ARTE E MUSICA TRA PELMO E CIVETTA - Festival Internazionale di Musica Antica in Val di Zoldo II edizione - Circolo Culturale Bellunese
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ARTE E MUSICA TRA PELMO E CIVETTA Festival Internazionale di Musica Antica in Val di Zoldo II edizione 1
ARTE E MUSICA TRA PELMO E CIVETTA Festival Internazionale di Musica Antica in Val di Zoldo II edizione A cura dei maestri Andrea Marcon e Paolo Da Col 3
La Fondazione Cariverona conferma il proprio impegno nel sostenere le iniziative culturali dirette a valorizzare l’identità spirituale e culturale dei territori in cui è chiamata ad operare. Con questo intento insieme al M° Andrea Marcon, personalità di assoluto rilievo internazionale, al quale la Fondazione è stata onorata di poter affidare la direzione delle proprie iniziative musicali e che ha voluto confermare la propria collaborazione alla realizzazione della rassegna come direttore responsabile, diamo continuità a questo progetto che si è da subito distinto per qualità, profondità progettuale ed impatto sul territorio. Molte energie ha investito nel tempo la nostra Fondazione per il recupero degli organi storici. Ora il nostro obiettivo è quello di valorizzare l’impegno e far emergere le eccellenze, sensibilizzando il territorio montano, ricco di storia e di turismo a capitalizzare quanto realizzato e programmarne la durata nel tempo. La Fondazione Cariverona intende essere anche in futuro vicino alle importanti realtà del territorio di questo festival dolomitico, in coerenza con il sempre più significativo nostro ruolo di attivatore di reti, contribuendo alla promozione del territorio della Val di Zoldo offrendo nel contempo la possibilità di ascoltare raffinati interpreti del repertorio barocco e riscoprire la voce antica degli organi storici della valle. Il nostro impegno è anche testimonianza del necessario cambiamento che i tempi ci impongono e della tensione a stimolare la diffusione della cultura musicale, a far comprendere il linguaggio universale della musica che migliora la qualità della vita di ciascuno, dialogando con espressioni culturali di alto livello. Questa seconda edizione ha visto poi un prologo di eccellenza nel corso Alte vie barocche in Val di Zoldo, una masterclass tenuta dal M° Andrea Marcon, che ha registrato la partecipazione di numerosi giovani studenti, provenienti da tutto il mondo, scelti per merito e capacità. Una generazione di giovani interpreti che ci auguriamo la rassegna possa ospitare in futuro quali affermati musicisti. Alessandro Mazzucco Presidente della Fondazione Cariverona 5
Desidero ringraziare il Circolo Culturale Bellunese e L’iniziativa della scorsa stagione si è dimostrata la Fondazione Cariverona per aver creduto duplicemente felice, trovando riscontro più che anche quest’anno nella qualità di questo progetto, che positivo sia sul piano territoriale che su quello è stato ideato da Andrea Marcon e che rappresenta musicale. una nuova opportunità offerta alla Val di Zoldo. La bellezza della Val di Zoldo non ha solo ospitato Molte persone hanno contribuito con impegno ma ha partecipato agli eventi artistici ed il riscontro alla realizzazione di questi eventi musicali e tra i di questo unicum tra gli appassionati ne è stata la primi naturalmente il Maestro, che con entusiasmo prova. rinnovato ha creduto nelle grandi potenzialità della Il Circolo Culturale Bellunese ha accolto pertanto valle. Siamo orgogliosi quindi di vedere l’attenzione con gioia la nuova occasione di collaborare a questa rivolta verso i nostri organi e le nostre chiese. Oggi seconda edizione del Festival Internazionale più che mai sentiamo la necessità di intraprendere di Musica Antica che si presenta di particolare una strada che ci porti a far emergere le nostre interesse anche per meditate incursioni nel peculiarità, che riesca a mettere in risalto i nostri classicismo, a riprova che i confini tra i generi punti di forza in un tessuto socioculturale provinciale devono essere considerati occasioni di studio che affannosamente cerca la propria identità. Per ed approfondimento e non aridi steccati. Di ciò questo l’arte, la cultura, la storia con le sue tradizioni, ringraziamo la Direzione Artistica e quanti hanno mescolate alla bellezza del territorio e della sua collaborato al rinnovato impegno. natura sono un connubio perfetto e occasione per rivisitare paesi con uno sguardo diverso, esclusivo. Sandro De Vecchi Siamo quindi onorati di aprire a tutti le nostre chiese Presidente del Circolo Culturale Bellunese e la nostra valle, dando spazio alla musica, agli ospiti e in particolare a chi nella musica cerca e trova una dimensione dello spirito. La bellezza riflessa nei loro occhi rappresenta un’opportunità per noi tutti di riscoprire, nei nostri, la magia dei luoghi che abitiamo. Camillo De Pellegrin Sindaco di Val di Zoldo 6 7
È con gioia che presentiamo la seconda edizione della manifestazione “Arte e Musica tra Pelmo e Civetta - Festival Internazionale di Musica Antica in Val di Zoldo”. Dopo il successo del primo anno, tornano a risuonare gli organi delle Chiese della Val di Zoldo in un corale tributo all’arte e alla bellezza della natura nella quale sono collocati. Un’occasione di crescita per giovani musicisti pro- venienti da tante regioni del mondo, che hanno così l’occasione di sperimentare suggestivi percor- si musicali immergendo i suoni dell’organo e del clavicembalo nelle verdi pagine del territorio della Val di Zoldo. Una proposta culturale che fonde arte e natura, musica e storia e che consente di avvici- narsi a un ambiente ancora incontaminato che sa accogliere e custodire e che conserva, tra gli altri tesori d’arte, un ricco patrimonio di strumenti mu- sicali da conoscere e valorizzare. Questo nostro viaggio si realizza in condivisione d’intenti con Fondazione Cariverona, il Circolo Culturale Bellunese e il Comune di Val di Zoldo, sotto la guida competente e appassionata dei maestri Andrea Marcon e Paolo da Col. La risposta del pubblico lo scorso anno ci ha inco- raggiati a proseguire lungo questo cammino con rinnovato entusiasmo nella missione che ci carat- terizza fin dal nostro esordio: valorizzare e diffon- dere la buona musica come espressione di bellezza e di coesione tra persone e ambiente. Un obiet- tivo che si somma alle proposte che Antiqua Vox porta avanti con un respiro non solo locale ma anche internazionale, con particolare attenzione all’organo e al suo ricco patrimonio musicale. Pagine d’Organo, Organi Estate, Restituire Bellezza, rassegne concertistiche che, come questa in Val di Zoldo, concorrono non solo a far conoscere questo affa- scinante strumento e le sue potenzialità ma pro- muovono anche un’idea di convivenza dove Arte e Humanitas procedono insieme generando valore, con uno sguardo attento alle giovani generazioni. Claudio De Nardo Fondazione Antiqua Vox 8 9
Ai piedi di magnifiche vette dolomitiche, in ambienti di Belluno e del Parroco di Val di Zoldo, dal ruolo naturali di inarrivabile splendore, si ripete con gestionale del Circolo Culturale Bellunese, dalle slancio ancor maggiore l’iniziativa sorta la scorsa capacità comunicative di Antiqua Vox di Treviso, estate in Val di Zoldo: un Festival Internazionale ancor più rafforzate nell’attività promozionale rivolto ad unire arte, musica e natura che si svolge dai contributi di Fondazione e Circolo. Ma in all’ombra di due ideali ‘numi tutelari’, i monti quest’armonico concorso vi è un ruolo che è stato Pelmo e Civetta. La seconda edizione del Festival e rimarrà fondamentale: quello del pubblico, che prosegue lungo una via pulchritudinis, un percorso ha accolto con calore e popolato ognuno degli di bellezza che accosterà scelte pagine musicali eventi della prima edizione. Un pubblico formato (affidate all’esecuzione di eccellenti interpreti) al non solo dagli abitanti e dagli occasionali turisti, patrimonio architettonico e artistico di Val di Zoldo, ma anche da persone convenute da luoghi lontani, ben armonizzato in quel dolce paesaggio montano. richiamate dal nome degli artisti e dall’interesse Il Festival esplora ancora una volta repertori molto dei programmi. Alcuni si sono fatti promotori di ampi, sebbene iscrivibili all’ambito della ‘musica quello che è diventato, nell’appellativo creatosi antica’, espressione che di consueto definisce il spontaneamente, il ‘terzo tempo’, ovvero il ritrovo repertorio d’arte dei secoli XVI – XVIII, che precede che ha avuto luogo dopo ogni concerto, perlopiù in cioè il cosiddetto ‘periodo classico’. In realtà, gli case private, allo scopo di festeggiare ed incontrare artisti che si succederanno in quegli ambienti ricchi informalmente gli artisti. Anche quest’anno, il di storia e di spiritualità affronteranno anche pagine Festival unisce alla musica l’arte. Con una nuova musicali più recenti. Ma si distingueranno sempre attività di valorizzazione, favorita anche da gesti per il loro atteggiamento di interpreti rispettosi munifici, ossia il restauro di preziosi beni artistici delle prassi di esecuzione delle musiche del passato, del territorio. Renza Clochiatti, restauratrice di alla ricerca di sonorità il più possibile corrispondenti grande esperienza, coordinerà gli interventi in a quelle del loro tempo. In quest’opera di ricerca favore di due opere: una coppia di sculture lignee sonora condurranno in Val di Zoldo strumenti che policrome, due Angeli reggi cero della chiesa di solo da qualche decennio sono rinati pienamente Coi, restaurata a cura degli Istituti Santa Paola di a nuova vita, come liuto, arciliuto, clavicembalo, Mantova; e la pala d’altare della chiesa di Brusadaz salterio e viola da gamba. Ma anche strumenti più (fine XVII sec.), raffigurante “Madonna del Carmelo familiari come gli archi, ricondotti alla loro foggia e Santi”. Un’opera che avremmo rischiato di veder e resa timbrica originarie. E poi gli organi: alcuni pesantemente danneggiata nella cromia, senza restaurati da tempo, come l’organo cinquecentesco l’urgente intervento del restauratore Pierangelo di Dont, altri restituiti più recentemente al loro Peviani di Verona. A tutto ciò, si aggiunge per la suono, come gli organi Callido di Pieve di Zoldo e prima volta l’impegno nell’attività formativa, con Merlini di Goima. Ad essi si unirà presto un altro la prima Accademia Internazionale di Organo, strumento, il singolare organo tutto ligneo di Clavicembalo e Musica Antica “Alte vie barocche Fusine, capolavoro di alto artigianato locale di in Val di Zoldo” (8 – 14 luglio, tenuto da Andrea Agostino De Marco Brunet, ora in corso di restauro. Marcon), dedicata alla scoperta di ciò che in una Nei concerti non mancherà poi il canto, nelle partitura antica è sempre nascosto e segreto, con al sue espressioni solistiche (con il mezzosoprano centro l’opera di Girolamo Frescobaldi per organo e Romina Basso) e polifoniche (attraverso le voci clavicembalo. Un’attività che ha radunato un grande dei Cantori di Santomio e di Odhecaton, che numero di giovani musicisti di tutto il mondo, intoneranno musiche sacre mariane). Polifonica attratti da un’occasione di crescita musicale e è anche l’attività degli enti che concorrono a artistica favorita dalla bellezza della natura montana costruire il Festival, reso possibile dal sostegno e dal silenzio evocativo della Val di Zoldo. della Fondazione Cariverona e del Comune di Val di Zoldo, dalla preziosa collaborazione della Diocesi Andrea Marcon Paolo Da Col 10 11
ARTE E MUSICA Sabato 10 agosto, ore 20.45 Dont di Val di Zoldo TRA PELMO E CIVETTA VenEthos Ensemble, quartetto d’archi Artists in Residence Festival Internazionale di Musica Antica Dal Concerto al Quartetto d’archi, in terra Veneta in Val di Zoldo - II edizione Giovedì 15 Agosto, ore 20.45 dal 26 luglio al 24 agosto 2019 Fusine di Val di Zoldo Enrico Zanovello, organo Venerdì 26 luglio, ore 20.45 I Cantori di Santomio Goima di Val di Zoldo, frazione di Chiesa Nicola Sella, direzione Concerto inaugurale “Coronata di Stelle”: la devozione mariana in musica VenEthos Ensemble, quartetto d’archi Artists in Residence Venerdì 16 agosto, ore 20.45 Quartetti di Wiener Klassik: Mozart, Haydn, Beethoven Fusine di Val di Zoldo Andrea Marcon, organo Sabato 27 luglio, ore 19.00 e ore 20.45 VenEthos Ensemble, quartetto d’archi Coi di Val di Zoldo Artists in Residence - Omaggio a Mozart nel 250° Evangelina Mascardi, liuto e arciliuto del primo viaggio in Italia Percorsi paralleli: le musiche per liuto di Weiss e Bach prenotazione obbligatoria* Sabato 17 agosto, ore 20.45 Fusine di Val di Zoldo Venerdì 2 agosto, ore 19.00 e 20.45 Romina Basso, mezzosoprano Fornesighe di Val di Zoldo Franziska Fleischanderl, salterio Andrea Buccarella, clavicembalo Deniel Perer, organo - Artist in Residence Bach, le Variazioni Goldberg La rinascita del Salterio prenotazione obbligatoria* Venerdì 23 agosto, ore 20.45 Sabato 3 agosto, ore 20.45 Pieve di Zoldo Fornesighe Marco Ruggeri, organo Teodoro Baù, viola da gamba Chiesa e teatro: le musiche di Pietro e Giovanni Morandi Andrea Buccarella, clavicembalo Reworkings. Sabato 24 agosto, ore 20.45 Musica, originale e trascritta, di Johann Sebastian Bach Pieve di Zoldo Liuwe Tamminga, organo Venerdì 9 agosto, ore 20.45 Ensemble vocale Odhecaton Goima di Val di Zoldo, frazione di Chiesa Paolo Da Col, direzione Deniel Perer, organo Tra prima e seconda “prattica”: Artist in Residence Monteverdi, Frescobaldi e de Macque I colori dell’organo di Francesco Merlini, da Frescobaldi a Giovanni Morandi INGRESSO LIBERO * Prenotazione obbligatoria. Per informazioni: Comune di Val di Zoldo 0437 789177 oppure 347 8140647 12 13
Venerdì 26 luglio, ore 20.45 VenEthos Ensemble: Goima di Val di Zoldo, frazione di Chiesa Giacomo Catana, violino Mauro Spinazzè, violino Quartetti della Wiener Klassik: Francesco Lovato, viola Mozart, Haydn, Beethoven Massimo Raccanelli, violoncello Emblema della Wiener Klassik, il quartetto d’archi fiorisce a Vienna nella seconda metà del Settecento come forma d’intrattenimento ma anche come genere colto, prendendo il via dall’op. 33 di Haydn, non a caso considerato una sorta W. A. MOZART Quartetto in re maggiore di padre della sinfonia e del quartetto moderno. Con il suo (1756 – 1791) KV 155 equilibrato ‘stile di conversazione’ si veste degli abiti della - Allegro forma sonata, altro simbolo dello stile viennese e cifra - Andante stilistica di tutta un’epoca. - Molto allegro Il Quartetto KV 155, che Mozart scrive nel 1772 forse da Bolzano, durante una tappa del suo terzo viaggio in Italia, è nella forma del quartetto italiano, in tre tempi. Vi respira un tono generale di divertimento, misto a una vena di F. J. HAYDN Quartetto in sol minore sentimentalismo e a una cordialità semplice e affettuosa. (1732 – 1809) op. 74 n. 3 Hob:III:74 L’op. 74, composta da Haydn fra i due viaggi a Londra, è “Cavaliere” concepita per un uditorio inglese e per essere eseguita in - Allegro concerti pubblici anziché nelle accademie private, segnata - Largo assai com’è da un notevole ampliamento dello stile cameristico - Menuetto. Allegretto che si avvicina a quello sinfonico. L’epiteto “Il cavaliere” - Finale. Allegro con brio sta nella saltellante idea d’apertura e nella cavalcata del movimento finale. Con l’op. 18 Beethoven supera ormai il modello haydniano, rivelando, con la preminenza assoluta dell’elaborazione tematica nei confronti dell’esposizione del L. VAN BEETHOVEN Quartetto in si bem. tema vero e proprio, uno dei più tipici elementi del suo stile (1770 – 1827) maggiore op. 18 n. 6 compositivo. - Allegro con brio - Adagio ma non troppo - Scherzo. Allegro - Adagio “La malinconia” - Allegretto quasi allegro 14 15
Sabato 27 luglio, ore 19.00 e ore 20.45 Evangelina Mascardi, Coi di Val di Zoldo liuto e arciliuto Percorsi paralleli: le musiche per liuto di Weiss e Bach Liuto Cezar Mateus, New Jersey, 1999 Spesso la musica di Sylvius Leopold Weiss, grande virtuoso del liuto e musicista di successo nella prima metà del Settecento, viene oggi paragonata a quella di Johann Sebastian Bach, che J.S. BACH Preludio BWV 846 non necessita certo di presentazioni. Forse perché i loro dati (1685 – 1750) Aria e Gavotte anagrafici quasi coincidono? Forse perché abbiamo bisogno di riconfermare la maestria di un compositore meno noto I-II BWV 1068 con quella di chi viene unanimemente considerato un genio? Non lo so. Tuttavia, affrontando i brani di questi colossi del repertorio barocco, più che concordanze trovo opposizioni, ed è per questo che credo valga la pena ascoltarli insieme. S. L. WEISS Sonata in la minore Mentre infatti la musica di Weiss prende vita dalla natura strumentale del liuto e ne esalta le potenzialità, per quella (1686-1750) - Allemande – Andant di Bach è necessario sollecitare lo strumento per farne - Courante emergere un idioma che a tratti, grazie ad un virtuosismo - Bourrée tutto intellettuale, lo superi. Nei primi tre decenni del - Sarabande – Andante Settecento il liuto era uno strumento ancora molto amato e diffuso nelle principali corti europee. Che Weiss fosse lo - Menuet, Presto strumentista più generosamente pagato della Hofkapelle di Dresda, centro ambito da quasi tutti i musicisti dell’epoca, ci fa capire quanta stima godesse tra i suoi contemporanei. Della raffinatezza e padronanza strumentale che lo resero S. L. WEISS Fantasia, Aria famoso troviamo testimonianza nella sua vastissima opera, in cui le inesauribili e multiformi risorse del liuto sono (1686-1750) e Passacaglia incessantemente esaltate dalla maestria strumentale del in re maggiore compositore. Esplorando la sua musica, possiamo ancora oggi percepire cosa il liuto rappresentasse per lui. D’altro canto, non v’è dubbio che Bach avesse incrociato più di una volta il liuto e i liutisti, se alcune delle sue composizioni come la Cantata BWV 198 Trauer Ode prevedono lo strumento esplicitamente in organico. Ma è anche evidente che Bach non gli abbia riservato un ruolo rilevante nella sua produzione. Fortunatamente, Johann Christian Weyrauch (1694-1771), allievo di Bach e liutista, volle trascrivere per il suo strumento, secondo una pratica diffusissima tra i liutisti dell’epoca, alcuni brani del maestro trasmettendo ai posteri le intavolature della BWV 997 (limitatamente alla Fantasia, Sarabande e Giga), BWV 995 e della Fuga BWV 1000. È plausibile che senza queste intavolature ed altri imprevisti verificatisi nella storia della catalogazione dell’opera completa di Bach nessuno avrebbe ritenuto immaginabile l’esecuzione dei suoi brani al liuto, privando così i liutisti e quindi i chitarristi del “grande repertorio”. Per buona sorte non è andata così ed oggi, al contrario di quello che mi insegna Weiss del suo strumento attraverso la sua musica, quando mi siedo di fronte a un brano di Bach devo riscoprire, anzi immaginare un liuto che forse Bach non ha mai conosciuto, ma che sicuramente io devo ancora inventare per rendere le mie corde all’altezza della sua musica. Evangelina Mascardi 16 17
Venerdì 2 agosto, ore 19.00 e 20.45 Andrea Buccarella, clavicembalo Fornesighe di Val di Zoldo J.S. BACH Variazioni Goldberg Bach, le Variazioni Goldberg (1685 – 1750) BWV 988 Le Variazioni Goldberg devono il loro titolo ad un curioso aneddoto contenuto nella prima biografia di Johann Sebastian (ARIA mit verschiedenen Veraenderungen vors Bach, pubblicata nel 1802 da Johann Nikolaus Forkel. Secondo Clavicimbal mit 2 Manualen) Forkel l’Aria con diverse variazioni per clavicembalo a due manuali (questo il titolo originale dell’opera), sarebbe stata commissionata a Bach dal conte Hermann Carl von Keyserling, ARIA diplomatico russo a Dresda, il quale aveva alle proprie Variatio I – à 1 Clav. dipendenze come musicista di palazzo l’allora quattordicenne Variatio II – à 1 Clav. Johann Gottlieb Goldberg: «…in cattiva salute, il Conte soffriva sovente d’insonnia, e Goldberg che viveva in casa sua, doveva Variatio III – Canone all Unisuono à 1 Clav. distrarlo, in simili occasioni, durante le ore notturne, suonando Variatio IV – à 1 Clav. per lui in una stanza attigua alla sua. Una volta il Conte disse a Variatio V – à 1 ò vero 2 Clav. Bach che gli sarebbe molto piaciuto avere da lui alcuni pezzi da far Variatio VI – Canone alla Seconda à 1 Clav. suonare al suo Goldberg, che fossero insieme delicati e spiritosi, Variatio VII – à 1 ò vero 2 Clav. (al tempo di Giga) così da poter distrarre le sue notti insonni…». Nonostante Variatio VIII – à 2 Clav. l’accattivante portata romantica dell’aneddoto, risulta difficile Variatio IX – Canone alla Terza à 1 Clav. immaginare che la genesi delle celebri Variazioni, considerate Variatio X – Fughetta à 1 Clav. uno dei vertici indiscussi dell’intera produzione bachiana, sia Variatio XI – à 2 Clav. realmente legata a simili circostanze. La maggior parte degli Variatio XII – Canone alla Quarta studiosi ritengono infatti che le cosiddette Variazioni Goldberg non nacquero come lavoro su commissione indipendente, Variatio XIII – à 2 Clav. ma fossero piuttosto pensate come parte del progetto della Variatio XIV – à 2 Clav. Clavier-Übung, raccolta di composizioni per strumento a Variatio XV – Canone alla Quinta à 1 Clav. (Andante) tastiera che Bach diede alle stampe in tre parti tra il 1731 e 1739, Variatio XVI – Ouverture à 1 Clav. di cui costituirebbero la quarta ed ultima parte. Questa opera Variatio XVII – à 2 Clav. monumentale si compone di un’Aria, in forma di Sarabanda, Variatio XVIII – Canone alle Sexta à 1 Clav. seguita da trenta variazioni, ordinate secondo uno schema di Variatio XIX – à 1 Clav. geometrica regolarità. Esse sono infatti suddivise in dieci gruppi Variatio XX – à 2 Clav. di tre variazioni ciascuno, di cui le prime due variazioni sono in Variatio XXI – Canone alla Settima forma di danza o toccata, mentre la terza in forma di canone. A Variatio XXII – 1 Clav. (Alla Breve) loro volta i canoni sono ordinati ad intervalli progressivamente crescenti, dall’unisono alla nona. La sola eccezione è costituita Variatio XXIII – à 2 Clav. dal Quodlibet, ultima variazione, che in luogo di un canone Variatio XXIV – Canone all Ottava à 1 Clav. alla decima si presenta come un vero e proprio “pasticcio Variatio XXV – à 2 Clav. (Adagio) canonico”, in cui trovano posto, accanto al tema principale Variatio XXVI – à 2 Clav. dell’opera, i temi di due canzoni popolari e goliardiche. I testi di Variatio XXVII – Canone alla Nona à 2 Clav. queste canzoni, «Da molto tempo sono lontano da te» e «Crauti Variatio XXVIII – à 2 Clav. e rape mi hanno allontanato», alludono ironicamente al fatto Variatio XXIX – à 1 ò vero 2 Clav. che lo sviluppo e la complessità progressiva delle variazioni si è Variatio XXX – Quodlibet à 1 Clav. spinta molto oltre la purezza e semplicità dell’Aria iniziale. Forse ARIA da Capo e Fine anche per questo, la ripetizione in calce all’opera dell’Aria ci appare come un lieto e nostalgico ritorno a casa dopo un lungo peregrinare, metafora della parabola dell’esistenza umana. Andrea Buccarella 18 19
Sabato 3 agosto, ore 20.45 Teodoro Baù, viola da gamba Fornesighe di Val di Zoldo Andrea Buccarella, clavicembalo Reworkings. Musica, originale e trascritta, di Johann Sebastian Bach J.S. BACH Sonata in la maggiore per Nel periodo in cui Bach soggiornò alla corte principesca di (1685 – 1750) viola da gamba e clavicembalo Köthen (Turingia), ricoprì l’incarico di Kapellmeister, ovvero concertante BWV 1015 di massimo responsabile delle attività musicali (1717-1723). A (originale per violino Köthen vigeva, però, il culto calvinista che a differenza di quello e clavicembalo concertante) luterano era assai rigoroso e severo, e non consentiva nessuno - (Dolce) sfarzo sonoro nelle celebrazioni liturgiche. Bach si trovò così - Allegro assai a tralasciare la musica sacra per dedicarsi esclusivamente - Andante un poco alla produzione strumentale o vocale profana, ad uso degli - Presto eccellenti esecutori di quella cappella. Le Sonate BWV 1015 e 1016, facenti parte di Sei Sonate originali per violino e clavicembalo obbligato, appartengono Sonata in sol minore BWV formalmente al tipo della sonata da chiesa in 4 tempi, mentre 1029 per viola da gamba e la BWV 1029 si riferisce al tipo della sonata da chiesa in 3 tempi clavicembalo concertato derivato dal concerto strumentale. La celebre Chaconne, - Vivace nota in più versioni strumentali (fra tutte quella per pianoforte - Adagio di Busoni), è la ‘danza’ che conclude la II Partita a violino solo. - Allegro Studi o approfondimenti del linguaggio musicale e della tecnica strumentale, le Sonate e le Partite per violino solo BWV 1001-1006 si pongono al vertice di questa produzione Chaconne, dalla Partita che alterna lo schema della sonata da chiesa in 4 tempi a in re minore BWV 1004 quello della suite, o partita, con la sua leggiadra successione (originale per violino solo, tra- di danze. scrizione per viola da gamba sola) Sonata in re maggiore per viola da gamba e clavicembalo concertante BWV 1016 (originale in mi maggiore, per violino e clavicembalo concer- tante) - Adagio - Allegro - Adagio ma non tanto - Allegro 20 21
Venerdì 9 agosto, ore 20.45 Deniel Perer, organo Goima di Val di Zoldo, frazione di Chiesa Organo Merlini, Venezia 1780 I colori dell’organo di Francesco Merlini, da Frescobaldi a Giovanni Morandi M. ROSSI Toccata VII (1602 – 1656) Attraverso un lungo percorso che copre un ambito cronologico di tre secoli, si succedono alcuni dei maggiori G. FRESCOBALDI Capriccio sopra compositori di musica ‘da tasto’ italiani, accanto ad alcuni (1583 – 1643) la Girolmeta ‘oltremontani’ che nella penisola ebbero la loro formazione. L’opera del ferrarese Girolamo Frescobaldi, che conobbe J. J. FROBERGER Toccata II un’enorme fortuna, rappresentò una sorta di archetipo per (1616 – 1667) i suoi allievi e per coloro che indirettamente si ispirarono alla sua musica. Qui Frescobaldi è rappresentato da un J. K. KERLL Ciaccona Capriccio il cui tema principale è tratto da un canto (1627 – 1693) popolare tuttora vivo nella tradizione, la Girometta. Il genovese Michelangelo Rossi, anch’egli attivo A. SCARLATTI Toccata per Organo lungamente a Roma, presenta nelle sue toccate, ricche (1660 – 1725) di contrasti e di vivaci passaggi virtuosistici alternati a passaggi imitativi, elementi che ricorrono nell’analoga T. BABOU Fantasie du Cornet produzione frescobaldiana. Diretti allievi di Girolamo (1656 – c. 1740) furono il sassone Kerll e lo svevo Froberger, che avviarono Fantasie des Trompettes la nuova scuola organistica sud-tedesca sotto l’impulso basse et haute degli insegnamenti ricevuti in Roma. Ma echi dello stile improvvisativo e rapsodico delle toccate di Frescobaldi, D. SCARLATTI Sonata “Pastorale” K. 513 nelle quali ogni passo “si possa sonar separato l’uno (1685 – 1757) dall’altro” riecheggiano ancora in Alessandro Scarlatti, che indicava che a ogni diversa sezione delle sue toccate “si può N. PORPORA Fuga V finire qui, o seguitare appresso ad arbitrio”. (1686 – 1767) I restanti brani escono dall’alveo frescobaldiano e pongono in risalto le risorse timbriche dell’organo di Francesco F. DURANTE Sonata IV Merlini: spiccano le atmosfere bucoliche della Pastorale (1684 – 1755) - Adagio di Domenico Scarlatti, i colori delle ance nelle pagine del - Allegro francese Babou, i registri di concerto e persino il timpano - Divertimento nello sgargiante brano dell’organista marchigiano Giovanni Morandi. G. VALERJ Sonata XI (1760 – 1822) G. MORANDI Introduzione, Tema con (1777-1856) variazioni e Finale con l’imitazione di Piena Orchestra 22 23
Sabato 10 agosto, ore 20.45 VenEthos Ensemble: Dont di Val di Zoldo Giacomo Catana, violino Mauro Spinazzè, violino Dal Concerto al Quartetto d’archi, Francesco Lovato, viola in terra Veneta Massimo Raccanelli, violoncello Il Barocco giunge a conclusione proprio quando vengono fissate in via definitiva le forme concertanti di musica Gianluca Geremia, tiorba strumentale che ne rappresentano l’ideale: concerto solistico, sonata, sinfonia, quartetto. Lo stile concertato e T. ALBINONI Concerto op. 7 n. 4 in sol maggiore concertante, come sottolinea Alberto Basso, «rappresenta (1671 – 1751) - Allegro l’esempio di maggiore dinamica ed elasticità, incarna - Adagio una specie di ideale di libertà». Libertà che traspare nella - Allegro mobilità strumentale degli autori veneziani del Settecento, come il facoltoso borghese ‘dilettante’ Albinoni, che B. GALUPPI Concerto a quattro n. 4 in do minore apre la via del concerto veneziano e già introduce chiari (1706 – 1785) - Grave atteggiamenti vivaldiani. - Allegro Il Concerto RV 157 di Vivaldi è per orchestra a quattro - Andante parti, senza solisti, che testimonia, insieme all’esempio di A. VIVALDI Concerto RV 157 in sol minore Galuppi, la particolare fortuna del genere a Venezia. Celebri (1678 – 1741) - Allegro violinisti, come Tartini e il suo allievo padovano Dall’Oglio, - Largo tentano invece una fusione fra il concerto solistico e la - Allegro sinfonia, in cui prevalgono gli elementi concertistici. La scrittura del concertino a quattro, praticato tra gli altri G. TARTINI Sinfonia in re maggiore C.551/78 dal veneziano Ferrandini, attivo anche a Padova, si riflette (1692 – 1770) - Allegro moderato, un poco maestoso nell’esperienza italiana del tedesco Schuster e, più in - Andantino generale, nella produzione della Germania meridionale, - Allegro decretando il più ampio fenomeno del successo italiano nelle corti, nei teatri e nell’editoria di tutta Europa. D. DALL’OGLIO Sinfonia n. 1 in fa maggiore (c. 1700 – 1764) - Allegro - Andante - Presto J. SCHUSTER dai “Quartetti Padovani”: Quar- (1748 – 1812) tetto n. 3 in sol minore - Adagio - Allegro di molto - Allegretto G. B. FERRANDINI Quartetto op. 1 in mi bem. mag- (c. 1710 – 1791) giore - Adagio, Allegro moderato - Larghetto - Presto 24 25
Giovedì 15 Agosto, ore 20.45 Enrico Zanovello, organo Fusine di Val di Zoldo I Cantori di Santomio Nicola Sella, direzione “Coronata di Stelle”: la devozione mariana in musica Coro Quasi in un’ideale litania, e in spirituale sintonia con la solennità dell’Assunta, si succedono in questo programma F. BIANCIARDI Hodie Maria Virgo elaborazioni polifoniche di testi liturgici dedicati alla (1570 – 1607) Madonna, musicati nel corso dei secoli con stili e sensibilità armoniche sempre nuove, ma con alcuni costanti requisiti: G.P. DA PALESTRINA Ave Maris Stella l’attenzione alla declamazione del testo, una misurata (1525 – 1594) elaborazione del contrappunto e una levità espressiva che si conviene alla limpida dolcezza del modo mariano. G. GABRIELI Beata es virgo Maria Nella prima e più antica sezione polifonica del programma (1557 – 1612) appaiono coppie di maestro e allievo. Dapprima il toscano Francesco Bianciardi, attivo in Siena, G. AICHINGER Regina coeli probabilmente allievo in Roma di Palestrina, dal quale ereditò (1564 – 1628) una notevole abilità nell’elaborazione del contrappunto. Gregor Aichinger di Ratisbona venne invece ad istruirsi in Venezia, presso l’organista marciano Giovanni Gabrieli. Nella seconda sezione vocale, comprendente musiche del Organo XX secolo, prevale la semplicità d’espressione, l’unisono e il trattamento omofonico delle voci. Sapientemente G. FRESCOBALDI dai Fiori Musicali costruito sull’accento declamatorio della parola e su una (1583 – 1643) Toccata avanti la Messa più elaborata ricerca armonica è l’antifona Salve Regina della Madonna musicata dal compositore bellunese Manolo Da Rold. Canzon dopo l’Epistola Nel cuore del programma è l’organo a intonare pagine Recercar sopra Sancta mariane di Girolamo Frescobaldi, accanto a una Partita Maria (coro e organo) del sassone Gottfried Heinrich Stölzel, la cui musica Bach, apprezzò, suonò, e ricopiò per il figlio Wilhelm Friedemann. Ad un altro figlio, Johann Christoph Friedrich, si devono le G. H. STÖLZEL Partita in sol minore variazioni su un celebre canto (“Ah! Vous dirai-je, Maman”) (1690 – 1749) - Ouverture che tanta fortuna ebbe in tutta Europa nel Settecento, e di J. S. BACH - Air italien cui è ben nota l’elaborazione mozartiana. (1685 – 1750) - Bourrée - Menuet I e II (BWV 929) J. C. F. BACH Tema e variazioni sopra (1732 – 1795) “Ah! Vous dirai-je, Maman” 26 27
Coro M. DA ROLD Salve regina (1976) Coro e organo E. ELGAR Ave maris stella (1857 – 1934) L. PEROSI Mille volte benedetta (1872 – 1956) (armoniz. Marco Ruggeri) L. GUIDA Dell’aurora tu sorgi più bella (1883 – 1951) (armoniz. Marco Ruggeri) 28 29
Venerdì 16 agosto, ore 20.45 VenEthos Ensemble: Fusine di Val di Zoldo Giacomo Catana, violino Mauro Spinazzè, violino Omaggio a Mozart Francesco Lovato, viola nel 250° del primo viaggio in Italia Massimo Raccanelli, violoncello Quando Leopold Mozart ritenne che per il figlio Wolfgang fosse giunto il momento di affrontare il melodramma italia- Andrea Marcon, organo no nella sua patria natale, organizzò ben tre viaggi in Italia. Viaggi, già preceduti da altre uscite, che diventarono una delle esperienze fondamentali del giovane Mozart. Furono W. A. MOZART Quartetto per archi in viaggi di lavoro, segnati da fatica e malattie, ma nutriti della (1756 – 1791) sol maggiore KV 156 speranza di trovare un impiego presso sedi adeguate. - Presto Il primo viaggio, costellato da trionfi e riconoscimenti, fu il - Adagio più lungo (dicembre 1769-marzo 1771). Il secondo e il terzo, - Tempo di Minuetto di durata più breve, fecero entrambi capo a Milano (ago- sto-dicembre 1771 e settembre 1772-giugno 1773), dove Mozart allestì la serenata Ascanio in Alba e l’opera seria Lu- cio Silla. Il Quartetto KV 156 fa parte di 6 Quartetti, com- posti per l’appunto a Milano alla fine del 1772, vicini al ge- W. A. MOZART Adagio in do maggiore nere d’intrattenimento del divertimento, alla maniera del (1756 – 1791) KV 356 milanese Sammartini. D’ispirazione italiana è pure il Quartetto KV 80, la sua pri- ma composizione quartettistica, composto in una locanda di Lodi, il 15 marzo 1770 «alle 7 di sera», durante una sosta sulla via per Bologna. Legate alla vita di corte salisburghese N. MORETTI Sonata del signor Mozart sono invece le Sonate da chiesa, una ventina in tutto, scrit- (1764 – 1821) ridotta per l’organo dal te tra il 1772 e il 1780. Sono composizioni semplici, lontane signor Nicoló Moretti da una varietà di movimenti e ad uso pratico, destinate ad (dalla Sonata in re mag- accompagnare le cerimonie religiose nelle chiese cattoli- giore per fortepiano a che di Salisburgo. quattro mani KV 381) La Sonata KV 381 a quattro mani, genere piuttosto inedito per l’epoca, fu composta per sé e la sorella Nannerl di ri- entro dal secondo viaggio in Italia. Dell’ultimo anno di vita sono le composizioni per Glasharmonika, come l’Adagio in W. A. MOZART Sonata da Chiesa in fa do maggiore (che Alfred Einstein ricolloca al n. 617a di ca- (1756 – 1791) maggiore KV 44 talogo), scritto per la celebre virtuosa cieca dello strumento Marianna Kirchgässner. Sonata da Chiesa in re maggiore KV 245 30 31
W. A. MOZART Sonata da Chiesa in sol (1756 – 1791) maggiore KV 274 Sonata da Chiesa in do maggiore KV 328 Fantasia in re minore KV 397 Quartetto per archi in sol maggiore KV 80 - Adagio - Allegro - Minuetto - Rondò 32 33
Sabato 17 agosto, ore 20.45 Romina Basso, mezzosoprano Fusine di Val di Zoldo Franziska Fleischanderl, salterio Deniel Perer, organo La rinascita del Salterio “Laudate eum in psalterio”, recita il salmo 150, citando il salterio come elemento di un variegato insieme vocale e P. BERETTI Sonata di Salterio e strumentale, rivolto a un’ideale laudatio Dei. Da questo ed (XVIII sec.) Basso altri passi delle Sacre Scritture derivarono innumerevoli - Allegro rappresentazioni iconografiche che ci restituiscono l’im- - Andante magine di uno strumento di volta in volta imbracciato da - Allegro re David, o da angeli musicanti, spesso corrispondente ad esemplari realmente esistenti e utilizzati nei secoli passati. D. ZIPOLI Organo solo Solo negli ultimi anni si è indagata più approfonditamente (1688-1726) la fortuna conosciuta dal salterio nel XVIII secolo, testimo- niata da una rilevante quantità di fonti musicali, anche di F. BARBALDI Sonata di Salterio solo ambito sacro, grazie alla legittimità garantita dalle citazioni - Allegro bibliche. Il musicografo Filippo Bonanni, nella sua opera su- - Largo gli strumenti musicali Gabinetto Armonico (1722), lo descri- - Rondo ve come “istromento di figura parallelogramma, nel quale le corde col benefizio di due ponticelli formano la figura G. F. HÄNDEL Sonata, Gigue, Menuet, Air triangolare onde ne nasce la varietà del suono, per la mino- (1685 – 1759) Arrangement per Salterio re o maggiore estensione delle medesime”. solo di Francesca Barbaldi Egli cita anche cita la duplice possibilità di far risuonare le corde di metallo con le dita (anche con plettri, tecnica del G. B. MARTINI Motetto per Salterio e ‘battuto’), oppure in altro modo, “il suono di cui riesce non (1706 – 1784) Clavicembalo obbligati meno suave, percotendosi le corde con due bacchette” per solo alto (tecnica del ‘pizzicato’). Il concerto offre una rara occa- Introduzione sione di ascoltare pagine di autori poco noti assieme alla (Andante posato) trascrizione di un brano di Händel e a un prezioso mottetto “Ex tractatu Sancti concertato di padre Martini, il grande teorico, storiogra- Augustini” fo musicale e compositore bolognese (nonché maestro di “Protexisti me Deus” contrappunto del giovane Mozart). (Recitativo) “Iam ipsum” (Allegro ma non presto) “Multi martyres” (Recitativo) “Ibi melius” (Vivace) “Protectus est” (Recitativo) “Parum ergo erat” (Allegro) 34 35
Venerdì 23 agosto, ore 20.45 Marco Ruggeri, organo Pieve di Zoldo Organo Callido, Venezia 1812 Chiesa e teatro: le musiche di Pietro e Giovanni Morandi P. MORANDI Sonata in re Tra i principali musicisti marchigiani del XVIII secolo, Pietro (1745 – 1815) Morandi è stato compositore, organista, maestro di cap- pella a Pergola e Senigallia, nonché eccellente maestro di G. MORANDI Introduzione, tema con canto. Padre di Giovanni Morandi, la sua attività è docu- (1777 – 1856) variazione e Finale mentata da poche fonti dirette, principalmente dall’epi- stolario tenuto con Padre Martini di cui fu allievo. Tra la Elevazione in mib (dalla V sessantina di opere rimaste conservate – moltissime quelle Raccolta di sonate, andate perdute – sono da menzionare i 12 concerti per or- op. XXI) gano, rinvenuti di recente, che testimoniano la fortuna di questo genere, poco praticato in Italia. Offertorio in mib (dalla Autore fecondo, Giovanni Morandi è considerato il più XII Raccolta) importante compositore di musica per organo della prima metà del XIX secolo. A sua volta famoso maestro di canto, Variazioni su “God save fu allievo del padre, a cui successe come maestro di cap- the King - Inno inglese pella a Senigallia, dove si ritirò dopo la morte della moglie dell’Immortal Hendel” Rosa, celebre cantante lirica. La sua musica, che subisce l’influsso dominante del melodramma nazionale, mette in Pastorale in sol (dalla risalto le potenzialità esecutive dell’organo Callido, diffuso “Gran Raccolta di sonate in area veneta e in un centinaio di esemplari nelle Marche, di difficoltà progressiva”) di cui cinque solo a Senigallia. Amico di Rossini, pare che lo abbia introdotto alla carriera teatrale con la farsa “La cambiale di matrimonio”. Postcommunio in la (dal- Eseguita nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia vide Rosa la X Raccolta di sonate, Morandi nella parte di Fanni. op. XXVIII) Rondò con imitazione de’ campanelli 36 37
Sabato 24 agosto, ore 20.45 Liuwe Tamminga, organo Pieve di Zoldo Ensemble vocale Odhecaton Tra prima e seconda “prattica”: Paolo Da Col, direzione Monteverdi, Frescobaldi e de Macque ODHECATON Claudio Monteverdi giunse a Venezia nell’ottobre 1613, Controtenori chiamato dai procuratori di San Marco a reggere la cap- Alessandro Carmignani pella musicale della basilica di San Marco in seguito alla Matteo Pigato conclusione del suo servizio presso la corte gonzaghesca Andrea Arrivabene di Mantova. La sua vita si divise tra l’oneroso esercizio dell’incarico in Gianluigi Ghiringhelli San Marco, ove emersero le doti di sapiente contrappunti- Tenori sta, e il terreno stimolante della produzione madrigalistica e Gianluca Ferrarini teatrale reso fertile dalle tante occasioni veneziane di com- Vincenzo Di Donato mittenza privata. In entrambi i terreni egli seppe tradurre in Bassi musica un mondo poetico, quello degli “affetti” anche at- Enrico Bava traverso un tessuto armonico ricco di inquietanti contrasti armonici, fatti di “durezze” e “ligature”, espressione con la Marcello Vargetto quale gli antichi indicavano le dissonanze e i ritardi. La co- esistenza di registri stilistici diversi nella scrittura musicale di Claudio Monteverdi, specchio di un’alternanza tipica del G. DE MACQUE Intrada d’organo suo tempo tra l’ossequio per la musica del passato e l’orgo- (ca. 1550 – 1614) gliosa rivendicazione delle novità introdotte dalla moderna pratica, è evidente nel confronto tra la Missa “da capella” a 4 voci con organo e la Salve Regina a tre voci, che venne C. MONTEVERDI Cantate Domino, a 6 ritrovata solo pochi anni fa. La prima è un’elegante missa brevis scritta nello stile antico, che sorprende per la varietà (1567 – 1643) voci e organo di materiali che Monteverdi riesce a generare dal motivo (G. C. Bianchi, Libro II de iniziale del primo Kyrie con una scrittura severa, eppur lieve motetti a 5, Venezia 1620) ed espressiva. La seconda venne descritta (confidenzial- mente) dal musicologo Lorenzo Bianconi come «musica Messa a quattro voci palpitante, fremente, carne viva e sofferente: linea santa da capella, a 4 voci e Teresa del Bernini». I silenzi e l’enfasi sulla dissonanza, pon- organo gono la parola al centro dell’attenzione di chi canta e di chi (Messa a quattro voci et ascolta. Quella poetica che lo stesso Monteverdi chiamò Salmi […] con le Letanie «parlar cantando», viene trasferita dal teatro alla chiesa. della B.V., Venezia 1650) Le Litanie appaiono come perdurante espressione dell’on- Kyrie data di devozione mariana seguita alla vittoria dei veneziani contro i Turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571; una vitto- Gloria ria che Papa Pio V imputò all’intercessione della Madonna del Rosario. I veneziani ritenevano che la loro città godesse di una protezione speciale della Vergine e la composizione G. FRESCOBALDI Canzon dopo l’Epistola di Monteverdi, forse destinata alle processioni, dev’essere (1583-1643) stata cantata di frequente in città. Le invocazioni mariane alternano interventi solistici a declamazioni corali, in un’in- tensa preghiera collettiva. 38 39
C. MONTEVERDI Credo G. FRESCOBALDI Toccata avanti il Recercar Recercar con obligo di can- tar la quinta parte senza toccarla (“Intendomi chi può che m’intend’io”) C. MONTEVERDI Salve Regina [II], a 3 voci e organo (Venezia c. 1650) Sanctus G. FRESCOBALDI Toccata per l’Elevazione Agnus Dei G. DE MACQUE Consonanze stravaganti C. MONTEVERDI Laetaniae della Beata Vergine, a 6 voci e organo (Messa a quattro voci et Salmi) Note di sala a cura di Melita Fontana e Paolo Da Col 40 41
CURRICULUM ARTISTI 42 43
“IV Concorso internazionale di viola da gamba Principe Federico Maria Ruspoli” (2012) a Vignanello (Roma), il primo premio al concorso di musica da camera “Maurizio Pratola” (2012) e il “Romanus Weichlein Preis” con l’ensemble “Girandole Armoniche” all’International Biber Wettbewerb 2013, a Sankt Florian (Austria). Ha al suo attivo diverse registrazioni per le case discografiche Deutsche Harmonia Mundi, Alpha, Naxos, Decca e Diastema. Ha collaborato con Cecilia Bartoli, I Barocchisti – Diego Fasolis, Amandine Beyer - Gli Incogniti, Leonardo Garcia Alarcon - Cappella Mediterranea, La Fonte Musica - Michele Pasotti, La Cetra Basel – Andrea Marcon. Teodoro è stato assegnatario per due anni consecutivi (2013–2014 e 2014–2015) della borsa di studio della confederazione svizzera per le eccellenze in campo artistico e musicale. Nato nel 1992, Teodoro Baù ha intrapreso in giovane età lo studio della viola da gamba con Claudia Pasetto presso il conservatorio di Castelfranco Veneto, e si è diplomato nel 2012 con il massimo dei voti, lode e menzione speciale sotto la guida di Alberto Rasi presso il Conservatorio di Verona. Contemporaneamente ha studiato anche liuto rinascimentale per otto anni con Massimo Lonardi a Venezia. Nel Maggio 2017 ha terminato con distinzione gli studi alla Schola Cantorum Basiliensis, dove ha studiato viola da gamba con Paolo Pandolfo e tiorba con Peter Croton; ha inoltre frequentato corsi di viola da gamba tenuti da Roberto Gini. Successivamente, ha continuato gli studi con Vittorio Ghielmi presso il Mozarteum di Salisburgo. Nel luglio 2015 gli è stato assegnato il primo premio al VI Bach-Abel Wettbewerb di Köthen. È stato inoltre finalista al VII Internationaler Telemann Wettbewerb a Magdeburgo (2015) Nata a Gorizia, Romina Basso si è diplomata in e presso il concorso internazionale “Musica Canto al “B. Marcello” di Venezia e laureata in Antiqua” a Bruges (2014). Tra gli altri premi che Lettere Moderne all’Università di Trieste. Ha gli sono stati assegnati, il “Premio Nazionale delle frequentato masterclasses con Peter Maag Arti - 2010” come solista, il secondo premio al e Regina Resnik, Rockwell Blake e Claudio 44 45
Desderi, Elio Battaglia e Claudio Strudthoff, specializzandosi nel repertorio Rossiniano e Barocco. Si esibisce regolarmente nei più prestigiosi teatri e sale da concerto europei, in Sud America, Stati Uniti, Australia, Corea e Giappone, collaborando con alcune tra le più rinomate orchestre classiche e barocche (Accademia Bizantina, Concerto Italiano, Il Complesso Barocco, I Barocchisti, Cappella della Pietà de’ Turchini, Concert des Nations, Europa Galante, Ensemble 415, Ensemble Matheus, Les Arts Florissants, Les Musiciens de Louvre, King’s Consort, Modo Antiquo, Muncher Rundfunkorchester, Sverige e RSO Radio Symphonic Orchestra, Ricercar Consort, Orchestra Age of Enlightenment, Orchestra Santa Cecilia, Venice Baroque Orchestra, La Scintilla, Zefiro. Ha cantato sotto la direzione di eminenti personalità quali P. Maag, M. Viotti, Sir Ch. Mackerras, V. Jurowski, J. Savall, F. Bruggen, A. Curtis, R. Alessandrini, F. Biondi, M. Minkowski, Andrea Buccarella nasce a Roma nel 1987. W. Christie, E. Haïm, P. McCreesh, J. C. Spinosi, Intraprende gli studi musicali come Puer Cantor O. Dantone, D. Fasolis, A. Marcon, R. King, nel prestigioso Coro della Cappella Musicale P. Pierlot, A. Florio, F. M. Sardelli, D. Gatti, G. Pontificia Sistina. Dopo aver ottenuto i diplomi in Ferro. Romina ha registrato per Kikko Classic, organo (2008) e clavicembalo (2016), consegue Bongiovanni, Mirare, Agogique, Fuga&Ricercar, con il massimo dei voti il Master in clavicembalo Deutsche Grammophon, Naive, Glossa, presso la Schola Cantorum Basiliensis, sotto la Classic Voice, EMI/Virgin, Sony/Deutsche guida di Andrea Marcon. Harmonia Mundi e Decca. È docente di Canto Nel 2018 vince il Primo premio al Concorso Rinascimentale e Barocco al Conservatorio “G. Internazionale di clavicembalo di Bruges e il Rossini” di Pesaro. Premio Outhere, primo italiano a vincere questi premi nella storia del prestigioso concorso. Dal 2011 è direttore dell’Ensemble Abchordis, con il quale ha vinto l’Handel International Competition di Göttingen (2015) e pubblicato due dischi per Sony Deutsche Harmonia Mundi: Stabat Mater e Dies irae. 46 47
(Goldberg), Editor’s choice (Gramophone). Odhecaton ha prodotto l’Amfiparnaso di Orazio Vecchi, con la partecipazione dell’attore Enrico Bonavera e le scene disegnate da Lele Luzzati. Negli ultimi anni Odhecaton ha rivolto grande parte del proprio impegno interpretativo alla musica sacra di Claudio Monteverdi e al repertorio contemporaneo (Sciarrino, Scelsi, Pärt, Rihm, de Pablo). Nell’anno 2010 Odhecaton ha conseguito due diapason d’or con le registrazioni O gente brunette e Missa Papae Marcelli di Palestrina; quest’ultimo CD (con il quale, secondo Le Monde, “les Italiens d’Odhecaton ont détruit l’icône pour mieux rendre Palestrina à la vie”) ha ottenuto un L’ensemble Odhecaton, sin dal suo esordio notevole successo presso la critica. Il CD di nel 1998, ha ottenuto alcuni dei più prestigiosi Odhecaton dedicato alla Missa In illo tempore premi discografici e il riconoscimento, da di Claudio Monteverdi (Ricercar), insignito parte della critica, di aver inaugurato nel dei premi diapason d’or de l’année, choc e campo dell’esecuzione polifonica un nuovo Grand Prix International de l’Académie du atteggiamento interpretativo, che fonda sulla disque lyrique, contiene la prima registrazione declamazione della parola la sua lettura mobile mondiale di tre mottetti inediti del compositore. ed espressiva della polifonia. L’ensemble vocale Le ultime realizzazioni discografiche di deriva il suo nome da Harmonice Musices Odhecaton comprendono la registrazione Odhecaton, il primo libro a stampa di musica integrale dei Mottetti di Gesualdo a cinque polifonica, pubblicato a Venezia da Ottaviano voci (diapason d’or settembre 2014), il CD Petrucci nel 1501. Il suo repertorio d’elezione Roland de Lassus, Biographie musicale vol. IV, è rappresentato dalla produzione musicale La vieillesse, (5 diapason gennaio 2015), opere europea tra Quattro e Seicento. Odhecaton sacre di Alessandro Scarlatti (choc di Classica riunisce alcune delle più scelte voci maschili ottobre 2016 e Editor’s choice di Gramophone italiane specializzate nell’esecuzione della gennaio 2017), la Missa Galeazescha di Compère musica rinascimentale e preclassica sotto (diapason d’or ed Editor’s choice novembre la direzione di Paolo Da Col. L’ensemble ha 2017). Per le celebrazioni monteverdiane del registrato una quindicina di CD, dedicati 2017 Odhecaton ha partecipato all’esecuzione rispettivamente a musiche di Gombert, Isaac, del film documentario per la televisione ARTE Josquin, Peñalosa, ai maestri della Picardie, «Monteverdi, aux sources de l’Opéra» con regia ai compositori spagnoli e portoghesi attivi di Philippe Béziat e ha realizzato una nuova nel Seicento nelle isole Canarie, a Palestrina, registrazione dedicata alla produzione sacra Monteverdi, Carlo Gesualdo, Orlando di Lasso della maturità del compositore cremonese e Alessandro Scarlatti e Loyset Compère. Con (Monteverdi in San Marco, Arcana). questi programmi Odhecaton è ospite nelle A Odhecaton è stato conferito nel 2018 il principali rassegne in Europa e America e ha Premio Abbiati della critica musicale italiana per ottenuto i maggiori riconoscimenti discografici: le sue esecuzioni, indicate quale «paradigma di Grand Prix International de l’Académie du stile, chiarezza espositiva e nobilitazione degli disque lyrique, diapason d’or de l’année, 5 spazi sonori nei quali risuonano». diapason (Diapason), choc (Classica), disco del mese (Amadeus e CD Classics), cd of the Year 48 49
Paolo Da Col ha compiuto studi musicali al Franziska Fleischanderl è nata a Linz (Austria). Conservatorio di Bologna e musicologici Fu un momento indimenticabile per lei, quando all’Università di Venezia. Sin da giovanissimo ha sentì per la prima volta nella sua vita, all’età di orientato i propri interessi al repertorio della quattro anni, il suono di un salterio. musica rinascimentale e preclassica, unendo Si innamorò immediatamente del suo suono costantemente ricerca ed esecuzione. Ha chiaro ed etereo. Ha conseguito due master fatto parte per oltre vent’anni di numerose a Linz e a Basilea con Karl-Heinz Schickhaus, formazioni vocali italiane, tra le quali la Cappella Hopkinson Smith e Rudi Lutz e tiene concerti di S. Petronio di Bologna e l’Ensemble Istitutioni e conferenze in Europa e all’estero. Ha suonato Harmoniche. È docente del Conservatorio con ensemble come l’orchestra barocca La di Trieste. Dal 1998 dirige l’ensemble vocale Cetra, l’ensemble Sollazzo, La Ritirata, Tonhalle Odhecaton. Ha diretto con Luigi Ferdinando Orchester Zürich e Tonkünstlerorchester Tagliavini la rivista L’Organo, ha collaborato Niederösterreich e ha tenuto concerti alle in qualità di critico musicale con varie riviste Wiener Festwochen, allo Styriarte e alle specializzate, ha diretto il catalogo di musica Donaueschinger Musikwochen. Franziska ha inciso numerosi CD e ha partecipato a numerose dell’editore Arnaldo Forni di Bologna, è curatore radioproduzioni di ORF, BR, SWR, Deutsche di edizioni di musica strumentale e vocale, Grammophon, Glossa e Christophorus. autore di cataloghi di fondi musicali e di saggi Da molti anni si concentra sulla ricerca di questo sulla storia della vocalità. Attualmente svolge un strumento nelle aree della musica antica e lavoro di ricerca sulla vocalità del Rinascimento contemporanea. Dal 2008 al 2015 si è dedicata presso il Centre d’Études Supérieures de la esclusivamente all’ampliamento dei suoni e del Renaissance di Tours. repertorio contemporaneo per salterio e alla relativa notazione. Ha presentato in anteprima circa 30 composizioni con diverse orchestrazioni che 50 51
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