La Copertina d'Artista - Febbraio 2017 - Smart Marketing

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La Copertina d'Artista - Febbraio 2017 - Smart Marketing
La Copertina d’Artista – Febbraio 2017

Raffaello Castellano (104)

Immagini potenti e forze indicibili si agitano dinnanzi ai nostri
occhi e ci sgomentano. Un’infinità di percorsi si intrecciano e si
aggrovigliano. Un disordine infinito ci lascia interdetti, ma allo
stesso tempo ci affascina e ci rapisce. Davanti a noi si aprono
orizzonti inesplorati, insospettabili sentieri e nuove frontiere. Ma,
come novelli esploratori, come angeli caduti del paradiso, quelli
che si addentrano in queste nuove dimensioni perdono i loro
riferimenti, le loro coordinate, la ragione, e si trascinano su questa
nuova terra come naufraghi, come estranei, come folli
ambasciatori di bellezza.

Un caos primigenio, un caleidoscopio di colori, una tagcloud, o meglio una fotocloud, complessa,
stordente quasi, ci travolge dalla copertina d’artista di febbraio. Foto, immagini, in qualche caso
vere e proprie icone, si susseguono senza soluzione di continuità, senza ordine, senza equilibrio. Il
tutto pare essere il risultato di un big bang primordiale che ha scagliato meteore mediatiche,
asteroidi sensoriali e pianeti significanti in uno spazio che fino ad un istante prima era un vuoto
cosmico.
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esto numero Vincenzo
Mascoli.

Ma se c’è una cosa che l’arte ci ha insegnato (lezione che i nostri lettori hanno appreso fin troppo
bene) è che, per quanto criptica, astratta, complessa, intricata, minimalista, ermetica,
sovrabbondante essa possa essere, l’arte possiede certamente un suo ordine, un suo equilibrio, una
sua identità e un messaggio che in qualche modo vuole raggiungerci.

Ma questa volta il messaggio non pare uno, ma molti; siamo letteralmente sommersi da un’infinità di
letture possibili, di possibili interpretazioni, di possibili sensi. Più che un messaggio l’artista pare
averci proposto un saggio, un testo, o meglio un vero e proprio manifesto della sua maniera di
intendere la contemporaneità, la sua cifra stilistica e la missione sociale stessa dell’arte
contemporanea.

Il paragone con il manifesto è quanto mai calzante: l’immagine che al centro vede una bambina che
piange, che si dispera, è contornata da un corollario di figurine che sono una vera e propria
antologia di autentici “maghi della terra”. Riconosciamo scienziati come Einstein, Tesla ed Edison;
attori come Nicholson, Totò e Villaggio; innovatori geniali come Jobs e Zuckerberg; personaggi
storici importanti come Bowie, il Che, Caravaggio; uomini politici come Trump, Putin e Papa
Francesco; addirittura mitici personaggi dei cartoni animati come l’Uomo Tigre, Peter Griffin e
Homer e Bart Simpson.

Il manifesto rappresenta una vera e propria lista di personaggi notevoli, un compendio di visioni del
mondo e, come tutti i manifesti che si rispettano, l’opera “Story” rappresenta pure una precisa
dichiarazione d’intenti, una autentica chiamata alle armi.

Ma chi è l’artista che sta dietro alla realizzazione di questo manifesto? Chi è l’artefice di quest’opera
che ricorda, e molto, i manifesti strappati di Mimmo Rotella, anche se, là dove il grande artista
calabrese operava un’azione di asporto di materiale per rilevare l’essenza delle cose e dei fatti, qui il
nostro artista, Vincenzo Mascoli, classe 1982, di Corato, agisce al contrario, accumulando ed
addensando significati possibili su un supporto che a stento riesce a contenerli.
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Due maniere assai simili e al contempo estremamente
diverse di far emergere la verità dei fatti, l’essenza delle
cose, il nocciolo della questione. Due cifre stilistiche
separate da oltre 60 anni (i primi decollage di Rotella sono
del 1954) e dalla rivoluzione digitale che hanno prodotto i
collage di Vincenzo Mascoli, che, nonostante le differenze di
tecnica e di stile, pare un figlio illegittimo, un allievo ribelle
del grande artista pop calabrese.

Due lauree, una in scenografia e l’altra in pittura, Vincenzo Mascoli comincia ad esporre con
regolarità dai primissimi anni del nuovo secolo, in diverse mostre collettive e personali. Da sempre
affianca l’attività artistica con quella di scenografo, che lo porta a collaborare con diversi teatri,
produzioni e compagnie teatrali. Dal 2012 è Direttore di scena per il Teatro Comunale di Corato.

Ultime mostre:

2012

Public Jubilee, “I volti della notte”, Corato (BA) – Berlino – Londra – Amsterdam – Miami – New York
– Milano (in progress);

“Profondamente_Superficiale” evento collaterale: “Andy Warhol. I want to be a machine” Castello
Aragonese Otranto;

“Framment_Azione”, Laterza (TA) Palazzo Marchesale.

2013

“Sequenze di Racconto”, 83 Pitti Uomo Immagine Firenze;
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“Gutai”, San Francisco Art Istitute;

“Metafisica a Sud”, evento collaterale a De Chirico Castello Aragonese Otranto;

“Ètuttoungioco”, pinacoteca Civica Miani Perotti Cassano;

2014

Artèpop galleria La Bottega dell’Arte Ostuni;

“At Full Blast!”, Acquaviva Bari;

“Aniconica”, Galleria Babylon Roma;

“Stone”, Masseria Torre di Nebbia;

“Artisti in Luce”, Nuovo Padiglione Fiera del Levante
Bari;

“Faces Contemporary”, Museo Storico Mosca – V Edizione del Festival dell’Arte Italiana Suggestione
di Puglia a Mosca;

2015

“+ x il Nepal”, Teatro Margherita Bari, Fable Miami galleria Opera d’arte;

Anima|le Arte Fiera Padova;

2016

“Come Moscarda in Maschera”, Comune di Putignano evento collaterale Carnevale di Putignano.

Per informazioni e per contattare l’artistaVincenzo Mascoli:

www.vincenzomascoli.it

vincenzomascoli@hotmail.it

Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi
alla selezione della seconda edizione di questa interessante iniziativa scrivendo
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alla nostra redazione: redazione@smarknews.it

Donald Trump VS Terminator: il giorno del
Giudizio!

Raffaello Castellano (104)

NEW YORK – Sono giorni molto agitati per il neo Presidente americano Donald Trump. In pratica sta
litigando con tutti, è dell’altro giorno la notizia della brusca interruzione durante la telefonata con il
premier australiano Malcolm Turnbull sulla questione dei migranti. Nella stessa giornata il rissoso
Presidente si scontra anche con l’attore ed ex governatore della California Arnold Schwarzenegger.

Il litigio era
nato         a
causa dei
pessimi
ascolti
della nota
trasmission
e       “The
Apprentice
”, rimasta
orfana del
suo
mattatore
dal 2015,
ossia da
quando
Donald
Trump
aveva
deciso di correre prima per le primarie e poi per le presidenziali USA. Al suo posto, come si sa,
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Trump ed il produttore del reality show Mark Burnett, avevano chiamato appunto Arnold
Schwarzenegger. Ma gli ascolti sono andati da subito male e negli ultimi mesi sono colati a picco.

Durante il suo intervento al National Prayer Breakfast il Presidente Trump si è lasciato andare con
una delle sue dichiarazioni al vetriolo, dicendo: “Quando mi sono candidato ho dovuto lasciare lo
show, così ho assunto una grande star del cinema, Schwarzenegger, perché prendesse il mio posto.
Ma sappiamo come è andata a finire, gli ascolti sono un disastro”; rincarando la dose con la richiesta
di “una preghiera” per gli ascolti e per Arnold.

Immediata e sarcastica la risposta del Terminator austriaco. L’ex governatore della
California, infatti, ha risposto con un video su Twitter nel quale dichiarava: “Hey Trump ho una
grande idea. Perché non ci scambiamo il lavoro? Tu torni in tv perché sei un grande esperto di
ascolti e io prendo il tuo lavoro e finalmente la gente potrà dormire sonni tranquilli”.

Ennesima prova muscolare per il neo Presidente Trump, che però questa volta si è scontrato con un
caparbio Arnold Schwarzenegger, uno che dopo i successi sportivi e cinematografici, è
stato anche un buon governatore di un importante stato americano come la California, ed anche se
non fosse per tutte queste ragioni, chi si sognerebbe mai di fare una prova muscolare con Arnold
Schwarzenegger?!?!

15 giugno 2017: Addio Roaming!

Raffaello Castellano (104)
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Dopo cinque ore di trattative e negoziati, i rappresentanti dell’Europarlamento e dei governi
  dell’Ue hanno trovato, la scorsa notte, un accordo che consentirà l’abolizione delle tariffe extra
  per il “roaming”, a partire dal 15 giugno 2017.

L’ultimo ostacolo da superare, prima di cancellare l’odiata imposta telefonica per chi viaggia
all’estero, erano i tetti dei prezzi all’ingrosso per i dati che gli operatori applicano tra loro.

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firmato prevede una progressiva riduzione del prezzo sui dati: il 15 giugno il prezzo massimo per
gigabyte passerà dai 50 euro attuali, a 7,7 euro, per poi scendere a 2,5 euro nel 2022.

La strategia del calo dei prezzi progressivo (6 euro a Gb nel 2018; 4,5 nel 2019; 3,5 nel 2020 e 3 nel
2021), era necessaria per consentire all’industria delle telecomunicazioni di continuare ad investire
nelle infrastrutture di rete.

Anche i prezzi all’ingrosso di voce e sms subiranno un taglio, questa volta definitivo, dal 15 luglio: da
0.05 a 0.032 euro al minuto per la voce e da 0.02 a 0.01 euro per ciascun messaggio.

Le tariffe all’ingrosso saranno il 90% più basse delle attuali, spiega il Consiglio, consentendo agli
operatori di offrire il roaming ai loro clienti senza aumentare i costi delle telefonate nazionali. Allo
stesso tempo però devono essere abbastanza elevate in modo che gli operatori dei Paesi visitati
possano recuperare i loro costi senza aumentare i prezzi al dettaglio.

Alcuni analisti avvertono, però, che il mercato potrebbe reagire male; i prezzi delle tariffe mobili
potrebbero ricominciare a salire, ed alcuni operatori mobili, soprattutto quelli più piccoli e
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competitivi, chiuderanno e lasceranno il mercato.

Questa evenienza non è lontana, perché come ha rilevato Innocenzo Genna, giurista esperto di
regolamentazione europea: “L’accordo riguarda in verità il prezzo massimo che può essere applicato
tra operatori mobili per consentire il transito su di una rete estera da parte di un utente in roaming.
Hanno fissato un prezzo all’ingrosso di 7,7 euro per Gb, un valore destinato a pesare come un
macigno sugli operatori più piccoli e competitivi ma che potrebbe rivelarsi un problema diretto
anche per gli stessi consumatori. In pratica la scomparsa del sovrapprezzo roaming avverrà solo per
una parte del traffico all’estero”.

Rapporto Transparency sulla Corruzione:
Italia 60ma al mondo, ma guadagna 3
punti rispetto al 2015!

Raffaello Castellano (104)
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L’Italia è al 60mo posto nel mondo nel Rapporto sulla
Corruzione, pubblicato da Transparency
International.

Il nostro Paese segna un piccolo miglioramento nell’Indice di percezione della corruzione (Cpi)
rispetto al 2015, guadagnando una posizione, con un punteggio di 47 su 100, dove 0 corrisponde a
“molto corrotto” e 100 “per nulla corrotto”, ma – evidenzia il rapporto diffuso oggi – “è ancora
troppo poco, soprattutto in confronto ai nostri vicini europei”.

Infatti l’Italia è terz’ultima nella classifica dei Paesi UE, nella stessa classifica Danimarca e Nuova
Zelanda (entrambe con 90 punti) sono le più virtuose; seguono la Finlandia (89) e la Svezia (88).
Germania e Regno Unito (81) sono al 10mo posto, la Francia al 23mo (69).

Mentre dopo l’Italia, nell’Ue, ci sono solo Grecia (69mo) e Bulgaria (75mo).

A livello mondiale ci fa compagnia Cuba, mentre fanalino di coda c’è la Somalia (10),
immediatamente preceduta da Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13).

Il rapporto misura la corruzione percepita nel settore pubblico e politico in 176 paesi nel mondo. Nel
2016 il 69% ha ottenuto un punteggio inferiore a 50.

Il Cpi mostra che in generale la percezione della corruzione è aumentata: “sono più i Paesi che
hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati”.
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L’Italia ha migliorato, per il terzo anno consecutivo, la sua posizione. Anche se è “ancora troppo
poco”,il Rapporto dice anche che “il trend positivo è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro
Paese da parte di istituzioni e investitori esteri”.

Da quando nel 2012 fu varata la legge anticorruzione ad oggi, l’Italia ha risalito 12 posizioni nel
ranking mondiale, portandosi dal 72mo al 60mo posto.

Il punteggio dell’Italia, in questi ultimi anni, “ha subito un costante, seppur lento, miglioramento
passando dal punto più basso, toccato nel 2011 con 39 su 100, all’attuale 47 su 100.

Rispetto all’anno scorso l’Italia ha guadagnato 3 punti, che per un indicatore con scostamenti minimi
tra un anno e l’altro, indica un miglioramento significativo”, conclude il Rapporto Transparency
International.

Finalmente una buona notizia! In queste giornate dove ci barcameniamo tra la tragedia dell’Hotel di
Rigopiano, l’elicottero del soccorso alpino precipitato, i primi atti formali di Trump che spazzano via
con un decreto i problemi ambientali e le beghe, tutte italiane, della legge elettorale con cui si andrà
a votare.

Donald Trump giura da 45° Presidente
degli Usa. Una nuova era ha inizio!

Raffaello Castellano (104)

È il giorno di Donald Trump. Oggi il tycoon giura a Washington come 45mo presidente degli Stati
Uniti. E non mancano cortei e manifestazioni di protesta.

“Oggi comincia tutto! Ci vediamo alle 11 (le 17 in italia, ndr) per il giuramento. Il movimento va
avanti – il lavoro comincia”, ha twittato oggi Trump.
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tinata americana Trump e la famiglia hanno assistito alla messa nella St. John’s Episcopal Church e
poi si sono recati a prendere un tè alla Casa Bianca, su invito di Barack e Michelle Obama.

Per il giuramento il tycoon non ha rinunciato alla sua cravatta preferita color rosso, mentre Melania
ha indossato abito e guanti celeste chiaro, adottando uno stile Jackie Kennedy.

La cerimonia ufficiale, sulla scalinata del Congresso, comincerà alle 11.30, ora locale (le 17.30 in
Italia), e un minuto dopo mezzogiorno (le 18.01 in Italia) Trump sarà presidente.

Una curiosità: Donald Trump giurerà su due Bibbie, una delle quali apparteneva al presidente
Abraham Lincoln. Oltre allo stesso Lincoln, che abolì la schiavitù, a giurare su questa Bibbia era
stato soltanto Obama. La seconda Bibbia è invece un cimelio di famiglia: fu la madre a regalarla a
Trump nel 1955, quando Donald aveva nove anni, al termine del corso di religione della scuola
domenicale presbiteriana.

L’era Trump comincia fra pochissimo, questo 45mo presidente ha diviso come mai prima d’ora il
popolo americano, ma alcuni analisti, neanche pochi per la verità, hanno predetto che Trump
potrebbe essere come Reagan, odiatissimo e contestato da molti, ma poi rivalutato dalla Storia come
uno dei migliori presidenti americani.
Zuckerberg introduce la domotica targata
Facebook: nasce Jarvis

Ivan Zorico (108)

Di domotica ne abbiamo già parlato circa un anno e mezzo fa in questo articolo: “Smart Home: il
futuro è di casa con la domotica“.

Ma
cos’è la
domotica?
In sostanza,
è         la
creazione
di sistemi
di
interconnes
sione tra
dispositivi
portatili,
mobili ed
elettrodom
estici,
capaci di
interfacciar
si         e
dialogare
tra loro. In sostanza, è possibile programmare con lo smartphone il sistema di
riscaldamento/condizionamento, avere il controllo delle luci di casa o azionare un qualsiasi altro
elettrodomestico.
Fantascienza direte? Assolutamente no!

Infatti nel 2016 Zuckerberg si è spinto oltre.
Prendendo spunto dal celebre sistema di Intelligenza Artificiale presente nel film Iron Man –
Jarvis -, Zuckerberg ha creato una Intelligenza Artificiale proprio a servizio della domotica. Ma a
differenza di quello che abbiamo prima scritto, Jarvis è un sistema che oltre a permettere di
controllare ed interagire con i vari oggetti della casa (accendere/spegnere l’impianto di
illuminazione, monitorare il sistema di sicurezza, regolare la temperatura della casa ed altro ancora)
è capace di avere una interazione con l’utilizzatore stesso, attraverso il riconoscimento vocale
(ossia parlandoci) o tramite Messanger.

Inoltre, e credo sia la cosa più sensazionale, sarà in grado di apprendere le abitudini
dell’utilizzatore per offrirgli, via via, una risposta/servizio su misura.

Insomma, è proprio il caso di dire che il futuro sta entrando nelle nostre case.

La Copertina d’Artista – Dicembre 2016

Raffaello Castellano (104)

Una donna androgina, ma estremamente sensuale ci osserva dalla
Copertina d’Artista di questo numero del nostro magazine. È una
strana figura di donna, ricorda, e molto, le prostitute dalla bellezza
cruda e livida dipinte da Egon Schiele. Ravvisiamo la stessa
poetica: donne intense, altere, sicure di sé, ritratti connotati da una
profonda indagine psicologica, un nudo asciutto e quasi tagliente.

Dappertutto aleggia un erotismo che pare sotteso, appena accennato, bisbigliato quasi, eppure
potente e travolgente nei suoi effetti. Non usciamo indenni dall’incontro con questa donna, il suo
guardarci, che pare diretto, in realtà ci attraversa, ci perfora; siamo attratti, avvinti e sedotti da
questa figura ed allo stesso tempo anche intimoriti da tanto crudo candore, da tanta spudorata
carnalità.

Ma quando ci riprendiamo dal primo incontro, così come avviene anche negli incontri della vita vera,
ed osserviamo più attentamente l’oggetto del nostro desiderio, pian-piano cogliamo altri particolari.
Uno fra tutti scopriamo che sul petto di questa donna, proprio quando comincia la curva del seno, si
trova un cuore palpitante. Questo particolare che dovrebbe conturbarci ancora di più,ed assestarci il
definitivo colpo di grazia, in realtà calma i nostri bollori e le nostre intemperanze riconciliandoci con
questa donna, questo incontro e noi stessi.

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Questa donna, Andrea è il suo nome, dalla sessualità disinibita, ma mai urlata, elegante, signorile,
cattura il nostro interesse e noi non possiamo fare altro che guardarla sperando che, prima o poi si
accorga di noi, e ci venga incontro. Opera quanto mai indovinata per il tema di questo mese del
nostro magazine che, come d’abitudine è “Simply the Best”. Andrea, passionale e altera allo stesso
tempo, coglie appieno lo spirito del tempo e la voglia di riscatto di tutte quelle donne che,
nonostante ingiustizie sociali, religiose e femminicidi, non smettono mai di ammaliare, sedurre e
amare questi esseri imperfetti chiamati uomini.

Non sappiamo, e come potremmo, quali sentimenti, quali ossessioni e quali inquietudini abbiano
accompagnato l’artista Domenico Ruccia mentre realizzava quest’opera, anzi mentre plasmava sulla
carta questa donna dal nome “Andrea”, l’unica cosa che possiamo fare è ringraziarlo per questa
sorta di “dissonanza armonica”, questa tensione erotica esistenziale, che riesce ad infondere nelle
sue opere, che smettono di essere solo belle per diventare esercizi di critica sociale.

Domenico Ruccia (classe 1986), nato a Terlizzi (BA), ha
studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari.
Nel 2016 svolge un periodo di studi all’estero in Croazia,
presso l’Accademia di Belle Arti di Zagabria, dove
l’incontro con la docente di Belle Arti, Ksenija Turčić, lo
sprona a sperimentare registri, tecniche e stili diversi.
La sua ricerca, partita dal figurativo, vive e attraversa, nell’ultimo periodo, fasi di profonda
sperimentazione. Il suo soggetto preferito è la natura umana e le sue molteplici sfaccettature, della
quale esplora fisicità, sentimenti, paure e ambizioni, così come sono percepite ed amplificate nel
nostro tempo.

Lavora come artista visuale ed illustratore, partecipando a diverse mostre ed eventi culturali in
Italia ed all’estero; quest’anno le sue illustrazioni sono state esposte alla Brick Lane Gallery di
Londra.

Mostre recenti:

2016

“La pittura, ovunque”, Mostra di arte contemporanea dell’Accademia di belle arti di Bari, Convento
di Santa Chiara, Mola di Bari (Bari);

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“Works on paper”, Mostra di arte contemporanea, Brick Lane Gallery, Londra (Regno Unito);

“Esibizione annuale studentesca”, Mostra di arte contemporanea, Accademia di belle arti, Zagabria
(Croazia);

2015

“Distorsioni Visive”, Mostra di arte contemporanea, Palazzo de Mari, Acquaviva delle Fonti (Bari);

“Saperi & Sapori”, Mostra di arte contemporanea, Castello baronale di Valenzano (Bari);

2014

“Saperi & Sapori”, Mostra di arte contemporanea, Castello baronale di Valenzano (Bari).
Per informazioni e per contattare l’artista Domenico Ruccia:

domenicoruccia.com/it/

mail@domenicoruccia.com

Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi
alla selezione della seconda edizione di questa interessante iniziativa scrivendo
alla nostra redazione: redazione@smarknews.it

Editoriale Dicembre 2016 – Raffaello
Castellano

Raffaello Castellano (104)

  Di cosa parliamo quando parliamo del tempo?

  Non quello atmosferico, ma di quello che passa, del tempo che scorre, insomma.

  La fine dell’anno è il momento in cui tutti noi facciamo bilanci e fissiamo propositi, programmi ed
  obbiettivi.

  Non si sa perché, e non vi è neanche una qualche base scientifica che giustifichi il fatto che tutti
  noi, con l’anno che volge al termine e il nuovo che sta per cominciare, sentiamo le necessità, ma
  meglio sarebbe dire l’urgenza, di fare programmi per il futuro.

  Se ci pensiamo bene, in effetti, qualunque momento dell’anno andrebbe bene per dare una
  qualche svolta alla propria vita, sia essa quella professionale, sentimentale o sociale.
Il tempo, o meglio lo scorrere del tempo, è una cosa strana: tutti gli esseri viventi vi si attengono,
  dagli invertebrati più piccoli e semplici ai mammiferi più evoluti e complessi, uomo compreso;
  eppure Albert Einstein ci ha insegnato che il tempo è relativo, seppure solo a livello subatomico
  ed a velocità prossime a quelle della luce; senza parlare delle scoperte della fisica quantistica, che
  scombinano completamente le nostre idee sul “tempo”.

Ma tant’è che giunti alla sera del 31 dicembre di ogni anno, tutti noi, chi più chi meno, siamo lì a
rimuginare su una lista di cose da fare nell’anno che sta per cominciare. Eccoci lì, a poche ore dalla
fine del’anno, a fare i conti con una sorta di “vertigine della lista”, per parafrasare un recente libro
del grandissimo Umberto Eco, che ha molto a che vedere con la mania tutta umana di classificare
tutto, ivi compresi gli impegni futuri.

Anche chi scrive non è esente da questo impegno annuale a cui tutti ci sottoponiamo, seppure da
qualche anno, pochi per la verità, l’urgenza della lista stia pian piano affievolendosi.

Non so a cosa imputare questa disaffezione verso i programmi per l’anno nuovo: non credo sia l’età,
alla fine ho solo 43 anni, credo che sia piuttosto che col tempo sto imparando una delle lezioni più
importanti che la vita ha da insegnarci, ossia che spesso e volentieri tutte le cose più belle che ci
accadono, che ci capitano, che ci succedono, passano senza che noi ce ne accorgiamo, perché siamo
tutti presi a organizzarci il futuro, e di fatto ci perdiamo il presente.

Quindi quale augurio mi sento di dare ai nostri affezionati lettori? Un augurio che sia anche una vera
e propria dichiarazione di intenti?

Ne voglio fare due, e per entrambi chiederò in prestito le parole e la saggezza di due grandi del
passato.

Come primo augurio non abbiate paura di fallire, di sbagliare, di cadere; come dice Oscar Wilde:
“Esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”, quindi coraggio e sbagliate pure, perché voi non
ve ne potete accorgere, ma fra gli errori che commettete ci sono pure i successi ed i traguardi che
conseguite.

Il secondo augurio che vi faccio si ricollega all’ultima parte del mio editoriale: non siate troppo
orientati e assetati di futuro, perché, mentre vi sforzate di cambiare le cose, le cose intorno a voi
cambiano comunque, dato che, come disse Lucio Anneo Seneca: “Si volge, infatti, ad attendere il
futuro solo chi non sa vivere il presente.”

Buon anno a tutti!

                                                                            Raffaello Castellano

Editoriale Dicembre 2016 – Ivan Zorico

Ivan Zorico (108)
Anche quest’anno, puntuale come sempre, ecco arrivare la fine dell’anno.
  Il cosiddetto “tempo dei bilanci”. Come da consuetudine, in questo
  periodo, si sprecano articoli e servizi giornalistici che ci propongono il
  meglio ed il peggio dell’anno appena passato, in tutti i campi della vita
  sociale. E quindi giù con i servizi che raccontano l’anno politico: Brexit,
  l’elezione di Trump come Presidente USA, la caduta del governo Renzi, la
  morte di Fidel Castro; o che parlano di gossip, o, ancora, delle tante morti
  eccellenti del campo della musica e dell’arte. E chissà quanti ancora, per
  tutti i gusti. Noi, e non poteva essere altrimenti, vi proponiamo un viaggio
  tra social network che ci hanno fatto compagnia.

Ma, come scrissi un anno fa, noi tutti abbiamo due vite: una sociale ed una personale.
Se quindi tanto si sta dicendo sulla vita sociale, credo che in questo caso sia opportuno soffermarci
sull’altra. Quella più importante e che ci riguarda direttamente. La nostra di vita, in sostanza.
365 giorni sono tanti e, di cose, ne sono successe. Momenti felici e momenti tristi. Progetti
messi in cantiere, o accantonati in attesa di tempi migliori, e progetti portati a termine. Progetti che,
delle volte, prendono il nome di “desideri” e di “sogni”. Quelli che, in definitiva, ci regalano la gioia
di vivere.

Ma tutto ciò, salvo straordinarie eccezioni, non accade per caso. Per arrivare a vivere quel
singolo giorno chiamato “soddisfazione”, bisogna necessariamente passare dai tanti precedenti
chiamati, a seconda delle circostanze, “impegno”, “fatica” e “perseveranza”.
E, come sappiamo, non è un percorso facile. Tante sono le distrazioni e gli impedimenti (di varia
natura) che, di volta in volta, si frappongono tra noi e ciò che desideriamo ottenere. A mio parere,
per raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo, o a cui semplicemente tendiamo, occorre avere tre
punti fermi: avere le idee chiare, essere determinati ed avere la capacità di vedersi e
proiettarsi nel futuro. I primi due ci servono per sapere sempre cosa vogliamo, mentre, il terzo
punto, ci serve per immaginare noi stessi a termine del percorso intrapreso. Avere ben
rappresentata nella nostra mente l’idea di un “se stesso” realizzato, ci darà la forza per continuare a
migliorarci e ad inseguire con entusiasmo i nostri sogni.

Come potrete vedere, vi ho parlato di futuro e non di passato. Di prospettive e non di
recriminazioni.
Questo è il mio augurio. Proiettiamoci nel nuovo anno con tutta la forza che abbiamo, impegnandoci
a fare davvero esperienza del nostro vissuto, non rinnegando niente, e puntando diritti alla nostra
felicità. Non una felicità uniformata, ma la nostra.

Buon anno a tutti e buona lettura.

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Professionisti del web…il settore che non
conosce disoccupazione!

Stefania Alvino (4)

  Esperti di digitale e nuovi ruoli aziendali sono il futuro delle opportunità lavorative

 Da grande vorrei fare il pompiere, l’astronauta, la
ballerina…

Mestieri normali, comuni che qualsiasi bambino a scuola indicava nel tema alle elementari. Ma poi si
cresce, i tempi cambiano e si scoprono lavori nuovi, sbocchi ed opportunità diverse e, quelle che ti
sembravano le professioni del futuro,una volta diventato grande sono, invece, meno affascinanti
delle tante nuove opportunità che cercando si possono trovare.

Questo 2016 si chiude con un segno meno per quanto riguarda l’occupazione, uno degli anni più
critici per il lavoro soprattutto per i giovani, definiti man mano generazione 1000 euro, bamboccioni,
disperati …

E’ vero, i tempi che viviamo non sono certo rosei, non sono quelli dell’ambito posto fisso delle
vecchie generazioni, ma per chi ha saputo vederci lungo e cavalcare l’onda, vi è l’imbarazzo della
scelta e delle nuove occasioni, perché la nuova frontiera digitale di spazio ne sta dando molto e la
vera difficoltà non è trovare un lavoro, ma essere preparati per svolgerlo.
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grademe.

Digital Marketing Manager, Social Media Manager, E-commerce Manager, Digital Project Manager,
Digital PR, Multichannel Manager, Community Manager etc … la nuova avventura da intraprendere
per chi ha voglia di lavorare divertendosi, per chi conosce la rete, per chi ama “giocare” con il
digitale, essere all’avanguardia, cogliere le sfide, desideroso delle novità c’è, bisogna saper
coglierle!

Le chiamano professioni del web o 2.0 ma in realtà non sono null’altro che adattamenti di
professionalità con in più l’utilizzo di tecnologie e strumenti evoluti, così come è evoluto il tempo.

Ruoli strategici per team multifunzionali con obiettivi definiti allo scopo di portare innovazione per
creare e contribuire a potenziare le relazioni creando una comunicazione efficace anche virtuale;
progetti innovativi, idee originali, soluzioni di nicchia per un mercato sempre più esigente, servizi e
prodotti nati da menti creative, aperte verso l’orizzonte. Figure complesse che richiedono una
formazione e conoscenze polivalenti abbracciando varie professionalità.Il digital marketing è un
settore in crescita che include molte competenze peraltro in continua evoluzione: SEO, Online
Advertising, Digital PR, Blogging, Social Media, Email Marketing, Content Marketing, Web Analytics
e per ciascuna di queste vi sono vere e proprie professionalità specialistiche che si stanno facendo
strada, ritagliandosi fette di mercato sempre più ampie.

L’Italia, certo, non è paragonabile agli USA o alla
vicina Inghilterra dove da dieci anni, ormai, si parla
digitale…Come in tutte le aree oltre oceano ed oltre
Manica arrivano gli spunti, si captano le possibilità e
con qualche anno di ritardo acquisiamo anche noi
capacità e conoscenze per metterle in pratica
brillantemente.

Il terreno, ormai, è spianato, le aziende sono pronte ad accogliere il cambiamento e molte di loro
si stanno già attrezzando. Non resta che sentirsi pronti ad affrontare una nuova sfida e crederci fino
in fondo, queste le prime due leve fondamentali per fare di questa passione una professione.
La Copertina d’Artista – Novembre 2016

Raffaello Castellano (104)

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Artista di Novembre 2016, “Il
Natale che verrà”, Olio su
Tavola, 42X30cm, realizzata da
Antonia Bufi.

Un Babbo Natale in boxer e canottiera scorre con il dito sul tablet, ha un’aria dimessa, la sua
postura ci infonde un misto di trascuratezza e rassegnazione, per di più sia il suo volto che i suoi
piedi sono appena abbozzati, sembra che debbano dissolversi da un momento all’altro. È
un’immagine strana quella che fa capolino dalla Copertina d’Artista di questo “Natale che verrà”;
sembra che l’artista abbia preso alla lettera il suggerimento del titolo (ed infatti anche l’opera ha lo
stesso nome) ed abbia rappresentato un Natale che, benché fortemente connotato dall’ironia, ci
trasmette comunque una sensazione di precarietà.

Ma a ben vedere non è precarietà la parola giusta per definire questo Babbo Natale 2.0, che,
stravaccato su un divano evanescente e dall’abbigliamento sciatto, evidentemente si è ridotto, come
tutti noi comuni mortali, non solo agli ultimi giorni per fare gli acquisti dei regali di Natale, ma per
di più si sta affidando ai siti di vendite on-line.

Ma, come spesso accade nell’arte, in quest’immagine c’è molto di più di quello che appare in
superficie: io credo che l’artista abbia voluto recapitarci una cartolina di Auguri che è allo stesso
tempo ironica, attuale e politica.

Ironica, perché in fondo cosa c’è di più dissacrante di un Babbo Natale che sceglie ed acquista i
regali su di un sito di e-commerce?

Attuale, perché in quel Babbo Natale è espressa la condizione di tutti noi cittadini virtuali, padroni ,
come nessun’altra generazione prima della nostra, di tecnologia, strumenti, media, possibilità e
libertà comunicative, ma quasi totalmente privi di contenuti, di intenzionalità e di cose da dire.

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esto mese Antonia Bufi.

Politica, perché il viso, i piedi, il divano, il mondo stesso del Babbo Natale, proprio come il nostro , si
stanno dissolvendo, si stanno disgregando e stanno diventando liquidi, come direbbe il sociologo
Zygmunt Bauman.

Ma chi è l’artista che ci ha spedito questa cartolina di Auguri dai significati stratificati e multiformi?
Lei è Antonia Bufi, classe 1983, nata a Terlizzi ma residente a Molfetta, che, dopo un diploma in
ragioneria e dopo aver frequentato per due anni la Facoltà di Scienze Politiche di Bari, sente
l’esigenza di mollare tutto e iscriversi all’Accademia di Belle Arti, sempre della stessa città, dove si
laurea con il massimo dei voti in Decorazione, Arti Visive e Discipline dello spettacolo.

Artista eclettica, sperimenta nel corso degli anni diverse tecniche, passando con disinvoltura dalla
grafica alla pittura, dalla fotografia alla performance. Nel 2007 apre l’Atelier arti visive di Bufi
Antonia (iscritta all’Albo artigiani), la sua isola felice dove dare libero sfogo alle sue intuizioni e
provocazioni artistiche. Molto impegnata anche sul versante didattico e sociale dell’arte
contemporanea, Antonia Bufi tiene laboratori artistici presso scuole pubbliche e private ed insegna
tecniche pittoriche presso l’Università della terza età di Bisceglie.
Nel 2013 collabora per la realizzazione del calendario 2014 con l’azienda Agricola Del Sole, Gruppo
Casillo di Corato, leader mondiale per la produzione di prodotti agricoli.
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, life8,olio su legno, 150x150cm, 2014:

Ultime mostre:

2016

“Paradise”, Momart Gallery, Matera;

“Gran shopping festival dell’arte” evento curato da Antonia Bufi, rivolto agli istituti d’arte della
Puglia (con intervento degli artisti Dario Agrimi, Pierluca Cetera, Ezia Mitolo) Centro Commerciale
Mongolfiera, Molfetta (BA);

“Paradise” Galleria Blu org, Bari;

Progetto fotografico “ALL IS FULL OF LOVE” selezionato per Fotografia Europea Circuito Off;

“Il pendio Corato” vince il 5° premio con l’opera serie “Infinite space_summertime”, Corato (BA);

“Sovereto in luce”, Sovereto jazz festival, Sovereto, Terlizzi (BA);

“Kunst unterfor kunsten mail art + beat art”, The University of Agder Faculty of Art Degree Shows,
Norvegia;

“Artisti in luce” per Synphonya, Fiera del Levante, Bari;

“Olio d’artista”, Ex Convento delle Clarisse, Copertino, Lecce;

“San Cataldo”, Spazio Giovani, Bari;

“Olio d’artista”, Palazzo delle Stelline, Milano;

“Orizzonti” (personale), Atelier Bufi Antonia, Molfetta (BA);

“Skin, visible white photo prize”, collettiva Premio Celeste;
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please wait4, olio su legno, 50x50cm, 2013.

2015

“The light of my life”, Bitonto (BA);

“Artisti in luce” Pinacoteca Comunale, Terlizzi (BA);

Selezionata open call Spine Temporary Small Press Bookstore, Bari;

“Mirabilia”, Palazzo Beltrani, Trani;

“Olio d’artista”, Stecca 3, Milano;

“L’arte si mette in mostra”, curata da Antonia Bufi, Centro Commerciale Mongolfiera, Molfetta (BA);

2014

“I low art”, Art Core Gallery, Bari;

“Selfie”, Galleria Clitorosso, Corato (BA);

“Il pendio” vince il 4° premio, Corato (BA).

Per informazioni e per contattare l’artista Antonia Bufi:

antoniabufi.blogspot.it/

la.nella@hotmail.it

Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi
alla selezione della seconda edizione di questa interessante iniziativa scrivendo
alla nostra redazione: redazione@smarknews.it
La Copertina d’Artista – Ottobre 2016

Raffaello Castellano (104)

Un manifesto, un telegramma, una vera e propria icona fa da
copertina al nostro 30esimo numero di Smart Marketing. Il
messaggio è chiaro, quasi cristallino, nella sua immediatezza, come
solo un’opera pop sa essere.

Vediamo nella metà superiore tre leader politici che il martellamento mediatico ha reso ormai
familiari: da destra riconosciamo un iroso Donald Trump, al centro una decisa Angela Merkel e, a
sinistra, un’accigliata Hillary Clinton. I due candidati alla presidenza americana stanno litigando e la
Merkel pare quasi in posa per uno spot elettorale, ma è la metà inferiore dell’opera a colpirci ancora
di più.

Vediamo tre bidoni metallici che nella forma ricordano la Campbell Soup di Andy Warhol e nei colori
di sfondo il pacchetto di sigarette della Marlboro; ma è quello disegnato sopra ai fusti che è
infinitamente più interessante, il volto, anzi meglio, la testa di una ragazza dall’espressione
terrorizzata, ed insieme rassegnata, ci osserva mentre un rivolo nero, non di sangue, ma di un altro
liquido, gli scorre sulla guancia. Sul bidone centrale, una grossa iscrizione ci chiarisce ancor meglio
la natura del liquido e il messaggio generale dell’opera: “Oil & Money no Humanity”.
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’artista di questo numero di Smart
Marketing.

L’opera ci attrae e ci respinge nello stesso tempo, il suo messaggio ci arriva in faccia, forte e sonoro,
come uno schiaffo; tutto in quest’opera è collocato per crearci un senso di disagio, di nervosismo,
quasi di rabbia. Proviamo disagio davanti alla rabbia dei due contendenti alla presidenza americana:
essi litigano, ma i loro toni esacerbati, le loro urla sono quasi udibili. Proviamo nervosismo davanti al
dito puntato della Merkel, che pare scimmiottare i manifesti di propaganda statunitensi per il
reclutamento dello Zio Sam. Ora come allora, veniamo chiamati al sacrificio, al dovere di stato,
all’abnegazione per un alto e non ben definito ideale europeo. Proviamo rabbia e disagio per quella
donna raffigurata sui bidoni di petrolio, anzi, per la sua testa che pare tagliata sul patibolo degli
interessi internazionali. Soprattutto una cosa ci procura disagio: quel rivolo di sangue/petrolio che le
cola dalla bocca, sappiamo che sgocciolando sul pavimento si sta addensando in una pozza, è come
un torrente in piena, melmoso e putrescente, ci travolgerà con il suoi flutti. La donna pare
osservarci, anzi, il suo sguardo suona come una condanna, perché in un mondo di consumatori
compulsivi, come noi siamo, nessuno di noi, è esente da colpe e responsabilità.

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ilico su tela.

Una dichiarazione d’intenti, un manifesto artistico/politico, delle intenzioni e delle passioni che si
agitano nel cuore e nell’animo dell’artista Miguel Gomez, al secolo Michele Loiacono, classe 1962,
che fin da piccolissimo, ha la fortuna di frequentare gli atelier di Pablo Picasso, Bernard Buffet e
Salvador Dalì. Frequenta il Liceo artistico di Bari e dopo un pellegrinaggio artistico per le strade
d’Europa, rientra in patria e frequenta l’Accademia di Torino. Sulla scena artistica dal 1978, quando
a Bari vince il premio per L’artista più giovane d’Italia, Miguel Gomez sperimenta tecniche e
materiali diversi, come l’incisione che lo porterà, dal 1987 al 1994, a collaborare con artisti quali
Emilio Greco, Aligi Sassu, Renzo Vespignani ed Enrico Baj.

Dal 1994 si dedica alla ricerca di nuove espressioni artistiche e dal 2009, oltre che con la pittura,
Miguel Gomez si esprime attraverso la body art, la performance art, la video art e le installazioni.
Nel 2013 inizia la collaborazione, producendo un video art e performance, con l’artista Vincenzo Lo
Sasso (artista che ha fatto parte della factory di Andy Warhol), partecipando con il video art “The
creature of birth and sorrow”, alla mostra “I fiori dell’aglio”. Sempre nel 2013 collabora, con una sua
performance di body art, alla mostra antologica del M° William Tode, ultimo artista vivente del
gruppo dei neorealisti ed ex direttore dell’Ufficio Studi del museo degli Uffizi di Firenze. Curatore di
eventi internazionali quali Women in…Art, Xchange, attualmente è art director per le arti visive e
performative di Artoteca Vallisa, Santa Teresa dei Maschi-Bari, art director di Notti Sacre d’Arte,
presidente dell’A.P.S Federico II Eventi e direttore artistico di Bibart, Biennale Internazionale d’Arte
di Bari città Metropolitana.

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, acrilico su tela.

Dal 1978 ad oggi ha esposto in oltre 70 mostre in Australia, USA, Grecia, Francia, Inghilterra,
Germania, Olanda, Croazia ed Italia.

Ultime mostre:

2016

Personale “Mater et Filius”, Palazzo Vescovile di Lucera (FG);
Personale di pittura “Women’s”, Calleria Ce.Ma.Ci, Matera;

2015

Videoart “La Creazione”, Cattedrale di Barletta;

Videoart “La Creazione”, Duomo di Cerignola, Cattedrale di Troia, Cattedrale di San Sabino Bari;

Videoart “Tango del amor sin palabras”, Buje-Croazia;

Video art “Neiala”, Polo Museale di Ascoli Satriano (FG);

Arte Notte video art “Women”, Piazza San Rocco Cerignola;

Performance su “Homo homini virus”, con Antonio Bilo Canella, Daniele Casolinio e Ilaria Palomba,
per il compleanno di Nero Gallery presso il Brancaleone, Roma;

Personale “Women’s”, Club Mad;

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co su tela.

Video Art “Poema della Croce”, per concerto della Polifonica Biagio Grimaldi sulle musiche della
“Via Crucis” di Franz Liszt;

Performance “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” con Ilaria Paolmba, Daniele Casolino, Closer Roma;

2014

Performance ‘Io sono un’opera d’arte’ con Ilaria Paolmba, Art Gallery under the road Bari;

Personale ‘Madonne’, Chiesa di Santa Teresa dei Maschi Bari;
Personale ‘Madonne’, Cattedrale San Pietro Apostolo Cerignola (FG);

Personale ‘Madonne’, polo museale Ascoli Satriano (FG);

Personale ‘Women’s’, Home Gallery ‘Find me’, Policoro (MT);

“Pollination London Biennale” Londra (GB).

Per informazioni e per contattare l’artista Miguel
Gomez: miguelgomez.paint@gmail.com

Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi
alla selezione della seconda edizione di questa interessante iniziativa scrivendo
alla nostra redazione: redazione@smarknews.it

La Copertina d’Artista – Settembre 2016

Raffaello Castellano (104)

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elli ad olio su carta cotone,
2016) è la Copertina d’Artista di
questo mese, realizzata da Lisa
Cutrino (classe 1995) , la più
giovane artista invitata dal
nostro magazine.

Una villetta unifamiliare si staglia su un fondale dai colori lividi e plumbei. L’abitazione è
all’americana, due piani, il tetto spiovente ed un porticato fanno bella mostra di sé. Ma non è questo
che ci colpisce della copertina d’artista di questo settembre 2016, bensì è una frattura che
attraversa la casa e quasi la tela stessa, come se si trattasse di un taglio alla Fontana.

La casa è ritorta e crollata su se stessa e sembra un monumento ai caduti dell’ultimo devastante
terremoto che ha colpito i comuni di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto il 24 agosto 2016.

Ma, nonostante sia la frattura la cosa che più ci colpisce di questa opera, l’immagine pare non
essere solo questo, c’è qualcos’altro, ma non è immediatamente visibile; dobbiamo in un certo senso
cercarlo, un po’ come quei fotogrammi fantasma (così sono chiamati in gergo) inseriti a mo’ di
scherzo o esperimento nei vecchi film, che comparendo per meno di 1/24 di secondo e benché non
raggiungano la soglia della consapevolezza, sono comunque percepiti dai nostri sensi e dal nostro
subconscio. Durate gli anni ’50 del secolo scorso, come ci ricorda lo studioso Vance Packard nel suo
famoso saggio “I Persuasori Occulti”, furono condotti diversi esperimenti con questi fotogrammi
fantasma e con le percezioni subliminali che innescavano.

Ma qual è l’elemento fantasma in quest’opera?

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In basso, a destra della stessa, vediamo due sdraio da mare, una rossa ed una a strisce verdi e gialle,
che sono poste davanti alla casa diroccata, quasi si trattasse di uno schermo cinematografico o del
palco di un teatro. Entrambe le sdraio sono vuote, ma paiono essere state liberate da poco dai loro
rispettivi spettatori, e forse l’artista vuole ricordarci che nella società mass-mediatica ed iper-
connessa di oggi tutto, anche la tragedia di un cataclisma naturale, diviene pretesto e materia da
spettacolo, o peggio da evento mediatico. Non importa quante case siano crollate, quante persone
siano morte, quanti siano i feriti: l’evento “Terremoto del centr’Italia” è stato promosso dalla
associazione Abusivi d’Italia, patrocinato dall’Unione dei Condoni Edilizi Italiani ed è stato trasmesso
a reti unificate RAI-Mediaset, comodamente a casa vostra, sul vostro divano, o meglio sulla vostra
sdraio in giardino.

Ma, dopo aver colto questo messaggio nascosto, questa provocazione, subito altre due domande ci
assalgono. La prima è: ma chi sarà mai l’artista che ha realizzato questa interessante immagine dai
profondi risvolti politici? La risposta è: Lisa Cutrino (classe 1995), sì, avete letto bene, che con i suoi
21 anni rappresenta la più giovane artista invitata a collaborare con il nostro magazine. Nata a
Lecce, la Cutrino, vive, lavora e studia (presso l’Accademia di belle Arti) a Bari. Un talento puro e
cristallino, una immaginazione feroce e radicale ha permesso a questa giovanissima artista di
presentarci la banalità dello spettacolo, potremmo dire parafrasando l’opera letteraria più famosa di
Hannah Arendt, insomma una ragazza con le idee chiare, la mano ispirata, l’occhio lungo, ben
consapevole dei problemi e delle complessità del mondo contemporaneo, molto più di tanti adulti
che continuano a chiamare ed etichettare la generazione dei ventenni con epiteti di vario genere.

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Degrado Urbano. acrilico e smalto su tela di
cotone 50×50, 2015/2016.

Ma non c’è solo questo, la seconda domanda che ci assale è: come si chiama l’opera e che cosa
c’entra con il tema di settembre di Smart Marketing, che i nostri lettori sanno essere ormai da tre
anni sempre lo stesso, “#ripartitalia – Idee per far ripartire il Paese”?

Mi permetto una personale interpretazione: io credo che Lisa Cutrino, oltre che di arte, sia
appassionata di storia, perché noi Italiani diamo il meglio di noi sempre dopo una tragedia; pensate
al boom economico dopo la Seconda Guerra Mondiale, all’alluvione a Firenze ed alla mobilitazione
sociale per salvare i libri e le opere d’arte, o, in tempi più recenti, al terremoto all’Aquila del 2009,
che raccolse grandi slanci di solidarietà. La Cutrino, allora, pare dirci che solo la tragedia può
smuovere le nostre coscienze intorpidite, solo la catastrofe può spingerci alla solidarietà, solo il
disastro ci può trasformare da semplici spettatori in attori del nostro destino.

Il titolo dell’opera, “Pangea”, ci chiarisce anche il nostro dubbio più recondito, fa appello infatti ad
una necessità: dobbiamo ritrovare la nostra unità, il nostro centro, tornare uniti, come il continente
primordiale prima della spaccatura. Quindi la spaccatura continentale, come la frattura sulla casa
della Cutrino, sono in fondo un messaggio positivo, e in linea con lo spirito del nostro magazine,
perché, come già cantava il grande Leonard Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra
la luce.”

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, pastelli ad olio su carta 130x90cm, 2016.

Ultime mostre

2016

INGORDIGIA, presso la galleria Momart di Matera, in occasione di Paradise (il giardino delle torri).

Finalista del Premio Celeste 2016 (sezione super-young) con l’opera IMPLOSIONE (selezionata
da Ellen Blumenstein, direttrice del KW Institute for Contemporary Art, Berlino). Premiazione e
mostra delle opere finaliste al Bargehouse presso l’OXO Tower Wharf, Londra.

FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI, presso la galleria dell’accademia di Belle Arti di Bari, Mola di
Bari, in occasione della mostra evento El signo de la Pasiòn.

INGORDIGIA, presso la galleria Bluorg di Bari, in occasione di Paradise (il giardino delle torri).

FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI, presso la sala mostre della facoltà di Belle Arti dell’università
Complutense in Madrid, in occasione della mostra evento El signo de la Pasiòn.

L’AMICO IMMAGINARIO, presso la Chiesa della Disciplina Verolanuova (BS), in occasione del
concorso Premio Nocivelli (associazione culturale Techne), opera finalista.

Vincitrice secondo premio acquisto con l’opera DA LI’ A DOVE, presso il Pendio Corato (BA),
concorso di arte contemporanea.

Esposizione opera RIFUGIO –TRINCEA, presso il Chiostro del Monastero della SS. Trinità di Serina
(BG), in occasione del concorso Palma il Vecchio, opera finalista.
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astelli ad olio su carta, 47x60cm, 2016.

SOUVENIR, presso l’ex convento di Santa Chiara, Mola di Bari (BA), in occasione del premio di
pittura Antonio Laforgia.

ARCHEO MODERNITAS, esposizione del trittico L’AMICO IMMAGINARIO presso il Palazzo
dell’Ateneo, Bari.

IN BILICO, presso il castello ducale di Ceglie Messapica, in occasione del premio Emilio Notte.

DEGRADO URBANO, presso Spazio Murat Bari, in occasione dell’evento organizzato dalla
Fondazione Nikolaos, NikolArt.

DEGRADO URBANO, presso il Teatro Furio Camillo di Roma, in occasione del Festival Teatrale
Labirinto.

2015

SACRO, presso: EX VOTO – Il mondo di San Nicola, presso Teatro Margherita (BA).

CONCORSI e PREMI

2016

Finalista Premio Celeste 2016;

Finalista Premio Nocivelli;

Vincitrice secondo premio presso concorso il Pendio Corato;

Finalista concorso Palma il Vecchio con l’opera RIFUGIO-TRINCEA;

Vincitrice primo premio concorso Antonio Laforgia con l’opera SOUVENIR;
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smalto, acrilico e pastelli su tela di cotone,
80x130cm, 2016.

Vincitrice primo premio concorso Emilio Notte con l’opera IN BILICO;

Finalista Concorso per le Arti “Minotauro” Roma.

WORKSHOP

2015

“Il processo creativo e le varie tecniche alternative di realizzazione di un’opera d’arte
contemporanea” condotto dall’artista Dario Agrimi:.

2015

Con Gaia Valentino (galleria Bluorg Bari): su pratiche curatoriali.

Per informazioni e per contattare l’artista Lisa Cutrino: lisacutrino@libero.it

o visitare il suo sito web: http://lisacutrino.wix.com/lisacutrino

Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi
alla selezione della seconda edizione di questa interessante iniziativa scrivendo
alla nostra redazione: redazione@smarknews.it

Editoriale Settembre 2016 – Raffaello
Castellano
Raffaello Castellano (104)

  “Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per
  affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi
  capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non
  scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”

  Questo è uno dei passi più celebri del libro “Walden, ovvero La vita nei boschi”, il resoconto che il
  grande filosofo, poeta e scrittore statunitense Henry David Thoreau scrisse durante il suo
  soggiorno di 2 anni, 2 mesi e 2 giorni, passato a contatto con la natura, fra il 1845 ed il 1847, in
  una capanna, da lui stesso costruita, sulle sponde del lago Walden (Walden Pond), che si trova
  vicino alla cittadina di Concord, nel Massachusetts.

Il suo obbiettivo era appunto quello di re-imparare a vivere, sperimentare il contatto con la natura,
verificare se da uomo civilizzato dell’‘800 potesse cavarsela senza alcuna comodità moderna, senza
cibo, se non quello che si procacciava, senza acqua, se non quella che riusciva a raccogliere, facendo
affidamento, solo ed esclusivamente, sulla sua voglia di vivere e sulle sue capacità di sopravvivenza.

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reau, (Concord, 12 luglio 1817 –
Concord, 6 maggio 1862), è stato un
filosofo, scrittore e poeta
statunitense.

In questi ultimi giorni di settembre, con l’estate ormai alle porte e l’autunno ufficialmente partito, mi
è capitato di ripensare proprio a questo libro e a Thoreau e mi sono chiesto: come è possibile che un
uomo civilizzato, vissuto fra la prima e la seconda rivoluzione industriale, decida di fare un
esperimento come questo, rinunciando a tutto quello che il progresso gli aveva fornito e contando
solo su se stesso? Quale coraggio aveva avuto per affrontare questo salto nel buio? Quali erano le
sue profonde ed incrollabili motivazioni? Ed infine, cosa ha da insegnare all’uomo, liquido ed
ipertecnologico, moderno?

Cosa faremmo noi contemporanei se dovessimo vivere un periodo così lungo senza computer, tv al
plasma, internet, smartphone, etc.? Saremmo completamente nudi ed inermi di fronte alla natura;
dovremmo procacciarci o raccogliere il cibo riconoscendo quello commestibile da quello velenoso o
pericoloso; dovremmo costruirci un riparo per affrontare la notte e le intemperie; dovremmo
procurarci l’acqua cercando una fonte o un corso d’acqua e filtrare la stessa per evitare problemi di
dissenteria o intossicazioni.

Come potremmo esserne capaci, abituati come siamo alla comodità ed alla tecnologia? Come
potremmo reggere questo scontro con la realtà, quella “vera”, “prosaica”, “tangibile”, assuefatti
come siamo alle nostre vite sintetiche, digitali, virtuali?

È giusto dell’anno scorso
l’allarme lanciato dai Medici
Chiropratici americani,
secondo i quali negli ultimi
tre anni si è registrata una
crescita esponenziale della
sindrome Text Neck,
causata dal guardare il
display del tablet o
telefonino continuamente e
per un lungo periodo di
tempo in posizioni scorrette, che causerebbe problemi anche gravi, come infiammazioni al collo e
cervicale cronica. La Text Neck, come altre patologie legate all’uso prolungato di dispositivi mobili, è
in aumento, e i dati sono direttamente proporzionali alle ore che dedichiamo a guardare i vari
display della nostra vita, ore che sono più che raddoppiate negli ultimi anni. Ad esempio, oggi due
italiani su 10 (19%) adoperano lo smartphone per circa 6 ore al giorno, percentuale che sale al 42%
tra i più giovani, mentre il 21% si attesta sulle 4 ore.

Quindi la tecnologia, che doveva renderci più liberi,più intelligenti e più capaci, in realtà ci sta
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