CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro

Pagina creata da Federico Lazzari
 
CONTINUA A LEGGERE
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
Bollettino del
                                                       CIRCOLO S. PIETRO
                                                       Oremus pro Pontifice nostro Francisco, Dominus conservet Eum et vivificet Eum
                                                       et beatum faciat Eum in terra et non tradat Eum in animam inimicorum Eius.

Anno CXLIX dalla fondazione                                                                                                                                                                                2° semestre 2018
   Dir. e Amm.: piazza S. Calisto, 16 - 00153 Roma - Reg. Trib. di Roma, n. 10711, del 11.1.1966 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
Bollettino del

CIRCOLO S. PIETRO
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
Bollettino del

    Anno CXLIX dalla fondazione
                                                           CIRCOLO S. PIETRO
                                                           Oremus pro Pontifice nostro Francisco, Dominus conservet Eum et vivificet Eum
                                                           et beatum faciat Eum in terra et non tradat Eum in animam inimicorum Eius.

                                                                                                                                                                                                               2° semestre 2018
       Dir. e Amm.: piazza S. Calisto, 16 - 00153 Roma - Reg. Trib. di Roma, n. 10711, del 11.1.1966 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma
                                                                                                                                                                                                                                             SOMMARIO
                                                                                                                                                                                                                                             LETTERA DEL PRESIDENTE                               3

                                                                                                                                                                                                                                             L’INFINITA CREATIVITÀ DELLA MISERICORDIA              5
                                                                                                                                                                                                                                             - Relazione del Segretario Generale Cav. Piero Fusco  5
                                                                                                                                                                                                                                             - Relazione dell’Economo Generale Cav. Riccardo Rosci 8
                                                                                                                                                                                                                                             - Cristologia Musicale. Ascolto, preghiera, azione   10

                                                                                                                                                                                                                                             S. PAOLO VI. SOCIO, PAPA, SANTO                     18
                                                                                                                                                                                                                                             - Un santo alle Ville Pontificie                    20
                                                                                                                                                                                                                                             - Il coraggio della modernità                       26

                                                                                                                                                                                                                                             SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI                29
                                                                                                                                                                                                                                             - A tavola con i bisognosi                          29
  Bollettino del Circolo S. Pietro                                                                                                                                                                                                           - Omelia del Santo Padre Francesco                  31
     fondato il 29 aprile 1869
       Periodico semestrale
                                                                                                                                                                                                                                             FESTA DI MARIA SANTISSIMA,
                                                                                                                                                                                                                                             L’OMAGGIO SENZA TEMPO
                                                   Direttore:
                                                Leopoldo Torlonia                                                                                                                                                                            DELLA CITTÀ DI ROMA                                 35
                                                                                                                                                                                                                                             - Il mondo intero attende il sì di Maria            36
      Direttore Responsabile:                                                                                                                                                                                                                - Preghiera all’Immacolata                          37
            Marco Chiani
                                                                                                                                                                                                                                             VERSO I 150 ANNI: UN LIBRO PER IL CIRCOLO           38
       Comitato di Redazione:
           Stefano Catania                                                                                                                                                                                                                   ATTIVITÀ DEL CIRCOLO                                39
              Piero Fusco                                                                                                                                                                                                                    - Esposizione natalizia:
          Francesca Manna
            Susanna Miele                                                                                                                                                                                                                      un regalo per il popolo di Aleppo                 39
             Carlo Napoli                                                                                                                                                                                                                    - Commissione Carità del Papa - Raccolta 2018       41
          Augusto Pellegrini
           Saverio Petrillo                                                                                                                                                                                                                  - A Farfa, il Circolo di domani                     42
                                                                                                                                                                                                                                             - Breve storia della Madonnina del 16               44
  Direzione e amministrazione:
                                                                                                                                                                                                                                             - Vita del Circolo                                  46
           Palazzo S. Calisto
 Piazza S. Calisto, 16 - 00153 Roma                                                                                                                                                                                                          LIBRI CONSIGLIATI                                   50
tel. 0669887264 - fax 0669887168
       ufficiostampa@cspietro.va
                                                                                                                                                                                                                                             BOLLETTINO IN INGLESE                               51
    Reg. Trib. di Roma n. 10711
         dell’11 gennaio 1966
         Poste Italiane S.p.A.                                                                                                                                                                                                               BOLLETTINO IN SPAGNOLO                              53
   Sped. Abb. Post. d.l. 353/2003
   (conv. in l. 27/02/2004 n. 46)
    art. 1, comma 2 - DCB Roma

Tipografia Cardoni s.a.s. - Roma
    info@tipografiacardoni.it
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
LETTERA DEL PRESIDENTE

                      LETTERA DEL PRESIDENTE

C       ari Soci e Amici del Circolo S. Pietro,
        la canonizzazione dell’amatissimo Paolo VI segna un momento di
        profonda gioia per il Circolo S. Pietro che, il 16 marzo del 1943,
ebbe l’onore di ammettere tra i suoi Soci l’allora Mons. Giovanni Battista
Montini. La scelta di proclamare santo Papa Paolo durante il Sinodo dei
vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, inoltre,
favorisce ragionamenti che investono il nostro essere Soci. Da una parte la
santità, dall’altra le nuove generazioni, la realizzazione più autentica della
vita e l’urgenza di formare nuovi testimoni di speranza. N el 1958,
rivolgendosi alle Suore di Maria Bambina, che gli prestarono assistenza
personale per tutta la vita, il futuro Paolo VI spiegava che «la santità non
consiste né nei voti, né nella regola», ma si fonda su una carità «che ci porta
fuori, che ci porta lontano, che è ansia del bene in se stesso, che, in una
parola, è amore di Dio: questa è santità verace ed autentica».
   Nella Gaudete et Exsultate, pochi mesi fa, Papa Francesco ha descritto la
santità nel suo senso primo, così come era stata profilata nella Lumen
Gentium dal Concilio Vaticano II. Facendo piazza pulita di «tante forme
di falsa spiritualità senza incontro con Dio che dominano nel mercato
religioso attuale», il Santo Padre spiega come la santità sia frutto della
grazia di Dio, indicando le caratteristiche che ne costituiscono un model-
lo a partire dal Vangelo. Chiarisce in questo modo la vita nell’amore non
separabile per Dio e per il prossimo, comandamento centrale della carità e
del Vangelo dalle parole stesse di Gesù che «ha spiegato con tutta sempli-
cità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini
(cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d’identità del cristia-
no».
   La chiamata alla santità nel mondo contemporaneo è una possibilità
reale e mai così auspicabile come ora. Impegnarsi in nuovi percorsi di
carità rappresenta l’unica maniera per vivere pienamente, da uomini e da
veri cristiani. In una realtà che si fa sempre più opaca, in cui l’intera
costruzione sociale e i comportamenti che ne derivano sembrano fondati
sulla negazione della compartecipazione al bisogno dell’altro, è appunto
questo il progetto più urgente: non solo nel senso di gettarsi a capofitto

                                                                             3
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
LETTERA DEL PRESIDENTE

nell’azione tangibile, ma anche, al contrario, nel senso di ricordare ai cam-
pioni del materialismo la forza della preghiera, l’esistenza di un non visi-
bile, di un non tangibile appunto, che non è meno veridico per il fatto di
essere accessibile soltanto per il tramite della fede.
   Come Soci del Circolo S. Pietro, siamo tenuti a presentarci attraverso la
speciale «carta d’identità» a cui fa riferimento Papa Francesco, senza mai
dimenticare di trasmettere la bellezza della carità alle nuove generazioni,
contagiandole.

    Buon Natale.

4
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
ASSEMBLEA ORDINARIA

     L’INFINITA CREATIVITÀ DELLA MISERICORDIA
Si è tenuta il 20 giugno, nella Sala dei Papi di Palazzo S. Calisto, l’Assemblea
Ordinaria del Circolo S. Pietro. Come ogni anno, il Segretario e l’Economo hanno
informato i soci sulle attività svolte e sui futuri progetti. L’Assemblea ha approvato
all’unanimità il bilancio consuntivo ed il preventivo. Al termine, la Cappella
Musicale del Circolo S. Pietro - diretta dal Maestro Roberto Colavalle - ha offerto
ai soci il Concerto spirituale “Vita di Cristo - Ascolto, preghiera, azione”, un intenso
momento di preghiera personale e comunitario che ha permesso di meditare sulla figura
del Cristo, mediante alcuni brani corali tratti dal repertorio tradizionale, dal canto
monodico a quello polifonico.

             RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE
                      CAV. PIERO FUSCO

C      arissimo Presidente, Reverendissimo Monsignor Assistente, cari
       Soci, Volontari del Circolo S. Pietro e carissimi Amici,
       è per me sempre una grande emozione incontrarvi in occasione
dell’Assemblea Ordinaria. Si tratta, certamente, di un momento di revi-
sione di quanto fatto per il Circolo e quindi per i nostri assistiti, ma

                                                                                      5
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
ASSEMBLEA ORDINARIA

anche di un esame di coscienza personale per chi negli anni ricopre il
ruolo di Segretario.
   Non è un segreto che, nell’ultimo triennio, l’Assemblea Ordinaria abbia
gradualmente modificato la sua forma: da evento strettamente legato ai
risultati, momento di bilancio e verifiche, ha rivolto lo sguardo tanto ai
meccanismi interni quanto a quelli esterni, anticipando il cambio di liturgia
scelto dalla Presidenza e dal Consiglio direttivo ad un anno dai
festeggiamenti del Centocinquantesimo.
   Se due anni fa il mio intervento si è incentrato sulle dinamiche di
governance del Circolo e lo scorso anno sul volontariato alla luce della legge
di riforma del Terzo settore, quest’anno mi limiterò ad introdurre pochi
cenni prima di un momento di profonda riflessione personale e collegiale
su quanto facciamo. L’esame di coscienza insomma non riguarda soltanto il
Segretario, ma ogni Socio del Circolo, ognuno di noi.
   Il resoconto di quanto ottenuto dal lavoro delle Commissioni, potremmo
quasi dire, perde la sua priorità rispetto a quanto ci impegniamo a fare con
la preghiera, rispetto alla promessa che scegliamo di rinnovare qui, oggi,
insieme. La relazione dall’Economo soddisferà a pieno la necessità di
conoscere lo stato di salute del Circolo, che rimanda a quella serena solidità
che ci permette di lavorare ancora sull’infinita creatività della misericordia.
   Dal momento che la concisione è lodata da tutti, ma in pochi la mettono
in pratica, mi soffermerò davvero soltanto su due punti dai quali non posso
prescindere perché connessi con il futuro e il motivo primo della nostra
Azione.
   Il primo dei due punti riguarda la costituzione del “Gruppo giovani”
fortemente voluta dal Presidente, straordinaria intuizione che,
personalmente, mi riporta agli anni in cui frequentavo questa scuola di vita
uguale a nessun’altra.
   Nel ringraziare i nostri giovani e giovanissimi per la presenza assidua
agli incontri di formazione, al ritiro di Farfa ed alla partecipazione attiva
ad alcune attività di carità, vorrei - con il permesso del Presidente - spronarli
ancora di più alla frequentazione di questo amato Sodalizio. Ricordate che
il Circolo è il luogo ideale per servire il Signore, dunque è il luogo per
crescere, maturare, diventare adulti in grado di comprendere a pieno e
soddisfare il bisogno del fratello che ha avuto meno possibilità.
   Grazie all’aiuto dei Soci con più esperienza e anni sulle spalle, entrerete
sempre di più in questa grande famiglia della carità: avete già scoperto il
valore del donarsi gratuitamente all’altro, fatene tesoro, conservatelo,
accrescetelo nei vostri cuori.

6
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
ASSEMBLEA ORDINARIA

    Il secondo punto, in realtà, è intimamente legato al primo e vuole essere
di incitamento a continuare in questo nostro bellissimo percorso per chi è
già a bordo, così come ad esortare nuove persone a salire. Durante l’Udienza
concessa alla Presidenza il 12 maggio, il Santo Padre ha fatto riferimento a
precisi modelli da seguire, all’importanza di rispondere alla chiamata del
Signore. Lasciate che vi ricordi le parole di Papa Francesco:
    «Avete davanti a voi l’esempio di tanti Santi della carità, già beatificati
o canonizzati; ma lasciatevi stimolare anche “dai segni di santità che il
Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che
partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la
viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di
carità” (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 8). Il vostro apostolato costituisce
un’occasione e uno strumento per corrispondere alla chiamata alla santità
che il Signore fa a ciascuno di noi. Attraverso le opere di carità, voi
permettete alla grazia ricevuta nel Battesimo di fruttificare in un cammino
di santità, che è il frutto dell’azione dello Spirito Santo nella nostra vita».
    Papa Francesco ha ribadito che il nostro servizio è qualcosa che va oltre
l’aspetto umano, va verso ciò che è trascendente. Ma come continuiamo ad
alimentare questo servizio, come diamo nutrimento a questo Circolo? La
partecipazione assidua ai momenti di preghiera che il Circolo offre
probabilmente è stata la mancanza più evidente di quest’ultimo anno
sociale. Lavoriamo di più in questa direzione! Non è necessario che vi ricordi
che la Preghiera, nel nostro motto, ha la stessa dignità dell’Azione e del
Sacrificio. A ben vedere, viene prima dell’Azione e del Sacrificio. Il plauso
mio e della Presidenza non può non andare ad alcune Commissioni che
mensilmente si incontrano per pregare anche insieme agli assistiti: l’auspicio
è di vederci sempre più numerosi ai momenti di preghiera comunitari.
    È anche per questo motivo che il Presidente ha chiesto al Maestro
Roberto Colavalle di proporci, oggi, durante l’Assemblea Ordinaria, un
breve momento di preghiera attraverso il canto. Nel ringraziarvi per la
presenza, ma soprattutto per quanto fate con grande abnegazione, vi invito
a nome del Presidente e del nostro Assistente Ecclesiastico a partecipare con
devozione a questo momento di preghiera e meditazione sulla vita di Gesù
per il nostro amato ed antico Circolo S. Pietro.

   Viva il Papa!

                                                                             7
CIRCOLO S. PIETRO Bollettino del - Circolo San Pietro
ASSEMBLEA ORDINARIA

             RELAZIONE DELL’ECONOMO GENERALE
                    CAV. RICCARDO ROSCI

S    ignor Presidente, Reverendissimo Monsignor Assistente, Signore e
     Signori Soci,
     il nostro Circolo si avvicina all’appuntamento del
Centocinquantesimo; potremmo dire “nuove sfide ci attendono”, ma in
realtà il Circolo S. Pietro è stato fondato, 149 anni e qualche giorno fa,
proprio per fronteggiare sempre nuove situazioni.
   Quelle che oggi chiamiamo “nuove povertà”, che peraltro tanto “nuove”
non sono più, visto che stanno già evolvendo e interessano le nostre attività
da più di un decennio, hanno preso il posto delle “nuove povertà” degli anni
Ottanta e Novanta, quelle che noi “Giovani del Circolo S. Pietro” vedevamo
passare a via Ferruccio, e queste a loro volta di quelle degli anni Settanta, e
così via, fino ad arrivare agli anni del post-Dopoguerra, alle tremende
conseguenze della Seconda guerra mondiale, al periodo tra le due guerre, ai
fenomeni dell’inizio del XX secolo.
   Ogni epoca ha avuto le sue povertà; non a caso il Beato Pio IX ci avvertì
attraverso i nostri Padri fondatori che non avremmo mai avuto penuria di
un “esercito di poveri” che avremmo potuto tentare di sfamare con le
vivande cucinate nelle pignatte dei suoi Zuavi; questa sua esortazione si
arricchisce, quindi, di una sorta di corollario: il Circolo è da sempre

8
ASSEMBLEA ORDINARIA

chiamato a riconoscere il luogo, la situazione, il momento in cui un fratello
ha bisogno, ed è chiamato a intervenire lì, subito, a suo favore.
   La sfida, quindi, che dal 29 aprile del 1869 ci siamo posti, è quella di
farci trovare sempre pronti dinanzi a queste chiamate, a volte improvvise,
a volte annunciate. Il Circolo, quest’anno come nei 148 precedenti, ha
risposto; grazie anche al solito, immancabile e necessario ausilio della
Provvidenza, siamo riusciti anche quest’anno a realizzare tutto quello che
ci eravamo proposti l’anno scorso redigendo il preventivo di spesa.
   E, si sa, il nostro preventivo non è una semplice esposizione di cifre, ma
una “promessa” di opere e di frutti che portiamo principalmente nella città
di Roma, ma anche nel mondo: oltre a quanto realizziamo attraverso il
nostro “Ministero degli Esteri”, la Commissione per gli Aiuti Internazionali,
pensate anche a quanti, di ritorno nei loro Paesi di origine (o magari giunti
al loro Paese di destinazione) dopo essere stati qui a Roma, parleranno di
quegli strani signori che sorridendo porgevano loro il vassoio con il pranzo
in una strada di Testaccio, o condividevano una sigaretta e una parola con
loro prima di andare a dormire nel cuore di Trastevere, o porgevano loro
una parola di conforto, un aiuto spirituale o materiale in un centro di
ascolto, ancora ricorderanno le bellissime e sorridenti signore che li
accoglievano quando rientravano sfiniti dopo una giornata passata ad
assistere i loro piccoli al “Bambin Gesù”.
   Ora, è indubbio che vi siano state preoccupazioni, dal punto di vista
strettamente economico e finanziario, e io sono qui per rendervene partecipi,
per ricordarvi che il nostro Circolo ha sempre bisogno di risorse e che quelle
a nostra disposizione sono tutt’altro che infinite. Quello che presentiamo
oggi è un bilancio in perdita, e da un certo punto di vista guai se non lo
fosse, dato che l’unico utile ammesso tra queste mura è quello dei nostri
fratelli meno fortunati. Ma vi farei un gran torto se non vi rendessi partecipi
anche della immensa soddisfazione con cui chi vi parla redige questo
bilancio, perché le tante cose belle che abbiamo fatto durante lo scorso anno,
e quelli precedenti, devono essere un nostro punto di orgoglio.
   Non dimentichiamo che noi siamo il Circolo S. Pietro! Siamo tra le
associazioni più antiche, per tradizione, più belle, per quello che facciamo,
e più nobili, per come lo facciamo, della città di Roma. Siamo l’associazione
di volontariato numero 1 nello speciale registro del Governatorato della
Città del Vaticano.
   Soprattutto, Signore e Signori Soci, per ripetere le straordinarie parole
del Santo Padre di poche settimane fa, noi siamo parte di quella Chiesa «che
non è mai ferma, ma cammina per andare incontro ai fratelli e alle sorelle
che hanno fame e sete di ascolto, di condivisione, di prossimità, di
solidarietà».

                                                                             9
ASSEMBLEA ORDINARIA

                    CRISTOLOGIA MUSICALE.
                  ASCOLTO, PREGHIERA, AZIONE

A        conclusione dell’Assemblea Ordinaria, la Cappella Musicale del
         Circolo S. Pietro ha offerto ai soci il percorso musicale “Vita di
         Cristo - Ascolto, preghiera, azione”. I brani scelti sono stati pre-
sentati, prima di essere eseguiti, al fine di facilitare lo stretto rapporto tra
i cantori, “parte del popolo a servizio del popolo”, e un’assemblea che
compartecipi alla liturgia, attraverso l’ascolto della Parola cantata, e che
traduca in azione orante il messaggio salvifico della Parola stessa.
   Dall’annunciazione alla resurrezione, focalizzare e meditare quei momenti
di vita terrena di Gesù che, sia liturgicamente sia musicalmente, vengono
sottolineati in maniera importante in Avvento, nel Natale, in Quaresima e
nella Pasqua. Moltissimi grandi compositori, nel corso dei secoli, si sono
cimentati a scrivere musica sui Testi Sacri per servire al meglio la liturgia. I
brani musicali che abbiamo eseguito, e eseguiremo in un percorso itinerante
in altre istituzioni religiose e non solo, rappresentano una piccolissima parte
del repertorio sacro conosciuto, ma tentano comunque di essere di ausilio, in
modo sobrio e semplice, all’ascoltatore per soffermarsi in un’ora che potremmo
definire di “ascolto spirituale”, meditando la figura di Gesù Cristo.

                                                              Roberto Colavalle

10
ASSEMBLEA ORDINARIA

                         Programma musicale

                       Verrà ben presto - J.S.Bach
                   Puer natus est - Canto Gregoriano
             Fermarono i cieli - S. Alfonso Maria de’ Liguori
                 Dormi non piangere - Lorenzo Perosi
                     Pater noster - Igor Strawinsky
                     Stabat Mater - Zoltán Kodály
            Jesu Rex admirabilis - G. Pierluigi da Palestrina
                 Jesu bleibet meine freude - J. S. Bach
                O bone Jesu - G. Pierluigi da Palestrina
                      Locus iste - Anton Bruckner

L’attesa

1. Verrà ben presto, è tempo ormai l’atteso Salvatore;
   in fragil carne lo vedrai disceso per amore.
   Iddio darà il Suo Figlio a noi,
   perché ci insegni ad esser suoi vivendo il Vangelo.
2. Il precursore già gridò: ”Spianategli il sentiero!
   La scure all’albero puntò, perché vuol frutto vero.
   Sull’aia il grano vaglierà,
   la pula al vento sperderà ma viene per salvare”.
3. Invochi ognuno nel cuor: “ Gesù Signore, vieni”.
   Da Te speriamo luce e ardor Tu solo ci sostieni.
   Di grazie colma i tuoi fedel,
   sii nostra guida fino al ciel: e là di Te vivremo.

                                                                    11
ASSEMBLEA ORDINARIA

La nascita

Puer natus est nobis, et filius datus est nobis:
cuius imperium super humerum eius et vocabitur nomen eius,
magni consilii Angelus.
Cantate Domino canticum novum: quia mirabilia fecit

Un bambino è nato per noi, un figlio ci è stato dato:
sulle Sue spalle è la Sua sovranità, e sarà chiamato Rivelatore del mistero di Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo: perché ha compiuto meraviglie.

Fermarono i cieli la loro armonia cantando Maria la nanna a Gesù
Con voce Divina la Vergine bella Più vaga che stella cantava così:
Dormi dormi fa la ninna nanna Gesù
Dormi dormi fa la ninna nanna Gesù.

12
ASSEMBLEA ORDINARIA

La luce più bella negli occhi brillava Sul viso sembrava Divino splendor
La madre felice di un bimbo Divino Gridava il suo amore cantando così:
Dormi dormi fa la ninna nanna Gesù
Dormi dormi fa la ninna nanna Gesù.

Dormi, non piangere, Gesù diletto,
dormi, non piangere, mio Redentor;
dormi, non piangere, mio Redentor.

Quegli occhi amabili, bel pargoletto,
t’affretta a chiudere nel fosco orror.
Sai perché pungono la paglia e il fieno?
E’ perché vegliano tue luci ancor.
T’affretta a chiuderle che il sonno almeno
sarà rimedio d’ogni dolor.

Dormi, non piangere, Gesù diletto,
dormi, non piangere, mio Redentor;
dormi, non piangere, mio Redentor

                                                                       13
ASSEMBLEA ORDINARIA

Oratio Dominica

Pater noster, qui es in cælis, sanctificétur Nomen Tuum
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo. Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen

14
ASSEMBLEA ORDINARIA

La croce

Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Cuius ánimam geméntem, contristátam et doléntem
pertransívit gládius.
O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta
Mater Unigéniti!
Quando corpus moriétur, fac, ut ánimae donétur
paradísi glória. Amen.

La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce
mentre pendeva il Figlio.
E il suo animo gemente, contristato e dolente
era trafitto da una spada.
Oh, quanto triste e afflitta fu la benedetta
Madre dell’Unigenito!
E quando il mio corpo morirà fa’ che all’anima sia data
la gloria del Paradiso. Amen.

                                                                    15
ASSEMBLEA ORDINARIA

Il risorto è tra noi

Iesu, Rex admirabilis Et triumphator nobilis
Dulcedo ineffabilis Totus desiderabilis.
Mane nobiscum Domine Et nos illustra lumine
Pulsa mentis caligine Mundum reple dulcedine.

Gesù, Re ammirabile, nobile trionfatore,
ineffabile dolcezza, tutto da amare.
Resta con noi Signore e illuminaci,
libera le menti dall’oscurità e riempi il mondo di dolcezza.

16
ASSEMBLEA ORDINARIA

Jesus bleibet meine Freude Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide, er ist meines Lebens Kraft,
meiner Augen Lust und Sonne, meiner Seele Schatz und Wonne,
darum lass ich Jesum nicht aus dem Herzen und Gesicht.

Gesù rimane la mia gioia, linfa e consolazione del mio cuore,
Gesù pone termine a ogni sofferenza, è la forza della mia vita,
sole e brama dei miei occhi, delizia e tesoro della mia anima,
perciò non lascio Gesù lontano dal cuore e dallo sguardo.

O bone Jesu, miserere nobis
quia tu creasti nos tu redemisti nos
sanguine tuo pretiosissimo.

O buon Gesù abbi pietà di noi
perché tu ci hai creato, tu ci hai redento
con il tuo sangue preziosissimo.

Locus iste a Deo factus est,
inaestimabile sacramentum, irreprehensibilis est.
Codesto luogo è stato creato da Dio,
è perfetto, sacramento inestimabile.

                                                                     17
S. PAOLO VI

                       PAOLO VI. SOCIO, PAPA, SANTO
Il 16 marzo 1968 si è festeggiato il XXV anniversario dell’appartenenza di
Mons. Giovanni Battista Montini al sodalizio; ed il Santo Padre ricevendo
l’omaggio delle preghiere e della fedeltà dei soci, insieme ad un simbolico dono, faceva
rispondere che «al Vicario di Cristo sono tornati pure molto accetti i propositi di
continuare a vivere, con costanza e generosità d’animo, il triplice motto-programma
del Circolo (Preghiera - Azione - Sacrificio) e, altresì un’assicurazione di ferventi
preghiere». Manifestando la sua riconoscenza, il Papa invocava «parimente, dal Cristo
Risorto eletti e copiosi favori celesti, affinché codesta pia e ormai secolare istituzione
possa continuare a svolgere sempre più ampiamente e proficuamente le sue attività»1.

                                                        A        quarant’anni dalla morte,
                                                                 Papa Paolo VI, socio del
                                                                 Circolo S. Pietro dal
                                                        16 marzo 1943, è stato procla-
                                                        mato santo dal suo quarto succes-
                                                        sore, Papa Francesco. La formula
                                                        che ha sancito la definitiva cano-
                                                        nizzazione ha risuonato, domenica
                                                        14 ottobre in Piazza S. Pietro, nel
                                                        corso di un Sinodo dei vescovi,
                                                        l’istituzione alla quale proprio il
                                                        Pontefice del Concilio Vaticano II
                                                        diede vita, per associare l’episco-
                                                        pato mondiale alla discussione dei
                                                        temi riguardanti la Chiesa e il suo
                                                        governo.
                                                            Dopo la recita delle litanie, la
                                                        declamazione ufficiale di Sua Santità
                                                        Francesco: «Ad onore della Santissima
                                                        Trinità per l’esaltazione della fede
                                                        cattolica e l’incremento della vita
                                                        cristiana, con l’autorità di nostro
                                                        Signore Gesù Cristo, dei Santi

1
     G. L. Masetti Zannini (a cura di), Il Circolo San Pietro - Cenni storici, Roma, 1969, pag. 155-157.

18
S. PAOLO VI

Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più
volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato,
dichiariamo Santi i Beati». Insieme a Papa Paolo VI sono stati canonizzati anche
Oscar Romero, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper,
Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e Nunzio Sulprizi.
   Sono santi, ha detto Sua Santità nell’omelia, perché hanno fatto «la scelta
coraggiosa di rischiare» per seguire Gesù e «hanno avuto il gusto di lasciare
qualcosa per abbracciare la sua via». Perché hanno applicato quanto Gesù
dice nel Vangelo proclamato domenica 14 ottobre: «lasciare quello che
appesantisce il cuore» e soprattutto le ricchezze terrene.

         DALL’OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

[…] Il santo Papa Paolo VI scrisse: «È nel cuore delle loro angosce che
i nostri contemporanei hanno bisogno di conoscere la gioia, di sentire
il suo canto» (Esort. ap. Gaudete in Domino, I). Gesù oggi ci invita a
ritornare alle sorgenti della gioia, che sono l’incontro con Lui, la scelta
coraggiosa di rischiare per seguirlo, il gusto di lasciare qualcosa per
abbracciare la sua via. I santi hanno percorso questo cammino.
    L’ha fatto Paolo VI, sull’esempio dell’Apostolo del quale assunse il nome.
Come lui ha speso la vita per il Vangelo di Cristo, valicando nuovi confini
e facendosi suo testimone nell’annuncio e nel dialogo, profeta di una Chiesa
estroversa che guarda ai lontani e si prende cura dei poveri. Paolo VI, anche
nella fatica e in mezzo alle incomprensioni, ha testimoniato in modo
appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente. Oggi ci esorta
ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la
nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità. Non alle
mezze misure, ma alla santità. [...]

    Santa Messa e Canonizzazione dei Beati Paolo VI, Oscar Romero,
  Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper, Nazaria
           Ignazia di Santa Teresa di Gesù, Nunzio Sulprizio.

                Piazza S. Pietro. Domenica, 14 ottobre 2018

                                                                                 19
S. PAOLO VI

                UN SANTO ALLE VILLE PONTIFICIE

H        o incontrato per la prima volta il Cardinale Montini a Castel
         Gandolfo, durante i primi anni del mio servizio nelle Ville
         Pontificie, dove era di casa, essendo grande amico del mio illustre
predecessore Emilio Bonomelli, anch’egli bresciano. L’occasione fu il ritorno
del Cardinale dal viaggio in Africa che si svolse dal 19 luglio al 10 agosto
1962 per visitare la missione milanese di Karila nel Sud Rhodesia e che lo
portò anche in Sud Africa, Nigeria e Ghana, a testimonianza della sua viva
attenzione al mondo missionario, un viaggio che già anticipava in qualche
modo l’idea dei futuri viaggi apostolici.
   Appena atterrato all’aeroporto di Ciampino, egli giunse direttamente a Castel
Gandolfo per incontrare Papa S. Giovanni XXIII che si trovava lì dal 15 luglio.
Il Cardinale Montini era legato al Cardinale Roncalli da rapporti di profonda
stima ed amicizia che proseguirono anche dopo l’elezione al pontificato. Fece
impressione vedere il Cardinale recarsi in udienza in clergyman, fatto
assolutamente nuovo in quegli anni. Appariva abbronzato ed in splendida forma,
nonostante le fatiche del viaggio, evidentemente soddisfatto per la riuscita della
sua missione.
   Il Papa S. Giovanni XXIII quell’anno anticipò il rientro in Vaticano al
1° settembre, dato che le sue condizioni di salute stavano rapidamente
declinando. La sua morte, avvenuta il 3 giugno 1963, colpì profondamente

20
S. PAOLO VI

        21
S. PAOLO VI

tutti, anche i non credenti, rivelando i consensi senza precedenti che la sua figura
aveva suscitato in tutto il mondo. Celebrando il 7 giugno, nel Duomo di Milano,
la Santa Messa in suffragio del Papa defunto, il Cardinale Montini iniziò
l’Omelia citando il prologo del Vangelo di Giovanni: «Venne un uomo mandato
da Dio e il suo nome era Giovanni».
    Giunto a Roma per partecipare alle Sessioni in preparazione del Conclave, il
Card. Montini, per sfuggire alla pressione mediatica che sentiva forte su di lui,
preferì soggiornare nelle Ville Pontificie, al piano nobile di Palazzo Barberini,
ospite del direttore Bonomelli. La mattina del 19 giugno partì per il Conclave.
Ero tra i pochi che ebbero la fortuna di salutarlo. Il portiere delle Ville Pontificie,
nella sua ingenua spontaneità, gli disse: «Eminenza, tanti auguri», subito
fulminato dallo sguardo severo del direttore perché non si usa fare questo genere
di auguri in tali circostanze. Il Conclave, al quale parteciparono 80 Cardinali,
durò due giorni ed il Card. Montini riuscì eletto Papa al quinto scrutinio, nella
mattina del 21 giugno. Nelle Ville Pontificie seguivamo con apprensione le
varie fumate e grande fu la nostra gioia quando apprendemmo dalla televisione
che il “nostro” Cardinale era stato eletto Papa.
    Il 5 agosto il Papa S. Paolo VI giunse nella residenza papale di Castel
Gandolfo per il suo primo soggiorno e subito iniziò un ritiro spirituale in
preparazione alla sua alta missione, scrivendo alcune profonde riflessioni sul
nuovo ruolo. Anticipò il rientro in Vaticano all’11 settembre, avendo fissato per
il 29 dello stesso mese la ripresa del Concilio. Il suo soggiorno a Castello si ripeté
negli anni successivi, sempre da metà luglio a metà settembre, stabilendo così
con gli abitanti di Castel Gandolfo ed i dipendenti delle Ville Pontificie un
rapporto di affettuosa cordialità e di paterna sollecitudine.
    Nell’Angelus del 13 agosto 1972 così descrisse i suoi soggiorni nella cittadina
laziale: «Anche noi godiamo un po’ di questo dono che il Signore ci regala.
Respiriamo quest’aria buona, ammiriamo la bellezza di questo quadro naturale,
gustiamo l’incanto della sua luce e del suo silenzio e anche cerchiamo qualche
ristoro alle nostre povere forze che sono sempre scarse e ora anche un po’
stanche».
    L’udienza di commiato, che dedicava ogni anno ai dipendenti delle Ville
Pontificie, costituiva un momento privilegiato ed indimenticabile, dimostrando
la premura del Santo Padre di esprimere gratitudine ai collaboratori. Per rendere
l’incontro animato e cordiale, il Papa ebbe l’idea di riservare ai dipendenti una
speciale lotteria. Venivano preparati una serie di oggetti, scelti tra i doni offerti
al Santo Padre nelle varie udienze da tutte le parti del mondo, poi sorteggiati
in modo che ogni dipendente ricevesse un ricordo. Il Papa personalmente
provvedeva alla estrazione dei primi numeri. Era un momento di serena allegria,

22
S. PAOLO VI

ma anche di alto valore simbolico,
perché in grado di dimostrare,
attraverso i regali provenienti da ogni
parte del mondo, l’universalità della
Chiesa.
    Nelle passeggiate quotidiane negli
splendidi giardini delle Ville, una
meta consueta era il giardino della
Madonnina. Incastonato tra i ruderi
del palazzo imperiale di Domiziano,
questo giardino è dominato da una
statua della Madonna, opera dello
scultore bresciano Angelo Righetti
(1900-1972), collocata, per volontà
di Papa Pio XI, in una edicola
composta con marmi trovati negli
scavi della Villa. L’edicola mariana si
specchia in uno stagno antistante,
creando effetti di rara suggestione. Sei
alti cipressi svettano severi ai lati della fontana, ornata da quattro gruppi di
ninfee. Paolo VI amava ogni volta portare alcune briciole di pane da offrire in
pasto ai pesci dello stagno che accorrevano numerosi a questo appuntamento
quotidiano, forse attratti dal bianco della veste del Papa.
    Vorrei raccontare a questo proposito alcuni episodi che danno misura della
delicatezza, della umiltà e del sottile umorismo del Papa. Una volta Paolo VI,
nel camminare sul prato che circonda lo stagno, inciampò in un irrigatore e
cadde a terra. Il Cardinale Villot, Segretario di Stato, ed il Secondo Segretario
Monsignor Bruno Bossi (Mons. Macchi era in quei giorni in vacanza) rimasero
impietriti. Ma il Papa, dolcemente, disse loro: «Almeno aiutatemi ad alzarmi».
I due, nel sollevarlo, rimasero ancora più spaventati perché il Santo Padre
perdeva sangue dal naso, ma Paolo VI riuscì a sdrammatizzare la situazione
dicendo: «Fortunati voi perché avete potuto contemplare il dolce Cristo in
terra», secondo l’espressione di Santa Caterina da Siena.
    Le Ville Pontificie hanno, tra i vari compiti istituzionali, quello di rifornire
la dispensa papale dei prodotti dell’orto e della fattoria ivi esistenti. Durante
l’estate il frutto principe di Castel Gandolfo, che vi dedica anche una sagra, sono
le pesche, le famose “perziche giallone” dal sapore e profumo delicato ed intenso.
Un giorno mi telefona la Superiora dell’appartamento papale pregandomi di
mandare pesche più piccole di quelle, bellissime, che inviavamo solitamente.

                                                                                 23
S. PAOLO VI

«Vede», mi disse, «il Santo Padre vorrebbe tanto gustarle, ma, pensando di non
riuscire a mangiarne una intera, preferisce astenersi». Un’altra volta, durante la
passeggiata nei giardini, il Papa vede un bellissimo grappolo d’uva, vorrebbe
assaggiarlo, ma poi dice al Segretario: «Chissà che dirà il direttore».
    Nella sua continua ansia pastorale, il Papa volle che fosse costruita, a
Castel Gandolfo, sulle rive del lago, una piccola chiesa dedicata alla
Madonna. Ogni anno, per la festa dell’Assunta, il Papa celebrava la Santa
Messa nella Chiesa parrocchiale pontificia, sita sulla piazza di Castel
Gandolfo, riservata agli abitanti della cittadina. Nel 1977 l’appuntamento
venne spostato nella Chiesa della Madonna del Lago che il Santo Padre volle
consacrare personalmente.
    Al termine dell’Omelia, messi da parte i fogli, il Santo Padre proseguì a
braccio con queste parole: «Chissà se avrò io ancora, vecchio ormai come sono,
il bene di celebrare con voi questa festa. Vedo approssimarsi le soglie dell’al di
là e perciò prendo occasione da questo incontro felicissimo per salutarvi tutti,
per benedire voi, le vostre famiglie, i vostri lavori, le vostre fatiche, le vostre
sofferenze, le vostre speranze, le vostre preghiere. La Madonna dia a queste mie
preghiere l’efficacia e la realtà che desidera abbiano. Siate benedetti nel nome
di Maria e così sia».
    Un brivido corse nella schiena dei presenti ed anche ora, a distanza di oltre
quarant’anni, questo ricordo mi emoziona fortemente.
    L’anno seguente, il 14 luglio, il Papa si trasferì a Castel Gandolfo nutrendo,
come ogni anno, la speranza che la salubrità dell’aria potesse rimetterlo in forze,
come accadeva di consueto. Il soggiorno proseguiva apparentemente tranquillo
anche se il Papa era stanco e sofferente.
    Il 1° agosto nel pomeriggio volle recarsi a Frattocchie per rendere omaggio
alla tomba del Card. Pizzardo nell’anniversario della morte ed il 3 agosto
ricevette in una lunga udienza privata il nuovo Presidente della Repubblica,
Onorevole Sandro Pertini, eletto 1’8 luglio, riuscendo a nascondere il suo male
e ad apparire in buone condizioni, anche se aveva 38 di febbre. All’uscita
dall’Udienza, il Presidente appariva visibilmente commosso. Mi ha raccontato
il Cardinale Dino Monduzzi, all’epoca Reggente della Prefettura della Casa
Pontificia, che Pertini, giunto nella sala d’angolo, si appoggiò ad una consolle
sovrastata da un bassorilievo bronzeo, opera di Manfrini raffigurante la Madonna,
e scoppiò in un pianto dirotto che durò alcuni minuti.
    Domenica 6 agosto il Santo Padre non poté affacciarsi nel cortile del Palazzo
per la recita dell’Angelus; nel pomeriggio alcuni concitati movimenti di
familiari all’interno del Palazzo fecero capire che qualcosa non andava e ben
presto si seppe che le condizioni di salute del Papa erano peggiorate.

24
S. PAOLO VI

        25
S. PAOLO VI

   Alle 21.40 il Santo Padre moriva.
   La venerata salma rimase esposta alla pietà delle migliaia e migliaia di fedeli,
giunti da ogni dove, nella sala degli Svizzeri del Palazzo Pontificio di Castel
Gandolfo, fino al pomeriggio di mercoledì 9 agosto quando venne trasportata
in Vaticano in forma strettamente privata.
   Nell’occasione mi ero permesso di far presente che il corteo funebre sarebbe
dovuto uscire dal portone principale del Palazzo, come già avvenuto per Pio
XII, ma la mia era una voce troppo modesta per essere ascoltata e così il corteo
uscì dall’ingresso secondario di Villa del Moro.

                                                                      Saverio Petrillo

                 IL CORAGGIO DELLA MODERNITÀ

L   ’aureola di santità che la Chiesa riconosce ai suoi figli rischia talvolta
    di sottrarli dalla vita e rinchiuderli entro i confini di un’immaginetta
    sacra, stereotipata e astratta. N on così per S. Paolo VI. Il clamore
mediatico per la recente canonizzazione, celebrata da Papa Francesco in

                                                           Udienza al Circolo S. Pietro del 24 giugno 1965   S.

26
S. PAOLO VI

                   Piazza S. Pietro lo scorso 14 ottobre, ha invece consentito di gettare nuova
                   luce sulla sua figura storica e spirituale. E questo grazie ai tanti testimoni e
                   agli studiosi che gli hanno dedicato pagine di calda umanità e non di fredda
                   agiografia d’occasione. Numerose ricerche hanno ricostruito e illuminato la
                   vita di un uomo chiamato a una prodigiosa carriera ecclesiastica ma immer-
                   so sempre più dentro il mistero dell’uomo e dentro il mistero di Dio.
                      Innamorato di Dio: questo anzitutto è stato Giovanni Battista Montini.
                   Un intellettuale capace di elaborare una finissima riflessione, partecipe della
                   controversa storia del N ovecento al punto da divenirne un indiscusso
                   protagonista. Ma anzitutto un credente umile e forte, desideroso di vivere
                   la fede come una quotidiana scoperta del progetto divino sulla propria
                   esistenza. Un inedito e paolino “inno all’amore” quello cantato dalla vita di
                   questo giovane figlio della borghesia bresciana, prete umile, vescovo
                   operoso, pontefice gigante in un tempo oscuro e tormentato.
                      Vorrei appena soffermarmi su una nota di questo “inno”. Papa Francesco,
                   nelle parole dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 5 agosto, lo ha
                   definito come il «grande Papa della modernità». La vita di Montini può
                   essere interamente riletta alla luce di questo fecondo, sofferto e meditato
                   dialogo con la modernità.

65   S. Giovanni Battista, onomastico di Paolo VI

                                                                                                27
S. PAOLO VI

    Verso di essa, con prudenza, senza mai allontanarsi dalla dottrina ma senza
nemmeno ricadere nelle secche del modernismo, egli seppe educare i giovani
universitari della FUCI, mentre il regime fascista inaspriva la sua morsa sulla
formazione della gioventù. Li educò a prediligere il primato dell’ordine
interiore alle geometriche scenografie del regime, l’inquietudine del conoscere
alle sicurezze a buon mercato e alle verità preconfezionate, a non indugiare nel
provincialismo e nell’asfissia culturale dell’epoca ma a ricavare ossigeno dalla
nuova teologia e dalla filosofia europea, a intuire orizzonti nuovi. E con una
modernità impetuosa, negli stili di vita, nel pensiero, nel lavoro egli li incontrò
da Arcivescovo di Milano. Sempre, però, ne cercò di comprendere gli impliciti
drammi, le immense virtuosità, i rischi distruttivi. E così sarà lungo tutto il
pontificato, quando la modernità introdotta nella Chiesa dal vento dolce dello
Spirito conciliare si confonderà e scontrerà con quella, spesso avversa e
travolgente, del mondo contemporaneo, del Sessantotto, della contestazione.
Disse nel 1969: «è nella mentalità dell’uomo moderno, di tutti noi, la
persuasione che “tutto cambia”. L’osservazione della vita contemporanea ci dà
l’impressione che ogni cosa è in via di trasformazione, è in movimento; tutto
muta, tutto si evolve, tutto decade e tutto si rinnova. Siamo presi e compresi
di questo senso d’instabilità delle cose» (Udienza Generale, 28 maggio 1969).
    Il punto fermo in questa instabilità fu, ed è, l’amore per l’uomo, l’impegno
a cercare risposte ai suoi interrogativi, a lasciarsi inquietare dalle sue incertezze,
a dare ascolto alle sue ansie e alle sue gioie. Nacque e fu ispirata da questa
intuizione ed intenzione la grande riforma della Chiesa di cui Montini fu
stratega. Una Chiesa che poteva presentarsi al mondo moderno – come egli
disse all’Assemblea generale delle Nazioni Unite – non con le vesti di un potere
del passato o con gli orpelli di una corte rinascimentale ma con il volto pulito,
autentico e credibile di «esperta in umanità». Nel magistero egli non ha
trascurato alcuna dimensione della modernità, dall’arte all’ecumenismo, dai
diritti dell’uomo alla pace. Lui, che tanta pubblicistica voleva accigliato e
ombroso, turbato da presunti dubbi amletici, preoccupato da un irrisolto
confronto con la modernità e il progresso. E che invece allarga le sue braccia
alla missione, all’interlocuzione con tutti, alla sintonia con i lontani,
all’educazione delle coscienze, a un orizzonte spirituale aperto ai grandi temi
della liturgia, del ministero, della politica, della cultura. È in questa fiducia
nell’uomo e nell’intelligenza umana che S. Paolo VI, riletto nella verità della
sua parola e nel fascino della sua biografia, spande ancora oggi il profumo di
Vangelo e invita l’uomo moderno a innamorarsi di Dio.

                                                                     Tiziano Torresi

28
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

                  A TAVOLA CON I BISOGNOSI

«B            uongiorno! Adesso tutti insieme faremo il pranzo.
              Ringraziamo coloro che hanno portato il pranzo, coloro che
              ci serviranno il pranzo. Ringraziamo tutti e preghiamo Dio
perché ci benedica tutti. Una benedizione di Dio per tutti, tutti noi che
stiamo qui. Che Dio benedica ognuno di noi, benedica i nostri cuori,
benedica le nostre intenzioni, e ci aiuti ad andare avanti. Amen. E buon
pranzo!». Queste le parole di Papa Francesco, nella mattinata di domenica
18 novembre, in un’aula Paolo VI gremita di poveri nella giornata a loro
dedicata dalla Chiesa.
   Celebrata per la seconda volta, domenica 18 novembre, la Giornata
mondiale dei Poveri è nata alla fine del Giubileo della Misericordia con
l’obiettivo di favorire «una crescente attenzione alle necessità degli ultimi,
degli emarginati, degli affamati». Come lo scorso anno, il Circolo S. Pietro
ha prestato servizio all’interno dell’aula Paolo VI e ripetuto con successo
l’iniziativa nelle Cucine economiche di via della Lungaretta e di via
Mastrogiorgio. Ugualmente hanno fatto le parrocchie, le università, le
realtà assistenziali e le associazioni di volontariato che hanno aderito all’i-
niziativa, quali Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Legionari di Cristo,

                                                                            29
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Collegio Leoniano, Convitto Lateranense, Università Europea di Roma,
Regina Apostolorum, Istituto Villa Flaminia e le ACLI di Roma.
   Alla Santa Messa, presieduta dal Santo Padre nella Basilica di S. Pietro,
hanno partecipato circa 4.000 bisognosi accompagnati dal personale delle
associazioni di volontariato provenienti non soltanto da Roma e dal Lazio.
N ella serata di sabato, il Circolo S. Pietro ha partecipato alla Veglia di
preghiera per il mondo del volontariato nella Basilica di S. Lorenzo fuori
le Mura, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della
Nuova Evangelizzazione. La veglia è stata animata da parrocchie, associa-
zioni e movimenti ecclesiali della Diocesi di Roma.

30
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

             OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

         Basilica Vaticana, XXXIII domenica del Tempo Ordinario,
                             18 novembre 2018

G        uardiamo a tre azioni che Gesù compie nel Vangelo.
         La prima. In pieno giorno, lascia: lascia la folla nel momento del
         successo, quand’era acclamato per aver moltiplicato i pani. E men-
tre i discepoli volevano godersi la gloria, subito li costringe ad andarsene
e congeda la folla (cfr Mt 14,22-23). Cercato dalla gente, se ne va da solo;
quando tutto era “in discesa”, sale sul monte a pregare. Poi, nel cuore
della notte, scende dal monte e raggiunge i suoi camminando sulle acque
agitate dal vento. In tutto Gesù va controcorrente: prima lascia il succes-
so, poi la tranquillità. Ci insegna il coraggio di lasciare: lasciare il successo
che gonfia il cuore e la tranquillità che addormenta l’anima.
   Per andare dove? Verso Dio, pregando, e verso chi ha bisogno, amando.
Sono i veri tesori della vita: Dio e il prossimo. Salire verso Dio e scendere
verso i fratelli, ecco la rotta indicata da Gesù. Egli ci distoglie dal pascerci
indisturbati nelle comode pianure della vita, dal vivacchiare oziosamente
tra le piccole soddisfazioni quotidiane. I discepoli di Gesù non sono fatti
per la prevedibile tranquillità di una vita normale. Come il Signore Gesù
vivono il loro cammino, leggeri, pronti a lasciare le glorie del momento,
attenti a non attaccarsi ai beni che passano. Il cristiano sa che la sua patria
è altrove, sa di essere già ora – come ricorda l’Apostolo Paolo nella seconda
Lettura – “concittadino dei santi e familiare di Dio” (cfr Ef 2,19). È un
viandante agile dell’esistenza. Noi non viviamo per accumulare, la nostra
gloria sta nel lasciare quel che passa per trattenere ciò che resta. Chiediamo
a Dio di assomigliare alla Chiesa descritta nella prima Lettura: sempre in
movimento, esperta nel lasciare e fedele nel servire (cfr At 28,11-14).
Destaci, Signore, dalla calma oziosa, dalla quieta bonaccia dei nostri porti
sicuri. Slegaci dagli ormeggi dell’autoreferenzialità che zavorra la vita,
liberaci dalla ricerca dei nostri successi. Insegnaci Signore a saper lasciare per
impostare la rotta della vita sulla tua: verso Dio e verso il prossimo.
   La seconda azione: in piena notte Gesù rincuora. Va dai suoi, immersi nel
buio, camminando «sul mare» (v. 25). In realtà si trattava di un lago, ma il
mare, con la profondità delle sue oscurità sotterranee, evocava a quel tempo
le forze del male. Gesù, in altre parole, va incontro ai suoi calpestando i
nemici maligni dell’uomo. Ecco il significato di questo segno: non una
manifestazione celebrativa di potenza, ma la rivelazione per noi della

                                                                               31
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

rassicurante certezza che Gesù, solo Lui, Gesù, vince i nostri grandi nemici:
il diavolo, il peccato, la morte, la paura, la mondanità. Anche a noi oggi
dice: «Coraggio, sono io, non abbiate paura» (v. 27).
    La barca della nostra vita è spesso sballottata dalle onde e scossa dai venti,
e quando le acque sono calme presto tornano ad agitarsi. Allora ce la
prendiamo con le tempeste del momento, che sembrano i nostri unici
problemi. Ma il problema non è la tempesta del momento, è in che modo
navigare nella vita. Il segreto del navigare bene è invitare Gesù a bordo. Il
timone della vita va dato a Lui, perché sia Lui a gestire la rotta. Solo Lui
infatti dà vita nella morte e speranza nel dolore; solo Lui guarisce il cuore
col perdono e libera dalla paura con la fiducia. Invitiamo oggi Gesù nella
barca della vita. Come i discepoli sperimenteremo che con Lui a bordo i
venti si calmano (cfr v. 32) e non si fa mai naufragio. Con Lui a bordo non
si fa mai naufragio! Ed è solo con Gesù che diventiamo capaci anche noi di
rincuorare. C’è grande bisogno di gente che sappia consolare, ma non con
parole vuote, bensì con parole di vita, con gesti di vita. Nel nome di Gesù
si dona vera consolazione. Non gli incoraggiamenti formali e scontati, ma
la presenza di Gesù ristora. Rincuoraci, Signore: consolati da te, saremo veri
consolatori per gli altri.

32
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

    E terza azione di Gesù: nel mezzo della tempesta, tende la mano (cfr v.
31). Afferra Pietro che, impaurito, dubitava e, affondando, gridava:
«Signore, salvami!» (v. 30). Possiamo metterci nei panni di Pietro: siamo
gente di poca fede e siamo qui a mendicare la salvezza. Siamo poveri di vita
vera e ci serve la mano tesa del Signore, che ci tiri fuori dal male. Questo è
l’inizio della fede: svuotarsi dell’orgogliosa convinzione di crederci a posto,
capaci, autonomi, e riconoscerci bisognosi di salvezza. La fede cresce in
questo clima, un clima a cui ci si adatta stando insieme a quanti non si
pongono sul piedistallo, ma hanno bisogno e chiedono aiuto. Per
questo vivere la fede a contatto coi bisognosi è importante per tutti noi. Non è
un’opzione sociologica, non è la moda di un pontificato, è un’esigenza
teologica. È riconoscersi mendicanti di salvezza, fratelli e sorelle di tutti,
ma specialmente dei poveri, prediletti dal Signore. Così attingiamo lo
spirito del Vangelo: «lo spirito di povertà e d’amore – dice il Concilio – è
infatti la gloria e il segno della Chiesa di Cristo» (Cost. Gaudium et spes, 88).
    Gesù ha ascoltato il grido di Pietro. Chiediamo la grazia di ascoltare il
grido di chi vive in acque burrascose. Il grido dei poveri: è il grido strozzato
di bambini che non possono venire alla luce, di piccoli che patiscono la

                                                                              33
SECONDA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

fame, di ragazzi abituati al fragore delle bombe anziché agli allegri
schiamazzi dei giochi. È il grido di anziani scartati e lasciati soli. È il grido
di chi si trova ad affrontare le tempeste della vita senza una presenza amica.
È il grido di chi deve fuggire, lasciando la casa e la terra senza la certezza di
un approdo. È il grido di intere popolazioni, private pure delle ingenti
risorse naturali di cui dispongono. È il grido dei tanti Lazzaro che piangono,
mentre pochi epuloni banchettano con quanto per giustizia spetta a tutti.
L’ingiustizia è la radice perversa della povertà. Il grido dei poveri diventa
ogni giorno più forte, ma ogni giorno meno ascoltato. Ogni giorno è più
forte quel grido, ma ogni giorno è meno ascoltato, sovrastato dal frastuono
di pochi ricchi, che sono sempre di meno e sempre più ricchi.
    Davanti alla dignità umana calpestata spesso si rimane a braccia conserte
oppure si aprono le braccia, impotenti di fronte all’oscura forza del male.
Ma il cristiano non può stare a braccia conserte, indifferente, o a braccia
aperte, fatalista, no. Il credente tende la mano, come fa Gesù con lui. Presso
Dio il grido dei poveri trova ascolto. Domando: e in noi? Abbiamo occhi
per vedere, orecchie per sentire, mani tese per aiutare, oppure ripetiamo
quel “torna domani”? «Cristo stesso, nella persona dei poveri reclama come
a voce alta la carità dei suoi discepoli» (ibid.). Ci chiede di riconoscerlo in
chi ha fame e sete, è forestiero e spogliato di dignità, malato e carcerato
(cfr Mt 25,35-36).
    Il Signore tende la mano: è un gesto gratuito, non dovuto. È così che si
fa. Non siamo chiamati a fare del bene solo a chi ci vuole bene. Ricambiare
è normale, ma Gesù chiede di andare oltre (cfr Mt 5,46): di dare a chi non
ha da restituire, cioè di amare gratuitamente (cfr Lc 6,32-36). Guardiamo alle
nostre giornate: tra le molte cose, facciamo qualcosa di gratuito, qualcosa
per chi non ha da contraccambiare? Quella sarà la nostra mano tesa, la nostra
vera ricchezza in cielo.
    Tendi la mano a noi, Signore, afferraci. Aiutaci ad amare come ami tu.
Insegnaci a lasciare ciò che passa, a rincuorare chi abbiamo accanto, a donare
gratuitamente a chi è nel bisogno. Amen.

34
SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA

          FESTA DI MARIA SANTISSIMA,
  L’OMAGGIO SENZA TEMPO DELLA CITTÀ DI ROMA

N         ella Solennità dell’Imma-
          colata Concezione della
          Beata Vergine Maria, la
mattina dell’8 dicembre, una nu-
trita delegazione di soci ha reso
omaggio a Maria Santissima depo-
nendo il tradizionale omaggio flo-
reale ai piedi della Colonna del-
l’Immacolata in Piazza Mignanelli.
Prima, l’Assistente Ecclesiastico,
Mons. Franco Camaldo ha celebra-
to la Santa Messa nella Cappella
dell’Istituto S.Giuseppe De Mero-
de.
    Il monumento dell’Immacolata,
detto di Piazza di Spagna, fu inau-
gurato e benedetto da Papa Pio IX
l’8 dicembre 1857, ma l’usanza
dell’omaggio floreale nasce con Pa-
pa Pio XII, socio del nostro Circo-
lo. Esattamente 65 anni fa, Papa Pio XII inaugurò il primo Anno Maria-
no per celebrare il centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata
Concezione; dopo aver celebrato in Santa Maria Maggiore, arrivò davanti
al monumento dell’Immacolata e lesse la preghiera, portando personal-
mente fiori di fronte la statua posta in cima alla colonna.
    Nel 1958, Papa Giovanni XXIII si recò in Piazza Mignanelli per de-
porre ai piedi della Vergine Maria un cesto di rose bianche, facendo poi
visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Tale consuetudine è vivissi-
ma e particolarmente partecipata. La tradizionale visita del Circolo S. Pietro
si iscrive nel più vasto programma di omaggi che la cittadinanza romana
porta alla statua della Vergine in occasione della ricorrenza. Come è tradi-
zione, anche quest’anno, i primi sono stati i Vigili del fuoco che, alle 7 e
30 circa, in cima alla colonna di 12 metri hanno deposto una ghirlanda di
fiori sul braccio della Vergine in onore dei 220 colleghi che l’8 dicembre
del 1857 inaugurarono il monumento.

                                                                           35
Puoi anche leggere