Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
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VIAGGI | Nicaragua Il volo (perduto) del Quetzal Da un Nicaragua gruppo Ciambellini Un Nicaragua ammaliante tra vulcani inquieti, laghi sconfinati, gioielli N coloniali, foreste nebulari e … cervezas ‘insensatamente gelate’ Testo di Sergio Barbati Foto di Marco Martino e Marcello Ciambellini Il Signore della Stella Mattutina era nel mezzo, fra notte e giorno, come un uccello ad ali aperte che attende con l’ala destra splendido di luce, la sinistra nell’oscurità … (David Herbert Lawrence) I L QUETZAL mocino), uno degli esseri più belli nel mondo degli uccelli, in grado di competere con gli storni metallici africani e con le leggendarie paradisee Come mi sarebbe apparso, come avrebbe di Wallace in Nuova Guinea, vivesse in poche aree disvelato i suoi irripetibili colori, nell’immobilità circoscritte nelle foreste di montagna coperte silenziosa o in un volo radente contro la volta continuamente dalle nevi, flagellate dalla pioggia e stillante di rugiada? … immerse in una foschia capace di smaterializzare che esibisce come uccello nazionale il motmot), 01 Avevo attraversato le travi scricchiolanti della ogni viva presenza, con un indice di umidità figurando nella bandiera di quel paese e dando finca badando a non far rumore; guadagnato talmente alto da costituire un ambiente elettivo anche il nome alla sua divisa monetaria, ma l’uscio, richiusolo silenziosamente, mi ero per muschi, licheni e piante epifite che, crescendo vive, ancorché ridotto a pochi esemplari, in tutte ritrovato in un’alba diafana e gelida (già, gelida ai a profusione tra i tronchi dei grandi alberi, creano le foreste di montagna dell’America Centrale, tropici), e bardato nella giacca a vento avevo im- fantasmagoriche architetture; quasi che la natura, a partire dal sud del Messico. Visto dal basso, pegnato il sentiero di qualche centinaio di metri apocalittica e impervia avesse concesso, a quei spiccano il petto ed il ventre con una bella tinta (non di più dati gli impegni a venire), sperando pochi esemplari di sopravvivere attraverso milioni cremisi, ma è la visione dorsale a folgorare, con nell’apparizione … di anni di spietata selezione delle specie … le copritici alari di un colore verde-smeraldo con Avvertivo dentro uno straniamento, co-me un Gli hidalgos ed i guerrieri al seguito di Cortes, riflessi azzurrognoli, quasi ipnotizzanti … ma sto oscuro senso di inquietudine, in quell’universo nella sua spedizione nell’impero di Montezuma divagando … sterminato di grigio bagliore che lasciava dovettero ben accantonare (almeno per qualche intravedere qua e là figure inconsistenti … Poi istante), la loro sete di conquista nell’ammirare, improvvisamente … Era lì, immoto in una spirale soggiogati, le lunghe piume color smeraldo che VIAGGIO – PARTE PRIMA di nebbia, sul suo inaccessibile posatoio, quasi ornavano i copricapo dei nobili aztechi e dello invisibile tra i licheni pendenti, ma rischiarato da stesso imperatore. È raro che un viaggio non si imprima un furtivo raggio di luce che accendeva di riflessi Il quetzal, anche chiamato Trogone risplendente, nell’immaginario, in qualche modo, ma questo iridescenti l’indimenticabile piumaggio … Un vero appartenente all’ordine dei Trogoniformi ed alla Nicaragua (28.07 – 12.08 2012), ha sortito e proprio ‘afterglow’ … famiglia dei Trogonidi, rappresenta ancora oggi impressioni così vivide da esercitare una Mi sorprendeva il fatto che il quetzal (Pharamocrus il simbolo del Guatemala (non del Nicaragua, fascinazione quasi invincibile su di me come credo 30 - Avventure nel mondo 2 | 2013 ................................................................................... 02
VIAGGI | Nicaragua 01 Esteli- riserva miraflor verso nord 02 Granada, Vulcano Mombacho, vista su cratere, Granada e Las Isletas 03 El castillo arrivando all’estremo sud (ma è quasi una certezza), sugli altri compagni di (sic. Marco), e servita in boccali a loro volta (ineluttabilmente chiuso anch’esso), mentre spedizione. usciti da un congelatore, ma ne riparleremo … riusciamo almeno a lanciare un’occhiata fugace Ci ritroviamo dunque all’aeroporto Leonardo da Guadagnato l’albergo, cadiamo come sassi nelle al Museo d’Arte Ortiz Guardian, considerato il Vinci, la mattina del 28 luglio dinanzi al banco di braccia di Morfeo. più bel museo di arte contemporanea di tutto il Avventure, una piacevole novità per me che non Il 30, ci destiamo rinfrancati e dopo un’abbondante Centro-America (ci perdiamo Rubens, Picasso e viaggiavo (astinenza coatta), da più di tre anni e colazione nica a base di uova strapazzate e gallo- gli autoctoni Diego Rivera, Fernando Botero etc.). Nicaragua che ricordavo di altre agnizioni diretta-mente ai pinto, consumata di fronte al patio terebrato da Sic transit … Ci rifacciamo però entrando per check-in. Cinque in tutto: Marcello (coordinatore), raggi di luce equinoziale e contornato di sedie qualche minuto nell’Università, che ci sembra Roberta e Rosanna sorelle, Marco ed il sottoscritto. a dondolo coloniali pesanti e molto comode, piccola e deliziosa. Dopo aver superato un atrio Con malcelato orgoglio mi ascrivo il merito di aver puntualizziamo il programma della giornata. a colonne, guadagnamo il cortile ombreggiato, fatto partire il viaggio, in quanto terzo in ordine La mattina viene dedicata alla visita di Leon; la conformato come un patio oblungo e contornato di inserzione (Marco essendosi aggregato solo capitale della rivoluzione sandinista, nel suo da un fresco porticato coloniale, dove stazionano l’ultimo giorno utile, senza che per questo lo decadente fulgore coloniale, con le magnifiche studenti rilassati, il tutto severamente osservato stesso venisse prima cancellato dal sito). chiese e la profusione di centri culturali e gallerie dalle erme consunte di austeri docenti ‘pluri- Marcello aveva preconizzato che l’andata sarebbe d’arte, ci appare presto ben più degna delle decorati’. stata terribile e infatti ... In puro stile Avventure, poche ore che siamo costretti a dedicarle. Ci Ma se è vero che sono spesso i momenti meno la sequenza delle tratte prevedeva: Fiumicino – colpisce l’imponente cattedrale: la Basilica de apparentemente significativi, quelli che ci scavano New York (J.F.K.); J.F.K. - La Guardia; La Guardia la Asunciòn che ammiriamo si nella sua quarta dentro e che ci legano segretamente ad un luogo, – Atlanta; Atlanta – Managua. Nella capitale versione (1747) in stile barocco centroamericano è stato il semplice passeggiare nella città, nei suoi saremmo arrivati imbambolati per non dire distrutti in esterni, ma che purtroppo si rivela inesorabil- viali con le vecchie case dalle spesse mura in ma, a bocce ferme, devo riconoscere come molto mente chiusa; allontanandoci di qualche metro adobe e con i tetti colorati, lo sbirciare oltre le porte piacevoli le fugaci ore trascorse nella Grande Mela dalla monumentale facciata, ci accontentiamo aperte per scoprire un patio ed i suoi chiaroscuri, tra la Fifth Avenue e le vertigini di Timessquare ed il DownTown di Atlanta dove una modernità discreta (grattacielo con ristorante girevole), si contempera senza stridori con la storia (casa di Margaret Mitchell, l’autrice di “Via col vento”). Come viaggiatori di Avventure non potevamo, naturalmente, mancare una notte in aeroporto e questa si è estrinsecata al ‘La Guardia’, insonne 1 e praticamente al gelo ma, in definitiva, eravamo gratificati dal breve incontro con le due città, soprattutto chi come me (e Marco per N.Y.), non vi era mai stato e nemmeno le avesse in programma nell’immediato. Regolati gli orologi, la sera del 29 siamo a Managua, ma per questioni di ordine logistico ci trasferiamo con un taxi, previa contrattazione, a Leon. Nella prima parte del tragitto di circa due ore attraversiamo quella che ci pare l’intermina- bile periferia di Managua ma che invece, a detta del conducente, risulta essere il cuore stesso di una città, lo avremmo scoperto alla fine, fatta di viali chilometrici e priva di centro. Giungiamo affranti verso le ventidue, nell’antica città colo- niale e subito ci mettiamo alla ricerca dell’albergo, di osservarla da lontano: bagliori di cupezza l’attraversare un incrocio osservando le tar-ghe 03 la cui individuazione, data la non esaustiva si irradiano sul grande parco che la circonda, in ceramica, dove i locali con elevata autostima toponomastica delle strade, non risulta affatto silenzioso e in totale abbandono. In un lato dichiarano le proprie professioni, per scorgere facile. Alfine ecco pararsi l’hotel America, di certo dell’altare vi avremmo trovato la tomba di Ruben magari un po’ più oltre la gialla sagoma di una non un 5 stelle, dall’aspetto non scintillante e dalle Darìo, guardata da un leone triste e che reca chiesa barocca sulla cui facciata incorniciata da camere scarne nell’arredamento (fatto questo che l’espressione: “Il Nicaragua è fatto per la libertà”. palme oscillanti si rapprende la luce dei tropici, caratterizzerà l’intero viaggio in un paese privo Ma tant’è … Ancora solo dall’esterno, qualche allora capiamo che questa antica capitale non la di infrastrutture turistiche), ma che rivelerà, la isolato più su, incrociamo con lo sguardo la chiesa dimenticheremo … mattina dopo un lato fascinoso: il patio. Il patio più bella: la iglesia de la Recolecciòn (1786), Nel pomeriggio dello stesso giorno, inizia la costituirà un “must” di questa intensa esperienza autentico gioiello in barocco messicano con le nostra esplorazione della straordinaria natura del e ne riceviamo subito un mirabile assaggio nel sue tonalità giallo carico e che in lontananza ci Nicaragua, con una visita al complesso vulcanico ristorante che scegliamo proprio per questo appare fiera, sfarzosa e, non potrebbe es-sere Las Pilas-El Hoyo, dove spicca il Cerro Negro. (avendone avuto una vellicante visione dalla altrimenti, sempre ammantata di una nobile Situato ad una ventina di chilometri a nord-e-st strada). Avvolto nelle ombre e con una fontana aura decadente. Riusciamo invece ad entrare ne di Leon, questo vulcano è tra i più attivi dell’intero centrale, spesso inducendoci in contemplativi la Iglesia de la Merced (primo settecento), che, Centro America. Alto un po’ meno di settecento silenzi, allieta la nostra prima cena nicaraguense in principio non molto vellicante, confrontata metri eruttò per la prima volta nel 1850 e da allora (ottima a base di grigliata di carne e gallopinto), con le precedenti, mostra poi un interno ricco di non ha cessato praticamente mai di manifestarsi cena dove peraltro sperimentiamo quella che da interessanti tarsie con le stazioni della Via Crucis. fin quasi ai nostri giorni. L’ultimo evento del 1999, subito diventerà un’altra irrinunciabile abitudine: Il senso di perdita continua ad attanagliarci perché facendo collassare il cratere principale, aprì altri la squisita birra locale, ‘insensatamente helada’ manchiamo anche il Museo-Archivio Ruben Darìo tre crateri avventizi alla base. ................................................................................... Avventure nel mondo 2 | 2013 - 31
VIAGGI | Nicaragua stanchi, per cui tornando, zuppi fino al midollo, ci accingiamo con gaudio, a provare nella finca la cucina di donna Corina anche se (mancando il frigorifero), le Toña in lattina non ci pervengono adeguatamente ghiacciate, ma si sa, tutto non si può avere … Un’esperienza breve ma intensa; parlando con donna Laura (anche la mattina seguente a colazione), ci rendiamo conto che gli abitanti di queste terre, semplici in apparenza, rivelano un carattere forte, temprato da un passato di guerre (qui furono ribaltate le sorti dello scontro con i Contras a favore dei Sandinisti), e pervaso da un sogno non troppo utopistico di eguaglianza economica e riscatto sociale. N Intanto è scesa la notte fredda e velata di nebbia; mentre ci accingiamo a guadagnare la camerata unica, dove ci attendono pesanti coperte con le quali ci difenderemo dai rigori climatici, mi viene in mente che siamo intorno ai 1300 m di quota: l’altitudine del quetzal … … Dopo aver percorso con un ‘busito’, un sentiero frenante affondando nella cenere e il fondo Il mattino seguente, il primo di agosto, via Esteli, 04 Tipitapa, Masaya, siamo diretti a Granada, verso serpeggiante nella giungla, subito al di là di una sembra non arrivare mai … esaltante! curva, vediamo ergersi la sua sagoma inquietante, Vieppiù soddisfatto per aver affrontato l’avventura sud. Con una jeep ci muoviamo verso Esteli che un cono perfetto di cenere nera, incombente sulla in condizioni fisiche non perfette (ed essendo non vedremo, ancorché una visita proprio la meriti, in quanto città protagonista sia durante Nicaragua silenziosa foresta sottostante … Decidiamo per la sopravvissuto), mi premio con una lattina di Toña scalata che compiamo in meno di due ore su un ghiacciata, che sorseggio sulla strada del ritorno la rivoluzione, sia poi nella guerra dei Contras. versante ‘duro’, fatto di detriti scoriacei. Giunti in trasognato tra alberi esotici, nella luce calda Linda, con una urbanistica geometricamente cima, dopo aver goduto, nel vento impetuoso, di una del pomeriggio inoltrato. In serata poi un altro ben definita, climaticamente favorita, ricca di visione a perdita d’occhio della sconfinata pianura ristorante … un altro patio … altre birre (Victoria bar, negozi e localini di ogni genere, guadagna che lo circonda, Roberta, Rosanna e Marcello, in bottiglie gelate da un litro), a rinfrescare le però solo la visita ad una fabbrica di sigari, con scendono ripercorrendo a ritroso il cammino nostre strozze inaridite nell’ubriacatura da ceneri. negozio vendite annesso; li acquistiamo visto che dell’andata, mentre Marco ed io, al seguito di Il giorno seguente (trentuno), di buon mattino Esteli produce tabacchi tra i migliori al mondo. una guida, entriamo nel cratere seguendone il raggiungiamo con un taxi il terminal dei bus da Soddisfatti ci accingiamo quindi alla nostra diametro per rimontare dalla parte opposta, al dove partiamo con destinazione Esteli dove, tappa di trasferimento verso Granada. I bus di fine di affrontare la discesa sul versante di cenere assunte le relative informazioni, con un pulmino cui ci serviremo spesso nel corso del viaggio, sciolta. L’attraversamento del cratere lascia il muoviamo verso la Riserva Miraflor. alternandoli a taxi e busitos, costituiscono un’altra segno: in un paesaggio lunare, tra vapori mefiti- L’Area ‘Protegida Miraflor’ ci fornisce il primo esperienza antropologicamente singolare: vecchi ci che fuoriescono da fenditure striate di giallo autentico contatto con la natura incontaminata scuolabus vivacemente colorati (un classico in sulfureo, procediamo tra onde contorte di magma dell’altopiano settentrionale accogliendoci con Centro e Sud America), ospitano un quantitativo pietrificato, attoniti dietro la guida che ci indica la uno spettacolo di variopinta ed esuberante inimmaginabile di persone, ben oltre quella che parete interna (di cenere), che dovremo risalire bellezza tra cascate, orchidee, lembi di foresta sarebbe la portata massima; inscatolati come (la qual cosa faremo non senza qualche difficoltà, nebulare (siamo in quota), piantagioni di caffè sardine felici, senza poter muovere nient’altro causa il continuo affondare delle gambe nel letto ed accoglienti ‘fincas’. In una di queste: la ‘Finca che i globi oculari, ci godiamo le voci ed i colori di obliquo di piroclastiti sciolte). Ma il bello deve sonda’, troveremo ospitalità per la notte. Il tempo una umanità variopinta, con donne incinte, vecchi, ancora venire: da un po’ di tempo è stato ideato un è tiranno (la mattina dopo saremmo ripartiti), bambini, venditori che cercano di piazzare gli nuovo metodo per scendere dalle pendici: il ‘surf e dunque non ci cimentiamo come avremmo articoli più astrusi e gente che circola nel corridoio sul vulcano’, che si attua su scatole di cartone o potuto in una serie di corroboranti attività quali scavalcando valigie, pacchi ed animali con una di- apposite tavole (sandboard). Noi non le abbiamo preparare tortillas, tostare il caffè, dare una sinvoltura da passeggiata in Via del Corso … Ne e allora la guida, giunti sull’orlo, ci invita ridendo mano nel mungere le mucche (immagino Marco usciremo sorpresi e un po’ storditi; ma il viaggio ad affrontare ‘a piedi’ la discesa; detto fatto si ...); piuttosto optiamo per una escursione nella prosegue e dopo aver superato Tipitapa, con un lancia, seguita di lì a breve da Marco che con gio- natura rigogliosa che ci regalerà, tra l’altro, il altro mezzo di trasporto, approdiamo finalmente vanilistico impeto (in autentico stile Discovery), primo di una lunga serie di bagni, nelle gelide a Granada. si catapulta al seguito. Sono interdetto, (ho una acque di una pozza contornata di piccoli salti Vi arriviamo seguendo strade collaterali e gamba malandata), ma devo decidermi in fretta: il spumeggianti formata da un gioioso fiumiciattolo pittoresche; la nostra destinazione è il malecòn, vento diventato feroce potrebbe sbalzarmi oltre il di cui non ricordo il nome; non siamo così fortunati dove ci attende l’hotel El Maltese. L’alberghetto, ciglio da un momento all’altro, facendomi perdere quando penetriamo nel variegato universo di un immerso in una vegetazione rigogliosa è davvero l’equilibrio … guardo giù e l’acclività sembra da orchideario (si dice così?), perché scopriamo che delizioso, con una mirabile ubicazione fronte lì ancora più accentuata di quanto non apparisse la stagione più indicata per osservare gli splendidi lago e camere semplici ed accoglienti dotate dal basso … la vista dei due che mi precedono mi fiori va da aprile a maggio. Infine, un ulteriore di soffitti con massicce travi di legno; la visione rincuora, sembrano godere … non c’è più tempo: percorso su un sentiero circolare in salita, dove d’insieme del lungo lago inondato dalla luce vado. Assicuro, una delle esperienze più divertenti peraltro veniamo colti dalla pioggia, ci premia con tropicale, del terminal – traghetti sulla sinistra che abbia vissuto nelle mie scalate (e discese); la un fantastico scorcio, nella nebbia, della pianura e dell’interminabile teoria di palme mosse dalla accelerazione crescente viene stemperata grazie sottostante. brezza, crea una viva sensazione. Procediamo ad all’azione delle gambe che esercitano un’azione Siamo stregati dall’incantesimo, ma anche una visita ancora una volta fin troppo rapida, alla 32 - Avventure nel mondo 2 | 2013 ...................................................................................
VIAGGI | Nicaragua 04 Esteli, riserva miraflor verso nord 05 Managua, cattedrale vecchia città più antica del Nuovo Mondo, conservatrice, una superba visione, con un colpo d’occhio che complessi hawaiiani, sia pur in un contesto ma non meno fascinosa della rivale Leon. abbraccia al contempo lo specchio cristallino della geologico completamente diverso … Piegando verso sinistra in direzione della vivace laguna, Granada, e le acque opalescenti del lago Uno strano mondo davvero quello del Masaya; Calzada che sembra ospitare oltre alla gente del Nicaragua; non ci meraviglia che Sandino elevasse a scuoterci provvedono gli sguardi mai paghi posto, tutti i viaggiatori ed i residenti stranieri del il mirador a suo luogo di meditazione preferito, di Roberta e Rosanna che ora puntano, famelici Nicaragua in un mix elettrizzante, intercettiamo durante gli anni della giovinezza. Attraversiamo (quindi inducendo noi uomini, che non possiamo la Iglesia de Guadalupe (1626), nobile, grigia, di passaggio San Juan de Los Platos, altra es-sere da meno, ad impegnarlo), verso un breve cadente ed austera, costruita come una fortezza tipica cittadina coloniale, dove nei variopinti sentiero in salita (sendero Las Coyotes?), che e fieramente isolata rispetto al cuore pulsante negozi si realizzano belle ceramiche decorative snodandosi tra campi di lava e macchie di foresta, della città. Procedendo di un chilometro circa, e puntiamo verso Masaya, città nota per i suoi ci porta sul ciglio di un cratere estinto ricolmo giungiamo alla cattedrale di Granada (1583), prodotti artigianali, rinomati in tutto il Nicaragua. di giungla tropicale; altra visione sublime che brillantemente colorata se confrontata con la Di fatto ci concediamo una visita al Mercado Viejo, conclude in modo mirabile l’avventurosa giornata. precedente; di fatto distrutta innumerevoli volte davvero singolare; di esso non mi colpisce tanto la L’evento finale che ci allieta è la vista di una mezza è stata ricostruita nella sua versione attuale nel straordinaria profusione di articoli di ogni genere dozzina di parrocchetti (Aratinga canicularis o 1915 e costituisce un eccellente preludio al (di qualità e a buon mercato), quanto le bizzarre forse Brotogeris jugularis, o più probabilmente Nicaragua parque central che le si dipana di fronte. Anche geometrie dell’architettura nel suo insieme. Grigie Aratinga finschi, proprio non saprei dirvi), come chiamato Parque Colon, alla fine (o se preferite colonne basaltiche compongono con torri e grandi lampi di verde che attraversando con volo sicuro all’inizio), della Calzada ci appare debordante di portali una curiosa struttura gotica concepita come e senza risentirne i vapori tossici, vanno a posarsi gente e gradevolmente ombreggiato da manghi ed una fortezza, attraversata da vialetti ombrosi lungo sui loro nidi proprio sulle pareti del cratere. alberi di ogni tipo; non ci lasciamo pregare e dietro i quali si allineano i tipici chioschi. L’edificio si Dopo un passaggio commovente all’Antigua suggerimento di Marcello decidiamo di concederci configura come un cantiere aperto; distrutto dalle Estacion de Ferrocarril, nella luce dorata una pausa presso un chiosco dove ci rifocilliamo milizie di Somoza, è stato restaurato di recente ma calcinante dove nobili vagoni attendono invano il con un piatto di vigoròn (molto segnalato nelle non si capisce se i lavori siano del tutto terminati fischio di una locomotiva a sua volta cristallizzata guide, ma non propriamente esaltante per il ed attraversarlo sembra un’avventura metafisica. nel tempo, è il momento di rientrare a Granada sottoscritto), con Toña gelata di ordinanza. Qui Nel pomeriggio giunge un momento di ‘turismo dove ci aspetta, dopo una meritata doccia, un altro avventuroso’. È in programma, infatti, una a cadiamo in errore perché manchiamo di chiedere ristorantino niente male, dove consumiamo una un bicchiere di chicha (la bevanda nazionale che visita al Parco Nazionale del vulcano Masaya delle cene più gustose con birra, naturalmente, in loco avremmo sicuramente trovato e che poi che raggiungiamo sempre a bordo del busito di insensatamente ‘helada’; il falso patio, tuttavia, vanamente tenteremo di sperimentare nel resto Riccardo. Un ampio slargo dove parcheggiamo non è all’altezza delle aspettative; per questo del viaggio), cremosa bibita color rosa a base di circonda il bordo craterico e la vista già a distanza dovremo aspettare ancora un giorno … mais, servita fredda … l’attimo fuggente … appare impressionante. Alte colonne di vapori Il mattino dopo (3 agosto), lungo la spiaggia Siamo spaesati; Granada è bella, ma il clima sulfurei si innalzano dal cratere lasciando scorgere prospiciente l’albergo, affittiamo una lancia a caldo – afoso è tutt’altra cosa rispetto a quello qui e lì paurose pareti verticali strapiombanti motore con la quale puntiamo verso Las Isletas, dell’altopiano centrale e mentre siamo soggiogati nell’abisso. A ragione gli Spagnoli lo consideravano una costellazione di minuscoli isolotti tropicali da una banda ambulante di bambini armati di la ‘bocca dell’inferno’ e gli autoctoni la dimora di formatisi migliaia di anni fa in seguito ad una assordanti tamburi (che pure paiono svolgere deità infere, e comprendiamo la presenza di una potente eruzione del vulcano Mombacho (che un’azione culturale, con maschere e movenze croce apposta sulla sommità del dirupo, quasi a ci attende nel pomeriggio, clima permettendo). che rimandano ad antiche tradizioni locali), non esorcizzare potenziali tragedie. Per quanto bardati Dopo un’ora circa di percorrenza sulle acque possiamo fare a meno di ammirare le formazioni di appositi elmetti fornitici alla stazione-museo 05 volanti di zanate (Quiscalus nicaraguensis), che di entrata, non risulta possibile intraprendere un compiono, pur senza uguagliarle, evoluzioni sentiero sulla destra che avrebbe consentito una spettacolari non lontane da quelle degli stormi visione privilegiata per quanto parziale dell’abisso nostrani. e quindi ci limitiamo ad affacciarci sul muretto che La visione di questo chiassoso e simpatico orla la parete sinistra (rispetto all’area parking), uccello, dalla lunga coda, ci accompagnerà in del cratere. tutto il viaggio. Infine lunga ricerca del ristorante, A questo punto Marco, colto da raptus con ottima cena, birra squisita, purtroppo senza un empedocleo, nel tentativo di immortalare un urubù vero patio; ma a proposito di patios … che qui chiamano pilote (Coragyps atratus), fermo Il mattino seguente, due di agosto, ci attende il e indifferente a poca distanza su una cengia della microbusito di Riccardo, un italiano trapiantato e parete sottostante, sporgendosi rischia di perdere sposato in Nicaragua; previo accordo del giorno l’equilibrio, ma il pronto intervento di Marcello prima, ci condurrà nelle nostre escursioni nei risolve la difficile situazione… dintorni di Granada. In realtà con il termine Masaya si individua oltre Ancorché sarebbe stato forse più indicato inserirla che un vulcano, un intero complesso calderico che alla fine della giornata, cominciamo con la laguna contiene al suo interno numerosi altri coni come de Apoyo, un antico lago craterico incastonato in il San Pedro, il Nindirì , il Santiago, oltre che una un anello di fitte foreste, visitate dalle scimmie laguna interna. Questo presenta alcune anomalie urlatrici. Le acque, lievemente salmastre, sono (strana ad es. la composizione basaltico – toleitica cristalline ma piuttosto calde per la presenza della caldera in un ambiente geodinamico definito di molte fumarole subacquee; ci tratteniamo dalla convergenza di placche), non ultima quella un’oretta, tempo utile per goderci un secondo che la caldera stessa derivi da sprofondamento fantastico bagno Nica … La rivediamo dall’alto, seguito alla rapida emissione di grandi quantità di dal mirador di Catarina, graziosa cittadina magmi con conseguente svuotamento repentino fiancheggiata da spettacolari serre con piante della camera magmatica; configurando così tropicali dai variegati colori, dove godiamo di un quadro che potrebbe essere assimilato ai ................................................................................... Avventure nel mondo 2 | 2013 - 33
VIAGGI | Nicaragua calme del lago, incrociamo le prime isole rivestite sione geografica nel sistema della selva pluviale messo al bello, decidiamo indotti dalla scalpitante di lussureggiante vegetazione e placidamente americana. In particolare potrebbe trattarsi, con Rosanna, di impegnare uno dei due sentieri che galleggianti su specchi di colore verde smeraldo. Il quella striatura marrone giallastra alternata a girano intorno all’orlo del cratere (sendero del conducente rallenta i giri del motore e si può quasi fasce grigie di un opossum a coda grassa o Crater o sendero la Puma, non ricordo). Avanziamo affermare che la lenta penetrazione di quel mondo luteolina (Lutreolina crassicaudata); Marcello non fendendo la nebbia, nell’umidità incombente paradisiaco avvenga in un silenzio assoluto, è d’accordo tendendo a considerarlo un roditore tra corone di foreste, fermandoci soggiogati a solo striato dal lieve sciabordio di piccole onde comune, ma tant’è; liberato, intanto, l’animaletto contemplare lo spettacolo dai frequenti miradores, sulla prua. Il quadro però cambia rapidamente e guadagna rapidamente la riva e rimontando un ammirando soffioni e fumarole, avvertendo in presto scopriamo che la rarefazione antropica di tronco, scompare alla nostra vista, nascondendosi silenzio il profondo respiro della Terra … Dopo cui avevamo goduto per qualche attimo, lascia il tra le fronde. un’ora circa, disorientati ma appagati e quasi passo ad una ineluttabile colonizzazione: le prime Mentre rientriamo, ci ritroviamo per un attimo a perdendo l’orientamento (non fosse per il gps isole lungo le quali cabotiamo sono abitate da coltivare l’idea di acquisire, facendo convergere le palmare di Marcello), ma sempre seguendo il famiglie indigenti che sicuramente non godono di nostre risorse, un isolotto con annessa abitazione. sentiero che spesso si dirama in bracci laterali, diritti specifici (e che quindi vengono tollerate dalle Fantasie, naturalmente, ma ci pensate, un an- giungiamo alfine al punto di partenza, grati al autorità), mentre basta spingersi un po’ più oltre golo in un piccolo paradiso sul lago Cocibolca ‘grande signore’ di Granada per averci concesso per scoprire, più o meno elegantemente integrate con gli splendori coloniali di Granada ad un tiro questa fugace ma bellissima esperienza. con la vegetazione, sontuose dimore di famiglie di schioppo … Più avanti nel pomeriggio, tornati a Granada, il taxi tra le più ricche dell’intero paese. Pur ammirando L’ultimo regalo che ci fanno le Isletas è la ci lascia dinanzi alla elaborata e bianca facciata l’architettura delle più belle dobbiamo ammettere visione di un gruppo di alberi le cui fronde sono dell’Iglesia San Francisco. Ulteriore stupefazione: come l’incanto vada lentamente scemando; è completamente costellate di nidi di oropendula di la bellezza dell’edificio, la chiesa più antica del quindi con gioia che accogliamo la visione sulla Montezuma (Psarocolius montezuma), di colore Centro America (1585), distrutta a più riprese, piccola Isla de los Monos, di una chiassosa marroncino chiaro con la loro caratteristica forma quando non da terremoti da predatori come il piccola colonia di scimmie ragno (Brachyteles a goccia rastremata, a testimonianza di come il filibustiere William Walker nel 1856, e sempre arachnoides), che con la loro leggendaria agilità Nica possa costituire un vero e proprio paradiso ricostruita o restaurata. Austera ma impreziosita si producono in una gamma di buffe esibizioni per i birdwatchers … di riccioli barocchi, ci lascia senza fiato e anche nell’intento evidente di ottenere cibo. Nel primo pomeriggio giunge l’ora del Mombacho; se l’accesso è (come sempre), interdetto, basta Quando siamo sulla via del ritorno, nel- notizie via radio suggeriscono che la cima del la vista esterna, con il Mombacho sullo sfondo Nicaragua N l’attraversare la frangia disabitata, il caso ci regala vulcano vada lentamente sgombrandosi della ora completamente sgombro, a solleticare, un altro incontro curioso con la spettacolare fauna coltre di nuvole che quasi perennemente la ricopre; vellicandolo, il nostro senso estetico. Gli dei locale: una piccola sagoma (20 – 30 cm), si muove della qual cosa avevamo avuto sentore durante il centro-americani ci vengono poi in soccorso, serpeggiando nell’acqua; facciamo convergere la rientro dalle Isletas. Siamo fortunati, il Mombacho perché scopriamo che il contiguo museo è aperto; barca e senza esserne richiesto il conducente, non si concede facilmente. Raggiungiamo con vi accediamo attraverso una porticina sulla sinistra con un gesto improvviso, afferra l’animaletto un taxi la Fundacìon Cocibolca (Riccardo non e dopo aver superato l’atrio con grandi murales per la coda, offrendolo (per qualche istante), è oggi disponibile); di lì veniamo trasbordati su variopinti, siamo a contatto con il cuore stesso della alla nostra vista in cotale configurazione non una ecomobile (una jeep militare modificata), struttura: una sequenza di tre cortili giustapposti, propriamente dignitosa. Mi sbaglierò, ma nella per affrontare la salita su pendici che presentano popolati di zanate e ornati di altissime palme fugace visione sembra un opossum, o almeno un’inclinazione del 40% fino ai 1100 metri di eleganti e flessuose, in concomitanza dei quali un appartenente a questa famiglia di Marsupiali altitudine. Siamo prossimi alla cima che svetta un si aprono i vani con i reperti archeologici. Dopo che, con il suo rappresentante più comune paio di centinaio di metri più in alto e nonostante aver passato in rassegna le interessanti opere di 06 (Didelphis marsupialis), detiene la maggior espan- il fatto che il clima alla fine non si sia affatto matrice primitivista, con accurate ricostruzioni in cartapesta delle tribù dei nativi, intenti alle loro attività quotidiane, veniamo attratti da un lungo corridoio aperto su due lunghi lati lungo i quali sono schierate le misteriose sculture rituali di Zapatera. Realizzate in basalto nero tra l’800 ed il 1200 d.C. su questa isola, rappresentano strane creature mitologiche incombenti su figure antropomorfe annichilite nel contrasto; un vago senso di disagio si impadronisce di me quando intuisco che siamo ben lontani dal penetrare fino in fondo i segreti di questa terra … Ma poi … il Garden Cafè! Lo avevo intravisto all’andata poco prima di giungere al Convento San Francisco; la fugace occhiata che gli avevo lanciato mi aveva consentito di scorgere oltre il salone di entrata, una macchia di verde scintillan- te, un patio sicuramente e dei più belli … Detto fatto! Usciti dalla Iglesia, promuovo, in modo tale che non mi si possa opporre un rifiuto, di visitarlo; la proposta viene accolta con entusiasmo anche perché Marcello non manca di ventilare una birra ‘insensata’, visto il caldo che ci attanaglia e considerato il fatto che le visite culturali e non, per quel giorno, siano terminate. La visione è impagabile: un minuscolo gioiello quadrangolare 34 - Avventure nel mondo 2 | 2013 ...................................................................................
06 Granada, iglesia San Francisco 07 Granada, vulcano mombacho-passaggio chiuso da alte mura su due lati, elegante porticato Fu proprio questa barriera, più volte inondata ligneo con tavoli sugli altri due, vegetazione alta e dall’oceano nel corso degli ultimi milioni di anni, lussureggiante, fontana con fresche acque stillanti ad essere alternativamente attraversata da su tre livelli e due minuscoli vialetti che partendo esponenti della fauna nordamericana (paleartica), da questa, convergono al fondo su una panca nel loro processo di irradiazione verso sud. con annesso tavolinetto, di pietra corrosa, di un Abbiamo detto alternativamente perché non materiale sembrerebbe non dissimile da quello sempre le condizioni geomorfologiche dell’istmo delle inquietanti sculture viste appena qualche lo avrebbero permesso. Di fatto si distinguono tre attimo prima … ondate migratorie verso sud a partire da settanta Ci sediamo ed ordiniamo la birra (non una Toña, milioni di anni fa: quella degli antichi immigrati bensì una Victoria Frost questa volta); mentre (corridoio aperto), quella degli antichi saltatori di ristiamo in estatica contemplazione, dopo qualche isole (istmo inondato ma costellato di isole), quella istante di piacevole conversazione, accade degli ultimi immigrati; ma allo stesso tempo, qual-cosa di strano: vengo ancora una volta, a dobbiamo riconoscere come nei periodi intercalati, breve distanza, colto da una sottile inquietudine l’isolamento geografico fosse praticamente … sento il bisogno di alzarmi e dopo essermi assoluto. scusato con i compagni, mi dirigo lungo uno dei I continenti che rimasero per più o meno tempo due vialetti portando meco la Frost gelata … isolati subirono autentiche catastrofi zoologiche giunto all’altezza della panchina di pietra, mi ci quando le loro forme vennero a contatto con polarità opposta (verso occidente), dalla dorsale 07 accomodo e, accendendo un sigarillo, mi perdo la irrefrenabile ondata dei colonizzatori; ma se medio-atlantica. La prima più densa si immerge … visioni oniriche, stanchezza che ottunde i conside-riamo il vastissimo mosaico di regioni al di sotto della seconda; i materiali oceanici e sensi, deragliamento alcolico (Frost alle 17), forse naturali che configurano il mondo neotropico in parte terrigeni, proiettati verso il basso, giunti … quello che so, che capisco, è che qualcosa, in (Centro, Sud-America), che vanno dal deserto a contatto con strati profondi più caldi, fondono questo pur fantastico viaggio, mi stia sfuggendo, di Atacama al bacino del Rio delle Amazzoni, diventando magma il quale, meno denso, risale che continui a sfuggirmi, qualcosa di vicino e, passando attraverso un cosmo di ambienti verso l’alto generando un allineamento di vulcani al contempo, incredibilmente lontano … Ma è intermedi; il processo di diversificazione subito altamente esplosivi (calcoalcalini). questione di un attimo, e mi riprendo rapidamente dagli organismi durante i lunghi periodi di iso- Disposti lungo la direttrice N-W, S-E or-lano, a Nicaragua mentre fantastici uccelli tropicali atterrano e lamento; le pressioni selettive dovute al contatto talvolta penetrandovi (isola di Ometepe), la decollano dalla fontana in un tripudio di luci con la fauna alloctona etc.; possiamo spiegarci la grande depressione nicaraguense, a sua volta moltiplicate nelle iridescenze di gocce nebulizzate favolosa esplosione di forme e di varietà animali parzialmente occupata dai bacini dei laghi di … non c’è che dire, un vero ‘onfalos’ fisico e (così come la sopravvivenza e la convivenza di Managua e di Nicaragua. Nel loro insieme costitui- metafisico … forme originali con specie giunte da altre latitudini), scono i cosiddetti los Marrabios, un complesso All’uscita, mentre gli altri si accingono a dirigere che caratterizza questo mondo fantastico, ad onta di una ventina di edifici che vanno dal Cosigüina verso il mercato vecchio di Granada, chiedo delle numerosissime estinzioni che comunque in corrispondenza del Golfo di Fonseca a nord di rientrare in albergo, per dare riposo alla si determinarono (marsupiali, con l’eccezione di (versante pacifico), vasta caldera di ca. 1 km, elo- gamba; percorro a ritroso la Calzada e giungo a opossum e affini). quente testimonianza della spaventosa esplosione destinazione nel pomeriggio inoltrato. La visione La grande fossa tettonica rappresenta un che nel 1835 ne squarciò la gran parte della del malecòn disertato dalla gente mi affascina e fondamentale elemento divisorio anche per il struttura sommitale; al Momotombo responsabile mi ritrovo a pensare che questo luogo sarebbe Nicaragua che separa in due aree molto diverse delle violente eruzioni che lo ridussero dai forse incline allo spirito di Corto Maltese (la cui per estensione e geomorfologia. La prima di precedenti 1600 m, agli attuali 1280, che si erge immagine troneggia in un murales dell’albergo), queste, quella posta tra la fossa e la costa caraibica a Nord del lago di Managua fiancheggiato dal più quando si affaccia il ricordo della ‘ballata del ma- è prevalentemente costituita di formazioni molto piccolo Momotombito, emergente dalle acque re salato’, dinanzi alle acque scintillanti del lago. antiche (rocce precambriche), parzialmente del lago stesso; al più recente, il Cerro Negro Non è facile raggiungere il ristorante ‘Las Colinas ricoperte di sedimenti di origine più recente e che risale appena al 1850; ai coni gemelli del del Sur’ dove (per quanto ci è stato detto), rocce effusive di composizione basaltica. Depositi Conception e del Maderas che, uniti da un istmo, ‘dobbiamo assolutamente andare a mangiare’, un alluvionali risalenti a pochissimi milioni di anni fa, formano l’isola di Ometepe (lago Nicaragua), la più po’ fuori mano e che raggiungiamo con un taxi. costituiscono poi la vasta pianura litoranea nota grande del Nicaragua. Il pavimento in terra battuta, l’atmosfera fami- come ‘Costa dei Mosquitos’, che affacciandosi Questo scenario unico dal punto di vista biologico, liare e il ‘guapote’ fritto delizioso, costituiscono un sul Mar delle Antille, presenta coste basse orlate come abbiamo visto, come da quello fisico e tassello ulteriore nella memoria. di lagune a mangrovie. Verso l’interno il territorio geologico, ha costituito la cornice di un viaggio presenta una serie di altopiani profondamente strepitoso nel suo genere che, nella fattispecie, ci NICARAGUA incisi dall’erosione e orlati da alcune dorsali che, ha portato ad un contatto (più o meno profondo), in qualche caso, (Cerro Mogotòn), superano i 2000 con i vulcani: Cerro Negro, Masaya, Mombacho, In una delle zone geologicamente più instabili metri. Conception, Maderas, cui va aggiunta la dell’intero pianeta, il Nicaragua costituisce il Completamente diverso appare l’altro versante spettacolare visione a distanza (lungo il tragitto vero istmo centroamericano, dove si realizza la (sulla linea del quale si è prevalentemente per Esteli) del cono, geometricamente perfetto del saldatura tra i due subcontinenti grazie soprattutto articolato il viaggio), tra la grande depressione Momotombo. all’intensa attività vulcanica, connessa con la e la costa del Pacifico, evidente testimonianza grande orogenesi che ha portato all’innalzamento della violenta e prolungata attività vulcanica che delle possenti catene montuose lungo il bordo ha accompagnato la nascita delle cordigliere VIAGGIO – PARTE SECONDA del Pacifico (firebelt circumpacifica). Il Nicaragua americane e che tuttora permane. L’ambiente ospita anzi l’elemento strutturale più caratteri- geodinamico si configura in base al movimento Il giorno dopo (sabato 4 agosto), di buon mattino stico dell’istmo, la ‘grande depressione’, un di convergenza tra la placca oceanica di Cocos, partiamo per San Carlos, con il busito di Riccardo; ampio solco tettonico, l’autentico confine fisico tra spinta verso oriente dalla retrostante dorsale del dopo circa due ore di viaggio perdiamo almeno il mondo nordamericano e quello sudamericano. Pacifico e la placca mista caraibica spinta con 20 minuti per un ingorgo inestricabile causato da ................................................................................... Avventure nel mondo 2 | 2013 - 35
VIAGGI | Nicaragua 08 due autoarticolati parcheggiati in una strettoia in corrispondenza di una curva; non manchiamo, al proposito, di notare da un lato la nonchalance dei conducenti, candidamente irreperibili, dall’altro l’assoluta imperturbabilità dei proprietari delle auto bloccate. Al porto di San Carlos, ci imbarchiamo su una lancia a motore che dirigendosi verso oriente sul fiume San Juan, ci porterà fino a El Castillo. Subito N dopo la partenza, incappiamo in una intensa pioggia equinoziale dalla quale ci difendiamo disvolgendo i teloni laterali; ma dopo circa un’ora 09 il diluvio si interrompe consentendoci di ammirare presto il tempo ai tropici! ... che danno prova di forza e tenacia straordinarie un bellissimo ambiente tropicale, lussureggiante Alla sera gradevole ristorantino sulle rapide e poi nel trasportare con le mandibole frammenti di … Durante il tragitto non posso fare a meno di verso le 22 rientro in albergo. Che a quest’ora la fronde molto più pesanti del proprio stesso corpo; osservare con una certa inquietudine le acque vita si arresti in Nicaragua, mi viene confermato altre enormi formiche che sul tronco degli alberi limacciose dove potrebbero ancora incrociare da una passeggiata solitaria sul viale principale: infliggono morsi dolorosi; iguane verdi; un cebo esemplari di squalo leuca (Carcharinus leucus), non un’anima viva nel silenzio rotto solo dalle cappuccino (Cebus capucinus), che si produce tra i pochi del suo genere e forse l’unico specifico rapide, ove si eccettuino alcuni grossi rospi che in una gamma di buffi ed assordanti schia- a prediligere le acque dolci, antropofago. Di fatto attraversano il selciato indisturbati. Il mattino mazzi, quando osiamo sfiorare il suo territorio; risulta sempre più difficile da avvistare; sottoposto Nicaragua del cinque agosto con una guida e due olandesi scimmie urlatrici (Alouatta villosa), e gigantesche ad una caccia spietata (le industrie alimentari giramondo aggregati, ci imbarchiamo su una lancia farfalle imperatore (Morpho hecuba). Sembra cinesi giungevano a pagare cifre spropositate e dopo aver rasentato il confine del Costa Rica che da queste parti aleggi anche il re, il giaguaro per le sue pinne), è stato portato quasi sull’orlo (con asimmetrico paesaggio sulle due sponde), (Panthera onca), ma, naturalmente, non abbiamo dell’estinzione, almeno in questa parte del mondo. sul versante meridionale del fiume, imbocchiamo la ventura. Gli esperti sostengono che le uniche colonie un emissario, il Rio Bartola che segna, dopo Storditi da tanta bellezza, continuiamo ad avanzare rimaste siano quelle intorno al punto d’accesso al poco, l’ingresso al tratto più accessibile di una nel caldo umido dovendo guardare anche al suolo, Rio san Juan (ci siamo passati), rigoro-samente delle foreste primarie più importanti del paese: la dove il fango insidia l’equilibrio; io (con qualche circoscritte alle acque più profonde. Riserva Biologica Indio-Maìz. Dopo aver rilasciato problema in più per via della gamba), lo perdo Nel primo pomeriggio siamo a El Castillo e le no-stre generalità alla stazione dei ranger del più di una volta, cadendo ed inzaccherandomi mentre la pioggia riparte più a dirotto che mai, parco ed essere stati allietati da un parrocchetto (avendo poi subito la possibilità di lavarmi nelle ci rifugiamo nell’ufficio turistico, prospiciente di splendido colore verde (la mascotte locale); fresche acque di un ruscello); Roberta a sua volta il molo, dove pianifichiamo quelle che saranno condotti da questi in una macchia dove rapiti precipita su un fianco con uno stivale intrappolato le prossime escursioni. Non tardiamo a legarci contempliamo due rane del genere Dendrobates nelle vischiosità della mota, con Marcello che, emotivamente a questo pugno di case colorate, dalle magnifiche livree e dal veleno micidiale (con premurosamente, la sostiene. Ancora il sottoscritto semplici e deliziose, spesso strutturate a palafitte, il quale gli indigeni intingono le punte delle loro si ferisce ad una mano contro le spine di un attanagliate dalla foresta, nobilitate dalla piccola letali cerbottane), accediamo dopo un altro breve albero (mai cercare l’equilibrio appoggiandovisi), e stupenda fortezza, ombreggiate da palme da percorso in barca, all’ingresso della Riserva, dove e sanguina copiosamente. Solo Rosanna e Marco cocco, e dipanate lungo uno slargo del fiume, ci attende un percorso di 4 ore, un’altra esperienza escono indenni da questa prova e con olimpica in questo punto particolarmente ampio. Rag- probante di un viaggio irripetibile. imperturbabilità, ci sostengono nell’affrontare giungiamo, percorrendo in fila indiana il vialetto Avanziamo in uno strato di fango di almeno 10 l’ultima parte del sentiero che, pur esibendo principale, il nostro piccolo hotel: El Chinandegano, cm; il silenzio è terebrato dai versi di innumerevoli meno fango, ora è in salita. Infine riguadagnando dove ci attendono camere semplici affacciate animali selvatici che in un primo momento, la barca, dopo aver lavato gli stivali nelle acque su una vezzosa veranda traballante in legno almeno non prima di aver temprato lo sguardo in del fiume, ci abbandoniamo chi sui sedili, chi sul con incantevole vista sul fiume. Al crepuscolo quell’universo verde tridimensionale, non vediamo fondo, affranti ma gratificati, sulla via del ritorno. siamo prenotati per un’escursione in lancia onde e dalle alterne spiegazioni della guida che Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo aver avvistare i caimani; attraversato il corso principale, gradualmente ci inizia ai suoi misteri. Mi colpisce risalito la collina soprastante il paese, siamo alla spento il motore, imboccando bracci laterali, quella sugli alberi semoventi che, poggiando su fortezza più propriamente conosciuta come la sotto costellazioni tropicali (il tempo è splendido, radici esposte nel terreno, ne gettano di nuove Fortaleza de la Limpia e Immaculada Concepciòn. al-meno nella prima parte), ci immergiamo nel verso una direzione, mentre sopprimono quelle Piccola ma affascinante, architettonicamente silenzio della giungla dove i rettili dagli occhi rossi nella direzione opposta (ma i trifidi non sono un perfetta nella sua limpida e simmetrica geometria, scintillanti ci attendono nella notte. Intercettati dai romanzo di fantascienza ?). gode dei benefici effetti di un provvido restauro raggi delle torce, ne vediamo alcuni, con brivido, Mentre procediamo cogliamo al volo una penna iniziato nel 1993. Ci disperdiamo nella visita e per quanto si sappia che la specie autoctona (un di volatile fluttuante nell’aria, di un bel colore mentre immortaliamo le incredibili vedute dai metro e mezzo di lunghezza), non risulti pericolosa blu elettrico; secondo la guida potrebbe trattarsi torrioni, ‘avvertiamo’ il senso della storia. In questo per l’uomo. di Guardabarranco azzurro, alias motmot piccolo luogo, immerso nella giungla ne è passata Di più, proviamo l’emozione di accarezzare (Momotus momota), parente stretto di Eumomota tanta; sembra ancora di sentire l’eco lontana del un piccolo (15 cm), prelevato dalla guida che superciliosa, uccello nazionale (tra le mani la clangore delle armi, il tuono dei cannoni amplifi- prudentemente gli tiene serrate le fauci; la quintessenza del Nicaragua); me ne impossesso cato dal silenzio della foresta; di percepire la sensazione che regalano al tocco le squame con gesto repentino. Più oltre comincia la presenza di figure singolari come l’eroina locale levigate ed umide è singolare … Riposto processione degli animali; nell’ordine avvistiamo: Rafaela Herrera che a soli 19 anni, con suo nell’acqua il simpatico ed inquietante animaletto, in volo planato un hocco (Crax rubra), qui deno- padre gravemente ferito, assunse con successo ripartiamo ma questa volta il rombo di un tuono minato pavone grande; un colibrì del genere il comando della fortezza (sembra in camicia da non lontano ci suggerisce che il ritorno avverrà Hylocharis o Amazilia (o anche Archilochus); notte), mettendo in fuga i pirati; o come nel 1780 sotto una pioggia scrosciante. Come cambia una interminabile teoria di formiche tagliafoglie, l’allora ventiduenne Horatio Nelson, che si faceva 36 - Avventure nel mondo 2 | 2013 ...................................................................................
VIAGGI | Nicaragua 08 Managua, venditore di cappelli 09 San juan del sur, andando a scuola 10 Ometepe, vulcano Concepcion le ossa in Nicaragua, e, ancora lungi dal diventare na di vedere in esterni), quando prese il potere il corallo (genere Micrurus), impegnato in uno ammiraglio, decise di conquistare El Castillo, cosa governo rivoluzionario; di più ritrovando il talento spostamento trasversale che ci taglia la strada, che gli riuscì (anche perché il governo spagnolo artistico e tornando a produrre lavori di pittura e mentre tenta di guadagnare la macchia. Dotato di era poco incline a mantenere il controllo di un’area di scultura. un veleno micidiale, condivide con il leggendario infestata dalla malaria), per qualche mese, prima In una parola le Solentiname costituiscono oggi barba-amarilla (Bothrops asper), o ‘ferro di lancia’, che le malattie decimassero i suoi uomini. Mi un mix perfetto di arte e natura e noi ci lasciamo la condizione di ofide più pericoloso del Centro piace pensare che queste terre tropicali gli si incantare procedendo sui lunghi viali alberati oltre America. imprimessero dentro, prima che proseguendo in i quali lembi di foresta e le specchianti acque Potrebbe tuttavia anche trattarsi di un falso corallo; carriera, incontrasse la morte e la gloria a Trafalgar. del lago, sembrano addormentarsi nella diffusa mentre lo ammiriamo affascinati, non analizziamo, Nicaragua Dopo un’ulteriore passeggiata nelle stradine foschia pencolante tra il grigio e l’azzurro … infatti, la scansione cromatica degli anelli che collaterali di El Castillo, rientriamo in albergo, dove Di ritorno a San Carlos, esploriamo la graziosa ne costituiscono la bella livrea. Naturalmente, in serata ci attende sulla veranda una cena a base cittadina dove i resti delle antiche fortezze scimmie urlatrici quante se ne vuole. di gamberi di fiume, direttamente preparati dal ge- spagnole si mescolano quasi impercettibilmente A pomeriggio ormai inoltrato giungiamo all’hotel store, doña Ema, che piacendo a tutti, mandano alle abitazioni della gente; così per il ristorante Buena Vista: camere semplici, un giardino ben letteralmente in sollucchero Marco, che tenterà che si affaccia su un piazzale (un antico bastione), tenuto ed una veranda su più livelli con attraenti invano di ripetere l’esperienza nei giorni a venire; dove tre pesanti cannoni di bronzo puntano amache, digradante verso il lago preceduto da una naturalmente birre insensate a profusione … ancora minacciosi verso l’orizzonte. L’alberghetto bella spiaggia di sabbia, ovviamente vulcanica. Al Il giorno dopo, ci distacchiamo con la barca dal è semplice, con una simpatica veranda, ma senza crepuscolo, o poco prima, giunge il momento del molo di El Castillo con un’ombra di nostalgia e patio. bagno nel lago, il terzo del viaggio. Delizioso, le navighiamo a ritroso verso San Carlos. Poco prima Il giorno dopo da San Carlos a San Jorge (con acque sono calme e pulite ed impagabile risulta di giungervi, la barca dopo aver scoppiettato, si il busito di Riccardo che, a desti-nazione, ci la visione a destra e a sinistra dei due vulcani con a ferma per esaurimento carburante (nessuna lascerà), dove all’imbarcadero ci attende il ferry le sommità, appena screziate di nuvole, emergenti meraviglia, siamo in Centro America); mentre per Ometepe. Il vecchio, simpatico, traballante dalla foresta, mentre il tempo sembra arrestarsi aspettiamo i soccorsi, dondolando nel silenzio traghetto ci trasporta in poco più di un’ora, tra in- quando l’albergo accende tenui luci violacee della giungla circostante ed ammirando i martin quietanti cigolii e strane richieste di dati anagrafici nella notte. Birre ‘insensate’ a bagnare la cena in pescatori i cui voli acrobatici si intersecano sulla (per naufraghi potenziali), in questa meraviglia un ristorantino (di livello, però), chiudono questa superficie dell’acqua, ancora una volta (la seconda per la precisione), ci troviamo ad osservare un po’ stupiti (ma ora meno), il ‘take it easy’ degli autoctoni in attesa degli eventi con inossidabile im-perturbabilità. A San Carlos, dopo aver constatato l’impossibilità di accedere al ferry, ci accordiamo per una lancia che ci condurrà in poco più di un’ora alle isole Solentiname, nella parte meridionale del lago. Più di una volta la ‘Lonely Planet’ suggerisce di non perdere ‘assolutamente’ questo arcipelago spesso dimenticato; arrivando lo capiamo e siamo anche d’accordo sul fatto che non sembri appartenere a questo mondo. Giungle silenziose e lussureggianti, acque limpide e tranquille nelle quali si riflette la foresta, animali di ogni genere (anche se ne vediamo pochi, per lo più stormi di Anhinga anhinga, che qui chiamano ‘poto’), non costituiscono i soli poli attrattivi; le Solentiname rappresentano anche il luogo elettivo di un’esperienza sociale che ha pochi eguali nel mondo: il sogno del sacerdote – poeta Ernesto Cardenal di creare in questo luogo fuori del tempo del lago Cocibolca. A ragione considerata una prima giornata nell’isola delle meraviglie. 10 ed appartato rispetto al mondo globalizzato, delle sette meraviglie naturali del mondo, l’isola Il giorno dopo, eludiamo l’ascesa al Concepciòn una struttura economica autosufficiente basata costit-uirà per noi il fulcro, il vero centro di gra- (che richiederebbe non meno di dieci ore), ed sull’arte e sulla proprietà collettiva. Ce ne parla vità dell’intero viaggio, con i suoi due picchi optiamo per una salita parziale al Maderas con fervore colei che è stata la sua segretaria, vulcanici gemelli collegati da un sottile istmo (1394 m), fino alla Cascada San Ramon, un altro all’uscita di uno dei due interessantissimi musei e la vegetazione tropicale incantevole, fitta e gioiello dell’isola. Sarebbe stato certo suggesti- (ciascuno ubicato su una diversa isola), che vi- misteriosa. vo (e faticoso), raggiungere la vetta frastagliata siteremo. È senz’altro uno dei luoghi che più di Per razionalizzare, dato il tempo scarso a immersa in una foresta nebulare, per ammirare altri ha conservato vivido l’ideale che ha ispirato disposizione, Marcello invita a visitare subito poi nella stupefazione il laghetto verde-giada che la rivoluzione sandinista. la Reserva Charco Verde che troviamo lungo ne occupa il cratere, ma ci dissuadono le cinque La popolazione locale, rarefatta ed oggi la strada per l’albergo, dotata di una splendida ore di sola arrampicata in salita, avendo an-cora armoniosamente diluita nello spazio verde, laguna verde, dal bordo della quale si gode di una altro in programma nelle ore successive. che abbandonò a se stesso l’intero arcipelago bella visione del cono perfetto del vulcano Con- Dopo aver percorso un lungo tratto di strada quando la Guardia Nacional fece irruzione sulle cepciòn. dissestata con una jeep, giungiamo alla Stazione isole, rifugiandosi in Costa Rica, tornò a casa Mentre percorriamo i brevi sentieri afferenti Biologica di Ometepe da dove parte il sentiero ricostruendo le proprie abitazioni ed una nuova facciamo un incontro sensazionale: ci imbattiamo per la cascata. Si tratta di una escursione di chiesa un po’ naïf (che abbiamo avuto la fortu- in quello che ha tutta l’aria di essere un serpente circa quattro ore tra andata e ritorno lungo un ................................................................................... Avventure nel mondo 2 | 2013 - 37
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