CSV FC - Assiprov martedì, 10 marzo 2020

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                                                      martedì, 10 marzo 2020

Prime Pagine

 10/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)                                                                          3
 Prima pagina del 10/03/2020

 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì)                                                                                4
 Prima pagina del 10/03/2020
 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Cesena)                                                                               5
 Prima pagina del 10/03/2020

ambiente e protezione civile

 09/03/2020    Cesena Today                                                                              MAURO FELICORI        6
 Coronavirus, dalla Giunta regionale 45 milioni di euro per welfare e imprese
 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 4                                                  Elena G. Polidori    8
 Super-commissario, i dubbi nel governo
 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 7                                                 Veronica Passeri     10
 «È un' emergenza, subito ospedali da campo»
 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 8                                                 Veronica Passeri     12
 Il Cnr: «Il picco dell' epidemia tra dieci giorni»

csv e scenario locale

 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 43                                                                    14
 Rinviato il pranzo pro donne del Nepal

salute e assistenza

 09/03/2020    Cesena Today                                                                                                   15
 Medicinali a domicilio, tutte disponibili le farmacie: "Rallentiamo il proliferare dell' epidemia"

 09/03/2020    Forli Today                                                                                                    16
 Coronavirus, si mobilita il mondo delle farmacie: servizi a domicilio. Mancano le mascherine

 10/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 36                                                                     17
 «Non uscite, portiamo i medicinali a casa»

volontariato

 10/03/2020    Corriere della Sera Pagina 14                                                                GIULIO SENSI      18
 Imprese sociali al test Europa
 10/03/2020    Corriere della Sera Pagina 24                                                          ELISABETTA SOGLIO       20
 NON LASCIAMO SOLO IL TERZO SETTORE: NE AVREMO BISOGNO
 10/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                                     Aldo Bonomi       21
 l' importanza di essere comunità di cura
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[ § 1 § ]

            martedì 10 marzo 2020
                                    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)

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     martedì 10 marzo 2020
                                 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

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[ § 3 § ]

     martedì 10 marzo 2020
                               Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

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[ § 1 5 5 3 3 2 7 8 § ]

                          lunedì 09 marzo 2020

                                                                                Cesena Today
                                                                         ambiente e protezione civile

                          Coronavirus, dalla Giunta regionale 45 milioni di euro per welfare e imprese
                          Primo stanziamento straordinario di 15 milioni dal bilancio regionale e oltre 30 milioni di liquidazione anticipata di
                          contributi

                                                                                                                               MAURO FELICORI

                          Un pacchetto di oltre 45 milioni di euro per famiglie e imprese dell' Emilia-
                          Romagna, risorse utili a fronteggiare le conseguenze derivate dall'
                          emergenza Coronavirus: 15 milioni di fondi straordinari dal bilancio regionale
                          e oltre 30 di contributi, sempre regionali, liquidati in anticipo rispetto a
                          scadenze fissate nei prossimi mesi. Lo ha deciso la Giunta regionale nel
                          corso della seduta appena conclusa. "Dopo l' accordo sullo sblocco della
                          cassa integrazione in deroga, che ha messo a disposizione 38 milioni di euro
                          a tutela di imprese e lavoratori, per garantire la continuità di reddito i
                          lavoratori in ogni tipo di impresa- afferma il presidente Stefano Bonaccini-
                          destiniamo a welfare e aziende oltre 45 milioni di euro, attraverso il bilancio
                          regionale e l' intera struttura, grazie alla quale anticiperemo pagamenti
                          programmati da qui a fine anno. E questo in un momento non facile
                          nemmeno per i nostri dipendenti, che ringrazio davvero per l' impegno
                          dimostrato dall' inizio dell' emergenza. Abbiamo bisogno di contrastare la
                          diffusione del virus nella maniera più ferma possibile, rispettando le regole
                          con serietà e rigore, ma nello stesso tempo non intendiamo lasciare soli
                          cittadini, famiglie e imprese con misure economiche e di sostegno più che mai necessarie. Abbiamo chiesto al
                          Governo un piano di interventi in grado di rappresentare uno shock per l' economia nazionale, ma nel momento in cui
                          si chiede, bisogna anche essere in grado di fare in prima persona. Attendiamo ora l' approvazione dell' annunciato
                          decreto nazionale, auspicando che sia coerente con le proposte unitarie già avanzate dalle Regioni". Quanto alle
                          voci che compongono l' intervento regionale, le prime si basano su un primo stanziamento di 15 milioni di euro
                          derivante direttamente dal bilancio regionale. 10 milioni di euro per l' intero sistema delle imprese, a partire dalle Pmi,
                          per l' accesso al credito a zero interessi. Operazione dare fare insieme ai Consorzi fidi e alle banche e in grado di
                          generare investimenti per almeno 100 milioni di euro, con l' obiettivo di garantire liquidità nell' immediato e far
                          ripartire gli investimenti non appena possibile. L' intervento è all' ordine del giorno del tavolo convocato per domani
                          dall' assessore Vincenzo Colla con Consorzi fidi e Abi, l' associazione delle banche italiane. Fino a 5 milioni di euro
                          per misure di welfare a favore delle famiglie. Fondi straordinari destinati ai Comuni con i quali si stanno già definendo
                          gli interventi. Oltre 30 milioni di euro verranno invece erogati nei prossimi giorni, in anticipo rispetto a scadenze
                          fissate nei prossimi mesi. Oltre 18 milioni ai Comuni, già assegnati per finanziare i servizi per l' infanzia. Al settore
                          cultura fino a 6 milioni di euro quale primo acconto dei contributi previsti dalla legge regionale sullo spettacolo. Poi
                          3,4 milioni di euro per abbattere i tassi di interesse sui mutui delle imprese agricole. Infine, 3 milioni di euro a fondo
                          perduto per il comparto turismo e gli

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 6
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                          lunedì 09 marzo 2020

                                                                                Cesena Today
                                                                         ambiente e protezione civile

                          albergatori. La disponibilità di fondi e dei pagamenti in anticipo è stata il frutto della ricognizione condotta in ogni
                          settore dagli assessori competenti: la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Shlein, Paolo Calvano (Bilancio),
                          Vincenzo Colla (Sviluppo e lavoro), Andrea Corsini (Turismo), Alessio Mammi (Agricoltura), Paolo Salomoni
                          (Istruzione, Università e agenda digitale), Mauro Felicori (Cultura), Irene Priolo (Ambiente e Protezione civile).

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[ § 1 5 5 3 3 2 8 4 § ]

                          martedì 10 marzo 2020
                          Pagina 4

                                                                   Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                         ambiente e protezione civile

                          Super-commissario, i dubbi nel governo
                          Molte le richieste per una figura con più poteri, ma Conte smorza: «Solo un coordinatore per gli approvvigionamenti
                          sanitari»

                                                                                                                                Elena G. Polidori

                          di Elena G. Polidori ROMA «Faremo un intervento. Ci sarà un intervento
                          nella macchina organizzativa». Alla fine dell' ennesima giornata
                          drammatica sul fronte Coronavirus, il premier Giuseppe Conte chiude il
                          cerchio sulle ipotesi di un super-commissario a capo dell' intera
                          macchina organizzativa emergenziale. E specifica: «Non credo ce ne sia
                          bisogno, ma stiamo pensando, visto che stiamo affrontando aspetti della
                          macchina organizzativa che vogliamo potenziare, a usare ogni mezzo
                          per raggiungere l' obiettivo. Voi lo chiamate un supercommissario: io
                          avverto l' opportunità di un coordinamento per l' approvvigionamento di
                          macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe affiancare il
                          capo della protezione civile». Un affiancamento, dunque, al ruolo già
                          svolto da Borrelli, con una specificità operativa diversa nella complessa
                          macchina chiamata a gestire l' emergenza e ben lontana da quella figura
                          che, nelle ore immediatamente precedenti, avevano chiesto sia le
                          opposizioni, con a capo Silvio Berlusconi, sia Matteo Renzi, invocando il
                          ritorno dell' ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a supplire evidenti carenze organizzative e di
                          comunicazione del governo. Il tutto mentre Matteo Salvini puntava decisamente verso qualcuno capace - invece - di
                          commissariare sia Borrelli che lo stesso Conte sul piano operativo. Intensione ben chiara al premier, che non a caso
                          ieri sera ha allontanato anche questa possibilità. Confermando, però, che oggi si vedranno a Palazzo Chigi, con
                          Meloni e Tajani, per avviare una strategia comune: «Vista la gravità del momento - ha annunciato lo stesso Conte -,
                          visto che stiamo introducendo misure non ordinarie, domani (oggi, ndr) avremo un confronto per discutere le misure
                          economiche con le forze di opposizione. Abbiamo già avuto due incontri sulle misure sanitarie. Mi sono premurato di
                          informarli prima della conferenza, stamattina ho sentito Salvini. È giusto che le opposizioni siano coinvolte, la
                          responsabilità di governo è nostra ma siamo tutti sulla stessa barca». Sembra, comunque, che Conte voglia
                          coinvolgere maggiormente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, in un ruolo operativo
                          mentre le opposizioni puntano a una personalità «forte», casomai a un Gianni De Gennaro, mentre il Pd frena. Non è
                          escluso che la scelta, alla fine, possa ricadere su un prefetto. Anche per la necessità di gestire la situazione che si è
                          venuta a creare. Tuttavia in questo momento - si ribadisce dal fronte dell' opposizione - l' obiettivo è «non alzare i
                          toni». Anche perché Bertolaso, a distanza, ha declinato qualsiasi invito: «Grazie - ha fatto sapere - ma lavoro in Africa
                          con mia figlia...». Prende quota, infine, l' idea che la nuova figura proposta da Conte possa avere le deleghe di
                          sottosegretario

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 8
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[ § 1 5 5 3 3 2 8 4 § ]

                          martedì 10 marzo 2020

                                                               Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                     ambiente e protezione civile

                          alla presidenza del Consiglio per l' emergenza Covid19. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                           Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 9
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[ § 1 5 5 3 3 2 8 2 § ]

                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                           ambiente e protezione civile

                          «È un' emergenza, subito ospedali da campo»
                          Il grido degli operatori sanitari che chiedono più posti in rianimazione. Si studia la riqualificazione di caserme per chi
                          va in quarantena

                                                                                                                                   Veronica Passeri

                          di Veronica Passeri ROMA Il Coronavirus corre la curva dei contagi non si
                          è affatto fermata, aumentano i malati - 759 in più le persone ricoverate
                          con sintomi nella giornata di ieri - e crescono i ricoveri nei reparti normali
                          e in quelli di terapia intensiva, quest' ultimi ieri, secondo il bollettino della
                          Protezione civile, 80 in più. Mancano posti letto e ospedali. L' Italia,
                          infatti, con 2,6 posti letto ogni mille abitanti è sotto la media Ue che è di
                          3,7, con il quinto dato più basso dell' Unione (ai primi posti Bulgaria,
                          Germania e Lituania, tutte tra i 5,5 e i 6 posti letto ogni mille abitanti).
                          Riqualificazione degli ospedali dismessi o trasformazione di alcuni già
                          attivi coinvolgendo anche le strutture private sono due delle soluzioni
                          suggerite dalle associazioni del personale sanitario. Ma non solo. Oltre a
                          rafforzare i reparti si pensa anche a mobilitare le caserme nelle
                          quarantene per creare spazi negli ospedali di prima linea. Ieri, ad
                          esempio, cinque pazienti sono stati trasferiti dallo Spallanzani di Roma
                          alla cittadella militare della Cecchignola. Ma c' è anche il caso del
                          Columbus dell' ospedale Gemelli è stata trasformata in un ospedale dedicato al trattamento del Covid-19. L'
                          andamento del virus nella capitale, spiegano gli esperti, sarà una cartina di tornasole. E poi c' è la sanità privata.
                          Barbara Cittadini, presidente nazionale Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) ha spiegato che «in Lombardia
                          abbiamo condiviso un piano straordinario in merito all' utilizzo di posti letto per acuti e terapie intensive» e «speriamo
                          avvenga in tutte le Regioni». Posti letto e posti di lavoro si sono persi negli anni per i tagli ai finanziamenti della sanità
                          pubblica. Secondo un rapporto pubblicato di recente dalla Fondazione Gimbe negli ultimi 10 anni hanno un valore
                          pari a circa 37 miliardi di euro i mancati aumenti al finanziamento del Sistema sanitario nazionale. Che si sono
                          tradotti, in base alle stime dell' Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, in 70-80 mila posti letto
                          in meno. Tagli che hanno colpito anche i reparti di malattie infettive e di pneumologia, strategici nell' epidemia da
                          Covid-19, nonché le terapie intensive. I posti in terapia intensiva sono complessivamente 5100 in Italia e nelle tre
                          regioni più esposte, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sono in tutto 1.800. Normalmente il 40% di questi
                          resta vuoto per essere pronti ad affrontare eventuali emergenze ma adesso il tasso del loro utilizzo è salito al 95%. Al
                          Nord per recuperare posti preziosi si sta procedendo, in queste ore, a trasferire ove possibile i pazienti ricoverati non
                          affetti da Covid-19 in altre strutture anche fuori dalla Regione. I contagi, e di conseguenza anche i casi più gravi che
                          necessitano di essere intubati nelle Rianimazioni - pari a circa il 10% del totale - aumentano infatti di giorno in giorno
                          ed il sistema, avvertono i medici,

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 10
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                          martedì 10 marzo 2020

                                                                  Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                        ambiente e protezione civile

                          non potrà reggere ancora a lungo. Se il Settentrione è allo stremo, con qualche eccezione, il Sud Italia si prepara
                          invece ad affrontare un prevedibile e sostenuto aumento dei contagi. Medici e infermieri nelle zone rosse lavorano
                          oramai anche tre turni di fila senza riposo, sono ovviamente saltate le ferie e il 12% di loro si sono ammalati di
                          coronavirus proprio sul posto di lavoro. Ieri hanno fatto sentire la loro voce anche gli oncologi avvertendo che per i
                          pazienti oncologici, tranne in casi urgenti, è «meglio rinviare i trattamenti di chemioterapia in ospedale e le visite
                          programmate di controllo». Secondo l' Associazione italiana di Oncologia Medica è necessario valutare, «caso per
                          caso» e insieme al proprio medico l' eventuale posticipo delle cure anticancro programmate attivando al contempo
                          follow-up via mail o telefonica. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                              Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019          Pagina 11
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                   Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                         ambiente e protezione civile

                          Il Cnr: «Il picco dell' epidemia tra dieci giorni»
                          Il genetista Giovanni Maga: il virus è nella fase esplosiva, ma le guarigioni aumentano sempre di più e sono il doppio
                          dei decessi

                                                                                                                              Veronica Passeri

                          di Veronica Passeri ROMA I guariti dal Coronavirus sono sempre di più,
                          ma l' epidemia non ha ancora raggiunto il picco che potrebbe avvenire tra
                          «una settimana, dieci giorni»: per questo è fondamentale rispettare le
                          misure di contenimento. Lo spiega Giovanni Maga, direttore dell' Istituto
                          di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). I
                          contagi aumentano ma anche le guarigioni, qual è la situazione?
                          «Il numero dei guariti aumenta sempre più e ad oggi è quasi il doppio dei
                          deceduti. La Protezione Civile ha implementato uno strumento simile a
                          quello della John Hopkins per la situazione italiana. Si vede come la
                          curva delle guarigioni aumenti sempre più. Questa è una buona notizia
                          perché i guariti è come se fossero vaccinati, ovvero hanno acquisito l'
                          immunità e quindi iniziano a creare una barriera ulteriore alla diffusione
                          del virus. È la cosa che succede in ogni epidemia, chi guarisce
                          interrompe la catena di trasmissione. Se io sono infetto e ho accanto
                          due persone guarite si abbassa il tasso di trasmissione del virus».
                          Quando potremo vedere se le misure più rigide adottate per il contenimento del virus hanno funzionato?
                          «In un sistema piccolo, come potevano essere gli 11 comuni della zona rossa iniziale, in due settimane abbiamo
                          visto un calo dei contagi. E' chiaro che, non essendo riusciti a rendere a compartimenti stagni quelle zone e siccome
                          il virus era già in giro, forse da fine gennaio, un beneficio ci sarà ma l' impatto sarà più lento. Guardando i trend di
                          crescita dei contagi vediamo che dobbiamo arrivare ancora al picco, alla massima intensità. E' azzardato fare una
                          stima ma credo che i contagi cresceranno ancora per un' altra settimana, dieci giorni». Perché in Italia, rispetto ad
                          altri Paesi europei, i positivi sono stati di più? «Il numero di casi, in assoluto, dipende dal fatto che noi abbiamo
                          fatto molti più tamponi degli altri, se Germania e Francia facessero screening a tappeto si troverebbero in situazioni
                          diverse dall' attuale, ma comunque anche questi Paesi stanno attraversando una fase di aumento esponenziale,
                          superando in pochi giorni i 1000 casi. Penso che nel giro di due settimane arriveranno a quanto siamo noi adesso.
                          Poi ci sono senza dubbio

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 12
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                          martedì 10 marzo 2020

                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                           ambiente e protezione civile

                          dei fattori ambientali ed è possibile anche che il virus si sia confuso con l' influenza. Rimane ancora da interpretare
                          bene, però, l' eccesso di mortalità, intorno al 5%, in Italia simile a quello del periodo di massima intensità a Wuhan,
                          contro una media intorno all' 1-2%. Una spiegazione può essere dovuta, forse, a una percentuale di popolazione
                          fragile più alta che in altri Paesi, anche se l' età media da noi non è molto diversa da quella di Francia e Germania. Un'
                          ipotesi è che circoli un ceppo più aggressivo rispetto a quello iniziale, ma è necessario approfondire». Con l' arrivo
                          di temperature più alte andrà meglio? «Non si sa, possiamo solo fare un' analogia con virus che hanno la
                          massima diffusione a temperature basse, lo sapremo solo quando succederà». Non dobbiamo perdere la speranza.
                          «I guariti sono già oltre la metà dei casi totali (62.000 guariti su 110.000 casi rilevati dall' inizio dell' epidemia). Stiamo
                          attraversando la fase di incremento che precede il picco. In Cina le infezioni si sono stabilizzate dopo un mese dall'
                          implementazione delle misure. L' importante è non abbandonarsi a comportamenti irragionevoli e sopportare con
                          responsabilità il peso delle misure messe in campo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 13
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)
                                                                              csv e scenario locale

                          MONTENOVO

                          Rinviato il pranzo pro donne del Nepal

                          Appena aperte le iscrizioni per il pranzo sociale di domenica prossima
                          dell' associazione Apeiron, con il ricavato da devolvere alle donne
                          nepalesi, tutti hanno chiesto di poterlo rinviare a causa del dilagare del
                          Coronavirus. L' iniziativa poteva essere organizzata in quanto si sarebbe
                          svolta presso il circolo Arci osteria 'L' Albero dei Pavoni' a Montenovo di
                          Montiano. Così l' organizzazione ha rinviato il pranzo a data da destinarsi
                          al fine di accontentare tutti e raccogliere più fondi possibile da destinare
                          alle donne del Nepal.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 14
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                          lunedì 09 marzo 2020

                                                                                  Cesena Today
                                                                                 salute e assistenza

                          Medicinali a domicilio, tutte disponibili le farmacie: "Rallentiamo il proliferare dell'
                          epidemia"
                          "Il servizio è riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie"

                          "E' importante limitare la vita sociale di ciascuno così da rallentare il
                          proliferare dell' epidemia". Ordine dei Farmacisti Forlì-Cesena, Federfarma
                          Forlì-Cesena, FaCe Cesena e Forlifarma lanciano un appello congiunto. "Le
                          Farmacie della Provincia di Forlì-Cesena sono aperte e seguono le
                          disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in
                          questo periodo complicato - evidenziano Alessandro Malossi, Alberto
                          Lattuneddu, Angela Cassanelli e Franco Sami -. Tutte le farmacie sono
                          disponibili a svolgere un servizio di consegna a domicilio". Il servizio è
                          riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie . Per
                          maggiori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente al proprio
                          farmacista o al numero verde 800 189 521, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9
                          alle 18. "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare
                          indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il momento il servizio è a
                          porte aperte, con l' attenzione di garantire un' area di sicurezza ai pazienti-
                          clienti. Cogliamo l' occasione per ringraziare tutti i colleghi che tutti i giorni
                          sono al lavoro". In riferimento ai rifornimenti al momento sono reperibili solo i
                          gel, mentre mancano le mascherine.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 15
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                          lunedì 09 marzo 2020

                                                                                   Forli Today
                                                                                salute e assistenza

                          Coronavirus, si mobilita il mondo delle farmacie: servizi a domicilio. Mancano le
                          mascherine
                          "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il
                          momento il servizio è a porte aperte"

                          "E' importante limitare la vita sociale di ciascuno così da rallentare il
                          proliferare dell' epidemia". Ordine dei Farmacisti Forlì-Cesena, Federfarma
                          Forlì-Cesena, FaCe Cesena e Forlifarma lanciano un appello congiunto. "Le
                          Farmacie della Provincia di Forlì-Cesena sono aperte e seguono le
                          disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in
                          questo periodo complicato - evidenziano Alessandro Malossi, Alberto
                          Lattuneddu, Angela Cassanelli e Franco Sami -. Tutte le farmacie sono
                          disponibili a svolgere un servizio di consegna a domicilio". Il servizio è
                          riservato a chi non può recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie . Per
                          maggiori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente al proprio
                          farmacista o al numero verde 800 189 521, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9
                          alle 18. "Seguiamo continuamente l' evolversi della situazione per dare
                          indicazioni ai nostri colleghi - proseguono -. Per il momento il servizio è a
                          porte aperte, con l' attenzione di garantire un' area di sicurezza ai pazienti-
                          clienti. Cogliamo l' occasione per ringraziare tutti i colleghi che tutti i giorni
                          sono al lavoro". In riferimento ai rifornimenti al momento sono reperibili solo i
                          gel, mentre mancano le mascherine.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 16
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                                salute e assistenza

                          Farmacie «Non uscite, portiamo i medicinali a casa» Si allarga il servizio La farmacia Mainetti
                          collabora con i volontari del quartiere Romiti

                          «Non uscite, portiamo i medicinali a casa»

                          «Le farmacie sono disponibili a svolgere un servizio di consegna a
                          domicilio». Lo scrivono, in una nota congiunta, Alberto Lattuneddu
                          (Federfarma Forlì-cesena), Angela Cassanelli (FaCe Cesena), Alessandro
                          Malossi (Ordine dei Farmacisti provinciale) e Franco Sami (Forlifarma
                          Forlì). In buona sostanza i vertici del mondo delle farmacie pubbliche e
                          private. «Anche noi vogliamo ribadire che è importante limitare la vita
                          sociale di ciascuno, così da rallentare il proliferare dell' epidemia -
                          dichiarano -. Le farmacie della provincia sono aperte e seguono le
                          disposizioni governative e locali per svolgere il servizio farmaceutico in
                          questo periodo complicato». Un aiuto può arrivare proprio con la
                          consegna a domicilio dei medicinali. Le cose, stando alla nota firmata
                          dai quattro, potrebbero pure peggiorare. «Per il momento», scrivono, «il
                          servizio è a porte aperte, con l' attenzione di garantire un' are di sicurezza
                          ai pazienti-clienti». Tra le attività impegnate nella consegna dei farmaci a
                          domicilio c' è la Mainetti in viale Bologna 61, che da domani effettuerà
                          questo servizio. In questo caso, la particolarità è la collaborazione con il quartiere Romiti. I medicinali, previa
                          prenotazione al numero 0543.704646, saranno consegnati a casa da un addetto della farmacia e da un volontario del
                          comitato di quartiere. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019     Pagina 17
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                             Corriere della Sera
                                                                                    volontariato

                          Imprese sociali al test Europa

                                                                                                                                 GIULIO SENSI

                          A Praga e Kladno, nella Repubblica Ceca, ci sono dodici locali fra bar e
                          panetterie che impiegano giovani con disturbi cognitivi. Sono gestiti dal
                          gruppo Etincelle, un' impresa sociale nata nel 2005 come associazione civica
                          che dà supporto a persone con disabilità fisica e mentale tramite percorsi di
                          educazione, integrazione ed inserimento lavorativo. Poco più ad ovest, nel
                          villaggio di Ledce, Etincelle si occupa con la stessa filosofia di una fattoria
                          sociale e di pulizia degli spazi pubblici. Ha 200 dipendenti, il 60 per cento dei
                          quali in situazione di svantaggio sociale. In Lituania c' è una fabbrica che si
                          chiama Regseda: fu fondata nel 1959 per dare lavoro a persone non vedenti,
                          oggi è ancora attiva e impiega 188 dipendenti, l' 84 per cento con disabilità
                          cognitive. In Svezia Fryshuset nacque a Stoccolma nel 1984 con l' obiettivo di
                          coinvolgere in attività sociali i giovani, trovando un nuovo campo per una
                          squadra di baseball e una sala prove per le band. Erano tempi difficili in Svezia:
                          dilagavano violenza giovanile e xenofobia e Fryshuset creò un centro sociale
                          in un magazzino frigorifero abbandonato. Oggi dà lavoro a 500 persone, ha un
                          fatturato di 20 milioni di euro e gestisce un liceo, tre palestre per il basket, due
                          spazi per lo skate, sale per concerti, sale prove, bar e 30 progetti sociali. A Spalato invece, in Croazia, c' è un'
                          associazione che si chiama «MI» (Noi in croato): da 23 anni si occupa di assistenza domiciliare e progetti culturali
                          per gli anziani. L' associazione impiega 10 lavoratori vulnerabili e si finanza tramite i privati essendo incostante il
                          sostegno che proviene dal Comune di Spalato, in crisi come tutta la pubblica amministrazione. Sono solo 4 delle
                          oltre 430.000 imprese europee che possono essere definite sociali censite nello studio «Mappatura delle Imprese
                          sociali e i loro ecosistemi in Europa» realizzato dal centro di ricerca italiano Euricse, in collaborazione con Emes
                          International Research Network, per la Commissione Europea. Lo studio ha comparato per la prima volta il
                          fenomeno dell' impresa sociale nell' area europea, pubblicando 35 report nazionali (28 Paesi membri e 7 Paesi extra-
                          UE) con 70 ricercatori internazionali all' opera e 750 stakeholder intervistati. Uno «stato dell' arte» che ha fatto
                          emergere un mondo in espansione, molto variegato e diverso in ogni Paese, ma accumunato da una forte vitalità che
                          sta permettendo di crescere e impiegare in attività di sostegno dell' inclusione sociale sempre più lavoratori. Ha
                          aumentato l' occupazione negli anni della crisi e continuato a produrre servizi e innovazione sociale, rispondendo ai
                          bisogni crescenti della popolazione. «Misurare la consistenza di queste imprese - commenta Giulia Galera, la
                          ricercatrice di Euricse che insieme a Carlo Borzaga ha coordinato lo studio - è stata una sfida enorme: i dati sono
                          carenti e i confini del fenomeno definiti spesso in modo diverso. Ma le imprese sociali esistono in tutti i Paesi ed
                          hanno origine comunitaria, nascendo dall' economia sociale. L'

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019         Pagina 18
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                          martedì 10 marzo 2020

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                                                                                   volontariato

                          interesse dell' Europa è cresciuto e un ruolo importante è stato ricoperto dagli stessi fondi europei e dalla Social
                          Business Iniziative lanciata nel 2011». Lo studio di Euricse mostra che esiste ancora una certa confusione intorno
                          alla definizione di imprese sociali e che in ogni Paese si sviluppano in modo differente. Le specificità nazionali sono
                          legate alle politiche pubbliche attivate. «Possiamo dire - aggiunge Galera - che ci sono quattro grandi gruppi. Il primo
                          composto da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia associa l' impresa sociale ai sistemi di welfare tradizionalmente
                          contraddistinti da una debole offerta di servizi da parte del pubblico e da un forte attivismo della società civile. Il
                          secondo gruppo vede i Paesi scandinavi, insieme a Danimarca e Gran Bretagna, in cui le imprese sociali si sono
                          sviluppate nel processo di esternalizzazione dei servizi pubblici di welfare, ma anche con esperienze nate dal basso
                          e dai cittadini. Un terzo gruppo è composto da Germania, Austria, Francia e Paesi Bassi: per storia hanno sistemi di
                          welfare che coinvolgono strutture non profit molto grandi e settori di nicchia, come le energie rinnovabili, con le
                          imprese sociali molto presenti. Infine ci sono molte nazioni dell' Europa dell' est e sud-est che hanno visto riforme
                          rilevanti negli ultimi anni e sono contraddistinti da una tradizione associativa e cooperativa debole, ma le cui
                          politiche pubbliche hanno lavorato molto sull' inserimento lavorativo con il contributo anche di programmi
                          internazionali e filantropici». Lo studio servirà adesso alla Commissione Europea per adottare un piano di azione sull'
                          economia sociale. «Emerge chiaramente - conclude Galera - che è fondamentale creare un eco-sistema coerente e
                          bilanciato, capace di valorizzare la natura dell' impresa sociale sia nella produzione di beni e servizi, sia nella
                          dimensione inclusiva. C' è un diffuso bisogno di formazione anche per il pubblico e il mondo bancario che spesso
                          non comprendono bene la natura delle imprese sociali».

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 19
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                                   volontariato

                          Il corsivo del giorno

                          NON LASCIAMO SOLO IL TERZO SETTORE: NE AVREMO BISOGNO

                                                                                                                            ELISABETTA SOGLIO

                          Cosa succede se si ferma il Terzo settore in Italia? Ci siamo fatti più volte la
                          domanda, ma solo in modo provocatorio. Adesso però che l' emergenza
                          Coronavirus sta attraversando e sconvolgendo le vite di tutti, il rischio va
                          seriamente valutato. Terzo settore è tante cose: sono le cooperative che
                          fanno servizi nelle mense o nelle biglietterie dei musei; che gestiscono lo sport
                          di base e i centri sportivi; che danno lavoro alle persone svantaggiate; che
                          seguono gli anziani e i bambini dei nidi e della scuola dell' infanzia; che fanno
                          le guide nei musei e lavorano nel mondo della cooperazione internazionale;
                          che aiutano le donne vittime di violenza domestica. Tante cose, tutte
                          indispensabili secondo il principio della sussidiarietà: lo Stato riconosce il
                          valore dei servizi che offrono e insieme si collabora per la gestione del bene
                          comune. Ma ora? Fermi i servizi, ferme le cooperative. Con due conseguenze
                          che la portavoce del Forum Terzo settore Claudia Fiaschi va ripetendo a tutti
                          gli interlocutori istituzionali: che questo mondo venga messo in ginocchio,
                          perché non ha liquidità sufficiente per far fronte alla mancanza di entrate. E
                          che allo stesso tempo salti tutto il sistema del welfare nel Paese. «L' azione
                          virtuosa del singolo rivolta agli altri, tanto più a coloro che sono in una posizione di maggiore fragilità, è un mattone
                          per l' edificio dello Stato»: il premier Giuseppe Conte, in occasione della Giornata del volontariato, aveva usato una
                          immagine molto efficace per valorizzare il ruolo di queste reti. A maggior ragione, dunque, bisogna proteggere il
                          «mattone» per evitare che l' edificio crolli. Sostenere chi fa economia sociale e solidale è anche un primo segnale
                          per indicare la via d' uscita da questo tunnel. Coinvolgerli nelle scelte strategiche e di visione sarebbe molto
                          opportuno: perché nel momento in cui la crisi sarà passata bisognerà ricostruire il tessuto sociale del Paese e
                          serviranno l' energia, la passione, la competenza e la capacità solidale di queste cittadine e cittadini. Non lasciamoli
                          soli.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 20
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                          martedì 10 marzo 2020
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                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                                    volontariato

                          l' importanza di essere comunità di cura

                                                                                                                                      Aldo Bonomi

                          Ho sempre usato attenzione, nei miei «Microcosmi», al fare comunità.
                          Parola che rimanda alla prossimità, al tenersi per mano. Immagine mai
                          tanto inattuale ai tempi di Covid-19. Ci aveva allertato al non abusare di
                          questa visione dolce dell' essere in comune e dello stare assieme il filosofo
                          Roberto Esposito con il suo saggio Immunitas - Protezione e negazione
                          della vita (Einaudi), dove si chiedeva «cosa hanno in comune fenomeni
                          come la battaglia contro una nuova insorgenza epidemica (...) il
                          rafforzamento delle barriere nei confronti dell' immigrazione clandestina».
                          Ci aveva ricordato, passando dalla medicina al diritto, che ogni communitas
                          sviluppa dentro di sé pulsioni da immunitas verso l' untore, lo straniero
                          verso l' altro da sé. Da qui il mio rammentare che la comunità non è buona
                          in sé , può farsi «comunità maledetta» di cui ho scritto guardando alla
                          guerra civile nella ex Jugoslavia in nome del sangue del suolo e delle
                          religioni. Può farsi comunità del rancore e addentrarci nel "Labirinto delle
                          paure". Tutte tematiche, passando dal filosofo alla fenomenologia sociale
                          da tenere in conto in tempi di Coronavirus. Ma, tenendo conto di queste
                          avvertenze rispetto al buonismo comunitario, i tempi dell' oggi mi paiono tempi in cui riconoscere e riconoscersi
                          nella comunità di cura. Non solo per dare riconoscimento alla abnegazione e al lavoro di cura di infermiere,
                          infermieri, medici e personale tutto dei luoghi di cura a cui ci affidiamo. Anche per affermare e capire la centralità
                          della comunità di cura. Troppo spesso delegata ai volontari o a quello che non a caso definiamo terzo settore o alle
                          Caritas per gli ultimi degli ultimi. Per poi affrontare il tema dei tagli nei numeri e nelle funzioni anche di ricerca nella
                          sanità pubblica. Mai come oggi va affrontata e praticata come alternativa al rancore alla paura e al dilagante
                          desiderio di immunitas. Non è buonismo, ma realismo l' urgenza di mettere in mezzo la comunità di cura tra rancore
                          e immunitas. È forse il tempo di capire che la comunità di cura non è solo retorica di buone notizie o di buoni
                          sentimenti operosi di minoranze da rappresentare in televisione, ma è questione sociale. Per fare società che
                          rimanda al pensarla non solo stretta sul volontario, ma larga con infermieri, medici, ricercatori, insegnanti, tutte figure
                          di un welfare tagliato e bistrattato. Non è solo la difesa di un welfare di comunità. La comunità di cura larga è fatta
                          anche da un sindacato dei lavori che dà voce alla comunità dei lavori, lavoro a distanza compreso, da
                          rappresentanze di imprese grandi e piccole, manifatturiere e terziarie,

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 21
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                          martedì 10 marzo 2020

                                                                                Il Sole 24 Ore
                                                                                   volontariato

                          necessarie per capire la "geografia del male" sociale ed economico. Ci vuole società di mezzo radicata sul
                          territorio quando non bastano solo i saperi degli esperti e le competenze dei prefetti. Teniamoci a due metri di
                          distanza nella prossimità, ma sono tempi da comunità di cura per curare e curarsi. È utile in tempi di spaesamento e
                          di impotenza della cassetta degli attrezzi che ci era abituale. Parlo per me che scrivo Microcosmi, con le categorie
                          dei flussi globali che disegnano sui territori storie sociali e geografie economiche come i distretti le piattaforme,
                          comuni polvere, città medie e aree metropolitane e mi ritrovo oggi seguendo il flusso globale Covid-19 che disegna
                          zone rosse, arancione, gialle , mutando con la "geografia del male" la dimensione dello spazio e a proposito di
                          immunitas quella dei confini. Si ridisegnano comunità locali e forme di convivenza che si interrogano sulla comunità
                          di destino. Di una società dell' accelerazione passata da mezzi scarsi e fini certi a una con mezzi potenti e fini incerti,
                          incertezza che oggi non solo riguarda i fini, ma anche la potenza dei mezzi. Cerchiamo, nei giorni dell' incertezza, di
                          fare comunità a distanza con il lavoro agile che mette al lavoro il nostro pensare, progettare, ricordare e comunicare,
                          tutelando e curando la nostra vita nuda, il corpo che abita mangia si copre e si ammala. Anche qui mi verrebbe da
                          dire che, senza mettere in mezzo la comunità di cura, in tempi di community non si rimargina lo iato tra intelletto, la
                          nuda vita e la vita nuda del corpo. È la biopolitica come ci ha insegnato il filosofo Michel Foucault. E sono tempi di
                          biopolitica, per dirla banalmente, quelli in cui i medici fanno politica e i politici i medici. È un tempo
                          antropologicamente caratterizzato da quello che Ernesto De Martino definisce l' apocalisse culturale che ci prende
                          quando non ci riconosciamo più in ciò che ci era abituale. Ne ha scritto in un libro titolato la Fine del mondo. Come
                          segno di speranza nella società che viene, lo titolerei la Fine di UN mondo. bonomi@aaster.it © RIPRODUZIONE
                          RISERVATA.

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