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CSV FC - ASSIPROV Lunedì, 06 maggio 2019 Prime Pagine 06/05/2019 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 1 06/05/2019 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Forlì) 2 06/05/2019 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Cesena) 3 csv e scenario locale 06/05/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 12 GIAN PAOLO CASTAGNOLI Numeri da grande azienda per Asp con missioni sociali a tutto campo 4 06/05/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 57 Per cosa viene usato il 5 per mille destinato al Comune di Imola 6 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 21 Tutti a Macerata per curare il parco 7 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 32 Misericordia, due sezioni uniscono forze e risorse «Cerchiamo... 8 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 34 Addio a Lorenzo Bigucci, protagonista nello sport e nel sociale 10 06/05/2019 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 65 Panettoni, satelliti e abbigliamento La carica delle cento società... 11 volontariato 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 1 ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI Se Il giudice sostituisce i genitori 13 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 7 SARA BETTONI UNA RINASCITA CHIAMATA ROB DE MATT 14 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 10 «La mia vernice combatte lo smog e salva il pianeta» 16 06/05/2019 Corriere della Sera Pagina 24 PAOLO FOSCHINI Viaggio nella Calabria in cerca di riscatto 18 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 4 Valentina Melis CARENZA EDUCATIVA, QUELLA GABBIA CHE PASSA DAI GENITORI AI FIGLI 20 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Allo sport il contributo destinato dai più ricchi 22 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Pagina a cura diMichela FinizioValentina Melis Tornano i tagli al cinque per mille: 9 milioni in meno 24 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Lexellent investe nel terzo settore 26 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Terzo settore, lo statutova adeguato entro... 27 06/05/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Onlus non iscritta al Registro:patrimonio da devolvere 28 06/05/2019 Italia Oggi Sette Pagina 206 MARZIA PAOLUCCI Una stretta di mano 29 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3 SALVATORE GIUFFRIDA Assistenza ai migranti negata a rischio 1.860 posti di lavoro 31 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3 Il direttore della Caritas "Così creiamo fantasmi" 33 06/05/2019 La Repubblica Pagina 3 MARCO LODOLI IL PANE E LE PAROLE LA CULTURA SERVE ALL' INTEGRAZIONE 34 06/05/2019 La Repubblica Pagina 8 ALESSIA CANDITO FRANCESCO MERLO Riace, dove l' Italia processa se stessa 36
6 maggio 2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 1
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6 maggio 2019 Pagina 12 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale Numeri da grande azienda per Asp con missioni sociali a tutto campo Valore della produzione di 12 milioni e oltre duecento addetti in servizio Rette ferme attorno a 2,6 milioni CESENA I numeri sono quelli di una grande azienda. Però si tratta una realtà pubblica, che ha come unici soci il Comune di Cesena, con una quota dell' 84,2%, e gli altri cinque Comuni dell' Unione Valle Savio: Mercato Saraceno, che con il 9,6% è il secondo ente di maggior peso, e poi Bagno di Romagna, Sarsina,Verghereto e Montiano. Con unvalore della produzione che l' anno scorso ha sfiorato 12 milioni di euro, entrate superiori a 700.000 euro annui grazie avari affitti, un personale che ha raggiunto alla fine del 2018 le 204 unità e un Piano investimenti da 633.000 euro nell' anno in corso, l' Asp è un colosso che opera in un settore fondamentale per i cittadini: l' erogazione di servizi, in particolare quelli rivolti alle fasce più fragili della popolazione. A cominciare dall' inserimento di anziani non autosufficienti in strutture residenziali o in centri diurni e dall' assistenza domiciliare. Ma l' Azienda pubblica di Servizi alla Persona del Distretto Cesena - Valle Savio si occupa anche di sostegno alle famiglie e ai minori, di attività culturali, di servizi per giovali e per immigrati, di marginalità sociale, di prevenzione nel campo della salute, di educazione e scuola, di inserimento lavorativo di categorie svantaggiate. Oltre, ovviamente, al lavoro amministrativo che svolge, inclusala gestione di un patrimonio non indifferente, che è essenziale per alimentare una parte di tutte queste preziose prestazioni sociali. Di recente una presentazione dei bilanci e dell' attività svolta dall' azienda pubblica, attiva dal 2009 e guidata da Alen Balzoni, è stata fatta nel corso di una seduta della prima commissione consiliare, presieduta da Stefano Spinelli. Bilanci da oltre 10 milioni Il preventivo 2019 prevede che il valore della produzione sfiorerà 10,5 milioni e i costi complessivi si aggireranno attorno ai 10 milioni. Sono cifre un po' più basse rispetto al preconsuntivo 2018, ma bisogna tenere conto che l' atto di programmazione economi canon include i costi capitalizzati e i relativi ammortamenti, a differenza del resoconto. Quindi quei dati non vanno presi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 4
6 maggio 2019 Pagina 57 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale Per cosa viene usato il 5 per mille destinato al Comune di Imola IMOLA Anche quest' anno, come avviene dal 2006, i cittadini imolesi potranno destinarlo all' Ente locale il 5 per mille al comune, per sostenere le attività in campo sociale Il 5 per mille può infatti essere destinato anche al proprio Comune di residenza, oltre che ad associazioni, università, enti di ricerca. Il Comu ne utilizzerà le risorse che riceverà dai propri cittadini attraverso il 5 per mille per sostenere, potenziare ed eventualmente ampliare le attività che già oggi svolge in campo sociale. Come sono state utilizzate le risorse del 5xmille degli ultimi anni?A partire dall' anno di imposta 2011, relativo alla dichiarazione dei redditi del 2012, ecco quanti soldi sono arrivati al Comune di Imola dai cittadini residenti grazie al 5xmille e come sono stati utilizzati. Nel 2014 al Comune sono stati trasferiti dal Ministero dell' Interno euro 20.619,70 destinati ad attività di sostegno al reddito per adulti con difficoltà personali attraverso progetti personalizzati di volontariato. Nel 2015 e nel 2016 sono stati trasferiti dal Ministero dell' Interno rispettivamente euro 20.014,16 e euro 24.220,52 destinati a contributi integrativi per il canone di locazione a favore di nuclei residenti nel Comune di Imola. Nel 2 0 1 7 sono arrivati 22.883,88 euro destinati al sostegno delle attività di promozione della genitorialità attraverso la realizzazione di pro getti di affido familiare part-time che coinvolgessero minori residenti nel Comune di Imola. Infine l' anno scorso sono stati trasferiti dal Ministero dell' Interno 21.235,32 euro destinati alle attività di inclusione sociale e promozione del welfare e nello specifico a contributi integrativi per il canone di locazione a favore di nuclei residenti nel Comune di Imola. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 6
6 maggio 2019 Pagina 21 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale L' INIZIATIVA VOLONTARI DALLE MARCHE PER 'FAI BELLA L' ITALIA' Tutti a Macerata per curare il parco MACERATA UNA VENTINA di volontari della Fai Cisl (nella foto), provenienti da tutte le Marche, protagonisti contro il degrado a Macerata. Obiettivi: ripulire il verde pubblico, costruire una nuova staccionata, piantare piante e fiori nell' area circostante al bar, ridipingere e ripulire l' area con i giochi. Il tutto all' interno del Fontescodella, uno dei parchi cittadini. Si tratta della prima iniziativa, unica nella regione, inserita nella giornata nazionale di «Fai bella l' Italia», volta alla valorizzazione di aree considerate luoghi di esclusione e di pericolo, e alla promozione di una gestione partecipata dei beni comuni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 7
6 maggio 2019 Pagina 32 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale Misericordia, due sezioni uniscono forze e risorse «Cerchiamo volontari» Fusione tra i gruppi di Forlì e San Benedetto in Alpe di QUINTO CAPPELLI LA MISERICORDIA di Forlì e San Benedetto in Alpe sta cercando nuovi volontari. La nuova Misericordia è nata qualche mese fa dalla fusione delle due Misericordie di Forlì e San Benedetto in Alpe, la prima sorta nel 2010 e la seconda nel 1973, ed è radicata nei due comuni. La nuova Misericordia svolge due attività fondamentali: i servizi di emergenza/urgenza a San Benedetto il sabato, la domenica e festivi (8-20) e di taxi sanitario a Forlì dalle 17 alle 20 dal lunedì al venerdì, in convenzione con Ausl Romagna; i servizi di trasporto sociale per anziani e disabili, con 4 pulmini e auto attrezzate a Forlì e un' auto nel comune di Portico. In quest' ultimo settore, nel 2018 ha svolto più di 4mila servizi, percorrendo con i mezzi 80mila km. Spiega il governatore Alberto Manni, affiancato dai vice Claudia Parrucci a San Benedetto e Gilberto Girani a Forlì: «Per soddisfare le crescenti richieste di aiuto, che giungono ormai quotidianamente, abbiamo bisogno di nuovi volontari. Quindi, per coinvolgere la popolazione organizziamo un corso gratuito di primo soccorso per la formazione di nuovi aspiranti volontari, lanciando un appello a tutti, in particolare ai giovani, perché ci diano una mano». Il corso si svolgerà presso la sala polivalente della Fondazione Opera Don Pippo, in via Cerchia 101 a Forlì, dal 14 maggio e sarà suddiviso in 6 serate (14-16-21-23- 28 e 30 maggio), con inizio alle 20.30 (info e iscrizioni: info@misericordiaforli.it, 331.3232547 e 0543.828252, dal lunedì al venerdì 9-12). FRA gli argomenti trattati figurano: comunicazione col 118, tecniche di base di primo soccorso, rianimazione cardio-polmonare e tutto ciò che riguarda il soccorso. Ma perché si sono fuse le due Misericordie? Risponde il governatore Manni: «Si è voluto dare avvio a un progetto condiviso di unione delle Misericordie operative sui due territori, quello montano del Comune di Portico e San Benedetto e quello del Comune di Forlì, che permetterà di operare in un' ottica di collaborazione, avendo come obiettivo comune la diffusione della cultura della solidarietà e del dono tra le persone dei comuni interessati. Insieme avremo l' opportunità di organizzare meglio le risorse disponibili, patrimoniali e umane, al fine di salvaguardare la postazione sanitaria nel territorio montano di San Benedetto in Alpe e di promuovere, sostenere e sviluppare iniziative volte alla crescita della cultura del volontariato i n generale e del trasporto sociale e sanitario in particolare». LA SEDE legale e operativa è a San Benedetto in Alpe in via Molino 21, intitolata a Egidia Palli, e la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 8
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6 maggio 2019 Pagina 34 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale SANT' ANGELO DI GATTEO EX PRESIDENTE DEL CIRCOLO ACLI E DIRIGENTE SPORTIVO Addio a Lorenzo Bigucci, protagonista nello sport e nel sociale CON la morte di Lorenzo Bigucci, avvenuta a 64 anni, a Meldola nella prima serata di sabato 4 maggio, scompare a Sant'Angelo di Gatteo un personaggio di grande rilievo, che nel corso della sua esistenza si è impegnato in campo parrocchiale, sociale, sportivo e nell'agricoltura (ha avuto incarichi nella Coldiretti). Nato e da sempre vissuto a Sant'Angelo, lascia la moglie Adele, le figlie Jessica e Monica e due nipoti; le esequie avranno luogo domani, o alle ore 14,30 nella chiesa parrocchiale di Sant'Angelo, dove stasera, alle ore 20, sarà celebrata una messa dopo il rosario. Bigucci nel 1992 divenne presidente del Circolo Acli di Sant'Angelo, carica che mantenne fino al 2009; sotto la sua presidenza si celebrò con successo, nel 1998, il 50° anniversario del circolo Acli che tanta parte ha avuto nella storia paesana. E' stato anche consigliere e socio della Polisportiva Sidermec-F.lli Vitali' e dal 2000 al 2007 responsabile del settore biliardo boccette; la squadra raggiunse l'apice vincendo il campionato 2006-07 di serie C, come pure un secondo posto al campionato regionale boccette. Fautore di tante iniziative, Bigucci, promosse una mostra su Marco Pantani, di cui era appassionato sostenitore; poi fondò e divenne presidente del «Fans Club Manuel Belletti» (150 tesserati), ciclista professionista di Sant'Angelo. Memorabile l'evento del giugno 2013, presso il campo sportivo antistante la chiesa di Sant'Angelo, dove venne festeggiato Belletti, reduce da un Giro d'Italia pieno di soddisfazioni. Molto legato alla sua famiglia e al suo lavoro, è riuscito però a dedicare allo sport attivo una parte della sua esistenza. Iniziò la sua esperienza sportiva, dalla fine degli anni Settanta per circa sei anni. Dopo molte affermazioni nel ciclocross, passò alle gare su strada e in un anno conseguì sei vittorie, nove secondi posti e tanti piazzamenti. Vinse una Rimini S. Marino (una classica dell'epoca) con una fuga di otto corridori che staccò tutti nel finale. Edoardo Turci Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 10
6 maggio 2019 Pagina 65 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale Panettoni, satelliti e abbigliamento La carica delle cento società benefit MILANO «L' UNICA responsabilità sociale di un' azienda è fare profitti», teorizzava il Nobel per l' economia Milton Friedman. E così è stato. Il mondo è diventato sempre più schiavo della finanza e del profitto fine a se stesso. Manager costantemente affannati sul tapis roulant della corsa all' utile da trasformare in sostanziosi dividendi per gli azionisti. A un certo punto qualcuno ha iniziato ad accorgersi che il nostro mondo è sempre più affollato, inquinato e a corto di risorse. E allora vip, magnati, filantropi, grandi aziende hanno pensato di lavarsi la coscienza (e farsi buona pubblicità) devolvendo un po' della loro ricchezza in 'beneficenza' per il pianeta e la società. Allo stesso tempo, spinte da nobili obiettivi, sono fiorite molte no profit. MA SE INVECE la sostenibilità facesse bene anche ai bilanci delle aziende? Su questo presupposto sono nate le B Corp, le società benefit. Aziende che sviluppano attività economiche che hanno effetti positivi sull' ambiente, sul territorio, sulle persone, sulla comunità. Tutto questo, guadagnando. Si tratta di un movimento globale nato in America, dove le Benefit Corporation sono state introdotte nel 2010, l' equivalente delle Società Benefit italiane nate come forma giuridica nel 2016. Le B Corp però non hanno una forma giuridica specifica, possono essere società benefit o anche no. L' importante è che superino il BIA (Benefit Impact Assessment), lo strumento di misura ideato dall' ente no profit statunitense B Lab che calcola la sostenibilità e l' impatto positivo di un' azienda sull' ambiente, la società e le persone. Sono circa 2.500 nel mondo e oltre 100 in Italia. Non c' è un settore particolare, qualunque azienda può ottenere la certificazione B Corp. Si va dai sistemi satellitari per lo spazio della D-Orbit, ai panettoni della storica pasticceria veneta Filippi, alla design company Nativa fino al noto marchio di abbigliamento Patagonia e ai prodotti cosmetici di Davines. «Tra cinque o dieci anni - assicurano - guardando indietro diremo: questo è stato l' inizio di una rivoluzione perché il paradigma esistente non funziona più. Questo è il futuro». UNA NUOVA forma di capitalismo: aziende che mostrano, in modo assolutamente trasparente, che stanno offrendo un contributo alla società, ora e per molte generazioni a venire. Non le stanno togliendo qualcosa. Aziende migliori per il mondo e per se stesse nel lungo periodo. Per almeno due motivi. Primo: fare il bene del pianeta è un' opportunità di business. Entro il 2030 si stima infatti che il business della sostenibilità varrà 12 mila miliardi di dollari e creerà 380 milioni di nuovi posti di lavoro. Già adesso i fondi sostenibili hanno ottenuto un rendimento medio annuo del 5,7% negli ultimi tre anni Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 11
6 maggio 2019 Pagina 65 Il Resto del Carlino (ed.
6 maggio 2019 Pagina 1 Corriere della Sera volontariato Le pene ai writer Se Il giudice sostituisce i genitori Si è portati a scommettere che le oltre mille ore di lavori socialmente utili assegnate, in seguito a patteggiamento, ai tre ragazzi che per la durata di due anni si sono, per così dire, divertiti a imbrattare con i loro spray le carrozze della metropolitana, a volte perfino quando erano in movimento, abbiano avuto più effetto del risarcimento in denaro (oltre ventimila euro) cui sono stati condannati. Per il semplice motivo che le multe non toccano a loro, ventenni verosimilmente nullatenenti, bensì ai genitori: i quali ora saranno infuriati sì, e forse anche prodighi di punizioni, ma difficilmente davvero educatori visto che l' educazione devono averla trascurata prima, quando i loro figli per due lunghi anni si stavano alacremente allenando nell' arte della sia pur piccola criminalità. In pratica il magistrato sostituisce, insomma, le famiglie con la formula - questa sì, chissà, davvero educatrice - della pena alternativa che stavolta è consistita in lavoro in una struttura per anziani, in altri casi nell' impegno in una della tante Onlus attive in città oppure in assistenza a portatori di handicap oppure ancora in operazioni di pulizia (anche degli stessi imbrattamenti dei «writers», come amano definirsi). E forse sarebbe il caso di ringraziare il giudice per la sua fantasia perché non c' è bisogno di scommettere - essendo cosa abbastanza certa - che queste attività socialmente utili impediscono derive criminali più gravi cui con tutta probabilità porterebbe un periodo di t empo trascorso in carcere. ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 13
6 maggio 2019 Pagina 7 Corriere della Sera volontariato UNA RINASCITA CHIAMATA ROB DE MATT «La soddisfazione più grande? Vedere che i ragazzi hanno trovato la loro strada». I «ragazzi» sono i tirocinanti che arrivano al Rob de Matt con un bagaglio pesante sulle spalle: persone con disagio psichico, una condanna scontata in carcere, migranti in difficoltà. Qui a Dergano, in questo caffè/ristorante/spazio eventi che ha appena compiuto due anni, trovano la possibilità di accantonare quelle ingombranti valigie, rimboccarsi le maniche e imparare un mestiere, o perlomeno reimparare a stare in mezzo alla gente. «Siamo un' associazione di promozione sociale» spiega Francesco Purpura, che gestisce le varie attività insieme a Edoardo Todeschini e Tommaso Berta. «I tirocini variano dai tre ai sei mesi. A volte sono risocializzanti, spesso sono formativi». Oggi delle undici persone che compongono lo staff, sei sono lavoratori e cinque seguono un percorso di questo tipo. C' è Abdel, 48 anni, che si muove tra i fornelli, il 24enne Davide che gira a servire tra i tavoli, Roberto indaffarato in giardino a sistemare le aiuole. Per qualcuno, il tirocinio si è trasformato in un impiego stabile. È il caso di Giada, ragazza dell' Est arrivata al Rob de Matt su segnalazione di una comunità per donne vittime di tratta. «Non aveva esperienze precedenti nella ristorazione - racconta Purpura -, all' inizio aveva difficoltà a relazionarsi coi clienti, a parlare con la gente». Viene seguita, migliora. «Dopo tre mesi le abbiamo prolungato il periodo di stage, poi c' è stata l' opportunità di assumerla con un contratto a tempo determinato, così ha potuto richiedere prendere un permesso di soggiorno». Adesso è caposala e fa da tutor ai nuovi arrivati. «Ecco, questi momenti mi ripagano di tutta la fatica». Perché in via Enrico Annibale Butti, a due passi da viale Jenner, c' è sempre qualcosa da fare tra il bar, il ristorante, il giardino di circa 600 metri quadrati. «Siamo aperti dal martedì alla domenica, dalle dieci all' una di notte». Oltre alla ristorazione lo staff si occupa di eventi, mostre, progetti di scambio con i residenti. «I giovani danno una mano ai meno giovani nella coltivazione degli orti. Il tessuto sociale del quartiere è molto interessante, ultimamente si stanno trasferendo qui tante coppie con bambini piccoli. E anche i clienti hanno particolare attenzione verso la nostra attività». Chi bussa alla porta in cerca di una birra o un piatto caldo sa che in questi spazi si lavora con diversi obiettivi. «C' è chi chiede notizie di un tirocinante che ha finito l' esperienza ed è andato altrove, chi porta pazienza nell' aspettare di essere servito perché sa che il cameriere è alle prime armi». E i «ragazzi» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 14
6 maggio 2019 Pagina 7 Corriere della Sera
6 maggio 2019 Pagina 10 Corriere della Sera volontariato «La mia vernice combatte lo smog e salva il pianeta» «I geni sono come i temporali. Vanno contro il vento, terrorizzano la gente, purificano l' aria». Osava dire Kierkegaard, ribelle dalla sua educazione pietista. Chi è oggi il genio? Non più solo colui che pensa, realizza e fa qualcosa che esula dall' ordinario, ma chi oltre a questo, migliora la vita delle persone e contribuisce alla sopravvivenza del nostro pianeta. Perché di sopravvivenza si parla. L' inquinamento provoca più di un quarto delle malattie e delle morti nel mondo (dati Onu), oltre a compromettere i delicatissimi equilibri atmosferici e sciogliere i ghiacciai. Il «genio» in un contesto di questo tipo, fornisce una soluzione. «Ho iniziato a pensare alla mia idea venti anni fa. Venendo dal settore edilizio, il mio primo scopo era di produrre una vernice senza derivati dal petrolio», racconta Massimo Bernardoni, bolognese, inventore di Airlite. «Nel 2005 sono riuscito a produrre il primo "prototipo" della tintura ecologica» e da lì, è stato tutto in discesa. Cos' è oggi Airlite? Una vernice, brevettata, da interni e da esterni, con alcune peculiari caratteristiche rispetto alle tinture tradizionali: oltre a essere totalmente ecologica, è in grado di eliminare quasi ogni batterio presente nell' aria (fino al 99%), ridurre gli agenti inquinanti come l' ossido di azoto (NOx) rendendo l' aria più pulita, abbassare efficacemente la quantità di calore solare assorbita dagli edifici (con un taglio dei costi energetici fino al 50%), dissolvere i legami tra le molecole degli odori, riducendoli, e impedire alle muffe e allo sporco di depositarsi sulle pareti. «Airlite è un semi conduttore che utilizza la luce per trasformare gli inquinanti in molecole di sale a base di calcio, non fa altro che toglierli dall' aria e fissarli sulla parete», spiega il suo inventore. In pratica è una vernice in polvere, inodore, a cui, aggiungendo dell' acqua contenente biossido di titanio in grado di attivarsi a contatto con la luce (sia naturale che artificiale), trasforma agenti inquinanti come ossidi di azoto e zolfo, benzene, formaldeide e monossido di carbonio in molecole di sale, eliminandoli dall' aria che respiriamo. Un' innovazione tecnologica in un prodotto comune. È sufficiente pensare che 100 mq di edificio con tintura Airlite equivalgono a un bosco di altrettanti ettari in termini di pulizia dell' aria. «Molti mi hanno deriso: nei primi anni Duemila, quando studiavo e presentavo i primi prototipi, paragonavano il mio prodotto al tubo Tucker [per chi non lo ricordasse, una truffa milionaria basata su un dispositivo che avrebbe dovuto ridurre notevolmente i consumi energetici e le emissioni inquinanti delle caldaie, ndr ] ma non li biasimo, anche io all' inizio facevo fatica a crederci». Di sfide, Massimo, co-fondatore insieme Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 16
6 maggio 2019 Pagina 10 Corriere della Sera
6 maggio 2019 Pagina 24 Corriere della Sera volontariato Viaggio nella Calabria in cerca di riscatto Storie e personaggi del Terzo settore che in due anni è cresciuto del 5,6% «A ncora oggi non ho capito cosa fa un prete», ripete spesso il prete Giacomo Panizza: forse perché se uno decide di farlo in Calabria - come questo bresciano che 43 anni fa ci andò apposta, quasi prima che a dir messa, per fondare la sua comunità Progetto Sud - di roba da fare ce n' è così tanta che non è facile scegliere. Eppure proprio qui, dove la 'ndrangheta resta tuttora fortissima e la disoccupazione è il triplo della media europea, proprio qui è importante raccontare l' opera e la testimonianza degli «altri modelli». Gente come don Giacomo, l' ex metalmeccanico che dopo un avvio dedicato a disabili e disagiati fu il primo a denunciare i clan a Lamezia Terme e proprio in uno stabile sequestrato alle 'ndrine fissò uno dei suoi centri di riabilitazione. Ma anche gente come Santo Vazzano, presidente del consorzio Jobel di Crotone che si occupa di soggetti deboli nelle forme più disparate; come Vincenzo Linarello che con la cooperativa sociale Goel sta dando lavoro a un pezzo sempre più esteso di Locride; come suor Michela Marchetti che con l' altra cooperativa Noemi evoca l' immagine del telaio e della necessità di «tessere reti» contro le «trame»; e Mario Nasone che a Reggio Calabria da una parte coordina il lavoro di Libera contro le mafie e dall' altra porta avanti quello avviato da don Italo Calabrò con il Centro comunitario Agape. E ancora: presenze come quella di un sindaco che a San Lorenzo Bellizzi, in provincia di Cosenza, riesce a tagliare le tasse grazie ai pannelli fotovoltaici; o la neuroscienziata Amalia Bruni che qui e non altrove conduce le sue innovative ricerche sull' Alzheimer; o le stesse montagne della Sila o dell' Aspromonte, per decenni abituate a essere materia di cronaca solo accanto alla parola «sequestri», ora parchi naturali con un futuro tutto da progettare. Ecco, è per raccontare (anche) questa parte di Calabria che Buone Notizie - l' inserto settimanale del Corriere in edicola gratis domani come ogni martedì con il quotidiano - ha scelto Lamezia Terme come terza tappa del viaggio iniziato due mesi fa attraverso l' Italia del bene: tappa organizzata in collaborazione con i Centri servizi volontariato d e l l a C a l a b r i a , F o n d a z i o n e C o n i l S u d e Confcooperative. A parlarne domani, a partire dalle 18 nella Sala Napolitano del Palazzo municipale, saranno diversi dei personaggi fin qui nominati, da don Panizza alla professoressa Bruni, da Nasone a Vazzano. E altri Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 18
6 maggio 2019 Pagina 24 Corriere della Sera
6 maggio 2019 Pagina 4 Il Sole 24 Ore volontariato IL RAPPORTO DELL' ISTITUTO TONIOLO CARENZA EDUCATIVA, QUELLA GABBIA CHE PASSA DAI GENITORI AI FIGLI I giovani non impiegati né nello studio né nel lavoro (Neet) in Italia sono 3,3 milioni e hanno un costo annuale di 32 miliardi. Per numero assoluto, è la platea più vasta tra i Paesi della Ue. Il gruppo più fragile, all' interno di questa schiera di ragazzi, è rappresentato da 580mila persone fra 18 e 24 anni che non hanno né un diploma, né una qualifica professionale. Nel linguaggio delle statistiche europee si chiamano early school leavers (Esl): in pratica sono coloro che sono usciti dal circuito scolastico senza avere acquisito una qualifica o un diploma. Sette su dieci hanno una carriera scolastica in linea con quella del padre e della madre. L' indicazione emerge dal Rapporto Giovani 2019 dell' Istituto Giuseppe Toniolo. Dai dati dell' edizione 2019 del rapporto sui giovani dell' Istituto Giuseppe Toniolo emerge la forte incidenza del capitale culturale della famiglie di origine sulla carriera scolastica dei giovani. In pratica, la scuola in questi anni non è riuscita a compensare il gap di dotazione culturale delle famiglie. Il rischio è quello che la spirale della povertà educativa si perpetui dai padri ai figli, traducendosi per i giovani in un rischio di marginalità lavorativa e sociale. Nel 2012, il 78% dei giovani non diplomati fra 18 e 30 anni aveva un padre (e una madre) con titolo di studio inferiore al diploma o alla qualifica. Questa percentuale è passata al 68% nel 2016. Tra l' altro, mentre un tempo, soprattutto in alcune regioni, l' abbandono degli studi era legato a un ingresso precoce nel lavoro, quindi si lasciava la scuola perché c' era la possibilità di un impiego, questa possibilità si è assottigliata, negli anni, per i giovani senza diploma. Tra il 2012 e il 2016 il livello di inserimento lavorativo dei giovani senza un titolo secondario superiore si è sensibilmente ridotto: nel 2016 risultava occupato il 42,5%, contro il 59,5% del 2012 (si veda il grafico a fianco). La diffusione del fenomeno dei Neet aumenta tra i giovani senza diploma, anche se un titolo di studio più elevato non è un fattore di protezione decisivo. Per coloro che trovano un lavoro, poi, avere un titolo di studio più basso espone al rischio di forme contrattuali più irregolari e meno retribuite. Il lavoro informale ha un' incidenza maggiore tra i giovani non diplomati: quasi uno su cinque di quelli intervistati nell' ambito del Rapporto dichiara di svolgere un lavoro subordinato regolato solo da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 20
6 maggio 2019 Pagina 4 Il Sole 24 Ore
6 maggio 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore volontariato focus sui settori Allo sport il contributo destinato dai più ricchi È quello sportivo il 5 per mille che vale di più. L' importo medio più alto, assegnato per ciascuna scelta espressa dai contribuenti, è quello che va alle associazioni sportive dilettantistiche: ben 109,76 euro contro i 29,5 del contributo medio registrato in tutti i settori beneficiari. Eppure, alla galassia di circa 9.200 Asd che svolgono «una rilevante attività di interesse sociale» vanno meno di 450mila opzioni di italiani che destinano la loro quota del 5 per mille in dichiarazione dei redditi ad associazioni specifiche o al settore in generale (sono circa 62mila le scelte generiche, cioè senza l' indicazione del codice fiscale di un ente). Un esiguo popolo di sostenitori, quello dello sport dilettantistico, rispetto ai 10,3 milioni di contribuenti che scelgono il volontariato oppure ai quasi tre milioni che optano per la ricerca scientifica e sanitaria. A determinare un valore medio così elevato, quindi, è la base reddituale di riferimento, che determina l' ammontare del contributo calcolato sull' Irpef dovuta: i donatori dello sport, in sintesi, sono mediamente più ricchi (quasi tre volte di più) degli altri. Nel 2008, primo anno in cui le associazioni sportive dilettantistiche hanno debuttato tra i beneficiari del 5 per mille, si contavano appena 2.107 realtà negli elenchi degli ammessi. Il numero dei candidati al contributo è lievitato negli anni così come le scelte a loro destinate (+231%). Tra le associazioni sportive che in questi anni hanno incassato di più dal 5 per mille c' è la Falcone di Napoli, iscritta tra gli elenchi dei beneficiari dal 2015, che in tre anni ha ricevuto circa 278mila euro. A seguire si incontra il Centro Schuster di Milano, che dal 2015 però non è più presente negli elenchi dei beneficiari, e l' As.So.Ri di Foggia, che opera nel campo della disabilità dal 1981. Più di un terzo degli importi assegnati al settore, infine, viene distribuito tra associazioni sportive dilettantistiche con sede a Milano, in tutto ben 455 associazioni (il 5% del totale circa). Tra le curiosità, il 5 per mille "sportivo" più ricco va alla Cremona sportiva atletica Arvedi che nel 2017 ha conquistato sei facoltosi contribuenti per un valore medio pari a 4.167 euro di ciascuna scelta espressa e un ammontare assegnato all' associazione di circa 25mila euro. Subito dopo si posiziona la marchigiana Junior Jesina Libertas, il cui presidente onorario è Aldo Mancini, padre dell' attuale allenatore della Nazionale di calcio italiana: l' associazione sportiva dilettantistica ha ricevuto in media oltre 2.575 euro per ciascuna delle otto opzioni espresse a suo favore tramite le dichiarazioni dei redditi 2018. A volte basta un solo donatore di spicco per incidere in modo considerevole sul valore medio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 22
6 maggio 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore
6 maggio 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore volontariato Fisco e solidarietà. Le scelte di 16,5 milioni di contribuentia favore di terzo settore, ricerca e Comuni hanno portatonel 2017 a superare il tetto massimo di spesa di 500 milioni Tornano i tagli al cinque per mille: 9 milioni in meno Dopo tre anni di contributo "pieno", tornano i tagli al cinque per mille dell' Irpef. Per il 2017 (ultimo anno per il quale è stata fatta la ripartizione dei fondi), la sforbiciata vale nove milioni. Le scelte espresse da 16,5 milioni di contribuenti con la dichiarazione dei redditi dello scorso anno a favore del terzo settore, della ricerca e dei Comuni hanno portato a superare il tetto massimo di spesa fissato - a partire dal 2015 - a 500 milioni. L' importo da attribuire ai beneficiari in base alle opzioni degli italiani riferite al 2017 sarebbe stato di 509 milioni di euro. L' amministrazione finanziaria, però, come confermato al Sole 24 Ore del Lunedì da fonti del ministero dell' Economia, ha dovuto ridurre gli importi da attribuire agli enti dell' 1,9%, proprio per rispettare il limite di spesa massima. Sono stati così ripartiti 495,8 milioni agli enti ammessi, e sono stati accantonati 4,15 milioni per gli enti esclusi dalla ripartizione (che possono fare ricorso contro l' esclusione ed eventualmente essere riammessi). Il taglio è stato applicato ai fondi disponibili per ciascun settore ("volontariato", ricerca scientifica e università, ricerca sanitaria, attività sociali svolte dai Comuni, associazioni sportive dilettantistiche, tutela dei beni culturali) e, in uguale misura, sia sul fondo relativo alle scelte dirette a favore degli enti (espresse indicando il codice fiscale specifico di una organizzazione), sia su quello relativo alle scelte generiche (espresse con la sola firma in dichiarazione nel riquadro corrispondente a un settore). Le precedenti decurtazioni Negli anni scorsi il cinque per mille aveva già subìto dei tagli per rispettare i tetti di spesa stabiliti di volta in volta con le leggi di Bilancio; tagli che, in alcuni casi, sono stati molto consistenti, fino ad arrivare nel 2013 al 20% del contributo. Dal 2009 al 2014, gli enti beneficiari hanno subìto una decurtazione delle risorse, rispetto a quanto attribuito loro dai contribuenti, di ben 501 milioni di euro. Anche per questo, a partire dal 2015 il tetto massimo di spesa era stato innalzato a 500 milioni annui (dalla legge 190/2014, articolo 1, comma 154, che ha anche stabilizzato l' istituto del cinque per mille). L' Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), che per il 2017 ha ottenuto 64,4 milioni di euro ed è da anni in testa alla classifica dei beneficiari, senza il taglio avrebbe ottenuto oltre un milione in più. Nel 2013 aveva subìto una decurtazione del contributo di 11 milioni di euro. «Dispiace che il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 24
6 maggio 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore
6 maggio 2019 Pagina 10 Il Sole 24 Ore volontariato Lexellent investe nel terzo settore Lexellent investe nel terzo settore avviando un dipartimento dedicato grazie all'ingresso di Marco Chiesara, nuovo equity partner dello studio, e dell'avvocato Valentina Messana. Il giuslavorista è stato responsabile del dipartimento di diritto del lavoro in Crea Avvocati Associati e, dal 2007, presidente di WeWorld Onlus. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 26
6 maggio 2019 Pagina 11 Il Sole 24 Ore volontariato Terzo settore, lo statutova adeguato entro il 2 agosto Per poter essere iscritta al Registro unico del Terzo settore, un' associazione culturale non riconosciuta entro quando deve adeguare il proprio statuto? La data del 3 agosto 2019, infatti, sembra riguardare solo Onlus, A p s (associazioni di promozione sociale) e Odv (organizzazioni di volontariato). Inoltre, da quando sarà possibile fruire del nuovo regime fiscale previsto per gli Ets (enti del Terzo settore)? Che succede se un' associazione culturale non adegua il proprio statuto e non si iscrive al Registro unico? F.C.PISTOIA Il codice del Terzo settore h a istituito un regime speciale per i soggetti che decidono autonomamente di parteciparvi, iscrivendosi all' istituendo Registro unico del Terzo settore; ma al contempo ha lasciato inalterata la disciplina per quei soggetti che non intendono entrare nel Terzo settore. Nel caso in cui non si voglia entrare a far parte di tale ambito, si perderanno le agevolazioni connesse alla legge 398/91 e all' articolo 148 del Tuir (Dpr 917/86); e nel caso si richieda il riconoscimento, continueranno a esistere i registri delle persone giuridiche private tenuti presso le Prefetture o le Regioni, a seconda della competenza e delle attività svolte. Per i soggetti che intendono rimanere associazioni non riconosciute, si applicheranno le norme del Codice civile, libro primo. Per quanto riguarda Odv (organizzazioni di volontariato), Aps (associazioni di promozione sociale) e Onlus, queste potranno adeguare gli statuti per l' ingresso nel Terzo settore e l' iscrizione nel Registro unico entro la data del 2 agosto 2019. Tali adeguamenti statutari potranno essere effettuati con modalità semplificata (assemblea ordinaria), in base all' articolo 101, comma 2, del Codice del Terzo settore (Dlgs 117/2017). I soggetti diversi da quelli appena indicati dovranno provvedere a modificare gli statuti, senza poter adottare le modalità semplificate. Ai fini fiscali - mentre le disposizioni di cui agli articoli 77, 78, 81, 82, 83 e 84, comma 2, 85, comma 7 e dell' articolo 102, comma 1, lettere e, f, g, del Codice del Terzo settore si applicano in via transitoria a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017 per le Odv, le Aps e le Onlus - per tutti gli altri soggetti il nuovo regime fiscale previsto per gli Ets entrerà in vigore con il Registro unico del Terzo settore, subordinatamente all' autorizzazione della Commissione europea di cui al citato articolo 101, comma 10. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 27
6 maggio 2019 Pagina 11 Il Sole 24 Ore volontariato Onlus non iscritta al Registro:patrimonio da devolvere Le Onlus che decidono di non iscriversi al Registro unico nazionale degli enti del Terzo settore (e quindi di non aderire al Codice del Terzo settore) hanno l' obbligo di devolvere il proprio patrimonio a un altro ente o a fini di pubblica utilità, pur non configurandosi un' ipotesi di scioglimento dell' associazione? Con l' abrogazione del Dlgs 460/1997 sarà possibile continuare l' attività mantenendo la qualifica di associazione (riconosciuta o non), disciplinata dal Codice civile e ai fini fiscali dal Testo unico delle imposte sui redditi, senza dover devolvere il patrimonio? F.M.PISA Considerato che la qualifica di Onlus, che viene meno a seguito dell' abrogazione della relativa disciplina, trova una sua ordinata continuità nella qualifica di Ets iscritto nel Registro del Terzo settore, in mancanza di iscrizione al Registro, il soggetto associativo non avrà più diritto alle agevolazioni fiscali precedentemente in vigore e continuerà la sua attività disciplinato dalle norme del Codice civile e dalle norme sugli enti commerciali che non sono state abrogate. Infine, in caso di mancata iscrizione al Registro, la perdita della qualifica di Onlus (conseguente all' abrogazione del relativo regime) determinerà l' obbligo di devoluzione del patrimonio a fini di pubblica utilità. A tale conclusione si arriva tenendo conto della previsione dell' articolo 10, comma 1, lettera f, del Dlgs 460/97 che, parlando di scioglimento dell' ente, presuppone la perdita della qualifica di Onlus. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 28
6 maggio 2019 Pagina 206 Italia Oggi Sette volontariato Giustizia riparativa minorile, un progetto al via nel Triveneto Una stretta di mano Accompagnamento alla mediazione penale Si chiama «Una stretta di mano» il progetto di giustizia riparativa minorile del Cnca - Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza gestito dalla «Casa San Benedetto -Istituto Don Calabria di Verona», opera sociale, educativa e sanitaria promossa dalla Congregazione Poveri Servi della Divina Provvidenza, in collaborazione con il Ministero della Giustizia - Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità. Il progetto di cui è partner Cittadinanzattiva, è nato per sviluppare un approccio riparativo alla giustizia in ambito penale in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino, individuando strategie, modalità e strumenti innovativi di mediazione, di riparazione e di assistenza alla vittima del reato e di responsabilizzazione degli autori attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. Il fine è quello di creare una rete territoriale e spazi di informazione e di ascolto che accompagnino entrambe le parti verso un percorso di mediazione che punti a una nuova responsabilizzazione del minore nei confronti della vittima del reato commesso. Il progetto si svolgerà nel territorio del Triveneto, già da tempo impegnato in una diffusa attività di mediazione e progetti o esperimenti di giustizia riparativa, con il coinvolgimento di diverse associazioni e amministrazioni. La rete istituzionale è costituita dall' Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione penale esterna per il Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, dal Centro di giustizia riparativa della Regione Autonoma Trentino Alto Adige e dal Centro per la Giustizia Minorile per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano, soggetto capofila. IL CONTESTO I fondamenti del modello riparativo sono il riconoscimento della vittima - la parte lesa deve potersi sentire riparata nella sua dignità - e l' autoresponsabilizzazione del reo. Il minore soggetto di reato deve essere consenziente e su di lui va costruito un percorso mirato che dovrebbe portarlo a rielaborare il conflitto e i motivi che lo hanno causato, riconoscendo la propria responsabilità e avvertendo la necessità di ripararlo. La comunità va coinvolta nel processo di riparazione nel doppio ruolo di destinataria delle politiche di riparazione e di attore sociale nel percorso fondato sull' azione riparativa da parte del reo. GLI OBIETTIVI Il progetto vuole avviare e realizzare percorsi di mediazione penale rivolgendo l' attenzione al reo e soprattutto alla vittima, creando spazi di informazione e di ascolto che accompagnino Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 29
6 maggio 2019 Pagina 206 Italia Oggi Sette
6 maggio 2019 Pagina 3 La Repubblica volontariato L' emergenza Assistenza ai migranti negata a rischio 1.860 posti di lavoro A casa in 65 della Croce Rossa. La denuncia del terzo settore: "La piaga sono i tagli ai fondi per ogni rifugiato" Integrazione negata per i migranti. E posti di lavoro a rischio per chi li assiste. Il taglio dei fondi previsto dai nuovi bandi del ministero dell' Interno per la gestione dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, rischia di mandare per strada centinaia di migranti che si trovano a Roma in attesa di essere regolarizzati e integrati: una scure che si intreccia con i problemi cronici della città. A Roma emergenza abitativa, precariato e gap assistenziale formano un esercito di 16mila invisibili, senza casa e a rischio indigenza: con i tagli di Salvini aumenteranno. L' allarme viene da Caritas e dal Forum terzo settore. I fondi passano da 35 a 21 euro: insufficienti per garantire servizi come lezioni di italiano, assistenza psicologica e sociale, mediazione culturale. E la maggior parte delle cooperative e associazioni che gestiscono i Cas, che a Roma non sono più di 50, non ha partecipato ai bandi: impossibile garantire i servizi con una diaria di 21 euro per migrante. «Così i Cas - accusa Francesca Danese portavoce del Forum terzo settore - diventano " bed and breakfast" » . Al momento molti migranti sono senza posto letto. Secondo la Caritas, su un fabbisogno di 3.970 posti indicati dal Viminale per quest' anno a Roma, al momento ne sono garantiti poco più di 1.800 a causa delle scarse partecipazioni al bando. Ne mancano quasi duemila: che fine faranno i migranti senza casa? Il rischio è che vadano a ingrossare l' esercito dei 16mila invisibili. Ma il problema dei Cas parte da lontano: istituiti dal Viminale nel 2015 come misura di emergenza, sono diventati strutture fisse. Spesso si trovano in provincia, in appartamenti, alberghi, campeggi, in convenzione con la prefettura, ma senza una mappatura precisa: cambiano di anno in anno. Ospitano migranti in cerca di asilo e protezione. Tutti in attesa delle commissioni del ministero. In pratica, i Cas sono un limbo: chi ottiene l' agognato permesso va nelle strutture ex Sprar, ultima tappa prima di ( provare a) farsi una vita in Italia. In questo sistema è facile speculare e infilarsi con prestanome e strutture fantasma, ma ora i tagli di Salvini mettono in luce un altro problema. Che fine faranno i dipendenti delle cooperative come docenti di italiano, psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali? La Croce Rossa, che a Roma gestisce 5 Cas, ha già comunicato che dovrà licenziare 65 persone, figuriamoci le cooperative più piccole. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 31
6 maggio 2019 Pagina 3 La Repubblica
6 maggio 2019 Pagina 3 La Repubblica volontariato Intervista Il direttore della Caritas "Così creiamo fantasmi" Don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma. Cooperative e migranti: qualcuno direbbe che è finita la mangiatoia. «Sono baggianate, è sprezzante. È un processo di guerra diretta e indiretta al terzo settore. Mi addolora il fatto che lo Stato, invece di essere capofila per integrare e fare solidarietà per gli ultimi e i migranti, con rispetto e riconoscenza per il terzo settore, ha invece abbandonato la concertazione sociale. E questo provoca tristezza. I costi sociali di questo atteggiamento sono molto più alti dei famosi 35 euro che c' erano per i Cas. Così non si crea sicurezza sociale. Non poter fare corsi di italiano significa tappare la bocca a queste persone, rallentare la loro integrazione, altro che sicurezza». A Roma il caso Cas si intreccia con i problemi di emergenza abitativa e precariato? «Sarà molto più difficile recuperare una persona costretta a dormire per strada. E a Roma ce ne sono sempre di più. Servono percorsi per integrare queste persone, altrimenti che faranno una volta che escono dai Cas? Vanno per strada e diventano fantasmi». Chi è favorito dai tagli ai Cas e ai servizi sociali? «Chi voleva fare affari e speculare ci rientra sia con 35 che con 21 euro. Bisogna solo avere strutture molto grandi. I costi sono troppo alti, con i 35 euro ci si barcamenava. Credo che la prefettura dovrà riorganizzarsi e chiedere posti in più a chi si è presentato ai bandi. Ma dal punto di vista è un dramma sociale». Vuole dare un messaggio al nuovo prefetto di Roma e al governo? «Faccio un appello ad aiutare il terzo settore e a fare un tavolo di concertazione. Le decisioni verticistiche non aiutano le persone e chi si dedica a umanizzare la società non può essere trattato in questo modo. E gli operatori sociali come psicologi e docenti potrebbero essere impiegati come navigator. Si stanno rendendo le periferie ancora più instabili. Il danno è enorme, lo vedremo nei prossimi anni». - sal. g. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sacerdote Don Benoni Ambarus. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 33
6 maggio 2019 Pagina 3 La Repubblica volontariato Commento IL PANE E LE PAROLE LA CULTURA SERVE ALL' INTEGRAZIONE Itagli del governo ai fondi destinati agli immigrati, da 35 euro a 20, hanno fatto desistere le principali associazioni che si occupano proprio dell' inserimento nella nostra società di chi arriva da lontano. Croce Rossa, Auxilium e altre onlus perderanno molti posti di lavoro, italiani che si ritroveranno a spasso, e gli immigrati non avranno più un sostegno decente. Non avranno, soprattutto, quell' assistenza culturale che poteva permettere molti passi avanti. Magari un tozzo di pane e un tetto ci saranno ancora. continua a pagina III segue dalla prima di cronaca Ma svaniranno i corsi di lingua, di storia, di cultura italiana. Questo significa che rimarranno marziani nel nostro pianeta, incapaci di esprimersi, di comprendere e di comunicare, di ambientarsi al meglio nel nostro tessuto sociale. Io che insegno in una scuola di periferia, dove la presenza dei neoitaliani è massiccia, capisco perfettamente quanto sia decisiva la conoscenza della lingua: i miei studenti egiziani, kossovari, rumeni in breve tempo, meno di un anno, a volte solo qualche mese, imparano a parlare in italiano, e iniziano ad apprendere la nostra storia, che in breve diventa anche la loro. Tutto passa attraverso la comunicazione linguistica, ci sono anche corsi pomeridiani per agevolare e accelerare lo studio, e i risultati sono evidenti, incoraggianti, positivi. Chi arriva nel nostro paese all' inizio fa una fatica tremenda a connettersi con gli altri, proprio perché gli mancano le parole: arranca, ma ogni giorno impara qualcosa, e una certa tristezza dovuta proprio al silenzio si trasforma in fretta in una fiducia nuova, in un discorso che va e viene e crea legami, amicizie, scambi. Chi non può parlare perché non conosce la lingua è inevitabilmente emarginato, s' aggrappa a poche parole di pura sopravvivenza, rimane escluso da ogni possibilità di partecipazione. Serve il pane, ma servono anche le parole, perché è dalle parole che nasce e cresce il futuro. Quante volte abbiamo ascoltato i nostri emigrati negli Stati Uniti esprimersi in un italiano zoppicante: questo accade perché la loro lingua ormai è un' altra, quella che gli ha permesso di far parte attiva di una storia nuova. Se non avessero appreso l' inglese, cosa sarebbe stato di loro? Sarebbero rimasti dei corpi estranei, degli ospiti muti e disoccupati. E invece sono diventati meravigliosi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 34
6 maggio 2019 Pagina 3 La Repubblica
6 maggio 2019 Pagina 8 La Repubblica volontariato L' ex sindaco amico dei migranti e il magistrato di sinistra che lo ha fatto arrestare: un giudizio che come quelli a Don Milani, Pasolini e Tortora dividerà il Paese L' 11 giugno Mimmo Lucano si troverà in aula di fronte al procuratore D' Alessio. "Lo convincerò che sono innocente", dice. E l' altro: " La sua idea di accoglienza è anche la mia, ma vado avanti" Riace, dove l' Italia processa se stessa reggio calabria Mimì, Mi', Mimmo Lucano dice che si sente «umiliato e sfinito» perché ogni notte il suo giudice lo tiene sveglio, e più volte ci confessa che vorrebbe dedicare proprio a lui, al procuratore di Locri, un gesto... « estremamente estremo, con l' acceso furore della verità». Pochi chilometri più in là, il giudice Luigi D' Alessio dice che, la notte, lo tiene sveglio la paura che questo suo processo non sia più a Lucano, ai suoi presunti reati, ma a un' idea di accoglienza « che è anche la mia » . Si può essere al tempo stesso l' implacabile accusatore di Lucano e l' inquieto difensore delle sue idee? Il giudice e l' imputato, D' Alessio e Lucano, sembrano, anzi sono Eteocle e Polinice, i bronzi di Riace, con quel molto che unisce e quel moltissimo che divide le due statue. Sono insomma transumati dal bronzo alla carne i fratelli guerrieri della mitologia e sono arrivati al duello finale che lo scultore 2500 anni fa "congelò" nei nervi in fuga, negli occhi d' avorio e nei denti d' argento, nell' eccesso di vita che è resistito agli eccessi del mare e dal 16 agosto del 1972 commuove il mondo. Appuntamento in tribunale Lo scontro comincerà l' 11 giugno, presidente Fulvio Accurso, che viene dalla corte d' appello di Reggio e ha fama di garantista, e a latere due donne, Cristina Foti, di prima nomina, e Anita Carughi, con fama di dura. « Ma lì, quel processo sarà anche alla Procura e certamente alla prefettura di Reggio», concordano i tanti giudici calabresi che in questi giorni abbiamo visto o sentito, tutti con la promessa dell' anonimato « voi capite, spero » . È questa l' abitudine dei magistrati italiani: parlano con i giornalisti ma off the records, come i Mandarini, come i Porporati. Comunque il giudizio è unanime: D' Alessio non è uomo da lasciarsi comandare dalla destra di Salvini, anche se tutti notano la sproporzione delle misure contro Lucano, specie dopo il ridimensionamento, prima del Gip e poi della Cassazione, delle accuse iniziali. Perché dunque l' accanimento? Esiste il peccato di esagerazione? Dante punisce gli eccessivi ( incontinenti) nel basso Inferno, ma fuori dalla terribile città di Dite con le mura di ferro perché, gli spiega Virgilio, è il peccato che " men Dio offende". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 36
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