, sul campo. Il prendersi cura di sé il diritto del povero; una percentuale del patrimonio guadagnato coinvolge anche gli altri. Diventa necessario assumere un buon dal ricco viene destinato agli altri, ai bisognosi. Attenzione, comportamento per poter servire la volontà di Dio su di sé. Per non è un’offerta volontaria, verso cui gli altri devono sentire esempio: chi lavora sul proprio autocontrollo riesce a gestire la gratitudine e debito. sua rabbia verso gli altri. Diventa allora un avere cura di sé per Ad esempio: in carcere alcune volte incontro persone che avere cura degli altri. Le due cose sono strettamente correlate. odiano la vita e se stessi. Da ciò scaturisce un odio verso la È tanto il progresso raggiunto, ma altrettanto è il regresso. società tutta, perché essi hanno perso la Speranza, la fiducia Questa sofferenza ambientale ci insegna che non siamo padroni e l’autostima. Sono persone che vivono nell’angoscia e nell’ira ma ospiti, ecco perché il musulmano scandisce il tempo verso il proprio passato pieno di ferite e traumi, con un progetto quotidiano con 5 momenti di preghiera. L’imam Hassan Aiyub migratorio fallito, spesso anche legami familiari rotti e a volte dice: «la società è l’altare dell’adorazione di Dio», prendere cura anche con la comunità di appartenenza, abbandonati a se e servire con gentilezza è un culto che raggiunge il settimo cielo. stessi, non più in grado di amarsi. Prendersi cura di una persona così, fragile e annebbiata dalla sofferenza, può salvare vite Dott. Hamdan Al Zeqri umane. Delegato UCOII Il Sacro Corano: 17,70 ci insegna: «Abbiamo onorato il figlio di Unione delle Comunità Islamiche d’Italia 13
Il Koan della Vita Qual era il tuo volto originario prima della nascita dei tuoi genitori? po unico. Dipendenza e indipendenza insieme creano interdi- Koan Zen pendenza. Siamo connessi e ci sosteniamo a vicenda con tutto l’universo: uomini, animali, piante, minerali. Ciò che di meravi- glioso c’è in questo mondo, ma anche le drammatiche urgenze La scuola buddhista Zen è famosa, oltre che per la pratica as- che ci troviamo ad affrontare oggi e nel prossimo futuro, tutto ci sidua della meditazione (Zazen), anche per lo studio dei Koan. parla di questa verità. Questa realtà dell’interdipendenza, che Il koan è una domanda o un’asserzione tratta dalla vasta let- include dipendenza e indipendenza è il koan da realizzare, incar- teratura zen dell’antica Cina. È un dilemma, un mistero che la nare e portare alla luce. Molti dei problemi che la vita ci pone mente razionale non può risolvere. La chiave per la soluzione di sono apparentemente senza soluzione, proprio come i koan, ma un koan è un cambiamento nell’essere che permette una nuova Il Buddha e i Maestri ci hanno mostrato con i loro insegnamenti comprensione della domanda stessa. Nel presentare un koan, come possiamo vivere basandoci sul risveglio a questa realtà l’insegnante coinvolge lo studente con il mistero in una moda- dell’interdipendenza. lità molto intima, una sorta di oscurità feconda, quel luogo di Il nostro sguardo cambia inevitabilmente nel momento in cui non-conoscenza chiamato nello Zen “mente del principiante”. incontriamo l’ignoto. La risoluzione di un koan richiede una La Vita stessa è un Koan, è il Koan supremo: assoluto mistero, certa fiducia nel mistero, nello schema più ampio che sta alla indecifrabile e al tempo stesso avvolgente. Riusciamo solo a base di ciò che la mente apparentemente non comprende, e la intuire la meraviglia della realtà della nostra vita che è la com- comprensione che si ottiene è spesso accompagnata da un pro- plessità dell’individualità e dell’universalità. Nasciamo, viviamo fondo apprezzamento per quel mistero stesso che prima è stato e moriamo in questo koan. Ci troviamo in questo universo in fonte di frustrazione. Un senso di meraviglia per la bellezza e quanto individui unici nella nostra fisicità e personalità. Nella l’armonia della vera natura delle cose, un senso di appartenen- nostra individualità spesso ci sentiamo soli, separati da tutto il za a essa. resto. Ma la nostra indipendenza non significa che siamo sepa- rati dal resto dell’universo. Il nostro corpo ha occhi, orecchie, Guglielmo Doryu Cappelli naso e così via. Ogni parte è diversa dalle altre e ha una funzione Monaco Buddhista Zen Soto particolare, ma tutte sono collegate e funzionano come un cor- Unione Buddhista Italiana 14
Io e te siamo Uno: l’Unione che cura L’edificio sociale mostra venature profonde nei suoi pilastri cardine che il sanatana dharma ci restituisce, e fondamento portanti; non solo la religione risente di tali smottamenti, ma stesso della sua intera impalcatura filosofica è il principio della anche il sistema famiglia, scuola, politica è investito da questo non violenza o ahimsa. La non violenza capovolge l’assioma sgretolamento progressivo. dell’antropocentrismo e pone al centro il valore della cura: cura Il valore nobile del lokakshema, l’attitudine alla preghiera dell’anima, cura del mondo. quotidiana per il benessere non solo individuale, ma dell’intera La cura simbolicamente diviene dunque come una madre famiglia umana, sembra affievolirsi. capace di portare in grembo un ideale di assoluta fratellanza, Riappropriarsi della dimensione del sacro, dell’insegnamento sorellanza, giustizia sociale ed equanimità; un’etica della cura delle Scritture che esortano all’astenersi dal nuocere qualsiasi che è al contempo balsamo e medicina per rendere il mondo essere vivente, sarva bhuta hita, significa anche tornare dimora di pace, riconoscendosi come appartenenti a un’unica a ritrovare l’empatia verso il proprio fratello e sorella che vera e grande famiglia: “Vasudaiva kutumbakam”. soffrono; significa non voltarsi indietro di fronte al bisogno dei Come una famiglia che ci è cara, viene amorevolmente accudita più disagiati; significa essere in linea con il valore del dana- e, ci si sostiene vicendevolmente, così, nell’equilibrio del dare dharma, il donare se stessi agli altri, nel servizio, nell’amore e ricevere, ogni essere vivente – secondo questa legge di del prossimo, fino a realizzare lo scopo più alto di unirsi nella interrelazione e interdipendenza – accudisce ed è accudito. Presenza dell’Assoluto. Realizzare la nostra reale natura, vedere Dio nel tutto e tutto In questo conflitto tra pesi contrapposti si oblia la sostanziale in Dio, esclude ogni differenza e ogni dicotomia di “io” e “tu” interrelazione tra tutto l’esistente. Una interdipendenza dove umiltà e beatitudine sono indistinguibili. Noi siamo la trasmessa magistralmente dal termine sanscrito dharma, la casa e coloro che la abitano. Proteggere la casa è proteggere cui resa più felice è “armonia” nel senso più vicino al suo etimo sé stessi, la casa tutto include e nulla esclude: è vita, amore e greco “accordo, proporzione”, “concordare, comporre”. consapevolezza. Dharma secondo la descrizione del Mahabharata è «ciò che sostiene e mantiene i popoli». Svamini Hamsananda Ghiri Il fulcro del pensiero indiano è l’Unità di tutti gli esseri viventi, Vice Presidente unione tra tutto ciò che vive, dall’atomo alla montagna. L’eredità Unione Induista Italiana 15
PREMI 2021 I premi di questa edizione sono realizzati dallo scultore Lucio Minigrilli. Lucio Minigrilli vive e lavora tra Castiglion Fiorentino e Firenze. Gli elementi classici quali sculture greche e romane, oltre alla natura e gli animali sono sua principale fonte di ispirazione. Rivolge particolare attenzione al mondo antico. I suoi soggetti spaziano dalle piccole sculture per il settore orafo sino ad opere di grandi dimensioni raffiguranti animali ma anche figure umane, dove regnano protagonisti miti dell’antichità attualizzandoli attraverso i loro significati più profondi. Il mito infatti è al centro della sua ricerca artistica come contenuto vivo e necessario nel contesto contemporaneo. Ama disegnare a sanguigna su carta donando al materiale un sapore di tempi antichi. I disegni diventano spesso il punto di partenza per creare le sue opere, ispirandosi all’antico, al perduto. Nel 2009 inizia a sperimentare la scultura per microfusione in bronzo, argento e oro trasformando le sue creazioni in gioielli. Dal 2014 collabora con l’azienda Argenterie Giovanni Raspini S.p.A. nella realizzazione dei modelli per le collezioni e le mostre a tema. 16
PROGRAMMA LUNEDÌ 8 NOVEMBRE Filmoteca Vaticana GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE My Cityplex Doria 17.00 PRE APERTURA 18.00 Trumpets in the Sky 15’ Cerimonia Premio Fuoricampo di Rakan Mayasi Futura 150’ a seguire Rehana 107’ di P. Marcello, F. Munzi, A. Rohrwacher Rehana Maryam Noor EVENTO SU INVITO di Abdullah Mohammad Saad 20.45 The Right Words 15’ Haut les coeurs di Adrian Moyse Dullin a seguire Abu Omar 113’ di Roy Krispel Incontro con il regista e Shany Verchik, attrice MARTEDÌ 9 NOVEMBRE My Cityplex Doria VENERDÌ 12 NOVEMBRE My Cityplex Doria 18.00 The Letter Room 33’ 18.00 Al-Sit 20’ di Elvira Lind di Suzannah Mirghani a seguire The Sleeping Negro 70’ a seguire Al cento per cento 87’ di Skinner Myers À plein temps Incontro con il regista di Éric Gravel 20.45 Wooden Sword 6’ 20.40 Noir-Soleil 20’ di Sousan Salamat & Behzad Alavi di Marie Larrivé a seguire De Oost 140’ a seguire Miracol 118’ di Jim Taihuttu di Bogdan George Apetri Incontro con Martijn Lakemeier, attore Incontro con Emanuel Pârvu, attore MERCOLEDÌ 10 NOVEMBRE My Cityplex Doria SABATO 13 NOVEMBRE My Cityplex Doria 18.00 Maestrale 10’ 18.00 EVENTO SPECIALE di Nico Bonomolo RINASCITA IRACHENA a seguire Il Capitano Volkonogov è scappato 126’ Incontro con Laura Silvia Battaglia Kapitan Volkonogov bezhal e Gianmarco Maraviglia di Natasha Merkulova & Aleksey Chupov 20.45 Shero 15’ 19.30 CERIMONIA DI PREMIAZIONE di Claudio Casale Tertio Millennio Film Fest a seguire Paolo Cognetti - Sogni di grande Nord 82’ a seguire Proiezione del film vincitore di Dario Acocella 17
Documentario Italia, 2021 DCP; col. 105’ FUTURA PREMIO FUORICAMPO di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher SCRITTO DA: Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher; soggetto in collaborazione con Stefano Laffi | FOTOGRAFIA: Ilyà Sapeha | MONTAGGIO: Aline Hervé | SUONO: Marta Billingsley (montaggio) | PRODUZIONE: Avventurosa con Rai Cinema; produttore esecutivo: Alessio Lazzareschi | DISTRIBUZIONE: Luce-Cinecittà SINOSSI Futura è un’inchiesta collettiva svolta da Presentato in prima mondiale alla Quin- Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice zaine des Réalisateurs di Cannes e in Rohrwacher che ha lo scopo di esplorare prima nazionale alla XIX edizione di Alice l’idea di futuro di ragaz ze e ragazzi tra i 15 nella Città, sezione autonoma e parallela e i 20 anni incontrati nel corso di un lun- della Festa del Cinema di Roma. go viaggio attraverso l’Italia. Un ritratto del Paese osservato attraverso gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi in cui abitano, i propri sogni e le proprie aspettative tra desideri e paure. 18
NOTE DI REGIA Ci siamo incontrati alla fine del 2019 con la voglia di realizza- significa soprattutto guardare il lavoro dell’altro. Per questo, re un film insieme. A tutti noi è stato chiesto, nel corso della fin dal primo incontro, la nostra idea è stata quella di realizzare nostra carriera, di partecipare a lavori collettivi realizzando l’e- un’opera autenticamente collettiva. Così nasce Futura, un la- pisodio di un progetto comune. La realizzazione di un singolo voro condiviso che ha lo scopo di raccontare i giovani italiani episodio pone tuttavia un grande limite alla possibilità di vive- e tratteggiare, attraverso i loro occhi e le loro voci, un affresco re un’esperienza di vera condivisione. Per noi lavorare insieme del Paese. PIETRO MARCELLO FRANCESCO MUNZI ALICE ROHRWACHER Regista e sceneggiatore. Nasce a Caserta. Regista e sceneggiatore. Nasce a Roma. Regista e sceneggiatrice. Nasce a Fiesole, in Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Si laurea in Scienze Politiche nel 1995 e Toscana. Dopo essersi laureata all’Università Napoli. Il Passaggio della linea, presentato nel 1998 si diploma in regia al Centro Spe- di Torino in Lettere e Filosofia, studia a Lisbona nella sezione Orizzonti della Mostra del Ci- rimentale di Cinematografia. Esordisce Lettere classiche e segue un corso di cinema nema di Venezia del 2007, ottiene numerosi al cinema con il lungometraggio Saimir, documentario. Scrive per il teatro e lavora co- riconoscimenti. Nel 2009 realizza il lungo- presentato alla Mostra Internazionale d’Ar- me musicista in diverse compagnie prima di metraggio La bocca del lupo vincitore del- te Cinematografica di Venezia nel 2004, avvicinarsi al mondo del cinema dove inizia a la 27a edizione del Torino Film Festival, del dove ottiene il Premio de Laurentiis per la lavorare come montatrice di documentari. Il Premio Caligari, del Teddy Award alla Berli- migliore opera prima, e vincitore del Nastro suo primo lungometraggio Corpo Celeste, è nale e del David di Donatello come miglior d’argento come Miglior regista esordiente. stato presentato alla Quinzaine des Réalisat- documentario. Nel 2011 gira Il silenzio di Il resto della Notte è il suo secondo lun- eurs del Festival di Cannes nel 2011, seleziona- Pelešjan, presentato come evento speciale gometraggio che nel 2008 partecipa alla to al Sundance e in numerosi altri festival nel alla 68a Mostra Internazionale d’Arte Cine- Quinzaine des Réalisateurs del Festival di mondo e le è valso il Nastro d’argento come matografica di Venezia. Nel 2015 realizza il Cannes e ad altri Festival internazionali. Nel Miglior regista esordiente. Il suo secondo film film Bella e perduta, presentato al Locarno 2014 esce al cinema il suo terzo film Anime Le meraviglie vince il Gran Premio della Giuria Film Festival. Nel 2019 realizza il suo primo Nere, presentato in anteprima mondiale al- al Festival di Cannes del 2014. Nel 2015 dirige lungometraggio di finzione Martin Eden, la 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinema- De Djess, un cortometraggio commissionato dall’omonimo romanzo di Jack London, che tografica di Venezia e vincitore di numerosi da Prada, parte della serie Miu Miu “Women’s vince numerosi premi tra cui la Coppa Vol- riconoscimenti tra cui 9 David di Donatello Tale” presentato durante il New York Fashion pi al Festival di Venezia a Luca Marinelli, il e 3 Nastri d’argento. Nel 2017 è co-regista Week e alla Mostra Internazionale d’Arte Cine- Platform Prize del Toronto International della serie TV Il Miracolo. matografica di Venezia. Nel 2016 dirige la sua Film Festival 2019 e il David di Donatello prima opera lirica, una nuova versione della per la Migliore sceneggiatura non origina- Traviata per la Fondazione I Teatri di Reggio le. Nel 2021 realizza il documentario Per Lu- Emilia. Il suo terzo lungometraggio Lazzaro cio, presentato nella sezione Berlinale Spe- Felice partecipa a Cannes 2018 vincendo la cial della 71ª edizione del Festival di Berlino. Palma d’oro per la Miglior sceneggiatura. FILMOGRAFIA SELEZIONATA Corpo celeste (2011) FILMOGRAFIA SELEZIONATA Le meraviglie (2014) Il passaggio della linea (2007) De Djess (cm; 2015) La bocca del lupo (2009) FILMOGRAFIA SELEZIONATA Lazzaro felice (2018) Il silenzio di Pelešjan (2011) Saimir (2004) L’amica geniale - Storia del nuovo cognome L’umile Italia (2014) Il resto della notte (2008) (serie TV, epp. 4-5; 2019) Bella e perduta (2015) Anime nere (2014) Omelia contadina (azione cinematografica Martin Eden (2019) Assalto al cielo (2016) in collaborazione con JR; 2020) Per Lucio (2021) Il Miracolo (serie TV; 2018) Quattro strade (cm; 2020) Futura (2021) Futura (2021) Futura (2021) 19
Drammatico Israele-Francia; 2020 DCP; col. 110’ V.O. con sottotitoli in italiano ABU OMAR di Roy Krispel INTERPRETI: Kais Nashif, Shany Verchik, Mickey Leon, Hila Mezger | SCENEGGIATURA: Roy Krispel | FOTOGRAFIA: Matan Balalty | MONTAGGIO: Oz Guttman | SUONO: Michael Goorevich | SCENOGRAFIA: Tamar Gadish | PRODUZIONE: Itai Tamir e Ami Livne per Laila Films, in coproduzione con Jérémy Sahel e Fred Bellaïche per Da Prod e Roy Krispel SINOSSI Salah, un padre in lutto, si mette in La storia di due anime sole che si incon- viaggio a piedi nonostante coprifuoco trano e malgrado le differenze culturali e caldo torrido per attraversare il confi- decidono di unire le forze per superare ne israeliano e riportare a casa la salma gli ostacoli causati dall’eterno conflitto del piccolo figlio Omar, custodita in un israelo-palestinese. borsone. Lungo la strada l’uomo incon- tra Miri, single e incinta, che decide di aiutarlo ad ogni costo. 20
NOTE DI REGIA ROY KRISPEL Tutto ha avuto inizio con un’immagine. il corpo di suo figlio, diventava sempre Ero a una mostra di fotogiornalismo in- più difficile da concepire. Il confronto titolata Testimonianza. Tra tutte le foto con la realtà mi è sembrato improvvi- esposte, una ha attirato la mia attenzio- samente molto concreto, molto reale, Regista e sceneggiatore. Nato in Israele ne. Forse la più sobria, la più essenziale quasi troppo. L’identificazione con il nel 1970, ha realizzato tre cortometraggi e quattro documentari riconosciuti a livello di tutte. E mentre leggevo la didascalia, dolore di Salah mi ha spinto a cambia- internazionale prima di scrivere e dirigere ho appreso che raffigurava un uomo re il personaggio: ho iniziato a renderlo il suo primo lungometraggio, Abu Omar, palestinese in viaggio durante il copri- più chiuso, più muto, apparentemente presentato in diversi festival in Europa, fuoco per riportare a casa suo figlio, meno ribelle, il silenzio pesava più delle Giappone, Cina e Australia e vincitore del morto a causa di un’anomalia cardiaca parole per raccontare il suo dolore. Premio per la Miglior regia all’Ischia Film in un ospedale israeliano, per seppellir- Ho voluto tradurre questa storia in Festival. lo nel suo Paese. immagini con gravità e tenerezza, in Ho sentito subito il desiderio di farne modo che potesse toccare l’umanità il punto di partenza per una sceneg- e il cuore delle persone, per portare lo giatura. «Dove lo condurrà la realtà a spettatore, indipendentemente dalle partire da lì?». Questa è la domanda sue convinzioni politiche e religiose o che ha costruito il film. L’uomo sale sul dalla nazionalità, a collegarsi alla trage- primo autobus che vede. Non sa dove dia umana che si verifica ogni giorno in lo porterà, ma è soddisfatto perché c’è Israele. l’aria condizionata e, durante il viaggio, Per essere il più vicino possibile alla potrà convogliarla verso la sacca che cultura israeliana – una cultura segna- contiene le spoglie di suo figlio. Lungo ta dal lutto, certo, ma anche dalla vita il viaggio sarà poi affiancato da Miri, – il film non poteva essere totalmente una giovane donna israeliana che lo scuro. Ecco perché, nonostante la tra- aiuterà quasi suo malgrado, anche in gedia di Salah, in questa traversata – e modo goffo. questa parola ben si addice a ciò che Mentre stavo iniziando una seconda vive il protagonista – possiamo trovare versione della sceneggiatura, ho sapu- un raggio di luce, di risate, di umanità e to che sarei diventato padre, ma que- anche di libertà. sto lieto evento in realtà ha bloccato il Una serie di personaggi diversi e singo- mio processo di scrittura. La storia di lari, pittoreschi o oscuri, appaiono sul Salah, sbattuto a destra e a sinistra con percorso di Salah e Miri e lo illuminano ogni volta in modo diverso. Ma spero che ci si ricordi anche del rapporto che via via si instaura tra Salah e Miri. Un rapporto che inizia con cautela e che si rafforza gradualmente nel corso del film trasformandosi in un legame forte, profondamente umano, silenzioso. FILMOGRAFIA Spero che il risultato finale, che ri- Yana’s March (cm; 2008) specchia pienamente le intenzioni che Alma (cm; 2009) avevo in fase di sceneggiatura, riesca Guest (cm; 2011) a trasmettere una storia agrodolce e, The Last Korczak Boy (cm-doc; 2012) attraverso di essa, la complessità della Kumasi - Haifa (doc; 2012) realtà, l’assurdità della situazione, la co- Football in the Valley (doc; 2014) esistenza tra la vita e la morte, e la forza Broken Hearts Club (doc; 2016) della vita, nonostante tutto. Abu Omar (2021) 21
Drammatico Francia; 2021 DCP; col. 87’ V.O. con sottotitoli in italiano AL CENTO PER CENTO (À PLEIN TEMPS) di Éric Gravel INTERPRETI: Laure Calamy Julie, Anne Suarez Sylvie, Geneviève Mnich Mme Lusigny, Nolan Arizmendi Nolan, Sasha Lemaitre Cremaschi Chloé, Cyril Gueï Vincent, Lucie Gallo Mme Delacroix, Agathe Dronne Sophie, Mathilde Weil Lydia | SCENEGGIATURA: Éric Gravel | FOTOGRAFIA: Victor Seguin | MONTAGGIO: Mathilde Van de Moortel | MUSICA: Irène Drésel | SUONO: Dana Farzanehpour, Valérie Deloof, Florent Lavallée | SCENOGRAFIA: Thierry Lautout | COSTUMI: Caroline Spieth | PRODUZIONE: Raphaëlle Delauche, Nicolas Sanfaute per Novoprod Cinema, In coproduzione con France 2 Cinéma, Haut et Court Distribution | DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures SINOSSI Julie fa di tutto per crescere i suoi due figli in cam- pagna e mantenere il lavoro in un hotel parigino di lusso. Quando finalmente riesce a ottenere un collo- quio per una posizione in cui sperava da tempo, scop- pia uno sciopero nazionale che paralizza il sistema dei trasporti pubblici. Il fragile equilibrio che Julie ha creato è messo in pericolo. Così decide di lanciarsi in una frenetica corsa contro il tempo, con il rischio di inciampare. 22
@Karen Di Paola NOTE DI REGIA ÉRIC GRAVEL Attraverso lo sguardo di questa don- non tutti riescono a trovare il modo na sola con i suoi figli, volevo solle- di farlo funzionare. vare il problema del ritmo stressante Il film mette in scena un dramma so- della nostra quotidianità e delle bat- ciale che per certi versi ho trattato Sceneggiatore e regista di origine franco- taglie che affrontiamo ogni giorno. come un thriller. canadese, Gravel vive in Francia da 20 anni. Ha realizzato cortometraggi all’in- Proprio come Julie, anche io vivo in Volevo che i gesti quotidiani venissero terno del movimento cinematografico campagna, così volevo portare l’at- visti come una fonte di tensione. Ju- internazionale Kino, prima di debuttare tenzione sulla vita di quelle perso- lie, la protagonista, vive la propria vita nella regia di lungometraggi con il film ne che tutti i giorni vedo prendere il costantemente in accelerazione non Crash Test Aglaé (2017). A tempo pieno, treno perché hanno deciso di vivere perché è una spia o un’agente della il suo secondo lungometraggio, è valso a lontano dalla metropoli, in cerca di CIA, ma semplicemente perché è una Éric Gravel il Premio Orizzonti per la Mi- una migliore qualità della vita. È un madre single che lotta per una vita mi- gliore regia e alla protagonista Laure Ca- equilibrio difficile da mantenere e gliore. lamy il Premio come Migliore attrice alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinema- tografica di Venezia. FILMOGRAFIA Ce n’était qu’un rêve (cm; 2004) Eau Boy (cm; 2007) Crash Test Aglaé (2017) A tempo pieno (À plein temps; 2021) 23
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