UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
            FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
             FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
    CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

IL CICLISMO E LA MORSA DEL DOPING

            Da Coppi all’Operación Puerto

 storie di scandali in un mondo malato al suo interno

Relatore: Prof. Raffaele Fiengo

                     Laureando: Antonio Massariolo
                                             537010/SC

               Anno Accademico 2007/2008
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
INDICE
1. Introduzione                                   Pag.   3

2. Doping nel ciclismo                                   4

3. L’Operación Puerto
   3.1      Che cos’è? (breve descrizione)               30
   3.2      I protagonisti:                              31
                   Eufemiano Fuentes
                   Manolo Saniz
                   Ignacio Labarta
                   Josè Luis Merino
                   Alberto Leon
   3.3      Tutte le date                                34
   3.4      I documenti e le intercettazioni             37
   3.5      I corridori coinvolti                        44
   3.6      Altri nomi                                   53
   3.7      Medicine più usate                           55
   3.8      Tre diversi trattamenti:                     63
                              Il caso spagnolo;
                              Il caso tedesco;
                              Il caso italiano;
   3.9      Il caso Caruso                               66

4. Il ciclismo avrà un futuro?                           73

5. Bibliografia e link                                   78

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1.Introduzione
Lo sport sotto molti punti di vista può essere considerato la metafora
della vita. Il ciclismo in particolare lo è. E’ lo sport che più ti insegna a
diventare una persona forte. Nel ciclismo non bisogna mollare mai,
tenere sempre duro anche quando molleresti tutto.
Il ciclismo è lo sport nazional-popolare per antonomasia, sarà perché i
ciclisti ti passano vicino e tu non devi pagare per stargli accanto, o
perché   in   loro   riconosci la fatica vera,    il sacrificio,   il sudore
nell’affrontare uno sforzo disumano nello scalare delle salite che solo a
vederle fanno paura. Pantani stesso diceva: “vado forte in salita per
abbreviare la mia agonia”.
I ciclisti, in tutte le epoche, sono sempre stati considerati degli eroi.
Fare il ciclista non è facile, richiede moltissimi sacrifici. Allenarsi anche
10 ore al giorno in bici, sia con 40° che sotto tremendi temporali, non
è cosa semplice per nessuno, né per campioni né per i gregari. Proprio
i gregari sono la pagina più bella romantica che possa essere scritta su
questo sport. Come disse Pier Bergonzi su La Gazzetta dello Sport, “il
ciclismo senza i gregari sarebbe uno sport dimezzato. Sarebbe come
se al jazz togliessero i sax”. I gregari sono coloro che hanno fatto del
ciclismo lo sport più vicino ad un mestiere. Gente che ha scelto di
allenarsi anche dieci ore al giorno, sotto qualsiasi temporale, non per
vincere ma per far vincere. Nel ciclismo anche chi arriva ultimo merita
un applauso, tanto che fino a pochi anni fa esisteva proprio un premio
per l’ultimo classificato nei “grandi giri”.
Questo sport come abbiamo visto comporta enormi sacrifici e, come
disse Guillaume Prebois, giornalista francese che per dimostrare la
possibilità di fare del ciclismo “pulito” si allenò duramente e percorse i
tre “grandi giri” un giorno prima della corsa ufficiale, “la tentazione ad
imbrogliare ed aiutarsi con delle sostanze proibite viene”.
La storia del ciclismo infatti è costellata di campioni, o presunti tali,
che hanno vinto corse importantissime come Tour de France o Giro
d’Italia, per poi essere scoperti dopati.

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Come vedremo in seguito già ai tempi di Coppi era “normale”
assumere sostanze proibite per migliorare le proprie prestazioni.
Lo scopo di questa tesi non è quello di sparare a zero sul ciclismo, ma
mettere in luce le difficoltà che ha nel fare chiarezza sulle questioni più
“nere” di questo sport. Il ciclismo è ancora un mondo in cui c’è troppa
omertà, basti considerare i ciclisti che veramente hanno confessato
tutte le loro colpe. Purtroppo in questo ambiente sono presenti troppe
persone che, pur essendo state imputate per doping, continuano a
lavorare anche ad alti livelli in questo mondo, sia tra i medici, che tra i
massaggiatori, che soprattutto tra direttori sportivi.
Un altro problema fondamentale è che, come vedremo in seguito,
esiste un diverso trattamento tra le varie federazioni. Questo è
imputabile al fatto che non in tutti gli stati il doping è considerato
reato. Facendo un esempio che vedremo dettagliatamente in seguito,
in Italia i due corridori implicati nell’Operación Puerto sono stati
condannati a due anni, mentre in Spagna, poichè il doping non era
considerato reato, i diversi ciclisti implicati nello stesso scandalo non
ebbero alcuna sanzione.

2. Doping nel ciclismo
Storicamente l’uso di farmaci o prodotti dopanti nello sport ha sempre
fatto parte del gioco. La storia del doping, cioè il tentativo di
modificare le prestazioni atletiche con mezzi illeciti, iniziò moltissimi
anni fa. Quando ancora non esisteva la chimica, infatti, per migliorare
la propria condizione atletica venivano impiegate sostanze di origine
naturale. Gli antichi atleti greci, ad esempio, si predisponevano alle
gare con diete ad alto contenuto proteico e funghi allucinogeni. Si
sospetta che pure i gladiatori romani abbiano potuto usare degli
stimolanti. Ma è a partire dal XIX secolo, con i progressi scientifici e
l’apparire sulla scena di una nuova categoria di atleti professionisti, che
i farmaci sono diventati sempre di più parte di una strategia

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competitiva praticata da tutti o quasi. Un notevole incremento di atleti
    che assumevano sostanze proibite venne registrato nel secondo
    dopoguerra, quando la consuetudine di assumere amfetamine passò
    dai militari allora impegnati nella guerra agli atleti.
    Fu proprio a partire dagli anni ’50 che la pratica del doping iniziò a
    diffondersi pericolosamente nel mondo del ciclismo.
    Fin dai tempi di Coppi e Bartali, infatti, questi atleti hanno fatto uso di
    sostanze alteranti. Lo stesso campionissimo ammise pubblicamente in
    un’intervista televisiva che non si poteva fare ciclismo senza prendere
    l’allora denominata ”bomba”.
    Fu però negli anni ’60 che il problema del doping in questo sport
    spuntò agli occhi del grande pubblico. Durante la 13a tappa del Tour
    de France del 1967, infatti, in una giornata eccezionalmente calda, il
    britannico Tommy Simpson collassò in diretta televisiva durante
    l’ascesa del Mont Ventoux. La sua morte fu causata da un mix di
    amfetamine ed alcool e fu una delle prime morti pubbliche causate
    dall’assunzione di sostanze proibite.
    Nel ciclismo la serie di morti “sospette” è lunghissima.
    Ancora oggi questo sport dai contenuti romantici ed eroici è sotto la
    morsa del doping. Vediamo di seguito i maggiori casi nella storia di
    questo sport.

    1896-1904:

•   Arthur Linton, corridore gallese, morì a soli 24 anni pochi giorni dopo
    aver corso la Bordeaux-Parigi.
•   Jimmy Micheal, anch’esso corridore gallese e campione del mondo di
    ciclismo, morì a 27 anni in preda a deliri tremendi in viaggio verso New
    York.
    Entrambi i ciclisti erano allenati dal noto Choppy Warburton, il cui
    successo venne più volte messo in discussione in quanto era spesso
    accusato di drogare i propri corridori.

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1911:

•   Paul Duboc, ciclista francese, collassò sui Pirenei dopo aver bevuto da
    una bottiglia consegnatagli dal team manager avversario.

    1924:

•   Ci fu il primo vero scandalo di doping. I fratelli Henri, Francis e Charles
    Pellissier infatti, abbandonarono il Tour de France, dopo aver ammesso
    ad un giornalista l’uso di svariate sostanze, tra le quali: Stricnina
    (potente eccitante del sistema nervoso centrale), cocaina, cloroformio,
    aspirina e “droga per cavalli”.

    1949:

•   Fausto   Coppi,   il   campionissimo,   durante   un’intervista   televisiva
    ammise l’uso della “bomba”. Disse di non aver alternative se voleva
    rimanere competitivo. Probabilmente si trattava di un cocktail di
    amfetamine.

    1955:

•   Jean Malléjac, corridore francese, collassò durante l’ascesa del Mont
    Ventoux.

    1956:

•   Durante la 14a tappa del Tour de France l’intera squadra del Belgio
    ebbe misteriosi malori. Ufficialmente vennero attribuiti al fatto che
    avessero mangiato pesce avariato la sera prima. Questo fatto accadde
    per ben altre due volte, nel 1962 e nel 1991.

    1959:

•   Charly Gaul, corridore lussemburghese che nel suo palmares vanta due
    vittorie al Giro d’Italia, un Tour de France, un bronzo mondiale e
    numerose altre gare, venne implicato in un giro di “pillole” recuperate

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dalla polizia francese in luglio che sembravano essere destinate a lui.
    Dopo il suo ritiro dalle corse agonistiche ebbe numerosi problemi con
    l’alcool. Morì il 6 dicembre del 2005. E’ da più parti riconosciuto come il
    miglior “grimpeur” della storia del ciclismo.

    1960:

•   Knud Enemark Jensen, corridore danese, partecipò alle olimpiadi di
    Roma in cui, durante la cronometro a squadre, morì collassando a
    terra e sbattendo violentemente il cranio sull’asfalto. Il collasso fu
    dovuto all’uso di amfetamine.
•   Gastone Nencini, vincitore di un Giro d’Italia e di un Tour de France,
    venne scoperto da Pierre Dumas, medico ufficiale del Tour de France,
    nella sua stanza d’albergo mentre si stava sottoponendo ad una
    trasfusione di sangue. Questa pratica allora era ancora legale.
•   Roger Rivière concluse la sua carriera a causa di una terribile
    incidente. Durante la discesa del Col de Perjuret cadde in un dirupo e
    si ruppe la colonna vertebrale, rimanendo paralizzato alle gambe. Lui
    stesso ammise che probabilmente la violenta caduta fu causata
    dall’uso di Palfium, un potente oppioide analgesico con effetti tre volte
    superiori alla morfina. Riviere morì di cancro alla laringe a soli 40 anni.

    1962:

•   Nella tappa da Luchon a Carcasson del Tour de France ben dodici
    corridori si sentirono male. Anche in questo caso la colpa fu data a del
    pesce avariato, mentre l’allora medico ufficiale del Tour Pierre Dumas,
    accusò i ciclisti di aver preso tutti lo steso tipo di droga. Dopo questo
    scandalo altri undici corridori abbandonarono il Tour lo stesso giorno,
    tra i quali l’allora maglia gialla Willy Schroeder, il precedente vincitore
    Gastone Nencini ed il successivo leader Karl-Heinz Kunde.

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1964:

•   In Francia passa la prima legge antidoping ed iniziano i controlli al Tour
    de France.

    1965:

•   Jacques Anquetil, uno dei più forti ciclisti della storia, vincitore di
    cinque Tour de France, due Giri d’Italia, una Vuelta a España, cinque
    Parigi-Nizza,    una     Liegi-Bastogne-Liegi,   oltre    ad    aver   battuto   il
    precedente record dell’ora ammise che “solo un pazzo può pensare di
    correre da Bruxelles a Parigi a sola acqua”.

    1967:

•   Tommy Simpson, vincitore di un campionato del mondo, una Milano-
    SanRemo, una Parigi-Nizza, un Giro di Lombardia ed altre corse
    minori, morì salendo il Mont Ventoux a causa di un cocktail di
    amfetamine, alcool e gran caldo. Fu la prima morte di un ciclista in
    diretta televisiva e proprio per questo ebbe un notevole risvolto.

    1969:

•   Eddy Merckx, considerato Il cannibale, il corridore più forte di tutti i
    tempi, vincitore in carriera di ben 525 gare tra cui tre mondiali, cinque
    Tour de France, cinque Giri d’Italia, una Vuelta a España, sette Milano-
    SanRemo,        cinque     Liegi-Bastogne-Liegi,    tre        Parigi-Roubaix    e
    numerosissime altre corse, risultò positivo a degli stimolanti (Reactivan
    e Savona) durante il Giro d’Italia dal quale venne espulso.

    1975:

•   Bernard Thévenet vincitore del Tour de France del 1975 e quello del
    1977, venne trovato positivo ad un test antidoping dopo la Parigi-
    Nizza, e nell'inverno del ’77 venne ricoverato con un'affezione al fegato
    attribuita all'uso persistente di steroidi. Lui stesso fece pubblica

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ammissione e dichiarò: ”Mi sono dopato con il cortisone, e c’erano
    molti altri corridori come me…”
•   Erik de Vlaeminck, fenomenale ciclista belga di ciclocross, specialità in
    cui vinse ben sette volte la maglia iridata, fu ricoverato in un ospedale
    psichiatrico per dipendenza da amfetamine. Interessante però notare
    che in tutta la sua carriera non fu mai trovato positivo ad un controllo
    antidoping.

    1978:

•   Michel Pollentier, ciclista belga vincitore del Giro d’Italia del 1977,
    durante il test antidoping effettuato al Tour de France, nella tappa da
    lui vinta con arrivo all’Alpe d’Huez, cercò di scambiare le proprie urine
    con quelle presenti in un tubo di plastica da lui portato. Fu scoperto e
    venne immediatamente cacciato dal Tour. Ironicamente il test sulle sue
    vere urine risultò negativo.
•   José Nazabal, chiamato ad effettuare il controllo antidoping assieme a
    Michel Pollentier, decise di abbandonare la corsa.

    1980:

•   Freddy Maertens, ottimo corridore belga, considerato il successore di
    Eddy Merckx, vincitore di 105 corse in carriera tra le quali ben due
    campionati del mondo, una Vuelta a España, sette tappe al Giro d’Italia
    e molte altre importanti corse, ammise in un’intervista al quotidiano
    francese L’Equipe, che durante la sua carriera assunse amfetamine
    “come nessun’altro”.

    1982:

•   La Vuelta fu vinta da Angel Arroyo, ma 48 ore dopo la fine dell’ultima
    tappa emerse che il controllo antidoping della 17a tappa effettuato su
    di lui risultò positivo. In quella stessa tappa altri tre corridori
    risultarono positivi, si trattava di Alberto Fernández, Pedro Muñoz
    Machín Rodríguez e Vincente Belda, futuro direttore sportivo della

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squadra     Comunidad         Valenciana,        implicata,     come        vedremo
    dettagliatamente    in   seguito,   nell’Operación        Puerto.    La     sostanza
    rinvenuta nell’organismo di questi ciclisti fu il metilfenidato o meglio
    conosciuto come Ritalin, ossia uno stimolante utilizzato in medicina per
    il trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione.

    1984:

•   Francesco Moser nel 1984 battè il record dell’ora appartenente a
    Merckx. Nel 1999 ammise pubblicamente di aver effettuato delle
    trasfusioni per prepararsi al meglio a quest’impresa. Fu aiutato da
    Francesco   Conconi,     un    medico        italiano,   che   fu   anche    rettore
    dell'Università di Ferrara, ed è attualmente direttore del Centro Studi
    Biomedici Applicati allo Sport dello stesso ateneo. Dal 1980 Conconi
    fornì assistenza per migliorare le prestazioni di alcuni atleti italiani.
    Secondo le ricerche condotte dal dirigente sportivo Sandro Donati,
    però, l'assistenza fornita dal professore ferrarese sarebbe stata basata
    sul doping ematico. Tuttavia grazie alle ricerca di Conconi, finanziata
    con fondi pubblici, diversi atleti azzurri ottennero risultati di prestigio,
    culminati alle Olimpiadi Invernali del 1994 dove l'Italia trionfò,
    raccogliendo un totale di ben trentaquattro medaglie. Come venne
    documentato in seguito, molti degli atleti dello sci di fondo registrarono
    un tasso di ematocrito superiore al 50%: il dato può costituire un
    indizio dell'uso dell'eritropoietina (EPO), e comporterebbe oggi, ma non
    nel 1994, la sospensione dell'atleta in via cautelativa per motivi di
    salute. Il centro studi dell'Università di Ferrara guidato da Conconi
    assisteva inoltre numerosi ciclisti ed altri atleti. L’assistente del
    professore, Michele Ferrari, come vedremo poi, fu al centro di uno
    scandalo doping che riguardò anche molti ciclisti che sono tutt’ora in
    attività. Gli atleti di maggior importanza che ebbero dei contatti con il
    professor Conconi furono: Guido Bontempi, Maurizio Fondriest, Eugeni
    Berzin, Bruno Cenghialta, Manuela Di Centa, Silvio Fauner, Francesco
    Frattini, Ivan Gotti, Claudio Chiappucci, Marco Pantani, Stephen Roche,
    Gianni Bugno.

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•   Il 1984 è anche l’anno delle olimpiadi a Los Angeles. L’intera squadra
    di ciclismo degli USA ammise le trasfusioni di sangue prima della gara.

    1988:

•   Pedro Delgado, soprannominato “el Perico”, è stato un ottimo ciclista
    spagnlo, vincitore di due Vuelte, un Tour de France oltre ad aver fatto
    numerosi piazzamenti in altrettante importanti corse. Venne trovato
    positivo al Tour del 1988. La sostanza proibita rinvenuta nel suo
    organismo fu il Probenecid, un farmaco solitamente assunto per
    impedire che nelle urine vengano rinvenute tracce di sostanze proibite.
    Tutt’ora Pedro Delgado è nel mondo del ciclismo in quanto è il
    commentatore della rete spagnola.
•   Geert Van de Walle, corridore belga, morì a soli 22 anni d’attacco di
    cuore. Naturalmente non si possono avere indizi sicuri sulla relazione
    tra la morte e l’assunzione di sostanze proibite.
•   E’ proprio nel 1988 che inizia a farsi strada un’altra innovativa
    sostanza proibita: l’EPO

    1989:

•   Laurent Fignon, fortissimo ciclista francese, vincitore di due Tour de
    France e di un Giro d’Italia, venne trovato positivo alle amfetamine
    durante il Grand Prix de la Liberation. Famosa la sua frase sullo
    scandalo Festina del 1999, detta dopo l’ammissione di doping di
    squadra del loro direttore sportivo: “Se io fossi Virenque o uno dei
    corridori della Festina, andrei subito a cercarmi un buon avvocato,
    perchè il Tour non può sostituirsi alla legge francese e per il giudice i
    corridori avrebbero potuto continuare la loro corsa”.
•   Bert Oosterbosch, corridore olandese morì a 32 anni per attacco di
    cuore.
•   Johan van der Velde, promettente corridore olandese venne ricoverato
    per dipendenza da amfetamine verso la fine della sua carriera.
    Intervistato da Jan Siebelinkl confessò l’uso di questa droga.

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1993:

•   Claudio Chiappucci, l’indimenticato corridore italiano, nel 1997, in una
    dichiarazione poi smentita dallo stesso interessato, confessò l’uso di
    sostanze proibite dal 1993 al 1995. Chiappucci aveva rapporti con il
    discusso medico ferrarese Conconi.
•   Stephen Roche, corridore irlandese è stato definito da wikipedia una
    “curiosa meteora” del ciclismo. Professionista dal 1980, ottenne nei
    suoi primi anni di carriera solo una vittoria alla Parigi-Nizza nel 1981.
    Nel 1987, invece, vinse il Giro d’Italia, il Tour de France, il campionato
    del mondo, il Giro della Comunidad Valenciana, il Giro di Romandia, e
    concluse al secondo posto la Liegi-Bastogne-Liegi, dichiarando di non
    aver vinto per inesperienza tattica e per aver corso come un dilettante.
    Dopo il 1987 ottenne solo un nono posto al Giro d’Italia ed un nono
    posto al Tour de France.
    Nel maggio 1990 Paul Kimmage, ex ciclista professionista e compagno
    di squadra di Roche alla Fagor ed anch'egli dublinese pubblicò un
    dossier molto diretto sulla vita nel gruppo dei professionisti.
    Il libro "Rough Ride" portò alla luce l'utilizzo endemico di doping nel
    gruppo ma parlò in modo celebrativo del suo ex capitano Roche. La
    pubblicazione del libro portò ad un'aggressiva e viscerale reazione da
    parte di Roche, con minacce legali, nonostante Kimmage non abbia
    mai parlato direttamente dell'uso di droghe da parte dello stesso.
    Nel gennaio del 2000 il quotidiano La Repubblica riportò che il discusso
    medico ferrarese Conconi somministrò EPO a corridori della Carrera,
    squadra in cui Stephen Roche visse gli anni e le prestazioni migliori.
    Nel 2004 infatti, Roche fu implicato in un caso legale in Italia relativo
    al caso del dott. Giovanni Grazzi, medico della Carrera nel 1993 e socio
    del discusso dott. Michele Ferrari, che avrebbe somministrato dell'EPO
    ad alcuni membri della squadra, tra cui Roche. L'utilizzo di nomi in
    codice ha mascherato chi avesse veramente ricevuto il doping, anche
    se da parte di Roche ci fu sempre l’ammissione di non aver mai fatto
    uso di sostanze proibite in tutta la sua carriera. L’allora giudice Franca
    Oliva, però, dichiarò che "la Corte dovette scontrarsi con la totale

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omertà da parte degli atleti, anche di fronte alle prove più ovvie e
    schiaccianti". Nonostante gli sforzi delle procure italiane nel perseguire
    i corridori accusati di doping, però, attualmente né Roche, né i suoi
    compagni di squadra né il medico della Carrera sono perseguibili dalla
    legge italiana. Tutt’ora Roche è nel mondo del ciclismo, in quanto
    lavora come commentatore sul canale televisivo Eurosport ed è
    testimonial al Tour de France per l'azienda di formaggi Coeur de Lion.

    1995:

•   Bo Hamburger, discreto corridore danese, in un libro ha ammesso di
    essersi dopato dal 1995 al 1997, nello stesso libro fa anche nomi di
    altri importanti ciclisti come ad esempio Bjarne Riis. Nel 2001, inoltre,
    è stato trovato positivo all'EPO ma le controanalisi non hanno
    confermato il risultato, e nel 2004 è stato fermato dalla federazione
    nazionale danese per quindici giorni a causa dell’ematocrito fuori
    norma.
•   Marco Pantani, l’indimenticato ed idolatrato scalatore italiano, come
    spesso si sente dire, non è mai stato trovato positivo ad un test
    antidoping.
    Nel 1995 però, dopo la terribile caduta alla Milano-Torino, il suo
    ematocrito segnava ben il 60,1%. Solitamente nel mese di gennaio,
    quindi lontano dalle corse aveva 41% di ematocrito, che è il suo livello
    naturale. Riprendendo una frase del giornalista della Gazzetta dello
    Sport Claudio Gregori da me contattato, possiamo dire che Pantani
    “era una luna a due facce, una luminosa l’altra oscura”. Entrando nel
    particolare dell’accusa di frode sportiva per l’ematocrito a livelli così alti
    nel 1995, leggendo la sentenza possiamo notare che Pantani fu
    assolto, ma non perché non s’era dopato, bensì perché “il fatto non era
    previsto dalla legge come reato". Come vedremo anche in seguito la
    storia sportiva ed umana di questo ciclista si scontrò altre volte con
    accuse di doping.

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1996:

•   Nel maggio 2007 diversi ciclisti dell’allora squadra Telekom, ammisero
    di aver assunto diverse sostanze proibite, tra le quali anche l’EPO. Tra i
    corridori appartenenti a questa formazione che fecero pubblica
    ammenda i più importanti e vincenti furono: Rolf Aldag, buon ciclista
    tedesco, ritiratosi nel 2005, che ammise l’uso di EPO in preparazione al
    Tour de France del 1996.
    Ugo   Bolts,    ciclista   tedesco,   anche   lui    ammise    l’uso   di   EPO
    principalmente nella stagione 1996/97.
    Erik Zabel, il più forte velocista tedesco, vincitore di una coppa del
    mondo, di quattro Milano-SanRemo, tre Parigi-tours, oltre a numerose
    altre importanti corse, ammise d’aver assunto EPO nella stagione
    1996, dicendo di essersi “dopato solo una settimana per poi smettere a
    causa degli effetti collaterali”.
    Bjarne Riis, buon ciclista danese, non si impose in molte corse ma
    riuscì a vincere un Tour de France nel 1996, mentre militava nella
    Telekom. Conosciuto anche con il soprannome “Mr. 60%”, dovuto al
    livello di ematocrito che aveva durante il Tour del ’96. In un libro,
    l’allora medico della formazione in cui militava Riis, disse che lo stesso
    corridore gli mostrò una provetta del suo sangue, ed il tasso di
    ematocrito     era   addirittura    al 64%.   E’    interessante   notare   che
    comunque non fu mai trovato positivo ad alcun test antidoping. Lo
    stesso Riis confessò l’uso di EPO in una conferenza stampa nel maggio
    2007, ma comunque nell’albo dei vincitori del Tour de France lui
    continua a figurare. Tutt’ora è team manager della CSC, una delle
    formazioni più forti del circuito ciclistico internazionale. Nel 2006 nella
    sua formazione scoppiò il “caso Basso”, implicato, come vedremo
    dettagliatamente poi, nell’Operación Puerto.

    1998:

•   Francesco Casagrande, ottimo ciclista italiano, vinse diverse “classiche”
    e concluse al secondo posto il Giro d’Italia del 2000, vinto da Stefano
    Garzelli, corridore varesino anch’esso trovato positivo nel 2001 ad un

                                           14
test antidoping. Venne trovato positivo ad un test antidoping al
    testosterone e sospeso per sei mesi.
•   Durante il Tour de France del 1998 scoppiò lo scandalo Festina. La
    squadra ciclistica, sponsorizzata dall'omonima ditta di orologi, venne
    estromessa in tronco dalla grand boucle di quell'anno, vinta poi
    dall'italiano Marco Pantani. Il motivo che portò all'esclusione fu il
    "doping di squadra", ovvero non semplicemente doping di singoli atleti
    all'interno di una formazione, ma sostanze proibite somministrate
    sistematicamente dai medici del team a tutti (o quasi) i ciclisti in corsa.
    I ciclisti più vittoriosi che fecero parte di questa formazione furono:
    Laurent Brochard, buon ciclista francese vincitore del campionato del
    mondo del 1997.
    Laurent Dufaux.
    Luc Leblanc, ciclista francese vincitore del campionato del mondo
    svoltosi ad Agrigento nel 1994.
    Christophe Moreau, ciclista francese vincitore di molte corse tra cui due
    Giri del Delfinato.
    Richard Virenque, discusso ciclista francese, vinse per ben sette volte
    la classifica come miglior scalatore al Tour de France, confessò l’uso di
    sostanze proibite solo nel 2000.
    Alex Zülle, corridore svizzero, vincitore per ben due volte della Vuelta a
    España e numerose altre importanti corse, confessò anche l’uso di EPO
    durante gli anni in cui militava nella formazione ONCE. Raggiunse il
    livello di ematocrito del 52,3%.

    1999:

•   Ludo Dierckxsens, fu estromesso dalla sua squadra (Lampre) dopo
    aver vinto l’11a tappa del Tour de France. Ammise l’uso di un prodotto
    al cortisone, giustificandolo con una ricetta medica che dava la
    prescrizione di questo prodotto per curare un infortunio patito il mese
    precedente.
•   Laurent Roux, un discreto ciclista francese, nel 1999 fu sospeso per sei
    mesi per uso di amfetamine. Nel 2002 risultò non-negativo alle

                                        15
amfetamine ad un controllo fuori competizione. Nel 2006 inoltre
    confessò l’uso di EPO, ormone della crescita, cortisone e testosterone
    durante la sua carriera.
•   Marco Pantani fu escluso dal Giro d’Italia dopo che al termine della
    tappa di Madonna di Campiglio gli fu riscontrato un livello di ematocrito
    pari al 52%, due punti sopra il limite massimo. Questo fu l’evento che
    segnò per sempre la vita di Pantani, cadde in depressione e morì
    all'inizio del 2004 a Rimini, per arresto cardiaco dovuto ad eccesso di
    sostanze stupefacenti. La sua dichiarazione dopo il fermo di Madonna
    di Campiglio fu: ”Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a
    correre. Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per
    me molto difficile.”
•   Lance Armstrong, il discusso campione statunitense, l’unico nella storia
    ad essere riuscito a vincere sette Tour de France consecutivi, proprio
    durante il Tour del ’99 risultò positivo ad un test antidoping. Tutt’ora
    l’agenzia francese antidoping chiede con insistenza al corridore texano
    la possibilità di analizzare nuovamente le urine. Armstrong continua a
    rifiutarsi pur essendo un riesame che non cambierebbe nulla, grazie
    alla prescrizione.

    2000:

•   Eugeni Berzin, ottimo ex ciclista russo, considerato la “bestia nera” di
    Miguel Indurain, vittorioso ad un Giro d’Italia, ad una Liegi-Bastogne-
    Liegi e molte altre corse, venne preventivamente escluso dal Giro
    d’Italia del 2000, con accuse di uso di eritropoietina (EPO) sostenute
    da un livello di ematocrito superiore al 50%.

    2001:

•   Riccardo Forconi, buon gregario di Marco Pantani, venne trovato
    positivo all’EPO prima del Giro d’Italia.
•   Bo Hamburger, come già precedentemente detto, fu il primo corridore
    ad essere trovato positivo ad un test antidoping grazie a dei nuovi
    metodi di controllo.

                                         16
•   Dario Frigo, discusso corridore italiano la cui carriera è stata
    profondamente segnata da due squalifiche.
    Nel 2001 al Giro d'Italia è stato accusato di essere in possesso di
    sostanze dopanti in seguito a un blitz dei NAS negli alberghi di
    Sanremo che ospitavano i corridori. La squadra (Fassa Bortolo) lo
    licenziò, seguendo una regolamentazione interna. Frigo si dichiarò
    colpevole e fu in seguito squalificato.
    Nel 2005 invece, al termine della tappa di Courchevel del Tour de
    France, fu arrestato dalla gendarmeria francese. La moglie era stata
    infatti fermata al posto doganale di Albertville e sulla sua auto erano
    state trovate sostanze proibite dall'UCI. A seguito della vicenda venne
    licenziato dal team e si ritirò definitivamente dalle competizioni.

•   Pascal Hervé, ex corridore francese, dopo essere stato implicato
    nell’affaire festina, fu inoltre testato positivamente per EPO dopo il
    prologo al Giro d’Italia.
•   Gianpaolo Mondini, buon ex corridore italiano, nel 2002 fu espulso
    dalla sua squadra (US Postal) dopo che la polizia scoprì EPO ed ormone
    della crescita nella sua stanza d’albergo durante il Giro d’Italia del
    2001.
•   Marco Pantani fu squalificato per sei mesi dopo che una siringa
    d’insulina fu trovata nella sua stanza d’albergo.

    2002:

•   A Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italia del 2000, venne
    riscontrata la non negatività ad un diuretico, il Probenecid, risultata nel
    test antidoping in seguito alla vittoria di Liegi. Venne squalificato per
    11 mesi.
•   Roberto Sgambelluri, fu espulso dal Giro d’Italia dopo essere diventato
    il primo ciclista ad essere stato trovato positivo al NESP,     un tipo di
    EPO più forte e duraturo.
•   Raimondas Rumsas fu un discusso corridore lituano. Gli vennero inflitti
    quattro mesi di prigione per aver importato medicinali proibiti durante
    il Tour de France di quell’anno, in cui finì terzo. Per accuse simili, sua

                                        17
moglie restò tre mesi in carcere in Francia nel 2002. Nel 2003, inoltre,
    il ciclista fu trovato positivo all’EPO durante il Giro d'Italia. Una volta
    ritiratosi dall’attività agonistica, iniziò a partecipare a molte granfondo
    per amatori, riuscendo naturalmente molto spesso a sbaragliare la
    concorrenza e vincere in solitaria.
•   Gilberto Simoni, ottimo ciclista italiano vincitore di due Giri d’Italia e di
    numerose altre corse di primo livello, fu trovato positivo alla cocaina al
    Giro d’Italia ed il giorno dopo fu invitato dal suo stesso team a ritirarsi.
    In un primo momento, Simoni attribuì la positività ai farmaci assunti
    per un intervento dentistico a cui si era sottoposto, ma subito dopo la
    imputò a delle caramelle balsamiche per il mal di gola acquistate in
    Sudamerica (contenenti piccole quantità di cocaina, con funzioni di
    analgesico) che, secondo il suo racconto, gli aveva offerto una zia
    tornata da un viaggio in Perù.
•   Frank Vandenbroucke, fu un’eterna promessa belga. Gli addetti ai
    lavori si aspettavano moltissimo da questo ciclista, ma a causa di
    problemi caratteriali e personali, Vandenbroucke non è mai riuscito ad
    esprimersi ai livelli a lui pronosticati. La sua storia è per molti versi
    simile a quella di Marco Pantani. Venne arrestato mentre viaggiava in
    eccesso di velocità con in macchina una grossa quantità di amfetamine
    e siringhe. Inoltre nella sua abitazione vennero riscontrate quantità di
    EPO, morfina e clenbuterol, una droga prescritta per sopperire a
    disordini di salute. Nel 2007 tentò il suicidio, oppresso dai sensi di
    colpa e da problemi familiari.

    2003:

•   Igor   González   de   Galdeano,      ex   corridore   spagnolo,   non   potè
    partecipare alle corse nel 2003 in quanto fu trovato positivo al
    Subtamolo sia nel Tour de France del 2002 che nella tappa finale del
    Midi Libre dello stesso anno.
•   Jesús Manzano, ex ciclista spagnolo ammise l’uso di doping nel 2003.
•   Johan Museeuw, ex ciclista belga, considerato uno dei migliori ciclisti
    nelle gare in linea, vincitore di tre Parigi-Rubaix, tre Giri delle Fiandre,

                                          18
un campionato del mondo, ecc. fu coinvolto in un affare di traffico ed
    assunzione di sostanze dopanti che coinvolse lui ed altri atleti come:
    Mario De Clercq, Jo Planckaert e Chris Peers. Museeuw ammise
    l’assunzione di ormone della crescita.
•   Raimondas Rumsas, come precedentemente detto fu trovato positivo
    all’EPO durante il Giro d’Italia.
•   Nel 2003 scoppiò anche il caso Oil for Drugs. Un caso di doping in cui il
    medico Carlo Santuccione fu accusato di somministrare prodotti proibiti
    a diversi atleti, per la maggior parte ciclisti. I corridori coinvolti in
    questo scandalo furono: Alessio Galletti e Mario Scirea della Domina
    Vacanze, Fabio Sacchi della Fassa Bortolo, Eddy Mazzoleni, Danilo Di
    Luca ed Alessandro Spezialetti della Saeco, Ruggero Marzoli dell’Acqua
    & Sapone, Giuseppe Muraglia della Formaggi Pinzolo Fiava e Simone
    Masciarelli della Vini Caldirola.

    Morti sospette nel 2003:

•   Denis Zanette collassò mentre era ad una visita dentistica l’11 gennaio
    2003.
•   Marco Ceriani, un ciclista amatore subì un attacco di cuore durante una
    corsa, trasportato d’urgenza in ospedale non uscì più dal coma. Morì il
    5 Maggio 2003.
•   Fabrice Salanson, allora corridore francese, morì nel sonno a soli 23
    anni.
•   Marco Rusconi, collassò in un parcheggio il 14 Novembre a soli 24
    anni.
•   Jose Maria Jimenez, forte corridore spagnolo, scalatore eccezionale,
    morì il 6 Dicembre 2003 a 32 anni mentre era ricoverato in un
    ospedale psichiatrico a Madrid.
•   Michel Zanoli, corridore olandese morì d’attacco di cuore il 6 Dicembre
    2003. Si era ritirato dall’attività agonistica nel 1997.
•   Johan Sermon, corridore belga, morì il 15 febbraio 2004 a soli 21 anni.
•   Marco Pantani, morì tragicamente solo in una stanza d’albergo a causa
    di un mix di cocaina e medicinali il 15 febbraio 2004 a 34 anni.

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2004:

•   Oscar Camenzind, ex ciclista svizzero, vincitore di un campionato del
    mondo, di un Giro di Svizzera, e di molte altre importanti corse, il 22
    Luglio venne trovato positivo ad un controllo antidoping. Il 10 agosto
    dello stesso anno, dopo che la Phonak decise di licenziarlo in tronco, si
    ritirò dal ciclismo agonistico.
•   Tyler Hamilton, buon ciclista statunitense e gregario fidato di Lance
    Armstrong, vinse la medaglia d'oro nella cronometro maschile alle
    olimpiadi. Medaglia che fu subito messa in dubbio il 20 settembre
    2004, dopo che fu rivelata la sua positività ad un controllo antidoping.
    Hamilton risultò positivo per doping anche alla Vuelta a España, dove
    vinse   l'8a   tappa.   Il   corridore    statunitense   fu   implicato   anche
    nell’Operación Puerto, della quale parleremo dettagliatamente in
    seguito.
•   Danilo Di Luca fu escluso dal Tour de France del 2004 per lo scandalo
    Oil for Drugs. Ci furono delle intercettazioni telefoniche incriminate, in
    cui conversava di prodotti proibiti e metodi d’assunzione con il dottor
    Santuccione e con l’allora suo compagno di squadra alla Saeco Eddy
    Mazzoleni.
•   David Millar, bravissimo cronoman scozzese, stava preparando il Tour
    de France, quando la polizia, facendo irruzione nella sua abitazione,
    scovò siringhe d’EPO usate. Millar confessò d’aver assunto EPO in tre
    occasioni: nel mese di agosto 2001 prima della Vuelta a España, nel
    maggio 2003 prima del Giro del Delfinato e nel settembre del 2003
    prima del campionato del mondo a cronometro, da lui vinto.

    2005:

•   Fabrizio Guidi, è stato un discreto velocista italiano, fu riscontrata la
    sua positività all’EPO il 17 Agosto.
•   Danilo Hondo, è stato un buon velocista tedesco. Ricevette due anni di
    sospensione in seguito alla positività al Carphedone (uno stimolante)
    riscontrata alla Vuelta Murcia.

                                             20
•   Iñigo Landaluze, ottimo passista spagnolo, vinse un Giro del Delfinato
    nel 2005. Nello stesso anno però, durante un controllo antidoping, gli
    furono riscontrati livelli di testosterone più alti della norma.
•   Dario Frigo, come precedentemente detto, è stato un discusso ciclista
    italiano che alternò ottime prestazioni a debacle totali. Nel 2005 fu
    espulso dal Tour de France, dopo che, al termine dell’11a tappa, furono
    ritrovate dieci dosi di EPO nella macchina della moglie.
•   Roberto Heras, ottimo scalatore spagnolo, è stato uno dei migliori
    gregari di Lance Armstrong. Vinse per ben tre volte la Vuelta a España
    (2000; 2003; 2004). Heras finì al primo posto anche l'edizione del
    2005 della Vuelta, diventando l'unico ciclista ad aver vinto per 4 volte
    questa corsa. Questo record, però, durò soltanto due mesi perché a
    novembre dello stesso anno risultò positivo alle controanalisi relative
    ad un controllo antidoping effettuato nelle ultime tappe della Vuelta,
    perciò fu squalificato. Come vedremo in seguito questo corridore fu
    implicato nell’Operación Puerto, uno degli scandali più grandi della
    storia del ciclismo.

    2006:

•   Aitor Gonzales, vincitore della Vuelta a España del 2002, fu trovato
    positivo all’EPO per ben due volte nel 2005, una in agosto ed una nel
    corso della Vuelta. Aitor fu squalificato per due anni e si ritirò
    dall’attività agonistica.
•   Floyd Landis, corridore statunitense fu anche lui un ottimo gregario di
    Lance Armstrong.
    Al Tour de France fu autore di una delle storie più significative del
    ciclismo contemporaneo: in maglia gialla, con 10" di vantaggio sullo
    spagnolo Óscar Pereiro Sio al termine della frazione Gap - L'Alpe
    d'Huez, il ciclista statunitense accusò un incredibile crollo nella tappa
    successiva, anch'essa piena di asperità, la Bourg d'Oisans - La
    Toussuire, terminando la corsa a 8' 10" da Pereiro Sio. Landis stesso,
    per incrementare la leggenda, raccontò che la sera, davanti ad una
    birra, meditò l’attacco del giorno seguente. E così accadde. Landis partì

                                         21
in fuga solitaria nella 17a tappa, la Saint-Jean-de-Maurienne -
    Morzine-Avoriaz, il gruppo non riuscì ad andarlo a riprendere, e vinse
    in solitaria dopo 125 km di fuga e 5 montagne scalate, con 7' 08" sul
    suo rivale Pereiro Sio, dopo aver consumato 40 litri d'acqua per
    combattere il gran caldo e per giustificare la debacle per disidratazione
    del giorno precedente. Floyd Landis, poi, andò a vincere il suo Tour
    rifilando 1' 29" a Pereiro Sio nella cronometro finale. Quest’impresa da
    leggenda fu amplificata dal fatto che lo stesso ciclista corse con una
    necrosi alla testa del femore destro, che lo obbligò, al termine del
    Tour, ad un'operazione chirurgica.
    Fino a qui la storia di questo corridore statunitense, nato in una
    comunità di Mennoniti (persone che rinunciano volontariamente a
    progresso e comodità di ogni genere), sembra una bellissima e
    romantica pagina del ciclismo moderno, ma purtroppo per lui ci fu un
    controllo antidoping di mezzo. Proprio al termine della tappa che vide
    l’impresa di Landis, al corridore fu riscontrata la positività a sostanze
    proibite come il testosterone chimico. Lo statunitense si è sempre
    dichiarato innocente ma anche il TAS, a cui fece immediatamente
    ricorso, il 30 giugno 2008 lo dichiarò colpevole. Il Tour gli fu tolto.

•   Il 2006 fu anche l’anno dell’Operación Puerto. Come vedremo
    dettagliatamente in seguito questo fu senza dubbio il più grande
    scandalo di doping nella storia del ciclismo. Questa infatti, è solo la
    lista di nomi dei ciclisti citati, a diverso titolo, nell’Operación Puerto:
    Allan Davis, Joseba Beloki, Alberto Contador, David Etxebarría, Jörg
    Jaksche, Isidro Nozal, Unai Osa, Aitor Osa, Sérgio Paulinho, Michele
    Scarponi, Marcos Serrano, Ángel Vicioso, Vicente Ballester, David
    Bernabeu, David Blanco, José Adrián Bonilla, Juan Gomis Lopez, Eladio
    Jiménez, David Latasa Lasa, Javier Pascual Rodríguez, Rubén Plaza,
    José Enrique Gutiérrez Cataluna, José Ignacio Gutiérrez Cataluna,
    Santiago Botero, Constantino Zaballa, Jan Ullrich, Óscar Sevilla, Koldo
    Gil Perez, Luis Sanchez Gil, Carlos Zárate, Ivan Basso, Giampaolo
    Caruso, Francisco Mancebo, Carlos García Quesada, Adolfo García
    Quesada, Ángel Edo, Ángel Casero, Igor González de Galdeano, Tyler

                                         22
Hamilton, Roberto Heras, Santiago Pérez, Marco Pantani, Dariusz
    Baranowski, José L. Martinez Jiménez, Manuel Lloret, Antonio Olmo,
    David Munoz, Javier Cherro Molina, Javier Pascual Llorente, Francisco
    Cabello, Agustin Alonso, Nuno Ribeiro, Jan Hruska, René Andrle, Jesus
    H. Blazquez, Alejandro Valverde. I dettagli di questo scandalo li
    vedremo più precisamente in seguito.

    2007:

•   Lorenzo Bernucci, buon gregario italiano, dopo la 3a tappa della Vuelta
    a España 2007, la sua squadra decide di licenziarlo in tronco ed
    estrometterlo dalla corsa, in quanto avrebbe assunto un integratore
    non dichiarato durante il Giro di Germania 2007, che lo ha reso
    positivo alla sibutramina ai controlli antidoping dell'UCI.
•   Marco Fertonani, riscontrato positivo per aver usato testosterone
    durante il Tour del Mediterraneo.
•   Christian Moreni, anche lui trovato positivo al testosterone durante il
    Tour de France e squalificato per due anni. Significativa la sua
    dichiarazione di colpevolezza, disse di aver assunto una pomata,
    convinto aiutasse la produzione di testosterone naturale.
•   Giuseppe Muraglia, squalificato per due anni dopo la positività
    riscontrata al termine della Classica d’Almeria da lui vinta.
•   Danilo Di Luca, il “killer di Spoltore “, il 27 febbraio 2008, a causa
    dell’esito atipico dell'esame antidoping effettuato subito dopo la 17a
    tappa del Giro d’Italia 2007 (la "Lienz - Monte Zoncolan"), la Procura
    antidoping del CONI ha chiesto per Di Luca una squalifica di due anni.
    Il 16 aprile 2008 il Giudice di Ultima Istanza ha assolto Di Luca dalle
    accuse, spiegando che un livello di ormoni così basso può essere un
    fattore naturale dopo tre settimane di fatica.
•   Serhiy Honchar, ottimo cronoman ucraino, fu espulso dalla sua
    squadra (Telekom) per violazioni del codice di condotta interno del
    team, in quanto ci furono delle anomalie sulle analisi del sangue a lui
    effettuate.

                                        23
•   Mathias Kessler, ciclista tedesco, fu sospeso dalla sua squadra
    (Astana), poiché fu trovato positivo ad un controllo antidoping.
•   Leonardo    Piepoli,   scalatore      italiano   fu    testato    positivamente     al
    Subtamolo (>1000ng/ml), sia il 22 che il 30 Maggio. L’UCI era in
    possesso di regolare certificato medico che gli prescriveva la possibilità
    di assumere questo prodotto per persone asmatiche (il più comune
    Ventolin). Nel 2008, come vedremo in seguito ammise l’assunzione di
    EPO di terza generazione.
•   Alessandro Petacchi, uno dei migliori velocisti italiani della storia,              fu
    squalificato per un anno in seguito alla positività al Subtamolo.
•   Patrick Sinkewitz, promettente ciclista tedesco, fu riscontrato positivo
    all’assunzione di testosterone in un controllo antidoping a sorpresa
    effettuato l'8 giugno dall'agenzia antidoping tedesca durante il Tour de
    France. Ammise sia l’uso di testosterone che di EPO. In seguito a tale
    episodio le TV pubbliche tedesche ARD e ZDF decisero di sospendere
    con effetto immediato la diretta televisiva della corsa a tappe francese.
•   Alexandre   Vinokourov,      fortissimo       corridore    kazako,      vincitore   di
    moltissime “classiche” come Amstel Gold race, Liegi-Bastogne-Liegi,
    ecc. e di una Vuelta a España risultò positivo ad un’emotrasfusione
    omologa in un controllo effettuato in seguito alla cronometro del Tour
    de France da lui vinta. Aveva contatti con il discusso professore italiano
    Michele Ferrari.
•   Michael Rasmussen, corridore danese, nel Tour de France 2007 vinse
    l'8a tappa con una straordinaria cavalcata su e giù per le Alpi,
    sgretolando uno ad uno i suoi compagni di fuga, e la 16a tappa
    umiliando lo sfidante Alberto Contador che avrebbe dovuto attaccarlo
    sull'ultima salita. La sera stessa venne cacciato dal Tour dalla sua
    squadra per avere mentito sulla sua reperibilità nel mese di giugno ed
    alimentando    così    i   sospetti     di    doping    sul      suo   conto.   Molto
    presumibilmente fu l'organizzazione stessa a costringerlo all’esclusione
    dalla competizione, a seguito della "non negatività" alla Dynepo
    (considerata EPO di seconda generazione) ad un controllo effettuato
    durante la corsa francese.

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2008:

•   Igor Astarloa, campione del mondo spagnolo, gareggiò con formazioni
    discusse, come la Cofidis, implicata in uno scandalo doping. Dopo la
    vittoria del campionato del mondo ad Hamilton, non riuscì più a
    raggiungere gli stessi livelli di prestazione e nel maggio del 2008 venne
    licenziato dalla sua squadra (Milram) per "valori sanguinei irregolari".
•   Manuel     Beltrán,    ottimo    scalatore    spagnolo,   fu   una   pedina
    fondamentale per Lance Armstrong al Tour de France. Proprio al Tour
    de France del 2008 gli fu riscontrata la positività all’EPO dopo un
    controllo al termine della 1a tappa.
•   Paolo Bossoni, positivo all’EPO dopo un controllo al termine del
    campionato italiano.
•   Moisés Dueñas, positivo al Tour de France all’EPO in un controllo al
    termine della 4a tappa.
•   Eddy     Mazzoleni,   di   cui   abbiamo     precedentemente   parlato,    fu
    squalificato per due anni in seguito all’inchiesta Oil for Drugs.
    Nell’inchiesta è presente anche Elisa Basso, fidanzata di Eddy
    Mazzoleni, sorella di Ivan Basso, ciclista implicato nell’Operación
    Puerto e per qualche tempo anche “meteorina” del TG4 di Emilio Fede.
•   Riccardo Riccò, astro nascente del ciclismo italiano, dopo aver
    disputato un Giro d’Italia ad altissimo livello (arrivò 2° in classifica
    generale), il 17 luglio 2008, durante il Tour de France, ai controlli
    antidoping della prima tappa a cronometro viene trovato positivo alla
    C.E.R.A. (EPO di terza generazione). Il 30 luglio 2008 Riccò, nel corso
    della prima udienza davanti alla procura antidoping italiana, confessò
    d’aver assunto l'EPO di terza generazione, il cosiddetto C.E.R.A. Anche
    la sua carriera da dilettante fu costellata da dubbi, già nel 2001 dopo
    la vittoria del titolo italiano juniores di ciclocross era nella rosa degli
    azzurri per il mondiale quando venne fermato per ematocrito alto.
    Passa fra gli Under 23 e deve rinunciare alla maglia azzurra per lo
    stesso motivo: sospeso 45 giorni. Nel 2005 viene fermato due volte:
    altri 90 giorni di stop (45+45), stesso motivo. L'UCI, prima di passare

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professionista nella Saunier-Duval, gli rilascia un certificato che attesta
    valori ematici naturali al di sopra del 50%.
•   Leonardo    Piepoli,    come   precedentemente      accennato,    fu   trovato
    positivo ad un controllo antidoping al termine della 10° tappa del Tour
    de France. Confessò di aver assunto gli stessi prodotti di Riccardo
    Riccò (C.E.R.A.), anch’esso trovato positivo al Tour de France. Negli
    ultimi   anni   della   sua    carriera,   seppur   non   più    giovanissimo
    atleticamente, conquistò i migliori risultati, come la classifica di miglior
    scalatore al Giro d’Italia.
•   Emanuele Sella, discreto scalatore italiano che, dopo un Giro d’Italia
    notevolmente al di sopra di ogni aspettativa, in cui vinse ben tre tappe
    arrivando a “staccare” in salita tutti i favoriti ed aggiudicandosi anche
    la maglia verde come migliore scalatore, il 5 agosto 2008, dopo un
    controllo a sorpresa dell'UCI, viene trovato positivo al C.E.R.A., ossia
    l'EPO di terza generazione. Sella ammette l’uso di questa sostanza. I
    risultati del Giro, però, non sono messi in discussione in quanto non è
    mai stata riscontrata la sua positività.

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Maglia-         Maglia-
                                                                                   Top                                   gialla          gialla
 Tour     Partecipanti     Partecipanti        Partecipanti        Top 10          10        Podio           Podio       (leader)        (leader)
          Partenti         Implicati           %                   Implicati       %         Implicati       %           Implicati       %
 1968                110                  38             34,5                  6       60                3       100                 1         100
 1969                130                  62             47,7                  9       90                3       100                 1         100
 1970                150                  56             37,3                  4       40                2       66,7                1         100
 1971                130                  55             42,3                  8       80                2       66,7                1         100
 1972                132                  64             48,5                  8       80                3       100                 1         100
 1973                132                  60             45,5                  6       60                2       66,7                1         100
 1974                130                  57             43,8                  7       70                2       66,7                1         100
 1975                140                  59             42,1                  5       50                2       66,7                1         100
 1976                130                  54             41,5                  5       50                2       66,7                0              0
 1977                100                  53                  53               6       60                1       33,3                1         100
 1978                110                  58             52,7                  7       70                3       100                 1         100
 1979                150                  57                  38               8       80                3       100                 1         100
 1980                130                  54             41,5                  5       50                2       66,7                1         100
 1981                150                  61             40,7                  6       60                2       66,7                1         100
 1982                170                  64             37,6                  8       80                3       100                 1         100
 1983                140                  56                  40               8       80                3       100                 1         100
 1984                170                  64             37,6                  8       80                2       66,7                1         100
 1985                180                  54                  30               4       40                1       33,3                1         100
 1986                210                  58             27,6                  2       20                1       33,3                0              0
 1987                207                  56             27,1                  4       40                1       33,3                0              0
 1988                198                  54             27,3                  4       40                2       66,7                1         100
 1989                198                  52             26,3                  8       80                2       66,7                0              0
 1990                198                  66             33,3                  5       50                1       33,3                0              0
 1991                198                  52             26,3                  7       70                3       100                 1         100
 1992                198                  61             30,8                  5       50                3       100                 1         100
 1993                198                  71             35,9                  7       70                2       66,7                1         100
 1994                189                  76             40,2               10         100               3       100                 1         100
 1995                189                  78             41,3                  7       70                3       100                 1         100
 1996                198                  72             36,4                  8       80                3       100                 1         100
 1997                198                  74             37,4                  9       90                3       100                 1         100
 1998                189                  77             40,7                  5       50                2       66,7                1         100
 1999                180                  65             36,1                  7       70                2       66,7                1         100
 2000                180                  73             40,6                  6       60                2       66,7                1         100
 2001                189                  56             29,6                  5       50                2       66,7                1         100
 2002                189                  66             34,9                  5       50                2       66,7                1         100
 2003                198                  61             30,8                  7       70                3       100                 1         100
 2004                189                  57             30,2                  3       30                2       66,7                1         100
 2005                189                  48             25,4                  6       60                3       100                 1         100
 2006                176                  40             22,7                  2       20                1       33,3                1         100
 2007                189                  33             17,5                  1       10                0           0               0              0
 2008                180                  25             13,9                  2       20                1       33,3                0              0
Totale           6911              2397                34,7             243 59,3                     88 71,5                    34           82,9

Questa tabella rappresenta i dati dei partecipanti e di coloro che furono implicati in scandali di doping al Tour de
France dal 1968 ad oggi.

                                                                   27
Come emerge da questi dati, l’assunzione di sostanze proibite è
sempre stata una pratica diffusa nel mondo del ciclismo. Già ai tempi
di Coppi si assumevano sostanze che permettevano il superamento dei
propri limiti. Il doping però, nel corso degli anni, si è sviluppato ed ha
aumentato la sua importanza ed efficacia nelle prestazioni atletiche.
Negli anni ’50, infatti, era “uso comune” assumere amfetamine o altri
tipi di stimolanti, questa droga, però, non trasformava un corridore
mediocre in un campione. Fu con l’avvento del doping ematico, e
soprattutto con l’utilizzo di EPO, che anche ciclisti mediocri riuscirono a
conquistare addirittura grandi corse come il Giro d’Italia, Tour de
France, ecc. Analizzando la storia recente dei “grandi giri”, possiamo
infatti riscontrare corridori che, aiutati da sostanze proibite, ebbero un
notevole incremento delle proprie prestazioni. E’ questo ad esempio il
caso di Bjarne Riis, discreto corridore che riuscì a vincere il Tour de
France del 1996, nel quale, per sua stessa ammissione, assunse EPO.
Un altro caso eclatante che abbiamo già analizzato fu quello di Stephen
Roche, curiosa meteora del ciclismo di fine anni ’80. Prestazioni
discusse   e      notevolmente     superiori     alle   possibilità   dell’atleta,
soprattutto in questi ultimi anni, sono sempre più visibili. Il caso più
recente è senza dubbio quello del giovane ciclista tedesco Kohl, il quale
giunse terzo al Tour de France del 2008 da quasi sconosciuto. La sua
prestazione fu notevolmente influenzata dall’uso di C.E.R.A. (EPO di
terza generazione). Come possiamo notare quindi, non si può
paragonare il doping che veniva assunto negli anni ‘’50 con quello
odierno. Per spiegare ancora più chiaramente questo fondamentale
passaggio, possiamo analizzare le diverse sostanze di cui abbiamo
parlato.

   •   Gli stimolanti: sono sostanze che aumentano le capacità psico-
       reattive    dell’atleta.   Hanno    effetti   collaterali   estremamente
       pericolosi, come possiamo notare anche dalla grande quantità di
       atleti collassati a cavallo tra gli anni ’50 e ‘70. Gli stimolanti più
       diffusi furono senza dubbio le amfetamine. Questa sostanza è
       molto pericolosa e può determinare alterazioni a carico della

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sfera psichica, quindi aumento dell’aggressività, della confusione
       mentale,     fino   a   giungere   al   delirio,   e   dell’apparato
       cardiovascolare causando alterazioni della frequenza cardiaca,
       ed aumentando notevolmente il rischio collasso.
   •   Gli anabolizzanti: sono sostanze assunte principalmente per
       aumentare la resistenza allo sforzo e alla fatica. Gli effetti
       collaterali sono estremamente rilevanti e vanno dall’insufficienza
       epatica, al rischio di tumori. Provocano inoltre conseguenze
       anche irreversibili a livello della sfera genitale sia maschile che
       femminile.
   •   Gli ormoni: sostanze assunte soprattutto dagli anni ’80 in poi. Le
       più rilevanti sono senza dubbio l’ormone della crescita (GH) e la
       famigerata      eritropoietina     (EPO).     Analizzeremo        più
       dettagliatamente queste sostanze in seguito, quando parleremo
       dei prodotti dopanti usati e riscontrati nell’Operación Puerto.

Inoltre, come possiamo notare da questa piccola indagine, in questi
ultimi anni c’è stato un notevole aumento di ciclisti trovati positivi ai
test antidoping. Questo è merito dell’antidoping che, soprattutto nel
2008, ha fatto enormi passi avanti. Il riconoscimento di queste
sostanze da parte dell’antidoping deve essere visto come un segnale
forte e molto importante in un mondo che forse, se aiutato da fattori
esterni, può cambiare. Purtroppo però si è solo all’inizio della lotta
contro il doping, in quanto nel ciclismo esiste ancora una forte omertà
nei confronti di questo argomento, e, soprattutto, non tutte le
federazioni lottano allo stesso modo contro questa piaga. Proprio per
questo è importante far luce su uno scandalo che può essere
considerato tra i più importanti della storia dello sport: l’Operación
Puerto.

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3. L’Operación Puerto

3.1 Che cos’è?!

L’Operación      Puerto   è   probabilmente   la   più   grande   operazione
antidoping della storia sportiva spagnola. Il fulcro dell’indagine fu
condotto dalla Guardia Civil spagnola tra il febbraio e il maggio 2006.
E’ interessante ricordare che la stessa Guardia Cilvil assicurò che in
questa operazione sarebbero stati implicati molti atleti, calciatori,
tennisti e giocatori di basket, i ciclisti, infatti, avrebbero dovuto essere
solo un 30% ma, come vedremo in seguito, gli unici nomi conosciuti
alle cronache furono i loro. L'Operación Puerto culmina con l’arresto di
due medici Eufemiano Fuentes e José Luis Merino Batres, nonché del
d.s. della Liberty Seguros Manolo Saiz, del d.s. José Ignacio Labarta e
dell’ex ciclista Alberto León. Negli uffici di Fuentes gli inquirenti
sequestrarono oltre 100 sacche di sangue congelato e diverse carte.
Secondo l’accusa Fuentes e Saiz erano a capo di un’organizzazione che
si dedicava alla gestione di autoemotrasfusioni, alla vendita di sostanze
dopanti, quali EPO, ormoni della crescita, anabolizzanti, ecc., ed alla
pianificazione del loro utilizzo. La polizia sequestrò anche numerosi
elenchi cifrati di presunti clienti dell'organizzazione. Dalla decifrazione
degli elenchi si arriva al coinvolgimento di 58 ciclisti professionisti, che
vengono individuati dalle autorità. I nomi di altri sportivi, come già
detto, non sono stati mai decifrati o resi noti. Analizziamo ora
dettagliatamente i vari
passaggi    di     questo
scandalo. Per fare ciò
ci rifaremo al dossier
della   Guardia      Civil
spagnola, rilasciato in
data 27 giugno 2006.

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