Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini

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Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
VIAGGI | Nicaragua

Il volo (perduto) del Quetzal
Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
Un Nicaragua ammaliante tra vulcani inquieti, laghi sconfinati, gioielli

                                                                                                                                                                              N
coloniali, foreste nebulari e … cervezas ‘insensatamente gelate’

Testo di Sergio Barbati
Foto di Marco Martino e Marcello Ciambellini

                                                        Il Signore della Stella Mattutina
                                                        era nel mezzo, fra notte e giorno,
                                                        come un uccello ad ali aperte che attende
                                                        con l’ala destra splendido di luce,
                                                        la sinistra nell’oscurità …
                                                        (David Herbert Lawrence)

         I
           L QUETZAL                                    mocino), uno degli esseri più belli nel mondo
                                                        degli uccelli, in grado di competere con gli storni
                                                        metallici africani e con le leggendarie paradisee
Come mi sarebbe apparso, come avrebbe                   di Wallace in Nuova Guinea, vivesse in poche aree
disvelato i suoi irripetibili colori, nell’immobilità   circoscritte nelle foreste di montagna coperte
silenziosa o in un volo radente contro la volta         continuamente dalle nevi, flagellate dalla pioggia e
stillante di rugiada? …                                 immerse in una foschia capace di smaterializzare       che esibisce come uccello nazionale il motmot),           01
Avevo attraversato le travi scricchiolanti della        ogni viva presenza, con un indice di umidità           figurando nella bandiera di quel paese e dando
finca badando a non far rumore; guadagnato              talmente alto da costituire un ambiente elettivo       anche il nome alla sua divisa monetaria, ma
l’uscio, richiusolo silenziosamente, mi ero             per muschi, licheni e piante epifite che, crescendo    vive, ancorché ridotto a pochi esemplari, in tutte
ritrovato in un’alba diafana e gelida (già, gelida ai   a profusione tra i tronchi dei grandi alberi, creano   le foreste di montagna dell’America Centrale,
tropici), e bardato nella giacca a vento avevo im-      fantasmagoriche architetture; quasi che la natura,     a partire dal sud del Messico. Visto dal basso,
pegnato il sentiero di qualche centinaio di metri       apocalittica e impervia avesse concesso, a quei        spiccano il petto ed il ventre con una bella tinta
(non di più dati gli impegni a venire), sperando        pochi esemplari di sopravvivere attraverso milioni     cremisi, ma è la visione dorsale a folgorare, con
nell’apparizione …                                      di anni di spietata selezione delle specie …           le copritici alari di un colore verde-smeraldo con
Avvertivo dentro uno straniamento, co-me un             Gli hidalgos ed i guerrieri al seguito di Cortes,      riflessi azzurrognoli, quasi ipnotizzanti … ma sto
oscuro senso di inquietudine, in quell’universo         nella sua spedizione nell’impero di Montezuma          divagando …
sterminato di grigio bagliore che lasciava              dovettero ben accantonare (almeno per qualche
intravedere qua e là figure inconsistenti … Poi         istante), la loro sete di conquista nell’ammirare,
improvvisamente … Era lì, immoto in una spirale         soggiogati, le lunghe piume color smeraldo che         VIAGGIO – PARTE PRIMA
di nebbia, sul suo inaccessibile posatoio, quasi        ornavano i copricapo dei nobili aztechi e dello
invisibile tra i licheni pendenti, ma rischiarato da    stesso imperatore.                                     È raro che un viaggio non si imprima
un furtivo raggio di luce che accendeva di riflessi     Il quetzal, anche chiamato Trogone risplendente,       nell’immaginario, in qualche modo, ma questo
iridescenti l’indimenticabile piumaggio … Un vero       appartenente all’ordine dei Trogoniformi ed alla       Nicaragua (28.07 – 12.08 2012), ha sortito
e proprio ‘afterglow’ …                                 famiglia dei Trogonidi, rappresenta ancora oggi        impressioni così vivide da esercitare una
Mi sorprendeva il fatto che il quetzal (Pharamocrus     il simbolo del Guatemala (non del Nicaragua,           fascinazione quasi invincibile su di me come credo

30 - Avventure nel mondo 2 | 2013                       ...................................................................................                         02
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                                                                          02    Granada, Vulcano Mombacho, vista su cratere, Granada e Las Isletas
                                                                          03    El castillo arrivando all’estremo sud

                 (ma è quasi una certezza), sugli altri compagni di       (sic. Marco), e servita in boccali a loro volta            (ineluttabilmente chiuso anch’esso), mentre
                 spedizione.                                              usciti da un congelatore, ma ne riparleremo …              riusciamo almeno a lanciare un’occhiata fugace
                 Ci ritroviamo dunque all’aeroporto Leonardo da           Guadagnato l’albergo, cadiamo come sassi nelle             al Museo d’Arte Ortiz Guardian, considerato il
                 Vinci, la mattina del 28 luglio dinanzi al banco di      braccia di Morfeo.                                         più bel museo di arte contemporanea di tutto il
                 Avventure, una piacevole novità per me che non           Il 30, ci destiamo rinfrancati e dopo un’abbondante        Centro-America (ci perdiamo Rubens, Picasso e
                 viaggiavo (astinenza coatta), da più di tre anni e       colazione nica a base di uova strapazzate e gallo-         gli autoctoni Diego Rivera, Fernando Botero etc.).

           Nicaragua
                 che ricordavo di altre agnizioni diretta-mente ai        pinto, consumata di fronte al patio terebrato da           Sic transit … Ci rifacciamo però entrando per
                 check-in. Cinque in tutto: Marcello (coordinatore),      raggi di luce equinoziale e contornato di sedie            qualche minuto nell’Università, che ci sembra
                 Roberta e Rosanna sorelle, Marco ed il sottoscritto.     a dondolo coloniali pesanti e molto comode,                piccola e deliziosa. Dopo aver superato un atrio
                 Con malcelato orgoglio mi ascrivo il merito di aver      puntualizziamo il programma della giornata.                a colonne, guadagnamo il cortile ombreggiato,
                 fatto partire il viaggio, in quanto terzo in ordine      La mattina viene dedicata alla visita di Leon; la          conformato come un patio oblungo e contornato
                 di inserzione (Marco essendosi aggregato solo            capitale della rivoluzione sandinista, nel suo             da un fresco porticato coloniale, dove stazionano
                 l’ultimo giorno utile, senza che per questo lo           decadente fulgore coloniale, con le magnifiche             studenti rilassati, il tutto severamente osservato
                 stesso venisse prima cancellato dal sito).               chiese e la profusione di centri culturali e gallerie      dalle erme consunte di austeri docenti ‘pluri-
                 Marcello aveva preconizzato che l’andata sarebbe         d’arte, ci appare presto ben più degna delle               decorati’.
                 stata terribile e infatti ... In puro stile Avventure,   poche ore che siamo costretti a dedicarle. Ci              Ma se è vero che sono spesso i momenti meno
                 la sequenza delle tratte prevedeva: Fiumicino –          colpisce l’imponente cattedrale: la Basilica de            apparentemente significativi, quelli che ci scavano
                 New York (J.F.K.); J.F.K. - La Guardia; La Guardia       la Asunciòn che ammiriamo si nella sua quarta              dentro e che ci legano segretamente ad un luogo,
                 – Atlanta; Atlanta – Managua. Nella capitale             versione (1747) in stile barocco centroamericano           è stato il semplice passeggiare nella città, nei suoi
                 saremmo arrivati imbambolati per non dire distrutti      in esterni, ma che purtroppo si rivela inesorabil-         viali con le vecchie case dalle spesse mura in
                 ma, a bocce ferme, devo riconoscere come molto           mente chiusa; allontanandoci di qualche metro              adobe e con i tetti colorati, lo sbirciare oltre le porte
                 piacevoli le fugaci ore trascorse nella Grande Mela      dalla monumentale facciata, ci accontentiamo               aperte per scoprire un patio ed i suoi chiaroscuri,
                 tra la Fifth Avenue e le vertigini di Timessquare
                 ed il DownTown di Atlanta dove una modernità
                 discreta (grattacielo con ristorante girevole), si
                 contempera senza stridori con la storia (casa di
                 Margaret Mitchell, l’autrice di “Via col vento”).
                 Come viaggiatori di Avventure non potevamo,
                 naturalmente, mancare una notte in aeroporto e
                 questa si è estrinsecata al ‘La Guardia’, insonne
1                e praticamente al gelo ma, in definitiva, eravamo
                 gratificati dal breve incontro con le due città,
                 soprattutto chi come me (e Marco per N.Y.), non vi
                 era mai stato e nemmeno le avesse in programma
                 nell’immediato.
                 Regolati gli orologi, la sera del 29 siamo a
                 Managua, ma per questioni di ordine logistico ci
                 trasferiamo con un taxi, previa contrattazione, a
                 Leon. Nella prima parte del tragitto di circa due
                 ore attraversiamo quella che ci pare l’intermina-
                 bile periferia di Managua ma che invece, a detta
                 del conducente, risulta essere il cuore stesso di
                 una città, lo avremmo scoperto alla fine, fatta
                 di viali chilometrici e priva di centro. Giungiamo
                 affranti verso le ventidue, nell’antica città colo-
                 niale e subito ci mettiamo alla ricerca dell’albergo,    di osservarla da lontano: bagliori di cupezza              l’attraversare un incrocio osservando le tar-ghe            03
                 la cui individuazione, data la non esaustiva             si irradiano sul grande parco che la circonda,             in ceramica, dove i locali con elevata autostima
                 toponomastica delle strade, non risulta affatto          silenzioso e in totale abbandono. In un lato               dichiarano le proprie professioni, per scorgere
                 facile. Alfine ecco pararsi l’hotel America, di certo    dell’altare vi avremmo trovato la tomba di Ruben           magari un po’ più oltre la gialla sagoma di una
                 non un 5 stelle, dall’aspetto non scintillante e dalle   Darìo, guardata da un leone triste e che reca              chiesa barocca sulla cui facciata incorniciata da
                 camere scarne nell’arredamento (fatto questo che         l’espressione: “Il Nicaragua è fatto per la libertà”.      palme oscillanti si rapprende la luce dei tropici,
                 caratterizzerà l’intero viaggio in un paese privo        Ma tant’è … Ancora solo dall’esterno, qualche              allora capiamo che questa antica capitale non la
                 di infrastrutture turistiche), ma che rivelerà, la       isolato più su, incrociamo con lo sguardo la chiesa        dimenticheremo …
                 mattina dopo un lato fascinoso: il patio. Il patio       più bella: la iglesia de la Recolecciòn (1786),            Nel pomeriggio dello stesso giorno, inizia la
                 costituirà un “must” di questa intensa esperienza        autentico gioiello in barocco messicano con le             nostra esplorazione della straordinaria natura del
                 e ne riceviamo subito un mirabile assaggio nel           sue tonalità giallo carico e che in lontananza ci          Nicaragua, con una visita al complesso vulcanico
                 ristorante che scegliamo proprio per questo              appare fiera, sfarzosa e, non potrebbe es-sere             Las Pilas-El Hoyo, dove spicca il Cerro Negro.
                 (avendone avuto una vellicante visione dalla             altrimenti, sempre ammantata di una nobile                 Situato ad una ventina di chilometri a nord-e-st
                 strada). Avvolto nelle ombre e con una fontana           aura decadente. Riusciamo invece ad entrare ne             di Leon, questo vulcano è tra i più attivi dell’intero
                 centrale, spesso inducendoci in contemplativi            la Iglesia de la Merced (primo settecento), che,           Centro America. Alto un po’ meno di settecento
                 silenzi, allieta la nostra prima cena nicaraguense       in principio non molto vellicante, confrontata             metri eruttò per la prima volta nel 1850 e da allora
                 (ottima a base di grigliata di carne e gallopinto),      con le precedenti, mostra poi un interno ricco di          non ha cessato praticamente mai di manifestarsi
                 cena dove peraltro sperimentiamo quella che da           interessanti tarsie con le stazioni della Via Crucis.      fin quasi ai nostri giorni. L’ultimo evento del 1999,
                 subito diventerà un’altra irrinunciabile abitudine:      Il senso di perdita continua ad attanagliarci perché       facendo collassare il cratere principale, aprì altri
                 la squisita birra locale, ‘insensatamente helada’        manchiamo anche il Museo-Archivio Ruben Darìo              tre crateri avventizi alla base.

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Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
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                                                                                                                      stanchi, per cui tornando, zuppi fino al midollo,
                                                                                                                      ci accingiamo con gaudio, a provare nella finca
                                                                                                                      la cucina di donna Corina anche se (mancando
                                                                                                                      il frigorifero), le Toña in lattina non ci pervengono
                                                                                                                      adeguatamente ghiacciate, ma si sa, tutto non si
                                                                                                                      può avere …
                                                                                                                      Un’esperienza breve ma intensa; parlando con
                                                                                                                      donna Laura (anche la mattina seguente a
                                                                                                                      colazione), ci rendiamo conto che gli abitanti
                                                                                                                      di queste terre, semplici in apparenza, rivelano
                                                                                                                      un carattere forte, temprato da un passato di
                                                                                                                      guerre (qui furono ribaltate le sorti dello scontro
                                                                                                                      con i Contras a favore dei Sandinisti), e pervaso
                                                                                                                      da un sogno non troppo utopistico di eguaglianza
                                                                                                                      economica e riscatto sociale.

                                                                                                                                                                               N
                                                                                                                      Intanto è scesa la notte fredda e velata di nebbia;
                                                                                                                      mentre ci accingiamo a guadagnare la camerata
                                                                                                                      unica, dove ci attendono pesanti coperte con le
                                                                                                                      quali ci difenderemo dai rigori climatici, mi viene
                                                                                                                      in mente che siamo intorno ai 1300 m di quota:
                                                                                                                      l’altitudine del quetzal … …
     Dopo aver percorso con un ‘busito’, un sentiero           frenante affondando nella cenere e il fondo            Il mattino seguente, il primo di agosto, via Esteli,
04                                                                                                                    Tipitapa, Masaya, siamo diretti a Granada, verso
     serpeggiante nella giungla, subito al di là di una        sembra non arrivare mai … esaltante!
     curva, vediamo ergersi la sua sagoma inquietante,         Vieppiù soddisfatto per aver affrontato l’avventura    sud. Con una jeep ci muoviamo verso Esteli che
     un cono perfetto di cenere nera, incombente sulla         in condizioni fisiche non perfette (ed essendo         non vedremo, ancorché una visita proprio la
                                                                                                                      meriti, in quanto città protagonista sia durante

Nicaragua
     silenziosa foresta sottostante … Decidiamo per la         sopravvissuto), mi premio con una lattina di Toña
     scalata che compiamo in meno di due ore su un             ghiacciata, che sorseggio sulla strada del ritorno     la rivoluzione, sia poi nella guerra dei Contras.
     versante ‘duro’, fatto di detriti scoriacei. Giunti in    trasognato tra alberi esotici, nella luce calda        Linda, con una urbanistica geometricamente
     cima, dopo aver goduto, nel vento impetuoso, di una       del pomeriggio inoltrato. In serata poi un altro       ben definita, climaticamente favorita, ricca di
     visione a perdita d’occhio della sconfinata pianura       ristorante … un altro patio … altre birre (Victoria    bar, negozi e localini di ogni genere, guadagna
     che lo circonda, Roberta, Rosanna e Marcello,             in bottiglie gelate da un litro), a rinfrescare le     però solo la visita ad una fabbrica di sigari, con
     scendono ripercorrendo a ritroso il cammino               nostre strozze inaridite nell’ubriacatura da ceneri.   negozio vendite annesso; li acquistiamo visto che
     dell’andata, mentre Marco ed io, al seguito di            Il giorno seguente (trentuno), di buon mattino         Esteli produce tabacchi tra i migliori al mondo.
     una guida, entriamo nel cratere seguendone il             raggiungiamo con un taxi il terminal dei bus da        Soddisfatti ci accingiamo quindi alla nostra
     diametro per rimontare dalla parte opposta, al            dove partiamo con destinazione Esteli dove,            tappa di trasferimento verso Granada. I bus di
     fine di affrontare la discesa sul versante di cenere      assunte le relative informazioni, con un pulmino       cui ci serviremo spesso nel corso del viaggio,
     sciolta. L’attraversamento del cratere lascia il          muoviamo verso la Riserva Miraflor.                    alternandoli a taxi e busitos, costituiscono un’altra
     segno: in un paesaggio lunare, tra vapori mefiti-         L’Area ‘Protegida Miraflor’ ci fornisce il primo       esperienza antropologicamente singolare: vecchi
     ci che fuoriescono da fenditure striate di giallo         autentico contatto con la natura incontaminata         scuolabus vivacemente colorati (un classico in
     sulfureo, procediamo tra onde contorte di magma           dell’altopiano settentrionale accogliendoci con        Centro e Sud America), ospitano un quantitativo
     pietrificato, attoniti dietro la guida che ci indica la   uno spettacolo di variopinta ed esuberante             inimmaginabile di persone, ben oltre quella che
     parete interna (di cenere), che dovremo risalire          bellezza tra cascate, orchidee, lembi di foresta       sarebbe la portata massima; inscatolati come
     (la qual cosa faremo non senza qualche difficoltà,        nebulare (siamo in quota), piantagioni di caffè        sardine felici, senza poter muovere nient’altro
     causa il continuo affondare delle gambe nel letto         ed accoglienti ‘fincas’. In una di queste: la ‘Finca   che i globi oculari, ci godiamo le voci ed i colori di
     obliquo di piroclastiti sciolte). Ma il bello deve        sonda’, troveremo ospitalità per la notte. Il tempo    una umanità variopinta, con donne incinte, vecchi,
     ancora venire: da un po’ di tempo è stato ideato un       è tiranno (la mattina dopo saremmo ripartiti),         bambini, venditori che cercano di piazzare gli
     nuovo metodo per scendere dalle pendici: il ‘surf         e dunque non ci cimentiamo come avremmo                articoli più astrusi e gente che circola nel corridoio
     sul vulcano’, che si attua su scatole di cartone o        potuto in una serie di corroboranti attività quali     scavalcando valigie, pacchi ed animali con una di-
     apposite tavole (sandboard). Noi non le abbiamo           preparare tortillas, tostare il caffè, dare una        sinvoltura da passeggiata in Via del Corso … Ne
     e allora la guida, giunti sull’orlo, ci invita ridendo    mano nel mungere le mucche (immagino Marco             usciremo sorpresi e un po’ storditi; ma il viaggio
     ad affrontare ‘a piedi’ la discesa; detto fatto si        ...); piuttosto optiamo per una escursione nella       prosegue e dopo aver superato Tipitapa, con un
     lancia, seguita di lì a breve da Marco che con gio-       natura rigogliosa che ci regalerà, tra l’altro, il     altro mezzo di trasporto, approdiamo finalmente
     vanilistico impeto (in autentico stile Discovery),        primo di una lunga serie di bagni, nelle gelide        a Granada.
     si catapulta al seguito. Sono interdetto, (ho una         acque di una pozza contornata di piccoli salti         Vi arriviamo seguendo strade collaterali e
     gamba malandata), ma devo decidermi in fretta: il         spumeggianti formata da un gioioso fiumiciattolo       pittoresche; la nostra destinazione è il malecòn,
     vento diventato feroce potrebbe sbalzarmi oltre il        di cui non ricordo il nome; non siamo così fortunati   dove ci attende l’hotel El Maltese. L’alberghetto,
     ciglio da un momento all’altro, facendomi perdere         quando penetriamo nel variegato universo di un         immerso in una vegetazione rigogliosa è davvero
     l’equilibrio … guardo giù e l’acclività sembra da         orchideario (si dice così?), perché scopriamo che      delizioso, con una mirabile ubicazione fronte
     lì ancora più accentuata di quanto non apparisse          la stagione più indicata per osservare gli splendidi   lago e camere semplici ed accoglienti dotate
     dal basso … la vista dei due che mi precedono mi          fiori va da aprile a maggio. Infine, un ulteriore      di soffitti con massicce travi di legno; la visione
     rincuora, sembrano godere … non c’è più tempo:            percorso su un sentiero circolare in salita, dove      d’insieme del lungo lago inondato dalla luce
     vado. Assicuro, una delle esperienze più divertenti       peraltro veniamo colti dalla pioggia, ci premia con    tropicale, del terminal – traghetti sulla sinistra
     che abbia vissuto nelle mie scalate (e discese); la       un fantastico scorcio, nella nebbia, della pianura     e dell’interminabile teoria di palme mosse dalla
     accelerazione crescente viene stemperata grazie           sottostante.                                           brezza, crea una viva sensazione. Procediamo ad
     all’azione delle gambe che esercitano un’azione           Siamo stregati dall’incantesimo, ma anche              una visita ancora una volta fin troppo rapida, alla

     32 - Avventure nel mondo 2 | 2013                         ...................................................................................
Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
VIAGGI | Nicaragua

                                                                           04    Esteli, riserva miraflor verso nord
                                                                           05    Managua, cattedrale vecchia

                 città più antica del Nuovo Mondo, conservatrice,          una superba visione, con un colpo d’occhio che          complessi hawaiiani, sia pur in un contesto
                 ma non meno fascinosa della rivale Leon.                  abbraccia al contempo lo specchio cristallino della     geologico completamente diverso …
                 Piegando verso sinistra in direzione della vivace         laguna, Granada, e le acque opalescenti del lago        Uno strano mondo davvero quello del Masaya;
                 Calzada che sembra ospitare oltre alla gente del          Nicaragua; non ci meraviglia che Sandino elevasse       a scuoterci provvedono gli sguardi mai paghi
                 posto, tutti i viaggiatori ed i residenti stranieri del   il mirador a suo luogo di meditazione preferito,        di Roberta e Rosanna che ora puntano, famelici
                 Nicaragua in un mix elettrizzante, intercettiamo          durante gli anni della giovinezza. Attraversiamo        (quindi inducendo noi uomini, che non possiamo
                 la Iglesia de Guadalupe (1626), nobile, grigia,           di passaggio San Juan de Los Platos, altra              es-sere da meno, ad impegnarlo), verso un breve
                 cadente ed austera, costruita come una fortezza           tipica cittadina coloniale, dove nei variopinti         sentiero in salita (sendero Las Coyotes?), che
                 e fieramente isolata rispetto al cuore pulsante           negozi si realizzano belle ceramiche decorative         snodandosi tra campi di lava e macchie di foresta,
                 della città. Procedendo di un chilometro circa,           e puntiamo verso Masaya, città nota per i suoi          ci porta sul ciglio di un cratere estinto ricolmo
                 giungiamo alla cattedrale di Granada (1583),              prodotti artigianali, rinomati in tutto il Nicaragua.   di giungla tropicale; altra visione sublime che
                 brillantemente colorata se confrontata con la             Di fatto ci concediamo una visita al Mercado Viejo,     conclude in modo mirabile l’avventurosa giornata.
                 precedente; di fatto distrutta innumerevoli volte         davvero singolare; di esso non mi colpisce tanto la     L’evento finale che ci allieta è la vista di una mezza
                 è stata ricostruita nella sua versione attuale nel        straordinaria profusione di articoli di ogni genere     dozzina di parrocchetti (Aratinga canicularis o
                 1915 e costituisce un eccellente preludio al              (di qualità e a buon mercato), quanto le bizzarre       forse Brotogeris jugularis, o più probabilmente

          Nicaragua
                 parque central che le si dipana di fronte. Anche          geometrie dell’architettura nel suo insieme. Grigie     Aratinga finschi, proprio non saprei dirvi), come
                 chiamato Parque Colon, alla fine (o se preferite          colonne basaltiche compongono con torri e grandi        lampi di verde che attraversando con volo sicuro
                 all’inizio), della Calzada ci appare debordante di        portali una curiosa struttura gotica concepita come     e senza risentirne i vapori tossici, vanno a posarsi
                 gente e gradevolmente ombreggiato da manghi ed            una fortezza, attraversata da vialetti ombrosi lungo    sui loro nidi proprio sulle pareti del cratere.
                 alberi di ogni tipo; non ci lasciamo pregare e dietro     i quali si allineano i tipici chioschi. L’edificio si   Dopo un passaggio commovente all’Antigua
                 suggerimento di Marcello decidiamo di concederci          configura come un cantiere aperto; distrutto dalle      Estacion de Ferrocarril, nella luce dorata
                 una pausa presso un chiosco dove ci rifocilliamo          milizie di Somoza, è stato restaurato di recente ma     calcinante dove nobili vagoni attendono invano il
                 con un piatto di vigoròn (molto segnalato nelle           non si capisce se i lavori siano del tutto terminati    fischio di una locomotiva a sua volta cristallizzata
                 guide, ma non propriamente esaltante per il               ed attraversarlo sembra un’avventura metafisica.        nel tempo, è il momento di rientrare a Granada
                 sottoscritto), con Toña gelata di ordinanza. Qui          Nel pomeriggio giunge un momento di ‘turismo            dove ci aspetta, dopo una meritata doccia, un altro
                                                                           avventuroso’. È in programma, infatti, una

a
                 cadiamo in errore perché manchiamo di chiedere                                                                    ristorantino niente male, dove consumiamo una
                 un bicchiere di chicha (la bevanda nazionale che          visita al Parco Nazionale del vulcano Masaya            delle cene più gustose con birra, naturalmente,
                 in loco avremmo sicuramente trovato e che poi             che raggiungiamo sempre a bordo del busito di           insensatamente ‘helada’; il falso patio, tuttavia,
                 vanamente tenteremo di sperimentare nel resto             Riccardo. Un ampio slargo dove parcheggiamo             non è all’altezza delle aspettative; per questo
                 del viaggio), cremosa bibita color rosa a base di         circonda il bordo craterico e la vista già a distanza   dovremo aspettare ancora un giorno …
                 mais, servita fredda … l’attimo fuggente …                appare impressionante. Alte colonne di vapori           Il mattino dopo (3 agosto), lungo la spiaggia
                 Siamo spaesati; Granada è bella, ma il clima              sulfurei si innalzano dal cratere lasciando scorgere    prospiciente l’albergo, affittiamo una lancia a
                 caldo – afoso è tutt’altra cosa rispetto a quello         qui e lì paurose pareti verticali strapiombanti         motore con la quale puntiamo verso Las Isletas,
                 dell’altopiano centrale e mentre siamo soggiogati         nell’abisso. A ragione gli Spagnoli lo consideravano    una costellazione di minuscoli isolotti tropicali
                 da una banda ambulante di bambini armati di               la ‘bocca dell’inferno’ e gli autoctoni la dimora di    formatisi migliaia di anni fa in seguito ad una
                 assordanti tamburi (che pure paiono svolgere              deità infere, e comprendiamo la presenza di una         potente eruzione del vulcano Mombacho (che
                 un’azione culturale, con maschere e movenze               croce apposta sulla sommità del dirupo, quasi a         ci attende nel pomeriggio, clima permettendo).
                 che rimandano ad antiche tradizioni locali), non          esorcizzare potenziali tragedie. Per quanto bardati     Dopo un’ora circa di percorrenza sulle acque
                 possiamo fare a meno di ammirare le formazioni            di appositi elmetti fornitici alla stazione-museo                                                                05
                 volanti di zanate (Quiscalus nicaraguensis), che          di entrata, non risulta possibile intraprendere un
                 compiono, pur senza uguagliarle, evoluzioni               sentiero sulla destra che avrebbe consentito una
                 spettacolari non lontane da quelle degli stormi           visione privilegiata per quanto parziale dell’abisso
                 nostrani.                                                 e quindi ci limitiamo ad affacciarci sul muretto che
                 La visione di questo chiassoso e simpatico                orla la parete sinistra (rispetto all’area parking),
                 uccello, dalla lunga coda, ci accompagnerà in             del cratere.
                 tutto il viaggio. Infine lunga ricerca del ristorante,    A questo punto Marco, colto da raptus
                 con ottima cena, birra squisita, purtroppo senza un       empedocleo, nel tentativo di immortalare un urubù
                 vero patio; ma a proposito di patios …                    che qui chiamano pilote (Coragyps atratus), fermo
                 Il mattino seguente, due di agosto, ci attende il         e indifferente a poca distanza su una cengia della
                 microbusito di Riccardo, un italiano trapiantato e        parete sottostante, sporgendosi rischia di perdere
                 sposato in Nicaragua; previo accordo del giorno           l’equilibrio, ma il pronto intervento di Marcello
                 prima, ci condurrà nelle nostre escursioni nei            risolve la difficile situazione…
                 dintorni di Granada.                                      In realtà con il termine Masaya si individua oltre
                 Ancorché sarebbe stato forse più indicato inserirla       che un vulcano, un intero complesso calderico che
                 alla fine della giornata, cominciamo con la laguna        contiene al suo interno numerosi altri coni come
                 de Apoyo, un antico lago craterico incastonato in         il San Pedro, il Nindirì , il Santiago, oltre che una
                 un anello di fitte foreste, visitate dalle scimmie        laguna interna. Questo presenta alcune anomalie
                 urlatrici. Le acque, lievemente salmastre, sono           (strana ad es. la composizione basaltico – toleitica
                 cristalline ma piuttosto calde per la presenza            della caldera in un ambiente geodinamico definito
                 di molte fumarole subacquee; ci tratteniamo               dalla convergenza di placche), non ultima quella
                 un’oretta, tempo utile per goderci un secondo             che la caldera stessa derivi da sprofondamento
                 fantastico bagno Nica … La rivediamo dall’alto,           seguito alla rapida emissione di grandi quantità di
                 dal mirador di Catarina, graziosa cittadina               magmi con conseguente svuotamento repentino
                 fiancheggiata da spettacolari serre con piante            della camera magmatica; configurando così
                 tropicali dai variegati colori, dove godiamo di           un quadro che potrebbe essere assimilato ai

...................................................................................                                                       Avventure nel mondo 2 | 2013 - 33
Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
VIAGGI | Nicaragua

     calme del lago, incrociamo le prime isole rivestite       sione geografica nel sistema della selva pluviale      messo al bello, decidiamo indotti dalla scalpitante
     di lussureggiante vegetazione e placidamente              americana. In particolare potrebbe trattarsi, con      Rosanna, di impegnare uno dei due sentieri che
     galleggianti su specchi di colore verde smeraldo. Il      quella striatura marrone giallastra alternata a        girano intorno all’orlo del cratere (sendero del
     conducente rallenta i giri del motore e si può quasi      fasce grigie di un opossum a coda grassa o             Crater o sendero la Puma, non ricordo). Avanziamo
     affermare che la lenta penetrazione di quel mondo         luteolina (Lutreolina crassicaudata); Marcello non     fendendo la nebbia, nell’umidità incombente
     paradisiaco avvenga in un silenzio assoluto,              è d’accordo tendendo a considerarlo un roditore        tra corone di foreste, fermandoci soggiogati a
     solo striato dal lieve sciabordio di piccole onde         comune, ma tant’è; liberato, intanto, l’animaletto     contemplare lo spettacolo dai frequenti miradores,
     sulla prua. Il quadro però cambia rapidamente e           guadagna rapidamente la riva e rimontando un           ammirando soffioni e fumarole, avvertendo in
     presto scopriamo che la rarefazione antropica di          tronco, scompare alla nostra vista, nascondendosi      silenzio il profondo respiro della Terra … Dopo
     cui avevamo goduto per qualche attimo, lascia il          tra le fronde.                                         un’ora circa, disorientati ma appagati e quasi
     passo ad una ineluttabile colonizzazione: le prime        Mentre rientriamo, ci ritroviamo per un attimo a       perdendo l’orientamento (non fosse per il gps
     isole lungo le quali cabotiamo sono abitate da            coltivare l’idea di acquisire, facendo convergere le   palmare di Marcello), ma sempre seguendo il
     famiglie indigenti che sicuramente non godono di          nostre risorse, un isolotto con annessa abitazione.    sentiero che spesso si dirama in bracci laterali,
     diritti specifici (e che quindi vengono tollerate dalle   Fantasie, naturalmente, ma ci pensate, un an-          giungiamo alfine al punto di partenza, grati al
     autorità), mentre basta spingersi un po’ più oltre        golo in un piccolo paradiso sul lago Cocibolca         ‘grande signore’ di Granada per averci concesso
     per scoprire, più o meno elegantemente integrate          con gli splendori coloniali di Granada ad un tiro      questa fugace ma bellissima esperienza.
     con la vegetazione, sontuose dimore di famiglie           di schioppo …                                          Più avanti nel pomeriggio, tornati a Granada, il taxi
     tra le più ricche dell’intero paese. Pur ammirando        L’ultimo regalo che ci fanno le Isletas è la           ci lascia dinanzi alla elaborata e bianca facciata
     l’architettura delle più belle dobbiamo ammettere         visione di un gruppo di alberi le cui fronde sono      dell’Iglesia San Francisco. Ulteriore stupefazione:
     come l’incanto vada lentamente scemando; è                completamente costellate di nidi di oropendula di      la bellezza dell’edificio, la chiesa più antica del
     quindi con gioia che accogliamo la visione sulla          Montezuma (Psarocolius montezuma), di colore           Centro America (1585), distrutta a più riprese,
     piccola Isla de los Monos, di una chiassosa               marroncino chiaro con la loro caratteristica forma     quando non da terremoti da predatori come il
     piccola colonia di scimmie ragno (Brachyteles             a goccia rastremata, a testimonianza di come il        filibustiere William Walker nel 1856, e sempre
     arachnoides), che con la loro leggendaria agilità         Nica possa costituire un vero e proprio paradiso       ricostruita o restaurata. Austera ma impreziosita
     si producono in una gamma di buffe esibizioni             per i birdwatchers …                                   di riccioli barocchi, ci lascia senza fiato e anche
     nell’intento evidente di ottenere cibo.                   Nel primo pomeriggio giunge l’ora del Mombacho;        se l’accesso è (come sempre), interdetto, basta
     Quando siamo sulla via del ritorno, nel-                  notizie via radio suggeriscono che la cima del         la vista esterna, con il Mombacho sullo sfondo

Nicaragua N
     l’attraversare la frangia disabitata, il caso ci regala   vulcano vada lentamente sgombrandosi della             ora completamente sgombro, a solleticare,
     un altro incontro curioso con la spettacolare fauna       coltre di nuvole che quasi perennemente la ricopre;    vellicandolo, il nostro senso estetico. Gli dei
     locale: una piccola sagoma (20 – 30 cm), si muove         della qual cosa avevamo avuto sentore durante il       centro-americani ci vengono poi in soccorso,
     serpeggiando nell’acqua; facciamo convergere la           rientro dalle Isletas. Siamo fortunati, il Mombacho    perché scopriamo che il contiguo museo è aperto;
     barca e senza esserne richiesto il conducente,            non si concede facilmente. Raggiungiamo con            vi accediamo attraverso una porticina sulla sinistra
     con un gesto improvviso, afferra l’animaletto             un taxi la Fundacìon Cocibolca (Riccardo non           e dopo aver superato l’atrio con grandi murales
     per la coda, offrendolo (per qualche istante),            è oggi disponibile); di lì veniamo trasbordati su      variopinti, siamo a contatto con il cuore stesso della
     alla nostra vista in cotale configurazione non            una ecomobile (una jeep militare modificata),          struttura: una sequenza di tre cortili giustapposti,
     propriamente dignitosa. Mi sbaglierò, ma nella            per affrontare la salita su pendici che presentano     popolati di zanate e ornati di altissime palme
     fugace visione sembra un opossum, o almeno                un’inclinazione del 40% fino ai 1100 metri di          eleganti e flessuose, in concomitanza dei quali
     un appartenente a questa famiglia di Marsupiali           altitudine. Siamo prossimi alla cima che svetta un     si aprono i vani con i reperti archeologici. Dopo
     che, con il suo rappresentante più comune                 paio di centinaio di metri più in alto e nonostante    aver passato in rassegna le interessanti opere di
06
     (Didelphis marsupialis), detiene la maggior espan-        il fatto che il clima alla fine non si sia affatto     matrice primitivista, con accurate ricostruzioni
                                                                                                                      in cartapesta delle tribù dei nativi, intenti alle
                                                                                                                      loro attività quotidiane, veniamo attratti da un
                                                                                                                      lungo corridoio aperto su due lunghi lati lungo i
                                                                                                                      quali sono schierate le misteriose sculture rituali
                                                                                                                      di Zapatera. Realizzate in basalto nero tra l’800
                                                                                                                      ed il 1200 d.C. su questa isola, rappresentano
                                                                                                                      strane creature mitologiche incombenti su figure
                                                                                                                      antropomorfe annichilite nel contrasto; un vago
                                                                                                                      senso di disagio si impadronisce di me quando
                                                                                                                      intuisco che siamo ben lontani dal penetrare fino
                                                                                                                      in fondo i segreti di questa terra …
                                                                                                                      Ma poi … il Garden Cafè! Lo avevo intravisto
                                                                                                                      all’andata poco prima di giungere al Convento
                                                                                                                      San Francisco; la fugace occhiata che gli avevo
                                                                                                                      lanciato mi aveva consentito di scorgere oltre il
                                                                                                                      salone di entrata, una macchia di verde scintillan-
                                                                                                                      te, un patio sicuramente e dei più belli …
                                                                                                                      Detto fatto! Usciti dalla Iglesia, promuovo, in modo
                                                                                                                      tale che non mi si possa opporre un rifiuto, di
                                                                                                                      visitarlo; la proposta viene accolta con entusiasmo
                                                                                                                      anche perché Marcello non manca di ventilare una
                                                                                                                      birra ‘insensata’, visto il caldo che ci attanaglia e
                                                                                                                      considerato il fatto che le visite culturali e non,
                                                                                                                      per quel giorno, siano terminate. La visione è
                                                                                                                      impagabile: un minuscolo gioiello quadrangolare

     34 - Avventure nel mondo 2 | 2013                         ...................................................................................
Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
06    Granada, iglesia San Francisco
                                                   07    Granada, vulcano mombacho-passaggio

                 chiuso da alte mura su due lati, elegante porticato       Fu proprio questa barriera, più volte inondata
                 ligneo con tavoli sugli altri due, vegetazione alta e     dall’oceano nel corso degli ultimi milioni di anni,
                 lussureggiante, fontana con fresche acque stillanti       ad essere alternativamente attraversata da
                 su tre livelli e due minuscoli vialetti che partendo      esponenti della fauna nordamericana (paleartica),
                 da questa, convergono al fondo su una panca               nel loro processo di irradiazione verso sud.
                 con annesso tavolinetto, di pietra corrosa, di un         Abbiamo detto alternativamente perché non
                 materiale sembrerebbe non dissimile da quello             sempre le condizioni geomorfologiche dell’istmo
                 delle inquietanti sculture viste appena qualche           lo avrebbero permesso. Di fatto si distinguono tre
                 attimo prima …                                            ondate migratorie verso sud a partire da settanta
                 Ci sediamo ed ordiniamo la birra (non una Toña,           milioni di anni fa: quella degli antichi immigrati
                 bensì una Victoria Frost questa volta); mentre            (corridoio aperto), quella degli antichi saltatori di
                 ristiamo in estatica contemplazione, dopo qualche         isole (istmo inondato ma costellato di isole), quella
                 istante di piacevole conversazione, accade                degli ultimi immigrati; ma allo stesso tempo,
                 qual-cosa di strano: vengo ancora una volta, a            dobbiamo riconoscere come nei periodi intercalati,
                 breve distanza, colto da una sottile inquietudine         l’isolamento geografico fosse praticamente
                 … sento il bisogno di alzarmi e dopo essermi              assoluto.
                 scusato con i compagni, mi dirigo lungo uno dei           I continenti che rimasero per più o meno tempo
                 due vialetti portando meco la Frost gelata …              isolati subirono autentiche catastrofi zoologiche
                 giunto all’altezza della panchina di pietra, mi ci        quando le loro forme vennero a contatto con               polarità opposta (verso occidente), dalla dorsale       07
                 accomodo e, accendendo un sigarillo, mi perdo             la irrefrenabile ondata dei colonizzatori; ma se          medio-atlantica. La prima più densa si immerge
                 … visioni oniriche, stanchezza che ottunde i              conside-riamo il vastissimo mosaico di regioni            al di sotto della seconda; i materiali oceanici e
                 sensi, deragliamento alcolico (Frost alle 17), forse      naturali che configurano il mondo neotropico              in parte terrigeni, proiettati verso il basso, giunti
                 … quello che so, che capisco, è che qualcosa, in          (Centro, Sud-America), che vanno dal deserto              a contatto con strati profondi più caldi, fondono
                 questo pur fantastico viaggio, mi stia sfuggendo,         di Atacama al bacino del Rio delle Amazzoni,              diventando magma il quale, meno denso, risale
                 che continui a sfuggirmi, qualcosa di vicino e,           passando attraverso un cosmo di ambienti                  verso l’alto generando un allineamento di vulcani
                 al contempo, incredibilmente lontano … Ma è               intermedi; il processo di diversificazione subito         altamente esplosivi (calcoalcalini).
                 questione di un attimo, e mi riprendo rapidamente         dagli organismi durante i lunghi periodi di iso-          Disposti lungo la direttrice N-W, S-E or-lano,

a Nicaragua
                 mentre fantastici uccelli tropicali atterrano e           lamento; le pressioni selettive dovute al contatto        talvolta penetrandovi (isola di Ometepe), la
                 decollano dalla fontana in un tripudio di luci            con la fauna alloctona etc.; possiamo spiegarci la        grande depressione nicaraguense, a sua volta
                 moltiplicate nelle iridescenze di gocce nebulizzate       favolosa esplosione di forme e di varietà animali         parzialmente occupata dai bacini dei laghi di
                 … non c’è che dire, un vero ‘onfalos’ fisico e            (così come la sopravvivenza e la convivenza di            Managua e di Nicaragua. Nel loro insieme costitui-
                 metafisico …                                              forme originali con specie giunte da altre latitudini),   scono i cosiddetti los Marrabios, un complesso
                 All’uscita, mentre gli altri si accingono a dirigere      che caratterizza questo mondo fantastico, ad onta         di una ventina di edifici che vanno dal Cosigüina
                 verso il mercato vecchio di Granada, chiedo               delle numerosissime estinzioni che comunque               in corrispondenza del Golfo di Fonseca a nord
                 di rientrare in albergo, per dare riposo alla             si determinarono (marsupiali, con l’eccezione di          (versante pacifico), vasta caldera di ca. 1 km, elo-
                 gamba; percorro a ritroso la Calzada e giungo a           opossum e affini).                                        quente testimonianza della spaventosa esplosione
                 destinazione nel pomeriggio inoltrato. La visione         La grande fossa tettonica rappresenta un                  che nel 1835 ne squarciò la gran parte della
                 del malecòn disertato dalla gente mi affascina e          fondamentale elemento divisorio anche per il              struttura sommitale; al Momotombo responsabile
                 mi ritrovo a pensare che questo luogo sarebbe             Nicaragua che separa in due aree molto diverse            delle violente eruzioni che lo ridussero dai
                 forse incline allo spirito di Corto Maltese (la cui       per estensione e geomorfologia. La prima di               precedenti 1600 m, agli attuali 1280, che si erge
                 immagine troneggia in un murales dell’albergo),           queste, quella posta tra la fossa e la costa caraibica    a Nord del lago di Managua fiancheggiato dal più
                 quando si affaccia il ricordo della ‘ballata del ma-      è prevalentemente costituita di formazioni molto          piccolo Momotombito, emergente dalle acque
                 re salato’, dinanzi alle acque scintillanti del lago.     antiche (rocce precambriche), parzialmente                del lago stesso; al più recente, il Cerro Negro
                 Non è facile raggiungere il ristorante ‘Las Colinas       ricoperte di sedimenti di origine più recente e           che risale appena al 1850; ai coni gemelli del
                 del Sur’ dove (per quanto ci è stato detto),              rocce effusive di composizione basaltica. Depositi        Conception e del Maderas che, uniti da un istmo,
                 ‘dobbiamo assolutamente andare a mangiare’, un            alluvionali risalenti a pochissimi milioni di anni fa,    formano l’isola di Ometepe (lago Nicaragua), la più
                 po’ fuori mano e che raggiungiamo con un taxi.            costituiscono poi la vasta pianura litoranea nota         grande del Nicaragua.
                 Il pavimento in terra battuta, l’atmosfera fami-          come ‘Costa dei Mosquitos’, che affacciandosi             Questo scenario unico dal punto di vista biologico,
                 liare e il ‘guapote’ fritto delizioso, costituiscono un   sul Mar delle Antille, presenta coste basse orlate        come abbiamo visto, come da quello fisico e
                 tassello ulteriore nella memoria.                         di lagune a mangrovie. Verso l’interno il territorio      geologico, ha costituito la cornice di un viaggio
                                                                           presenta una serie di altopiani profondamente             strepitoso nel suo genere che, nella fattispecie, ci
                 NICARAGUA                                                 incisi dall’erosione e orlati da alcune dorsali che,      ha portato ad un contatto (più o meno profondo),
                                                                           in qualche caso, (Cerro Mogotòn), superano i 2000         con i vulcani: Cerro Negro, Masaya, Mombacho,
                 In una delle zone geologicamente più instabili            metri.                                                    Conception, Maderas, cui va aggiunta la
                 dell’intero pianeta, il Nicaragua costituisce il          Completamente diverso appare l’altro versante             spettacolare visione a distanza (lungo il tragitto
                 vero istmo centroamericano, dove si realizza la           (sulla linea del quale si è prevalentemente               per Esteli) del cono, geometricamente perfetto del
                 saldatura tra i due subcontinenti grazie soprattutto      articolato il viaggio), tra la grande depressione         Momotombo.
                 all’intensa attività vulcanica, connessa con la           e la costa del Pacifico, evidente testimonianza
                 grande orogenesi che ha portato all’innalzamento          della violenta e prolungata attività vulcanica che
                 delle possenti catene montuose lungo il bordo             ha accompagnato la nascita delle cordigliere              VIAGGIO – PARTE SECONDA
                 del Pacifico (firebelt circumpacifica). Il Nicaragua      americane e che tuttora permane. L’ambiente
                 ospita anzi l’elemento strutturale più caratteri-         geodinamico si configura in base al movimento             Il giorno dopo (sabato 4 agosto), di buon mattino
                 stico dell’istmo, la ‘grande depressione’, un             di convergenza tra la placca oceanica di Cocos,           partiamo per San Carlos, con il busito di Riccardo;
                 ampio solco tettonico, l’autentico confine fisico tra     spinta verso oriente dalla retrostante dorsale del        dopo circa due ore di viaggio perdiamo almeno
                 il mondo nordamericano e quello sudamericano.             Pacifico e la placca mista caraibica spinta con           20 minuti per un ingorgo inestricabile causato da

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Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
VIAGGI | Nicaragua                                  08

due autoarticolati parcheggiati in una strettoia in
corrispondenza di una curva; non manchiamo, al
proposito, di notare da un lato la nonchalance dei
conducenti, candidamente irreperibili, dall’altro
l’assoluta imperturbabilità dei proprietari delle
auto bloccate.
Al porto di San Carlos, ci imbarchiamo su una
lancia a motore che dirigendosi verso oriente sul
fiume San Juan, ci porterà fino a El Castillo. Subito

                                                                                                                                                                                 N
dopo la partenza, incappiamo in una intensa
pioggia equinoziale dalla quale ci difendiamo
disvolgendo i teloni laterali; ma dopo circa un’ora                                                                                                                         09
il diluvio si interrompe consentendoci di ammirare        presto il tempo ai tropici! ...                         che danno prova di forza e tenacia straordinarie
un bellissimo ambiente tropicale, lussureggiante          Alla sera gradevole ristorantino sulle rapide e poi     nel trasportare con le mandibole frammenti di
… Durante il tragitto non posso fare a meno di            verso le 22 rientro in albergo. Che a quest’ora la      fronde molto più pesanti del proprio stesso corpo;
osservare con una certa inquietudine le acque             vita si arresti in Nicaragua, mi viene confermato       altre enormi formiche che sul tronco degli alberi
limacciose dove potrebbero ancora incrociare              da una passeggiata solitaria sul viale principale:      infliggono morsi dolorosi; iguane verdi; un cebo
esemplari di squalo leuca (Carcharinus leucus),           non un’anima viva nel silenzio rotto solo dalle         cappuccino (Cebus capucinus), che si produce
tra i pochi del suo genere e forse l’unico specifico      rapide, ove si eccettuino alcuni grossi rospi che       in una gamma di buffi ed assordanti schia-
a prediligere le acque dolci, antropofago. Di fatto       attraversano il selciato indisturbati. Il mattino       mazzi, quando osiamo sfiorare il suo territorio;
risulta sempre più difficile da avvistare; sottoposto

Nicaragua
                                                          del cinque agosto con una guida e due olandesi          scimmie urlatrici (Alouatta villosa), e gigantesche
ad una caccia spietata (le industrie alimentari           giramondo aggregati, ci imbarchiamo su una lancia       farfalle imperatore (Morpho hecuba). Sembra
cinesi giungevano a pagare cifre spropositate             e dopo aver rasentato il confine del Costa Rica         che da queste parti aleggi anche il re, il giaguaro
per le sue pinne), è stato portato quasi sull’orlo        (con asimmetrico paesaggio sulle due sponde),           (Panthera onca), ma, naturalmente, non abbiamo
dell’estinzione, almeno in questa parte del mondo.        sul versante meridionale del fiume, imbocchiamo         la ventura.
Gli esperti sostengono che le uniche colonie              un emissario, il Rio Bartola che segna, dopo            Storditi da tanta bellezza, continuiamo ad avanzare
rimaste siano quelle intorno al punto d’accesso al        poco, l’ingresso al tratto più accessibile di una       nel caldo umido dovendo guardare anche al suolo,
Rio san Juan (ci siamo passati), rigoro-samente           delle foreste primarie più importanti del paese: la     dove il fango insidia l’equilibrio; io (con qualche
circoscritte alle acque più profonde.                     Riserva Biologica Indio-Maìz. Dopo aver rilasciato      problema in più per via della gamba), lo perdo
Nel primo pomeriggio siamo a El Castillo e                le no-stre generalità alla stazione dei ranger del      più di una volta, cadendo ed inzaccherandomi
mentre la pioggia riparte più a dirotto che mai,          parco ed essere stati allietati da un parrocchetto      (avendo poi subito la possibilità di lavarmi nelle
ci rifugiamo nell’ufficio turistico, prospiciente         di splendido colore verde (la mascotte locale);         fresche acque di un ruscello); Roberta a sua volta
il molo, dove pianifichiamo quelle che saranno            condotti da questi in una macchia dove rapiti           precipita su un fianco con uno stivale intrappolato
le prossime escursioni. Non tardiamo a legarci            contempliamo due rane del genere Dendrobates            nelle vischiosità della mota, con Marcello che,
emotivamente a questo pugno di case colorate,             dalle magnifiche livree e dal veleno micidiale (con     premurosamente, la sostiene. Ancora il sottoscritto
semplici e deliziose, spesso strutturate a palafitte,     il quale gli indigeni intingono le punte delle loro     si ferisce ad una mano contro le spine di un
attanagliate dalla foresta, nobilitate dalla piccola      letali cerbottane), accediamo dopo un altro breve       albero (mai cercare l’equilibrio appoggiandovisi),
e stupenda fortezza, ombreggiate da palme da              percorso in barca, all’ingresso della Riserva, dove     e sanguina copiosamente. Solo Rosanna e Marco
cocco, e dipanate lungo uno slargo del fiume,             ci attende un percorso di 4 ore, un’altra esperienza    escono indenni da questa prova e con olimpica
in questo punto particolarmente ampio. Rag-               probante di un viaggio irripetibile.                    imperturbabilità, ci sostengono nell’affrontare
giungiamo, percorrendo in fila indiana il vialetto        Avanziamo in uno strato di fango di almeno 10           l’ultima parte del sentiero che, pur esibendo
principale, il nostro piccolo hotel: El Chinandegano,     cm; il silenzio è terebrato dai versi di innumerevoli   meno fango, ora è in salita. Infine riguadagnando
dove ci attendono camere semplici affacciate              animali selvatici che in un primo momento,              la barca, dopo aver lavato gli stivali nelle acque
su una vezzosa veranda traballante in legno               almeno non prima di aver temprato lo sguardo in         del fiume, ci abbandoniamo chi sui sedili, chi sul
con incantevole vista sul fiume. Al crepuscolo            quell’universo verde tridimensionale, non vediamo       fondo, affranti ma gratificati, sulla via del ritorno.
siamo prenotati per un’escursione in lancia onde          e dalle alterne spiegazioni della guida che             Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo aver
avvistare i caimani; attraversato il corso principale,    gradualmente ci inizia ai suoi misteri. Mi colpisce     risalito la collina soprastante il paese, siamo alla
spento il motore, imboccando bracci laterali,             quella sugli alberi semoventi che, poggiando su         fortezza più propriamente conosciuta come la
sotto costellazioni tropicali (il tempo è splendido,      radici esposte nel terreno, ne gettano di nuove         Fortaleza de la Limpia e Immaculada Concepciòn.
al-meno nella prima parte), ci immergiamo nel             verso una direzione, mentre sopprimono quelle           Piccola ma affascinante, architettonicamente
silenzio della giungla dove i rettili dagli occhi rossi   nella direzione opposta (ma i trifidi non sono un       perfetta nella sua limpida e simmetrica geometria,
scintillanti ci attendono nella notte. Intercettati dai   romanzo di fantascienza ?).                             gode dei benefici effetti di un provvido restauro
raggi delle torce, ne vediamo alcuni, con brivido,        Mentre procediamo cogliamo al volo una penna            iniziato nel 1993. Ci disperdiamo nella visita e
per quanto si sappia che la specie autoctona (un          di volatile fluttuante nell’aria, di un bel colore      mentre immortaliamo le incredibili vedute dai
metro e mezzo di lunghezza), non risulti pericolosa       blu elettrico; secondo la guida potrebbe trattarsi      torrioni, ‘avvertiamo’ il senso della storia. In questo
per l’uomo.                                               di Guardabarranco azzurro, alias motmot                 piccolo luogo, immerso nella giungla ne è passata
Di più, proviamo l’emozione di accarezzare                (Momotus momota), parente stretto di Eumomota           tanta; sembra ancora di sentire l’eco lontana del
un piccolo (15 cm), prelevato dalla guida che             superciliosa, uccello nazionale (tra le mani la         clangore delle armi, il tuono dei cannoni amplifi-
prudentemente gli tiene serrate le fauci; la              quintessenza del Nicaragua); me ne impossesso           cato dal silenzio della foresta; di percepire la
sensazione che regalano al tocco le squame                con gesto repentino. Più oltre comincia la              presenza di figure singolari come l’eroina locale
levigate ed umide è singolare … Riposto                   processione degli animali; nell’ordine avvistiamo:      Rafaela Herrera che a soli 19 anni, con suo
nell’acqua il simpatico ed inquietante animaletto,        in volo planato un hocco (Crax rubra), qui deno-        padre gravemente ferito, assunse con successo
ripartiamo ma questa volta il rombo di un tuono           minato pavone grande; un colibrì del genere             il comando della fortezza (sembra in camicia da
non lontano ci suggerisce che il ritorno avverrà          Hylocharis o Amazilia (o anche Archilochus);            notte), mettendo in fuga i pirati; o come nel 1780
sotto una pioggia scrosciante. Come cambia                una interminabile teoria di formiche tagliafoglie,      l’allora ventiduenne Horatio Nelson, che si faceva

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Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
VIAGGI | Nicaragua

                                                   08    Managua, venditore di cappelli
                                                   09    San juan del sur, andando a scuola
                                                   10    Ometepe, vulcano Concepcion

                 le ossa in Nicaragua, e, ancora lungi dal diventare       na di vedere in esterni), quando prese il potere il       corallo (genere Micrurus), impegnato in uno
                 ammiraglio, decise di conquistare El Castillo, cosa       governo rivoluzionario; di più ritrovando il talento      spostamento trasversale che ci taglia la strada,
                 che gli riuscì (anche perché il governo spagnolo          artistico e tornando a produrre lavori di pittura e       mentre tenta di guadagnare la macchia. Dotato di
                 era poco incline a mantenere il controllo di un’area      di scultura.                                              un veleno micidiale, condivide con il leggendario
                 infestata dalla malaria), per qualche mese, prima         In una parola le Solentiname costituiscono oggi           barba-amarilla (Bothrops asper), o ‘ferro di lancia’,
                 che le malattie decimassero i suoi uomini. Mi             un mix perfetto di arte e natura e noi ci lasciamo        la condizione di ofide più pericoloso del Centro
                 piace pensare che queste terre tropicali gli si           incantare procedendo sui lunghi viali alberati oltre      America.
                 imprimessero dentro, prima che proseguendo in             i quali lembi di foresta e le specchianti acque           Potrebbe tuttavia anche trattarsi di un falso corallo;
                 carriera, incontrasse la morte e la gloria a Trafalgar.   del lago, sembrano addormentarsi nella diffusa            mentre lo ammiriamo affascinati, non analizziamo,

          Nicaragua
                 Dopo un’ulteriore passeggiata nelle stradine              foschia pencolante tra il grigio e l’azzurro …            infatti, la scansione cromatica degli anelli che
                 collaterali di El Castillo, rientriamo in albergo, dove   Di ritorno a San Carlos, esploriamo la graziosa           ne costituiscono la bella livrea. Naturalmente,
                 in serata ci attende sulla veranda una cena a base        cittadina dove i resti delle antiche fortezze             scimmie urlatrici quante se ne vuole.
                 di gamberi di fiume, direttamente preparati dal ge-       spagnole si mescolano quasi impercettibilmente            A pomeriggio ormai inoltrato giungiamo all’hotel
                 store, doña Ema, che piacendo a tutti, mandano            alle abitazioni della gente; così per il ristorante       Buena Vista: camere semplici, un giardino ben
                 letteralmente in sollucchero Marco, che tenterà           che si affaccia su un piazzale (un antico bastione),      tenuto ed una veranda su più livelli con attraenti
                 invano di ripetere l’esperienza nei giorni a venire;      dove tre pesanti cannoni di bronzo puntano                amache, digradante verso il lago preceduto da una
                 naturalmente birre insensate a profusione …               ancora minacciosi verso l’orizzonte. L’alberghetto        bella spiaggia di sabbia, ovviamente vulcanica. Al
                 Il giorno dopo, ci distacchiamo con la barca dal          è semplice, con una simpatica veranda, ma senza           crepuscolo, o poco prima, giunge il momento del
                 molo di El Castillo con un’ombra di nostalgia e           patio.                                                    bagno nel lago, il terzo del viaggio. Delizioso, le
                 navighiamo a ritroso verso San Carlos. Poco prima         Il giorno dopo da San Carlos a San Jorge (con             acque sono calme e pulite ed impagabile risulta
                 di giungervi, la barca dopo aver scoppiettato, si         il busito di Riccardo che, a desti-nazione, ci            la visione a destra e a sinistra dei due vulcani con

a
                 ferma per esaurimento carburante (nessuna                 lascerà), dove all’imbarcadero ci attende il ferry        le sommità, appena screziate di nuvole, emergenti
                 meraviglia, siamo in Centro America); mentre              per Ometepe. Il vecchio, simpatico, traballante           dalla foresta, mentre il tempo sembra arrestarsi
                 aspettiamo i soccorsi, dondolando nel silenzio            traghetto ci trasporta in poco più di un’ora, tra in-     quando l’albergo accende tenui luci violacee
                 della giungla circostante ed ammirando i martin           quietanti cigolii e strane richieste di dati anagrafici   nella notte. Birre ‘insensate’ a bagnare la cena in
                 pescatori i cui voli acrobatici si intersecano sulla      (per naufraghi potenziali), in questa meraviglia          un ristorantino (di livello, però), chiudono questa
                 superficie dell’acqua, ancora una volta (la seconda
                 per la precisione), ci troviamo ad osservare un
                 po’ stupiti (ma ora meno), il ‘take it easy’ degli
                 autoctoni in attesa degli eventi con inossidabile
                 im-perturbabilità.
                 A San Carlos, dopo aver constatato l’impossibilità
                 di accedere al ferry, ci accordiamo per una lancia
                 che ci condurrà in poco più di un’ora alle isole
                 Solentiname, nella parte meridionale del lago.
                 Più di una volta la ‘Lonely Planet’ suggerisce di
                 non perdere ‘assolutamente’ questo arcipelago
                 spesso dimenticato; arrivando lo capiamo e
                 siamo anche d’accordo sul fatto che non sembri
                 appartenere a questo mondo. Giungle silenziose
                 e lussureggianti, acque limpide e tranquille
                 nelle quali si riflette la foresta, animali di ogni
                 genere (anche se ne vediamo pochi, per lo più
                 stormi di Anhinga anhinga, che qui chiamano
                 ‘poto’), non costituiscono i soli poli attrattivi; le
                 Solentiname rappresentano anche il luogo elettivo
                 di un’esperienza sociale che ha pochi eguali nel
                 mondo: il sogno del sacerdote – poeta Ernesto
                 Cardenal di creare in questo luogo fuori del tempo        del lago Cocibolca. A ragione considerata una             prima giornata nell’isola delle meraviglie.              10
                 ed appartato rispetto al mondo globalizzato,              delle sette meraviglie naturali del mondo, l’isola        Il giorno dopo, eludiamo l’ascesa al Concepciòn
                 una struttura economica autosufficiente basata            costit-uirà per noi il fulcro, il vero centro di gra-     (che richiederebbe non meno di dieci ore), ed
                 sull’arte e sulla proprietà collettiva. Ce ne parla       vità dell’intero viaggio, con i suoi due picchi           optiamo per una salita parziale al Maderas
                 con fervore colei che è stata la sua segretaria,          vulcanici gemelli collegati da un sottile istmo           (1394 m), fino alla Cascada San Ramon, un altro
                 all’uscita di uno dei due interessantissimi musei         e la vegetazione tropicale incantevole, fitta e           gioiello dell’isola. Sarebbe stato certo suggesti-
                 (ciascuno ubicato su una diversa isola), che vi-          misteriosa.                                               vo (e faticoso), raggiungere la vetta frastagliata
                 siteremo. È senz’altro uno dei luoghi che più di          Per razionalizzare, dato il tempo scarso a                immersa in una foresta nebulare, per ammirare
                 altri ha conservato vivido l’ideale che ha ispirato       disposizione, Marcello invita a visitare subito           poi nella stupefazione il laghetto verde-giada che
                 la rivoluzione sandinista.                                la Reserva Charco Verde che troviamo lungo                ne occupa il cratere, ma ci dissuadono le cinque
                 La popolazione locale, rarefatta ed oggi                  la strada per l’albergo, dotata di una splendida          ore di sola arrampicata in salita, avendo an-cora
                 armoniosamente diluita nello spazio verde,                laguna verde, dal bordo della quale si gode di una        altro in programma nelle ore successive.
                 che abbandonò a se stesso l’intero arcipelago             bella visione del cono perfetto del vulcano Con-          Dopo aver percorso un lungo tratto di strada
                 quando la Guardia Nacional fece irruzione sulle           cepciòn.                                                  dissestata con una jeep, giungiamo alla Stazione
                 isole, rifugiandosi in Costa Rica, tornò a casa           Mentre percorriamo i brevi sentieri afferenti             Biologica di Ometepe da dove parte il sentiero
                 ricostruendo le proprie abitazioni ed una nuova           facciamo un incontro sensazionale: ci imbattiamo          per la cascata. Si tratta di una escursione di
                 chiesa un po’ naïf (che abbiamo avuto la fortu-           in quello che ha tutta l’aria di essere un serpente       circa quattro ore tra andata e ritorno lungo un

...................................................................................                                                         Avventure nel mondo 2 | 2013 - 37
Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini Il volo (perduto) del Quetzal - Da un Nicaragua gruppo Ciambellini
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