Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna

Pagina creata da Greta Marchi
 
CONTINUA A LEGGERE
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Filarmonica
 del Teatro Comunale
 di Bologna
 Orchestra europea

magazine
                       n.11 aprile 2016
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
AEDES de VENUSTAS                ESCENTRIC-MOLECULES             KEIKO MECHERI                     NAOMI GOODSIR Parfums
AMOUAGE                          FIOR di PELLE                   By KILIAN Parfums                 NASO MATTO Profumi
ANDY TAUER                       FLORIS                          The KNIZE                         Off.Profumo S.Maria Novella
ATELIER DES ORS                  FREDERIC MALLE                  Maison FRANCIS KURKDJIAN          ORMOND JAYNE
BARUTI                           GARDELIA                        Maitre Parfumeur et Gantier       ORTO PARISI
BOGUE Profumi                    GROSSMITH London                MDCI Parfums                      PANTHEON ROMA Profumi
                                                                                                   PARFUMERIE GENERALE
BRECOURT                         HEELEY Parfums                  MEO FUSCIUNI
                                                                                                   PROFUMUM Roma
BYREDO                           INDULT Paris                    Mona Di ORIO                      PUREDISTANCE
CLIVE CHRISTIAN                  ISABEY Paris                    MONOM Italia                      STEPHANE HUMBERT LUCAS
The DIFFERENT Company            JOVOY Paris                     MONTALE Paris                     THE PARTY Parfums
DIPTYQUE Paris                   LM PARFUMS                      NABUCCO Parfums                   VERO.PROFUMO

           Antica Profumeria Al SACRO CUORE Galleria “Falcone – Borsellino”, 2/E (entrata di via de’ Fusari) 40123 Bologna
           Tel. 051.23 52 11 – fax 051.35 27 80 www.sacrocuoreprofumi.it info@sacrocuoreprofumi.it
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
EDITORIALE
“È impossibile per un uomo comprendere               intendesse dire. Ciò che mi ha colpito è        passato. E, dalla mia personale esperienza,
appieno l'arte di un'epoca anteriore alla            l’assoluta originalità di questo punto di       posso dire che lo stesso accade per la
propria penetrarne il significato, aldilà            vista: quante volte abbiamo sentito dire, e     musica: proprio un autore come Stravinskij
delle apparenze cadute in disuso e di un             andiamo dicendo noi stessi, che senza un        suscita nei ragazzini più emozioni di
linguaggio che non si parla più, senza               preventivo studio del passato si fa fatica a    quanto non faccia, ad esempio, Mozart.
avere un sentimento comprensivo evidente             “leggere” il presente?                          Non a caso quel genio di Disney inserì
dell'attualità e senza partecipare, in modo          Eppure, a ben vedere, il distacco del grande    proprio il Sacre nel suo capolavoro
cosciente, alla vita che gli palpita intorno.        pubblico dalla contemporaneità non è            Fantasia, che pure data 1940!
In realtà, solo coloro che sono veramente            forse dovuto a questo volgere il capo
vivi sanno scoprire la vita presso coloro che        continuamente all’indietro, per quanta          Con ciò non voglio fare certo un’apologia
sono "morti". Ecco perché ritengo che                strada in avanti si possa fare? Si è forse      sconclusionata dell’attualità, a scapito del
sarebbe più giusto, anche da un punto di             persa la capacità di interagire con il          passato, solo suggerire di guardare le cose
vista pedagogico, cominciare l'educazione            presente, nel momento in cui si è deciso di     da una prospettiva forse un po’ inusuale:
di un allievo dalla conoscenza                       monumentalizzare il passato.                    se conoscessimo meglio ciò che ci
dell'attualità, per poi risalire, solo in un                                                         circonda, a livello musicale e artistico in
secondo tempo, i gradini della storia.”              Non so se Stravinskij, diciamo così,            genere, forse saremmo anche in grado di
                                                     parlasse sul serio o avesse più un intento      apprezzare meglio ciò che ci ha preceduto.
Questo, scrive Igor Stavinskij nel suo               provocatorio, in queste sue affermazioni; è     E così, ad esempio, se partissimo da una
Cronache della mia vita, libro singolare,            certo, però, che la costruzione di un senso     consapevolezza della musica del nostro
scritto in età piuttosto giovanile per               estetico comune che risale in realtà a          tempo, Ciaikovskij - che quest’anno è
rappresentare un consuntivo della propria            logiche culturali di fine Ottocento, ostacola   protagonista del nostro ciclo di concerti -
vita, quanto piuttosto un mezzo per far              un      approccio        spontaneo       alla   invece di relegarlo in un’età culturalmente
conoscere al pubblico e ai critici le sue            contemporaneità. Quante volte ancora            felice e perduta, ci apparirebbe senz’altro
scelte, al di fuori di fastidiose supposizioni,      sentiamo giudizi su un’opera d’arte in base     ancora più vicino.
o, peggio ancora, di polemiche                       alla “appendibilità” della stessa in un
preconcette. Scelte che riguardavano                 salotto?
unicamente le sue vicende artistiche, non            È un dato di fatto, ad esempio, che i
volendo l’autore raccontare le proprie               bambini, portati dalle scuole a mostre
vicende familiari e private in genere.               d’arte, reagiscono in modo moto più                                        Guido Giannuzzi
                                                     coinvolto a certa arte del Novecento -                               Direttore Responsabile
La lunghezza della citazione permette di             Mirò, Klee, Kandinskij, Dalì - di quanto non                       “Filarmonica Magazine”
cogliere bene il senso di quanto Stravinskij         facciano di fronte a riconosciuti Maestri del         guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it

SOMMARIO
Editoriale | 03
Rubriche | 05
Il Maestro bolognese... | 06
                                                                                                           Sede legale: Via A.Bertoloni, 11
“I Goti” di Gobatti | 11                                                                                   40126 Bologna
                                                                              Filarmonica                  Sede operativa c/o
Dissonanze | 14                                                               del Teatro Comunale          Teatro Auditorium Manzoni
                                                                              di Bologna                   via De' Monari 1/2, 40121 Bologna
Aimez-vous Stockhausen? | 17
                                                                              Orchestra europea            e-mail: segreteria@filarmonicabologna.it

Filarmonica Magazine
n. 11 mese aprile anno 2016
Aut. Tribunale di Bologna                                                  w w w. fi l a r m o n i c a b o l o g n a . i t
N. 7937 del 5 marzo 2009

Editore
Associazione Filarmonica
del Teatro Comunale di Bologna          Hanno collaborato
Via Bertoloni, 11 – Bologna             Roberto Cima                              UN RINGRAZIAMENTO
                                        Cecilia Matteucci
Redazione                               Piero Mioli                               PARTICOLARE A
Sede operativa                          Alberto Spano
c/o Teatro Auditorium Manzoni           Fabio Sperandio
via De'Monari 1/2, 40121 Bologna
                                        Foto di copertina
Direttore responsabile                  © Marco Caselli Nirmal
Guido Giannuzzi
guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it   Progetto grafico
                                        Punto e Virgola, Bologna
Redazione
Michele Sciolla                         Pubblicità
michele.sciolla@filarmonicabologna.it   segreteria@filarmonicabologna.it

                                                                                                                                                      3
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Ottone Rosai, Paese, 1934, olio su tavola, cm. 100x70

                             ARTE MODERNA e CONTEMPORANEA

                    DIPAOLOARTE- Galleria Falcone-Borsellino 4 a/b, 40123 Bologna
                            www.dipaoloarte.it; dipaoloarte@virgilio.it
                           051.225413 – da lunedì a sabato 11-13 e 16-20
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
LE VIE DEI CANTI
a cura di Guido Giannuzzi

                          “                La tradizione è la salvaguardia del fuoco,
                                                 non l’adorazione delle ceneri.
                                                                                          Gustav Mahler
                                                                                                                ”
LE MIE DOMANDE
di Cecilia Matteucci
A Egeria Di Nallo, Professore ordinario di sociologia dal 1980. Dopo un periodo d’insegnamento a
Parma e diverse esperienze, tra le quali quella di antropologa nella Selva Amazzonica, viene chiamata a
Bologna alla Facoltà di Scienze Politiche e qui rimane, ricoprendo vari insegnamenti e cariche, fra cui
la Direzione del Dipartimento di Sociologia. Numerosissime le sue iniziative, fra le quali i corsi di alta
formazione in turismo enogastronomico e in marketing dell'innovazione. I suoi libri sono diffusi in tutto
il mondo e tradotti in più lingue, fra cui inglese, brasiliano, giapponese.
La musica preferita?                             gracchio incorporato ed è il Tango delle           fiera in cui un oggetto mi chiama). Una
La musica medievale per flauto e voce è          Capinere. Era dei tempi dei miei genitori,         volta a casa, saranno loro a trovare la loro
stata la mia preferita da quando facevo il       ma mi affascinava e meravigliava per tutto         collocazione.
liceo, o ancora prima credo. Mi piace            quel proibito che s’intravvedeva: la ronda         A volte, possono stare chiusi per anni
sottolineare che il flauto dolce medievale       del piacere ... ognuno vuol godere ... Altro       finché non si sono ambientati e allora
si distingue dal barocco             e dal       che social e Facebook!                             escono e vanno al posto giusto.
rinascimentale anche nella timbrica e            L'altra, la sentivo un po' dappertutto,
nell'attacco dei suoni. La sua essenzialità      soprattutto quando tornavo in paese, ed è          La domanda che non ti ho fatto?
l'ho poi ritrovata nel jazz. Ho avuto la         Papaveri e papere. Mi offrì uno dei primi          Assolutamente nessuna domanda! Non ti
fortuna di ascoltare i dischi delle prime        campi di osservazione sociologica. Nei             sembra che abbia parlato già troppo?
incisioni storiche della Dixieland Jazz          papaveri irragiungibilmente alti e nella
Band e della Creole Jazz Band (quella            paperina irrimediabilmente piccola, si
di Louis Amstrong, per intenderci). Quando       poteva leggere una metafora delle
posso, vado a sentire il Soul Festival di        differenze sociali che per molti, allora,
Porretta, ci sono state edizioni veramente       erano ancora insormontabili.
travolgenti.
                                                 La tua grande passione?
L'opera lirica?                                  Da un esercizio che pratico da quando
Come si fa a chiedere dell'opera lirica a        frequento i classici (Seneca, Platone,
una che è nata a Parma? Il giorno                Sant'Agostino e dintorni) cioè da una vita,
successivo di ogni prima “Stopai” (in            posso pensare di non avere passioni, ma
dialetto parmigiano significa “Tappo” e,         solo piaceri controllabili e mutevoli. Al
nel caso, fa riferimento alle copiose            momento direi che mi piace cucinare,
libagioni del personaggio) forniva a tutti gli   leggere, chiacchierare.
abitanti della via una personale riedizione
dei pezzi più importanti. Forse la mia           È stato più facile vivere con gli indios
cautela nei confronti di Verdi nasce anche       nella selva amazzonica nella tua
da questo prolungato trauma giovanile.           esperienza di antropologa o convivere
Certo che le mie simpatie sul pregresso          con gli anni caldi della contestazione
vanno a Mozart, ma sono molto attratta           come docente di sociologia?
dall'avanguardia per quello che ne ho            Ambedue esperienze bellissime e
potuto ascoltare: A Midsummer night's            coinvolgenti. Impegnative, ma non difficili,
Dream di Britten, Arnold Schomberg,              a volte forse un po' fisicamente faticose.
Alban Berg.
                                                 Che cosa collezioni?
Ricordi come ci siamo conosciute?                Propriamente non colleziono, ma raccolgo
Che domanda Cecilia! A te chi non ti             e cerco di mettere assieme oggetti, per lo
conosce! Se mai chiederò io a te come ti         più ceramiche, in modo da facilitare il
sei accorta della mia esistenza.....             dialogo fra di loro. Il collezionista usa i suoi
                                                 criteri per raccogliere, mettere assieme,
La canzone della tua adolescenza?                catalogare, io aspetto che gli oggetti mi
Sono due. Una, la sentivo spesso dal             vengano a trovare o li incontri (ad esempio,
grammofono di casa con puntina e                 un amico che mi propone qualcosa, o una                  Cecilia Matteucci e Egeria Di Nallo

                                                                                                                                                   5
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
PROTAGONISTI

    IL MAESTRO BOLOGNESE DIVISO FRA PARIGI E VIENNA
    A 88 ANNI IL DIRETTORE D'ORCHESTRA TITO GOTTI SI RACCONTA
    a cura di Alberto Spano

    Intervistare Tito Gotti è immergersi in un'avventura letteraria
    che sembra non poter avere fine. L'ottantottenne direttore
    d'orchestra bolognese è una fonte inesauribile di sapienza e di
    cultura, di saggezza e leggerezza, di arguzia e di umorismo.
    Definirlo direttore è riduttivo, perché Gotti è uno degli
    intellettuali più raffinati e amabili della nostra città: didatta,
    pianista, scrittore, direttore d'orchestra, direttore artistico,
    inventore di festival e rassegne, Tito Gotti è l'ideatore del
    leggendario “Treno di John Cage” del 1978 e il creatore delle
    indimenticabili Feste Musicali. Un curriculum vastissimo il suo,
    che lo ha portato a vincere premi e riconoscimenti importanti,
    fra cui il Premio Abbiati della Critica Italiana, il Nettuno d'oro
    del Comune di Bologna, il Battistino del Conservatorio di
    Bologna... Ma Gotti è anche un inarrestabile e irresistibile
    affabulatore: non si finirebbe mai di ascoltarlo raccontare
    alcuni episodi della sua vita, rimanendo letteralmente travolti
    dalle sue infinite chiose e digressioni, ricche di riferimenti
    storici, sociologici, filosofici e psicologici. Difficile fare ordine e
    trovare un filo conduttore preciso.

    Maestro, proviamoci: come si è                   alla tastiera. I fratelli non combinarono quasi   formazione, nessuna intenzione di fare il
    accostato alla musica?                           nulla, io invece, a detta della maestra,          pianista. Anzi, nel pianoforte mi restò il
    Boh? È un accostamento difficile da              studiavo poco ma ero dotato. Scoppiò la           timore panico, e questo perché avevo la
    raccontare, e frammentario. I miei genitori      guerra e sfollammo a Gubbio: mio padre            coscienza sporca non avendo avuto la
    non erano musicisti, anche se mia madre un       prese a nolo un pianoforte verticale ed io        classica formazione dei fanciulli prodigio che
    pochino il piano lo suonava. Nata a Gubbio,      continuai a studiare da solo. Avevo con me        a dodici anni suonano già le Ballate di
    l'aveva studiato da signorina come in tutte      un pacco di musiche difficilissime,               Chopin. Diplomato in Musica Corale,
    le buone famiglie borghesi. A Bologna            assolutamente al di sopra delle mie               proseguii con la Composizione, brevemente
    conobbe mio padre che era di Budrio ed era       possibilità. Un amico di mio padre volle          con Marcello Abbado e poi con Wolfango
    un buon avvocato. Erano entrambi                 presentarmi a un sommo didatta di Perugia,        Dalla Vecchia, e infine quando ne occupò la
    francescani devoti: si sposarono ad Assisi.      il pianista Tullo Macoggi. Ho ancora in mente     cattedra, ancora con Adone Zecchi, fino al
    Parecchi anni dopo, alla morte del nonno         il mio imbarazzo nel dovermi esibire davanti      diploma.
    materno, mio padre dovette occuparsi anche       a lui. “Non mi sembra che lei abbia i mezzi       Al Conservatorio di Bologna ebbi la fortuna
    di una manifattura di tabacchi dal nonno         e la voglia – mi disse – ma proprio in virtù di   di frequentare anche le lezioni di musica da
    fondata, dividendo il suo tempo fra la           una comune amicizia, mi porti il secondo          camera di Angelo Kessisoglu, un formidabile
    professione a Bologna e l’azienda in Umbria.     volume degli Studi di Czerny fra tre              musicista e camerista che faceva fatica a
    La seppe far crescere ed io, mio fratello e le   settimane, poi vediamo”. Studiai come un          trovare pianisti disposti ad accompagnare gli
    mie due sorelle vivemmo un'infanzia              pazzo e quando mi ripresentai, Macoggi mi         strumentisti, perché certi insegnanti di
    veramente dorata in una villa meravigliosa       disse che potevamo rivederci. Al terzo            pianoforte consideravano la musica da
    sui colli di Bologna. Nei primi anni '50         incontro sentenziò: bene, si può procedere.       camera pericolosa per il bel suono, e così io
    cominciò un brutto periodo di crisi per          Preparavo anche la licenza liceale, studiavo      mi intrufolavo dappertutto e facevo
    l'azienda, che culminò in un crac: dopo la       tantissimo. Finita la guerra e tornati a          continuamente musica con eccellenti
    morte di mio padre, fummo costretti ad           Bologna, mio padre mi portò da Adone              compagni quali Giovanni Adamo e William
    alienare completamente i beni di famiglia.       Zecchi, da allora e sempre mio amatissimo         Bignami. La cosa si prolungò con Giuliana
    Un doloroso periodo della mia vita che non       mentore musicale. Avevo 18 anni, mi iscrissi      Brengola. Con Benedetto Mazzacurati, anni
    mi impedì di completare gli studi.               al suo corso di Musica Corale al                  dopo sulla stessa cattedra, ci trovavamo
                                                     Conservatorio d Bologna, e seguivo                (entrambi eravamo docenti) alle 7 di mattina
    Le prime lezioni di musica avvennero in          privatamente le sue lezioni di tutte le materie   a passare il repertorio per violoncello e
    casa?                                            complementari: storia della musica,               pianoforte.
    Sì: assieme alla scherma, all'equitazione e al   solfeggio e armonia. Proseguii il pianoforte      Da molti anni, nella mia fondamentale
    tennis era arrivata un'anziana maestra di        e, con Giuseppe Piccioli, mi diplomai a           vocazione per le discipline esecutive era
    pianoforte allieva di Ivaldi che ci mise tutti   Milano nel 1952: un diploma di pura               entrata la direzione d’orchestra.
6
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Quando cominciò con la bacchetta?                Fu Marcello Abbado a farle conoscere il           Si trasferì a Vienna?
A parte i miei validissimi approcci nella        fratello Claudio?                                 Sì, fu quello un periodo veramente felice
classe di Musica Corale e Direzione di Coro,     Avevo conosciuto di sfuggita Claudio              della mia vita, in cui ebbi modo di evolvere
Umberto Cattini teneva la classe di              Abbado a un corso estivo all'Accademia            la mia indole verso la direzione e l'analisi,
Esercitazioni Orchestrali. Appassionato          Chigiana di Siena che io frequentavo da           grazie anche allo studio profondo con Franz
didatta, ammise nel corso anche alcuni           uditore e dove seguivo tutti i corsi di Agosti,   Eibner, un seguace di Schenker di cui era
allievi di materie compositive per iniziarli a   Navarra, Cassadò... Però fu poi Marcello          stato allievo. Oltre alla direzione col grande
dirigere. L’impegno fu tale che i saggi          Abbado a sollecitarmi a parlare con Claudio       Swarowsky, si studiavano altre materie
orchestrali finali furono del tutto delegati a   dei corsi di Vienna. Andai a casa sua a           complementari, con docenti illustri come
noi, con prestazioni impegnative                 Milano, e passai un intero pomeriggio con         Eibner e Kassovitz. Ma era tutta la città che
(accompagnamento di allievi solisti e via        lui che magnificava il corso di direzione di      ribolliva di musica: fra gli altri c'era anche
dicendo).                                        Hans Swarowsky e la vita culturale della          Zubin Mehta, con cui strinsi una grande
                                                 capitale austriaca. Fu molto convincente.         amicizia. Ogni domenica si ascoltavano due
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
o tre messe nelle maggiori chiese viennesi          Dove provavate?                                     Quali sinfonie di Beethoven ha diretto?
    dove venivano normalmente eseguite messe            Quasi sempre in Conservatorio. L'esperienza         Così, all’improvviso, ricordo la seconda, la
    di Mozart, Schubert o Liszt. Correvamo a tutti      durò tre anni, facemmo concerti perfino con         quarta e la sesta.
    i concerti e poi finivamo le serate a bere e        Cantate di Bach anche a Milano e Bergamo.
    mangiare in osteria. Una volta, era l'autunno       Questa orchestra era il fiore all'occhiello delle   Suo repertorio d'elezione?
    1958, Zubin Mehta, di ritorno dall'ascolto per      Jeunesses Musicales italiane, al cui vertice        Nelle giovanili stagioni estive del Comunale
    radio della cerimonia di insediamento di            c'era la baronessa Gianna Lanni della Quara,        facevo molto Wagner e Verdi. In seguito,
    Papa Giovanni XXIII durante la quale aveva          per la quale Cesare Tallone costruì il suo          ricercai nel raro, ma anche un po’ di tutto, fra
    cantato, come al solito molto male, il Coro         primo pianoforte grancoda.                          opera e sinfonico.
    della Cappella Sistina (oggi, peraltro, molto
    migliorato), lui prendeva in giro l'esecuzione,     Cominciò anche ad insegnare?                        Brahms?
    il Papa e tutto l'apparato. Mi scappò detto         Sì, poco dopo il diploma di Composizione,           Un coltivato nume. Un ricordo gemmato, il
    “Sarà sempre meglio un Papa con la tiara            ebbi l’incarico di Musica Corale e                  Canto delle Parche. Fu un concerto della
    che una vacca sacra!” Lui mi fulminò: “Con          Composizione. Era il 1961: fui fortunatissimo,      stagione autunnale del Comunale che venne
    la vacca sacra io non ho niente a che fare!”,       poiché io non ho mai conosciuto il                  molto bene e che, assieme ad altri due
    perché Mehta è appunto un parsi. Ne                 pendolarismo. L'incarico nel tempo fu               concerti diretti da Sergiu Celibidache, fu
    nacquero discussioni appassionanti.                 consolidato e quindi ho fatto 36 anni di            portato alla Sagra Malatestiana di Rimini.
                                                        insegnamento fino al 1998, anno in cui andai        Quel programma col coro era splendido:
    Com'erano le lezioni di Swarowsky?                  in pensione per limiti d'età. Prima di entrare      c'era il Canto delle Parche di Brahms, lo
    Eccezionali: aveva una cultura musicale e           in Conservatorio come docente avevo                 Stabat Mater di Verdi e Threni di
    anche universale straordinarie e conosceva il       insegnato due anni di educazione musicale           Stravinsky. Il trombettista Alberto Mantovani
    repertorio e la tecnica direttoriale come           in due scuole medie nella zona di Pianoro. È        imparò perfettamente il punto più ostico di
    pochi. Mi diplomai nel 1960. Con Swarowsky          un ricordo stupendo. Un giorno, di ritorno da       questo testo del tardo Stravinsky corale,
    entrai in amicizia e lo frequentai fino alle fine   un mio concerto alla Rai di Milano, fui             contenente alcuni passi di ritmica
    dei suoi giorni. Con amici comuni disse che         accolto trionfalmente dalla preside e dagli         difficilissimi, quasi quanto l'Histoire du
    era l’unico ex allievo col quale aveva voluto       allievi. Era successo che sul Radiocorriere         Soldat, che diressi varie volte insieme alla
    darsi del tu, dal momento che con me si             era uscito un articolo con la mia foto. Entrato     Messa (altra esportazione alla Sagra
    poteva parlare di tutto, non solo di musica:        in classe vidi l’immagine ingrandita appesa         Malatestiana).
    in effetti io ero estasiato dai suoi racconti di    alla parete con un mazzo di fiori sotto.
    frequentazioni in prima persona con                 “Ragazzi, guardate che sono ancora al               È stato collaboratore di Celibidache?
    personaggi come Franz Kafka, Alma Mahler,           mondo! Qui ci manca solo il lumino!”. Uno           No, ne fui ammiratore e amico. E l'amicizia
    Walter Gropius, Reiner Maria Rilke, oltre a         di loro si era preparato anche un discorso di       poté avere luogo perché non fui mai suo
    una falange di non viennesi (fino a Rosa            rallegramenti... Debbo dire che questi fatti        allievo. Io lo ero di Swarowsky, che lui odiava
    Luxemburg, sua ammirata amica). Era figlio          della vita forse valgono più di un premio.          pazzamente e di cui ridacchiava spesso,
    illegittimo di un cugino dell'imperatore                                                                anche se credo che non si siano mai
    Francesco Giuseppe e aveva avuto una vita           Le avevano fatto l'altarino.                        incontrati nella vita.
    straordinaria.                                      Sì, proprio. Erano supplenze che dovetti
    Nel tempo, ci furono anche i corsi estivi, a        terminare, perché erano incompatibili col           La parola successo come la declina?
    Salisburgo con Lovro von Matacic, a Venezia         Conservatorio e col resto di attività               Come un qualche cosa che non mi riesce
    e a Roma pure, intensi, con Franco Ferrara,         direttoriale che facevo col Teatro Comunale,        assolutamente di definire, se non in senso
    altri con lo stesso Swarowsky a Nizza e             con i concerti per le scuole e le lezioni-          strettamente letterale, cioè come una cosa
    Ossiach.                                            concerto.                                           che riesca, che venga bene. Ma non che mi
                                                                                                            faccia ammirare o richiamare: alla fine dei
    Il suo primo concerto da direttore?                 Chi inventò le lezioni-concerto del                 concerti mi dovevano recuperare dietro le
    Non lo ricordo esattamente. Nella classe di         Comunale?                                           quinte del teatro o in camerino per farmi
    Zecchi avevo cominciato a dirigere piccoli          Credo Carlo Maria Badini quando il teatro           tornar fuori a prendere gli applausi. Presi
    gruppi corali e poi diressi molti concerti con      non era ancora Ente Autonomo e non era              certe sgridate dai buttafuori e dal personale
    l'Orchestra della Jeunesse Musicale di              ancora attiva la la Legge Corona: l'orchestra       del teatro che mi dicevano: “Lei proprio non
    Bologna, che fu una valida palestra. Era            aveva bisogno di lavorare e si andava nei           li vuole gli applausi, cosa ci sta a fare sul
    presieduta da Roberto Lauro che è poi               piccoli teatri di provincia.                        podio?”.
    divenuto un famoso chirurgo, e ci suonavano
    tutti i migliori giovani strumentisti di allora,    Il famoso 'decentramento'. Ricorda che              Nessun         autocompiacimento        o
    in gran parte della scuola di Materassi: i          Celibidache diresse un concerto a                   narcisismo?
    fratelli Bignami, Giovanni Adamo, Giovanni          Fusignano?                                          So bene che sono una molla del successo e
    Colò. Molti confluirono nell'Orchestra del          Certamente: del resto lui era molto                 della direzione. Probabilmente l'ho avuto
    Teatro Comunale.                                    particolare. Ricordo anche un suo concerto          inconsapevolmente anch'io. Ma, direi, ho
                                                        alla Festa dell'Unità.                              cercato solo la mia soddisfazione.

8
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Ha mai avuto un agente?                           ho commissionato musiche e lavori per le saperne certamente una più del diavolo. Lo
Mai. Sono un cane sciolto. Senta questa: un       Feste Musicali.                                  raggiunsi a Darmstadt dove viveva con la
giorno un mio amico regista che aveva fatto                                                        moglie Cristina e i figli e, armato di
una cosa con me, mi chiama da Teheran,            Il disco da lei inciso preferito?                registratore, cominciammo a dialogare. Il
prima della rivoluzione: c'era ancora lo scià     Quello che ha conosciuto più successo: Les nastro originale è disordinatissimo, perché
che faceva anche delle grandi cose per la         Grandes Heures de San Petronio de c'è una cadenza di domande e risposte, con
cultura: portò addirittura Stockhausen a          Bologne, della Erato. Contiene musiche di diecimila deviazioni e ritorni a bomba.
Persepoli. Questo amico mi propose dodici         Torelli, Canale, Cazzati, Guami Gabrielli, Ricordo che rimanemmo chiusi nel suo studio
recite di un'opera che io non sopporto ma         Pasquini Aldrovandini, Manfredini, con solisti a parlare ore e ore, con la moglie Cristina che
che furoreggiava ai primi del Novecento.          i trombettisti Maurice André e Marcel ogni tanto ci portava sandwich e bevande
                                                  Lagorce, gli organisti Marie-Claire Alain e per non farci distrarre. Il materiale era così
Quale?                                            Luigi Ferdinando Tagliavini e l'Ensemble vasto e prezioso che chiesi alla Rizzoli di
Un'opera della Terza Italia: l'Adriana            Strumentale di Bologna. L'avevo regalato poter disporre più cartelle per la voce: lo
Lecouvreur di Cilea. Rifiutai. A questo           all'epoca in cui ci davamo ancora del voi a spazio purtroppo era stabilito e così questo
proposito, io covo in me il piacere di avere      una stimata amica parigina. Era Brigitte meraviglioso contributo di Maderna è
scritturato Daniele Gatti, per la prima volta a   Pasquet, che divenne mia moglie sette anni rimasto inedito per 43 anni. Oggi è donato
Bologna quando nelle Feste Musicali si fece       dopo.                                            all’Istituto Maderna dell'Università di
la Pentesilea di Hugo Wolf, testo per il quale                                                     Bologna.
instaurai una grande amicizia musicale            Uno scritto di cui va fiero?
telefonica ed epistolare con Ugo Duse,            Un saggio su Stiffelio pubblicato nel 1968 C'è un sogno non ancora realizzato?
perché era uno dei pezzi della sua vita che       dai Quaderni dell'Istituto Studi Verdiani e il In quarant'anni di ricerche che ho fatto per
non si eseguiva mai. Gatti era quasi              testo di un lungo colloquio con Bruno la realizzazione delle Feste Musicali, un buon
esordiente. Se io mi rendo conto che c'è un       Maderna sulla tecnica direttoriale, pubblicato 30% di musiche che ho trovato sono state
passaggio musicale che è velato, che è            un mese fa nel libro di Rossana Dalmonte e eseguite. L'altro 70% sono lì che aspettano,
torbido, perché il flauto suona nella sua         Mario Baroni “Pour Bruno, Memoriale e perché le mie idee le sento ancora
prima ottava, significa che c'è un direttore      ricerche” dalla Libreria Musicale Italiana. attualissime o possono diventare attuali per
che me lo fa sentire. Io l'avevo avuto tante      Pensi che ne covavo la cassetta nel mio la maturazione che è avvenuta nel tempo.
volte nel pensiero, lui l'ha evidenziato e l'ha   studio, coperta di polvere da più di 43 anni: Un'amica psicanalista mi dice sempre che ci
capito. Eseguiva la Tosca. Andai a                nel 1972 mi era stata affidata la scrittura sono progetti che avevo nel subcosciente
ringraziarlo.                                     della voce “Direzione e concertazione” anche 40 anni fa e che affiorano nel
                                                  nell'Enciclopedia Rizzoli-Ricordi. Dovevo cosciente in forma di progetti perfettamente
Un suo sogno realizzato?                          scrivere la parte storica e quella consci e completi. Un progetto in particolare
Lo Stiffelio di Verdi alla Radio Svizzera         fenomenologica. Argomento delicato che non credo mi riuscirà di realizzare in questo
Italiana patrocinato da Edwin Loehrer.            descrive l'evoluzione della tecnica direttoriale scampolo di vita che mi rimane da vivere, che
                                                  dal gregoriano ad oggi. Per approfondire la nessuno sa quanto possa durare. Ne parlerò
Mozart?                                           parte relativa alla musica moderna e presto.
Molto, qui ricordo le Litanie del                 contemporanea, decisi di avvalermi dell'aiuto
Sacramento che diressi a Bologna con un           di Bruno Maderna, geniale direttore
tenore americano bravissimo e a Lugano con        d'orchestra che sull'argomento doveva
un'orchestra eccellente, nella quale potei
permettermi le Fughe coi tre tromboni a
canna stretta, cioè i tromboni antichi.

Le è pesata la pensione dall'insegnamento?
Mi pesò molto il pensiero prima di andarci,
perché mi dispiaceva lasciare una scolaresca
veramente impagabile. Nel tempo, era
cominciata con Rossana Dalmonte, poi ci
sono stati Fabio Vacchi, Alberto Caprioli,
Pierpaolo Luppi, Cristina Landuzzi, Nicoletta
Conti, Pierpaolo Scattolin, Federico Salce,
Gilberto Cappelli, Maurizio Benini, Adriano
Guarnieri, e tanti altri. Abbandonare una
scolaresca così è stato un vero peccato. Però
ho seguitato a rivederli come gli amici più
cari, e il rapporto non s'è mai interrotto. È
come una lezione continua e a molti di loro                                                                       Tito Gotti e Mirella Freni

                                                                                                                                                   9
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
“I GOTI”DI GOBATTI
IL “CASO” DEL 1873 AL COMUNALE
a cura di Piero Mioli
Il Mefistofele di Boito che cade e va rifatto,   galoppavano, e gli ultimi lunghi anni             successo dei Goti, che gli diede la vita,
la Carmen di Bizet che crolla e rinasce          passarono nel silenzio di qualche squallido       onori e rinomanza per un lustro, gli tolse
dopo la morte dell’autore, il Boris              appartamento cittadino e di un convento           tutto per il resto dell’esistenza. Vi sono
Godunov di Musorgskij che fatica anni e          sulle colline di Bologna, con la sola,            glorie che schiacciano: I Goti furono una
anni prima di trovare e poi di conservare la     modesta       e      breve     soddisfazione      di quelle”.
via del palcoscenico: sono tre casi, di          dell’insegnamento di musica nelle scuole             Il buon libretto di Interdonato, che fa
evidentemente diversa nazionalità, che           elementari.                                       tesoro della miglior poesia per musica di
stanno a testimoniare l’autorevolezza, e,          Circa I Goti del 1873, la critica moderna       Rossi, Cammarano e Piave (per non dir
perché no? l’autoritarismo regnante sul          non esita a parlare di velleitarismo estetico,    della poesia assoluta di Manzoni), esclude
teatro d’opera fra gli anni Sessanta e gli       di un wagnerismo limitato a una certa             personaggi marginali, azioni e scene
anni Settanta. Wagner in Germania, Verdi         circolazione di temi, a un cromatismo             episodiche, generici momenti di
in Italia e Meyerbeer in Francia, difatti,       generico, a un’insistenza un po’ assurda          spettacolarità, e scorre filato dall’omicidio
sembravano quasi diffidare i giovani             attorno all’accordo di settima diminuita.         iniziale alla doppia morte finale; tuttavia
compositori dai bramati e legittimi allori,      Ma forse Gobatti non ascoltò né lesse mai         riesce bene a ritrarre una contrada e un
sebbene il primo alla fama fosse giunto          neanche una nota di Wagner, che era               momento fra i più turbolenti della storia
tardi e il terzo fosse destinato a morire nel    penetrato in Italia appena nel 1871 e nel         d’Italia, dove e quando il contrasto fra
frattempo. Non sono poche le appendici da        1872 con il Lohengrin e il Tannhäuser,            romani e barbari era complicato da
accodare ai tre titoli di prima, e               a Bologna sì ma mentre lui era a Napoli; e        contrasti interni fra i barbari stessi (per
particolarmente dolorosa risulta quella          Giuseppe Verdi, richiestone, espresse un          tacere di Roma e Bisanzio, chiesa e impero,
relativa a Stefano Gobatti (Bergantino           parere che quanto meno denunciava                 ariani e ortodossi). Dunque a Pavia, nel
[Rovigo] 1852 – Bologna 1913).                   troppo scarsa padronanza della tecnica            534, viene misteriosamente ucciso il
   Già allievo di Giuseppe Busi a Bologna e      compositiva. Dunque I goti furono una             giovanissimo “erede dei re” degli Goti
di Lauro Rossi a Parma e a Napoli, Gobatti       beffa, un danno, quasi un inganno per il          Alarico, onde la disperata madre vedova
aveva appena poco più di vent’anni anni          povero giovane. Impressionante la lunga           Amalasunta (s.) deve continuare a regnare
quando salì ai clamori della cronaca             lettera inviata a Tito Ricordi il 30 aprile del   di persona; pur amando il patrizio romano
rappresentando al Comunale di Bologna I          1913, poco prima della morte: dove un             Sveno (t.) che vive a corte, la regina, sotto
Goti, tragedia lirica in quattro atti di         sessantenne che dimostrava molti anni di          minaccia del cugino Teodato (br.), rinuncia
Stefano Interdonato intonata in appena           più menzionava antichi traffici alle sue          a lui e accetta di sposare il connazionale;
quattro mesi: subito, con richieste di bis per   spalle, come quando qualche detrattore gli        in combutta con Lausco (bs.), che è
quasi tutti i pezzi e 52 chiamate al             tenne nascosto il telegramma col quale            l’effettivo assassino del re, e Svarano (bs.),
proscenio, fu salutato come un coraggioso        Casa Ricordi, in occasione dei Goti, gli          appena asceso al trono Teodato accusa
nemico della convenzione operistica, come        proponeva un vantaggiosissimo contratto           Amalasunta di figlicidio e la confina sul
un valente seguace italiano del mitico           e lui, ignaro, sottoscrisse quello assai più      Trasimeno; ivi raggiunta da Sveno
Wagner, come un prodigioso alfiere della         modesto propostogli da Casa Lucca. Da             finalmente informato, la sofferente ex-
musica dell’avvenire; e subito dopo,             queste parole traspare un animo                   regina si mette a delirare (il figlio nel
premiato con la cittadinanza onoraria,           esacerbato, ma anche, forse, un complesso         sudario, l’amato a maledirla) e davanti
ebbe la soddisfazione di veder l’opera           di persecuzione che ben difficilmente             all’uomo che ha tentato invano di liberarla
accolta con altrettanto successo a Milano,       avrebbe potuto favorire una carriera.             ed è stato mortalmente ferito, un attimo
Torino, Genova, Parma, Padova, Firenze e         Tuttavia la musica di Gobatti suona ancora        prima di colpirsi a morte predice entro un
Roma (anche alla presenza dei sovrani,           abbastanza          ispirata,        sensibile,   anno la rovina di Teodato, ora reoconfesso,
della corte e delle ambasciate straniere).       comunicativa: se alla sua effettiva pienezza      e di tutti i Goti d’Italia (per ora sempre
Poi basta o quasi, nonostante                    mancava qualcosa era l’esperienza, il senso       esultanti). La vera storia non è d’accordo
l’aggregazione onoraria all’Accademia            della misura, fors’anche una sufficiente          su tutto: Amalasunta, nata attorno al 498
Filarmonica, la nomina a cavaliere della         dose di cinismo (del che colleghi come            e morta a Bolsena nel 535, era figlia di
Corona d’Italia, l’entusiasmo di Carducci,       Spontini, Meyerbeer, Bellini, Wagner              Teodorico re degli Ostrogoti e fu reggente
Panzacchi e Galli. Le altre due opere, la        sarebbero stati maestri attendibili),             per il figlio Atalarico dal 526 al 534,
Luce del 1875 e la Cordelia del 1881, non        certissimamente il sostegno duraturo dei          cercando di mantenersi in equilibrio fra il
ebbero seguito e la terza, Massias, non fu       primi improvvidi incensatori. Alla morte,         suo barbaro popolo, i romani e la Chiesa,
nemmeno messa in scena. Intanto                  così scrisse “Il resto del Carlino”: “Il          ma faticando assai ebbe la pessima idea,
l’indigenza       pesava,     le    malattie                                                       alla morte del figlio, di associarsi al regno

                                                                                                                                                    11
il cugino Tedoato, che si sbarazzò di lei       lirismo violinistico, il c centrale finalmente      in sol min., un recitativo cromatico e
     prima esiliandola e poi facendola uccidere;     un Allegro in Mi bem. magg. dal preciso             articolato in sei andamenti diversi prepara
     nello stesso 535 cominciò la cosiddetta         disegno melodico (il c finale, per la verità,       l’Andante in re min. “Nel cupo orror di
     guerra gotica, che portò nella penisola gli     limitato a tre battute). A seguire, per             notte oscura”, e poi l’Allegro in Si bem.
     eserciti di Giustiniano imperatore              impostare l’azione cruenta il primo atto            magg. “Se la man al soglio stendere”,
     d’Oriente, guidati prima da Belisario e poi     comprende solo l’aria del baritono, il              cabaletta scattante sul ritmo puntato. Al
     da Narsete, e nel 553 decretò la fine della     racconto del tenore e il duetto fra i due           baritono s’aggiungono i due bassi nel
     dominazione ostrogota sul paese.                nemici e rivali: Teodato canta “Abborrito,          terzetto della congiura, non senza
        Senza dubbio la posizione del regicidio è    disprezzato” in Andante e Re bem. magg.,            sopraggiunger di marcia e poi di coro in
     piuttosto audace, così ad apertura d’opera,     Sveno “Della notte nel silenzio” in                 plausibile contrappunto. Ancora il tenore,
     e se deve avere un precedente questo sarà       Andante e fa min. (con guizzo di cabaletta          nel bel cantabile in Si bem. magg. “Della
     l’inizio della Zelmira di Leone Tottola e       corale, “Maledetto il parricida”, in                sua fede immemore!”, che suona piuttosto
     Rossini (1822): una librettistica più           Maestoso e sol min.), ed entrambi in un             centrale e centro-acuto ma verso la fine
     tradizionale o più accorta il fattaccio         Andante giusto che procede dal si bem.              ascende alla tonica acuta esclamando
     l’avrebbe dato come antefatto oppure            min. al Si bem. magg. e solo per un attimo          “ah!”. Ancora coro, bellicosamente, e dopo
     l’avrebbe lasciato maturare per il finale       si permette il lusso di un Allegro                  l’imprevedibile brindisi del tenore, “Or tutti
     primo (sono i casi dei Lombardi alla            cabalettistico (però non senza un gagliardo         ascoltatemi”, la Gran scena dell’accusa
     prima crociata di Solera e del Macbeth          Sol acuto per il baritono). È più corposo il        è il finale terzo, grande fin che si vuole ma
     di Piave per Verdi). Ma assolto questo          secondo atto, che porta Teodato al primo            ben lontana dalla magniloquente quantità
     iperdrammatico dovere, il resto del             successo della sua trama e chiuderà sopra           e verticalità di linee vocali. Accusata e
     dramma che ne deriva procede per regolari       una gran marcia funebre con coro (e                 ignobilmente tradita, Amalasunta langue e
     scene e arie, duetti, cori e così via, con      corifei) in Maestoso assai e do min. (con           delira sul lontano Trasimeno: Lento e poi
     appena un paio di pezzi caratteristici e        tam tam e ottoni): un finale d’atto poco            Andante suona il mestissimo preludio in mi
     originali come un brindisi e una                appariscente, proprio com’era il preludietto        min., nei cui bassi strisciano fitti e
     “predizione”. Su questa tela, limpida di        in Adagio che lo apriva per introdurre un           prepotenti cromatismi, e nel recitativo la
     forma ancorché seria, tetra, davvero gotica     singolare coro interno di giovinette (“Un           stessa voce incorre nella quarta aumentata
     di spirito, scende la musica di Gobatti con     giorno in quest’ora”) e la grande scena             (ascendente sulle prime due sillabe di “Lo
     alcuni fattori comuni di notevole evidenza:     della primadonna soprano. “Eppure un dì             sento”) e nella sesta diminuita
     la presenza o frequenza di temi conduttori,     di rosee / sembianze rivestita”, lamenta            (discendente sul verbo servile di “E puoi
     di tempi lenti, di tonalità minori, di          Amalasunta,            ennesima        accorata     così maledirmi?”). “O Signor che col
     dissonanze (specie delle famigerate             rimembranza del tempo felice nella miseria          sangue hai redento” suona la bella
     settime diminuite); la tendenza a chiudere      che assegna tutto l’Andante un po’                  preghiera in Sostenuto con maestà e Fa
     i pezzi senza clamore (cioè senza troppo di     sostenuto alla tonalità di mi min.; e non           magg., e il duetto che segue, con Sveno
     acuti, corone, fiatoni) e magari sulla terza    solo termina nella maniera più dimessa con          finalmente allagato anche lui, è più che
     o quinta; l’assenza di belcanto e la densità    ben undici toniche gravi, ma allorquando            altro un doppio monologo di voci più o
     di un’orchestra tematicamente spesso            sente di dover alzare la voce di soprano            meno sovrapposte e di anime fatalmente
     autonoma e spesso impegnata in                  nota un La e un Sol con alternativa più             discordi (essendo l’ex-regina fuori di sé).
     drammatici tremoli d’archi. I 24 pezzi che      bassa. Efficace l’aria di Lausco, “La gente         Breve battaglia d’orchestra, in un ostinato
     compongono l’opera sono dieci assoli            romana prostrata ed inulta”, battagliero            sol min., ed ecco, suicidatosi Sveno, la gran
     (quattro per il tenore, tre per il soprano ma   Andante maestoso in Re magg. che però               scena finale con predizione: dopo
     anche in sede finale, due per il baritono e     chiude con 13 battute di recitativo-arioso          l’apostrofe “O morte, a che tardi”,
     uno per il basso, non sempre detti arie), tre   estese al La grave. Se il terzetto che segue,       “Godi!... ma ascoltami” è un inaudito
     duetti, due terzetti, un concertato (come       per soprano e due bassi, è molto dialogico,         Andante grave in do min. e 2/4 che
     finale terzo), tre cori, quattro pezzi          il duetto che segue ancora fra Amalasunta           finalmente lancia in alto la voce del
     strumentali in forma di preludio, marcia        e Sveno, d’amor disperato, si presenta              soprano, imponendogli di cantare la sillaba
     funebre, marcia trionfale e battaglia           piuttosto come coppia di assoli: “Io                tonica di “cielo” con un lungo Si e un
     (spesso con coro). Il Preludio sinfonico,       asciutto ho il ciglio” canta il soprano,            lungo Do acuto. Segue e chiude un breve
     che sta a capo dell’opera tutta, è              allungando molto il pronome e il verbo, e           coro, a che il pezzo non sembri un vecchio
     addirittura esapartito, sullo schema di         “Tutto è sciolto” il tenore, anch’egli              rondò. Non lo è, né lo sembra: ma pur
     abcbab (quasi rondò-sonata): b è un             allungando la prima sillaba ma al Re magg.          nell’ambito di una drammaturgia non solo
     Maestoso in Mi bem. magg. piuttosto             in Andante giusto sostituendo il sol min. in        ansiosa di novità, il canto di Gobatti è
     energico e motorio, a un Andante un po’         Adagio.                                             sempre franco, schietto, incisivo,
     sostenuto in mi min.-Sol magg.                     Il terzo atto è il più spettacolare, già dalla   nonostante tutto italiano.
     dall’aspetto introduttivo e acutissimo di       scena iniziale di Teodato. Dopo un preludio

12
DISSONANZE
     a cura di Roberto Cima
     In ambito musicale, la sperimentazione ha        esclusi così come le modulazioni e l’utilizzo     rappresentava lo scopo supremo di una
     origini lontane, anzi, forse non c'è stata       della sensibile (nell’armonia tonale la           vita tesa a una perfetta disciplina,
     epoca che non abbia conosciuto tensioni e        sensibile è l’ultimo grado della scala            all’autocontrollo della fantasia fino
     impulsi innovativi, cui, spesso per reazione,    maggiore o minore che risolve sempre              all’umiliazione di processi puramente
     sono seguite fasi di sedimentazione, di          sulla tonica). Esso s’impernia su pochi           istintivi, senza con ciò impedire alla grazia
     assimilazione, se non di semplificazione di      suoni fondamentali e prevalentemente su           della più pura spiritualità di manifestarsi in
     quelle esperienze. In tale prospettiva           soli intervalli consonanti come si conviene       tutta la sua immensa potenza.
     proviamo allora idealmente a seguire il          a un canto direttamente ispirato da Dio, a        Paradossalmente, egli, una delle più grandi
     lento cammino della dissonanza,                  completo servizio della parola divina.            personalità dell’epoca tardo-barocca, fu
     (associabile all’antica arsi, stato di                                                             anche la meno nota e pochi furono capaci
     tensione, contrapposta alla tesi, stato di       Soltanto attraverso gli sviluppi cromatici        di leggere e comprenderne il messaggio.
     rilassamento, consonanza), dal suo timido        della modalità nella polifonia vocale
     insorgere degli inizi, alla conquista di uno     quattro/cinquecentesca si approderà al
     spazio armonico sempre più esteso fino al        sistema armonico tonale e ai suoi due
     passaggio ad altri mondi possibili, possibili    modi, maggiore e minore, sintetica
     armonie. Senza dimenticare che la                risultanza della forza attrattiva di alcuni
     dissonanza - o più in generale l’armonia -       suoni su altri, a partire dalla dominante
     è soltanto un elemento fra i tanti della         (V grado) sulla tonica (I grado). Il
     musica, impossibile da disgiungere dal           passaggio dalla modalità alla tonalità
     ritmo e dal timbro che essa determina e dai      determina inoltre un ulteriore significativo
     quali è determinata, si cercherà di              cambiamento nel pensiero musicale, che
     tratteggiare l’evoluzione del pensiero           gradualmente passa dal concetto di pura
     musicale dal suo particolare punto di vista      orizzontalità di linee, tipico del canto piano
     con implicazioni anche storiche e sociali.       gregoriano, a quello invece di verticalità
                                                      accordale del sistema tonale moderno.
     Dissonanza è termine che trova la sua
     legittimazione nell’armonia tonale, un           Sarà proprio Bach a ricomporre questo
     sistema costituito da due tipi di scale, la      dualismo, deducendo dall’intrinseca
     scala diatonica (con i suoi due modi,            contrapposizione di forze contenuta nelle
     maggiore e minore, diversamente                  due tensioni (orizzontale-modale e
     organizzati nella loro alternanza di toni e      verticale-tonale),      un’unica       spinta
     semitoni) e la scala cromatica (i dodici         propulsiva in cui quelle due tensioni si
     semitoni in successione, tasti bianchi e tasti   alimentano           e         arricchiscono
     neri del pianoforte). Semplificando, da un       reciprocamente. Bach reinterpreta e
     punto di vista puramente armonico la             definisce l’armonia tonale, innestandola
     storia della musica occidentale potrebbe         nella prospettiva lineare del contrappunto
     essere intesa come un’inarrestabile              antico. Perciò l’armonia - da lui indagata
     conquista della dissonanza, ovvero come          nelle sue infinite possibilità - oscilla tra il                     Johan Sebastian Bach
     una progressiva corrosione cromatica dei         colore tipico della modalità e quello di una                             all'organo 1725
     due modi maggiore e minore.                      sorta di tonalità arcaica anche negli esiti
     Benché impossibile sapere con certezza           maggiormente cromatici. La dissonanza è           Procedendo nel cammino di conquista
     quale poteva essere la sensibilità acustica      parte del lessico simbolico legato al sacro,      della dissonanza, dopo la monumentale e
     dell’uomo medioevale, tuttavia l’armonia         spesso associata al tema della sofferenza         momentaneamente inascoltata parentesi
     modale del canto gregoriano, basata sui          e della passione di Cristo. Occorre               bachiana, in un contesto armonico
     suoi otto modi o scale ed esclusivamente         aggiungere che tutta la musica di Bach            “ritrovato”, sostenuto dal basso
     diatonica (modi che corrispondevano              mira a una sintesi storica tra arte e scienza     albertino (l’accompagnamento fatto di
     ciascuno a un diverso stato d’animo, il          - ovvero un’arte complessivamente intesa          suoni arpeggiati dell’accordo) sul quale si
     primo grave, il secondo triste, il terzo         ancora secondo il concetto medioevale di          dispiegano le melodie più semplici e
     mistico, il quarto armonioso, ecc., che il       ars - in cui ogni impulso creativo è              “naturali”, (lontane dalle pesantezze
     fedele         poteva            riconoscere     ricondotto a sistema, giungendo, in opere         contrappuntistiche              bachiane),
     immediatamente, indice questo di una             come la Musikalisches Opfer o Die                 cominceranno ad apparire ritardi,
     cultura musicale estremamente raffinata          Kunst der Fuge (“Kunst”, ossia “arte”,            appoggiature, note di passaggio,
     ed evoluta), rappresenta forse il momento        come già detto, intesa come scienza), a           anticipazioni, ovvero tutta quella serie di
     di massima consonanza nella storia della         una contemplazione dei suoni di tale              abbellimenti o note estranee all’armonia
     musica occidentale: il canto gregoriano è        purezza, da non prevedere neppure una             che diventeranno sempre meno estranee
     un canto monodico, i cromatismi vi sono          precisa destinazione strumentale. Tutto ciò       per concretizzarsi a poco a poco in nuovi

14
agglomerati accordali fatti non più di sole       Mozart lasciò il servizio musicale di corte       senz’altro Chopin, la cui musica raggiunge
tre note, ma di quattro e persino cinque          tentando di mantenersi come libero                un grado di sperimentazione che in taluni
note (poi 6, 7, 8…mettendo sempre più in          professionista e ciò dovette suonare come         casi oltrepassa i limiti stessi dell’armonia
crisi i teorici della posterità). Questo          una ribellione, una dichiarazione di guerra       tonale, con un istintivo gusto coloristico
porterà a un notevole arricchimento della         fra il nuovo mondo borghese e l’antico            che     anticipa     l’impressionismo      e
tavolozza armonica, all’espansione delle          regime della produzione artistica. La scelta      un’attrazione verso una consapevole
possibilità dei collegamenti accordali, a un      fu pagata a caro prezzo e forse in parte          imprecisione armonica che determinerà
ampliamento cromatico attraverso la               contribuì a decretarne la precoce morte.          una nuova dissonanza, intimamente
trasformazione in momentanee sensibili                                                              connessa con i flussi più profondi della
di altri gradi della scala nonché delle           Il crollo dell’Ancien Régime, la lenta crisi di   psicologia umana.
possibilità di reale modulazione ad altre         tutti i valori sociali, politici, religiosi di
tonalità: l’armonia giunge così alla sua età      quella civiltà messa in atto dall’Illuminismo     Con l’esasperato cromatismo del Tristan
classica, equamente ripartita e organizzata       e culminante nella Rivoluzione francese, si       und      Isolde, Wagner contribuirà
nelle sue interne forze consonanti e              rispecchierà nel sostanziale cambiamento          notevolmente        alla     dissoluzione
dissonanti.                                       di significato della dissonanza e nella presa     dell’armonia tonale ma la vera crisi, la
L’armonia dell’epoca di Haydn e di Mozart,        di coscienza delle sue potenzialità critiche      definitiva corrosione delle sue funzioni
è un’armonia a suo modo compiuta, in cui          e corrosive: con Beethoven essa verrà             portate all’estremo in costruzioni formali
la dissonanza è un espediente                     implementata da un maggior contrasto              immense per dimensioni orchestrali e
perfettamente controllato in un generale          ritmico, dinamico e timbrico e rivissuta dal      ampiezza di durate, si avrà con Mahler,
contesto formale in continua evoluzione           suo interno in una prospettiva umana ed
ma pur sempre dominato da un grande               esistenziale non più sorretta dalla
senso di ordine e di equilibrio. Nulla di più     rassicurante magnificenza di edifici esterni
perfetto ed efficace, allora, per                 ma lasciata sola di fronte a se stessa e alla
rappresentare un mondo di valori certi,           vertigine dell’assoluto. Primo interprete di
retto da sistemi politici e religiosi secolari    questo nuovo stato delle cose - e primo
come regni e monarchie, ambiti in cui gli         musicista indipendente dell’età moderna,
stessi musicisti si trovarono per forza di        non più a stretto servizio di alcun nobile o
cose a lavorare. Essi erano stipendiati, al       vescovo - Beethoven ricompone il mondo
servizio della corte degli Esterházy come a       partendo dalla condizione di primordiale
quella di Federico II di Prussia o di qualsiasi   caos di forme e di forze che si scontrano
altro elettore, arcivescovo o re, e si            tra loro sublimandole in una visione di
rispecchiarono fedelmente nella loro              spazi e tempi sconfinanti in dimensioni
opera, facendosi interpreti essi stessi di        nuove, sospese tra estremi di registro (gli
quel mondo compiuto, glorificandone               spazi abissali aperti tra l’estremo grave e
l’umana gioia nella sublime esaltazione di        l’estremo l’acuto) in ampie dilatazioni
una civiltà compresa in un orizzonte              temporali oppure in ritorni alla sacralità
aprioristicamente dato e accolto nella            nelle linee pure dell’antica modalità, per
dolce acquiescenza alle sue leggi eterne. In      riconquistare infine tramite scenari ancora
tale contesto la dissonanza non può che           barocchi la gloria di una gioia tuttavia
essere ancora totalmente funzionale all’          possibile. In Beethoven la dissonanza non
affermazione della consonanza, ovvero un          è più mero espediente armonico ma vero
artificio scenico atto ad esaltare la piena       e proprio moto dell’anima in una
consonanza di una felicità ogni volta             rappresentazione della realtà, di cui
confermata.                                       diviene al contempo conflittuale approccio.
                                                  L’armonia comincerà a sfuggire dalle
Un discorso a parte meriterebbe Mozart, la        teoriche classificazioni e la tonalità ad                                 Gustav Mahler,
cui opera - pur inserendosi alla perfezione       acquisire ambiguità. Tuttavia l’armonia                         foto di Moritz Nahr 1907
nel suo tempo - tuttavia, compie una vera         tonale, così indagata in ogni sua                 musicista e uomo simbolo della crisi di un
rivoluzione interna estendendo le                 potenzialità, è ancora veicolo di coerenza        mondo e di un impero, quello austro-
possibilità comunicative della musica a           formale, necessario per oltrepassare i limiti     ungarico. Alle soglie del primo conflitto
frontiere sconosciute. Forse proprio con          di equilibrio del sonatismo haydniano e           mondiale l’Adagio della sua ultima
Mozart, dietro quella felicità data a priori,     mozartiano.                                       sinfonia, incompiuta, culmina in un accordo
s’incomincia a scorgere qualcos’altro, il         La dissonanza in seno alla tonalità avrà          tragico, un accordo composto di dieci note,
confine tra artificio scenico e il reale senso    ancora molta strada da percorrere prima           difficile da leggere in senso armonico, se
di un abisso diviene sempre più labile,           della sua dissoluzione, e avanzerà e sarà         non interpretando tutte le sue note come
ossia la dissonanza pare spostarsi da             declinata nei modi più diversi dai grandi         potenziali sensibili di altrettante tonalità
espediente         armonico-estetico         a    compositori del periodo romantico e tardo         (nel sistema tonale la sensibile, per la sua
espressione più interiorizzata del mondo.         romantico. Uno dei compositori più                forza di attrazione verso la tonica, è la
Musicista di transizione tra due epoche,          interessanti sebbene ancora poco                  nota che in sé contiene la massima
durante l’ultimo decennio della sua vita,         considerato da questo punto di vista è            tensione armonica), che però in questo

                                                                                                                                                   15
modo si annullano l’una nell’altra, in una       trasformazione della stessa percezione e di      di cogliere e si è irrimediabilmente persa.
     babele armonica ormai ai confini di mondi        tutte le dinamiche psicologiche legate           Con la differenza, però, che in questo caso
     ignoti sulla quale una tromba, sola, si erge     all’ascolto, a un coinvolgimento fisico-         non si tratta di ridare giusto peso e valore
     in un grido tragico e straziante, una nota       gestuale da parte di esecutori condotti in       all’opera di una singola individualità ma di
     tenuta che a poco a poco sfumerà                 un territorio al limite, ancora indefinito tra   un intero genere musicale che da quella
     lasciando spazio al lontano ricordo delle        la performance musicale, teatrale e              tradizione discende e grazie al quale quella
     ultime battute, forse la coscienza di una        coreografica, ad una nuova concezione            tradizione rivive e può essere rettamente
     felicità possibile soltanto nel ricordo di un    della stessa idea di “concerto”                  compresa. Infatti, il dialogo tra antico e
     mondo irrimediabilmente perduto.                 tradizionalmente intesa, dei suoi spazi di       moderno è oggi più che mai vivo e vegeto,
                                                      destinazione e della relazione (spesso           e la comune affermazione con cui spesso
     A questo punto la conquista della                interrelazione) con il pubblico coinvolto.       ci si congeda sbrigativamente dalla musica
     dissonanza è totale, ma per la dualistica        Definire i contorni e i limiti in un campo di    contemporanea, ovvero dicendo “non la
     legge degli opposti il momento stesso della      possibilità talmente vasto, sembra essere        capisco”, ne fa sorgere conseguentemente
     sua totale affermazione coinciderà con la        effettivamente il compito più difficile da       un’altra: cos’è esattamente che si capisce
     sua fine, ovvero con la dissoluzione del         parte del compositore, e tuttavia ancora         invece dell’altra musica, cos’è che si
     sistema armonico tonale che la                   necessario come poteva esserlo per Bach:         capisce di autori come Brahms, Schumann,
     legittimava. L’espressionismo armonico           il processo compositivo tende ad annullare       Beethoven, Bach? Questo, senza tralasciare
     delle prime opere di Schönberg, Berg e           qualsiasi diretta proiezione dell’Io, che si     che allo stesso tempo mediocri figure
     Webern tenterà ancora per poco di                limita a circoscrivere nel modo più              dell’odierno panorama musicale - per lo
     protrarne il senso, nonostante l’esteso          oggettivo possibile un terreno, un metodo,       più accostabili a generi come il pop o un
     cromatismo ed un’esasperata utilizzazione        un sistema che conduca infine a una sorta        finto        minimalismo          new-age,
     degli intervalli più dissonanti (seconda         di autonoma generazione del brano                armonicamente banale e privo di qualsiasi
     maggiore, settima minore), ma infine con         musicale. Necessario diviene un tipo di          interesse musicale - attraverso sciagurate
     la formulazione del metodo dodecafonico          approccio diverso, una corrispondenza di         operazioni di marketing, vengono
     e della serialità verrà compiuto il passo        intenti tra chi compone e chi ascolta, una       disinvoltamente accostate e fatte
     decisivo, il distacco in direzione di una più    sospensione del giudizio legato a criteri        discendere proprio da quella tradizione, da
     oggettiva ed astratta organizzazione dei         tradizionalmente intesi, una capacità di         Mozart, da Chopin, portando così al totale
     rapporti tra i suoni e l’intuizione del timbro   trascendere al di là delle semplici categorie    stravolgimento della percezione storica di
     e della trasfigurazione timbrica come            del bello e del brutto, del mi piace o non       tutta un’arte, alla condanna per i tempi a
     nuova possibilità espressiva.                    mi piace, capire che l’opera d’arte è un atto    venire a uno stato di totale analfabetismo
                                                      dello spirito tanto potente quanto               musicale,       a       quell’insopportabile
     Impossibile comprendere in un’unica linea        disarmato, un atto che si offre al pubblico      autocompiacimento da parte di un
     di sviluppo, tutte le esperienze musicali del    anche        nella bellezza della sua            pubblico sempre più vasto, convinto di
     Novecento: le vie aperte da Debussy,             vulnerabilità, che guarda al mondo e alla        partecipare a tali eventi come a esperienze
     Schönberg, Bartók, Stravinskj, sono tra loro     realtà con tutte le contraddizioni dell’oggi,    dall’alto contenuto culturale, pagando così
     diversissime, pur attingendo ognuna di           estremizzandole in un gesto assoluto che         a se stesso l’obolo dovuto a questa falsa
     esse dalla tradizione ogni volta riletta e       ancora racchiude ora come sempre il              sete di conoscenza.
     rivelata nei suoi aspetti inediti in             mistero della vita e dell’universo.
     prospettive storiche sempre diverse.                                                              Fiat modes pereat ars (“Che la moda sia
     Dialogo col passato necessario, che              Ultima dissonanza. In fondo quest’arte           e l’arte perisca”): forse è arrivato il
     continua anche in musicisti più vicini           resta ciò che di più sacro vi sia al mondo,      momento di rimettere in discussione la
     all’oggi - Stockhausen, Ligeti, Berio, Grisey,   per necessità slegata da qualsiasi interesse     relazione tra arte e moda partendo proprio
     Boulez - con una progressiva estensione di       di mercato, lontana dalle esplicite              da questo provocatorio proclama dadaista
     possibilità d’indagine che ha finito per         dinamiche che determinano mode e                 di Max Ernst, posto come titolo a una
     coinvolgere ogni scienza matematica, dalla       sistema (e ciò basterebbe a coglierne il         litografia del 1920. Il momento è quello in
     biologia alla chimica, dalla fisica alla         grado di effettiva forza rivoluzionaria), ma     cui il motto degenera in realtà, una realtà
     combinatoria,          trovando        prima     proprio per questo costretta a pagare un         in cui il trionfo delle mode è il trionfo della
     nell’elettronica e poi nell’informatica,         prezzo      altissimo     che     ne      sta    liquida società dei consumi, che oggi
     nuovo terreno fertile di ricerca e di            compromettendo le stesse condizioni di           ristagna in una vasca sempre più
     applicazione        per      un     ulteriore    sopravvivenza. Non si può non ritornare          marcescente, invece di scivolare sul suo
     scomposizione e analisi del suono - dove         allora proprio a Bach, pensando non tanto        piano inclinato per defluire definitivamente
     per suono musicale s’intende oggi ogni           con dispiacere alla vicenda della sua            nel nulla. Se questa è utopia, lasciamo
     fenomeno acustico percepibile, dal puro          particolare personalità artistica che, pur       almeno che ars riacquisti un po’ del suo
     rumore alla nota dello strumento - e una         relegata ai margini dall’indifferenza e          spazio perduto verso un auspicabile
     sua nuova strutturazione e proiezione nello      dall’incomprensione, ha potuto godere            compromesso che ridia all’esistenza una
     spazio, tecniche che hanno modificato il         della piena felicità di una luminosa             qualche dimensione di concretezza e di
     trattamento degli strumenti tradizionali,        intelligenza, ma anche e soprattutto a ciò       realtà.
     arricchendone di un lessico nuovo le             che un’intera generazione, la sua, per
     potenzialità timbrico-espressive, per            miopia, ovvero per una falsa visione
     giungere infine a una radicale                   prospettica della storia non è stata capace

16
Puoi anche leggere