CSV FC - Assiprov martedì, 10 marzo 2020
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CSV FC - Assiprov martedì, 10 marzo 2020 Prime Pagine 10/03/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 3 Prima pagina del 10/03/2020 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) 4 Prima pagina del 10/03/2020 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) 5 Prima pagina del 10/03/2020 ambiente e protezione civile 09/03/2020 Cesena Today MAURO FELICORI 6 Coronavirus, dalla Giunta regionale 45 milioni di euro per welfare e imprese 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 4 Elena G. Polidori 8 Super-commissario, i dubbi nel governo 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 7 Veronica Passeri 10 «È un' emergenza, subito ospedali da campo» 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 8 Veronica Passeri 12 Il Cnr: «Il picco dell' epidemia tra dieci giorni» csv e scenario locale 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 43 14 Rinviato il pranzo pro donne del Nepal salute e assistenza 09/03/2020 Cesena Today 15 Medicinali a domicilio, tutte disponibili le farmacie: "Rallentiamo il proliferare dell' epidemia" 09/03/2020 Forli Today 16 Coronavirus, si mobilita il mondo delle farmacie: servizi a domicilio. Mancano le mascherine 10/03/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 36 17 «Non uscite, portiamo i medicinali a casa» volontariato 10/03/2020 Corriere della Sera Pagina 14 GIULIO SENSI 18 Imprese sociali al test Europa 10/03/2020 Corriere della Sera Pagina 24 ELISABETTA SOGLIO 20 NON LASCIAMO SOLO IL TERZO SETTORE: NE AVREMO BISOGNO 10/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Aldo Bonomi 21 l' importanza di essere comunità di cura
[ § 1 § ] martedì 10 marzo 2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 3
[ § 2 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 3 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 1 5 5 3 3 2 7 8 § ] lunedì 09 marzo 2020 Cesena Today ambiente e protezione civile Coronavirus, dalla Giunta regionale 45 milioni di euro per welfare e imprese Primo stanziamento straordinario di 15 milioni dal bilancio regionale e oltre 30 milioni di liquidazione anticipata di contributi MAURO FELICORI Un pacchetto di oltre 45 milioni di euro per famiglie e imprese dell' Emilia- Romagna, risorse utili a fronteggiare le conseguenze derivate dall' emergenza Coronavirus: 15 milioni di fondi straordinari dal bilancio regionale e oltre 30 di contributi, sempre regionali, liquidati in anticipo rispetto a scadenze fissate nei prossimi mesi. Lo ha deciso la Giunta regionale nel corso della seduta appena conclusa. "Dopo l' accordo sullo sblocco della cassa integrazione in deroga, che ha messo a disposizione 38 milioni di euro a tutela di imprese e lavoratori, per garantire la continuità di reddito i lavoratori in ogni tipo di impresa- afferma il presidente Stefano Bonaccini- destiniamo a welfare e aziende oltre 45 milioni di euro, attraverso il bilancio regionale e l' intera struttura, grazie alla quale anticiperemo pagamenti programmati da qui a fine anno. E questo in un momento non facile nemmeno per i nostri dipendenti, che ringrazio davvero per l' impegno dimostrato dall' inizio dell' emergenza. Abbiamo bisogno di contrastare la diffusione del virus nella maniera più ferma possibile, rispettando le regole con serietà e rigore, ma nello stesso tempo non intendiamo lasciare soli cittadini, famiglie e imprese con misure economiche e di sostegno più che mai necessarie. Abbiamo chiesto al Governo un piano di interventi in grado di rappresentare uno shock per l' economia nazionale, ma nel momento in cui si chiede, bisogna anche essere in grado di fare in prima persona. Attendiamo ora l' approvazione dell' annunciato decreto nazionale, auspicando che sia coerente con le proposte unitarie già avanzate dalle Regioni". Quanto alle voci che compongono l' intervento regionale, le prime si basano su un primo stanziamento di 15 milioni di euro derivante direttamente dal bilancio regionale. 10 milioni di euro per l' intero sistema delle imprese, a partire dalle Pmi, per l' accesso al credito a zero interessi. Operazione dare fare insieme ai Consorzi fidi e alle banche e in grado di generare investimenti per almeno 100 milioni di euro, con l' obiettivo di garantire liquidità nell' immediato e far ripartire gli investimenti non appena possibile. L' intervento è all' ordine del giorno del tavolo convocato per domani dall' assessore Vincenzo Colla con Consorzi fidi e Abi, l' associazione delle banche italiane. Fino a 5 milioni di euro per misure di welfare a favore delle famiglie. Fondi straordinari destinati ai Comuni con i quali si stanno già definendo gli interventi. Oltre 30 milioni di euro verranno invece erogati nei prossimi giorni, in anticipo rispetto a scadenze fissate nei prossimi mesi. Oltre 18 milioni ai Comuni, già assegnati per finanziare i servizi per l' infanzia. Al settore cultura fino a 6 milioni di euro quale primo acconto dei contributi previsti dalla legge regionale sullo spettacolo. Poi 3,4 milioni di euro per abbattere i tassi di interesse sui mutui delle imprese agricole. Infine, 3 milioni di euro a fondo perduto per il comparto turismo e gli Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 1 5 5 3 3 2 7 8 § ] lunedì 09 marzo 2020 Cesena Today ambiente e protezione civile albergatori. La disponibilità di fondi e dei pagamenti in anticipo è stata il frutto della ricognizione condotta in ogni settore dagli assessori competenti: la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Shlein, Paolo Calvano (Bilancio), Vincenzo Colla (Sviluppo e lavoro), Andrea Corsini (Turismo), Alessio Mammi (Agricoltura), Paolo Salomoni (Istruzione, Università e agenda digitale), Mauro Felicori (Cultura), Irene Priolo (Ambiente e Protezione civile). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 5 5 3 3 2 8 4 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 4 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile Super-commissario, i dubbi nel governo Molte le richieste per una figura con più poteri, ma Conte smorza: «Solo un coordinatore per gli approvvigionamenti sanitari» Elena G. Polidori di Elena G. Polidori ROMA «Faremo un intervento. Ci sarà un intervento nella macchina organizzativa». Alla fine dell' ennesima giornata drammatica sul fronte Coronavirus, il premier Giuseppe Conte chiude il cerchio sulle ipotesi di un super-commissario a capo dell' intera macchina organizzativa emergenziale. E specifica: «Non credo ce ne sia bisogno, ma stiamo pensando, visto che stiamo affrontando aspetti della macchina organizzativa che vogliamo potenziare, a usare ogni mezzo per raggiungere l' obiettivo. Voi lo chiamate un supercommissario: io avverto l' opportunità di un coordinamento per l' approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe affiancare il capo della protezione civile». Un affiancamento, dunque, al ruolo già svolto da Borrelli, con una specificità operativa diversa nella complessa macchina chiamata a gestire l' emergenza e ben lontana da quella figura che, nelle ore immediatamente precedenti, avevano chiesto sia le opposizioni, con a capo Silvio Berlusconi, sia Matteo Renzi, invocando il ritorno dell' ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a supplire evidenti carenze organizzative e di comunicazione del governo. Il tutto mentre Matteo Salvini puntava decisamente verso qualcuno capace - invece - di commissariare sia Borrelli che lo stesso Conte sul piano operativo. Intensione ben chiara al premier, che non a caso ieri sera ha allontanato anche questa possibilità. Confermando, però, che oggi si vedranno a Palazzo Chigi, con Meloni e Tajani, per avviare una strategia comune: «Vista la gravità del momento - ha annunciato lo stesso Conte -, visto che stiamo introducendo misure non ordinarie, domani (oggi, ndr) avremo un confronto per discutere le misure economiche con le forze di opposizione. Abbiamo già avuto due incontri sulle misure sanitarie. Mi sono premurato di informarli prima della conferenza, stamattina ho sentito Salvini. È giusto che le opposizioni siano coinvolte, la responsabilità di governo è nostra ma siamo tutti sulla stessa barca». Sembra, comunque, che Conte voglia coinvolgere maggiormente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, in un ruolo operativo mentre le opposizioni puntano a una personalità «forte», casomai a un Gianni De Gennaro, mentre il Pd frena. Non è escluso che la scelta, alla fine, possa ricadere su un prefetto. Anche per la necessità di gestire la situazione che si è venuta a creare. Tuttavia in questo momento - si ribadisce dal fronte dell' opposizione - l' obiettivo è «non alzare i toni». Anche perché Bertolaso, a distanza, ha declinato qualsiasi invito: «Grazie - ha fatto sapere - ma lavoro in Africa con mia figlia...». Prende quota, infine, l' idea che la nuova figura proposta da Conte possa avere le deleghe di sottosegretario Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 5 5 3 3 2 8 4 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile alla presidenza del Consiglio per l' emergenza Covid19. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 5 5 3 3 2 8 2 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 7 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile «È un' emergenza, subito ospedali da campo» Il grido degli operatori sanitari che chiedono più posti in rianimazione. Si studia la riqualificazione di caserme per chi va in quarantena Veronica Passeri di Veronica Passeri ROMA Il Coronavirus corre la curva dei contagi non si è affatto fermata, aumentano i malati - 759 in più le persone ricoverate con sintomi nella giornata di ieri - e crescono i ricoveri nei reparti normali e in quelli di terapia intensiva, quest' ultimi ieri, secondo il bollettino della Protezione civile, 80 in più. Mancano posti letto e ospedali. L' Italia, infatti, con 2,6 posti letto ogni mille abitanti è sotto la media Ue che è di 3,7, con il quinto dato più basso dell' Unione (ai primi posti Bulgaria, Germania e Lituania, tutte tra i 5,5 e i 6 posti letto ogni mille abitanti). Riqualificazione degli ospedali dismessi o trasformazione di alcuni già attivi coinvolgendo anche le strutture private sono due delle soluzioni suggerite dalle associazioni del personale sanitario. Ma non solo. Oltre a rafforzare i reparti si pensa anche a mobilitare le caserme nelle quarantene per creare spazi negli ospedali di prima linea. Ieri, ad esempio, cinque pazienti sono stati trasferiti dallo Spallanzani di Roma alla cittadella militare della Cecchignola. Ma c' è anche il caso del Columbus dell' ospedale Gemelli è stata trasformata in un ospedale dedicato al trattamento del Covid-19. L' andamento del virus nella capitale, spiegano gli esperti, sarà una cartina di tornasole. E poi c' è la sanità privata. Barbara Cittadini, presidente nazionale Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) ha spiegato che «in Lombardia abbiamo condiviso un piano straordinario in merito all' utilizzo di posti letto per acuti e terapie intensive» e «speriamo avvenga in tutte le Regioni». Posti letto e posti di lavoro si sono persi negli anni per i tagli ai finanziamenti della sanità pubblica. Secondo un rapporto pubblicato di recente dalla Fondazione Gimbe negli ultimi 10 anni hanno un valore pari a circa 37 miliardi di euro i mancati aumenti al finanziamento del Sistema sanitario nazionale. Che si sono tradotti, in base alle stime dell' Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, in 70-80 mila posti letto in meno. Tagli che hanno colpito anche i reparti di malattie infettive e di pneumologia, strategici nell' epidemia da Covid-19, nonché le terapie intensive. I posti in terapia intensiva sono complessivamente 5100 in Italia e nelle tre regioni più esposte, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sono in tutto 1.800. Normalmente il 40% di questi resta vuoto per essere pronti ad affrontare eventuali emergenze ma adesso il tasso del loro utilizzo è salito al 95%. Al Nord per recuperare posti preziosi si sta procedendo, in queste ore, a trasferire ove possibile i pazienti ricoverati non affetti da Covid-19 in altre strutture anche fuori dalla Regione. I contagi, e di conseguenza anche i casi più gravi che necessitano di essere intubati nelle Rianimazioni - pari a circa il 10% del totale - aumentano infatti di giorno in giorno ed il sistema, avvertono i medici, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 5 5 3 3 2 8 2 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile non potrà reggere ancora a lungo. Se il Settentrione è allo stremo, con qualche eccezione, il Sud Italia si prepara invece ad affrontare un prevedibile e sostenuto aumento dei contagi. Medici e infermieri nelle zone rosse lavorano oramai anche tre turni di fila senza riposo, sono ovviamente saltate le ferie e il 12% di loro si sono ammalati di coronavirus proprio sul posto di lavoro. Ieri hanno fatto sentire la loro voce anche gli oncologi avvertendo che per i pazienti oncologici, tranne in casi urgenti, è «meglio rinviare i trattamenti di chemioterapia in ospedale e le visite programmate di controllo». Secondo l' Associazione italiana di Oncologia Medica è necessario valutare, «caso per caso» e insieme al proprio medico l' eventuale posticipo delle cure anticancro programmate attivando al contempo follow-up via mail o telefonica. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 5 5 3 3 2 8 3 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 8 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile Il Cnr: «Il picco dell' epidemia tra dieci giorni» Il genetista Giovanni Maga: il virus è nella fase esplosiva, ma le guarigioni aumentano sempre di più e sono il doppio dei decessi Veronica Passeri di Veronica Passeri ROMA I guariti dal Coronavirus sono sempre di più, ma l' epidemia non ha ancora raggiunto il picco che potrebbe avvenire tra «una settimana, dieci giorni»: per questo è fondamentale rispettare le misure di contenimento. Lo spiega Giovanni Maga, direttore dell' Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). I contagi aumentano ma anche le guarigioni, qual è la situazione? «Il numero dei guariti aumenta sempre più e ad oggi è quasi il doppio dei deceduti. La Protezione Civile ha implementato uno strumento simile a quello della John Hopkins per la situazione italiana. Si vede come la curva delle guarigioni aumenti sempre più. Questa è una buona notizia perché i guariti è come se fossero vaccinati, ovvero hanno acquisito l' immunità e quindi iniziano a creare una barriera ulteriore alla diffusione del virus. È la cosa che succede in ogni epidemia, chi guarisce interrompe la catena di trasmissione. Se io sono infetto e ho accanto due persone guarite si abbassa il tasso di trasmissione del virus». Quando potremo vedere se le misure più rigide adottate per il contenimento del virus hanno funzionato? «In un sistema piccolo, come potevano essere gli 11 comuni della zona rossa iniziale, in due settimane abbiamo visto un calo dei contagi. E' chiaro che, non essendo riusciti a rendere a compartimenti stagni quelle zone e siccome il virus era già in giro, forse da fine gennaio, un beneficio ci sarà ma l' impatto sarà più lento. Guardando i trend di crescita dei contagi vediamo che dobbiamo arrivare ancora al picco, alla massima intensità. E' azzardato fare una stima ma credo che i contagi cresceranno ancora per un' altra settimana, dieci giorni». Perché in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, i positivi sono stati di più? «Il numero di casi, in assoluto, dipende dal fatto che noi abbiamo fatto molti più tamponi degli altri, se Germania e Francia facessero screening a tappeto si troverebbero in situazioni diverse dall' attuale, ma comunque anche questi Paesi stanno attraversando una fase di aumento esponenziale, superando in pochi giorni i 1000 casi. Penso che nel giro di due settimane arriveranno a quanto siamo noi adesso. Poi ci sono senza dubbio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 5 5 3 3 2 8 3 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile dei fattori ambientali ed è possibile anche che il virus si sia confuso con l' influenza. Rimane ancora da interpretare bene, però, l' eccesso di mortalità, intorno al 5%, in Italia simile a quello del periodo di massima intensità a Wuhan, contro una media intorno all' 1-2%. Una spiegazione può essere dovuta, forse, a una percentuale di popolazione fragile più alta che in altri Paesi, anche se l' età media da noi non è molto diversa da quella di Francia e Germania. Un' ipotesi è che circoli un ceppo più aggressivo rispetto a quello iniziale, ma è necessario approfondire». Con l' arrivo di temperature più alte andrà meglio? «Non si sa, possiamo solo fare un' analogia con virus che hanno la massima diffusione a temperature basse, lo sapremo solo quando succederà». Non dobbiamo perdere la speranza. «I guariti sono già oltre la metà dei casi totali (62.000 guariti su 110.000 casi rilevati dall' inizio dell' epidemia). Stiamo attraversando la fase di incremento che precede il picco. In Cina le infezioni si sono stabilizzate dopo un mese dall' implementazione delle misure. L' importante è non abbandonarsi a comportamenti irragionevoli e sopportare con responsabilità il peso delle misure messe in campo». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 5 5 3 3 2 8 6 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 43 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale MONTENOVO Rinviato il pranzo pro donne del Nepal Appena aperte le iscrizioni per il pranzo sociale di domenica prossima dell' associazione Apeiron, con il ricavato da devolvere alle donne nepalesi, tutti hanno chiesto di poterlo rinviare a causa del dilagare del Coronavirus. L' iniziativa poteva essere organizzata in quanto si sarebbe svolta presso il circolo Arci osteria 'L' Albero dei Pavoni' a Montenovo di Montiano. Così l' organizzazione ha rinviato il pranzo a data da destinarsi al fine di accontentare tutti e raccogliere più fondi possibile da destinare alle donne del Nepal. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 5 5 3 3 2 8 0 § ] lunedì 09 marzo 2020 Cesena Today salute e assistenza Medicinali a domicilio, tutte disponibili le farmacie: "Rallentiamo il proliferare dell' epidemia" "Il servizio è riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie" "E' importante limitare la vita sociale di ciascuno così da rallentare il proliferare dell' epidemia". Ordine dei Farmacisti Forlì-Cesena, Federfarma Forlì-Cesena, FaCe Cesena e Forlifarma lanciano un appello congiunto. "Le Farmacie della Provincia di Forlì-Cesena sono aperte e seguono le disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in questo periodo complicato - evidenziano Alessandro Malossi, Alberto Lattuneddu, Angela Cassanelli e Franco Sami -. Tutte le farmacie sono disponibili a svolgere un servizio di consegna a domicilio". Il servizio è riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie . Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente al proprio farmacista o al numero verde 800 189 521, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il momento il servizio è a porte aperte, con l' attenzione di garantire un' area di sicurezza ai pazienti- clienti. Cogliamo l' occasione per ringraziare tutti i colleghi che tutti i giorni sono al lavoro". In riferimento ai rifornimenti al momento sono reperibili solo i gel, mentre mancano le mascherine. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 5 5 3 3 2 7 9 § ] lunedì 09 marzo 2020 Forli Today salute e assistenza Coronavirus, si mobilita il mondo delle farmacie: servizi a domicilio. Mancano le mascherine "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il momento il servizio è a porte aperte" "E' importante limitare la vita sociale di ciascuno così da rallentare il proliferare dell' epidemia". Ordine dei Farmacisti Forlì-Cesena, Federfarma Forlì-Cesena, FaCe Cesena e Forlifarma lanciano un appello congiunto. "Le Farmacie della Provincia di Forlì-Cesena sono aperte e seguono le disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in questo periodo complicato - evidenziano Alessandro Malossi, Alberto Lattuneddu, Angela Cassanelli e Franco Sami -. Tutte le farmacie sono disponibili a svolgere un servizio di consegna a domicilio". Il servizio è riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie . Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente al proprio farmacista o al numero verde 800 189 521, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il momento il servizio è a porte aperte, con l' attenzione di garantire un' area di sicurezza ai pazienti- clienti. Cogliamo l' occasione per ringraziare tutti i colleghi che tutti i giorni sono al lavoro". In riferimento ai rifornimenti al momento sono reperibili solo i gel, mentre mancano le mascherine. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 5 5 3 3 2 8 5 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 36 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) salute e assistenza Farmacie «Non uscite, portiamo i medicinali a casa» Si allarga il servizio La farmacia Mainetti collabora con i volontari del quartiere Romiti «Non uscite, portiamo i medicinali a casa» «Le farmacie sono disponibili a svolgere un servizio di consegna a domicilio». Lo scrivono, in una nota congiunta, Alberto Lattuneddu (Federfarma Forlì-cesena), Angela Cassanelli (FaCe Cesena), Alessandro Malossi (Ordine dei Farmacisti provinciale) e Franco Sami (Forlifarma Forlì). In buona sostanza i vertici del mondo delle farmacie pubbliche e private. «Anche noi vogliamo ribadire che è importante limitare la vita sociale di ciascuno, così da rallentare il proliferare dell' epidemia - dichiarano -. Le farmacie della provincia sono aperte e seguono le disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in questo periodo complicato». Un aiuto può arrivare proprio con la consegna a domicilio dei medicinali. Le cose, stando alla nota firmata dai quattro, potrebbero pure peggiorare. «Per il momento», scrivono, «il servizio è a porte aperte, con l' attenzione di garantire un' are di sicurezza ai pazienti-clienti». Tra le attività impegnate nella consegna dei farmaci a domicilio c' è la Mainetti in viale Bologna 61, che da domani effettuerà questo servizio. In questo caso, la particolarità è la collaborazione con il quartiere Romiti. I medicinali, previa prenotazione al numero 0543.704646, saranno consegnati a casa da un addetto della farmacia e da un volontario del comitato di quartiere. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 5 5 3 3 2 8 7 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 14 Corriere della Sera volontariato Imprese sociali al test Europa GIULIO SENSI A Praga e Kladno, nella Repubblica Ceca, ci sono dodici locali fra bar e panetterie che impiegano giovani con disturbi cognitivi. Sono gestiti dal gruppo Etincelle, un' impresa sociale nata nel 2005 come associazione civica che dà supporto a persone con disabilità fisica e mentale tramite percorsi di educazione, integrazione ed inserimento lavorativo. Poco più ad ovest, nel villaggio di Ledce, Etincelle si occupa con la stessa filosofia di una fattoria sociale e di pulizia degli spazi pubblici. Ha 200 dipendenti, il 60 per cento dei quali in situazione di svantaggio sociale. In Lituania c' è una fabbrica che si chiama Regseda: fu fondata nel 1959 per dare lavoro a persone non vedenti, oggi è ancora attiva e impiega 188 dipendenti, l' 84 per cento con disabilità cognitive. In Svezia Fryshuset nacque a Stoccolma nel 1984 con l' obiettivo di coinvolgere in attività sociali i giovani, trovando un nuovo campo per una squadra di baseball e una sala prove per le band. Erano tempi difficili in Svezia: dilagavano violenza giovanile e xenofobia e Fryshuset creò un centro sociale in un magazzino frigorifero abbandonato. Oggi dà lavoro a 500 persone, ha un fatturato di 20 milioni di euro e gestisce un liceo, tre palestre per il basket, due spazi per lo skate, sale per concerti, sale prove, bar e 30 progetti sociali. A Spalato invece, in Croazia, c' è un' associazione che si chiama «MI» (Noi in croato): da 23 anni si occupa di assistenza domiciliare e progetti culturali per gli anziani. L' associazione impiega 10 lavoratori vulnerabili e si finanza tramite i privati essendo incostante il sostegno che proviene dal Comune di Spalato, in crisi come tutta la pubblica amministrazione. Sono solo 4 delle oltre 430.000 imprese europee che possono essere definite sociali censite nello studio «Mappatura delle Imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa» realizzato dal centro di ricerca italiano Euricse, in collaborazione con Emes International Research Network, per la Commissione Europea. Lo studio ha comparato per la prima volta il fenomeno dell' impresa sociale nell' area europea, pubblicando 35 report nazionali (28 Paesi membri e 7 Paesi extra- UE) con 70 ricercatori internazionali all' opera e 750 stakeholder intervistati. Uno «stato dell' arte» che ha fatto emergere un mondo in espansione, molto variegato e diverso in ogni Paese, ma accumunato da una forte vitalità che sta permettendo di crescere e impiegare in attività di sostegno dell' inclusione sociale sempre più lavoratori. Ha aumentato l' occupazione negli anni della crisi e continuato a produrre servizi e innovazione sociale, rispondendo ai bisogni crescenti della popolazione. «Misurare la consistenza di queste imprese - commenta Giulia Galera, la ricercatrice di Euricse che insieme a Carlo Borzaga ha coordinato lo studio - è stata una sfida enorme: i dati sono carenti e i confini del fenomeno definiti spesso in modo diverso. Ma le imprese sociali esistono in tutti i Paesi ed hanno origine comunitaria, nascendo dall' economia sociale. L' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 5 5 3 3 2 8 7 § ] martedì 10 marzo 2020 Corriere della Sera volontariato interesse dell' Europa è cresciuto e un ruolo importante è stato ricoperto dagli stessi fondi europei e dalla Social Business Iniziative lanciata nel 2011». Lo studio di Euricse mostra che esiste ancora una certa confusione intorno alla definizione di imprese sociali e che in ogni Paese si sviluppano in modo differente. Le specificità nazionali sono legate alle politiche pubbliche attivate. «Possiamo dire - aggiunge Galera - che ci sono quattro grandi gruppi. Il primo composto da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia associa l' impresa sociale ai sistemi di welfare tradizionalmente contraddistinti da una debole offerta di servizi da parte del pubblico e da un forte attivismo della società civile. Il secondo gruppo vede i Paesi scandinavi, insieme a Danimarca e Gran Bretagna, in cui le imprese sociali si sono sviluppate nel processo di esternalizzazione dei servizi pubblici di welfare, ma anche con esperienze nate dal basso e dai cittadini. Un terzo gruppo è composto da Germania, Austria, Francia e Paesi Bassi: per storia hanno sistemi di welfare che coinvolgono strutture non profit molto grandi e settori di nicchia, come le energie rinnovabili, con le imprese sociali molto presenti. Infine ci sono molte nazioni dell' Europa dell' est e sud-est che hanno visto riforme rilevanti negli ultimi anni e sono contraddistinti da una tradizione associativa e cooperativa debole, ma le cui politiche pubbliche hanno lavorato molto sull' inserimento lavorativo con il contributo anche di programmi internazionali e filantropici». Lo studio servirà adesso alla Commissione Europea per adottare un piano di azione sull' economia sociale. «Emerge chiaramente - conclude Galera - che è fondamentale creare un eco-sistema coerente e bilanciato, capace di valorizzare la natura dell' impresa sociale sia nella produzione di beni e servizi, sia nella dimensione inclusiva. C' è un diffuso bisogno di formazione anche per il pubblico e il mondo bancario che spesso non comprendono bene la natura delle imprese sociali». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
[ § 1 5 5 3 3 2 8 8 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 24 Corriere della Sera volontariato Il corsivo del giorno NON LASCIAMO SOLO IL TERZO SETTORE: NE AVREMO BISOGNO ELISABETTA SOGLIO Cosa succede se si ferma il Terzo settore in Italia? Ci siamo fatti più volte la domanda, ma solo in modo provocatorio. Adesso però che l' emergenza Coronavirus sta attraversando e sconvolgendo le vite di tutti, il rischio va seriamente valutato. Terzo settore è tante cose: sono le cooperative che fanno servizi nelle mense o nelle biglietterie dei musei; che gestiscono lo sport di base e i centri sportivi; che danno lavoro alle persone svantaggiate; che seguono gli anziani e i bambini dei nidi e della scuola dell' infanzia; che fanno le guide nei musei e lavorano nel mondo della cooperazione internazionale; che aiutano le donne vittime di violenza domestica. Tante cose, tutte indispensabili secondo il principio della sussidiarietà: lo Stato riconosce il valore dei servizi che offrono e insieme si collabora per la gestione del bene comune. Ma ora? Fermi i servizi, ferme le cooperative. Con due conseguenze che la portavoce del Forum Terzo settore Claudia Fiaschi va ripetendo a tutti gli interlocutori istituzionali: che questo mondo venga messo in ginocchio, perché non ha liquidità sufficiente per far fronte alla mancanza di entrate. E che allo stesso tempo salti tutto il sistema del welfare nel Paese. «L' azione virtuosa del singolo rivolta agli altri, tanto più a coloro che sono in una posizione di maggiore fragilità, è un mattone per l' edificio dello Stato»: il premier Giuseppe Conte, in occasione della Giornata del volontariato, aveva usato una immagine molto efficace per valorizzare il ruolo di queste reti. A maggior ragione, dunque, bisogna proteggere il «mattone» per evitare che l' edificio crolli. Sostenere chi fa economia sociale e solidale è anche un primo segnale per indicare la via d' uscita da questo tunnel. Coinvolgerli nelle scelte strategiche e di visione sarebbe molto opportuno: perché nel momento in cui la crisi sarà passata bisognerà ricostruire il tessuto sociale del Paese e serviranno l' energia, la passione, la competenza e la capacità solidale di queste cittadine e cittadini. Non lasciamoli soli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 20
[ § 1 5 5 3 3 2 8 1 § ] martedì 10 marzo 2020 Pagina 19 Il Sole 24 Ore volontariato l' importanza di essere comunità di cura Aldo Bonomi Ho sempre usato attenzione, nei miei «Microcosmi», al fare comunità. Parola che rimanda alla prossimità, al tenersi per mano. Immagine mai tanto inattuale ai tempi di Covid-19. Ci aveva allertato al non abusare di questa visione dolce dell' essere in comune e dello stare assieme il filosofo Roberto Esposito con il suo saggio Immunitas - Protezione e negazione della vita (Einaudi), dove si chiedeva «cosa hanno in comune fenomeni come la battaglia contro una nuova insorgenza epidemica (...) il rafforzamento delle barriere nei confronti dell' immigrazione clandestina». Ci aveva ricordato, passando dalla medicina al diritto, che ogni communitas sviluppa dentro di sé pulsioni da immunitas verso l' untore, lo straniero verso l' altro da sé. Da qui il mio rammentare che la comunità non è buona in sé , può farsi «comunità maledetta» di cui ho scritto guardando alla guerra civile nella ex Jugoslavia in nome del sangue del suolo e delle religioni. Può farsi comunità del rancore e addentrarci nel "Labirinto delle paure". Tutte tematiche, passando dal filosofo alla fenomenologia sociale da tenere in conto in tempi di Coronavirus. Ma, tenendo conto di queste avvertenze rispetto al buonismo comunitario, i tempi dell' oggi mi paiono tempi in cui riconoscere e riconoscersi nella comunità di cura. Non solo per dare riconoscimento alla abnegazione e al lavoro di cura di infermiere, infermieri, medici e personale tutto dei luoghi di cura a cui ci affidiamo. Anche per affermare e capire la centralità della comunità di cura. Troppo spesso delegata ai volontari o a quello che non a caso definiamo terzo settore o alle Caritas per gli ultimi degli ultimi. Per poi affrontare il tema dei tagli nei numeri e nelle funzioni anche di ricerca nella sanità pubblica. Mai come oggi va affrontata e praticata come alternativa al rancore alla paura e al dilagante desiderio di immunitas. Non è buonismo, ma realismo l' urgenza di mettere in mezzo la comunità di cura tra rancore e immunitas. È forse il tempo di capire che la comunità di cura non è solo retorica di buone notizie o di buoni sentimenti operosi di minoranze da rappresentare in televisione, ma è questione sociale. Per fare società che rimanda al pensarla non solo stretta sul volontario, ma larga con infermieri, medici, ricercatori, insegnanti, tutte figure di un welfare tagliato e bistrattato. Non è solo la difesa di un welfare di comunità. La comunità di cura larga è fatta anche da un sindacato dei lavori che dà voce alla comunità dei lavori, lavoro a distanza compreso, da rappresentanze di imprese grandi e piccole, manifatturiere e terziarie, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 21
[ § 1 5 5 3 3 2 8 1 § ] martedì 10 marzo 2020 Il Sole 24 Ore volontariato necessarie per capire la "geografia del male" sociale ed economico. Ci vuole società di mezzo radicata sul territorio quando non bastano solo i saperi degli esperti e le competenze dei prefetti. Teniamoci a due metri di distanza nella prossimità, ma sono tempi da comunità di cura per curare e curarsi. È utile in tempi di spaesamento e di impotenza della cassetta degli attrezzi che ci era abituale. Parlo per me che scrivo Microcosmi, con le categorie dei flussi globali che disegnano sui territori storie sociali e geografie economiche come i distretti le piattaforme, comuni polvere, città medie e aree metropolitane e mi ritrovo oggi seguendo il flusso globale Covid-19 che disegna zone rosse, arancione, gialle , mutando con la "geografia del male" la dimensione dello spazio e a proposito di immunitas quella dei confini. Si ridisegnano comunità locali e forme di convivenza che si interrogano sulla comunità di destino. Di una società dell' accelerazione passata da mezzi scarsi e fini certi a una con mezzi potenti e fini incerti, incertezza che oggi non solo riguarda i fini, ma anche la potenza dei mezzi. Cerchiamo, nei giorni dell' incertezza, di fare comunità a distanza con il lavoro agile che mette al lavoro il nostro pensare, progettare, ricordare e comunicare, tutelando e curando la nostra vita nuda, il corpo che abita mangia si copre e si ammala. Anche qui mi verrebbe da dire che, senza mettere in mezzo la comunità di cura, in tempi di community non si rimargina lo iato tra intelletto, la nuda vita e la vita nuda del corpo. È la biopolitica come ci ha insegnato il filosofo Michel Foucault. E sono tempi di biopolitica, per dirla banalmente, quelli in cui i medici fanno politica e i politici i medici. È un tempo antropologicamente caratterizzato da quello che Ernesto De Martino definisce l' apocalisse culturale che ci prende quando non ci riconosciamo più in ciò che ci era abituale. Ne ha scritto in un libro titolato la Fine del mondo. Come segno di speranza nella società che viene, lo titolerei la Fine di UN mondo. bonomi@aaster.it © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 22
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