Il Pitagora - AnnoXV n.1 - La grande onda di Kanagawa (Hokusai) - Liceo Classico Pitagora
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il Pitagora πρόλογος “Sempre il mare, uomo libero, amerai! Perché il mare è il tuo specchio; tu contempli nell’infinito svolgersi dell’onda l’anima tua.” Così, il celeberrimo autore simbolista Charles Baudelaire nell’incipit della poesia L’uomo e il mare definisce il mare, specchio dell’uomo e rifugio per il suo animo tormentato. La redazione de Il Pitagora, giunto oramai alla XV edizione, ha deciso di declinare nel I numero dell’a.s. 2018/19 la tematica del mare, quanto mai affascinante e complessa. Spesso non si comprende la fortuna di nascere vicino al mare perché non ci soffermiamo ad osservarlo nella sua prepotenza durante le rigide giornate invernali quando le alte onde sferzano la battigia. E’ in quei momenti che, se si sta vigili, si riesce ad udire il suono del mare, una melodia primordiale che parla di noi. All’interno di questo giornale troverete il tema del mare trattato in tutte le sue sfaccettature. Toccherete con mano la viva Direttrici responsabili: Prof.sse Silvana Sabatino e Cecilia Adamo Caporedattore: Paolo Ciampà Vice caporedattrice: Benedetta Ciccopiedi Espansione online: Prof. Emilio Pisani Hanno collaborato: Carlotta Perri, Alessia Maiorano, Flavia Gallo, Francesca Pia Longo, Martina Pitingolo, Antonio Simone, Mattia Maneli, Michela Stigliano, Francesco Ranieri, Alessandra Riganello 2
πρόλογος sofferenza di un emigrato che brama il mare ma anche il senso di straniamento ed i ricordi di chi abita a chilometri di distanza da esso. Il mare può indicare scoperta e destare meraviglia, come nelle storie dell’esploratore Cristoforo Colombo e di Sauro, uomini di mare, uomini che hanno amato il mare. Tale elemento può diventare inesorabilmente un nemico, se vissuto attraverso gli occhi di un migrante che viaggia per il blu alla ricerca del riscatto. Inoltre, nella rubrica Popcorn, troverete numerosi suggerimenti musicali, cinematografici e letterari per fare un tuffo nel mare rimanendo comodamente seduti in poltrona. E chissà se, ricordando gli antichi fasti del porto cittadino, potremo sognare un futuro migliore per Crotone, città che deve rinascere partendo da una corretta valorizzazione del mare. Vi auguriamo, dunque, addentrandovi tra le pagine del giornale, di sognare e speriamo che ognuno di noi possa ritagliarsi il proprio scorcio di vita vista mare! Mare Risorsa spazio L i Movimento Scoperta b Origine Responsabilità Profondità e Società Liquida r Vela Ponte Nostalgia Festa Immigrazione 3
il Pitagora HIPOPOTOMONSTROSESQUIPEDALIOFOBIA di Paolo Ciampà e Carlotta Perri MARE s. m. [grec.θάλασσα {f.s.}, πόντος {m.s.} ; lat. Mare {n.s.}, pontus {m.s.}, pelagus {n.s.}, altum {n.s.}]. – 1. La parte della superficie terrestre coperta d’acqua (ad eccezione delle acque continentali: laghi, fiumi, ecc.), e quindi, in generale, il complesso delle acque salate che circondano i continenti e le isole, oppure una parte. Ecco di seguito alcune parole derivanti da tale termine: Talassocrazia [dal grec. θαλασσα ‘mare’ + κρατος ‘potere’ ] Ammaraggio Talassemia Dominio del mare, potere che si (o ammaraménto) s. m. appoggia sulla signoria dei ma- La talassemia (comp [der. di ammarare]. – ri, e anche il complesso dei fat- osto anomalo del L’operazione dell’amma- tori che costituiscono il potere greco rare, la manovra con la marittimo; il termine è usato θάλασσα, thàlassa, quale l’idrovolante am- soprattutto con riferimento alle «mare», e αἷμα, àima, mara. grandi potenze che esercitarono «sangue») è tale potere nell'epoca classica. una malattia eredi- taria del sangue che comporta anemia, Pelagia cioè una diminuzio- Talassofilìa [s.f. dal gr. Πελάγιος ne della quantità [s.f. comp. di -θάλασσα ‘marino’] di emoglobina utile ‘mare’ e -φιλία Cnidario degli Scifozoi al trasporto dell'ossi- ‘amicizia’]. – In ecolo- ( Pelagia noctiluca ), me- geno nel sangue al gia, tendenza di un ani- dusa assai frequente nel di sotto dei livelli di male o di una pianta ad Mediterraneo, provvista normalità. abitare nel mare, o di un'ombrella elevata, presso le sue coste. Più con margine smerlato da comunem. il termine è cui si dipartono otto lun- riferito a specie che si ghi tentacoli; sfiorata, stanziano sul litorale emette una notevole lu- marino, oppure in re- minescenza. gioni non litorali ma pianeggianti e aperte alle influenze climati- che del mare. S. V. V. B. E. E. V. ! 4
il Pitagora Dialogo con un nemico di Benedetta Ciccopiedi Jusuf: Mare, maledetto e immenso mare, cullaci verso la libertà, non ci afferrare con ingordigia. Mantieni sospeso su di te il sottile filo delle nostre esistenze, non spezzare le speranze di chi ama la vita a tal punto da lasciare ogni cosa per inseguirla. Oggi, in un freddo e semplice giorno d’inverno, oscillo tra le tue onde feroci in cerca di sicurezza, con il cuore in naufragio ma gli occhi asciutti e in questo oscillare tengo per mano la mia sorellina, cercando di darle quel senso di sicurezza che ormai da tempo ho perso. Guardala negli occhi, guarda quei due languidi universi azzurri che sembrano avere un po’ di te in loro, e tu un po’ di loro in te; guardali, e risparmiali dalle tue tenebre. Mare: Voi umani, quante colpe mi date, quanti artigli vedete tra le mie onde azzurre! Perché avete così tanta paura di me? Perché, quotidianamente, chi si avvicina a me, si sente fragile, debole, e ha paura? Jusuf: Non so contare quante vite hai portato con te e quante forse anche oggi porterai via. Non so se io sarò una di quelle, e neanche le altre ottantasette persone su quest’imbarcazione lo sanno, ma abbiamo paura, è vero, perché potremmo esserlo senza saperlo. Mare: La vostra è la paura della morte, non di me. Voi mi vedete come la vostra morte, la morte della vostra famiglia, dei vostri concittadini. Una morte “ingorda”, come hai già detto. Io però non voglio la morte e piango, piango per queste morti, piango di esserne io la causa, piango di essere identificato come “la vostra morte”. Jusuf: La paura di ciò che non si può sfidare, di ciò che non si può vincere è intrinseca della natura umana, che vorrebbe prevalere su ogni altra cosa. La tua forza, che travolge ogni cosa senza pietà, ti rende superiore a noi, ti rende temibile. Mare: È questo ciò di cui soffro: sono imprigionato in un corpo che non è quello che vorrei, troppo violento per i sentimenti fragili che provo. Voi umani avete qualcosa di ben più rispettabile della forza: la possibilità di abbracciarvi. Per miliardi e miliardi di anni le mie onde hanno sepolto, eroso, ma mai abbracciato. Io non sono solo il mare che uccide, che stermina, sono anche l’odore di salsedine che circonda quella spiaggia su cui un bambino innalza un castello. 6
ποιτικἡ Yusuf: Caro, caro mare, so cosa significhi essere “il nemico” dell’umanità, so cosa significhi essere osservato con paura, non ricevere mai amore e fiducia ma solo odio e rancore. Se le tue onde mi condurranno su quella costa, dove il mio cuore urlerà l’inno della vita, sarò anche io un mostro, proprio come te. Tutti quelli che tra noi giungeranno alla salvezza, in quel Bel Paese, diventeranno bestie da disgustare, uomini indegni di umanità, colpevoli solo di un’origine lontana e di una pelle diversa. Noi ci affidiamo a te, lasciando una sopravvivenza tra colpi di mitra e bombardamenti, per raggiungere quella libertà fittizia, in cui ogni nostro diritto è annullato. Tu, perciò, sei la nostra salvezza tra due mondi oscuri, sei la culla della nostra misera esistenza. Sei tu a decretare il nostro destino verso la terra e l’oblio. 7
il Pitagora Pensieri del marinaio Cristoforo Colombo Di Paolo Ciampà 13 Agosto 1492 “Saranno passati 7 o 8 notti dalla partenza dal porto di San Sebastiàn. Ho ormai perduto la cognizione del tempo e dello spazio. Non so dove mi trovo, se questa è la vita o un beffardo sogno. Oso ipotizzare che la mia mente sia ormai immune alla spossatezza, le ossa vibrano ogni tanto al soffiare del vento ed io sono un manichino imbruttito in balia delle onde del mare che assume una particolare sfumatura grigiastra alla luce del sole. Un’infinita distesa grigia dinanzi ai miei occhi: ecco la mia prigione! Io amo il mare, altrimenti non avrei intrapreso questo viaggio, però, oggi è per me un duro carcere. La Pinta è la mia cella, il grande albero maestro il mio letto chiodato e potrei buttarmi dentro l’acqua ma affogherei solamente nella mia inquietudine e prolungherei il supplizio. Guardo il vuoto, un punto indefinito dell’orizzonte ed è blu come l’oceano dei miei pensieri e chissà se arriveremo mai in India! Alle mie spalle soffia un leggero aliseo che, con regolarità, spinge la caravella verso un punto indefinito dell’oceano. Il mio viaggio è un grande paradosso: cerco di migliorare la vita di una popolazione a me estranea e straniera ed io, intanto, annullo la mia esistenza e i miei sensi pian piano si affievoliscono”. Ed intanto il mare, mosso da una tenue brezza, mormora tranquillo un motivetto sincopato con disinteresse. 16 Settembre 1492 “Il cielo è rossastro questa mattina e ciò contribuisce a darmi un senso di appagante tranquillità. Spero vivamente che il mio stato d’animo positivo resti tale almeno per qualche ora perché oggi si prospetta una dura giornata di lavoro. Il mare, anch’esso rosso, è piatto e finalmente potremo fare molta strada ed avvicinarci alla meta, se mai ce ne sarà una. Il mio equipaggio è sfiancato dalle innumerevoli notti insonni degli ultimi tempi per via di un mare estremamente capriccioso. Ora l’allarme tempesta sembra, apparentemente, rientrato e di ciò non posso che esserne sollevato. Un altro problema, anche più intricato da risolvere, occupa la mia mente al momento: la penuria di viveri. I marinai cominciano a lamentarsi e a chiedere un pronto ritorno in patria, dichiarando fallita la nostra missione. L’orizzonte ha contorni sempre più sbiaditi e l’arrivo sembra oramai una chimera difficile da sconfiggere. Non posso francamente dare torto ai miei uomini perché la fame pervade le mie membra ed anche io bramo il riposo e la terraferma. Intravedo, però, un mucchio di alghe a pelo d’acqua e la mia ingiustificata e forse un po’ matta speranza mi spinge ad ipotizzare che le Indie sono vicine ed ora, sfolgorante di una luce nuova, ordino al mio manovale di spiegare le vele perché tra pochi giorni si arriverà”. Ed intanto, il mare, ora un po’ meno minaccioso ed alquanto placido, sembra prendersi gioco del mondo dall’alto della sua superiorità e disegna con le alghe uno strano quadro. 8
σπουδαἱοι 10 Ottobre 1492 “Le mie previsioni si sono rivelate miserabilmente errate e sono oramai due lunghi mesi che erro per il mare, le cui onde producono tanta schiuma; sembra quasi irritato dalla presenza delle mie tre caravelle. Spira un fastidioso maestrale che rallenta, seppur minimamente, la rotta già difficoltosa nei giorni precedenti per via di un malfunzionamento della bussola. Il mio corpo è, ormai da tempo, uno scheletro coperto solo da un ingombrante e goffo vestito che maschera il mio profondo senso di inadeguatezza. L’inedia conduce i miei gesti ed il di- giuno prolungato mi rende esageratamente irascibile e schivo. I miei uomini, distrutti ed affamati anche più di me, sono esasperati ed alcuni si rifiutano di svolgere la loro mansione. Un paio di loro sono morti ieri nell’altra nave a causa delle condizioni igieniche disumane in cui siamo costretti a vivere quotidianamente, situazione della quale sono ben conscio. Reggo il timone e sbarro gli occhi in cerca della terraferma e di me stesso ma, sfortunatamente, non trovo altro se non una sconfinata distesa blu increspata, mia fiera rivale in questo viaggio. Ammetto la mia sconfitta, il mare ha scalfito ogni mia residua resistenza e perciò, pur dolente nell’anima, ho deciso di annunciare al mio equipaggio che rientreremo in Spagna se nei prossimi quattro giorni non vedremo terra. Purtroppo, io sono il primo a non crederci più”. Ed intanto, il mare con un sonoro ruggito annuncia soddisfatto il suo trionfo. 12 Ottobre 2018 “Stento a crederci, forse quello che vedo è un miraggio. Un’isola di grandi dimensioni si materializza dinanzi ai miei occhi e finalmente, dopo quasi settanta giorni di peregrinazioni per mare, potrò toccare il suolo dell’India, terra di ricchezze e di salvezza per la mia anima divorata dal viaggio. Un forte libeccio sospinge le tre imbarcazioni verso la tanto agognata terraferma, troppe volte solo sognata nelle più positive fantasie. L’equipaggio esulta emozio- nato e festeggia, con l’energia rimasta in corpo, il raggiungimento dell’obiettivo da tutti stabilito. Lascio a quei poveri, ma felici, uomini il privilegio di crogiolarsi nella loro purissima felicità e salgo sull’albero maestro nel tentativo di avere una visione più ampia di ciò che mi circonda. Una volta salito in cima, le mie lacrime iniziano a mescolarsi all’acqua salina del mare, rigando il mio magro volto solcato da profonde rughe. Questa volta, e posso affermarlo con orgoglio, ho vinto io e nessuno potrà levarmi dalla bocca il dolceamaro sapore del successo”. Ed intanto, il mare, non più nemico ma valido alleato, sussurra il canto della vittoria mentre uno stormo di uccelli vola sopra di esso salutando l’alba di una nuova era. 9
il Pitagora σπουδαἱοι Storia di un marinaio inglese Il primo uomo che ha fatto il giro del mondo in bar- ca a vela. Golden Globe Race, "madre" di tutte le competizioni veliche tran- soceaniche di Alessia Maiorano e Martina Pitingolo Sir Robin Knox-Johnston, nato il 17 marzo 1939 a Londra, è un marinaio inglese. Robin concluse vittoriosamente il Golden Globe, la prima edizione di quello che oggi è il Vendee Globe, completando la sua prima circumnavigazione del globo senza scalo in solitario. La Golden Globe Race è una competizione velica organizzata per la prima volta nel 1968 dal Sunday Times, ed è considerata la "madre" di tutte le competizioni veliche transoceaniche in barca a vela, in solitario e senza scali. Il giornale inglese Sunday Times si propose di organizzare questa competizione, sponsorizzandola e stabilendo un premio di 5000 sterline per il vincitore (secondo una stima, all'incirca 100.000 euro di oggi). Si prevedeva che la navigazione sarebbe durata tra i nove mesi e l'anno, in mare aperto, e il percorso quasi obbligato per via della direzione dei venti, prevedeva di percorrere l'Oceano Atlantico, verso sud dall'Inghilterra, superando il Capo di Buona Speranza presso Città del Capo, in Sudafrica, percorrere tutto l'Oceano Indiano verso l'Australia, oltrepassarla, proseguire lungo l'Oceano Pacifico meridionale, doppiando Capo Horn, punta meridionale fra Cile ed Argentina, e poi risalire l'Atlantico per far ritorno in Inghilterra Sir Robin partì da Falmouth, senza sponsor, il 14 giugno 1968. Con la sua imbarcazione Suhaili piena di armi e rifornimenti, partì per un viaggio che durò poco più di dieci mesi. Tornò a Falmouth dopo 312 giorni di navigazione, il 22 aprile 1969. Robin Knox-Johnston, fu così primo uomo a completare il giro del mondo in barca a vela in solitario e senza scali, donando le 5000 sterline in premio alla famiglia di Crowhurst. Donald Crowhurst, inglese, decise di partecipare alla competizione per il premio, a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versa la sua famiglia e la sua azienda. Indebitato fino al collo, dovette ipotecare la casa e persino la sua stessa barca che aveva costruito tramite i soldi di uno sponsor. Oggi sono passati più di 40 anni da quando Sir Robin Knox-Johnston ha fatto la storia diventando il primo uomo a salpare da solo e senza sosta in tutto il mondo nel 1968-69. 10
χρόνικον Tradizione rispettata a Crotone: non c'è Capodanno senza tuffo Un gelido tuffo di Capodanno. Come da consuetudine ecco che il 2019 inizia con un tuffo di Martina Pitingolo e Alessia Maiorano Quarantasei coraggiosi hanno sfidato il gelido mare Crotonese entrando nelle fredde acque. Ormai un evento consolidato a Crotone è quello di accogliere il nuovo anno facendo un bagno in mare. Anche quest'anno, con il tuffo di Capodanno, i Crotonesi hanno mantenuto la tradizione. Una giornata decisamente non ideale per un bagno fuori stagione: temperatura di 3° C, forte vento di tramontana e cielo nuvoloso erano le condizioni atmosferiche che comun- que non hanno scoraggiato i nuotatori di tutte le età. L'appuntamento, arrivato ormai alla 22° edizione, ha coinvolto circa 46 cittadini che hanno avuto il coraggio di entrare nelle acque gelide. Tantissimi anche gli spettatori pronti a documentare il rito con i loro telefonini e ad incoraggiare e applaudire i più audaci che si sono lanciati in acqua. A mezzogiorno il ritrovo sul Lungomare e poi tutti insieme per condividere un momento di festa indossando rigorosamente solo il costume. Tra i partecipanti, anche un temerario di Bolzano. Un modo alternativo e singolare per iniziare il 2019 con un immancabile brindisi finale. Lungomare di Crotone 11
il Pitagora Interviste… di mare! di Paolo Ciampà Nome intervistato: Antonio Minicò. E’ di Crotone? Sì, sono nato ed ho sempre vissuto a Crotone in un’abitazione adiacente al castello di Carlo V, una delle zone più rinomate della città in quanto rappresentava il feudo di tutti i nobili. Crotone è una città più belle della Calabria! Cos’è per lei il mare? Il mare per me è una risorsa importantissima, nostro malgrado non ancora sfruttata al massimo delle sue potenzialità. Inoltre, esso è una delle mie passioni, dato che spesso vado a pescare e, in estate, amo rifocillarmi con lunghe nuotate. Qual è la sua opinione riguardo al porto di Crotone? Il porto, una volta, rappresentava una ricchezza per la cittadinanza perché vi attraccavano molte navi container e militari provenienti dall’Italia e dal Mediterraneo orientale che rifornivano le numerose fabbriche presenti sul territorio e, in particolare, la Cellulosa 2000. Ora, essendo quest’ultime state chiuse, il porto appare come un grande relitto in malora poiché manca il bacino d’utenza. Piattaforme ENI: risorsa per l’economia o enti deturpatrici dei mari? Chiamarle enti deturpatrici è, a mio avviso, un errore in quanto esse sono un’importante ricchezza per tutto il contesto nazionali. L’esportazione del metano dovrebbe giovare a tutta la cittadinanza anche perché il Comune riceve ingenti royalties ogni anno dall’ENI per l’usufrutto delle piattaforme che potrebbero essere utilizzate per migliorare Crotone. Può dirmi la sua opinione riguardo al mare associato al viaggio dei migranti? Io vedo il problema dei migranti in un’ottica diversa. Ritengo che persone che mettono a repentaglio la loro vita per sfuggire alla guerra ed alla fame meritino rispetto. D’altro canto, bisognerebbe, in primis, aiutare le città che accolgono questa marea di sventurati rendendole in grado offrire agli immigrati la possibilità di vivere un esistenza dignitosa in integrazione con la comunità europea. In questi termini, l’immigrazione è solo un gravoso fardello economico che grava sull’Italia e sull’Unione Europea, non avendo questi profughi una specializzazione lavorativa come, ad esempio, l’avevamo noi italiani quando emigravamo nel dopoguerra. 12
χρόνικον Lungomare di Crotone Nome intervistato: Alfredo Mungari. E’ di Crotone? Sono nato a Crotone ma abito da venti anni a Bologna. Cos’è per lei il mare? Il mare per me è la vita. Io sono nato sul mare ed ora che sono in una città, dove, per raggiungerlo, devo percorrere un centinaio di chilometri e ne sento la sua mancanza. È l’unica mancanza di cui io, emigrante di lungo corso, soffro. Cosa prova ogni volta che vede il mare? Quando vedo il mare, il mio mare, non di certo uguale a quello della Riviera romagnola, provo un’emozione molto forte. Mi piace andarci da solo, per godermelo fino in fondo. Che ricordo ha legato al mare? Il ricordo più forte legato al mare è anche la prima volta che superai la mia paura 13
il Pitagora dell’acqua profonda. Ero piccolo e con i miei amici mi trovavo nei pressi del porto vecchio, sicuramente molto diverso da come lo vediamo oggi. Intorno ad esso vi erano numerose scogliere al di sotto delle quali si trovava un’acqua limpida. I miei compagni mi spinsero, quasi a sfidarmi, e io, inevitabilmente, imparai a nuotare. Un altro ricordo legato al mare e alla mia gioventù è sicuramente la traversata che ogni estate io e i miei amici svolgevamo di notte dal lanternino verde a quello rosso. Cosa pensa del porto di Crotone? Il porto di Crotone, dopo quello di Taranto, è il più importante del Meridione ma purtroppo non viene valorizzato come dovrebbe, per due motivi; il primo di questi è la sua posizione. È situato nel mar Ionio, un mare chiuso che non permette grossi scambi commerciali ad eccezione di quelli con l’Asia orientale. Il secondo motivo riguarda le compagnie che operano ed hanno operato lì, le quali non hanno saputo sfruttare il potenziale di cui dispone il bacino crotonese, costringendo così le navi che vi giungevano a cambiare rotta e a dirigersi verso il porto di Corigliano. Un opinione riguardo le piattaforme ENI, che operano nel nostro mare? È un discorso che ho sentito affrontare molte volte ed è inutile dire che se non ci fossero sarebbe meglio ma è giusto prendere in considerazione il fatto che è troppo tardi per rimuoverle. Quindi, secondo me, dovrebbe esserci un incremento della quota che viene destinata al territorio sul quale loro operano. Come potrebbe la nostra cittadinanza sfruttare al meglio il mare? La posizione della nostra città è una delle migliori e, inoltre, nel nostro territorio è presente una vasta aria marina protetta che è anche una tra le più belle d’Italia. Sono veramente tante le risorse che il mare ci dona: la preziosa poseidonia, le ricchezze della nostra archeologia marina, le acque limpide nonostante le piattaforme petrolifere che vi operano. C’è, quindi, una lunga lista di risorse che possono e devono essere sfruttate di più per incrementare il turismo nella nostra zona, che non ha niente da invidiare a molte altre. Cosa ne pensa riguardo l’inquinamento che troviamo nelle acque di tutto il mondo? L’inquinamento è, purtroppo, una piaga enorme che non è per niente facile eliminare. A causa del consumismo, camminiamo in una via che ci impedisce di tornare indietro. Vedo un’assenza di civiltà che, oramai, è presente non solo a livello locale bensì globale Credo che un ruolo importante debba essere svolto anche dalle istituzioni che, per il ruolo che investono, potrebbero dare una svolta decisiva in tal senso. 14
χρόνικον Un pensiero sulla questione dei migranti? È sicuramente un problema che affligge tutto il mondo, in particolare il nostro paese. Per capire bene, infatti, è necessario dare uno sguardo al passato, ricordandoci che anche il nostro popolo ha affrontato viaggi verso mete come l’America e l’Argentina dove permane una grande percentuale di italiani che, nel frattempo, hanno saputo realizzarsi e arricchirsi lontano dalla propria nazione. Rio Maggiove (SP) 15
il Pitagora Nome intervistata: Patrizia Colombari. E’ di Crotone? No, sono nata ed ho sempre vissuto a Bologna. Ha un ricordo legato al mare? I miei ricordi legati al mare sono un susseguirsi di esperienze. I miei genitori erano due operai, non potevano portarmi al mare, quindi andavo in colonia dove venivo accompagnata sulla riva del mare per bagnarmi le caviglie. Così, la mia curiosità e la mia voglia di conoscere cosa potesse provocare un mio tuffo in acqua svanivano completamente. Quando avevo 17 anni i miei genitori affittarono una casa al mare nei pressi della città di Rimini però anche loro avevano la mia stessa paura che presto si trasformò in frustrazione perché non trovavo nessuno che potesse insegnarmi come nuo- tare e superare i miei limiti. All’età di 20 anni cominciai a lavorare viaggiando per mete costiere fantastiche in compagnia di una mia amica che, a differenza mia, aveva una vera e propria passione per il mondo acquatico e così cominciò a darmi consigli al fine di farmi abbandonare ogni tipo di complesso verso il mare . Appena mi capitò l’occasione cominciai a prendere lezioni di nuoto e, tramite la costanza, mi conquistai il mio rapporto con l’acqua e, da lì, fino all’età di 50 anni mi allenai intensamente. Che cos’è per lei il mare? Per me il mare è fonte di serenità e tranquillità, è la cosa più bella del mondo. Cosa prova ogni volta che vede il mare? Ogni volta che vedo il mare mi sento come se fossi in un posto sicuro per la mia mente, dove vi sono esclusivamente tranquillità e serenità ed a me anche solo una passeggiata lì vicino fa stare bene. In tv si parla tanto dell’inquinamento del mare, cosa ne pensa a proposito? Mi ostino a non capire perché, nonostante la grande informazione oggi fornita dai mezzi di informazione, persistano l’indifferenza e il menefreghismo. L’inquinamento è una piaga che riguarda tutti e chi lo pratica oggi, domani non si deve aspettare di trovare un mondo che, nel suo splendore, sarà pulito e rispettato. 16
χρόνικον Lungomare di Crotone Il viaggio associato ai viaggio dei migranti in cerca di fortuna, cosa ne pensa? Finora ho descritto tutto ciò che di bello possa esistere nel mare ma questa situazione ne rappresenta il lato oscuro. Personalmente vedo il mare come porto libero dei corpi, poiché siamo in dovere di accogliere i bambini e le persone che fuggono disperate dalla loro terra in cerca di un posto migliore. Noi stessi dovremmo essere come le nostre acque, sempre pronte ad ospitare chiunque capiti nel suo manto blu, senza alcun tipo di distinzione. Al giorno d’oggi viene molto difficile, in quanto vengono messi in evidenza sentimenti che vanno solo ed esclusivamente contro lo straniero e, per quanto mi riguarda, servirebbero più solidarietà e rispetto verso il prossimo. Sente la mancanza del mare della sua vita? Tantissimo. Come vorrei che la mia Bologna avesse il mare! 17
il Pitagora L’inquinamento che da anni attanaglia il nostro mare. Boomerang di plastica. Dove va a finire tutto ciò che noi produciamo, utilizziamo e gettiamo? di Carlotta Perri Great Pacific Garbage Patch. Nel mondo ci sono moltissime isole di origine diversificata; alcune isole sono di origine vulcanica, altre sono frutto della sedimentazione di organismi marini e altre ancora sono dette ‘di erosione’. Da qualche anno però si è scoperto che non esistono solo isole di queste origini ma l’uomo è stato capace di creare con le sue sole mani e poche azioni delle isole, la più grande di queste si trova nell’Oceano Pacifico, il suo nome? Great Pacific Garbage Patch. La Grande Chiazza di Spazzatura del Pacifico. Scoperta negli anni ‘80, si è formata grazie alla corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del nord Pacifico. L’isola, posizionata all’incirca fra il 135º e il 155º meridiano ovest e il 35º e il 42º parallelo nord, ha un’estensione che varia fra i 700.000 km2 e i 10 milioni di km2 (le sue dimensioni sono più grandi della penisola Iberica). Contiene 3 milioni di tonnellate di plastica e 100 milioni di tonnellate di detriti con una concentrazione di 3,34 x 10.000.000 frammenti per km2, di cui vengono raccolti la media di 5,1 kg/km2, tutto ciò ovviamente è materiale NON biodegradabile! Ogni anno produciamo 335 milioni di tonnellate delle quali l’80% finisce nelle discariche e nell’ambiente. Essendo materiale non biodegradabile, subisce un processo di fotodegradazione, ovvero questo materiale si disintegra in piccoli pezzi fino a diventare delle dimensioni dei polimeri, la maggior 18
χρόνικον parte finisce nello stomaco dei pesci per poi iniziare la sua scalata nella catena alimentare ed arrivare all’uomo. Questo non è altro che il frutto del progresso che ha portato molti cambiamenti nella vita dell’uomo che si sono trasformati in effetti positivi e in effetti negativi. Inizialmente tutto ciò che portava dei vantaggi nella quotidianità veniva accolto con entusiasmo, con grande piacere, perché agevolava e rendeva più semplici e veloce le azioni giornaliere. Bicchieri, bottiglie, posate, flaconi, cannucce, buste di plastica sostituirono e ancora oggi sostituiscono oggetti fatti precedentemente di diverso materiale. L’usa e getta è diventato un bisogno quasi insostituibile, che ‘risolve’ svariati problemi casalinghi facendo risparmiare tempo e fatica. Un fenomeno boomerang, perché se agli inizi era la lavastoviglie ad abbreviare il processo del lavaggio, oggi questo è totalmente annullato dal gesto immediato di gettare ogni cosa, poiché la pigrizia ha vinto sull’uomo. Great Pacific Garbage Patch. 19
il Pitagora Interordines 2018-XVII edizione Una giornata all’insegna della Legalità. di Michela Stigliano Giorno 30 Novembre 2018, le classi II B, II D, IV B e V E del Liceo Classico Pitagora, accompagnate dalle rispettive docenti, si sono recate presso il Teatro Apollo in occasione dell’evento a cura della Fondazione Scuola Forense Interordines 2018- XVII Edizione, con lo scopo di premiare le personalità che portano prestigio alla nostra regione, approfondire il tema della legalità con i ragazzi degli istituti superiori, implementare la conoscenza della legalità, dei temi della cittadinanza attiva e consapevole, dell’uguaglianza e della non discriminazione. Dopo l’inno nazionale, i saluti del sindaco Ugo Pugliese e la presentazione degli ospiti e delle scuole, l’evento, presentato dalla segretaria della Fondazione Scuola Forense, avvocatessa Caterina Bilotti e dal presidente della stessa, avvocato Salvatore Mastroianni, è entrato nel vivo con la visione di vari filmati riguardanti il dramma degli incidenti stradali. Uno dei video presentava azioni d’indagine eseguite dallo Squadrone dei Carabinieri Eliportato Cacciatori di Calabria, un corpo speciale dei carabinieri vocato alla lotta del crimine organizzato. Questi, ospiti dell’evento, sono stati premiati da Andrea Sacco, figlio del famoso orafo Gerardo Sacco, artefice dei bellissimi premi consegnati. La giornata è stata intervallata da momenti di riflessione, come la lettura del toccante testo Quando fu il giorno della Calabria 20
χρόνικον di Leonida Repaci e gli interventi da parte del procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia, dell’ex prefetto Cosima Stani e della giudice Alessandra Angiuli (che ha portato i saluti della presidente del tribunale di Crotone Maria Vittoria Marchianò). Le autorità citate hanno invitato i giovani ad essere credibili e coerenti, a non avere un ruolo passivo, a dare un contributo fattivo e quotidiano al tema della legalità in ogni occasione, non soltanto attraverso iniziative e manifestazioni (che sono comunque importanti), ma anche attraverso l’impegno ed il comportamento di tutti i giorni. Alla fine dell’evento è stata premiata da Viviana Sacco (manager della Gerardo Sacco SRL) l’astrofisica calabrese Sandra Savaglio, laureata all’Università della Calabria e professoressa ordinaria dell’Università di Arcavacata. Specializzata nell’astrofisica delle galassie distanti, dell’arricchimento chimico dell’universo e dei fenomeni esplosivi, nel 2004 è comparsa sulla copertina della rivista americana Time, che titolava: Così l’Europa perde le sue stelle della scienza. Dopo averle consegnato il premio Ipazia, ideato per Interordines da Gerardo Sacco e dedicato alla donna per i risultati ottenuti nell’ambito professionale, l’avvocatessa Bilotti ha posto qualche domanda alla dottoressa Savaglio. Innanzitutto, l’avvocato ha fatto notare come nel campo della scienza le donne siano sottovalutate: basti pensare a ciò che hanno affermato scienziati quali Larry Summers e Alessandro Strumia, cioè che la donna ha una maggiore attitudine per le materie umanistiche che per quelle matematiche. La Savaglio ha purtroppo dovuto confermare che il ruolo femminile è sottostimato: addirittura nella cucina, campo in cui la donna dovrebbe spiccare in quanto focolare della casa, vengono ricordati solo uomini. Per finire, l’avvocatessa Bilotti ha ironizzato sul fatto che la dottoressa, cervello in fuga, abbia deciso di ritornare nel nostro paese, nella nostra regione, benché manchino i fondi per la Ricerca. Sandra Savaglio ha risposto che dalle sue esperienze lavorative all’estero ha potuto constatare che l’efficienza e la professionalità dell’America o della Germania non sono paragonabili a quelle italiane, ma ha poi aggiunto che l’umanità è più importante delle regole, perciò in Italia si trova meglio che in qualsiasi altro posto, amando i suoi colori e i suoi sapori, nonostante i problemi e i disagi. E’ perciò orgogliosa di essere italiana e calabrese. L’evento si è concluso con l’invito degli avvocati Mastroianni e Bilotti a partecipare alla prossima edizione di Interordines. 21
il Pitagora L’imprenditrice Viviana Sacco, l’avvocatessa Bilotti e la scienziata Savaglio La scienziata Savaglio con due alunne della Redazione de Il Pitagora 22
ἔργα Μουσέων "Liquido è il mio corpo che si piega ad ogni condizione, alcool che si adatta al vetro del contenitore". di Benedetta Ciccopiedi Titolo: La vita liquida Autore: Brunori Sas Genere: canzone Album: A casa tutto bene Anno di pubblicazione: 2017 Intreccio: La vita liquida parla, con audace delicatezza, proprio della liquidità umana. Con poche parole, infatti, il cantautore calabrese riesce a far riflettere sulla flessibilità, l’omertà e l’ignoranza dell’uomo, caratteristiche base della cosiddetta società liquido- moderna, priva di certezze e pilastri, in continua oscillazione. Brunori scioglie l’uomo, la sua religione, la sua etica e le sue ideologie in semplice acqua, che evapora e adatta la sua forma al recipiente che la contiene per abbandonarsi, infine, al mare, come ogni uomo si abbandona, dopo aver attraversato diversi recipienti, alla morte. "Scioglie le certezze e intreccia i dubbi". 23
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ἔργα Μουσέων di Paolo Ciampà “L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto”. Titolo: Il vecchio e il mare (The Old Man and the Sea) Autore: Ernest Hemingway Anno di pubblicazione: 1952 Genere: romanzo breve Lingua originale: inglese Ambientazione: Cuba Intreccio: Santiago, un vecchio ed espertissimo pescatore, non riesce a pescare alcunché per ben 84 giorni, pur essendo aiutato dal giovane Manolin. I genitori di quest’ultimo, ritenendo Santiago troppo sfortunato, impongono al figlio di non andare più a pescare con lui. Una mattina, il vecchio pescatore si spinge con la sua piccola imbarcazione in aperto oceano e riesce a catturare un marlin di dimensioni colossali che gli avrebbe fruttato un lauto profitto. Suo malgrado, durante il lungo e faticoso tragitto di ritorno, il pesce viene divorato da feroci squali e Santiago, sconfitto ed abbattuto, è costretto a rientrare a riva. Lì viene soccorso da Manolin che, commosso, gli promette che sarebbe tornato a pescare con lui per un’ultima inesorabile volta. Si può divorare in 2 giorni: non perdere altro tempo! 25
il Pitagora il Pitagora "Io qui non ci muoio". di Martina Pitingolo, Alessia Maio- rano, Flavia Gallo e Alessandra Ri- ganello Titolo: Paradise Beach Regista: Jaume Collet-Serra Interpreti: Blake Lively, Brett Cullen, Janelle Bailey, Oscar Jenada. Produzione: Sony Pictures Entertainment, Stati Uniti d'America, 2016 Genere: thriller Lingua originale: inglese Intreccio: La giovane studentessa universitaria di medicina Nancy, ha scelto per le sue vacanze un luogo incantevole, una spiaggia messicana dove la sua mamma, morta di recente, amava andare quando era in cinta di lei. Nancy sta facendo surf da sola quando, in lonta- nanza, scorge un cetaceo morto e subito si fa vivo chi l'ha ucciso: un grande squalo bianco. La ragazza si ritrova così a dover combattere per la sua vita nelle acque vicino alla riva, trovando precario rifugio sul cadavere del cetaceo e poi su una roccia affiorante. Anche se solo 200 metri la separano dalla salvez- za, dovrà mettere in gioco tutta la sua forza di volontà per sopravvivere. "Scappate finché siete in tempo"! 26
ἔργα Μουσέων “IlTitanic era la nave dei sogni e lo era, lo era per davvero”. Titolo: Titanic Regista: James Cameron Interpreti principali: Leonardo Di Caprio, Kate Winslet Produzione, paese, anno: 20th Century Fox, Stai Uniti d’America, 1997 Genere: drammatico, sentimentale Lingua originale: inglese Intreccio: Il cacciatore di tesori Brock Lovett sta conducendo una spedizione per recuperare dal relitto affondato del transatlantico Titanic un favoloso diamante, il cuore dell’Oceano, andato perduto durante il naufragio. Un'anziana vedova, Rose Dawson Calvert, viene a sapere del ritrovamento guardando la TV e contatta lo stesso Lovett sostenendo di essere Rose la proprietaria del diamante, accettando di raccontare la propria storia e cosa accadde durante il suo viaggio sul Titanic. Rose ha diciassette anni e una vita pianificata. Imbarcata sul Titanic e insoddisfatta della propria subalternità al futuro sposo incontra Jack, romantico disegnatore della terza classe. Durante una notte viene avvistato un iceberg proprio di fronte alla nave e il comandante viene informato che è impossibile impedirne il naufragio. Il Titanic si spezza in due tronconi, Jack e Rose riescono a trovare una porta galleggiante su cui salire, ma essa può sostenere il peso di una sola persona e Jack lo cede a Rose, permettendo alla ragazza di resistere al freddo mentre lui muore d’ipotermia. “Attenzione, potreste rimanere congelati”! 27
il Pitagora di Francesca Pia Longo “Sauro 100- un viaggio in barca a vela per 100 porti e per 100 anni di storia” è stata un’iniziativa che nasce da un’idea dell’ammiraglio Romano Sauro, si inquadra nell’ambito delle commemorazioni organizzate a livello nazionale per ricordare l’anni- versario della prima guerra mondiale e la morte dell’eroe nazionale Tenente di Vascello Nazario Sauro, le cui spoglie si trovano nel tempio votivo di Venezia. Il viaggio ha interessato tutte le regioni costiere italiane in una navigazione che è durata due anni e ha previsto più di 4000 miglia che, partendo da Sanremo, ha interessato 100 porti italiani oltre a più 20 esteri tra cui Durazzo in Albania, Cattaro in Montenegro e altri in Croazia e Slovenia. L’obiettivo è stato quello di raggiungere Trieste il 4 Ottobre. Il trasferimento da un porto all’altro è avvenuto Con un’imbarcazione a vela risalente al 1983 lunga 32 piedi, il cui equipaggio, a esclusione del capitano del viaggio Romano Sauro, è cambiato in ogni porto. Nel corso del 2016 è ricorso il centesimo anniversario della morte di Nazario Sauro, eroe romantico, audace marinaio, spirito indipendente, libero e ribelle. L’ammiraglio Romano Sauro ha recentemente pubblicato la terza edizione del volume “NAZARIO SAURO STORIA DI UN MARINAIO” scritto con la collaborazione del 28
ἔργα Μουσέων L’opera vuole ripercorrere le gesta dell’avo : dalla cospirazione a fianco degli insorti albanesi contro l’impero ottomano alla partecipazione alla prima guerra mondiale come volontario nella Marina Italiana. Una vita avvolta nei sogni, nelle passioni e negli ideali nei quali Sauro ha creduto e che ha perseguito con coerenza e determinazione, sacrificando la propria giovane vita: morì a causa di un tradimento ad opera dell’Austria – Ungheria in una afosa giornata di Agosto del 1916 a Pola. Nazario Sauro storia di un marinaio è un libro ricco di fatti inediti riscoperti in documenti, diari, scritti e racconti familiari, che riporta all’attenzione un protagonista della prima guerra mondiale, Francesco. L’opera vuole ripercorrere le gesta dell’avo : dalla cospirazione a fianco degli insorti albanesi contro l’impero ottomano alla partecipazione alla prima guerra mondiale come volontario nella Marina Italiana. Una vita avvolta nei sogni, nelle passioni e negli ideali nei quali Sauro ha creduto e che ha perseguito con coerenza e determinazione, sacrificando la propria giovane vita: morì a causa di un tradimento ad opera dell’Austria – Ungheria in una afosa giornata di Agosto del 1916 a Pola. Nazario Sauro storia di un marinaio è un libro ricco di fatti inediti riscoperti in documenti, diari, scritti e racconti familiari, che riporta all’attenzione un protagonista della prima guerra mondiale, un marinaio d’altri tempi, smitizzato dalle retoriche agiografiche del passato. Gli autori si sono posti, infatti, l’ambizioso obiettivo di scrivere per i giovani e di lasciare loro un messaggio di speranza, di entusiasmo e libertà affinché trovino in Nazario Sauro un modello di vita, un esempio da seguire. Nel libro si parla, infatti, di passioni, di sentimenti, di orgoglio, di impegno, di sogni, di obiettivi, di memoria, di amore per la patria ma anche di insegnamenti per la vita e per il futuro. Nazario Sauro 29
il Pitagora Un mare di stile con disegni e didascalie di Francesco Ranieri Νηρείς Le Ninfe sono protettrici delle acque, i colori predominanti, verde e blu, rimandano ad un fiume che scorre tra i boschi. 30
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il Pitagora Ἱππόκαμπος L’Ippocampo è una creatura particolarmente longilinea, infatti l’abito è caratterizzato da una linea semplice e pulita, completata da un lungo mantello che rappresenta le ali. 32
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il Pitagora Θάλασσα Thàlassa è la dea creatrice del mare perciò l’a- bito è arricchito da un bolero blu cobalto so- vrapposto a un pesante mantello dello stesso colore. 34
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il Pitagora Θέτις Teti era la madre di Achille, e la più bella delle ninfe. L’’abito è particolarmente elaborato; i colori predominanti, blu e viola, ricordano le fosse oceaniche. 36
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il Pitagora Σειρήνα La Sirena omerica è rappresentata da un abito ispirato ad una creatura donna-uccello ed è completamente ‘nude’, con piume applicate alle maniche e alla parte terminale. 38
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di Carlotta Perri Boomerang di plastica, Πρόλογος, pagg. 2-3 pagg. 18-19 HIPOPOTOMONSTRO- Interordines 2018-XVII edi- SESQUIPEDALIOFOBIA, pagg. 4-5 zione, da pag. 20 a pag. 21 Dialogo con un nemico, La vita liquida, pag. 22 pagg. 6-7 Il vecchio e il mare, pagg. Pensieri del marinaio Cri- 24-25 stoforo Colombo, pagg. 8-9 Popcorn, pagg. 26-27 Il primo uomo che ha fatto il giro del mondo in barca a Storia di un marinaio, vela, pag. 10 pagg. 28-29 Un gelido tuffo di capodan- Un mare di stile, da pag. no, pag. 11 30 a pag. 39 Interviste di...mare!, da pag. 12 a pag. 17 Piazza Umberto I, 15 - 88900 Crotone Email: ilpitagorakr@gmail.com #WeArePitagora Sito: http:/www.liceopitagoracrotone.it Facebook: Il Pitagora 40
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